maurizio fabrizio e “l`arte dell`incontro”

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maurizio fabrizio e “l`arte dell`incontro”
Campo de’ fiori
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SOMMARIO
Editoriale:
100 .............................................................3
L’intervista:
MAURIZIO FABRIZIO e
“L’arte dell’incontro”:
una vita dedicata alla
musica.....................4-5
EMANUELE ANGELETTI
IL NUOVO PAUL McCARTNEY..............6 - 7
Case popolari: futuro del paese
o cemento criminale?................................8
Roma che se n’è andata:
Michelangelo Merisi da Caravaggio: pittore
immenso...............................................10-11
Suonare Suonare:
Massimo Salvatorelli. Max Vobiscum........12-13
Se tu non vai al Museo il Museo viene da
te..............................................................14
Attenzione alla deprivazione uditiva......15
Cine Parade:
Looper. In fuga dal passato..........................16
Ecologia e ambiente:
I maggiori problemi ambientali.....................18
Il medico legale, questo sconosciuto.....20
L’unità e l’integrazione...........................22
Come eravamo:
Carnevale...................................................25
Restituiamo il giusto valore ai nostri
dialetti......................................................26
Danzando sotto l’albero... con la W.W.W.
FITNESS...................................................26
IPSEOA in un viaggio in cerca d’amore tea-
tro, teatro, teatro ....................................28
Intervista al Dott. Fabio Pescitelli specialista in Taping Neuro Muscolare..............29
Scegliere la scuola per i propri figli nel
segno dell’interculturalità......................30
Trucco d’epoca:
Gli anni ‘90 ................................................31
Civita di Bagnoregio si popola di grandi
personalità. Perchè?...............................32
Le auto della nostra infanzia....................33
Il Fumetto:
L’immortale................................................34
L’angolo del collezionista:
Puzzle........................................................35
Un favola bellissima................................36
Lezione di vivaismo al Verdeflora per i
ragazzi delle scuole di Fabrica di Roma.36
Vires meas ingravestente aetate...........38
Una “Fabrica di ricordi”:
Il mio paese e i suoi angoli più pittoreschi....39
Civita Castellana Carnevale
2013........................................40-41-42-43
Ronciglione Carnevale 2013.............44-45
Nepi Carnevale 2013...............................46
Fabrica di Roma Carnevale 2013 ..........47
Rignano Flaminio Carnevale 2013.........48
Magliano Sabina Carnevale 2013...........48
Gallese Carnevale 2013..........................49
Bracciano Carnevale 2013......................49
Corchiano Carnevale 2013.....................50
Roma Carnevale 2013.............................50
Messaggi..................................................51
Agenda...............................................52-53
Le proposte editoriali di Campo de’
fiori..........................................................54
I nostri amici...........................................55
Album dei ricordi....................56-57-58-59
Annunci gratuiti................................60-61
Oroscopo.................................................62
Selezione offerte immobiliari ..........63-64
LABBANDONO DI BENEDETTO XVI
Vogliamo ricordare questo avvenimento epocale con le due foto eleoquenti al lato. La prima a
sinistra, pubblicata sul numero 17 di Campo de fiori, in occasione dellelezione di Benedetto
XVI nel 2005; la seconda, insieme al Cardinale Agostino Vallini oggi, al momento delle sue dimissioni. Le foto testimoniano come sia fortemente cambiato il Papa in questi otto anni.
(Rimandiamo allarticolo di pagina 38).
Ecco, invece, una piccola, innocente filastrocca
della nostra tradizione popolare:
Io so r Papa Cardinale,
posso fa come me pare.
A chi ride e chi favelle,
na tirata de recchiarelle!
Campo de’ fiori
C
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ento è un bel numero, è un numero importante e Campo de’
fiori è arrivato al numero cento!
di Sandro Anselmi
Ricordo ancora le critiche bonarie di qualche amico che, agli inizi
di questa avventura, ammoniva: “E’ facile partire, ma difficile pro
seguire!”. Quelle parole schiette, dettate sicuramente da una in
discussa buona fede, mi hanno dato, invece, lo sprone per sfatare
quel vaticinio, ed oggi posso festeggiare pienamente con tutti voi
i primi cento numeri, le prime cento perle di questa meravigliosa
collana, incorrotta ed incontaminata. Non è stato facile restare
indenne dai molteplici mal celati inviti della politica, ed anche,
qualche volta, dalla tentazione stessa di schierarmi. Ma la soddi
sfazione di essere restato neutrale, libero di ragionare con la mia
testa e dire sempre ciò che volevo dire, posso affermare, oggi, che
non ha eguali.
Campo de’ fiori è libera e con la sua enorme popolarità porta le
buone notizie, diffonde amore e rispetto per le nostre radici, le
nostre tradizioni, la nostra cultura, per il prossimo. I suoi racconti,
le storie, le foto ci portano, spesso, in un passato in cui tutti vor
remmo tornare.
La grande passione che anima i miei valenti collaboratori arriva
a voi, che ci ricambiate con affezione e stima. Tanti sono stati i
personaggi della cultura, dello sport e dello spettacolo che hanno
rilasciato gratuitamente le loro interviste; tanti sono gli amici che
mi hanno aiutato a diffondere e distribuire Campo de’ fiori ed al
trettanti gli sponsors che sono stati, sono e saranno il suo unico
sostegno materiale.
Avervi visto aspettare trepidi, ogni mese, l’uscita di Campo de’ fiori, salendo più volte le scale della redazione
per chiedere se fosse arrivata; essere fermato per strada per esprimermi i vostri graditi complimenti ed of
frirmi perfino il vostro aiuto; richiedermi sempre più spesso le copie arretrate per poterle collezionare ed
addirittura rilegare, vi dico che fa sinceramente bene!
Cento numeri e dieci anni sono un traguardo che sembrava irraggiungibile, ma il vostro entusiasmo è il fon
damento della mia tenacia.
Vi chiedo ancora di continuare a seguirmi come avete fatto in tutti questi anni, nella speranza che le pagine
della mia rivista possano regalare un po’ di spensieratezza, di ilarità e d’amore, anche in momenti non facili
come questi che stiamo vivendo. Anzi, sono sicuro che è proprio adesso che riusciamo meglio ad apprezzare
letture facili, spontanee e libere. E Campo de’ fiori, allora, non può mancare nelle vostre case.
GRAZIE AI COLLABORATORI, GRAZIE AGLI SPONSORS, GRAZIE A VOI LETTORI!!!
AUGURIAMOCI ALTRI 100 E 100 E 100 … DI QUESTI NUMERI…
Campo de’ fiori
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MAURIZIO FABRIZIO
E “L’ARTE DELL’INCONTRO”:
UNA VITA DEDICATA ALLA MUSICA
“L
’ Arte dell’ Incontro” è uno
spettacolo di teatro-canzone che
vede il ritorno sulle scene di uno
degli autori più prolifici degli ultimi 40 anni
della musica italiana. Vorremmo, però, considerarlo più un progetto emozionale che
vede l’incontro dell’autore con i colleghi,
che, nel corso degli anni, hanno trasformato
il loro rapporto in una vera amicizia ed un
tentativo di restituire al pubblico alcuni gioiellini della musica italiana. Parliamo di
Roby Facchinetti, Al Bano, Michele
Zarrillo, Fabio Concato, Angelo Branduardi, Mango che si raccontano insieme
all’autore. Nato a Milano ma trasferitosi ben
presto in terra abruzzese, Maurizio Fabrizio
fin da giovane viene attratto dalla musica
soprattutto grazie alla formazione classica
avuta dalla famiglia e, dopo aver suonato
alla “Scala”, già nel 1970 forma un duo
con il fratello Popi ed insieme partecipano
alla Gondola D’Oro (Come il vento) ed al
Festival di Sanremo (Andata e Ritorno).
Sempre, Vai Valentina, Brividi, E’ la
mia vita, Strano il mio destino, Almeno
tu nell’universo, I migliori anni della
nostra vita, Un’emozione per sempre,
Aquarello, Che fantastica storia è la
vita, Bravi ragazzi, Sarà quel che sarà,
Storie di tutti i giorni sono solo alcune
delle canzoni scritte dal nostro autore...
“Lo spettacolo in realtà è stato ideato da
Sono suoi alcuni
dei più grandi
successi della
musica italiana
interpretati da
Al Bano, Zarrillo,
Zero, Mango,
Branduardi...
Katia Astarita per cercare di mettere ordine a
questi 40 anni di ricordi in
musica ed insieme a tanti
artisti che nel tempo sono diventati
amici, ripresentiamo le canzoni più conosciute raccontandone la storia e le
emozioni”, dichiara Maurizio, e Katia
aggiunge “Immaginate a casa nostra,
una quotidianità fatta di musica, di pianoforte, di chitarra, di racconti, di
aneddoti meravigliosi che rimanevano
privati e nascosti tra le nostre mura...
ad un certo punto ho esclamato: Maurizio, non è assolutamente possibile
che questa tua vita così entusiasmante
resti soltanto nostra! Ora deve diventare assolutamente di dominio pubblico... Ed ho aggiunto: andiamo a
Teatro, saliamo su un palco che in quel momento diventa un salotto... è come aprire
le porte di casa nostra alla gente che non ci
conosce e che ha voglia di scoprire cos’e’
stata la musica che ci ha accompagnato per
quarant’anni. Maurizio ha veramente segnato la storia della nostra musica!”.
Come è nata la scelta degli ospiti ?
“Abbiamo dato la precedenza ad artisti che
hanno lavorato con me, soprattutto grandi
amici... Branduardi, con cui ho passato veramente tutta la mia giovinezza come ar-
Alcuni momenti dello spettacolo
rangiatore ed anche come autore, Mango,
con cui ho lavorato tantissimo fin dall’arrangiamento del suo primo album, Roby Facchinetti, Al Bano e Michele Zarrillo”. Negli
anni Ottanta suoi brani vincono per tre volte
il Festival di Sanremo: Storie di tutti i
giorni , cantata da Riccardo Fogli nel 1982,
Sarà quel che sarà cantata da Tiziana Rivale nel 1983 e nel 1986 Grande grande
Campo de’ fiori
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Maurizio Fabrizio con Roby Facchinetti e Al Bano
La copertina del suo album
amore cantata da Lena Biolcati. Nel 1989
Mia Martini presenta sempre al Festival
Almeno tu nell’universo, scritta quindici
anni prima insieme a Bruno Lauzi “ispiratami da un passaggio armonico di un adagio
di una sinfonia dell’autore austriaco Mahler
che avevo scoperto anni prima ed insieme
a Lauzi in una mezz’oretta” perché, aggiunge Maurizio “in quei tempi a Milano ci
si radunava tutti noi giovani artisti allora
sconosciuti e si mangiava e si parlava insieme ascoltando i Beatles ed Elton John:
era una splendida fusione di ingegni artistici...”.
Katia Astarita, compagna di vita ed in questa operazione artistica, inizia con una passione fortissima per il teatro e, sorrentina di
nascita, dopo la maturità classica si trasferisce a Roma per frequentare l’accademia
con Tonino Pierfederici frequentando l’università e laureandosi in storia e critica del
cinema.
Dopo tanto teatro, la folgorazione per
il cinema... “e dopo aver studiavo canto e
pianoforte, ho avuto la volontà e la voglia
di approfondire tutto ciò che mi incuriosiva
e mi resi conto di quanto mi piaceva scrivere. Per cui, unendo tutte queste mie competenze, ho cercato di fare qualcosa che mi
desse innanzitutto la gioia di lavorare in serenità insieme a Maurizio con cui un anno
Il nostro Sandro Alessi con Maurizio Fabrizio
e Katia Astarita
fa avevo inciso un disco di sue canzoni intitolato Bella la vita “.
Uno spettacolo emozionale che può soltanto far star bene tutti coloro che amano
la musica italiana, in scena alla Sala Umberto in alcune date tra Febbraio e Marzo,
assolutamente da non perdere.
Sandro Alessi
Campo de’ fiori
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EMANUELE ANGELETTI
IL NUOVO PAUL McCARTNEY
Da Civita Castellana a Londra per interpretare il musical sui Beatles
H
o conosciuto Emanuele Angeletti,
quando, insieme agli altri componenti del gruppo Apple Pies, venne in
redazione per promuovere il loro nuovo
disco. Ho avuto il piacere di incontrarlo nuovamente, dopo quasi un anno, nello stesso
luogo, per una nuova intervista, ma le cose
per lui sono cambiate, e di molto. Intanto il
gruppo che, per anni, è stata una delle
cover dei Beatles più apprezzate in tutta
Italia, si è sciolto a seguito dell’uscita di
Emanuele, attualmente impegnato a Londra. Infatti, nella primavera scorsa, tre dei
quattro componenti volano insieme in Inghilterra dopo aver risposto all’annuncio di
un casting che avrebbe selezionato gli attori
del musical Let it be.
Emanuele, parlaci di questo musical?
È semplice. Racconta la storia dei Beatles
attraverso le loro canzoni, ripercorrendo i
vari periodi della loro carriera, anche con i
cambiamenti d’immagine che li hanno caratterizzati. È sostanzialmente un concerto,
non ci sono balletti né attori, gli attori siamo
noi. Io interpreto Paul McCarteney e solo tra
una canzone l’altra riproponiamo alcune
frasi dette da loro che hanno fatto clamore.
Tu sei l’unico italiano?
Sì.
Come sei arrivato lì?
Con il gruppo Apple Pies, col quale da tanti
anni facevamo già questo tipo di spettacolo,
anche se in forma molto più modesta, abbiamo risposto ad un annuncio in internet
di audizioni per creare un nuovo cast, che
avrebbe dovuto portare in scena il musical
Let it be, spettacolo già di grande successo
in America. Un’opportunità straordinaria,
considerando anche il fatto che a Londra,
dove i Beatles sono una vera e propria istituzione, era la prima volta che si realizzava
un musical su di loro. L’occasione è stata
quella dei 50 anni dalla loro nascita. Tra i
tantissimi che si sono presentati, con
grande onore, sono stato scelto solo io.
Ti è dispiaciuto lasciare gli Apple Pies?
Sì, perché si sono sciolti e poi perché al momento, non possiamo proseguire il nostro
progetto degli inediti.
Come hai appreso la notizia?
Già durante il nostro provino, avevo notato
uno dei selezionatori che mi aveva messo
gli occhi addosso. Usciti, mi hanno chiesto
di fermarmi perché erano ancora alla ricerca
di un McCartney ed avrebbero voluto risentirmi. Poi mi hanno fatto sonare insieme agli
altri ragazzi che già erano stati selezionati,
ma mi hanno congedato dicendomi che si
riservavano di decidere solo dopo l’ultima
audizione. Il giorno dopo, quando ero già
tornato in Italia, terminate definitivamente
le audizioni, sento il mio telefono squillare,
vedo un numero col prefisso inglese e capisco che sono loro. Arriva la tanto attesa
conferma. per la quale ero sinceramente un
po’ scettico, ed inizio a saltare di gioia!
Sei partito subito?
Sono partito a luglio, insieme agli altri nove
prescelti, alla volta del Canada, dove siamo
rimasti un mese per seguire in tour il
gruppo che in America già porta in scena
questo musical. Lì c’è stata la fase del “rodaggio”, dove ci hanno addirittura fatto interpretare ben sette dei loro spettacoli.
Poi siete tornati in Inghilterra?
Sì, il 14 settembre abbiamo debuttato a
Londra. I primi dieci giorni di anteprime
sono stati riservati alla stampa, poi l’open
night il 24 settembre ed abbiamo proseguito fino al 19 gennaio, data che era stata
inizialmente fissata come ultima. Senon
chè, il musical ha riscosso un successo tale
da convincere i produttori a prolungarlo.
Dopo questa breve pausa di una settimana
che mi ha permesso di tornare qualche
giorno tra i miei, e di spostare tutto il materiale di scena in un altro teatro londinese,
il primo febbraio cominceremo con la seconda parte che si concluderà ad ottobre.
La critica come vi ha accolto?
Bene, l’unica vera critica negativa che ci
hanno rivolto è stata per il fatto che Let it
be non sia un vero e proprio musical, perché se così fosse stato, le canzoni sarebbero
passate in secondo piano. Esso, in realtà, è
un concert musical.
Dopo ottobre?
Vediamo cosa succede. Ma l’intenzione e la
voglia sono quelle di portare il musical
anche nel resto d’Europa.
Ci sono stati anche personaggi famosi
che sono venuti a vedervi?
Sì. Hugh Grant, Richard Gere, Zola, Edoardo
Bennato che mi ha contattato personalmente, anche se dopo aver ascoltato il messaggio che mi aveva lasciato in segreteria
telefonica, credevo fosse uno scherzo.
Siamo stati a cena insieme e lo spettacolo
gli è piaciuto talmente tanto che è venuto a
vederlo tre volte con la moglie e la figlia.
C’è una grandiosa novità! Sei diventato Paul McCartney a tutti gli effetti.
Debutterai da mancino, non è vero?
Sì, in questa seconda fase di spettacoli suonerò con la mano sinistra. È stata dura perché, all’atto pratico, è stato un po’ come
Campo de’ fiori
ricominciare da capo. Il vantaggio, infatti, è
nel fatto che il cervello conosce già tutto.
Da tempo mi ronzava per la testa questa
idea, poi l’occasione iniziale mi si è presentata grazie ad un mio amico al quale ho
chiesto di prestarmi un basso mancino che
aveva messo da parte. Dopo due, tre mesi,
si è iniziato a vedere finalmente qualcosa.
Quando abbiamo provato con tutto il
gruppo, i produttori sono rimasti entusiasti.
Certo, rispetto a prima sono molto più concentrato, dovrò acquistare la disinvoltura
necessaria, ma mi piace. Non sono più solo
cantante, ma anche attore. Tutti i sosia di
Paul McCartney sono stati sempre criticati
proprio per il fatto che hanno sempre suo-
nato con la destra. Ora non potranno più
rimproverarmi nulla.
E per assomigliargli anche fisicamente, prima di salire sul palco cosa
fai?
Abbiamo molti trucchi di scena e da anni
studiamo le caratteristiche fisiognomiche
dei nostri personaggi. Non ci possiamo far
truccare dalle truccatrici, ci trucchiamo da
soli.
Come ti trovi in Inghilterra?
Bene, Londra è una città che funziona, ci
sono mezzi a tutte le ore, per esempio.
Anche se, a dire il vero, la trovo un po’ noiosa. Gli inglesi hanno un modo completamente diverso dal nostro di divertirsi. Non
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esistono bar ma solo pub. E poi sono troppo
abitudinari. Se potessi scegliere, non vivrei
a Londra. Insomma, tutto bello tranne il
caffè.
Cosa ti manca dell’Italia?
Mi manca anzitutto la mia famiglia, poi gli
amici ed il nostro modo di divertirci.
Dopo di anni di gavetta, Emanuele Angeletti
si sta finalmente godendo il successo meritato! Siamo certi che questo è, senz’altro,
solo l’inizio e chissà se non lo potremo vedere presto volare anche oltreoceano!
Intanto, non possiamo che augurargli un
grande in bocca al lupo!
Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
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Nei Paesi nordici dell’U.E. sono simbolo d’armonia del vivere quotidiano
e di democrazia, in Italia significano degrado. Perché?
CASE POPOLARI: FUTURO DEL PAESE
O CEMENTO CRIMINALE?
I
l fenomeno del Social
Housing, come viene
definito in Europa,
l’Europa delle grandi democrazie, è simbolo di
buona amministrazione, di
integrazione tra Stato e
di Giuseppe
senso
civico
nonché
Ferone
espressione di grande democrazia. Case belle, pulite, pubbliche, criteri di assegnazione razionali, meritevoli,
integrazione da invidiare, armonia civica e
perfetto equilibrio tra cittadini e ambiente.
Queste sono le case popolari europee. Questo succede nelle grandi metropoli tedesche, danesi, norvegesi, ecc…
Ma ora passiamo all’Italia, in particolare
nella capitale, a Roma. Case popolari significano quartieri di periferia. Degrado, microcriminalità, droga, rapine. Ma perché tutto
ciò che noi italiani cerchiamo di prendere ad
esempio dagli altri cugini europei o non ci
viene o ci viene male?
Il diritto alla casa si afferma nei primi anni
del Novecento in Italia, per far fronte al problema della necessità di abitazioni economiche, con lo stretto indispensabile per
vivere, per le masse popolari a basso reddito. La Legge Luzzati del 1903 prevedeva
infatti la costituzione di istituti per le case
popolari a carattere pubblico e senza scopo
di lucro. Tali agenzie vennero poi riformate
nel 1938. Capiamo dunque che sulla tempistica l’Italia non ha nulla da invidiare agli
altri paesi europei. Ciò che ci contraddistingue sono però i mezzi e la serietà con cui si
cerca di dare consistenza pratica a dei principi generali ed astratti.
Per puntare sulla politica dell’housing sociale serve infatti il totale rispetto per determinati e specifici criteri, come ad esempio
la razionalità delle assegnazioni (ex.: i disabili collocati sempre al piano terra, ecc…).
Vanno poi rispettati una serie di caratteri
estetici e pratici, il tutto per permettere al
futuro quartiere popolare di entrare in armonia con le altre zone confinanti e di permettere una completa integrazione tra i
residenti del quartiere popolare con gli abitanti dei quartieri limitrofi. Ciò è assolutamente necessario per far sì che non si dia
vita ad un ghetto, il cosiddetto “pugno nell’occhio” rispetto all’armonia degli altri quartieri storici che esistono già da decine di
anni o addirittura da secoli. Se un nuovo
quartiere popolare, con i primi anni di vita,
acquista la nomina di quartiere pericoloso e
degradato, purtroppo sarà destinato a portarsi dietro tale epiteto per molti anni, e con
tutte le conseguenze disastrose del caso.
Un altro criterio razionale che incide sulla
futura vivibilità del quartiere è l’assegna-
zione delle case: è ovvio
che l’housing sociale è
basato sul principio del
diritto alla casa per i
meno abbienti ma ciò significa che il metro per
l’assegnazione è il reddito
annuo o mensile dei futuri residenti. E’ vero
anche che il diritto alla
casa è fondamentale
anche per ex detenuti in
cerca di un reintegro sociale all’interno della città
e del posto di lavoro, ma
un quartiere o una palazzina che sia, vanno
costruite a tavolino mantenendo un certo
equilibrio sociale: persone poco abbienti, ex
detenuti, anziani, disabili e persone con
problemi ad inserirsi nella società vanno inseriti tutti seguendo una precisa razionalità.
E’ impensabile creare una palazzina di soli
disabili o di soli ex detenuti perché con gli
anni questi potrebbero avere seri problemi
ad integrarsi con il quartiere.
Campo de fiori è andato, in merito, ad intervistare l’on. Massimiliano Lorenzotti, Presidente dell’VIII Municipio di Roma Capitale,
il cosiddetto “Municipio delle Torri”, così denominato per la grande quantità di palazzine popolari al proprio interno. L’VIII
Municipio ospita infatti il nuovo quartiere di
Tor Bella Monaca, sorto circa una trentina
di anni fa (a cavallo tra gli anni Ottanta e
Novanta). Un quartiere totalmente popolare
salito alla cronaca per il vasto sviluppo di
criminalità al suo interno.
Presidente Lorenzotti, come nasce Tor
Bella Monaca?
Tor Bella Monaca nasce per rispondere ad
un’esigenza abitativa per gente che non ha
casa e non può permettersela. Soprattutto
gente di periferia. Per rispondere a questa
esigenza, però, viene fatto un lavoro sbrigativo, rapido, troppo veloce. Ci si avrebbe
dovuto impiegare tre anni per costruirla ed
invece i lavori in un anno solo vengono conclusi . Un lavoro con il criterio del “tutti dentro”. Un tutti dentro senza criterio, senza
regole, senza selezione, senza pensiero né
ragionamento. Il risultato sono delle case di
sofferenza dove è possibile trovare un disabile al quattordicesimo piano della palazzina
e con l’ascensore rotto. Il delinquente spacciatore che usa casa come il proprio ufficio.
La ragazza madre a sedici anni, che si ritrova a trent’anni senza lavoro e con altri
sei figli. Queste sono le situazioni più comuni. E’ nato un ghetto.
E dal punto di vista architettonico?
Dal punto di vista architettonico Tor Bella
Monaca è un tombino. Nessuna parola sa-
Tor Bella Monaca
rebbe in grado di
descriverla meglio:
“grigio”. Grigio non
è solo un colore, è
una filosofia. La filosofia del grigiore
urbano. Un concetto urbanistico
da sempre diffuso
nei paesi dell’est Massimiliano Lorenzotti
europeo
come
l’Unione Sovietica. Distruggere tutto pensando che tanto c’è lo Stato che aggiusta,
che ripara, che provvede. Lamentarsi poi se
lo Stato ritarda nei lavori. Fare i vandali, distruggere gli ascensori dimenticandosi di
pensare che il disabile non potrà salire al
quattordicesimo piano per andare a casa.
Imbrattare i muri del condominio facendoli
diventare ancora più grigi. Questa è Tor
Bella Monaca. Un ghetto di trentamila abitanti.
Tor Bella Monaca è un quartiere totalmente popolare?
Vi dico solo che un terzo delle case popolari
presenti a Roma sono a Tor Bella Monaca.
Ho detto tutto.
Ci parli più in generale del Municipio
da lei amministrato
L’ VIII Municipio, meglio conosciuto come il
Municipio delle Torri, si estende nella zona
sud-est del centro storico della Capitale,
molto lontano dallo stesso, 20 chilometri
circa. Si tratta di un territorio estesissimo,
molto popolato e popolare. Si fa prima ad
arrivare da Roma centro a Frosinone che attraversare tutto il territorio del municipio,
anche perché il vero traffico è in periferia e
non in centro. Il nostro territorio è ricco di
storia e di reperti archeologici più o meno
rari, ma mai resi pubblici nel corso del
tempo. E’ una di quelle situazioni per cui un
genitore deve scegliere quale dei due figli
far studiare: sono bravi e promettenti tutti
e due ma solo uno si potrà accontentare, e
purtroppo il nostro municipio è stato il figlio
che non si è potuto far studiare.
Campo de’ fiori
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Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi
Michelangelo Merisi da
C
C
aravaggio, una vita
movimentata come
poche, vissuta intensamente e senza sosta, un
uomo, un pittore che ebbe
gloria e onori, che riuscì a
guadagnarsi la stima e la
protezione di alcuni podi Riccardo
tenti, un artista che,
Consoli
dovunque andava, era
quasi sempre preceduto dalla fama di uno
straordinario talento, un pittore immenso,
un uomo che, tuttavia, affondò spesso e,
volontariamente, tra la gente più povera,
che cercò la rissa, la violenza e lo scontro
fisico, un uomo, infine, che conobbe la fuga,
la paura, il disonore, il disprezzo, oltre che
una prematura morte.
Lo abbiamo già incontrato due volte
Michelangelo Merisi, la prima quando ci
siamo intrattenuti su i capolavori custoditi a
Roma, sei dipinti di grandi dimensioni da
ammirare a: due nella Chiesa di Santa Maria
del Popolo – “Cappella Cerasi”; tre nella
Chiesa di San Luigi dei Francesi – “Cappella
Contarelli”; uno nella Chiesa di Sant’Agostino – “ … nella prima Cappella di man
manca … ” dove insiste il quadro dedicato
alla “Madonna di Loreto”; la seconda volta
in occasione della mostra che Roma gli ha
dedicato presso le “Scuderie del Quirinale”.
In entrambe le occasioni abbiamo conosciuto Caravaggio artista: i suoi quadri, la sua
arte, le sue eccezionali doti, ma vediamo
adesso di conoscerlo meglio come uomo
ripercorrendo il periodo vissuto a Roma,
vuoi per aderenza all’abituale tematica, ma
anche per comprendere alcuni dei motivi
che così direttamente hanno influenzato la
creazione delle sue opere immortali.
Gli ultimi anni del ‘500 sono anni di grande
travaglio, muore Michelangelo Buonarroti
1475 -1564, nasce Galileo Galilei, 15641642, si conclude il Concilio di Trento 1545
-1563 e, il 30 giugno 1564, con la Bolla
“Benedictus Deus”, Pio IV, Giovan Angelo
de’ Medici, 1560 - 1565, approva i Decreti
Conciliari incaricando una Commissione di
vigilare sulla corretta interpretazione e attuazione degli stessi.
Michelangelo Merisi nasce nel 1571, non si
sa bene se a Milano o Caravaggio, in provincia di Bergamo, dove la famiglia si era
trasferita per sfuggire alla peste, egli si
firmò sempre come “Michelangelo Merisi da
Caravaggio” ed è per tale motivo che è
noto come “Caravaggio”; perde il padre prestissimo e la madre quand’era ancora un
giovane ventenne.
Nel 1592, dopo i primi contatti con la pittura, lascia definitivamente la Lombardia e
aravaggio: pittore immenso
si trasferisce a Roma; qui la sua presenza è
simile a quella di tanti altri; senza denari,
pessimamente vestito, miseria, malanni, ricovero all’ospedale dei poveri e qualche occasionale lavoro presso questo o quel
pittore giusto per riuscire appena a vivere e
male; in un primo momento apprendista
presso la bottega di Lorenzo “il Siciliano”,
poi presso il pittore Antiveduto Grammatica,
quindi, nella bottega del Cavalier d’Arpino,
un pittore molto apprezzato nella Roma di
quel tempo: Michelangelo ha ventitre anni.
Cosa offre la Roma di fine Cinquecento: artisti e prostitute a volontà, alberghi e osterie
per i pellegrini, ma anche preti, monache,
quelli che lavorano o fanno finta di lavorare
presso la Corte Pontificia e, ancora, soldati
quanti se ne volevano. I Papi, altro non
sono se non “Principi - preti”, appartenenti
alle migliori famiglie d’Italia e d’Europa
come i: Borgia, Medici, Della Rovere, Farnese; nulla di scandaloso, queste famiglie,
conquistato il Soglio Pontificio, si circondano
di nipoti Cardinali ma anche di figli naturali,
per aumentare la possibilità delle loro Casate nei successivi Conclavi.
Artisti e prostitute battono le stesse strade,
si incontrano nelle stesse taverne, frequentano gli stessi luoghi per assecondare i Cardinali ai quali offrono il loro talento alla
ricerca, come sono, di una possibilità di accesso nella Roma che conta.
Un ruolo di primissimo piano rivestono le
prostitute che abitualmente frequenta Caravaggio; Domenica Calvi - “Menicuccia” è
la cortigiana che sceglie come modella
quando deve dipingere sia “Maria di Cleofe”
che “Maddalena”; una prostituta di lusso, si
dice frequenti addirittura il Cardinale Felice
Peretti da Montalto, ma ciò non deve sembrare strano, a Roma si può far fortuna, ma
bisogna salire sul carro giusto e frequentare
ambienti altolocati, altrimenti si resta per
strada.
Fillide Melandroni, per
esempio, cortigiana
varie volte modella per
Caravaggio, è salita sul
carro giusto, ha sedotto Ranuccio Tomassoni e i Tomassoni
possono aprire tutte le
porte; Anna Bianchini “Annuccia”, di cui Michelangelo
s’innamora, invece no, di
certo è meno bella
delle altre due, non
possiede le buone maniere, troppo istintiva,
troppo viscerale per poter ben figurare nei
festini segreti dei Cardinali. Il pittore, per dimostrarle che è bellissima, la dipinge nei
panni della: “Maddalena penitente”, un
quadro a cui Annuccia si affeziona al punto
che vorrebbe tenerlo sempre con sè.
Quando Anna Bianchini posa la prima volta
per Caravaggio ha sedici anni, allora è la
Madonna nel dipinto: “Riposo durante la
fuga in Egitto”. Una volta, il pittore le chiede
se avesse voglia di sposarlo e lei, con lo
sguardo pieno di tristezza, gli dice di no,
perché non risponde esattamente al suo
tipo d’uomo. Non ci sono tipi d’uomo o di
donna, io sono Michelangelo tu Annuccia,
risponde il pittore, ci sono soltanto individui
fatti di carne e ossa. Ad un certo momento
Annuccia decide di convertirsi ed esprime il
desiderio di entrare nella Casa Pia a Trastevere, al Convento delle Convertite, però non
è bella e alle Convertite prendono prostitute
giovani e belle, qui ci sono le ragazze più
belle di Roma; dalle Convertite esce dopo
appena un anno senza mai spiegare il perché. Torna, allora, sulla strada segnando
così inesorabilmente non solo il suo destino,
ma anche quello di Michelangelo.
Fillide Melandroni e Domenica Calvi - “Menicuccia” raggiungono posizioni privilegiate,
lei no, Anna Bianchini - “Annuccia” non riuscirà mai a
strapparsi di dosso il fetore
della strada.
Il peggio comincia alla fine
dell’estate del 1604, con la
tragedia della stessa Annuccia trovata morta. Non è
chiaro quale sia la ragione
della morte, si pensa possa
essersi cacciata in qualche
pasticcio, fino a quando Fillide Melandroni non fa un
nome: quello di Ranuccio Tomassoni del quale la stessa
Fillide è stata per parecchio
tempo la favorita, poi tradita
e lasciata dal nobile facinoroso della fazione filospa-
Campo de’ fiori
gnola, figlio del colonnello Lucantonio, milite dell’Esercito Pontificio e Luogotenente
di Giovanni dalle Bande Nere. Ranuccio è un
bel giovane amato da tutte le cortigiane di
Roma che fanno a gara per accaparrarselo;
lui può farle entrare nel “giro” giusto, può
procurare i contatti importanti, può presentarle ai Cardinali e loro gentiluomini. Da
quel momento la vita di Michelangelo
prende un’altra china, una lotta contro il
tempo, una lotta perduta in partenza.
Avesse potuto denunciare Ranuccio, si sarebbe aperto un regolare processo per accertare la verità con conseguente sentenza
da parte del Tribunale del Governatore e la
situazione non sarebbe precipitata come poi
di fatto, avvenne. Ranuccio, però, avrebbe
fatto ricorso a tutte le sue influenti amicizie
e, alla fine, sarebbe stato Michelangelo ad
essere condannato per diffamazione rischiando la pena capitale, ma quella la rischia lo stesso.
Il fattaccio avvenne alla Pallacorda dove i
due contendenti portano le racchette, ma
quello che serve loro non sono le racchette,
bensì le spade con le quali devono battersi;
a ben vedere è cosa del tutto inconsueta
che Ranuccio possa accettare di battersi
con un borghese, ma Michelangelo gli da
del “becco cornuto” sostenendo che sua
moglie Lavinia è l’amante di un noto avvocato e, tanto basta; del resto il pittore ha
l’animo esacerbato, per lui Ranuccio è soltanto l’assassino di Annuccia e sta male al
solo pensiero che possa andare libero per
le strade di Roma.
Il Tomassoni ha la peggio e muore dissanguato, anche Michelangelo resta ferito, ma
il peggio è che quel duello gli procura la
condanna per decapitazione; l’unica cosa
che gli resta da fare è quella di allontanarsi
immediatamente da Roma.
Ma torniamo indietro per ricordare che è il
1595 l’anno della svolta, la vita di Caravaggio cambia radicalmente, conosce il potente
Cardinale Francesco Maria del Monte che lo
accoglie nella sua dimora di Palazzo Madama, attuale sede del Senato, dove il pittore si ferma fino al 1600. Palazzo Madama
è così denominato da quando vi aveva soggiornato Margherita d’Austria, figlia dell’Imperatore Carlo V e moglie di Alessandro de’
Medici fino a quando torna nella disponibilità della famiglia Medici che lo utilizza come
residenza romana per ospiti e alti prelati, fra
questi il Cardinale Francesco Maria del
Monte che, impegnato a coltivare la passione per le arti, è legato da solida amicizia
con Ferdinando de’ Medici.
Noto come collezionista e mecenate d’artisti, il Cardinale del Monte acquista da un
mercante d’arte, tale Costantino Spata, con
bottega in prossimità di Piazza S. Luigi dei
Francesi, due opere del Caravaggio, E’ questa la svolta, il Cardinale del Monte s’innamora di quel pittore che, dopo le difficoltà
finanziarie dei primi anni romani, a Palazzo
Madama può godere di un periodo di tranquillità; entra in contatto con illustri intellettuali e mecenati fra cui il Cardinale
Alessandro Peretti Montalto, nipote di Sisto
V, Felice Peretti, 1585 - 1590,
il Cardinale Federico Borromeo, Vincenzo e Benedetto
Giustianiani, il banchiere Ottavio Costa e con le famiglie:
Aldobrandini, Mattei e Crescenzi.
Fra i massimi estimatori Vincenzo Giustiniani, il banchiere del Papa che, un
giorno, incontrandolo a Palazzo, gli dice: “ … Michelangelo, ho visto la tua Pietà a
Santa Maria in Vallicella,
un’opera straordinaria che
sarebbe degna di stare nella
Basilica di San Pietro vicino a
quella del tuo illustre omonimo …”
La pittura di Caravaggio affascina i contemporanei, ma siamo ben lontani dalla sublimazione del Sacro, quella pittura riesce a
sconvolgere tutti: committenti, pubblico e
critici, le immagini di un “nudo realismo”
non lasciano dubbi circa “l’umanità” delle
sue figure, che non possono essere accettate come oggetto di devozione e di venerazione.
Non è lo sguardo dell’uomo che si rivolge
verso il “divino” ma, piuttosto, sono le
scene dipinte che portano il “divino” nel
mondo degli umani; un mondo fatto di
corpi, piedi sporchi, muscoli, volti contratti,
passioni, dolori reali e morti vere, invece
che la perfezione.
Caravaggio stupisce. Tra il pittore e il pubblico non esistono mezze misure, o si resta
affascinati e rapiti dalle immagini o ci si si
rifiuta di guardare quei corpi che appaiono
come presi direttamente dalla strada, come
in effetti avviene, per poi venire trasportati
su una tela. Del resto, come poteva non imbarazzare e non creare turbamento un pittore che per dipingere la “Morte della
Vergine” ha usato come modella Annuccia
deceduta il giorno prima?
Appena il dipinto, delle dimensioni di 369 x
245, il più grande realizzato da Caravaggio
a Roma, viene posto sull’altare della chiesa
di Santa Maria della Scala, è subito tolto;
come possono i religiosi trovarsi al cospetto
di una Vergine dalle sembianze di una
donna del popolo?
A tutto ciò si aggiunga il carattere dell’artista. Egli è un assiduo frequentatore di taverne e luoghi poco raccomandabili, si trova
spesso al centro di risse e schiamazzi, in
molti casi, riesce a venirne fuori grazie all’intervento dei suoi potenti amici ed ammiratori, non ultimo il Cardinale del Monte. Ma
non basta, egli è pigro, fra un quadro e un
altro, ha bisogno di una sosta, talvolta, di
qualche mese, deve avere il tempo di andare in giro a “ciondolare con la spada al
fianco” o a giocare a “pallacorda” o in cerca
di “puttane”; quando dipinge un quadro “si
dona tutto” fino allo sfinimento e, dopo,
stanco com’e, deve ubbriacarsi di “avventure notturne” per attingere “nuova vitalità”
e potersi riversare nuovamente sulla tela
successiva.
Sosteneva Michelangelo che il suo quadro
più importante dipinto a Roma fosse “I bari”
11
probabilmente perché fu quello che gli regalò l’amicizia del Cardinal del Monte, egli
scriveva: “… Non c’è nessuno a Roma come
Monte il cardinale, nessuno con le idee così
chiare, così affabile, così lungimirante … “.
Da parte sua il Cardinale sosteneva che:
“quel quadro” era il primo, vero Caravaggio,
il primo autoritratto nel senso più pieno,
anche se l’immagine del pittore, in realtà,
non figura; ma, egli sosteneva: “ … ogni Caravaggio autentico è invero un autoritratto,
che raffiguri Cristo o un semplice impiegato
della Sua inesauribile Passione. E ogni autoritratto, se autentico, è immagine dell’umanità tutta intera … “
L’11 settembre del 1599, a Piazza di Castel
Sant’Angelo, viene giustiziata Beatrice Cenci
assieme al fratello Giacomo e alla matrigna
Lucrezia Petroni accusati di avere ucciso il
padre e marito Conte Francesco Cenci,
uomo violento e dissoluto. Da allora, a
Roma, quella data è considerata “terribilmente nefasta”.
All’esecuzione è presente anche Caravaggio, che resta profondamente colpito dalla
morte di quella bellissima fanciulla, appena
ventenne. Egli scrive: “ … Dipinsi una Santa
Caterina d’Alessandria nel cui volto nobile e
fiero, che fissa il pubblico dritto negli occhi,
riprodussi ciò che mi ricordavo del volto deciso, coraggioso, bellissimo di Beatrice
Cenci, che aveva affrontato la morte con la
serena sfrontatezza di una santa: come a
dire che i martiri esistono ancora, che la
storia della nobile egiziana fatta decapitare
nel IV secolo da un Governatore pagano riviveva adesso in quella giovane Beatrice, e
che però ora i carnefici, che eseguivano
queste stragi efferate, lo facevano nel nome
di Cristo … “
“ … A casa di del Monte cardinale imparai
tante cose, incontrai tanta gente, e capii la
funzione che avrebbe assunto la mia arte
da allora in poi. C’era suo fratello Guidobaldo, che studiava meccanica, qualche
volta venne anche un toscano suo amico
che si chiamava Galileo … “
Correva il 18 luglio del 1610, quando Michelangelo Merisi da Caravaggio vagava delirante lungo la spiaggia di Porto Ercole dove
morirà, aveva soltanto 39 anni, pochi giorni
dopo, giungerà la lettera che lo sollevava
dalla condanna a morte.
Campo de’ fiori
12
di Carlo
Cattani
Mass im o Sal v ator e ll i
MAX
<Ooohhh ..stamme a sentì!
In primis.…qui se tratta de capì si ce so
dei problemi…
...in secundis … se tratta de vedè quali so
le soluzioni …eeeee …
….in terzis .. poi s‘ha da capì … se semo
tutti d’accordooo ! >
Cari fedelissimi Lettori della rivista, diversamente dal tipo di cui ho intercettato i
frammenti perentori di una sua conversazione telefonica “on the road”, per questo
numero “ C ” (in primis) non ho problemi
di proposta, (in secundis) ho la soluzione
giusta (!!!) ….e (in terzis)..…siamo TUTTI
d’accordo nel tirare i cordoni del sipario
per
spalancare la ribalta del nostro
“Campo”
a Massimo Salvatorelli
(www.massimosalvatorelli.it), avvocato e
scrittore, autore, ad oggi, di tre libri “gialli”
nelle cui trame si muove il personaggio di
Max Perri,un avvocato romano “over
trenta”, titolare di uno studio legale ereditato dopo la scomparsa del padre, con la
tendenza ad impegnarsi e a trovare soddisfazioni più dal suo coinvolgimento nelle attività
musicali di un coro polifonico
cittadino, specializzato in esecuzioni di polifonie sacre e profane dal ‘400 al ‘600, che
nell’avvocatura e, tanto per non farsi mancare nulla ….“inguaribile casinista” come da
“etichettatura” materna! Non vi resta che
sprofondare nella vostra poltrona “da lettura” e ….immaginare di far accomodare il
nostro Massimo al centro della scena, di
fronte a lui un tavolo con una lampada accesa e tutto intorno la penombra; una luce
VOBISCU
M!
accecante al punto giusto è pronta per un
impiego da simpatico…… “terzo grado”!
Caro Massimo tu vuò fà il giallista ….e noi
te famo nero!
Carlo: P A R L A !
Massimo: Sono Salvatorelli….Massimo
Salvatorelli …sono nato a Roma nel 1956
… maturità al liceo Giulio Cesare, laurea in
giurisprudenza, malgrado in quegli anni gli
interessi mi portassero da tante altre parti
……impegno politico …suonare in un gruppo
rock, … studi storici per “eredità di famiglia”, giocare a scacchi a livello semiprofessistico, recitare in filodrammatiche,
viaggiare ... si viaggiare ….insomma, un
po’ di dispersione latente.
Carlo: Vabbè….dispersione latente …e
poi?
Massimo: …Poi la pratica forense e da
oltre vent’anni esercito la professione
presso l’avvocatura dello Stato….ah …ho
una moglie conosciuta cantando…..
Carlo: Allora mi stai canzonando ….non
sei avvocato …sei un cantante !
(prima parte)
Massimo: No.. no ! Sono avvocato.. ma
mi diletto, e tanto, a cantare, fin da ragazzo, in un coro polifonico …. Eseguiamo
musica del ‘400/’600.. si… si ..un bel repertorio …tra sacro & profano!
Carlo: Non divaghiamo e non scherziamo con i santi!…....uhm …dunque, riepilogando … avvocato…. cantante…meglio
corista... aaah…tanta gente … vediamo un
po’… libro terzo (frrr frrrr) capo 1 (frrr frrrr)
….articolo… (frrr frrrr) 665 del Codice Penale…(sbaam) ecco qui! …uhmm… e
già….e si…….qui si configura l’adunata sediziosa ….e si mette maluccio mio caro
“il Salvatorelli”! Facciamo così: dammi
una …dico una possibilità per aiutarti ad
uscire dal mucchio e io parlerò di te con i
lettori del “Campo” …. maaa: ATTENTO a
raccontarmela giusta!
Massimo: Scrivo!
Carlo: A chi? Adesso non puoi! …dopo
forse …vediamo ..chissà!
Massimo: No, volevo dire, scrivo nel
senso che da qualche anno a questa parte
ogni tanto mi si accende una fiamma interiore ..come dire ho un’ispirazione e, così,
scrivi che ti riscrivi …alla fine son sempre
300….400 pagine fitte fitte che poi a rileggerle tutte fanno una storia… più o meno
ingarbugliata ….insomma, qualcuno dice
che potrei essere definito uno scrittore di
libri e pure gialli ….ooh ..così facendo… “so
usciti fori” tre tomi: il primo l’ho intitolato
“CAINA ATTENDE” ..era il 2004; un altro,
perché poi c’ho preso gusto, l’ho intitolato
“IL COLLEZIONISTA OSTINATO” …sarà
stato …il 2008 e, più recentemente, me ne
Campo de’ fiori
sono uscito con il “IL MAESTRO DI
SCACCHI” …Insomma, la testa me frullata
non poco e …già sento nuove “vibrazioni”!
Carlo: E no è! Qui i telefonini non entrano…interferiscono co i pensieri …metti
tutto sul tavolino!
Massimo: C’è un equivoco …non si tratta
di quelle vibrazioni …cellulari …ma di quelle
“good vibrations” …cerebrali che, chissà,
forse mi porteranno a “tomizzare” qualcosa
di nuovo!
Carlo: Salvatorelli…attieniti ai fatti e …
A T T E N T O…la verità!…ricominciamo! Come sei entrato “nel giro”?
Massimo: Nel giro?
Carlo: Salvatorelli?! …dammi u n a
possibilità per aiutarti…ricordi?
Massimo: ok ok !....fin da piccolo facevo
ammazzare…
Carlo: ..aahh…allora sei pure un killer …
un avvocato, un cantante…meglio un corista …e pure killer! Ti stai complicando la
vita …(frr frr frrr)…minimo …(frr frr frrr)…
son 21 anni … se continua così scriverai un
tema mooolto grigio ….”La mia prigione”!
Massimo:….a m m a z z a r e… dalle risate...i compagni della scuola elementare
con dei temi piuttosto “surreali”. Poi al liceo
sono stato tarpato da temi di letteratura di
sconfinata pallosità ….
Carlo: Salvatorelli? un linguaggio più
consono…..hai fatto il liceo classico tu …ma
sei proprio sicuro?
Massimo: Allora diciamo …tarpato....da
grigi temi di letteratura …..e da un prof che
mi dava sempre 5 perché detestava il mio
modo di scrivere. Poi, beh, visto il lavoro
che faccio, ho cominciato a scrivere anche
troppo… ma quella non è “la scrittura”,
anche se il “giuridichese” ogni tanto fa capolino nei miei libri, per distrazione, o, talvolta, per necessità narrativa
Carlo: …Ti seguo …ma in campana!
Massimo: ….Qualche anno fa, un bel
giorno ho detto a mia moglie: <guarda questo imbecille che vende milioni di copie con
una scrittura da quinta elementare: chiunque, anch’io, saprebbe fare meglio!>
Carlo: Imbecille hai detto …….(frr frrr
frrr)…. art. 594 c.p. ….+ 6 mesi ….continua continua …tengo il conto!
Massimo: …Si ma ero tra le mure domestiche …e poi …non ho fatto nomi e l’interessato non era presente ….derubrica …
-6 mesi!
Carlo: Salvatorelli ….pochi slalom giuridici!....e poi, sei mesi in più …
Massimo: ….Ricordo che c’era pure la mia
gatta nera dagli occhi verdi …si si, quel
giorno, c’era pure lei oltre a mia moglie ….
Carlo: Ahhh …pure gattaro! ….Vabbè, qui
…”transeat” …andiamo avant !
Massimo: L’idea di un romanzo con una
trama molto simile a “Caina attende”
l’avevo in testa da anni; per molto tempo
sono stato convinto e, talvolta, lo sono ancora, come Paul McCartney con “Yesterday“, che un libro simile l’avesse già scritto
qualcun altro ma finora nessuno dei miei
pochi lettori o l’ipotetico autore, hanno rimostrato. Poi sono finito in ospedale per un
mese e, di ritorno a casa, convalescente a
letto per un bel periodo, mentre mi annoiavo da morire, mia moglie mi ha messo il
portatile sulle ginocchia e mi ha detto se
non sarebbe stata una cattiva idea buttare
giù quella storia della quale le avevo parlato
anni prima.
Carlo: Frrr frrr …continua continua …frr frr
…”violazione del diritto d’autore” …frrr frrr…
<moglie....messo il portatile sulle ginocchia>….. “riduzione o mantenimento in
schiavitù” …ti seguo …vai pure…frrr ..ricorda…ricorda bene...
Massimo: …. Ricordo anche di aver abbozzato, a sei anni, un romanzo di cow boys,
con protagonista un certo Johnny, con tanto
di illustrazioni disegnate da me, modesto
disegnatore, a differenza dei figli, il tutto riportato su una agenda rossa dell’anno precedente regalatami dal mio papà visto che
avevo da poco imparato a scrivere…. devo
averla ancora da qualche parte riposta a
casa dei miei genitori che, all’epoca, ne
13
erano molto orgogliosi! Mi pare di ricordare
una pesante influenza del fumetto di Pecos
Bill, una delle mie prime letture.
Carlo: Figli ehmm …due ….frrr frrr ….”abbandono di minori”…frr..frrr
Massimo:…I figli sono maggiorenni ….pure
qui …derubrica!
Carlo: …Accerterò! Torniamo ai fatti Salvatorelli! Max Perri …che mi dici di costui? Questo nome mi risulta dagli “atti” …
non ci giriamo intorno!
Massimo: Per un giallo serve un personaggio dell’ambiente…. si finisce sempre sul
magistrato, il poliziotto, l’avvocato, il giornalista… diciamo che per me era facile farmi
aiutare dall’esperienza professionale, quindi
l’avvocato. Sul nome, sono debitore a Perry
Mason.
Carlo:….Frr frr “furto di identità”…frr frr …
Salvatorelli mio....più vai avanti e più mi
sembra che tu abbia bisogno di…un avvocato
Massimo:… Un avvocato? Posso avere
un bicchiere d’acqua?
Carlo: …Cominciano tutti così …. un bicchiere d’acqua…TI PORTO UNA CARAFFA…
..visto che per almeno un altro mese resti
qui … il nostro Salvatorelli….Massimo
Salvatorelli! Vado e torno!…Ah…è inutile
che ci provi ……...chiudo le pagine e non
metto “orecchiette”!
CarloCattani©febbraio 2013
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Campo de’ fiori
Se tu non vai al Museo,
il Museo viene da te!!!
I
nternet e le tecnologie
informatiche avanzate
che in questi anni
hanno rivoluzionato le nostre vite, sta cambiando
anche il modo di fruire
l’Arte e tutto ciò che ridi Patrizia
guarda la Cultura!
Caprioli
Se guardiamo, per esempio, ai tanti siti di musei
presenti in rete non possiamo meravigliarci
se sembra essere aumentata la percentuale
di persone che li visitano durante i giorni festivi.
La curiosità che accendono le visite virtuali
sono un trampolino di lancio anche per avvicinare i giovanissimi all’amore per l’Arte,
non vedendo più i musei come una cosa
che rattrista oppure noiosa!
Online possiamo incentivare i nostri ragazzi
a guardare un bel quadro come la Gioconda
direttamente dai nostri smartphone o tablet, magari inquadrandolo con un effetto
in 3D che fa sempre un po’ di scena!
E tanti sono i laboratori artistici presenti nei
siti dei musei che coinvolgono i ragazzi in
tante iniziative per renderli partecipi!
Ecco una lista di siti che sono stati scelti
sulla base del loro coinvolgimento a 360°
con gli utenti fruitori, e che possono essere
anche usati dagli insegnanti per iniziare dei
veri e propri percorsi didattici!
- Museo Nazionale della Scienza e
della Tecnologia “Leonardo da Vinci”
di Milano:
www.museoscienza.org
- Istituto e Museo di Storia della
Scienza di Firenze:
www.imss.fi.it
- Museo Civico di Rovereto:
www.museocivico.rovereto.tn.it
- Museo Archeologico dell’Alto Adige:
www.iceman.it
- Museo Civico Archeologico di Bologna:
http://www.comune.bologna.it/museoarche
ologico/
- Il sistema museale e la rete museale
virtuale
della
Magna
Grecia:
www.virtualmg.net
Buona visita a tutti!
Glossario di Informatika Moderna!!!
A cura di Patrizia Caprioli.
Mini-spazio dedicato ai termini più in uso nel mondo della Tecnologia e della Rete!
Twitter: piattaforma di social network dove la condivisione si attua attraverso
la scrittura di brevi e concisi sms, massimo 140 caratteri. La novità sta nel fatto che
una persona può ricevere aggiornamenti in tempo reale di sms scritti da altre persone c
he intende seguire! Per approfondimenti ed uso del social network:
http://www.2puntozeropertutti.it/?p=96
Campo de’ fiori
15
Attenzione
alla deprivazione uditiva.
L
a maggior parte degli
abbassamenti uditivi
si manifesta con il
tempo. Si comincia con
avvertire prima piccole difficoltà con la televisione,
con lo squillo del telefono
o con i campanelli della
del Dott.
porta, al cinema o al teaStefano
tro. Poi con il passare del
Tomassetti
tempo si iniziano a perdere le parole nelle conversazioni con parenti e amici, anche a distanza ravvicinata.
Purtroppo molto spesso si prende coscienza
di tutto questo dopo troppo tempo.
Al principio sono le persone a noi vicine che
si accorgono di queste difficoltà e che cominciano a porre le prime domande: “Ma
non senti bene? Perché la televisione è così
alta? Ho provato a chiamarti al telefono ma
non hai risposto, eppure eri in casa? Devo
sempre ripeterti le cose due o tre volte ”.
E d’altra parte non è così facile capire se si
sente bene.
L’abbassamento uditivo infatti è ingannatore perché spesso alla mancanza di intensità di ascolto si
accompagna anche
un disequilibrio dei
suoni.
A volte infatti sembra
andare tutto bene
mentre in altre occasioni invece non va
bene per niente.
Per fare un’analogia
con la musica immaginiamo di andare ad
ascoltare un’opera
magnifica dove tutti
gli strumenti suonano una meravigliosa armonia. Poi però togliamo metà degli strumenti, quelli di tonalità più acuta.
Quale sarebbe il risultato? Si sentirebbe non
più una bellissima musica ma qualcosa di
incompleto, ovattato, poco armonioso.
La melodia che ne risulterebbe non sarebbe
una bella musica equilibrata tra i tanti suoni
provenienti dai molti strumenti ma qualcosa
di fastidioso e probabilmente non ci piacerebbe.
Quando misuriamo l’udito, le curve più tipiche che rileviamo dai nostri esami sono
delle linee che formano un tracciato.
Questi diagrammi dicono che si sente più
piano, ma sono anche curve che dimostrano
che manca un giusto equilibrio dei suoni.
In genere si sentono meglio le frequenze
basse e meno bene le frequenze acute.
In queste condizioni, durante l’ascolto di
una conversazione, le parole risulterebbero
confuse perché l’orecchio percepirà meglio
le vocali (che sono maggiormente localizzate sulle frequenze basse) mentre sentirà
meno le consonanti (che sono invece localizzate sulle frequenze acute).
E infatti molte persone dichiarano proprio di
sentire ma di non capire chiaramente le parole. Ciò è proprio dovuto maggiormente ad
un disequilibrio
dei suoni che si
ascoltano.
Sfortunatamente
con il passare del
tempo ci si abitua
anche ad ascoltare in maniera
distorta,
non
equilibrata, rendendo più difficoltoso il recupero.
Alla mancanza di
stimoli
uditivi
adeguati è stato dato un nome: deprivazione uditiva.
Inoltre andando avanti aumenta spesso
anche il difetto di udito e quindi ugualmente
la distorsione di ascolto. È molto importante, quindi, cercare di correggere l’udito
quanto prima.
Inoltre, per motivi legati alla considerazione
che si ha dell’apparecchio acustico, la deci-
sione di adattare una soluzione viene
spesso rimandata troppo a lungo, come se
ammettere di averne bisogno significhi essere in declino, mentre è proprio quello che
accadrebbe se non ci si muove in fretta.
Più si aspetta, maggiore sarà il tempo necessario per rieducare il nostro cervello ad
un giusto ascolto.
Molti studi hanno dimostrato che la mancanza di giusti stimoli al nostro cervello aumenta in modo considerevole il nostro
degradamento.
Per quanto riguarda l’udito il nostro cervello,
se non stimolato adeguatamente, tende a
dimenticare i suoni e successivamente dobbiamo, come, re-insegnarli di nuovo.
Molte persone arrivano nel mio studio cercando una soluzione immediata e quasi miracolosa. Ma
per trovare la giusta
amplificazione e il giusto equilibrio serve pazienza e applicazione.
Il nostro orecchio è uno strumento incredibile: quando sente bene riesce a percepire
uno spillo che cade in terra e riesce a sopportare suoni via via più alti fino ad intensità
(pressioni) sonore enormi.
Se avete necessità di un aiuto per il vostro
udito, agite e non aspettate ancora, ne va
della vostra qualità di vita.
Campo de’ fiori
16
LOOPER - IN FUGA DAL PASSATO
TITOLO : LOOPER – IN FUGA DAL PASSATO
REGIA : Rian Johnson
INTERPRETI PRINCIPALI :
Joseph Gordon-Levitt... Joe
U
SA 2044 :
dei
killer
professionisti, chiamati loopers, attendono in
un luogo isolato,
ad un’ora precisata, che si matedi Catello
rializzi davanti a
Masullo
loro un individuo che viene teletrasportato da un’epoca successiva
di 30 anni, per ucciderlo all’istante e per poi sbarazzarsi del corpo. Sono persone
che devono sparire e che la criminalità del futuro ha trovato pratico rimandare nel
passato, per non avere noie con la polizia. Uno dei looper, Joe, manca una uccisione, perché l’uomo da giustiziare è più lesto di lui. E, quando scopre che quest’uomo è se stesso più vecchio di 30 anni …
I soggetti basati sui viaggi nel tempo sono talmente abusati al cinema , che occorrerebbe abolirli per decreto legge. E’ infatti difficile che si riesca a dire qualcosa di
nuovo sull’argomento. Ci riesce invece Rian Johnson, regista indipendente americano, autore di film di nicchia come Brick [2005] e The Brothers Bloom [2008].
Che scrive, oltre a dirigere. Un film d’autore. Lontano dallo stile hollywoodiano
omologato. Niente montaggi frenetici. Introspezione. Temi filosofici non banali.
Sguardo originale. Perde un po’ di ritmo nella parte centrale. Ma è un film che ha
tutti i numeri per diventare un cult per gli amanti del genere. Confezione di classe.
Interpretazioni pure. L’emergente Joseph Gordon-Levitt è il convincente protagonista del presente, l’inossidabile Bruce Willis è lo stesso dopo 30 anni. Eccellenti
anche le figure di contorno.
FRASI DAL CINEMA : “Il viaggio nel tempo non c’è ancora, ma tra 30 anni
ci sarà. E sarà subito illegale. Sarà monopolio delle grandi organizzazioni criminali.
Nel futuro sarà impossibile disfarsi dei cadaveri. Allora spediranno le persone di
cui sbarazzarsi nel passato, dove persone come me, chiamate looper, le uccidono
e se ne sbarazzano… C’è un motivo perché ci chiamano looper. Loro fanno in
modo di cancellare ogni traccia dei loro crimini. Se tra 30 anni sei ancora vivo, loro
ti rimandano indietro e ti fanno eliminare da te stesso. Questo lo chiamano chiudere il loop!”. (voce narrante fuori campo di Joseph Gordon-Levitt).
“Il mio bisnonno disse a mio nonno: gli uomini sono come i ragni. È a quelli piccoli
che devi stare attento!”. (Jeff Daniel a Joseph Gordon-Levitt)
VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi)
Leggenda:
CAPOLAVORO
DA NON PERDERE
DISCRETO
DA EVITARE
****
***
**
*
6.5/7
quattro stell : equivalente in decimi : 10
tre stelle: equivalente in decimi : 8
due stelle: equivalente in decimi: 6
una stella: equivalente in decimi: meno di 6
Bruce Willis
...
Old Joe
Emily Blunt
...
Sara
Paul Dano
...
Seth
Noah Segan
...
Kid Blue
Piper Perabo
...
Suzie
Jeff Daniels
...
Abe
Pierce Gagnon
Qing Xu
...
...
Cid
Old Joe’s Wife
(as Sum mer Qing)
Tracie Thoms
...
Beatrix
Frank Brennan
...
Old Seth
Garret Dillahunt ...
Jesse
Nick Gomez
...
Dale
Marcus Hester
...
Zach
Jon Eyez
...
Gat Man
Kevin Stillwell
...
Gat Man
Thirl Haston
...
James Landry Hébert...
Gat Man
Looper
(as James Hebert)
Kenneth Brown Jr....
Looper
Cody Wood
Adam Boyer
...
...
Looper
Tye
(as Adam Scott Boyer)
Jeff Chase
...
Tall Gat Man
Ritchie Montgomery...
Bodega Owner
David Jensen
Apt Super
...
Kamden Beauchamp...
Josh Perry
...
Daniel
Farm Vagrant (as Josh ‘
The Ponceman’ Perry)
David Joseph Martinez... Old Dale
(as David Martinez)
Wayne Dehart
...
Seth Vagrant
Ian Patrick
Rian Johnson
...
...
Beggar Kid
Big Craig
(as Craig Johnson)
Robert Harvey ...
Parking Attendant
Doppiatori italiani
Emiliano Coltorti: Joe
Massimo Rossi: Joe del futuro
Stella Musy: Sara
Paolo Marchese: Abe
ORIGINE : USA
DISTRIBUZIONE : THE WALT DISNEY COMPANY ITALIA
DURATA: 119’
SOGGETTO : FANTASCIENZA THRILLER
Campo de’ fiori
18
Ecologia e Ambiente
I maggiori problemi ambientali
La terra è nelle nostre mani e noi la stiamo distruggendo
Q
uali sono i maggiori
problemi ambientali che affliggono
la nostra società? Certamente non basterebbe un
trattato per elencarli tutti,
ma certamente su alcuni
vale la pena soffermarsi e
di Giovanni
riflettere, per capire cosa
Francola
sta realmente a verificarsi
sul nostro pianeta. Trasformare la nostra
Terra in una landa o in una gigantesca discarica è del tutto reale, i nostri comportamenti hanno creato nel tempo squilibri di
diversa natura, sia per la nostra stessa
vita, che per tutto l’habitat che ci circonda.
In questi ultimi decenni le specie
animali e vegetali si stanno estinguendo a un ritmo mai visto in
passato e questo non è certo un
segno positivo. Le sostanze così
dette inquinanti e nocive nella biosfera, hanno raggiunto livelli preoccupanti non solo per l’uomo ma
per l’intero ambiente. Le politiche
industriali, dai trasporti alle più banali azioni quotidiane, hanno contribuito pesantemente a rendere l’aria,
in diverse aree del nostro pianeta, irrespirabile e pericolosa, basta vedere tutte
quelle nazioni in via di sviluppo, come prepotentemente abbiano concorso a questo
rapido avvelenamento. Gran parte dei nostri fiumi e corsi d’acqua sono stati compromessi,
un
ingegneria
idrica
ha
letteralmente sfigurato interi territori, mettendo a rischio anche le aree circostanti. In
tutto questo il nostro paesaggio naturale ha
subito, e continua a subire di conseguenza,
dei cambiamenti radicali di non ritorno.
Basti pensare alle tante spianate di asfalto,
al cemento, alle gradi realtà industriali, ai
cosiddetti palazzi alveare, le grandi discariche di rifiuti, solo per citarne alcuni. Siamo
riusciti a modificare completamente un pae-
saggio ricco di risorse e bellezze in un qual
cosa di distante e incompreso. La nostra
stessa smania di sfruttare tutte le ricchezze
naturali, ci sta conducendo inesorabilmente
al punto di dover progettare sempre maggiori sistemi di sopravvivenza, già questo
dovrebbe far riflettere di come poca lungimiranza è dotato l’uomo. La realtà è che
siamo entrati in una aspirale da cui è difficile uscire, se non ci sarà una reale rifles-
sione globale di tutto questo insieme, su
queste assurde corse allo sviluppo. L’impatto pro capite sull’ambiente, è notevolmente aumentato, in qualsiasi parte del
pianeta, la deforestazione, la pesca eccessiva, la distruzione totale di alcuni habitat,
la crescita demografica e lo stesso uso spropositato dell’ energia che l’uomo ha fatto in
questi ultimi anni, dovrebbe essere sufficiente per comprendere in quale direzione
ci stiamo dirigendo. La principale causa,
quindi, che logora i vari ecosistemi è
proprio l’uomo. Credo che da qui dobbiamo partire, appunto andando a modificare stili di vita che non possono essere
più sostenibili e tanto meno incentivati.
Sarebbe bene quindi investire su
processi molto più sostenibili, ridisegnare completamente le nostre
città, partendo dalle stesse abitazioni, dalla mobilità e da tutto il sistema lavorativo. Credo che la
società non sia in grado di arrestare un sistema consumistico
come quello esistente, ma certamente può fare molto per modificarlo,
dipende
anche
dall’intelligenza e dalla voglia di
ognuno di noi. Tutti siamo certamente
chiamati a collaborare, a sentirci protagonisti e parte di un unico disegno.
20
Campo de’ fiori
IL MEDICO LEGALE,
QUESTO SCONOSCIUTO
Q
uando e quanto il
medico legale può
servire al cittadino?
Abbiamo visto la parte
“certificatoria “ della medicina legale ed il suo collegamento al codice della
del Dott. Sergio strada (patenti, parcheggio invalido, cinture di siFunicello
curezza) abbiamo visto il
suo ruolo nella problematica ADOZIONI ed
abbiamo, spero, reso più edotto gli utenti
sul poco corretto attacco ai medici con richieste di risarcimento inutili e dannose per
l’intera società, ma abbiamo anche illustrato
quando e come queste ricerche possano divenire corrette e come, con un radicale abbattimento delle prime potremmo dare
maggiore affidabilità alle seconde ovvero a
quelle “serie”.
Vedremo, in seguito, il collegamento al
mondo del lavoro.
Oggi ci occupiamo di fare una fotografia sul
chi è il medico legale affinché possiate rendervi conto di come, quando e perché possiate
rivolgervi
a
questa
figura
professionale.
Intanto il medico legale è un laureato in
MEDICINA E CHIRURGIA ed abilitato all’esercizio della professione medica e poi,
vincendo un concorso, frequenta in concreto un altro corso di laurea, con esami e
tesi, uscendo specialista in MEDICINA LEGALE E DELLE ASSICURAZIONI.
Purtroppo in questo Paese che si riempie la
bocca di meritocrazia, non avviene nulla che
faccia passare questo concetto dalla teoria
alla pratica ed accade che personaggi assolutamente privi del requisito “specializzazione” scalino la montagna usando vie
meno difficili affiancati da diplomi conseguiti
con mini corsi semestrali od anche meno o
corsi presso associazioni private.
Altri ancora diventano amici degli amici o
altri escamotages ancor meno degni di rispetto.
Ciò doverosamente premesso vediamo a
cosa risulti utile il medico legale.
Lo è nell’infortunistica stradale come con-
sulente della parte lesa o delle assicurazioni (devono essere fiduciari delle stesse), serve a livello di
tribunale dei minori nell’aspetto
penalistico, ma anche nel campo
adozioni (raro), serve in matrimoniale laddove una delle parti accusi o sia accusato ad esempio di
malattie mentali, di violenza sul
coniuge o per l’annullamento del
matrimonio (cosa diversa dal divorzio) sia in campo civile sia in
sacra rota.
Serve ovviamente in tutta la parte
civilistica che preveda un risarcimento.
Serve in medicina testamentaria
per l’analisi sulla persona o sul
cartaceo della “capacità a testare”.
Assolutamente preminente la sua
figura in penale sia come CTU (ovvero nominati dalla procura) sia di parte quando
appoggia la parte lesa o l’imputato.
Serve nella valutazione dei danni fisici nei
grandi eventi (Vedi Costa Crociera), presiede commissioni invalidi civile, legge
104/92. sordomuti, ciechi civili e legge 68.
La sua consulenza è spesso, erroneamente,
chiesta agli ultimi atti di un iter assicurativo
giudiziario mentre andrebbe fatto immediatamente soprattutto in infortunistica stradale.
In penale questo ritardo è meno frequente.
Il medico legale è, mi riferisco al consulente
tecnico scelto dal giudice (CTU), è un ausiliario dello stesso.
Egli non è solo il medico delle autopsie (non
tutti, peraltro, le fanno) come una certa cinematografia farebbe intendere ma è colui
che, attraverso la clinica, cerca di sviluppare
un ragionamento che porti alla verità a qualunque livello essa sia.
Possiamo affermare che il medico legale è
il sanitario che cerca di analizzare gli eventi
e dal loro aver causato “patologia” arriva
alla valutazione sia monetaria sia di “colpa”
della stessa.
Analizza, peraltro, anche le cause, i modi ed
i tempi che abbiano portato al danno es-
sendo, in tal modo, anche di supporto alle
indagini delle forze di polizia.
Può essere decisivo anche nella localizzazione del luogo dove sia avvenuto un delitto, sia con la datazione della morte sia con
l’esame fisico della persona o del cadavere
ed altri elementi che acquisisce in corso
d’autopsia o con il supporto del laboratorio
medico legale.
Alla prossima!
Ricordo sempre che per domande su
quest’argomento, su alcuni ancora non trattati o su precedenti articoli potete mandare
vostre e-mail a [email protected]
riceverete sicuramente risposta!
Campo de’ fiori
22
L’unità e l’integrazione
Bisogna partire dai propri “io” per arrivare al mondo intero
P
arlare di unità in
tempi di differenziazione esasperata può
sembrare persino fuori
luogo. Ma non parlarne
equivarrebbe ad eludere
un argomento di fondamentale importanza sia
del Prof.
per la società civile sia per
Massimo
il futuro delle nazioni.
Marsicola
Parla di unità chi ne intravede la necessità e l’importanza.
Chi, preoccupato per l’individualismo dilagante, vuole dare un segnale di allarme:
così non può andare. Ma parlare di unità significa, innanzitutto, porre la questione
dell’integrazione.
Oggi giorno si parla di integrazione a proposito degli immigrati. Non è in questo
senso che noi vogliamo parlare di integrazione. Semmai, tale accezione, può venire considerata successivamente.
Quando cioè abbiamo spiegato che
solo dall’integrazione individuale può
venire l’unità e non viceversa. E solo
dall’unità può passare l’integrazione
del diverso, perciò, anche dell’immigrato.
Il termine “integrazione” qui è inteso in
senso personalistico. Vuole indicare l’integrazione della personalità dell’individuo.
Pochi sanno o considerano che ciascuno di
noi, a motivo della sua duplice natura, corporea e spirituale, è spinto in due opposte
direzioni.
Meno persone ancora sanno che quello
che comunemente chiamiamo “io” in
realtà è costituito da una molteplicità
di “io”, tanti quante sono le nostre
passioni, e che tanto la dualità spiritocarne, quanto la molteplicità degli io, se non
vengono ricondotti ad un unico governo
egologico, indicheranno una personalità
non integrata, disarmonica; incoerente,
inaffidabile.
Ed una personalità non integrata e disarmonica, ben difficilmente potrà approdare all’unità con un’altra che, verosimilmente, si
trova nella medesima condizione. Ecco per-
chè i matrimoni non funzionano più. Ci troviamo di fronte a due personalità incompiute e disarmoniche, non integrate in se
stesse, che non possono perciò trovare un
punto di equilibrio per determinare l’unità
familiare.
Se manca l’unità familiare non si può
determinare l’unità sociale; e senza
l’unità sociale non si approda all’unità
nazionale. Senza l’unità nazionale non
è possibile stabilire una produttiva
collaborazione internazionale. L’unità è
sinonimo di unità di intenti, di modi di sentire e di essere. È sinonimo altresì di identità.
Senza una identità non è possibile integrare
il diverso. Tanto la singola persona, la famiglia, la società, la nazione, la popolazione
mondiale, sono altrettanti organismi vivi e
vitali che, per mantenersi in vita, oltre che
di cibo abbisognano di corretta informazione, giustizia, verità, mutuo soccorso!
Proprio come farebbero le cellule di un organismo quando una parte dello stesso
fosse minacciato da una malattia, da una
ferita.
Il corpo dice a se stesso la verità, di che si
tratta. Stabilisce la terapia; mette in azione
le cellule e i supporti che possono intervenire con successo per riparare l’offesa. Pertanto, l’integrazione dev’essere perseguita
intenzionalmente in vista dell’unità e del
mantenimento in salute dell’organismo.
Non è retorica dire che quando la famiglia
è distrutta, tutta la società ne risente. Non
è moralismo appellarsi al buon costume
che, tradotto in termini utili, non è altro che
il saggio comportamento che si deve tenere
per non mandare in rovina un regno.
La persona, la singola persona, se non fa
pulizia in se stessa e si lascia aggredire dalle
molteplici passioni, è simile ad un regno diviso, destinato ad andare in rovina. Così è
per la nazione e per il mondo.
Nessuno si faccia illusioni: se non si troveranno presto i motivi per superare le attuali
divisioni, tutta l’umanità andrà in rovina,
destinata alla catastrofe.
Chi scrive, da diversi anni si sforza di
rappresentare e di condividere con gli
altri una possibile via d’uscita; ma non
è ascoltato. Non so quale tipo di appello si debba fare per farsi prestare
attenzione. Non so a quale tipo di
persone rivolgermi.
Io non parlo per me stesso perchè se
fosse per questo me ne potrei anche
stare zitto e in disparte. Parlo con la tristezza di chi sa di avere importanti, concrete proposte da mettere a disposizione di
tutti per il bene comune e di ciascuno e anzichè essere accolte con gioia, vengono trascurate, snobbate, o guardate con sospetto.
Campo de’ fiori
25
Come eravamo
CARNEVALE
Profumi, sapori di una volta, persi nel tempo, ma non nella memoria!
“U
n gusto un po’
amaro di cose
perdute, di cose
lasciate lontano da noi”.
Così si esprime Gino Paoli
nel meraviglioso, poetico
testo di “Sapore di mare”.
di Alessandro
Parole che hanno fatto soSoli
gnare la mia generazione
e non solo, se non altro
per quel senso di voglia di cambiamento, di
libertà di costumi, che ti facevano identificare il profumo della salsedine non come
elemento-complemento della sabbia e del
mare, ma l’attimo d’amore che stavi vivendo con la ragazza che stringevi tra le
braccia.
Qualcuno già penserà : “Aò Sandro Soli stà
a sfarfallà” per dirla alla ”civitonica”, no, mi
sto semplicemente addentrando nel tema
proposto con il titolo dell’articolo. Carnevale
ci ha appena lasciato, con i frittelloni, le
frappe, i scroccafusi, i ravioli con la ricotta.
I loro profumi che ogni anno si rinnovano,
e ridanno al nostro palato sensazioni di vero
gusto, ci fanno stare bene, ci fanno dimenticare, seppur per un breve periodo: Glicemia, grassi, colesterolo, pressione arteriosa,
dolori articolari eccetera eccetera. I coriandoli, le maschere, la gioventù che ride e si
diverte, è poi così diversa da noi, che alla
loro età cercavamo le stesse cose, con
pochi mezzi a disposizione, e con ragazze
molto, ma molto diverse da quelle di oggi?
Per evitare di essere frainteso ed etichettato
come moralista o nostalgico, posso dirvi
che, anche se ho un pizzico di invidia, riguardo i mezzi a disposizione che il progresso e il benessere hanno dato ai nostri
giovani, mi tengo stretto il mio “Dòmino”
(siete autorizzati voi,cari amici degli “anta”
a spiegare cos’era, a chi
non lo conosce) e la mia
“Gnacchera” (arispiegate), oggetti persi nel
tempo, ma non nella
memoria. L’atmosfera
che si viveva, attorniati
da personaggi ormai
storici che rendevano il
nostro carnevale unico
ed insuperabile. Tenterò
di elencarne qualcuno,
sapendo di far cosa gradita, spero, a chi li ricorda, rischiando però di
essere criticato, nel dimenticarne altri.
Nelletto Profili, Mario
Corteselli (Gallina),
Maggichetto e Bommetta, Miretto, Melorobby, Giuvanni o
Barese, ‘O cavallo, ‘A
tribù dei Zingari, e
l’intramontabile Rustica. Certo i nostri giovani non li hanno
conosciuti, non è colpa
loro, spetta a noi tenerli
vivi nella memoria civitonica: parlandone, raccontando
episodi,
mostrando fotografie,
ma soprattutto trasmettendo quella sana allegria che animava tutti,
Civita Castellana. Primi anni ‘60. Tribù de Zingari.
compreso il Dr Donato
In alto da sx: Osferto Vittori, Valerio Mozzicarelli.
Di Donato, che con l’inIn basso da sx: Flavio Mozzicarelli, Enzo Proietti (Scocciapippe) e
separabile Caporale, VitAchille Gomiero.
torio Paolini e Beccacciò,
“seppellivano” di profumato borotalco coloro che incrociavano in Piazza Matteotti.
LE 100 VOLTE DI “COME ERAVAMO”
100 100
Q
uesto è un numero speciale del nostro mensile, che esce per l’occasione con l’inserto dedicato al Carnevale appena trascorso.Vorrei soffermarmi
in modo specifico, sull’importanza che riveste la centesima copia di una rivista come Campo de Fiori. Siamo nati per caso, come una scommessa
fatta tanti anni fa, e modestamente, insieme al nostro direttore, amico e coetaneo Sandro Anselmi, mi sento di far parte della sua memoria
“storica”. Non sto qui ad elencare ed incensare i pregi e sicuramente i difetti che ogni giornale, di qualunque genere esso sia, contiene nel suo DNA,
(perché sicuramente Sandro, da sempre, lo fa correttamente con i suoi editoriali), ma mi limiterò a ribadire il perché e il per come della mia rubrica
del “Come eravamo”. Una volta le tradizioni, i sapori, la lingua stessa, si tramandava oralmente, da padre in figlio, da nonno a nipote, e gioco forza
con gli anni, malgrado il quasi tutto, veniva scritto su carta, nero su bianco, si perdevano irrimediabilmente tesori che oggi fortunatamente, grazie
alla tecnologia, rimarranno in…eterno. Nel mio piccolo, ho voluto fortemente il “Come eravamo”, in primis per mantenere vivo nella mente dei miei
coetanei e dei miei concittadini più anziani, i ricordi, più o meno importanti, della mia vita ed in particolare della comunità civitonica. Poi, e questa
è la mia segreta speranza, lo “stuzzicare” la mente delle nuove generazioni che attraverso il passato, trovino lo slancio verso un futuro migliore, malgrado tutto! Ecco perché le continue frasi e articoli in dialetto, ecco perché le storie di personaggi civitonici, ecco perché la ricerca dei soprannomi,
ecco perché i giochi e le sensazioni di una volta, ecco perché il “Come eravamo”. Grazie a tutti!
Alessandro Soli
26
Campo de’ fiori
Restituiamo il giusto valore ai nostri dialetti
17 gennaio, istituita la Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali
F
inalmente qualcosa si sta muovendo,
finalmente potremmo riuscire a fermare l’inarrestabile scomparsa dei dialetti nel mondo, se si considera il dato
dell’estinzione di uno ogni quattordici giorni
circa.
Giovedì 17 gennaio 2013, infatti, a Roma,
presso la Sala Marcora del Palazzo della
Cooperazione, in via Torino 146, l’UNPLI
(Unione Nazionale Pro Loco d’Italia), Legautonomie Lazio ed il Centro di documentazione per la poesia dialettale “Vincenzo
Scarpellino”, hanno ufficialmente presentato
la Giornata nazionale del dialetto e delle
lingue locali. Anche queste “sottolingue”, da
decenni ormai considerate di bassa lega, disdicevoli, roba da rozzi ed ignoranti, potranno essere ricordate ed avere il loro
giusto peso, perché, al contrario di quanto
possano pensare le persone d’etichetta,
esse hanno avuto un ruolo importantissimo
nella comunicazione di massa e, proprio per
questo, non devono essere disprezzate né
abbandonate. A me è sempre piaciuto
ascoltare chi parla in dialetto e parlare io
stessa in dialetto e non me ne vergogno,
anzi, lo vivo come un qualcosa in più che so
rispetto agli altri. Sono contenta di conoscere, seppur quello che ne è rimasto e che
sono riuscita ad apprendere dai più anziani,
il dialetto del mio paese e ciò che fa la differenza è la consapevolezza di come e
quando usarlo. Mi diverto, infatti, ad esprimermi in corchianese con la mia famiglia,
tra amici, nei rapporti più confidenziali, perché esso è la lingua dell’informalità. Amo il
dialetto del mio paese e tutti i dialetti d’Italia e del mondo per la loro naturale ed innata spontaneità, perché in essi non vi è
nulla di artefatto, indicano tutta la schiettezza di un mondo forse più povero e più
pulito che sta scomparendo. Arrivano diritti
al punto senza mezzi termini, senza troppo
giri di parole né termini sofisticati. Ed è per
questo che ho scelto di sfruttare l’occasione
della mia tesi di laurea per occuparmi della
questione, fornendo così, tra l’altro a mia
insaputa, un importante supporto al progetto portato avanti, già da qualche anno,
dal centro di documentazione per la poesia
dialettale “Vincenzo Scarpellino”, guidato
dal Prof. Vincenzo Luciani, esperto in materia, che ho avuto il piacere di conoscere grazie al mio professore di linguistica e
dialettologia dell’università La Sapienza,
Ugo Vignuzzi. Questo mio principio di lavoro
si innesta in un progetto più vasto che si
propone di salvare i dialetti, iniziando da
quelli della regione Lazio. Già diverse pubblicazioni, curate dal Prof. Luciani sono state
pubblicate al riguardo, relative soprattutto
ai dialetti della provincia di Roma e di Latina. Ora tocca al viterbese che offre diverso
materiale, il quale aspetta solo di essere
raccolto per lasciare una traccia indelebile
di quello che era e poi di quello che sarà,
perché anche i dialetti sono in continua evoluzione, cambiano adattandosi ai tempi, ai
costumi, alle generazioni. Si modernizzano
abbandonando alcuni termini riguardanti a
certi aspetti legati alla cultura del passato e
acquisendone altri, al passo con lo sviluppo
economico sociale, ma non muoiono mai!
Essi sono qualcosa di radicato in noi, il vero
filo diretto con le nostre radici. Questo mutare ed adattarsi al presente è ampiamente
dimostrato anche dalla loro diffusione in internet, immagine di modernità per eccellenza. La rete pullula di siti che si occupano
di conservazione e diffusione del dialetto,
non da ultima la piattaforma sociale di Facebook che raccoglie spesso pagine all’interno delle quali vengono inserite
espressioni e modi di dire tipicamente dialettali, per non dimenticare!
Ermelinda Benedetti
DANZANDO SOTTO L’ALBERO.... con la W.W.W. FITNESS
Il 21/12/2012, in occasione delle festività natalizie, l’a.s.d. W.W.W. FITNESS in collaborazione con “La Compagnia dei Sogni”, ha presentato lo spettacolo di danza
“Danzando sotto l’albero…un anno di successi de La Compagnia dei
Sogni”.
La regia e le coreografie dello spettacolo sono state curate da Gilberto Nati (consulente coreografo Sony Film, collaborazioni artistiche con lo IALS, come coreografo nelle tournee di Luca Carboni, Lucio Dalla, Scialpi e coreografo del flash mob
per la presentazione del film di Michael Jackson “This Is It”). Il 28/09/2012, a Stintino (Sardegna), “La Compagnia dei Sogni” ha ricevuto il premio nazionale come
“Anno da ricordare” per “Miglior spettacolo di danza”.
La manifestazione, svoltasi al Teatro Tenda di Fabrica di Roma, è stata un grande
successo registrando il sold-out e ha ripercorso le migliori coreografie del 2012
di Gilberto Nati su musiche di grandi artisti come Vasco Rossi,
Adriano Celentano, Lucio Dalla ed un pezzo inedito su musiche di
Alicia Keys. Durante lo spettacolo si sono esibiti allievi dell’Accademia di Danza de “La Compagnia dei Sogni” di Roma e dell’a.s.d.
W.W.W. FITNESS di Faleri. Si ringraziano il Comune di Fabrica
di Roma e la Pro Loco per aver sposato in piena totalità il progetto de “La Compagnia dei Sogni” e per la collaborazione.
L’a.s.d. W.W.W. FITNESS e “La Compagnia dei Sogni” vi
aspettano nella nuova “Accademia di Danza” in via Falerina
km 5,600 presso il Centro Commerciale di Faleri per una
PROVA GRATUITA dei corsi (danza classica, moderna, hip hop e
contemporaneo).
Campo de’ fiori
28
Associazione Artistica Ivna
IPSEOA IN UN VIAGGIO IN CERCA D’AMORE TEATRO, TEATRO, TEATRO!
L’ALBERGHIEROLAND E LA DIVINA COMMEDIA, quasi un “Viaggio in musica dall’Inferno al Paradiso”,
copione redatto e diretto dal Prof. Aldo Bellocchio.
L
’Alberghiero “Alessandro Farnese” di Caprarola vi aspetta al
Teatro San Leonardo a Viterbo nelle giornate di Venerdì 15 ore 10.00, Sabato
16 ore 10.00 e ore 21.00 e
della Prof.ssa Domenica 17 ore 18.00
Maria Cristina del mese di Febbraio in
Bigarelli
una
rappresentazione
fatta da giovani per i giovani e non solo. In un regalo di emozioni e
sentimenti “perduti” e “ritrovati”.
Lo spettacolo è in progress…in evoluzione
continua per persone che di “mestiere”
fanno gli studenti e che quest’anno si avventurano in un viaggio…, Sì, “UN VIAGGIO
IN CERCA D’AMORE” dedicato a tutti i figli,
che frequentando le nostre scuole, vivono
o si lasciano vivere all’interno di un progetto
educativo, i cui educatori, molto istruiti nelle
loro discipline e anche molto assidui e laboriosi, talvolta rischiano, loro malgrado, di diventare tediosi, noiosi e non sollecitatori di
amore per la conoscenza e la scienza…
senza ottenere il risultato sperato. Talvolta
un insegnante un tantino forse più irregolare, più estroso, più incline a saper cogliere l’occasione, che gli viene offerta dallo
stesso uditorio, ecco che trova il senso, il
punto di contatto, il metodo per insegnare
in modo più affine al sentire giovanile attraverso attività “ludidattiche”, ma non meno
impegnative come quella del teatro:
un’arte che cerca il suo fondamento nella
scienza dell’uomo in quanto quest’ultimo
“educabile” ed “educando”, cioè che può e
che deve essere educato. UN VIAGGIO IN
CERCA D’AMORE che accompagna attraverso figure magistrali come quelle dantesche, riportate allo stato attuale sia dal
punto di vista storico che sociale! E’ per
questo che il copione è particolare per la
scuola in quanto inizia con l’Alberghiero e
un aeroporto dal quale si parte inizialmente
per raggiungere un villaggio turistico in uno
scenario tipicamente vacanziero all’interno
del quale ruotano famiglie, personaggi particolari, tutte le tipologie
di giovani. C’è la famiglia tipicamente normale con due figli e le
sue problematiche; c’è la coppia
di fidanzatini, un po’ “soggettoni”
dai comportamenti un po’ inusuali, sciolti da condizionamenti,,
un po’ stravaganti, bizzarri, simpatici. Tutti si ritrovano in un villaggio turistico a Sharm el Sheikh
in Egitto, dove vengono accolti
dal Ricevimento in un benvenuto
da sogno, tanto per focalizzare la
professionalità alberghiera che
gradualmente sfuma e si innesca
nello spettacolo della settimana,
un Musical, ricco di balletti, sulla
Divina Commedia… allora il tema
del viaggio che prima era turistico
moderno, parte con il tema del
viaggio fantastico, meraviglioso di
Dante tra l’Inferno, il Purgatorio e
il Paradiso: l’aspetto dell’Amore
predomina sull’odio, ci sono,
tanto per dirne alcuni, dei personaggi interpretati e personalizzati
a una filosofia di vita attuale non
felice come Paolo e Francesca, gli Ignavi da
rap, Caronte rude e simpatico, anche se
sempre eterno “traghettatore” di anime,
Minosse dai caratteri più dolci,ma pur sempre bestiali, Lucifero quel Diavolo tentatore
delle discoteche, San Pietro il professore
della situazione, Beatrice la direttrice del resort; quindi tutti i personaggi all’interno di
questa rivisitazione della Divina Commedia,
nella quale si riproduce sempre il TRE, numero perfetto in un gioco delle parti all’interno di questo grande componimento
poetico,…fino ad arrivare al Paradiso, luogo
e stato dell’animo nel quale la storia è altrettanto singolare perché non inizia come
tradizionalmente dovrebbe iniziare la Divina
Commedia, ma con il desiderio della festa e
del viaggio, temi riproposti attraverso la figura di San Pietro che chiede a Beatrice di
organizzare un party in grande stile. La
stessa bellissima donna ideale e idealizzata
chiama Dante come Vocalist e allora da qui
parte un po’ tutto il percorso che, dal viaggio turistico, approda al viaggio poetico
d’Amore, messaggio che predomina sempre
mescolandosi e confondendosi con la realtà
educatrice verso i ragazzi che sono in grado
di esprimere gioia, entusiasmo, energia in
una sorta di “disease” contagioso per tutti
coloro che, guardandoli, riescono a cogliere
oltre l’interpretazione da palcoscenico, oltre
le battute da copione, quella voglia di vita
semplice pulita che tutti “VANNO CERCANDO SENZA POSA”, in quanto creature.
L’energia dei ragazzi è il messaggio più importante ! E’ il messaggio più rassodante
per il modo di sentire molle, piatto e cinico
di un mondo che parla troppo ormai la lingua del danaro perduto, della lacerazione
dell’animo in atto…
INTERPRETI
ABERA MATHEM FEVEN 3BR - APOLLO IDA 4B
BANNELLA MATTIA 5A - BUONAIUTO VALENTINA 1C - CONSORTE MARIA DORA 3BR
COPPOLA ALESSIA 3A - CUPELLI ELISA 5C
DE SIMONE EMILIANO (DIPLOMATO)
ECCA ARIANNA 3AS - ESPOSITO ILARIA 5B
FARISEI DORA 5C - GIGLI CAROL 5D
GIURANNA DEBORAH 3BR - INGLESE LUIGI 4C
MARCHETTI STEFANIA 5C
MARZEDDU DAVIDE (DIPLOMATO)
MASI VINCENZO 5D - MECARELLI SILVIA 5D
MICELI NICOLE 3BS - MONTANI GIORGIA 4B
MURLO CHIARA 5B - NATILI PAMELA 5C
PAGLIA SIMONE 4E - PARISI MATTEO 5D
RICCI ALESSIA 1C - RIZZO DIEGO (DIPLOMATO) - ROSSETTI ANDREA 2°
RUTOLO VALERIO 1° - SALZA VALENTINA 5D
SANETTI ROBERTA 3° - SANTELLA LUCA 5D
SARNA’ FABRIZIO 5A - SAVELLONI MIRKO 4A
SEVERINI GIULIA 4B - SPAGNOLO MIREYA 4B
TARTARO ALESSANDRO 1E WYLUPEK PATRYCIA 5C - ZAZZA GIORGIA 1C
Campo de’ fiori
29
Intervista al Dott. Fabio Pescitelli
specialista in Taping Neuro Muscolare
1) Che cosa è il taping neuro muscolare, in cosa consiste?
Premetto che cercherò di usare un linguaggio il più comprensibile possibile, e di rispondere con concetti base, in modo semplice,
capibile a tutti.
Il Taping Neuro Muscolare (N.M.T.) è una
terapia riabilitativa innovativa, non invasiva
e non farmacologica. Consiste nell’applicazione sulla cute (decorso del muscolo), di un
nastro di cotone elastico (Tape), di pochi
millimetri di spessore, con adesivo acrilico
spalmato ad onde. La superficie adesiva è
protetta da un liner di carta removibile. Il
nastro, che può essere di vari colori, ha una
larghezza standard di 5 cm., presenta una
elasticità in lunghezza (40% circa) sovrapponibile a quella cutanea ed è resistente
all’acqua.
2) Qual’è il meccanismo d’ azione sul
corpo umano? Come funziona?
I muscoli rappresentano uno dei bersagli più
importanti su cui agisce il N.M.T. con effetti
diretti sulla circolazione venosa, linfatica e
sulla temperatura corporea. Le caratteristiche fondamentali sono sostanzialmente, il
metodo di applicazione, l’utilizzo del nastro
e la tecnica definita “decompressiva” e
“compressiva. L’applicazione corretta del nastro, insieme al movimento del corpo, provoca micro movimenti, che stimolano i
recettori cutanei e quelli degli strati sottostanti, inviando stimoli esterocettivi
(percettibilità tattile, termica e dolorifica) e
stimoli propriocettivi (stimoli che provengono dai muscoli, dai tendini, dalle capsule
articolari e dai legamenti) al sistema nervoso centrale, determinando una risposta
muscolare riflessa. Il nastro, stimolando la
sensibilità esterocettiva, riduce la stasi linfatica ed ematica, migliora la microcircolazione
locale e permette l’assorbimento di eventuali
edemi. Inoltre il nastro, sollevando la cute e
formando pliche (pieghe), dilata gli spazi interstiziali (spazi, composti da sostanza acquosa, presenti tra una cellula e l’altra)
riducendo la pressione sottocutanea.
3) L’applicazione del Taping Neuro Muscolare quali benefici comporta?
L’applicazione del N.M.T. agendo sulla cute,
muscoli, sistema venoso, l’infatico e articolare raggiunge benefici - passatemi il ter-
mine - incredibili
nelle più svariate
patologie, fondamentale è la riduzione immediata
della sindrome dolorosa, e l’aumento immediato
del range di movimento nelle patologie
articolari,
inoltre, normalizza la tensione muscolare,
migliora la vascolarizzazione sanguigna, rimuove la congestione venosa e linfatica,
corregge l’allineamento muscolare, migliora
l’assetto posturale.
4) Il Taping Neuro Muscolare può essere utilizzato da solo nel trattamento
di varie patologie?
La tecnica del N.M.T è da utilizzarsi come terapia aggiuntiva, da inserire nei programmi
terapeutici sia manuali che strumentali, ma
può essere impiegata come unica risorsa,
basti pensare a soggetti intolleranti a manipolazioni, o allergici a farmaci. Lapplicazione
del N.M.T. offrendo benefici linfatici e vascolari continuativi, facilita il recupero in situazioni postoperatorie e post-traumatologiche.
Il nastro utilizzato per il trattamento può essere applicato per più giorni (5-7 giorni), in
quanto non contiene, come più volte detto,
alcun principio attivo e può essere usato su
bambini, adulti anziani e donne in gravidanza. In situazioni
come la sclerosi multipla e altre malattie
progressivamente
degenerative, l’applicazione può avvenire
senza limiti di durata, fino a quando,
il soggetto non ottiene un miglioramento dei sintomi, e
di conseguenza della qualità della vita.
5) Quali trattamenti di Taping Neur
Muscolare possono essere effettuali in
donne in gravidanza?
Il N.M.T. essendo una tecnica non farmacologica, non provoca reazioni avverse, a
parte una possibile irritazione cutanea. La
gravidanza, pertanto, non è una controindicazione. Si possono, infatti, effettuare
trattamenti per alleviare la sciatalgia, dolori
lombari e articolari in genere. Va assolutamente evitata qualsiasi applicazione sull’addome.
6) Nella partita di calcio Germania –
Italia, il calciatore Balottelli portava
sul dorso delle strisce colorate. Hanno
qualcosa in comune con il Taping
Neuro Muscolare?
Assolutamente si, è una dimostrazione di
applicazione di N.M.T., nel muscolo ileo co-
stale dei lombi parte
toracica e lombare,
con tecnica definita
“ d e c o m p r e s s i va ”
(formazione di pliche). Il nastro è
stato applicato, per
migliorare l’elasticità
muscolare, la circolazione vascolare e il
drenaggio linfatico.
7) I colori indicano differenti caratteristiche del nastro?
I diversi colori non indicano differenti caratteristiche del nastro. La scelta di un colore
rispetto ad un altro è indicata in caso di riabilitazione neurologica, per aiutare il paziente a riconoscere il movimento, oppure,
a seguito di irritazione cutanea, dovuta al
colorante utilizzato.
8) Quali sono le controindicazioni nel
trattamento del Taping Neuro Muscolare?
Il nastro utilizzato non è uno strumento sterile, di conseguenza non può essere applicato sopra o vicino a zone infette. Il
trattamento con N.M.T. è controindicato,
inoltre, nei pazienti affetti da cancro, da flebite, da edema da insufficienza cardiaca. Il
nastro va applicato sempre da personale
qualificato. Una applicazione non corretta,
dovuta ad una mancata conoscenza della
tecnica o ad una diagnosi non accurata può
aumentare i sintomi del soggetto.
9) Da ultimo quali patologie possono
essere trattate con il Taping Neuro
Muscolare?
Tutte le patologie articolari, e, nelle varie
arree, con applicazioni in neurologia, geriatria, pediatria: dall’ernia cervicale alla riabilitazione neurologica della spalla, dalla
nevralgia del trigemino all’epicondilite, dall’emicrania alla bronchite, dalla tendinopatia
della cuffia dei rotatori all’emiplegia, dagli
attacchi di panico alla neuropatia, dalla cifosi
alla scoliosi, dal morbo di Parkinson alla colite. Dall’artrosi delle dita – dolore se si
stringe o si prende in mano qualcosa - alla
sciatica, dall’alluce valgo alla riabilitazione
respiratoria, e tante altre. Sarebbe troppo
lungo elencarle tutte, in linea di massima,
tutte le patologie, legate alla sensibilità esterocettiva e propriocettiva. Quanto sopra, a
testimonianza delle mirate applicazioni cliniche nel trattamento terapeutico del Taping
Neuro Muscolare (N.M.T).
Il Dott. Fabio Pescitelli, fisioterapista
con specializzazione di Massaggiatore
sportivo, Advanced Postural Fitness
Inctructor, Taping Neuro Muscolare
Instructor Program, opera presso
l’ambulatorio Medico e FisioKinesiTerapico “Fisiogamma”, sito in Civita Castellana, Via Torquato Tasso n. 2, tel.
0761.549620 - 389.1477194
Campo de’ fiori
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Scegliere la scuola per i propri
figli nel segno dell’interculturalità
Q
uesta volta non
scriverò un articolo
storico. E’ tempo
d’iscrivere i bambini a
scuola e i genitori scelgono quella che pensano
essere la migliore per i
di Francesca
propri figli, ma spesso
Pelinga
sento dire “Come lo iscrivi
al XXV Aprile! Troppi stranieri!! Lì i bambini non sanno l’italiano e
sono indietro”. Sbagliato, la nostra scuola,
“l’edificio”, come la chiamiamo noi civitonici
e nella quale è andata la maggior parte di
noi e che compirà cent’anni il prossimo
anno, è stato voluto fortemente da Ulderico
Midossi che, con l’Istituto D’Arte, voleva che
quella via fosse chiamata la “Città degli
Studi”, affinchè i giovani avessero delle prospettive migliori. “L’edificio” è una scuola
“colorata” in tutti i sensi: dai lavori e dalla
creatività dei bambini, dalla presenza di
tante culture, religioni che convivono pacificamente nel rispetto reciproco. So per
esperienza che bambini ignorano le differenze del colore della pelle o di un amico
con problemi, anzi, quello sarà un “amico
speciale”. E se le istituzioni o i genitori non
insegnano loro il concetto di differenza, non
lo noteranno. Siamo noi adulti che a volte
dimentichiamo che siamo stati diversi per
qualcuno quando siamo emigrati prima in
Brasile, poi in America e in Germania. Eravamo diversi per formazione e cultura. La
scuola serve ad insegnarci a vivere insieme
perché nel mondo ci sono altri popoli, altre
tradizioni, altre religioni, culture che sono
valide quanto le nostre. Nella nostra scuola
si insegna proprio questo: il rispetto, perché
tutti chiediamo di essere rispettati nella nostra dignità umana. I bambini che vengono
da paesi diversi possono insegnarci cose
che noi non conosciamo, come noi a loro. Il
“miscuglio” è un arricchimento reciproco, un
bambino non nasce diverso da un altro: è
simbolo di vita e merita rispetto qualsiasi
sia il suo colore, la sua lingua, la sua religione. Infatti essi giocano, litigano fra loro
senza porsi nessun problema. Insegnare in
una scuola “colorata” spinge gli insegnanti
a sperimentare sempre nuovi metodi per favorire l’integrazione, e questo fa sì che
spesso sia, nei metodi, all’avanguardia. Le
insegnanti non sono di serie B, perché andare ad insegnare all’”edificio” non è una
costrizione ma una libera scelta. Devo dire
che spesso il bambino straniero ha così voglia d’imparare che supera quell’italiano,
anche perché, in alcune nazioni, la scuola
ha un’importanza che da noi non c’è più.
Io ho viaggiato moltissimo, ma proprio a Civita ho avuto modo di conoscere paesi, con
i loro cibi e con le loro culture, che probabilmente non avrò mai l’occassione di visi-
tare. Questo mi ha arricchito e mi piace
pensare che quello che Midossi voleva per i
giovani civitonici serva ora a bambini che
hanno dovuto lasciare il loro paese.
Vorrei che questa scuola, già frequentata da
tutti noi, e che adesso guardiamo con disprezzo, possa essere ancora viva grazie a
loro, e che gli italiani che la frequentano
possano, poi, essere cittadini del mondo, e
non avere, così, problemi d’inserimenento
quando dovranno, magari, emigrare per lavoro o piacere. A chi mi chiede dove iscrivere il proprio figlio dico”guarda la qualità
non la nazionalità”.
Campo de’ fiori
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Trucco depoca
Trend degli ultimi sessantanni...
Make-up,outfit,acconciatura,manicure,figura della donna
di Ilaria Palanga
Anni ’90: il decennio sobrio nello stile
Vorrei fare una premessa: questi sono gli anni a cui sono più affezionata innanzitutto perchè li ho vissuti e secondo poi perchè ho ricordi
della mia adolescenza. Gli anni ‘90 sono ricordati come decennio di passaggio: iniziava l’era della tecnologia dove “Titanic” era considerato
un film dagli spettacolari effetti speciali, e il guinnes dei primati per il computer col disco rigido più grande era di 75 gigabyte.
Tra il ‘90 e il ‘91 le truppe irachene guidate da Saddam Hussein invadono il Kuwait e inizia la prima Guerra del Golfo.In Jugoslavia inizia
una guerra civile tra Slovenia e Croazia, le truppe federali serbe invadono la Slovenia, nel ‘92 a Palermo l’attentato ai giudici Falcone e
Borsellino. Viene eletto presidente degli Stati Uniti Bill Clinton. In America si sviluppano le serie tv che tengono tutti i giorno i giovani attaccati alla televisione, tutti in attesa di quello che succederà ai loro miti. Tra le varie serie ricordiamo “Beverly Hills” e “Baywatch”e
Melrose Place. Nella musica pop si assiste al fenomeno delle boy band, gruppi musicali spesso creati a tavolino dai produttori musicali,
composti da soli ragazzi, in cui tutti cantano e nessuno suona alcuno strumento. Tra le più famose si ricordano i Take That e i Backstreet
Boys. Diffuse anche le loro controparti femminili, come le Spice Girls e le All Saints. Altri importanti artisti pop del decennio furono
Christina Aguilera e la sexy scolaretta Britney Spears. Il compact disc diventa il supporto più diffuso per ascoltare musica e, prima il disco
vinile e poi la musicassetta escono dalla produzione di massa. Si ascoltava musica alla radio, in edicola usciva il settimanale “Cioè” per le
teenager con in allegato il relativo gadget, e andavano di moda i famosi “ciucci” di plastica colorati.
Figura della donna: La donna acquista la sua indipendenza ed è padrona del suo tempo. Emerge una donna che sa quello che vuole,
che si mette in competizione per raggiungere i propri progetti. In particolare negli anni ‘90 viene rappresentata una nuova figura: la superwoman; iperattiva, superimpegnata che riesce a conciliare tutti i suoi impegni ed interessi. Diventa narcisista mostrandosi vanitosa e
preoccupata esclusivamente alla cura del suo corpo. Essa trae il suo valore direttamente dal suo aspetto fisico. Sono gli anni delle top
model, muse ventenni dai corpi statuari e dal viso angelico, pulito e sexy insieme, icone di una perfezione irraggiungibile che ogni stilista
si contendeva. In Italia, inizia a spopolare il fenomeno delle soubrettes, la donna diventa sempre più frivola e sempre più
bella. L’ideale inizia a diventare una donna simile alla Barbie: alta, magrissima e con un seno prorompente. Pamela
Anderson diventa icona di bellezza, le donne iniziano a sperimentare sempre più spesso la chirurgia estetica.
Out fit: Nei primi anni ’90 si diffonde la nuova tendenza per gli abiti in stile decostruttivo: possono essere per taglia
oversize o striminziti, oppure sembrare indossati a rovescio, con orli diseguali, cuciture visibili e tagli. La maggior
parte delle tendenze della moda degli anni ‘90 sono basati su jeans e magliette basic. Ma un degli eventi più significativi
è stata l’ascesa dello stile grunge, per entrambi i sessi venivano indossate camicie di flanella e jeans strappati. I colori di
Spice Girls
tendenza sono bianco, nero, rosso, verde foresta, indaco e marrone. Lo stile grunge derivava dall’omonimo genere musicale, quello inventato dai Nirvana, una delle band più innovatrici, note ed influenti nella musica dei primi anni Novanta. La
startificazione tipica del grunge o lo stile Underground con un mix di sportwear, denim e un tocco di sex glamour.
DIVE/ICONE: Jennifer Aniston, pseudonimo di Jennifer Joanna Anastassakis, attrice cinematografica statunitense di origine greca. Nicole Kidman, pseudonimo di Nicole Mary Kidman attrice di origini australiane, ex compagna di Tom Cruise.
Penelope Cruz, pseudonimo di Penelope Cruz Sànchez attrice spagnola. Julia Roberts, pseudonimo di Julia Fiona Roberts,
attrice statunitense famosa per il ruolo che l’ha consacrata icona di Hollywood Pretty Woman. Winona Rider, pseudonimo
di Winona Laura Horowitz, attrice statunitense di padre russo e madre romena. Sharon Stone, Sharon Vonn Stone, attrice Nicole Kidman
cinematografica e modella statunitense famosa per il celebre film “Basic Instinct”. Kim Basinger, Kamila Ann Basinger, attrice
e modella statunitense di ascendenza multietnica : tedesca, svedese e Cherokee. Michelle Pfeiffer, pseudonimo di Michelle
Marie Pfifer, attrice statunitense, la sensuale CatWoman del primo Batman. Gwynet Paltrow, pseudonimo di Gwynet Kate
Paltrow,attrice statunitense di origini ebreo-russe e quacchere. Monica Bellucci, pseudonimo di Monica Anna Maria Bellucci,attrice cinematografica e modella italiana di origini umbre e compagna di Vincent Cassel. Mariagrazia Cucinotta,attrice cinematografica italiana celebre per il film “Il Postino” con Massimo Troisi. Sabrina Ferilli,attrice italiana originaria di Fiano
Romano. Demi Moore, pseudonimo di Demetria Gene Guynes attrice cinematografica statunitense, famosa per il celebre
film “Ghost”. Pamela Anderson, pseudonimo di Pamela Denise Anderson, modella e attrice cinematografica canadese di M. G. Cucinotta
origini finlandesi e russe, celebre per il telefilm Baywatch.
Copia il look: trucco, acconciatura e manicure.
Tocca a questo decennio ridimensionare tutto dopo le esagerazioni degli anni ‘80. La moda si fa sobria e ai colori squillanti si preferiscono il
nero, il blu e il bianco. Si semplificano le forme e i volumi. L’arrivo del “nude look” si traduce in minimalismo per il make-up: il fondotinta perde
spessore e si fa quasi trasparente per incarnati luminosi e perfetti; un paradosso, si usa il make up per sembrare assolutamente naturali.
Per gli occhi ombretti sui toni naturali quasi invisibili o comunque caldi: ombretti bronzo, oro, rame, marrone chiaro, beige, color pelle. Mascara
volumizzante/allungante che separa le ciglia e definiva l’occhio e lo apriva come un ventaglio che faceva molto occhi “stile cerbiatta”, eventualmenete un eyeliner nero o marrone steso in maniera sottilissima o ben sfumato.
Solo rossetti mat ed opachi abbastanza scuri in contrasto con la carnagione che
segue i contorni naturali, la bocca era disegnata in modo da risultare piuttosto sottile.
L’uso delle labbra rigorosamente scure con tonalità marrone opaca tipica degli anni
‘90 oggi è un po’ tramontato. Sopracciglia mediamente curate, si toglievano i peli di
troppo senza dare una vera e propria forma definita, ma tendenti a una forma tondeggiante e comunque anche queste piuttosto sottili. I capelli sono lunghi super
lisci, per niente voluminosi con l’onda sotto la frangia e la riga laterale, oppure frisè,
tendenza destinata in particolare a capelli lunghi o medio-lunghi, oppure capelli ricci,
mai mossi o ondulati, niente vie di mezzo.Oppure il taglio minimale corto tipico degli
anni ‘90. Unghie laccate con colori chiari, prevalenza di toni classici che esprimono
una femminilità delicata e composta.
Campo de’ fiori
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Civita di Bagnoregio si popola di
grandi personalità. Perchè?
P
erché tanti uomini di
cultura scelgono di
trascorrere
parte
della loro vita a Civita di
Bagnoregio? Cosa li spinge
a comprare casa su di una
roccia tufacea isolata dal
di Secondiano
mondo? Lo psichiatra
Zeroli
paolo Crepet, al termine
d’una esperienza didattica,
svoltasi a Civita, d’un gruppo di studenti
della facoltà di Architettura dell’Università di
Venezia, ha così risposto alla stimolante domanda, su un giornale – resoconto, edito
dagli organizzatori dello stesso “workshop”:
La forza della fragilità
Paolo Crepet
Civita rappresenta per me una scelta di vita,
qualcosa che ha a che vedere con una parte
che forse non conosco definitivamente. Una
scelta difficile, perché Civita ti sfida, come
le cose migliori. Già l’aspetto, un’acropoli di
tufo che attende da sempre e seleziona. È
un po’ come Venezia: tutti dicono che è
splendida, ma poi pochissimi vorrebbero
abitarci. Anche Civita ha il suo incanto, la
sua straordinaria seduzione, poi però ti valuta come un maestro austero. E’ luogo capace di esasperare i tuoi sentimenti, le sue
sensazioni: eccede nel ridarti amore, così
come l’angoscia. L’ho conosciuta in un
giorno d’inverno, sferzata di pioggia e accerchiata da foschie dense che liberavano
soltanto la grande cupola marrone. Ho pensato che se l’avessi amata quel giorno,
l’avrei amata per sempre. Così credo che sia
stato, e sono convinto che così continuerà
ad essere. Eppure, la storia relegata a rovina, l’ha convinta che la sua unica identità
debba coincidere con la
morte, lo sgretolamento, la trasformazione, in sabbia di tufo.
Civita invece deve tornare a vivere, e non
certo e solo per i suoi
abitanti, per il paese,
per chiunque rappresenti il modello del
borgo medioevale, salvato dalla storia proprio
grazie al suo più grande
difetto: la fragilità.
Fosse stato un borgo
non così sospeso, non
così malfermo, non così
esposto alle intemperie
come i castelli delle
fiabe, sarebbe stato
stuprato da qualche
condominio
dopoguerra, da qualche garage o terribile rotonda
stradale. I suoi crolli,
paradossalmente, sono
stati la sua forza, hanno
reso Civita luogo imprendibile dalla grettezza e dall’inciviltà
umana. Ora rinascere
è l’unico suo senso, al
di là del pessimismo e
del malgoverno, al di là
di quell’utile orrore che è la sua passerella,
quel braccio di cemento che la lega alla normalità del territorio che la circonda. Per
farlo occorre popolarla di creatività giovanile
che solo l’Ateneo può garantire: ecco perché la convenzione stipulata tra il Comune
di Bagnoregio e lo Iuav ha un significato
strategico e prospettico. Assicurare alle future generazioni, un luogo che racchiude in
sé ciò che fa di una vita una buona vita. Il
bello, ad esempio. Non nel senso semplicemente estetico, che non guasta mai, ma nel
suo significato più ampio dell’armonia, del
buon senso di una civiltà che si basa sulla
protezione della sua propria identità. Il silenzio, ad esempio. Ovvero ciò che rimane
dal rumore gracchiante della volgarità spalmata di questi anni. Il silenzio come misura
del pensiero, per tornare a criticarne la ragione. Il tempo, ad esempio. Non più sincopato, non più affannata ricerca di essere,
ma lento scorrere delle cose e delle fantasie, fluire di sentimenti mai negati o nascosti. E’ stato molto bello rivedere un gruppo
di giovani professionisti passare i vicoli e attraversare le piazze del borgo. Non capitava
da quando Astra Zarina, architetto atterrata
su questo angolo di cielo moltissimi anni fa,
aveva capitanato manipoli di giovani americani abbacinati dalla bellezza integra del
bello. Sarà ancora più bello quando torneranno altri giovani a misurare, fotografare,
disegnare pietre e colonne, a conoscere la
magistralità dell’artigianato locale, a capire
da dove veniamo. Sarà belli vederli affaccendati fino a tardi, le finestre di palazzo
Alemanni illuminate dal loro lavoro. Per
questo dico grazie, a nome di tutto quel
tufo che mi circonda, agli amici veneziani
che, come pochi altri cittadini del mondo,
conoscono il rumore dei passi e l’affanno di
salire un ponte. Quello della storia.
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Campo de’ fiori
LE AUTO DELLA NOSTRA INFANZIA
Fiat 508/ C (Nuova Balilla)
L
a Fiat Balilla come
descritto nell’articolo
precedente, fu prodotta fino al 1937, dopodiché fu sostituita, dalla
così detta Nuova Balilla
che rimase in produzione
di Arnaldo Ricci per tre anni, dal 1937 al
[email protected]
1939. Essa però era abbastanza differente dalla
precedente Balilla, sia nella forma che nelle
parti meccaniche.
Fiat 508 C (Nuova Balilla 1100)
Il motore non era più di 995 cc ma di ben
1085 cc, insomma quasi 1100! Per questo
motivo fu chiamata da tutti semplicemente
fiat 1100. In effetti è considerata la prima
1100 della storia della Fiat nel linguaggio
comune. La sigla alfanumerica Fiat 1100 fu
usata anche per i modelli successivi, fino al
1969; essa nelle varie versioni, fu prodotta
per 32 anni fino ad arrivare all’ultima; la famosa Fiat 1100 R, appunto del 1969.
Nel 1938 fu anche prodotta la versione Taxi
di questa azzeccata auto. Dalla nostre parti
(nella bassa Tuscia) non era facile vedere
circolare questa versione.
Chi però in quei tempi frequentava grandi
città, come Roma, sicuramente avrà visto
questi taxi che erano bicolori; verdi e neri,
con una linea giallo – rossa che separava il
verde dal nero. Ebbene l’80% di questi taxi
erano tutte Fiat 1100 nuova Balilla!
A Roma “se ne vedevano alla mano” per utilizzare una nostra espressione dialettale!
Fiat 1100 Nuova Balilla versione Taxi anno
di immatricolazione 1939
Negli anni immediatamente successivi la seconda guerra mondiale, tutti i mezzi pubblici
urbani circolanti a Roma (tram, autobus, filobus, taxi etc..etc..) erano tutti verde –
nero con la linea giallo – rossa come descritta sopra. Erano cioè facilmente identificabili dall’utenza. Onestamente non ho mai
capito perché non si è rispettata più questa
normativa a partire dall’inizio anni ‘70; forse
vi sarà stato un motivo che mi sfugge!
Ritornando alla nostra Fiat nuova Balilla,
anche questa fu prodotta in versione militare e fu utilizzata da tutte e tre le nostre
forze armate, in tutti i fronti dove esse
erano dislocate; ovviamente la maggioranza
di noi, nati nel dop guerra, non ha mai visto
circolare dalle nostre parti la versione Militare. Dal 1939 al 1943, furono consegnate
circa 5.000 esemplari di queste auto, alle
forze armate italiane. Giusto per fare un paragone, gli USA, nello stesso periodo, da
soli, produssero ed impiegarono circa
650.000 Jeep!
Purtroppo neanche la 508 C riuscì a realizzare la motorizzazione di massa che si auspicava; potevano acquistarla solo le
famiglie della media borghesia (medici, farmacisti, direttori di enti pubblici, qualche
commerciante di grosso calibro, liberi professionisti affermati etc..etc..) circa il 90%
delle famiglie italiane erano escluse dalla
possibilità di acquistarla.
Essa costava ben 19.500 lire quando la
paga media di un operaio / impiegato era
di 300 o 400 lire al mese! Basta fare due
conti e ci si accorge che erano necessari
ben 65 stipendi!
Attualmente con 65 stipendi medi si può
comprare una Ferrari!
Fiat 1100 del 1938
(nuova Balilla versione Militare)
Nonostante tutti gli sforzi, non si riuscì ad
ottenere la motorizzazione di massa che gli
USA avevano raggiunto negli anni ‘20, tramite la famosa Ford T, prodotta in ben 25
milioni di esemplari! (la nostra motorizzazione di massa arrivò ben 30 anni dopo; nel
1957 con la Fiat 500!). In Italia, nelle varie
versioni, dal 1937 al 1953, furono prodotte
circa 200.000 Fiat 1100, compresa la produzione destinata all’estero.
Anche questa automobile, come tutte quelle
nate da metà anni ‘30 fino ad inizi anni ‘60,
aveva il sistema di avviamento motore sviluppato in tre fasi:
1° fase - bisognava inserire una chiave nel
cruscotto (era fatta come uno spinotto) e
ruotarla per attivare il circuito elettrico.
2° fase – tirare il pomello dell’aria sempre
sul cruscotto.
3° fase – premere o tirare il pomello della
messa in moto motore.
Bisogna anche dire che le auto antecedenti
agli anni ’30, avevano l’avviamento motore
completamente manuale; l’eventuale conducente si muniva di una manovella che
dopo averla inserita nella parte anteriore del
motore, la girava con forza e quando tutto
andava bene, esso si avviava!
Tutte le auto, prodotte dopo circa la metà
anni ’60 e fino ai nostri giorni, hanno un sistema avviamento motore molto più semplice: basta inserire la chiave e ruotarla!
Questo lo dico perché forse qualche giovane
non immagina neanche come si avviavano
i motori delle auto della nostra infanzia!!
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Campo de’ fiori
“Il Fumetto”
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA
L’IMMORTALE di Hiroaki Samura - edito da Panini comics – 29 volumi, in corso
L’Immortale segue le vicende di Manji, un abile samurai dotato di un
enorme potere: nessuno può ucciderlo se non somministrandogli un
raro veleno. In passato Manji ha compiuto degli atti criminali, uccidendo 100 samurai (incluso il marito di sua sorella).
La sua immortalità deriva dal verme Kessen-chu, che vive in simbiosi
con il suo corpo e gli permette di bloccare il naturale processo di invecchiamento rimarginando in poco tempo qualunque ferita inflittagli.
di
Per liberarsi dall’immortalità, Manji dovrà uccidere 1000 “scellerati”.
Daniele Vessella Durante il suo cammino Manji incontra la giovane Rin Asano, unica
sopravvissuta alla strage che gli uomini dell’Itto-Ryu hanno perpetrato
sulla sua famiglia.
La giovane chiede all’abile samurai di aiutarla a vendicarsi, ed egli decide di appoggiarla
soltanto perché lei gli ricorda la defunta sorella. Inizia così la caccia ai membri dell’IttoRyu (trama presa da Wikipedia). Questo manga rasenta la perfezione per le tecniche
di combattimento e gli ambienti che sono molto vicini a quelli di quell’epoca.
Per non parlare dei personaggi: Manji è diventato rude grazie agli eventi che lo hanno
travolto e anche quando potrebbe lasciarsi andare ai sentimenti rimane rozzo, senza
trascendere il suo carattere.
E il cattivo non è veramente un “cattivo”, ha i suoi motivi per agire in quel modo e sono
motivazioni condivisibili, tanto che si patteggia anche per lui. Un fumetto impedibile,
insomma.
Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/
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Langolo del Collezionista
Puzzle
N
on c’è nulla di
meglio di un bel
quadro, magari
d’autore, per vestire
una parete! Ma diciamoci la verità, chi può
permettersi di avere un
di
quadro famoso, come
Letizia Chilelli per esempio la Gioconda, nel proprio salotto o nella camera da letto? Beh.. da
qualche anno tutti, certo non proprio la
Gioconda di Messere Leonardo da Vinci,
ma magari una bella riproduzione e per
di più “costruita” con le nostre mani e
tutto questo grazie al puzzle!
Questo “magico” gioco ci permette, infatti, di avere una nostra personale collezione d’arte grazie alle meravigliose
riproduzioni delle più famose opere dei
più grandi pittori. Non parliamo però solo
di collezioni di riproduzioni di quadri ma
anche di paesaggi, monumenti, animali,
panorami, foto famose, ritratti, carte
geografiche, planisferi, cartoni animati…
e persino di nostre foto che possono essere trasformate in veri e propri puzzle
personalizzati e originali, che quando vengono “assemblati” ci aiutano a ricordare
quel preciso momento, soprattutto se abbiamo la fortuna di rivivere la situazione con
la persona o con le persone che erano insieme a noi nell’istante in cui è stata scattata quella foto.
Il puzzle rilassa, istruisce e perché no, riunisce la famiglia ad esempio pensiamo ai
lunghi pomeriggi invernali freddi e piovosi:
camino acceso, una bella tazza di cioccolata
calda e tutti lì, chini sulla tavola a mettere
a posto i pezzettini, dopo averli accuratamente divisi per colore e per forma, guardando curiosi l’illustrazione che man mano
si crea sotto le nostre mani!
Il puzzle in questi anni è cresciuto, possiamo dire che si è evoluto non solo nelle
immagini, come abbiamo detto prima (in
commercio ci sono anche quelli fluorescenti
e quelli doppi con immagini impresse nella
parte superiore ed inferiore delle tessere),
ma anche nelle dimensioni, sono infatti apparsi da qualche tempo i puzzle tridimensionali con i quali è possibile avere la
riproduzione in scala di alcuni tra i monumenti più famosi del mondo, fino ad arrivare ai puzzle-palla che riproducono spesso
il mappamondo, per non parlare poi di tutti
quegli accorgimenti che ci permettono di
avere un puzzle perfetto: dai pezzi precisi,
tagliati in modo chirurgico fino agli spray e
alle colle che permettono di lucidare e fissare le nostre tesserine in modo tale da non
rovinare i nostri lavori.
Pensiamo poi alla soddisfazione nell’incastrare l’ultima tessera dicendo finalmente:
”Ho finito!” o all’emozione di ammirare la
nostra collezione di “quadri” o delle nostre
riproduzioni di monumenti, i primi appesi
vestiti di una bella cornice, i secondi messi
in bella vista in un angolo della nostra
casa, non c’è dubbio alcuno che diventino
tutti, appunto, veri e propri “oggetti di arredamento”.
Ma quando è nato il puzzle e qual’e la sua
storia? Il primo puzzle risale al 1760,
quando un cartografo e incisore londinese
John Spilsbury decise appunto di inventare questo “magico” gioco definito vero
e proprio rompicapo; i primi vennero realizzati dipingendo l’immagine su di una tavola di legno che poi veniva ritagliato,
grazie ad un piccolo seghetto, in tanti piccoli pezzi; i puzzle dei nostri giorni vengono creati su un foglio di cartone
pressato dove viene incollata una foto che
viene poi ritagliata grazie ad una fustella
con forma molto articolata.
Le dimensioni dei puzzle sono svariate
come svariato è il numero dei pezzi si va
dai 300 (o anche molto meno per i bimbi)
fino ad arrivare ai 32.256, ovvero al puzzle
più grande del mondo prodotto da una
nota casa tedesca e che riproduce le
opere di Keith Haring (1958-1990), artista
della Pop Art.
Prima di salutarci, come sempre, eccovi la
mia nota colorata che dedico all’altra metà
del mio cielo: “ Si può guardare il pezzo di
un puzzle per tre giorni di seguito credendo
di sapere tutto della sua configurazione e
del suo colore, senza aver fatto il minimo
passo avanti: conta solo la possibilità di collegare quel pezzo ad altri pezzi” riflessione
questa del francese Georges Perec (19361982) ne ” La Vita, istruzioni per l’uso”, del
1978, romanzo che comincia proprio con
questa riflessione su quella che viene definita l’arte del puzzle.
(“Storia del puzzle” fonte Wikipedia e siti internet di case produttrici di puzzle.)
Campo de’ fiori
36
Una favola bellissima. Le affiliazioni
A.D. Fabrica - Carbognano. Storia di una piccola società
diventata poi una delle più grandi della nostra provincia
... continua dal numero 99
Di questo triennio che va
dal 2003 al 2006, il ricordo
più bello che porto nel
cuore, oltre a quello di
aver conosciuto il camdi Sergio Piano pione FRANCESCO TOTTI,
è quello di quando dalla
sede centrale delle sue scuole di calcio affiliate, ci arrivò una lettera che ci invitava a
portare i nostri ragazzi a Roma, presso il
Circolo Mediano a Piazzale Clodio, per assistere allo spettacolo.
Preso contatto con il presidente delle scuole
di calcio “Francesco Totti”, confermammo la
nostra adesione all’iniziativa ed organizzammo due pullman per l’evento.
Quel giorno il circo era stracolmo di bambini
e ragazzi che venivano da tutte le scuole di
calcio affiliate che Francesco Totti ha in
varie parti della Regione ma anche d’Italia.
Quando poco prima dell’inizio dello spettacolo lo vedemmo entrare insieme a tutti i
giocatori della Roma, con mogli e figli al seguito, ci fu l’apocalisse. Sia noi che i dirigenti delle altre società, non riuscivamo a
tenere fermi i ragazzi: chi voleva l’autografo, chi voleva farsi fotografare con Francesco e con gli altri calciatori della Roma,
che comunque erano ben protetti da un ottimo servizio d’ordine. Sta di fatto che ve-
dendo quelle scene di entusiasmo, Francesco Totti si alzò dal posto dove era seduto
vicino alla moglie Ilari Blasi ed ai figli, e,
sempre scortato dalla sicurezza, raggiunse
il centro della pista, dove con un microfono
in mano, calmò tutti dicendo che al termine
dello spettacolo ciascuno avrebbero avuto
una sua foto autografata.
Tornata la calma, Francesco spiegò il motivo
per cui ci aveva convocato tutti lì quel
giorno: perché lui insieme a tutti i suoi compagni di strada, avevano acquistato un’autoambulanza modernissima da donare ad
una associazione di volontariato che si occupava di bambini disabili.
Io che stimavo Francesco Totti come calcia-
tore, da quel giorno lo stimo anche come
uomo e mi sentivo orgoglioso di portare il
suo nome sulla tuta della mia società.
Quello è stato forse il più bello di tutti i
giorni passati in società in questi trenta
anni, perché sia noi dirigenti, che i genitori
presenti, che i ragazzi stessi, abbiamo ricevuto una di quelle lezioni che nella vita non
hanno prezzo, una lezione che parla di altruismo e solidarietà. Grazie campioni.
continua sul prossimo numero...
Lezione di vivaismo al Verdeflora per i ragazzi
delle scuole di Fabrica di Roma
Giovedì 7 Febbraio presso il Garden Centre
Verdeflora di Fabrica di Roma, i ragazzi delle
classi III elementari della scuola di Fabrica
di Roma, “S. Giovanni Bosco”, e di Faleri,
“Don Milani”, hanno potuto assistere ad una
piccola ma utilissima lezione sulle basi del
vivaismo, a cura di Danilo Anselmi, tecnico
specializzato, addetto alla produzione nell’azienda “Lazzeri”, leader mondiale nel settore delle giovani piante. Subito dopo, i
bambini, entusiasti, hanno visitato le serre
di produzione, dove loro stessi si sono ci-
mentati nella pratica
della piantumazione in
vaso di gerani. Ciascuno
di loro potrà, poi, continuare a seguire la crescita
del
proprio
geraneo, al quale ha
potuto anche assegnare
un nome e che è stato
etichettato e contraddistinto da codice a barre.
In qualsiasi momento i
bambini potranno tornare a seguire il ciclo
vegetativo nelle varie fasi di coltivazione.
A fine produzione, le piante riprodotte e l’attestato di “coltivatore” saranno consegnati
ai leggittimi “minivivaisti” dagli amministratori locali del comune di Fabrica di Roma, in
occasione dell’evento “Porte Aperte” il 20
Aprile 2013 alle ore 17:00. L’iniziativa è
stata inserita, infatti, nell’ambito del progetto di sensibilizzazione sociale alla cultura
del verde e di valorizzazione delle risorse del
nostro territorio.
Al termine di questa mattinata, ricca di attività ludicodidattiche, teoriche e pratiche,
in ricordo della piacevole esperienza che ha
coinvolto con grande interesse i bambini,
sono stati distribuiti tanti di gadgets colorati
per proseguire il lavoro di “minivivaisti”
anche a casa.
Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
38
Vires meas ingravescente aetate
(Le mie forze si sono indebolite)
Un fulmine si abbatte sulla Cupola di San Pietro
E’
l’11 febbraio 2013, Papa Benedetto
XVI annunzia al mondo la sua decisione: alle ore 20 del prossimo 28
febbraio, egli non sarà più il Sommo Pontefice “Vires meas ingravescente aetate non
iam aptas esse” - Le mie forze si sono indebolite per l’età avanzata. E’ la prima volta
che ciò accade, nell’era moderna, mai un
Papa si era “dimesso”.
Lo stesso giorno su Roma imperversa un
temporale e, a tarda sera, un fulmine si abbatte sulla Cupola di San Pietro, una coincidenza davvero incredibile, per i fedeli è
forse un segno del cielo; le sensazioni sono
di sconcerto, paura, incredulità, l’evento è
fissato da uno scatto fotografico. Poco
prima, appresa la notizia, S.E. Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio,
aveva definito le “dimissioni” del Santo
Padre, “un fulmine a ciel sereno”.
Abbiamo sempre saputo che un Pontefice è
“per sempre” e la tradizione dimostra che
ciò è vero, ma c’è sempre una prima volta,
Benedetto XVI non ha retto, egli non era di
certo un gladiatore di Cristo e nemmeno un
milite tedesco, ma più semplicemente “un
semplice operaio della vigna del Signore”
come ebbe a precisare in occasione della
sua elezione al Soglio Pontificio.
Per la verità non sono molti i Pontefici che
hanno superato in buona salute gli anni di
Papa Benedetto il quale, nella consapevolezza che le forze necessarie per sopportare
i notevoli carichi di lavoro stanno per venir
meno, con alto senso di responsabilità, lascia ad altri il timone della Chiesa. Quanti si
sarebbero comportati come lui?
Dimettendosi il Papa non è “sceso dalla
Croce” come diceva Papa Giovanni Paolo II,
quando affermava che “la Croce del Papato”
si porta fino alla morte; ma in questo caso
lo stesso annunzio in latino, sta a indicare
come queste “dimissioni” siano irreversibili.
Recentemente egli ebbe a dire: “un inquieto
cercatore privo di fede è più vicino a Dio di
un devoto per abitudine, la verità, infatti,
non abita dentro di noi,
nessuno la possiede,
ma è la verità che possiede noi, nessuno detiene il monopolio
della verità e può decidere in nome della
verità e, molto spesso, non ce ne accorgiamo”. Questo uno dei tanti segni che
hanno caratterizzato il suo Pontificato.
Di questo Papa ci mancheranno i suoi
sguardi pieni di dolcezza, sguardi che sembravano volessero dire: “fratelli io sono soltanto un pensatore designato a reggere le
sorti di un Pontificato”. Tommaso Bechet nel
momento in cui veniva assassinato nella sua
Cattedrale pronunzio queste parole: “Dio
com’è pesante la tua Croce”.
Papa Ratzinger non avrebbe mai voluto essere il successore di Pietro, ma la “ingravescente aetate” è soltanto uno dei motivi che
lo fatto portato a questa decisione egli, infatti, durante il lungo Pontificato di Giovanni
Paolo II, quando la sua fama faceva pensare che sarebbe potuto succedere a Papa
Wojtyla, gli aveva più volte chiesto il permesso di ritirarsi a vita privata.
Chi lo conosce bene sostiene che dopo diversi lustri trascorsi in Vaticano, dove si era
trasferito da Monaco nel 1982, avrebbe voluto fare ritorno nella sua Germania per dedicarsi alla scrittura, lasciando ad altri i
gravosi compiti di decano del Collegio Cardinalizio e quello di Prefetto per la fede - l’ex
Sant’Uffizio.
Era quella la vita a cui ambiva, ma Papa
Wojtyla, che lo volle al suo fianco, insistette
perché restasse a Roma conferendogli, in
tal modo, quel prestigio che presto lo
avrebbe portato sul trono di Pietro.
Joseph Ratzinger venne eletto Papa solo
dopo due giorni di Conclave, era il 19 aprile
2005, dopo l’annunzio “Habemus Papam”,
egli si presentò al balcone piuttosto intimidito con l’aria di colui che aveva assistito al
verificarsi dell’evento che più temeva: “fratelli e sorelle, dopo il grande Papa Giovanni
Paolo II, i signori Cardinali hanno scelto me,
un semplice, umile lavoratore della vigna
del Signore”. Queste le sue prime parole da
Pontefice.
Joseph Ratzinger nasce il giorno di sabato Santo dell’anno 1927 a Marktl am
Inn, un paesino della Baviera orientale, il suo babbo è un graduato della
locale gendarmeria e la sua mamma
una cuoca d’albergo.
Allo scoppio della seconda guerra
mondiale Joseph ha soltanto sedici
anni e, secondo la “regola” nazista,
viene arruolato e assegnato all’artiglieria contraerea disposta in difesa del
complesso Bmw, quindi, alle intercettazioni telefoniche e, infine, allo scavo di
trincee. Sconfitta la Germania nazista, viene
fatto prigioniero dagli alleati e recluso per
alcune settimane in un lager.
Corre l’anno 1951 quando Joseph Ratzinger
e il fratello maggiore Georg, vengono ordinati sacerdoti ed è il 1974 quando Papa
Paolo Vi lo nomina Arcivescovo di Monaco
e Frisinga e, poco dopo, Cardinale. Profondamente legato a Papa Wojtyla, avrebbe
preso volentieri il nome del suo predecessore, ma non volendo paragonarsi a Giovanni Paolo II, assume quello di Benedetto
XVI, nome ormai desueto, l’ultimo Papa con
questo nome, Benedetto XV, Giacomo della
Porta, regnò dal 1914 al 1922.
Domani Joseph Ratzinger sarà un “ex Papa”
che vivrà appartato a pochi passi dal suo
successore, egli disporrà di un futuro che
nessuno riesce ad immaginare, almeno nei
dettagli, per esempio non si sa ancora
come sarà chiamato; di certo, dopo un
breve periodo a Castelgandolfo, si trasferirà
nel Convento Mater Ecclesie, un luogo voluto da Papa Wojtyla nel 1994 che ospita le
suore di clausura di quattro diversi Ordini.
Una scelta di vita di tipo conventuale.
La sua giornata sarà scandita da poche elementi: preghiera, scrittura, riflessioni teologiche, a fargli compagnia Ciccio, l’amato
gatto, la musica di Mozart, il pianoforte, i
libri. Papa Benedetto si spoglia dei simboli
del potere ed entra in una Comunità religiosa che fa del silenzio e della discrezione
la sua ragione di vita; un Pontefice che liberamente decide di lasciare il potere supremo per ritirarsi dietro le mura di un
Convento, una sfida affascinate e misteriosa, ma anche una situazione inedita per
la Chiesa di Roma. Cosa ci riserverà il futuro?
Noi tutti, alle ore 20 del prossimo 28 febbraio cercheremo, ancora una volta il suo
sguardo, mentre egli, raggiungendo la sua
solitudine, continuerà a servire la Santa
Chiesa di Dio con una vita interamente dedicata alla preghiera. Di certo pregherà per
noi tutti. Grazie Papa Benedetto.
Riccardo Consoli
Campo de’ fiori
39
Una “Fabrica” di ricordi
Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma
Il mio paese e i suoi angoli più pittoreschi
H
o il piacere di pubblicare questo tema
scritto da un ragazzino del mio paese negli
anni ’70, grazie alla perseveranza della sua maestra,
che l’ha conservato con
di Sandro
amore per tutti questi
Anselmi
anni, insieme a tanti altri
lavori dei suoi alunni. Il
testo semplice, “datato”, esprime la serenità
del tempo, ed il proposito di emigrare che il
fanciullo implicitamente esprime, reca già
tristezza e nostalgia. Oggi è solo rimpianto
per ciò che è stato. Ringrazio di cuore, la signora maestra che ha voluto, però, restare
anonima, sicura che il ragazzo la riconosca.
L’occasione mi ha dato modo di riallacciare
i legami con una persona squisita, oggi assidua lettrice di Campo de’ fiori, da Roma.
Un paese… “Fabrica di Roma”, visto con gli
occhi di un bambino degli anni ’70, alunno
della Scuola Elementare Dante Alighieri.
L’elaborato, qui di seguito trascritto, è stato
conservato con religiosa cura, insieme a
tanti altri ricordi di scuola, dalla sua insegnante che, ora, vuol regalare a Pizzi Fernando (questo il nome dell’alunno), un
momento di celebrità !!!...
“Il mio paese e i suoi
angoli più pittoreschi”
Un piccolo paese con le mura della
Chiesa trafitta da buchi, riparo per
gli innocenti uccellini, scampati
alla furia della recente tempesta,
coperti da sottili veli d’erba che ne
nascondono i segni della vecchiaia.
Con le case che sono rimaste ancora quelle di allora, questo è Fabrica di Roma: un piccolo paese
della provincia di Viterbo, dove io
sono nato e cresciuto, il paese che
amo più di ogni altro; fra le sue
braccia io vivo e gioco. Un piccolo
paese con le strade lastricate a ciottoli, con le crepe sui muri e con una
chiesa, a cui tutti, appena sentiamo il lieto suono della campana,
accorriamo, perché lì tutti ci sentiamo più vicini a Dio.
Anche se è piccolo, il nostro paese
di posti che attirano come una
grandissima calamita la nostra attenzione, la nostra grandissima curiosità ne ha tanti.
C’è la Rocca, il Castello dove si
possono ben vedere due figure scolpite nel granito che sembrano
guardare mute ed eloquenti e sotto
il cui sguardo nessuno passa inos-
servato; poi c’è la piazza, dove io
trascorro molto tempo a giocare tra
le sue braccia amiche.
Altri luoghi belli sono i giardini
pubblici, dove ci si può divertire.
Ma tutti i luoghi sono di un incantevole quasi incredibile fascino.
Io non so quale scegliere, perché
sono tutti luoghi del mio paese in
cui vivo e, quando sarò grande e
non starò più qui, mi ricorderò di
questi suoi angoli, dove ho trascorso le ore più belle della mia infanzia.
Foto Evangelisti
Foto di Bruno Schiano
Foto di Stefano Ioncoli
Foto di E.B.
Foto di Bruno Schiano
Foto di Fotottica Sersali
Foto di Maurizio Antonelli
Foto di Edoardo Civilotti
Foto di Bruno Schiano
Foto di Paola Lustrissimi
Campo de’ fiori
51
LA REDAZIONE DI CAMPO DE FIORI SI ASSOCIA A TUTTI GLI AUGURI!!!
Tanti auguri ad Irmo
Soli che il 23 Gennaio
ha compiuto i suoi
primi 90 anni, dai
figli, nipoti, pronipoti
e parenti tutti.
La redazione di Campo
de’ fiori raddoppia gli
auguri al papà del nostro storico collaboratore Alessandro.
Tantissimi auguri di
buon compleanno a
Francesco Stefanelli
che l’8 Febbraio
ha compiuto 3 anni.
Un bacio grande grande
al nostro leoncino da
mamma Daniela, papà
Marco, i nonni, gli zii
ed i cuginetti.
Tanti auguri ad
Andrea Bacchiocchi
che il 12 marzo
festeggia il suo
compleanno, da
Tiziano, Elisa, Elena
e tutti i parenti.
Buon compleanno a
Maria Trieste
Marini, che il 23 Febbraio compie gli anni!
Ti vogliamo tanto
bene nonna! Dal marito Antonio Pistola,
il figlio Giuseppe Pistola, i nipoti Ares e
Maila Pistola e la
nuora Anna Maria!
Tantissimi auguri alla
nostra grande gioia
Francesco che ha
compiuto 3 anni
l’8 Febbraio.
Con tanto amore da
mamma e papà.
Tanti auguri a
Daniela Bacchiocchi
che il 29 Marzo
compirà gli anni,
da Elisa, Elena,
Tiziano e tutti
i parenti.
Tantissimi
auguri
Tantissimi auguri di
speciali a
buon compleanno ad
Luisa che
Elisa Crescenzi che
il 6 Marzo
compie 9 anni l’11
compie gli
Marzo, da Elena,
anni...
Tiziano e tutti i parenti.
Questo
sarà per
Tanti auguri a Roberto
te un anno speciale...
Viviani che l’11 Febbraio
Tantissimi auguri
AUGURI!!!
ha compiuto 36 anni dalla
di buon compleanno
compagna Alessandra, la
alla nostra
PER I VOSTRI MESSAGGI
mamma Aurelia, i fratelli
piccolina Giulia
DAUGURI SPECIALI
Michele e Giusy, i cognati
Simmini da parte
POTETE UTILIZZARE
Lorena e Diego e i nipoti
dei genitori, del
GRATUITAMENTE
Matteo, Federico e
fratellino
LA NOSTRA RUBRICA!
Cristian.
[email protected]
e dei parenti.....
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Campo de’ fiori
AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
VII RASSEGNA TEATRALE PREMIO “ARCO D’ORO”
Sette spettacoli da non perdere al Teatro Palarte di Fabrica di Roma per decretare i vincitori 2013
È giunta al suo settimo anno la rassegna nazionale di teatro amatoriale organizzata dal
Comune di Fabrica di Roma, in collaborazione con la Pro-loco della cittadina. La manifestazione ha acquistato ormai un indiscusso prestigio. Lo dimostra il fatto che, anche quest’anno, ben 78 compagnie, provenienti da tutte le regioni d’Italia, si sono proposte per
contendersi l’ambito premio “Arco d’Oro” 2013. La preselezione iniziale, che ha portato all’ammissione in fase finale di sette compagnie, è stata alquanto sofferta, e sarà ancor più
difficile per la giuria l’assegnazione dei vari riconoscimenti, a partire dal Premio Miglior
Spettacolo. Ad esso si affiancheranno, tra gli altri, quello del Pubblico, decretato dai voti
che gli spettatori saranno chiamati ad assegnare al termine di ciascuno spettacolo su delle
apposite schede, e quello della Stampa, che, con grande onore, ormai da qualche anno,
è patrocinato proprio dalla nostra rivista. Piuttosto variegata l’offerta che il cartellone offre
agli spettatori, ogni anno sempre più numerosi e soddisfatti, non solo degli spettacoli presentati, ma anche della qualità delle compagnie partecipanti. La rassegna si è aperta Domenica 10 Febbraio, con uno dei più noti drammi del teatro inglese e mondiale: Il
Macbeth di Shakespere, portato sul palco dalla compagna La Zonta di Thiene (Vicenza).
Ottime le interpretazioni, ma anche le musiche, i costumi e la scenografia. A seguire, uno
spettacolo dall’ambientazione più moderna, La visita della vecchia Signora di Durrenmatt, proposto dalla compagnia teatrale Berton di Faenza, per arrivare, poi, ad una
commedia dai toni modernissimi, se si considera che tutti gli equivoci che si susseguono
nascono da Facebook: Non mi dire te l’ho detto di Paolo Caiazzo, interpretata dalla
compagnia Gruppo del Pierrot di Napoli. Tra antico e moderno è, invece, lo spettacolo di
Domenica 3 Marzo: From Medea. Grazia Versani, infatti, propone una rivisitazione
odierna della tragedia greca euripidea. Sarà portata in scena daqlla compagnia I cattivi di
cuore di Imperia. Non poteva mancare il grande Eduardo De Filippo, quest’anno con
Napoli milionaria, interpretata dal Teatro Club di Torre del Greco. A seguire un altro
dramma tutto italiano: Ferdinando di Annibale Ruccello, proposto dalla Compagnia Vulimm Vulà di Pozzuoli. Conclude la rassegna,
Domenica 24 Marzo, una famosissima commedia nostrana: La locandiera di Goldoni, allestita dalla compagnia Teatro stabile di
Treviso. Che dire, ce n’è veramente per tutti i gusti: si parte con il dramma inglese per finire con una commedia italiana. Due autori stranieri
contro cinque italiani. Ma chissà chi sceglierà il pubblico? E per poter contribuire al verdetto finale non bisogna far altro che prendere
posto al Teatro Palarte di Fabrica di Roma nelle prossime domeniche pomeriggio, inizio spettacolo ore 17.30. Appena due ore dedicate ad
una delle arti più antiche e nobili del mondo. Da non perdere, poi, la serata conclusiva delle premiazioni, prevista per Sabato 6
Aprile, dopo la breve pausa pasquale. Ad impreziosire l’attesissimo momento della consegna dei premi, un piacevole spettacolo musicale,
presentato da Claudio Ricci, con la complicità di Carlo Ciaffardini, direttore artistico del Teatro. Approfittiamo di questa bella opportunità
offerta, fortunatamente ormai già da qualche anno, dal Palarte di Fabrica di Roma, per godere ogni tanto di un po’ di buon teatro!
Ermelinda Benedetti
Rassegna teatrale S.P.R.inT. Spettacoli Per Ragazzi “in”
Teatro a Civita Castellana. 16 Febbraio e 1/8/9 Marzo
Nei mesi di febbraio e marzo, si terrà una rassegna teatrale organizzata presso l’Auditorium della Scuola “Suore Francescane”. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Civita Castellana e rivolta a tutte le scuole di ogni ordine e grado, si sostanzia nell’offerta alla
popolazione in età scolastica di una panoramica delle proposte di teatro per ragazzi più
attuali e di qualità. Sono previste delle rappresentazioni adatte alle diverse fasce di età:
la scuola dell’infanzia e alcune classi della scuola primaria assisteranno ad uno spettacolo
di Teatro di Figura, con l’artista LAURA KIBEL “VA DOVE TI PORTA IL PIEDE”.
Le ultime classi della scuola primaria assisteranno ad una lezione-spettacolo della
compagnia DONATI & OLESEN “TEATRO RIDENS” (versione per la primaria). Le
classi della scuola secondaria assisteranno ad una lezione- spettacolo della compagnia DONATI & OLESEN “TEATRO RIDENS” (versione per la scuola secondaria). Con
questi spettacoli si propone di contribuire alla formazione del bagaglio culturale dei bambini e ragazzi coinvolti e di permettergli di assistere a delle rappresentazioni teatrali di
qualità, messe in scena da compagnie di fama europea, senza doversi muovere dalla
propria città.
Desideriamo inoltre dare risalto alla pregevole struttura dell’Auditorium di Santa Chiara,
recentemente ristrutturato, che ospiterà gli spettacoli della rassegna teatrale.
La rappresentazione del 16 febbraio è stata posticipata al 2 marzo per un impegno televisivo della compagnia. La grafica del manifesto qui accanto è stata realizzata da Jacopo
Murru, allievo del Liceo Artistico “U. Midossi” di Civita Castellana che con la sua creatività
ha saputo cogliere lo spirito della manifestazione.
S.P.R.inT.Scuola Suore Francescane
Direttore Artistico Roberta De Angelis
Campo de’ fiori
AGENDA
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Tutti gli appuntamenti più importanti
BLACK SOUL GOSPEL CHOIR IN “VOCI PER LA CARITA’ ”
QUANDO LA PREGHIERA E LA SOLIDARIETA’ SI UNISCONO ALLA MUSICA
Il 18 Febbraio al Teatro Ghione di Roma si assiste per la prima volta al tentativo
di un Consiglio Pastorale di uscire dai limiti della propria Parrocchia per realizzare
progetti caritativi mediante l’offerta ai suoi parrocchiani ed al pubblico romano,
di una serata dedicata alla musica gospel intitolata “Voci per la carità“. La validità del progetto e la buona fede dell’iniziativa ha visto il patrocinio di moltissime
istituzioni religiose tra cui la Diocesi, la Caritas, il Pontificio Consiglio per la Nuova
Evangelizzazione, Radio Vaticana ed altre. Un grande plauso al Parroco Padre
Paolo Maiello di San Gregorio VII Papa, che ha sempre creduto, fin dal suo
primo insediamento, otto anni fa, al coinvolgimento totale delle famiglie e dei residenti nella zona della parrocchia a
far parte attiva della comunità. E così
grazie al Consiglio Pastorale, a Paola
Fabrizi al Prof. Marco Brusati, Direttore Generale di Hope - rete internazionale di servizio alla Chiesa
nei settori della musica e dello spettacolo - il progetto poteva essere
realizzato. Il Black Soul Gospel
Choir è un coro formato da 25 coristi accompagnati da una band formata da 7 musicisti uniti tutti
Il nostro inviato intervista il Parroco
dall’amore per il genere Gospel. Formatosi nel 1998 ha cantato più volte
davanti al Santo Padre Giovanni
Paolo II nel 2000 a Tor Vergata e
negli incontri di Papa Benedetto XVI
con i giovani nel 2007 a Loreto, nel
2008 a Cagliari e nella Festa della Famiglia svoltasi a Milano. San Gregorio VII è una delle
Parrocchie più popolose e più vicine a San Pietro ed il Consiglio Pastorale è formato da 40
persone divise in 5 Commissioni quali la Caritas, la Famiglia, Liturgia e Catechesi, Giovani,
Animazione e Relazioni Esterne che da tanti anni lavorano in simbiosi. Infatti questa idea di
unione e partecipazione in favore dei meno fortunati è sempre stata nell’ideale base di ogni
progetto del Consiglio e speriamo che questo del Ghione sia soltanto il primo di tantissimi
altri eventi in cui l’ideale cristiano si sposa con la musica e lo spettacolo.
Parrocchia Gregorio VII
Sandro Alessi
Dal 15 al 17 Marzo alla Fortezza da Basso
la prima edizione di VerdeFirenze.
Quest’anno a Firenze la primavera arriva in anticipo con VerdeFirenze, la
mostra mercato dedicata al giardino ed ai prodotti naturali che si terrà dal 15
al 17 marzo nei 3.000 mq del padiglione Arsenale alla Fortezza.
Dal 15 al 17 marzo a Firenze - presso il padiglione Arsenale della Fortezza
da Basso - la primavera arriva in anticipo con la prima edizione di VerdeFirenze, la mostra mercato dedicata a tutto quanto ruota intorno al giardino e
che, con i suoi 3000 mq espositivi, si propone di diventare il punto di incontro
per eccellenza tra gli operatori interessati ad affacciarsi o a consolidare la propria presenza sul mercato del centro Italia, gli appassionati del settore e tutti
coloro che trovano nel “verde” un modo per rilassarsi ed impiegare il proprio
tempo libero.
La Mostra è aperta a tutti: anche gli appassionati e i collezionisti più esigenti
potranno “scovarvi” prodotti, piante e una vasta scelta di idee da ammirare e
portarsi a casa. Saranno rappresentate tutte le maggiori categorie di piante,
dalle piante da frutto e da interno, ai bonsai e alle orchidee. Oltre alle offerte
dei migliori vivaisti, VerdeFirenze presenterà anche arredi da giardino, prodotti biologici, spezie, oggettistica a tema ed editoria specializzata. Collaterali
alla mostra mercato, una serie di iniziative che proporranno ai visitatori spazi
new age ed una esibizione musicale che sarà realizzata con “talenti in erba”.
Le aziende, gli operatori e gli appassionati interessati possono trovare ulteriori
informazioni su VerdeFirenze visitando il sito internet www.verdefirenze.it o
contattando la segreteria organizzativa dell’evento ([email protected] - [email protected]).
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Campo de’ fiori
LE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORI
IDENTITA’ E VALORE IL SECONDO TASSELLO
DELLA TRILOGIA DEL PROF. MARSICOLA
Perché si nientifica? Perché si sminuisce? Perché si tende sempre a sottovalutare quello
che l’altro pensa, dice o fa? Perché vogliamo apparire più intelligenti, più ricchi, più importanti ed influenti degli altri? Prima risposta: “perché nonostante gli sforzi che ciascuno fa,
non approda che difficilmente a un’idea dell’intero”. Stabilire le motivazioni di questi comportamenti che, peraltro, sono assai diffusi, almeno nel nostro Paese, è certamente propedeutico al discorso che ho voluto affrontare e svolgere, ma è anche decisivo per
aiutare tutti e ciascuno a fare il punto della situazione. La prima
cosa che mi viene da rispondere a tutte le domande che sopra
ho posto è la seguente: si vuole apparire quel che non si è perché si teme comunque di essere inadeguati....
Un dialogo filosofico-politico sulla crisi, che può anche essere
rappresentato a teatro (commedia in atto unico).
Il primo di una serie di discorsi volti a dare un nuovo impulso al
dibattito culturale nel nostro Paese, giusto viatico per una ripresa in ogni
campo e settore produttivo.Utile per chi avesse a cuore un reale
rinnovamento della Politica e delle Istituzioni.
Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo
è un libro unico nel suo genere.
Un manuale guida per cercare di arginare questo male dilagante!
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presso la nostra redazione. Potete anche ordinarlo versando l’importo di  10.00,
sul c/c postale n. 42315580, intestato ad Associazione Accademia Internazionale d’Italia.
E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli insegnanti, che possono inserirlo nel
P.O.F. d’Istituto e nella programmazione educativa annuale del docente, ma anche per i
genitori e per tutti gli educatori sociali.
L’apparenza, a volte, è la maschera perfetta di una realtà ben diversa. L’incontro con un giovane che racconta di essere
quello che non è, stravolgerà, almeno temporaneamente, la vita di una famiglia perbene, che si offre di accoglierlo ed
ospitarlo. La fine di un vecchio amore da parte del protagonista, per la nascita di uno nuovo e non ricambiato, spezzerà
il cuore della giovane che lo aspettava da tempo e spaventerà l’ingenua fanciulla, che diventa l’oggetto di un suo desiderio morboso. La descrizione accurata e particolareggiata che l’autore fa della storia, rende la narrazione coinvolgente
ed intrigante. Sembra di essere lì presenti, e, quasi come spettatori di una rappresentazione teatrale, i lettori possono
immaginare i personaggi muoversi su di un palcoscenico ben allestito. Una storia ambientata in un tempo neanche
troppo lontano, che ci ricorda i racconti dei nostri nonni di campagna.
Ermelinda Benedetti
NOTA DELL’EDITORE
In questo romanzo Augusto Stefanucci narra il sentimento morboso e mortale di un personaggio fantastico della sua
Fabrica di altri tempi. La scrittura bella e diretta tratta la forza dell’egoismo di un amore ossessionato, che fa ineluttabilmente scivolare nella disperazione e nel dramma il protagonista. Qui c’è tormento, ambiguità e violenza, ma sopratSandro Anselmi
tutto amor fatale!
A.I.D.I.
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LE NOSTRE EDIZIONI POTRANNO FARLI CONOSCERE A TUTTI
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Campo de’ fiori
URGENTISSIMO! BELLA, cagnetta
meticcia salvata dalla catena
quando ancora era cucciola, con
conseguenti problemi comportamentali (inutile nasconderlo!)oggi in
parte risolti (va a guinzaglio, sale in
macchina, fa bisogni fuori), ha bisogno di una grattatina sulla pancia
per tranquillizzarsi. Nata a Maggio
2012 pesa 14 Kg, sterilizzata e vaccinata. Si trova in provincia di Viterbo. Aspetta solo Te!
0761.574291 - 393.3120915
Paulie è stato trovato il 07/04/2012 a
Montefiascone (VT), vagava incurante
delle macchine che gli sfrecciavano
accanto. Piccola-media taglia (circa
12-13 kg), giovane, abituato a stare
in casa, educato e molto affettuoso,
buono con gli altri cani e con i gatti.
Cerca vecchio o nuovo proprietario.
Silvia 328.5424120.
ALBANO LAZIALE (ROMA)
URGENTISSIMOOOOOO
Sono SISSI meticcetta a pelo raso, di
taglia medio/piccola, di circa 2 anni e
qualche mese, sterilizzata e in perfetta
salute (tutti i vaccini fatti!). Provengo
da un canile e sono vissuta fino ad
oggi in una famiglia che mi vuole bene
ma che non riesce a
gestirmi: infatti, sono
moltoooooooo
vivaceeeeeeee URGENTISSIMO! Devo
assolutamente trovare casa (magari con un
giardinetto dove scorrazzare e spendere
energie!). 3403809866 [email protected]
Sollecitati da diversi nostri lettori, lanciamo un
appello a tutti i possessori di cani affinchè
li tengano al giunzaglio quando si trovano a
passeggiare in luoghi pubblici, per evitare
spiacevoli, imprevedibili incidenti.
55
Siamo 2 cuccioli di circa 6 mesi,
maschi, nati da mamma Labrador pura
e papà Pluto, cerchiamo urgentemente
una famiglia. Vogliamo crescere fuori
da questo recinto troppo piccolo.
Siamo a Civita Castellana,
chiamate Silvia 338.7357799
Provincia di Viterbo.
Meredith è stata trovata accoccolata in
uno scatolone, in una sera di pioggia.
Abituata al contatto umano si è fatta
prendere senza problemi! Era stanca,
affamata, infreddolita... Cerca una
famiglia speciale per lei! Meredith avrà
7/8 mesi, bella come il sole
e dolcissima!! Si affida sterilizzata e testata, con firma moduli
di adozione e controlli nel tempo. Per info e adozione
Alessia 347.6040758 o Anna 347.6113511
Sono POLDO e sono stato abbandonato dai miei ex
proprietari anni fa.
Vivo per strada da parecchio, ma ultimamente
essendo molto triste non mangio più e qualcuno
mi caccia anche via. Avrei bisogno di una cuccia in
una casa amorevole...
Sono dolce ed affettuoso. Tel. 349.3843353,
mi trovo a Faleria (VT)
URGENTISSIMO!!!!!
Provincia di VITERBO
(Lazio). FABRICA DI
ROMA - Queste 2
piccole cagnette
-inseparabili- non possono più stare
dove si trovano attualmente (in famiglia). Hanno circa 1 anno e 5 mesi quindi piu di cosi non crescono,
taglia piccola ...Se pensate di fare un gesto d’amore adottatele insieme
(perchè oggi vivono ancora insieme!) Quella chiara si chiama KIRA e
quella scura BRICIOLA: non sono carine? Sono buonissime, anche con i
bambini...Pensateci seriamente. (Magari in zona e INSIEME)
Eleonora 3463334813
Campo de’ fiori
C' è qualcuno che si riconosce in questa vecchia foto? Forse anni '48/’49, scuola elementare mista Sassacci.
Scriveteci a [email protected] o telefonate allo 0761.513117.
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Campo de’ fiori
Album d
Campo de’ fiori
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dei ricordi
Campo de’ fiori
Civita Castellana. Anni ‘70. Famiglia Baldi Antonio.
In piedi da dx: Antenore, Torquato, Raffaele, Fabiola, Italia, Leda, Maria, Ottavia. Seduti: Antonio Baldi e Argentina Callimaci.
Civita Cstellana.
Carnevale anni ‘70.
Pina Muscogiuri,
Giorgio Testalepre,
Giovanna Cimarra.
Campo de’ fiori
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Campo de’ fiori
Album d
Campo de’ fiori
Civita Castellana.
Aula Consiliare del Palazzo Comunale.
Anni ‘70.
Da sx: Enrico Minio
mentre consegna un vaso
di ceramica artistica locale
ad Aldo Moro.
Campo de’ fiori
Corchiano.
Fine anni ‘40.
Lisa Nardone ed Ernesto Di Giuseppe.
dei ricordi
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Firenze. Anni ‘80. Da sx: Massimo Ricci sugli attenti al passaggio del Presidente della Repubblica F. Cossiga
e del Presidente del Consiglio G. Spadolini.
Campo de’ fiori
Magliano Sabina.
Boxe Maglianese 1979.
Giuseppe Pistola e
Luciano Di Genova.
Foto di Marco Menechelli
Delegato regionale CONI/ACSI
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anziani, lavori domestici. Automunita. Zona Civita Castellana e paesi limitrofi. Massima serietà
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Corchiano, Fabrica di Roma, Civta Castellana.
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Oriolo, Bracciano. Angela 329.8427385.
- UOMO 59ENNE cerca lavoro come giardiniere, ortolano, pittore e piccole riparazioni in
muratura. Tel. 331.8753786.
- SIGNORA 54ENNE cerca lavoro come badante ad ore o intera giornata. Tel.
328.3151913.
- CERCO LAVORO COME BABY-SITTER, pulizie, aiutante pizzeria, donna di compagnia per
anziani e lavori simili. Max serietà. Tel.
388.8078033.
- CERCO LAVORO COME BADANTE anche
lungo orario. Cell. 338.4394101
- LAUREATA, CERCA LAVORO COME babysitter o aiuto compiti (ragazzi delle elementari,
medie e superiori, latino, italiano e filosofia).
Eserienza pregressa. Tel. 327.3667841.
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Tel. 339.7069529.
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Tel. 329.3973464
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domestica nella provincia di Viterbo. Pulisco,
lavo, stiro e cucino. Tel. 338.6227425
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sitter, assistenza anziani diurna lungo orario.
Aiuto cuoco, cameriera e altro. Max serietà. Tel.
388.9230479 - 0761.518199
- SIGNORA 41ENNE RUMENA cerca lavoro
come baby sitter, pulizie e lavori domestici, assistenza per persone anziane. Con referenze. Patentata e automunita. Tel. 388.8300290
- CERCO LAVORO ad ore, per orario pomeridiano, come baby sitter, collaboratrice domestica
ed altro. Automunita. Tel. 388.9314500
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in animazione per bambini, centri estivi con assistenza notturna, cerca lavoro come baby-sitter,
barista, cameriera fine settimana (disponibile
anche la domenica), commessa e altro. Tel.
329.5671830.
- TRENTADUENNE ITALIANA cerca lavoro
come stiratrice, pulizie, baby sitter... Zona Civita
Castellana. Tel. 327.6193755
- ISTRUTTRICE di equitazione e messa in sella
di bambini per maneggio di Fabrica di Roma. Michele 329 0494441.
- RAGAZZO 19 ENNE cerca lavoro come commesso, cameriere o altro. Serio ed onesto. Zona
Roma Nord. Tel. 393.5548562 - 06.90109011.
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domestici di qualsiasi genere, anche di cucina.
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anziane sole o come baby sitter. Zona Civita Castellana e paesi vicini. Tel. 347.4016708.
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come apprendista meccanico, idraulico, falegname, operaio, barista. Automunito. Tel.
0761.517882.
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notte, baby-sitter, con referenze, 46 anni. Tel.
328.5699510.
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lungo orario. Zona Faleria, Rignano, Civita Castellana. Tel. 0761.587979 o.p.
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assistente domiciliare e mansioni varie. Zona Anguillara, Bracciano, Cesano, Olgiata. Tel.
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Disponibilità per Viterbo e provincia. Max serietà.
Francesca 328.8084740.
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COMMITTENTE: NOME................................................COGNOME..............................................Via...............................................................
Città......................................................Tel...................................Firma................................................................
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Campo de’ fiori
Oroscopo di Febbraio
by Cosmo
ARIETE (21 Marzo - 20
Aprile) Si apre una fase in cui
progetti, amori e collaborazioni divengono o posson divenire tutt’uno. Cercate di
essere
meno
irascibili.
L’amore va a gonfie. Importanti opportunità
provenienti dal mondo delle comunicazioni.
Profitti e guadagni quale provento di buone
relazioni sociali coltivate saggiamente. Opportunità, avanzamenti professionali ed incontri
originali
TORO (21 Aprile - 20 Maggio) Grandi rivoluzioni nella
vostra vita sentimentale. Soprattutto per quanto riguarda aspettative e modi.
E’ arrivato il momento per
dar retta al proprio intuito. Ogni vostra
espressione emotiva tende a farsi più intensa
e tutto sembra potersi realizzare. Maggior
empatica con il partner. Feeling a atmosfere
erotiche. Nuova energia positiva.
GEMELLI (21 Maggio - 21
Giugno) Amore, guadagni e
successo. Puntate dritto
verso tutto ciò che è originale e creativo. Andate a
colpo sicuro. Non fatevi condizionare da ansie fuori luogo. Guardatevi
dentro. Promozioni ed occasioni inaspettate
per creativi ed artisti. Grandi pportunità professionali, grazie anche alle vostre capacità
comunicative al culmine. Si accende la passione.
CANCRO (22 Giugno - 22
Luglio) Se siete determinati
e credete in quello che dite,
potete raggiungere qualunque obiettivo. Se riuscirete a
controllare la vostra irascibilità e così la vostra
ansia potrete godervi il fuoco della passione.
Siete investiti da una improvvisa voglia di libertà e di trasgressione. Ottima energia fisica,
grande lucidità mentale.
LEONE (23 Luglio - 23 Agosto) Calo della concentrazione. L’amore dirige le
vostre giornate facendovi
tralasciare ogni altra incombenza. Periodo ideale per
vedere esaltate le proprie capacità seduttive.
Vita lavorativa colorata da competizioni accese e inaspettate. La libertà e l’indipendenza
del partner continua ad urtar il vostro amor
proprio. Buoni affari.
VERGINE (24 Agosto - 23
Settembre) Non fatevi prendere da dubbi o da ansie
immotivate. Fate una cosa
alla volta. Possibili passioni
ed infatuazioni improvvise.
Controllate la vostra rabbia, ma colpite chi
merita d’esser colpito. Scaricatevi attraverso
uno sport. State attenti a quello che dite soprattutto quanto vi trovate al centro di una situazione di lavoro. E’ il momento buono per
concedervi un po’ di riposo. .
BILANCIA (24 Settembre
- 23 Ottobre) Colpi di fulmine ed improvvise attrazioni fisiche. Esperienze
emotive ed amorose di una
certa rilevanza, potrete finalmente veder realizzato un vostro sogno
d’amore. Amor a gonfie vele. Movimenti e
tensioni con i colleghi di lavoro, non siate
troppo esigenti. Creatività alle stelle. In vista
promozioni, opportunità e successo. Attenti
agli imprevisti.
SCORPIONE (24 Ottobre
- 22 Novembre) E’ il momento adatto per impegnarvi in qualcosa di più
profondo…che possa accontentare ed arricchire la
vostra spiritualità. Cambiamenti in ambito lavorativo. E’ il momento buono per portare a
termine una trattativa professionale. Ottimo
l’amore ma attenti ai momenti di tensione.
SAGITTARIO (23 Novembre - 21 Dicembre) Febbraio inizia alla grande.
Novità in arrivo, si apre una
fese importante per la vostra sentimentale. Alcuni incontri sembrano metter in discussione la
vostra vita ufficiale. Momento ideale per dar
retta al proprio genio creativo. State attenti a
non parlar troppo all’interno del vostro ambiente professionale.
CAPRICORNO (22 Dicembre - 20 Gennaio) E’ ora di
cambiare per quanto riguarda il proprio solito giro di
amicizie. Date retta al vostro
intuito. Scaricatevi attraverso
uno sport acquatico. Questi giorni di fine febbraio sono da dedicarsi al lavoro e al guadagno. Favorevoli in ogni situazione riuscite ad
aver la giusta ispirazione. Se siete in politica,
potete andare alla grande. Fatevi fautori di un
progetto.
ACQUARIO (21 Gennaio 18/19 Febbraio) Alla grande
amori e colpi di fulmine. Situazioni inaspettate favorite:
fidanzamenti e matrimoni
grazie. Novità sentimentali. L’amore vi fa belli.
Situazioni propizie per la professione. Grazie
alla vostra creatività state andando incontro
a nuove situazioni di guadagno. Grandi avanzamenti professionali e situazioni inaspettate.
Siate rivoluzionari e più decisi.
PESCI (19/20 Febbraio 20 Marzo) Avrete un improvviso interesse per tutto
ciò che possa arricchire il
vostro spirito. State attenti
a non farvi prendere da
una Luna un po’ storta. Sarete irritabili se vi
trovate a fare cose che non vi piacciono. La
vostra vita sentimentale si arricchisce di
aspetti insoliti. Il periodo si fa caldo e ricco
di incontri, nuovi stimoli ed opportunità.
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ERRATA CORRIGE.
Sul precedente numero di Campo de fiori (n.99 - Gennaio 2013), nellarticolo a
pag. 32 “Giubileo eucaristico (2013-2014) a Bolsena ed Orvieto” di Secondiano
Zeroli, è stato erroneamente trascritto il termine “iconoclasticamente” in luogo di
“icasticamente”. Ci scusiamo con lautore e con i lettori.
C a m p o d e’ f i o r i
l a r i v i s t a p iù l e tt a e d a m a t a . ..
Ab bo n a t i a nc h e t u ! ( Coup on a p ag . 34)
Campo de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello, Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo, Montefiascone, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla, Blera, Monte Romano,
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Campo de’ fiori
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