scheda progetto per l`impiego di volontari in servizio civile in italia ente
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(Allegato 1) SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto:Arci Servizio Civile Nazionale Informazioni aggiuntive per i cittadini: Sede centrale: Indirizzo: Via Monti di Pietralata 16, 00157 Roma Tel: 0641734392 Fax 0641796224 Email: [email protected] Sito Internet: www.arciserviziocivile.it Associazione locale dell’ente accreditato a cui far pervenire la domanda: UISP Comitato Regionale Sardegna Indirizzo: viale Trieste 69, 09123 Cagliari (CA) Email: [email protected] Sito Internet: http://www.uisp.it/sardegna/ Rappresentante legale UISP Sardegna – Presidente- Salvatore Farina Responsabile informazione e selezione dell’Associazione Locale: Vincenzo Donadio, Piera Frittelli Associazione locale dell’ente accreditato a cui far pervenire la domanda: UISP Comitato territoriale di Sassari Indirizzo: via Zanfarino 8, 07100 Sassari (SS) Email: [email protected] Sito Internet: http://www.uisp.it/sassari Rappresentante legale UISP Sassari – Presidente- Maria Pina Casula Responsabile informazione e selezione dell’Associazione Locale: Vincenzo Donadio, Piera Frittelli 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: NZ00345 Albo Nazionale – Ente di I classe CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: Una finestra sul mondo 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: Educazione e Promozione culturale Area di intervento: Educazione ai diritti del cittadino Codifica: E06 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: 6.1 Area d’intervento Il presente progetto si colloca nell’ambito dell’educazione ai diritti del cittadino. Il progetto mira a sensibilizzare e formare giovani circa l’importanza di crearsi un futuro, di acquisire delle competenze e più in generale di ampliare e costruire la propria cultura, la quale è a pieno titolo un diritto di tutti i cittadini e risulta fondamentale per gettare le basi di una società migliore. “Conoscere” permette di agire e sperimentare più consapevolmente, permette di affinare un senso critico costruttivo e propositivo. Il presente progetto vuole promuovere la sensibilizzazione alla cultura della cooperazione internazionale, della solidarietà tra popoli e della pace. Ci si soffermerà più nello specifico all’interno della cooperazione decentrata, quale approccio più vicino al territorio e alla popolazione. Accanto alla cooperazione tradizionale condotta dai governi centrali, si sviluppa una nuova modalità di cooperazione allo sviluppo, focalizzata sugli attori del territorio: la “cooperazione decentrata” definita dal Ministero degli Affari Esteri italiano (MAE)1 come «l’azione di cooperazione allo sviluppo svolta dalle autonomie locali, singolarmente o in consorzio tra di loro, anche con il concorso delle espressioni della società civile organizzata del territorio di relativa competenza amministrativa, attuata in rapporto di partenariato prioritariamente con le omologhe istituzioni dei Paesi in via di sviluppo favorendo la partecipazione attiva delle diverse componenti rappresentative della società civile dei Paesi partner nel processo decisionale finalizzato allo sviluppo sostenibile del loro territorio». La Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs)2 , riconosce infatti a questa forma innovativa di aiuto allo sviluppo, basata su partnernariati territoriali e caratterizzata dall’ampia partecipazione popolare e dalla reciprocità dei benefici, una propria specificità ed un rilevante valore aggiunto rispetto sia alla cooperazione governativa che a quella non governativa (Ong), soprattutto nei settori della lotta alla povertà e all’esclusione sociale e della promozione della democrazia. Inoltre, promuovendo lo sviluppo economico locale, la cooperazione decentrata è in grado di creare l’ambiente favorevole all’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. La cooperazione decentrata si presenta come un nuovo approccio alla cooperazione internazionale allo sviluppo, che ha come riferimento un ambito territoriale circoscritto e parte da un sistema di collegamento diretto tra attori che costituiscono l’espressione più ampia possibile del tessuto sociale, politico, economico e culturale locale. All'interno di questo tipo di cooperazione si creano quindi delle reti, alle quali partecipano 1 Cfr.: Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (2000), Linee di indirizzo e modalità di attuazione della collaborazione della DGCS con le Regioni e gli Enti locali, documento approvato nel marzo 2000 dal Comitato Direzionale per la Cooperazione allo Sviluppo. 2 L’organizzazione delle attività di Cooperazione allo Sviluppo, componente essenziale della politica internazionale dell'Italia, fa parte dei compiti del Ministero degli Affari Esteri (Mae). rappresentanti dei tre settori: imprenditoriale, no profit e pubblico La cooperazione decentrata mira a : stimolare la formulazione e la gestione dei processi di sviluppo da parte degli attori decentrati coinvolti, in modo che i programmi di cooperazione si concentrino sulle priorità locali e si realizzino attraverso dinamiche partecipative; creare uno "sviluppo territoriale integrato" coinvolgendo attivamente tutti i soggetti rappresentativi di un territorio e valorizzandone le diverse capacità ed esperienze; superare la logica “donatore-ricevente” attraverso un rapporto circolare che veda i partner in un rapporto di paritarietà e reciprocità. Caratteri distintivi della cooperazione decentrata sono quindi: La territorialità Le dinamiche partecipative La pluralità e la diversa natura degli attori coinvolti uniti in un partenariato Il lungo periodo delle relazioni di partenariato 6.2 Contesto territoriale Per la Sardegna, come per le altre Regioni, il percorso verso l’affermazione di una politica regionale dell’aiuto coerente, integrata ed efficace, fondata sulla partecipazione e il dialogo fra tutti i soggetti coinvolti è ancora, inevitabilmente, un percorso sperimentale, di apprendimento continuo e di ricerca di nuove metodologie di interazione e di intervento. A tale motivo la Regione Sardegna si è dotata di una propria normativa in materia di cooperazione decentrata con la Legge 11 aprile 1996, n. 19 “Norme in materia di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e di collaborazione internazionale”. La legge, che ha come fine la promozione della cultura della pace e della solidarietà tra i popoli, in particolare nella regione mediterranea, disciplina, in conformità con la legislazione statale e con gli atti comunitari ed internazionali, gli ambiti di intervento, le attività, le iniziative di cooperazione con i paesi in via di sviluppo e il loro sostegno economico finanziario da parte della regione stessa. Per analizzare più dettagliatamente il contesto territoriale nel quale si inserisce questo progetto è bene partire da tre documenti ufficiali della Regione Sardegna: “LA COOPERAZIONE DECENTRATA IN SARDEGNA – Ricerca valutativa sull'azione regionale dal 1996 al 2010”3 risalente a Marzo 2012; “Legge Regionale n°19/96 – Norme in materia di cooperazione con i paesi in via di sviluppo e di collaborazione internazionale – ANALISI DEI PROGETTI COFINANZIATI DAL 1996 AL 2006”4 risalente a Luglio 2008 e “PARTECIPARE PER COOPERARE TRA TERRITORI NEL MONDO I RISULTATI DI UN PERCORSO DI PARTECIPAZIONE PER LA CREAZIONE DEL SISTEMA SARDO PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE”5 . Questi tre lavori prendono come quadro di riferimento e principale strumento di incentivazione per l’aiuto regionale pubblico allo sviluppo proprio la Legge regionale 11 aprile 1996, n. 19 3 Il suddetto lavoro di analisi valutativa dell’intervento regionale in materia di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo è stato svolto nel quadro delle attività di valutazione condotte dal Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici (NVVIP) della Regione Autonoma della Sardegna, costituito ai sensi della Legge 144 del 17 maggio 1999. 4 A cura della Regione Sardegna, Servizio affari comunitari ed internazionali – Settore cooperazione internazionale 5 A cura del CESPI (Centro Studi di Politica Internazionale) – Andrea Stocchiero, 2012. 6 L’azione regionale in materia di cooperazione allo sviluppo non figura nemmeno integrata nei Programmi Regionali di Sviluppo (PRS) adottati in fase di avvio delle diverse legislature con la finalità di riunire in un’unica cornice strategica le politiche di sviluppo e i programmi da adottare. 7 Iniziative a contributo (interventi indiretti): rientrano in questa classificazione le iniziative avanzate dai soggetti indicati all’art. 3 della Legge 19/96, selezionate e finanziate a seguito di bando pubblico. I dati sui finanziamenti erogati per iniziative a contributo sono stati desunti dagli elenchi ufficiali dei progetti ammessi forniti dal Servizio affari comunitari ed internazionali della Presidenza della Regione. Per i progetti finanziati dal 1996 al 2004 si è fatto riferimento alla voce "contributo erogato"; per quelli finanziati dal 2005 al 2007, gli importi corrispondono al contributo regionale erogato, al netto di revoche e rimborsi, al 31 agosto 2011; infine, per i progetti finanziati a seguito dei bandi emanati nel 2009 e 2010, trattandosi per lo più di progetti in corso, l'importo considerato corrisponde al "contributo concesso". analizzandone punti di forza e criticità nell’ottica di migliorare l’aspetto strategico della programmazione e degli interventi regionali in materia di cooperazione internazionale. Grazie alla Legge regionale n. 19/96, attraverso una serie di bandi emanati annualmente, nell’arco temporale compreso fra il 1996 e il 2010 la Regione ha finanziato 673 progetti, attuati in 74 differenti Paesi da parte di università, istituti di ricerca, organizzazioni non governative, associazioni di volontariato, enti locali, imprese private. Nel periodo considerato, è possibile riconoscere due distinte fasi, caratterizzate da impostazioni programmatiche differenti: il periodo 1996-2004, in cui l’Amministrazione regionale, attraverso il finanziamento di un gran numero di interventi, ha privilegiato il sostegno ai soggetti operanti sul territorio regionale nel campo della cooperazione allo sviluppo; il periodo 2005-2010, in cui la Regione, nel quadro di più ampie scelte strategiche relative alla propria azione internazionale, ha inteso concentrare il proprio sostegno su pochi, qualificati progetti e sulla costruzione di partenariati territoriali, sia a livello regionale che con omologhe istituzioni dei Paesi esteri; una terza fase, avviata di recente e tuttora in corso, vede la Sardegna impegnata nella realizzazione di un sistema regionale della cooperazione decentrata, basato sul dialogo con gli attori locali e sull’inquadramento dell’azione regionale rispetto alle altre iniziative di cooperazione attuate sul suo territorio, ai principi e ai criteri di efficacia dell’aiuto definiti in sede nazionale e internazionale. Tale processo di revisione strategica e programmatica dell’assistenza regionale allo sviluppo è supportato da tre iniziative, portate avanti parallelamente dal Servizio Affari Internazionali della Presidenza della Giunta regionale: i) l’organizzazione di momenti di ascolto e confronto con i diversi soggetti territoriali impegnati attivamente in azioni di cooperazione, attraverso un ciclo di seminari condotti con la collaborazione del CeSPI (Centro Studi di Politica Internazionale) ii) la costituzione di un Tavolo regionale della Cooperazione decentrata in cui elaborare una visione condivisa del sistema della cooperazione decentrata in Sardegna; iii) l’affidamento al Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici (NVVIP) della Sardegna di una ricerca valutativa sull’azione regionale in materia di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo dall’approvazione della Legge regionale n. 19/96. L’avvio di percorsi di apprendimento e condivisione con i soggetti pubblici e privati operanti in tema di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e l’istituzionalizzazione di momenti di consultazione e coinvolgimento mirano a rafforzare i legami fra la Regione e il suo territorio e ad incoraggiare la partecipazione attiva nella definizione di principi, criteri e strumenti della cooperazione. E’ proprio in tale contesto che intende inserirsi il progetto presentato. Dall’analisi svolta dal NVVIP, la cooperazione regionale allo sviluppo risulta attuata principalmente attraverso due strumenti: l’adesione, nell’ambito della partecipazione regionale ad iniziative promosse dalla DGCS del MAE (art. 2, comma 1), al “Programma di sostegno alla cooperazione regionale”; e il finanziamento di proposte di iniziativa avanzate dagli enti locali e da soggetti pubblici e privati operanti sul territorio regionale nelle attività di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo (art. 3, comma 1). Il “Programma di sostegno alla cooperazione regionale” avviato dal MAE nel dicembre 2004, si pone come obiettivo generale il rafforzamento delle competenze e delle capacità di cooperazione interistituzionale del MAE e delle Regioni, nell’ambito dei processi di apertura internazionale dei territori verso i Balcani occidentali e la sponda sud del Mediteranno. Il Programma, finanziato dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), si è tradotto nella stipula, il 2 dicembre 2005, degli Accordi di Programma Quadro “APQ Paesi del Mediterraneo”, che vede la Sardegna capofila, e “APQ Paesi dei Balcani”, cui la Regione partecipa in qualità di partner. Il finanziamento delle iniziative presentate da attori del territorio è invece avvenuto attraverso l’emanazione, a partire dal 1996, di bandi pubblici approvati con deliberazione della Giunta regionale. Modalità questa che risulta essere quella principale di intervento adottata dalla Regione per dare attuazione alle disposizioni contenute nel Capo I della Legge regionale n. 19/96, ovvero il finanziamento di iniziative di cooperazione allo sviluppo presentate dagli attori del territorio. E’ doveroso premettere che il Consiglio regionale non ha infatti mai impartito indirizzi e direttive, né la Giunta regionale ha mai adottato documenti programmatici, quali programmi o piani, annuali o pluriennali, finalizzati ad orientare, organizzare e gestire in maniera organica la propria azione di cooperazione allo sviluppo6. Tuttavia è ugualmente doveroso ammettere che, come precedentemente detto, è in atto un sensibile cambiamento dell’orientamento operativo strategico della Regione Sardegna. Riportiamo da una parte i dati dei progetti finanziati dalla Regione dal 1996 al 2006 e dall’altra le nuove tendenze strategiche dal 2005 al 2010. Dal 1996 (anno di promulgazione della L. Reg. 19/96) al 2006 sono stati finanziati un totale di 647 progetti per un ammontare complessivo di contributi assegnati pari a 12.089.613€. La seguente tabella da un’idea più chiara sul numero dei progetti finanziati, le risorse totali erogate nell’anno di riferimento e il contributo medio assegnato ad ogni progetto. Tabella 1 – Contributo medio erogato periodo 1996 – 2006 ANNO NUM. DI PROGETTI RISORSE EROGATE COFINANZIATI 14 € 660.548 1996 47 € 1.072.939 1997 43 €757.126 1998 78 € 1.797.270 1999 88 € 1.374.345 2000 73 € 1.154.521 2001 89 € 1.406.415 2002 109 € 1.248.000 2003 87 € 1.035.000 2004 9 € 796.015 2005 10 € 787.435 2006 CONTRIBUTO MEDIO € 47.182 €22.828 € 17.608 € 23.042 € 15.618 € 15.892 € 15.802 € 11.450 € 11.897 € 88.446 € 78.743 Questi dati mostrano come dal 2005 il numero dei progetti finanziati dai bandi ha subito un significativo cambiamento di tendenza a seguito delle modifiche relative alla dimensione finanziaria richiesta per la presentazione di ciascun progetto. Si noti infatti che si è notevolmente abbassato il numero di progetti finanziati ma è cresciuto in modo esponenziale il contributo medio assegnato (si noti che la media relativa al contributo medio erogato dei 10 anni presi in considerazione è di € 16.730). Per quanto riguarda le risorse totali erogate dalla Regione i dati finanziari evidenziano a partire dal 2002 una progressiva diminuzione delle risorse finanziarie assegnate, tuttavia però non diminuisce nei due anni successivi il numero dei progetti finanziati (89 nel 2002, 109 nel 2003 e 87 nel 2004). Risulta altrettanto interessante mostrare l’eccessiva frammentazione delle risorse erogate durante il periodo di programmazione preso in considerazione e i seguenti grafici lo dimostrano: Grafico 1 - Ripartizione dei progetti per classi di contributo erogato (valori assoluti) 600 500 512 400 300 200 100 101 16 15 3 0 € 0‐25.000 € 25.001‐50.000 € 50.001‐75.000€ 75.001‐100.000 > € 100.000 In ascisse sono stati suddivisi i 647 progetti finanziati nel periodo 1996-2006 in base all’ammontare del contributo del quale hanno beneficiato. Com’è visivamente dimostrato vi è una fortissima concentrazione di progetti nella prima classe da €. 0 a € 25.000 mentre solo il 0,46% dei progetti supera i 100.000€ di contributo. La frammentazione delle risorse è ancora più evidente nel seguente grafico che mostra come all’interno della prima fascia del precedente grafico, quella che mostra i 512 progetti che hanno ricevuto un contributo non superiore ai 25.000€, 370 progetti (una quota importante) non supera i 15.000€ di contributo. Grafico 2 – Ripartizione dei progetti appartenenti alla classe € 0-25.000 200 150 174 160 100 50 92 36 50 0 Passiamo ad analizzare i cambiamenti rispetto all’ultimo quinquennio analizzato (2005-2010). Tabella 2 – Risorse erogate per iniziative a contributo7 nel periodo 1996-2010 (in euro) Risorse erogate per iniziative a contributo Importo medio annuo dei finanziamenti erogati Numero progetti finanziati Numero medio progetti anno Importo medio dei finanziamenti per progetto Stanziamento per progetti a contributo 1996-2004 2005-2010 1996-2010 10.366.721 3.432.004 13.798.725 1.151.858 686.401 919.915 627 46 673 70 7,7 44,87 16.534 74.609 20.503 nr 3.950.000 La drastica diminuzione a partire dal 2005 dei finanziamenti erogati dalla Regione per progetti di cooperazione decentrata selezionati tramite bando è da attribuirsi, non tanto a una diminuzione dei fondi stanziati in bilancio sulla Legge regionale n. 19/96, quanto alla necessità di allocare risorse per gli adempimenti derivanti dalla partecipazione della Sardegna al Programma comunitario ENPI e agli APQ “Mediterraneo” e “Balcani”. Alla diminuzione delle risorse erogate non corrisponde specularmente una diminuzione del numero dei progetti finanziati, che, come mostra il Grafico sottostante, si mantiene molto elevato dal 1999 al 2004 (87 progetti in media l’anno), per poi crollare drasticamente nel 2005, quando l’Amministrazione sceglie di finanziare solo interventi di grande entità, portando sia il costo minimo di ciascun progetto sia il contributo massimo erogabile a 100.000,00 euro. Con una media di 7-8 progetti l’anno, nella nuova fase di programmazione 2005-2010 sale anche, fino a ultra quadruplicare, l’importo medio erogato per singolo progetto. Grafico 2 – Andamento del numero di progetti finanziati Passando ad analizzare i soggetti proponenti e più nello specifico i soggetti capofila, bisogna ricordare che la L.reg. 19/96 al comma 2 lettera b) dell’art. 58 indica quali sono i soggetti ammessi a presentare proposte per la realizzazione dei progetti. La nostra analisi individua 3 diversi periodi (1996-2010 e 1996-2004 e 2005-2010) e 5 categorie di Soggetti proponenti così suddivisi: Università (Facoltà, Dipartimenti, Centri Interdipartimentali), Enti pubblici-locali (rientrano anche aziende sanitarie/ospedaliere ed organizzazioni internazionali), Imprese, Associazioni di volontariato e ONG (comprese anche Fondazioni, Centri Missionari Diocesani e le Associazioni Nazionali) e Istituti di Ricerca. Tabella 3 – Risorse erogate per iniziative a contributo (in euro) alle diverse categorie di soggetti TIPOLOGIA SOGGETTO CAPOFILA Associazioni/ONG DI 1996-2004 % 2005-2010 % 1996-2010 % 2.766.388 26,7% 1.070.038 31,2% 3.836.426 27,8% Enti pubblici e locali 866.569 8,4% 521.833 15,2% 1.388.402 10,1% Imprese 1.481.363 14,3% 366.315 10,7% 1.847.678 13,4% Istituti di ricerca 142.242 1,4% 288.651 8,4% 430.893 3,1% Università di Cagliari 2.921.470 28,2% 603.034 17,6% 3.524.504 25,5% Università di Sassari 2.188.689 21,1% 582.132 17,0% 2.770.821 20,1% TOTALE 10.366.721 3.432.003 13.798.725 Le quote percentuali di finanziamenti erogati alle diverse categorie di soggetti nel primo periodo di programmazione trovano una loro giustificazione nelle modalità di selezione adottate anche per compensare il venir meno di altre opportunità di finanziamento destinate alle attività scientifiche degli atenei sardi9; si è, infatti, sempre ricercato un equilibrio nel sostegno finanziario concesso a ciascuna delle due università regionali (Cagliari e Sassari) e al mondo delle associazioni. Questa logica di ripartizione delle risorse fra soggetti, a prescindere dai progetti, permane anche nella seconda fase di programmazione, con la differenza 8 “ b) previa convenzione con enti locali, organizzazioni non governative associazioni di volontariato riconosciute ai sensi della legge regionale13 settembre 1993, n. 39, operanti in base al proprio statuto nel campo della cooperazione allo sviluppo, Università , enti ed istituzioni di ricerca ed imprese aventi sede nella Regione” 9 In particolare, il non rifinanziamento dei programmi di ricerca e di formazione realizzati dalle Università della Sardegna in favore dei paesi in via di sviluppo, previsto dall’art. 14 della Legge regionale 28 settembre 1990, n. 43 Finanziamenti in favore dei settori della sanità, dei trasporti e di altre attività, nonché disposizioni integrative alla Legge regionale 22 gennaio 1990, n. 1. che mentre nella fase 1996-2004 il peso di ciascuna università regionale è più o meno equivalente a quello delle associazioni/ONG, nella seconda fase le risorse erogate si ripartiscono più o meno equamente fra le due categorie di soggetti (università e associazioni/ONG). Per quanto riguarda il numero di progetti cofinanziati in relazione ai soggetti proponenti, vediamo la seguente tabella: Tabella 4 - Progetti finanziati per tipologia di soggetti beneficiari TIPOLOGIA DI SOGGETTO CAPOFILA Associazioni/ONG Enti pubblici e locali Imprese Università e Istituti di ricerca TOTALE 1996-2004 % 2005-2010 % 1996-2010 % 139 26 52 410 22,2 4,1 8,3 65,4 14 9 5 18 30,4 19,6 10,9 39,1 153 35 57 428 22,8 5,2 8,5 63,6 627 46 673 Questa tabella dimostra che la forbice fra gli enti con vocazione alla ricerca scientifica (università e istituti di ricerca) e le associazioni/ONG, molto ampia nella fase 1996-2004 (il rapporto è esattamente di 3 a 1), si riduce ma rimane comunque, anche nella seconda fase, a vantaggio della categoria università/istituti di ricerca; e che nella seconda fase, gli enti locali/enti pubblici presentano in qualità di capofila una percentuale di progetti quattro volte superiore rispetto al periodo precedente, a fronte di un ammontare di contributi ricevuti che semplicemente raddoppia. Passiamo all’analisi delle macro-aree geografiche alle quali sono stati destinati i progetti. E’ possibile affermare che dei 647 progetti cofinanziati la maggior parte si localizza nel Bacino del Mediterraneo (293 progetti, pari a circa il 45%) e in Africa10 (150 progetti, pari a circa il 23%). Anche analizzando le risorse erogate si dimostra come vi è una netta predominanza dell’area mediterranea. Tabella 5 –Risorse erogate per aree geografiche nel periodo 1996-2010 (in valore eurpo e in %) AREA GEOGRAFICA Bacino Mediterraneo Africa America Latina Balcani Asia Europa Orientale Multizona TOTALE 1996-2004 5.031.712,9 2.385.077,5 1.615.169,4 424.904,1 408.203,0 53.471,0 448.182,9 10.366.720,8 % 48,5% 23,0% 15,6% 4,1% 3,9% 2005-2010 1.349.075,6 1.562.892,6 % 39,3% 45,5% 322.008,6 103.027,0 9,4% 3,0% 4,3% 95.000,0 3.432.003,8 2,8% 1996-2010 6.380.788,5 3.947.970,0 1.615.169,4 746.912,7 511.230,0 53.471,0 543.182,9 13.798.724,6 % 46,2% 28,6% 11,7% 5,4% 3,7% 0,4% 3,9% Come si può osservare, nell’intero periodo di programmazione, l’area Mediterranea assorbe la maggior quota dei finanziamenti erogati, che è pari al 46,2%, se si considerano unicamente i Paesi delle sponda sud ed est (Maghreb e Mashrek) del Bacino del Mediterraneo, mentre sale al 51,6% se si includono nella macroarea anche i Balcani. L’Africa sub sahariana è la seconda macroarea di destinazione degli interventi, la terza è l’America Latina che tuttavia viene abbandonata nella seconda fase di programmazione. L’Asia incide minimamente, di un 3,7%, nonostante la scelta dell’Amministrazione di destinare a questa macroarea, nei bandi 2006 e 2007, rispettivamente, il 30% e il 10% dello stanziamento complessivo. Anche la presenza dell’Europa orientale è minima, ed è legata al sostegno dato ad un’unica associazione presente in Moldavia e Bielorussia. Nella seconda fase, però, in controtendenza rispetto alla scelta strategica affermata nei bandi di 10 Tutti i Paesi africani esclusi quelli della zona Nord che si affacciano sul Mediterraneo) sostenere le politiche europee di buon vicinato (PEV), le risorse finanziarie destinate al Mediterraneo diminuiscono di una quota pari al 9% se si prendono a riferimento i soli Paesi delle sponde sud ed est, e del 5% se si include nel Mediterraneo anche l’area Balcanica, che da sola cresce più del doppio (dal 4,3 al 10,9%). In compenso, l’Africa sub sahariana conosce nella stessa fase un incremento di risorse pari al 97%, una quota che più o meno corrisponde alle risorse perse dal Mediterraneo e dall’America Latina. Concludiamo quest’analisi statistica analizzando nel periodo 1996-2006 i macro – settori d’intervento dei progetti finanziati, individuando determinati ambiti tematici. Tabella 5 – Totale progetti cofinanziati e ripartizione delle risorse erogate suddivisi per macro-settore di intervento MACRO-SETTORI DI INTERVENTO PROGETTI FINANZIATI (valore ass.) PROGETTI FINANZIATI (valore %) RISORSE EROGATE (valore ass.) RISORSE EROGATE (valore %) Sostegno all’istruzione e alla formazione del capitale umano 199 30,76% € 3.355.341 27,75% Sanità e servizi sociali 132 20,40% € 2.486.138 20,56% Ambiente e valorizzazione delle risorse naturali 130 20,09% € 2.184.582 18,07% Sviluppo economico e sociale 90 13,91% € 1.930.107 15,97% Valorizzaz. dei beni culturali e promozione del dialogo interculturale 55 8,50% € 1.163.217 9,62% Plurisettoriale 41 6,34% € 970.229 8,03% 647 100% € 12.089.614 100% TOTALE Come emerge dalla soprastante tabella la maggior parte dei progetti cofinanziati, ben 199 su 647, riguardano iniziative inerenti il settore “Sostegno all’istruzione e alla formazione del capitale umano”, ciò è sicuramente rinvenibile nel fatto che essendo le Università i maggiori soggetti beneficiari dei contributi abbiano una certa propensione a soddisfare bisogni formativi e/o progetti di ricerca, assorbendo quasi il 28% dei finanziamenti totali. Seguono i progetti nel campo della “Sanità e dei sevizi sociali” (con il 20,40% dei progetti totali e il 20,56% dei contributi erogati). E’ interessante rilevare come questi due ambiti tematici rappresentino quasi il 50% dei contributi totali erogati, pari a € 5.841.479. Dall’analisi emerge anche che la dimensione finanziaria dei progetti relativi al settore “Sviluppo socio-economico” è maggiore rispetto a quella registrata per i tre settori principali così come per il settore “Valorizzazione dei beni culturali e promozione del dialogo interculturale”; l’impegno finanziario per la realizzazione di tali attività è, infatti, relativamente modesto se paragonato alle azioni inerenti il tema dello sviluppo socio-economico. 6.3 Criticità e/o bisogni del territorio Critica 5) Difficoltà di reale collaborazione e Numero di attori istituzionali e organizzazioni sinergia tra soggetti privati e tra soggetti pubblici e private coinvolte nella rete e nello specifico nei privati progetti che verranno proposti 6.4 Identificazione dei destinatari I destinatari del progetto saranno i cittadini e più in generale il territorio (sia straniero che locale) nel quale verranno implementati gli interventi di sensibilizzazione e operativi in tema di cooperazione internazionale che saranno sviluppati durante il periodo del progetto. 6.5 Individuazione beneficiari indiretti I soggetti indiretti sono rappresentati da tutti quei cittadini (famiglie, enti locali e ONG/associazioni partner) che pur non venendo direttamente coinvolti, trarranno beneficio dalle attività progettuali predisposte nel loro territorio, nonché l’UISP in termini di nuove competenze, opportunità e collaborazioni che cresceranno all’interno dell’associazione e, ovviamente i volontari che grazie a quest’esperienza amplieranno e rafforzeranno le loro competenze, acquisendo un ruolo professionale riconosciuto che sia spendibile anche alla fine del periodo del servizio civile. 6.5.1 Soggetto attuatore – UISP Sardegna e UISP Sassari L'Uisp (Unione Italiana Sport Per tutti) è l'associazione di sport per tutti che ha l'obiettivo di estendere il diritto allo sport a tutti i cittadini: in una sola parola Sportpertutti. Un vocabolo nuovo che rappresenta la nostra identità, dove al centro di tutto c'è il soggetto, il cittadino, le donne e gli uomini di ogni età, ciascuno con i propri diritti, le proprie motivazioni, le proprie differenze da riconoscere e da valorizzare: le diverse età, le abilità, le disabilità, le differenze sessuali, le diverse motivazioni alla pratica sportiva. Il diritto alla pratica sportiva rientra tra i diritti di cittadinanza da garantire e legittimare a pieno titolo a livello legislativo: il diritto di tutti i cittadini alla pratica motoria, inteso come strumento per la formazione costante della persona e come bene che interessa la salute e la qualità della vita. L'UISP da oltre sessant'anni anni combatte le disuguaglianze sociali, credendo fermamente che lo sport debba essere un momento d'inclusione, non di esclusione, che aiuta la socializzazione e migliora la vita di chi lo pratica. Per questo vogliamo essere promotori di uno sport dove la competizione esiste, ma è "a misura" dell'uomo e dell'ambiente che lo circonda, piuttosto che legato alla logica del primato a tutti i costi e della prestazione assoluta. Per tale ragione l'UISP, si promuove nel territorio come un'associazione vicina alla gente grazie ad un distribuzione capillare dei comitati e la promozione di attività che rispondano alle esigenze reali delle zone in cui vengono proposte. CHE COSA FACCIAMO? Di tutto lo sport che si pratica, solo una parte è legale. La nostra mission è dimostrare che "un altro sport è possibile". L'UISP con tutte le sue attività ed iniziative vuole dimostrare che lo sport può essere di tutti se si libera dai rigidi schemi culturali che lo legano al raggiungimento di record e alte prestazioni. Il vero sport moderno è quello che è sempre work in progress, perché cerca nuovi modi, nuove forme, nuove regole e nuove forme di attività sportiva praticabili da tutti, anche da chi non ha una condizione fisica ottimale e che non ha bisogno di grandi impianti sportivi. La pratica sportiva infatti deve essere SOSTENIBILE, modellata sul soggetto ma compatibile al tempo stesso con l'ambiente e la società, perché il suo fine è quello di promuovere la salute e il benessere fisico e mentale. Inoltre lo Sportpertutti ha anche un valore sociale e per questo negli anni si è consolidato il rapporto tra le grandi iniziative dell'UISP e la solidarietà. Lo sport è un valido mezzo per favorire la socializzazione tra persone differenti e al tempo stesso sensibilizzare l'opinione pubblica su temi come la tutela della salute, dell'ambiente e dei diritti umani. Sportpertutti quelli che corrono, saltano, nuotano, giocano, insieme o da soli, negli impianti tradizionali o in ambiente naturale, per raggiungere una meta che non sarà la meta uguale per tutti, ma è la loro meta, il loro traguardo. 6.5.2 Partner La convinzione che il lavoro di squadra e la messe in rete di diverse competenze rappresentano un valore aggiunto per la buona riuscita di un progetto è dimostrato dalla collaborazione coi seguenti partners, coi quali costantemente collaboriamo e coi quali condividiamo i valori e i principi etici che accompagnano il nostro lavoro: Mine Vaganti NGO (MVNGO), ha 3 uffici (Olbia, Sassari e Tempio Pausania) e basi operative in tutto il Nord della Sardegna. Il team di lavoro, nato nel 2009, è formato da professionisti e presta opera di supporto e consulenza per enti pubblici e privati nell’ideazione, scrittura ed implementazione di progetti internazionali. Dalla collaborazione con diverse realtà locali sono state realizzate varie iniziative finanziate da programmi comunitari. Lo stesso gruppo di lavoro ha successivamente costituito un’APS nel 2011 che all’estero, per comodità, utilizza l’acronimo MVNGO. L’obiettivo principale di MVNGO è quello di promuovere la mobilità europea e di sensibilizzare i cittadini europei al tema dell’inclusione sociale tramite l’utilizzo dell’educazione non formale. Promuove: il dialogo interculturale, lo Sport nella sua valenza educativa, il rispetto ambientale e le Green Skill. Questi strumenti vengono utilizzati per favorire l’integrazione (particolare attenzione viene riservata alla disabilità e all’inclusione sociale delle minoranze) e promuovere una cittadinanza attiva che sia il punto di partenza per una nuova coscienza civica europea. Sin dal 2009 il gruppo di lavoro è stato molto attivo in vari programmi comunitari tra i quali Lifelong Learning Programme (Leonardo da Vinci, Grundtvig e Comenius), Youth in Action, Culture, Media, European Youth Foundation, Europe for Citizens, Progress, Life+, IEE, FP7, programmi delle Nazioni Unite (UNDEF) e di prestigiose fondazioni quali Anna Lindh and Japan Foundation. Vantano ormai un know how ed una buona esperienza nell’euro-progettazione, come dimostrano i progetti già realizzati e le proposte progettuali in corso. Il Board crede fermamente nella forza delle relazioni tra pari e nell’educare attraverso l’educazione non formale, ormai riconosciuta in tutta Europa. Dal 2009 i componenti del Board partecipano a diverse iniziative: scambi culturali, seminari, corsi di formazione, iniziative giovanili e per adulti che aiutano a sviluppare una fitta e ricca rete di partner in tutta Europa. Da 5 anni, MVNGO offre l’opportunità a tutti i giovani di età compresa tra i 15 e i 30 anni di poter viaggiare per l’Europa nell’ambito delle esperienze di scambio culturale. IO PUO’ a.s.d.r.c.p.s., è una costola del Comitato UISP Sassari e nasce dalla necessità di creare attività rivolte alle persone disabili. Si batte fortemente per l’inclusione e l’integrazione attraverso attività di basket, nuoto, calcio, escursionismo, arrampicata promuovendo concretamente lo sportpertutti. Viene istituita con l’intento di dare un’identità a un gruppo di ragazzi diversamente abili (e agli educatori che li sostengono), i quali da tempo praticano diverse discipline sportive integrandosi nel tessuto sociale proprio grazie allo sport. L’associazione promuove il miglioramento della qualità della vita di ragazzi con handicap intellettivo e ritardo mentale e delle loro famiglie. Promuove, inoltre, la pratica sportiva come diritto di cittadinanza in quanto strumento di benessere individuale e collettivo. Tutto ciò è patrimonio dell’Unione Europea e sancito nel Libro Bianco sullo Sport del 2007 determinandone istituzionalmente il valore sociale. Le attività che favoriscono tale integrazione e la partecipazione di questi cittadini alla vita collettiva della comunità, con particolare riferimento allo sport, risultano quindi fondamentali LOTUS A.S.D.C.R. – Il centro Lotus nasce nel 2010 dalla pluriennale esperienza professionale di diverse figure riabilitative in ambito psicomotorio, pedagogico clinico e psicoeducativo. Lo scopo di mettere insieme queste risorse trova le sue radici nel desiderio di offrire uno spazio adeguato e qualitativamente eccellente nell'ambito della realizzazione di servizi specifici rivolti a persone con handicap (in particolare bambini, ragazzi e adulti con Disturbi dello Spettro Autistico, Disturbi Psicomotori, Disabilità Visive) e in supporto alle loro famiglie. Le figure che lavorano presso la nostra struttura sono pedagogisti clinici, educatori professionali, psicomotricisti funzionali, terapisti della riabilitazione neuro psicomotoria, logopedisti, tecnici della riabilitazione psichiatrica, assistenti alle autonomie. Il lavoro di tutti gli operatori si intreccia in modo globale prendendo in carico la famiglia dell'utente a partire dall'invio da parte dei servizi di neuropsichiatria presso il nostro centro, prendendo cura di tale inserimento attraverso colloqui con i genitori, neuropsichiatri, insegnanti e figure educative di riferimento. Dopo i primi colloqui vengono proposte diverse valutazioni che vanno ad osservare le diverse aree di sviluppo - attraverso specifici test - e che si soffermano sugli aspetti cognitivi, motori, emotivi, sociali e relazionali. Attraverso ciò che emerge da queste approfondite valutazioni, viene sviluppato, e condiviso con la famiglia, uno specifico programma di intervento che si propone di agire sinergicamente in tutti gli aspetti osservati. Gli interventi riabilitativi si rivolgono a bambini in età precoce (dai 18 mesi), fino all'età adulta, in armonia con l'idea di educazione continua e individualizzata. Ciò che ci caratterizza è l'intenzione di supporto a 360 gradi, sia per quanto riguarda il sostegno alle famiglie (attraverso l'intervento domiciliare e il coinvolgimento in tutte le attività che vengono proposte), il confronto periodico con gli insegnanti (attraverso colloqui e intervento all'interno della scuola), e il lavoro in rete con tutte le figure sanitarie ed educative che ruotano attorno ad ogni singolo utente. Dal 2012, dato l’aumento di inserimenti, si è posta in essere l’esigenza di differenziare gli aspetti prettamente educativi da quelli psicomotori e sportivi creando così un’ associazione di tipo dilettantistico sportivo e ludico ricreativa. L’ ASDCR LOTUS in sinergia con le attività del Centro Lotus, si occupa di programmare e attuare tutto il settore dello sviluppo psicomotorio e sportivo. Come avviene nella sfera educativa, anche in questo caso vengono fatte delle valutazioni Psicomotorie di ingresso con dei Test standardizzati e riconosciuti, dopo di che si programmerà il tipo di intervento che potrà essere di tipo individuale o di gruppo in base alle specifiche esigenze della persona. Le metodologie applicate sono anche esse in funzione delle esigenze e delle diagnosi 7) Obiettivi del progetto: L’obiettivo generale del presente progetto è quello di articolare efficacemente un settore all’interno dell’associazione che si occupi di cooperazione internazionale. 7.1 Gli obiettivi di cambiamento generati dalle criticità e bisogni indicati nel 6.3 CRITICITA’/BISOGNI OBIETTIVI Criticità 1) Poca sensibilizzazione e scarsa Obiettivo 1.1 Creare presupposti per il informazione circa il tema della cooperazione rafforzamento di una cultura etica, aperta al codecentrata. sviluppo e al dialogo interculturale, di sensibilizzazione del territorio e attraverso una metodica attività educativa/formativa diretta soprattutto ai giovani Criticità 2) Necessità di creare o rafforzare “luoghi Obiettivo 2.1 Creare e rafforzare luoghi virtuali e virtuali” di comunicazione. non di comunicazione che avvantaggino l’interazione tra vari attori presenti nel territorio fornendo informazioni aggiornate in tempo reale Criticità 3) Necessità di formare e far crescere Obiettivo 3.1 Favorire la nascita di ruoli programmazione di medio – lungo periodo attraverso micro progetti e progetti più strategici in collaborazione con altri attori nei territori nei quali sono già in essere progetti di cooperazione e nuovi territori che verranno individuati anche attraverso i rapporti e i contatti ongoing delle associazioni partners Critica 5) Difficoltà di reale collaborazione e Obiettivo 5.1 Valorizzare rapporti esistenti nati per sinergia tra soggetti privati e tra soggetti pubblici e rispondere ad esigenze reali creando collegamenti privati tra i partner dei partner per poter in questo modo allargare la rete tematiche e geografiche specifiche 7.2 Gli obiettivi sopra indicati con gli indicatori del 6.3 alla conclusione del progetto OBIETTIVI Obiettivo 1.1 Creare presupposti per il rafforzamento di una cultura etica, aperta al cosviluppo ed al dialogo interculturale, di sensibilizzazione del territorio ed attraverso una metodica attività educativa/formativa diretta soprattutto ai giovani Obiettivo 2.1 Creare e rafforzare luoghi virtuali e non di comunicazione che avvantaggino l’interazione tra vari attori presenti nel territorio fornendo informazioni aggiornate Obiettivo 3.1 Favorire la nascita di ruoli professionali nel mondo della cooperazione e più specificatamente all’interno della nostra associazione (ruoli che siano spendibili per l’inserimento nel mondo del lavoro) Obiettivo 4.1 Strutturare e sviluppare una programmazione di medio – lungo periodo attraverso micro progetti e progetti più strategici in collaborazione con altri attori Obiettivo 5.1 Valorizzare rapporti esistenti nati per rispondere ad esigenze reali creando collegamenti tra i partner dei partner per poter in questo modo allargare la rete INDICATORI Ind. 1.1 Numero di soggetti target di azioni di sensibilizzazione. Ind. 2.1 Numero di pagine e articoli on line (nello specifico sui social network) che vengono create per aiutare lo scambio e l’interazione tra gli attori del settore Ind. 3.1 Numero di persone che lavorano attivamente in progetti di cooperazione internazionale all’interno dell’UISP e delle associazioni partner Ind. 4.1 Numero di progetti di cooperazione che vengono presentati dal comitato UISP regionale in partenariato con altre organizzazioni Ind. 5.1 Numero di attori istituzionali e organizzazioni private coinvolte nella rete e nello specifico nei progetti che verranno proposti 7.3 Il confronto tra situazione di partenza e obiettivi di arrivo INDICATORI Ind. 1.1 Numero di soggetti target di azioni di sensibilizzazione. EX ANTE EX POST 6 100 (operatori già impegnati in (tra operatori dello staff progetti di cooperazione tecnico, volontari del SC, all’interno operatori/volontari dell’UISP dell’associazione) e delle associazioni partner, soci e dirigenti, altro) Ind. 2.1 Numero di pagine e articoli on line (nello specifico sui social network) che vengono create per aiutare lo scambio e l’interazione tra gli attori del settore. Ind. 3.1 Numero di persone che lavorano attivamente in progetti di 3 50 cooperazione internazionale all’interno dell’associazione. Ind. 4.1 Numero di progetti di cooperazione che vengono presentati dal comitato UISP regionale in partenariato con altre organizzazioni Ind. 5.1 Numero di attori istituzionali e organizzazioni private coinvolte nella rete e nello specifico nei progetti che verranno proposti 6 8 1 3 5 12 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: Premessa Negli ultimi tempi il Comitato UISP Regione Sardegna sente forte l’esigenza di strutturare al suo interno un settore che si occupi in modo costante di cooperazione internazionale. Lo staff tecnico sarà composto da vari operatori UISP che grazie alle loro competenze eterogenee già operano nell’associazione rivestendo ruoli differenti. Lo staff verrà così affiancato dai giovani volontari che prenderanno parte a questo progetto, i quali non solo prenderanno parte alla vita associativa promotrice della cittadinanza attiva, ma acquisiranno anche esperienze e competenze concrete che potranno essere spese nel futuro inserimento nel mondo del lavoro. La consapevolezza dell’importanza di mettere in piedi un progetto del genere risiede in due motivi fondamentali: il primo nasce dall’esperienza recentemente maturata in questo ambito, l’UISP Sardegna infatti è parte integrante di un progetto attualmente in corso in Libano nato per formare operatori che lavorano con il disagio mentale. Il progetto inizialmente finanziato dall’Ufficio per la Cooperazione del Ministero degli Esteri e attualmente cofinanziato da un contributo della Regione Sardegna11 mira a combattere la grave condizione di isolamento e di esclusione sociale delle persone con disabilità psichica e mentale in Libano, promuovendo l’attività motoria e psico-motoria nella cura dei pazienti affiancandola alle terapie farmacologiche. Il comitato UISP Sardegna, al quale è stata affidata la gestione futura di tale progetto in partenariato con l’Ufficio di cooperazione internazionale dell’ambasciata italiana in Libano, ha già inviato finora 4 formatori (1 educatore professionale del Dipartimento di Salute mentale di Sassari con cui l’Uisp collabora, 1 insegnante e 1 tecnico sportivo) a Beirut, un team di professionisti che ha visto la partecipazione agli incontri organizzati gli operatori di Al Fanar (l’ospedale psichiatrico, situato nella località di Zahrani, nel sud del Libano, che ha in cura circa 2.000 pazienti, di cui 250 risiedono stabilmente nell’ospedale) e del Ghassan Kanafani Foundation (che lavora con giovani dai 3 ai 30 anni con disabilità di vario genere nel campo Palestinese di Ein El Helwe) i quali grazie alla formazione ricevuta hanno già attivato nuovi percorsi riabilitativi basati sullo sport. Quest’esperienza, positivamente riuscita, ha fatto crescere all’interno dell’Uisp Sardegna la consapevolezza che la predisposizione di un settore che si occupi di promuovere e sostenere iniziative di aiuto umanitario e di cooperazione allo sviluppo sia un modo per crescere e ampliare i propri orizzonti d’azione e di vedute. Affermando che l’idea di cooperazione “decentrata” sia quella che meglio si sposa ai propri valori, il comitato UISP Sardegna (grazie all’aiuto dei comitati di Sassari e di Cagliari) decide di mettere in campo quello che di più forte possiede: il valore dello sportpertutti, credendo fermamente nello sport come strumento di sviluppo e di integrazione, come veicolo di comunicazione e di convivenza e come strumento di supporto ai processi educativi in atto nei paesi in via di sviluppo. Attraverso lo sport (nell’attività ludica e in genere) si trasmettono valori e “regole condivise” che vengono applicate alla vita quotidiana. Il presente progetto mira alla creazione di uno staff tecnico che si occupi in maniera continuativa non solo dei progetti di cooperazione già in essere ma che abbia l’obiettivo di ideare e implementare nuovi interventi in nuovi territori. Lo staff sarà composto da professionisti e operatori già inseriti all’interno dell’associazione e che già hanno preso parte a progetti di cooperazione internazionale, ai quali saranno affiancati i giovani volontari partecipanti al SCN. Punto di forza del team che si vuole creare è l’eterogeneità delle competenze che si intende inserire. Lo staff deve essere in grado di occuparsi di tutto il percorso sia progettuale che d’implementazione e valutazione degli interventi che si vogliono attuare. Sarà tuttavia necessario pensare a ruoli ben definiti e nello specifico il team deve prevedere diversi incarichi professionali al suo interno necessari sia alla realizzazione delle attività sia anche all’inserimento attivo nel mondo del lavoro (a cominciare dagli enti non profit): progettisti (i quali si occuperanno di seguire il progetto in fase di ideazione, stesura, presentazione, nonché di controllare e verificare l’operato dello staff, la qualità del servizio, la coerenza col progetto e con gli obiettivi organizzativi, mantenere contatti continuativi con istituzioni pubbliche e private, attori locali e internazionali), esperti in comunicazione (i quali promuoveranno e diffonderanno, sul territorio, l’identità dell’impresa per cui operano e nello specifico di questo progetto, per quanto concerne, ad esempio la storia, la mission, gli obiettivi, i valori e gli aspetti caratteristici e distintivi), tecnici sportivi, educatori e animatori ludico-sportivi (i quali trasmettono le proprie competenze ed esperienze oltre sviluppando gli aspetti più strettamente operativi ad operatori che lavorano in altre realtà similari all nostra, condividendone valori ed obiettivi). Il macro-settore d’intervento delle iniziative che si vogliono sviluppare è il sostegno all’istruzione e alla formazione del capitale umano attraverso la formazione di operatori che possano sposare il modello metodologico d’intervento dello Sportpertutti, utilizzando l’attività sportiva come strumento per promuovere crescita e integrazione nei processi educativi. Particolare attenzione sarà riservata alle fasce deboli della popolazione, nello specifico bambini, anziani, disabili e donne. I progetti di cooperazione verranno indirizzati (dopo una precedente fase di ricerca e studio) a quei Paesi che presentano programmi molto scarni sulla tutela delle fasce più deboli della società (per es. la cura delle patologie mentali), che non hanno fondi sufficienti per finanziare progetti e iniziative di questo tipo, che culturalmente hanno scarsa attenzione verso la cura della salute fisica e psichica della popolazione, che vivono un disequilibrio sociale molto forte in termini di estreme ricchezze ed estreme povertà. 8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi Obiettivo 1.1 Creare presupposti per il rafforzamento di una cultura etica, aperta al co-sviluppo ed al dialogo interculturale, di sensibilizzazione del territorio ed attraverso una metodica attività educativa/formativa diretta soprattutto ai giovani Azione 1.1.1 Promuovere dei momenti d’incontro e sensibilizzazione con la cittadinanza Attività 1.1.1.1.Organizzare incontri informali, workshop, seminari/convegni e incontri formali nelle scuole, corsi di formazioni Obiettivo 2.1 Creare e rafforzare luoghi virtuali e non di comunicazione che avvantaggino l’interazione tra vari attori presenti nel territorio fornendo informazioni aggiornate Azione 2.1.1 Promuovere e formare delle competenze specifiche nel campo della comunicazione Attività 2.1.1.1 Operare per ampliare le forme della comunicazione sul territorio attraverso non solo l’approccio learning by doing ma anche l’affiancamento all’esperto in comunicazione all’interno dell’associazione Obiettivo 3.1 Favorire la nascita di ruoli professionali nel mondo della cooperazione e più specificatamente all’interno della nostra associazione (ruoli che siano spendibili per l’inserimento nel mondo del lavoro) Azione 3.1.1 Attivare percorsi di sensibilizzazione e formazione tra i giovani volontari, Attività 3.1.1.1. Organizzazione incontri con esperti del settore, scambio di best practices tra attori locali attivando anche un percorso di formazione ai volontari, in un ottica di acquisizioni di capacità specifiche curriculari, spiegando loro l’importanza di operare nel settore della cooperazione e la necessità di formarsi ad alti livelli per offrire iniziative e progetti di qualità Azione 3.1.2 Fornire tutti gli strumenti possibili per formare ruoli professionali e nuove competenze all’interno dell’associazione nell’ambito della Cooperazione Attività 3.1.2.1 Creazione di un gruppo di lavoro che miri a facilitare lo scambio di conoscenze, competenze e abilità fra esperti e volontari Obiettivo 4.1 Strutturare e sviluppare una programmazione di medio – lungo periodo attraverso micro progetti e progetti più strategici in collaborazione con altri attori Azione 4.1.1 Implementare un percorso di analisi e ricerca che individui le priorità tematiche e geografiche specifiche Attività 4.1.1.1. Lavoro di analisi del proprio territorio e dei territori nei quali si vorrebbero implementare i progetti di cooperazione attraverso interviste ad attori locali e indagine delle analisi statistiche più recenti (tipo ISTAT) Azione 4.1.2 Sviluppare una programmazione di interventi a medio - lungo termine attraverso un approccio di tipo place-based, che parte dall’analisi delle esigenze di un territorio per proporre interventi e iniziative che rispondano concretamente ai bisogni della zona interessata Attività 4.1.2.1 Ideazione di un nuovo progetto, che rientri all’interno di una programmazione di attività più ampia di interventi di medio – lungo periodo. condivisione degli obiettivi e attività con i partner, scrittura del progetto, individuazione risorse materiali e umane, pianificazione formazione, con riferimento a un nuovo progetto di cooperazione Obiettivo 5.1 Valorizzare rapporti esistenti nati per rispondere ad esigenze reali creando collegamenti tra i partner dei partner per poter in questo modo allargare la rete Azione 5.1.1 Organizzare incontri tra il gruppo di partenariato del presente progetto e altre realtà associative locali Attività 5.1.1.1. Organizzazione e coordinamento di incontri/tavoli di dialogo che mirino alla creazione di sinergie e parternship tra le varie organizzazioni che operano nel territorio nell’ambito individuato Azione 5.1.2 Promuovere corsi di autoformazione e focus group Attività 5.1.2.1 Realizzazione corsi di autoformazione e focus group Cronoprogramma MESI Ideazione, sviluppo e avvio Obiettivo 1.1 Creare presupposti per il rafforzamento di una Azione 1.1.1 Promuovere dei momenti d’incontro e Obiettivo 2.1 Creare e rafforzare luoghi virtuali e non di Azione 2.1.1 Promuovere e formare delle competenze Obiettivo 3.1 Favorire la nascita di ruoli professionali nel Azione 3.1.1 Attivare percorsi di sensibilizzazione e Azione 3.1.2 Fornire tutti gli strumenti possibili per formare Obiettivo 4.1 Strutturare e sviluppare una programmazione di 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x strategici in collaborazione con altri attori Azione 4.1 Implementare un percorso di analisi e ricerca che x x individui le priorità tematiche e geografiche specifiche Azione 4.2 Sviluppare una programmazione di interventi a x x x x x x x x x medio - lungo termine attraverso un approccio di tipo placebased, che parte dall’analisi delle esigenze di un territorio per proporre interventi e iniziative che rispondano concretamente ai bisogni della zona interessata Obiettivo 5.1 Valorizzare rapporti esistenti nati per rispondere x x x ad esigenze reali creando collegamenti tra i partner dei partner per poter in questo modo allargare la rete Azione 5.1.1 Organizzare incontri tra il gruppo di partenariato del presente progetto e altre realtà associative locali Azione 5.1.2 Promuovere corsi di autoformazione e focus x x x group Azioni trasversali Accoglienza dei volontari in SCN x Formazione specifica x x x Formazione generale x x x x x x Informazione e sensibilizzazione x x x x x x Inserimento dei volontari in SCN x x Monitoraggio x x x x Azioni trasversali: Durante tutto il periodo di servizio civile, dalla formazione generale (box 29/34) a quella specifica (box 35/41), al monitoraggio (box 21 e 42), verranno inserite anche altre attività che permetteranno ai partecipanti al progetto di sviluppare le competenze poi certificate attraverso l’Ente ASVI (box 28). I volontari del SCN saranno altresì coinvolti nelle azioni di diffusione e sensibilizzazione previste dal progetto (box 17). Il complesso di tutte le attività previste dal progetto aiuterà infine i giovani a realizzare la finalità di “contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani” indicata all’articolo 1 della legge 64/2001 che ha istituito il Servizio Civile Nazionale 8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività Le figure di riferimento per le due sedi di attuazione saranno: Sede Cagliari Collaboratore dell’ente, coordinatore Progetto 1 Operatori dell’ente, in particolare quelli che hanno preso parte al progetto di cooperazione in Libano 3 Esperto in comunicazione 1 Dirigenti UISP 2 Dirigenti e tecnici UISP + consulenti di associazioni partner (MINE VAGANTI) 2 Responsabili delle associazioni partner e operatori dell’UISP 2 Responsabili delle associazioni partners che vantano esperienza nel settore della progettazione 3 Coordinatore progetto 1 Operatori Uisp 1 Dirigenti Uisp e delle associazioni partner 3 Dirigenti Uisp e consulenti esterni 3 Si riporta tabella esplicativa: Sede Sassari 3 1 2 2 2 3 3 Attività del progetto Individuazione dell’area, analisi contesto, condivisione degli obiettivi e attività con i partner, scrittura del progetto, individuazione risorse materiali e umane, pianificazione formazione Organizzazione eventi (seminari, convegni, workshop…) e laboratori scolastici Ampliamento pagine dedicate alla cooperazione sul sito dell’associazione, gestione social network Organizzazione incontri con esperti del settore, scambio di best practices tra attori locali Creazione di un gruppo di lavoro che miri a facilitare lo scambio di conoscenze, competenze e abilità fra esperti e volontari Lavoro di analisi del proprio territorio e dei territori nei quali si vorrebbero implementare i progetti di cooperazione attraverso interviste ad attori locali e indagine delle analisi statistiche più recenti (tipo ISTAT) Ideazione di un nuovo progetto, che rientri all’interno di una programmazione di attività più ampia di interventi di medio – lungo periodo. Condivisione degli obiettivi e attività con i partner, scrittura del progetto, individuazione risorse materiali e umane, pianificazione formazione, con riferimento a un nuovo progetto di cooperazione Valorizzare rapporti esistenti nati per rispondere ad esigenze reali creando collegamenti tra i partner dei partner per poter in questo modo allargare la rete Realizzazione di corsi di autoformazione e focus group Professionalità Collaboratore dell’ente, coordinatore progetto Ruolo nell’attività Gestione e coordinamento del progetto, segreteria organizzativa Num. Operatori dell’ente, in particolare quelli che hanno preso parte al progetto di cooperazione in Libano Esperto in comunicazione Programmazione e gestione incontri di sensibilizzazione 6 Ufficio Stampa, coordinamento della comunicazione e dei social network, contatti coi media, elaborazione contenuti Controllo e supervisione delle attività, indirizzamento etico e controllo coerenza con la mission dell’associazione Affiancamento allo staff tecnico e ai giovani del SC; messa in rete di progettualità e esperienza 1 Dirigenti UISP Dirigenti e tecnici UISP + consulenti di associazioni partner (MINE VAGANTI) 1 3 4 Responsabili delle associazioni partner e operatori dell’UISP Ambito di analisi del territorio: raccolta materiale utile per interpretare le esigenze del territorio e le opportunità di parternariati 4 Responsabili delle associazioni partners che vantano esperienza nel settore della progettazione. Coordinatore progetto. Operatori Uisp Ideatori e progettisti di un programmazione di progetti di cooperazione; contatti tra attori locali; fundraising 8 Dirigenti Uisp e delle associazioni partner Organizzatori e coordinatori dei tavoli 6 Dirigenti Uisp e consulenti esterni Formatori 6 8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto AZIONI ideazione sviluppo del progetto Promuovere momenti d’incontro e sensibilizzazione con la cittadinanza (incontri informali, workshop, convegni e incontri formali nelle scuole) ATTIVITA’ Individuazione dell’area, analisi contesto, condivisione degli obiettivi e attività con i partner, scrittura del progetto, individuazione risorse materiali e umane, pianificazione formazione Organizzazione eventi (seminari, convegni, workshop…) e laboratori scolastici RUOLO Antecedente all’avvio I volontari da una parte affiancheranno lo staff tecnico nell’organizzazione di tali momenti di sensibilizzazione, dall’altro prenderanno parte agli stessi come partecipanti Promuovere e formare competenze specifiche nel campo della comunicazione attraverso non solo l’approccio learning by doing ma anche l’affiancamento all’esperto in comunicazione all’interno dell’associazione Attivare percorsi di sensibilizzazione tra i giovani volontari, spiegando loro l’importanza di operare nel settore della cooperazione e la necessità di formarsi ad alti livelli per offrire iniziative e progetti di qualità Fornire tutti gli strumenti possibili per formare ruoli professionali e nuove competenze all’interno dell’associazione nell’ambito della Cooperazione Implementare un percorso di analisi e ricerca che individui le priorità tematiche e geografiche specifiche Sviluppare una programmazione di interventi a medio - lungo termine attraverso un approccio di tipo placebased, che parte dall’analisi delle esigenze di un territorio per proporre interventi e iniziative che rispondano concretamente ai bisogni della zona interessata Valorizzare rapporti esistenti nati per rispondere ad esigenze reali creando collegamenti tra i partners dei partners per poter in questo modo allargare la rete Promuovere corsi di autoformazione e focus group 9) Operare per ampliare le forme della comunicazione sul territorio attraverso non solo l’approccio learning by doing ma anche l’affiancamento all’esperto in comunicazione all’interno dell’associazione Affiancamento e supporto all’esperto di comunicazione Organizzazione incontri con esperti del settore, scambio di best practices tra attori locali attivando anche un percorso di formazione ai volontari, in un ottica di acquisizioni di capacità specifiche curriculari, spiegando loro l’importanza di operare nel settore della cooperazione e la necessità di formarsi ad alti livelli per offrire iniziative e progetti di qualità Partecipanti agli eventi Creazione di un gruppo di lavoro che miri a facilitare lo scambio di conoscenze, competenze e abilità fra esperti e volontari Lavoro di analisi del proprio territorio e dei territori nei quali si vorrebbero implementare i progetti di cooperazione attraverso interviste ad attori locali e indagine delle analisi statistiche più recenti (tipo ISTAT) Ideazione di un nuovo progetto, che rientri all’interno di una programmazione di attività più ampia di interventi di medio – lungo periodo. condivisione degli obiettivi e attività con i partner, scrittura del progetto, individuazione risorse materiali e umane, pianificazione formazione, con riferimento a un nuovo progetto di cooperazione Organizzazione e coordinamento di incontri/tavoli di dialogo che mirino alla creazione di sinergie e parternship tra le varie organizzazioni che operano nel territorio nell’ambito individuato Realizzazione corsi di autoformazione e focus group Beneficiari dell’azione Supporto alle associazioni partner e dirigenti dell’associazione supporto, affiancamento e condivisione dell’operato dei consulenti partner e dei dirigenti e operatori che si occuperanno di sviluppare un progetto finale osservatori esterni osservatori esterni e successivamente conduttori Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 6 10) Numero posti con vitto e alloggio: 0 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 6 12) Numero posti con solo vitto: 0 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 1400 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: NO 5 16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato: N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Cod. N. vol. per ident. sede sede Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Cognome e Data di nome nascita C.F. Nominativi dei Responsabili Locali di Ente Accreditato Cognome e Data di nome nascita C.F. 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: Complessivamente, le/i volontarie/i del SCN saranno impegnati nelle azioni di diffusione del Servizio Civile per un minimo di 25 ore ciascuno, come di seguito articolato. I volontari del SCN partecipanti al progetto, nell’ambito del monte ore annuo, saranno direttamente coinvolti nelle attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale che l’Ente intende attuare almeno tramite incontri presso: associazioni, precipuamente giovanili con cui le sedi del progetto locale organizza attività di informazione e promozione luoghi, formali ed informali, di incontro per i giovani (scuole, università, centri aggregativi, etc.) con cui la sede di attuazione intrattiene rapporti nell’ambito della propria attività istituzionale. Verranno programmati degli incontri durante i quali i volontari in SCN potranno fornire informazioni sul Servizio Civile Nazionale, grazie alle conoscenze acquisite durante la formazione generale. Inoltre un giorno al mese, nei 6 mesi centrali del progetto, presso la sede di attuazione, i volontari in SCN saranno direttamente coinvolti nell’attività degli sportelli informativi sul servizio civile, propri delle nostre associazioni, che da anni forniscono informazioni e promuovono il SCN nel territorio. Le azioni sopra descritte tendono a collegare il progetto stesso alla comunità locale dove i volontari del SCN prestano servizio, portando alla luce (tramite la loro testimonianza diretta) le positive ricadute del progetto nel contesto in cui esso interviene. L’azione informativa, di promozione e sensibilizzazione viene intesa quale attività continuativa che tende a coinvolgere attivamente i volontari in SCN e si esplica in tre differenti fasi: informazione sulle opportunità di servizio civile (da effettuare ex ante, precipuamente nel periodo di vigenza del bando tramite le sotto indicate modalità di comunicazione sociale); sensibilizzazione alla pratica del SCN (effettuata in itinere, con i succitati interventi presso i “luoghi aggregativi” e coinvolgendo in modo attivo i giovani tramite le associazioni suddette); diffusione dei risultati del progetto (da effettuare ex post, anche grazie alla partecipazione dei giovani in SCN alle attività promozionali dell’associazione). Comunicazione sociale: il testo del progetto e le modalità di partecipazione verranno pubblicati sul sito internet dell’ente per l’intera durata del bando (www.arciserviziocivile.it). Verrà diffuso materiale informativo preso le sedi di attuazione di Arci Servizio Civile interessate, con particolare attenzione agli sportelli informativi che le nostre sedi di assegnazione organizzano nel proprio territorio. Le associazioni cureranno la possibile diffusione del progetto sui media locali, regionali e nazionali presenti nel proprio territorio. 18) Criteri e modalità di selezione dei volontari: 19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): 20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto: Ricorso al sistema di monitoraggio e valutazione, depositato presso il Dipartimento della Gioventù e del SCN descritto nel modello: Mod. S/MON: Sistema di monitoraggio e valutazione. 21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI 22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: 23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: 24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners): 25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: I volontari in SCN saranno integrati nei processi della quotidiana attività istituzionale dell’ente, ed avranno a disposizione tutti gli impianti tecnologici e logistici presenti nelle sedi di attuazione. In coerenza con gli obiettivi (box 7) e le modalità di attuazione (box 8) del progetto, si indicano di seguito le risorse tecniche e strumentali ritenute necessarie ed adeguate per l’attuazione del progetto e fornite dal soggetto attuatore: L’UISP dispone di una sede a Cagliari, in viale Trieste, che ospita il Comitato Regionale e il Comitato Territoriale di Cagliari e due sedi a Sassari, di proprietà del Comitato Territoriale di Sassari, entrambe in via Zanfarino, che saranno utilizzate per le attività del progetto e messe a disposizione dei volontari. La sede N.1 di Sassari consta di 6 locali più servizi e ospita gli uffici di presidenza, segreteria, amministrazione, comunicazione, aree di attività e discipline, sala riunioni e front office. È dotata di linea telefonica con centralino, ISDN e ADSL, 1 fax, 9 postazioni con scrivania e PC (due portatili), 8 stampanti (di cui due a colori), 1 fotocopiatore A4-A3. La sede N.2 di Sassari consta di due locali molto grandi su due piani più i servizi; il locale seminterrato è adibito in parte a magazzino, il locale al piano ospita il centro @ll-in con 4 postazioni dotate di scrivanie e PC, una stampante a colori, 1 linea telefonica, ADSL, 1 videoproiettore; essendo un unico locale molto ampio viene utilizzato per corsi di formazione e riunioni di associazioni o gruppi di lavoro numerosi. La sede di Cagliari consta di 8 locali più servizi, ospita due uffici di presidenza, due segreterie, ufficio progetti, lega calcio, sala riunioni e front-office. È dotata di linea telefonica, ADSL e fax, 8 postazioni con scrivania e PC, stampanti, 1 fotocopiatore. CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 26) Eventuali crediti formativi riconosciuti: 27) Eventuali tirocini riconosciuti : 28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: La certificazione delle competenze per i giovani partecipanti al progetto verrà rilasciata, su richiesta degli interessati, da ASVI - School for Management S.r.l. (P. Iva 10587661009) Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione: La formazione generale dei volontari viene effettuata direttamente da Arci Servizio Civile Nazionale, attraverso il proprio staff nazionale di formazione, con svolgimento nel territorio di realizzazione del progetto. 30) Modalità di attuazione: In proprio presso l’ente con formatori dello staff nazionale con mobilità sull’intero territorio nazionale con esperienza pluriennale dichiarata all’atto dell’accreditamento attraverso i modelli: - Mod. FORM - Mod. S/FORM 31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: SI 32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: I corsi di formazione tenuti dalla nostra associazione prevedono: lezioni frontali - LF (lezioni formali con metodo espositivo, proiezione di video, proiezione e discussione di power point, letture di materiali, lezioni interattive con coinvolgimento diretto dei partecipanti tramite metodo interrogativo…). La lezione frontale è utilizzata per non meno del 30% del monte ore complessivo di formazione in aula. Nelle giornate di formazione con prevalente metodologia di lezione frontale si possono prevedere sino a 28 partecipanti in aula. dinamiche non formali – DNF- (giochi di ruolo, di cooperazione, di simulazione, di socializzazione e di valutazione, training, lavori di gruppo, ricerche ed elaborazioni progettuali). Le dinamiche non formali sono utilizzate per non meno del 40% del monte ore complessivo di formazione in aula. Nelle giornate di formazione con prevalente metodologia non formale si possono prevedere sino a 25 partecipanti in aula. formazione a distanza - F.A.D. - (il percorso consiste in moduli conclusi da un apposito test di verifica, allocati su piattaforma e-learning dedicata, con contenuti video, audio, forum e simili, letture, dispense, strumenti collaborativi). 33) Contenuti della formazione: La formazione dei volontari ha come obiettivo primario il raggiungimento delle finalità di cui all’art. 1 della legge 64/2001: la formazione civica, sociale culturale e professionale dei volontari. Essa intende fornire ai partecipanti strumenti idonei all’interpretazione dei fenomeni storici e sociali al fine di costruire percorsi di cittadinanza attiva e responsabile. Attraverso i corsi di formazione si intende altresì fornire ai volontari competenze operative di gestione di attività in ambito no-profit. I contenuti della formazione generale, in coerenza con le “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”, (Decreto 160/2013 del Dipartimento Gioventù e SCN del 13/07/2013) prevedono: 1 “Valori e identità del SCN” a. L’identità del gruppo in formazione e patto formativo b. Dall’obiezione di coscienza al SCN c. Il dovere di difesa della Patria – difesa civile non armata e nonviolenta d. La normativa vigente e la Carta di impegno etico 2 “La cittadinanza attiva” a. La formazione civica b. Le forme di cittadinanza c. La protezione civile d. La rappresentanza dei volontari nel servizio civile 3 “Il giovane volontario nel sistema del servizio civile” a. Presentazione dell’ente accreditato Arci Servizio Civile, finalità, struttura, soci, settori di intervento b. Il lavoro per progetti c. L’organizzazione del servizio civile e le sue figure d. Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale e. Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti 34) Durata: La durata complessiva della formazione generale è di 42 ore. Ai fini della rendicontazione, verranno tenute 32 ore di formazione in aula attraverso metodologie frontali e dinamiche non formali e ulteriori 10 ore attraverso formazione a distanza (FAD). In base alle disposizioni del Decreto 160 del 19/07/2013 “Linee guida per la formazione generale dei giovani in SCN” questo ente erogherà l’intero monte ore di formazione generale entro e non oltre il 180° giorno dall’avvio del progetto. La Formazione generale è parte integrante dei progetti ed è conteggiata a tutti gli effetti ai fini del monte ore. Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 35) Sede di realizzazione: Presso sedi di attuazione di cui al punto 16. 36) Modalità di attuazione: In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente e formatori esterni esperti del settore. 37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: Formatore A) Cognome e nome: Casula Maria Pina Data di nascita: 02.12.1963 Luogo di nascita: Sassari (SS) Testimonial A) Cognome e Nome: Riccio Alessandro Data di nascita: 16.10.1973 Luogo di nascita: Sassari Formatore B) Cognome e nome: Conti Daniela Data di nascita: 16.07.1971 Luogo di nascita: Roma Testimonial B) Cognome e Nome: Serra Emanuela Data di nascita: 26.01.1976 Luogo di nascita: Sassari (SS) Formatore C) Cognome e nome: Dessì Aldo Data di nascita: 25.09.1949 Luogo di nascita: Arbus (CA) Testimonial C) Cognome e nome: Barra Loredana Data di nascita: 11.12.1974 Luogo di nascita: Sassari (SS) Formatore D) Cognome e nome: Melorio Fabrizio Data di nascita: 10.03.1962 Luogo di nascita: Roma (RM) Testimonial D) Cognome e nome: Dessì Alessandro Data di nascita: 05.06.1979 Luogo di nascita Sassari (SS) Formatore E) Cognome e nome: Solinas Roberto Data di nascita: 28.04.1981 Luogo di nascita: Milano 38) Competenze specifiche del/i formatore/i: Area d’intervento: promozione della cittadinanza attiva e educazione e promozione sociale FORMATORE A:Casula Maria Pina Titolo di studio:Laurea in Pedagogia Ruolo ricoperto presso l’ente:Presidente del comitato UISP territoriale di Sassari e Vicepresidente del Comitato Regionale Sardegna Esperienza nel settore: Ha insegnato nel campo della formazione professionale (IFOLD), nell’obbligo formativo, nella Casa Circondariale di Sassari, nei corsi per extracomunitari. Organizza e insegna nei corsi di formazione per dirigenti, tecnici, educatori e animatori organizzati da UISP. Coordina il progetto di cooperazione internazionale tuttora in fase di realizzazione in Libano in collaborazione con l’Ufficio di Cooperazione Internazionale dell’Ambasciata Italiana a Beirut. Competenze nel settore: pedagogista, formatrice e dirigente Area d’intervento: inquadramento generale sulla cooperazione internazionale e lavoro dell’ UISP a livello nazionale nel settore FORMATORE B: Conti Daniela Titolo di studio: laurea in Sociologia, specializzazione in Organizzazione e Lavoro Ruolo ricoperto presso l’ente: dirigente nazionale UISP Esperienza nel settore: Presidente ASD Liberi Nantes, associazione sportiva che si occupa di lavorare con rifugiati politici e richiedenti asilo, responsabile relazioni interne ed esterne nell’organizzazione dei Mondiali Antirazzisti UISP, collaborazione con la rete FARE (Football Against Racism in Europe) nel ruolo di coordinamento e lobbying, reporting e organizzazione di incontri internazionali; membro del comitato direttivo internazionale Competenze nel settore: sociologa e dirigente Area d’intervento: inquadramento generale sulla cooperazione internazionale in Sardegna, opportunità e criticità FORMATORE D) Dessì Aldo Titolo di studio: Diploma Scuola Secondaria Superiore Ruolo ricoperto presso l’ente: nessuno Esperienza nel settore: Co.Co.I.S. COORDINAMENTO COOPERAZIONE INTERNAZIONALE SARDEGNA – Coordinatore e responsabile legale; ARCI SUD SARDEGNA - Presidente Competenze nel settore: Coordinatore e dirigente Area d’intervento: strumenti tecnici, finanziari e manageriali per progettare la cooperazione FORMATORE C) Melorio Fabrizio Titolo di studio: Laurea in Lettere Moderne indirizzo Storia Contemporanea Ruolo ricoperto presso l’ente: Consulente UISP nazionale nel settore progettazione Esperienza nel settore: Istituto Luigi Sturzo - Responsabile area formazione e sviluppo; Ministero per i Beni Culturali e le Attività Culturali – Istituto Centrale del Catalogo Unico - consulente e coordinatore progetti di ricerca e formazione Competenze nel settore: Consulente e progettista Area d’intervento: la cooperazione all’interno delle politiche comunitarie - strumenti operativi per creare partnership e finanziarsi. Curare la comunicazione. FORMATORE E) Solinas Roberto Titolo di studio: Laurea in Scienze della Comunicazione & Marketing Ruolo ricoperto presso l’ente: partner Esperienza nel settore: Mine Vaganti NGO – Presidente, Project developer (europrogettazione, scrittura ed implementazione), event manager dei progetti finanziati, gestione sito web e social network strategy, trainer di educazione non formale accreditato. Ideatore, realizzatore e formatore di un progetto di cooperazione internazionale in Senegal (2013) Competenze nel settore: progettista, coordinatore, formatore, dirigente 39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Per conseguire gli obiettivi formativi verranno privilegiate le metodologie didattiche attive che favoriscano la partecipazione dei giovani, basate sul presupposto che l'apprendimento effettivo sia soprattutto apprendimento esperienziale. Le metodologie utilizzate saranno: Lezione partecipata – consente di trasmettere elementi conoscitivi e di omogeneizzare le disparità di conoscenze teoriche; Lezione frontale – finalizzata alla trasmissione diretta delle informazione di base; Il lavoro di gruppo – permette di suddividere il gruppo in sottogruppi, di operare in autonomia su aspetti che prevedono la partecipazione attiva dei partecipanti, permette lo scambio delle reciproche conoscenze ed esperienze, fa crescere l’autostima e la consapevolezza delle proprie capacità, stimola e crea lo “spirito di gruppo”; Learning by doing – apprendere attraverso l’esecuzione dei compiti così come si presentano in una giornata di servizio. Si tratta di role playing individuale in cui si simulano in modo realistico una serie di problemi decisionali ed operativi; Testimonianze – finalizzate a esemplificare le buone prassi 40) Contenuti della formazione: Modulo 1: Formatore: Casula Maria Pina Argomento principale: promozione della cittadinanza attiva e educazione e promozione sociale Durata: 8 ore Temi da trattare: il valore dell’associazionismo, la mission, lo sportpertutti declinato nei temi diritti, ambiente, solidarietà, il ruolo dello sport e dell’attività ludico-motoria nella formazione del cittadino, lo sport come bene relazionale Modulo 2: Formatore: Conti Daniela Argomento principale: inquadramento della cooperazione internazionale Durata: 8 ore Temi da trattare: elementi strutturali della cooperazione internazionale: le motivazioni, gli approcci, le diverse tipologie di progetti esistenti, i canali di finanziamento, i fondi destinati alla cooperazione internazionale, le diverse strategie politiche e tecniche propedeutiche alla realizzazione di progetti di cooperazione internazionale, ecc. Lavoro dell’UISP nell’ambito della cooperazione internazionale Modulo 3: Formatore: Dessì Aldo Argomento principale: Cooperazione internazionale in Sardegna Durata: 8 ore Temi da trattare: Inquadramento della situazione attuale della cooperazione internazionale in Sardegna (norma legislative, istituzioni preposte di I e II livello, punti di forza e criticità). Co.Co.I.S.: una rete sarda per la cooperazione internazionale. Modulo 4: Formatore: Melorio Fabrizio Argomento principale: Gli strumenti della progettazione: focus su progetti in cooperazione internazionale Durata:10 h Temi da trattare: Gli strumenti della progettazione: bando, formulario, documenti di programmazione, elementi di forza di un’idea progetto: mainstreaming, innovatività, chiarezza obiettivi, fattibilità, creatività, sostenibilità. Modulo 5: Formatore: Solinas Roberto Argomento principale: Cooperazione internazionale e fondi comunitari. Il ruolo fondamentale della comunicazione Durata: 10h Temi da trattare: strategie comunicative veicolate attraverso l’uso dei Social Media, l’importanza di creare partnership, opportunità di finanziamento di progetti di cooperazione attraverso fondi comunitari Modulo 6: Testimonial: Barra Loredana, Serra Emanuela, Riccio Alessandro, Dessì Alessandro Tema della discussione: l’UISP in Libano, l’esperienza nazionale e quella sarda Durata: 14 h FORMAZIONE E INFORMAZIONE SUI RISCHI CONNESSI ALL’IMPIEGO DEI VOLONTARI Arci Servizio Civile in ambito di formazione specifica e rispondendo al Decreto 160 del 19/07/2013 “Linee guida per la formazione generale dei giovani in SCN” inserirà, nel computo del totale delle ore da svolgere, due moduli per complessive 8 ore sulla “Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di SC”. Nominativi, dati anagrafici e competenze specifiche dei formatori Andrea Morinelli: nato il 18/02/1969 a Torricella in Sabina (RI) -Laurea in Geologia -Abilitazione alla professione di Geologo; -Manager dell'emergenza; -Consulente per sicurezza, piani di protezione civile, ubicazione aree di emergenza, Legge 626/96 e DL 81/08, NTC 2008 e Microzonazione sismica, ricerche geologiche, stabilità dei versanti, ricerche di acqua, perforazioni, edifici, piani di protezione civile, cartografia dei rischi, geologia ambientale; -Realizza piani di fattibilità per aree di emergenza per Protezione Civile per i Comuni; -Progettista di corsi di formazione ad hoc sia per la formazione generale (corsi di recupero, corsi per enti esteri su progettazione e comunicazione interpersonale, sui comportamenti in emergenza), che per la formazione specifica (sui temi dei rischi connessi all’impiego di volontari in progetti di SCN, DL 81 e sicurezza sul lavoro), coprogettista (per i contenuti, test, ricerche e materiali), autore e tutor della parte di formazione generale che ASC svolge in FAD (2007/2014); -dal 2003 ad oggi formatore accreditato presso l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile con Arci Servizio Civile; -dal 2004, supervisione delle attività di SCN dei progetti di ASC, relativamente ai settori e ai luoghi di impiego indicati nel progetto. Vincenzo Donadio: nato il 14/07/1975 a Frankenthal (D) -Diploma di maturità scientifica -Responsabile del Servizio per la Prevenzione e la Protezione sul luogo di lavoro; -Progettista di soluzioni informatiche, tecniche e didattiche per la Formazione a Distanza. -Progettista della formazione generale, specifica ed aggiuntiva; -Referente a livello nazionale per le informazioni sull’accreditamento (tempi, modi, DL 81 e sicurezza dei luoghi di lavoro e di SCN); -Progettista ad hoc sia per la formazione generale (corsi di recupero, corsi per enti esterni su gestione e costruzione di piattaforme FAD, manutenzione e tutoraggio delle stesse), che per la formazione specifica ai sensi della Linee Guida del 19/07/2013(coprogettista per i contenuti, test, della formazione specifica che ASC svolge in FAD sul modulo di Formazione ed informazione sui Rischi connessi all’impiego nel progetto di SCN (2014); -Formatore accreditato presso l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile con Arci Servizio Civile; -Responsabile informatico accreditato presso l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile con Arci Servizio Civile; -dal 2004, supervisione delle attività di SCN dei progetti di ASC, relativamente ai settori e ai luoghi di impiego indicati nel progetto. MODULO A Poichè le sedi di svolgimento dei progetti di SCN sono, come da disciplina dell’accreditamento, conformi alle norme per la tutela dei luoghi di lavoro, ed in esse si svolgono i progetti di SCN, si reputa adatto e necessario partire con un modulo omogeneo per tutti i volontari sulla tutela e sicurezza dei luoghi di lavoro. DURATA: 6 ore CONTENUTI: - Comprendere: cosa si intende per sicurezza sul lavoro e come si può agire e lavorare in sicurezza cos’è, da cosa dipende, come può essere garantita, come si può lavorare in sicurezza - Conoscere: caratteristiche dei vari rischi presenti sul luogo di lavoro e le relative misure di prevenzione e protezione concetti di base (pericolo, rischio, sicurezza, possibili danni per le persone e misure di tutela valutazione dei rischi e gestione della sicurezza) fattori di rischio sostanze pericolose dispositivi di protezione segnaletica di sicurezza riferimenti comportamentali gestione delle emergenze - Normative: quadro della normativa in materia di sicurezza codice penale codice civile costituzione statuto dei lavoratori normativa costituzionale D.L. n. 626/1994 D.L. n. 81/2008 (ed testo unico) e successive aggiunte e modifiche Il modulo, erogato attraverso una piattaforma FAD, sarà concluso da un test di verifica obbligatorio. MODULO B: Nell’ambito delle attività svolte dai volontari di cui al precedente box 8.3, si approfondiranno le informazioni sui rischi specifici esistenti negli ambienti di frequentazione indicati al precedente box16, per i settori e le aree di intervento individuate al precedente punto 5. DURATA: 2 ore CONTENUTI: Verranno trattati i seguenti temi relativi ai rischi connessi all’impiego di volontari in scn nel settore educazione e promozione culturale, con particolare riguardo all’area di intervento indicata al box 5 Educazione e promozione culturale fattori di rischio connessi ad attività di aggregazione ed animazione sociale e culturale verso minori, giovani, adulti, anziani, italiani e stranieri, con e senza disabilità fattori di rischio connessi ad attività di educazione, informazione, formazione, tutoraggio, valorizzazione di centri storici e culture locali fattori di rischio connessi ad attività sportive ludico-motorie pro inclusione, attività artistiche ed interculturali (teatro, musica, cinema, arti visive…) modalità di comportamento e prevenzione in tali situazioni Focus sui contatti con l’utenze e servizi alla persona modalità di comportamento e prevenzione in tali situazioni gestione delle situazioni di emergenza sostanze pericolose ed uso di precauzioni e dei dispositivi di protezione segnaletica di sicurezza e riferimenti comportamentali normativa di riferimento Inoltre, come indicato del Decreto 160/2013 (Linee Guida…), “in considerazione della necessità di potenziare e radicare nel sistema del servizio civile una solida cultura della salute e della sicurezza … e soprattutto, al fine di educarli affinché detta cultura si radichi in loro e diventi stile di vita”, con riferimento ai luoghi di realizzazione ed alle strumentazioni connesse alle attività di cui al box 8.3, si approfondiranno i contenuti relativi alle tipologie di rischio nei seguenti ambienti: Per il servizio in sede Verranno approfonditi i contenuti relativi alle tipologie di rischio possibili nei luoghi in cui i volontari si troveranno ad utilizzare le normali dotazioni (vedi in particolare box 25) presenti nelle sedi di progetto (rispondenti al DL 81 ed alla Circ. 23/09/2013), quali uffici, aule di formazione, strutture congressuali, operative, aperte e non al pubblico , per attività di front office, back office, segretariato sociale, operazioni con videoterminale, oltre agli spostamenti da e per detti luoghi. Fatto salvo quanto indicato come possibilità al box 15 Per il servizio fuori sede urbano (outdoor) Verranno approfonditi i contenuti relativi alle tipologie di rischio possibili nei luoghi aperti urbani (piazze, giardini, aree attrezzate o preparate ad hoc) in cui i volontari si troveranno ad operare in occasioni di campagne, promozione e sensibilizzazione su temi connessi al SCN e/o al progetto, utilizzando le dotazioni (vedi in particolare box 25) presenti e disponibili in queste situazioni (quali materiali promozionali, stand, sedie, tavoli e banchetti,…) materiali e dotazioni rispondenti a norme UE e al DL 81), per le attività indicate al box 8.3, oltre agli spostamenti da e per detti luoghi. Fatto salvo quanto indicato come possibilità al box 15 Per il servizio fuori sede extraurbano (ambiente naturale e misto) Verranno approfonditi i contenuti relativi alle tipologie di rischio possibili nei luoghi aperti extraurbani (parchi, riserve naturali, aree da monitorare o valorizzare, mezzi quali Treno Verde, Carovana Antimafia, individuate ad hoc) in cui i volontari si troveranno ad operare in occasioni di eventi, incontri, campagne, promozione e sensibilizzazione su temi connessi al SCN e/o al progetto, utilizzando le dotazioni (vedi in particolare box 25) presenti e disponibili in queste situazioni (quali abbigliamento ed attrezzature ad hoc, tutte rispondenti a norme UE e al DL 81), per le attività indicate al box 8.3, oltre agli spostamenti da e per detti luoghi. Fatto salvo quanto indicato come possibilità al box 15. Il modulo, erogato attraverso una piattaforma FAD, sarà seguito da un incontro di verifica con l’OLP di progetto. Il referente locale per questo modulo sarà Brizio Maria Luisa 41) Durata: La durata del corso di formazione specifica è di 58 ore alle quali si sommano le 8 ore di prevenzione dei rischi sul luogo di lavoro, anche questa è parte integrante dei progetti ed è conteggiata a tutti gli effetti ai fini del monte ore. Il piano formativo prevede tre fine settimana di corso full immersion che verranno svolti nella sede dell’UISP di Sassari, sia per i volontari che hanno sede a Sassari sia per i volontari con sede a Cagliari. Tale scelta risiede nell’idea di creare dei momenti di incontro tra i sei volontari, in modo che possano conoscersi e possano entrare nell’ottica del lavoro di squadra pur prestando servizio in due sedi separate. La formazione specifica, relativamente a tutte le ore dichiarate nel progetto, sarà erogata ai volontari entro e non oltre 90 giorni dall’avvio del progetto stesso. Altri elementi della formazione 42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Formazione Generale Ricorso a sistema monitoraggio depositato presso il Dipartimento della Gioventù e del SCN descritto nei modelli: Mod. S/MON Formazione Specifica Localmente il monitoraggio del piano di formazione specifica prevede: momenti di “restituzione” verbale immediatamente successivi all’esperienza di formazione e follow-up con gli OLP note periodiche su quanto sperimentato durante i percorsi di formazione, redatti sulle schede pre-strutturate allegate al rilevamento mensile delle presenze dei volontari in SCN Data 14 luglio 2014 Il Responsabile legale dell’ente / Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente