scheda progetto per l`impiego di volontari in servizio civile in italia ente

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scheda progetto per l`impiego di volontari in servizio civile in italia ente
(Allegato 1)
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN
SERVIZIO CIVILE IN ITALIA
ENTE
1) Ente proponente il progetto:Arci Servizio Civile Nazionale
Informazioni aggiuntive per i cittadini:
Sede centrale:
Indirizzo: Via Monti di Pietralata 16, 00157 Roma
Tel: 0641734392 Fax 0641796224
Email: [email protected]
Sito Internet: www.arciserviziocivile.it
Associazione locale dell’ente accreditato a cui far pervenire la domanda: UISP Comitato Regionale
Sardegna
Indirizzo: viale Trieste 69, 09123 Cagliari (CA)
Email: [email protected] Sito Internet: http://www.uisp.it/sardegna/
Rappresentante legale UISP Sardegna – Presidente- Salvatore Farina
Responsabile informazione e selezione dell’Associazione Locale: Vincenzo Donadio, Piera Frittelli
Associazione locale dell’ente accreditato a cui far pervenire la domanda: UISP Comitato territoriale di
Sassari
Indirizzo: via Zanfarino 8, 07100 Sassari (SS)
Email: [email protected] Sito Internet: http://www.uisp.it/sassari
Rappresentante legale UISP Sassari – Presidente- Maria Pina Casula
Responsabile informazione e selezione dell’Associazione Locale: Vincenzo Donadio, Piera Frittelli
2) Codice di accreditamento:
3) Albo e classe di iscrizione:
NZ00345
Albo Nazionale – Ente di I classe
CARATTERISTICHE PROGETTO
4) Titolo del progetto:
Una finestra sul mondo
5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
Settore: Educazione e Promozione culturale
Area di intervento: Educazione ai diritti del cittadino
Codifica: E06
6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza
il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori
misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:
6.1 Area d’intervento
Il presente progetto si colloca nell’ambito dell’educazione ai diritti del cittadino. Il progetto mira a
sensibilizzare e formare giovani circa l’importanza di crearsi un futuro, di acquisire delle competenze e più in
generale di ampliare e costruire la propria cultura, la quale è a pieno titolo un diritto di tutti i cittadini e risulta
fondamentale per gettare le basi di una società migliore. “Conoscere” permette di agire e sperimentare più
consapevolmente, permette di affinare un senso critico costruttivo e propositivo. Il presente progetto vuole
promuovere la sensibilizzazione alla cultura della cooperazione internazionale, della solidarietà tra popoli e
della pace. Ci si soffermerà più nello specifico all’interno della cooperazione decentrata, quale approccio più
vicino al territorio e alla popolazione. Accanto alla cooperazione tradizionale condotta dai governi centrali, si
sviluppa una nuova modalità di cooperazione allo sviluppo, focalizzata sugli attori del territorio: la
“cooperazione decentrata” definita dal Ministero degli Affari Esteri italiano (MAE)1 come «l’azione di
cooperazione allo sviluppo svolta dalle autonomie locali, singolarmente o in consorzio tra di loro, anche con il
concorso delle espressioni della società civile organizzata del territorio di relativa competenza amministrativa,
attuata in rapporto di partenariato prioritariamente con le omologhe istituzioni dei Paesi in via di sviluppo
favorendo la partecipazione attiva delle diverse componenti rappresentative della società civile dei Paesi
partner nel processo decisionale finalizzato allo sviluppo sostenibile del loro territorio».
La Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs)2 , riconosce infatti a questa forma innovativa
di aiuto allo sviluppo, basata su partnernariati territoriali e caratterizzata dall’ampia partecipazione popolare e
dalla reciprocità dei benefici, una propria specificità ed un rilevante valore aggiunto rispetto sia alla
cooperazione governativa che a quella non governativa (Ong), soprattutto nei settori della lotta alla povertà e
all’esclusione sociale e della promozione della democrazia. Inoltre, promuovendo lo sviluppo economico
locale, la cooperazione decentrata è in grado di creare l’ambiente favorevole all’internazionalizzazione delle
piccole e medie imprese.
La cooperazione decentrata si presenta come un nuovo approccio alla cooperazione internazionale allo
sviluppo, che ha come riferimento un ambito territoriale circoscritto e parte da un sistema di collegamento
diretto tra attori che costituiscono l’espressione più ampia possibile del tessuto sociale, politico, economico e
culturale locale. All'interno di questo tipo di cooperazione si creano quindi delle reti, alle quali partecipano
1
Cfr.: Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (2000), Linee di
indirizzo e modalità di attuazione della collaborazione della DGCS con le Regioni e gli Enti locali, documento
approvato nel marzo 2000 dal Comitato Direzionale per la Cooperazione allo Sviluppo.
2
L’organizzazione delle attività di Cooperazione allo Sviluppo, componente essenziale della politica
internazionale dell'Italia, fa parte dei compiti del Ministero degli Affari Esteri (Mae).
rappresentanti dei tre settori: imprenditoriale, no profit e pubblico
La cooperazione decentrata mira a :
 stimolare la formulazione e la gestione dei processi di sviluppo da parte degli attori decentrati coinvolti,
in modo che i programmi di cooperazione si concentrino sulle priorità locali e si realizzino attraverso
dinamiche partecipative;
 creare uno "sviluppo territoriale integrato" coinvolgendo attivamente tutti i soggetti rappresentativi di
un territorio e valorizzandone le diverse capacità ed esperienze;
 superare la logica “donatore-ricevente” attraverso un rapporto circolare che veda i partner in un
rapporto di paritarietà e reciprocità.
Caratteri distintivi della cooperazione decentrata sono quindi:
 La territorialità
 Le dinamiche partecipative
 La pluralità e la diversa natura degli attori coinvolti uniti in un partenariato
 Il lungo periodo delle relazioni di partenariato
6.2 Contesto territoriale
Per la Sardegna, come per le altre Regioni, il percorso verso l’affermazione di una politica regionale dell’aiuto
coerente, integrata ed efficace, fondata sulla partecipazione e il dialogo fra tutti i soggetti coinvolti è ancora,
inevitabilmente, un percorso sperimentale, di apprendimento continuo e di ricerca di nuove metodologie di
interazione e di intervento. A tale motivo la Regione Sardegna si è dotata di una propria normativa in materia
di cooperazione decentrata con la Legge 11 aprile 1996, n. 19 “Norme in materia di cooperazione con i Paesi
in via di sviluppo e di collaborazione internazionale”. La legge, che ha come fine la promozione della cultura
della pace e della solidarietà tra i popoli, in particolare nella regione mediterranea, disciplina, in conformità
con la legislazione statale e con gli atti comunitari ed internazionali, gli ambiti di intervento, le attività, le
iniziative di cooperazione con i paesi in via di sviluppo e il loro sostegno economico finanziario da parte della
regione stessa.
Per analizzare più dettagliatamente il contesto territoriale nel quale si inserisce questo progetto è bene partire
da tre documenti ufficiali della Regione Sardegna: “LA COOPERAZIONE DECENTRATA IN SARDEGNA
– Ricerca valutativa sull'azione regionale dal 1996 al 2010”3 risalente a Marzo 2012; “Legge Regionale
n°19/96 – Norme in materia di cooperazione con i paesi in via di sviluppo e di collaborazione internazionale –
ANALISI DEI PROGETTI COFINANZIATI DAL 1996 AL 2006”4 risalente a Luglio 2008 e
“PARTECIPARE PER COOPERARE TRA TERRITORI NEL MONDO I RISULTATI DI UN PERCORSO
DI PARTECIPAZIONE PER LA CREAZIONE DEL SISTEMA SARDO PER LA COOPERAZIONE
INTERNAZIONALE”5 . Questi tre lavori prendono come quadro di riferimento e principale strumento di
incentivazione per l’aiuto regionale pubblico allo sviluppo proprio la Legge regionale 11 aprile 1996, n. 19
3
Il suddetto lavoro di analisi valutativa dell’intervento regionale in materia di cooperazione con i Paesi in via di
sviluppo è stato svolto nel quadro delle attività di valutazione condotte dal Nucleo di Valutazione e Verifica
degli Investimenti Pubblici (NVVIP) della Regione Autonoma della Sardegna, costituito ai sensi della Legge 144
del 17 maggio 1999.
4
A cura della Regione Sardegna, Servizio affari comunitari ed internazionali – Settore cooperazione
internazionale
5
A cura del CESPI (Centro Studi di Politica Internazionale) – Andrea Stocchiero, 2012.
6
L’azione regionale in materia di cooperazione allo sviluppo non figura nemmeno integrata nei Programmi
Regionali di Sviluppo (PRS) adottati in fase di avvio delle diverse legislature con la finalità di riunire in un’unica
cornice strategica le politiche di sviluppo e i programmi da adottare.
7
Iniziative a contributo (interventi indiretti): rientrano in questa classificazione le iniziative avanzate dai soggetti
indicati all’art. 3 della Legge 19/96, selezionate e finanziate a seguito di bando pubblico. I dati sui finanziamenti
erogati per iniziative a contributo sono stati desunti dagli elenchi ufficiali dei progetti ammessi forniti dal
Servizio affari comunitari ed internazionali della Presidenza della Regione. Per i progetti finanziati dal 1996 al
2004 si è fatto riferimento alla voce "contributo erogato"; per quelli finanziati dal 2005 al 2007, gli importi
corrispondono al contributo regionale erogato, al netto di revoche e rimborsi, al 31 agosto 2011; infine, per i
progetti finanziati a seguito dei bandi emanati nel 2009 e 2010, trattandosi per lo più di progetti in corso,
l'importo considerato corrisponde al "contributo concesso".
analizzandone punti di forza e criticità nell’ottica di migliorare l’aspetto strategico della programmazione e
degli interventi regionali in materia di cooperazione internazionale.
Grazie alla Legge regionale n. 19/96, attraverso una serie di bandi emanati annualmente, nell’arco temporale
compreso fra il 1996 e il 2010 la Regione ha finanziato 673 progetti, attuati in 74 differenti Paesi da parte di
università, istituti di ricerca, organizzazioni non governative, associazioni di volontariato, enti locali, imprese
private. Nel periodo considerato, è possibile riconoscere due distinte fasi, caratterizzate da impostazioni
programmatiche differenti:
 il periodo 1996-2004, in cui l’Amministrazione regionale, attraverso il finanziamento di un gran numero di
interventi, ha privilegiato il sostegno ai soggetti operanti sul territorio regionale nel campo della cooperazione
allo sviluppo;
 il periodo 2005-2010, in cui la Regione, nel quadro di più ampie scelte strategiche relative alla propria azione
internazionale, ha inteso concentrare il proprio sostegno su pochi, qualificati progetti e sulla costruzione di
partenariati territoriali, sia a livello regionale che con omologhe istituzioni dei Paesi esteri;
 una terza fase, avviata di recente e tuttora in corso, vede la Sardegna impegnata nella realizzazione di un sistema
regionale della cooperazione decentrata, basato sul dialogo con gli attori locali e sull’inquadramento dell’azione
regionale rispetto alle altre iniziative di cooperazione attuate sul suo territorio, ai principi e ai criteri di efficacia
dell’aiuto definiti in sede nazionale e internazionale. Tale processo di revisione strategica e programmatica
dell’assistenza regionale allo sviluppo è supportato da tre iniziative, portate avanti parallelamente dal Servizio
Affari Internazionali della Presidenza della Giunta regionale:
i) l’organizzazione di momenti di ascolto e confronto con i diversi soggetti territoriali impegnati attivamente in
azioni di cooperazione, attraverso un ciclo di seminari condotti con la collaborazione del CeSPI (Centro
Studi di Politica Internazionale)
ii) la costituzione di un Tavolo regionale della Cooperazione decentrata in cui elaborare una visione
condivisa del sistema della cooperazione decentrata in Sardegna;
iii) l’affidamento al Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici (NVVIP) della
Sardegna di una ricerca valutativa sull’azione regionale in materia di cooperazione con i
Paesi in
via di sviluppo dall’approvazione della Legge regionale n. 19/96.
L’avvio di percorsi di apprendimento e condivisione con i soggetti pubblici e privati operanti in tema di
cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e l’istituzionalizzazione di momenti di consultazione e
coinvolgimento mirano a rafforzare i legami fra la Regione e il suo territorio e ad incoraggiare la
partecipazione attiva nella definizione di principi, criteri e strumenti della cooperazione. E’ proprio in tale
contesto che intende inserirsi il progetto presentato.
Dall’analisi svolta dal NVVIP, la cooperazione regionale allo sviluppo risulta attuata principalmente attraverso
due strumenti: l’adesione, nell’ambito della partecipazione regionale ad iniziative promosse dalla DGCS del
MAE (art. 2, comma 1), al “Programma di sostegno alla cooperazione regionale”; e il finanziamento di
proposte di iniziativa avanzate dagli enti locali e da soggetti pubblici e privati operanti sul territorio regionale
nelle attività di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo (art. 3, comma 1). Il “Programma di sostegno alla
cooperazione regionale” avviato dal MAE nel dicembre 2004, si pone come obiettivo generale il rafforzamento
delle competenze e delle capacità di cooperazione interistituzionale del MAE e delle Regioni, nell’ambito dei
processi di apertura internazionale dei territori verso i Balcani occidentali e la sponda sud del Mediteranno. Il
Programma, finanziato dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), si è tradotto
nella stipula, il 2 dicembre 2005, degli Accordi di Programma Quadro “APQ Paesi del Mediterraneo”, che
vede la Sardegna capofila, e “APQ Paesi dei Balcani”, cui la Regione partecipa in qualità di partner. Il
finanziamento delle iniziative presentate da attori del territorio è invece avvenuto attraverso l’emanazione, a
partire dal 1996, di bandi pubblici approvati con deliberazione della Giunta regionale. Modalità questa che
risulta essere quella principale di intervento adottata dalla Regione per dare attuazione alle disposizioni
contenute nel Capo I della Legge regionale n. 19/96, ovvero il finanziamento di iniziative di cooperazione allo
sviluppo presentate dagli attori del territorio.
E’ doveroso premettere che il Consiglio regionale non ha infatti mai impartito indirizzi e direttive, né la
Giunta regionale ha mai adottato documenti programmatici, quali programmi o piani, annuali o pluriennali,
finalizzati ad orientare, organizzare e gestire in maniera organica la propria azione di cooperazione allo
sviluppo6. Tuttavia è ugualmente doveroso ammettere che, come precedentemente detto, è in atto un sensibile
cambiamento dell’orientamento operativo strategico della Regione Sardegna. Riportiamo da una parte i dati dei
progetti finanziati dalla Regione dal 1996 al 2006 e dall’altra le nuove tendenze strategiche dal 2005 al 2010.
Dal 1996 (anno di promulgazione della L. Reg. 19/96) al 2006 sono stati finanziati un totale di 647 progetti per
un ammontare complessivo di contributi assegnati pari a 12.089.613€.
La seguente tabella da un’idea più chiara sul numero dei progetti finanziati, le risorse totali erogate nell’anno
di riferimento e il contributo medio assegnato ad ogni progetto.
Tabella 1 – Contributo medio erogato periodo 1996 – 2006
ANNO
NUM. DI PROGETTI RISORSE EROGATE
COFINANZIATI
14
€ 660.548
1996
47
€ 1.072.939
1997
43
€757.126
1998
78
€ 1.797.270
1999
88
€ 1.374.345
2000
73
€ 1.154.521
2001
89
€ 1.406.415
2002
109
€ 1.248.000
2003
87
€ 1.035.000
2004
9
€ 796.015
2005
10
€ 787.435
2006
CONTRIBUTO MEDIO
€ 47.182
€22.828
€ 17.608
€ 23.042
€ 15.618
€ 15.892
€ 15.802
€ 11.450
€ 11.897
€ 88.446
€ 78.743
Questi dati mostrano come dal 2005 il numero dei progetti finanziati dai bandi ha subito un significativo
cambiamento di tendenza a seguito delle modifiche relative alla dimensione finanziaria richiesta per la
presentazione di ciascun progetto. Si noti infatti che si è notevolmente abbassato il numero di progetti
finanziati ma è cresciuto in modo esponenziale il contributo medio assegnato (si noti che la media relativa al
contributo medio erogato dei 10 anni presi in considerazione è di € 16.730). Per quanto riguarda le risorse
totali erogate dalla Regione i dati finanziari evidenziano a partire dal 2002 una progressiva diminuzione delle
risorse finanziarie assegnate, tuttavia però non diminuisce nei due anni successivi il numero dei progetti
finanziati (89 nel 2002, 109 nel 2003 e 87 nel 2004).
Risulta altrettanto interessante mostrare l’eccessiva frammentazione delle risorse erogate durante il periodo di
programmazione preso in considerazione e i seguenti grafici lo dimostrano:
Grafico 1 - Ripartizione dei progetti per classi di contributo erogato (valori assoluti)
600
500
512
400
300
200
100
101
16
15
3
0
€ 0‐25.000
€ 25.001‐50.000 € 50.001‐75.000€ 75.001‐100.000
> € 100.000
In ascisse sono stati suddivisi i 647 progetti finanziati nel periodo 1996-2006 in base all’ammontare del
contributo del quale hanno beneficiato. Com’è visivamente dimostrato vi è una fortissima concentrazione di
progetti nella prima classe da €. 0 a € 25.000 mentre solo il 0,46% dei progetti supera i 100.000€ di
contributo. La frammentazione delle risorse è ancora più evidente nel seguente grafico che mostra come
all’interno della prima fascia del precedente grafico, quella che mostra i 512 progetti che hanno ricevuto un
contributo non superiore ai 25.000€, 370 progetti (una quota importante) non supera i 15.000€ di contributo.
Grafico 2 – Ripartizione dei progetti appartenenti alla classe € 0-25.000
200
150
174
160
100
50
92
36
50
0
Passiamo ad analizzare i cambiamenti rispetto all’ultimo quinquennio analizzato (2005-2010).
Tabella 2 – Risorse erogate per iniziative a contributo7 nel periodo 1996-2010 (in euro)
Risorse
erogate
per
iniziative a contributo
Importo medio annuo dei
finanziamenti erogati
Numero
progetti
finanziati
Numero medio progetti
anno
Importo
medio
dei
finanziamenti
per
progetto
Stanziamento
per
progetti a contributo
1996-2004
2005-2010
1996-2010
10.366.721
3.432.004
13.798.725
1.151.858
686.401
919.915
627
46
673
70
7,7
44,87
16.534
74.609
20.503
nr
3.950.000
La drastica diminuzione a partire dal 2005 dei finanziamenti erogati dalla Regione per progetti di cooperazione
decentrata selezionati tramite bando è da attribuirsi, non tanto a una diminuzione dei fondi stanziati in bilancio
sulla Legge regionale n. 19/96, quanto alla necessità di allocare risorse per gli adempimenti derivanti dalla
partecipazione della Sardegna al Programma comunitario ENPI e agli APQ “Mediterraneo” e “Balcani”. Alla
diminuzione delle risorse erogate non corrisponde specularmente una diminuzione del numero dei progetti
finanziati, che, come mostra il Grafico sottostante, si mantiene molto elevato dal 1999 al 2004 (87 progetti in
media l’anno), per poi crollare drasticamente nel 2005, quando l’Amministrazione sceglie di finanziare solo
interventi di grande entità, portando sia il costo minimo di ciascun progetto sia il contributo massimo erogabile
a 100.000,00 euro. Con una media di 7-8 progetti l’anno, nella nuova fase di programmazione 2005-2010 sale
anche, fino a ultra quadruplicare, l’importo medio erogato per singolo progetto.
Grafico 2 – Andamento del numero di progetti finanziati
Passando ad analizzare i soggetti proponenti e più nello specifico i soggetti capofila, bisogna ricordare che la
L.reg. 19/96 al comma 2 lettera b) dell’art. 58 indica quali sono i soggetti ammessi a presentare proposte per la
realizzazione dei progetti. La nostra analisi individua 3 diversi periodi (1996-2010 e 1996-2004 e 2005-2010)
e 5 categorie di Soggetti proponenti così suddivisi: Università (Facoltà, Dipartimenti, Centri
Interdipartimentali), Enti pubblici-locali (rientrano anche aziende sanitarie/ospedaliere ed organizzazioni
internazionali), Imprese, Associazioni di volontariato e ONG (comprese anche Fondazioni, Centri Missionari
Diocesani e le Associazioni Nazionali) e Istituti di Ricerca.
Tabella 3 – Risorse erogate per iniziative a contributo (in euro) alle diverse categorie di soggetti
TIPOLOGIA
SOGGETTO
CAPOFILA
Associazioni/ONG
DI
1996-2004
%
2005-2010
%
1996-2010
%
2.766.388
26,7%
1.070.038
31,2%
3.836.426
27,8%
Enti pubblici e locali
866.569
8,4%
521.833
15,2%
1.388.402
10,1%
Imprese
1.481.363
14,3%
366.315
10,7%
1.847.678
13,4%
Istituti di ricerca
142.242
1,4%
288.651
8,4%
430.893
3,1%
Università di Cagliari
2.921.470
28,2%
603.034
17,6%
3.524.504
25,5%
Università di Sassari
2.188.689
21,1%
582.132
17,0%
2.770.821
20,1%
TOTALE
10.366.721
3.432.003
13.798.725
Le quote percentuali di finanziamenti erogati alle diverse categorie di soggetti nel primo periodo di
programmazione trovano una loro giustificazione nelle modalità di selezione adottate anche per compensare il
venir meno di altre opportunità di finanziamento destinate alle attività scientifiche degli atenei sardi9; si è,
infatti, sempre ricercato un equilibrio nel sostegno finanziario concesso a ciascuna delle due università
regionali (Cagliari e Sassari) e al mondo delle associazioni. Questa logica di ripartizione delle risorse fra
soggetti, a prescindere dai progetti, permane anche nella seconda fase di programmazione, con la differenza
8
“ b) previa convenzione con enti locali, organizzazioni non governative associazioni di volontariato
riconosciute ai sensi della legge regionale13 settembre 1993, n. 39, operanti in base al proprio statuto nel
campo della cooperazione allo sviluppo, Università , enti ed istituzioni di ricerca ed imprese aventi sede nella
Regione”
9
In particolare, il non rifinanziamento dei programmi di ricerca e di formazione realizzati dalle Università della
Sardegna in favore dei paesi in via di sviluppo, previsto dall’art. 14 della Legge regionale 28 settembre 1990, n.
43 Finanziamenti in favore dei settori della sanità, dei trasporti e di altre attività, nonché disposizioni integrative
alla Legge regionale 22 gennaio 1990, n. 1.
che mentre nella fase 1996-2004 il peso di ciascuna università regionale è più o meno equivalente a quello
delle associazioni/ONG, nella seconda fase le risorse erogate si ripartiscono più o meno equamente fra le due
categorie di soggetti (università e associazioni/ONG).
Per quanto riguarda il numero di progetti cofinanziati in relazione ai soggetti proponenti, vediamo la seguente
tabella:
Tabella 4 - Progetti finanziati per tipologia di soggetti beneficiari
TIPOLOGIA
DI
SOGGETTO
CAPOFILA
Associazioni/ONG
Enti pubblici e locali
Imprese
Università e Istituti di
ricerca
TOTALE
1996-2004
%
2005-2010
%
1996-2010
%
139
26
52
410
22,2
4,1
8,3
65,4
14
9
5
18
30,4
19,6
10,9
39,1
153
35
57
428
22,8
5,2
8,5
63,6
627
46
673
Questa tabella dimostra che la forbice fra gli enti con vocazione alla ricerca scientifica (università e istituti di
ricerca) e le associazioni/ONG, molto ampia nella fase 1996-2004 (il rapporto è esattamente di 3 a 1), si riduce
ma rimane comunque, anche nella seconda fase, a vantaggio della categoria università/istituti di ricerca; e che
nella seconda fase, gli enti locali/enti pubblici presentano in qualità di capofila una percentuale di progetti
quattro volte superiore rispetto al periodo precedente, a fronte di un ammontare di contributi ricevuti che
semplicemente raddoppia.
Passiamo all’analisi delle macro-aree geografiche alle quali sono stati destinati i progetti.
E’ possibile affermare che dei 647 progetti cofinanziati la maggior parte si localizza nel Bacino del
Mediterraneo (293 progetti, pari a circa il 45%) e in Africa10 (150 progetti, pari a circa il 23%).
Anche analizzando le risorse erogate si dimostra come vi è una netta predominanza dell’area mediterranea.
Tabella 5 –Risorse erogate per aree geografiche nel periodo 1996-2010 (in valore eurpo e in %)
AREA GEOGRAFICA
Bacino Mediterraneo
Africa
America Latina
Balcani
Asia
Europa Orientale
Multizona
TOTALE
1996-2004
5.031.712,9
2.385.077,5
1.615.169,4
424.904,1
408.203,0
53.471,0
448.182,9
10.366.720,8
%
48,5%
23,0%
15,6%
4,1%
3,9%
2005-2010
1.349.075,6
1.562.892,6
%
39,3%
45,5%
322.008,6
103.027,0
9,4%
3,0%
4,3%
95.000,0
3.432.003,8
2,8%
1996-2010
6.380.788,5
3.947.970,0
1.615.169,4
746.912,7
511.230,0
53.471,0
543.182,9
13.798.724,6
%
46,2%
28,6%
11,7%
5,4%
3,7%
0,4%
3,9%
Come si può osservare, nell’intero periodo di programmazione, l’area Mediterranea assorbe la maggior quota
dei finanziamenti erogati, che è pari al 46,2%, se si considerano unicamente i Paesi delle sponda sud ed est
(Maghreb e Mashrek) del Bacino del Mediterraneo, mentre sale al 51,6% se si includono nella macroarea
anche i Balcani. L’Africa sub sahariana è la seconda macroarea di destinazione degli interventi, la terza è
l’America Latina che tuttavia viene abbandonata nella seconda fase di programmazione. L’Asia incide
minimamente, di un 3,7%, nonostante la scelta dell’Amministrazione di destinare a questa macroarea, nei
bandi 2006 e 2007, rispettivamente, il 30% e il 10% dello stanziamento complessivo. Anche la presenza
dell’Europa orientale è minima, ed è legata al sostegno dato ad un’unica associazione presente in Moldavia e
Bielorussia. Nella seconda fase, però, in controtendenza rispetto alla scelta strategica affermata nei bandi di
10
Tutti i Paesi africani esclusi quelli della zona Nord che si affacciano sul Mediterraneo)
sostenere le politiche europee di buon vicinato (PEV), le risorse finanziarie destinate al Mediterraneo
diminuiscono di una quota pari al 9% se si prendono a riferimento i soli Paesi delle sponde sud ed est, e del 5%
se si include nel Mediterraneo anche l’area Balcanica, che da sola cresce più del doppio (dal 4,3 al 10,9%). In
compenso, l’Africa sub sahariana conosce nella stessa fase un incremento di risorse pari al 97%, una quota che
più o meno corrisponde alle risorse perse dal Mediterraneo e dall’America Latina.
Concludiamo quest’analisi statistica analizzando nel periodo 1996-2006 i macro – settori d’intervento dei
progetti finanziati, individuando determinati ambiti tematici.
Tabella 5 – Totale progetti cofinanziati e ripartizione delle risorse erogate suddivisi per macro-settore di
intervento
MACRO-SETTORI DI INTERVENTO
PROGETTI
FINANZIATI
(valore ass.)
PROGETTI
FINANZIATI
(valore %)
RISORSE
EROGATE
(valore ass.)
RISORSE
EROGATE
(valore %)
Sostegno all’istruzione e alla formazione del
capitale umano
199
30,76%
€ 3.355.341
27,75%
Sanità e servizi sociali
132
20,40%
€ 2.486.138
20,56%
Ambiente e valorizzazione delle risorse naturali
130
20,09%
€ 2.184.582
18,07%
Sviluppo economico e sociale
90
13,91%
€ 1.930.107
15,97%
Valorizzaz. dei beni culturali e promozione del
dialogo interculturale
55
8,50%
€ 1.163.217
9,62%
Plurisettoriale
41
6,34%
€ 970.229
8,03%
647
100%
€ 12.089.614
100%
TOTALE
Come emerge dalla soprastante tabella la maggior parte dei progetti cofinanziati, ben 199 su 647, riguardano
iniziative inerenti il settore “Sostegno all’istruzione e alla formazione del capitale umano”, ciò è sicuramente
rinvenibile nel fatto che essendo le Università i maggiori soggetti beneficiari dei contributi abbiano una certa
propensione a soddisfare bisogni formativi e/o progetti di ricerca, assorbendo quasi il 28% dei finanziamenti
totali. Seguono i progetti nel campo della “Sanità e dei sevizi sociali” (con il 20,40% dei progetti totali e il
20,56% dei contributi erogati). E’ interessante rilevare come questi due ambiti tematici rappresentino quasi il
50% dei contributi totali erogati, pari a € 5.841.479. Dall’analisi emerge anche che la dimensione finanziaria
dei progetti relativi al settore “Sviluppo socio-economico” è maggiore rispetto a quella registrata per i tre
settori principali così come per il settore “Valorizzazione dei beni culturali e promozione del dialogo
interculturale”; l’impegno finanziario per la realizzazione di tali attività è, infatti, relativamente modesto se
paragonato alle azioni inerenti il tema dello sviluppo socio-economico.
6.3 Criticità e/o bisogni del territorio
Critica 5) Difficoltà di reale collaborazione e Numero di attori istituzionali e organizzazioni
sinergia tra soggetti privati e tra soggetti pubblici e private coinvolte nella rete e nello specifico nei
privati
progetti che verranno proposti
6.4 Identificazione dei destinatari
I destinatari del progetto saranno i cittadini e più in generale il territorio (sia straniero che locale) nel quale
verranno implementati gli interventi di sensibilizzazione e operativi in tema di cooperazione internazionale che
saranno sviluppati durante il periodo del progetto.
6.5 Individuazione beneficiari indiretti
I soggetti indiretti sono rappresentati da tutti quei cittadini (famiglie, enti locali e ONG/associazioni partner)
che pur non venendo direttamente coinvolti, trarranno beneficio dalle attività progettuali predisposte nel loro
territorio, nonché l’UISP in termini di nuove competenze, opportunità e collaborazioni che cresceranno
all’interno dell’associazione e, ovviamente i volontari che grazie a quest’esperienza amplieranno e
rafforzeranno le loro competenze, acquisendo un ruolo professionale riconosciuto che sia spendibile anche alla
fine del periodo del servizio civile.
6.5.1 Soggetto attuatore – UISP Sardegna e UISP Sassari
L'Uisp (Unione Italiana Sport Per tutti) è l'associazione di sport per tutti che ha l'obiettivo di estendere il diritto
allo sport a tutti i cittadini: in una sola parola Sportpertutti.
Un vocabolo nuovo che rappresenta la nostra identità, dove al centro di tutto c'è il soggetto, il cittadino, le
donne e gli uomini di ogni età, ciascuno con i propri diritti, le proprie motivazioni, le proprie differenze da
riconoscere e da valorizzare: le diverse età, le abilità, le disabilità, le differenze sessuali, le diverse motivazioni
alla pratica sportiva.
Il diritto alla pratica sportiva rientra tra i diritti di cittadinanza da garantire e legittimare a pieno titolo a livello
legislativo: il diritto di tutti i cittadini alla pratica motoria, inteso come strumento per la formazione costante
della persona e come bene che interessa la salute e la qualità della vita.
L'UISP da oltre sessant'anni anni combatte le disuguaglianze sociali, credendo fermamente che lo sport debba
essere un momento d'inclusione, non di esclusione, che aiuta la socializzazione e migliora la vita di chi lo
pratica. Per questo vogliamo essere promotori di uno sport dove la competizione esiste, ma è "a misura"
dell'uomo e dell'ambiente che lo circonda, piuttosto che legato alla logica del primato a tutti i costi e della
prestazione assoluta.
Per tale ragione l'UISP, si promuove nel territorio come un'associazione vicina alla gente grazie ad un
distribuzione capillare dei comitati e la promozione di attività che rispondano alle esigenze reali delle zone in
cui vengono proposte.
CHE COSA FACCIAMO? Di tutto lo sport che si pratica, solo una parte è legale. La nostra mission è
dimostrare che "un altro sport è possibile".
L'UISP con tutte le sue attività ed iniziative vuole dimostrare che lo sport può essere di tutti se si libera dai
rigidi schemi culturali che lo legano al raggiungimento di record e alte prestazioni.
Il vero sport moderno è quello che è sempre work in progress, perché cerca nuovi modi, nuove forme, nuove
regole e nuove forme di attività sportiva praticabili da tutti, anche da chi non ha una condizione fisica ottimale
e che non ha bisogno di grandi impianti sportivi. La pratica sportiva infatti deve essere SOSTENIBILE,
modellata sul soggetto ma compatibile al tempo stesso con l'ambiente e la società, perché il suo fine è quello di
promuovere la salute e il benessere fisico e mentale.
Inoltre lo Sportpertutti ha anche un valore sociale e per questo negli anni si è consolidato il rapporto tra le
grandi iniziative dell'UISP e la solidarietà. Lo sport è un valido mezzo per favorire la socializzazione tra
persone differenti e al tempo stesso sensibilizzare l'opinione pubblica su temi come la tutela della salute,
dell'ambiente e dei diritti umani.
Sportpertutti quelli che corrono, saltano, nuotano, giocano, insieme o da soli, negli impianti tradizionali o in
ambiente naturale, per raggiungere una meta che non sarà la meta uguale per tutti, ma è la loro meta, il loro
traguardo.
6.5.2 Partner
La convinzione che il lavoro di squadra e la messe in rete di diverse competenze rappresentano un valore
aggiunto per la buona riuscita di un progetto è dimostrato dalla collaborazione coi seguenti partners, coi quali
costantemente collaboriamo e coi quali condividiamo i valori e i principi etici che accompagnano il nostro
lavoro:
Mine Vaganti NGO (MVNGO), ha 3 uffici (Olbia, Sassari e Tempio Pausania) e basi operative in tutto il
Nord della Sardegna. Il team di lavoro, nato nel 2009, è formato da professionisti e presta opera di supporto e
consulenza per enti pubblici e privati nell’ideazione, scrittura ed implementazione di progetti internazionali.
Dalla collaborazione con diverse realtà locali sono state realizzate varie iniziative finanziate da programmi
comunitari. Lo stesso gruppo di lavoro ha successivamente costituito un’APS nel 2011 che all’estero, per
comodità, utilizza l’acronimo MVNGO. L’obiettivo principale di MVNGO è quello di promuovere la mobilità
europea e di sensibilizzare i cittadini europei al tema dell’inclusione sociale tramite l’utilizzo dell’educazione
non formale. Promuove:
 il dialogo interculturale,
 lo Sport nella sua valenza educativa,
 il rispetto ambientale e le Green Skill.
Questi strumenti vengono utilizzati per favorire l’integrazione (particolare attenzione viene riservata alla
disabilità e all’inclusione sociale delle minoranze) e promuovere una cittadinanza attiva che sia il punto di
partenza per una nuova coscienza civica europea. Sin dal 2009 il gruppo di lavoro è stato molto attivo in vari
programmi comunitari tra i quali Lifelong Learning Programme (Leonardo da Vinci, Grundtvig e Comenius),
Youth in Action, Culture, Media, European Youth Foundation, Europe for Citizens, Progress, Life+, IEE, FP7,
programmi delle Nazioni Unite (UNDEF) e di prestigiose fondazioni quali Anna Lindh and Japan Foundation.
Vantano ormai un know how ed una buona esperienza nell’euro-progettazione, come dimostrano i progetti già
realizzati e le proposte progettuali in corso.
Il Board crede fermamente nella forza delle relazioni tra pari e nell’educare attraverso l’educazione non
formale, ormai riconosciuta in tutta Europa. Dal 2009 i componenti del Board partecipano a diverse iniziative:
scambi culturali, seminari, corsi di formazione, iniziative giovanili e per adulti che aiutano a sviluppare una
fitta e ricca rete di partner in tutta Europa.
Da 5 anni, MVNGO offre l’opportunità a tutti i giovani di età compresa tra i 15 e i 30 anni di poter viaggiare
per l’Europa nell’ambito delle esperienze di scambio culturale.
IO PUO’ a.s.d.r.c.p.s., è una costola del Comitato UISP Sassari e nasce dalla necessità di creare attività
rivolte alle persone disabili. Si batte fortemente per l’inclusione e l’integrazione attraverso attività di basket,
nuoto, calcio, escursionismo, arrampicata promuovendo concretamente lo sportpertutti. Viene istituita con
l’intento di dare un’identità a un gruppo di ragazzi diversamente abili (e agli educatori che li sostengono), i
quali da tempo praticano diverse discipline sportive integrandosi nel tessuto sociale proprio grazie allo sport.
L’associazione promuove il miglioramento della qualità della vita di ragazzi con handicap intellettivo e ritardo
mentale e delle loro famiglie. Promuove, inoltre, la pratica sportiva come diritto di cittadinanza in quanto
strumento di benessere individuale e collettivo. Tutto ciò è patrimonio dell’Unione Europea e sancito nel Libro
Bianco sullo Sport del 2007 determinandone istituzionalmente il valore sociale. Le attività che favoriscono tale
integrazione e la partecipazione di questi cittadini alla vita collettiva della comunità, con particolare
riferimento allo sport, risultano quindi fondamentali
LOTUS A.S.D.C.R. – Il centro Lotus nasce nel 2010 dalla pluriennale esperienza professionale di diverse
figure riabilitative in ambito psicomotorio, pedagogico clinico e psicoeducativo. Lo scopo di mettere insieme
queste risorse trova le sue radici nel desiderio di offrire uno spazio adeguato e qualitativamente eccellente
nell'ambito della realizzazione di servizi specifici rivolti a persone con handicap (in particolare bambini,
ragazzi e adulti con Disturbi dello Spettro Autistico, Disturbi Psicomotori, Disabilità Visive) e in supporto alle
loro famiglie.
Le figure che lavorano presso la nostra struttura sono pedagogisti clinici, educatori professionali,
psicomotricisti funzionali, terapisti della riabilitazione neuro psicomotoria, logopedisti, tecnici della
riabilitazione psichiatrica, assistenti alle autonomie.
Il lavoro di tutti gli operatori si intreccia in modo globale prendendo in carico la famiglia dell'utente a partire
dall'invio da parte dei servizi di neuropsichiatria presso il nostro centro, prendendo cura di tale inserimento
attraverso colloqui con i genitori, neuropsichiatri, insegnanti e figure educative di riferimento. Dopo i primi
colloqui vengono proposte diverse valutazioni che vanno ad osservare le diverse aree di sviluppo - attraverso
specifici test - e che si soffermano sugli aspetti cognitivi, motori, emotivi, sociali e relazionali. Attraverso ciò
che emerge da queste approfondite valutazioni, viene sviluppato, e condiviso con la famiglia, uno specifico
programma di intervento che si propone di agire sinergicamente in tutti gli aspetti osservati.
Gli interventi riabilitativi si rivolgono a bambini in età precoce (dai 18 mesi), fino all'età adulta, in armonia con
l'idea di educazione continua e individualizzata.
Ciò che ci caratterizza è l'intenzione di supporto a 360 gradi, sia per quanto riguarda il sostegno alle famiglie
(attraverso l'intervento domiciliare e il coinvolgimento in tutte le attività che vengono proposte), il confronto
periodico con gli insegnanti (attraverso colloqui e intervento all'interno della scuola), e il lavoro in rete con
tutte le figure sanitarie ed educative che ruotano attorno ad ogni singolo utente.
Dal 2012, dato l’aumento di inserimenti, si è posta in essere l’esigenza di differenziare gli aspetti prettamente
educativi da quelli psicomotori e sportivi creando così un’ associazione di tipo dilettantistico sportivo e ludico
ricreativa. L’ ASDCR LOTUS in sinergia con le attività del Centro Lotus, si occupa di programmare e attuare
tutto il settore dello sviluppo psicomotorio e sportivo. Come avviene nella sfera educativa, anche in questo
caso vengono fatte delle valutazioni Psicomotorie di ingresso con dei Test standardizzati e riconosciuti, dopo
di che si programmerà il tipo di intervento che potrà essere di tipo individuale o di gruppo in base alle
specifiche esigenze della persona. Le metodologie applicate sono anche esse in funzione delle esigenze e delle
diagnosi
7) Obiettivi del progetto:
L’obiettivo generale del presente progetto è quello di articolare efficacemente un settore all’interno
dell’associazione che si occupi di cooperazione internazionale.
7.1 Gli obiettivi di cambiamento generati dalle criticità e bisogni indicati nel 6.3
CRITICITA’/BISOGNI
OBIETTIVI
Criticità 1) Poca sensibilizzazione e scarsa Obiettivo 1.1 Creare presupposti per il
informazione circa il tema della cooperazione rafforzamento di una cultura etica, aperta al codecentrata.
sviluppo e al dialogo interculturale, di
sensibilizzazione del territorio e attraverso una
metodica attività educativa/formativa diretta
soprattutto ai giovani
Criticità 2) Necessità di creare o rafforzare “luoghi Obiettivo 2.1 Creare e rafforzare luoghi virtuali e
virtuali” di comunicazione.
non di comunicazione che avvantaggino
l’interazione tra vari attori presenti nel territorio
fornendo informazioni aggiornate in tempo reale
Criticità 3) Necessità di formare e far crescere Obiettivo
3.1
Favorire
la
nascita
di
ruoli
programmazione di medio – lungo periodo
attraverso micro progetti e progetti più strategici in
collaborazione con altri attori nei territori nei quali
sono già in essere progetti di cooperazione e nuovi
territori che verranno individuati anche attraverso i
rapporti e i contatti ongoing delle associazioni
partners
Critica 5) Difficoltà di reale collaborazione e Obiettivo 5.1 Valorizzare rapporti esistenti nati per
sinergia tra soggetti privati e tra soggetti pubblici e rispondere ad esigenze reali creando collegamenti
privati
tra i partner dei partner per poter in questo modo
allargare la rete
tematiche e geografiche specifiche
7.2 Gli obiettivi sopra indicati con gli indicatori del 6.3 alla conclusione del progetto
OBIETTIVI
Obiettivo 1.1 Creare presupposti per il
rafforzamento di una cultura etica, aperta al cosviluppo ed al dialogo interculturale, di
sensibilizzazione del territorio ed attraverso una
metodica attività educativa/formativa diretta
soprattutto ai giovani
Obiettivo 2.1 Creare e rafforzare luoghi virtuali e
non di comunicazione che avvantaggino
l’interazione tra vari attori presenti nel territorio
fornendo informazioni aggiornate
Obiettivo 3.1 Favorire la nascita di ruoli
professionali nel mondo della cooperazione e più
specificatamente
all’interno
della
nostra
associazione (ruoli che siano spendibili per
l’inserimento nel mondo del lavoro)
Obiettivo 4.1 Strutturare e sviluppare una
programmazione di medio – lungo periodo
attraverso micro progetti e progetti più strategici in
collaborazione con altri attori
Obiettivo 5.1 Valorizzare rapporti esistenti nati per
rispondere ad esigenze reali creando collegamenti
tra i partner dei partner per poter in questo modo
allargare la rete
INDICATORI
Ind. 1.1 Numero di soggetti target di azioni di
sensibilizzazione.
Ind. 2.1 Numero di pagine e articoli on line (nello
specifico sui social network) che vengono create
per aiutare lo scambio e l’interazione tra gli attori
del settore
Ind. 3.1 Numero di persone che lavorano
attivamente
in
progetti
di
cooperazione
internazionale all’interno dell’UISP e delle
associazioni partner
Ind. 4.1 Numero di progetti di cooperazione che
vengono presentati dal comitato UISP regionale in
partenariato con altre organizzazioni
Ind. 5.1 Numero di attori istituzionali e
organizzazioni private coinvolte nella rete e nello
specifico nei progetti che verranno proposti
7.3 Il confronto tra situazione di partenza e obiettivi di arrivo
INDICATORI
Ind. 1.1 Numero di soggetti target di azioni di sensibilizzazione.
EX ANTE
EX POST
6
100
(operatori già impegnati in (tra operatori dello staff
progetti di cooperazione
tecnico, volontari del SC,
all’interno
operatori/volontari dell’UISP
dell’associazione)
e delle associazioni partner,
soci e dirigenti, altro)
Ind. 2.1 Numero di pagine e articoli on line (nello specifico sui
social network) che vengono create per aiutare lo scambio e
l’interazione tra gli attori del settore.
Ind. 3.1 Numero di persone che lavorano attivamente in progetti di
3
50
cooperazione internazionale all’interno dell’associazione.
Ind. 4.1 Numero di progetti di cooperazione che vengono presentati
dal comitato UISP regionale in partenariato con altre organizzazioni
Ind. 5.1 Numero di attori istituzionali e organizzazioni private
coinvolte nella rete e nello specifico nei progetti che verranno
proposti
6
8
1
3
5
12
8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le
attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in
servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo
che quantitativo:
Premessa
Negli ultimi tempi il Comitato UISP Regione Sardegna sente forte l’esigenza di strutturare al suo interno un
settore che si occupi in modo costante di cooperazione internazionale. Lo staff tecnico sarà composto da vari
operatori UISP che grazie alle loro competenze eterogenee già operano nell’associazione rivestendo ruoli
differenti. Lo staff verrà così affiancato dai giovani volontari che prenderanno parte a questo progetto, i quali
non solo prenderanno parte alla vita associativa promotrice della cittadinanza attiva, ma acquisiranno anche
esperienze e competenze concrete che potranno essere spese nel futuro inserimento nel mondo del lavoro. La
consapevolezza dell’importanza di mettere in piedi un progetto del genere risiede in due motivi fondamentali:
il primo nasce dall’esperienza recentemente maturata in questo ambito, l’UISP Sardegna infatti è parte
integrante di un progetto attualmente in corso in Libano nato per formare operatori che lavorano con il
disagio mentale. Il progetto inizialmente finanziato dall’Ufficio per la Cooperazione del Ministero degli Esteri
e attualmente cofinanziato da un contributo della Regione Sardegna11 mira a combattere la grave condizione
di isolamento e di esclusione sociale delle persone con disabilità psichica e mentale in Libano, promuovendo
l’attività motoria e psico-motoria nella cura dei pazienti affiancandola alle terapie farmacologiche. Il comitato
UISP Sardegna, al quale è stata affidata la gestione futura di tale progetto in partenariato con l’Ufficio di
cooperazione internazionale dell’ambasciata italiana in Libano, ha già inviato finora 4 formatori (1 educatore
professionale del Dipartimento di Salute mentale di Sassari con cui l’Uisp collabora, 1 insegnante e 1 tecnico
sportivo) a Beirut, un team di professionisti che ha visto la partecipazione agli incontri organizzati gli
operatori di Al Fanar (l’ospedale psichiatrico, situato nella località di Zahrani, nel sud del Libano, che ha in
cura circa 2.000 pazienti, di cui 250 risiedono stabilmente nell’ospedale) e del Ghassan Kanafani Foundation
(che lavora con giovani dai 3 ai 30 anni con disabilità di vario genere nel campo Palestinese di Ein El Helwe) i
quali grazie alla formazione ricevuta hanno già attivato nuovi percorsi riabilitativi basati sullo sport.
Quest’esperienza, positivamente riuscita, ha fatto crescere all’interno dell’Uisp Sardegna la consapevolezza
che la predisposizione di un settore che si occupi di promuovere e sostenere iniziative di aiuto umanitario e di
cooperazione allo sviluppo sia un modo per crescere e ampliare i propri orizzonti d’azione e di vedute.
Affermando che l’idea di cooperazione “decentrata” sia quella che meglio si sposa ai propri valori, il comitato
UISP Sardegna (grazie all’aiuto dei comitati di Sassari e di Cagliari) decide di mettere in campo quello che di
più forte possiede: il valore dello sportpertutti, credendo fermamente nello sport come strumento di sviluppo e
di integrazione, come veicolo di comunicazione e di convivenza e come strumento di supporto ai processi
educativi in atto nei paesi in via di sviluppo. Attraverso lo sport (nell’attività ludica e in genere) si
trasmettono valori e “regole condivise” che vengono applicate alla vita quotidiana.
Il presente progetto mira alla creazione di uno staff tecnico che si occupi in maniera continuativa non solo dei
progetti di cooperazione già in essere ma che abbia l’obiettivo di ideare e implementare nuovi interventi in
nuovi territori. Lo staff sarà composto da professionisti e operatori già inseriti all’interno dell’associazione e
che già hanno preso parte a progetti di cooperazione internazionale, ai quali saranno affiancati i giovani
volontari partecipanti al SCN. Punto di forza del team che si vuole creare è l’eterogeneità delle competenze
che si intende inserire. Lo staff deve essere in grado di occuparsi di tutto il percorso sia progettuale che
d’implementazione e valutazione degli interventi che si vogliono attuare. Sarà tuttavia necessario pensare a
ruoli ben definiti e nello specifico il team deve prevedere diversi incarichi professionali al suo interno
necessari sia alla realizzazione delle attività sia anche all’inserimento attivo nel mondo del lavoro (a
cominciare dagli enti non profit): progettisti (i quali si occuperanno di seguire il progetto in fase di ideazione,
stesura, presentazione, nonché di controllare e verificare l’operato dello staff, la qualità del servizio, la
coerenza col progetto e con gli obiettivi organizzativi, mantenere contatti continuativi con istituzioni
pubbliche e private, attori locali e internazionali), esperti in comunicazione (i quali promuoveranno e
diffonderanno, sul territorio, l’identità dell’impresa per cui operano e nello specifico di questo progetto, per
quanto concerne, ad esempio la storia, la mission, gli obiettivi, i valori e gli aspetti caratteristici e distintivi),
tecnici sportivi, educatori e animatori ludico-sportivi (i quali trasmettono le proprie competenze ed esperienze
oltre sviluppando gli aspetti più strettamente operativi ad operatori che lavorano in altre realtà similari all
nostra, condividendone valori ed obiettivi).
Il macro-settore d’intervento delle iniziative che si vogliono sviluppare è il sostegno all’istruzione e alla
formazione del capitale umano attraverso la formazione di operatori che possano sposare il modello
metodologico d’intervento dello Sportpertutti, utilizzando l’attività sportiva come strumento per promuovere
crescita e integrazione nei processi educativi. Particolare attenzione sarà riservata alle fasce deboli della
popolazione, nello specifico bambini, anziani, disabili e donne. I progetti di cooperazione verranno indirizzati
(dopo una precedente fase di ricerca e studio) a quei Paesi che presentano programmi molto scarni sulla tutela
delle fasce più deboli della società (per es. la cura delle patologie mentali), che non hanno fondi sufficienti per
finanziare progetti e iniziative di questo tipo, che culturalmente hanno scarsa attenzione verso la cura della
salute fisica e psichica della popolazione, che vivono un disequilibrio sociale molto forte in termini di estreme
ricchezze ed estreme povertà.
8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Obiettivo 1.1 Creare presupposti per il rafforzamento di una cultura etica, aperta al co-sviluppo ed al dialogo
interculturale, di sensibilizzazione del territorio ed attraverso una metodica attività educativa/formativa diretta
soprattutto ai giovani
 Azione 1.1.1 Promuovere dei momenti d’incontro e sensibilizzazione con la cittadinanza
 Attività 1.1.1.1.Organizzare incontri informali, workshop, seminari/convegni e incontri formali nelle
scuole, corsi di formazioni
Obiettivo 2.1 Creare e rafforzare luoghi virtuali e non di comunicazione che avvantaggino l’interazione tra
vari attori presenti nel territorio fornendo informazioni aggiornate
 Azione 2.1.1 Promuovere e formare delle competenze specifiche nel campo della comunicazione
 Attività 2.1.1.1 Operare per ampliare le forme della comunicazione sul territorio attraverso non solo
l’approccio learning by doing ma anche l’affiancamento all’esperto in comunicazione all’interno
dell’associazione
Obiettivo 3.1 Favorire la nascita di ruoli professionali nel mondo della cooperazione e più specificatamente
all’interno della nostra associazione (ruoli che siano spendibili per l’inserimento nel mondo del lavoro)
 Azione 3.1.1 Attivare percorsi di sensibilizzazione e formazione tra i giovani volontari,
 Attività 3.1.1.1. Organizzazione incontri con esperti del settore, scambio di best practices tra attori
locali attivando anche un percorso di formazione ai volontari, in un ottica di acquisizioni di capacità
specifiche curriculari, spiegando loro l’importanza di operare nel settore della cooperazione e la
necessità di formarsi ad alti livelli per offrire iniziative e progetti di qualità
 Azione 3.1.2 Fornire tutti gli strumenti possibili per formare ruoli professionali e nuove competenze
all’interno dell’associazione nell’ambito della Cooperazione
 Attività 3.1.2.1 Creazione di un gruppo di lavoro che miri a facilitare lo scambio di conoscenze, competenze e
abilità fra esperti e volontari
Obiettivo 4.1 Strutturare e sviluppare una programmazione di medio – lungo periodo attraverso micro
progetti e progetti più strategici in collaborazione con altri attori
 Azione 4.1.1 Implementare un percorso di analisi e ricerca che individui le priorità tematiche e
geografiche specifiche
 Attività 4.1.1.1. Lavoro di analisi del proprio territorio e dei territori nei quali si vorrebbero implementare i
progetti di cooperazione attraverso interviste ad attori locali e indagine delle analisi statistiche più recenti (tipo
ISTAT)
 Azione 4.1.2 Sviluppare una programmazione di interventi a medio - lungo termine attraverso un
approccio di tipo place-based, che parte dall’analisi delle esigenze di un territorio per proporre
interventi e iniziative che rispondano concretamente ai bisogni della zona interessata
 Attività 4.1.2.1 Ideazione di un nuovo progetto, che rientri all’interno di una programmazione di
attività più ampia di interventi di medio – lungo periodo. condivisione degli obiettivi e attività con i
partner, scrittura del progetto, individuazione risorse materiali e umane, pianificazione formazione,
con riferimento a un nuovo progetto di cooperazione
 Obiettivo 5.1 Valorizzare rapporti esistenti nati per rispondere ad esigenze reali creando collegamenti
tra i partner dei partner per poter in questo modo allargare la rete
 Azione 5.1.1 Organizzare incontri tra il gruppo di partenariato del presente progetto e altre realtà
associative locali
 Attività 5.1.1.1. Organizzazione e coordinamento di incontri/tavoli di dialogo che mirino alla
creazione di sinergie e parternship tra le varie organizzazioni che operano nel territorio nell’ambito
individuato
 Azione 5.1.2 Promuovere corsi di autoformazione e focus group
 Attività 5.1.2.1 Realizzazione corsi di autoformazione e focus group
Cronoprogramma
MESI
Ideazione, sviluppo e avvio
Obiettivo 1.1 Creare presupposti per il rafforzamento di una
Azione 1.1.1 Promuovere dei momenti d’incontro e
Obiettivo 2.1 Creare e rafforzare luoghi virtuali e non di
Azione 2.1.1 Promuovere e formare delle competenze
Obiettivo 3.1 Favorire la nascita di ruoli professionali nel
Azione 3.1.1 Attivare percorsi di sensibilizzazione e
Azione 3.1.2 Fornire tutti gli strumenti possibili per formare
Obiettivo 4.1 Strutturare e sviluppare una programmazione di
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
strategici in collaborazione con altri attori
Azione 4.1 Implementare un percorso di analisi e ricerca che
x x
individui le priorità tematiche e geografiche specifiche
Azione 4.2 Sviluppare una programmazione di interventi a
x x x x x x x x x
medio - lungo termine attraverso un approccio di tipo placebased, che parte dall’analisi delle esigenze di un territorio per
proporre interventi e iniziative che rispondano concretamente
ai bisogni della zona interessata
Obiettivo 5.1 Valorizzare rapporti esistenti nati per rispondere
x
x
x
ad esigenze reali creando collegamenti tra i partner dei partner
per poter in questo modo allargare la rete
Azione 5.1.1 Organizzare incontri tra il gruppo di partenariato
del presente progetto e altre realtà associative locali
Azione 5.1.2 Promuovere corsi di autoformazione e focus
x
x
x
group
Azioni trasversali
Accoglienza dei volontari in SCN
x
Formazione specifica
x x x
Formazione generale
x x x x x x
Informazione e sensibilizzazione
x x x x x x
Inserimento dei volontari in SCN
x x
Monitoraggio
x
x
x
x
Azioni trasversali:
Durante tutto il periodo di servizio civile, dalla formazione generale (box 29/34) a quella specifica (box 35/41), al monitoraggio
(box 21 e 42), verranno inserite anche altre attività che permetteranno ai partecipanti al progetto di sviluppare le competenze poi
certificate attraverso l’Ente ASVI (box 28). I volontari del SCN saranno altresì coinvolti nelle azioni di diffusione e
sensibilizzazione previste dal progetto (box 17). Il complesso di tutte le attività previste dal progetto aiuterà infine i giovani a
realizzare la finalità di “contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani” indicata all’articolo 1
della legge 64/2001 che ha istituito il Servizio Civile Nazionale
8.2 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle
professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività
Le figure di riferimento per le due sedi di attuazione saranno:
Sede Cagliari
Collaboratore dell’ente, coordinatore
Progetto
1
Operatori dell’ente, in particolare quelli
che hanno preso parte al progetto di
cooperazione in Libano
3
Esperto in comunicazione
1
Dirigenti UISP
2
Dirigenti e tecnici UISP + consulenti di
associazioni partner (MINE VAGANTI)
2
Responsabili delle associazioni partner e
operatori dell’UISP
2
Responsabili delle associazioni partners che
vantano esperienza nel settore della progettazione
3
Coordinatore progetto
1
Operatori Uisp
1
Dirigenti Uisp e delle associazioni partner
3
Dirigenti Uisp e consulenti esterni
3
Si riporta tabella esplicativa:
Sede Sassari
3
1
2
2
2
3
3
Attività del progetto
Individuazione dell’area, analisi
contesto, condivisione degli obiettivi
e attività con i partner, scrittura del
progetto, individuazione risorse
materiali e umane, pianificazione
formazione
Organizzazione eventi (seminari,
convegni, workshop…) e laboratori
scolastici
Ampliamento pagine dedicate alla
cooperazione sul sito
dell’associazione, gestione social
network
Organizzazione incontri con esperti
del settore, scambio di best practices
tra attori locali
Creazione di un gruppo di lavoro
che miri a facilitare lo scambio di
conoscenze, competenze e abilità fra
esperti e volontari
Lavoro di analisi del proprio
territorio e dei territori nei quali si
vorrebbero implementare i progetti
di cooperazione attraverso interviste
ad attori locali e indagine delle
analisi statistiche più recenti (tipo
ISTAT)
Ideazione di un nuovo progetto, che
rientri all’interno di una
programmazione di attività più
ampia di interventi di medio – lungo
periodo. Condivisione degli obiettivi
e attività con i partner, scrittura del
progetto, individuazione risorse
materiali e umane, pianificazione
formazione, con riferimento a un
nuovo progetto di cooperazione
Valorizzare rapporti esistenti nati
per rispondere ad esigenze reali
creando collegamenti tra i partner
dei partner per poter in questo modo
allargare la rete
Realizzazione
di
corsi
di
autoformazione e focus group
Professionalità
Collaboratore dell’ente, coordinatore
progetto
Ruolo nell’attività
Gestione e coordinamento del
progetto, segreteria organizzativa
Num.
Operatori dell’ente, in particolare
quelli che hanno preso parte al
progetto di cooperazione in Libano
Esperto in comunicazione
Programmazione e gestione incontri
di sensibilizzazione
6
Ufficio Stampa, coordinamento della
comunicazione e dei social network,
contatti coi media, elaborazione
contenuti
Controllo e supervisione delle
attività, indirizzamento etico e
controllo coerenza con la mission
dell’associazione
Affiancamento allo staff tecnico e ai
giovani del SC; messa in rete di
progettualità e esperienza
1
Dirigenti UISP
Dirigenti e tecnici UISP + consulenti
di associazioni partner (MINE
VAGANTI)
1
3
4
Responsabili delle associazioni
partner e operatori dell’UISP
Ambito di analisi del territorio:
raccolta
materiale
utile
per
interpretare le esigenze del territorio
e le opportunità di parternariati
4
Responsabili delle associazioni
partners che vantano esperienza nel
settore della progettazione.
Coordinatore progetto.
Operatori Uisp
Ideatori e progettisti di un
programmazione di progetti di
cooperazione; contatti tra attori
locali; fundraising
8
Dirigenti Uisp e delle associazioni
partner
Organizzatori e coordinatori dei
tavoli
6
Dirigenti Uisp e consulenti esterni
Formatori
6
8.3 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto
AZIONI
ideazione sviluppo del progetto
Promuovere momenti d’incontro e
sensibilizzazione con la cittadinanza
(incontri informali, workshop, convegni e
incontri formali nelle scuole)
ATTIVITA’
Individuazione dell’area, analisi contesto,
condivisione degli obiettivi e attività con
i partner, scrittura del progetto,
individuazione risorse materiali e umane,
pianificazione formazione
Organizzazione eventi (seminari,
convegni, workshop…) e laboratori
scolastici
RUOLO
Antecedente all’avvio
I volontari da una parte affiancheranno lo
staff tecnico nell’organizzazione di tali
momenti di sensibilizzazione, dall’altro
prenderanno parte agli stessi come
partecipanti
Promuovere e formare competenze
specifiche
nel
campo
della
comunicazione attraverso non solo
l’approccio learning by doing ma anche
l’affiancamento
all’esperto
in
comunicazione
all’interno
dell’associazione
Attivare percorsi di sensibilizzazione tra i
giovani volontari, spiegando loro
l’importanza di operare nel settore della
cooperazione e la necessità di formarsi ad
alti livelli per offrire iniziative e progetti
di qualità
Fornire tutti gli strumenti possibili per
formare ruoli professionali e nuove
competenze all’interno dell’associazione
nell’ambito della Cooperazione
Implementare un percorso di analisi e
ricerca che individui le priorità tematiche
e geografiche specifiche
Sviluppare una programmazione di
interventi a medio - lungo termine
attraverso un approccio di tipo placebased, che parte dall’analisi delle
esigenze di un territorio per proporre
interventi e iniziative che rispondano
concretamente ai bisogni della zona
interessata
Valorizzare rapporti esistenti nati per
rispondere ad esigenze reali creando
collegamenti tra i partners dei partners
per poter in questo modo allargare la rete
Promuovere corsi di autoformazione e
focus group
9)
Operare per ampliare le forme della
comunicazione sul territorio attraverso
non solo l’approccio learning by doing
ma anche l’affiancamento all’esperto in
comunicazione all’interno
dell’associazione
Affiancamento e supporto all’esperto di
comunicazione
Organizzazione incontri con esperti del
settore, scambio di best practices tra
attori locali attivando anche un percorso
di formazione ai volontari, in un ottica di
acquisizioni di capacità specifiche
curriculari, spiegando loro l’importanza
di operare nel settore della cooperazione
e la necessità di formarsi ad alti livelli
per offrire iniziative e progetti di qualità
Partecipanti agli eventi
Creazione di un gruppo di lavoro che
miri a facilitare lo scambio di
conoscenze, competenze e abilità fra
esperti e volontari
Lavoro di analisi del proprio territorio e
dei territori nei quali si vorrebbero
implementare i progetti di cooperazione
attraverso interviste ad attori locali e
indagine delle analisi statistiche più
recenti (tipo ISTAT)
Ideazione di un nuovo progetto, che
rientri all’interno di una programmazione
di attività più ampia di interventi di
medio – lungo periodo. condivisione
degli obiettivi e attività con i partner,
scrittura del progetto, individuazione
risorse materiali e umane, pianificazione
formazione, con riferimento a un nuovo
progetto di cooperazione
Organizzazione e coordinamento di
incontri/tavoli di dialogo che mirino alla
creazione di sinergie e parternship tra le
varie organizzazioni che operano nel
territorio nell’ambito individuato
Realizzazione corsi di autoformazione e
focus group
Beneficiari dell’azione
Supporto alle associazioni partner e
dirigenti dell’associazione
supporto, affiancamento e condivisione
dell’operato dei consulenti partner e dei
dirigenti e operatori che si occuperanno
di sviluppare un progetto finale
osservatori esterni
osservatori esterni e successivamente
conduttori
Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
6
10) Numero posti con vitto e alloggio:
0
11) Numero posti senza vitto e alloggio:
6
12) Numero posti con solo vitto:
0
13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
1400
14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :
15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:
NO
5
16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato:
N.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
Sede di
attuazione del
progetto
Comune
Indirizzo
Cod.
N. vol. per
ident. sede
sede
Nominativi degli Operatori Locali di
Progetto
Cognome e Data di
nome
nascita
C.F.
Nominativi dei Responsabili Locali di Ente
Accreditato
Cognome e Data di
nome
nascita
C.F.
17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:
Complessivamente, le/i volontarie/i del SCN saranno impegnati nelle azioni di diffusione del Servizio
Civile per un minimo di 25 ore ciascuno, come di seguito articolato.
I volontari del SCN partecipanti al progetto, nell’ambito del monte ore annuo, saranno direttamente
coinvolti nelle attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale che l’Ente intende
attuare almeno tramite incontri presso:
associazioni, precipuamente giovanili con cui le sedi del progetto locale organizza attività di
informazione e promozione
luoghi, formali ed informali, di incontro per i giovani (scuole, università, centri aggregativi, etc.)
con cui la sede di attuazione intrattiene rapporti nell’ambito della propria attività istituzionale.
Verranno programmati degli incontri durante i quali i volontari in SCN potranno fornire informazioni
sul Servizio Civile Nazionale, grazie alle conoscenze acquisite durante la formazione generale.
Inoltre un giorno al mese, nei 6 mesi centrali del progetto, presso la sede di attuazione, i volontari in
SCN saranno direttamente coinvolti nell’attività degli sportelli informativi sul servizio civile, propri
delle nostre associazioni, che da anni forniscono informazioni e promuovono il SCN nel territorio.
Le azioni sopra descritte tendono a collegare il progetto stesso alla comunità locale dove i volontari del
SCN prestano servizio, portando alla luce (tramite la loro testimonianza diretta) le positive ricadute del
progetto nel contesto in cui esso interviene.
L’azione informativa, di promozione e sensibilizzazione viene intesa quale attività continuativa che
tende a coinvolgere attivamente i volontari in SCN e si esplica in tre differenti fasi:
informazione sulle opportunità di servizio civile (da effettuare ex ante, precipuamente nel
periodo di vigenza del bando tramite le sotto indicate modalità di comunicazione sociale);
sensibilizzazione alla pratica del SCN (effettuata in itinere, con i succitati interventi presso i
“luoghi aggregativi” e coinvolgendo in modo attivo i giovani tramite le associazioni suddette);
diffusione dei risultati del progetto (da effettuare ex post, anche grazie alla partecipazione dei
giovani in SCN alle attività promozionali dell’associazione).
Comunicazione sociale: il testo del progetto e le modalità di partecipazione verranno pubblicati sul sito
internet dell’ente per l’intera durata del bando (www.arciserviziocivile.it). Verrà diffuso materiale
informativo preso le sedi di attuazione di Arci Servizio Civile interessate, con particolare attenzione agli
sportelli informativi che le nostre sedi di assegnazione organizzano nel proprio territorio. Le
associazioni cureranno la possibile diffusione del progetto sui media locali, regionali e nazionali
presenti nel proprio territorio.
18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:
19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione
dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del
progetto:
Ricorso al sistema di monitoraggio e valutazione, depositato presso il Dipartimento
della Gioventù e del SCN descritto nel modello: Mod. S/MON: Sistema di
monitoraggio e valutazione.
21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
SI
22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli
richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:
23)
Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del
progetto:
24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):
25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
I volontari in SCN saranno integrati nei processi della quotidiana attività
istituzionale dell’ente, ed avranno a disposizione tutti gli impianti tecnologici e
logistici presenti nelle sedi di attuazione. In coerenza con gli obiettivi (box 7) e le
modalità di attuazione (box 8) del progetto, si indicano di seguito le risorse tecniche
e strumentali ritenute necessarie ed adeguate per l’attuazione del progetto e fornite
dal soggetto attuatore:
L’UISP dispone di una sede a Cagliari, in viale Trieste, che ospita il Comitato
Regionale e il Comitato Territoriale di Cagliari e due sedi a Sassari, di proprietà del
Comitato Territoriale di Sassari, entrambe in via Zanfarino, che saranno utilizzate
per le attività del progetto e messe a disposizione dei volontari.
La sede N.1 di Sassari consta di 6 locali più servizi e ospita gli uffici di presidenza,
segreteria, amministrazione, comunicazione, aree di attività e discipline, sala
riunioni e front office. È dotata di linea telefonica con centralino, ISDN e ADSL, 1
fax, 9 postazioni con scrivania e PC (due portatili), 8 stampanti (di cui due a colori),
1 fotocopiatore A4-A3.
La sede N.2 di Sassari consta di due locali molto grandi su due piani più i servizi; il
locale seminterrato è adibito in parte a magazzino, il locale al piano ospita il centro
@ll-in con 4 postazioni dotate di scrivanie e PC, una stampante a colori, 1 linea
telefonica, ADSL, 1 videoproiettore; essendo un unico locale molto ampio viene
utilizzato per corsi di formazione e riunioni di associazioni o gruppi di lavoro
numerosi.
La sede di Cagliari consta di 8 locali più servizi, ospita due uffici di presidenza, due
segreterie, ufficio progetti, lega calcio, sala riunioni e front-office. È dotata di linea
telefonica, ADSL e fax, 8 postazioni con scrivania e PC, stampanti, 1 fotocopiatore.
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:
27) Eventuali tirocini riconosciuti :
28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio,
certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:
La certificazione delle competenze per i giovani partecipanti al progetto verrà
rilasciata, su richiesta degli interessati, da ASVI - School for Management S.r.l. (P.
Iva 10587661009)
Formazione generale dei volontari
29) Sede di realizzazione:
La formazione generale dei volontari viene effettuata direttamente da Arci Servizio
Civile Nazionale, attraverso il proprio staff nazionale di formazione, con
svolgimento nel territorio di realizzazione del progetto.
30) Modalità di attuazione:
In proprio presso l’ente con formatori dello staff nazionale con mobilità sull’intero
territorio nazionale con esperienza pluriennale dichiarata all’atto
dell’accreditamento attraverso i modelli:
- Mod. FORM
- Mod. S/FORM
31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:
SI
32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
I corsi di formazione tenuti dalla nostra associazione prevedono:
 lezioni frontali - LF (lezioni formali con metodo espositivo, proiezione di video,
proiezione e discussione di power point, letture di materiali, lezioni interattive
con coinvolgimento diretto dei partecipanti tramite metodo interrogativo…). La
lezione frontale è utilizzata per non meno del 30% del monte ore complessivo di
formazione in aula. Nelle giornate di formazione con prevalente metodologia di
lezione frontale si possono prevedere sino a 28 partecipanti in aula.
 dinamiche non formali – DNF- (giochi di ruolo, di cooperazione, di simulazione,
di socializzazione e di valutazione, training, lavori di gruppo, ricerche ed
elaborazioni progettuali). Le dinamiche non formali sono utilizzate per non
meno del 40% del monte ore complessivo di formazione in aula. Nelle giornate
di formazione con prevalente metodologia non formale si possono prevedere
sino a 25 partecipanti in aula.
 formazione a distanza - F.A.D. - (il percorso consiste in moduli conclusi da un
apposito test di verifica, allocati su piattaforma e-learning dedicata, con
contenuti video, audio, forum e simili, letture, dispense, strumenti collaborativi).
33) Contenuti della formazione:
La formazione dei volontari ha come obiettivo primario il raggiungimento delle
finalità di cui all’art. 1 della legge 64/2001: la formazione civica, sociale culturale e
professionale dei volontari.
Essa intende fornire ai partecipanti strumenti idonei all’interpretazione dei fenomeni
storici e sociali al fine di costruire percorsi di cittadinanza attiva e responsabile.
Attraverso i corsi di formazione si intende altresì fornire ai volontari competenze
operative di gestione di attività in ambito no-profit.
I contenuti della formazione generale, in coerenza con le “Linee guida per la
formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”, (Decreto 160/2013 del
Dipartimento Gioventù e SCN del 13/07/2013) prevedono:
1 “Valori e identità del SCN”
a. L’identità del gruppo in formazione e patto formativo
b. Dall’obiezione di coscienza al SCN
c. Il dovere di difesa della Patria – difesa civile non armata e nonviolenta
d. La normativa vigente e la Carta di impegno etico
2 “La cittadinanza attiva”
a. La formazione civica
b. Le forme di cittadinanza
c. La protezione civile
d. La rappresentanza dei volontari nel servizio civile
3 “Il giovane volontario nel sistema del servizio civile”
a. Presentazione dell’ente accreditato Arci Servizio Civile, finalità, struttura,
soci, settori di intervento
b. Il lavoro per progetti
c. L’organizzazione del servizio civile e le sue figure
d. Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale
e. Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti
34) Durata:
La durata complessiva della formazione generale è di 42 ore. Ai fini della
rendicontazione, verranno tenute 32 ore di formazione in aula attraverso
metodologie frontali e dinamiche non formali e ulteriori 10 ore attraverso
formazione a distanza (FAD). In base alle disposizioni del Decreto 160 del
19/07/2013 “Linee guida per la formazione generale dei giovani in SCN” questo
ente erogherà l’intero monte ore di formazione generale entro e non oltre il 180°
giorno dall’avvio del progetto. La Formazione generale è parte integrante dei
progetti ed è conteggiata a tutti gli effetti ai fini del monte ore.
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
35) Sede di realizzazione:
Presso sedi di attuazione di cui al punto 16.
36) Modalità di attuazione:
In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente e formatori esterni esperti del
settore.
37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:
Formatore A)
Cognome e nome: Casula Maria Pina
Data di nascita: 02.12.1963
Luogo di nascita: Sassari (SS)
Testimonial A)
Cognome e Nome: Riccio Alessandro
Data di nascita: 16.10.1973
Luogo di nascita: Sassari
Formatore B)
Cognome e nome: Conti Daniela
Data di nascita: 16.07.1971
Luogo di nascita: Roma
Testimonial B)
Cognome e Nome: Serra Emanuela
Data di nascita: 26.01.1976
Luogo di nascita: Sassari (SS)
Formatore C)
Cognome e nome: Dessì Aldo
Data di nascita: 25.09.1949
Luogo di nascita: Arbus (CA)
Testimonial C)
Cognome e nome: Barra Loredana
Data di nascita: 11.12.1974
Luogo di nascita: Sassari (SS)
Formatore D)
Cognome e nome: Melorio Fabrizio
Data di nascita: 10.03.1962
Luogo di nascita: Roma (RM)
Testimonial D)
Cognome e nome: Dessì Alessandro
Data di nascita: 05.06.1979
Luogo di nascita Sassari (SS)
Formatore E)
Cognome e nome: Solinas Roberto
Data di nascita: 28.04.1981
Luogo di nascita: Milano
38) Competenze specifiche del/i formatore/i:
Area d’intervento: promozione della cittadinanza attiva e educazione e promozione
sociale
FORMATORE A:Casula Maria Pina
Titolo di studio:Laurea in Pedagogia
Ruolo ricoperto presso l’ente:Presidente del comitato UISP territoriale di Sassari e
Vicepresidente del Comitato Regionale Sardegna
Esperienza nel settore: Ha insegnato nel campo della formazione professionale
(IFOLD), nell’obbligo formativo, nella Casa Circondariale di Sassari, nei corsi per
extracomunitari. Organizza e insegna nei corsi di formazione per dirigenti, tecnici,
educatori e animatori organizzati da UISP. Coordina il progetto di cooperazione
internazionale tuttora in fase di realizzazione in Libano in collaborazione con
l’Ufficio di Cooperazione Internazionale dell’Ambasciata Italiana a Beirut.
Competenze nel settore: pedagogista, formatrice e dirigente
Area d’intervento: inquadramento generale sulla cooperazione internazionale e
lavoro dell’ UISP a livello nazionale nel settore
FORMATORE B: Conti Daniela
Titolo di studio: laurea in Sociologia, specializzazione in Organizzazione e Lavoro
Ruolo ricoperto presso l’ente: dirigente nazionale UISP
Esperienza nel settore: Presidente ASD Liberi Nantes, associazione sportiva che si
occupa di lavorare con rifugiati politici e richiedenti asilo, responsabile relazioni
interne ed esterne nell’organizzazione dei Mondiali Antirazzisti UISP,
collaborazione con la rete FARE (Football Against Racism in Europe) nel ruolo di
coordinamento e lobbying, reporting e organizzazione di incontri internazionali;
membro del comitato direttivo internazionale
Competenze nel settore: sociologa e dirigente
Area d’intervento: inquadramento generale sulla cooperazione internazionale in
Sardegna, opportunità e criticità
FORMATORE D) Dessì Aldo
Titolo di studio: Diploma Scuola Secondaria Superiore
Ruolo ricoperto presso l’ente: nessuno
Esperienza nel settore: Co.Co.I.S. COORDINAMENTO COOPERAZIONE
INTERNAZIONALE SARDEGNA – Coordinatore e responsabile legale; ARCI
SUD SARDEGNA - Presidente
Competenze nel settore: Coordinatore e dirigente
Area d’intervento: strumenti tecnici, finanziari e manageriali per progettare la
cooperazione
FORMATORE C) Melorio Fabrizio
Titolo di studio: Laurea in Lettere Moderne indirizzo Storia Contemporanea
Ruolo ricoperto presso l’ente: Consulente UISP nazionale nel settore progettazione
Esperienza nel settore: Istituto Luigi Sturzo - Responsabile area formazione e
sviluppo; Ministero per i Beni Culturali e le Attività Culturali – Istituto Centrale del
Catalogo Unico - consulente e coordinatore progetti di ricerca e formazione
Competenze nel settore: Consulente e progettista
Area d’intervento: la cooperazione all’interno delle politiche comunitarie - strumenti
operativi per creare partnership e finanziarsi. Curare la comunicazione.
FORMATORE E) Solinas Roberto
Titolo di studio: Laurea in Scienze della Comunicazione & Marketing
Ruolo ricoperto presso l’ente: partner
Esperienza nel settore: Mine Vaganti NGO – Presidente, Project developer
(europrogettazione, scrittura ed implementazione), event manager dei progetti
finanziati, gestione sito web e social network strategy, trainer di educazione non
formale accreditato. Ideatore, realizzatore e formatore di un progetto di
cooperazione internazionale in Senegal (2013)
Competenze nel settore: progettista, coordinatore, formatore, dirigente
39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Per conseguire gli obiettivi formativi verranno privilegiate le metodologie didattiche
attive che favoriscano la partecipazione dei giovani, basate sul presupposto che
l'apprendimento effettivo sia soprattutto apprendimento esperienziale.
Le metodologie utilizzate saranno:
 Lezione partecipata – consente di trasmettere elementi conoscitivi e di
omogeneizzare le disparità di conoscenze teoriche;
 Lezione frontale – finalizzata alla trasmissione diretta delle informazione di
base;
 Il lavoro di gruppo – permette di suddividere il gruppo in sottogruppi, di
operare in autonomia su aspetti che prevedono la partecipazione attiva dei
partecipanti, permette lo scambio delle reciproche conoscenze ed esperienze,
fa crescere l’autostima e la consapevolezza delle proprie capacità, stimola e
crea lo “spirito di gruppo”;
 Learning by doing – apprendere attraverso l’esecuzione dei compiti così
come si presentano in una giornata di servizio. Si tratta di role playing
individuale in cui si simulano in modo realistico una serie di problemi
decisionali ed operativi;
 Testimonianze – finalizzate a esemplificare le buone prassi
40) Contenuti della formazione:
Modulo 1:
Formatore: Casula Maria Pina
Argomento principale: promozione della cittadinanza attiva e educazione e promozione sociale
Durata: 8 ore
Temi da trattare: il valore dell’associazionismo, la mission, lo sportpertutti declinato nei temi diritti,
ambiente, solidarietà, il ruolo dello sport e dell’attività ludico-motoria nella formazione del cittadino, lo
sport come bene relazionale
Modulo 2:
Formatore: Conti Daniela
Argomento principale: inquadramento della cooperazione internazionale
Durata: 8 ore
Temi da trattare: elementi strutturali della cooperazione internazionale: le motivazioni, gli approcci, le
diverse tipologie di progetti esistenti, i canali di finanziamento, i fondi destinati alla cooperazione
internazionale, le diverse strategie politiche e tecniche propedeutiche alla realizzazione di progetti di
cooperazione internazionale, ecc. Lavoro dell’UISP nell’ambito della cooperazione internazionale
Modulo 3:
Formatore: Dessì Aldo
Argomento principale: Cooperazione internazionale in Sardegna
Durata: 8 ore
Temi da trattare: Inquadramento della situazione attuale della cooperazione internazionale in Sardegna
(norma legislative, istituzioni preposte di I e II livello, punti di forza e criticità). Co.Co.I.S.: una rete
sarda per la cooperazione internazionale.
Modulo 4:
Formatore: Melorio Fabrizio
Argomento principale: Gli strumenti della progettazione: focus su progetti in cooperazione
internazionale
Durata:10 h
Temi da trattare: Gli strumenti della progettazione: bando, formulario, documenti di programmazione,
elementi di forza di un’idea progetto: mainstreaming, innovatività, chiarezza obiettivi, fattibilità,
creatività, sostenibilità.
Modulo 5:
Formatore: Solinas Roberto
Argomento principale: Cooperazione internazionale e fondi comunitari. Il ruolo fondamentale della
comunicazione
Durata: 10h
Temi da trattare: strategie comunicative veicolate attraverso l’uso dei Social Media, l’importanza di
creare partnership, opportunità di finanziamento di progetti di cooperazione attraverso fondi comunitari
Modulo 6:
Testimonial: Barra Loredana, Serra Emanuela, Riccio Alessandro, Dessì Alessandro
Tema della discussione: l’UISP in Libano, l’esperienza nazionale e quella sarda
Durata: 14 h
FORMAZIONE E INFORMAZIONE SUI RISCHI CONNESSI ALL’IMPIEGO DEI
VOLONTARI
Arci Servizio Civile in ambito di formazione specifica e rispondendo al Decreto 160 del 19/07/2013
“Linee guida per la formazione generale dei giovani in SCN” inserirà, nel computo del totale delle ore
da svolgere, due moduli per complessive 8 ore sulla “Formazione e informazione sui rischi connessi
all’impiego dei volontari nei progetti di SC”.
Nominativi, dati anagrafici e competenze specifiche dei formatori
Andrea Morinelli: nato il 18/02/1969 a Torricella in Sabina (RI)
-Laurea in Geologia
-Abilitazione alla professione di Geologo;
-Manager dell'emergenza;
-Consulente per sicurezza, piani di protezione civile, ubicazione aree di emergenza, Legge 626/96 e DL
81/08, NTC 2008 e Microzonazione sismica, ricerche geologiche, stabilità dei versanti, ricerche di
acqua, perforazioni, edifici, piani di protezione civile, cartografia dei rischi, geologia ambientale;
-Realizza piani di fattibilità per aree di emergenza per Protezione Civile per i Comuni;
-Progettista di corsi di formazione ad hoc sia per la formazione generale (corsi di recupero, corsi per enti
esteri su progettazione e comunicazione interpersonale, sui comportamenti in emergenza), che per la
formazione specifica (sui temi dei rischi connessi all’impiego di volontari in progetti di SCN, DL 81 e
sicurezza sul lavoro), coprogettista (per i contenuti, test, ricerche e materiali), autore e tutor della parte
di formazione generale che ASC svolge in FAD (2007/2014);
-dal 2003 ad oggi formatore accreditato presso l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile con Arci
Servizio Civile;
-dal 2004, supervisione delle attività di SCN dei progetti di ASC, relativamente ai settori e ai luoghi di
impiego indicati nel progetto.
Vincenzo Donadio: nato il 14/07/1975 a Frankenthal (D)
-Diploma di maturità scientifica
-Responsabile del Servizio per la Prevenzione e la Protezione sul luogo di lavoro;
-Progettista di soluzioni informatiche, tecniche e didattiche per la Formazione a Distanza.
-Progettista della formazione generale, specifica ed aggiuntiva;
-Referente a livello nazionale per le informazioni sull’accreditamento (tempi, modi, DL 81 e sicurezza
dei luoghi di lavoro e di SCN);
-Progettista ad hoc sia per la formazione generale (corsi di recupero, corsi per enti esterni su gestione e
costruzione di piattaforme FAD, manutenzione e tutoraggio delle stesse), che per la formazione
specifica ai sensi della Linee Guida del 19/07/2013(coprogettista per i contenuti, test, della formazione
specifica che ASC svolge in FAD sul modulo di Formazione ed informazione sui Rischi connessi
all’impiego nel progetto di SCN (2014);
-Formatore accreditato presso l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile con Arci Servizio Civile;
-Responsabile informatico accreditato presso l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile con Arci
Servizio Civile;
-dal 2004, supervisione delle attività di SCN dei progetti di ASC, relativamente ai settori e ai luoghi di
impiego indicati nel progetto.
MODULO A
Poichè le sedi di svolgimento dei progetti di SCN sono, come da disciplina dell’accreditamento,
conformi alle norme per la tutela dei luoghi di lavoro, ed in esse si svolgono i progetti di SCN, si reputa
adatto e necessario partire con un modulo omogeneo per tutti i volontari sulla tutela e sicurezza dei
luoghi di lavoro.
DURATA: 6 ore
CONTENUTI:
- Comprendere: cosa si intende per sicurezza sul lavoro e come si può agire e lavorare in sicurezza

cos’è,

da cosa dipende,

come può essere garantita,

come si può lavorare in sicurezza
- Conoscere: caratteristiche dei vari rischi presenti sul luogo di lavoro e le relative misure di
prevenzione e protezione
 concetti di base (pericolo, rischio, sicurezza, possibili danni per le persone e misure di tutela
valutazione dei rischi e gestione della sicurezza)
 fattori di rischio
 sostanze pericolose
 dispositivi di protezione
 segnaletica di sicurezza
 riferimenti comportamentali
 gestione delle emergenze
- Normative: quadro della normativa in materia di sicurezza

codice penale

codice civile

costituzione

statuto dei lavoratori

normativa costituzionale

D.L. n. 626/1994

D.L. n. 81/2008 (ed testo unico) e successive aggiunte e modifiche
Il modulo, erogato attraverso una piattaforma FAD, sarà concluso da un test di verifica obbligatorio.
MODULO B:
Nell’ambito delle attività svolte dai volontari di cui al precedente box 8.3, si approfondiranno le
informazioni sui rischi specifici esistenti negli ambienti di frequentazione indicati al precedente box16,
per i settori e le aree di intervento individuate al precedente punto 5.
DURATA: 2 ore
CONTENUTI:
Verranno trattati i seguenti temi relativi ai rischi connessi all’impiego di volontari in scn nel settore
educazione e promozione culturale, con particolare riguardo all’area di intervento indicata al box 5
Educazione e promozione culturale
 fattori di rischio connessi ad attività di aggregazione ed animazione sociale e culturale verso
minori, giovani, adulti, anziani, italiani e stranieri, con e senza disabilità
 fattori di rischio connessi ad attività di educazione, informazione, formazione, tutoraggio,
valorizzazione di centri storici e culture locali
 fattori di rischio connessi ad attività sportive ludico-motorie pro inclusione, attività artistiche ed
interculturali (teatro, musica, cinema, arti visive…) modalità di comportamento e prevenzione in
tali situazioni
 Focus sui contatti con l’utenze e servizi alla persona
 modalità di comportamento e prevenzione in tali situazioni
 gestione delle situazioni di emergenza
 sostanze pericolose ed uso di precauzioni e dei dispositivi di protezione
 segnaletica di sicurezza e riferimenti comportamentali

normativa di riferimento
Inoltre, come indicato del Decreto 160/2013 (Linee Guida…), “in considerazione della necessità di
potenziare e radicare nel sistema del servizio civile una solida cultura della salute e della sicurezza … e
soprattutto, al fine di educarli affinché detta cultura si radichi in loro e diventi stile di vita”, con
riferimento ai luoghi di realizzazione ed alle strumentazioni connesse alle attività di cui al box 8.3, si
approfondiranno i contenuti relativi alle tipologie di rischio nei seguenti ambienti:
Per il servizio in sede
Verranno approfonditi i contenuti relativi alle tipologie di rischio possibili nei luoghi in cui i volontari si
troveranno ad utilizzare le normali dotazioni (vedi in particolare box 25) presenti nelle sedi di progetto
(rispondenti al DL 81 ed alla Circ. 23/09/2013), quali uffici, aule di formazione, strutture congressuali,
operative, aperte e non al pubblico , per attività di front office, back office, segretariato sociale,
operazioni con videoterminale, oltre agli spostamenti da e per detti luoghi. Fatto salvo quanto indicato
come possibilità al box 15
Per il servizio fuori sede urbano (outdoor)
Verranno approfonditi i contenuti relativi alle tipologie di rischio possibili nei luoghi aperti urbani
(piazze, giardini, aree attrezzate o preparate ad hoc) in cui i volontari si troveranno ad operare in
occasioni di campagne, promozione e sensibilizzazione su temi connessi al SCN e/o al progetto,
utilizzando le dotazioni (vedi in particolare box 25) presenti e disponibili in queste situazioni (quali
materiali promozionali, stand, sedie, tavoli e banchetti,…) materiali e dotazioni rispondenti a norme UE
e al DL 81), per le attività indicate al box 8.3, oltre agli spostamenti da e per detti luoghi. Fatto salvo
quanto indicato come possibilità al box 15
Per il servizio fuori sede extraurbano (ambiente naturale e misto)
Verranno approfonditi i contenuti relativi alle tipologie di rischio possibili nei luoghi aperti extraurbani
(parchi, riserve naturali, aree da monitorare o valorizzare, mezzi quali Treno Verde, Carovana
Antimafia, individuate ad hoc) in cui i volontari si troveranno ad operare in occasioni di eventi, incontri,
campagne, promozione e sensibilizzazione su temi connessi al SCN e/o al progetto, utilizzando le
dotazioni (vedi in particolare box 25) presenti e disponibili in queste situazioni (quali abbigliamento ed
attrezzature ad hoc, tutte rispondenti a norme UE e al DL 81), per le attività indicate al box 8.3, oltre
agli spostamenti da e per detti luoghi. Fatto salvo quanto indicato come possibilità al box 15.
Il modulo, erogato attraverso una piattaforma FAD, sarà seguito da un incontro di verifica con l’OLP di
progetto. Il referente locale per questo modulo sarà Brizio Maria Luisa
41) Durata:
La durata del corso di formazione specifica è di 58 ore alle quali si sommano le 8 ore di prevenzione dei
rischi sul luogo di lavoro, anche questa è parte integrante dei progetti ed è conteggiata a tutti gli effetti
ai fini del monte ore. Il piano formativo prevede tre fine settimana di corso full immersion che verranno
svolti nella sede dell’UISP di Sassari, sia per i volontari che hanno sede a Sassari sia per i volontari con
sede a Cagliari. Tale scelta risiede nell’idea di creare dei momenti di incontro tra i sei volontari, in
modo che possano conoscersi e possano entrare nell’ottica del lavoro di squadra pur prestando servizio
in due sedi separate.
La formazione specifica, relativamente a tutte le ore dichiarate nel progetto, sarà erogata ai volontari
entro e non oltre 90 giorni dall’avvio del progetto stesso.
Altri elementi della formazione
42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:
Formazione Generale
Ricorso a sistema monitoraggio depositato presso il Dipartimento della Gioventù e del SCN descritto
nei modelli:
 Mod. S/MON
Formazione Specifica
Localmente il monitoraggio del piano di formazione specifica prevede:
 momenti di “restituzione” verbale immediatamente successivi all’esperienza di formazione e
follow-up con gli OLP
 note periodiche su quanto sperimentato durante i percorsi di formazione, redatti sulle schede
pre-strutturate allegate al rilevamento mensile delle presenze dei volontari in SCN
Data 14 luglio 2014
Il Responsabile legale dell’ente /
Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente