LUNEDì68x48 copy - I lunedì del cinema
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LUNEDì68x48 copy - I lunedì del cinema
Lunedì 7 dicembre NIENTE VELO PER JASIRA di Alan Ball (Towelhead) Regia ALAN BALL Sceneggiatura ALAN BALL, ALICIA ERIAN dal romanzo “Beduina” di ALICIA ERIAN Fotografia NEWTON THOMAS SIGEL Scenografia JAMES CHINLUND Montaggio ANDY KEIR Musica THOMAS NEWMAN. Interpreti e personaggi SUMMER BISHIL Jasira Maroun, AARON ECKHART Travis Vuoso, TONI COLLETTE Melina. Stati Uniti 2008 - 124 minuti SPAZIO GLORIA Via Varesina 72 Como 031 4491080 Lunedì 14 dicembre SETTIMO CIELO di Andreas Dresen (Wolke 9) Regia ANDREAS DRESEN Sceneggiatura ANDREAS DRESEN, COOKYE ZESCHE, LAILA STIELER, JORG HAUTSCHILD Fotografia MICHAEL HAMMON Montaggio JORG HAUTSCHILD. Interpreti e Personaggi URSULA WERNER Inge, HORST REHBERG Werner, HORST WESTPHAL Karl, STEFFI KUNHERT Petra. Germania 2007 - 98 minuti Non l’aveva chiesto, è semplicemente successo. Sguardi rubati, attrazione, ma non sarebbe dovuto succedere. Inge, sessantenne, sposata da 30 anni, innamorata di suo marito è attratta da un uomo più vecchio, Karl, già 76enne. E’ passione, sesso. Inge si sente improvvisamente più giovane… Il sesso è di per sé un tabù per molte persone, per questioni morali, culturali, religiose o di semplice pudore. Il ciclo della vita sessuale di ognuno si trasforma lungo l'asse dell'esistenza: dalla nascita fino alla morte. Settimo Cielo, esplora senza falsi pudori e senza giudizi la vita sessuale di un ultrasessantenne che si libera dai sensi di colpa e riscopre la passione. RASSEGNA DI CINEMA INTERNAZIONALE D’AUTORE 14 settembre Richard Curtis I LOVE RADIO ROCK 21 settembre Claudia Llosa IL CANTO DI PALOMA La tredicenne Jasira viene mandata a vivere dal padre, quando la madre americana s'accorge dello sguardo che il suo compagno posa sul suo giovane corpo. La ragazza è nel pieno della fioritura sessuale e a Houston si trova a scontrarsi con le vedute ristrette del genitore cristiano nonché con le angherie dei compagni di scuola, che subisce per via delle sue origini… Alan Ball segue il viaggio interiore di una tredicenne verso la conoscenza della propria sessualità sullo sfondo della prima Guerra del Golfo, con la capacità di dosare una narrazione esplicita e una delicatezza formale, allontanando la macchina da presa dalla scena nei momenti di maggiore tensione erotica. Come per la sua sceneggiatura di “American Beauty” anche con “Niente velo per Jasira” la sessualità è la leva con la quale il regista scardina convenzioni sociali e drammaturgiche, imprimendo alla narrazione svolte impreviste e talvolta dissonanti. I segni più evidenti della ricchezza stilistica di un autore esordiente che ha già dato molto al cinema. 28 settembre Ed Harris APPALOOSA 5 ottobre Lenny Abrahamson GARAGE Note di Alan Ball Di fronte all'adattamento di "Beduina" la sfida che si presentava era di individuare il miglior modo di descrivere il senso più reale della scoperta della sessualità di Jasira senza legarla necessariamente a particolari azioni o parti del corpo. Le sue fantasie erotiche sono ispirate a quel tipo di idea innocente di una donna nuda che corre completamente felice e spensierata nella sua nudità senza rendersi conto di tutte le complicazioni del sesso. Nella mente di Jasira c'è questo mondo magico in cui le donne sono apprezzate per essere belle e divertenti senza doverne pagare il prezzo. Note di Alicia Erian Ho accettato di lasciare che Alan adattasse il mio romanzo perché mi aveva promesso di fare il possibile perché l'opera risultasse divertente quanto il libro. Per me si trattava di una questione molto importante; senza l'umorismo il film sarebbe stato solamente una stucchevole storia di abusi. Il materiale di partenza è dark, non c'è dubbio, ma è mescolato anche ad un umorismo dark. È incredibile come Alan sia stato capace di condensare il romanzo in un film senza diminuire l'impatto della storia. I suoi tagli non sono stati solo indolori, ma anche ingegnosi. Note di Andreas Dresen Volevo raccontare una storia d’amore come se i protagonisti fossero giovani, perché mi sembrava che l’argomento non fosse mai stato trattato al cinema. Gli anziani normali, quelli con le rughe, che invecchiano con dignità e che semplicemente non rispondono più a quell’immagine di bellezza e gioia tipica della gioventù, non sono affatto rappresentati. A loro non si concedono le emozioni forti, né la sessualità. Alle donne di questa età viene concessa questa consapevolezza molto meno che agli uomini e noi vogliamo che la protagonista prenda una decisione importante, non compromettente. Lei infatti lascia il marito per un uomo ancora più vecchio e prende una decisione molto sofferta. Tutti i comuni cliché sono ribaltati in questa storia. Alla fine, Settimo cielo è un film sul sesso e sull’amore tra due anziani ma anche il racconto di una normalissima storia d’amore e sofferenza e sulla difficoltà di sopportare la paura dell’amore. D’altro canto la vecchiaia rappresenta una differenza decisiva. Una cosa è lasciare o essere lasciati a 40 anni, altro affare è se succede dopo 30 anni di matrimonio a 70 anni. Le conseguenze in questo caso sono molto più drammatiche per tutti coloro che sono coinvolti perché sono cariche di esperienza e vita vissuta insieme. ALAN BALL (Atlanta, Stati Uniti, 1961) Dopo il diploma ottenuto alla Florida State University School of Theatre, si dedica alla scrittura per il cinema. La sua prima sceneggiatura per il grande schermo è “American Beauty” (1999) diretta da Sam Mendes, vincitore dell'Oscar per la migliore sceneggiatura originale. “Niente velo per Jasira” è il suo primo film da regista. Andreas Dresen All’inizio degli anni ’80 Dresen inizia a lavorare in teatro e realizza alcuni cortometraggi. Studia regia al HFF “Konrad Wolf” di Potsdam-Babelsberg. Nel 1992 inizia a lavorare come sceneggiatore e regista di film per la TV. Di recente ha terminato il suo nuovo lungometraggio “Whisky mit Wodka”. 12 ottobre Haile Gerima TEZA 19 ottobre Neil La Bute LA TERRAZZA SUL LAGO 26 ottobre Dennis Gansel L'ONDA 2 novembre Ursula Meier HOME 9 novembre Federico Bondi MAR NERO Xanadu 16 novembre Sergei Dvortsevoy TULPAN 23 novembre Courtney Hunt FROZEN RIVER IA LOR G O I SPAZ A T A M R FE I R O T U CANTA 30 novembre Andrzej Wajda KATYN 7 dicembre Alan Ball NIENTE VELO PER JASIRA 14 dicembre Andreas Dresen SETTIMO CIELO 21 dicembre FILM DA DEFINIRE Da settembre, presso il Cinema Gloria, aprirà la libreria Xanadù Interno 4 con l’obiettivo di dare nuova visibilità alla piccola e media editoria di qualità e alle produzioni underground, e per dare spazio ad un’idea di lettura libera e critica, non imposta dalla pubblicità, dalle leggi di mercato e dai grandi gruppi editoriali. La libreria sarà specializzata in musica, controculture e realtà alternative, fumetti e illustrazioni, arti di strada, cinema, nuovi media, società e globalizzazione, e offrirà centinaia di titoli accuratamente selezionati dal catalogo di decine di editori. Convinti che la produzione editoriale non possa essere separata da dinamiche socio-politiche e culturali, la nostra libreria si proporrà anche come un vivace e qualificato luogo di scambio culturale e di dibattito, con incontri con gli autori e presentazioni di libri e riviste, eventi, mostre, reading, proiezioni di film e documentari, installazioni. Sarà dunque un vero e prorio luogo di ritrovo, di socializzazione e di progettazione culturale. La libreria fa parte del noto circuito Interno 4, una rete di librerie indipendenti e specializzate diffuse in tutta Italia creata grazie alla NdA (Nuova distribuzione Associati), la prima e più importante distribuzione editoriale di editoria di qualità, e l’unica realtà organizzata sul territorio nazionale dedicata principalmente a librai indipendenti, centri sociali, associazioni e gruppi di base. NdA è anche distributore nazionale per tutto il mercato editoriale, con la distribuzione in esclusiva di alcuni editori nelle maggiori librerie nazionali. 9 e 23 Ottobre 6 e 20 Novembre 4 Dicembre Ingressi: Intero € 7 - Soci Arci € 5 - Ridotto (studenti - over 65) € 5 Tessera 14 film € 50 per informazioni: tel. 031 4491080 email: [email protected] www.arcixanadu.it - www.myspace.com/fermatacantautori facebook: fermata cantautori I LUNEDÌ DEL CINEMA Viale F.lli Rosselli 13 Como - telefono 031 570 445 www.unipolcomo.it rassegna di cinema internazionale d’autore www.lunedicinema.com dal 14 settembre al 21 dicembre 2009 Spettacoli ore 20.15 e 22.15 TABORELLI ANGELO s.a.s. SOLUZIONI PER Lʼ’UFFICIO Via I° Maggio 3 Montano Lucino (CO) - telefono 031 471 688 - fax 031 471 688 www.taborelli.it Circolo Arci Xanadù CINEMA GLORIA Via Varesina 72 Como - telefono 031 449 1080 [email protected] - www.arcixanadu.it settembre/dicembre 2009 Lunedì 14 settembre I LOVE RADIO ROCK di Richard Curtis Regia RICHARD CURTIS Sceneggiatura RICHARD CURTIS Fotografia DANNY COHEN Scenografia MARK TILDESLEY Costumi JOANNA JOHNSTON e EMMA E. HICKOX Musica STEVEN PRICE. Interpreti e personaggi PHILIP SEYMOUR HOFFMAN Il Conte, BILL NIGHY Quentin, RHYS IFANS Gavin, NICK FROST Dave, KENNETH BRANNAGH Ministro Dormandy. Gran Bretagna 2009 - 135 minuti Oggi potrà sembrare alquanto improbabile, ma a metà degli anni '60 la BBC trasmetteva solo due ore di rock alla settimana, nonostante ci fosse un pubblico ormai pronto a consumare il nuovo sound. Nacquero così, in un periodo di profondo turbamento giovanile e di altrettanta rigidità politica, le cosiddette radio pirata: emittenti radiofoniche a bordo di navi "fantasma" che inondavano l’etere di suoni trasgressivi. La prima fu Radio Caroline che, al largo del mare del Nord, lontano quanto bastava dai confini dell'isola britannica per trovarsi in acque internazionali, trasmetteva la musica che sarebbe dilagato nel mondo. Lo sceneggiatore e regista Richard Curtis si prende una pausa dalle commedie romantiche che l’hanno reso famoso e ci regala una divertente storia di anarchia e rock. Il regista rispolvera i vecchi vinili per riportare a galla la cronaca di quei giorni, prendendo ispirazione proprio da Radio Caroline e dai suoi eroi per tratteggiare i profili dei protagonisti del film, suo personale omaggio alla musica pop e rock. La musica del film Collaboratore di lunga data di Richard Curtis il supervisore alle musiche Nick Angel ha lavorato per portare sul grande schermo il sound degli anni ’60. Angel racconta: “Ho fatto a Richard alcuni CD con delle canzoni che mi piacevano e con altre che erano interessanti per quel periodo”. In questa fase i due hanno cominciato a mettere insieme una lista di circa 200 brani. All’avvicinarsi dell’inizio delle riprese la lista di brani si è ridotta a 70. In tutto, nel film compaiono 54 canzoni. “Abbiamo un’ottima selezione e un ottimo mix. Ci sono brani che sono conosciutissimi e amati e altri che sono meno noti.” Il risultato è un festival di musica anni ’60 con i Rolling Stones (“Jumpin’ Jack Flash” e “Let’s Spend The Night Together”), i Kinks (“All Day and All of the Night”), gli Who (“My Generation,” “I Can See For Miles,” e “Won’t Get Fooled Again”), Small Faces (“Lazy Sunday Afternoon”), Jimi Hendrix (“The Wind Cries Mary”), Leonard Cohen (“So Long, Marianne”), The Supremes (“The Happening”), Otis Redding (“These Arms of Mine”), The Hollies (“I’m Alive”), Smokey Robinson and The Miracles (“Ooo Baby Baby”), e Sandie Shaw (“Girl Don’t Come”) e molti altri. RICHARD CURTIS (Adelaide, Nuova Zelanda, 1956) Ha cominciato scrivendo commedie per la televisione. Nel 1988 scrive il suo primo film, “Due metri di allergia”, diretto da Mel Smith con Jeff Goldblum ed Emma Thompson. Il suo secondo film, “Quattro matrimoni e un funerale”, con Hugh Grant e Andie MacDowell, diretto da Mike Newell, gli dona fama internazionele. Nel 2003 scrive e dirige il suo primo film “Love Actually ”. Lunedì 21 settembre IL CANTO DI PALOMA di Claudia Llosa (La teta asustada) Regia CLAUDIA LLOSA Sceneggiatura CLAUDIA LLOSA Fotografia NATASHA BRIER Scenografia PATRICIA BUENO Costumi SUSANA TORRES Montaggio FRANK GUTIÉRREZ Musica SELMA MUTAL. Interpreti e personaggi MAGALY SOLIER Fausta, MARINO BALLÓN Zío Lucido, SUSI SÁNCHEZ Aida, EFRAÍN SOLIS Noe, BÁRBARA LAZÓN Perpetua, KARLA HEREDIA Severina, DELCI HEREDIA Zía Carmela, ANITA CHAQUIRI Nonna. Spagna/Perù 2008 - 103 minuti Berlino Film Festival 2009 Orso d’oro Miglior Film La madre di Fausta, una ventenne peruviana, sta morendo e le ricorda cantando che lei è stata allattata con “il latte del dolore” perché nata negli anni Ottanta, anni in cui terrorismo e stupri erano all'ordine del giorno. Dopo la morte della madre, Fausta vorrebbe offrirle un funerale degno di questo nome ma i pochi soldi sono stati tutti investiti nei festeggiamenti per l'imminente matrimonio della cugina. Lo zio però vuole che il cadavere venga seppellito prima delle nozze. Fausta che vive in una baraccopoli alla periferia di Lima cerca di vincere le sue paure e trova lavoro come cameriera presso una pianista… “Il canto di Paloma”, come afferma la regista, parla del desiderio di guarire, un percorso interiore e nel mondo per passare dalla paura alla libertà. Un film severo, aspro e scabro, proprio come la sua protagonista (cui dà volto, corpo e voce la cantante pop Magaly Solier, famosa in patria), doloroso e al tempo stesso colmo di sotterranea speranza, come il canto da lei intonato. Chiede attenzione e impegno nel corso della visione, ma risarcisce con uno sguardo acuto e impietoso, quello di una personalità autoriale di grande talento che ha ampiamente meritato l’Orso d'Oro all’ultimo festival di Berlino. Note di Claudia Llosa Tra gli anni ’70 e ’90, il Perù ha vissuto uno dei più oscuri capitoli della sua storia. Per più di 20 anni, migliaia di donne, vittime della violenza della guerra, sono rimaste in silenzio. E i crimini perpetrati le segnavano con ferite e traumi indelebili, non solo nelle loro anime, ma anche in quelle dei loro figli, che ereditarono il loro terrore. La Teta Asustada è una “malattia” che si trasmette tramite il latte materno. È il simbolo della paura che si diffonde con la guerra. Coloro che ne soffrono, dicono, non hanno un’anima, nascono senza perché questa, per il terrore, si è nascosta sottoterra. Questo film narra la storia di Fausta e della sua anima. La guerra è già terminata e nessuno le farà del male, ma Fausta non prova sollievo. Si sente come se dovesse difendersi. ll film parla del suo desiderio di guarire. CLAUDIA LLOSA (Lima, Perù, 1976) Si laurea in Scienze della comunicazione alla Universidad de Lima e ottiene poi un Master in Sceneggiatura per Cinema e Televisione alla Escuela Superior de Artes y Espectáculos di Madrid. Il suo primo film “Madeinusa” viene presentato al Sundance Film Festival. Lunedì 28 settembre APPALOOSA di Ed Harris Lunedì 5 ottobre GARAGE di Lenny Abrahamson Regia ED HARRIS Sceneggiatura ED HARRIS ROBERT KNOTT Fotografia DEAN SEMLER Montaggio KATHRYN HIMOFF. Interpreti e personaggi VIGGO MORTENSEN Everett Hitch, ED HARRIS Virgil Cole, RENEE ZELLWEGER Allison French, JEREMY IRONS Randall Bragg, TOM BOWER Abner Raines, LANCE HENRICKSEN Ring Shelton. Stati Uniti 2008 - 115 minuti Regia LEONARD ABRAHAMSON Sceneggiatura MARK O'HALLORAN Fotografia ETER ROBERTSON Montaggio ISOBEL STEPHENSON Musiche STEPHAN RANNICKS. Interpreti e personaggi PAT SHORTT Josie, CONOR RYAN David, ANNE-MARIE DUFF Carmel, DON WYCHERLEY Breffni, ANDREW BENNET Sully. Stati Uniti 2008 - 85 minuti Torino Film Festival 2007 Premio Miglior Film Festival di Cannes 2007 Premio Essai Cinema Josie è considerato dai vicini un innocuo disadattato, è un uomo che suscita futile gentilezza, benigna tolleranza e di tanto in tanto, insulti. Ha trascorso la vita adulta a fare il custode di un distributore di benzina fatiscente nella periferia di una cittadina, nella parte centro occidentale dell'Irlanda. Josie è una persona limitata, solitaria e tuttavia irriducibilmente ottimista e a modo suo felice. Nel corso di un'estate, il mondo di Josie cambia. David un apprendista adolescente, va a lavorare presso la sua officina. A David Josie piace. Si confidano l'uno con l'altro ed hanno le stesse abitudini, spesso si ritrovano ambedue a bere lattine di birra vicino ai binari della ferrovia insieme ai ragazzi del posto. Josie scopre di avere dentro di se desideri inespressi e mai soddisfatti. Carmel, una ragazza che lavora nel negozietto del posto e che è sempre cortese con lui, ridesta nell'animo di Josie, sentimenti a cui lui non sa dare un nome. In un solo istante la tranquilla vita di Josie subisce un cambiamento radicale. Un film che si interroga sul concetto di “normalità”: che cos'è oggi?, cosa comporta?, e soprattutto...cosa nasconde? Un film fatto di azioni e non di parole; un ritratto crudele e “assente” di una provincia “così lontana e così incredibilmente vicina”. Lunedì 12 ottobre TEZA di Haile Gerima Regia HAILE GERIMA Sceneggiatura HAILE GERIMA Fotografia MARIO MASINI Scenografia SEYUM AYANA Costumi WASSINE HAILU Montaggio HAILE GERIMA, LOREN HANKIN Musica VIJAY IYER, JORGA MESFIN. Interpreti e personaggi AARON AREFE Anberber, ABEYE TEDLA Tesfaye, TAKELECH BEYENE Tadfe, TEJE TESFAHUN Azanu. Etiopia 2008 - 140 minuti Mostra d’Arte cinematografica di Venezia 2008 Premio Speciale della Giuria ED HARRIS (Tenafly, New Jersey - USA, 1950) Esordisce come attore cinematografico nel film dello scrittore di fantascienza Michael Crichton “Coma Profondo” (1978). In seguito, dopo una piccola parte ne “Agenzia Rockford” (1978), entra nel cast del film “Knightriders” (1981) di George A. Romero. Tra i suoi tanti film ricordiamo “Winter Passing”; “Radio”; il premio Oscar come miglior film “A Beautiful Mind” di Ron Howard. PROMOZIONE Siamo nell’Etiopia dei primi anni Novanta, Anberber ritorna al villaggio natio, cercando rifugio dalle lotte tra fazioni che imperversano nel paese. È il momento per riflettere su se stesso dopo anni di impegno sociale che gli sono costati profonde ferite fisiche e psicologiche. Partito alla fine degli anni Sessanta per la Germania delle rivolte studentesche, per diventare medico e portare in Etiopia nuove competenze utili alla gente del suo paese, ritorna durante la rivoluzione socialista di Haile Mariam Menghistu, che ha appena deposto l’imperatore Haile Selassie. Il suo sogno è quello di ritrovare l'abbraccio materno e di prendersi cura del suo popolo. Viene anche coinvolto nell’attività politica, ma ben presto si accorge che la corruzione dei nuovi padroni ha ben poco di diverso dal passato… Gerima sviluppa il racconto muovendosi su tre differenti piani: presente, passato ed un terzo piano quello, emotivamente e visivamente più toccante, dell’introspezione, che filtra il rapporto con la terra e i suoi archetipi. Con un ritmo che alterna registro realistico ed uno più onirico, Gerima riesce ad amalgamare pubblico e privato, storia sociale e storia personale. La macchina da presa entra ed esce dal punto di vista del protagonista, ora osservatore distante, ora testimone in prima persona, ora canale di riflessioni universali. Una modalità complessa e affascinante, che trova una sua armonia grazie alla perizia stilistica del suo regista. Note di Haile Gerima Teza mi ha offerto la possibilità di dare voce a quegli intellettuali africani che una serie di complesse circostanze storiche ha trasformato in sfollati. In fuga da un mondo che rischia di sopraffarlo, Anberber, il protagonista del film, sceglie di ritirarsi nella terra della sua infanzia, malgrado sia consapevole di compiere l’ultimo atto della sua esistenza. Questa decisione lo obbligherà a confrontarsi con le terribili ferite del suo paese, sempre costretto a nascondersi dagli aguzzini del regime. Come Prometeo, il nostro protagonista fa ritorno in patria per portare alla sua gente il fuoco della modernizzazione, ma ben presto si accorge che quel fuoco è piccola cosa e non può estirpare dal villaggio tutte le malattie che perseguitano i suoi abitanti. Conseguentemente Anberber, proprio come ho fatto anche io nella mia vita, non può fare altro che cercare rifugio nei ricordi d’infanzia, quando tutto appariva meraviglioso e sincero. Il mondo dei ricordi diventa per lui l’ultimo rifugio dalla realtà. HAILE GERIMA (Gondar, Etiopia, 1946) I suoi primi film “Hour Glass” e “Child of Resistance” furono completati entrambi nel 1972. Nel 1976 è la volta di “Bush Mama” e di “Harvest: 3000 Years”, che vince a Locarno il Gran Premio della Giuria. Il suo film più celebre è “Sankofa” (1993), di cui è anche produttore e sceneggiatore. Nel 2006 la versione restaurata di “Harvest: 3000 Years” è stata presentata da Martin Scorsese al Festival di Cannes, nella sezione Cannes Classics. Lunedì 26 ottobre L’ONDA di Dennis Gansel (Die Welle) Regia DENNIS GANSEL Sceneggiatura PETER THORWARTH tratta da un racconto di WILLIAM RON JONES Fotografia TORSTEN BREUER Scenografia KNUT LOEWE Costumi IVANA MILOS Montaggio PATRICK VEIGEL Musica HEIKO MAILE. Interpreti e personaggi Rainer Wenger JÜRGEN VOGEL, Tim FREDERICK LAU, Marco MAX RIEMELT, Karo JENNIFER ULRICH, Anke WENGER CHRISTIANE. Germania 2008 - 101 minuti LENNY ABRAHAMSON (Dublino, Irlanda, 1966) Dopo gli studi in filosofia al Trinity College, nel 1991 realizza il cortometraggio “3 Joes”, premiato ai Festival di Cork e Oberhausen, e solo nel 2004 esordisce nel lungometraggio con “Adam & Paul”, sceneggiato come “Garage” da Mark O’Halloran. Il film viene selezionato dal Festival di Berlino nel 2005 e ottiene poi il premio Fipresci al Festival di Sofia. Regia FEDERICO BONDI Sceneggiatura UGO CHITI, FEDERICO BONDI Fotografia GIGI MARTINUCCI Montaggio ILARIA FRAIOLI Scenografia DANIELE SPISA Musiche ENZO CASUCCI e GLUY CLUCEVSEK Interpreti e personaggi ILARIA OCCHINI Gemma, DOROTHEEA PETRE Angela, CORSO SALANI Enrico, MAIA MORGENSTERN Madalina. Francia/Italia/Romania 2008 - 95 minuti Festival del Film di Locarno 2008 Premio Miglior Attrice Ilaria Occhini Regia SERGEY DVORTSEVOY Sceneggiatura SERGEY DVORTSEVOY, GENNADIJ OSTROVSKIJ Fotografia JOLANTA DYLEWSKA Scenografia GAZIZA KORSHIYEVA Montaggio PETAR MARKOVIC, ISABEL MEIER Musica TOLEPBERGEN BAISAKALOV. Interpreti e personaggi ASKHAT KUCHINCHIREKOV Asa, SAMAL YESLYAMOVA Samal, ONDASYN BESIKBASOV Tulpan. Germania/Kazakistan 2008 - 100 minuti Festival di Cannes 2008 “Un Certain Regard” Premio Miglior Film Due donne vivono insieme, nella stessa casa, alla periferia di Firenze. Gemma è un’anziana da poco rimasta vedova. Angela, la badante, è una giovane rumena da pochissimo in Italia. Entrambe sole, si cercano inconsapevolmente, e, giorno dopo giorno, si schiudono l’una all’altra. Gemma rivede nella vicenda di Angela la sua gioventù nell’Italia del dopoguerra e rivive, attraverso la determinazione della ragazza che mette da parte i soldi per avere un bambino, la sua vita fatta di sacrifici per far studiare il figlio Enrico. Angela e Gemma, inizialmente così diverse, si scoprono simili e si legano in un rapporto apparentemente idilliaco. Finché non irrompe, violento, un tragico imprevisto: il marito di Angela, rimasto in Romania, scompare... Note di Neil La Bute Vivo a Los Angeles da abbastanza tempo per sapere che le invasioni domestiche, le tensioni razziali e questa rabbia da strada esistono veramente. Sebbene lo scontro tra opposti nel film è legato anche alla razza, il problema razziale nella storia è soltanto uno degli aspetti della battaglia sempre più feroce tra vicini. “La terrazza sul lago” non parla tanto di razza, quanto di spazi personali, limiti, quartieri e delle cose che la gente fa per proteggere le sue proprietà. Penso che tutti si siano trasferiti vicino a qualcuno che rovinava la loro vita. Può trattarsi di un cane che abbaia, di un ragazzino con la sua band o qualcos’altro, ma sappiamo tutti come le piccole questioni tra vicini possano trasformarsi in guerre sconvolgenti. Note di Ilaria Occhini Sono rimasta immediatamente incantata da questa sceneggiatura, perché è bellissima e perché ci sono due personaggi intensi: la donna anziana – che sono io – e la badante romena. Nella sceneggiatura non c’è una parola che non sia attinente alla situazione e al personaggio. Non c’è mai nulla di troppo. Il mio personaggio, che è indurito dalla vita, lo è nel carattere, ma non nel cuore. Causa la solitudine (il figlio se n’è andato lasciandola sola), Gemma è inasprita e diffidente. Con quest’adorabile creatura invece, tra l’altro interpretata da un’attrice deliziosa, questo personaggio piano piano si scioglie e forse diventa madre per la prima volta. Note di Dorotheea Petre La tematica è un classico degli ultimi anni in Romania. Per me è, però, in particolar modo, la storia dell’amicizia tra Angela e l’anziana Gemma. È un’amicizia molto speciale perché apparentemente le due donne sono molto diverse mentre in realtà hanno parecchie affinità. Il mio personaggio è quello di una ragazza con molte energie, molta pazienza e infinite risorse. Vuole un bambino da suo marito e decide di provare a lavorare in Italia per guadagnare il denaro necessario per un buon inizio in Romania. Note di Dennis Gansel Sono sempre stato interessato a questo argomento: Potrebbe tornare il fascismo? Come funziona il sistema fascista? Com’è possibile che la gente si lasci fuorviare… Sono tutte domande che mi affascinano. Mio nonno era un ufficiale durante il Terzo Reich, una cosa che ha sempre costituito un grosso problema per mio padre e i miei zii. Da ragazzo mi sono chiesto spesso come mi sarei comportato in quella situazione. Nel mio primo film ho affrontato la domanda: “Com’è stato possibile, allora? Come hanno fatto i nazisti a fuorviare tanta gente? Ne “L’Onda” mi sono chiesto, invece: come potremmo essere fuorviati, oggi? Come funzionerebbe il fascismo? Sarebbe possibile ai giorni nostri? Potrebbe accadere di nuovo, in una qualsiasi scuola tedesca, qui e ora? DENNIS GANSEL (Hannover, Germania, 1973) Mentre ancora studiava alla Scuola di Cinema di Monaco, ha girato i corti “The Wrong Trip” e “Living Dead”, rispettivamente nel 1995 e 1996. Entrambi hanno vinto il Premio F.W. Murnau per i Corti. Dopo il diploma gira il suo primo lungometraggio, il film-tv “The Phantom”. Nel 2001 l’esordio nel cinema con la commedia “Ragazze al top”, grande successo commerciale. Nel 2004. realizza “NaPolA” che vince il Premio del Pubblico all’Hamptons Film Festival di New York e il premio per il Miglior Film al Festival Europeo del Cinema di Viareggio. Note di Sergei Dvortsevoy Quando siamo partiti con le riprese io e il mio cosceneggiatore avevamo uno scritto di circa un centinaio di pagine. Come regista però non amo attenermi rigidamente ed eseguire esattamente quello che è in sceneggiatura. Capisco che molti registi calcolano tutto molto precisamente, ma queato per me non è interessante. Mi piace cambiare, se avessi utilizzato un approccio standard non avrei ottenuto il risultato che abbiamo avuto. Sarebbe stato un film mediocre con animali, bambini senza alcun mistero e alcuna sorpresa. Tuttavia non ho cercato un particolare approccio, ho seguito il materiale, i caratteri. Non viene da un calcolo, viene dall’anima. FEDERICO BONDI (Firenze, 1975) Si è laureato in Lettere presso l’Università di Firenze. Dal 1996, è autore e regista di cortometraggi e documentari, oltre che di spot e videoclip. Mar Nero è il suo primo lungometraggio. Lunedì 2 novembre HOME di Ursula Meier Lunedì 23 novembre FROZEN RIVER di Courtney Hunt Lunedì 30 novembre KATYN di Adrzeij Wajda Regia URSULA MEIER Sceneggiatura URSULA MEIER, ANTOINE JACCOUD, RAPHAELLE VALBRUNE, GILLES TAURAND, OLIVIER LORELLE Fotografia AGNÈS GODARD Scenografia IGOR GABRIEL Costumi ANNA VAN BREE Montaggio LUC YERSIN Musica SUSANA ROSSBERG. Interpreti e personaggi ISABELLE HUPPERT Marthe, OLIVIER GOURMET Michel, ADÈLAIDE LEROUX Judith, MADELEINE BUDD Marion, KACEY MOTTET KLEIN Julien. Svizzera/Francia/Belgio 2008 - 97 minuti Regia COURTNEY HUNT Sceneggiatura COURTNEY HUNT Fotografia REED MORANO Montaggio KATE WILLIAMS. Interpreti e Personaggi MELISSA LEO Ray, MISTY UPHAM Lila, CHARLIE MCDERMOTT t.j, MARK BOONE JR. Jacque Bruno. Stati Uniti 2008 - 97 minuti Sundance Film Festival 2008 Gran Premio della Giuria Regia ANDRZEJ WAJDA sceneggiatura ANDRZEJ WAJDA, PRZEMYSLAW NOWAKOWSKI, WLADYSLAW PASIKOWSKI sul libro di Andrzej Mularczyk “Post mortem” Fotrografia PAWEL EDELMAN Montaggio MILENIA FIEDLER, RAFAL LISTOPAD Musiche KRZYSZTOF PENDERECKI. Interpreti e personaggi MAJA OSTASZEWSKA Anna, ARTUR ZMIJEWSKI Andrzej,; ANDRZEJ CHYRA Jerzy, JAN ENGLERT Generale. Polonia 2007 - 118 minuti NEIL LA BUTE (Detroit- Michigan, USA, 1963) Regista e drammaturgo, laureato in scrittura drammatica alla New York University. Al cinema, ha diretto “Nella società degli uomini” che si è aggiudicato il New York Critics Circle Award per la miglior pellicola d’esordio; “Amici & vicini”; “Betty Love”; “Una storia romantica” e “The Shape of Things”, l’adattamento per il grande schermo di una sua opera teatrale. Il suo film più recente è “Il prescelto” con protagonista Nicolas Cage. Note di Ursula Meier “Home” è nato durante un viaggio in macchina, guardando i bordi dell’autostrada: c’erano case a pochi metri dall’asfalto, gente nei propri cortili, tavolini di plastica a un passo dai tubi di scappamento, altri edifici abbandonati con le finestre sbarrate. Segnato dal fluire incessante di automobili e camion, “Home” è l’esatto opposto di un road movie, in un certo senso ne è la negazione. C’è movimento, certo, ma non c’è nessun viaggio… L’autostrada non è un semplice set, ma piuttosto un personaggio a tutti gli effetti, un elemento intimamente legato alla storia della famiglia. Mentre il comportamento dei protagonisti diventa sempre più strano, capiamo lentamente che i pericoli non vengono dalla strada ma dall’interno della famiglia stessa … “Home” oscilla tra il grottesco, il comico e il drammatico. Perchè mi piace mischiare i toni e i generi, passare da una scena drammatica a un’altra più buffa, pensare sia a Tati che a Pialat. Anche nel modo di girare, si comincia con la camera a spalla e si finisce con inquadrature molto posate. URSULA MEIER (Besançon, Francia, 1967) Ha la doppia cittadinanza, francese e svizzera. Dal 1990 al 1994 studia presso l’Institut des Art de Diffusion in Belgio, quindi lavora come aiuto regista per i film Furbi (1995) e Jonas et Lila (1999) di Alain Tanner. Con À corps perdu (1994), inizia a dirigere cortometraggi che ottengono un ottimo riscontro nei festival internazionali. Home è il primo lungometraggio della Meier per il cinema, presentato alla Semaine de la Critique a Cannes 2008. Frozen River narra di Ray Eddy , una donna che vive in una roulotte nel nord dello stato di New York. Ray sta per acquistare la casa dei suoi sogni, ma quando il marito, amante del gioco scappa con i soldi, Ray si ritrova sola con i figli e completamente al verde. Mentre cerca di rintracciare il marito, incontra Lila Littlewolf , una ragazza Mohawk che vive in una riserva che si trova su entrambi i lati del confine tra gli Stati Uniti e il Canada, che le propone un piano per guadagnare velocemente denaro. Ma i rischi sono molti: si tratta del traffico di immigrati clandestini sul fiume ghiacciato San Lorenzo, pattugliato su entrambe le sponde. Inizialmente il ghiaccio è ancora spesso, ma mentre i viaggi procedono, il San Lorenzo si assottiglia, e Ray e Lila scopriranno che il traffico d’immigrati ha un costo molto alto. Frozen river modifica la percezione del traffico di clandestini (non più a Sud, con la frontiera messicana, bensì nel gelido Nord), dandone una visione asettica e crudele, esaltata dal tono algido delle contrattazioni. L'incontro tra due donne sullo sfondo di un fiume che si sta lentamente sciogliendo diventa metafora dell'istinto (necessità?) di sopravvivenza. Note di Courtney Hurt Ho scritto questo film dopo aver scoperto che delle donne nascondono nel bagagliaio delle loro auto clandestini da portare nello stato di New York guidando sul fiume ghiacciato di San Lorenzo per guadagnare soldi per sostenere i propri figli. Il rischio che corrono mi ha spinto a scrivere una storia, non solo sul traffico di irregolari lungo il confine nord, ma anche sulle circostanze di vita che possono portare qualcuno a correre tali rischi. Ciò che ho scoperto è che l’istinto di una madre a proteggere i suoi figli è più forte di qualsiasi confine culturale, politico o economico. Melissa Leo (Ray) e Misty Upham (Lila) incarnano la lotta oscura di donne sole di ogni etnia che vivono sull’orlo del baratro”. COURTNEY HUNT (Memphis – Tennessee, USA, 1964) Nata a Memphis, nel Tennessee ha conseguito un master in Cinematografia alla Columbia University e ha realizzato per la tesi, Althea Faught, un cortometraggio sulla guerra civile americana, che viene acquistato dalla PBS nel 1996 e trasmesso su American Play-House. Frozen River è il suo primo lungometraggio e ha vinto il premio della giuria al Sundance Film Festival 2008. All'inizio della Seconda guerra mondiale, il 17 settembre 1939, dopo l'invasione della Polonia da parte della Germania nazista, anche l'Armata Rossa sconfinò sul suolo polacco per ordine di Stalin. Gli ufficiali polacchi furono fatti prigionieri dai Russi. Anna, la moglie di un Capitano del Reggimento Uhlan, attende il ritorno del suo uomo e, sebbene abbia già ricevuto la prova inconfutabile del suo assassinio da parte dei Russi, si ostina a rifiutare la realtà. La moglie di un Generale, invece, apprende la morte di suo marito dopo la scoperta da parte dei Tedeschi di fosse comuni di ufficiali polacchi nella foresta di Katyn. Agnieszka, la sorella di un pilota, ha invece il cuore spezzato dal muro di silenzio e di omertà che circonda l'assassinio del fratello. Jerzy, un amico del Capitano, arruolatosi nell'Armata del Popolo Polacco, è l'unico sopravvissuto. Cosa ne sarà di queste donne che attendono i loro amati in Polonia e che alla fine della guerra si ritroveranno sotto l'egemonia della Russia? Il film è un'inflessibile resa dei conti con la menzogna creata dal potere comunista per costringere la Polonia a dimenticare coloro che furono uccisi. Brevi cenni storici Il 17 Settembre 1939, grazie agli accordi inclusi nel Patto Ribbentrop-Molotov (firmato a Mosca dal Ministro degli Esteri sovietico Vyacheslav Molotov e dal suo omologo tedesco Joachim von Ribbentrop), l’Armata Rossa attraversò il confine orientale polacco. Tutte le province orientali polacche furono occupate e quasi 180 mila ufficiali, 230 mila soldati e circa 12 mila agenti di polizia furono fatti prigionieri. Tra i prigionieri di guerra c’erano ufficiali di ogni grado: la maggioranza erano ufficiali di riserva, molti dei quali provenienti dall’intellighenzia polacca. Alla fine di ottobre gli ufficiali detenuti erano reclusi negli accampamenti di Kozielsk, di Starobielsk e di Ostashkovo. Il 5 marzo 1940 il Politburo del Partito Comunista decise di fucilare quasi 15mila dei prigionieri presenti. Stalin firmò l'ordine e i soldati vennero fucilati nelle foreste di Katyn, Tver e Kharkov. L’Armata Tedesca avanzando verso est scoprì le fosse di Katyn nell’aprile del 1943. Il governo sovietico negò le accuse, sostenendo che i polacchi erano stati catturati e giustiziati dalle unità tedesche. Solo nel 1989 fu fatta luce sulla vicenda. Nel 1990 le autorità sovietiche ammisero che a commettere il crimine era stata la NKVD e due anni dopo il Presidente Eltsin dichiarava ufficialmente che quanto accaduto era stato ordinato da Stalin. ANDRZEJ WAJDA (Suwalki, Polonia, 1926) “Generazione” (1955) “I dannati di Varsavia” (1957) “Cenere e diamanti” (1958) Lotna (1959) “Ceneri” (1966) “Paesaggio dopo la battaglia” (1970) “Il bosco di betulle” (1971) “Le nozze” (1972) “L'uomo di marmo” (1976) “L'uomo di ferro”, (1981) “Danton” (1982) “I demoni” (1988) “Un amore in Germania” (1983) “Dottor Korczak” (1990) “Pan Tadeusz” (2001). Zen Healing School Nuova Coscienza Planetaria Master Osh neo Reiki Vedanta Punto Einaudi Sessioni individuali Terapia-Insegnamento, Formazione Operatori Olistici, Osho neo Reiki 4 Livelli, Channeling con Maestri e Guide di Luceamore, Osho neo Tantra Healing, Arte terapia e respiro, Bardo:”L’Arte di morire”, Meditazioni, Zen Past Lives Healing, Intensivi Illuminazione, Satsang. Nuova sede via Milano 27 Como - telefono 031 264 483 [email protected] Dopo aver assolto il servizio militare in marina, il giovane Asa torna nella steppa Kazaka dove sua sorella e suo marito vivono una vita da nomadi pastori. Per iniziare la sua nuova vita da pastore, Asa si deve prima sposare. La sua unica speranza di matrimonio nel deserto della steppa è Tulpan, figlia di un’altra famiglia nomade. Purtroppo, la ragazza sembra non voler sentire ragioni, decisa com’è a trasferirsi in città e disturbata dalle sue orecchie a sventola… Tramite la storia di Asa, Dvortsevoy si cimenta in un ritratto il più verosimile possibile del Kazakistan odierno, dove alla povertà della steppa molti giovani scelgono il futuro incerto delle grandi città. Dvortsevoy con la macchina da presa si mette sulle orme dei pastori kazaki tra la polvere della steppa e la sabbia de deserto, seguendo i suoi protagonisti da distanza ravvicinata. Il nomadismo di questi personaggi (molti dei quali interpretati da attori non professionisti, ma da pastori veri) è una condizione esistenziale prima che sociale, una situazione al limite della sopravvivenza, con la quale convivono sereni, sempre pronti a caricarsi una vita sulle spalle e continuamente migrare. C’è tanta realtà nelle immagini di Dvortsevoy, che si miscela perfettamente con uno stile visionario, paradossale, comico e violento al tempo stesso. SERGEI DVORTSEVOY (Kazakistan, 1962) Ha lavorato come ingegnere aeronautico. Nei primi anni ‘90 inizia a studiare cinema a Mosca. I suoi documentari raccolgono da subito una buona critica internazionale insieme a premi e riconoscimenti. Il documentario “Bread Day” è tra i candidati al prestigioso premio Joris Ivens del Festival Internazionale del Documentario di Amsterdam. L’anno successivo presenta i suoi lavori al Robert Flaherty Film Seminar, un’istituzione dedicata all’osservazione e alla descrizione delle condizioni dell’umanità. I protagonisti dei suoi documentari sono infatti sempre alla ricerca di una maniera di arrangiarsi per sopravvivere. Marthe, Michel e i loro tre figli vivono isolati lungo un’autostrada costruita da anni e mai inaugurata. Quel tratto d’asfalto è dunque parte del prato davanti a casa, o meglio ancora, parte di un gioco. Quando però l’autostrada viene messa in funzione e migliaia di macchine iniziano a sfrecciare, la famiglia attraversa impensate difficoltà… Opera prima di Ursula Meier, il film è una brillante commedia agrodolce, metafora delle difficoltà di trovare un proprio posto nel mondo. Con due protagonisti d’eccezione come Isabelle Huppert e Olivier Gourmet, nei ruoli di genitori di una bislacca famiglia, la Meier costruisce un film imperfetto ma stupefacente: un racconto dell’assurdo narrato con un registro di estremo realismo. Un film originale e moderno, che lascia pensare ad un roseo futuro per la sua autrice. Note di Lenny Abrahamson Volevo una storia di grande intensità emotiva e che potesse stimolare un percorso interiore nel pubblico. La trama non è complessa, anzi, ma per metterla in scena ho utilizzato un linguaggio molto “cinematografico” e con questo intendo lontano dai canoni televisivi su cui invece si sta appiattendo molta produzione di oggi, anche europea. I tempi sono lenti, e può diventare una sfida mantenere l’attenzione fino in fondo al film. In ogni caso, quello che a me interessava di più raccontando per immagini una vicenda come quella di Josie, è di far comprendere che qualcosa di prezioso si può perdere se non se ne ha cura. Lunedì 16 novembre TULPAN di Sergei Dvortsevoy Germania, oggi. Durante una settimana di corso dedicata all’autocrazia, l’insegnante di liceo Rainer Wenger propone un esperimento per mostrare ai suoi studenti come funziona un governo totalitario. Inizia così un gioco di ruolo dalle tragiche conseguenze. Nel giro di pochi giorni, quella che era un modo di illustrare e spiegare concetti come disciplina e comunità, si trasforma in un vero e proprio ‘movimento’, L’Onda. Da più di vent’anni, il romanzo di Morton Ruhe “Die Welle” è un classico della letteratura per ragazzi, e una lettura obbligatoria in molte scuole tedesche. È un’opera di fantasia, ma ispirata a un fatto reale. L’esperimento originale è stato condotto nel 1967 da Ron Jones, insegnante di storia al Cubberley High School di Palo Alto, in California. Il regista Dennis Gansel ha sviluppato il soggetto con l’amico e collega Peter Thorwarth. Insieme hanno deciso di ambientare la vicenda nella Germania d’oggi, in una scuola qualsiasi di una città qualsiasi. Ogni 10 cd acquistati 1 biglietto omaggio ai Lunedì del Cinema Via Milano 16 Como - telefono 031 267 344 - fax 260 246 [email protected] Regia NEIL LA BUTE Sceneggiatura DAVID LOUGHERY, HOWARD KORDER Fotografia ROGER STOFFIES Montaggio JOEL PLOTCH Musiche JEFF and MICHAEL DANNA Scenografia BRUTON JONES. Interpreti e personaggi SAMUEL L. JACKSON Abel Turner, PATRICK WILSON Chris Mattson, KERRY WASHINGTON Lisa Mattson. Stati Uniti 2008 - 110 minuti Lunedì 9 novembre MAR NERO di Federico Bondi Il veterano poliziotto di Los Angeles Abel Turner controlla il suo vicinato con lo stesso zelo che mette nei pattugliamenti di servizio per le strade. Chris e Lisa Mattson, una coppia rampante e progressista, si stabilisce accanto a Turner, che disapprova il loro matrimonio interrazziale. Con l'intenzione di liberare il vicinato da qualsiasi cosa o persona che lui ritiene “indesiderabile”, Turner si scatena in una serie crescente di danneggiamenti ed insulti contro i Mattson, dall'ignorare la loro richiesta di non puntare le sue potentissime luci di sicurezza sulla loro camera da letto al creare problemi ad una festa di benvenuto. Abel sfrutta i suoi legami con la polizia per contrastare i nuovi vicini senza rischiare nulla, sperando così di convincerli a fare le valigie e trasferirsi. “La terrazza sul lago”, ribalta gli sterotipi e propone nel ruolo di razzista un afro-americano. Un provocazione puntuale e tagliente per ricordarci che la realtà è sempre più complessa di come la vediamo, lontano da facili semplificazioni e precisa nel mostrare il volto nascosto del “nemico”: quello che è presente in ognuno di noi. Ambientato nel 1882 nei territori del New Mexico, “Appaloosa” racconta la storia dello sceriffo Virgil Cole e del suo vice Everett Hitch, che si sono fatti la fama di pacificatori nelle città senza legge sorte in quelle terre selvagge. Nella piccola comunità di minatori di Appaloosa, uno spietato e potente ranchero, Randall Brag, ha permesso alla sua banda di fuorilegge di spadroneggiare in tutta la città. Dopo l’assassinio a sangue freddo dello sceriffo di Appaloosa, Cole and Hitch vengono incaricati di assicurare il colpevole alla giustizia. Mentre impongono la loro autorità usando in parti uguali fermezza e pistole, Cole e Hitch conoscono la bella nuova arrivata Allison French, i cui modi anticonformisti mettono a rischio il loro lavoro e l’amicizia che li lega da anni... Western ambiguo che fa emergere un'America assai poco romantica, fatta di pulsioni disgreganti, priva di eroi e avvilita da ambizioni malsane. “Appaloosa” si inserisce appiano nel recente filone western che tenta di abbattere i pilastri dell'american dream, ma che al contempo restituisce al cinema americano quel fascino visionario ed epico dell'epopea di John Ford. Note di produzione Quando nel 2005 Ed Harris ha fatto con la famiglia un viaggio a cavallo, ha portato con sé il romanzo di Robert B. Parker “Appaloosa”, ambientato nel vecchio West, che ha attirato subito la sua attenzione. “Sono stato colpito dal rapporto di amicizia che lega Cole e Hitch e dalla profondità dei dialoghi”, dice Harris. “Sono due uomini che cavalcano insieme da oltre 12 anni e si conoscono bene. Non devono neppure dirsi cosa pensano, tra loro c’è una comprensione che non ha bisogno di parole. Stanno bene insieme e si rispettano, ma si divertono anche”. Harris si è subito reso conto che il romanzo di Parker poteva essere qualcosa di più di una buona lettura e diventare un film, quindi si è impegnato nella sceneggiatura con Robert Knott. “Abbiamo esplorato i modi in cui l’amicizia tra Cole e Hitch poteva essere espressa sullo schermo, dai silenzi e dalle battute scherzose, come ognuno di loro avesse un ruolo fondamentale nel sostenere l’altro, come affrontavano la paura della morte, come capivano i bisogni dell’altro.” Lunedì 19 ottobre LA TERRAZZA SUL LAGO di Neil La Bute (Lakeview Terrace) Via Varesina 68 Como - telefono 031 587 706 0 www.ilgrandebluviaggi.it - [email protected] Via Francesco Crispi 41/A Como - telefono 031.301 070 [email protected] - www.zenschool.it benzonibijoux Viale Giulio Cesare 7 Como - telefono 031 275 9236 [email protected] Via Adamo del Pero 23 Como - telefono 031 264 481 www.benzonigioielli.it