Impegno umanitario in… rosa

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Impegno umanitario in… rosa
Anche le donne del Servizio della Croce Rossa portano le uniformi dell’Esercito svizzero, ma hanno il distintivo della Croce Rossa,
ossia «la croce rossa su sfondo bianco». (Foto: Clemens Laub)
Il Servizio della Croce Rossa
Impegno umanitario
in… rosa
Sono circa 250 le donne che si impegnano nel Servizio della Croce Rossa (CR) a favore del
prossimo. Sono istruite e formate dall’Esercito svizzero ed entrano in servizio in caso
d’emergenza come catastrofi naturali, pandemie o altre situazioni di crisi. Abbiamo parlato con
alcune di queste donne.
Testo: Petra Zenhäusern, foto: CR
È buio, in molte parti della Svizzera c’è un «black out»
elettrico. I generatori di corrente e altri strumenti
d’emergenza bastano solo per alcune ore. È il grande caos.
Nonostante questo, l’assistenza medica di base ai pazien­
ti deve essere sempre ed in ogni caso garantita. Per questo
motivo, è molto importante che ci sia sempre a disposi­
zione un numero sufficiente di persone con esperienza nel
settore medico, come ad esempio i membri del Servizio
della Croce Rossa.
Molteplici interventi in Patria e all’estero
Anche in caso di epidemia di influenza, la sanità pubblica
potrebbe essere in serie difficoltà. Nel 2009, ad esempio, il
Servizio della CR con i suoi membri è venuto in aiuto e ha
coadiuvato l’Esercito nel piano di pandemia allestito
dall’Ufficio federale della Sanità pubblica; il Servizio ha
formato i soldati per le vaccinazioni e ha condotto ed effet­
tuato una grossa parte delle vaccinazioni al personale fede­
rale e d’ambasciata. Una delle prime donne impegnate in
questo Servizio è stata Katharina Schmid. Originaria del
Vallese, dal 1987 è attiva in seno al Servizio della CR con il
rango di ufficiale. «Ho imparato molto per la mia attività
professionale, e ho potuto sviluppare ulteriormente le mie
conoscenze.» Al termine della formazione di base, le donne
possono frequentare dei corsi per i quadri nelle rispettive
specializzazioni e possono pure assumere funzioni di con­
duzione nel loro settore d’attività.
Fino alla fine del 2012, Katharina Schmid era assegna­
ta a un battaglione ospedaliero (Spit Bat). In quest’ambito,
ogni anno ha insegnato ai Corsi di ripetizione per i mili­
tari (3 settimane e mezzo) e ha formato i militi sanitari.
Questo impegno richiede parecchia flessibilità, anche da
parte dei familiari. Accanto agli interventi urgenti, la
49enne è attiva anche in case di cura e case per persone
anziane, come pure in particolari ambiti dell’Esercito
dove si dedica a persone con disturbi fisici o mentali. In
quest’ultima occupazione, la pianificazione è molto im­
portante affinché tutto proceda senza inghippi.
In ambito professionale vero e proprio, Katharina la­
vora per Spitex. Il suo datore di lavoro accetta e compren­
Cos’è il Servizio della Croce Rossa?
Il Servizio della Croce Rossa festeggia quest’anno il
suo 110° anniversario. È un’Organizzazione della Croce
Rossa svizzera (CRS). In virtù di un decreto federale,
quest’ultima è tenuta a coadiuvare il Servizio sanitario
dell’Esercito svizzero. Il Servizio della Croce Rossa recluta
delle volontarie che, in caso d’emergenza, prestano cure
ai feriti e ai malati. Attualmente sono circa 250 le donne
qualificate e con una buona formazione medica che
aderiscono come volontarie a questo Servizio. Esse ven­
gono formate, equipaggiate, impiegate e indennizzate
dall’Esercito. A parte qualche eccezione, hanno gli stessi
diritti e gli stessi obblighi dei membri del Servizio sanita­
rio dell’Esercito. Beneficiano anche della protezione degli
accordi di Ginevra.
Occasioni per informarsi
Data: mercoledì 15 maggio, 11 settembre o 4 dicembre
Ora: dalle 15.00 alle 18.00
Luogo: Sede del Servizio della Croce Rossa, Tauben­
strasse 8, 3001 Berna
Informazioni: telefono: 031 324 27 06, www.rkd-scr.ch
I membri del Servizio della CR sono attivi anche nel Servizio
sanitario coordinato (SSC) apportando il loro importante
contributo alla politica della sicurezza. (Foto: Clemens Laub)
Dal 2006 B. Rindlisbacher è capo del Servizio della CR ed è fiera
dell’impegno delle donne che ne fanno parte.
(Foto: VBS)
de i suoi impegni per la CR, cosa non sempre scontata.
Per lei è molto importante che l’appartenenza al Servizio
della CR venga comunicato in modo chiaro. Le capacità
acquisite sono normalmente riconosciute e apprezzate
anche nel settore professionale civile. «E sono proprio
queste capacità che bisogna mostrare e testimoniare ai
datori di lavoro», sottolinea Schmid.
L’impegno nel Servizio della CR è molto attrattivo. Le
donne si formano su tematiche specifiche come la medici­
na di guerra e delle catastrofi e nell’Esercito, oltre alla
formazione, possono fare esperienza diretta di interventi.
Inoltre possono seguire volontariamente dei corsi specia­
listici in medicina o approfondire le loro conoscenze nella
comunicazione in caso di crisi. Vengono quindi a formar­
si delle buone premesse anche per un impiego all’estero.
Infatti proprio grazie all’appartenenza al Servizio del­
la CR, la nostra interlocutrice ha potuto trascorrere sette
settimane in Kosovo, dove era d’aiuto alla «Swiss Medi­
cal Unit». Alla domanda, se aderirebbe di nuovo al Ser­
vizio della CR, la sua risposta è convinta: «Assolutamen­
te sì, subito!»
Lanciata una nuova campagna pubblicitaria
Katharina Schmid è una delle tre protagoniste del filmato
della nuova campagna pubblicitaria del Servizio della CS.
Il nuovo prodotto pubblicitario è stato presentato ufficial­
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Report
Reportage
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Katharina Schmid ha seguito l’esempio di sua zia e, nel 1987, è
entrata a far parte del Servizio della Croce Rossa.
A Christine Fässler piace soprattutto l’ambiente collegiale
che si forma nel gruppo del Servizio.
mente a fine febbraio a Moudon. Brigitte Rindlisbacher,
colonnello e capo del Servizio della CS, era visibilmente
fiera del nuovo e attrattivo materiale pubblicitario: «Que­
sto è l’inizio di una nuova era nel nostro marketing.»
Attualmente il Servizio della CR recluta ogni anno
circa 12 donne che dovranno seguire la Scuola reclute del
Servizio per un periodo di sei settimane. Tre settimane
sono dedicate alla formazione generale di base, mentre le
altre tre a una formazione più specifica. Brigitte Rindlis­
bacher spera che proprio grazie alla campagna pubblici­
taria, questa cifra possa raddoppiare a breve termine. E
aggiunge: «È importante che le donne siano però co­
scienti del fatto che la loro entrata nel Servizio della CS
è volontaria, ma non per questo priva di obblighi.» Ad
esempio, dopo la scuola reclute, vi è l’obbligo di seguire
sei corsi di ripetizione di tre settimane ciascuno. In caso
di situazione di crisi, queste donne hanno inoltre l’obbligo
di presentarsi. Il Servizio, in queste situazioni ecceziona­
li, prende però in considerazione anche la situazione
professionale e familiare dei suoi membri. Le retribuzio­
ni e le indennità di perdita di guadagno (IPG) sono
uguali a quelle dei membri dell’Esercito.
Brigitte Rindlisbacher è in questo Servizio da 35 anni.
Entrare nel Servizio l’ha portata più vicina all’avverarsi
del suo sogno, ossia andare all’estero. «Il Servizio ha
aumentato le mie chances», ci racconta. Nel 1989 è stata
infatti per quattro mesi in Namibia come laborantine,
con l’ONU. Più tardi ha lavorato per il Dipartimento
militare ed è stata la prima donna svizzera osservatrice
all’ONU. Dopo la guerra nella ex Jugoslavia è stata inviata in Croazia per sei mesi ed è stata più volte a Saraje­
vo. Dal 2006 è a capo del Servizio della CS ed è molto
fiera di tutte le donne che ne fanno parte.
Le donne del Servizio CR si impegnano per l’umanità e ricevono
per questo l’istruzione dell’Esercito svizzero.
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Il personale medico esperto è ricercato
Le riforme dell’Esercito hanno influito anche sul Servizio
della CR. L’Esercito di per sé dispone di un numero sufficiente di soldati nel Servizio sanitario. Si tratta per la mag­
gior parte di persone laiche con una buona formazione. Dal
Servizio della CR, l’Esercito si aspetta invece l’impiego di
personale (donne) diplomato o specializzato nelle discipli­
ne mediche, affinché possa trasmettere le necessarie com­
petenze professionali.
L’eccezione è rappresentata solo da un piccolo numero
di aderenti al Servizio, che hanno conoscenze specifiche
nei campi del Diritto internazionale oppure che lavorano
come pedagogiste o formatrici per adulti. Nel divulgare
le loro conoscenze sul movimento della Croce Rossa e sul
Diritto internazionale umanitario, adempiono al secon­
do compito del Servizio stesso.
Il fatto che spesso le donne interessate a entrare nel
Servizio sono già assai impegnate a livello professionale,
rappresenta un problema nel reclutamento. A volte vengo­
no anche sanzionate dai loro superiori. Ma ci sono anche
datori di lavoro che vedono un «atout» nella loro dipen­
dente impegnata anche nel Servizio della CR. «I datori di
lavoro devono solo essere debitamente informati, affinché
non siano sorpresi nel caso in cui la dipendente riceve
l’ordine di marcia», precisa Brigitte Rindlisbacher.
Nel reclutamento, le donne devono avere un’età compre­
sa tra i 18 e i 38 anni. La scuola reclute del Servizio deve
essere assolta il più presto possibile, come mostra il caso di
Christine Fässler: affascinata dal mondo militare e dall’idea
di agire e fare qualcosa in un team, ha concluso la Scuola
reclute lo scorso anno. Possono entrare a far parte del Ser­
vizio donne qualificate, in buona salute e giudicate abili al
servizio dal medico di reclutamento. La formazione è im­
pegnativa: giornate lunghe, disciplina e sforzi fisici. Chri­
stine Fässler ci racconta: «Sono levatrice indipendente e in
quanto tale sono in giro da sola. Nel Servizio faccio invece
parte di un team. Anche se sono da poco in questo gruppo,
posso già fare molte cose. Miglioro le mie conoscenze me­
diche, che mi tornano utili sul lavoro, e imparo a formare i
soldati sanitari. Insomma, questo Servizio è davvero interessante», afferma la levatrice.
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