Presentazione di PowerPoint - Dipartimento di Comunicazione e

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Presentazione di PowerPoint - Dipartimento di Comunicazione e
Networked: un nuovo sistema
operativo sociale - 3
Teorie della comunicazione e dei nuovi media
Prof. Alberto Marinelli
LE RELAZIONI NETWORKED
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L’uso di Internet fa male alle relazioni sociali?
L'idea che internet sia un medium separato e immersivo è
ricca di trappole concettuali:
• parte dal presupposto che le persone conducano vite
differenti, separate dalle loro vite quotidiane nel mondo
reale. E invece, con la parziale eccezione dei
videogiocatori molto assidui, studiati da Turkle, le
interazioni - e le vite – online e in presenza sono
strettamente intrecciate tra loro.
• parte dal presupposto che gli incontri in presenza siano
l'unica forma significativa di connessione sociale e non
riconosce che le email, gli sms, i post su Facebook, i
tweet ecc. sono strumenti quotidiani che le persone
usano in modo abituale per rimanere in contatto tra
loro.
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L’uso di Internet fa male alle relazioni sociali?
• propone l'idea che internet abbia una limitata capacità di
trasmettere indicatori sociali, quali le espressioni del viso,
l'odore e i gesti del corpo. Tuttavia, è raro che su internet
le persone interagiscano con estranei. Hanno un'elevata
conoscenza degli interlocutori con cui sono in contatto
online: gli incontri su internet fungono da complemento e
ampliano il volume delle comunicazioni tra le persone,
non rappresentano forme di sostituzione dei più ricchi
contatti in presenza;
• prende troppo sul serio l'aforisma di McLuhan e confonde
il medium con il messaggio. In realtà, le persone non
confondono la schermata di Facebook con la persona
che si trova dall'altro lato, esattamente come non
confondono la cornetta del telefono con la persona con
cui stanno parlando.
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Internet sta distruggendo i legami sociali?
L'allarme non è nuovo e “segue sempre lo stesso schema: c'è qualcosa che sta succedendo
“ora” e che spezza i legami del passato, che vengono dipinti come appaganti e capaci di
garantire sostegno – anche se gli allarmisti di ogni generazione continuano a guardare
indietro con approvazione alle generazioni precedenti” (Rainie e Wellman, 2012).
La paura che l'ICT causi problemi sociali:
- parte dal presupposto che le persone conducano vite differenti, separate dalle loro vite
quotidiane nel mondo Reale;
• parte dal presupposto che gli incontri in presenza siano l'unica forma significativa di
connessione sociale e non riconosce che le email, gli sms, i post su Facebook, i tweet
ecc. sono strumenti quotidiani che le persone usano in modo abituale per rimanere in
contatto tra loro;
• propone l'idea che internet abbia una limitata capacità di trasmettere indicatori sociali, quali
le espressioni del viso, l'odore e i gesti del corpo (...) Tuttavia, è raro che su internet le
persone interagiscano con estranei. Hanno un'elevata conoscenza degli interlocutori con
cui sono in contatto online: gli incontri su internet fungono da complemento e ampliano il
volume delle comunicazioni tra le persone, non rappresentano forme di sostituzione dei
più ricchi contatti in presenza;
• prende troppo sul serio l'aforisma di McLuhan e confonde il medium con il messaggio. In
realtà, le persone non confondono la schermata di Facebook con la persona che si trova
dall'altro lato, esattamente come non confondono la cornetta del telefono con la persona
con cui stanno parlando. +
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Internet e i legami sociali
Alcune ricerche (es. McPherson et al., 2006) sottolineano che sia
diminuito il numero di persone con cui gli americani “discutono
di temi importanti” (da una media di 2.9 a una media di 2.1).
Questo ha sollevato l'allarme nell'opinione pubblica e nei
media generalisti.
Kraut et al., alla fine degli anni Novanta, rilevano che gli utenti di
computer vedono diminuire il proprio coinvolgimento nella vita
sociale; ma “ritrattano” nel 2002 (utenti che diventano più
esperti e normalizzazione dell'uso delle tecnologie).
Numerose ricerche del Pew Internet mostrano che in realtà gli
utenti ICT hanno network sociali più ampi e diversificati degli
altri (semplicemente, non si limitano a “discutere temi
importanti”), vedono di persona più amici rispetto ai non utenti,
hanno contatti più frequenti
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Bowling alone?
R. Putnam: “Bowling alone” (1995 e 2000)
“Il testo sostiene che le ragioni principali per cui è diminuito il
coinvolgimento nelle organizzazioni comunitarie, come le leghe di
bowling, risiedano nel fatto che le persone stanno a casa a guardare
la televisione, mentre un numero crescente di donne ha iniziato a
lavorare fuori casa. Ma lo stesso resoconto di Putnam mostra che le
persone non giocano a bowling da sole - malgrado il titolo del libro –
ma lo fanno in modo networked, con un mutevole insieme di altri
giocatori che si trovano a essere liberi quella settimana” (Rainie e
Wellman, 2012)
“La frase “appartengo alla lega di Bowling di Putnam” è più facile da dire
– e da ricordare – rispetto alla frase “appartengo a un mutevole
network di persone che giocano a bowling di tanto in tanto, sebbene
alcune di loro amino andare a ballare – insieme ad altre - un sabato
al mese”. In breve, un gruppo è spesso uno stereotipo – una
scorciatoia nel modo in cui pensiamo alle nostre relazioni”. (Rainie e
Wellman, 2012)
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Lo sviluppo delle relazioni networked
Door-to-Door
• Connettività legata alle singole comunità
• Presenza di un solo Network
• Superamento della singola comunità e del singolo luogo fisico
Place-to-Place
• Nascita dello “Spazio di Flussi” (Castells)
• Prima forma di vuoto contestuale
• Rafforzamento delle relazioni fisicamente disperse (anche nella famiglia)
Person-to-Person
• La persona diventa il portale
• Forma radicale di vuoto contestuale
• Contatti con i singoli ruoli dell’individuo
Role-to-Role
• Legami comunitari basati sulla specializzazione
• Necessità di mantenere un forte portafoglio di contatti
• Creazione di strumenti per risolvere la complessità della specializzazione
Agent-to-Agent
Network-to-Network
• Introduzione della Digital Persona
• Spostamento dell’intelligenza sulle reti locali e personali
Network personale (legami stretti)
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Spazio dei flussi (Castells)
• Lo spazio dei flussi è l’organizzazione materiale
dell’interazione sociale simultanea a distanza attraverso la
comunicazione in rete, con il supporto tecnologico delle
telecomunicazioni, dei sistemi di comunicazione interattiva e dei
trasporti ad alta velocità.
• Lo spazio dei flussi non è uno spazio privo di luoghi; la sua
configurazione territoriale dipende dai nodi dei network di
comunicazione.
• La struttura e il significato dello spazio dei flussi non sono legati
a nessun luogo particolare, bensì alle relazioni create all’interno
di – e intorno al – network che elabora gli specifici flussi di
comunicazione.
• l contenuto dei flussi di comunicazione definisce il network e, in
tal modo, lo spazio dei flussi e le basi territoriali di ciascun nodo
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Dai network place-to-place ai network person-to-person
• La connettività mobile e personalizzata intensificata
dalla Tripla Rivoluzione e l'indebolimento dei confini dei
gruppi hanno contribuito allo spostamento delle relazioni
dai network place-to-place ai network individualizzati
person-to-person (da persona a persona).
• Più che coltivare legami tra nuclei familiari, le persone si
connettono come individui ad altri individui, in network
person-to-person. Operano attraverso set multipli di
legami la cui importanza e la cui frequenza di contatto
varia di giorno in giorno.
• Mentre i network place-to-place mostrano come la
dimensione comunitaria abbia travalicato i confini locali, i
network person-to-person mostrano come abbia
superato anche i legami di gruppo.
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L’individuo al centro del network
• L'unità primaria della connettività è l'individuo, non il
nucleo familiare, il gruppo di parenti o di lavoro. Questo
cambiamento mette le persone al centro di network
personali che, in forma aggregata, possono garantire
loro supporto, socialità, informazione e senso di
appartenenza.
• Le persone si connettono in presenza e attraverso l'ICT.
Le loro attività di networking cambiano di pari passo con
i loro bisogni.
• Benché i membri del network si relazionino tra loro in
quanto persone, spesso enfatizzano determinati ruoli.
Sono capi per i loro dipendenti, mariti per le loro mogli,
amici per i loro amici, e così via – con norme in parte
differenti per ciascun network.
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L’individuo al centro del network
• Il passaggio ai network person-to-person ha
profondamente influenzato il modo in cui le persone si
relazionano tra loro. Non è un'evoluzione che tende
verso l'isolamento sociale, ma verso un'autonomia
flessibile. I soggetti hanno maggiore libertà di
personalizzare le proprie interazioni. Hanno maggiori
opportunità di decidere dove – e con chi – connettersi.
• i soggetti sono più selettivi rispetto agli interlocutori con
cui relazionarsi, perché non debbono più essere aperti alla
“comunità”.
• Il networked individualism scarica sull'individuo la
responsabilità – e l'onere – di mantenere i network
personali.
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Verso un sé networked
• un unico sé che si riconfigura nelle diverse
situazioni, quando le persone si incontrano, si
connettono e enfatizzano differenti aspetti di sé.
• sé interconnesso (networked) che si sposta
attraverso un'ampia varietà di media per consentire
ai propri network sociali di funzionare bene.
• Per Bolter e Grusin “il sé interconnesso (networked
self ) è costantemente impegnato a creare e
distruggere collegamenti, dichiarando fedeltà e
interesse per poi voltare le spalle e rinunciare a essi”
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Relazioni online e offline
• Con il passaggio ai network person-to person, la
frattura tra lo spazio fisico e il cyberspazio – o,
anche, tra scrittura e comunicazione orale – sta
diminuendo.
• L'interazione abilitata dalle tecnologie si inserisce
senza soluzione di continuità nella vita quotidiana e
funge da complemento ad altre pratiche.
• I dati smentiscono chi temeva che internet avrebbe
ridotto altre forme di contatto, mostrando che è
avvenuto il contrario: al crescere dei contatti internet
crescono anche i contatti in presenza e telefonici.
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L’uso delle tecnologie espande anche le relazioni offline
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Il numero di Dunbar: quanto possono essere estesi
i network personali
• Una stima molto celebre, proposta dall'antropologo di Oxford
Robin Dunbar, suggerisce che i vincoli della capacità cognitiva
di processare l'informazione – che lui definisce “il cervello
sociale” - pongono un limite di 150 come dimensione massima
per i gruppi coesi.
• “Il 150, per come lo concepiamo, è semplicemente uno di una
serie di livelli di relazioni integrate, e questo sembra potersi
riferire sia al mondo contemporaneo che al mondo etnografico”.
• Il livello più esterno, spiega Dunbar, “separa coloro che
conosciamo in quanto individui da coloro che riconosciamo, ma
con cui abbiamo solo relazioni casuali”.
• Un network sociale “è fatto di livelli, i Circoli di Conoscenza, che
sono tra loro in rapporto di uno a tre (un nucleo interno di 5
relazioni intime e poi livelli successividi 15, 50 e 150)”
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Quanto sono estesi i network personali?
I network più estesi garantiscono maggiore supporto e, al
contempo, ogni individuo al loro interno si mostra più
propenso a offrire supporto.
Per la maggior parte degli abitanti del mondo sviluppato, il
numero di Dunbar è decisamente sottostimato, perché i loro
network sono composti da un numero di membri decisamente
superiore a 150 (alcune ricerche: tra 250 e 1700, la metà tra
400 e 800)
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Il vantaggio dei network estesi (con molti legami deboli)
• Network più estesi e diversificati connettono le persone
a molti ambienti sociali differenziati, offrendo una grande
varietà di informazione e di contatti sociali.
• Al crescere dell'uso di internet aumenta la facilità di
connessione con un elevato numero di persone.
• Le dimensioni contano. Benché alcuni possano pensare
che network più piccoli offrano relazioni di maggiore
qualità – qualità che compensa la mancanza di quantità
– in realtà la qualità va di pari passo con la quantità.
• Network più estesi garantiscono maggiore supporto e, al
contempo, ogni individuo al loro interno si mostra più
propenso a offrire supporto: si crea un circolo virtuoso
nel quale il capitale sociale alimenta ulteriore capitale
sociale
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I social media aiutano a superare la barriera di 150
• Per la maggior parte degli abitanti del mondo sviluppato,
il numero di Dunbar è decisamente sottostimato, perché i
loro network (anche prima di internet) sono composti da
un numero di membri decisamente superiore a 150.
• Media sociali come Facebook hanno incrementato la
capienza delle relazioni: serve poca fatica per mantenere
un numero elevato di contatti quasi sconosciuti (o persi
da lungo tempo) con gli “amici” della propria lista. Anche
se molti sono legami deboli, possiamo rivolgerci a loro
quando necessario.
• Studi recenti stimano in oltre 600 il numero dei contatti di
cui si ha una relativa memoria e controllo
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L’uso dei social media per fasce di età negli USA
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Cambiano le attività online
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Facebook dà corpo all’individuo networked
• Facebook promuove sia i collegamenti di lunga distanza
(bridging) che i collegamenti interni ai cluster (bonding):
passando di amico in amico su Facebook, le persone si
connettono ad altri network personali, che sono in grado di
offrire un potenziale accesso ad ambienti sociali differenti.
• I legami condivisi – entrambe le persone sono amiche
della stessa terza parte – sono particolarmente rilevanti
per la formazione di nuove connessioni, in quanto un
amico funge da garanzia per l'altro.
• FB è un portale personale: non ci sono solo link a
persone, ma a gusti e a espressioni come “like” destinate
a una quantità ancora maggiore di libri, musica, prodotti,
organizzazioni ecc..
• Facebook è diventato per tutti il luogo “in cui andare”: la
loro casa base.
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FAMIGLIE NETWORKED
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Accelerano i tempi della vita familiare
• Essendo a corto di tempo, nel corso dell'intera giornata le
coppie si dedicano al multitasking. Possono avere meno
tempo l'uno per l'altra, o per i loro figli. Alcuni guardano
meno tv, riducono l'impegno nelle associazioni di
volontariato tradizionali (come gli Scout) o si incontrano
più raramente con vicini e amici.
• La crescita delle famiglie monoparentali e delle famiglie a
doppio reddito ha come conseguenza l’incremento delle
ore dedicate da uomini e donne al lavoro retribuito e a
quello domestico – e la diminuzione del tempo trascorso,
in presenza, con le proprie famiglie.
• La vita domestica ha accelerato ed è diventata più
individualizzata.
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ICT: serve per il coordinamento e la relazione
• Dato che le loro abitazioni si riempiono di tecnologie, le
persone ne hanno integrato l’utilizzo nelle routine
quotidiane, per restare connesse quando sono fuori
casa.
• Sul piano difensivo, l'ICT consente ai familiari di
comunicare e coordinarsi anche se adottano uno stile di
vita mobile e individualizzato.
• L'ICT consente loro di trovare nuove informazioni e
nuovi contatti e di condividerli con la loro famiglia.
Quando sono a casa, i membri della famiglia possono
condividere tempo “di qualità”, mostrandosi
reciprocamente pagine web, media online e messaggi
email.
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Gli adolescenti e il telefono
• Dato che ciascun membro agisce come individuo networked
all’interno della famiglia, queste attività di comunicazione e di
creazione di contenuti sono di grande aiuto: la tecnologia
personale viene infatti utilizzata per navigare nella vita
familiare.
• La maggior parte degli adolescenti riceve il telefono cellulare
entro i 14 anni. È una situazione che conviene sia ai figli che ai
genitori: gli adolescenti apprezzano la possibilità di connettersi
con i loro amici e di chiamare casa quando ne hanno bisogno,
mentre i genitori sono tranquillizzati dal fatto di sapere che
possono contattare i figli in qualsiasi momento, quando non
sono insieme.
• Il paradosso è che la Rivoluzione Mobile rende i figli più liberi di
trovarsi fisicamente distanti dai genitori, perché il telefono
cellulare li rende costantemente raggiungibili dai loro genitori.
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Netting together
• Invece che Alone together (Turkle) le ricerche Pew
mostrano che le famiglie praticano il Netting
together: le persone usano l'ICT per supportare,
integrare e rafforzare l'interazione faccia a faccia
con i familiari.
• Mostrare e condividere contenuti su internet è
un’attività che talvolta può far riunire i membri della
famiglia, esattamente come la visione della tv.
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