Focea e il mare - E
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Focea e il mare - E
Focea e il mare Raffaella PIERÜBÜN-BENüIT Les liens avec la mer et donc avec les activités qu'elle engendre (commerce, pêche... ), caractérisent Phocée à l'intérieur du monde grec antique. L'auteur s'interroge sur les raisons de cette spécificité: choix ou nécessité? Auteurs anciens et recherche contemporaine sont au cœur de la réflexion, élargie au concept du modèle idéal de la cité. The links with the sea and therefore with the activities that it brings along (trade, fishing, etc.) are characteristic of Phocaea within the antique Greek world. The author ponders on the reason for this specificity : choice or necessity ? Ancient authors and contemporary research form the basis for this reflexion, which is extended to the concept of the ideal city mode!. Mots-clés: mer Méditerranée, commerce, exploitation du rnilieu, contacts culturels, territoire et cité, colonisation grecque, Phocéens. Key IVords : Mediterranean sea trade, exploitation of the environment, cultural contacts, tenitory and city, Greek colonization, Phocaeans. * dans Sur les pas des Grecs en Occident Collection Etudes Massaliètes, 4 (1995), pp. 403-418 404 Raffaella PIEROBON-BE OIT Topos 0 realtà ? T radizione antica e critica moderna sembrano concordi nel ritenere fondamentale il legame tra Focea l, 0, per meglio dire, i Focei, e il mare 2, legame che una parte della tradizione vedrebbe simbolicamente espresso dal nome stesso della città 3. Questo collegamento, ovvio, data la sua posizione 4, avrebbe tuttavia caratteristiche tali da far di Focea - e delle sue colonie 5 - un unicum nel mondo greco 6 : peculiarità focea sarebbe, a dire dei testimoni antichi, il particolare tipo di rapporto istituito : in quanto dotata di poco e povero territorio, la città - come le sue colonie 7 - sarebbe stata costretta a fare dei mare e delle attività ad esso connesse la sua fonte principale di sussistenza 8. Tale interpretazione è comunemente accettata dai moderni, per la convinzione, ugualmente radicata, che l'andar per mare era, per i Greci dell'età geometrica e, in parte, dell'età arcaica, una novità che incuteva timore 9 : in conseguenza il precoce sviluppo di attività marinare non poteva che essere forzato. Ali' origine di questa "storia" il passo, sempre citato, di Trogo Pompeo-Giustino (43, 3, 5) : introducendo la storia di Massalia 10 storico notava come i Focei « costretti dalla scarsità e povertà dei loro territorio si applicarono di più aile attività marittime che a quelle della terra: con la pesca, la mercatura e soprattutto con la pirateria, che tuttavia a quei tempi era attività molto onorevole, rendevano piacevole/possibile la loro vita ». Concetti analoghi si ritrovano, / Poche e non esaurienti le fonti sulla città : vedere Keil 1941 ; in particolare su questo aspetto della sua storia Justin. 43, 3, 5 (Focea) ; Strab. 4, l, 3 = C 179 (Massalia) ; 6, 1,1 = C252 (Elea). Gli studi recenti vertono essenzialmente sui Focei e la loro espansione in Occidente : vedere Morel 1966, con bibliografia precedente; Morel 1975; Cook 1982,749; Gras 1985; Morel 1992. 2 Secondo Erodoto (1, 163) i Focei sarebbero stati tra i primi a effettuare lunghe navigazioni ; al di là della veridicità dei primato tra i Greci (su questo problema Forrest 1969 ; Asheri 1988, 357) ; sembra comunque assodata la maestria nella navigazione (Wallinga 1993,66-80). Vedere comunque infra, n. 26. 3 Benché la tradizione più diffusa colleghi il nome al luogo d'origine dei colonizzatori (Paus., 7, 3, 10 ; Nic. Dam., FGrHist 90, F51, sia pure non esplicitamente), sulla base di Aristotele (fr. 611, 67 Rose) e Steph. Byz. (s.v.) (sia un mitico fondatore Phoco, sia la focal. i moderni (Keil 1941) sono inclini a vedervi un rapporto con la forma delle isole che fronteggiano la città, simili a foche (cpWK11 in greco) ; l'immagine della foca compare su monete arcaiche della città, fatto legato alla tradizione seconda cui i fondatori videro una foca emergere dal mare al momento della sbarco (Bean 1966, 118-119). Sulla presenza di questo nome nell'onomastica focea: Robert 1968. 4 La descrizione più completa è in Livio (37, 31,6 ss.) ; in particolare interessante, per quanto enigmatica, la descrizione dei due porti della città : vedere Bean 1966, 121-124 ; per l'ubicazione Erodoto (1, 80 ; Nic. Dam. FGrHist 90 F 51) e soprattutto Strabone (13, 1, 2 = C582 ; 13, 3, 5 = C621 ; 13, 4, 5 =C626 ; 14, 1, 1 =C632), danno particolare rilievo alla vicinanza aJrErmo. COS! anche Mela (1, 89) ; Plinio (Nat. 5, 119). 5 Queste avrebbero, grosso modo, le stesse caratteristiche topografiche : Lepore 1970, 112, n. 7; Morel 1975,856 e n. 13. 6 Tale unicità sarebbe tanto più eccezionale, per un mondo come quello greco, dove il mare da un lato, la montagna dall'altro, sono dominanti, con un pae- sempre riferiti a città focee, in Strabone : i Massalioti (4, l, 3 = C 179) hanno una terra ricca di olivi e di viti, ma povera di grano per la sua natura stessa, cosicché si sono rivolti al mare piuttosto che alla terra ... ; gli Eleati (6, L, 1 = C 252) sono stati costretti dalla povertà della terra (olà Tilv À,U1tPOT11TU Tilç Yilç) a dedicarsi essenzialmente aile attività marinare e a praticare la pesca e altre simili cose... l problemi interpretativi della colonizzazione focea la sono stati brillantemente risolti da E. Lepore, che ha sottolineato la specificità di ogni fondazione, pur all'interno di una storia comune : il modello che più 0 mena consapevolmente gli autori antichi proponevano di tale evento, creazione di una serie di emporia localizzati in posizioni strategiche 11, rifletterebbe solo un as petto di un fenomeno molto più complesso, e in ogni casa non unitario 12. Ancora aperto viceversa è il problema deI valore topico dei passi su citati per quanto attiene appunto al senso di costrizione e/o necessità della scelta marinara. All'ipotesi che si trattasse di un luogo comune sui Focei, ripresa da J.-P. Morel, ribatteva infatti con la sua tipica energia E. Lepore che rivendicava il pieno val ore documentario della tradizione 13. Se è un dato di fatto, tuttavia, che le città focee prediligevano siti che per la loro topografia erano favorevoli aIle comunicazioni ed ai commerci 14, è altrettanto vero che la spiegazione addotta dalle fonti per spiegare l'origine di queste attività appare pretestuosa 15 : sembra significativo, a tale proposito, che il termjne che meglio esprime il concetto in discussione, stenochoria, nel senso di territorio stretto, angusto, e quindi insufficiente, venga utilizzzato per la prima volta da Platone 16. saggio e soprattutto situazioni ambientali non molto dissimili. 7 Proprio la ripetitività delle situazioni rende sospette le interpretazioni fornite dalle fonti : credervi equivale a dare una patente quanto meno di ingenuità ai Focei! 8 Justin 43, 3, 5. Il concetto di costrizione ritorna comunemente nella bibliografia modern a (Cook 1982, 749) ; COS!, ad esempio, a proposito di Velia M. Gras (1985, 423) osserva che il passo di Strabone (6,1,1 = C252), non è topico, ma una fedele rappresentazione della realtà. Costrizione ma anche vocazione sarebbero alla base della definizione della fisionomia di Marsiglia nell'interessante analisi di M. Bats (1986). 9 Contro questa convinzione : Purcelll 1990, 32 ss. Sulla marineria in Grecia, da ultimo: Starr 1989, con bibliografia. /0 Sulla cui natura il dibattito è stato molto acceso. Si vedano i contributi nei volumi dedicati alla colonizzazione focea in Occidente : pp 1966 ; 1970: 1982. / / Questo è vero per Lampsaco, all'imboccatura della migliore via di comunicazione con r a1topiano anatolico, COS! come per Marsiglia, alla Foce dei Rodano. /2 Lepore 1970,31 : la colonizzazione focea viene definita come« la singolare coesistenza di emporia e apoikia ». Sul problema si veda, da ultimo, Morel 1992 ; Sanmart! 1992. /3 Morel 1966, 402, n. 78 ; Pugliese Carratelli 1966, 161-162 ; Lepore 1970, 131, n. 4; Morel 1975,856; 1982. /4 ln questo senso, cioè in positivo, si puo sicuramente affermare che il territorio aveva un peso! /5 Ci sarebbe da chiedersi, inoltre, come mai un analogo giudizio non venga applicato a Mileto, che pur disponendo di un vasto territorio fu certo la città più attiva nel fondare colonie a Oriente come ad Occidente. Vedere infra n. 54. /6 Leges 4, 708b. Sulla varietà di significati della parola, v. Thesaurus G. L., S.v. 405 Focea e il mare Il confronto tra i tre passi citati - Trogo Pompeo/ Giustino e Strabone - permette già di notare alcune differenze : dato per acquisito che l' andar pel' mare non è frutto di una libera scelta, in un casa almeno, quello della madre patria, Trogo Pompeo 17, elencate minuziosamente le attività svolte, cioè la pesca e il commercio, distinto dalla pirateri a, di cui si sottolinea comunque il carattere positivo, sembra prescindere, 0 meglio sembra comunque volerie connotare positivamente sfumando COS! il valore negativo insito nella costrizione. Spirito grosso modo analogo sembra ispirare le osservazioni straboniane sui Massalioti, più generiche nei riferimenti alla sfruttamento dei mare, più dettagliate inveee sulla natura della povertà della terra, definita tale non perché poco fertile in assoluto, ma in quanto avara di grano 18. Lo stesso Strabone, vieeversa, sembra accentuare la negatività dei modo di vivere degli Eleati attraverso l'uso dei termine "8aÀanoupyc îv" e delle "aÀÀaç '"Cow{ytaç cpyacriaç", ma soprattutto con l'esplicito riferimento all'alimentazione a base di '"Capîxoç, cioè pesee seccato, poco pregiato 19. Queste sfumature di differenza non sono comunque sufficienti a chiarire se si tratti 0 mena di un topos : a questo fine sembra piuttosto necessario verificare in quale misura corrisponda, casa per caso, alla realtà ; pel' escludeme la specificità focea va inoltre verificato se ricorre in altre situazioni ; per cruedersi, infine, se di topos si tratta, quale potrebbe essere l'ambiente culturale in cui questo collegamento si è sviluppato e a quale ideologia poteva essere funzionale. Focea L' archeologia è di poco aiuto per la conoseenza della città e dei suo presunto territorio. La ripresa degli scavi nel 1989 ha aggiunto, per il momento, pochi elementi alla conoscenza topografica e monumentale dei sito 20. Un tempio arcaico, verosirnilmente dedicato ad Atena, occupa 17 Il passo viene consideralO da Seel (1972 559) uno dei piü sentiti passi di Trogo Pompeo. 18 Sulle risorse dei territorio massai iota : Bats 1986; 1992, passim. 19 Vedere infra, sullo scarso valore conferito a tale alimento, almeno in età cJassica e tardo cJassica. Questa oscillazione, 0 meglio polarità, tra positivo e negativo che si evince dalle fonti, evidente soprattutto nel bisogno di sottolineare che la pirateria non è "male", sono eco, a mio parere, di un dibattito piü ampio. 20 Scavi dei Sartiaux, (1914; 1920-21) cui si deve l'unica pianta dei SilO, edita tuttavia solo nel 1976 (Langlotz 1976) ripresa in Ozyigit 1992 ; scavi di E. Akurgal (1976), eseguiti negli anni 1952-1955; si ricava l'impressione di un sito mal conservato, il che spiega verosimilmente la scarsa attenzione degli archeologi. L'attività sistematica è ripresa solo nel 1989 ad opera di O. Ozyigit e U. Serdaroglou, 1990- 1993. la sommità della presunta Acropoli ; ne sono state individuate due fasi, rispettivamente dei secondo quarto e della fine dei VI secolo. Ad età arcaica sono attribuite anche alcune abitazioni ; alla stessa epoca vengono datate le mura, di cui è in corso 10 scavo. L'identificazione dei teatro, sulle pendici occidentali dei Degirmenti Tepe, e di fomaci di ceramica di età imperiale romana 21 alla periferia nord-occidentale dei paese attuale, mostrano l'espansione della città e la sua prolungata vitalità 22, ma non consentono ancora di trarre conclusioni significative sul suo aspetto nel tempo e sulle sue vieende 23. E' dalle fonti, malgrado la loro avarizia, che si possono ricavare maggiori elementi sulla storia della città. A più riprese Erodoto parla della metropoli focea e dei suoi abitanti : città ionica, che tuttavia si distingue per la lingua Cl, 142, 3) 24 ; ha un ruolo leader nella vicenda persiana, ad esempio, attraverso Pythermos, cui gli altri Ioni danno l'incarico di persuadere gli Spartani ail' intervento, e che affida il suceesso della sua missione al mantello di porpora. E' la prima città ad essere assediata da Arpago ; vistisi allora a malpartito, nonostante le splendide mura 25, dopo un inutile tentativo di rifugiarsi presso i Chioti, che li respingono pel' il timore che trasformino le loro isole in un "emporio", i suoi abitanti decidono, con un solenne giuramento, di emigrare, probabilmente perché essendo stati i prirni tra i Greci ad affrontare lunghe navigazioni, servendosi non delle strongylai, ma delle pentecontori 26 non erano spaventati dall'idea di lunghi viaggi ; tuttavia solo una parte mantiene fede al giuramento pronunciato al riguardo, mentre « più della metà dei cittadini toma indietro 27 ... es- 21 Segno della continuità di una tradizione artigianale legata alla produzione della c.d. ceramica grigia focea ; in ogni caso è interessante che Luciano (Lexiph, 9) attribuisca a produzione focea un tipo particolare di coppa. Le fornaci sono impiantate in un'area che in età ellenistica era adibita a necropoli: Ozyigit 1991 ; 1992 ; Mellink 1991 ; sul teatro : Mellink 1992 ; Ozyigit 1993. In generale: Mitchell 1990. 22 1 materiali raccolti, in particolare la ceramica, sembrano provare continuità di occupazione. 23 Forse per questo si è cercato, a partire dagli studi dei Langlotz (1966), di individuare la cullUra focea attraverso i rinvenimenti di materiali (architettonici, plastici, ceramici) e soprattutto attraverso le monete, oltre che nella madre patria, nelle colonie. Vedere, da ultimo: Blasquez 1985 ; Kenfield 1993. 24 Asheri 1988, 348, sottolinea la volontà di Erodoto di evidenziare in tutti i campi, compreso quello linguislico, la disunione degli loni. Un'analisi dei passo erodoteo, in relazione a Velia, in Gigante 1966. 25 Costruite grazie alla generosità di Argantonio, come racconta subito dopo Erodoto (1, 163) ; sul passo : Prontera 1981. 26 Tradizionali (e mercantili) le prime, militari le seconde; la scelta di queste imbarcazioni, atte al trasporto di persone, si giustificherebbe, seconda Wallinga (1993, 66-80), con l'utilizzazione della mano d'opera quale mezzo di scambio : a Tartesso, ad esempio, la prestazione di servizi sarebbe data in cambio di metallo ; accanto a questa motivazione economica l'autore considera valida anche quella della necessità di una scorta efficace contro i concorrenti fenici. 27 Almeno settecento famiglie ne costituirebbero ilnucleo al tempo della ri volta ionica (Gras 1985, 397 ss., con bibliografia). 406 sendo presi dal desiderio e rimpianto della città e delle dimore ('trov li8Èwv) della cha ra » 28. Segue il racconto dell' avventura in Corsica, e delle conseguenti sventurate vicende, di cui tuttavia sono essi stessi responsabili, « avendo infastidito i vicini con razzie », fino alla fondazione di Elea 29. Dall'insieme di queste citazioni sembra esclusa, e non solo esplicitamente, la insufficienza dei territorio come causa dell'andar per mare foceo : al contrario, la popolazione sembra divisa in due gruppi : i contadini e/o proprietari terrieri, yale a dire quanti rifiutano di partire nonostante i pericoli che li minacciano, e tomano indietro per amore delle case in campagna; i marinai/mercanti, che niente spaventa, 0 perché nobilmente pronti a sacrificare tutto per la libertà, 0 perché vedono in pericolo i loro affari e che finiscono almeno in parte per rovinarsi, 0 seconda i desideri, a fondare nuove e prospere città. Erodoto non spiega per quale ragione Arpago abbia scelto Focea come prima città da conquistare : le risposte possono essere molteplici, e non necessariamente autoescludentisi ; in primo luogo potrebbe trattarsi di un'azione punitiva e dimostrativa per il ruolo attivo di opposizione svolto ; ma non estranea potrebbe essere la ricchezza della città, che, non esplicitata, tuttavia Erodoto lascia intuire dal riferimento al manto purpureo di Pythermos 30 : desiderio di impadronirsi di tesori accumulati, 0 di mettere le mani sulle fonti di queste ricchezze ? In questo casa difficilmente puà trattarsi del predominio sul mare, estraneo all'organizzazione persiana, quanto dell'appropriazione delle risorse che il territorio fomiva alla città 31. Ipotesi, questa, che potrebbe essere suffragata dalla presenza delle tombe monumentali nel territorio stesso, la cui struttura, riportabile, almeno nel casa di Ta~ Kulé, a modelli persiani, è stata spiegata come strumento per sottolineare visivamente il controllo politico della chara focea 32. Raffaella PIERüBüN-BENülT Le fonti relative alla storia successiva ne mostrano una decorosa sopravvivenza, attraverso gli avvenimenti comuni a tutte le città ioniche, sino alla conquista romana 33. Sembra interessante notare in particolare che il tributo versato alla lega delio-attica, oscillante tra due e tre talenti, ne fa comunque una città prospera (ATL 1950,28,54,242,273). La città conosce problemi interni (Arist. Oecan. 2, 15, 1348b) all' epoca di Mausolo, con 10 scontro di due fazioni, purtroppo non identificabili 34. Al momento della sistemazione dell' Asia i Focei ricevono da Roma il riconoscimento dell'autonomia con il ripristino della patria costituzione (1to:tpWV 1toÀ.heu/la) e la restituzione dei territorio ("tllv xwpav, ~v Kal1tpo"tepov dxov) (Pol., 21, 45, 7 ; Liv., 38, 39, 12). Nessun accenno alla flotta, che apparentemente non ha più svolto un ruolo significativo, dopo la conquista persiana 35. Complessivamente tarde sono le testimonianze sulla fondazione della città, in cui è possibile distinguere, all'intemo di una più generale unitarietà, due "filoni". Uno, più diffuso, considera la città "ionica" sin dalla sua fondazione 36; l'altro invece considera la "ionicizzazione" un evento successivo alla originale fondazione ad opera di fuoriusciti focei, sia pure sotto il comando di Ioni, necessari per l'ingresso nella lega ionica, di cui la città non sembra far parte dalle origini 37. Quest'ultima tradizione, conservata più dettagliatamente da Nicolao di Damasco (FGrHist 90 F51), risalirebbe al "De Phocaide" poema epico, la cui composizione non disterebbe troppo dagli avvenimenti narrati 38. Del modo in cui i coloni ottengono l'autorizzazione 33 L'area è stata abitata con continuità fino al 1300, quando i Genovesi, insediatisi nella zona in particolare per l'approvvigionamento e il commercio dell'allume fondarono, a poca distanza dall'antica Focea, l'attuale sito di Yeni Foça; entrambi i siti furono occupati dagli Ottomani, tra 1455 e 1458. 34 Sulla cronologia dell'episodio: Cracco Ruggini 1967,25-26. 28 Su differenti proposte : Gigante 1966,304; Asheri 1988, 185. Di campi, case e templi parla Orazio (Ep. 16, 25 ss.), che sembra derivare da questo passo erodoteo. JI termine usato da Erodoto non sembra generico, cosa avvalorata dalla giustapposizione con città. 29 Sulla presenza focea in Corsica, nel tempo: Gras 1985, 399 ss. ; sul soggiomo a Reggio e le sue possibili conseguenze "culturali", vedere da ultimo Kenfield 1993. 30 Sembra interessante sotlolineare che la porpora focea doveva essere comunque celebre, se Ovidio la cita a proposito di Aracne (Mel. 6, 9) ; episodia in cui si potrebbe leggere anche 10 stretto rapporto Focea/Lidia. AI lusso, più che aJia ricchezza dei Focei pua ispirarsi anche la citazione, in Ateneo (6, 257b), di un ventaglio foceo. 31 Per esempio l'allume, seconda l'ipotesi avanzata da Ebner (1966) e successivamente ripresa da Nenci (1982). Sembra interessante, a questo proposito, l'insistenza delle fonti sulla vicinanza della città all'Hermos, e sul confluirvi dei lidio Pactolo. Ugualmente interessante la precoce adozione della monetazione di eleltro, ulteriore prova di rapporti abbastanza stretti con i Lidi ; al riguardo Bodenstedt 1981. 32 Tomba di un aristocratico persiano costruita alla fine dei VI 0 gli inizi dei V secolo a. c., seconda il recente studio di N. Cabill (1988). 35 Tuttavia la città è presente con tre triremi ed è foceo il comandante della flotta ionica a Lade (Hdt. 6, 8) ; sulla perizia di Dioniso foceo : Cozzoli 1978. Tucidide considera Focea una talassocrazia (l, 13, 6), ma ne parla al passato. Nelle intricate vicende degli inizi dei II secolo il sua porto svolge un certo ruolo, ma non sembra che nelle vicende siano coinvolte sue navi (per le fonti vedere Keil 1941) ; un possibile rifomimento di navi ad Aristonico è ipotizzato, sia pure dubbiosamente, da Magie, 1950, 148. 36 IOllica seconda Strabone (14, l, 1-3 =C632-633); Pausania (7, 3,10; 9, 2, 3), che sembra mescolare più tradizioni, fa arrivare i Focesi sotto la guida di due Ateniesi (è comunque interessante che i nomi dei fondatori siano sempre diversi) ; i coloni hanno la terra pacificamente dai Cumei, poi sono costretti ad accettare re codridi da Teos e Eritre per essere ammessi a far parte della lega ionica ; sui due re e la loro origine, vedere Roebuck 1961, 496,500 ss. ; sulla tradizione più in generale: Sakellariou 1958; 1977. 37 Sulla lega ionica, e soprattutto la sua composizione e la tradizione relativa, vedere, da ultimo, Ragone 1986 ; sul rapporto geo-politico tra Ionia ed Eolide : Ragone 1994. 38 Allen 1912; Cassola 1952; 1957, 104-106, seconda cui i toni dei racconto sarebbero tipi ci dell'epica. Significativa dell'antichità della tradizione è, secondo Cassola, la scelta di Thorikos come porto, vista la sua scarsa importanza in età successiva. Oltre che i frammenti sulla fondazione risalirebbe al poema anche l'etimologia rifluita in Stefano. Sulla datazione al VII secolo, vedere ora Ragone 1994. 407 Focea e il mare a insediarsi va sottolineata la particolarità 39, e soprattutto, il fatto che viene lorD concessa terra in quantità sufficiente, una xwpa ainapXTl. Anche se il passo è ambiguo 40, non puà essere ignorato come prova della "normalità" della struttura cittadina di Focea, il cui territorio, deI resto, non sembra limitarsi aile aree immediatamente confinanti con la città : in questo senso va considerata infatti la possibile esistenza di una "dependance" focea a Leukai, a circa 15 chilometri a nord della città 41. Allo stesso modo non banale potrebbe esser la specificazione, tanto in Polibio (21, 45, 7) che in Livio (38, 39, 12), sulla restituzione ai Focei non dei territorio "tout court", ma di quello "che avevano prima". Si puà quindi concludere che se indubbiamente la maggiore prosperità della città si lega aile sue attività marinare - e tra queste la pesca, con buona pace di Pompeo TrogoGiustino, non sembra preminente, a mena che non si voglia identificarvi la raccolta dei murici - queste non sono tuttavia esclusive ; soprattutto sembra legittimo escludere che la spinta alla colonizzazione si leghi esclusivamente e in modo cogente alla stenacharia. Più verosimile sembra il collegamento con le vicende politiche della regione ; rispetto al momento dell'arrivo dei coloni la situazione generaie è cambiata, tanto nei rapporti con gli altri Greci 42, quanto con la crescita dei regno lidio, che potrebbe avere costituito una spinta all'attività commerciale, e successivamente con l'arrivo dei Persiani, che questa attività commerciale viceversa avrebbero messo in crisi 43. 39 Né totaJmente pacifico, né dei tutto aggressivo, visto che i coloni ricevono la terra in cambio dell'aiuto dato al fratello dei Re ; fondato comunque sul tradimento, anche se parziale, e in ogni caso destinato all'eliminazione di un "cattivo" ... ; 10 spazio rilevante dedicato al ruolo degli abitanli autoctoni sembra rispecchiare quell'attenzione con la quale, in un'epoca e in un luogo non lontani, Mimnermo (fr. 3 Gentili-Prato, in Moggi 1983,982-983, che tuttavia considera gli episodi focei - con l'eccezione di quello raccontato da Nicolao? - come legati alla struttura della colonizzazione focea, secondo quanto affermato da Lepore) evidenzia la brutalità dei fenomeno "colonizzazione". ln questo casa i Focei ne uscirebbero viceversa abbastanza nobilmente, differenziandosi dagli altri colonizzatori. 40 L'espressione pub prestarsi evidentemente a diverse interpretazioni ; sembra comunque indubbio che la specificazione dei "sufficiente" si leghi ad una polemica sul territorio della città. Non sembra casuale infatti, che, con forzatura di segno opposto a quella applicata ai Focei, i Cumei vengano derisi perchè... pur abitando sul mare ... non ne traevano profitto (Strab. 13, 3, 6 = C622) ; su Ile possibili cause economiche di questa tradizione : Ragone 1994. 41 Secondo la lettura di un frammento delle liste dei tributi attici proposta da L. Robert (1977, 138 ; 1989,30, n. 105). 42 Come dimostrerebbe appunto la considerazione straboniana sui Cumei su citata. 43 Allo sconvolgimento causato dall'invasione cimmerica pensa G. Pugliese Carratelli (1966, 161 ss.), pel' l'inizio delle navigazioni focee in Occidente. 44 Massalia : Wackernagel 1930; Elea : Radke 1958; pel' l'analisi dei modello coloniale: Lepore 1970 ; pel' un bilancio archeologico : Morel 1975 ; 1982. Di Lampsaco Strabone (13, l, 12 = C587) sottolinea la qualità dei porto, senza tuttavia alcun collegamento con l'eventuale povertà dei territolio, in questo casa certo più difficile da sostenere ; al riguardo Plut., Them., 29, II. Diodoro (J l, 57, 1) viceversa contrappone la qualità e abbondanza delle viti alla produzione dei cereali. Particolarmente ambigua la situazione di Alalia che apparentemente non sembra porre problemi dal punto di vista dell'estensione e qualità dei territorio (Gras 1985, 403 ss.) ; ciononostante almeno i nuovi coloni si abbandonano ad azioni di pirateria (Hdt. l, 165). Se il loro 1 Focei i tutte le colonie focee di cui ~a tradizi.one ci ha I~scia to il nome, solo a proposito dl Massaha ed Elea SI sottolinea il rapporto forzato con il mare 44 ; già questa considerazione porterebbe pertanto ad escluderne una specificità focea. A differenza di quanto è avvenuto per la madrepatria la conoscenza sia storica che archeologica di queste città si è notevolmente arricchita in questi ultimi anni 45, rivelando la complessità della lorD organizzazione, in particolar modo in campo economico. Nel casa di Marsiglia l'approfondimento delle ricerche sul territorio se da un lato ne conferma ]'esiguità spaziale, dall'altro ne evidenzia la produttività, soprattutto legata, in accordo con le fonti, a viticoltura e oleicoltura. L'analisi diacronica della sua attività commerciale (Bats 1985 ; Morel 1992) ne ridimensiona l'importanza, riconoscendovi le caratteristiche di una attività, sia pure monopolistica, limitata alla sola Gallia 46. Le ricerche su Elea, dopo una prima fase in cui si tendeva a sottolineare la mediocrità dei suo territorio 47, ma soprattutto la difficoltà ad espandersi ail' interno per la presenza di indigeni poco ospitali 48 conoscono oggi un rinnovamento. Recenti prospezioni hanno consentito, da un lato, di ridimensionare la limitatezza delle risorse dei territorio 49 ; dall'altro han no individuato, all'interno della linea di fortificazioni che segna i limiti della cham, una serie di siti che ne provano \0 sfruttamento, sia pure da precisare ulteriormente 50. Né è trascurabile la difficoltà di caratterizzazione di merci e direzioni dei commercio eleate 51. Si puà quindi legittimamente concludere che se pure nessuna delle città focee prese in esame si trova in terre particolarmente fertili, considerare loro unica possibilità effettiva di sopravvivenza il ri corso aile attività marinare appare quanto mena esagerato. D 45 46 47 48 49 50 numero, come ipotizza Gras, è decisamente basso rispetto a quello degli abilanli già installati, cadrebbe, come giustil'icazione pel' la pirateria, ogni legame di necessità ! Su Marsiglia, vedere la recente messa a punto in Bats 1992 ; su Elea : Morel 1982 ; Greco G. 1994, con bibliografia ; sulla Corsica : Gras 1985. Pel' una possibile influenza greca sull'incremento dei consumo dei pesce in Gallia : Arcelin 1985 ; Brien-Poitevin 1992 ; Sternberg 1992. COS! i calcoli demografici di Gras, già citati ; sull'estensione e le caratteristiche dei territorio : Lepore 1966 ; Vallet 1966 ; Greco 1975, che, se da un lato crede al topos, dall'altro riconosce un interesse degli Eleati pel' l'entroterra, legato alla necessità di procurarsi legname pel' le navi. Come sarebbe dimostrato, oltre che dalle fonti (Lepore 1966 ; 1970), dalla fortezza di Moio della Civitella: Greco 1969; 1975; 1983. COS! Greco 1986, 209, riconosce una zona "agraria primaria" nelle piccole pianure retrostanti. Maffettone 1992 ; 1992a dove si sottolinea inoltre come i dati disponibili siano comunque parziali. 51 Su questi problemi, vedere la recente sintesi di J.-P. Morel (1992, 20-23), con bibliografia. 408 Raffaella PIEROBON-BENOlT Gli altri esta ora da chiedersi se esistono altri casi simili e quali ne siano le caratteristiche. In realtà non si tra'tta di un accostamento molto diffuso ; con tanta evidenza e precisione 10 si ritrova infatti, se si escludono i Foeei, solo per altre tre città : a proposito della beotica Anthedon 52, di Egina 53, della città caria di Iasos 54. R Eraclide, vissuto con buona probabilità nel pieno III secola a. c., è presunto autore di un' opera "sulle città della Grecia" 55. Descrivendo la costa della Beozia da Tebe ad Anthedon, si sofferma su quest'ultima città descrivendone nello stesso tempo uomini e ambiente 56. Le immagini che si compongono davanti ai nostri occhi sono contraddittorie: da un lato infatti si ha un paesaggio ricco di vigne e di alberi, con una città - 0 quanto mena la sua agorà - monumentale, in altre parole un quadro di benessere ; dall' altro i suoi poveri abitanti, pescatori consumati dalle intemperie, che richiamano alla mente le tante statuette ellenistiche che li ritraggono accentuandone l' as petto consunto 57 ; miseria e angustia che mal si accordano con quanto descritto immediatamente prima; ancor meno vi si accorda la spiegazione delle cause che li costringono a tale attività, cioè la carenza di grano a causa di una terra definita arida, pur produeendo vino e olio 58. Certamente, come è stato osservato (Snodgrass 1987, 90), una tale descrizione riflette un interesse di natura econOl1Ùca ; tale interesse è tuttavia rivelatore di una teoria precisa : la povertà, resa attraverso il ricorso ai pescatori, sembra dipendere esclusivamente dalla scarsità di grano 59. 52 Her. Cr. FGH I, 23. Eraclide sembra essere, se si prescinde dalle possibili fonti usate dai singoli autori, per nessuna delle quali si dispone di elementi precisi e incontrovertibili, il primo in ordine di tempo a utilizzare l'accostamento povertà dei territorio - mare. 53 Strabo 8, 6, 16 = C376 = FGrHist 70 F176 ; Strabo 8, 6, 16 = C375, attribuito ad Artemidoro 0 Apollodoro (Baladié 1978,234). 54 Strabo 14, 2, 21 = C658 ; non rientra esattamente in questa categoria, secondo Strabone (14, 1,6 = C635), il territorio milesio, comunque guidicato povero (Magie 1950, 73). 55 Nonostante l'attribuzione dei frammento in questione (FHG I, 23) sia avvenuta nel 1831, confusioni avvengono ancora tra E. Cretico, E. Lembo e soprattutto E. Pontico. Su II' autore, la sua cronologia, e la sua formazione : Pfister 1951; Austin 1981,88-91; Snodgrass 1987. 56 Si tratterebbe di uno, se non dell'unico passo antico a dedicare attenzione al paesaggio come risultante di un intervento umano, seconda Snodgrass 1987, 67 ss., ripreso da Purcell J 990. 57 Vedere, da ultimo, Laubscher 1982. 58 Vedere infra. 59 E' interessante notare come 10 stesso rapporto pescaJassenza di grano sia presente in Strabone a proposito di Massalia, dove tuttavia non c'è accenno, almeno COS! esplicito, alla povertà, difficile da attribuire a questa città ; si deve supporre che esista quindi una gerarchia tra le attività marittime di cui la pesca è la più bassa, il grande commercio evidentemente la più alta. Sul valore "sociale" dei pane: Pierobon-Benoit 1994a. L'esposizione di Eraclide, quindi, dietro la sua apparente 10gica è, inveee, quanto mena ambigua : in ogni caso, se gli abitanti si consumano con la pesca non è solo per avere cibo, quanto per procurarsi tutte quelle altre cose indispensabili ad una vita civile, quale un'agorà ombrosa ; in secondo luogo c'è una certa confusione tra un livello di produzione e consumo locali, cui sembrerebbero doversi riferire il grano e il pesee e uno neeessariamente destinato all'esportazione, cui sarebbero legati la porpora, e forse il vino 60. La contraddizione più forte, anche se imputabile ad una trasformazione dei paesaggio, che sarebbe tuttavia da verificare, è il fatto che tutti i viaggiatori modemi si sono trovati davanti ad un regione fertile, coltivata a grano e cereali 61. Viene spontaneo chiedersi se l'autore abbia mai visto i luoghi che descrive 62, 0 se, partendo da qualche dato effettivamente rinvenuto nelle sue fonti non applichi un modello interpretativo precostituito, secondo il quale il consumo deI pesee, in quanto povero surrogato di alimenti nobili, consumato per la semplice sopravvivenza, e la pratica della pesca, in quanto risorsa estrema di una città, devono trovare una giustificazione 63. Sebbene Anthedon sia citata da numerosi altri autori, nessuno fornisce indicazioni su questo tema ; è abbastanza interessante oltre che problematico, che 10 stesso Strabone 10 ignori ; il Geografo si limita, seconda un sistema frequentemente applicato, ad aceennare alla posizione della città, al confine della Beozia, ripetendo in questo casa quanto si dice nel Cata/aga delle Navi, insistendo in particolare sulla presenza dei porto. Conclude la sua descrizione la citazione, peraltro estremamente sommaria, dei mito di Glauco che qui, si diee, si sarebbe trasformato in mostro marino, con capacità oracolari e divenuto, a causa della sua trasformazione, divinità protettriee dei pescatori 64. Altro casa "non foceo" è quello di Iasos ; Strabone (14, 2, 21) parla da un lato della povertà dei territorio, dall' altro racconta dell'importanza della pesca per gli abitanti della città (Benoit 1993). Il rapporto tra causa ed effetto viene lasciato alla deduzione dei lettore, ma è una deduzione dei 60 Anche se un mescolamento è ovviamente possibile (Purcell 1990). Ambigua, a questo proposito, è la documentazione relativa al porto, da cui queste merci sarebbero dovute partire : ottimo seconda alcuni studiosi (Roesch 1976, con bibliografia), che vi identificherebbero quello omerico (Il. 2.508), viceversa non adatto a grandi imbarcazioni, e in ogni caso non sistemato in maniera adeguata prima della tarda antichità, seconda quanto permettono di ricostruire i dati archeologici (Schlager 1968 ; Fossey 1988,252). Negativa sembra comunque la vaJutazione dei vi no locale, stando a Plutarco (Quaest. gr. 19 =Mor. 295d). 61 D'altra parte se Silla la fa distruggere (Plut., Syll. 26, 6-9), probabilmente è proprio per impedire a Mitridate di trame vantaggio. 62 Cio sarebbe abbastanza probabile per l'Attica e la Beozia, seconda P. Wallace (1979, 168-172). 63 Sul valore nutrizionale dei pesce, vedere infra. 64 Sul mito, di cui esistono numerose versioni, da Pindaro ed Eschilo, a Ovidio, Lex. Myth. 1886-/890, S.v. ; vedere infra. 409 Focea e il mare tutto ovvia, come dei resta si è osservato anche nella descrizione eraclidea di Anthedon. Nel casa della cittadina caria manca tuttavia ogni accenno ad altre possibili fonti di sussistenza. Altre testimonianze testuali, alquanto disparate, non forniscono elementi utili per questo problema e danno in ogni casa un'immagine contraddittoria delle condizioni della città 65. E' comunque da sottolineare che, come nel casa deI centro beotico, il paesaggio attuale non sembra corrispondere a questo quadro di ristrettezza e/o sterilità della chom : dei resta anche la situazione antica non appare poi tanto disastrosa ad una indagine ravvicinata : il territorio intorno alla città, certo non enorme, presenta tuttavia abbondanza di superfici coltivabili, aumentate con il ricorso a terrazzamenti, di cui tracce sono an cora visibili. Numerose strutture abitative, in alcuni casi identificabili come fattorie, confermano che il territorio era parte integrante della città 66, anche se cià non esclude che nella vita della comunità avessero un moto significativo pure le attività marittime : interessante a questo proposito la documentazione epigrafica, che ha fornito interessanti dati sull'esistenza di "barcaioli", peraltro di condizioni disagiate, e soprattutto sulle attività mercantili della città, il cui commercio, apparentemente nelle mani di negotiatores ital ici e dei loro discendenti 67, appare composto prevaJentemente di vino e olio. Cià crea una interessante corrispondenza con quanto si è visto per Anthedon : come nella cittadina beotica anche qui la caratterizzazione della povertà deI territorio sembra derivare dalla presenza di pescatori e barcaioli, cioè di genti dipendenti dal mare, e dalla contemporanea "specializzazione" delle culture, che esclude in ogni casa la produzione di grano. La difficoltà di compiere affidabili ricostruzioni demografiche 68, e la contemporanea ignoranza della reale dieta quotidiana non consentono di tranciare sulla questione dell'effettivo contributo deI telTitorio alla sussistenza della comunità : è evidente comunque che ci si trova di fronte ad una comunità a econornia rnista, secondo un modello che almeno in età ellenistica doveva essere generalmente diffuso. UguaJmente evidente èche l'affermazione straboniana risulta una esagerazione della possibile realtà ; colpisce in particolare il tono dei racconto, che connota negativamente pesce e pesca. 65 ln panicolare Tucidide (8, 28, 3) e Polibio (16, 12) ; pel' una discussione complessiva : Benoit 1993. 66 Ricognizioni in corso dal 1988 ne dimoslrano chiaramente l'occupazione e 10 sfruttamento ; al riguardo vedere Benoit 1993, e più in generale i diversi conlributi nello stesso volume. Un casa un po' diverso è costituito da Egina : le osservazioni specifiche sono infatti più scarne ma sono inserite in un quadro generale che si potrebbe definire tecnico, di particolare interesse. La descrizione di Strabone (8, 6, 16 = C376) comincia con il ricordo della celebrità dell'isola 69, in quanto patria di Eaco e dei suoi discendenti, in quanto "un tempo" padrona dei mari e per aver conteso ad Atene il primato per il valore dimostrato durante la battaglia di Salamina 70. Segue una generale descrizione topografica, che si conclude con l'osservazione sulle caratteristiche deI suolo : « la terra grassa si trova in profondità ; in superficie il suolo è roccioso, soprattutto in pianura ; c'è quindi scarsa vegetazione, ad eccezione dell'orzo. (ed infatti), G1i Egineti si sono chiamati anche Mirmidoni non perché, secondo la leggenda, Eaco avrebbe ottenuto che le formiche dell'isola fossero tramutate in uomini, ma perché, come le formiche, scavavano cunicoli nel suolo e riportavano in superficie la terra con cui ricoprivano la roccia, rendendola coltivabile 71 ; per non dover fare mattoni, abitavano nei cunicoli ». Dopo una breve digressione sull'altro nome di Egina 72 racconta, in modo sintetico e piuttosto anonimo le vicende successive dell' isola e dei suo popolamento, fino all'espulsione degli abitanti ad opera degli Ateniesi e al loro rientro grazie ai Lacedemoni. Con un salto all'indietro Strabone fa poi un breve accenno alle colonie eginetiche 73 ; ri porta quindi come, seconda Eforo, Fidone avrebbe coniato le prime monete d'argento ad Egina e conclude dicendo che « l'isola infatti era diventata un grande emporio giacché gli abitanti a causa della povertà dei suolo navigavano per commerciare (8aÀaaaoupyÉw), da cui deriva che veniva chiamato articolo di Egina tutta la piccola mercanzia ». Mancano in questa lunga descrizione, le allusioni ad altre attività marittime 74, e mancano soprattutto i riferimenti a grano e vino che caratterizzano gli altri casi citati 75 : a questa genericità si contrappone la maggior acutezza dell'analisi per COSI dire geo-morfologica dell'isola e di quelli che si potrebbero definire i primi interventi di bonifica deI territorio, a dispetto della loro scarsa praticità : è evidente che qui Strabone unisce fonti diverse tra loro, senza che sia possibile tuttavia risalirne ail' origine 76. 71 Sulle tradizioni al riguardo Zunker 1988 ; la crilica straboniana deriva da Teogene (FGrHist 300 FI), storico autore di ·'eginelikà". 72 üinone, poi trasformalO quando Zeus vi porto Egina, che vi diede alla luce i figli (Zunker 1988). 67 Suli'iscrizione di Patells, Pugliese Carratelli 1993. Per una disamina complessiva vedere, da ultimo, Pierobon-Benoit 1994b. 73 Bakhuizen 1990, 55, in cui si sottolinea soprattutto il ruolo di lrasportatori, piuttoslO che di colonizzalOri degli Egineti. 68 Si vedano ad esempio gli slUdi di E. Ruschenbusch citati in Benoit 1993. 74 Anche se in realtà 8aÀacrcroupyÈw significa pure pescare. 69 Sulle fonti supra, n. 53 : vedi inollre sulla sua slOria i numerosi studi di Th. Figueira. 75 Come si è messo in evidenza questi presentano infatti, sia pure con sfumature dovute alla diversità degli aUlori e forse, della stato frammentario della documentazione, una soslanziale uniformità. 70 Strabone sintelizza, evitandola, la polemica di cui l'eco è in ErodolO (6,49 ss. ; 85 ss. ; 8, 64 ; 83-84 ; 91-92 ; vedere Figueira 1985. 76 Baladié 1978, evidenzia la molteplicità delle fonti usate qui dali'autore. 410 Su un punto è forse possibile insistere, riportando al geografo in persona la forrnulazione della frase "topica". Il passo viene attribuito infatti comunemente ad Eforo, citato, come si è detto, immediatamente prima 77 ; poiché perà le considerazioni sul suolo po vero utilizzate per spiegare l'origine eginetica della moneta d'argento sembrano "appiccicate", secondo quella che possiamo considerare una convinzione in lui radicata, e soprattutto il lessico usato è identico a quello che ricorre per la descrizione di Iasos, 0 EJea 78, sembra legittimo ipotizzare che almeno la formulazione ultima, proprio per il suo carattere quasi forrnulare spetti a Strabone, 0 alla sua fonte intermedia. Quanto alla realtà della motivazione, puà ripetersi grosso modo quanto è stato detto per le altre città : per quanto l'isola non si possa definire come particolarmente fertile 0 adatta ail' agricoltura, tuttavia, a giudicare dalla situazione attuale, doveva essere possibile per i suoi abitanti sopravvivere ; sarebbe quindi la rieerca dei "di più" a spingerli sul mare, e non il bisogno. A differenza degli altri siti, nel casa di Egina non si dispone tuttavia di una analisi, tanto mena dettagliata, dei territorio, e poco conosciuta archeologicamente è anche la città, tutta l'attenzione essendo stata dedicata alla studio dei grande tempio e delle sue sculture 79, testimonianza, se neeessario, delle ricchezze accumulate con i commerci. Ricca è vieeversa la documentazione letteraria 80, che, sia pur in modo estremamente sommario analizzata, puà fornire utili indicazioni sul problema in discussione. Il dato che nella tradizione più antica ha grande risalto è il ruolo dell'attività marittima, soprattutto l'abilità e la perizia nella navigazione che costituiscono motivo di orgoglio e di elogio per gli Egineti : in particolare significativo sembra il fatto che Pindaro, per eelebrare i nobili isolani destinatari delle sue composizioni, seelga il mare e la valentia marinara come tema elogiati vo principale 81. Né puà essere un casa che la divinità venerata nel grande tempio debba la propria salvezza al mare 82. Anche Erodoto sottolinea, come si è visto, la perizia navale militare degli Egineti, e ne ricorda anche l'abilità marinara in generale, senza giustificarla con spiegazioni di necessità, seconda quanto si è già osservato a proposito di Focea. 77 Cos) Jacoby (commenlo a 70, FI76), che non crede all'uso di Teogene ; Baladié 1978; seconda quest'ultimo fonle intermedia è Apollodoro ; Bakhuizen 1990. 78 In nessuno di quesli due casi si è ipolizzalo all'origine Eforo : Foraboschi 1988, 179 ; Maddoli 1988, 12 ; MUSli 1988,49. 79 Walter 1993; sui fronloni, Ohly 1981. 80 Hirschfeld 1893; per una discussione recente, Figueira 1977. 8/ Gzella 1981 ; Yilatte (1991, 213-215) vede, nell'elogio dell'isola da parte dei poeta, l'adesione al modello POlilico oligarchico, in contrapposizione a quello ateniese, dove mare = democrazia. 82 Aphaia, considerata da Pausania (2, 30, 3) identica a Britomartis e Dictynna, giunge nell'isola dopo essere sfuggita aile sgradite attenzioni di Minosse, gettandosi nelle reti dei pescatori ; vedere infra. Raffaella PIEROBON-BE OIT Lapesca en nota e ben studiata è l' ambiguità e la trasformazione nel tempo, secondo f1ussi e riflussi, che caratterizza ogni forma di attività mercantile, tanto per i Greci che per i Romani. Il giudizio prevalente sul commercio è comunque global mente negativo 83, oltre che per le moralistiche considerazioni sul lucro, per il suo svolgersi essenzialmente per mare 84. La sua valenza negativa sembra comunque caratterizzare il topos in discussione, visto che è per costrizione, per forza maggiore, che ci si dedica a questa attività 85. B Evidente è anche la negatività dei pescatori, della pesca, e persino dei suo oggetto, cioè il pesee, COS! come appare nella tradizione straboniana su Iasos. Un esame sia pure rapido della tradizione letteraria dimostra che !'opinione di Strabone ha un solido e antico retroterra ideologico. I pescatori, seguiti solo, tra i cittadini, da quanti non hanno neppure un mestiere, sono ail' ultimo grado della scala sociale. E' in particolare Aristotele a dare precise definizioni al riguardo (Pol., 4, 1291 b), ma il suo giudizio è ampiamente condiviso, ad esempio da Platone (Leg. 823d) 86. Né si tratta solo di considerazioni teoriche : Demostene, ad esempio, svilisce Cleofonte, che già in quanto originario di Phaselis si presentava male 87, perché figlio di 83 1 marinai sono di basso livello sociale e han no comunque pessima fama tanto in Platone che in Aristotele, segno dei valore politico che la categoria rappresentava. Sulla considerazione della navigazione e dei marinai nel tempo: Luccioni 1959 ; Bourriot 1972 ; Janni 1993. 84 ln particolare, per l'età arcaica : Bravo 1977, Mele 1979, Cartledge 1983 ; per Roma: Giardina 1989. Esempi emblematici possono essere la negatività dei Fenici, mercanti per eccellenza, 0 la teoria autarchica di Aristotele che vede nei commerci pericolo di conuzione, 0 le leggi platoniche che imporrebbero di ricevere i mercanti fuori città (Leg. 12.952-953a) fino aile ambigue affermazioni di Catone che critica e Ioda, nello stesso tempo, il grande commercio (Cato De Agr., praef.) ; vedere Meijer 1992. 85 0, ancor peggio, alla pirateria, che, come si è detto, viene comunque giustificata (vedere supra n. 19). Interessante è il modo in cui Plutarco (So/. 2, 1) presenta l'attività mercantile di Solone« costretto dalla necessità, ma secondo aicuni invece spinto dal desiderio di conoscere » ; proprio per questo motivo, con una distorsione piuttosto evidente, l'autore continua (2, 6), dicendo che in età arcaica la mercatura era stimata ; come esempio viene citato il foceo Proti, fondatore della grande città di Marsiglia grazie alla sua amicizia con i Celti dei Rodano. Accanto a questi aspetti positivi, lultavia, i lati "negativi" della sua personalità "il ragionare dei piaceri in modo grosso lano ... ") gli sarebbero derivati proprio dall'esercizo della mercalUra. Evidentemente Plutarco qui segue fonti diverse; sul problema : Nenci 1958 ; Manfredini 1977. 86 Che si trattasse di un'idea saldamente radicata nella mentaJità comune è infine provato da una serie di epigrammi attribuiti a Leonida (AP 6, 11-16 ; 179-187), che ricordano l'offerta a Pan di una rete, da parte di tre umili fratelli, di cui il più misero è appunto un pescalOre (Longo 1986-87). 87 1 Faseliti, seconda il mito sulla fondazione della città, offrivano in sacrificio pesce secco, da cui l'espressione "sacrificio faselitano" per indicare un'offerta modesta. Gli abitanti della città erano considerati tra i Greci più disonesti nel commercio marittimo. Yedere Bean 1968. Focea e il mare una pescivendola (35, 1). Parlante è poi il nome degli ElIopiei, popolazione considerata barbara, asservita agli lstiei : l'etnico infatti è sinonimo di "pescatore", e anche di "squamoso e muto come un pesce" 88. Del resta è proprio l'alimentazione a base di pesee a caratterizzare le popolazioni primitive, da Erodoto 89 a Strabone, che dedica lunghe descrizioni alla popolazione primitiva e barbara per eccellenza, gli Ittiofagi. Sono COSl definiti e individuati da Poseidonio quei popoli, di aspetto sgradevole, che vivono nelle regioni subtropicali (Strabo, 2, 2, 3 = C96) caratterizzati da aspetto sgradevole. el loro paese non c'è acqua, se non di cistema, né cibo frutto di coltivazione 90 : non hanno che pesci a disposizione... tanto che persino il loro pane è di farina di pesee (Strabo, 15, 2, 2 = CnO) Anche se la descrizione 91, che risale in questo casa a earco, sembra dettata da curiosità piuttosto che da volontà dispregiativa, è evidente che gli Ittiofagi, che conducono, ovviamente, anche vita nomade, assommano tutti gli elementi tipici della barbarie, tra cui il mangiar pesee sembra quello maggiormente caratterizzante (Longo 1987). Il cibo, generalmente inteso, occupa un posto di primo piano nella riflessione teorica e nella prassi sociale degli antichi, come dimostra, ad esempio, la pratica complessa deI banchetto, attraverso tutte le sue trasformazioni, dall'arcaismo all'età imperiale 0 la constatazione che atteggiamento "trufaico" per eccellenza è quello legato al cibo 92 ; non è un caso, per limitarsi all'esempio più eelebre, che per indicare la grossolanità 0 addirittura la volgarità di determinati personaggi si ricorra alla descrizione di pasti pantagruelici 93 0 che il ripristino di sani principi coincida con la loro semplicità e frugalità 94. All'intemo di questo solo apparentemente antitetico atteggiamento, esiste comunque, per quanto è possibile giudicare dalle fonti, una consapevolezza cornu ne : il cibo, e i modi della sua acquisizione, costituiscono elemento di aggregazione politica 95, e diventano, come si è visto, segno di discriminazione e/o 88 Hesych., s.v. ; El. Mag., s.v. ; vedere Asheri 1975. 89 (1, 200 ; 202 ; 2, 92, 5 ; 3.98.3). Erodoto conosce IUllavia anche Illiofagi civilizzati : egli racconta, infalli, che Cambise. decisa la spedizione etiopica. mandô a chiamare gli Ittiofagi di Elefantina, perché fungessero da interpreti (3.19.1). 90 Osservazione che coincide con la definizione di terrilOrio sterile in quanto pri vo di grano ! 91 Che ricorre analoga in Strab. 16.4.4 = C769; vedere inoltre 16.4.13 = C773. 92 La centralità dei cibo come elemento sociale è dimoslrata, ad esempio, dal fiorire dei genere lellerario dei symposia. Ugualmente significativo J'alleggiamento di segno opposto, che tende a negare la centralità dei cibo, 0 ne sLigmaLizza gli abusi ; vedere pel' la Grecia, enci 1989 ; Schmill-Pantel 1992 ; pel' Roma, Deonna 1961 ; André 1981. 93 Capolavoro dei genere la petroniana descrizione della cena di TrimaJcione. 94 Pel' una rapida informazione : Pucci 1989. 95 eU'ampio spazio che Aristotele dedica a questo argomento, il cibo 0 meglio la necessità della sua acquisizione sono alla base della sviluppo della città (Pol. 1, 1256a-b). 96 Da Erodoto in poi (supra) gli stessi Greci potevano essere carallerizzati in base al lol'O alleggiamento verso il cibo: Sparkes 1962. 411 distinzione etnica 96 tra comunità diverse, e sociale all'interno di una stessa comunità 97. In questo casa fondamentale segno di distinzione è la quantità da un lato, la qualità dall'altro : esiste infatti una precisa gerarchia degli alimenti, che si modifica seconda le epoche e le ideologie 98 : dalle numerose testimonianze letterarie a noi giunte, a partire dai poemi omerici, si evinee che nella dieta il pane è l'alimento principe, seguito variamente dalla carne 0 dai vegetali, a seconda che prevalga 0 mena un regime vegetariano ; va sottolineato comunque come in tutte le elencazioni di cibi il pesce non compaia mai, 0 sia solo tollerato, in situazioni comunque di emergenza 99. Tipica espressione della considerazione negativa deI pesce come cibo è il fatto che è proprio questo alimento a assumere il ruolo dell' eroe nella letteratura "ironico-didascalica" /00. Tra le più antiche e note descrizioni di cene pantagrueliche è quella attribuita da Ateneo a Matrone (4, I34d-137c): il pasto, descritto in versi omerici, è a base essenzialmente di pesee. L'interpretazione che ne viene data comunemente (Gallo 1987) riconosee un valore gastronomico ai prodotti deI mare, cosa che contrasta, pero, con]' intento comico della composizione : al contrario attribuire un ruolo dominante a questa pietanza è elemento di comicità proprio per il suo abituale scarso valore e la sua modestia! Un altro elemento emerge con chiarezza dalla lettura in qualche casa degli stessi autori, e soprattutto dall'analisi della documentazione archeologica : come nel casa della definizione della stenochoria deI territorio, che non sembra corrispondere ai nos tri canoni interpretati vi, COSl queste puntigliose descrizioni alimentari non sembrano corrispondere alla realtà dei pasti, comuni e non, sia che si tratti di ricchi, sia che si tratti di poveri : pasti la cui composizione è in ogni casa più variegata di quanto teorizzato, al di là di differenze geografiche, culturali, cronologiche. 97 Che fa della fame elemento di discriminazione sociale (Bertelli 1989 ; Nenci 1989). Ancora oggi, in ambienti contadini è considerato segno di buona educazione lasciare quaJcosa nel piallo, prova dei radicamento della concezione 1 98 Se J'eroe omerico si distingue pel' la ricchezza dei suoi pasti e il consumo di carne (Roussel 1990), e pel' Esiodo il pasto ideale è a base di quel che offre la natura, Platone viceversa allribuisce una connotazione di primitivismo a questa dieta vegetariana, giustamente superata dalla dieta mista, arricchita con la carne. E sia pure con costruzione teorica totalmente distinta un'analoga composizione rivela la dieta aristotelica. Una vera e propria teorizzazione della successione cronologica degli alimenti, destinata a fare scuola, negli seri IIi dell'allievo Dicearco : al posto d'onore il pane, seguito apparentemente da vegetali, e solo in misura minore da carne (Cambiano 1989 ; Guidorizzi 1989). 99 Come nel caso dei compagni di Ulisse (Detienne 1979, 242-243). Il pasto a base di pesce è un pasto povero, seconda Ateneo (7, 307-308). 100 Sulla definizione dei genere, Degani 1982; sulla lellerarura gastronomica greca e i suoi rapporti con l'alimentazione, Glover 1943 ; Gallo 1987; pel' il mondo romano, Shero 1929 ; Corcoran 1964 ; in generale, Traina 1989. 412 Raffaella PlEROBON-BE OIT E' ormai provato infatti che il pesce ed i molluschi hanno fatto parte dell'alimentazione umana fin da epoche remotissime, e non solo, come sembrerebbe più ovvio, nei paesi di mare. Per quanto riguarda il mondo greco, con maggiore 0 minore fortuna, il pesee è sempre stato presente sulle tavole dei ricchi - pesci prelibati, per 10 più molluschi - e poveri - pesciolini di scarso valore - almeno seconda quanto permettono di ricostruire le tracee archeologiche deI loro consumo JOJ. Del resto, sebbene il pesee non costituisca cibo da eroe J02, la letteratura epica mostra a più riprese che la pratica della pesca non era ignota, sia che si trattasse di usare la lenza, le reti, gli arpioni, 0 addirittura la pratica subacquea J03, rivelando una tradizione che perdura, radicandosi sem pre più profondamente, per tutto l'arco della storia greca J04. Pesca, pescatori, pesci, occupano ampio spazio nella commedia, anche qui con connotazioni e interpretazioni estremamente varie, SI che la critica moderna puo sostenere contemporaneamente che il consumo deI pesce era tipi co dei poveracci, 0 viceversa segno di 'tpuqJll. A differenza di quanto avviene nella considerazione sociale deI commercio e della navigazione, l'atteggiamento romano in campo alimentare è decisamente positivo : basti per tutto citare la storia di Sergio Orata e Licinio Murena, debitori deI soprannome alla passione per il pesce (Varro, R.R. 3, 3, 10 ; Plin. Nat. 9, 79-80), 0 la storia dei vivai qua1e è ricordata da Col umella (8, 16) e dalla stesso Plinio (32, 10) J08. on sembrano esserci dubbi, in ogni caso, sull'alto consumo di pesce a Roma e sulla diffusione, anche nelle provinee, come cibo raffinato, deI garum e dei suoi equivalenti J09. Cio porta a concludere, dato il ruolo negativo che la pesca vi gioca, che l'ambiente in cui è nata l'associazione stenochoria/mare/pesca è sicuramente greco. La stessa contraddittorietà si esprime in Platone e soprattutto in Aristotele : se da un lato il pescatore, che pure è 10 strumento indispensabile per procurare cibo economico Jas, occupa un posto decisamente basso nella scala sociale perché pratica un mestiere per la sopravvivenza, e per di più legato al mare; dall'altro l' interesse per il mare, e più specificamente per l'ittiologia, si manifesta nelle opere dedicate a tale soggetto, di cui buona parte è dedicata all'uso alimentare deI pesce J06. onostante ne sia evidente, dall'insieme di queste testimonianze, l'ambiva1enza, si puo comunque concludere che, nella mentalità greca, il pesee rimane, al di là deI suo reale consumo, ideologicamente sinonimo di povertà, 0, meglio di meschinità J07. S /0/ ln Grecia rinvenimenti di lische e conchiglie sono attestati in più luoghi (Buchholz 1973) ; una interruzione delle attività pescatorie sarebbe dimostrata, seconda questi stlldiosi, dalla scomparsa. in età geometrica, di ami, vieeversa ampiamente presenti prima e dopo ; cio corrisponderebbe al silenzio di Omero, e potrebbe rispecchiare in una società legata al mare, quale quella minoico-mieenea, l'arrivo di genti continentali : il problema, di grande interesse, esula tuttavia daJ tema in discussione. Da considerare anche 10 spazio crescente che il mare, i suoi abitanti, e tutti quelli che vi lavorano hanno nell'arte, dalla celebre seena di naufragio della coppa di Nestore, aile già citate statuette di pescatori, ai Illosaici nilotici, che associano al gusto dell'esotislllo la curiosità scientifica. /02 Elllblelllatica è la dieta di Achille (Roussel 1990) ; unica eccezione il citato casa dei compagni di Ulisse. /03 Lafaye 1907, n. 6-9; Blichholz 1973. /04 Non è possibile in questa sede l'esame dettagliato della produzione speciaIistica greca e romana, sconfinata, la cui lettura critica richiede ben altre competenze ; preme tuttavia mettere in risalto, come dei resta è stato notato (n. 1DO) che pur attraverso generi diversissimi tra di loro quali la commedia o i trattati filosofici si ritrovino linee interpretative tenaeemente ricorrenti. /05 Allo stato attuale delle conoscenze sembra estremamente difficile stabilire quale fosse la reale incidenza dei consumo dei pesee nell'alimentazionc quotidiana, tanto più che abbastanza generiche appaiono le ricostruzioni della dieta in generale ; in particolare per quanto rigllarda il rapporto pereentuale dell'uso dei diversi alimenti, primo fra tutti la came; su questi temi si veda Conclusioni embra quindi non potersi escludere che il rapporto di causalità tra povertà e/o scarsità di territorio - mare sia topico ; tuttavia non nasee in riferimento né a Foeea né aile sue colonie. La tradizione più antica sulla città, qua1e ci è conservata da Nicolao Damasceno con il riferimento alla xc.ûpa au'tO:PXTI 110, dà un'immagine della città praticamente identica a quella delle altre colonie greche ; Erodoto si limita a riportare i fatti, senza fornirne spiegazioni, che forse gli sembravano inutili : pur dando il giusto risalto alla pratica marinara dei Foeei e alla loro attività mercantile, lascia intravedere, come si è detto, l' esistenza di gruppi evidentemente Iegati alla terra. ln questo senso, deI resto, vanno interpretati i riferimenti allusso dei suoi abitanti, segno in realtà di quella habrosyne considerata prerogativa dei ceti aristocratici 111, come nel vicino casa dei "mille" di Colofone J 12. ad es. Corvisier 1985 ; Gallo 1989. Opinioni divergenti, ad esempio. anche sulle conseguenze economiche, per quanto riguarda la pesca dei ton no (Faure J978; Dumont 1976-77 ; 1977; Gallant 1985; Dumont 1988). /06 Con tale maestria da farlo considerare il padre della modema ittiologia. /07 E' verosimilmente anche per questo valore simbolico di povertà, dei reSlO, che il pesee viene scelto nell'iconografia cristiana. /08 Né manca, in ambiente romano, letteratura gastronomica e trattatistica scientifica (Shero 1929 ; Corcoran 1964 ; André 1981). /09 Sul garum e il suo consumo: Curtis 1991, con bibliografia; l'autore ne segnaJa anche gli effetti negativi dovuti all'abuso. Della sua diffusione sono prova, tra l'altro, le fabbriche rinvenute anche in zone marginaJi dellïmpero (Immerzeel 1990). //0 Supra n. 40. III Anche se qllesti, a loro volta, possono essere molto variamente connotati. on a caso città particolarmente famose per la loro rrupile sono Mileto e Sibari, la cui fortuna si lega cello al commercio, ma che sono peraltro entrambe dotate di un territorio grande e particolare. 112 Sulla "habrosyne" e le sue caratteristiche, Lombardo 1983. Su Colofone, Talamo 1973. Focea e il mare La stessa considerazione puà essere fatta per tutte le altre città alle quali è stato applicato il topos: la tradizione, almeno fino al V secolo, non sembra interrogarsi su Ile cause della scelta mercantile di alcune città, limitandosi a registrame potenza e ricchezza : COS! nel casa di Egina, 0 in quello di Iasos, definita da Tucidide rrcxÀat6rrÀo1YCoç 113. Sono gli autori più recenti, e in particolare Strabone, cui si deve il maggior numero di riferimenti a questo tema, che sembra scaturire da una riflessione teorica sulla città, in relazione ai suoi mezzi di sussistenza 114. Sembra ovvio da questo punto di vista dedurre che se commercio marittimo e pesca rappresentano il polo negativo, evidentemente deve esistere un positivo che puà essere costituito solo da quanto attiene alla terra, e in particolar luogo all'agricoltura. Non è certo il casa di insistere sul ruolo fondamentale dell'agricoltura come costante della vita della polis, e sull'importanza dei "problèmes de la terre" per la Grecia arcaica 115. Problema che, in forme diverse, resta sempre centrale, e oggetto di intenso dibattito soprattutto ad Atene 116. Il riconoscimento della loro vocazione marittima da parte degli Ateniesi, che culmina nella decisione periclea di sacrificare i campi al nemico giacché « non è la terra a fare la città, ma gli uomini » 117, mostra un totale rovesciamento della concezione tradizionale della polis; per le sue implicazioni politiche è evidente che non poteva che essere disconosciuta, e portare ad un nuovo, completo rivolgimento, all'indomani della sconfitta, con il riaffermarsi dei conservatori alla guida della città. Atteggiamento destinato a consolidarsi per le vicende successive, con il graduale esautoramento della città, precocemente ridotta a simbolo di sé stessa 118. Se l'elogio della campagna in contrapposizione alla città caratterizza buona parte della letteratura dei periodo, dalla commedia ai primi scritti economici 119, la centralità deI tema nel dibattito politico dei tempo sembra assicurata tanto dagli scritti di Isocrate quanto e soprattutto da quelli di Platone e Aristotele 120 ; è quest'ultimo che analizza nella maniera più completa il problema, che ha la sua piena 413 formulazione nel modello della città autarchica, dipendente per il suo sostentamento dai contadini, che ne costituiscono il nucleo fondamentale. Poiché tuttavia l'ideale autarchico è estremamente difficile da realizzare, viene riconosciuto, e autorizzato, un piccolo spazio ai commerci : perché la città possa profittarne, deve essere alla giusta distanza dal mare: cioè ad una distanza tale che le merci possano arrivarie facilmente, e nello stesso tempo i suoi abitanti siano protetti dalla corruzione e il disordine indissolubilmente legati ai porti (Pol., 4, 1326b). Aggiungendo a questa formulazione la scarsa considerazione sociale dimostrata dal fi losofo nei confronti dei pescatori, sembra abbastanza verosimile ipotizzare che da questa teorizzazione della città ideale, in cui il mare con tutti i suoi annessi e connessi entra solo per forza maggiore, possa essere scaturito il nesso territorio povero - città marinara come giustificazione della mancata adesione delle poleis al modello. In mancanza di testimonianze precise è impossibile dire se sia stato proprio Aristotele a sistematizzare ed esprimere il concetto nei termini in cui è a noi giunto 121 ; tuttavia una serie di indizi potrebbe confermare questa ipotesi. Tra gli scritti che gli sono attribuiti da Diogene Laerzio (V, 27) è la lmÈp àrrOtKWV opera di cui non si sarebbe conservato nulla 122, dal titolo tuttavia assai illuminante, che ci riporta all'ambiente in cui le teorie dei filosofo avrebbero potuto avere, e apparentemente hanno avuto, applicazione pratica. Lo scritto, la cui composizione viene ora collocata agli inizi della carriera di Alessandro (Hamilton 1969, 18) ha la sua logica ragion d'essere nel rilevante spazio che la fondazione di città occupa nell'attività dei re macedone, che almeno fino al 327 sembra rimanere in stretto contatto con il suo maestro, come dimostrerebbe anche la corrispondenza intercorsa fra i due 123. Certo è impossibile stabilire di quale natura fossero le considerazioni contenutevi, ma sembra interessante sottolineare che nella scelta dei sito per la sua maggiore fondazione, Alessandria, si seguano, a quanto è possibile dedurre dalle fonti, in questo uniformi, i precetti aristotelici 124 113 Vedere supra; Benoit 1993. 114 Anche se la formulazione più antica risale ad Esiodo (Erga 631-634) ; non 115 116 117 118 119 /20 è certo un casa che Aristotele (Pol., 4, 1290b ; 1291 b), ponga al primo posto lra i componenti della Stato i contadini, definendoli ,0 !lEpl ,~v ,po<p~v !lÀ~eoç. Sulla considerazione politica della lalassocrazia da parte degli antichi : Momigliano 1944. Vedere Finley 1973; Osborne 1991 ; Burford 1993, con bibliografia. In questo caso, credo, non solo pel' l' "atenocemrismo" delle fonti. Tuc. 1, 143.5; l'affermazione modifica un verso di Alceo (112. 10 L.P.), sostituendo aile mura la terra: Gschnitzer 1958 ; Longo. 1974, 1974a ; Bodei Giglioni 1982. Come dimoslra la sua funzione di scuola, già in età ellenistica. Vedere ad esempio, Ehernberg 1957 ; Levy 1980; gli echi della polemica ricorrono ancora in Alcifrone (Longo 1985,90 ss.). Pel' PI atone, si veda in particolare Rep. Il, 369b-371c ; Leges Ill, 704a707d ; pel' Aristotele Pol. 3, 1280b ; 4, 1290b ; 4, 1291 b. Dai pensiero platonico, e dalla contrapposizione tra Atene e Sparla sarebbe scaturita, se- 121 122 123 124 condo Triebel-Schubert (1983-1984), la riflessione ippodamea sulla Cillà. la cui originalilà è nell'aver considerato in modo unilario terrilorio e Cillà ; va sOllolineato come Arislotele sia critico nei confronti di Ippodamo, proprio pel' l'ambiguilà della definizione dei contadini (Pol. 2, 1267b). Sembra comunque da escludere che derivi dal filosofo l'applicazione deI concello aile Cillà in discussione. Non tulli gli srudiosi sono concordi nell"atlribuirvi il Fr. 658 Rose = Plut. Mor. 329b-c ; sul problema : Hamilton 1969, con bibliografia. Sono stati ampiamente sottolineati gli influssi e i campi in cui più specificamenle Aristotele ha influenzato il suo discepolo ; evidentemente in moIti casi devono aver sopravvissuto al distacco successivamente intercorso ; sul problema COS! come sulla discussa autenticità della corrispondenza : Hamilton 1969 L1X-LX; Thillet 1972; si veda inollre la raccolta bibliografica di Carlsen 1993. L'avvenimento è am pia mente ricordalo : Fraser 1972, 37 e nn. 513-514 ; 775-776, con fonti e bibliografia. Sullïnfluenza aristorelica : Siat 1979. 414 Come racconta, ad esempio, Vitruvio 125, la scelta deI sito è determinata dalla presenza, tra l'altro, di terra coltivabile. E' Alessandro in persona ad assicurarsi della efficacità dei luoghi, mentre all'architetto Deinocrate 126, già famoso pel' la sua stravagante genialità, e pel' questo scelto, viene lasciato il compito di realizzare l'impianto sul terreno, cui viene data la forma di una clamide macedone. Alessandria puà quindi essere considerata l'esempio, in positivo, della città ideale aristotelica 127, cui corrisponde, in negativo, un progetto, che, proprio pel' la sua distanza dal modello, non viene realizzato. Ancora secondo il racconto di Vitruvio (2, prae! 2-4), Deinocrate, introdottosi con uno stratagemma alla presenza di Alessandro, ne suscita l'intel'esse el' ammirazione grazie a quella che, secoli dopo, Goethe definirà una "architektonische gasconade" 128 ; aveva progettato infatti di dare al monte Athos sembianze umane ; il colosso avrebbe retto nella mana sinistra le mura di una grandissima città, nella destra una patera pel' raccogliere tutte le acque deI monte, pel' poi riversarle in mare. Alessandro, interessato e compiaciuto, chiede « si essent agri circa, qui possint frumentaria ratione eam civitalem tueri » e alla risposta negativa di Deinocrate - i riforni menti possono arrivare solo pel' mare - , gli spiega che pur ammirando il suo progetto, capisce che nessuno potrebbe far costruire una colonia in quel posto, senza essere accusato di scarso giudizio, giacché come un bambino non puà crescere senza il latte della nutrice, cosi una « civitas sine agris et eorum fructibus in moenibus affluentibus non potest crescere, nec sine abundantia cibi frequentiam habere populumque sine copia tueri ». Si tratta quindi di un bel progetto, che per la cattiva scelta deI sito è tuttavia decisamente da respingere 129. L'episodio, nota da numerose altre fonti 130, si distacca tuttavia nettamente dagli altri racconti che ce ne sono pervenuti, in particolare per le motivazioni date al rifiuto deI progetto 131 ; solo in questo casa mostrano infatti, oltre che una logica stringente, una stretta aderenza aIle discussioni 125 (2, prae! 4). La scella cade sul luogo che aveva « portum naturaliter tulum, emporium egregium, campos circa totam Aegyptum frumentarios, inmanis f1uminis Nili magnas utilitates » : gli e1ementi ci sono tutti, ma in questo caso il loro ordine non rispetta fedelmente i dettami aristotelici : segno che il problema non era più sentito negli stessi tennini ? 126 Il nome varia seconda le fonti (Berve 1926,249), che tuttavia concordano nel ritenere che un unico personaggio sia stato ''l'uomo di fiducia" di Alessandro (Plut. Alex., 72, 4-5). Raffaella PIEROBON-BENOIT teoriche sulla città che contraddistinguono il periodo 132. Un indizio per un'ispirazione aristotelica di Vitruvio potrebbe essere costituito dal fatto che l'architetto romano, pur parlando di una grande città non ne precisa il numero degli abitanti, come fa invece, ad esempio Plutarco (Alex., 72, 5-8), che riporta la cifra ippodamea di diecimila : è ben nota infatti che proprio questo è uno dei punti su cui Aristotele critica le teorie deI Milesio (2, 1267b). Jndipendentemente dal suo carattere fantasioso questa "storia" fornisce, in qualche modo, l'anello mancante nella ricerca dell'origi- , ne/storia dei topos. Anche se risulta praticamente impossibile dimostrare una derivazione diretta da Aristotele di Eraclide, Pompeo Trogo, Strabone 133, l'episodio, anche indipendentemente dalla sua veridicità, dimostra che le teorizzazioni aristoteliche si sono ben radicate nella mentalità cornu ne, ormai prive deI valore politico iniziale, ma come generico model10 di città. E' possibile allora immaginare che di fronte a poleis, per altro dall'illustre passato, come Focea, Massalia, Elea, Egina, ma anche di centri ormai anonimi 0 mena famosi, come Anthedon 0 Jasos, si senta la necessità di giustificare la mancata corrispondenza al modello ideale 134 : il legame con il mare non nasce per gli abitanti di queste città da una libera scelta, è imposto dalle caratteristiche dei territorio. E' quindi certamente un luogo comune, più 0 mena aderente a situazioni reali : non un topos sui Focei, ma sulla città. Caduto il legame "foceo" resta da chiedersi comunque se l'attribuzione deI giudizio a queste particolari città sia casuale, 0 non derivi da qualche originario collegamento. Il problema è evidentemente non facile, e non puà essere affrontato in questa sede 135 : ci si limiterà ad enunciare alcune convergenze, apparentemente banali : praticamente in ognuna delle città considerate è testimoniata la presenza di un pesce più 0 mena sacra e/o magico : la foca a Focea ; il delfino a Jasos, il dio/mostro Glauco ad Anthedon 136 ; dove questo non c'i è la divinità locale ad avere 130 Strab., 14, 1,23 = C641 ; Plin., Nat., 5, 62; Plut., Alex., 72, 5-8; Mor. 335 c-e ; Luc. Hist. COl1Ser. 12; PI'. lm. 9. L'episodio è ampiamente trattato anche nella bibliografia moderna, raccolta in Pierobon-Benoit, "Vitruvio e Alessandro", in stampa. 131 Secondo le altre fomi l'architetto vorrebbe fare dei monte Athos una statua di Alessandro, ed è per questo che il Re, per modestia, rifiuta il progetto. 132 Sulla derivazione di Vitruvio da una fonte di corte, forse la corrispondenza tra Alessandro e Aristotele, se non il su citato trattatello aristotelico, vedere Pierobon-Benoit, in stampa. 127 Da cui si distaccherebbe per quanto riguarda il numero degli abitanti ; Aristotele infatti è contrario aile "megalopoli" (Pol. 7, 1326b) ; Schafer 1961 ; Gauthier 1987-1989; l'incremento della popolazione tuttavia potrebbe essersi modificato con l'intervento dei Tolomei ; sul problema, vedere Siat 1983; Sonnabend 1987. 134 Che non ha comunque impedito, a questi centri, di avere una vita f1orida. 128 Citato in Korte 1937,289. 135 Ma sarà oggetto di un prossimo studio. 129 Il racconto continua con l'invito a seguirlo in Egitto, per procedere alla fondazione di Alessandria. 136 Focea: Arist. Fr. 611,67 Rose e Steph. Byz. S.V.; Jasos: Plin., Nat., 9, 8, 27 e Benoit 1993, n. 25 ; Anthedon : Strab., 9, 2,1 3 =C4ü5 ; Paus. 9, 26, 5. 133 Per ognuno degli autori è ricostruibile comunque un più 0 meno stretto collegamento con il Peripato: Pfister 1951 ; Lasserre 1969; Forni 1958 ; Seel 1972. 415 Facea e il mare legami "speciali" con il mare, come nel mito di Aphaia, fanciulla cretese originariamente chiamata Dictynna, saI vata dalle reti dei pescatori, e poi, arrivata fortunosamente ad Egina, a causa deI suo salvatore/aggressore, divenuta invisibile e divinizzata dagli Egineti con l'appellativo di Aphaia 137. Si tratta di una generica conseguenza dei ruolo dei mare nell'economia e più in generale nella storia cittadina, o vi è qualcosa di più peculiare ? zione dei paese che considera suo (Hblscher 1973 ; Kebric L983). In realtà tuttavia neppure Iaseo è un autoctono della Focide, visto che suo genitore è Triopas, fondatore di Cnido, ed egli stesso legato a quest'isola, se si deve credere, come viene comunemente affermato, che la rappresentazione dell'episodio neLla Leschè sia un omaggio reso ai commettenti dell'opera 138. E Iasei si chiamano, secondo Stefano bizantino (s. v. Iasos), gli abitanti di Iasos, definiti abitualmente con l'etnico Iasii. Colpisce infine una serie di coincidenze onomastiche, per quanto, anche queste a prima vista trop po erudite : Foco, che una parte della tradizione considera ecista di Focea, è anche, e principalmente, unD dei figli di Eaco ; eponimo, ma non autoctono della Focide, di cui ottiene la signoria da un poco noto, e ugualmente intrigante personaggio di nome Iaseus (Zunker 1988). Secondo la rappresentazione fattane da Polignoto a Delfi (Paus. 10, 30, 4), Iaseus, consapevole della prossima morte dell'amico, gli riprende l'anello che gli aveva dato come segno della dona- Senza un'approfondita analisi di queste compLesse testimonianze saI'ebbe quanto mena azzardato procedere oltre : è certo comunque che se queste sono traccia di un antico legame tra le città, la sua natura era misteriosa e probabilmente evanescente anche per gli autori antichi, per i quali, banal mente, il collegamento era rimasto solo nella ideologica povertà deI territorio. 137 Am. Lib. 40 : Papathomopoulos 1968 ; Harrod 1974 : Mastrocinque 1991. 138 Vedere. da ultimo, Stansbury-O'Oonneli 1990. con bibliografia. * Università degli studi di Napoli Federico II. Oipartimento di discipline storiche. Via Porta di Massa, 1 - 80133 apoli. RÉFÉRENCES BIBLIOGRAPHIQUES Akurgal 1976 : AKURGAL (E.) - Phokaia. In : STILLWELL (R.) ed. - The Princeton Encyclopedia of Classical Sites. 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