a canestro contro i pregiudizi

Transcript

a canestro contro i pregiudizi
SABATO
21 AGOSTO
2010
VII
L’ALTRO SPORT
lla faccia dei vari Gattuso, Lippi, Borriello e di
tutti gli altri che «un gay
in spogliatoio? Mai visto!», a Colonia si è appena svolta
l’ottava edizione dei giochi olimpici gay. Niente che ricordi un pride
o una vetrina per farsi pubblicità,
qui si fa sul serio: più di 12.000 atleti da 70 nazioni, 35 discipline
sportive in campo e un programma di attività culturali collaterali
alto quindici pagine. Ad aprire i
giochi, con tanto di accensione della torcia e sfilata dei paesi partecipanti, è stato nello stadio di Colonia il vice cancelliere tedesco Guido Westervelle, che dal 2004 va
agli appuntamenti istituzionali accompagnato dal suo compagno in
barba a tabù e pregiudizi.
A
Federico Del Prete
GIORNALISTA
Il Boga, però, non nasconde la vo-
A Basket city nasce il Bo.ga, prima squadra gay
di pallacanestro. Alla faccia di chi fatica ancora
ad accettare gli atleti dichiaratamente lgtb
Lì, in pista dietro al cartello dell’Italia, anche un pezzo di Bologna: la polisportiva Bo.Ga., che
porta le sue squadre di pallavolo e
pallacanestro. L’unica squadra
omosessuale di basket in Italia
non poteva che nascere a Basket
City. Attenzione: squadra gay di
basket e non squadra di basket gay
«semplicemente perché non esiste
il basket gay, ma soltanto persone
gay che si riuniscono per fare
sport», spiegano loro. Loro sono
un gruppo di ragazzi che si sono
incontrati a Bologna, ma arrivano
da mezza Italia (e qualcuno anche
dall’estero). Storie e lavori diversi
con la passione del canestro, tra
cui qualcuno che, ad alti livelli, c’è
anche arrivato, toccando persino
la serie A. «Abbiamo preso un allenatore, vogliamo provare a fare le
cose per bene», spiega Fabio Debbia, portavoce “improvvisato” del
team. A marzo, a Dusseldorf nella
prima uscita internazionale, è arrivato un incoraggiante terzo posto.
glia di portare avanti anche un
messaggio contro i luoghi comuni
(poco più di un mese fa erano ai
mondiali antirazzisti di Casalecchio di Reno in una squadra mista
con Amnesty International): «La
ragione alla base della costituzione della squadra è quella di dare
visibilità alle persone lgbt che praticano sport, nel mainstream informativo queste non vengono mai
rappresentate», hanno scritto per
descriversi sul loro sito. D’altronde, «chi, da una vetrina privilegiata nega l’esistenza di sportivi gay,
fa un po’ ridere», sottolineano ricordando John Amaechi, il pivot
inglese tagliato nel 1997 dalla Virtus dopo neanche un mese di campionato anche, si disse, per le sue
inclinazioni omosessuali. Amaechi, primo atleta nella storia del
basket mondiale, ha fatto coming
out tre anni fa, ma ha consigliato
di non seguire la sua scelta per evitare di finire come Giovanna D’Arco.
Il martirio non è nelle corde del
Dopo l’assaggio del torneo primavera della Uisp di Bologna, ora
i giochi olimpici, giocati contro
squadre americane e francesi.
L’inizio è stato buono, poi qualche
sconfitta di troppo (gli Stati Uniti
nel basket si sono confermati i migliori, indipendentemente dalle
preferenze sessuali) ha tolto il Boga dal giro delle medaglie. Il divertimento e la voglia di continuare
l’esperienza, però, sono uscite più
che rafforzate, così per il prossimo
anno c’è l’intenzione di misurarsi a
un livello più strutturato, magari
la prima divisione, dove la federazione italiana ha retrocesso la Fortitudo, per intenderci. E ancora: in
agenda c’è Berlino a novembre e
Parigi a maggio 2011 per preparar-
si agli Eurogames gay di Rotterdam della prossima estate. Dagli
avversari «nessun pregiudizio»,
perché «alla fine quando si va in
campo quello che conta è battere
chi hai di fronte, non certo le sue
preferenze sessuali», sottolinea
Debbia.
Illustrazione di Simone Mazzieri
A CANESTRO
CONTRO
I PREGIUDIZI
Boga Basket e, più in generale, del
movimento sportivo gay italiano:
negli ultimi anni è nato il G.S.I.
(Gay Sport Italia) che, pur tra mille difficoltà di coordinamento tra
le varie anime, prova a portare
avanti un discorso nazionale. Ne
fanno parte anche squadre di calcio, volley, moto e sci a dimostrazione che «il fuoco c’è, basta solo
trovare il modo di tenerlo acceso e
renderlo più forte». L’obiettivo è
crescere gradualmente e organizzare anno per anno occasioni che
riescano a dare sempre più visibilità e forza al movimento. Arrivare a
olimpiadi gay in Italia, però, sembra un miraggio: «La Russa ad accendere la torcia sarebbe uno spettacolo indimenticabile», ridacchiano i BoGa-guys. Nei palazzi della
politica, però, il movimento sportivo omosessuale c’è già entrato:
due anni fa Paola Concia, deputata Pd in prima linea per i diritti civili, guidò la delegazione degli atleti
medagliati agli Eurogames di Barcellona (lei fu oro nel tennis) che
incontrò il presidente della Camera Gianfranco Fini. E, visto le sue
ultime evoluzioni, mai dire mai.❖