il cancro e la famiglia.FH11
Transcript
il cancro e la famiglia.FH11
ONCOLOGIA A cura di Nadia Crotti *, Valentina Broglia *, Caroline Giannetti* Il cancro e la famiglia l cancro è una malattia lunga e dolorosa e spesso sconvolge i ritmi di vita della persona, determinando un notevole cambiamento non solo nelle proprie abitudini, ma anche in quelle dellintero sistema familiare. La storia del malato si trasforma così in storia familiare, ed è estremamente importante che la famiglia si adatti a tale evento, sia da un punto di vista pratico, che da un punto di vista psicologico ed emotivo. Per molti pazienti risulta difficile rivelare le proprie preoccupazioni e le proprie angosce ai famigliari, con la convinzione di proteggerli dalla sofferenza. Questo atteggiamento ha spesso come effetto quello di aumentare le tensioni allinterno della famiglia e di impedire che si crei quellatmosfera di sostegno e comprensione, che invece è preziosissima sia per il paziente che per i suoi cari. Quando si hanno dei figli Quando in famiglia sono presenti dei bambini, latteggiamento comunemente adottato dai genitori è quello di estrometterli da ciò che accade intorno a loro, nella convinzione di preservarli da un dolore troppo grande da pugliasalute Volontà di proteggerli dallansia Prevenire il distress Convinzione che i bambini non possano comprendere Evitare domande sulla malattia e sulla morte Evitare linsorgere di preoccupazioni circa il futuro Mantenere un clima all'apparenza sereno Tabella 1 sopportare. In realtà, i bambini soffrono al pari degli adulti, e negare questa loro capacità di percepire le tensioni e le sofferenze altrui è soltanto un mezzo per rassicurare se stessi. Tale atteggiamento, che può essere definito di buio comunicativo, però, viene fortemente contraddetto dalla comunicazione non verbale dei genitori, che invece tradisce tensione e preoccupazione. Nella tabella 1 sono elencati i principali motivi per cui i genitori non ritengono opportuno informare i propri figli circa la malattia. Lesclusione dalla comunicazione e la totale mancanza di spiegazioni su ciò che sta accadendo, possono favorire linsorgere nel bambino di un vero e proprio shock emotivo, che comporta lo sviluppo di sentimenti di paura e confusione, di impotenza e inadeguatezza, di perdita e di abbandono, oltre che di irreali sensi di colpa per la convinzione di essere stato in qualche modo la causa di tali cambiamenti allinterno della realtà familiare. È estremamente dannoso ignorare tali segni di sofferenza, che si traducono generalmente in manifestazioni di tipo emotivo (ansia, solitudine), comportamentale (aggressività, disturbi del sonno e dellalimentazione), cognitivo (calo del rendimento scolastico) ed evolutivo (regressioni o arresti dello - trentasei - settembre 2007 I genitori di Gioia sono già stati profondamente segnati dalle morti delle altre figlie, e lei decide di non dire loro nulla della sua malattia, vivendo nella Collera ed ostilità Irritabilità nei confronti di familiari ed amici; Problemi relazionali Problemi nell'instaurare e nel mantenere relazioni sociali solitudine e nella rassegnazione. Nel rapporto con la bambina, Senso di esclusione dal resto della famiglia Isolamento si ripropone la stessa relazione Tabella 2 di solitudine che Gioia vive con gli altri suoi familiari, al punto sviluppo). Tali manifestazioni, frequentemente osservabili di rifiutare qualsiasi contatto corporeo con lei: la bambina in coincidenza con la malattia del genitore, rappresentano non deve vedere le sue cicatrici, né muovere la parrucca dei tentativi messi in atto dal bambino per reagire alla imposta dalla chemioterapia, e Gioia ha paura di toccarla, perdita e dimostrano che egli ha sempre la percezione di si rifiuta di abbracciarla e a poco a poco smette perfino di ciò che sta accadendo e che possiede comunque la capacità giocare con lei e di starle vicino. di comunicare il proprio disagio. La bambina si sente allontanata ingiustamente e comincia Nella Tabella 2 sono evidenziati i principali problemi a diventare aggressiva e intollerante verso tutto e tutti. Non psicologici del bambino che viene escluso dalla capisce il motivo per cui la mamma sia diventata così rigida comunicazione familiare. Negare e reprimere sono le e fredda e la percepisce come una persona estranea. modalità di risposta peggiori per qualsiasi problema, e I genitori sono uno specchio per i propri figli, i quali ne l'esclusione è la più terribile delle esperienze per il bambino. recepiscono qualunque sfumatura, e perciò la tensione che Inoltre, non possiamo escludere (ma per ora è solo una prova Gioia ogni volta che si avvicina alla figlia si riflette intuizione clinica) che lesperienza di tale shock implichi ingigantita sulla bambina stessa. rischi a lungo termine anche di tipo psichiatrico (Sindrome Stabilita la fiducia e la disponibilità al rapporto post-traumatica da stress). terapeutico, Gioia e la sua psicologa elaborano progetti Come è possibile evitare al bambino questo shock a comuni. lungo termine? La donna sceglie di non condividere la sua malattia con I genitori dovrebbero aiutare il bambino a capire e la figlia, ma i racconti del Progetto Condividere non sono dovrebbero accompagnarlo passo dopo passo attraverso le lunico strumento per facilitare la relazione genitore-figlio: tappe della malattia che si è insinuata allinterno della viene elaborato un progetto terapeutico che inizialmente famiglia; dovrebbero dare il giusto peso a domande e a comprende incontri centrati sulle tecniche di respirazione comportamenti che potrebbero sottintendere angosce di e di rilassamento, per poi passare gradatamente ad alcuni abbandono e condividere con lui la malattia. semplici massaggi e giochi da fare con la figlia. Proteggere non significa negare la verità, ma coinvolgere In certi momenti il respiro di Gioia si ferma per qualche adeguatamente i figli. istante e in questo modo il suo corpo si irrigidisce, e probabilmente limmagine che viene trasmessa alla figlia La storia di Gioia: dal tacere soffrendo al toccarsi è quella di una statua di ghiaccio; per questo è importante condividendo. Un caso clinico. che Gioia impari a respirare in modo fluido, mettendo in Il caso di Gioia è un esempio di come un dolorosissimo atto processi di inspirazione ed espirazione regolari che le fingere che nulla accada per ridurre il dolore degli altri permettano di accettare e di vivere le sensazioni del momento. stava invece isolando la malata e rendendo malati di affetto Successivamente Gioia viene incoraggiata a riflettere inespresso i suoi familiari. sullimportanza dei gesti, dei movimenti, dei giochi che lei Esaminare le connessioni esistenti, da un lato tra la sfera faceva con la figlia prima della malattia e su come, al affettiva e la sfera corporea e dallaltro tra la famiglia e il momento attuale, possano essere modificati senza perdere malato, focalizzando lattenzione su come i familiari il loro significato. potessero diventare una risorsa terapeutica pur rispettando Gioia ha cominciato con dei semplici esercizi di la volontà della paziente di non parlare della malattia, è rilassamento e di visualizzazione, da fare sia da sola che stato possibile grazie ad un intervento terapeutico che ha con la figlia: solamente insieme possono lasciare andare fatto sì che i contatti corporei diventassero comunicazioni via tutta la tensione che blocca ogni via di contatto. complesse tra genitore e figlia. Si è poi passati al contatto fisico: Gioia viene invitata Gioia, 39 anni, proviene da una famiglia numerosa, ad accarezzare sua figlia, toccandole la mano, dove la circolazione degli affetti ha sempre avuto poco accompagnandola a letto e standole vicino per qualche spazio. minuto. Con lintroduzione del massaggio, il contatto diventa Alla donna viene diagnosticato un tumore al seno, dopo più intenso: infatti nel massaggio avviene uno scambio di che due delle sue sorelle erano già morte, una proprio per energia ei genitori che massaggiano i propri figli esprimono la stessa patologia. il loro amore e il loro interesse attraverso il contatto fisico. È sposata, ma il marito è poco presente alla vita familiare, La pelle non è solamente un organo di senso, non ci permette e hanno una figlia di 8 anni, affetta da focomelia al braccio solo di percepire gli oggetti, ma assorbe, registra e riconosce sinistro. i vissuti emotivi, le tensioni e latmosfera circostante. Depressione Ansia Sensi di colpa pugliasalute Persistenti segni di tristezza; vissuti di impotenza Paure; tensioni Autoaccusa; biasimo - trentasette - settembre 2007 Il massaggio è un modo di lavorare con il corpo e per un malato di cancro può diventare uno strumento molto importante per riappropriarsi della propria immagine corporea. Infatti spesso queste persone hanno paura di essere toccate, poiché il contatto corporeo minaccia di riaccendere la consapevolezza di essere stati in qualche modo violati e, contemporaneamente cè un maggior bisogno di proteggere i propri confini allontanando la possibilità che riaffiorino sentimenti di collera, di tristezza e altre forti emozioni. Durante il massaggio chi dà esprime interessamento verso chi riceve: è un dialogare attraverso la pelle per realizzare, mantenere o recuperare uno stato di benessere, di equilibrio fisico e mentale. Inoltre il massaggio dà beneficio sia a chi è massaggiato sia a chi massaggia: si ha la possibilità di prendersi cura di qualcuno, di aiutarsi lun laltro e si fa esperienza di un dare e ricevere in modo positivo, tanto da poter vedere gli altri con occhi nuovi. Il partner Un capitolo importante riguarda le relazioni tra la donna operata, il proprio corpo, gli altri affetti la sensualità e sessualità con il partner e la proiezione del proprio sè nel futuro. La diagnosi di cancro apre una profonda crisi esistenziale. Un equilibrio viene spezzato; cambia la percezione di sé, del mondo circostante e del proprio corpo, invaso da una presenza che porta con sé sofferenza, angoscia, paura, incertezza, ansia. Tra le prime reazioni alla diagnosi di tumore alla mammella le pazienti sentono aprirsi dentro di loro, sia a livello emozionale che a livello razionale, angosciate domande: Come farò a proteggere i miei cari da tanto dolore?; Cosa devo dire loro?; E cosa devo dire agli altri?. Questi dubbi si traducono sia in dolorose anticipazioni di prossimi problemi concreti, sia in meccanismi di difesa che consentono uno spostamento dellansia dalla malattia, da poco trovata, ai propri affetti, e quindi ad ansie più note relative agli abituali sentimenti di responsabilità, protezione, cura. Lesperienza di malattia ed i conseguenti cambiamenti dellimmagine corporea influenzano così il modo di porsi nei confronti delle persone alle quali si è legati affettivamente (familiari, partner, altri) riducendo al minimo i rapporti e credendo in questo modo di proteggere e proteggersi dal disagio. Ma non possiamo dimenticare che comunicare è importante e non solo con le parole. Il cancro porta allinterno del sistema familiare una serie di cambiamenti con cui ogni membro dovrà confrontarsi: ridistribuzione dei ruoli, modificazioni delle percezioni sulla propria vita e sulle relazioni interpersonali, necessità di riesaminare i propri valori, gestire linsorgere di sentimenti angosciosi di paura e incertezza. In altre parole, tutta la famiglia dovrà cercare di adattarsi, sviluppando nuove risorse che permettano lintegrazione dei vissuti di malattia allinterno della vita quotidiana e delle proprie esperienze. Il sostegno da parte della famiglia è per la donna malata di cancro alla mammella, di primaria importanza: uno stile di comunicazione aperto favorisce la condivisione e lespressione dei sentimenti, emozioni e preoccupazioni e pugliasalute di conseguenza ladattamento alla malattia. Per quanto riguarda la relazione di coppia, uno degli interrogativi che molto spesso la donna con cancro alla mammella si pone è: Lintervento chirurgico modificherà la mia vita intima?, Riuscirò ancora a provare piacere?, Gli piacerò come prima?. Lintervento e la malattia non pregiudicano la vita sessuale, ma non dimentichiamo che anche il partner ha paura: è normale che nei primi tempi il desiderio sessuale diminuisca sensibilmente, sia perché lasportazione del seno o di una sua parte potrà mettere in discussione la propria idea di femminilità e di gradevolezza, sia per i reali effetti collaterali dovuti alle terapie. È importante però sapere che tali effetti sono reversibili e che quindi scompariranno una volta terminato il trattamento: il tempo attenuerà i disturbi. Per riprendere confidenza reciproca ci vorrà probabilmente un certo periodo di tempo, durante il quale sarà comunque importante confrontarsi con il partner per condividere pensieri e preoccupazioni. In questo modo la comunicazione non verrà persa, nonostante le difficoltà oggettive, che potranno così essere superate attraverso il dialogo, la tenerezza e la creatività, grandi aiuti per non subire passivamente il cambiamento del corpo e della relazione. Riconsiderare il modo in cui si dà e si riceve il piacere sessuale potrà essere di grande aiuto per vincere la paura e non allontanarsi uno dallaltra, mantenendo così un buon livello di intimità prima di ritornare a scambi sessuali consueti. Lavori per il futuro Attualmente la diagnosi di mutazione genetica predisponente ad un aumento di rischio di sviluppare tumori mammari e altri tumori femminili apre nuovi scenari: cosa succede alla famiglia ed alla donna quando un tumore non è presente ma le si preannuncia la possibilità di sviluppare un tumore già presentatosi nella sua esperienza familiare e che potrebbe avere trasmesso o trasmettere in futuro alle proprie figlie? Il capitolo è ampio e ci limitiamo a citare alcuni apporti in bibliografia e a sottolineare come ad ogni scoperta scientifica segua una necessità di comprendere come viene recepita intellettualmente, emotivamente, e culturalmente dai nostri interlocutori in ambito clinico. Bibliografia Crotti N., Broglia V., Giannetti C., Genetica oncologica, Quaderni di oncologia, ArGon, Medical Communications , Torino 2007. Crotti N., Broglia V., Giannetti C., Roma S., Tumore alla mammella: definire nuove relazione, Ed. Editree, Monza 2006. Crotti N., Broglia V., Giannetti C., Roma S., Come aiutare la paziente con tumore alla mammella a definire nuove relazioni, Ed. Editree, Monza 2006. Crotti N., Pronzato P., et al., Psicologia, comunicazione e gestione del paziente, ArGon, Medical Communications, Torino, 2005. Crotti N., Scambia G., Psiconcologia della famiglia, Poletto Editore, Milano, 2005. Crotti N., Una famiglia come la tua. Affrontare insieme la malattia, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Tormenta, Genova, 2003. * Servizio di Psicologia dellIstituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST), Tel: 010/5600603 e Progetto Condividere, www.istge.it vedi servizi: Psicologia - trentotto - settembre 2007