Logo di TAI - Telefono Amico Italia

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SINTESI RAPPORTO 2013
Problemi di relazione e solitudine nelle chiamate di Telefono Amico 2012
Il perdurare della crisi economica negli ultimi cinque anni e il conseguente deterioramento delle
condizioni di vita degli italiani, uniti a un generalizzato senso di precarietà e disagio confermano
quello psicologico-emotivo e il suo protrarsi senza prospettive di soluzione. È quanto emerge
dall’ultimo rapporto di ricerca diffuso da Telefono Amico Italia (TAI), realizzato per il secondo
anno consecutivo grazie anche alla collaborazione del Laboratorio di Statistica Applicata
dell’Università Cattolica di Milano. Tralasciando la tematica del suicidio approfondita in occasione
della Giornata dedicata a tale fenomeno (10/9/2013), il rapporto è costituito da due parti: la prima è
dedicata all’aggiornamento delle rilevazioni condotte annualmente, mentre la seconda è
completamente innovativa rispetto all’edizione precedente e riguarda la figura del volontario che
rappresenta l’interlocutore principale dell’appellante nel fornire il supporto di cui TAI si fa
portatore.
Quantitativamente i contatti totali validi nel 2012 sono stati 49.959, segnalando una diminuzione in
termini assoluti di circa 5000 chiamate rispetto all’anno precedente. La quasi totalità (79%) delle
chiamate avviene al numero unico (199.284.284) mentre il 19% proviene dai numeri locali.
Tra i contatti validi prevalgono nettamente gli uomini (69%), confermando la tendenza di lungo
corso, dovuta alla presenza di una rete di sostegno più estesa per le donne, che, purtuttavia,
continuano a dimostrare una più spiccata sensibilità nel percepire le condizioni di malessere.
Rispetto all’età, la fascia predominante degli appellanti, cioè il 32,5% si concentra tra i 46 e i 55
anni, sebbene ci siano rilevanti percentuali anche nella classe 36-45 e 56-65 anni, rispettivamente
pari al 20,6% e 18,2%. Le persone più giovani, tra 0 e 25 anni, si rivolgono molto raramente a TAI
tanto da costituire solamente il 3,8% dell’utenza.
Nel 35% dei casi gli appellanti vivono soli, mentre il 22,1% vive con la famiglia o con amici. Solo
il 7,7% delle telefonate proviene da persone che vivono con partner. Purtroppo molte volte (34,5%)
il dato non è rilevabile e ciò significa che per il volontario non è stato possibile nemmeno dedurlo
durante la chiamata. Le analisi mostrano come il disagio emerga allo stesso modo sia da contesti di
convivenza sia da quelli di solitudine, sebbene vivere con il partner, più che con amici o familiari,
porti a rivolgersi meno a Telefono Amico Italia.
Con riferimento alla condizione professionale, nel 43% dei casi non è stato possibile trarre
informazioni. Negli altri casi si evidenzia una prevalenza di pensionati (24%), seguono poi i
lavoratori dipendenti (14%) e quelli in proprio (8%). Gli appellanti che non lavorano raggiungono il
7% ca.
Per la provenienza territoriale della chiamata, sebbene qualche innovazione sia stata introdotta
consentendone il suo inserimento da parte del volontario, solo per il 13% delle segnalazioni questo
dato è stato raccolto. Una più accurata compilazione del campo potrebbe consentire nel futuro
approfondimenti che tengano conto anche del contesto territoriale di residenza degli appellanti.
Gli stati d’animo manifestati appartengono principalmente alla sfera negativa, sebbene si colga
qualche cambiamento nel corso della telefonata (da tristezza e inquietudine a tranquillità) per le
chiamate sulle quali si rilevano i due vissuti, all’inizio e alla fine della telefonata (33.486 chiamate
sulle 49.959 totali).
Tra le ragioni per cui ci si rivolge a Telefono Amico Italia anche quest’anno prevale il bisogno di
compagnia (20%) e in seconda battuta il cosiddetto “problema non emerso” (18%), mentre la
solitudine ha registrato un notevole incremento passando dal 2% nel 2011 al 5% nel 2012.
La malattia psichica si assesta su valori simili a quelli dell’anno precedente (6%); i problemi
familiari rappresentano il 4% del motivo prevalente della chiamata, in linea con il dato del 2011.
L’area del sé copre il 41,9% delle problematiche prevalentemente segnalate.
Se si tengono in considerazione anche le caratteristiche degli appellanti emergono interessanti
specificità legate principalmente al genere e all’età. Le problematiche sessuali, come la
masturbazione e le parafilie sono in netta prevalenza segnalate dagli uomini. In generale, mentre gli
uomini riscontrano più problemi nell’ambito sessuale, le donne si concentrano sull’aspetto
sentimentale e sulle difficoltà di relazioni e rapporti. Anche il problema non emerso è a
maggioranza un problema maschile e questo probabilmente indica che gli uomini hanno più
difficoltà a individuare o esporre un problema preciso. Mentre per le altre voci c’è un sostanziale
equilibrio.
Nell’età adolescenziale (15-18), ciò che si evidenzia maggiormente è la presenza di difficoltà di
relazione e problemi familiari; nelle fasce di età 19-25 e 26-35 emergono i problemi legati alla sfera
della sessualità, mentre per gli appellanti di età compresa tra i 36 e i 45 anni oltre alle parafilie, si
fanno strada i problemi di coppia; nella classe successiva, invece, si riscontrano bisogno di
compagnia e malattia psichica. Per tutte le fasce d’età successive il bisogno di compagnia ha sempre
un peso molto elevato, accompagnato dalla solitudine.
Tra le richieste espresse dagli appellanti, quella di ascolto copre la quasi totalità delle chiamate
(81%). Le chiamate effettuate da appellanti abituali sono il 43%, mentre quelle provenienti da
clienti occasionali sono il 48%. Le prime provengono da uomini tra i 46 e i 65 anni che vivono soli
o con famiglia/amici, pensionati o lavoratori. I problemi esposti sono principalmente il bisogno di
compagnia, la parafilie, la malattia psichica e la solitudine. Le chiamate di appellanti occasionali
provengono principalmente da casalinghe, studenti, non occupati e precari.
Dall’osservatorio sul disagio, una parte della scheda compilabile direttamente ed esclusivamente dal
volontario, emerge che, al netto dei dati mancanti, la maggior parte delle osservazioni sul disagio
percepito nel corso della telefonata ricade su quello psicologico e in minima parte sugli altri tipi di
disagi. Sono inoltre poche le telefonate che presentano la segnalazione di più disagi
contemporaneamente.
La figura del volontario
Diversamente dal recente passato, le analisi statistiche hanno insistito molto sulla figura del
volontario, al fine di raccogliere spunti per migliorare la formazione dei propri collaboratori,
valorizzare il loro importante contributo e meglio supportarli nelle fasi più critiche dell’interazione
con l’appellante. All’analisi sono emersi sostanzialmente tre punti. 1) Le difficoltà riscontrate dai
volontari nel corso della telefonata sono principalmente generate da casi di dubbia finalità, ovvero
quando non è chiaro al volontario se l’appellante utilizzi il servizio di Telefono Amico per le
corrette finalità. 2) I volontari appaiono abbastanza interessati all’inizio della telefonata e tale
interesse persiste anche nel corso della chiamata stessa. Molto raramente l’interesse è sostituito
dalla noia o indifferenza. 3) Secondo i volontari stessi la loro funzione si identifica principalmente
con l’ascolto (79%) o con il contenimento della chiamata stessa (15%) e molto meno con il
coinvolgimento o il dare informazioni.