L`innovazione più importante per l`Italia che vuole tornare a crescere
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L`innovazione più importante per l`Italia che vuole tornare a crescere
Date/Data: Page/Pagina: #/Foglio: 2012-05-08 -1/2 L'innovazione più importante per l'Italia che vuole tornare a crescere? "Reinventare le università!", risponde senza esitazione Burton Lee, esperto di imprese e innovazione presso l'Università di Stanford e advisor di startup e investitori in Silicon Valley, che interverrà venerdì alla prima edizione del Technology Forum, L’ecosistema per l’innovazione: quali strade per la crescita delle imprese e del Paese, organizzato da The European House–Ambrosetti a Castelbrando in provincia di Treviso l'11 e il 12 maggio prossimi. L'appuntamento, organizzato in collaborazione con la US Air Force, farà il punto sull'innovazione e il trasferimento tecnologico e l'intervento di Lee è particolarmente atteso, visto che proprio in queste settimane i 12 saggi della task force per l'innovazione del ministro per lo sviluppo Corrado Passera (atteso a CastelBrando sabato insieme al ministro per la ricerca Francesco Profumo), sta mettendo a punto la bozza del decreto Startup Italia previsto per giugno. "Le università - spiega Lee - devono essere organizzate come istituti aperti e permeabili, la cui missione principale sia la generazione di una nuova proprietà intellettuale (ovvero più brevetti prodotti dalla ricerca e meno vincoli di insegnamento). Devono poter collaborare facilmente con il settore privato, sia che si tratti di imprese affermate e mature, nuove start-up o investitori". PRESS REVIEW/RASSEGNA STAMPA Date/Data: Page/Pagina: #/Foglio: 2012-05-08 -2/2 Le raccomandazioni di Lee sui passi da compiere per rilanciare una crescita basata sull'innovazione non si fermano però agli atenei. "Il vostro paese deve anche rafforzare il mercato del venture capital e degli angel, investire e creare un quadro fiscale che permetta a più dipendenti delle startup italiane di possedere stock-option. Questo innescherebbe una reazione a catena, perché ogni volta che una startup ha successo e le sue quote aumentano di valore, come nel caso di una quotazione in borsa, chi ha azioni diventa spesso un nuovo angel investor. C'è poi da modificare la vostra cultura, dettata anche dal sistema legale, che penalizza e stigmatizza, il rischio legato alla creazione di imprese innovative". Il paradosso italiano (abbondanza di ricerca di alto livello e tante piccole e medie imprese, ma incapacità di creare campioni dell'innovazione globale come Google o Facebook) è un problema comune a molti Paesi europei, secondo Lee, e con radici che affondano nelle scuole di business e di ingegneria, dove si punta poco e tardi sui mercati globali, design e lingua inglese, ma anche nella struttura stessa delle imprese italiane, concentrate in poche mani e le politiche di aiuti statali che non lasciano fallire le aziende inefficienti. "L'esperienza Usa mostra che il governo può giocare un ruolo fondamentale nel promuovere l'innovazione se il suo intervento è limitato a misure precise e concrete. Uno dei punti più critici è una regolamentazione chiara e fluida del mercato dei brevetti. Oltreatlantico la legge Bayh-Dole che nel 1980 ha permesso a università piccole imprese e non profit di controllare brevetti è stato un passo fondamentale. Altri fattori sono stati le facilitazioni fiscali per l'innovazione a livello federale e statale e i finanziamenti, a vari livelli, della ricerca applicata. Ma guai a lasciare che l'esperienza Usa diventi una guida per tutto. Il punto cruciale per l'Italia è ripartire dalle università". (Credit pe la foto: Getty) PRESS REVIEW/RASSEGNA STAMPA