DIRITTI E DIGNITÀ UMANA Per diritti umani si intende

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DIRITTI E DIGNITÀ UMANA Per diritti umani si intende
DIRITTI E DIGNITÀ UMANA
Per diritti umani si intende quella massa di pretese di individui e gruppi, giuridicamente titolate o non
titolate, che si rivolgono verso i singoli e le istituzioni collettive. È questa la versione dignitaria dei diritti
umani! Essa trova la sua miglior fondazione in Kant che vede nell’impossessamento di una cosa la
beatitudine non sono per il possesso fisico, ma perché da questo consegue la possibilità del possesso non
fisico, il possesso dei diritti. Se l’essenza sta in questo possesso da cui deriva la volontà di esigerne il
rispetto, allora la dignità umana, costruita dalle leggi degli uomini, si risolve in un possesso giuridico.
Tale visione trova conferma nell’art.1 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo: “tutti gli umani
nascono liberi e uguali in dignità e diritti”. La dignità è correlata all’eguaglianza, essa rimane uguale a
prescindere dagli esiti della vicenda di vita di ognuno di noi. Bisogna vedere però se ci sono riflessi delle
azioni dell’uomo sulla dignità:
- sono presenti se la dignità è qualità intrinseca della persona
- non sono presenti se la dignità è garantita solo dal momento della nascita.
DIGNITÀ E VALORE
La dignità può essere intesa secondo varie accezioni a seconda dei diversi periodi storici e culturali:
Dignità come virtù da imparare
a. in Omero
Nel mondo greco l’uomo è degno quando vale e vale in misura pari al bene che può assicurare agli altri: è
una dignità dinamica (non statica: l’uomo è degno perché uomo). Degno è l’uomo che compie azioni
valevoli per gli altri. Tale valore è espresso con il termine axia e axioma, per cui axios è l’uomo valoroso.
Trova riscontro in Omero  nell’Iliade Ulisse è degno in quanto uomo che non fugge e non permette agli
altri di fuggire, è quel soldato non vile, né codardo che non indietreggia.
Ettore abbandona la moglie Andromaca e il figlio Astianatte per recarsi in guerra a combattere e difendere la
patria. Il rispetto che egli prova nei confronti dei suoi concittadini e che gli impedisce di indietreggiare non è
collegato solo al desiderio di accrescere il proprio onore, ma è funzionale al rapporto con gli altri. Secondo
Omero è l’esempio perfetto della virtù umana più fulgida. Egli è considerato come il perfetto eroe greco.
Alcuni autori hanno mosso una critica a tali personaggi ritenuti portatori di valori arcaici, estranei alla cultura
classica, e mossi solo da vanità, narcisismo e interesse personale. Tali critiche non sono però supportate
secondo Vincenti da validi argomenti, specie in riferimento ad Ettore.
b. in Aristotele
La premessa è che gli uomini sono tutti degni anche se non in misura uguale; sono le azioni che segnano la
misura della nostra dignità.
Trova riscontro in Aristotele  nell’Etica Eudemea afferma che chi desidera piccole cose avvertendo che la
sua dignità è a queste adeguata non è meno degno del magnanimo. Quel che conta il suo valore è la capacità
di valutare senza errore (quindi senza cadere in vanità o pusillanimità) le proprie attitudini e potenzialità. Il
miglioramento della propria dignità è possibile a chi abbia esatta consapevolezza di sé perché questi si riterrà
degno delle cose di cui lo è. Al vertice si pongono gli uomini degni, nel senso che sono capaci di realizzare
grandi cose e le realizzino. La gloria che deriverà da tali atti sarà la giusta ricompensa per i benefici che la
sua azione avrà recato alla comunità di appartenenza.
Dignità come merito acquisito
a. in Cicerone: dignità-merito
il concetto di dignitas romana coincide con i significati di merito, grado, carica. Dignus è l’uomo meritevole
del padre, dell’avo, dei suoi antenati; meritevole di lode e di essere ricordato.
 nel De re publica Cicerone conferma la natura valoriale della dignitas la quale è strutturata in gradi
progressivi. L’eguaglianza assoluta dei diritti è una situazione che non può durare, ma la dignitas dev’essere
riconosciuta a ciascuno in ragione del suo merito, in quest’ottica le distinzioni tra nomine sono legittime. A
Roma ci si affida alla dignitas per attribuire una funzione pubblica, si tratta dunque di un affidamento di un
ruolo pro dignitate, in ragione quindi della meritevolezza della persona cui è destinato l’ufficio. Si tratta di
un metodo dalli Boii investitura molto ammirato da Cesare.

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