tornare a casa - Edizioni Appunti di Viaggio

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tornare a casa - Edizioni Appunti di Viaggio
Novità
EDIZIONI LA PAROLA
TORNARE A CASA
Un commento Zen all’Odissea
di Norman Fisher
Traduzione in italiano di Dario Doshin Girolami
Note tecniche: pagine 275, prezzo 24 euro
Prefazione all’edizione italiana
Forse in molti ricordano quando,
negli anni Settanta, la Rai mandò in
onda per la prima volta L’Odissea,
con Bekim Femhiu. Con i vecchi
monitor a bianco e nero e la ricezione nebulosa, si aveva quasi l’impressione di guardare il vero
Ulisse, attraverso un cronovisore
che, come una finestra sul tempo,
ci faceva vedere in diretta le sirene
attirare i marinai, o il ciclope scagliare massi. Finalmente i personaggi che avevamo immaginato sui
banchi di scuola avevano un volto.
Ma da sempre l’Odissea appartiene
profondamente alla nostra cultura,
tanto che molti luoghi del nostro
paese hanno nomi connessi a tale
poema. Per esempio Scilla e
Cariddi, le isole Eolie, il monte
Circeo.
Per farci conoscere lo Zen,
Norman Zoketsu Fisher, da compassionevole maestro quale è,
piuttosto che usare antiche storie
cinesi - come fanno normalmente i
libri sullo Zen - e per aprirci la
mente e il cuore, usa le storie
dell’Odissea, storie che ci appartengono e che dunque sono assolutamente comprensibili alla
mente occidentale.
Inoltre, abilmente l’autore affianca
all’antica saggezza Zen citazioni dal
Cristianesimo, dall’Ebraismo, dalla
teologia e dalla filosofia, attingendo
alla sua unica e unificante visione
della vita. Quindi, come tutti i veri
libri Zen, questo è un libro Non
Zen. Il Maestro Zoketsu, infatti,
riesce ad andare al di là del linguaggio dello Zen, puntando dritto
verso quella patria spirituale che
appartiene a tutti gli esseri.
Quando Odisseo - o Ulisse per i
latini - torna a Itaca, il primo a
riconoscerlo, al di là di ogni
mascheramento, è il cane Argo,
che “rizzò muso e orecchie”. Ma
nell’edizione originale greca
Omero ci dice che Argo “noèin”
con il muso. Il verbo noein vuol
dire annusare, fiutare e indica la
capacità di subdorare, di presentire, di accorgersi istintivamente di
qualcosa. Dopo Omero il verbo è
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divenuto il termine per indicare il
pensare. Ma anche quando questo
termine si è sviluppato con un
significato tecnico, ha sempre indicato un’apprensione in qualche
modo diretta, immediata, un’intuizione, opposta a forme di pensiero
discorsivo. E la pratica Zen ha
proprio a che vedere con il silenziare la mente logico discorsiva per
permettere a un pensiero più
profondo di sorgere. Un pensiero
diretto, intuitivo, perfettamente
aderente a quello che è la realtà,
un pensiero immediato, cioè senza
mediazioni. Attraverso questo
libro Norman Fisher sembra proprio volerci insegnare a pensare in
questo modo, cioè a “pensare il
non-pensiero”, come si dice nella
tradizione Zen. Non è un caso che
un famoso koan zen - cioè uno di
quei famosi indovinelli irrisolvibili
razionalmente usati dalla tradizione per aprire la mente del praticante - domanda: “Un cane ha la
natura di Buddha?”
Ma c’è di più. Poiché lo Zen è
essenzialmente una pratica, ogni
capitolo si conclude con un esercizio pratico di meditazione. Passo
dopo passo il lettore viene condotto lungo il viaggio interiore attraverso una serie di pratiche profondamente utili a chi intende avvicinarsi alla meditazione Zen ma
anche a tutti quelli che intendono
seguire un cammino spirituale, o
meglio, un viaggio di ritorno a casa.
Ho incontrato Norman Zoketsu
Fisher per la prima volta a un rea-
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ding in memoria del poeta beat e
monaco zen Philip Whalen. Sul
palco del teatro dell’Università di
San Francisco si sono succeduti
poeti e scrittori come Michael
McClure, Diane di Prima, Leslie
Scalapino, Jane Hirschfield e tanti
altri. Gli ultimi poeti della beat
generation erano venuti a recitare o
a improvvisare poesie per il loro
amico scomparso Philip Zenshin
Whalen. E a guidare la serata c’era
Norman, anche egli poeta e scrittore. Mi sembrò di stare davanti a un
personaggio uscito da un libro di
Jack Kerouak, o meglio, uscito da
un antico libro zen: monaco zen,
poeta, montanaro, allo stesso
tempo saggio e divertente.
L’insegnamento di Norman è noto
per essere eclettico, aperto, avvolgente. La sua poesia è nota per le
innovazioni linguistiche, lo humor e
per la profondità spirituale. E’
quindi con grande gioia che presentiamo al pubblico italiano la presente opera, che ben rappresenta le
tante qualità di Fisher, compresa la
sua capacità di adattare il linguaggio Zen alla cultura occidentale.
I passi dell’Odissea citati nell’edizione originale di quest’opera,
provengono da diverse versioni
inglesi del poema Omerico. Per
l’edizione italiana, piuttosto che
ritradurli, per evitare così il doppio rimbalzo greco - inglese - italiano, abbiamo invece preso i passi
corrispondenti dalla moderna e
precisa
traduzione
italiana
dell’Odissea di Rosa Calzecchi
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Onesti, pubblicata da Enaudi.
Nel testo originale Fisher si riferisce costantemente all’eroe del
poema omerico come Odisseo,
preferendo il nome greco al nome
latino Ulisse. Sebbene in italiano
l’eroe sia più conosciuto come
Ulisse, abbiamo preferito rimanere
fedeli alla non casuale scelta dell’autore e usare per tutto il testo il
nome Odisseo.
L’augurio è che il presente libro,
oltre ad avvincere gli adepti del
Buddhismo, possa avvicinare allo
Zen anche tutti quelli che hanno
amato l’Odissea, che hanno pensato, almeno una volta, che
l’Odissea, oltre a un poema epico,
è un grande manuale spirituale e
anche a tutti quelli che, come
Odisseo, “molti dolori patirono in
cuore sul mare, lottando per la vita
e pel ritorno”.
Dario Doshin Girolami
Centro Zen L’Arco - Roma
NORMAN FISHER
Norman Fisher è un poeta, uno
scrittore, un prete Zen e un abate.
Fondatore
e
insegnate
dell’Everyday Zen Foundation
(www.everydayzen.org) è uno dei
maestri Zen con più anzianità in
America. Oltre a guidare ritiri ed
eventi nei suoi centri negli Stati
Uniti, in Canada e in Messico,
Norman insegna in molti altri centri di meditazione nel resto del
mondo. Il suo approccio alla
meditazione è noto per la flessibi-
lità e l’apertura. Norman lavora
anche regolarmente con uomini
d’affari, avvocati, meditatori di
tradizione ebraica, specialisti nella
risoluzione di conflitti, per condividere lo spirito e la pratica Zen al
di là degli aspetti formali. Ha insegnato nelle università di Harvard,
Yale, Brown e Stanford.
Nel corso degli anni, Norman
Fisher ha pubblicato diversi articoli per molte riviste di Buddhismo,
ed è nella assemblea dei consiglieri
della rivista BuddhaDharma. I suoi
saggi sono stati inclusi ogni anno
nelle edizioni di Best Buddhist
Writing, ovvero un’antologia dei
migliori saggi dell’anno sul
Buddhismo pubblicata dalla casa
editrice Shambala. Ha pubblicato
diversi libri tra i quali: Opening to
You: Zen-Inspired Translations of
the Pslams (Putnam, 2002) e
Taking our Places: The Buddhist
Path to Truly Growing Up
(HarperSF, 2003), che è stato
incluso dal San Francisco Chronicle
nella lista dei best seller. Laureato
in scrittura creativa presso l’università dell’Iowa, Norman fa parte
della vivace scena letteraria della
baia di San Francisco fin dagli anni
Settanta. Dozzine sono le raccolte
di poesie che ha pubblicato. Tra le
più recenti figurano: Slowly but
Dearly (Chax Press, 2003) e I was
Blown Back (Singing Horse Press,
2005). Vive con sua moglie Kathie
a Muir Beach, in California, vicino
al Centro Zen e fattoria biologica
di Green Gulch, dove ha fatto l’abate fino al 2000.
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