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Lezione 9
Lezione 9
Materiale di riferimento
Sommario
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1. D. A. Patterson, J. L. Hennessy, “Computer
Organization and Design”, Morgan Kaufmann, cap.
7 pagg. 540-578.
2. A. Clements, "The principles of computer
hardware", Oxford, 2000, cap. 9, pagg. 461-486.
3. G. Bucci, "Architetture degli elaboratori
elettronici", McGraw-Hill, 2001, cap. 3, pp.
77–100.
4. P. Lapsley, J. Bier, A. Shoham, E.A. Lee, "DSP
Processor Fundamentals - Architectures and
Features", IEEE Press, New York, 1997, cap. 5.
Organizzazione della memoria
Memorie esterne
Tipi di memoria
Organizzazioni avanzate: memorie cache
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Sistemi di memoria
I microprocessori per uso generico (PC)
utilizzano sempre due diversi sistemi di
memoria:
1.memoria ad accesso immediato;
2.memoria di tipo secondario o di massa.
I mC e i DSP sfruttano esclusivamente
memoria ad accesso immediato, sia interna,
i.e. realizzata all’interno dello stesso chip
che contiene il processore (on-chip), sia
esterna (off-chip), opportunamente
connessa alla prima.
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Sistemi di memoria
Sistemi di memoria
La memoria ad accesso immediato è realizzata
esclusivamente attraverso opportuni circuiti a
semiconduttore (tipicamente in tecnologia
CMOS), ed è disponibile in forme diverse (ad
es. SRAM, DRAM, EPROM, EEPROM, …),
tutte variamente usate nei mC e nei DSP.
La memoria ad accesso immediato può essere
di tipo volatile o non volatile. La memoria di
tipo volatile è di solito memoria di
lettura/scrittura, mentre la memoria non
volatile è di solito di sola lettura (anche se
può essere ri-programmata).
I parametri chiave che qualificano un sistema
di memoria sono i seguenti:
1. dimensione: in bit o in byte indica il
numero di celle (unità elementari di
informazione) che compongono la memoria
e talora anche la sua organizzazione (ad
es: 64k x 4 bit);
2. velocità: viene descritta in modo
equivalente sia in termini di tempo di
accesso, che di latenza che di banda
passante.
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Sistemi di memoria
In ogni sistema a microprocessore si possono
sempre individuare alcuni elementi costitutivi
fondamentali, che sono:
1. unità aritmetico logica (ALU)
2. unità di controllo
3. memoria
4. periferiche di input-output (I/O)
L’organizzazione del sottosistema di memoria in
un mC o DSP, differisce da quella propria di
un processore generico. Non è infatti mai
presente memoria di massa.
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Sistemi di memoria
Sistemi di memoria
2.a tempo di accesso: è il tempo (in ns di
solito) che intercorre tra la richiesta
del dato e il momento in cui esso è reso
disponibile (ciclo di read). Si compone di
due parti: tempo di decodifica o
localizzazione del dato e tempo di
trasferimento del dato.
2.b latenza: è il tempo che intercorre tra
l’inizio del ciclo di write e l’arrivo del
dato in memoria. I tempi di read e
write sono normalmente uguali.
2.c banda passante: è un’indicazione della
velocità alla quale i dati possono essere
trasferiti dal processore alla memoria e
viceversa. Si misura in bytes al secondo.
3. consumo di potenza: indica la potenza
elettrica media richiesta da un sistema
di memoria. In alcuni casi i costruttori
forniscono anche potenza assorbita in
stand-by (a riposo). Questi dati sono
fondamentali per il dimensionamento dell’
alimentazione di un sistema di memoria
esterno al chip.
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Sistemi di memoria
Le caratteristiche di un sistema di memoria
ideale sono le seguenti:
1. alta velocità;
2. piccola occupazione di area di silicio;
3. basso consumo;
4. robustezza (rispetto a disturbi,
variazioni di temperatura, …);
5. basso costo.
Queste caratteristiche sono in larga misura
incompatibili tra loro, il che costringe a
scelte di compromesso.
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Sistemi di memoria
Sistemi di memoria
Tutti i sistemi di memoria sono organizzati in
modo gerarchico. Il concetto di gerarchia di
memoria funziona bene in quanto le
informazioni che un processore scambia con la
memoria hanno sempre caratteristiche di:
1. località spaziale: i dati che sono
spazialmente prossimi all’interno della
memoria tendono ad essere usati a breve
distanza gli uni dagli altri;
2. località temporale: quando un dato viene
usato dal processore di solito viene anche
ri-usato a breve distanza.
Un sistema di memoria può quindi avere
eccellenti prestazioni combinando piccole
quantità di memoria molto veloce (quindi molto
costosa, a elevato consumo,…) e quantità via
via più grandi di memoria più lenta (e quindi
meno costosa, a minore consumo, …).
La memoria più pregiata in un processore è
rappresentata dai registri.
La memoria interna, che è di solito di tipo
SRAM (RAM statica), è molto più estesa (può
arrivare a molti kbyte) ma considerevolmente
più lenta (in termini relativi).
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Sistemi di memoria
4. integrazione: dipende dalla tecnologia
usata nella realizzazione della memoria,
con particolare riferimento alla
definizione del processo fotolitografico
usato per la creazione delle maschere di
processo. La densità di memoria (numero
di bit per unità di volume) è direttamente
legata al livello di integrazione. Le prime
unità di memoria prodotte (anni ‘60)
avevano una capacità di appena 16 bit.
Attualmente esistono memorie su singolo
chip con capacità di dell’ordine di 1 Gbit.
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Organizzazione della memoria
Organizzazione della memoria
La memoria on chip può essere organizzata
in modi diversi, al fine di massimizzare le
prestazioni del processore.
Nelle organizzazioni di tipo Harvard, la
memoria è suddivisa in banchi separati che
fanno uso di bus indipendenti per il
trasferimento dei dati o delle istruzioni.
Talvolta questa suddivisione in banchi viene
iterata in modo da permettere l’accesso
simultaneo ad una istruzione e a più di un
dato. Si parla di organizzazioni Harvard
modificate.
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In alcuni casi i banchi di memoria sono 3,
uno per le istruzioni (P) e due per i dati (X,
Y). In questo modo, in un singolo ciclo del
processore è possibile leggere una istruzione
e fino a due operandi.
Queste organizzazioni avanzate non sono
normalmente estendibili alla memoria offchip in quanto non tutti i bus vengono resi
disponibili all’esterno. Al massimo, ne sono
resi disponibili due (dati e istruzioni). I
vantaggi di una organizzazioni a banchi
multipli vanno quindi parzialmente persi.
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Organizzazione della memoria
16 bit
Bus indirizzi X
Bus indirizzi Y
Bus indirizzi P
MUX
Bus indirizzi
esterno
16 bit
Bus dati X
Bus dati Y
Bus dati P
Bus dati
esterno
Logica di
controllo bus
esterno
In alcuni casi, invece di ricorrere a banchi di
memoria multipli, si ricorre a memorie di tipo
dual port. Queste permettono due accessi
simultanei (duplicano tutta l’elettronica di
decodifica e di accesso alle celle) pur
mantenendo una organizzazione a singolo
banco (tipo Von Neumann).
Esistono anche memorie di tipo multiple port
dove il numero di accessi simultanei può
arrivare fino a 4.
Il limite principale di queste memorie è
rappresentato dal costo molto alto.
write/read
X/Y
memoria programmi
memoria dati
input
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Organizzazione della memoria
CPU
Bus dati 1
Bus indirizzi 1
Bus dati 2
Bus indirizzi 2
Bus dati 3
Bus indirizzi 3
Memoria A
(dual port)
Memoria B
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Organizzazione della memoria
Schema di
espansione della
memoria interna
su due bus
esterni a 16
bit.
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Organizzazione della memoria
Organizzazione di tipo
composto: una memoria
dual port (banco A) e
una memoria standard
(banco B), permettono
l’accesso simultaneo a
una istruzione e due
dati.
Tipica nei DSP Motorola
della serie 561xx.
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In altri casi, la possibilità di accessi multipli
è garantita dalla integrazione on-chip di
banchi di memoria molto veloci, capaci di
permettere più accessi in sequenza nello
stesso ciclo di clock.
Memoria di questa qualità può essere
ottenuta solo ricavandola all’interno del
processore stesso. Si tratta di una soluzione
efficace, ma estremamente costosa.
Come le soluzioni multi-port anche queste
soluzioni, dette multi-access, non sono
praticabili a livello di memoria esterna.
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Organizzazione della memoria
Organizzazione della memoria
Nei mC e DSP il controllo della memoria
esterna è reso possibile da un opportuno
circuito, di solito interno al chip (non sono
richiesti controller aggiuntivi).
Le caratteristiche dei controllori integrati
nel chip sono però molto variabili. Alcuni
consentono solo di generare i segnali
essenziali (selezione, strobe, … ) per i bus
esterni, altri sono molto più flessibili
consentendo la gestione di wait-states e
memorie esterne del tipo “da PC” (es: DRAM
a pagine).
I cicli di attesa o wait-states sono necessari
ogni volta che la memoria esterna risulta più
lenta del processore.
Se il processore richiede N cicli di clock per
accedere alla memoria (spesso N = 1), la
memoria deve presentare un tempo di accesso
TA tale che:
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TA<N⋅Tclk
Se questo non si verifica, è comunque
possibile rallentare il processore con un certo
numero Nw di cicli di attesa.
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Organizzazione della memoria
Organizzazione della memoria
Questo comporta però una penalizzazione
nello sfruttamento del processore, quindi è da
considerarsi molto attentamente. La
condizione
Ad esempio, supponendo di dover espandere
la memoria interna di un mC con una memoria
il cui tempo di accesso sia di 30 ns, a fronte
di un periodo di clock di 25 ns (si assuma
N=1) si ha che la condizione:
TA<(N+Nw)⋅Tclk
TA<(N+Nw)⋅Tclk
può infatti essere soddisfatta anche con
Nw=0, per esempio ricorrendo ad un aumento
di Tclk.
Anche un solo wait-state può essere infatti
una penalizzazione relativa troppo pesante
(e.g. del 100% nel caso N=1).
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può essere soddisfatta con Nw = 1. Questo
però rende il processore più lento del 100%
negli accessi alla memoria. Invece, riducendo
la frequenza di clock in modo che sia Tclk =
33 ns, la penalizzazione è solo del 32%.
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Tipi di memoria
Tipi di memoria
Nei mC e nei DSP la memoria volatile di
lettura/scrittura viene sempre realizzata
come SRAM (Static Random Access Memory).
Il termine RAM designa però ogni tipo di
memoria in cui il tempo di accesso risulti
indipendente dalla posizione spaziale della
locazione (o cella) cui si accede.
Quindi anche le memorie di sola lettura
(ROM) sono delle RAM, contrariamente a
quanto generalmente si pensi. L’uso del
termine RAM come sinonimo di memoria di
lettura/scrittura è quindi errato.
L’uso di memoria SRAM come memoria interna
per i mC e i DSP è giustificato dalle seguenti
proprietà:
1) elevata velocità (tempo di accesso tipico
dell’ordine di 1 ns);
2) semplicità di gestione (non richiedono
refresh, diversamente dalle DRAM);
L’uso è invece limitato da due fattori:
1) consumo non trascurabile (alcuni mW per
kbyte);
2) complessità realizzativa (6 o 4 transistori
per cella) ⇒ minore densità, costo più alto.
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Tipi di memoria
Tipi di memoria
VDD
La memoria SRAM veniva in passato usata
anche nel caso di espansioni di memoria
esterne. Attualmente si nota la tendenza a
utilizzare invece DRAM (Dynamic RAM),
essenzialmente per contenere i costi.
La necessità di refresh dei dati tipico delle
DRAM, costringe però, di norma, all’uso di
controllori esterni.
Anche le prestazioni ne risentono, in quanto il
semplice uso di wait-states non è sufficiente
a garantire l’interfacciamento al processore.
E’ necessario gestire wait-states dinamici.
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D
D
W
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Tipi di memoria
Tipi di memoria
B
Address bus
C
Chip Select
1 bus flottante
0
E
F
D
dati validi
tempo di accesso
Data bus
tempo di hold
Diagramma temporale di lettura per una SRAM
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Tipi di memoria
Tipi di memoria
Le RAM dinamiche hanno un costo molto
inferiore a quelle statiche e una densità
almeno 4 volte superiore.
Richiedono però una significativa circuiteria di
controllo per gestire i cicli di refresh, che
viene realizzata di norma insieme alla memoria
stessa.
Hanno tempi di accesso maggiori di quelli delle
RAM statiche (dell’ordine delle decine di ns).
Infine, presentano un consumo di potenza ben
minore di quello delle SRAM, dell’ordine di
0.1 mW/kbyte.
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Struttura generale di
una memoria DRAM.
bit lines
latch
address
RAS
word line
sense ampli
latch
CAS
bit line
word lines
indirizzo valido
row dec
1
0
tempo di ciclo
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Le RAM statiche altro non sono che schiere di
registri a latch (ciascun latch fatto con 4 o 6
transitori). Le memorie RAM dinamiche
sfruttano invece l’immagazzinamento di carica
elettrica per la registrazione dei bit di
informazione.
La carica viene immagazzinata sotto l’ossido di
gate di una struttura MOS, modificando la
conducibilità elettrica del canale sottostante.
Purtroppo la carica intrappolata tende a
ricombinarsi (leakage), da cui la necessità di
refresh, con periodicità intorno al ms.
col dec
A
1
0
Cella di memoria
SRAM: la
scrittura avviene
portando la write
line W a livello
alto e attivando
la linea dati
desiderata.
L’ingombro della
cella è elevato
(10µm x 10µm).
output
buffer
Din
Dout
R/W
CE
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Tipi di memoria
1
0
1
0
Address bus
indirizzo valido
riga
1
0
1
0
1 bus flottante
0
Address DRAM
colonna
A
1
0
RAS
C
CAS
E
B
D
Tipi di memoria
dati validi
Read/Write
Data bus
Diagramma temporale di lettura per una DRAM
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Tipi di memoria
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Memorie PROM
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Memorie PROM
bit line
word line
fusibile
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Memorie EPROM
Le memorie EPROM sono memorie di sola
lettura elettricamente ri-programmabili. La
cella tipica di una memoria EPROM ha
questa struttura:
Cella di memoria
PROM
La programmazione
avviene, in modo
irreversibile,
interrompendo il
fusibile.
VGG
VSS
Al momento della lettura il transistore rimarrà
spento: il circuito di lettura interpreta questo
stato come un valore logico 0.
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Nelle memorie PROM l’informazione è
associata allo stato di un transistore (ON o
OFF, normalmente corrispondenti a 1 e 0).
Questo a sua volta dipende da un microfusibile, che collega un terminale del
transistore (ad es. il Drain) ad un potenziale
fisso.
La memoria è inizialmente piena di 1. La sua
programmazione consiste nell’interrompere per
fusione alcuni dei micro-fusibili (1 → 0).
Le memorie PROM sono estremamente veloci
(tempi di accesso dell’ordine di 1 ns).
Esistono diversi tipi di memoria ROM:
1) PROM (OTP): memoria di sola lettura che
può essere scritta una sola volta;
2) EPROM: memoria di sola lettura che può
essere cancellata con un dispositivo
apposito a luce UV.
3) EEPROM: memoria di sola lettura che può
essere scritta e cancellata elettricamente.
4) Flash EPROM: memoria di sola lettura che
può essere scritta e cancellata
elettricamente. Strutturalmente diversa
dalla precedente.
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Nei mC e DSP è spesso integrata una piccola
quantità di memoria di sola lettura (ROM).
Questa può anche diventare la sola memoria
presente on-chip, quando si abbia a che fare
con prodotti di grandissima serie dove, ad
esempio, il programma, ritenuto definitivo,
viene memorizzato in modo non modificabile
durante la realizzazione del chip.
Comunque, anche in fase di sviluppo di una
applicazione, si ha spesso a che fare con
memoria di tipo ROM, anche se, di norma, di
tipo ri-programmabile e talvolta esterna.
gate
n+
gate flottante
ossido
p
n+
VDD
Substrato p35
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Memorie EPROM
Memorie EPROM
La memoria EPROM può essere vista come una
memoria di tipo dinamico nella quale il periodo
di refresh è estremamente lungo (alcuni anni).
Questo effetto si ottiene immagazzinando
carica elettrica in un conduttore molto ben
isolato, quindi esposto a correnti di leakage
molto basse: il gate flottante.
La carica giunge sul gate flottante attraverso
l’ossido sottile che lo separa dal canale
quando gate e drain sono polarizzati a
tensione elevata (20 V). Il meccanismo fisico
viene detto hot electron injection.
L’iniezione di elettroni caldi è dovuta a
ionizzazione da impatto in prossimità del
drain. La componente verticale del campo
elettrico trascina all’interno del floating gate
parte della carica negativa generata.
La cancellazione di una EPROM avviene
esponendo il chip ad una sorgente di
radiazione UV, che provoca la ricombinazione
attraverso l’ossido della carica intrappolata.
Il chip è incapsulato in un involucro dotato di
finestra trasparente, appunto a questo scopo.
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Memorie EPROM
Memorie EPROM
La presenza della carica negativa intrappolata
nel gate flottante provoca un innalzamento
della tensione di soglia del dispositivo. Al
momento della lettura, questo rimarrà spento.
Il circuito di lettura associa a questo stato il
valore logico 0.
ID
1
bit line
transistore di
selezione
word line
0
Ith
Vread
VG
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Cella di memoria EPROM
La programmazione
avviene innalzando la
soglia del MOS con gate
flottante in modo che, al
momento della lettura
questo resti spento.
La carica intrappolata nel
gate flottante viene
rimossa esponendo il chip
a radiazione UV.
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Memorie EEPROM
Memorie EEPROM
Si tratta di una memoria molto simile alla
EPROM, che può però essere cancellata solo
elettricamente. La sua cella tipica risulta così
strutturata:
L’estensione del gate flottante sopra al drain,
con riduzione al minimo dello spessore
dell’ossido (< 10 nm), permette agli elettroni
di raggiungerlo, in fase di programmazione,
per effetto tunnel (Fowler-Nordheim).
Dando una tensione negativa al gate gli
elettroni intrappolati possono ritornare al
drain, sempre per effetto tunnel. La
cancellazione della memoria è quindi
puramente elettrica.
Le EEPROM possono essere ri-scritte per un
numero grande, ma finito di volte (> 100000).
VGG
VSS
gate
n+
gate flottante
ossido
p
n
n+
VDD
Substrato pSimone Buso - Microcontrollori e DSP - Lezione 9
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42
7
Memorie EEPROM
word line
Cella di memoria EEPROM
Il circuito equivalente per
una cella di memoria
EEPROM è identico a
quello della memoria
EPROM.
La carica viene però
estratta dal gate
flottante per tunneling
con tensione di gate < 0.
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Anche le memorie FLASH sono cancellabili in
modo puramente elettrico, per effetto tunnel
(ossido sottile come le EEPROM) verso il
source.
Diversamente dalle EEPROM, il meccanismo
fisico di scrittura delle FLASH è l’iniezione di
elettroni caldi (come le EPROM, di cui
riprendono la struttura di cella, con un minore
spessore dell’ossido sotto il floating gate).
Possono essere riscritte anch’esse per un
numero finito di volte, che però è molto
grande (> 100000).
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Memorie FLASH
Memorie FLASH
La cella tipica di una memoria FLASH è
molto simile a quella di una EEPROM. La
cancellazione avviene polarizzando
negativamente il gate e positivamente il
source.
gate flottante
gate
ossido
VGG
VSS
n+ n
p
n+
E’ molto comune incontrare mC e DSP con
memoria FLASH incorporata. La gestione della
memoria, che è piuttosto complessa, è in
questo caso a cura di un apposito controller
incorporato nel mC (o DSP) stesso.
Il problema principale delle FLASH è legato al
fatto che i tempi di lettura e scrittura sono
variabili in funzione di parametri come
temperatura, età, tolleranze di processo.
Quindi la gestione dei tempi di attesa deve
essere dinamica (di solito tramite polling di un
apposito registro di stato).
VDD
Substrato pSimone Buso - Microcontrollori e DSP - Lezione 9
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Memorie FLASH
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Memorie FLASH
Decoder di riga
Inoltre, la cancellazione può avvenire solo per
blocchi (richiede la polarizzazione ad una
tensione positiva del source) di alcuni kbyte.
Conviene quindi che i dati siano registrati
nella memoria evitando di utilizzare sempre lo
stesso blocco, per aumentare la vita utile
(ogni cancellazione implica uno stress per la
memoria).
I tempi di cancellazione e scrittura possono
essere abbastanza lunghi, dell’ordine di alcune
decine di secondi per un chip da 256 kbyte.
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Source switch
bit line
transistore di
selezione
Memorie FLASH
Blocco di memoria
FLASH
Il circuito
equivalente di una
cella non prevede il
transistore di
selezione.
Decoder di colonna
Ogni blocco ha i terminali di source connessi
ad un deviatore che permette l’applicazione
della tensione di cancellazione.
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Organizzazioni avanzate: cache
Memorie EPROM, EEPROM, FLASH
EPROM
Dimensioni (cella)
Programmazione
Cancellazione
Tempo di cancellazione
Cancellazione minima
Tempo di scrittura
Tempo di accesso
EEPROM
1
3.0
1.2
CHEI
FNT
CHEI
Luce UV
FNT
FNT
20 min.
5 ms
1 s
byte
blocco
5 ms
< 100 µs
10 ns
100 ns
chip
< 100 µs
100 ns
Le prestazioni di un sistema di memoria
possono essere aumentate in modo molto
significativo e a costi relativamente contenuti
sfruttando il concetto di memoria virtuale.
L’idea è far apparire la memoria molto più
veloce di quanto essa sia, facendo in modo
che il maggior numero possibile di accessi
(>95%) avvenga in una sua piccola frazione,
realizzata con una tecnologia ad alta velocità.
Ciò ha senso solo per sistemi di memoria di
dimensioni considerevoli e relativamente lenti,
tipici di dispositivi di alta gamma (DSP).
FLASH
Tabella comparativa per i diversi tipi di
memoria ri-programmabile
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Organizzazioni avanzate: cache
Organizzazioni avanzate: cache
I sistemi cache consentono un miglioramento
di prestazioni in tutti e soli i casi in cui la
memoria non può essere letta in un solo ciclo
di clock del processore.
Questo non è comune nei mC, che hanno
frequenze di clock piuttosto basse. Lo sta
invece diventando nei DSP più potenti, che
cominciano ad operare a frequenze di clock di
centinaia di MHz.
Questi fanno spesso uso anche di memoria
DRAM, il che li rende molto simili ai
processori per uso generico (che usano cache).
Il livello di complessità delle cache usate nei
DSP è comunque inferiore (per ragioni di costo)
a quello dei processori per uso generico (PC).
Comunque l’uso della cache riguarda solo la
memoria istruzioni, mai la memoria dati. Ciò
risolve il problema della gestione delle
scritture in memoria, che complica
notevolmente i sistemi cache per uso generico.
Nei casi più semplici, la cache di un DSP è un
semplice buffer che immagazzina brevi
sequenze di istruzioni (repeat buffer).
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Memoria cache
Memoria cache
Per memoria cache si intende un segmento del
sistema di memoria, caratterizzato da elevata
velocità, nel quale, attraverso strategie
opportune, si fa in modo di registrare le
informazioni più frequentemente richieste dal
processore, prelevandole dalla memoria più
lenta.
Il parametro principale in un sistema a cache
è il suo hit-ratio (h), che rappresenta la
frazione di accessi alla memoria, sul totale
che il processore esegue, che riescono a
trovare i dati richiesti nella cache stessa.
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La tipica organizzazione di un sistema cache
prevede lo sdoppiamento dei bus dati e
indirizzi e un opportuno circuito di controllo.
bus dati
CPU
bus indirizzi
controller
cache
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hit
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memoria
principale
memoria
cache
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9
Memoria cache
Memoria cache
E’ possibile stimare il vantaggio offerto dalla
cache nella riduzione del tempo di accesso
apparente alla memoria considerando alcuni
parametri:
tacc: tempo di accesso alla memoria principale;
tc: tempo di accesso alla memoria cache;
h: hit ratio.
La quantità che definisce l’efficienza del
sistema cache è lo speed-up ratio S:
S =
E’ interessante valutare l’andamento di S in
funzione di h:
S
5
4
3
2
1
0
0.5
1
h
tacc
h·tc + (1-h)·tacc
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Il valore massimo
di S si ottiene per
h=1, ed è pari al
rapporto tra tacc e
tc (qui assunto
uguale a 5).
Valori tipici di h
sono dell’ordine di
0.95.
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Memoria cache
Memoria cache
In realtà, il miglioramento nelle prestazioni di
un mC o DSP con cache dipende anche dalla
quota di tempo q spesa dal processore in
attività che non coinvolgono la memoria e dal
numero di cicli di clock richiesti per l’accesso
alla memoria. Una valutazione più accurata
dell’incremento di velocità consentito dalla
cache può quindi essere la seguente:
Sono possibili almeno 3 diverse organizzazioni
delle memorie cache:
1. a mappatura diretta;
2. associativa;
3. parzialmente associativa.
Il costo di queste soluzioni è crescente, e
dipende dalla complessità dell’algoritmo che
gestisce il caricamento dei dati nella cache e
gli eventi di “miss”, ossia il mancato
ritrovamento dei dati cercati nella cache. La
complessità è minima per le cache a
mappatura diretta.
Tciclo_avg = q·Tclk + (1-q)·(h·tc + (1-h)·tacc)
dove si valuta la durata media di un ciclo
macchina, Tciclo_avg, in relazione a Tclk.
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Cache a mappatura diretta
TAG
B
Linea
Word
L
W
cache
linea k
Si assume di disporre di una memoria
principale divisibile in 2B blocchi, ciascuno
costituito da 2L linee di 2W parole.
La cache è suddivisa in due sezioni: la sezione
DATA e la sezione TAG. Nella prima vengono
copiate 2L linee di memoria, nella seconda
l’indirizzo del blocco di appartenenza di
ciascuna linea (detto appunto TAG).
La linea indirizzata dalla CPU viene cercata
nella cache. Simultaneamente viene anche
cercato il suo TAG. Viene quindi operato il
confronto tra i due TAG.
indirizzo
linea k
linea k
memoria
principale
linea k
blocco 2B
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Cache a mappatura diretta
blocco j-1
blocco j
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10
Cache a mappatura diretta
Cache a mappatura diretta
Se il blocco indirizzato dalla CPU ha lo stesso
TAG della linea trovata nella cache si ha un
hit, altrimenti un miss.
In caso di miss la linea cercata dalla CPU
viene copiata nella cache al posto di quella
inutile, che viene ricopiata nella memoria
principale o semplicemente cancellata.
Questa è l’organizzazione più semplice (meno
costosa) per una memoria cache. E’
inerentemente parallela e composta da due
banchi di memoria veloce e da un comparatore
digitale per il confronto dei TAG.
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Linea
TAG
Word
TAG
COMP
indirizzo
DATA
hit
oe
sel
bus dati
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Cache associative
Cache associative
Nelle cache associative, qualunque linea di
memoria può occupare qualunque posizione
nella cache.
Il TAG in questo caso è l’intero indirizzo della
linea cercata (composto da B+L bit).
La ricerca di una linea avviene confrontando
simultaneamente (in parallelo) tutti i TAG con
quello cercato (array di porte XOR).
Solo se il confronto è positivo e quindi solo
una volta concluso, la linea cercata può essere
inviata al bus dati (organizzazione seriale).
La gestione dei miss richiede una strategia
non ovvia di sostituzione delle linee. Si
possono usare soluzioni diverse, ossia:
1. si rimpiazza una linea a caso (RANDOM)
2. si rimpiazza la prima linea entrata (FIFO)
3. si rimpiazza la linea meno recentemente
usata (LRU);
La complessità (ed il costo) di questi algoritmi
è in ordine crescente.
In generale, le cache totalmente associative
sono molto costose da realizzare.
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Cache parzialmente associative
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Memoria cache
Le cache parzialmente associative sono
costituite da più cache a mappatura diretta
operate in parallelo.
Nel caso più semplice si usano due cache in
parallelo e si parla di cache associativa a 2
vie.
E’ quindi possibile avere due linee k
simultaneamente presenti nella cache.
Il confronto dei TAG avviene quindi ancora in
parallelo, ma coinvolge solo due istanze di
TAG (risultando più semplice rispetto alle
cache associative).
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Il dimensionamento di un sistema cache è
molto complesso.
E’ necessario stabilire numerosi parametri,
tra i quali: la dimensione della cache, la
dimensione della linea e, nel caso di cache
associative (anche parzialmente), la
strategia di gestione dei miss.
L’impatto sulle prestazioni finali del
processore è comunque difficile da
prevedere sulla carta: spesso il
dimensionamento si basa su simulazioni del
sistema.
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