Edgar Allan Poe l`enigmista

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Edgar Allan Poe l`enigmista
Lʹautore ha qui a cuore di precisare che: le espressioni inglesi vengono spesso spesso tradotte in
maniera volutamente ʺantiquataʺ per rendere in qualche modo lo stile del Poeta; la spaziatura
dei testi appare varie volte difettosa sia quanto alla conversione nel formato selezionato che alla
loro estrazione e collazione, essendo parti di altro volume e dovendo essere fra loro uniformate
per quanto possibile; nel corso delle sue private ricerche ha potuto usufruire del fondamentale
apporto di molti siti piuttosto importanti ed in particolare ringrazia: fultonhistory.com per le
scansioni delle Riviste nelle quali il Poeta ha pubblicato moltissime delle Sue Opere e la Edgar
Allan Poe Society of Baltimore per la consultazione di esse, inserite o meno nel Canone ivi definito.
Lʹimmagine in copertina è tratta dal ʺPhiladelphia Saturday Museumʺ del 4 Marzo 1843, pag. 1, coll. 2-3
ii
Indice
A Few Words
pag.
1
Enigmatico e Conundrum-ico
"
3
Enigmatico
"
15
Un altro Quesito
Ancora un altro
Ancora un altro Quesito
"
"
"
19
20
23
Ancora un altro
"
25
I nostri ultimi Enigmi
"
26
I nostri Enigmi... ancora!
"
28
Ancora degli Enigmi
I nostri Enigmi una volta ancora
Allegato I: Poche Parole sulla Decriptazione,
da: The Gold-Bug (1843)
Allegato II: Lettura del Cifrato di G.W. Kulp
"
"
31
37
"
"
49
52
Ancora degli Enigmi
[Soluzione ad un cifrato]
"
"
56
57
Enigmi di nuovo!
"
58
Enigmi di nuovo!
Appendice: Risoluzione del cifrato di J.T.G.
"
"
61
66
Cifre
"
69
Cifre di nuovo!
Scambio di Posti
"
"
70
77
Cifre
"
79
Miglior Indovinello finora
"
82
Poche Parole sulla Scrittura Segreta
Addendum I
Addendum II
Addendum III
Appendice: Procedura di decifrazione del
secondo crittogramma di Tyler
"
"
"
"
83
107
113
117
"
130
Originali Indovinelli
"
145
iii
A FEW WORDS...
Non più di venti mesi or sono, in una corrispondenza riguardante una
questione di Geografia antica con un noto Docente, ho scoperto con qualche
sorpresa di non essere il solo a nutrire una profonda ammirazione per lʹOpera
di Edgar Allan Poe; dai ricordi delle letture passate e dagli entusiastici
giudizi su questo o quel racconto, in breve sono passato a deplorare il fatto
che non certo tutta lʹopera del Genio di Boston risultasse tradotta in Italiano, e
con altrettanta meraviglia — mentre mi profondevo nel descrivere i miei
tentativi di riversare nella nostra lingua Lettere, Saggi ed Articoli del Poeta —
ho trovato che già era in essere un piccolo ma ben valido Gruppo di Esperti
che stava procedendo, come me ma certo molto meglio di me, verso lo stesso
obiettivo. Inaspettatamente, perciò, ed in maniera immediata, sono risultato
degno di entrare a far parte di questa letteraria Congrega.
Oggi, ormai, il progetto di costituire unʹOmnia dei testi di Edgar Allan Poe è
giunto si può dire a completamento e consta di vari Tomi, secondo un piano
editoriale adeguatamente sviluppato (sostanzialmente: Biografia, Racconti,
Articoli, Lettere ed Indici); per parte mia, e non solo, stimo utile offrire qui
una brevissima ʺanticipazioneʺ di quanto potrà offrirsi allʹattenzione dei
lettori su tale amplissima materia: testi da me tradotti e commentati
(sfrondati, però, delle parti più ʺpesantiʺ o che riportano con specifici
riferimenti ad altre sezioni dellʹOpera della quale fanno parte), estesi spero in
modo adeguato e pienamente fruibile. Essi riguardano lʹEnigmistica, ovvero
la Criptologia: campo nel quale Poe si è esercitato con una certa continuità e
con evidenti risultati, finora però rimasto non del tutto risolto negli aspetti
forse più specifici e curiosi.
Dicembre 2014
Flavio Giuseppe Carloja
1
2
Enigmatico e Conundrum-ico1
Un corrispondente ci scrive come segue dalla Contea di Halifax, Virginia2.
Editori dellʹAlexanderʹs Messenger3:
Signori — Esaminando un pacco di vostri vecchi giornali (che erano
nellʹarchivio di mio padre) non molto tempo fa, ho trovato un enigma, che
dice così:
Sono un rumore mai udito, ma non altro che un suono;
Non mi muovo, però viaggio per il mondo tuttʹattorno;
Non posso essere visto, ma nessun mortale può dire
Che senza vedermi può trascorrere il giorno;
Non posso essere toccato, ma nessuna signora bella
Può serrare la sua dolce mano senza trovarmi lì:
Sono enormemente grande, anche se piccolo come un mignolo;
E spesso a carte metto sciatte signore in agitazione;
Sono ruvido, liscio, morbido, duro; sono insieme ovale e quadrato,
1
Conundrum deriva forse anche dallʹespressione ʺgauwʺ (per ʺgoʺ), ʺinʺ, ʺnuʺ (per ʺnowʺ) e
ʺdʹromʺ, ovvero allʹincirca: ʺtenta ora di capireʺ; espressione comunque della fine del XVI
secolo ed appunto di incerta origine che vale per: ʺproblemaʺ, ʺindovinelloʺ, ʺintricoʺ,
ʺcolmoʺ, basato in particolare su antifrasi (così in Isidoro di Siviglia, Ætymol. 1,37,24),
ovvero coppie di affermazioni contrarie e contrapposte anfiteticamente (si veda, in specie:
Thomas Cogan, A Philosophical Treatise on the Passions and Affections of the Mind, vol. I,
London 1813, pag. 352: ʺIf my ideas of a conundrum be accurate, it consists in an attempt
to make two things appear closely to resemble each other, which are the most opposite in
their natures. This is done by directing the attention to some medium thought or middle
term, which may, in one sense or other, be applicable to eachʺ) .
2
La Contea di Halifax si trova a Sud del fiume Roanoke e nel Meridione della Virginia.
3
Lʹarticolo comparve appunto sul Settimanale ʺAlexanderʹs Weekly Messengerʺ di
Philadelphia (vol. III, n.ro 50, December 18, 1839, pag. 4, coll. 1-2, col titolo Enigmatical and
Conundrum-ical); è stato attribuito a Poe (come gli altri pubblicati sulla Rivista) soltanto nel
1943 malgrado la ʺfirmaʺ dellʹAutore sia ben visibile nella riga conclusiva dellʹarticolo.
3
Ma su nulla, se non gli angeli, come fanno i Conservatori, giuro4;
Io sono il puntello del trono, ed aborro la rivoluzione,
Eppure per il mio tradimento merito lʹesecuzione:
Sono più nero dello scarico, di un giglio più bianco;
Non vengo mai visto, ma non sono mai fuori di vista;
Sono più freddo del ghiaccio, ma più caldo del fuoco;
Io muoio ogni minuto, ma mai esalo.
Venite a indovinarmi ora; non fate confusione su di me,
Poiché le signore mai siedono al piquet5 senza di me.
Dalle molte contraddizioni e novità del pezzo la mia curiosità è solleticata a
tal punto che devo chiedervi di mandarmi risposta. Lʹho letto con grande
attenzione un gran numero di volte, e non riesco a farmi una idea di cosa
possa essere.
Rispettosamente, il vostro amico, &c.
Condividiamo la perplessità del nostro corrispondente, e ci affrettiamo a
rimuoverla — soprattutto perché abbiamo un debole per gli indovinelli noi
stessi. A dispetto degli anatemi dei super-saggi6, consideriamo un buon
enigma come una buona cosa. La loro soluzione offre uno dei migliori
esercizi possibili per le abilità analitiche, oltre a mettere in gioco molte altre
facoltà. Non sappiamo di alcun più genuino saggio del quoziente intellettivo
di quello che si può trovare nellʹindovinare tali rebus. A chiarimento di
questa idea potrebbe scriversi un più ponderoso articolo della Rivista. Non
sarebbe in alcun modo lavoro sprecato mostrare quale alto livello di rigoroso
4
Un chiaro richiamo a Byron (The vision of Judgment XXVI,8: ʺThe Angels all are Toriesʺ).
Il Piquet, o Picchetto, è un gioco di carte per due o più giocatori piuttosto diffuso in
Europa fin dal secolo XVI e naturalmente dotato di molte varianti create nel corso del
tempo.
6
ʺOver-wiseʺ è inteso per ʺesageratamente saggioʺ, dunque vale per ʺsapientoneʺ o
ʺsaccentoneʺ e dunque persona che si attribuisce una superiore dignità che in realtà non
merita; è in effetti utilizzato per rendere il senso di ʺstoltoʺ in Ecclesiaste 8,16: ʺBe not
righteous over much; neither make thyself over wise: why shouldest thou destroy
thyself?ʺ (si veda poi, ad esempio, la Lettera in data Friday, July 15, 1714 di Joseph
Addison: ʺAt my leaving the coffee-house, I could not forbear reflecting with myself upon
that gross tribe of fools who may be termed the over-wise ...ʺ.
5
4
metodo si raggiunga nellʹindovinare un enigma. Così questa è lʹoccasione nella
quale un insieme di regole può assolutamente darsi col quale quasi ogni
(buon) enigma al mondo potrebbe essere risolto istantaneamente. Ciò può
sembrare bizzarro; ma non è più strano il fatto ben noto che delle regole
realmente esistono, per mezzo delle quali è facile decifrare qualsiasi specie di
scrittura geroglifica — cioè a dire un brano nel quale, al posto delle lettere
alfabetiche, qualsiasi tipo di segno viene adoperato a caso.*
Il metodo del quale parliamo ci permette di dire allʹistante, riguardo lʹenigma
del nostro corrispondente, che ha confuso se stesso, e si sarebbe confuso per
tutta lʹeternità, invano. Non cʹè risposta. Cioè, non vi è alcuna parola risolutiva
che corrisponderà a tutte le definizioni7. Lʹenigma è imperfetto e, senza dubbio,
composto da una persona ignorante; uno che, in ogni caso, nulla sapeva delle
leggi di tali composizioni; perché, come ogni altro enigma, hanno le loro leggi.
Lo stile indicherebbe tale ignoranza sufficientemente, senza guardare più
lontano; ma un breve controllo la mostra completamente. Tuttavia non è
difficile percepire ciò che lʹautore intendesse come risposta: e questa è luce. Le
popolari nozioni sulla luce sono incorporate nelle iniziali linee, e in effetti
dappertutto; invece il ʺmettere sciatte signore in agitazione a carteʺ8 &c. &c.
chiaramente rivela lʹimpianto.
Il moderno gusto, però, quantomeno il moderno gusto dei quotidiani,
sʹorienta piuttosto sullʹindovinello che sullʹenigma vero e proprio. Il primo ha
più gradevolezza nella sua composizione, e la sua brevità gli dà forza. Un
buon enigma, abbiamo detto, è una buona cosa, ma un buon indovinello può
essere cosa migliore. Conseguentemente, vediamo i nostri fratelli della stampa
*
Per esempio — al posto di una A mettete † o qualsiasi altro carattere arbitrario — al posto
di B, un * &c. &c. Fate che un intero alfabeto venga costruito in questo modo, e poi lasciate
che questo alfabeto venga utilizzato in un qualsiasi brano scritto. Questo scritto può essere
letto mediante un appropriato metodo. Fate che esso sia messo alla prova. Consentite che
chi voglia ci invii una lettera stilata in questo modo, e ci impegniamo a leggerla
immediatamente — per quanto insoliti o arbitrari possano essere i caratteri utilizzati
[N.d.A.].
7
Pare invece di poter concludere che tutto sommato la risposta migliore allʹindovinello è,
più che ʺluceʺ come poco sotto il Poeta scrive, ʺcieloʺ (e, a seconda dei casi: ʺariaʺ,
ʺatmosferaʺ e simili).
8
Nel senso di ʺavere una mano di consunte donneʺ che al gioco sono tra i valori più alti.
5
allungare le mani sugli indovinelli in tutte le direzioni, e non appena ne
perpetrano9 uno decente (dopo uno strenuo sforzo) mandano fuori uno
sghignazzo immediatamente, ed il neoacquisto fa il giro dei Giornali in una
specie di ovazione. Questa sregolata stima degli indovinelli deriva dallʹeffetto
della benazzardata maniera con la quale sono concepiti, ma che rende la loro
ideazione una cosa difficile. Con un poʹ di quel metodo del quale abbiamo
appena sopra detto, essi possono essere prodotti a iarde... sì, e di buona
qualità, anche. Dovremo solo scorrere le pagine di un Dizionario di Johnson10
per cinque minuti, e poi non avremo alcuna difficoltà ad accroccarne una
sfilza lunga quanto il vostro braccio. Più lungo a dirsi che a farsi.
«Perché una cattiva moglie è migliore di una buona? — Perché il cattivo è
meglioʺ11. Questa piuttosto offensiva vecchia domanda, con la sua orribile
risposta, è unʹincarnazione del vero genio di tutta la razza cui appartiene: la
razza degli indovinelli. Cattivo è meglio. Non cʹè niente di più certo, nella
mente delle persone che non sanno assolutamente alcunché, della evidente
verità che se un indovinello è decente non sarà buono — che se non è adatto a
qualsiasi interpretazione non vale un doppio penny12 — in una parola che il
suo reale valore è in esatta proporzione con la misura del suo demerito, e che
9
Ad intendere proprio che indebitamente profittano dellʹopera altrui.
È la fondamentale opera di Samuel Johnson, edita in due volumi a Londra negli anni
1755 e 1756, A Dictionary of the English Language, colma naturalmente di definizioni le
quali, con minime variazioni, possono costituire le opportune frasi ed antifrasi, come si
mostra poco appresso.
11
Dal detto: ʺBad is the best choiceʺ, riportato da Samuel Johnson alla voce ʺFAYʺ del suo
Dizionario, e che vale quando si effettua la scelta del minore tra due mali, qui applicata in
maniera appunto ʺhorribleʺ a definire misoginicamente la donna come male in ogni caso..
12
Espressione piuttosto diffusa, specie nel XIX secolo, che significa in sostanza: ʺnon ne
vale la penaʺ — e qui, piuttosto: ʺnon vale nullaʺ — che derivò non tanto dal valore
intrinseco quanto dalla scomodità nellʹutilizzo della smisurata e dunque troppo pesante
moneta di rame coniata per le Colonie nel 1797 durante il Regno di Giorgio III Hannover
(1760-1820); cʹè da osservare comunque che, ad esempio: nel racconto The Business Man
(del medesimo anno 1839) Poe attribuisce al colletto di una camicia il prezzo di due
centesimi di Dollaro; negli anni ʹ20 e ʹ30 del XIX secolo si diffondono i quotidiani in
formato tabloid ad un penny; il rapporto di cambio USD-GBP (una sterlina è da 20 scellini e
da 12 pennies per scellino e dunque vale 240 pennies) è al tempo di circa 1/5 ed il doppio
penny è perciò circa 1/24 di Dollaro, ovvero 4,2 cents, che equivalgono alla paga oraria di
un operaio comune ed a mezza libbra di pane.
10
6
è positivamente buono solo quando è oltraggiosamente e scandalosamente
assurdo. Con questa chiara considerazione della faccenda, mostriamo gli
annessi righi. Essi hanno almeno il merito dellʹoriginalità — un merito
distinto da quello del quale abbiamo appena parlato. In ogni caso, se non
sono nostri, li abbiamo appena pensati, e nostri dovrebbero essere. Se
qualcuno ha immaginato queste cose prima, egli, evidentemente, non ha
diritto di farlo. Noi diciamo, con Donato, apud Hieronymus, ʺPereant qui ante
nos nostraʺ13.
1. Perché14 i Thugs sono come gli scassati omnibus?
13
ʺMuoiano coloro che prima di noi le nostre [giuste parole] hanno dettoʺ; è una frase che
San Gerolamo (Commentarius in Ecclesiasten 1,390) attribuisce appunto (migliore sarebbe
stato: ʺapud Hieronymumʺ) al suo Maestro Elio Donato che critica la frase di Terenzio:
ʺnullumst iam dictum quod non dictum sit priusʺ (Eunuchus Prol. 41), a commento di
Ecclesiaste 1,10a (ʺnihil sub sole novumʺ, ovvero: ʺnon est omne recens sub soleʺ, come in
Agostino, De Civitate Dei 12,13,2).
14
Nei seguenti quesiti per paronomasia, generalmente a sciarada, evidentemente in buona
parte ideati da Poe stesso, la risposta è comprensibile soltanto in Inglese ed in corsivo
segue la soluzione dellʹenigma; in questo primo quesito i Thugs: i famigerati strangolatori
adoratori della Dèa Kalì, sono definiti ʺPhansigarsʺ (vocabolo dellʹIndia Meridionale che
vale per: ʺquelli del cappioʺ; si vedano, soltanto, al proposito: Sir John Malcolm, A Memoir
of Central India, vol. II, London 1823, pag. 187 per la differenziazione tra Phansigars e
Thugs e dello stesso Poe la Recensione — di poco successiva a questo articolo — al
volume: Sir William Henry Sleeman, The Thugs or Phansigars of India, in Burtonʹs
Gentlemanʹs Magazine, vol. V, n.ro 3, Philadelphia, September 1839, pag.174), ovvero
ʺfancy carsʺ. LʹOmnibus nasce per iniziativa di Blaise Pascal nel 1662, ma si diffonde solo
più tardi nelle varie città europee e del mondo: ad esempio, a Londra il primo servizio
ʺper tuttiʺ su carrozza trainata da cavalli è del 1824 ed a New York giunge a fine decennio
e si caratterizza in breve per mezzo di trasporto lento, scomodo, affollato, rumoroso,
sporco, cigolante e ballonzolante, e qui lʹaggettivo ʺcrackʺ viene utilizzato, e tradotto,
proprio in questo senso; un ideale termine di paragone al riguardo è desumibile dal breve
pezzo che il medesimo Poe scrive (sempre sullʹAlexanderʹs, ma nel n.ro 14, vol. IV, pag. 2,
col. 5, dellʹ1 Aprile 1840) sui Cabs, in sostanza dei piccoli Omnibus ad un asse tirati da un
cavallo ed ospitanti due passeggeri: ʺThese anomalous vehicles, of which we Americans
know so little by personal inspection, and so much through the accounts of the travelled,
and the pages of the novelist, are about to be introduced among us ʺas a regular thing.ʺ In
New-York they are already gaining ground, and going over it. The cab proper, as used in
London, is an afFair sui generis, and has very little affinity with any thing else in nature. It
resembles, in some respect, the old-fashioned sedan chair, and carries two inside
7
Perché sono Phansigars. — stravaganti veicoli.
2. Perché è un maldestro ragionatore un uomo che si ammacca le nocche?
Perché è un sofista. — è un pugno dolente.15
3. La povera Mary è morta! perché è una figura poliedrica?
Perché è una Polly andata. — poligono.16
4. Perché la faccia scarlatta del mio grasso amico Tom è come un pungente
stuzzichino?
Perché è un piccolo rossiccio. — un piccolo ravanello.17
5. Perché il suo organo olfattivo è come un mazzo di fiori?
Perché è un naso gaio. — un mazzo di fiori.18
6. Perché il suo più recente romanzo sʹaddormenta da solo?
Perché è così povero. — sopore.19
passengers, who sit vis a vis, with the coachman at top. The bottom nearly touches the
pavement, and the entire vehicle has an outré appearance. Those in New York at present,
are of a bright chocolate color, and look very stylish. Their charge is twenty five cents for
any distance under two miles. The cab-introduction will bring about among us a peculiar
race of people—the cabman. These creatures are not mentioned in Bufîon, and Cuvier has
entirely forgotten them. They bear a droll kind of resemblance to the human species—but
their faces are all fashioned of brass, and they carry both their brains and their souls in
their pockets.ʺ.
15
Qui invece ʺheʹs a sophistʺ suona come ʺheʹs a sore fistʺ.
16
Polly è vezzeggiativo di Molly, che a sua volta lo è di Mary; dunque ʺPolly goneʺ suona
come ʺpolygonʺ (combinazione in seguito riutilizzata da altri).
17
Lʹannominazione (che si trova però anche nel ʺNew-York Mirrorʺ, New-York, Saturday,
August 4, 1838, vol. XVI, n.ro VI, pag. 47, col. 2) è qui composta da ʺa little reddishʺ e ʺa
little radishʺ (da notare nella domanda lʹuso di ʺesculentʺ, direttamente derivato dal latino
ʺesculentusʺ: ʺeduleʺ). Il suo abbondante amico non è evidentemente Thomas Holley
Chivers (1809-1858), poeta e giornalista, che conobbe il Poeta solo nel 1845, né Frederick
William Thomas (1806-1866), poeta anchʹegli, dato che questi conobbe Poe solo nel 1840; si
tratta forse di Thomas Wyatt, assieme al quale divulgò ʺThe Conchologist’s First Bookʺ
(Aprile 1839).
18
Qui la paronomasia è invece tra ʺa nose gayʺ e ʺa nosegayʺ; praticamente lo stesso ʺriddleʺ
si legge nella quartina dal titolo Mr. Gaynose the Snufftaker (in ʺThe Olio; or, Museum of
Entertainmentʺ, vol. III, n.ro 4, London 1829, pag. 175): ʺIf heʹs not got a nosegay,/Heʹs got
a gay-nose;/For, ʹtis scented all day,/And contendently blows. JOIDA.ʺ, ripresa in seguito
anche da altri.
8
7. Perché il contante del dottor Williams, lʹoculista, è come la pensione di una
moglie divorziata?
Perché è tutto moneta da occhio. — alimenti.20
19
In questo caso ʺso poorʺ diviene lʹerudito ʺsoporʺ.
Lʹusuale paronomasia viene qui formata dalla somigliante pronunzia di ʺall eye-moneyʺ
e ʺalimonyʺ; lʹespressione ʺmoneta da occhioʺ, vicina poi ad ʺalimentiʺ è molto significativa
(vale in definitiva come: ʺingiusto guadagno a spese dellʹocchioʺ) ed in effetti il ʺDr.
Williamsʺ è un personaggio realmente esistito e famigerato, descritto brevemente da Poe
nel suo The Man That Was Used Up (edito nel medesimo anno 1839), a proposito di protesi
oculari utilizzate dal Generale di Brigata Onorario John A.B.C. Smith, precisando che è
stato ingiustamente calunniato (ʺ... heʹs a belied man, that Dr. Williams, after all; you canʹt
imagine how well I see with the eyes of his makeʺ). Di questo personaggio (pur se il
cognome è piuttosto comune e si può immaginare non sia, forse, sempre lo stesso) è
possibile trovare parecchie citazioni (di seguito ordinate cronologicamente) in varie
Pubblicazioni del periodo: in ʺThe Lancetʺ, vol. II, pag. 87, in una rassegna stampa datata
London, Saturday, April 13th, 1833 ed in ʺThe Medical Magazineʺ, vol. II, n.ro XIV, Boston,
August 1833, pag. 112, si legge: ʺThe tribunal of police of Rouen, has just condemned the
notorious travelling ʹ ʹoculistʹ ʹ Williams, to a pecuniary fine for selling his nostrums in that
town.ʺ); un Dr. John Williams, Oculista inglese, viene segnalato — in una interessante lista
di clinici — a Boston (ʺBoston Medical and Surgical Journalʺ, vol. XIII, Wednesday,
January 13, 1836, n.ro 23, pag. 372: ʺ... Dr. Elliot, of New York, who is said to have acquired
some reputation as an oculist, has become very expert in the manufacture of artificial
eyes.—There is now in Boston, at the Bromfield House, Dr. Williams—called, par
excellence, the celebrated English oculist—whom, by the way, we never heard of until he
announced himself through the papers.ʺ; nella medesima Rivista, nellʹambito dei
procedimenti verbali del Medical Council, nel vol. XIV, n.ro 15, Boston, Wednesday, May
18, 1836, pagg. 241, si trova: ʺ... I have seen a gentleman of great skill in the treatment of
diseases of the eye, Dr. Williams, ... I have seen the blinds... walking without a guide...ʺ, poi
a pag. 257 (n.ro 16, May 25): ʺ... what I have asserted in relation to the wonderful effects
produced by the applications of Mr. Williams, the oculist, or quack... I conscientiously
believe... and therefore I cannot retract...ʺ ed a pag. 300 si relaziona su un procedimento
atto a riconoscere eventuali responsabilità di ʺWilliams, the oculistʺ; ancora, nel vol. XV,
n.ro 15, Wednesday, November 16, 1836, pag. 243 informa che: ʺThe quack oculist,
Williams, is getting into worse odor in Philadelphia, if possible, than in Boston.ʺ; piuttosto
elogiativi (in realtà troppo ʺpubblicitariʺ) sono gli articoli presenti su ʺThe Evening Postʺ di
New York del Martedì 29 Maggio 1837 (pag. 2, col. 5) e del Mercoledì 18 Luglio successivo
(pag. 2, col. 6); una dubbiosa considerazione sul ʺDr. Williams, the Oculistʺ è contenuta
negli ʺAnnals of Cleveland 1818 - 1935ʺ, 1837, vol. XX, part I, pag. 211, in relazione ad un
annuncio sul locale ʺDaily Herald and Gazetteʺ del 30 Agosto 1837; un ironico inserto gli è
dedicato su ʺThe Philadelphia Visitorʺ, vol.III, n.ro 20, Philadelphia, June, 1838; in maniera
anche letterariamente apprezzabile si esprime ʺThe Western Journal of the Medical and
20
9
8. Perché gli organi oculari di Bennett sono interrogativi?
Perché sono occhi strani. — domande?21
9. Perché un gatto magro è un pesce molto comune?
Perché è un povero gattino. — porpo.22
Physical Sciencesʺ (Cincinnati, Ohio, vol. XII, n.ro 45, May-July 1838, pagg. 164-166, ʺArt.
VI—The Black Artʺ) riassumendo una buona parte delle vicende americane dellʹ ʺAfrican
doctorʺ; in ʺThe New-Yorkerʺ (New-York, Saturday Evening, August 11, 1838, vol. V, n.ro
21, pag. 333, 3a col.) si trova una breve inchiesta, dal titolo ʺDr. Williams, the Oculistʺ,
sulla veridicità delle guarigioni effettuate dal medico che termina con: ʺ... [we must]
believe that Dr. Williams is a skilful and remarkably successful Oculist.ʺ; sulla fortuna dei
sedicenti guaritori che si servono di versi in rima per affermarsi satireggia ʺThe Ladyʹs
Amaranthʺ, vol. I, n.ro XI, Philadelphia, Saturday, November 24th, 1838, pag. 253: ʺ——
Great eye-curer,/Inserting eyes where none had been before,/Making the blindest, to see,
firmer, surer,—ʺ; da ricordare è il Processo del Novembre 1839 (Case No, 16,713 [5 Cranch,
C. C. 62.]; United States v. Williams; Circuit Court, District of Columbia) risoltosi in una
assoluzione dallʹaccusa di esercitare la Professione medica senza licenza; in un annuncio
economico edito tre volte su ʺThe New-Yorkerʺ (New York, Saturday Evening, February
29, 1840, vol. VIII, n.ro 24, pag. 333; Saturday Evening, March 7, 1840, vol. VIII, n.ro 25,
pag. 399 e Saturday Evening, March 14, 1840, vol. VIII, n.ro 26, pag. 415) si legge: ʺMR.
WILLIAMS, the English Oculist, may be consulted at...ʺ; un sostanzioso rendiconto delle
truffaldine imprese del ʺVAGRANT OCULISTʺ in Inghilterra e Francia è contenuto nel pezzo
intitolato ʺSide-Slip for Quackʹs Corner.-No. III.ʺ (ʺThe Medical Timesʺ, London, Saturday,
June 12, 1841, vol. IV, n.ro 90, pag. 118, 3a col.); per completare il ritratto del degno
personaggio sono infine da consultare anche, tra i brani di più difficile consultazione, gli
articoli editi sul ʺPublic Ledgerʺ di Filadelfia, nelle uscite del Mese di Ottobre 1836 (ed in
particolare del giorno 3 per la lettera aperta dellʹoculista rivolta agli Editori della Rivista
per confutare le accuse seguite ad una sua condanna a 4 giorni di prigione ad una multa di
250 dollari e contenente un riepilogo della sua carriera medica, in specie allʹEstero) e quelli
segnalati in Clarence Saunders Brigham, Edgar Allan Poeʹs contributions to Alexanderʹs
Weekly Messenger, in ʺProceedings of American Antiquarian Society, April 1942ʺ,
Worcester, Mass., 1943, pag. 59, che sono relativi alla fine del 1839 ed allʹinizio del 1840.
21
In questo caso ʺqueer eyesʺ somiglia molto a ʺqueriesʺ; il cognome presente nel quesito
rimanda evidentemente (si veda: Fanny Garrison Villard, Memoirs of Henry Villard, Boston
and New York 1904, vol. I, pag. 162) allo strabismo di James Gordon Bennett Senior (17951872), Fondatore ed Editore del ʺNew York Heraldʺ, al tempo famoso per le inchieste di
nera.
22
Qui ʺpoor pussʺ è molto simile a ʺporpusʺ, che in Inglese è il ʺporpoiseʺ o ʺsea-hogʺ
(maiale di mare): la focena; il termine ʺporpusʺ compare anche in un articolo di William
Evans Burton (1802-1860), lʹEditore del ʺBurtonʹsʺ, nei medesimi giorni di uscita dellʹ
ʺAlexanderʹsʺ (si veda: ʺBurtonʹs Gentlemanʹs Magazineʺ, vol. V, n.ro VI, Philadelphia
10
10. Perché una tazza di latta è come un granchio?
Perché è una lattina, signore. — un cancro.23
11. Che tipo di recipiente era lo scudiero di Don Chisciotte?
Una botte, signore. — una Panza.24
12. Perché una pismire è una buona risposta a questʹultima domanda?
Poiché è una formica, signore. — una risposta.25
13. Qual è la differenza tra una secchiello ed un maialetto che scappa.
Lʹuno è un secchio, un maiale al coperto, lʹaltro un maiale allʹaperto.26
14. Ho una tavola che ha bisogno di riparazioni; perché lʹebanista che viene
per essa deve essere bendisposto?
Perché è a suo agio. — viene per la tavola.27
15. Perché la quindicesima lettera dellʹalfabeto, se incompleta, è come un
cockney parigino.
Perché è una cattiva O. — badaud.28
December 1839, pagg. 287 e 291), nel quale tra lʹaltro viene largamente utilizzato lo slang
che molto richiama le annominazioni utilizzate in questo pezzo da Poe.
23
La paronomasia è tra ʺcan, sirʺ ed il latino ʺcancerʺ, che vale per ʺcrabʺ: ʺgranchioʺ.
24
Di più difficile decifrazione (considerando che ʺvesselʺ vale sia per ʺimbarcazioneʺ che
per ʺoggetto atto a trasportareʺ) è il termine — accostato a ʺpan, sirʺ — ʺPanzaʺ, che è con
tutta evidenza la deformata grafia di ʺpuncheonʺ, o meglio del disusato vocabolo francese
ʺpoinchonʺ o ʺpoinçonʺ e ʺponçonʺ, che individua un contenitore da 80 galloni per il vino
(si veda, ad esempio: Abel Boyer, Dictionnaire Anglois-Français et François-Anglois, Lyon
1792, t. second, pag. 499, s.v. ʺPUNCHIONʺ); naturalmente cʹè da notare che ʺPanzaʺ ripete il
cognome-cognomen dello scudiero di Don Chisciotte nei corrispondenti vocaboli e
significati italiano (ʺpanzaʺ o ʺpanciaʺ) e spagnolo (ʺpanzaʺ o ʺpanchaʺ).
25
La pismire, o ʺwood antʺ, è un tipo di formica color rosso; ʺant, sirʺ suona come ʺanswerʺ.
26
ʺPigginʺ sta in Inglese per ʺsecchio in doghe di legnoʺ ed è sinonimo di ʺtubʺ: ʺsecchioʺ;
tramite lo scarto della ʺgʺ si ottiene ʺpig inʺ che ha il suo opposto in ʺpig outʺ.
27
Sciarada basata sulla pronuncia del primo vocabolo: ʺcomfortableʺ=ʺcome for tableʺ, poi
ripresa da altri.
28
Lʹannominazione è in questo caso tra ʺbad Oʺ ed il vocabolo francese ʺbadaudʺ (che si
pronuncia: ʺbadóʺ); ʺcockneyʺ è termine dispregiativo del XVI secolo indicante lo svagato
abitante dellʹEast London, mentre ʺbadaudʺ — utilizzato anche in Inglese — è il
corrispondente sulla Senna, sempre col senso di ʺscioccoʺ (si veda François Rabelais,
11
16. Perché il Pacifico è come un abitante della Linguadoca?
Perché è un lanquido oceano. — un Linguadociano.29
17. Perché una catena è come la razza felina?
Perché è una catenazione. — una gattesca nazione.30
18. Perché la mia amica Miss Sarah Amanda sarebbe in grado di resistere al
fuoco? Perché lei è una Sal Amanda. — una salamandra.31
19. Perché cʹè poca differenza tra la zuppa di verdure e la tartaruga?
Perché una è una zuppa di verdure, lʹaltra una verdura da zuppa. —
superba.32
Gargantua et Pantagruel, 2,18: ʺEt lors que Pantagruel & Panurge arriverent à la salle, tous
ces Grimaux, Artiens, & Intrans commencerent frapper des mains, comme est leur
badaude coûtume. Mais Pantagruel ...ʺ).
29
Lʹaccostamento è tra ʺlanquid oceanʺ e ʺLanguedocianʺ (ʺlanquidʺ è refuso per ʺlanguidʺ).
30
Paronomasia tra ʺ[con]catenationʺ e ʺcatty nationʺ (che altrove e più tardi si trova come
appunto: ʺcon-catty-nationʺ).
31
Lʹidentità nella pronuncia è tra ʺSal-Amandaʺ e ʺsalamanderʺ (Sal è abbreviazione di
Sally, che è diminutivo di Sarah; anche questo accostamento è stato poi utilizzato altrove);
è da notare però che si trova unʹetimologia così espressa: ʺ... inveniemus Salamandram dici
qs. sola amans pyr i.e. ignem [...] Sal amanda, i.e. Salem amandans, quod in Sal conjectae
morianturʺ (in: Johannis Pauli Wurffbainii Salamandrologia, Norimbergae 1683, pag. 13).
32
La zuppa di tartaruga è una pietanza ben nota al tempo e spesso presente sulle tavole (si
veda, soltanto, per la terrapin, nella zona di Filadelfia: James Stuart, Three Years in North
America, Edinburgh, 1833, vol. II, pag. 3 e, per la snapping turtle: Robert Sutcliff, Travels in
Some Parts of North America, in the years 1804, 1805, & 1806, York-London 1811, pag. 87),
cotta principalmente con verdure e nota anche oggigiorno; la medesima annominazione:
ʺsoup herbʺ (qui tradotta per il trascurabile significato più che per il fondamentale suono)
e ʺsuperbʺ si trova però in: Mr. Bryant (of the English Opera House), Hodgsonʹs New Skylark;
or, Theatrical Budget of Harmony, London, 1823, pag. 38: ʺ ... ʹ Is there any thing good
inside?ʹ ʹ—ʹ ʹYes, sir, it is soup-herb inside.ʹ ʹ—ʹ ʹIs it? then Iʹll take some herb soup.ʹ ʹ ...ʺ;
ʺThe Comic Magazineʺ, vol. I, London, 1832 e ʺThe Country Miscellanyʺ, vol. I, n.ro 5,
London, January 1832, pag. 160, con il medesimo pezzo, nel quale si legge: ʺ...there could
be any soup herb (superb) qualities in a common taterʺ, e ʺThe Nic-Nacʺ, vol. 1, n.ro 9,
London, Saturday, January 25, 1823, pag. 72: ʺWhy is herb soup the most splendid of all
soups? Because ʹtis soup herb. (Superb.)ʺ; ʺThe Torchʺ, vol. I, n.ro 30, London, Saturday,
March 17, 1838, pag. 236: ʺSo Palmy answered,/Donʹt you twig? Because it is Soup-herb !ʺ;
ma soprattutto in ʺThe Gentlemanʹs Magazine, and Monthly American Reviewʺ (William
Evans Burton & Edgar Allan Poe edd.), vol. IV, n.ro 2, February 1839, Philadelphia, pag.
12
20. Perché un abituale perdigiorno potrebbe essere mangiato.
Perché è un fannullone nato. — una pagnotta.33
21. Che cosa devi fare per rendere un tavolino da tè adatto a mangiare?
Prendi il tè, [togli la] t, e allora diventa commestibile.34
22. Quale importante differenza cʹè tra un beone ed il purpureo Convolvolo?
Lʹuno è sempre ubriaco, lʹaltro è blu ogni altro giorno.35
23. Perché una signora in corsetti stretti non ha mai bisogno di conforto?
Perché lei è già così allacciata. — confortata.36
24. Quando hai chiamato attracco un molo, perché era un atto scritto?
Perché era un attracco che volevi dire. — un documento.37
102: ʺOver the potage, if there is any herb soup, he will be sure to say it is soup herb
(superb)ʺ.
33
Se si vuole indicare nel protagonista del quesito un personaggio realmente esistito, e
quasi sicuramente un nemico personale del Poeta, è bene osservare che ʺrowdyʺ vale
anche per ʺdelinquenteʺ e la paronomasia evidenzia ʺloafer bredʺ (uno che perde e fa
perdere tempo) e ʺloafeadʺ, ovvero un abbreviato ʺloaf of breadʺ (ʺpagnotta di paneʺ), che
potrebbe anche essere tradotto come: ʺtozzo di paneʺ, a far intendere in definitiva che il
protagonista dellʹindovinello, da eliminare, è un editore che sfrutta i dipendenti; se non è
forse il suo collega al Burtonʹs: William Evans Burton, che aveva criticato il Gordon Pym
nella medesima Rivista (si veda: ʺNarrative of Arthur Gordon Pymʺ, in Ibid., vol. III, n.ro
3, Philadelphia, September 1838, pagg. 210-211), ma più di un anno prima, si tratta
probabilmente di uno degli Editori della Lea & Blanchard — e forse William Blanchard
che era più pratico di commerci che di letteratura — per problemi seguiti alla
pubblicazione del volume edito alla fine del 1839, come pare suggerire poco sotto lʹultimo
indovinello di questo articolo.
34
Anche questo indovinello fu in seguito riutilizzato altrove; si tratta in effetti di uno
scarto iniziale: da ʺtea-tableʺ si toglie la prima ʺtʺ e si ottiene ʺeatableʺ.
35
Il ʺpurple Convolvulusʺ, o ʺbindweedʺ, è rossastro od al più violaceo, mentre il colore
blu è associato a persona (ad esempio lo stesso Poe) che esagera nel bere (si vedano, per le
espressioni ʺblue devilsʺ e ʺblue horrorsʺ, almeno: ʺThe Literary Gazette, and Journal of
Belles Lettres, Arts, Sciences, &c.ʺ, vol. 8, n.ro 376, London, Saturday, April 3, 1824 pag.
212, ed il più tardo James Napier Bailey, The Monthly Messenger; a Repository of Informations,
London 1840, pag. 153); lʹopposizione è dunque tra ʺalways blueʺ e ʺnever blueʺ.
36
In questo caso si ha una sciarada: ʺso lacedʺ diviene ʺsolacedʺ.
37
Anche qui una sciarada: ʺdock you meantʺ (cioè: ʺdoc[k] u meantʺ) diviene ʺdocumentʺ.
13
25. Perché lʹautore del ʺGrotesque e Arabesqueʺ dovrebbe essere un buon
scrittore di versi?
Perché è un poeta ad una t. Aggiungi t a Poe e diventa Poeta.38
38
La raccolta di racconti Tales of the Grotesque and Arabesque vide la luce a Filadelfia proprio
nel Dicembre del 1839 (sulla copertina del libro venne invece stampata la data ʺ1840ʺ) a
cura di Lea & Blanchard, i quali gli concessero come ʺretribuzioneʺ il possesso esclusivo di
sole 20 copie della sua opera (la quale in realtà non si rivelò proficua per gli editori);
lʹallusione alla grafia con una sola ʺtʺ: alla Francese, è probabilmente dedicata ad una
diatriba del momento riguardo la correttezza di ʺgrottesqueʺ (si vedano, ad esempio:
Matthew Pilkington, A General Dictionary of Painters, London 1824, vol. II, pag. 84: ʺ... were
called by them grottesche, and from thence grottesque, or grotesqueʺ; Sir George Cornwell
Lewis, An Essay on the Origin and Formation of the Romance Languages, Oxford 1835, pag.
161: ʺ... probably the French words of this form, as ... grottesque, ... are borrowed from the
Italian...ʺ; Rev. George William David Evans, The classic and connoisseur in Italy and Sicily,
London 1835, vol. I, pag. 381: ʺThe first gallery contains that kind of ornamental painting
called arabesque or grottesque...ʺ; W. Duckett (a cura di), Dictionnaire de conversation à
lʹusage des dames et des jeunes personnes, tome sixième, Paris, 1841, pag. 324, s.v.
ʺGrotesqueʺ); lo stesso Poe dʹaltronde usa il Sostantivo ʺgrottoesʺ, allʹItaliana, in The
Philosophy of Furniture ed in Some Words with a Mummy (ambedue editi nel 1845).
14
Enigmatico1
Qualche settimana or sono, in un editoriale di questa testata, abbiamo
affermato che, con un semplice metodo, sarebbe facile decifrare ogni pezzo
scritto nel quale arbitrari segni vengano utilizzati al posto dei normali
caratteri alfabetici... promettendo noi stessi, allo stesso tempo, di leggere
qualsiasi brano venisse inviato a noi in tal modo scritto2. In conseguenza,
abbiamo ricevuto la seguente lettera:
Agli Editori dellʹAlexanderʹs Messenger.
CARO SIGNORE: Avendo notato in un recente numero del Messenger un
articolo intitolato ʺEnigmatico e Conundrumicoʺ nel quale è un piuttosto
interessante indovinello, irrisolto3 da voi, e nel quale voi affermate che vi
impegnate a leggere ogni scrittura geroglifica4, mi sono sentito obbligato ad
inviarvi il seguente esempio di enigma5, e vi chiedo di offrirne una traduzione
nel Messenger.
Vostro, rispettosissimamente, H.
1
Pezzo comparso sullʹ ʺAlexanderʹs Weekly Messengerʺ, vol. IV, n.ro 3, January 15, 1840,
pag. 2, col. 4, col titolo Enigmatical.
2
Che è quanto si legge in Enigmatical and Conundrum-ical (si veda ibid.): ʺ... a set of rules
might absolutely be given by which almost any (good) enigma in the world could be
solved instantaneouslyʺ e: ʺ... rules really exist, by means of which it is easy to decipher
any species of hieroglyphical writingʺ, punti ai quali si appella poco sotto il Signor ʺH.ʺ.
3
Lo scrivente si riferisce appunto allʹindovinello edito poco meno di un mese prima e che
apre Enigmatical and Conundrum-ical (si veda ibid.), giudicato da Poe ʺimperfectʺ perché
senza univoca soluzione.
4
Cʹè da tener presente che siamo nel periodo della ʺfebbre dʹEgittoʺ che è iniziata con la
decifrazione dellʹantica lingua da parte di Jean-François Champollion (si veda, di Poe
stesso: A Chapter on Science and Art, in ʺBurtonʹs Gentlemanʹs Magazineʺ, March 1840, vol.
VI, n.ro III, pag. 149: ʺThe Curators of the Albany Institute, have been presented by Henry
James, Esq., now in Europe, with a fac-simile in plaster of the Rosetta Stone—a copy of
which, we believe, did not before exist in this country, except in engravings. All our
readers know that the Greek, Coptic, and Hieroglyphic inscriptions on this stone are what
led Dr. Young, of Oxford, and afterwards Champollion, of Paris, to find the key to the
hieroglyphic alphabetʺ.
5
Cifrato che si rivelerà del tipo a sostituzione monoalfabetico, nel quale cioè a simbolo
uguale corrisponde lettera uguale appartenente ad un solo elenco alfabetico.
15
850;?96
O 9? 9 2ad; as 385 n8338d— ?† sod—3 —86a5: —8x8537 95: 37od: o— h—8shn
3a sqd?8d— ?†—og37 —8x8539 95: Sod—3 o— 9?o— 1708xah— 950?9n ?†
50537 —8x8537 95: Sod—3 o[[—]] 378 n9338d— 858?† ?† 38537 —8x8537 95:
sod—3 H!!ads3—nos8 ?† sahd37 sos37 —8x8537 95: —og37 o— 9 Sdho3 ?†
sahd37 95: 80;737 o— 9 !a28dshn o?!n8?853 ?† 27an8 o5:otg38— 9 2038 ?957
6
Il testo, disposto su sole cinque righe dato che lo spazio a disposizione in larghezza è qui
maggiore, mentre nello stampato ne occupa in realtà dodici e mezza.
7
Nella soluzione di questo enigma, che si desume essere in Inglese, è da considerare che,
riguardo lʹaspetto dei simboli: il numero dei caratteri utilizzati è 25 (considerando che:
ʺHʺ=ʺhʺ, ʺOʺ=ʺoʺ e ʺSʺ=ʺsʺ) e dunque quasi certamente ognuno di essi corrisponde ad una
sola lettera del normale alfabeto a 26 caratteri (sempre se il cifrario è in Inglese), i caratteri
più frequenti sono ʺ3ʺ e ʺ8ʺ (31 presenze) ed uno di questi sostituisce molto probabilmente
la lettera ʺeʺ; riguardo la composizione del messaggio: si notano vari spazi i quali con tutta
probabilità separano le parole, si nota la presenza di due parole da una lettera: ʺOʺ (ma
anche ʺoʺ) e ʺ9ʺ che in Inglese possono corrispondere a ʺaʺ o ʺIʺ e le relative frequenze di
ʺoʺ e ʺ9ʺ sono rispettivamente 18 e 20 (ovvero tra le più significative; il cifrato, composto
da 283 simboli, mostra appunto 31 evenienze di ʺ3ʺ ed ʺ8ʺ, ma anche 24 di ʺ—ʺ, 22 di ʺ5ʺ, 20
di ʺoʺ, 18 di ʺ9ʺ, 17 di ʺ7ʺ, 16 di ʺ?ʺ e 15 di ʺdʺ e ʺsʺ, con i restanti simboli tra 10 e 1 volte; in
Inglese le lettere più frequentemente utilizzate sono, in ordine decrescente: e, t, a, o, i, n, s,
h, r, d, l, c, u, m, w, f, g, y, p, b, v, k, j, x, q, z). Passando adesso alla decifrazione: lʹiniziale
sequenza ʺO 9? 9ʺ può dunque leggersi: ʺA i. Iʺ oppure, e meglio: ʺI a. aʺ che si potrà subito
leggere ʺI am aʺ; queste tre identità devono ora essere applicate allʹintero messaggio. Si
otterranno alcune indicazioni significative: la parola ʺ?†ʺ può essere ʺmeʺ o ʺmyʺ, la parola
ʺ95:ʺ=ʺa..ʺ può leggersi variamente ma equivale forse a ʺandʺ, ʺo?!n8?853ʺ=ʺim...m...ʺ
appare potersi leggere ʺimplementʺ (non ʺimpromptuʺ, ʺimbalmerʺ o ʺimbalmingʺ per la
duplice presenza di ʺ8ʺ) e confermerebbe ʺ5ʺ=ʺnʺ, vi è inoltre da considerare che ʺ8ʺ può
essere ʺeʺ per la sua alta frequenza (e si avrebbe ʺ†ʺ=ʺyʺ), così come ʺ3ʺ che sarebbe
confermato sostituire ʺtʺ. Adottando le appena ipotizzate uguaglianze (ʺ5ʺ=ʺnʺ, ʺ:ʺ=ʺdʺ,
ʺ†ʺ=ʺyʺ, ʺ!ʺ=ʺpʺ, ʺnʺ=ʺlʺ, ʺ8ʺ=ʺeʺ e ʺ3ʺ=ʺtʺ) si otterranno tutte conferme e si potrà stabilire che
la frase ʺO 9? 9 2ad; as 385 n8338d—ʺ=ʺI am a .... .. ten lette..ʺ è da leggersi evidentemente:
ʺI am a word of ten lettersʺ; applicate queste nuove identità (ʺ2ʺ=ʺwʺ, ʺaʺ=ʺoʺ, ʺdʺ=ʺrʺ,
ʺ;ʺʺ=dʺ e ʺsʺ=ʺfʺ) si otterrà in breve il resto, fissando tutti i valori:
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
9
1 : 8 S ; 7 O
N ? 5 A !
D — 3 H X 2 G † .
Dallo schema si comprende che le lettere utilizzate nel messaggio poi criptato sono 21 (e
non 25 come i simboli osservabili); ciò a causa principalmente di svariati errori nella
composizione, come esposto più oltre.
16
Il nostro corrispondente comprenderà, dalla data della sua comunicazione,
che abbiamo potuto riceverla soltanto la mattina nella quale siamo andati in
stampa (Martedì8) — conseguentemente dobbiamo aver letto il suo cifrato
istantaneamente. Lo assicuriamo che non ci ha dato problema alcuno9. Egli
osserverà, comunque, che ha commesso parecchi errori con il suo alfabeto10.
Per esempio ʺimplementʺ è diviso in due parole, e ʺwiseʺ è scritto ʺwiteʺ... né ha
egli usato alcuna punteggiatura. La difficoltà nel decifrarlo è, di certo,
accresciuta. Non solo traduciamo questo enigma, ma ne diamo la sua
soluzione. Il tutto è come segue:
ENIGMA.
Sono una parola di dieci lettere. La mia prima, seconda, settima e terza è
utile ai contadini; la mia sesta, settima e prima è un fastidioso animale; la mia
nona, settima e prima è di questʹultimo nemico; la mia decima, settima e
prima alimenta la vita; la mia quarta, quinta, settima e sesta è un frutto; la
mia quarta, quinta ed ottava è un utilissimo utensile; tutto me indica una
saggia persona.11
8
Si tratta del Martedì 14 Gennaio 1840: il giorno precedente lʹuscita del ʺMessengerʺ.
Infatti, evidenziando anche solo con un veloce esame i caratteri più frequenti (saltando
cioè le più particolareggiate informazioni sulla frequenza di tutti i simboli), od anche
procedendo in maniera sommamente intuitiva dallʹesordio del messaggio (ʺI am a...ʺ etc.),
si giungerà alla definitiva soluzione in un quarto dʹora circa: un lasso cui si adatta
lʹʺinstanterʺ utilizzato dal Poeta (ironico è lʹ ʺincreasedʺ riferito alla difficoltà usato oltre).
10
Anche in questo caso (si vedano la parallele considerazioni in A Few Words on Secret
Writing con i relativi Addenda) evidentemente il testo stampato non è esattamente quello
ricevuto da Poe: egli nota degli errori (qualificati come ʺseveralʺ) che probabilmente non
sono tutti quelli presenti nel testo qui riportato; oltre al carattere ʺ0ʺ (zero) che è sempre da
sostituirsi con la lettera ʺOʺ (maiuscola oppure minuscola), utilizzato persino nel titolo del
messaggio-indovinello: ʺ850;?9ʺ che è però ʺ85O;?9ʺ=ʺENIGMAʺ, parecchie — e due molto
rilevanti — sono le sviste dovute a refusi.
11
Il testo corretto, e qui tradotto, presentato da Poe — che lo trae dallo scritto ricevuto da
ʺH.ʺ — è: ʺI am a word of ten letters. My first, second, seventh and third is useful to
farmers; my sixth, seventh, and first is a mischievous animal; my ninth, seventh, and first
is the latter’s enemy; my tenth, seventh, and first supports life; my fourth, fifth, seventh
and sixth is a fruit; my fourth, fifth and eighth is a powerful implement; my whole
indicates a wise manʺ; evidenziando con il sottolineato ed in color rosso i punti non
corretti o del tutto errati (ovvero le parole: ʺH ! ! a d s 3 — ʺ=ʺupporftsʺ alla quinta riga e
ʺfifthʺ la quale non compare nel cifrato ma soltanto nella traduzione operata dal Poeta
allʹinterno della frase alla penultima riga: ʺmy fourth, fifth and eighth is a powerful
9
17
La risposta è ʺTemperanzaʺ12.
implementʺ) si ripresenta qui il criptato — forse lʹoriginale e comunque quello letto da Poe
— di ʺH.ʺ:
85O;?9
O 9? 9 2ad: as 385 n8338d— ?† sod—3 —81a5: —8x8537
95: 37od: o— h—8shn 3a sod?8d— ?† —og37
—8x8537
95: Sod—3 o— 9 ?o—17o8xah— 95o?9n ?† 5o537 —8x8537
95:
Sod—3 o— 378 n9338d— 858?† ?† 38537 —8x8537
95: sod—3 —H!!ad3— nos8 ?† sahd37 sos37 —8x8537 95:
—og37 o— 9 Sdho3 ?† sahd37 sos37 95: 8o;737 o— 9
!a28dshn o?! n8?853 ?† 27an8 o5:o1938— 9 20—8 ?95.
Cʹè da aggiungere soltanto che la parola ʺo — ʺ = ʺ i s ʺ (III della IV riga) era nella stampa
ʺoʺ e che la parola spezzata ʺimplementʺ è appunto ʺo ? ! n 8 ? 8 5 3 ʺ=ʺimp lementʺ (II e III
dellʹultima riga).
12
Questa seconda parte dellʹenigma può apparire più complessa della decifrazione stessa:
viene chiesto di indovinare la parola da dieci lettere tramite sei definizioni che sono da
desumersi da altrettanti brevi indovinelli; il tipo di enigma non è comunque né nuovo né
infrequente (si vedano, ad esempio le Testate, con sezioni dedicate allʹEnigmistica: ʺThe
Ladyʹs Magazineʺ di Londra, vol. XXI for June 1790, pag. 328; ʺThe Kaleidoscopeʺ di
Liverpool, vol. VII, n.ro 338, Tuesday, December 19, 1826, pag. 193 e n.ro 341, Tuesday,
January 9, 1827, pag. 216; infine, di Filadelfia: ʺPhiladelphia Scrap Bookʺ (per esempio
Ibid., vol. 1, n.ro 53, Saturday, March 22, 1834, pag. 24: ʺI am a word of six letters:— M y
1st, 2d and 6th, with the senses mix; My 3rd, 4th, 5th and 6th
. . . ʺ ) e la Rubrica ʺThe Puzzlerʺ su ʺThe Casketʺ (Ibid., n.ro 9, September 1829, pag. 432:
ʺENIGMA. I am a word of then letters... my 1st, 2d, 3d, and 4th is a house...ʺ). Per giungere
alla soluzione è utile comporre uno schema tramite il quale effettuare i debiti tentativi:
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
. . . . . . . . . . 1--->10 a wise man
X X X
X
1 2 7 3 useful to farmers
X
X X
6 7 1
a mischievous animal
X
X
X
9 7 1
latter's enemy
X
X
x 10 7 1
supports life
x x x X
4 5 7 6 a fruit
x x
x
4 5 8
a powerful implement;
le definizioni che più direttamente conducono verso unʹutile ipotesi sono in terza e quarta
riga: ʺun fastidioso animaleʺ ed ʺil suo nemicoʺ; trattandosi di due nomi da tre lettere
(ʺantʺ, ʺapeʺ, ʺaspʺ, ʺassʺ etc.) delle quali due identiche e la sola iniziale diversa si può
immaginare che si tratti di ʺbatʺ/ʺcatʺ/ʺratʺ, ʺcowʺ/ʺsowʺ, o ʺhogʺ/ʺdogʺ ma evidentemente
solo ʺratʺ e ʺcatʺ sono animali tra loro proverbialmente nemici; con ʺrʺ ed ʺaʺ si ottengono
due delle quattro lettere per il nome del frutto in sesta riga: ʺxxarʺ, che sarà ʺpearʺ; si avrà
già un ʺtxxperaxcxʺ che è ovviamente: ʺtemperanceʺ (e le sei parole ʺteamʺ, ʺratʺ, ʺcatʺ,
ʺeatʺ, ʺpearʺ e ʺpenʺ).
18
UN ALTRO QUESITO.1
Un corrispondente ci invia un esemplare di manoscritto dallʹaspetto molto
particolare davvero, nel quale i caratteri sono i più brutti e strambi geroglifici
immaginabili (non abbiamo alcun tipo nel nostro ufficio che si accosti a meno
di un miglio da essi) e ci richiede di fornirgli la traduzione, coerentemente
con una promessa fatta qualche settimana fa... una promessa, per inciso, che
il nostro amico non sembra pensare probabile che manterremo, per la buona
ragione che non potremmo. Lo lasciamo, comunque, a giudicare di persona.
La traduzione di ciò che ci ha inviato è come segue:
ʺSiamo ansiosamente in attesa dellʹarrivo dello speciale del Messenger nel
villaggio di Cheviot, Ohio, che, se eguaglia la descrizione dellʹEditore, e
conseguentemente le nostre ottimistiche previsioni, saremo molto gratificati
nel leggere, come siamo stati già lusingati dallʹultimo numeroʺ.2
Lo scrivente dice in una nota: ʺMa introduceteci nel segreto, perché siamo
compiaciuti dal meravigliosoʺ. Bene, cosa ci vuole dare in cambio del segreto?
— è qualcosa di meraviglioso e degno di ricompensa. Lasciamo che ci mandi
una lista di quaranta abbonati, col denaro3, e gli forniremo una piena
spiegazione del nostro intero metodo per procedere.
1
Pubblicato sullʹ ʺAlexanderʹs Weekly Messengerʺ, vol. IV, n.ro 4, January 22, 1840, pag. 2,
col. 5, col titolo Another Poser ed includente Still Another.
2
Purtroppo, proprio per le difficoltà di composizione appena esposte, Poe non fornisce il
cifrato da lui tradotto, che descrive lʹansietà del suo sfidante nellʹattendere, con qualche
sfiducia, una improbabile soluzione allʹenigma da poco proposto (evidentemente una
decina di giorni prima e cioè verso la prima settimana del Gennaio 1840) al brillante
solutore, che tanto si era vantato della sua abilità (in Enigmatical and Conundrum-ical);
lʹaggettivo ʺspecialeʺ applicato alla Rivista in questione rende lʹinglese ʺenlargedʺ, che in
effetti significa: ʺallargataʺ, ad intendere il formato più grande (si veda qui sotto in nota).
3
Lʹabbonamento alla Rivista (reclamizzato anche su altre Testate, ad esempio su quella di
Filadelfia che ha il medesimo Editore [che era tra lʹaltro anche pubblicista del Burtonʹs],
Charles Alexander: ʺThe American Silk Growerʺ, vol. I, n.ro 8, February 1839, pagg. 193194) costa normalmente due dollari per anno ed il formato viene pubblicizzato con: ʺ...
PUBLISHED EVERY WEDNESDAY, On extra Imperial size paper of the Largest Class, and of a
beautiful textureʺ.
19
ANCORA UN ALTRO.
Proprio mentre stavamo andando in stampa abbiamo ricevuto il seguente da
qualcuno in città:
Osservando che voi siete bravo a decifrare cifrati, vi invio il seguente, simile
ad uno pubblicato nel vostro ultimo numero. Vi assicuro che è, bona fide4, una
delicata questione5. Mi sentirò molto lusingato se lo pubblicherete nel vostro
prossimo, con una soluzione.
Per lʹAlexander’s Weekly Messenger.6
6! 6793,*47
895,4║4!. 85675 !3 ¶395 ,†6:: †3:║ †59 ,061
95*29!4!. 956,3! [56¶ 6 .:6║║5!4!, 961
5!4,†*5!4!. (955║3¶ !559 †59 [6!!59 06‡5
?2,:475 6!║ °92*† ,†6:: ¶55* 6! 569:1 .96‡5
2:║50 *†1 4!(:25!75 ,†6:: !6*43!, [30
║4,739║ 6!║ 7†63. ¶69§ *†1 5!‡432, [930
4¶659432, ¶3!,*59 !6*295, ║56║:45,* (35
732:║ 55! 859(57*43! (:1 *†1 *†956*!4!. [:30
5*59!6: ,7329.5 3( †6884!5,, [5:30
4
Espressione latina che significa: ʺin buona fedeʺ, ʺin veritàʺ, ʺsinceramenteʺ, molto usata
in testi di varia natura ed entrata a far parte del parlare dotto (per esempio nel campo
legale) e meno dotto fin dalla metà del XVI secolo.
5
Lʹespressione ʺsensible affairʺ usata dal corrispondente vuole probabilmente intendere da
un lato che il brano da lui proposto ha intenti letterari piuttosto seri, ma dallʹaltro che il
cifrato da lui proposto non è semplice da risolvere, ovvero è ʺun serio affareʺ; in realtà il
tempo impiegato nel decifrarlo del tutto è piuttosto breve (una ventina di minuti circa).
6
Segue, comʹè evidente, una composizione di nove versi in rima (AABBCCDCC) che pare
strutturata su un cifrario monoalfabetico (vengono utilizzati 24 simboli) a sostituzione
univoca; sono immediatamente da notare: la parola da una lettera ʺ6ʺ, che sarà ʺaʺ o ʺIʺ (od
ʺoʺ); lʹabbondanza di ʺ5ʺ (43 evenienze) che viene subito identificata con la lettera ʺeʺ; il
trigramma finale ʺ-4!.ʺ (ai righi 1, 2, 3 ed 8) che sarà ʺ-ingʺ (e non ʺ-ersʺ se ʺ5ʺ=ʺeʺ, oltre a
suggerire ʺ6ʺ=ʺaʺ e non ʺIʺ); le parole contigue ʺ!559 †59ʺ=ʺxEEy zEyʺ che fanno ipotizzare
un più probabile ʺNEʹER HERʺ se ʺ!ʺ=ʺnʺ (la finale ʺ-59ʺ è comunque presente 5 volte; in più
si ha allʹVIII rigo la II parola: ʺ55!ʺ che sarebbe ʺEʹENʺ); infine la IV parola al IX rigo che
termina in ʺ-exxʺ, ovvero ʺ-essʺ.
20
A. B. T.7
Replichiamo che ci darà il più grande piacere farlo, allʹistante. La traduzione8
è come segue:
UN ACROSTICO
A presieder Pace non più tiene il suo dominio,
Recedendo Ragione getta uno schiarente raggio,
Illuminante Libertà giammai suo vessillo move,
Giustizia e Verità a trovar vanno precoce fossa;
Sotto la tua influenza staran le Nazioni prone;
Discordia e Caos segnan la tua invidiosa fronte.
Imperioso mostro, della Natura mortal nemico,
Può mai fin Perfezione sfuggir al torvo tuo colpo,
Dellʹeterno flagello per Felicità al di sotto?
A. B. T.
7
Provando ad applicare le identità sopra immaginate (ʺ5ʺ=ʺeʺ, ʺ6ʺ=ʺaʺ, ʺ4ʺ=ʺiʺ, ʺ!ʺ=ʺnʺ,
ʺ.ʺ=ʺgʺ, ʺ9ʺ=ʺrʺ, ʺ†ʺ=ʺhʺ e ʺ,ʺ=ʺsʺ) si avranno: una prima conferma nel Titolo con ʺ6!ʺ=ʺANʺ e
ʺ6!║ʺ (II parola al rigo IV come al VI) che sarà ʺandʺ con ʺ║ʺ=ʺdʺ; ʺ!3ʺ=ʺnoʺ (III del I) con
ʺ3ʺ=ʺoʺ; la parola ʺ,†6::ʺ (presente 3 volte) che sarà ʺshallʺ con ʺ:ʺ=ʺlʺ; la IV al IX ʺ†6884!5,,ʺ=
ʺhappinessʺ con ʺ8ʺ=ʺpʺ. Nel sostituire i simboli ora identificati (ʺ║ʺ=ʺdʺ, ʺ3ʺ=ʺoʺ, ʺ:ʺ=ʺlʺ e
ʺ8ʺ=ʺpʺ) si procede già verso il termine della decriptazione, ma notando al contempo varie
incongruenze (tra le più evidenti: la prima parola del III rigo: ʺ5!4,†*5!4!.ʺ=enish.eningʺ),
tutte elencate oltre in nota, che — viste le molte conferme alle ipotesi iniziali — sono da
attribuirsi agli usuali refusi. Continuando agevolmente si ottiene lo schema seguente:
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
6 [ 7 ║ 5 ( . † 4 ? § : ¶ ! 3 8
9 , * 2 ‡ 0 ° 1 ;
è da notare che il simbolo ʺ°ʺ è qui fatto equivalere arbitrariamente alla ʺxʺ (che è una
delle tre lettere, assieme a ʺqʺ e ʺzʺ, non utilizzate nel messaggio in Inglese), ma che deve
essere, anche solo per la somiglianza che avrà causato una svista, sostituito da ʺ*ʺ.
8
I vari errori appena segnalati non sono evidenziati da Poe ed è dunque quasi scontato
che debbano attribuirsi alla imperfetta trascrizione del cifrato; quelli riscontrati sono:
- la V parola del II rigo, ʺ.:6║║5!4!,ʺ=ʺgladdeninsʺ;
- la I del III, ʺ5!4,†*5!4!.ʺ= ʺenishteningʺ;
- la I del IV, ʺ?2,:475ʺ=ʺjusliceʺ;
- la III del medesimo rigo, ʺ°92*†ʺ=ʺxruthʺ;
- la I del V, ʺ2:║50ʺ=ʺuldewʺ;
- la III del VI, ʺ7†63.ʺ=ʺchaogʺ;
- la I del VII, ʺ4¶659432,ʺ=ʺimaeriousʺ.
21
----------------------------------------Il cifrato scritto coerentemente con lo schema sopra dettagliato è il seguente (in rosso sono
i simboli cambiati allo scopo di correggere lo stampato):
6! 6793,*47
895,4║4!. 85675 !3 ¶395 ,†6:: †3:║ †59 ,061
95*29!4!. 956,3! [56¶ 6 .:6║║5!4!. 961
5!:4.†*5!4!. (955║3¶ !559 †59 [6!!59 06‡5
?2,*475 6!║ *92*† ,†6:: ¶55* 6! 569:1 .96‡5
2!║50 *†1 4!(:25!75 ,†6:: !6*43!, [30
║4,739║ 6!║ 7†63, ¶69§ *†1 5!‡432, [930
4¶859432, ¶3!,*59 !6*295, ║56║:45,* (35
732:║ 55! 859(57*43! (:1 *†1 *†956*!4!. [:30
5*59!6: ,7329.5 3( †6884!5,, [5:30
A. B. T.
Il testo di Poe in Inglese (le parole inesatte sopra elencate sono segnalate sottolineando la
corrispondente ben scritta) è:
AN ACROSTIC.
Presiding Peace no more shall hold her sway,
Returning Reason beam a gladdening ray,
Enlightening Freedom ne’er her banner wave,
Justice and Truth shall meet an early grave;
Under thy influence shall nations bow;
Discord and Chaos mark thy envious brow.
Imperious monster, Nature’s deadliest foe,
Could e’en Perfection fly thy threatʹning blow,
Eternal scourge of Happiness below?
A. B. T.
LʹAcrostico è un gioco enigmistico che troviamo ad esempio nei Fenomeni di Arato (metà
del III sec. a.C.) e che prende nome appunto dal Greco ἀκρό-στιχον (cima del verso), ad
indicare una frase, od una parola, composta prendendo le iniziali (lettere o sillabe) dei
righi (nella Pubblicistica anglosassone si possono trovare nelle Riviste fin dal termine del
ʹ700, come in ʺThe Gentlemanʹs and London Magazineʺ per il 1788, e — al tempo di questo
articolo — in molte Riviste statunitensi, pur se non frequentemente, come in ʺThe NewYork Mirrorʺ o nel ʺGrahamʹsʺ; si vedano, poi, dello stesso Poe: ʺElizabethʺ [1828], ʺAn
Acrosticʺ [1829], ʺEnigmaʺ [1833], ʺA Valentineʺ [1846] e ʺAn Enigmaʺ [1847]); anche in
questo caso la soluzione alla composizione in rima di A.B.T. è data appunto dalle lettere
iniziali di ogni verso che formano la parola ʺPREJUDICEʺ, ovvero ʺpregiudizioʺ.
22
ANCORA UN ALTRO QUESITO1.
Il nostro amico A.B.T., il geroglifico cifrato del quale abbiamo risolto la scorsa
settimana2, ce ne ha inviato un altro. Il suo messaggio è come segue:3
A. B. T.4
1
Pubblicato sullʹ ʺAlexander Weekly Messengerʺ, vol. IV, n.ro 5, January 29, 1840, pag. 2,
col. 4, col titolo Yet Another Poser.
2
Si tratta di Still Another, pubblicato appunto il precedente 22 Gennaio.
3
Anche qui il cifrato si presenta facilmente risolvibile anche se i simboli utilizzati sono in
numero minore: 18, rispetto ai 24, anzi: 23, dellʹAcrostico in Still Another; si nota subito che:
vi è una parola, la seconda del primo rigo, da una lettera: ʺ ʺ, che può essere ʺaʺ, ʺIʺ,
oppure ʺoʺ; si trovano poi 18 ʺ§ʺ che sono evidentemente delle ʺeʺ; inoltre le parole ʺ¡§!—ʺ=
ʺ.e..ʺ (la I del III rigo) e ʺ§¡§!—ʺ=ʺe.e..ʺ (la I del IV) che potrebbero essere rispettivamente
ʺveryʺ ed ʺeveryʺ (tra lʹaltro A.B.T. sembra aver stavolta inserito la punteggiatura; in
Enigmatical Poe osserva che il Signor H. ʺ... nor has he made any punctuationʺ). Dunque, se
ʺ§ʺ=ʺeʺ, ʺ¡ʺ=ʺvʺ, ʺ!ʺ=rʺ e ʺ—ʺ=yʺ, allora la V del I: ʺ
¡§! §ʺ=ʺ.ver..eʺ sarà ʺaverageʺ/
ʺoverageʺ o ʺoverateʺ/ʺoveraweʺ ma in ogni caso ʺ ʺ è ʺaʺ; ora, la IV del III: ʺ !§ §ʺ=
ʺ.rea.eʺ sarà ʺcreaseʺ/ʺcreateʺ o ʺgreaseʺ/ʺgreaveʺ, dunque ʺ ʺ può essere ʺcʺ/ʺgʺ ed il titolo
ʺ !
║
ʺ ha tutta lʹaria di essere ʺacr....cʺ, ossia ʺacrosticʺ. Effettuate le sostituzioni
ʺ=ʺoʺ, ʺ║"="s", " ʺ=ʺtʺ e ʺ
ʺ=ʺiʺ), si vedranno già quasi tutte le
ipotizzate (ʺ ʺ=ʺcʺ, ʺ
parole rivelate o facilmente rivelabili; in definitiva, dopo solo una decina di minuti si potrà
fissare lʹusuale schema alfabetico delle corrispondenze:
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
¶
† § ‡ [ (
) ?
¿
! ║
- ¡ ]
— .
Il simbolo per ʺuʺ: ʺ-ʺ, è stato scelto per la somiglianza con ʺ—ʺ=ʺyʺ, dato che vi è un errore
nella composizione del cifrato (la IV parola del II rigo: ʺ†§ §
‡—?ʺ si legge ʺdeceitfylʺ e
non ʺdeceitfulʺ) e dunque i simboli utilizzati (come le lettere) sarebbero in vero 19, non 18.
4
Lʹimmagine (come le altre presenti nei successivi articoli dellʹAlexanderʹs) è tratta da:
Clarence Saunders Brigham, Edgar Allan Poeʹs contributions to Alexanderʹs Weekly Messenger,
in ʺProceedings of American Antiquarian Society, April 1942ʺ, Worcester, Mass., 1943.
23
Signor Alexander5: ve ne invio un altro e, se lo decifrate nel vostro prossimo
numero, vi chiamerò invincibile6.
Questi simboli, siatene certi, hanno già di loro un brutto aspetto... ma
assicuriamo A.B.T. che la bruttezza delle lettere non ha niente a che fare con
la difficoltà della soluzione. La traduzione è così:
ACROSTICO7
Amor è trucco, noi lo vantiam,
Oh, il falso, disonesto gioir!
Proprio nulla può crearlo...
Ogni inezia devastarlo.
5
Lʹinvio è quindi allʹEditore, Charles W. Alexander (1796-1866; attivo in varie Redazioni di
Filadelfia come Editore-Pubblicista tra il 1821: col ʺSaturday Evening Postʺ, ed il 1850: col
Godeyʹs Ladyʹs Book), e non a Poe, come sarà ad esempio in Our Puzzles Once More.
6
Lʹespressione del Signor A.B.T. qui riportata: ʺ... if you decypher it ... I must call you
invincibleʺ, ricorda chiaramente quella di Frederick William Thomas che si trova un anno
e mezzo dopo in Addendum I: ʺIf you decipher it, then are you a magicianʺ.
7
Il testo in Inglese è il seguente:
ACROSTIC
ʺ
Love’s a cheat, we overate it,
Oh the false, deceitful joy;
Very nothing can create it —
Every trifle will destroy.
ʺ;
per rendere anche nella traduzione lʹinglese ʺLOVEʺ che si trae dalle lettere iniziali dei
quattro righi, è ad esempio possibile tradurre lʹacrostico in questo modo:
ACROSTICO
Amor è trucco, noi lo vantiam,
Ma è falso, disonesto gioir!
Or proprio nulla crear lo può...
Rovinar lo fa ogni inezia.
24
ANCORA UN ALTRO.1
ʺUn Abbonatoʺ, di questa città, ci invia il peggior enigma geroglifico che noi
abbiamo mai ricevuto, e spera che, se non potremo decifrarlo, avremo
lʹonestà di dirlo.
Noi non avremo lʹonestà di dirlo, poiché la traduzione è qui appresso. Egli
dice, inoltre, che, dovessimo riuscire a farlo, ne ha in serbo uno che ci sfida a
comprendere. - Ce lo invii e noi risponderemo2.
Una piaga su quegli ammuffiti vecchi stolti
Che ci dicono di digiunare e di pensare,
E con pazienza affrontare il gioco della vita,
Con niente altro che lʹacqua da bere;
Una tazza di roba buona, lʹavevano capito,
li avrebbe aggiustati con tremante piacere,
E, nonostante le regole
Delle scuole,
I vecchi folli
Lʹavrebbero tutti capito,
E giurato che non cʹera niente come il grog.3
1
Edito sullʹ ʺAlexanderʹs Weekly Messengerʺ, vol. IV, n.ro 6, February 5, 1840, pag. 2, col.
3, col titolo Still Another [Poser].
2
Qualcosa in più, forse, riguardo lʹidentità di questo abbonato di Filadelfia (e del quale
scriverà: ʺ...who sent us ʹ ʹa poserʹ ʹ...ʺ) sembra venga rivelato da Poe in Our Puzzles Once
More, che è incluso in More of the Puzzles del successivo 26 Febbraio 1840.
3
I righi ʺA plague on those musty old lubbers/Who tell us to fast and to thinkʺ si trovano
in Rev. Sir Archibald Mac Sarcasm (William Shaw), The Life of Hannah More, London 1802,
pag. 80, ma lʹintera composizione (che è di altre 3 stanze, per un totale di 43 righi) è in
AA.VV., The goldfinch, being a collection of the most esteemed modern songs in the English
Language, pagg. 100-101; si tratta di un inno al bere ed in particolare al grog: un ponce a base
di cognac o, più spesso, rum.
25
I NOSTRI ULTIMI ENIGMI.1
Circa cinque o sei settimane or sono2, in un articolo intitolato ʺEnigmatico e
Conundrumicoʺ, abbiamo avanzato lʹopinione che, con un appropriato
metodo, ogni realmente benfatto enigma, indovinello, sciarada, &c. &c. può
essere risolto e, a proposito di tale idea, menzionammo che sarebbe cosa
facile leggere ogni specie di scritto nel quale caratteri o segni, a caso,
venissero usati al posto di caratteri alfabetici: per esempio, invece di a,
poniamo che un * venga sempre usato; al posto di b una † &c. &c. Ci siamo
offerti, allo stesso tempo, in via di evidenziare la sincerità della nostra
convinzione sul soggetto, di decifrare ogni lettera in Inglese inviataci così
scritta.
Noi certamente non avevamo idea del notevole effetto che questa sfida
avrebbe creato tra tutti gli Enigmisti e Sciaradisti del Paese. Poiché la prima
settimana o poco più tutto è andato bene. Uno o due geroglifici misteri
dallʹaspetto davvero strambo ci sono stati inviati, e noi ne abbiamo dato la
traduzione subito. Nel frattempo siamo stati attaccati in alcuni ambienti con
lʹaccusa di inganno o, più appropriatamente parlando, falso. Ci hanno
rinfacciato che la cosa era impossibile, che noi stessi abbiamo scritto degli
enigmi e quindi li abbiamo risolti. Poi abbiamo mantenuto il nostro solito
comportamento, e tradotto ogni cosa ci veniva presentata per la traduzione.
Ma lʹeffetto aumentava come la meraviglia cresceva, e ci siamo trovati in una
bella situazione davvero. Ma la gente realmente pensa che non abbiamo
niente al mondo da fare se non leggere geroglifici? o che stiamo per lasciare la
nostra ordinaria occupazione per proporci come illusionisti? Ci dirà qualcuno
come uscire da questo dilemma?3 Se non risolviamo tutti gli enigmi
1
Pezzo intitolato Our late Puzzles, edito sullʹ ʺAlexanderʹs Weekly Messengerʺ, vol. IV, n.ro
7, February 12, 1840, pag. 2, col. 5.
2
Lʹarticolo subito appresso citato venne pubblicato il 18 Dicembre del 1839, dunque 8
settimane prima.
3
Il dilemma se essere criptologi o maghi (ovvero illusionisti, od autori di scherzi più o
meno graditi, come suggerisce il precedente vocabolo ʺingannoʺ, che qui rende lʹInglese
ʺgaggeryʺ), conseguente alla lettura di lettere più o meno anonime giunte alla Redazione
dellʹ ʺAlexanderʹsʺ, fa ripensare allʹespressione: ʺare you a magicianʺ, che è nel più tardo
Addendum I, dellʹAgosto 1841.
26
inoltratici, i loro confezionatori4 penseranno che è perché non possiamo...
anche se possiamo. Se invece li risolviamo avremo presto da allargare il
nostro foglio a dieci volte il formato del Brother Jonathan.5
4
ʺConcoctersʺ, dal verbo ʺto concoctʺ, dallʹetimo latino, è termine utilizzato da Poe negli
scritti sulla Criptologia (in Enigmatical and Conundrum-ical, qui, in Our Puzzles —Again!,
More of the Puzzles, Our Puzzles once More, specialmente però tra circa un mese e mezzo in
Puzzles Again!: ʺWe assert roundly, and in general terms, that human ingenuity cannot
concoct a proper cypher which we cannot resolveʺ, concetto ribadito un mese ancora dopo
in Cyphers Again: ʺWe say again deliberately that human ingenuity cannot concoct a
cypher which human ingenuity cannot resolveʺ e poi, nel Luglio del 1841, in A Few Words
on Secret Writing: ʺ...it may be roundly asserted that human ingenuity cannot concoct a
cipher which human ingenuity cannot resolveʺ) col senso di ʺideareʺ un sistema cifrato,
oppure col normale significato di ʺmacchinareʺ, ʺordireʺ, ʺescogitareʺ e simili (come nel
William Wilson che è del medesimo anno 1840 ma, anche, ad esempio, in The Angel of the
Odd: An Extravaganza del 1843 ed in The Spectacles del 1844), ma dà lʹimpressione qui di
avere piuttosto il più ovvio senso di ʺaccroccatoriʺ, dato che in questo pezzo sembra
rivelare, nel suo breve sfogo, in maniera non certo sarcastica, il fastidio per le accuse
mossegli ora ma anche in seguito per merito del suo intuito decifrativo.
5
Il ʺBrother Jonathanʺ di New York inizia ufficialmente le sue pubblicazioni il Sabato 1
Gennaio 1842, ma le sue prime uscite sono del Luglio 1839 (ed a queste fa ovviamente
riferimento Poe; si vedano le correlate notizie in ʺThe New-Yorkerʺ, vol. VIII, n.ro 4,
Saturday Evening, October 12, 1839, pag. 59 e n.ro 5, Saturday Evening, October 19, 1839,
pag. 77; un altro, e non unico, ʺmammoth newspaperʺ del momento è il ʺBoston Notionʺ),
offrendosi comunque nel formato da 25 x 33,5 pollici, ossia 63,5 x 85,1 cm; dieci volte vuol
dire che ogni foglio dellʹAlexanderʹs dovrebbe superare i 5 metri quadri per contenere tutte
le comunicazioni, comprese lamentele ed accuse, inviate a Poe sulla Criptologia.
27
I NOSTRI ENIGMI... ANCORA!1
Un articolo sul tema dei nostri ultimi enigmi, nel quale componiamo una
completa risposta a tutti i corrispondenti, è stato scartato questa settimana, a
causa della sua lunghezza, ma apparirà nel nostro prossimo numero.
La lettera di Philom, di Limerick, è stata appena ricevuta, e, dato che stiamo
andando in stampa, possiamo solo citare un brano di essa. Egli dice:
Orsù, siate filantropo, e dissipate il mistero che avvolge la vostra bacchetta
magica, e non ʺstupite gli indigeniʺ più a lungo. Avete suggerito in uno degli
ultimi numeri che il ʺmetodoʺ che attiene ʺlʹindovinare un enigmaʺ potrebbe
costituire il soggetto per ʺun più ponderoso articolo della Rivistaʺ2.
Dʹaccordo. E, inoltre, pensiamo che voi siete lʹuomo giusto per scriverlo, ed il
Messenger il periodico giusto per diffonderlo in tutto il mondo. Il nostro
gruppo pensa che il numero che conterrebbe un tale articolo dovrebbe
ricercarsi con ancor più avidità del vostro ʺdoppio foglio, con splendide
incisioniʺ3; e non sta parlando a vuoto, ve lo assicuriamo. Quaranta abbonati,
con il necessario per riuscire, sapete, comprerà lʹintera serie di regole con le
quali voi siete capace di leggere ganci, forconi, ed assurdità varie. Ora, vi
diremo cosa faremo — se dipanerete la matassa in bella forma, noi ʺci
impegneremoʺ ad inviarvi un quarto di esso in pochi mesi, e faremo tutto il
possibile per inviarvi lʹintero gruppo. E non vorrà il vostro corrispondente
dallʹOhio fare la stessa cosa—?4 Notando il buon atteggiamento e lʹurbanità
1
Articolo intitolato Our Puzzles — Again!, uscito sullʹ ʺAlexanderʹs Weekly Messengerʺ,
vol. IV, n.ro 8, February 19, 1840, pag. 2, coll. 2-3.
2
In Enigmatical and Conundrum-ical (che non è però così ʺlateʺ, ovvero ʺrecenteʺ, dato che è
il primo intervento di Poe sullʹAlexanderʹs riguardo la Criptologia) si legge: ʺ... a most
capital Magazine article might be writtenʺ.
3
Lʹespressione è parte dellʹannuncio pubblicitario riguardante lʹAlexanderʹs, ampliato ed
illustrato dal 1° Gennaio 1839, tra lʹaltro al costo di un solo dollaro per lʹabbonamento
annuale; con essa Philom vuole ovviamente suggerire che il Giornale ricaverebbe maggior
vantaggio dalle rivelazioni di Poe che dalle costose novità apportate alla veste grafica.
4
Il qui definito ʺyour Ohio correspondentʺ è il lettore di Cheviot (che è circa 10 chilometri
a Nord-Ovest di Cincinnati, nel Sud dellʹOhio) che due settimane prima, in Another Poser,
ha inviato a Poe una lettera contenente la medesima richiesta: rivelare il suo metodo
decifrativo, ed alla quale il Poeta reagisce con le parole: ʺLet him send us on a list of forty
subscribers, with the money, and we will give him a full explanation of our whole method
of proceedingʺ; dunque Philom (ma anche Limerick si trova in Ohio, nel Settentrione dello
28
con i quali avete trattato tutti i corrispondenti che si sono presentati a voi con
le peggiori intenzioni possibili, e sperando che siate ancora di ʺridanciano
umoreʺ e che ci considererete con la stessa scrutatrice indulgenza, noi
abbiamo osato congedarci da voi con lʹinsieme di segni più comico che
abbiamo potuto procurarci. Non possiamo, tuttavia, scacciare lʹinfausto
presagio di non vederlo mai più. Grandemente temiamo che voi rimarrete in
sospeso su di esso, e noi non diverremo più saggi5. Staremo a vedere. Non è
certo la sua grande lunghezza che lo esclude. Se possiamo formulare un
giudizio sul talento di mettere assieme delle parole, esso ha qualche merito
oltre ed ancor più al di là della sua fantasiosa veste.
Vostro, sinceramente, PHILOM.
Philom sembra incline a sconcertarci, e per questo scopo ha impiegato non
meno di sette distinti alfabeti nella composizione del suo cifrato; che,
confessiamo, è lʹesempio di composizione dallʹaspetto più scandaloso che
abbiamo mai contemplato. Sette alfabeti!— E non una sola lettera fra tutte
simile a qualcosa di umano o divino! Un alfabeto era quello che abbiamo
concordato— non sette6. Ma, poi, Philom dice che ci manderà quaranta
abbonati. Noi, dunque, segneremo un punto a suo favore. Il suo enigma è
niente più che il ben noto acrostico chiamato ʺLʹassedio di Belgradoʺ7,
iniziando così:
Stato, a poco più di 100 chilometri ad Ovest di Cleveland), che assicura a Poe lʹadesione di
un gruppo di quaranta appassionati di enigmistica e promette la sottoscrizione di
altrettanti abbonamenti annuali (dunque quaranta dollari: una cifra non certo trascurabile
allʹepoca, dato che un operaio non specializzato percepisce circa 4 cents lʹora) prospetta
probabilmente un fantomatico più che vantaggioso affare allʹArticolista, come al Giornale.
5
Il ʺcomical setʺ di caratteri, segni e simboli: il crittogramma, è preparato dunque di
proposito perché il Poeta ne rimanga del tutto confuso; lʹautore della comunicazione ha il
ragionevolmente sicuro presentimento anzi che non vedrà mai più il cifrato perché
ovviamente non verrà mai risolto, e pubblicato, ed è certo che ʺweʹll be none the wiserʺ,
ovvero che nessuno capirà una improbabilissima spiegazione che non giungerà mai.
6
Regola non esplicitamente espressa da Poe, ma che si trae dal contesto (si vedano in
specie Enigmatical and Conundrum-ical e Our Late Puzzles); lʹutilizzo poi di sette serie di
caratteri per la ʺconcoctionʺ: lʹ ʺaccroccamentoʺ, del cifrato è forse da considerarsi non per
lʹintero testo (come nel caso, in A Few Words on Secret Writing, del secondo enigma di W. B.
Tyler che il Poeta commenta quasi con le medesime parole), ma per singoli righi, lasciando
importanti indizi sul tipo di messaggio che, si veda sotto, ha un testo molto particolare.
7
Ispirato dallʹevento bellico che dal 14 Settembre allʹ8 Ottobre 1789 vide le truppe
austriache del Maresciallo Laudon assediare la città presidiata dalle forze ottomane e
29
Austriaca armata, audacemente attrezzata,
Baldanzosamente, batterie brandite, batteva Belgrado;
Cosacchi comandanti cannoneggiando corsero,
Decidendo desolante destin di distruzione.
Ed egregi esperimenti essi esprimevan,
Fosse fama, fosse fortuna, fumando furiosa foga;
Generali giusta Generali giostravan, Giove giusto!
Hui honori hanno heroici homini!
& c. & c. & c. 8
Nel nostro prossimo numero, gratificheremo Philom col nostro metodo di
soluzione9.
prenderla infine, è una poetico collage del 1820 — opera del poeta inglese Alaric Alexander
Watts (1797-1864) — dai versi costruiti per allitterazione in sequenza alfabetica e formati
da parole con la medesima iniziale (ha infatti il sottotitolo: ʺAddressed to the Admirers of
Allitteration, and the Advocates for Noisy Numbersʺ e viene qui tradotta in qualche modo per
mantenerne la struttura); la si può leggere (si veda qui sotto in nota), probabilmente nella
sua prima edizione, in: ʺThe Literary Gazette; and Journal of Belles Lettres, Arts, Sciences,
etc.ʺ, London, n.ro 205, Saturday, December 23, 1820, pagg. 826-827, corredata anche da
unʹintroduzione e da venti brevi note a commento delle espressioni utilizzate; la frase di
sei parole in Latino attribuita a Virgilio: ʺArdentem Aspicio Atque Arrectis Auribus Astoʺ
in realtà è costruita in particolare sul II Libro dellʹEneide e coi versi 303: ʺascensu supero
atque arrectis auribus astoʺ, e 509: ʺTyndarida aspicio; dant claram incendia lucemʺ,
preponendovi ʺardentemʺ).
8
Il testo dellʹintera composizione (qui Poe ne riscrive i primi otto righi: a-h) è il seguente:
THE SIEGE OF BELGRADE - An Austrian army, awfully arrayed,/Boldly by battery besieged
Belgrade:/Cossack commanders cannonading come,/Dealing destructionʹs devastating
doom./Every endeavor engineers essay,/For fame, for fortune fighting—furious
fray!/Generals ʹgainst generals grapple,—gracious G—d!/How honors Heaven heroic
hardihood!/Infuriate—indiscriminate in ill—/Kinsmen kill kindred, kindred kinsmen
kill:/Labour low levels loftiest, longest lines,/Men march ʹmid mounds, ʹmid moles, ʹmid
murderous mines!/Now noisy noxious numbers notice nought/Of outward obstacles,
opposing ought./Poor patriots!—partly purchased, partly pressed,—/Quite quaking,
quickly ʺQuarter! Quarter!ʺ ʹquest,/Reason returns, religious right redounds,/Suwarrow
stops such sanguinary sounds./Truce to thee, Turkey!— Triumph to thy train,/Unwise,
unjust, unmerciful Ukraine!/Vanish, vain victory! Vanish, victory vain!/Why wish we
warfare?—Wherefore welcome were/Xerxes, Ximenes, Xanthus, Xavier?/Yield, yield, ye
youths! Ye yeomen, yield your yell;/Zenoʹs, Zampaterʹs, Zoroasterʹs zeal,/Attracting all,
arms against acts appeal! (Alaric Alexander Watts)ʺ.
9
Promessa mantenuta, pur se per gradi (poi più lungamente in A Few Words on Secret
Writing), partendo appunto dallʹ articolo del 26 Febbraio seguente: Our Puzzles Once More.
30
ANCORA DEGLI ENIGMI.1
Da quando la nostra dimostrazione è andata in stampa ne abbiamo ricevuti
parecchi altri, che qui inseriamo, allo scopo di chiudere il conto su questo
capitolo. Lʹaccluso è da leggere come continuazione dellʹarticolo alla quarta
pagina.
Non abbiamo avuto alcun problema nel leggere il cifrato inviatoci da H.C.A.,
di West Stockbridge, Massachusetts, ma dobbiamo rinunciare a pubblicarlo
per intero. H.C.A. saprà, comunque, che lo abbiamo decifrato quando
diciamo che è intitolato ʺGeografico Enigmaʺ; inizia con: ʺSono composto da
quattordici lettereʺ2; ed ha come risposta la parola ʺCostantinopoliʺ.
Una sola occhiata ci ha permesso di vedere attraverso il cifrato di
ʺMechanicusʺ (di Filadelfia, crediamo). Il suo enigma è la Lords Prayer3.
Volentieri ottemperiamo alla richiesta di C.B. di Warrenton, Virginia, ed
inseriamo il suo cifrato, con la traduzione. C.B. dice: ʺse mi favorite una
soluzione sarò capace di concordare con A.B.T. sulla vostra invincibilitàʺ4.
1
Pubblicato sullʹ ʺAlexanderʹs Weekly Messengerʺ, vol. IV, n.ro 9, February 26, 1840, pag.
2, col. 4, col titolo More of the Puzzles ed includente Our Puzzles once More, pag. 4, coll. 3-5;
da quanto si legge al termine del primo capoverso: ʺThe subjoined is to be read as the
continuation of the article on the fourth pageʺ, appare evidente che intenzione di Poe era
che fosse pubblicato prima lʹarticolo dal titolo More of the Puzzles, che costituisce appunto
la ʺoutside formʺ: la ʺesposizioneʺ, il metodo di decifrazione, e termina con le parole: ʺThe
process of reasoning here employed is that employed also in the solution of the cyphersʺ.
2
Un altro caso di indovinello, poi cifrato, appartenente al tipo già visto in Enigmatical, del
precedente 15 Gennaio, inviato allʹAlexanderʹs dal Signor ʺH.ʺ; West Stockbridge si trova
una ventina di chilometri a Sud Ovest di Pittsfield.
3
Ovvero il ʺPater Nosterʺ che in Inglese, nella versione tradizionale (The Book of Common
Prayer, Cambridge 1662, pag. 27) suona: ʺOur Father, which art in heaven,/Hallowed be
thy Name./Thy Kingdom come./Thy will be done in earth,/As it is in heaven./Give us this
day our daily bread./And forgive us our trespasses,/As we forgive them that trespass
against us./And lead us not into temptation,/But deliver us from evil.[/For thine is the
kingdom,/The power, and the glory,/For ever and ever.]/Amen.ʺ; si veda, tra i vari esempi,
il confronto tra questa e la nuova versione di Franklin in Jared Sparks, The Works of
Benjamin Franklin, Boston 1840, vol. I, pagg. 77-79.
4
Warrenton si trova circa 80 chilometri ad Ovest di Washington, D.C.; il Signor C. B. si rifa
a quanto ha trovato in Yet Another Poser, del precedente 29 Gennaio (ʺ... if you decypher it
in your next, I must call you invincibleʺ); ʺfavorʺ, qui usato come verbo ed appresso come
31
Di esso la traduzione è come segue:5
sostantivo, relativo in particolare agli enigmi inviati dai lettori, viene tradotto con
ʺfavorireʺ e ʺfavoreʺ (nellʹovvio senso di: ʺpreferenzaʺ, ʺsimpatiaʺ, per lʹAlexanderʹs).
5
Il cifrato è illustrato in maniera diversa dal testo che lo riproduce (Clarence Saunders
Brigham, Edgar Allan Poeʹs contributions to Alexanderʹs Weekly Messenger, cit.) essendo qui le
righe visualizzate intere per maggior chiarezza, ad esempio riguardo lʹutilizzo dei comuni
segni di interpunzione (nel cifrato sono presenti 32 simboli, ovvero 6 in più rispetto alle 26
lettere dellʹalfabeto inglese; cʹè al solito da immaginare che quanto stampato può non
riprodurre esattamente il testo sottoposto allʹattenzione del decifratore); il simbolo che
risulta più frequente è comunque ʺ*ʺ (65 evenienze) e dunque si può ipotizzare che la
parola ʺ) *ʺ — presente 6 volte e con significative varianti — sia lʹarticolo ʺtheʺ (e, ad
esempio: ʺ) *0:ʺ, anchʹessa con 6 evenienze, sia forse ʺtheirʺ e ʺ) * ʺ=ʺthemʺ/ʺtheyʺ
mentre, tra le varie stranezze, lʹimprobabile seconda parola del XIII rigo: ʺ) * ʺ=ʺthehʺ
si può già ragionevolmente attribuire ad un refuso); provando comunque ad applicare le
prime tre equivalenze (ʺ)ʺ=ʺtʺ, ʺ ʺ=ʺhʺ, ʺ*ʺ=ʺeʺ), già si troverà che: ʺ) ʺ (I del XIII rigo) è
ʺtooʺ con ʺ ʺ=ʺoʺ, ʺ*!*§*¶),ʺ=ʺe.e.e.t.ʺ sarà ʺelement[s]ʺ (col dubbio se ʺ,ʺ sia o no carattere
del cifrato) con ʺ!ʺ=ʺlʺ, ʺ§ʺ=ʺmʺ e ʺ¶ʺ=ʺnʺ, ma anche che ʺ *¶*.) ʺ (V in XIII rigo) è solo
ʺbeneathʺ con ʺ ʺ=ʺbʺ e ʺ.ʺ=ʺaʺ. Con le nuove identità si vedrà che ʺ║ *¶ʺ (VI del VI rigo)
è ovviamente ʺwhenʺ con ʺ║ʺ=ʺwʺ, ʺ¶*()(ʺ (II del XII) è ʺnestsʺ con ʺ(ʺ=ʺsʺ, poi ʺ()0!!ʺ (II del
V) sarà ʺstillʺ con ʺ0ʺ=ʺiʺ (e confermerà lʹintuizione precedente per il ʺtheirʺ con ʺ:ʺ=ʺrʺ),
ʺ.¶,ʺ=ʺan.ʺ e ʺ*¶,:ʺ=ʺen..ʺ daranno ʺandʺ e ʺend[s]ʺ con ʺ,ʺ=ʺdʺ; andando avanti ancora si
noterà, ad esempio, che: ʺ8:**ʺ=ʺ.reeʺ e ʺ8: §ʺ=ʺ.romʺ (I e II del V) danno ʺ8ʺ=ʺfʺ, e che la
32
IL VIAGGIO DELLA VITA
Quai pochi, favoriti da tutti numi,
A gonfie vele giungon salvi allʹambito porto,
Con tutti lor desii accolti! ancor fin quei,
Pregni dʹogni lor desio, presto gemeranno.
Salvi da sfortuna, non per natura salvi,
Ancor son essi umani; ma qual uomo è mai sicuro?
Fatal è il tempo come tempesta! La corsa degli anni
Abbatte la lor forza; glʹinnumerabili scampi
In rovina vanno: e, ora, il fiero lor successo
Non segna che di novi terror del vincitor la fronte.
Che dolore uscir dal mondo già proprio colto!
I lor covi sì cari abbattuti, pur fatti sì nellʹalto!
punteggiatura è utilizzata anche come tale: in ʺ1 §4!.0¶.ʺ=ʺ.om.lainaʺ (ultima parola del IV
rigo) si avrà naturalmente ʺcomplainʺ (con ʺ1ʺ=ʺcʺ e ʺ4ʺ=ʺpʺ) ed il punto (.) in questo caso
segnala la fine della frase (ugualmente, tra i vari casi, nella III parola del VII rigo:
ʺ.(() :§.ʺ=ʺastormaʺ sarà ʺas storm.ʺ e lʹultima del cifrato: ʺ().:(.ʺ=ʺstarsaʺ è ʺstars.ʺ). A
questo punto saranno stati trovati i valori dei 17 simboli più frequenti e si potrà procedere
a terminare la lettura (in un tempo totale di circa unʹora); lo schema infine risultante è:
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
.
1 , * 8 ‡
0 — + ! § ¶
4
: ( ) w F ║
.
Tra gli errori, piuttosto numerosi, della resa in stampa, saltano subito agli occhi le parole
(VI e VII dellʹVIII rigo) ʺ¶w§- *:!*((ʺ= ʺn.m. berlessʺ che sarà ʺnumberlessʺ con ʺwʺ=ʺuʺ e
senza ʺ- ʺ; ma non solo, come viene dettagliato poco sotto. È evidente che i simboli
utilizzati da C.B. sono meno di 30, in realtà 24 sostituiscono lettere (tutto lʹalfabeto ad
eccezione di x e z) e 6 (ma 4 hanno anche valenza letterale) servono — e non sempre,
oppure anche, e comunque non regolarmente — per la punteggiatura o la grafica (virgola,
punto fermo, apostrofo, punto esclamativo, punto e virgola, due punti), per un totale di 26;
non hanno invece alcuna funzione (perché derivanti da sviste nella composizione a
stampa) gli altri 6 simboli: ʺ;ʺ quando vale per ʺrʺ è in realtà un ʺ:ʺ, ʺ9ʺ vale per ʺiʺ o ʺnʺ e
sembra meglio un ʺ0ʺ, ʺlʺ per ʺcʺ ed è ʺ1ʺ, ʺ-ʺ per ʺaʺ ed è ʺ.ʺ, ʺ ʺ per ʺrʺ ed è ʺ:ʺ, infine ʺ3ʺ per
ʺbʺ ma è un ʺ ʺ. Il testo risultante dal cifrato su riprodotto è il seguente (ʺ?ʺ sta per simbolo
non valido, le parti errate — vedendo alla soluzione data nellʹarticolo — sono sottolineate):
ʺthe voyage of life ʺhow few, favou?ed by evry element,/with swelling sales makke good
the prom isetpors,/with all their w?shed! het evʹn tyese,/freightedwith all their wishes,soon
complain./free from misfprtu?e; nod from natu?e free,/they still are men; and when isman
se? cure!/asf?tal time, asstorm. the rush of hears/beats down thei? strength; their num?
berless escapes/in ruin end: and, now, their proud su??ess/but plants new terrours on the
vi?torʹs b?owʹ/what pind to quit the wwrldjust made theirown!/their nests so deeply
downed and ?uilt so high!/too low theh buildwhp build beneath the stars.ʺ
33
Pur troppo basso fa chi fa sotto le stelle.6
Abbiamo appena ricevuto un cifrato da J. Lucas, di Mount Holly, New Jersey,
che è stato costruito con molta ingegnosità. Lʹabbiamo letto comunque, in
tutta facilità. Esso dice così:
ʺCiò che governa i monumenti degli uomini; una delle più forti passioni; ed
un ottavo del luogo di nascita di Archimede, compongono il nome di un
degno abbonato del Messengerʺ.
6
I versi sono del poeta inglese Edward Young (1683-1765) e si possono leggere in ID., The
Complaint: or, Night-Thoughts on Life, Death, and Immortality, London 1750, pag. 203:
ʺHow few, beneath auspicious Planets born,/(Darlings of Providence! fond Fateʹs Elect!)/
With swelling Sails make good the promisʹd Port,/With all their Wishes freighted! Yet ev’n
These,/Freighted with all their Wishes, soon complain;/Free from Misfortune, not from
Nature free,/They still are Men; and when is Man secure?/As fatal Time as Storm! The Rush
of Years/Beats down their Strength; their numberless Escapes/In Ruin end: And, now, their
proud Success/But plants new Terrors on the Victor’s Brow:/What Pain to quit the World,
just made their own,/Their Nest so deeply downʹd, and built so high!/Too low they build,
who build beneath the Stars.ʺ
Poe non aggiunge ora — lo fa a fine pezzo ma per gli spazi, che compaiono nella versione
a stampa — alcuna osservazione sulla fattura dellʹenigma, dando ad intendere che non vi
sono errori notevoli (la mancanza di spazi non costituirebbe infatti un insormontabile
problema); il cifrato, piuttosto problematico, è qui corretto con in nero ciò che è errato o
mancante ed in specie gli spazi: ʺ■ʺ, la parola ʺ8:*0‡ )*,ʺ ed i simboli giusti, sottolineando
infine le parole da ricomporre perché spezzate:
34
Dobbiamo confessare che lʹindovinello del nostro amico non è proprio il più
difficile del mondo — poiché egli evidentemente intende che la risposta è
Luc-a-s. La Luce che governa i monumenti, &c. — a lʹiniziale di acrimonia —
ed S un ottavo di Siracusa, il luogo di nascita di Archimede7.
Il cifrato di D.D., di Irvington, Alabama, in questo momento mi è giunto alla
mano. Egli dice che ci ʺfarà tribolareʺ se lo leggiamo — ma è una vera inezia
— le lettere essendo disposte su un quadrato con incroci diagonali.
Vita, e amor, di già finisce;
Nostro ardor di già si langue;
E più ancor, ahimé, tradisce
Fin il cor che cola sangue.8
Diamo i versi verbatim e non siamo responsabili del loro valore9.
7
Lʹintuizione del Poeta è in effetti lʹunico spunto che conduca brevemente alla soluzione
della breve sciarada di J. Lucas di Mount Holly (che si trova a poco più di 30 chilometri ad
Est di Filadelfia); il detto sul quale si basa lʹinizio della soluzione è ʺFortune favors the
boldʺ e successive varianti, tratte universalmente da Virgilio (Eneide 10,284: ʺaudentis
Fortuna iuvatʺ) e Cicerone (Tusc. Disp. 2,11: ʺ«Fortes» enim non modo «fortuna adiuvat»,
ut est in vetere proverbio ...ʺ) che qualifica appunto il detto come già antico; lʹindovinello è
qui tradotto in modo che porti, anche in Italiano, alla soluzione (ʺLuceʺ, nel senso di:
ʺBuona sorteʺ, è ʺLuckʺ: ʺFortunaʺ, mentre ʺacrimoniaʺ sostituisce ʺangerʺ: ʺrabbiaʺ, infine
ʺSiracusaʺ è lʹinglese ʺSyracuseʺ).
8
D.D. di Irvington (che si trova circa 30 chilometri a Sud Ovest di Mobile) molto
probabilmente ha inviato a Poe una sorta di ʺcrucipuzzleʺ: uno schema rettangolare o
quadrato diviso in caselle ognuna contenente una lettera utile o meno per la composizione
di una frase e nel quale scorgere parole disposte su linee iscritte in varie direzioni; in
questo caso si può azzardare — tanto per farsi unʹidea dellʹaspetto dellʹenigma — lʹipotesi
che lo ʺsquareʺ sia in vero un quadrangolo di 13x9 (o 9x13) spazi (le battute del testo sono
116 ma è da inserire un ʺ ʹ ʺ per correggere ʺoʹerʺ in ʺoerʺ) e che la poesiola abbia inizio in
alto a sinistra e, con diagonali in senso nord-est/sud-ovest, termini in basso a destra:
Liel royan;o
f,ilsnsr n'y
ko, ;diV,tsh
ev d ose
et
eseOr rabEahl
ocu oyle'raon
ars' atettoop
oessrns dtor
oro,a b oe.
35
Il cifrato di Munger è precisamente come quello di D.D.; ma, essendo a
matita, è troppo incerto10 per essere letto.
Avendo così percorso lʹintera lista dei nostri enigmatici amici, si vedrà che
abbiamo fatto molto più che semplicemente mantenere la promessa che
abbiamo fatto allʹinizio. Abbiamo stabilito certe condizioni, ed esse sono state
spesso rispettate. — Nel foglio dellʹultima settimana abbiamo decifrato un
enigma nel quale lo scrittore aveva al momento usato sette distinti alfabeti al
posto dellʹunico sul quale ci eravamo accordati. Proprio poco sopra, poi, C.B.
ha scritto tutti i suoi simboli assieme senza intervalli; ma lʹabbiamo fissata
come condizione quella che le lettere selezionate si sarebbero usate come
lʹordinario alfabeto. Non abbiamo fallito in alcuna occasione11.
9
La quartina, in qualche modo tradotta in Italiano a ripeterne la struttura pur se non la
metrica, è, in Inglese: ʺLife, like lovers, soon decays;/Our ardor soon is o[ʹ]er;/Very soon,
alas, ‘t betrays/E’en hearts that blood not pooreʺ; ʺverbatimʺ, termine del Latino medievale
ed utilizzato in Inglese dal ʹ600, significa: ʺparola per parolaʺ, ʺletteralmenteʺ.
10
ʺIncertoʺ, aggettivo dal senso piuttosto neutro, è traduzione del testuale ʺdefacedʺ, che
significa: ʺpasticciatoʺ, ʺsgorbiatoʺ, ʺirriconoscibileʺ, ʺilleggibileʺ.
11
Lʹespressione usata in questa first thought: ʺwe have done far more than merely redeem
the pledge made at startingʺ, fa naturalmente riferimento a quanto si trova in Enigmatical
and Conundrum-ical (e dunque lo starting è alla metà di Dicembre del 1839): ʺSo much is
this the case, that a set of rules might absolutely be given by which almost any (good)
enigma in the world could be solved instantaneouslyʺ; la promessa di rivelare il sistema di
decifrazione, col quale il Poeta può leggere qualsiasi cifrato venga costruito rispettando le
regole date, riecheggia poi in Enigmatical (ʺ...in which you say that you pledge yourself to
read any hieroglyphical writing...ʺ), in Another Poser (ʺ...a promise made some weeks
ago...ʺ), in Our late Puzzles (ʺ... and as apropos to this idea, we mentioned that it would be
an easy matter to read any species of writing in which characters or marks, at random,
were made use of in place of alphabetical characters...ʺ), in Our Puzzles — Again! (nella
lettera di Philom di Limerick e nella frase conclusiva: ʺIn our next, we will oblige Philom
with our method of solutionʺ), ed infine qui appresso, a fine intervento (ʺUpon second
thought, we must decline giving our mode of solution for the presentʺ); ancora Poe
ribadisce la regola dellʹunico alfabeto ripetuta a Philom (qui: ʺ...where the writer had
actually used seven distinct alphabets in place of the one for which we stipulatedʺ, in Our
Puzzles — Again!: ʺOne alphabet was what we stipulated for — not sevenʺ); segue
lʹappunto rivolto a C.B. che non ha rispettato la regola degli spazi tra le parole (cosa non
risultante, come si è visto); in ultimo, la frase finale (ʺWe have been foiled in no instanceʺ)
riconferma lʹinfallibilità del sistema di decifrazione.
36
Sarebbe stato meglio, forse, se i nostri corrispondenti avessero sempre fatto
uso dei loro reali nomi nel comunicarci il loro favore, e non delle iniziali.
Dovessimo ricevere qualsiasi cosa su questo soggetto, dʹora in poi, non
potremo replicarvi a meno di non avere il vero nome dello scrittore. Si deve
osservare che, quando un cifrato ci è inviato con le iniziali soltanto dello
scrittore, nessuno può essere sicuro, eccetto la persona stessa ed i suoi più
stretti amici, che lʹenigma non sia una invenzione di noi stessi12.
Come seconda riflessione: dobbiamo esimerci dal fornire la nostra modalità di
soluzione, per il momento13.
I NOSTRI ENIGMI UNA VOLTA ANCORA.
Un accumulo di impegni, la scorsa settimana, ci ha impedito di occuparci dei
favori dei nostri enigmistici amici; e quindi abbiamo accantonato lʹintera
questione, a farla breve. Lʹinteresse inaspettato, però, che ancora si manifesta
in ogni dove per la materia, ci induce a parlarne di nuovo, con lʹintento di
convincere gli scettici che non cʹè davvero nessuna ʺfrodeʺ in questa
materia14. E prima rispondiamo a ʺAdolescentulusʺ, che scrive da Burkeville,
Contea di Prince Edward, in Virginia15. La traduzione del suo cifrato dice
così:
12
Un modo per giustificare chi dubita della sincerità del decifratore ed invitare ad ovviare
in tal modo a qualsiasi sospetto di frode, come già evidenziato in Our late Puzzles e
dichiarato allʹinizio del pezzo seguente.
13
Non a caso viene inserita nella traduzione un segno di punteggiatura, come se il testo
inglese fosse, ad esempio: ʺUpon second thought, we must decline giving our mode of
solution — for the presentʺ; Poe infatti non cela ma al contrario già ha cominciato a
rivelare il sistema (e proprio a Philom oltre che ad Adulescentulus) nel pezzo che vorrebbe
venisse anteposto a questo e che segue immediatamente: Our Puzzles Once More, che infatti
termina con la frase: ʺThe process of reasoning here employed is that employed also in the
solution of the cyphersʺ ed è stato appunto sopra definito, in nota, la ʺoutside formʺ.
14
Non è affatto improbabile che Poe, di fronte ad altre reazioni ingiustificate ed ingiuriose
dei lettori, abbia pensato seriamente di abbandonare, almeno per un certo lasso di tempo,
la Criptologia; il suo ripensamento sarà stato causato e da necessità editoriali (ad esempio
continuare a vendere la Rivista proprio in forza della medesima querelle) e personali (la
crescita della sua fama di .giornalista ed il soddisfacimento di esigenze economiche).
15
Il ʺgiovinettoʺ scrive da un luogo che si trova oggi nella Contea di Nottoway ed è a circa
80 chilometri a Sud Ovest di Richmond; il cifrato che invia al Poeta è del medesimo genere
di quello di ʺH.C.A.ʺ nel pezzo iniziale (e di ʺH.ʺ in Enigmatical).
37
Sono una parola di nove lettere. Le mie prima, quinta e quarta è il supporto
principale della struttura umana. Le mie prima, settima e quinta è spesso
stato causa di omicidi. Le mie prima, settima, sesta e quinta è quello che tutti
noi vogliamo fare nellʹagiatezza. Le mie prima, nona, settima, terza e quarta
indica ciò che tutti noi abbiamo fatto in un letto di malattia. Le mie prima,
seconda, sesta e quinta è ciò che spesso viene attribuito a coloro che sono
indegni di esso. Le mie ottava, seconda, terza e quinta è un termine applicato
al suono di uno strumento musicale. Le mie prima, quinta, terza, settima,
ottava e nona è ciò che lʹafflitto spesso ricerca invano. Tutto me è ciò che
anche il più ricco desidera ottenere.
La risposta è Longevità.16
Dato che ʺAdolescentulusʺ è senza dubbio davvero quello che la sua firma
implica, ci prendiamo la libertà di dirgli che il suo cifrato è molto
inartificiosamente costruito, e quindi molto facilmente risolvibile. Egli ha
messo la parola ʺEnigmaʺ come titolo, e abbiamo immediatamente saputo che
era tale quando abbiamo notato la frequente ricorrenza della parola che sta
per ʺmieʺ. ʺAdolescentulusʺ, che da alcuni indizi sappiamo essere un giovane
di qualche talento, sarebbe stato lui stesso in grado di risolvere qualsiasi
simile cifrato gli avessimo inviato. Se egli osserverà bene quello che diremo,
in una successiva parte di questo articolo, si troverà presto nella condizione
di risolvere qualsiasi enigma del tipo ora in questione.
16
Anche in questo caso per giungere alla soluzione è utile utilizzare uno schema:
1 2 3 4 5 6 7 8 9
. . . . . . . . . 1--->9
wealthiest's wish
X
X X
1 5 4
body's chief support
X
X
X
1 7 5
bloodshed's cause
X
X X X
1 7 6 5
done in prosperity
X
X X
X
X 1 9 7 3 4
on bed of sickness
X X
x x
1 2 6 5
unworthily bestowed
X X
x
x
8 2 3 5
instrument's sound
X
X
X
X X X 1 5 3 7 8 9 applied for in vain;
la risposta più immediata ad una delle precedenti definizioni è ʺtoneʺ per la sesta: il suono
dello strumento, e con essa segue subito la risposta alla prima: sostegno del corpo, che è
ʺ.e.ʺ=ʺlegʺ, quindi al motivo dei delitti: ʺl.eʺ, si risponde con ʺlieʺ e si vede già che la parolachiave daa nove lettere ʺlonge.it.ʺ è ʺlongevityʺ (oltre a completare la serie dei sette
indovinelli minori cui rispettivamente corrispondono perciò le parole: ʺlegʺ, ʺlieʺ, ʺliveʺ,
ʺlyingʺ, ʺloveʺ, ʺtoneʺ e ʺlenityʺ).
38
J.H., di Filadelfia, che ci ha inviato ʺun quesitoʺ due settimane or sono17, con
la certezza che, se fossimo riusciti a leggerlo (cosa che abbiamo fatto), ce ne
avrebbe inviato uno in seguito che ci avrebbe sfidato a risolvere, ci ha ora
recapitato il seguente:
8.418.891¶
7 990¶21 70 62 8768 3: 6.2 ¶29¶
27¶56 5612265 3: 831525 2346¶2170† 63 ¶2898?
9 912 75 6.2 317¶2 3: 17825?—7675 :62¶
9.212 3323 90¶871832569082?—966 39552¶ 9998!18
17
Sono in realtà tre le settimane, dato che lʹarticolo al quale qui Poe si riferisce pare essere
Still Another [Poser] del 5 Febbraio precedente; il mittente si definisce lì ʺA Subscriberʺ.
18
Come al solito è consigliabile per prima cosa esaminare i simboli utilizzati; poi si può
cercare lʹarticolo ʺtheʺ tra le parole da tre lettere, quindi constatare se le prime identità così
trovate conducano a qualche utile risultato. I simboli utilizzati sono 17, ovvero (in ordine
di frequenza e con il numero delle evenienze tra parentesi quadre): ʺ2ʺ [22], ʺ9ʺ [15], ʺ6ʺ
[14], ʺ8ʺ [13], ʺ3ʺ [12], ʺ1ʺ [11], ʺ5ʺ [11], ʺ7ʺ [11], ʺ¶ʺ [11], ʺ0ʺ [5], ʺ.ʺ [5], ʺ:ʺ [4], ʺ?ʺ [3], ʺ4ʺ [2],
ʺ—ʺ [2], ʺ!ʺ [1] e ʺ†ʺ [1]; dunque il ʺtheʺ è da cercare nelle parole da tre che contengono ʺ2ʺ
da leggere come ʺeʺ, e quindi in ʺ6.2ʺ (due evenienze) od in ʺ912ʺ. Ci sono però da notare
due cose, principalmente: la prima è che alcune parole sono forse un poʹ troppo lunghe,
soprattutto ʺ90¶871832569082?—966ʺ che appare da 20 lettere e fa sorgere il sospetto che
sia un sintagma senza spazi intermedi; la seconda viene segnalata dallʹultima parola del
cifrato: ʺ9998!ʺ, la quale fa pensare che alcuni simboli siano polivalenti, possano cioè
rappresentare più di una lettera (e, per esempio: la segnalata parola da 20 lettere che
terminerebbe con un improbabile ʺ-..ttʺ, ma forse il ʺ6ʺ può valere anche, per dirne una,
come ʺsʺ; anche la quarta del primo rigo: ʺ62ʺ=ʺteʺ può essere dovuta ad una polivalenza, o
più semplicemente ad un refuso). Indicando il ʺtheʺ in ʺ6.2ʺ si possono ora avanzare
dunque anche le identità ʺ6ʺ=ʺtʺ e ʺ.ʺ=ʺhʺ; si ottiene subito una significativa lettura della
seconda parola del secondo rigo: ʺ5612265ʺ=ʺxt.eetxʺ che fa istantaneamente pensare a
ʺstreetsʺ con ʺ5ʺ=ʺsʺ e ʺ1ʺ=ʺrʺ; con queste identità si potranno confrontare ʺ912ʺ=ʺ.reʺ (II
parola del III rigo) e ʺ9.212ʺ=ʺ.hereʺ (I del IV), che saranno rispettivamente ʺareʺ e ʺwhereʺ,
trovando conferma nella polivalenza almeno di ʺ9ʺ, che varrebbe sia per ʺaʺ che per ʺwʺ
(oltre che si avrà per la IV del IV: ʺ39552¶ʺ=ʺ39sse¶ʺ con ʺ¶ʺ=ʺdʺ ed anzi con un probabile
ʺpassedʺ dato che la successiva: ʺ9998!ʺ=ʺawa..ʺ parrebbe proprio un ʺaway!ʺ). Procedendo
quindi con qualche certezza in questa direzione, ed applicando le identità appena trovate:
ʺ3ʺ=ʺpʺ e ʺ8ʺ=ʺyʺ, si comprenderà che ʺ990¶21ʺ=ʺaw.derʺ o ʺwa.derʺ (II parola del I rigo) dà
non solo ʺ0ʺ=ʺnʺ ma rende possibile leggere lʹintero primo rigo: ʺ7 990¶21 70 62 8768 3: 6.2
¶29¶ʺ=ʺx wander xn te yxty p. the deadʺ come ʺI wander in t[h]e city of the dead[s]ʺ,
ponendo: ʺ7ʺ=ʺiʺ, ʺ62ʺ=ʺ6.2ʺ come immaginato, ʺ8ʺ=ʺcʺ e ʺyʺ, infine ʺ3ʺ=ʺoʺ e ʺpʺ e ʺ:ʺ=ʺfʺ.
39
Questo è di gran lunga il cifrato più difficile che abbiamo ricevuto. Alcune
delle parole sono ammassate insieme, e lo scrittore sʹè preso altre libertà che
non rientrano nelle condizioni originariamente fissate. Ad esempio, in alcuni
casi il simbolo 3 sta per I, in altri per O; in alcuni casi il simbolo 6 sta per L, in
altri per T; mentre 2 sta per E e M indifferentemente, e 9 sia per W che per A.
Alcune parole, inoltre, sono malscritte19. Quanto la difficoltà della soluzione
venga aumentata in tal modo può facilmente comprendersi20. La traduzione,
comunque, è la seguente:
Andando avanti con le sostituzioni si vedrà che la prima parola della composizione:
ʺ8.418.891¶ʺ è ora ʺyh.ryhyardʺ oppure ʺch.rchcardʺ, e dunque ʺchurchyardʺ, che ben si
adatta a quanto si è appena letto del primo rigo, con ʺ4ʺ=ʺuʺ; ma anche che la terza parola
del quarto rigo: ʺ90¶871832569082?—966ʺ=ʺandyirypestanye?—attʺ appare ora da leggere
forse meglio come: ʺand circomstance?—allʺ, ossia come appunto tre parole distinte con
un errore in ʺcircumstanceʺ e ʺ6ʺ=ʺtʺ e ʺlʺ; ed in aggiunta, almeno, che ʺ2346¶2170†ʺ (V del
II rigo), che è ora ʺeputderin.ʺ, si può leggere ʺeoulderingʺ ovvero ʺmoulderingʺ con
ʺ2ʺ=ʺeʺ o ʺmʺ (e così ʺeidstʺ: I del II, che è ʺmidstʺ), e ʺ†ʺ=ʺgʺ. Malgrado le altre incertezze
da notare nel testo (e che sembrano ora forse tutte dovute a sviste nella composizione o
nella stampa), è possibile ricostruire l’intero schema delle corrispondenze (18 lettere per 14
simboli):
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
9
8 ¶ 2 : † . 7
6 2 0 3 3
1 5 6 4
9
8
;
le stranezze residue sono: ʺyprsesʺ (IV del II) che può al massimo essere ʺcorsesʺ ma è
evidentemente errato, ʺa areʺ (I e II del III) che è forse ʺawareʺ, ʺrices—itisʺ (VII del III) che
sembra ʺric[h]es — it isʺ, ʺftedʺ (VIII del III) che è ʺfledʺ, infine ʺppepʺ (II del IV) che può
leggersi ʺpompʺ.
19
Le rimanenti incertezze sono risolte dalla decifrazione effettuata da Poe: ʺyprsesʺ è reso
come ʺhousesʺ, ʺa areʺ è un piuttosto differente ʺwhereʺ, ʺricesʺ è appunto ʺrichesʺ e ʺpoepʺ
è effettivamente ʺpompʺ. Il testo è dunque errato in buona parte ed alcune parole sono
unite tra loro, come nota il Poeta; le ambivalenze dei caratteri ʺ2ʺ, ʺ6ʺ e ʺ9ʺ sono quelle già
riscontrate, ma non ʺ3ʺ=ʺiʺ e ʺoʺ (ʺ3ʺ è ʺoʺ e ʺpʺ) e probabilmente per il solito refuso; le parti
scritte in maniera non corretta sono infine varie e sono qui ripetute e sottolineate:
churchyard - i wander in te city of the dead/midst streets of corses mouldering to decay?/a
are is the pride of rices?—itis fled_/where pomp andcircomstance?—all passed away!
20
La definizione ʺby far the most difficult cypherʺ è sostanzialmente giusta, dato che la
massima difficoltà nella decifrazione in generale risiede nella scarsità di indizi e
principalmente nella brevità del testo da comprendere (malgrado si sia visto che la
decifrazione è piuttosto agevole); invece la frase ʺHow much the difficulty of solution is
increasedʺ tiene ad evidenziare in sostanza che gli unici ostacoli che il decifratore di questo
tipo di crittogrammi può incontrare sono quelli dovuti appunto alle imperfezioni nella
fattura del criptato.
40
CAMPO-SANTO.
Vagolo per la città della morte,
File di case cadenti in frantumi.
Dovʹè lʹorgoglio dei ricchi? è fuggito.
Dovʹè il fasto ed il rango? passato.21
ʺUn abbonatoʺ, che, oltre ogni dubbio, ci prende per un prestigiatore22, ci
indirizza questa lettera:
Signor Editore, —
Il vostro successo nel decifrare mi ha quasi scoraggiato dal tentare qualcosa
di mia invenzione; perché sono perfettamente certo, da quanto ho visto della
vostra genialità, che è possibile decifrare qualsiasi esempio di scrittura nel
quale dei geroglifici sono utilizzati invece di lettere; e permettetemi di dire
che voi costituireste una preziosa risorsa per un esercito, nel leggere i
dispacci del nemico. Ma cʹè un sistema, mi viene in mente, che è stato
utilizzato con grande successo da Napoleone durante la guerra di Spagna23,
quando ogni altro sistema di scrittura segreta era stato decifrato dagli Inglesi.
Questo procedimento soltanto turbò ogni loro abilità. Si trova nellʹaltra
21
La traduzione cerca al solito di rendere una qualche cadenza e non rispetta pienamente
il testo in Inglese, che è: ʺCHURCH-YARD. I wander in the city of the dead/Midst streets of
houses mouldering to decay./Where is the pride of riches? it is fled./Where pomp and
circumstance? all passed away.ʺ; il cifrato corretto è invece: ʺ8.418.-891¶ - 7 990¶21 70 6.2
8768 3: 6.2 ¶29¶ / 27¶56 5612265 3: .34525 2346¶2170† 63 ¶2898. / 9.212 75 6.2 317¶2 3:
178.25? 76 75 :62¶. / 9.212 3323 90¶ 871842569082? 966 39552¶ 9998.ʺ.
22
Il termine ʺbottle-conjurerʺ (utilizzato da Poe in The Unparalleled Adventure of One Hans
Pfaal del 1835, ma anche in una lettera: LTR-130, a Richard Richardson Bolton del 18
Novembre 1841 ed in unʹaltra: LTR-131, a Frederick William Thomas del 26 Novembre
seguente, ambedue riguardanti il cifrato del Dottor Charles Fraley che viene risolto negli
Addenda I e II — dellʹAgosto e dellʹOttobre 1841 — ad A Few Words on Secret Writing) indica
sia un ʺmagoʺ che opera con una bottiglia che un vero e proprio congiurato. In questa
occasione ʺUn Abbonatoʺ, forse non altra persona dal precedente ʺJ.H.ʺ, qualifica
direttamente Poe (che scrive appunto: ʺ... takes us for a bottle conjurerʺ) come ʺEditorʺ.
23
Si tratta del Grand Chiffre (o Grand Paris Cipher), del 1811, cifrario dalla notevole
complessità basato su un nomenclatore, ovvero un dizionario di parole sostituite da cifre,
ma anche su un sistema a sostituzione di lettere singole o di coppie di esse, con messaggi
nei quali inoltre comparivano espressioni accessorie; venne decifrato, ma non interamente,
nel 1813 da Sir George Scovell (1774-1861). Da notare che, in ʺbaffled all their ingenuity. It
will be found on the other pageʺ vi è una lacuna nel senso: ʺItʺ è da intendere come: ʺMy
cypher [will be found...]ʺ.
41
pagina. Se voi riuscite a risolverlo, ed a dargli il senso che lo scrittore
intendeva venisse compreso, mi arrenderò allʹistante24.
UN ABBONATO.
Allora il nostro amico poteva bene anche arrendersi e darlo per fatto. Ma
vogliamo che sia chiaramente inteso ciò: che enigmi come questo non sono
quello che abbiamo promesso di decifrare. Per quello che abbiamo promesso
di fare, rimandiamo i nostri amici ad un successivo Messenger25. Qui segue il
cifrato di Un Abbonato:
Che pena capitale mi è toccata: il mal di denti; una tale punizione non dovrebbe
essere perpetuata. Che farò del mio meglio per vederla abolita è evidente dalla
mia condotta dal principio. Giudica la democrazia dal fatto che è spaventosa
per i tiranni soltanto. La guerra è condotta in una maniera rivoltante per
lʹumanità. Né lʹetà né il sesso viene risparmiato; e un milione di assassinati
non diminuisce la sete di sangue. Oh Cielo! oh mio Dio! — lʹammontare del
crimine nella nostra terra! E inoltre, dato che lʹacqua alla fine trova un livello,
ugualmente così la familiarità con le pubbliche questioni ci rende negligenti
nellʹinteresse privato. Le esecuzioni genera una forma di pensiero sul bene che
è crudele. Il disprezzo nel ricco verso il povero è uno scherno a Dio. Meschino e
infame, esso rivela anche la pochezza delle vostre anime. Una lancia ferisce i
sentimenti di chiunque ne entri in contatto, ad esclusione del puro e del virtuoso,
per quanto fragile.
Ma i sostenitori di questa orribile, questa disgraziata, questa barbara usanza,
hanno il coraggio di dirci che essa è lʹunico prodotto vero e proprio, lʹunico
vero mezzo attraverso il quale siamo in grado di trovare un rimedio, ed ha una
tendenza a scoraggiare i malvagi dal violare il mio granaio, ed impedire la
consumazione dei crimini nelle dogane. Ora vorrei chiedere a questi impiegati
qual è lʹammontare dello stipendio, degli uomini perché così tanti giorni fa sono
stati catturati nellʹatto di commettere suicidi nelle nostre carceri, e quando sono
24
ʺIf you can make it out ... I will give up at onceʺ, scrive ʺUn Abbonatoʺ, ed è da notare —
pur se il modo dellʹespressione non è inusuale — che ʺBut find this out and i give it upʺ è
la frase-chiave del cifrato inviato a Poe dal Dottor Charles Frailey tramite Frederick
William Thomas circa 18 mesi più tardi.
25
Il rinvio ad un prossimo numero della Rivista non è probabilmente riferito ad uno
specifico tipo di enigma; Poe ha già quasi sicuramente ricevuto altri cifrati.
42
stati interrogati riguardo la causa, e perché tanta precauzione nel sorvegliare la
nostra bella nave Costituzione, e per prevenire il darsi la morte sul ponte
principale, o perché siano stati costretti in catene nelle nostre celle di isolamento,
senza la più lontana speranza di conforto—evviva—evviva—hurrà per la
Libertà! per iniziare con cinque, sei, sette, o anche otto a seconda dei casi, può
essere per tutto lʹanno? Si può rispondere in base a nessun altro principio che
lʹelettricità. Nessun altro terreno che lʹargilla rossa su un fondo sabbioso è
adatto per gli apotegmi—oltre questo, che il cervello del mammut è mantenuto
in un continuo stato di agitazione—il sofferente è distratto dalla sua stessa
fissazione, dai suoi stessi capricci e matterìe, dalla sua insopportabile
loquacità—così inutilmente disturbando se stesso fino al limite dellʹesistenza, e
cerca sollievo tra le braccia di Morfeo, o si adagia nella morte, per non più
svegliarsi finché dura il tempo e finché la morte non sarà più—così
dimostrando definitivamente che il presente è un periodo di prova—che la
morte è preferita dal coraggioso e dallʹuomo libero ad una vita in condizione di
schiavitù, ad una vita di solitario vagabondaggio in un impervio deserto, che è
10.000 volte confinamento da coloro che sono adusi alle camere di lusso, e che
sono i più capaci di giudicare dei loro stessi immaginari bisogni.26
26
Si comprende che il brano sproloquia in varie parti, dando la chiara impressione che vari
argomenti vengano mescolati, senza molta o, specie nella parte finale, alcuna coerenza (e
che ne nasconda uno diverso, che è ciò che in ogni caso ci si aspetta dopo aver letto la
presentazione); da notare lʹerrore nel verbo della frase ʺExecutions begets a strain of thought
...ʺ che viene lasciato nella sua errata forma (ʺLe esecuzioni genera una forma di pensiero ...ʺ)
e che gioca sul doppio significato di applicazione della pena capitale ma anche di semplice
attuazione di un provvedimento. Per rendere fluente il corsivo si attuano alcuni artifizi ed
in specie: si lascia allʹinizio del brano, per ʺThat capital punishmentʺ: ʺChe pena capitale mi è
toccataʺ, senza inserire lʹarticolo ʺlaʺ; si traduce con diverso numero: al singolare, nella
frase: ʺthe sufferer is distracted by his own foiblesʺ (che è resa con: ʺil sofferente è distratto dalla
sua stessa fissazioneʺ); alcune le espressioni interessanti, tra esse: la frase proverbiale, che
suona generalmente come: ʺThe water finds its levelʺ (e che può accostarsi a: ʺLʹacqua
trova sempre la sua viaʺ), mutuata dallʹimmagine di un liquido che si livella in un
contenitore, e che vale a rendere il concetto che in qualche modo le cose si aggiustano da
sole; ʺBase and vileʺ (ʺMeschino e infameʺ) si legge anche in A Midsummer Nightʹs Dream di
Shakespeare (atto I, sc. I, 232); la USS Constitution è una gloriosa nave da guerra, varata a
Boston nel 1797, al tempo di questa missiva in servizio nel Pacifico come nave ammiraglia,
ed oggi trasformata in Museo; infine il termine ʺapothegmsʺ (in: ʺNo other ground than red
clay with sandy bottom is fit for apothegmsʺ), così tradotto (ʺNessun altro terreno che
lʹargilla rossa su un fondo sabbioso è adatto per gli apotegmiʺ) ed utilizzato dallo stesso
Poe in vece di ʺapophthegmsʺ (ad esempio in Ms. Found in a Bottle, del 1833) che in Greco è
43
Le parole in corsivo sono stati corsivizzate da noi stessi, e non così appaiono
nellʹoriginale. Leggendo queste parole soltanto il vero significato di questo
strano esempio di composizione viene scoperto. Come ci siamo resi capaci di
tirar fuori le parole precise che devono essere lette è una questione alla quale
non risponderemo proprio ora. È sufficiente che il nostro corrispondente
riconosca che il suo cifrato è stato letto.
T.R.H. o J.R.H. (non possiamo distinguere la prima lettera precisamente), di
Filadelfia, ci perdonerà per non aver intrapreso la soluzione del suo enigma
così comʹè; perché ha evidentemente frainteso lʹintero nostro disegno. Dice di
aver fatto una scommessa sulla nostra infallibilità; e questo egli può
tranquillamente fare, a patto sempre che si attenga a concrete condizioni. Noi
abbiamo detto, chiaramente, che avremmo letto ogni scrittura in Inglese nella
quale arbitrari simboli sono utilizzati al posto dei comuni caratteri alfabetici:
per esempio, viene per prima cosa composto un alfabeto nel quale un *
rappresenta a, una † b, una ‡ c, &c. &c. — questo alfabeto viene quindi
impiegato come il normale lo sarebbe. Lo stesso carattere deve sempre stare per
la stessa lettera. Ora, se J.R.H. si prenderà la briga di contare i vari distinti
caratteri impiegati da lui, egli troverà che ce ne sono non meno di
cinquantuno27. Ma ci sono solo ventisei lettere nellʹalfabeto inglese. Egli può
avere indietro il suo Manoscritto recandosi nei nostri uffici. Nel frattempo
lascio che egli componga un altro enigma, in conformità con le nostre
condizioni, e punti tutto quello che vuole sulla possibilità che noi lo
risolviamo. Lʹattuale scommessa è invalidata, naturalmente, in quanto cʹè
stato un malinteso.
La seguente lettera è da Lewistown, Contea di Mifflin, Pennsylvania.
Caro Signore, —
appunto ʺἀπόφθεγµαʺ: ʺdeclamazioneʺ, ʺsentenzaʺ; il medesimo utilizzo del vocabolo si
trova nel secondo cifrato di S.D.L. in A Few Words on Secret Writing.
27
Niente comunque di trascendentale: il Poeta — che ha appunto risolto, a parte gli
illeggibili, come quello di Munger, o gli irregolari, come questo di J.R.H., tutti gli enigmi
pubblicati sul Messenger — non si sarà dedicato a questo soltanto per mancanza di tempo,
come pare dimostrare lʹesordio dellʹarticolo: ʺA press of business, last week, prevented us
from attending to the favors of our enigmatical friends...ʺ.
44
Risulta da diversi passati numeri del Messenger che gli ideatori di enigmi di
Filadelfia non sono in grado di sorprendervi. Per questo ve ne mando uno
che, se lo traducete, mi renderà disposto ad inviarvi dieci iscritti ed il denaro.
Si tratta di un genuino brano e non contiene alcun artificio. Se non potete
venirne a capo, siete pregato di inserirlo per il divertimento dei Filadelfiesi, e
metterli alla prova su un rustico28 quesito.
Vostro &c. G. W. KULP
I Filadelfiesi non sono così stupidi come il signor Kulp li reputa. Il suo
enigma, tuttavia, è il seguente:
Ge Jeasgdxv,
Zij gl mw, laam, xzy zmlwhfzek ejlvdxw kwke tx lbr atgh lbmx aanu bai
Vsmukkss pwn vlwk agh gnumk wdlnzweg jnbxvv oaeg enwb zwmgy mo
mlw wnbx mw al pnfdcfpkh wzkex hssf xkiyahul. Mk num yexdm wbxy sbc
hv wyx Phwkgnamcuk?29
Avevamo appena dato unʹocchiata a questa faccenda quando abbiamo
dichiarato che è una soperchieria, nonostante lʹaffermazione del Signor K. in
senso opposto. In primo luogo, se fosse stato ʺun genuino branoʺ, non vi si
sarebbe scritto con una grafia così composta ma anche rapida come appare...
una esitazione si sarebbe notata nei caratteri30. In secondo luogo, non vi è
28
ʺRusticoʺ nel senso originario di ʺcampagnoloʺ (ʺcountryʺ nel testo Inglese); Lewistown,
nella Contea di Mifflin, si trova al centro della Pennsylvania, più di 200 chilometri in linea
dʹaria a Nord Ovest di Filadelfia.
29
Il cifrato appare subito particolare: basta guardare alla seconda parola della terza riga:
ʺaanuʺ; ora è piuttosto improbabile, pur se non certo impossibile, che celi un vocabolo che
inizia per doppia vocale (ʺeelsʺ è un esempio); i numerosi tentativi (qui non esposti per
brevità), contati i caratteri ed individuati i possibili ʺtheʺ, di far quadrare delle identità
lungo tutto il testo non recano alcun utile risultato; sembra quindi molto probabile che il
messaggio sia criptato usando più alfabeti, e con parola-chiave, come mostrato in ultimo.
30
Lʹespressione: ʺit would not have been written in as free and running a hand as it isʺ
vuole evidenziare che non si tratta dellʹelaborato di una persona che ragiona su quanto
deve scrivere, pur se il Poeta pare dimenticare che possa trattarsi semplicemente di una
copia in bella forma; lʹaspetto della grafia utilizzata nelle comunicazioni epistolari viene
esaminato da Poe in specie negli scritti sullʹAutography degli anni 1836 e 1840-41 (per la
grafia ʺfreeʺ si veda, tra le varie, la firma di ʺDan. Bryanʺ in A Chapter on Autography
(ʺGrahamʹs Magazineʺ, vol. XIX, n.ro 6, Philadelphia: December 1841, pag. 276).
45
alcuna parola nella lingua inglese che finisca come la parola ʺVsmukkssʺ31 del
Signor K: vale a dire con due lettere doppie di seguito. Ma lo stesso metodo
che ci serve nel decifrare un regolare cifrato ci permetterà di dimostrare la
falsità di qualunque ingannevole cifrato. È possibile concedere ai nostri amici
qualche divagazione perché ci seguano durante il processo dimostrativo nel
presente caso.
Il lettore osserverà che abbiamo scritto in corsivo tre parole in cifra, e da
queste tre dipende tutto quello che abbiamo da dire32. Cominciamo con ʺmwʺ,
una parola di due lettere. Ora tutte le parole inglesi di sole due lettere sono
costituite da una vocale e da una consonante. Supponiamo che la ʺmʺ sia la
vocale ʺaʺ, ed anteponiamola ad ogni consonante, e vediamo quante parole
possono così comporsi. Per esempio: ab, ac, ad, af, ag, &c. — non troviamo
alcuna parola inglese fino ad arrivare a ʺahʺ — e tutte quelle che possono
comporsi mettendo la ʺaʺ per prima sono ʺahʺ, ʺamʺ, ʺanʺ, ʺatʺ e ʺayʺ. ʺOra,
ponendo ʺeʺ al primo posto, anteponiamola ad ogni consonante nello stesso
modo — quindi poniamo tutte le altre vocali al primo posto, rispettivamente;
quindi poniamo tutte le consonanti per prime, rispettivamente, aggiungendo
le vocali. Avendo percorso lʹalfabeto in tal modo, sicuramente scopriamo ogni
parola, della nostra lingua, di due lettere. Esse, in effetti, non sono che trenta:
ah, am, an, at, ay, if, in, it, of, on, or, up, us, be, by, do, go, ha, ha, ho, la, lo,
ma, me, my, no, pa, so, to e wo. Ora ʺmwʺ nellʹenigma, deve rappresentare
una di queste trenta parole. La parola ʺamʺ la possiamo benissimo escludere,
31
Affermazione alquanto strana, questa, dato che una parola con una finale del genere —
che possa venire in mente ad una persona non di lingua-madre inglese — è, ad esempio:
ʺcommitteeʺ: ʺcomitatoʺ (o ʺallotteeʺ: ʺassegnatarioʺ, ma anche toponimi come Tennessee
etc.), che è comunque anglo-francese; ma appare probabile che, più semplicemente, Poe
sospetti, almeno inizialmente, venga utilizzato un frasario con qualche parola in Francese
e magari anche in altre lingue.
32
È in sostanza quanto si è cercato di fare, senza successo, per individuare eventuali giuste
corrispondenze tra le parole di due, tre e quattro lettere; le varie parole considerate da Poe
sono naturalmente lasciate in Inglese, come ʺashʺ: ʺcenereʺ (per maggior chiarezza sono
state inserite parole non presenti nellʹoriginale, come nel caso di ʺma non esiste una parola
da una sola lettera vicino ad essaʺ per: ʺthere is no single letter near itʺ, oppure: ʺdelle
quali una mw deve essereʺ per: ʺone of which it must beʺ, tralasciando però di rendere il
concetto ʺparola/e di senso compiutoʺ; nella lista poi di parole da tre lettere: ʺah, dalla
quale abbiamo formato ash,/at, dalla quale...ʺ le virgolette che nellʹoriginale sono
incolonnate sotto ʺmay beʺ (in ʺxx, from which may be formed ...ʺ) vengono sostituite
nellʹItaliano, a seconda dei casi, con ʺpossonoʺ e ʺpuòʺ) .
46
poiché se ʺmwʺ fosse ʺamʺ sarebbe preceduta o seguita immediatamente dal
pronome io — ma non esiste una parola da una sola lettera vicino ad essa.
Prendiamo ora la parola ʺmlwʺ. Se ʺmwʺ è ʺahʺ allora ʺmlwʺ deve essere una
parola formata con lʹinserimento di una lettera tra a e h. Correndo giù per
lʹalfabeto vediamo immediatamente che ʺashʺ è lʹunica parola che può essere
in tal modo formata. Ora passiamo a ʺanʺ. Se ʺmwʺ è ʺanʺ allora ʺmlwʺ deve
essere una parola formata con lʹinserimento di una lettera tra a e n. Correndo
giù per lʹalfabeto come prima, troviamo che nessuna parola può essere così
formata — quindi eliminiamo an dallʹelenco delle ventinove; poiché mw non
può essere an. Passando attraverso tutti le combinazioni in questo modo,
vediamo che mw deve essere o
ah, dalla quale abbiamo formato
at, dalla quale possono formarsi
ay,
“
“
può
“
of,
“
“
“
“
on,
“
“
“
“
or,
“
“
“
“
by,
“
“
possono
“
he,
“
“
può
“
my,
“
“
“
“
to,
“
“
possono
“
ash,
aft, alt, ant, apt & art,
any,
oaf,
own,
oar,
bay, bey, boy e buy,
hoe,
may,
tho’ e two.
Abbiamo così ridotto le possibilità per quanto riguarda mw di moltissimo: da
30 a 10 parole; delle quali una mw deve essere. Allo stesso tempo, è altrettanto
certo che mlw deve essere una delle parole nella seconda colonna33. Ora
prendiamo la terza parola in corsivo: laam.
Se mlw fosse ash, allora laam sarebbe una parola di questo tipo: s . . a, nella
quale i punti rappresentano due sconosciute lettere dello stesso aspetto. Se
mlw fosse aft, il laam sarebbe una parola di questo tipo: f . . a. Se mlw fosse alt,
allora laam sarebbe l . . a, &c. &c. Andando attraverso lʹintera seconda colonna
in tal modo otteniamo questo prospetto:34
s
f
l
n
p
r
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
a
a
a
a
a
a
n
a
w
a
a
e
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
a
o
o
o
b
b
o
u
o
a
h
w
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
b
b
h
m
t
t
33
Ovvero una delle 17 parole, sopra elencate, da ʺashʺ a ʺtwoʺ.
Ossia: ʺ2a lettera . . 1a letteraʺ di ʺashʺ, ʺaftʺ etc. in verticale; si è dovuto scambiare però
le posizioni di ʺr..aʺ (art) e ʺn..aʺ (any), invertite nello stampato.
34
47
Ciò per dire: proviamo che laam deve essere una parola che può essere
formata ponendo lettere doppie dove sono i punti in qualcuna delle parole
del prospetto. Il più distratto esame convincerà il lettore che h . . t deve essere
quella giusta, se ve nʹè una; poiché in questo caso solo può essere dimostrata
la tesi. Inserendo o o otteniamo la parola hoot. Laam è dunque hoot o niente.
Ma lʹipotesi della parola hoot si fonda su quella della parola thoʹ nella seconda
colonna del primo prospetto; e thoʹ su to nella prima colonna. Arriviamo
adesso ad una conclusione definitiva. O lʹenigma del signor Kulp non è
genuino, o mw sta per to, mlw per thoʹ, e laam per hoot. Ma è evidente che
questʹultima tale non può essere... perché in tal caso sia w che a rappresentano
la lettera o35. Cosa ne consegue? — Che quellʹenigma di Mr. Kulp non è un
enigma affatto36. Questa dimostrazione è così assolutamente conclusiva come
qualsiasi dimostrazione matematica potrebbe esserlo. Il procedere del
ragionamento qui impiegato è quello impiegato anche nella soluzione dei
cifrati.37
35
Cioè: ʺlaamʺ=ʺhootʺ con ʺaʺ=ʺoʺ, ma ʺmlwʺ=ʺthoʺ e ʺmwʺ=ʺtoʺ con ʺwʺ=ʺoʺ(=ʺaʺ); la
difficoltà sta principalmente nel fatto che la ʺaʺ non deve equivalere ad ʺoʺ. Comunque che
in un cifrato una sola lettera dellʹalfabeto in chiaro possa costituire il valore di due distinti
simboli, pur non essendo fenomeno di certo usuale, non porrebbe di fronte a testi non
leggibili, ma porterebbe semmai ad inevitabili e numerosi equivoci; intenzione qui del
Poeta è però quella di accusare, a ragione, lʹautore del cifrato di aver ʺbaratoʺ non
rispettando al solito le regole da lui fissate per la cifratura (come, tra gli ultimi
corrispondenti, nel caso di T.R.H., o meglio J.R.H. come si vedrà tra le seguenti uscite del
Messenger).
36
Stessa lamentela, un mese più tardi, nei confronti di Incog in Puzzles Again!; qui si
rileggerà che: ʺit [=his cypher] is not genuineʺ, ma anche, con le medesime parole: ʺThere is
no word in the English language which ends as ...ʺ (accompagnato da: ʺThis point is
perfectly conclusiveʺ, che è quanto precisato qui appresso), ed infatti Poe vi scriverà, come
altre volte, ma con un argomento in più: ʺis not of the kind [of puzzle] for which we
stipulated ... as did Mr. K’s [enigma]ʺ (il cifrato di Mr. Kulp è però da considerarsi un
ʺveroʺ, anzi ʺnormalissimoʺ enigma, pur se basato su un sistema non monoalfabetico che il
suo autore non considera affatto bizzarro, ma forse soltanto molto in voga, e che forse
anche reputa non ignoto alla Redazione; la procedura di decifrazione, come già anticipato,
segue come Allegato 2 in fondo alla presente traduzione).
37
Ed è quanto costituisce in effetti, pur se in maniera condensata, il Metodo per la
deccriptazione di ogni cifrato basato su un sistema monoalfabetico; la promessa fatta a
Philom è mantenuta ed in The Gold-Bug Poe ne spiegherà ancora, come si può leggere qui
sotto nellʹAllegato 1).
48
-----------------------------------------
Allegato 1: Poche parole sulla Decriptazione, da: The Gold-Bug (1843)
Poe spiega il suo Metodo di Decifrazione ne ʺLo scarabeo dʹoroʺ, del 1843; nel racconto
viene ben messa in evidenza la procedura messa in atto da William Legrand che, per
entrare poi in possesso del favoloso tesoro del Capitano Kidd, deve prima leggere il
seguente messaggio in cifra (lʹimmagine è presa dal ʺDollar Newspaperʺ di Filadelfia, vol.
I, n.ro 23, June 28, 1843, pag. 4, col. 2, presente sul veramente preziosissimo sito
ʺhttp://fultonhistory.com/ʺ, folder: ʺPhiladelphia PA Dollar Newspaperʺ, subfolder:
ʺPhiladelphia PA Dollar Newspaper 1843-1846ʺ, file: ʺPhiladelphia PA Dollar Newspaper
1843-1846 - 0095.pdfʺ; subito sotto vi è la trascrizione in caratteri molto più distinguibili):
53‡‡†305))6*;4826)4‡.)4‡);806*;48†8¶60))85;1‡
(;:‡*8†83(88)5*†;46(;88*96*?;8)*‡(;485);5*†2:*‡
(;4956*2(5*—4)8¶8*;4069285);)6†8)4‡‡;1(‡9;480
81;8:8‡1;48†85;4)485†528806*81(‡9;48;(88;4(‡?34;
48)4‡;161;:188;‡?;
Legrand-Poe, dopo aver fatto notare che ʺI have solved others of an abstruseness ten
thousand times greater ... and it may well be doubted whether human ingenuity can
49
construct an enigma of the kind which human ingenuity may not, by proper application,
resolveʺ, procede (ma: ʺhaving once established connected and legible charactersʺ, e dopo
aver stabilito: ʺI assumed the cryptograph to be Englishʺ) in maniera piuttosto decisa
valutando la frequenza dei vari caratteri utilizzati nel cifrato (qui nella forma: ʺcarattereʺ numero di evenienze): ʺ8ʺ - 33, ʺ;ʺ - 26, ʺ4ʺ - 19, ʺ‡ʺ 16, ʺ)ʺ - 16, ʺ*ʺ - 13, ʺ5ʺ - 12, ʺ6ʺ - 11, ʺ†ʺ 8, ʺ1ʺ - 8, ʺ0ʺ - 6, ʺ9ʺ - 5, ʺ2ʺ - 5, ʺ:ʺ - 4, ʺ3ʺ - 4, ʺ?ʺ - 3, ʺ¶ʺ - 2, ʺ—ʺ - 1 e ʺ.ʺ - 1, dalla quale
manca però: ʺ(ʺ - 10. Il carattere ʺ8ʺ, che è abbondantemente il più frequente, viene
identificato subito con la lettera ʺeʺ: ʺNow, in English, the letter which most frequently
occurs is eʺ, e segue subito la successione delle lettere in ordine di frequenza calante:
ʺAfterwards, the succession runs thus: a o i d h n r s t u y c f g l m w b k p q x zʺ. È stato per
questo punto osservato che tale lista alfabetica è irregolare, forse aggiustata dallʹAutore
per giungere più speditamente alla soluzione; se oggi viene considerata del tutto esatta la
successione:
e t a o i n s h r d l c u m w f g y p b v k j x q z
appare evidente che quella del Poeta (che si cerca di far collimare con la precedente)
e
a o i d h n r s t
u y c f g l m w b k p q x z
ha qualcosa che non va, ed in particolare: la ʺtʺ si trova in una posizione che le assegna una
frequenza più scarsa (lo stesso, in minor grado, per la ʺsʺ) e mancano le lettere ʺvʺ e ʺjʺ.
Ora, dando per scontato che la lingua inglese utilizzi le lettere dellʹalfabeto in maniera
grossomodo identica nellʹanno 1840 circa ed al giorno dʹoggi, o Poe ignora del tutto
(ovvero: non ha assoluta necessità di considerare) che la ʺtʺ è molto frequente, oppure
trascrive un elenco di lettere che toglie da qualche testo a lui noto; ed in effetti è giusta
questa seconda ipotesi, dato che (principalmente, tra i vari: in Abraham Rees [Ed.], The
Cyclopædia, vol. VIII, London 1819, s.v. ʺCIPHERʺ, coll. 35-36; ma specialmente in William
Nicholson, Nicholsonʹs British Encyclopedia, Philadelphia 1819, vol. IV: CONCHOLOGY-ELL,
s.v. ʺDIPLOMATIC lettersʺ, coll. 1-2 [e derivanti da Philip Thicknesse, A Treatise on the Art of
Decyphering, and of Writing in Cypher, with an Harmonic Alphabet, London 1772, spec. pagg.
23-25]) si può trovare: ʺWe must observe which of the characters, whether taken singly or
combined, occur the oftenest in the whole specimen; and of these, probably, the most
frequent will represent e, a, i, o; e being much more common than the rest of the vowels,
but u and y are even less frequent than many consonants. ... again, by comparing the
frequency of the letters, you will generally find e occur the oftenest; next, o, then a, and i;
but u, and y, are not so often used as some of the consonants, especially s and t. Among the
vowels ... To find out one consonant from another, you must also observe the frequency of
d, h, n, r, s, t; and next to those, c, f, g, I, m, w; in a third rank may be placed b, k, p, and
lastly q, x, z. This remark, however, belongs to English ...ʺ; lʹappena descritta successione
(che lascia però qualche dubbio sullʹordine delle vocali: se ʺe, a, i, oʺ oppure ʺe, o, i, aʺ) è:
e o a i d h n r s t u y c f g l m w b k p q x z
50
e quella che utilizza Legrand-Poe è:
e a o i d h n r s t u y c f g l m w b k p q x z
con la sola differenza nello scambio (corretto) tra ʺaʺ e ʺoʺ nelle posizioni seconda e terza.
Il passo successivo è individuare la presenza dellʹarticolo: ʺNow, of all words in the
language, ‘the’ is most usualʺ; considerando dunque come lettere ʺeʺ gli ʺ8ʺ, si osserva se
questo carattere è preceduto da due altri, fra loro diversi, nello stesso ordine e più o meno
frequentemente (ʺwhether there are not repetitions of any three characters, in the same
order of collocation, the last of them being 8ʺ) e viene osservato che, trovandosi ben sette
volte, ʺ;48ʺ=ʺtheʺ, con ʺtʺ=ʺ;ʺ e ʺ4ʺ=ʺhʺ; da qui la decifrazione procede agevolmente, senza
stare a badare allʹelenco delle frequenze che non sempre offre certezze, e tramite ovvie
identificazioni, fino al termine, fornendo infine il seguente schema alfabetico:
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
0 9 * ‡ .
( ) ; ? ¶
: .
5 2 — † 8 1 3 4 6
Il metodo di Poe — applicato naturalmente anche in tutte le ʺsfideʺ lanciategli sul
Messenger — è dunque il più normale possibile (si veda, ad esempio: Sylvanus Urban
[Edward Cave] Ed., Gentlemanʹs Magazine and Historical Review. vol. XII, For the Year
M.DCC.XLII, London 1742, art. ʺThe Art of Decipheringʺ, chap. IV: ʺOf the English
Languageʺ, pag. 241), e sinteticamente:
- individuazione, conteggio e frequenza dei simboli,
- identificazione della lettera ʺeʺ,
- individuazione dellʹarticolo ʺtheʺ,
- definizione delle parole da due o tre caratteri e delle combinazioni notevoli,
- identificazione progressiva di tutte le corrispondenze,
- soluzione dellʹenigma.
-----------------------------------------
51
Allegato 2: Lettura del cifrato di G.W. Kulp
Il più semplice e diffuso, almeno fino a tutto il XVIII secolo (ma anche oltre), dei cifrari
polialfabetici è ritenuto quello del Vigenère, al quale evidentemente lo stesso Poe
dedicherà, al termine del 1841, alcune parole in Addendum III (ʺWe may say, in addition,
that the nearest approach to perfection in this matter, is the chiffre quarré of the French
Academy. This consists of a table somewhat in the form of our ordinary multiplication
tables, from which the secret to be conveyed is so written that no letter is ever represented
twice by the same characterʺ); il messaggio del Signor G. W. Kulp è stato decifrato molto
tempo dopo, nel 1975, da veri criptologi: Brian J. Winkel e Mark Lister, e tramite una
procedura rigorosa, non per pura fortuna (ovvero con lʹazzardo ed affidandosi allʹunico
sistema polialfabetico che si riesce a comprendere...).
Matrice quadrata di Vigenère
01
02
03
04
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06
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08
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11
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25
26
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I
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K
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M
N
O
P
Q
Esempio per criptare ʺSIʺ con chiave ʺIO...ʺ:
- trovare S sulla riga 01,
- scendere nella colonna della S fino alla I (riga 09),
- allʹincrocio S/I si trova la ʺAʺ;
idem per la colonna della I fino alla O ed allʹincrocio I/O si trova ʺWʺ;
dunque ʺSIʺ diventa ʺAWʺ.
[per decriptare si fa lʹinverso:
sulla riga "I": la 09, si cerca la "A" che è in colonna "S",
"
"
"O": " 15, "
"
" "W" " " "
"
"I"].
52
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Y
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B
C
D
E
F
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L
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T
U
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X
Z
A
B
C
D
E
F
G
H
I
J
K
L
M
N
O
P
Q
R
S
T
U
V
W
X
Y
Il testo proposto da G.W. Kulp sembra una normale lettera iniziante con: ʺDear XXX, etc.ʺ,
o simile esordio seguito, o meno, dalle generalità del destinatario; è abbastanza usuale che
le prime due lettere del cifrato: ʺGeʺ, stiano per ʺMr[.]ʺ, e ciò viene confermata dalle
comunicazioni giunte alla Rivista, varie delle quali iniziano con: ʺMr. Editorʺ (ʺA
Subscriberʺ in Our Puzzles Once More e ʺJ.H.ʺ in More of the Puzzles), o con ʺMr. Alexanderʺ
(ʺA.B.T.ʺ in Yet Another Poser e ʺJ.T.C.ʺ in Puzzles Again!) ovvero con ʺMr. C. Alexanderʺ
(ʺJohn K. Henryʺ in Puzzles Again! e ʺLittle Richʺ in Cyphers Again); è dunque ovvio
immaginare che ʺGe Jeasgdxv,ʺ stia per: ʺMr. Alexander,ʺ (anche se manca una lettera, che
si può sperare sia scomparsa per un refuso). Osservando la matrice polialfabetica col
sistema suesposto si cerca la prima lettera di ʺGe Jeasgdxvʺ, ovvero la ʺGʺ, che è sulla
colonna della ʺMʺ: la prima lettera di ʺMr Alexanderʺ, e si vedrà che la ʺMʺ è sulla riga 21:
quella della ʺUʺ, e questa lettera sarà la prima della parola-chiave, poi si passa alle seconde
lettere e così via, coi seguenti risultati:
la
"
"
"
"
"
"
"
"
"
"G" sulla colonna della "M" dà
"e"
"
"
"
"R" "
"J"
"
"
"
"A" "
"e"
"
"
"
"L" "
"a"
"
"
"
"E" "
"s"
"
"
"
"X" "
"g"
"
"
"
"A" "
"d"
"
"
"
"N" "
"x"
"
"
"
"D" "
"v"
"
"
"
"E" "
"U", chiave "U.........",
"N",
"
"UN........",
"J",
"
"UNJ.......",
"T",
"
"UNJT......",
"W",
"
"UNJTW.....",
"V",
"
"UNJTWV....",
"G",
"
"UNJTWVG...",
"Q",
"
"UNJTWVGQ..",
"U",
"
"UNJTWVGQU.",
"R",
"
"UNJTWVGQUR".
Naturalmente la stranezza (che può essere comunque voluta) nella frase (totale o parziale)
così trovata può dipendere dalla (presunta) mancanza di una lettera in ʺAlexanderʺ,
parendo ʺsicureʺ solo le prime due lettere: ʺUNʺ di essa; per effettuare un controllo si può
o procedere in avanti nel cifrato per trovare un possibile riscontro di ʺUNʺ - che è però
troppo breve per dare risultati apprezzabili - oppure - e meglio in questo caso - spostare
ʺJesgdxvʺ in avanti di una posizione considerando la presenza appunto di una lettera, ed a
partire dalla ʺJʺ (ripetendo nel caso il procedimento a partire dalla ʺEʺ, poi semmai dalla
ʺSʺ etc.), così da avere della frase-chiave una seconda parte forse corretta da affiancare alla
precedente (ʺUN.......ʺ) già definita, si cercano:
la
"
"
"
"
"
"
"
"J" sulla colonna della "L" dà
"e"
"
"
"
"E" "
"a"
"
"
"
"X" "
"s"
"
"
"
"A" "
"g"
"
"
"
"N" "
"d"
"
"
"
"D" "
"x"
"
"
"
"E" "
"v"
"
"
"
"R" "
"Y", chiave "UNY.......",
"A",
"
"UNYA......",
"D",
"
"UNYAD.....",
"S",
"
"UNYADS....",
"T",
"
"UNYADST...",
"A",
"
"UNYADSTA..",
"T",
"
"UNYADSTAT.",
"E",
"
"UNYADSTATE".
Appare ora più chiaro, avvicinando ʺUNJTWVGQURʺ e ʺUNYADSTATEʺ, che la frasechiave è probabilmente ʺUN..xDSTATE...ʺ e quasi certamente ʺUNITEDSTATESʺ almeno;
nel cifrato dunque ci sarebbe un errore sulla ʺJʺ, che dovrebbe cambiarsi in ʺIʺ, oltre
lʹassenza di un carattere: ʺiʺ, tra ʺJeʺ, ovvero: ʺIeʺ, e ʺasgdxvʺ, ovvero quello per criptare la
ʺeʺ di ʺAlexanderʺ. È necessario ora procedere al controllo della definizione appena
53
effettuata per vedere se: la parola ʺZijʺ è criptata sulla chiave ʺS...ʺ, ed anzi: se la frasechiave è effettivamente ʺUNITEDSTATESʺ, cioè di 12 caratteri e ripetentesi dunque fino al
termine della cifratura, quindi: se la chiave per ʺZijʺ è ʺSUNʺ (ed in tal caso dovrebbe
fornire una parola inglese di tre lettere comprensibile); procedendo similmente, ma ora
nella decriptazione come sopra esposto, si cerca la prima lettera di ʺZijʺ, ovvero la ʺZʺ,
nella colonna della ʺSʺ: la prima lettera di ʺSUNʺ, e si vedrà che la ʺZʺ è sulla riga 08: quella
della ʺHʺ, e questa lettera sarà la prima della parola in chiaro, poi si passa alle seconde
lettere e così via, coi seguenti risultati:
la "Z" in colonna "S" è sulla riga 08: "H", parola "H..",
" "i" "
"
"U" "
"
"
15: "O",
"
"HO.",
" "j" "
"
"N" "
"
"
23: "W",
"
"HOW";
ciò conferma (e naturalmente si deve continuare nel procedimento per maggior sicurezza)
che la frase-chiave è ʺUnitedStatesʺ e che il testo così decriptato offre un senso del tutto
accettabile. Qui appresso viene esposto sinteticamente quanto poi effettuato (si espone qui
solo lʹinizio del procedimento di decifrazione, condotto con 12 lettere per volta e ripreso
dal precedente prospetto per ʺZijʺ; si passa poi alla conclusione mostrando il testo del
messaggio, cifrato ed in chiaro, con gli errori riscontrati):
la "i" in col. "U" è sulla riga 15: "O", testo "O...........",
" "j" "
"
"N" "
"
"
23: "W",
"
"OW..........",
" "g" "
"
"I" "
"
"
25: "Y",
"
"OWY.........",
" "l" "
"
"T" "
"
"
19: "S",
"
"OWYS........",
" "m" "
"
"E" "
"
"
09: "I",
"
"OWYSI.......",
" "w" "
"
"D" "
"
"
20: "T",
"
"OWYSIT......",
" "l" "
"
"S" "
"
"
20: "T",
"
"OWYSITT.....",
" "a" "
"
"T" "
"
"
08: "H",
"
"OWYSITTH....",
" "a" "
"
"A" "
"
"
01: "A",
"
"OWYSITTHA...",
" "m" "
"
"T" "
"
"
19: "T",
"
"OWYSITTHAT..",
" "x" "
"
"E" "
"
"
20: "T",
"
"OWYSITTHATT.",
" "z" "
"
"S" "
"
"
08: "H",
"
"OWYSITTHATTH";
quindi ʺ[Z]ij gl mw, laam, xz[y]ʺ si legge: ʺ[H]ow ys it, that, th[e]ʺ, con un errore in ʺysʺ che
è naturalmente ʺisʺ (dunque ʺglʺ deve essere cambiato in ʺqlʺ).
I successivi gruppi di 12 lettere sono:
ʺy zmlwhfzek ejʺ=ʺe messenger arʺ, senza errori (a parte forse ʺzʺ=ʺZʺ, ossia ʺmʺ=ʺMʺ);
ʺlvdxw kwke tx lʺ=ʺrives here at tʺ, senza sviste;
ʺbr atgh lbmx aaʺ=ʺhe sace time wiʺ, con ʺatqhʺ per ʺatghʺ in modo che dia ʺsameʺ;
ʺnu bai Vsmukksʺ=ʺth the Saturgaʺ, con ʺVsmukhsʺ=ʺSaturdaʺ in vece di ʺVsmukksʺ;
ʺs pwn vlwk agh gʺ=ʺy cou rier and oʺ, con la parola unica ʺpwnvlwkʺ=ʺcourierʺ (a parte
forse ʺpʺ=ʺPʺ, ossia ʺcʺ=ʺCʺ);
ʺnumk wdlnzwegʺ=ʺther satuzdaoʺ, con ʺwdlnzwegʺ=ʺwdlnrweqʺ per avere ʺsaturdayʺ;
ʺjnbxvv oaeg enʺ=ʺpaters when avʺ, con ʺjnxxvvʺ=ʺpapersʺ per ʺjnbxvvʺ e ʺeuʺ=ʺacʺ e non
ʺenʺ=ʺavʺ come si capisce subito dopo;
ʺwb zwmgy mo mlwʺ=ʺco rdidg to theʺ, con ʺzwmqyʺ per ʺzwmgyʺ ma anche senza spazio
dopo ʺwbʺ a formare: ʺwbzwmqyʺ;
ʺwnbx mw al pnfdʺ=ʺcate it is publʺ, con ʺxnbxʺ in vece di ʺwnbxʺ per ottenere: ʺdateʺ;
ʺcfpkh wzkex hsʺ=ʺishrd three daʺ, con ʺcfpkhʺ da cambiare in ʺcfpxhʺ=ishedʺ;
54
ʺsf xkiyahul. Mkʺ=ʺys previous. Isʺ, con il ʺ.ʺ da sostituire con un più adatto ʺ?ʺ;
ʺnum yexdm wbxyʺ=ʺthe fault witgʺ, con ʺwbxyʺ da cambiare in: ʺwbxzʺ=ʺwithʺ;
ʺsbc hv wyx Phwkʺ=ʺyou or tge Possʺ, con ʺwyxʺ mutato in: ʺwzxʺ=ʺtheʺ e ʺPhwkʺ in un
più sensato: ʺPhwlʺ=ʺPostʺ;
ʺgnamcuk? ʺ=ʺmastyrs? ʺ, con la ʺcʺ da cambiarsi in ʺiʺ per avere ʺgnamiukʺ=ʺmastersʺ.
Gli errori riscontrati sono in parte dovuti ad una non ottimale comprensione del testo
originale di Kulp, che con la sua grafia rende molto simili tra loro alcune lettere; esse sono,
principalmente: ʺjʺ ed ʺiʺ (che sono ben distinte evidentemente in ʺZijʺ, ma non in
ʺJe[i]asgdcvʺ/ʺIe[i]asgdxvʺ), ʺgʺ e ʺqʺ (nelle parole: ʺatqhʺ/ ʺatghʺ, ʺwdlnzwegʺ/ʺwdlnrweqʺ
e ʺzwmqyʺ/ʺzwmgyʺ), infine ʺyʺ e ʺzʺ (ʺwbxyʺ/ʺwbxzʺ e ʺwyxʺ/ʺwzxʺ).
Il cifrato corretto (perché sia abbastanza conforme a quello stampato non si
pone il punto fermo dopo ʺMrʺ, non si applicano le maiuscole ove già
segnalate, non si inseriscono altri segni di punteggiatura) è il seguente (le
lettere errate hanno una sottolineatura semplice, le parole unite ne hanno una
doppia):
"Ge Ieiasgdxv,
Zij ql mw, laam, xzy zmlwhfzek ejlvdxw kwke tx lbr atqh
lbmx aanu bai Vsmukhss pwnvlwk agh gnumk wdlnrweq jnxxvv
oaeg euwbzwmqy mo mlw xnbx mw al pnfdcfpxh wzkex hssf
xkiyahul? Mk num yexdm wbxz sbc hv wzx Phwkgnamiuk?"
Il testo in chiaro è invece:
"Mr Alexander,
How is it, that, the messenger arrives here at the same
time with the Saturday courier and other saturday papers
when according to the date it is published three days
previous? Is the fault with you or the Postmasters?"
[ʺSignor Alexander,
Comʹè che il Messenger arriva qui nello stesso giorno del Saturday courier e
di altri fogli del Sabato quando, secondo la data, viene pubblicato tre giorni
prima? È un errore vostro o delle Poste?ʺ]
55
ANCORA DEGLI ENIGMI.1
Abbiamo ricevuto la seguente nota dal nostro enigmatico2 amico J.H.:
Signor Editore, voi avete certamente mantenuto la vostra promessa alla
lettera, ed io con la presente riconosco che avete decifrato il mio enigma
correttamente nella vostra ultima uscita settimanale. Evidenziando le precise
parole tramite le quali intendevo trasmettere il mio pensiero. Ed inoltre sono
perfettamente convinto, da quanto ho visto, che voi potete decifrare ogni
esempio di scrittura nella quale arbitrari segni sono usati invece di lettere
dellʹalfabeto.
J.H.3
————
La nostra graziosa corrispondente nella Metropoli troverà la soluzione del
suo enigma nelle seguenti righe:
Gentile Signore: avendo udito della vostra abilità nellʹinterpretare lettere
scritte in arbitrari segni, noi vi inviamo questa che, se tradotta da voi, e
pubblicata nel Messenger, farà molto piacere a
MOLTE SIGNORE.
1
Edito sullʹ ʺAlexanderʹs Weekly Messengerʺ, vol. IV, n.ro 10, March 4, 1840, pag. 2, col. 3,
con lo stesso titolo: More of the Puzzles, del pezzo della settimana precedente ed anche in
questo caso includente un altro intervento (senza testa, ma per lʹargomento titolato
[Solution to a Cipher]) che si trova a pag. 4, col. 1.
2
Da notare il doppio senso, scontato ma pur sempre arguto, nellʹaggettivo ʺenigmaticalʺ,
che si riferisce sia alla passione per i giochi enigmistici che alle iniziali con le quali è qui
noto; questo poco definibile ʺJ.H.ʺ pare essere il medesimo, di Filadelfia, cui Poe ha
risposto nellʹarticolo — dal medesimo titolo — della settimana precedente (ma nellʹaccluso
Our Puzzles Once More), ma anche ʺA Subscriberʺ in Still Another [Poser] di un mese prima:
il 5 Febbraio, e — come ʺA Subscriberʺ — ʺJ.H.ʺ esordisce con lʹespressione ʺMr. Editorʺ;
inoltre il testo della comunicazione fa esplicito riferimento al ʺcypherʺ in tondo-corsivo di
ʺA Subscriberʺ; ma si può forse pensare sia lo stesso Poeta che, su richiesta di questo suo
corrispondente, non riveli le generalità dellʹenigmatico amico.
3
La frase di ʺJ.H.ʺ qui riportata: ʺI am perfectly convinced from what I have seen, that you
can decypher any piece of writing in which arbitrary signs are used instead of the letters of
the alphabetʺ, non è molto dissimile da quella che si legge in Our Puzzles Once More (ma
anche, con alcune varianti, un poʹ in ogni scritto sulla Criptologia, contenendosi in essa la
dichiarazione, il guanto, di sfida lanciato da Poe): ʺI am perfectly satisfied, from what I
have seen of your ingenuity, that you can decypher any piece of writing where
hieroglyphics are used instead of lettersʺ...
56
————
T.S., di Boquet, N.Y., troverà la soluzione del suo cifrato alla [qu]arta4 pagina.
Replicheremo a R.H. ed ai nostri amici di Bedford, Basso Canada5, nel nostro
prossimo numero.
————
[SOLUZIONE AD UN CIFRATO]
A T.S. di Boquet, Essex, N.Y.6—Il vostro cifrato viene così letto:
A CELIA.
Quando il giorno declina, e la nera notte
Potrò veder velare lʹemisfero allʹocchio,
Io vorrei, da non uggiose cure oppresso,
Spender ogni ora scura in quieto riposo.
Una gente va smodata e folle a bere e vagare—
Notte è il tempo cui loro valore danno—
Con tale agra passione che io rifiuterò;
Voi siete la compagnia però che ho scelto.7
4
Nel testo a stampa si legge solo ʺurthʺ senza lʹiniziale ʺfoʺ; il cifrato è contenuto appunto
in [Solution to a Cipher].
5
Il Lower Canada, esistente fino al 10 Febbraio del 1841, corrisponde grossomodo alla
metà orientale dellʹattuale Stato del Québec, compresi Newfounfland e Labrador; Bedford
si trova sui 10 chilometri a Nord del confine tra Canada e Stati Uniti ed a circa 75 a Sud Est
di Montréal.
6
Boquet è situato circa 4 chilometri ad Ovest di Essex, che è sulla sponda occidentale del
Lago Champlain, a Sud Ovest di Burlington, nello Stato di New York.
7
Si tratta di un classico acrostico (la resa qui dei righi in Italiano è, come si può notare,
piuttosto approssimativa e senza rispetto delle regole metriche) nel quale le parole iniziali
dei versi formano la frase ʺWhen shall I spend a Night with you[?]ʺ che vale: ʺQuando
passerò una notte assieme a voi[?]ʺ, e che nellʹoriginale suona: ʺTO CELIA. - When day
declines, and sable night/Shall veil this hemisphere from sight,/I would, with no dull cares
oppressed,/Spend each dark hour in quiet rest./A rake and fool may drink and rove—
/Night is the time which they improve—/With such to walk I will refuse;/You are the
company I choose.ʺ.
57
ENIGMI DI NUOVO! 1
Il nostro amico J.R.H., di Filadelfia2, ci scuserà perché diciamo che egli non
ha, nemmeno ora, rispettato le nostre condizioni, che stabilivano che gli
arbitrari caratteri dovevano essere usati come quelli alfabetici lo sono. Nella
presente occasione non ha usato divisioni tra le sue parole... scrivendole tutte
unite. Ma perché non voglia pensare che noi non possiamo decifrare ciò che
egli invia, e soprattutto in ordine a che egli possa vincere la sua scommessa
sulla nostra infallibilità, noi ora forniamo la traduzione senza altri indugi.
Essa dice così:
Se la musica è il cibo dellʹamore, suonate;
Datemi allʹeccesso di esso, sì che, crapulando,
Lʹappetito possa ammalarsi e morire così.
Quella melodia, ancora! ...aveva una languida cadenza.
Oh, è giunta al mio orecchio come il dolce austro
Che soffia sopra una macchia di violette
carpendone e donandone lʹodore! — basta! non più!
Non è così dolce ora come lo era prima.
Oh soffio di amore, come rapido e fresco sei tu,
Che, a dispetto delle tue dimensioni,
Accogli quanto il mare, nulla penetra in te
Di quanto durevole e forte mai sia
Che non cada in perdizione ed umile pregio
Pure in un minuto: così multiforme, è bizzarro
Che esso solo sia supremamente fantastico.3
1
Pubblicato sullʹ ʺAlexanderʹs Weekly Messengerʺ, vol. IV, n.ro 11, March 11, 1840, pag. 2,
col. 3, col titolo: Puzzles Again!.
2
È dʹobbligo ribadire che questo prima incerto T.R.H./J.R.H. di Filadelfia che compare in
Our Puzzles once More incluso nel primo More of the Puzzles è quasi sicuramente il J.H. del
secondo More of the Puzzles.
3
Brano estratto da: ʺTwelfth Night, or What You Willʺ, di Shakespeare (Atto I, Scena I, vv.
1-16): ʺIf music be the food of love, play on!/Give me excess of it, that surfeiting,/The
appetite may sicken and so die./That strain again! It had a dying fall:/O, it came oʹer my
ear like the sweet sound/That breaths upon a bank of violets,/Stealing and giving odour!
Enough; no more:/ʹTis not as sweer now as it was before./O spirit of love! How quick and
fresh art thou,/That, not withstanding thy capacity/Receiveth as the sea, nought enters
58
Un corrispondente che firma con le sue iniziali, L.R.G., di Filadelfia, ma che
noi fortemente sospettiamo, dai suoi manoscritti, essere un certo signor H., di
nostra conoscenza4, ci scrive come segue:
ʺQuesti enigmi potete constatare con un breve esame che sono genuini5. Se
non riuscite a risolverli dovrete arrenderviʺ. Dobbiamo dire a L.R.G. che
abbiamo convenuto per lʹInglese, e che lʹannessa faccenda (le parole che
costituiscono le traduzioni del suo cifrato) difficilmente può ricadere sotto
quella denominazione. Diamo lʹortografia come il nostro corrispondente la
dà... evidentemente allo scopo di confonderci6.
PREGHIERA
QUELLA DEL BAMBINO PER UN ASSENTE PADRE.
Mio padre è andato via,
Ao desidero che torni a casa.
Ao non voglio che lui rimanga
Dove ao non posso vederlo sempre.
Ma guando tornarà padre a casa.
Un tocco di natura rende lʹintero mondo una famiglia.7
there,/Of what validity and pitch soeʹer,/But falls into abatement and low price,/Even in a
minute: so full of shapes is fancy/That it alone is high fantastical.ʺ.
4
ʺMr. H.ʺ, che Poe riconosce dalla grafia, è evidentemente, ed almeno, il medesimo
corrispondente che compare in Enigmatical, come il ʺJ.H. di Philadelphiaʺ in Our Puzzles
Once More (incluso in More of the Puzzles) e nel More of the Puzzles includente [Solution to a
Cipher], ovvero anche ʺA Subscriberʺ in Still Another [Poser].
5
Viene qui ripresa la questione relativa alla genuinità, ovvero adesione perfetta alle regole
di composizione dei crittogrammi dettate dal Poeta, iniziata un mese prima in Our Puzzles
Once More con lʹenigma di G.W. Kulp (preceduto da quello di T.R.H./J.R.H. di Filadelfia).
6
Per non dire naturalmente che il ʺconfusoʺ è in realtà proprio il corrispondente.
7
La breve composizione contiene vari errori (ʺAʺ per ʺIʺ nei righi 2 e 3; ʺaʺ per ʺIʺ al 4;
ʺyhenʺ per ʺwhenʺ e ʺyillʺ per ʺwillʺ al 5 che vengono) segnalati dal carattere in grassetto
corsivo ed il testo in Inglese trascritto da Poe li ripete (si aggiungono le necessarie
integrazioni, con il sottolineato, per rendere del tutto corretto il testo):
ʺPRAYER - THE CHILDʹS FOR AN ABSENT FATHER. My fatherʹs gone away,/I wish he would
come home./I do not like to have him stay/Where I canʹt see him every day./Maʹ. when
will my father come home?/One touch of nature makes the whole world kin.ʺ.
59
————
Per il nostro corrispondente a Bedford, Basso Canada8. Il vostro cifrato viene
così letto:
ʺLa Signora Hopkins mi ha detto che ha sentito la moglie di Green dire che la
moglie di John Glacrie le ha detto che Fanny Hopkins ha sentito la vedova
Washam dire che la moglie del capitano Weed pensava che la sorella del
colonnello Hodgkin mentiva: che la vecchia Signorina Quins abbia creduto
che la Signora Samuel Dunham avesse detto alla moglie di Spalding che lei
aveva sentito la figlia di John Min dire che sua madre le aveva detto che la
vecchia Signorina Finns aveva sentito Nonna Cool dichiarare che si trattava
di un indubbio fattoʺ.
Sarebbe una soddisfazione per noi se i nostri enigmatici amici, i cifrari dei
quali abbiamo bellamente decifrato, rendessero testimonianza a tale esito.
Il rigo 6: ʺOne touch of nature makes the whole world kinʺ, è una citazione dallʹopera di
Shakespeare Troilus and Cressida (Atto III, Scena III, v. 169) che significa in sostanza come
passioni, gioie e dolori siano comuni a tutta lʹUmanità e che dunque ogni figlio è triste per
la lontananza del padre.
8
Poe risponde allʹautore del messaggio cifrato: il Signor ʺR.H.ʺ, in questa occasione, come
anticipato una settimana prima in More of the Puzzles.
60
ENIGMI DI NUOVO! 1
Greenville, Butler County, Alabama.
SIGNOR C. ALEXANDER.
Caro Signore. — Poiché si nutre grande interesse per il suo davvero valido
giornale in questa zona del Paese2, e specialmente nei riguardi della sezione
enigmistica di esso, vi sarò grato se potrete decifrare e pubblicare quanto
segue. Non ho la presunzione che sia più difficile da risolvere di molti altri,
ma sufficientemente tale, se risolto, per soddisfare me stesso e gli altri, in
questo settore del Paese, riguardo la vostra capacità di spiegare qualsiasi
brano del genere.
Molto rispettosamente, vostro
JOHN K. HENRY.
Ci darà grande piacere gratificare il Signor Henry. Il suo cifrato appare così:
D67 ; 002) 7.U )177 3;007
*D071
.* 0k20
2
242, , 8 2
.* D. 7 6* wl7w2 wU. lDk4,078
Ul.4 D67
;Dk .U4.
;073
1
Pubblicato sullʹ ʺAlexanderʹs Weekly Messengerʺ, vol. IV, n.ro 13, March 25, 1840, pag. 2,
col. 6, per la seconda volta col titolo: Puzzles Again!.
2
Greenville è a circa 75 chilometri a Sud Ovest di Montgomery, nellʹAlabama centromeridionale, oltre che (come si vedrà oltre) a poco più di 220 a Nord Est di Mobile, che si
trova sulla costa del Golfo del Messico.
3
Si riproduce quanto risulta dallo stampato e subito si nota che la spaziatura tra le parole
è molto probabilmente non corretta (la terza parola della prima riga è di ben 24 caratteri) e
dunque diversa dal testo giunto al Poeta. Il carattere più frequente, e che si assume come
ʺeʺ è ʺ7ʺ (11 evenienze), col quale il cifrato già pare risolversi (per certi versi similmente, ad
esempio, agli enigmi di J. Lucas in More of the Puzzles — che tra lʹaltro ricompare anche
poco più oltre in questo pezzo — o di G.W. Kulp in Our Puzzles once More); si può infatti
notare che la parola più lunga in prima riga, con lʹapplicazione dellʹidentità ʺ7ʺ=ʺeʺ
parrebbe iniziare con ʺ)1ee 3;00e...ʺ, ovvero: ʺgreenvilleʺ, la località nella quale abita il
mittente. Con le identità ʺ)ʺ=ʺgʺ, ʺ1ʺ=ʺrʺ, ʺ ʺ=ʺnʺ, ʺ3ʺ=ʺvʺ, ʺ;ʺ=ʺiʺ e ʺ0ʺ=ʺlʺ si ottiene per la
medesima parola la lettura: ʺgreenville *Dler .*nLk2Lʺ con la quale si hanno: la
conferma riguardo la correttezza della precedente intuizione ma anche (interpretando la
parola come: ʺgreenvillebutlercountyalabamaʺ con un errato penultimo simbolo ʺ0ʺ da
cambiare in ʺDʺ) le successive identità (ʺ ʺ=ʺbʺ, ʺDʺ=ʺtʺ, ʺ ʺ=ʺcʺ, ʺ.ʺ=ʺuʺ, ʺ*ʺ=ʺnʺ, ʺkʺ=ʺyʺ,
61
La traduzione è quindi:
Il villaggio di Greenville, Butler County, Alabama, si trova a circa 140 miglia
dalla città di Mobile.
————
A INCOG, di Ithaca, New York4. Il vostro primo cifrato viene così tradotto:
Selezionato per lʹAlexanderʹs Messenger.
Se lʹalto mondo chʹha là fuor,
Nostro cuor stesso lassʹ andar —
Se son lì amate lʹalme aʹor
Lʹocchio medesmo mai a rigar —
Quanto soavi gíano lor!
Quanto vʹha dolce orʹ andar!
Alto levar da giù ʹl timor
Perso ʹn Tua Luce, O Amor!5
ʺ2ʺ=ʺaʺ e ʺ4ʺ=ʺmʺ); queste portano alla completa soluzione ed alla definizione del seguente
schema alfabetico:
A B
C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
2
w 7 U ) 6 ;
0 4
.
1 8 D * 3
k
.
Sono da segnalare alcuni errori: ʺ ʺ è in realtà da sostituire con ʺ3ʺ, la ʺiʺ è cifrata sia con ʺ;ʺ
che con ʺ,ʺ (e questʹultima non viene inserita nello schema ma è assimilata alla precedente),
infine ʺlʺ è da sostituire con ʺ1ʺ; il testo non emendato è (ʺ?ʺ è per i simboli dubbi: ʺ ʺ, ʺ,ʺ e
ʺlʺ): ʺthe?illageof greenvillebutlercounlyal / abama, ?s aboutone hund?edandfo ?tym?les / ʺ
f?om the city ofmobileʺ; il messaggio è perciò: ʺʺThe Village of Greenville Butler County
Alabama[,] is about one hundred and forty miles from the City of Mobileʺ ed il cifrato
corretto (le correzioni, spazi compresi, sono sottolineate) è:
D67 3;002)7 .U )177 3;007
*D071
.* Dk
202
242 ;8 2
.* D . 7 6* w17w 2 w U;1Dk
4;078 U1.4 D67
;Dk .U 4.
;07
4
Ithaca si trova allʹestremità meridionale del Lago Cayuga; la traduzione che segue cerca
al solito di apparire in qualche modo vicina allʹoriginale, cosa resa però oltremodo ardua
dal fatto che si ha qui la prima stanza di If That High World (dalle Hebrew Melodies, edita nel
1815) di Byron (presente oltretutto in: ʺThe North American Reviewʺ, vol. XXXV, n.ro 77,
Boston 1832, pag. 449), pur con alcune varianti (ʺwordʺ per ʺworldʺ al primo rigo, ʺlove
enduresʺ per ʺLove endearsʺ al secondo e con talvolta differente punteggiatura) che forse
sono involontarie, ossia dovute a refusi, e non vengono considerate.
5
Il testo in Inglese stilato da Lord Byron è il seguente: ʺIf that high world, which lies
beyond/Our own, surviving Love endears;/If there the cherished heart be fond,/The eye
62
Per quanto riguarda il secondo replichiamo subito: non è genuino. Non cʹè
una parola in lingua inglese che finisca come la vostra parola hbjggg termina:
con tre lettere uguali6. Questo punto è perfettamente conclusivo. Incog, di
certo, non ci intenderà affermare che intenzionalmente ha voluto ingannarci.
Noi vogliamo soltanto per dire che questo enigma, che può essere genuino
abbastanza a suo modo (e che, invero, sappiamo molto bene essere tale) non è
del tipo sul quale ci siamo accordati, ma appartiene alla Crittografia... come lo
è quello del Signor K., del quale egli fa menzione7. Incog capirà subito che
siamo obbligati a restare entro certi limiti. Se dovessimo impegnarci nella
soluzione di ogni tipo di enigma inviatoci, avremmo le mani occupate.
Abbiamo detto che potremmo e vorremmo risolvere ogni cifrato8, ma di un
concordato tipo, che dovessimo ricevere, e abbiamo mantenuto il nostro
impegno per più di dieci volte9. Questo per quanto riguarda noi stessi.
the same, except in tears—/How welcome those untrodden spheres!/How sweet this very
hour to die!/To soar from earth and find all fears/Lost in thy light—Eternity!".
6
Evidentemente nella parola-chiave vi sono, ad esempio (se il criptato è monoalfabetico e
se la finale della parola ripresa da Poe è, mettiamo, in ʺ-essʺ), delle ʺgʺ in corrispondenza
di ʺeʺ ed ʺsʺ; per quanto non si possa dire molto del cifrato in questione, è dʹobbligo —
malgrado subito appresso Poe riveli come tale cifrato sia per lo meno affine a quello di
Kulp — fare riferimento ai brani dalle multiple ʺiʺ che ʺS.D.L.ʺ sottoporrà allʹattenzione del
Poeta in A Few Words on Secret Writing, però sul Grahamʹs e circa quindici mesi più tardi,
epoca nella quale Poe avrà evidentemente maturato maggior interesse anche per quel
particolare aspetto della Crittografia; si apre comunque qui una piccola diatriba (a seguito
di quella sulla genuinità dei cifrati iniziata con G.W. Kulp) tra lui ed Incog che avrà dei
seguiti in Cyphers e Cyphers Again.
7
Il cifrato di ʺMr. K.ʺ, ovvero di Kulp (Our Puzzles once More: ʺWe had scarcely glanced at
this affair when we pronounced it an imposition, notwithstanding Mr. K’s assertion to the
contraryʺ), è polialfabetico e basato sulla Matrice quadrata di Vigenère; così, forse, lo è
anche questo di Incog.
8
Ad esempio quattro settimane prima in Our Late Puzzles: ʺWe offered, at the same time,
by way of evidencing the sincerity of our belief upon the subject, to decypher any English
letter sent to us thus writtenʺ.
9
Lʹespressione ʺwe have kept our pledge more than ten times overʺ riguarda naturalmente
sia il numero degli articoli dellʹAlexanderʹs contenenti cifrati risolti da Poe (appunto 10) che
il numero dei cifrati stessi (in totale 17) e, nellʹordine: il criptato di ʺH.ʺ in Enigmatical,
quelli del lettore di Cheviot in Another Poser e di A.B.T. nellʹincluso Still Another, il secondo
di A.B.T. in Yet Another Poser, quello di ʺA Subscriberʺ in Still Another [Poser], quello di
ʺPhilomʺ in Our Puzzles — Again!, quelli di H.C.A., ʺMechanicusʺ, C.B., J. Lucas e D.D. nel
primo More of the Puzzles, poi — nellʹaccluso Our Puzzles once More — quelli di
63
A riguardo della Crittografia, Incog è del tutto in errore: essa è soggetta, come
quasi ogni altra cosa, alle universali regole dellʹanalisi. Noi siamo in grado di
decifrare qualsiasi cosa del genere, o di qualsiasi altro tipo. Quello che si dice
di una chiave che sia necessaria per la soluzione è basato su un equivoco.
Non ne consegue che, perché i cifrari sono composti tramite laboriosi ed
intricati processi (come molti lo sono stati che abbiamo ricevuto e risolto), che
dobbiamo passare attraverso lo stesso intricato processo nello svelarli. Noi
affermiamo apertamente, e con generale implicazione, che lʹumano ingegno
non può comporre un giusto cifrato che non possiamo risolvere10.
ʺAdolescentulusʺ e J.H., di ʺMany Ladiesʺ e T.S. nel secondo More of the Puzzles, infine
quelli di J.R.H., L.R.G. e del corrispondente di Bedford in Puzzles Again!. Dunque Poe
mostra di essere sicuro di risolvere anche questo genere di criptogrammi, ma non procede
alla decriptazione avanzando il motivo che tale attività gli occuperebbe tutto il tempo a
disposizione (si veda ad esempio lʹesordio di Our Puzzles once More: ʺA press of business,
last week, prevented us from attending to the favors of our enigmatical friendsʺ; simile
formula dʹapertura si ritrova più tardi in Cyphers Again); tale ragione (avanzata del resto in
varie occasioni) lo giustifica pienamente: da un lato è impegnato nel concepire e dare alle
stampe le sue novelle (in particolare la raccolta Tales of the Grotesque and Arabesque che
spesso aggiorna e The Journal of Julius Rodman che in questo momento esce sul Burtonʹs in
puntate successive ed è giunto alla terza), collaborare come Editore ed Articolista (in
questo ruolo in specie si nota quanto poco tempo egli abbia da spendere: si veda su tutti
The Capitol at Washington, del Novembre 1839) in varie Riviste (sopra tutte il ʺNew-York
Mirrorʺ, il ʺSaturday Courierʺ di Filadelfia, il ʺBurtonʹs Gentlemanʹs Magazineʺ appunto ed
il ʺSouthern Literary Messengerʺ) oltre che avere delle questioni con William Evans Burton
e lo stesso Charles Alexander (il quale sta per fondare ʺThe Daily Chronicleʺ) ed
intrattenere le dovute relazioni epistolari con molte personalità più o meno di rilievo (e
specie per questioni legate alla sua affermazione come scrittore; si veda, su tutte, la lettera
a Washington Irving datata 12 Ottobre 1839 [LTR-083a] riguardante in specie il William
Wilson: ʺI feel, however, that I am, in regard to yourself an utter stranger — and that I
have no claim whatever upon your good offices. Yet I could not feel that I had done all
which could be justly done, towards ensuring success, until I had made this request of
you. I have a strong hope that you will be inclined to grant it, for you will reflect that what
will be an act of little moment in respect to yourself — will be life itself to meʺ); cʹè da
aggiungere comunque che, come si è visto, anche per risolvere i cifrati non ʺgenuiniʺ non
cʹè bisogno di moltissimo tempo.
10
È la principale enunciazione di Poe riguardo la Criptologia, e la si ritrova quasi nelle
medesime parole in A Few Words on Secret Writing: ʺYet it may be roundly asserted that
human ingenuity cannot concoct a cipher which human ingenuity cannot resolveʺ (qui è:
ʺWe assert roundly, and in general terms, that human ingenuity cannot concoct a proper
cypher which we cannot resolveʺ).
64
————
I nostri amici ci gratificherebbero davvero molto col confermare le soluzioni
che abbiamo fornito, come richiesto nel nostro ultimo. Nessuno può dire che
alcuno ci abbia trasmesso un cifrato che non abbiamo pienamente ed
accuratamente tradotto.11
Il Signor J. Lucas, di Mount Holly, ci chiede di affermare che la risposta ad un
Enigma inviato in un breve cifrato da lui (e del quale abbiamo dato la
traduzione alcune settimane fa) non era il suo nome, malgrado così si poteva
rispondere, ma vi si intendeva il nome di un altro abbonato, il Signor Jos. P.
Wills.12
Non abbiamo ancora trovato il tempo di guardare il cifrato di Hamilton
Brown, ma ci dedicheremo ad esso in seguito.13
————
††† ║††?║ ,—
,║††]s║ (?)†
,║††]s║ .-,†(*—
,║††]s║ ¶],(
,║††]s║ ¶]s(║- ,— —║,
?║
†?—║ ? )?( ?(* ††† ║††?║ ††?—?
║†††—† ,— (] )]-†
——¶]║║14
11
Naturalmente il Poeta si riferisce ai cifrati appena qualificati come ʺproperʺ, ovvero
anche ʺgenuineʺ, non avendo appunto voluto risolvere gli ʺirregolariʺ; la richiesta di una
testimonianza favorevole da parte dei corrispondenti replica quella presente in chiusura
dellʹ ʺour last [number on Cryptology]ʺ, ossia di Puzzles Again! di due settimane prima
(lʹ11 Marzo 1840): ʺIt would be a satisfaction to us if our enigmatical friends whose
cyphers we have fairly decyphered would make acknowledgment to that effectʺ.
12
Come già evidenziato, in More of the Puzzles del 26 Febbraio precedente; appare molto
probabile che lʹindovinello lì proposto sia da intendere, col lieve cambio (qui sottolineato)
dellʹinterpunzione: ʺThat which directs the monuments of man— one of the strongest
passions; and one eighth of the birth place of Archimedes, compose the name of a worthy
subscriber to the Messengerʺ, ovvero: ʺwillʺ+ʺSʺ=ʺWillsʺ.
13
Tra altre quattro settimane, in Cyphers Again; il Signor Brown di Filadelfia invia però,
presumibilmente sempre verso la metà del Marzo 1840, non uno ma due brevi messaggi
criptati, uno dei quali risulterà impossibile da riprodurre a stampa.
65
SIGNOR ALEXANDER.
Signore: — Non dubitando della vostra capacità di risolvere quanto sopra (se
possiamo giudicare dai molti curiosi esemplari del genere che sono apparsi
nel vostro pregiato giornale), piuttosto come prova della vostra infallibilità
per alcune menti dubbiose, voi gratifichereste parecchio un bel numero di
vostri abbonati inserendo quanto sopra con la sua soluzione.
Vostro, con rispetto,
J. T. G.
Con piacere—la traduzione è così:
Chi è senza nome, senza amici, senza denaro, senza nazione, è comunque
ancora un uomo, e colui che ha tutto questo non è niente di più.15
Appendice - Risoluzione del cifrato di J.T.G.
Tale criptato, come si nota immediatamente dalla prima parola della prima riga: ʺ†††ʺ (2
evenienze), non è da giudicarsi, secondo i canoni fissati da Poe, ʺgenuinoʺ; malgrado ciò il
Poeta non obietta alcunché presentando la soluzione subito appresso, ed è dunque da
concludere che la versione del cifrato pubblicata non riproduce con tutta esattezza il testo
ideato da J.T.G.; la frequenza poi di utilizzo del gruppo ʺ††ʺ (7 evenienze) e del solo ʺ†ʺ (3
casi), fa pensare che ʺ†††ʺ sia o ʺ ʺ+ʺ†ʺ oppure ʺ†ʺ+ʺ ʺ; oltre a ciò è da notare la parola
ʺ
ʺ (2 casi) che è con buona probabilità erroneamente spaziata e da unirsi alla parola
precedente sia nella riga II che nella riga III. Il simbolo più presente è naturalmente ʺ†ʺ (28
volte, ma che non sicuramente sta al posto della ʺeʺ), seguito da ʺ║ʺ (17 presenze, nel
computo dei simboli non viene calcolata la sigla ʺ——¶]║║ʺ, ossia la parola più alla destra
quasi al termine della quarta riga) e dai restanti (da dieci evenienze ad una soltanto); la
ricerga di un ʺtheʺ non è conclusiva, dato che da 3 caratteri vi sono soltanto la V parola
della II riga: ʺ—║,ʺ, che è però probabilmente da unire al gruppo ʺ
ʺ e la III oppure
14
Il criptato — che somiglia molto, per i caratteri usati, a quello di A.B.T. in Yet Another
Poser del precedente 29 Gennaio — viene riprodotto come da stampa (giustificato però
nelle prime tre righe da un diverso numero di spazi); non essendo brevissimo, il
procedimento adoperato per leggerlo viene inserito in Appendice.
15
Frase tolta dal IV capitolo del Rob Roy, di Sir Walter Scott (1817) che Poe riscrive: ʺHe
that is without name, without friends, without coin, without country, is still at least a man,
and he that has all these is no moreʺ.
66
la IV della III riga: ʺ)?(ʺ e ʺ?(*ʺ, che — se non dovute a sviste — darebbero però dei
piuttosto improponibili ʺ? )?( ?(*ʺ=ʺh the he.ʺ o ʺt .th theʺ. Significativa è comunque la III
parola della III riga: ʺ?ʺ, che può solitamente essere ʺaʺ o ʺIʺ ed è appunto seguita da parole
formate con caratteri ripetuti ʺ)?( ?(*ʺ e coi quali è agevole procedere per combinazioni
successive. Procedendo da tali basi si potrà ipotizzare (sempre che non vi siano errori nella
spaziatura o refusi di altro genere) che ʺ? )?( ?(*ʺ sia (ponendo ʺxʺ e ʺyʺ come lettere
incognite) o ʺa xay ayzʺ oppure ʺI xiy iyzʺ; sostituendo man mano la sola ʺyʺ: il simbolo ʺ(ʺ,
con ʺbʺ o ʺaʺ (per formare ʺa .ab ab.ʺ o ʺI .ib ib.ʺ), poi ʺcʺ o ʺbʺ, quindi ʺdʺ o ʺcʺ etc.
(seguendo insomma il normale metodo a combinazioni che Poe espone ed applica in Our
Puzzles once More per provare come non genuino il cifrato di G.W. Kulp) si otterrà la
seguente tabella:
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
"a
.ab
.ac
.ad
.ae
.af
.ag
.ah
.ai
.aj
.ak
.al
.am
.an
.ao
.ap
.aq
.ar
.as
.at
.au
.av
.aw
.ax
.ay
.az
ab."
ac."
ad."
ae."
af."
ag."
ah."
ai."
aj."
ak."
al."
am."
an."
ao."
ap."
aq."
ar."
as."
at."
au."
av."
aw."
ax."
ay."
az."
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
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"I
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"I
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"I
"I
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"I
"I
"I
"I
"I
"I
"I
"I
"I
"I
"I
"I
"I
"I
"I
"I
.ia
.ib
.ic
.id
.ie
.if
.ig
.ih
.ij
.ik
.il
.im
.in
.io
.ip
.iq
.ir
.is
.it
.iu
.iv
.iw
.ix
.iy
.iz
ia."
ib."
ic."
id."
ie."
if."
ig."
ih."
ij."
ik."
il."
im."
in."
io."
ip."
iq."
ir."
is."
it."
iu."
iv."
iw."
ix."
iy."
iz.";
con essa si potranno facilmente trovare varie espressioni da scartare (come: ʺI pic iceʺ, ʺI
aim impʺ, ʺI dim impʺ, ʺI pin inkʺ, ʺI air irkʺ, ʺI fit/hit/sit itsʺ etc; oppure: ʺa bad/mad/sad
adoʺ, ʺa lag ageʺ, ʺa pal aleʺ etc.) e comprendere che la lettura più probabile di ʺ? )?( ?(*ʺ
può essere ʺa ban/can/fan/man/tan/van andʺ con ʺ(ʺ=ʺnʺ e ʺ*ʺ=ʺdʺ oltre che ʺ?ʺ=ʺaʺ.
Applicando, e controllando, tali identità si notano: la V parola della I riga: ʺ(?)†ʺ=ʺna..ʺ, che
può leggersi in vario modo (ʺnagsʺ, ʺname ʺ, ʺnaveʺ o ʺnavyʺ) e la III della IV riga: ʺ(]ʺ=ʺn.ʺ,
che darrebbe un quasi certo ʺnoʺ con ʺ]ʺ=ʺoʺ; il confronto poi tra lʹappena considerata
parola ʺ(?)†ʺ=ʺna..ʺ e la IV della IV riga: ʺ)]-†ʺ=ʺ.o..ʺ, pare suggerire proprio che esse siano
rispettivamente ʺnameʺ e ʺmoreʺ (il termine del messaggio consisterebbe in un appropriato
ʺno moreʺ e lʹespressione ʺ? )?( ?(*ʺ sarebbe ʺa man andʺ), con ʺ)ʺ=ʺmʺ, ʺ†ʺ=ʺeʺ (dolo nei
casi nei quali tale simbolo non è replicato) e ʺ-ʺ=ʺrʺ. Effettuate tali sostituzioni si vedrà che
la VII parola della I riga: ʺ.-,†(*—ʺ=ʺ.r.end.ʺ è naturalmente ʺfriendsʺ, con ʺ.ʺ=ʺfʺ, ʺ,ʺ=ʺiʺ e
ʺ—ʺ=ʺsʺ (tali ultime identità sono confermate subito dalla parola ʺ,—ʺ, presente due volte,
67
alle righe I e IV, che si legge adesso ʺisʺ); ora le parole I e II della III riga: ʺ?║
†?—║ʺ,
ʺ=ʺlʺ. Per
che sono ʺax .easxʺ, si intuiscono facilmente come ʺat leastʺ, con ʺ║ʺ=ʺtʺ e ʺ
mezzo di queste ultime identificazioni si giunge in breve a comprendere tutto il resto ed a
definire gli errori (e qualche svista) già immaginati; tra le prime cose si nota che le parole
V e VI della II riga: ʺ—║,
ʺ= ʺsti llʺ confermano che il gruppo ʺ
ʺ non è
indipendente (in fine di terza riga le parole ʺ††?—?
ʺ sono così da leggersi almeno
ʺ..as allʺ; confrontando poi la II parola della prima riga: ʺ║††?║ʺ=ʺt..atʺ (che non può
leggersi di certo ʺteeatʺ) con la I della IV riga: ʺ║†††—†ʺ=ʺte..seʺ/ʺt..eseʺ appare subito
evidente che il prima ipotizzato simbolo ʺ ʺ applicato ad ambedue rende la prima ʺthatʺ e
la seconda ʺtheseʺ e fa sì che la prima parola del messaggio (che si ritrova in sesta
posizione alla terza riga): ʺ†††ʺ, sia in realtà ʺ †ʺ=ʺheʺ; in ultimo vengono identificate la ʺcʺ
come valore del simbolo ʺ¶ʺ (II della II riga: ʺ¶],(ʺ=ʺ.oinʺ ovvero ʺcoinʺ), ʺsʺ=ʺuʺ (nelle
quattro evenienze di ʺ
,║††]s║ʺ=ʺlitho.tʺ che è evidentemente ʺwithoutʺ con una svista
in ʺ
ʺ che sarà stato un ʺ ʺ=ʺwʺ), ʺ ʺ=ʺyʺ nella IV parola della II riga: ʺ¶]s(║- ,—
ʺ=ʺcountr..isʺ che è da leggere ʺcountry isʺ e la sigla ʺ——¶]║║ʺ è ʺsscottʺ. Si ha perciò il
seguente schema alfabetico:
A B C D E F G H I J K
?
¶ * † .
,
L M N O P Q R S T U V W X Y Z
) ( ]
- — ║ s
;
il messaggio non emendato (gli errori sono sottolineati) è: ʺhe that is lithout name lithout
friends / lithout coin lithout countryis sti ll / at least a man and he that hasa ll / these is no
moreʺ; il cifrato corretto, forse lʹoriginario, è invece:
† ║ ?║ ,—
,║ ]s║ (?)†
,║ ]s║ .-,†(*—
,║ ]s║ ¶],(
,║ ]s║ ¶]s(║- ,— —║,
†?—║ ? )?( ?(* † ║ ?║ ?— ?
?║
║ †—† ,— (] )]-†
— —¶]║║
68
CIFRE1
Abbiamo per le mani una o due lettere da enigmatici amici ai quali non
possiamo dedicarci, questa settimana, a causa di un accumulo di impegni.
Nel nostro prossimo avranno notizie da noi su tutto. Incog. è troppo
frettoloso, e deve leggere unʹaltra volta ciò che abbiamo detto. Noi non
sottintendevamo alcuna offesa al mondo, e pensavamo di essere stati
abbastanza cauti nel comporre il nostro articolo in modo da non formularne
nessuna.2
1
Brevissimo intervento, intitolato Cyphers (come quello che verrà pubblicato 21 giorni più
tardi), edito sullʹ ʺAlexanderʹs Weekly Messengerʺ, vol. IV, n.ro 15, April 8, 1840, pag. 2,
col. 2; avrà un seguito ed un ovvio completamento due settimane più tardi in Cyphers
Again, che conterrà le risposte alle varie richieste formulate dai lettori giuntegli tra fine
Marzo e la metà di Aprile (il numero degli ʺenigmatical friendsʺ, e così delle loro lettere,
aumenterà da uno o due a ʺseveralʺ: parecchi).
2
Il minuscolo trafiletto serve dunque non tanto ad assicurare (con la formula: ʺa press of
businessʺ, già utilizzata tre settimane prima in Our Puzzles once More, e come farà altre due
settimane dopo in Cyphers Again) i due corrispondenti della prossima pubblicazione delle
risposte loro indirizzate, quanto a replicare ad una lettera che Incog ha — attorno al 10
Aprile — fatto pervenire alla Redazione della Rivista; in essa evidentemente Incog si
lamenta delle parole riguardanti il suo secondo cifrario (in Puzzles Again!, di due
settimane prima), ed in specie forse della frase: ʺIn regard to the Cryptography, Incog is
altogether mistakenʺ, che avrà inteso come sconfessione assoluta delle sue doti di
Crittografo; Poe afferma comunque di essere stato ʺsufficiently carefulʺ quasi sicuramente
riferendosi allʹespressione: ʺIncog will, of course, not understand us to say that he
intentionally wished to deceive usʺ, forse intendendola come ironica (e da questa ultima
considerazione deriva la traduzione di ʺWe meantʺ con: ʺsottintendevamoʺ).
69
CIFRE DI NUOVO!1
Un accumulo di impegni ci ha impedito, durante le due o tre settimane
precedenti, di prestare attenzione ai nostri enigmatici corrispondenti — i
favori di parecchi dei quali abbiamo per le mani. Ora procediamo a sistemare
tutti i conti con la piena soluzione di ogni cosa ricevuta.
Il primo cifrato che prendiamo dice come segue2:
2.9.14.7.8.1.13.20.15.14
21.14.20 25.
1.16 18 9.12
25 15 21.18.6.18 25.14.4.
2 18.15.15 13 5.
1st
1840.
6.18.
3 15.
15.13.
8 5 14.18.253
1
Pubblicato sullʹ ʺAlexanderʹs Weekly Messengerʺ, vol. IV, n.ro 17, April 22, 1840, pag. 2,
col. 3, col titolo: Cyphers Again!; viene qui accluso, in fondo, lʹintervento che compare a
pag. 4, col. 1, dal titolo: Changing Seats.
2
Come per altri casi, la versione a stampa non è chiarissima, ovvero anche: riproduce,
anche se nella maniera più esatta, un esemplare edito pur sempre in maniera imperfetta; si
nota in ogni caso che varie sono le incertezze riguardo la validità degli spazi tra le parole,
che vengono divise ampliando ancor più gli intervalli apparenti tra di esse, le quali
sembrano: tre in prima riga, due prima e due dopo il gruppo ʺ1st 1840ʺ in seconda, infine
due in terza; inoltre non sono sempre presenti i punti fermi tra una cifra e lʹaltra allʹinterno
delle parole così definite.
3
Il cifrato appare come un attuale crittografato nel quale ad ogni numero corrisponde una
lettera dellʹalfabeto (e che può dunque, in Inglese, prevedere la presenza dei numeri da 1 a
26); piuttosto indicativo è il gruppo ʺ1st 1840ʺ che suggerisce una data (ad esempio, e
considerando lʹepoca di uscita del numero della Rivista contenente lʹarticolo qui
esaminato: ʺApril 1st 1840ʺ), semmai preceduta da un nome di località. Il computo della
frequenza delle varie cifre non porta lontano, dato che è compresa tra 6 e 1 ma senza che
una di esse prevalga nettamente per indicarla subito come ʺeʺ (lettera che dunque può
cercarsi sia tra le 6 occorrenze di ʺ15ʺ, che tra le 6 di ʺ18ʺ, o le 5 di ʺ14ʺ, o le 4 di ʺ25ʺ od
anche le 3 di ʺ13ʺ, ponendosi così come procedura piuttosto inadatta per iniziare). Si può
passare dunque a comparare i dodici nomi dei mesi alle 9 cifre iniziali della seconda riga
(il nome più lungo è appunto di 9 lettere: ʺseptemberʺ, le cifre sono: 21, 14, 20, 25, 1, 16, 18,
9 e 12) che si trovano prima del gruppo ʺ1st 1840ʺ per poi procedere alle identificazioni
numero-lettera e poter ottenere letture significative; malgrado appaia abbastanza evidente
come la parola che precede ʺ1st 1840ʺ sia di cinque lettere (dunque ʺmarchʺ, od il già
ipotizzato ʺaprilʺ), è utile costruire un prospetto simile al seguente in modo che sia di
agevole consultazione e consenta di effettuare in breve le opportune sostituzioni:
j .a .n .u .a .r .y │f .e .b .r .u .a .r .y │m .a .r .c .h │a .p. r. i. l │...
20.25.01.16.18.09.12│14.20.25.01.16.18.09.12│01.16.18.09.12│01.16.18.09.12│...
70
La traduzione è: Binghampton, Contea di Broome, New York ... il vostro
amico, Henry4.
Siamo contenti nellʹavere in nostro possesso di ringraziare il nostro amico a
Terre Coupee5. Il suo cifrato viene così letto6:
Vento soffia, Tuono romba,
Glʹarbi Fulmine saetta,
Piova a fiumi spazza tutto,
ma già a questo punto si può notare che, proprio per ʺaprilʺ, si avrebbero ʺ01ʺ=ʺaʺ con ʺaʺ
che è la prima lettera dellʹalfabeto, poi ʺ16ʺ=ʺpʺ con ʺpʺ che ne è la sedicesima e così via.
Assegnando dunque ad ogni cifra un valore ordinale: ʺ10ʺ=ʺdecima lettera dellʹalfabetoʺ, si
giunge alla giusta lettura del criptato.
4
Nella traduzione compaiono dei punti sospensivi perché il testo, decifrato nella maniera
sopra descritta in nota, appare in parte diverso; dato che lo schema alfabetico corretto è:
a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 ,
allora il risultato della sua applicazione al cifrato è il seguente:
ʺbinghamton broome co/unty april 1st 1840. fr om/yourfrynd henryʺ, ovvero:
ʺBinghampton, Broome County, April 1st 1840. From your friend Henry.ʺ e non, come
nello stampato: ʺ—Binghampton, Broome county, N. Y.— your friend, Henry.ʺ. Cʹè da
notare che: il nome della località (Binghampton si trova circa 10 chilometri a Nord del
confine con la Pennsylvania e più o meno al settentrione di Lackawanna) manca della ʺpʺ,
alcune parole non sono correttamente separate, ʺ6.18.25.14.4ʺ=ʺfryndʺ è da correggersi —
per unʹevidente equivoca lettura di due sue cifre — in ʺ6.18.9.5.14.4ʺ, infine la parola
ʺ6.18.15.13ʺ=ʺfromʺ sarebbe da intendere come la sigla dello Stato di New York: ʺNYʺ, cioè:
ʺ14.25ʺ, ma la notevole differenza tra le cifre fa propendere per una svista del compositore.
In definitiva il cifrato corretto, ed originario, può essere stato (mantenendone anche la
probabile punteggiatura):
2.9.14.7.8.1.13.16.20.15.14.
2.18.15.15.13.5
3.15.
21.14.20.25. 14.25. 1.16.18.9.12 1st 1840. 6.18.15.13
25.15.21.18
6.18.9.5.14.4
8.5.14.18.25
ovvero:
ʺBinghampton, Broome Co/unty, N.Y. April 1st 1840. From/ your friend Henryʺ.
5
Città che si trova nellʹIndiana (perciò piuttosto distante da Philadelphia che dista più o
meno 1000 chilometri in linea dʹaria ad oriente), sita circa 20 chilometri ad Ovest di South
Bend e sui 35 ad Est della sponda sudorientale del Lago Michigan.
6
Al solito si cerca di aderire alla metrica, traducendo in modo però non conforme al testo.
71
Dio del Ciel or sta supremo.
Vento cade, lʹaria è dolce,
Or Sol riprende il bel splendor —
DʹHermes la nova vʹha che molce;
Suo capo figlio è dʹEndor.
Nostri patri combattéro,
Nostra libertà vincéro,
Lor figli guardan sacro don —
Decifra questo, e vinto son7.
Ora veniamo ad una lettera da Kalida, Ohio8, scritta in caratteri per i quali
non abbiamo alcun tipo in ufficio, ma della quale la traduzione è così:
Signore,
Qualche tempo fa ho inoltrato a voi il denaro per undici copie del ʺWeekly
Messengerʺ, per le ultime tre settimane, ma solo dieci copie sono pervenute a
questo ufficio.
Vostro, F. RISLEY.
Abbiamo provveduto alla questione.
7
Il testo in Inglese è: ʺThe wind blows hard, the thunder rolls,/Among the trees the
lightnings gleam,/The rain in torrents sweep along,/The God of storms now reigns
supreme./The wind is hushed, the air is sweet,/Now Sol resumes his wonted splendor —
/This Messenger’s a handsome sheet;/Its boss must be a son of Endor./Our patriot fathers
bravely fought,/Our rights preserved, our freedom won,/Their sons will guard the sacred
gift —/Decipher this, and I am doneʺ; cʹè da osservare per prima cosa che al sesto rigo, per
rispettare la lunghezza degli altri versi, ʺwontedʺ deve essere mutato in ʺwontʹdʺ; oltre a
ciò alcuni termini sono da notare: ʺMessengerʺ (qui tradotto con ʺHermesʺ), che pare un
omaggio alla corsa a cavallo del 18 Aprile 1775 effettuata da Paul Revere ma vale anche
molto probabilmente ad intendere la Rivista nella quale opera Poe; ʺbossʺ, col quale pare
indicarsi il Crittografo dellʹAlexanderʹs; infine lʹespressione ʺson of Endorʺ, la quale fa
riferimento alla località che nella Bibbia (1Sam 28-31) ospita lʹantro nel quale opera una
negromante (alla quale si rivolge Saul per interrogare le anime dellʹoltretomba) e di
conseguenza alle strabilianti facoltà del medesimo Decifratore (si veda, in A Few Words on
Secret Writing: ʺThis having been the state of affairs at the period it was thought expedient
to decline farther dealings in necromancy...ʺ).
8
Altra località piuttosto distante da Philadelphia (circa 800 chilometri in linea dʹaria ad
Ovest di questa) e situata poco a Nord di Lima e ad un centinaio di chilometri a Sud Ovest
di Toledo, che si trova allʹestremità occidentale del Lago Erie.
72
Unʹaltra comunicazione è datata da Filadelfia, ed è come segue:
Gentile Signore: Ho osservato per qualche tempo con attonimento, e devo
dire con qualche dubbio, le vostre meravigliose soluzioni di geroglifici scritti;
e tanto grande è stato il mio scetticismo che ho determinato di provare i
vostri poteri con i seguenti brani, ambedue originali. Se riuscirete a risolverli
io certamente suggerirò alla proprietà di impiegarvi a leggere tutti i dispacci,
scritti in cifra, che possano essere intercettati durante lo svolgimento della
Guerra dei Mastini9.
Rispettosamente vostro,
HAMILTON BROWN.
Per il primo non abbiamo alcun tipo... ma presumiamo che uno soddisferà il
Signor Brown.
CʹWW WPB VKI WPYKIY UN BI VKONJ
CʹWW NZV BI VU VKI XIEB DZCNJ
PFL WPJI BI YVPEV
9
La cosiddetta ʺBloodhound Warʺ, o Seconda guerra contro i Seminoles (la prima fu del
periodo 1817-1819 e la terza negli anni 1855-1858), è al tempo argomento di stretta
attualità, dato che si svolge tra il 1835 ed il 1842; intrapresa dagli Statunitensi per avere il
pieno controllo della Florida settentrionale, al confine meridionale della Georgia, vide
lʹimpiego appunto di cani (come aveva fatto 300 anni prima Hernán Cortés contro gli Indi
del Messico), e proprio a partire dal 1840, per dare la caccia ai nativi; nello stesso
Alexanderʹs Poe edita un articolo al riguardo: The Bloodhound Story (ibid., vol. IV, n.ro 5,
January 29, 1840, pag. 2, col. 3) nel quale nega che il suo Governo sia coinvolto in tale
faccenda (e nel quale si trova il vocabolo ʺBugabooʺ — probabilmente di origine celtica e
derivato comunque da ʺbully beggarʺ: ʺuomo neroʺ [si veda: Francis Grose, A Classical
Dictionary of the Vulgar Tongue, 2nd ed., London, 1788, s. v. ʺBUGABOOʺ] — ad indicare cosa
astrusa, utilizzato lʹanno prima in The Man That Was Used Up e ripreso ne The Premature
Burial del 1844), poi ne The Rail-road War (ibid., vol. IV, n.ro 12, March 18, 1840, pag. 2, col.
3) usa il termine ʺbloodhoundʺ per qualificare una reprensibile questione. Nel suo augurio
finale il Signor Brown rivela, al pari di molti altri lettori, una notevole ignoranza riguardo
la Crittografia: Poe indubbiamente troverebbe piuttosto difficile, almeno in questa fase
della sua esistenza, ʺto read all the despatches, written in cypherʺ, dato che lʹarte della
scrittura segreta è già abbastanza avanzata da presentarsi quasi impenetrabile (si veda
quanto scrive ʺA Subscriberʺ riguardo il Codice di Napoleone nella lettera inviata al Poeta
nellʹOur Puzzles once More incluso in More of the Puzzles del precedente 26 Febbraio).
73
IPNK AUWWB YKPWW EINIOXI MB YVCFL
IPNK UCNI ZFVU MB AIIV CWW GECFL
PFL MPJI CV YMPEV.10
del quale il significato è:
Io le sferze do nel groppo,
Ma ben svelto e pure troppo,
Andar la fo,
Lʹinsavio ʹl tocco mio avrà
Aʹ piedi ʹl vizio mi cadrà.
E ben farò.11
10
Semplice cifrato a sostituzione che segue tutte le regole dettate da Poe e da definirsi così
ʺgenuineʺ; tra lʹaltro le parole iniziali dei primi due righi: ʺCʹWWʺ sembrano essere degli
ʺIʹllʺ (e la VI parola del V rigo: ʺCWWʺ, si leggerebbe ʺillʺ) . La conta dei caratteri utilizzati
evidenzia un numero consistente di ʺIʺ (17 evenienze), seguite da ʺWʺ (13), ʺVʺ (12), ʺPʺ
(11) etc., ed è dʹobbligo dunque formulare lʹidentità ʺIʺ=ʺeʺ; tra le parole da 3 lettere, poi, si
notano due ʺVKIʺ=ʺ..eʺ e probabilmente ambedue ʺtheʺ con ʺVʺ=ʺtʺ e ʺKʺ=ʺhʺ (oltre a due
ʺPFLʺ che potrebbero benissimo essere ambedue ʺandʺ — la parola da tre lettere più
frequente dopo lʹarticolo — ma che non vengono ora considerate). Applicate le precedenti
identità si ottiene ad esempio ʺYKPWWʺ=ʺ.h...ʺ che nellʹipotesi ʺCWWʺ=ʺillʺ diverrebbe
ʺ.h.llʺ e , se ʺPFLʺ fosse ʺandʺ, si leggerebbe ʺshallʺ; seguendo questa via si avrebbero varie
identificazioni (ʺYʺ=ʺsʺ, ʺPʺ=ʺaʺ, ʺWʺ=ʺlʺ, ʺCʺ=ʺiʺ, ʺFʺ=ʺnʺ e ʺLʺ=ʺdʺ) che sono certamente da
sperimentare. In tal modo si avranno varie conferme (come la III parola del VI rigo:
ʺCVʺ=ʺitʺ) ma qualche dubbio (ʺYVCFLʺ=ʺstindʺ in fine al IV) forse legato al solito a
qualche refuso, e comunque anche ʺYVPEVʺ=ʺsta.tʺ (IV del III), ossia ʺstartʺ con ʺEʺ=ʺrʺ, e
ʺIPNKʺ=ʺea.hʺ cioè ʺeachʺ con ʺNʺ=ʺcʺ (per le prime parole dei righi IV e V); si vedrà in
ogni caso che le precedenti ipotesi sono corrette perché portano ad altre identificazioni (tra
le varie, la II parola in II rigo: ʺNZVʺ=ʺc.tʺ che è ʺcutʺ con ʺZʺ=ʺuʺ; poi la IV nello stesso
rigo: ʺVUʺ=ʺt.ʺ e perciò ʺtoʺ, con ʺUʺ=ʺoʺ) ed alla definizione di alcuni errori, e per primo
ʺOʺ=ʺiʺ=ʺCʺ (non una cattiva lettura del cifrato originale poiché Poe niente ha da obiettare,
ma un refuso); si giunge così in breve (con il dubbio sulla VII del V rigo: ʺGECFLʺ=ʺ.rindʺ,
che potrebbe essere ʺgrindʺ con ʺGʺ=ʺgʺ ma che è da leggere ʺbringʺ, con ʺGʺ=ʺbʺ,
confrontandola con la VI parola del IV rigo: ʺYVCFLʺ=ʺstindʺ, che è ʺstingʺ) al relativo
schema alfabetico:
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
f y i q r n b
e k h d m c[i]a
o t l v s u .
11
Il testo in Inglese è: ʺI’ll lay the lash on ye thick,/I’ll cut ye to the very quick,/And make
ye start,/Each folly shall receive my sting,/Each vice unto my feet I’ll bring./And make it
smart.ʺ (rime e lunghezze sono rispettivamente: AABCCB e 8,8,4,8,8,4); il cifrato risultante
dalla stampa è invece (le parti errate sono sottolineate): ʺiʹll lay the lashes oc ye thick/iʹll
74
Ad INCOG noi replichiamo che dobbiamo declinare, per il momento, una
piena spiegazione del nostro metodo di soluzione, ma parleremo di tale
soggetto in seguito12 in un modo che lo convincerà che egli ha solo
parzialmente compreso la questione. Noi diciamo di nuovo deliberatamente
che lʹumano ingegno non può comporre un cifrato che lʹumano ingegno non
possa risolvere13.
Lafayette, Indiana, 9 Aprile, 1840.
SIGNOR. C. ALEXANDER.
Gentile Signore:—Avendo sempre, fin da quando ho cominciato a prendere
il vostro interessante e prezioso foglio, notato una attitudine in voi ad
accontentare i vostri abbonati, permettetemi di trarre vantaggio da tale
attitudine, e rispettosamente richiedere da voi la soluzione del seguente
enigma, che potrà, senza dubbio, convincere un poʹ dei vostri abbonati, in
questa occasione, che voi li risolvete onestamente, della qual cosa io non ho
dubbi.
cut ye to the very quick/and lake ye start/each folly shall receive my stind/each oice unto
my feet ill brind/and make it smartʺ; il criptato corretto (aggiungendo però lʹidentità
ʺQʺ=ʺgʺ, dato che nella grafia una Q molto stretta può somigliare ad una elle minuscola) è:
CʹWW WPB VKI WPYKIY UF BI VKONJ
CʹWW NZV BI VU VKI XIEB DZCNJ
PFL MPJI BI YVPEV
IPNK AUWWB YKPWW EINIOXI MB YVCFQ
IPNK XCNI ZFVU MB AIIV CʹWW GECFQ
PFL MPJI CV YMPEV ;
è da rimarcare in conclusione che il primo rigo, come risulta dalla parola ʺsferzeʺ, per la
lunghezza deve essere: ʺI’ll lay the lashes on ye thick,ʺ.
12
Poe si riferisce probabilmente a quanto scriverà in A Few Words on Secret Writing, che
verrà pubblicato in più puntate tra il Luglio — ovvero qualche settimana dopo lʹuscita di
questo articolo — ed il Dicembre del 1841 sul ʺGrahamʹs Ladyʹs and Gentlemanʹs
Magazineʺ di Filadelfia.
13
ʺWe say again deliberately that human ingenuity cannot concoct a cypher which human
ingenuity cannot resolveʺ è la solita enunciazione, che Poe scrive ʺagainʺ, ovvero come ha
fatto, e rivolgendosi sempre ad Incog, in Puzzles Again! del 25 Marzo precedente (ʺWe
assert roundly, and in general terms, that human ingenuity cannot concoct a proper
cypher which we cannot resolveʺ).
75
Molto rispettosamente,
Vostro &c.,
ʺMINI RICCOʺ.
La traduzione è:
Il campo di battaglia di Tippecanoe14 è divenuto luogo frequentato. Il
viaggiatore americano si ferma ivi per contemplare una scena che è divenuta
sacra per la vittoria. Il popolo dellʹIndiana contempla con orgoglio il campo
di battaglia nel quale la sua militia vinse un imperibile onore, ed il loro
infante Stato è stato iscritto nei ranghi del patriottismo.
Al fondo del cifrato troviamo le tre misteriose parole ʺIo non riconoscoʺ —
scritte come lo riportiamo15.
14
Si tratta di un episodio che fu di preludio alla Guerra del 1812 tra gli Stati Uniti e la
Confederazione delle Tribù Indiane; subito a Nord della città di Lafayette, nellʹIndiana
appunto, tra il Burnett Creek ed il fiume Wabash, appena a valle della confluenza col suo
affluente Tippecanoe, il 7 Novembre 1811 il Governatore dello Stato, e Generale, William
Henry Harrison sconfisse gli Shawnee capeggiati da Tecumseh. La ʺIndiana Territorial
Militiaʺ è una forza armata locale a supporto dellʹEsercito che ebbe un ruolo fondamentale
in quella vittoria (ma anche nella Guerra che seguì lʹanno appresso e nelle occasioni
successive), costituendo circa il 70% delle forze statunitensi messe in campo; lo Stato
dellʹIndiana è definito ʺinfantʺ perché venne ammesso nellʹUnione lʹ11 Dicembre 1816.
15
ʺI recon notʺ è espressione (ʺreconʺ vale come abbreviazione di ʺreconnaissanceʺ,
termine militare che significa ʺricognizioneʺ) che parrebbe migliore con il verbo ʺreckon:
ʺcontareʺ, ʺsupporreʺ; sembra quasi che ʺLittle Richʺ voglia dire di quel campo di battaglia
spesso visitato (ʺThe battle field of Tippecanoe has become classic groundʺ): ʺIo non lo
visitoʺ, perché convinto sostenitore forse dei diritti dei Pellirosse e dei torti di Harrison (si
veda, tra i vari esempi: William Gaston the Elder, Speech of the Hon. William Gaston, of North
Carolina, on the Bill to Authorize a Loan of Twenty-Five Millions of Dollars. Delivered in the
House of Representatives of the United States, February, 1814, Washington City, 1814, pag. 16:
ʺSir, General Harris[i]on[ʹ]s treaty of November 1809 was the mine of the great Indian
explosionʺ); Poe, tra lʹaltro (si vedano: la lettera di Frederick William Thomas a Poe [RCL262]) del 7 Dicembre 1840 e quella del 26 Giugno seguente di Poe al Thomas [L-170],
conoscendo questi il figlio del Vice Presidente designato dal Partito progressista: Robert
Tyler, che è per lo stesso Poeta dunque amico di un amico [si veda: RCL-430], parteggia
per Harrison pur se non accesamente (ʺI battled with right good will for Harrison, when
opportunity offered. With Mr Tyler I have some slight personal acquaintance — although
this is a matter which he has possibly forgotten. For the rest, I am a literary man — and I
see a disposition in government to cherish letters. Have I any chance?ʺ), che è in lizza con
76
SCAMBIO di POSTI16
Il seguente problema può trovarsi in molti dei nostri libri di aritmetica
elementare: ʺUn gruppo di otto persone, si è accordato per pranzare assieme,
ogni giorno, fino a quanto esse possano sedere a tavola differentemente
disposti. Quanti pranzi sarebbero necessari per raggiungere tale obiettivo?ʺ17.
Martin Van Buren, proprio nel 1840, per venire eletto Presidente degli Stati Uniti (cosa che
avverrà lʹanno seguente, ma con effetto limitato ad un mese, dato che il candidato
vincitore morì il 4 Aprile 1841).
16
Enigma stavolta di natura matematica, edito nel medesimo numero del Messenger dopo
il gustoso ed ovviamente sarcastico articolo A Long Leap (che si trova nella stessa pagina
del precedente Cyphers Again!, ma in colonna 4); il testo pubblicato è quello che si trova in
ʺThe Kaleidoscopeʺ, vol. IX, n.ro 448, Liverpool, Tuesday, January 27, 1829, pag. 249:
ʺCHANGING SEATS. The following problem may be found in many of our elementary books
of arithmetic: A club of eight persons agreed to dine together, every day, as long as they
could sit down to table differently arranged. How many dinners would be necessary to
complete such an arrangement?—Answer. By the well-known rule of permutation it will be
found that the whole party must live 110 years and 170 days, and must eat 362,880
dinners. So rapidly does the sum roll up on this process, that, if the party had consisted of
one more person, they would have had 443.520 dinners to get through; and if ten persons
were to enter into the compact, it would be necessary for them, in order to complete their
task, to live long enough to devour 3,628,800 dinners. If the party had been twelve, it
would be requisite to sit in a different order every day to remain on earth long enough to
swallow dinners.ʺ (dunque solo il periodo finale è stato omesso); il testo originario è
piuttosto probabilmente quello in: L(ouis?) Despiau, Select Amusements in Philosophy and
Mathematics; proper For agreeably exercising the Minds of Youth, London 1801, pag. 74: ʺPROB.
IV. A club of seven persons agreed to dine together every day successively, as long as they could sit
down to table differently arranged. How many dinners would be necessary for that purpose? It
may be easily found, by the rules already given, that the club must dine together 5040
times; before they would exhaust all the arrangements possible, which would require
above 13 yearsʺ.
17
Viene inserita la punteggiatura, che manca del tutto (vi sono soltanto due punti fermi: il
primo tra lʹipotesi e la tesi, il secondo alla fine di questa e seguito al solito dalle virgolette
di chiusura; quelle invece di apertura, prima delle parole: ʺA club of eight persons ...ʺ, non
vi sono); cʹè da aggiungere che due settimane più tardi, sullʹ Alexanderʹs (vol. IV, n.ro 19,
May 6, 1840, pag. 2, col. 2), viene inserita una brevissima notizia — qui riportata
interamente — col medesimo titolo: Changing Seats: ʺSCAMBIO DI POSTI.—Il corrispondente,
che ci scrive a riguardo di un enigma a permutazione il quale è apparso nel Messenger
poche settimane fa, viene informato che un errore è occorso nello stampato articolo per
lʹomissione di una linea. La risposta è come egli la dà.ʺ (il testo in Inglese è: ʺCHANGING
SEATS. The correspondent who writes us in regard to a permutation puzzle which
77
—Risposta— Per la ben nota regola della permutazione, verrà trovato che
lʹintero convito deve durare 110 anni e 170 giorni, e deve mangiare 362.880
pranzi. Così rapidamente il totale cresce in tal processo che, se il gruppo fosse
consistito di una persona in più, essi avrebbero avuto 443.520 pranzi da
consumare; e se dieci persone dovessero entrare nellʹaccordo, sarebbe
necessario per loro, in ordine allʹesaurire il loro compito, vivere a lungo
abbastanza da mangiare 3.628.800 pranzi.18
appeared in the Messenger a few weeks ago, is informed that an error occurred in the
printed article by the omission of a line. The answer is as he gives it.ʺ); lʹinserto appare
dunque essere stato proposto dal lettore e non da Poe; la linea saltata non fa parte
dellʹipotesi e forse si vuole indicare la frase finale, già sopra trascritta, non riportata nella
Rivista.
18 La soluzione al problema (si veda ad esempio — a parte i calcoli sulle frazioni in Nicolò
Tartaglia, La prima parte del general trattato di numeri, et misure, Venezia 1556, Libro Settimo,
pag. 112b — in: Jacques Ozanam, Recreations Mathematical and Phisical, Eng. transl., London
1708, pag. 41) è semplice: se ogni commensale può cambiare di posto, le possibili
combinazioni sono pari al fattoriale del loro totale; se infatti essi sono solo due (A e B)
avranno solo due possibilità di pranzare con differente disposizione a tavola (AB e BA,
ovvero 1x2=2 pranzi, e consumeranno un numero di pasti che sarà equivalente al prodotto
di tale numero di combinazioni, ossia giorni=pranzi, e di quello dei commensali: 2x2=4), se
sono tre (A, B e C), le combinazioni possibili saranno sei (ABC, ACB, BAC, BCA, CAB e
CBA, ovvero 1x2x3=6 giorni=6 pranzi e per un totale di 6x3=18 pasti) e così via (si veda
comunque nel cit. L. Despiau, Select Amusements..., pag. 72, nel quale è presente la tabella
dei fattoriali appunto fino a 12!). Altro da notare riguarda la parte solutiva, che non è
corretta: otto commensali potranno disporsi a tavola differentemente per 8! volte, ovvero
per 40.320 giorni (dunque 110 anni — da 365,25 giorni — più 142 giorni e non 110 giorni:
dato valido se lʹanno viene considerato da 365 giorni con 40.320=[110x365=40.150]+[170]),
consumando un totale di 40.320 giorni=pranzi x 8 commensali=322.560 pasti (e non 362.880
che è 9!); nel caso dei 9 commensali, poi, i risultati sono del tutto confusi: il numero dei
giorni sarà sì in tal caso 362.880 (40.320x9), ma il totale dei pasti sarà sempre num.giorni x
num.commensali e dunque 362.880x9=3.265.920 (e non 443.520 che equivale invece a
40.320 giorni x 11 [!] commensali); nel caso infine dei dieci commensali il totale dei pranzi:
3.628.800, è giusto, dʹaltronde il totale finale dei pasti è ovviamente il decuplo: ʺ36,288,000ʺ
(da consumarsi comunque in poco meno di 10.000 anni). Uno degli errori non è sfuggito
ad un lettore attento: ʺA Subscriberʺ in ʺThe mirror of Literature, Amusement, and
Instructionʺ, vol. XXXI, n.ro 877, London, Saturday, February 3, 1838, pag. 80 puntualizza
parte di quanto si è constatato: ʺChanging Seats.— ... In the Mirror, vol. XXX., pag. 376, is an
article... It is true that ten persons would make the number of changes 3,628,800... if the
club of eight had consisted of one more person, it would have produced 443,520 changes...
Having by some means found the number 40,320, (although he has since lost it out of his
paragraph,)... he has multiplied it by eleven, and has given it as the product of the
permutation of nine: ...ʺ.
78
CIFRE1
Abbiamo appena ricevuto la seguente: —
New Carlisle, Indiana, 9 aprile 1840.
C. ALEXANDER.—Gentile Signore—Siccome avete nel vostro Weekly
Messenger sfidato il mondo a confondervi sostituendo arbitrari segni, figure,
etc., alle diverse lettere dellʹalfabeto, io ho risolto di tentare del mio meglio
per ostacolare voi ed il vostro sistema assieme, ed ho prodotto i due pezzi
dallo strano aspetto che accompagnano questa mia come avancorrieri. Se voi
risolvete lʹultimo, vi prego di indicare nel vostro foglio come avrete applicato
il sistema ad esso. Il vostro successo nel risolvere i brutti e strani enigmi che
sono stati indirizzati a voi ha sorpreso tutti i vostri abbonati di questo
dintorni, ed il vostro sistema è così unico, e, a prima vista, così inverosimile,
che alcuni hanno più che altro dubitato della genuinità delle vostre
comunicazioni. Se voi riuscite a risolvere gli inclusi, io potrò, naturalmente,
come voi chiedete, riconoscerlo pubblicamente con i miei amici.
Con rispetto, io sono,
Sinceramente vostro amico,
SCHUYLER COLFAX.2
Abbiamo solo tempo, questa settimana, per guardare al primo e più lungo
cifrato... lo svelamento del quale, comunque, potrà senza dubbio convincere il
1
Pezzo intitolato per la seconda volta Cyphers (con lo stesso titolo dellʹarticolo pubblicato
tre settimane prima), edito sullʹ ʺAlexanderʹs Weekly Messengerʺ, vol. IV, n.ro 18, April 29,
1840, pag. 2, col. 4.
2
Il Signor Schuyler Colfax (1823-1885; diverrà Vice Presidente degli Stati Uniti tra il 1869
ed il 1873 con il primo mandato presidenziale di Ulysses S. Grant), probabilmente lʹunico
che rivela le sue generalità, risiede in una località sita a metà strada tra Michigan City e
South Bend, dunque molto vicina a Terre Coupee (la quale si trova infatti meno di due
chilometri più ad Est), della quale si tratta brevemente nel numero precedente della
Rivista; in carattere corsivo sono i termini in Francese ʺavant couriersʺ (ʺavancorrieriʺ,
ovvero ʺanticipazioniʺ) e ʺuniqueʺ, e questo secondo aggettivo, assieme allʹinglese
ʺimprobableʺ (qui tradotto con: ʺinverosimileʺ), rende bene la propensione a credere, come
spesso accaduto ed inffatti ribadito anche in questa occasione, che Poe inventi lui stesso i
cifrati che poi risolve tanto agevolmente, oltre a far notare ancor meglio che il grado di
preparazione nel campo dellʹenigmistica è in molti piuttosto basso.
79
Signor Colfax che non siamo stati a fare il possum3 con i nostri lettori. Esso
dice così:
8n( )h58†d w!0 b† !x6n†z k65 !nz
k65,81†n bhx 8ndhPxd !zw8x 6k n6
?6w—†nd!x86n; x═†0z†55!z† x═† w8nz
8n 8xd 62n †dx††w !nz k65?† 8x x6
5†36 †5 8xd P†?†P b3 5†?†us†.
()hn8hd.4
3
Caratteristica espressione, coniata ai primi dellʹ ʹ800 od anche prima (si veda: An English
Gentleman (William Newnham Blane), An Excursion through the United States and Canada
during the Years 1822-23, London 1824, pag. 134: ʺ... it is a common saying in America,
when any one is pretending or counterfeiting, that he is ʹ ʹplaying possumʹ ʹ ʺ), dal senso
appunto di: ʺfare fintaʺ, ʺimbrogliareʺ, nella quale ʺpossumʺ sta per ʺopossumʺ, animaletto
dalle abitudini notturne; nel frasario statunitense è originato naturalmente dal Didelphis
virginiana, ossia dallʹOpossum della Virginia, che quando si sente in pericolo crolla a terra
come morto.
4
I caratteri presenti nel cifrato sono 27 — cosa che segnala almeno una ʺsvistaʺ nella
stampa — e, nel dettaglio (in ordine: ʺcarattereʺ=evenienze nel testo[+evenienze nella
ʺfirmaʺ]): ʺ†ʺ=20, ʺnʺ=12+1, ʺxʺ=12, ʺ8ʺ=11+1, ʺ6ʺ=11, ʺ5ʺ=9, ʺdʺ=7+1, ʺzʺ=7, ʺ!ʺ=7, ʺwʺ=5,
ʺ?ʺ=4, ʺkʺ=4, ʺhʺ=3+2, ʺPʺ=3, ʺbʺ=3, ʺ3ʺ=2, ʺ0ʺ=2, ʺ═ʺ=2, ʺ(ʺ=1+1, ʺ)ʺ=1+1, ʺ2ʺ=1, ʺ1ʺ=1, ʺ,ʺ=1,
ʺ;ʺ=1, ʺ—ʺ=1, ʺuʺ=1 e ʺsʺ=1; naturalmente si può indicare subito ʺ†ʺ=ʺeʺ e ʺx═†ʺ=ʺtheʺ per la
terza parola della terza riga, notando poi che la quarta della terza riga: ʺ†dx††w ʺ=ʺe.tee.ʺ è
ovviamente ʺesteemʺ, oltre che — sulla quarta riga — la settima e lʹottava: ʺ8x x6ʺ=ʺ.t t.ʺ
sono da leggersi ʺit toʺ con la seconda ʺ8xdʺ=ʺitsʺ e la prima ʺ8nʺ=ʺi.ʺ=ʺifʺ/ʺinʺ ma più
probabilmente ʺinʺ per la quarta e la quinta della seconda: ʺ6k n6ʺ=ʺo. noʺ. Applicate le
identità trovate (ʺ†ʺ=ʺeʺ, "x"="t", "═ʺ=ʺhʺ, ʺdʺ=ʺsʺ, ʺwʺ=ʺmʺ, ʺ8ʺ=ʺiʺ, ʺ6ʺ=ʺoʺ e ʺnʺ=ʺnʺ), si
ottengono: nel confronto tra la V parola della I riga: ʺ!x6n†zʺ=ʺ.tone.ʺ (che può essere
ʺatoned/r/sʺ e non ʺstoned/r/sʺ dato che ʺdʺ=ʺsʺ), e la IV della III: ʺw8nzʺ=ʺmin.ʺ (mind/k/t),
le rispettive letture ʺatonedʺ e ʺmindʺ con ʺ!ʺ=ʺaʺ e ʺzʺ=ʺdʺ che vengono confermate dalla
VII della I riga (come la V della IV): ʺ!nzʺ=ʺandʺ; la III della II riga: ʺ8ndhPxdʺ=ʺins..tsʺ, che
sarà per forza ʺinsultsʺ, con ʺhʺ=ʺuʺ e ʺPʺ=ʺlʺ (oltre che la precedente: ʺbhxʺ=ʺbutʺ con
ʺbʺ=ʺbʺ e la II e III della I riga: ʺw!0 b†ʺ=ʺma. beʺ che è ʺmay beʺ con ʺ0ʺ=ʺyʺ); la I della III
riga: ʺ?6w—†nd!x86n ʺ=ʺ.om.ensationʺ che è ʺcompensationʺ con ʺ?ʺ=ʺcʺ e ʺ—ʺ=ʺpʺ; il
confronto tra la V della II: ʺ6kʺ=ʺo.ʺ, e la VI della I: ʺk65ʺ=ʺ.o.ʺ, dà naturalmente ʺkʺ=ʺfʺ e
ʺ5ʺ=ʺrʺ con le relative letture ʺofʺ e ʺforʺ; la III della IV: ʺ62nʺ=ʺo.nʺ è ʺownʺ con ʺ2ʺ=ʺwʺ; si
comprende poi, dal confronto tra la ʺfirmaʺ: ʺ()hn8hdʺ=ʺ..unius, e la I parola della I riga:
ʺ8n( )h58†dʺ=ʺin..iuriesʺ, che ʺ()ʺ=ʺjʺ (dunque i simboli usati sono ora 26). A questo punto
la decriptazione è sostanzialmente terminata; si nota in più che ʺ?ʺ vale anche ʺvʺ dato che
in V riga la IV parola: ʺP†?†Pʺ=ʺlecelʺ, è da leggersi ʺlevelʺ e la VI: ʺ5†?†us†ʺ=ʺrece..eʺ, è da
intendersi meglio come ʺrevengeʺ con due errori e ʺsʺ=ʺgʺ; infine sulla medesima riga si
80
Ed è così decifrato:
ʺGli insulti possono essere scontati e perdonati, ma le iniquità non
ammettono alcuna compensazione; esse degradano lʹindividuo nella sua
stessa stima, e lo forzano a recuperare la sua dignità con la vendettaʺ.
JUNIUS5
Per un imprevisto accidente abbiamo smarrito una lettera, da Austinburg6
crediamo, e firmata con due nomi. Conteneva un molto semplice cifrato che
ci è stato richiesto di svelare. Se gli scrittori si prenderanno la briga di
inoltrarne unʹaltra, o la stessa, saremo lieti di convincerli della nostra abilità
in tale occasione. Sarà però bene, comunque, che si conformino alle nostre
condizioni. Le parole del cifrato inviato non erano adeguatamente separate
lʹuna dallʹaltra.
intuisce che le prime due parole: ʺ5†36 †5ʺ=ʺre.o erʺ sono da leggersi ʺrecoverʺ (ora con
ʺ?ʺ=ʺcʺ e ʺ3ʺ=ʺvʺ) e la V: ʺb3ʺ=ʺb.ʺ è ʺbyʺ, con un altro errore (due ultimi problemi: la I
parola in II riga: ʺk65,81†nʺ=ʺfor,i.enʺ, che è ovviamente ʺforgivenʺ e la II parola in III riga:
ʺx═†0z†55!z†ʺ=ʺtheyderradeʺ, da leggersi: ʺthey degradeʺ). Lo schema alfabetico è dunque:
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
! b ? z † k s ═ 8 ()
P w n 6 —
5 d x h 3 2
0
.
5
Il cifrato emendato (le parti corrette sono sottolineate) è il seguente:
8n()h58†d w!0 b† !x6n†z k65 !nz
k65s83†n, bhx 8ndhPxd !zw8x 6k n6
?6w—†nd!x86n; x═†0 z†s5!z† x═† w8nz
8n 8xd 62n †dx††w, !nz k65?† 8x x6
5†?63†5 8xd P†3†P b0 5†3†ns†.
()hn8hd
mentre il testo in Inglese è: ʺInjuries may be atoned for and / forgiven, but insults admit of
no / compensation; they degrade the mind / in its own esteem, and force it to / recover its
level by revenge. Juniusʺ (lʹaforisma — ʺJuniusʺ è indicato, con qualche dubbio, in Philip
Francis (1740-1818) — si può leggere in: ʺThe Gentlemanʹs and London Magazineʺ, vol. XL,
n.ro 3 (For March, 1770.), Dublin 1770, pag. 167 (Letter XXXVI to His Grace the Duke of
Grafton - Feb. 14, 1770.).
6
Probabilmente — a considerare le precedenti missive — è la città dellʹOhio, sita una
decina di chilometri a Sud Ovest di Ashtabula, presso la sponda meridionale del Lago
Erie (omonima località è comunque a Nord Ovest di Wellsboro in Pennsylvania, al confine
con lo Stato di New York).
81
MIGLIOR INDOVINELLO FINORA1
Con questo titolo troviamo il seguente sul New York Signal2: — ʺPerché può
il Principe Alberto essere considerato un oculato ed onesto personaggio?ʺ3
ʺRisposta: perché sta accanto ad una sovrana ogni notteʺ. Signor Benjamin,
abbiamo un davvero considerevole rispetto per voi, ma non per la vostra
opinione riguardo le vostre stesse freddure. Voi seriamente reputate tale
indovinello buono... noi no. Per essere buono, un doppio senso dovrebbe
essere almeno in buon Inglese quando inteso nellʹaltro significato. Ora noi
possiamo accantonare un pezzo di moneta4... ma noi giacciamo accanto ad una
moglie.5
1
Breve articolo, lʹultimo attribuito a Poe, concernente lʹEnigmistica edito sullʹ ʺAlexanderʹs
Weekly Messengerʺ (vol. IV, n.ro 19, May 6, 1840, pag. 2, col. 6), col titolo Best Conundrum
Yet; anche in questo caso, come per Changing Seats del numero di due settimane prima: il
17, viene pubblicato un pezzo già edito (come specificato qui sotto in nota).
2
Il ʺNew-York Evening Signalʺ iniziò le sue pubblicazioni nel 1839 e pubblicò lʹindovinello
il 30 Aprile 1840 (si veda la notizia in: Clarence Saunders Brigham, Edgar Allan Poeʹs
contributions to Alexanderʹs Weekly Messenger, cit., pag. 125); tra le poche Riviste che lo
rieditarono, riportandone la fonte, vi è lʹ ʺAmerican Masonic Register and Literary
Companionʺ, Albany, Saturday, May 16, 1840, vol. I, n.ro 27, pag. 291, col. 3: ʺBest
Conundrum yet.—Why may Prince Albert be considered a saving and frugal personage?
Because he lays by a sovereign every night.—N.Y. Sig.ʺ.
3
Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha (1819-1861) è da poco, dal 10 Febbraio del 1840,
divenuto sposo della cugina, ed ultima britannica degli Hannover, Vittoria dʹInghilterra
(1819-1901), la quale è già da due anni Regina del Regno Unito.
4
Un ʺpiece of moneyʺ ossia: ʺun esemplare di Sovranaʺ; la Sovrana (ʺSovereignʺ) è una
moneta dʹoro a 22 carati dal peso di 8 grammi circa (quasi un quarto dʹoncia) e dal valore
nominale di un GBPound (una Sterlina inglese); nel 1840 in U.S.A. un GBP vale 5 dollari
ed unʹoncia dʹoro da 24 carati vale 21$, quindi una Sovrana equivale almeno a 4,45$, che
costituiscono come minimo la paga percepita da un operaio in 105 giornate di lavoro.
5
Il Signor Benjamin (evidentemente lʹEditore del Signal: Park Benjamin), o chi per lui, ha
reso il ʺdouble entendreʺ: il bisenso, come si può notare dalla traduzione, col solo verbo,
polisemico, ʺto layʺ: il Principe Alberto è da considerare un personaggio ʺsavingʺ perché
ʺlays byʺ: ʺaccantonaʺ una Sovrana ogni notte (cioè: ʺal giornoʺ) e ʺfrugalʺ perché ʺlays
(by)ʺ: ʺgiace (accanto)ʺ la [stessa] Sovrana (Vittoria: la legittima moglie) ogni notte, ed il
gioco di parole sembra dunque ben riuscito; Poe obietta però giustamente che
lʹespressione poteva essere più corretta (ʺNow we may lay by a piece of money — but we
lie by a wifeʺ) dato lʹequivoco — tuttora diffuso — tra il riflessivo/intransitivo ʺto lie, lay,
lainʺ: ʺstendersiʺ (accompagnato semmai da un ʺdownʺ a distinguerlo dallʹomonimo ʺto
lie, lied, liedʺ: ʺmentireʺ) ed il transitivo ʺto lay, laid, lainʺ: ʺdeporreʺ.
82
POCHE PAROLE SULLA SCRITTURA SEGRETA1
Come possiamo difficilmente immaginare un tempo nel quale non sia esistita
la necessità, o almeno il desiderio, di trasmettere informazioni da un
individuo ad un altro in modo tale da eludere lʹaltrui comprensione, così
possiamo ben supporre che la pratica della scrittura in cifra sia di grande
antichità2. De La Guilletiere3, quindi, che, nel suo ʺLacedemone Antico e
Modernoʺ, sostiene che gli Spartani furono gli inventori della Crittografia, è
ovviamente in errore. Parla della scytala come fosse lʹorigine di questa arte;
ma avrebbe dovuto citarla solo come uno dei suoi primissimi esempi, per
1
Lungo intervento intitolato A Few Words on Secret Writing comparso in più puntate sul
ʺGrahamʹs Ladyʹs and Gentlemanʹs Magazineʺ (Vol. XIX, Philadelphia) nel corso del 1841;
il pezzo iniziale è del Luglio (ibid., n.ro 1, pagg. 33-38) e fu seguito da tre Addenda che
vennero editi rispettivamente in Agosto (ibid., n.ro 2, pag. 96), in Ottobre (ibid., n.ro 4, pag.
192) ed in Dicembre (ibid., n.ro 6, pagg. 306-308). LʹAutore si era già interessato della
Crittografia negli anni 1839 e 1840, nei quali ebbe a pubblicare vari articoli riguardo la
questione sul Settimanale ʺAlexanderʹs Weekly Messengerʺ di Philadelphia (si vedano:
Enigmatical and Conundrum-ical, Enigmatical, Another Poser e Still Another, Yet Another Poser,
Still Another [Poser], Our Late Puzzles, Our Puzzles—Again!, More of the Puzzles e Our Puzzles
Once More, More of the Puzzles e [Solution to a Cipher], Puzzles Again!, Puzzles Again!,
Cyphers, Cyphers Again e Changing Seats, Cyphers, Best Conundrum Yet, infine Original
Conundrums), sfidando inoltre i lettori a sottoporgli cifrari che risolse sempre (eccetto il
secondo dei due — come si deduce poco oltre — proposti da W. B. Tyler, editi in Dicembre
sul Grahamʹs alle pagg. 306-308 e facenti parte dellʹAddendum III; essi vennero riesaminati e
risolti solo molto tempo dopo (ma evidentemente perché nessun enigmista si era dedicato
a tale, non eccessivamente arduo, compito): il primo nel 1992 da Terrence Whalen e
contenente un passo del Cato di Addison, il secondo nel 2000 da Gil Broza e composto
appunto da sei alfabeti, non sette).
2
Diversamente da quanto di solito si afferma, ad esempio, nellʹarticolo de The Cyclopædia
(ultra, cit.) che attribuisce lʹinvenzione dei cifrari alle civilizzazioni più evolute e ne pone il
reale sviluppo soltanto in epoca moderna (col. 2: ʺ... we cannot reasonably suppose the
practice of writing in chipher was common in the remotest ages of antiquityʺ); il concetto
viene ribadito da Poe in fine di capoverso.
3
Georges Guillet de Saunt Georges (1625-1705), o appunto De La Guilletière, avventuriero
ed uomo di teatro, catturato dai Turchi, una volta tornato libero si dedicò a percorrere in
particolare la Grecia scrivendo varie opere al riguardo negli anni ʹ70 ed ʹ80 del XVII secolo;
tra questi il suo Lacédémone ancienne et nouvelle (edita a Parigi nel 1676), nel quale viene
appunto descritta (vol. 2, l. 3, pagg. 140-141) la Scytale (sulla quale si veda, in particolare, il
successivo: Ludwig Christian Crell, De Scytala Laconica, Leipzig 1697; si veda inoltre, più
sotto in nota, quanto riferisce il medesimo articolo de The Cyclopædia).
83
quanto contemplano le nostre conoscenze. Le Scytalae4 consistevano in due
cilindri di legno, del tutto simili in ogni dettaglio. Il generale di un esercito,
partendo per una qualunque spedizione, riceveva dagli ephori5 uno di questi
cilindri, mentre lʹaltro rimaneva in loro possesso. Se una parte aveva necessità
di comunicare con lʹaltra, uno stretto nastro di pergamena veniva allora
avvolto tutto intorno alla scytala in modo che i bordi della pelle si
disponessero esattamente lʹuno di fianco allʹaltro. La scrittura veniva quindi
apposta longitudinalmente e lʹepistola srotolata ed inviata. Se, per
disavventura, il messaggero veniva intercettato, la lettera si mostrava
inintelligibile ai suoi catturatori. Se egli raggiungeva la sua destinazione sano
e salvo, comunque, la parte cui era indirizzata doveva soltanto avvolgere il
secondo rotolo col nastro per decifrare il messaggio. La trasmissione fino ai
nostri tempi di questo ovvio metodo di crittografia è dovuta, probabilmente,
agli usi noti dalla Storia della scytala piuttosto che ad altro. Simili mezzi di
segreta intercomunicazione devono essere comparsi quasi in contemporanea
con lʹinvenzione delle lettere.
4
Le più note testimonianze della σκύταλη si trovano in Tucidide (Historiae 1,131),
Senofonte (Elleniche 3,3 e 5,2), Cicerone (Ad Atticum 10,10,3), Plutarco (Lisandro 19,6-7;
riportato sotto la medesima voce da Suida), Cornelio Nepote (Pausania 3,4), Lucano
(Pharsalia 9,717), Aulo Gellio (Noctes Atticae 17,9,6-15) ed Ausonio (Epistulae 22,23-26);
riguardo la Crittologia classica e le summenzionate fonti è utile consultare il conciso:
Leonis Allatii De Cryptographia Graecorum Recentiorum Epistola, Viennae Austriae 1657, ma il
testo principe sullʹargomento è senza dubbio: Augusto di Brunswick-Lüneburg il Giovane,
Gustavi Seleni Cryptomenices et Cryptographiae Libri IX, Lunaeburgi 1624 (trad. ingl.: John
William Henry Walden, A Complete System of Cryptography by Gustavus Selenus, dattilogr.,
Fabyan Collection of the Library of Congress, Washington 1900 c.a).
5
Gli Efori (letteralmente: ʺsorvegliantiʺ), cinque in tutto, erano i principali magistrati di
Sparta e rimanevano in carica per un anno.
84
Può essere utile sottolineare, di passaggio, che in nessuno dei trattati6 sul
soggetto di questo articolo che ci siano venuti a conoscenza abbiamo
osservato alcun suggerimento di un metodo — diverso da quelli che si
applicano similmente a tutti i cifrari — per la soluzione del messaggio cifrato
con la scytala7. Leggiamo di casi, veramente, nei quali le pergamene
intercettate sono state decifrate; ma non abbiamo informazioni che ciò sia mai
avvenuto se non per caso. Comunque una soluzione potrebbe essere ottenuta
con indiscutibile certezza in questa maniera. Il nastro di pelle essendo
intercettato, si sia preparato un cono di una relativamente grande altezza —
6
Notizie della Scytale sono, ad esempio, in: Encyclopædia Britannica, vol. V, Edinburgh
1797, pag. 16, s.v. ʺCIPHERʺ, e pag. 330, s.v. ʺPOLYGRAPHYʺ; ma anche, come ha fatto
evidentemente Poe, in: Abraham Rees (Ed.), The Cyclopædia, vol. VIII, London 1819, s.v.
ʺCIPHERʺ, un lungo e veramente completo articolo sviluppato su 62 colonne, ed in
particolare alla col. 6, dove si legge: ʺLe Sieur Guillet de la Guilletiere, in his ʹ ʹAncient and
Modern Lacedemonʹ ʹ, endeavours to shew that the Spartans were the inventors of writing
in cipher; and that their Scytalae were the first rudiments of this art. We suppose he has
taken his account of the σκυτάλη from Plutarch: but... ʺ (vedasi anche la discussione alla
col. 35), il tutto riportato in numerose altre pubblicazioni successive, ma originante da
Denis Diderot, Jean-Baptiste Le Rond dʹAlembert (Edd.), Encyclopédie ou Dictionnaire
Raisonné des Sciences, des Arts, et des Métiers, Paris 1753, vol. 3: ʺCHA-CONJONCTIFʺ, s.v.
ʺCHIFFREʺ (ʺ... Le sieur Guillet de la Guilletiere, dans un livre intitulé Lacédémone ancienne &
nouvelle, prétend que les anciens Lacédémoniens ont été les inventeurs de lʹart dʹécrire en
chiffre. ...ʺ).
7
Tra i testi che propongono possibili soluzioni e metodi per la decifrazione della Scytale,
in parte probabilmente noti allʹAutore ma ai quali non concede evidentemente molto
credito (scrive, poco appresso: ʺwe are not informed that this [the decipherment] was ever
done except accidentallyʺ, anche se, oltretutto, non risulta dalle Fonti alcun accenno ad
una pur fortuita decifrazione), vi sono: John Falconer, Cryptomenys Patefacta: or the Art of
Secret Information disclosed without a Key, London 1685, in partic. per la Scytale: pagg. 91ss;
John Wilkins, Mercury: or The Secret and Swift Messenger, London 1694 (2nd ed.), pagg. 3841, con lʹelogio delle capacità di Julius Caesar Scaliger (1484-1558); né: Philip Thicknesse, A
Treatise on the Art of Deciphering and of Writing in Cypher. With an Harmonic Alphabet,
London 1772, pagg. 18-19, con la critica sul metodo del medesimo Giulio Cesare della
Scala; vedasi, appunto, di questʹultimo: Iulii Caesaris Scaligeri Exotericarum Exercitationum
lib. XV, De Subtilitate ad Hieronymum Cardanum, Lutetiae 1550, Exercit. CCCXXVII, pag.
444: ʺNam tametsi nulla mihi Scutale sit; tamen pusillo temporis momento unam dimetiar.
Etenim prima quaque notula deprehensa, caeterae ad iussa veniuntʺ (ovvero: ʺMalgrado
per me la Scutale sia un nulla, risolverò questa [di tali sciocchezze della Laconia] in un
attimo. Ed infatti, individuata una qualunque lettera iniziale, si capiscono tutte le altreʺ),
con lʹesposizione riguardo la Crittografia in Hyeronimi Cardani Mediolanensis Medici De
Subtilitate Libri XXI, Parisiis 1550, lib. XVII, pagg. 268B-269B.
85
diciamo di sei piedi — e la circonferenza del quale alla base uguagli almeno
la lunghezza del nastro. Si arrotoli questʹultimo sul cono dalla base, bordo
contro bordo, come sopra descritto; poi, sempre disponendolo bordo contro
bordo, e mantenendo la pergamena a contatto con il cono, lo si svolga man
mano verso lʹapice. Durante questa operazione, alcune di quelle parole,
sillabe o lettere, delle quali si ricerca la ricomposizione, si stia sicuri che si
accosteranno in quel punto del cono dove il suo diametro uguaglia quello
della scytala sulla quale il messaggio cifrato è stato scritto. E siccome,
muovendo lungo il cono fino al suo apice, tutti i diametri possibili vengono
sperimentati, non vi è possibilità di insuccesso. La circonferenza della scytala
essendo così trovata, se ne può fare una simile ed avvolgervi il messaggio
cifrato8.
Poche persone possono essere portate a credere che non è proprio cosa facile
inventare un metodo di scrittura segreto che possa vanificare lʹinvestigazione.
Inoltre potrebbe apertamente affermarsi che lʹumano ingegno non può
organizzare un cifrario che lo stesso umano ingegno non possa
comprendere9. Riguardo la semplicità con la quale questo genere di scrittura
viene decifrato, comunque, esistono differenze piuttosto rimarchevoli a
seconda dei diversi intelletti. Spesso, nel caso di due individui di riconosciuta
uguaglianza quanto agli ordinari impegni mentali, si troverà che, mentre uno
può non risolvere il cifrario più semplice, lʹaltro verrà appena impegnato dal
più astruso. Può osservarsi, generalmente, che in tali investigazioni la
capacità analitica è piuttosto artificiosamente chiamata in causa; e, per questa
ragione, le soluzioni crittografiche potrebbero con grande proprietà essere
8
Il principio è corretto, pur se non è improbabile che talvolta si possa reperire più di un
solo accostamento significativo.
9
Di fatto, riandando a queste sue esperienze di decifratore, due anni più tardi, nel
celeberrimo The Gold Bug, Poe enuncia quasi allo stesso modo il suo punto di vista sulla
Crittografia: ʺReadily; I have solved others of an abstruseness ten thousand times greater.
Circumstances, and a certain bias of mind, have led me to take interest in such riddles, and
it may well be doubted whether human ingenuity can construct an enigma of the kind
which human ingenuity may not, by proper application, resolve. In fact, having once
established connected and legible characters, I scarcely gave a thought to the mere
difficulty of developing their importʺ (qui leggiamo infatti: ʺYet it may be roundly asserted
that human ingenuity cannot concoct a cipher which human ingenuity cannot resolveʺ);
ma è da notare che la prima espressione del concetto, espressa quasi allʹidentico modo, è
del Marzo 1840 (si veda in Puzzles Again!).
86
introdotte nelle accademie come mezzi per dare tono ai più importanti tra i
poteri della mente.
Vi fossero due individui, completamente inesperti della crittografia,
desiderosi di intrattenere per lettera una corrispondenza che debba essere
inintelligibile a tutti eccetto che a loro stessi, è molto probabile che
penserebbero subito ad un alfabeto particolare, per il quale ciascuno avrebbe
una chiave. Dapprima, forse, si concorderebbe che la a stesse per la z, la b per
la y, c per x, d per w, &c. &c.; cioè a dire, lʹordine delle lettere verrebbe
invertito10. Ad una seconda riflessione, questa disposizione apparendo troppo
ovvia, verrebbe adottato un modo più complesso. Le prime tredici lettere
potrebbero essere scritte sotto le ultime tredici, così:
n o p q r s t u v w x y z
a b c d e f g h i j k l m;
e, così disposte, la a potrebbe stare per la n e la n per la a, la o per la b e la b
per la o, &c. &c. Questo schema, di nuovo, avendo un aspetto di regolarità
che potrebbe essere indagato, lʹalfabeto principale potrebbe essere costruito
assolutamente a caso.
Così,
a potrebbe stare per p
b
"
"
" x
c
"
"
" u
d
"
"
" o, &c.
I corrispondenti, a meno che non siano convinti di un loro errore dalla
soluzione del loro cifrato, sarebbero senza dubbio disposti a fermarsi su
questʹultima disposizione, permettendo essa piena sicurezza. Ma, se no,
sarebbe meglio cercare nel campo dei segni di punteggiatura in vece degli
usuali caratteri. Per esempio,
( si potrebbe impiegare per a
.
"
"
" b
:
"
" c
10
È il sistema detto ATBaSh, nel quale le lettere dellʹAlfabeto ebraico sono appunto
ordinate su due righe con andamento bustrofedico: a (Aleph) con t (Taw), b (Beth) con v
(Shin), poi g (Gimel) con r (Resh), d (Dalet) con Q (Qoph), etc. che si trova già (VII sec.
a.C.) utilizzato nel Libro biblico del Profeta Geremia.
87
;
)
"
"
"
"
d
e, &c.
Una lettera composta di tali caratteri avrebbe unʹapparenza intricata
indiscutibilmente11. Se, tuttavia, ancora non fornisce piena soddisfazione,
potrebbe concepirsi lʹidea di un alfabeto perpetuamente in movimento, e così
realizzato12. Si preparino due tavolette circolari, una di circa mezzo pollice di
diametro minore dellʹaltra. Si disponga il centro della più piccola sul centro
della più grande e ci si assicuri in questa fase che non si muovano; quindi
segnate dei raggi dal centro comune al bordo del circolo più piccolo ed
allungateli poi fino al bordo del più grande. Fate che vi siano in tutto ventisei
di questi raggi, a formare su ogni tavoletta ventisei spazi. In ciascuno di
questi spazi sul circolo sottostante scrivete una delle lettere dellʹalfabeto, in
modo che vi trovi posto lʹintero alfabeto — se a caso tanto meglio. Fate lo
stesso con il circolo superiore. Ora infilate uno spillo attraverso il centro
comune e fate girare il cerchio superiore mentre quello inferiore viene
mantenuto fermo. Ora fermate la rotazione del circolo superiore e, quando
entrambi sono fermi, scrivete il messaggio desiderato; ora usate per la a la
lettera del circolo più piccolo che si trova in corrispondenza con la a del
circolo più grande, per la b la lettera sul circolo più piccolo che corrisponde
con la b nel più grande &c. &c. Affinché una lettera così scritta possa essere
letta dalla persona alla quale è indirizzata è necessario soltanto che questa
abbia in suo possesso tavolette circolari fatte come quelle sopra descritte e che
conosca i due caratteri (quello del circolo inferiore e quello del circolo
superiore) che erano in giustapposizione quando il suo corrispondente ha
scritto il cifrato. Riguardo questʹultimo punto egli viene informato guardando
le due lettere iniziali del documento, che servono come chiave. Così, se vede
una a ed una m allʹinizio, conclude che, girando i suoi circoli per mettere
questi caratteri in congiunzione, arriverà allʹalfabeto utilizzato.
11
Il metodo col quale si costruisce un differente alfabeto tramite una sequenza più o meno
regolare di lettere per renderne altre viene definito Trasposizione; tale sistema è quello che
trova spazio allʹinizio delle Trattazioni sulla Crittologia, o Steganografia (si veda, ad
esempio: John Falconer, Cryptomenys Patefacta, cit., pagg. 3-6ss) e seguito in genere dai
Cifrari di Cesare ed Augusto (si veda: Svetonio, De Vita XII Caesarum, Caes. 56 ed Aug. 88).
12
Si tratta del metodo, circa 1466, utilizzato da Leon Battista Alberti (1404-1472), giunto
fino a noi in sempre più complesse varianti (ad esempio: Enigma).
88
A prima vista, questi vari modi di costruire un cifrario sembrano fornire di sé
unʹimpressione di impenetrabile segretezza. Appare quasi sia impossibilità
comprendere ciò che è stato composto con un così complicato metodo. E per
alcune persone la difficoltà potrebbe essere grande; ma per gli altri — gli
esperti nella decifrazione — tali enigmi sono molto semplici davvero. Il
lettore dovrebbe tenere a mente che il fondamento dellʹintera arte della
soluzione, per quanto riguarda questa materia, si basa sui generali principi
della formazione del linguaggio stesso, e così è interamente indipendente
dalle particolari leggi che governano qualsiasi cifrario, o la costruzione della
sua chiave. La difficoltà di leggere un enigma crittografico non è in alcun
modo sempre in accordo con lʹoperato o lʹingegno col quale è stato costruito.
Il solo uso della chiave, in realtà, è di fatto connesso al cifrario; nella lettura
del quale, da parte di terzi, non se ne ha alcun indizio. La serratura dello
scrigno viene aperta13. Nei diversi metodi di crittografia specificati sopra si
potrà osservare che vi è una gradatamente crescente complessità. Ma questa
complessità è solo unʹombra. Non ha sostanza affatto. Pertiene
semplicemente alla formazione — e non ha effetti sulla soluzione — del
cifrato. Lʹultimo modo menzionato non è in ultima analisi più difficile da
decifrarsi del primo, qualunque possa essere la difficoltà di ciascuno dʹessi.
Nel dibattito su un analogo soggetto, in uno dei settimanali di questa città,
circa diciotto mesi fa14, lo scrittore di questʹarticolo ha avuto occasione di
parlare riguardo lʹapplicazione di un rigoroso metodo per tutte le
manifestazioni della logica — sui suoi vantaggi — sullʹestensione del suo uso
anche a ciò che è considerato operazione di pura fantasia — e così,
conseguentemente, sulla soluzione del cifrato. Si è perfino avventurato ad
affermare che nessun cifrato, del carattere sopra specificato, potrebbe essere
13
Ovviamente si vuole qui ripetere che qualsiasi segreto linguaggio può essere decifrato
pur se non si abbia inizialmente la chiave, che è appunto solo di chi lo utilizza per suoi
particolari scopi, né si possa ricavarla dalla lettura del messaggio cifrato; malgrado ciò si
può ugualmente giungere alla soluzione dellʹenigma, basta che, come scrive appresso Poe,
si insista su ʺthe application of a rigorous method in all forms of thoughtʺ.
14
Dunque tra fine 1839 ed inizio 1840 (se lʹAutore vuole indicare il Dicembre 1839 ha
evidentemente scritto questo articolo nel Giugno dellʹanno successivo); il riferimento è al
pezzo Enigmatical and Conundrum-ical, cit., in particolare allʹespressione che inizia lì la
procedura di decifrazione: ʺIt would be by no means a labor lost to show how great a
degree of rigid method enters into enigma-guessingʺ.
89
inviato allʹindirizzo del Giornale che egli non riuscirebbe a risolvere15. Questa
sfida ha eccitato, piuttosto inaspettatamente, un vivace interesse per le uscite
fra i numerosi lettori della Rivista. Lettere sono state inviate a fiotti allʹeditore
da tutte le parti del paese; e molti degli scrittori di queste epistole erano tanto
convinti dellʹimpenetrabilità dei loro misteri da darsi gran pena nellʹinvitarlo
a scommettere sul soggetto. Allo stesso tempo, non erano sempre scrupolosi
nel rispettare le regole16. I crittogrammi erano, in numerose occasioni,
interamente oltre i limiti definiti allʹinizio. Lingue straniere erano impiegate.
Le parole e le frasi sono state unite insieme senza intervalli. Diversi alfabeti
sono stati usati nello stesso cifrato. Un gentiluomo, ma non troppo dotato per
coscienziosità, scrivendoci un enigma composto di ganci e graffe ai quali la
più bizzarra tipografia del giornale non ha potuto opporre niente di simile, è
giunto perfino a mescolare insieme non meno di sette distinti alfabeti, senza
intervalli fra le lettere, o fra le righe. Molti dei crittogrammi erano datati
Filadelfia, e parecchi di quelli che rimandavano alla questione della
scommessa sono stati scritti da gentiluomini di questa città. Di forse un
centinaio di cifrati in totale ricevuti, ce nʹera solo uno che non siamo
immediatamente riusciti a risolvere17. Questo però abbiamo provato essere un
abuso: che è come dire che lʹabbiamo provato essere un miscuglio di caratteri
a caso, non avente alcun significato assolutamente. Rispetto allʹepistola dei
15
È appunto il seguito dellʹespressione, nel citato Enigmatical and Conundrum-ical, riportata
nella nota precedente: ʺ[... method enters into enigma-guessing.] So much is this the case,
that a set of rules might absolutely be given by which almost any (good) enigma in the
world could be solved instantaneouslyʺ; e ciò diede il via ad una sfida che tenne Poe
impegnato fino al Maggio del 1840 sulle pagine del Settimanale ʺAlexanderʹs Weekly
Messengerʺ.
16
Tali regole sono appena intuibili da quanto già letto, ma sono specificate nellʹimmediato
seguito e consistono nel: servirsi di non più di un alfabeto, utilizzare lʹInglese, spaziare le
parole (ed i periodi) ed infine comporre un testo di senso compiuto, che ovviamente —
particolare qui omesso — deve avere sufficiente lunghezza perché vi si possano
evidenziare significative ripetizioni o comparazioni; in realtà è ben noto che un testo può
essere decifrato a condizione appunto che, a prescindere dai caratteri adoperati, si conosca
la lingua utilizzatavi (in generale, la decriptazione — così ad esempio per i linguaggi più
antichi — appare impossibile se sono ignoti sia i caratteri che la lingua).
17
Non si tratta evidentemente del secondo inviatogli da S.D.L. (si veda più sotto), ma
proprio del primo dei due inviato dal Tyler (si veda Addendum III).
90
sette alfabeti, abbiamo avuto il piacere di completamente nonpiu-are18 il suo
ideatore di una richiesta e di una soddisfacente traduzione.
La Rivista settimanale menzionata è stata, per un periodo di alcuni mesi,
grandemente occupata con i geroglifici19 e le simil-cabalistiche soluzioni dei
crittogrammi mandatici da ogni dove. Pur con lʹeccezione degli scrittori dei
cifrati, non crediamo che alcun individuo avrebbero potuto trovarsi, fra i
lettori del Giornale, che abbia considerato lʹargomento in qualsiasi altra luce
che in quella di un disperato imbroglio. Vogliamo dire che nessuno ha
realmente creduto nellʹautenticità delle risposte. Una parte ha asserito che le
misteriose figure20 sono state solo inserite per dare uno strano aspetto al
foglio, col proposito di attrarre lʹattenzione. Unʹaltra ha pensato fosse più
probabile che noi non solo abbiamo risolto i cifrati, ma li abbiamo composti
noi stessi per trovarne la soluzione. Questo essendo lo stato delle cose al
momento, nel quale è stato creduto conveniente evitare ulteriori rapporti con
la negromanzia21, lo scrittore di questo articolo si avvale dellʹattuale
opportunità di sostenere la veridicità del Giornale in questione — di
respingere le accuse di falsità dalle quali è stato assalito — e dichiarare, sul
18
Dal Latino, o se vogliamo dal Francese: ʺnon plusʺ, qui coniugato col senso di ʺnon avere
più a che fareʺ, ʺnon più trattareʺ, con lo scorretto enigmista del quale si parla; tra lʹaltro
nella lettera giunta a Poe (si veda ibid.) il Tyler scrive: ʺHere, then, is a complete non plus to
investigation, and we have arrived at a perfect cryptographʺ.
19
Riguardo lʹuso del vocabolo ʺhieroglyphicalʺ e delle varie espressioni connessegli non è
da dimenticare che grande influenza sulle Scienze e sulla Letteratura del periodo (si veda,
per limitarci al solo Poe: Some Words with a Mummy del 1845 per lʹargomento; poi The
Narrative of Arthur Gordon Pym del 1836-37, The Journal of Julius Rodman, Being an Account of
the First Passage across the Rocky Mountains of North America Ever Achieved by Civilized Man
del 1840, The Murders in the Rue Morgue del 1841, The Gold-Bug del 1843, The Literary Life of
Thingum Bob, Esq. Late Editor of the ʹGoosetherumfoodle,ʹ by Himself del 1844, Mellonta Tauta
ed Eureka: An Essay on the Material and Spiritual Universe del 1848 ed in ultimo X-ing a
Paragrab del 1849 per lʹutilizzo del termine) hanno avuto le coeve acquisizioni riguardanti
la Civiltà egizia seguite al ritrovamento (1799) della Stele di Rosetta ed allʹopera di JeanFrançois Champollion, il quale in specie (con il suo Précis du système hiéroglyphique des
anciens Égyptiens, del 1824) aprì la strada alla decifrazione dei caratteri geroglifici.
20
Tali ʺgeroglificiʺ fanno infatti bella mostra di sé nelle varie puntate sulla Crittologia
apparse appunto sul Grahamʹs.
21
Il sospetto di frode (si veda Our late Puzzles) è richiamato poco oltre, a proposito
dellʹenigma proposto da ʺS.D.L.ʺ di Stonington, ed il termine ʺnecromancyʺ, significando
(come in The Spectacles) una meraviglia ingannatrice, oltre che una pratica orrorifica, è qui
piuttosto appropriato.
91
suo stesso onore, che i cifrati sono stati tutti scritti in buona fede, e risolti con
lo stesso spirito.
Un molto comune ed un poʹ troppo ovvio tipo di corrispondenza segreta è il
seguente. Un foglio è cosparso, ad intervalli irregolari, di spazi rettangolari
circa della lunghezza di normali parole di tre sillabe in carattere bourgeois22.
Un altro foglio è fatto in modo esattamente coincidente. Si è in possesso di
tutte le parti. Quando una lettera deve essere scritta, il foglio-chiave è
collocato sulla carta e le parole che trasmettono il vero significato vengono
iscritte negli spazi vuoti. La carta è poi tolta e gli spazi vuoti riempiti, così da
mostrare un significato diverso da quello effettivo. Quando la persona cui è
indirizzato riceve il messaggio cifrato, deve semplicemente sovrapporgli il
suo foglio-chiave, ed allora le parole superflue vengono coperte e soltanto
quelle significative appaiono. Il principale svantaggio di questo genere di
crittogramma è la difficoltà di riempire gli spazi vuoti in modo da non dare
un aspetto irregolare alle frasi. Differenze, anche, nella calligrafia tra le parole
scritte negli spazi e quelle iscritte rimosso il foglio-chiave, verranno sempre
rilevate da un accurato osservatore23.
Un mazzo di carte è talvolta veicolo di un cifrato, in questo modo. Le parti
determinano, in primo luogo, alcune disposizioni nel mazzo. Per esempio:
viene convenuto che, quando un messaggio sta per iniziare, si seguirà una
sequenza naturale dei semi: con le picche in cima, i cuori dopo, i quadri poi
ed i fiori in ultimo. Ottenuto questʹordine, lo scrittore procede ad iscrivere
sulla carta superiore la prima lettera della sua epistola, sulla seguente la
seconda, sulla seguente la terza e così via finché il mazzo finisce, quando,
naturalmente, avrà da scrivere cinquantadue lettere. Egli quindi mescola le
carte secondo un ordine preconcertato. Per esempio: prende tre carte dal
fondo e le colloca in cima, poi una dalla cima collocandola al fondo, e così via,
per un numero dato di volte. Ciò fatto, iscrive di nuovo cinquantadue
22
Il set di caratteri tipografici denominato ʺBourgeoisʺ, ovvero: ʺBorgheseʺ, è da 9/72 di
pollice: poco più di 3 mm. di Corpo, quindi ad esempio più piccolo del Long Primer, o
Garamond, da 10, ma un poʹ più grande del Brevier, o Petit, da 8.
23
Si tratta del sistema a griglia che prende il nome dal suo geniale inventore: Gerolamo
Cardano (1501-1576), che lo espone nel suo Hieronymi Cardani Medici Mediolanensis, De
subtilitate libri XXI, cit., lib. XVII, Tres modi litteras occultandi - Alter translationis modus...
(pagg. 269A-B: ʺNam membranas duas aequales accipies... atque in ipsis lineis foramina
sparsim...ʺ, etc.).
92
caratteri come prima, procedendo così finché la sua epistola è completata.
Ricevuto il mazzo dal corrispondente, costui ha solo da disporre le carte
nellʹordine naturale su convenuto allʹinizio, e leggere, lettera per lettera, i
primi cinquantadue caratteri come inteso. Egli ha poi solo da mescolare nella
maniera preconcertata per la seconda lettura, decifrare la serie delle
successive cinquantadue lettere... e così via alla fine. Lʹobiezione a questo
crittogramma sta nella natura della lettera24. Un pacco di carte, inviate da un
individuo ad un altro, difficilmente potrebbe indurre al sospetto; e non può
dubitarsi che è molto meglio rendersi certi che i cifrati non appaiano come
tali, piuttosto che sprecare il tempo in tentativi atti a renderli a prova
dʹindagine, se intercettati. Lʹesperienza dimostra che il crittogramma più
astutamente costruito, se sospettato come tale, potrà essere e verrà decifrato.
Un insolitamente sicuro sistema di intercomunicazione segreta potrebbe così
idearsi25. Fate che ciascun corrispondente si procuri una copia della stessa
edizione di un libro — più è rara lʹedizione e meglio è — come anche il più
raro libro. Nel crittogramma i numeri sono utilizzati assieme e questi numeri
fanno riferimento alla posizione delle lettere nel volume. Per esempio: viene
ricevuto un cifrato iniziante con 121-6-8. La persona cui è stato indirizzato si
porta a pagina 121 e guarda alla sesta lettera dalla sinistra della pagina
nellʹottava linea dallʹalto. Qualunque lettera ci trovi, essa è la lettera iniziale
dellʹepistola — e così via. Questo metodo è molto sicuro; tuttavia è possibile
decifrare qualunque crittogramma scritto con tale sistema — ed è molto
scomodo inoltre, in ragione del tempo necessariamente richiesto per la sua
soluzione, anche con il volume-chiave.
24
Unʹabbastanza ampia esposizione su questo ed altri simili utilizzi delle carte è in
Encyclopædia Britannica, vol. V., Part I, CIC-COO, Edinburgh 1797 (3a ed.), pag. 17, s.v.
ʺCIPHERʺ: ʺContrivances for communicating intelligence by CIPHER. I. By means of a pack of cards.
The parties must previously agree in what manner the cards shall be first placed, and then
how they shall be shuffled. Thus suppose the cards are to be first placed in the order as
hereafter follows, and then shuffled by taking off 3 from the top, putting the next 2 over
them, and the following 3 under them...ʺ (e naturalmente vi si trovano, alla pag. 18, anche i
metodi dellʹAlberti e del Cardano, oltre che parte della voce che si legge ne The Cyclopædia
del Rees).
25
Si veda ad esempio in: Gustavi Seleni Cryptomenices et Cryptographiae Libri IX, cit., lib.VI,
cap. XXXIII, pag. 351: ʺElecto certo authore & libro, praemittatur numerus Paginae, huic
addatur numerus Lineae istius paginae: tandem numerus Literae, quae significare debet,
quota in Linea fuerit, est adsignandus: atque ita ordine Secreti Literae, per tres numeros
sunt scribendaeʺ.
93
Non bisogna supporre che la Crittografia, come cosa seria, come metodo per
trasmettere importanti informazioni, sia caduta in disuso al giorno dʹoggi.
Essa viene comunemente praticata in diplomazia26; e ci sono degli individui,
anche ora, che dirigono uffici curati da vari governi stranieri, il reale lavoro
dei quali è quello del decifrare. Abbiamo già detto che una specifica attività
mentale è chiamata in gioco nella soluzione di quesiti crittografici, almeno in
quelli del più alto livello. I buoni crittografi sono rari davvero; e così i loro
servigi, sebbene raramente richiesti, sono necessariamente ben ricompensati.
Un esempio di moderno utilizzo di un cifrario è menzionato in un lavoro
ultimamente pubblicato dai Messieurs Lea & Blanchard, di questa città27:
ʺRitratti di persone dalla vita illustre di Franciaʺ. Nella notizia riguardo
Berryer, è detto che una lettera indirizzata dalla Duchessa de Berri ai
Legittimisti di Parigi per informarli del suo arrivo, era accompagnata da una
lunga Nota in cifra, la chiave della quale ella aveva dimenticato di fornire.
ʺLa mente penetrante di Berryer,ʺ dice il biografo, ʺben presto la scoprì. Era
questa la frase sostituita alle ventiquattro lettere dellʹalfabeto: Le gouvernement
provisoireʺ28.
26
In The Cyclopædia si legge infatti (col. 1): ʺCipher, in Diplomatic Affairs, signifies an
occult manner of writing... ʺ etc.
27
Si tratta di: Robert M. Walsh, Sketches of Conspicuous Living Characters of France, Lea &
Blanchard, Philadelphia 1841 (il capitolo su Pierre Antoine Berryer [1790-1868] è alle
pagine 147-164); la pubblicazione originale è: Louis-Léonard de Loménie, Galerie populaire
des Contemporains illustres, par un homme de rien, in 10 volumi (1839-1847), vol. 1, cap. VII.
28
Nella trad. ingl. cit., a pag. 156, si trovano quasi le medesime frasi: ʺA letter was
addressed by the Duchess to the legitimists of Paris to inform them of her arrival; it was
accompanied by a long note in cipher, the key of which she had forgotten to give. The
penetrating mind of Berryer soon discovered it; it was this phrase substituted for the
twenty-four letters of the alphabet—Le gouvernement provisoireʺ (per lʹoriginale francese si
veda lʹopera supra cit. a pag. 17 della sez. VII, con il rinvio a: Gen. Paul-Ferdinand-Stanislas
Dermoncourt, La Vendée et Madame, Paris-Londres 1533, pag. 126); il metodo qui adottato è
quello — derivato dal Poligraphiae Libri Sex (Haselbergi 1518) del Tritemio e sistematizzato
non molto dopo da Giovanni Battista Della Porta (si veda: De Furtivis Literarum Notis, vulgo
De Zipheris, Libri IIII, Neapoli 1563, spec. pagg. 54ss) — di Giovan Battista Bellaso
nellʹopuscoletto, di sole 17 pagine: La Cifra del Sig. Giovan Battista Belaso, Gentiluomo
Bresciano, nuovamente da lui medesimo ridotta a grandissima brevità & perfettione, Venezia 1553,
con la tabula recta, il messaggio (ʺLarmata Turchesca partira a cinque di Luglioʺ) e la frasechiave (ʺuirtuti omnia parentʺ); dal seguito dellʹarticolo si desume facilmente che i
crittogrammi inviati a Poe non si basano su una griglia di righe alfabetiche, ma su una
94
Lʹaffermazione che Berryer ʺscoprì ben presto la frase-chiaveʺ semplicemente
prova che lo scrittore di queste memorie è interamente sprovvisto di
crittografiche conoscenze. Monsieur B. senza dubbio ha trovato la frasechiave; ma fu semplicemente per soddisfare la sua curiosità, dopo che lʹenigma
era stato risolto. Non ha fatto alcun uso della chiave nel decifrare. La serratura
era già aperta.
Nel nostro avviso riguardo il libro in questione (pubblicato nel numero di
Aprile di questa Rivista29) abbiamo alluso a questo soggetto così:
ʺLa frase ʹLe gouvernement provisoireʹ è francese e la nota in cifra è stata
indirizzata a dei francesi. La difficoltà nel decifrare potrebbe ben supporsi
molto più grande fosse stata la chiave in una lingua straniera; tuttavia
chiunque voglia prendersi il disturbo può indirizzarci una nota, nello stesso
modo qui proposto, e la frase-chiave può essere sia in francese, italiano,
spagnolo, tedesco, latino o greco (od in qualsiasi dei dialetti di queste lingue),
e ci impegniamo alla soluzione dellʹenigmaʺ.
Questa sfida non ha suscitato altro che una sola risposta, che è compresa nella
seguente lettera. La sola lamentela che esprimiamo verso lʹepistola è che il
suo scrittore ha evitato di darci il suo nome completo. Noi auspichiamo che
coglierà una prossima opportunità per fare ciò, e così ci eviterà la possibilità
di quel sospetto che è stato affibbiato alla crittografia del settimanale
semplice sostituzione tra una frase ed un alfabeto di base (e non, come si legge sopra:
ʺSeveral alphabets were used in the same cipherʺ).
29
Dal titolo, appunto di: ʺSketches of Conspicuous Living Characters of Franceʺ. Translated by
R. M. Walsh. Lea and Blanchard, in: Grahamʹs Magazine, vol. XVIII, n.ro 4, April 1841, pagg.
202s (vedasi anche nel seguente Addendum I); a pag. 203 (allʹinterno del terzo capoverso) si
legge quanto è qui incluso nel virgolettato.
95
suddetto: il sospetto di indirizzare cifrari a noi stessi30. Il timbro della lettera è
Stonington, Conn.31
S——————————————, CT., 21 aprile, 1841.
AllʹEditore del Grahamʹs Magazine.
SIGNORE: — Nel numero di aprile della Vostra rivista, nel recensire la
traduzione del Sig. Walsh di ʺRitratti di persone dalla vita illustre di Franciaʺ,
Voi invitate i Vostri lettori ad indirizzarVi una nota in cifra, ʺla frase-chiave
della quale può essere sia in francese, italiano, spagnolo, tedesco, latino o
grecoʺ, e vi impegnate alla sua soluzione. La mia attenzione essendo
richiamata, dalle Vostre affermazioni, a questa specie di scrittura cifrata, ho
composto per mio personale diletto i seguenti esercizi, nella prima parte dei
quali la frase-chiave è in inglese — nella seconda in latino. Dato che non ho
visto (nel numero di Maggio) che alcuno dei Vostri corrispondenti abbia
approfittato del Vostro invito, mi prendo la libertà di inviarVi lʹallegato, sul
quale, se lo stimasse degno della Vostra attenzione, Voi potete esercitare il
Vostro ingegno.
Il Vostro, rispettosamente,
S. D. L.
N.ro 132.
30
Come si legge appunto al termine del capoverso iniziante con ʺThe weekly paper
mentioned...ʺ: ʺthe writer of this article avails himself of the present opportunity to
maintain the truth of the journal in question — to repel the charges of rigmarole by which
it was assailed — and to declare, in his own name, that the ciphers were all written in
good faith, and solved in the same spiritʺ.
31
Stonington si trova ad Est di New London, sulla costa atlantica orientale del
Connecticut, quindi ad una notevole distanza (circa 500 km.) dalla città di provenienza
degli altri crittogrammi: Philadelphia.
32
Il testo, qui non corretto, che si legge a pag. 36 del Grahamʹs del Luglio 1841 cit., presenta
le seguenti irregolarità (a parte la punteggiatura non sempre corrispondente): la parola
ʺfrdʺ (III della prima riga) è da leggersi ʺftdʺ; ʺhetmsafhieʺ (XII parola della prima riga)
dovrebbe essere (come la VI parola della sesta riga): ʺhetiusafhieʺ; ʺrdffhedrʺ (IX parola
della terza riga) è qui resa correttamente come unica; le parole ʺherd hwidʺ (XI e XII in
sesta riga) sono da unire, con una ʺiʺ al posto dello spazio, in ʺherdihwidʺ; tra le parole
96
Cauhiif aud frd sdftirf ithot tacd wdde rdchfdr tiu fuacfshffheo fdoudf
hetmsafhie tuis ied herhchriai fi aeiftdu wn sdaef it iuhfheo hiidohwid wn
aen deodsf ths tiu itis hf iaf iuhoheaiin rdffhedr; aer ftd auf it ftif fdoudfin
oissiehoafheo hefdiihodeod taf wdde odeduaiin fdusdr ounsfiouastn. Saen
fsdohdf it fdoudf ihufheo idud weiie fi ftd aeohdeff; fisdfhsdf, A fiacdf tdar
ief ftacdr aer ftd ouiie iuhffde isie ihft fisd herd hwid oiiiuheo tiihr, atfdu
ithot tahu wdheo sdushffdr fi ouii aoahe, hetiusafhie oiiir wd fuaefshffdr ihft
ihffid raeoeu ft af rhfoicdun iiiir hefid iefhi ftd aswiiafiun dshffid fatdin
udaotdr hff rdffheafhil. Ounsfiouastn tiidcdu siud suisduin dswuaodf ftifd
sirdf it iuhfheo ithot aud uderdudr idohwid iein wn sdaef it fied desiaeafiun
wdn ithot sawdf weiie ftd udai fhoehthoafhie it ftd onstduf dssiindr fi hff
siffdffiu.
N.ro 233.
Ofoiioiiaso ortsiii sov eodisoioe afduiostifoi ft iftvi si tri oistoiv oiniafetsorit
ifeov rsri inotiiiiv ridiiot, irio rivvio eovit atrotfetsoria aioriti iitri tf oitovin tri
aetifei ioreitit sov usttoi oioittstifo dfti afdooitior trso ifeov tri dfit otftfeov
softriedi ft oistoiv oriofiforiti suitteii viireiiitifoi ft tri iarfoisiti, iiti trir net
otiiiotiv uitfti rid io tri eoviieeiiiv rfasueostr tf rii dftrit tfoeei.
Nella soluzione del primo di questi cifrati abbiamo trovato poco più della
ordinaria difficoltà. Il secondo si è dimostrato eccessivamente difficile ed è
stato solo mettendo ogni facoltà in gioco che abbiamo potuto leggerlo
interamente. Il primo dice così:
ʺVari sono i metodi che sono stati progettati per trasmettere segrete
informazioni da un individuo a un altro, per mezzo della scrittura, illeggibile
ʺithotʺ e ʺtahuʺ (I e II della settima riga) manca la parola ʺftdʺ; infine, la terza e la quarta
parola dellʹottava riga: ʺftʺ e ʺafʺ, sono da unirsi in ʺftafʺ.
33
Come dichiarato dallo stesso Poe, la soluzione di questo secondo messaggio cifrato (che
si legge nella medesima pagina del Grahamʹs che ospita il precedente) appare meno
semplice; ciò a causa del minor numero di caratteri utilizzati: soltanto 12 (106 ʺiʺ, 57 ʺtʺ, 53
ʺoʺ, 31 ʺrʺ, 29 ʺfʺ, 21 ʺeʺ, 20 ʺsʺ, 17 ʺvʺ, 10 ʺaʺ, 9 ʺdʺ, 5 ʺuʺ e 4 ʺnʺ; nessuna ʺbʺ, ʺcʺ, ʺgʺ, ʺhʺ, ʺjʺ,
ʺkʺ, ʺlʺ, ʺmʺ, ʺpʺ, ʺqʺ, ʺwʺ, ʺxʺ, ʺyʺ o ʺzʺ) e dunque con alcuni di essi eccessivamente
polifunzionali (ʺiʺ in primis [si veda, ad esempio: ʺinotiiiivʺ], ma anche ʺtʺ ed ʺoʺ) e cause di
numerosissime iniziali interpretazioni.
97
a chiunque eccetto colui per il quale è stato inizialmente realizzato; e lʹarte
intellettiva di comunicare così segretamente è stata generalmente denominata
crittografia. Molte specie di scrittura segreta erano conosciute dagli antichi.
Talvolta una testa di schiavo è stata rasata e la sommità iscritta con un
colorante liquido indelebile; dopo di che, i capelli essendo liberi di crescere di
nuovo, le informazioni potevano essere trasmesse con scarso rischio che la
sua scoperta avvenisse fino a quando lʹambulante epistola non avesse
raggiunto senza problemi la sua destinazione. La crittografia, comunque,
pura, propriamente include quei modi di scrivere che sono resi leggibili solo
per mezzo di una chiave esplicativa che rende noto il significato reale delle
cifre impiegate al possessore dʹessaʺ.
La frase-chiave di questo crittogramma è: ʺUna parola al saggio è
sufficienteʺ34.
34
La procedura per la decifrazione può partire dallʹesame sia delle parole da due e tre
caratteri, per individuare in particolare lʹarticolo ʺtheʺ e le più frequenti preposizioni (e si
avranno: 6 ftd [oltre a: 2 volte aud, tiu, hff ed aer, più 1 volta lʹerrato frd, ied, aen, ths, iaf,
auf, taf, ief, hff e wdn], che sarà appunto il ʺtheʺ, con 5 it e 4 fi [oltre a: 2 volte wn più 1
volta hf, de, wd, ft, ed af]), sia da quelle più lunghe e che terminano generalmente in ʺationʺ, ʺ-ingʺ ed ʺ-edʺ/ʺ-erʺ (e si noterà la presenza di: 7 ʺ-heoʺ, che staranno evidentemente
per ʺingʺ, di 3 ʺ-afhieʺ, che varranno per ʺationʺ, e di ben 9 ʺ-drʺ, che staranno per ʺ-edʺ/ʺerʺ). Ne consegue che si potrà costruire il seguente prospetto alfabetico:
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ
a ent io
g d h
[r]
.
La conta dei singoli caratteri dà:112 i, 102 f, 91 d, 61 h, 54 e, 48 t, 47 u, 46 a, 41 o, 39 s, 27 r,
21 n, 16 w, 9 c, 1 m ed 1 l; si può dunque dedurre che, trovando solo 16 lettere su 26, alcuni
caratteri (in particolare ʺiʺ [vedasi ad esempio la parola ʺiiiirʺ], ʺfʺ e ʺdʺ) valgono per più
lettere dellʹalfabeto; in tal caso è bene cercare le parole di quattro o più caratteri che
contengano molte delle identità reperite. Si troverà, tra le varie: ʺwddeʺ=ʺ.eenʺ che porta
ad un ʺwʺ=b, ʺiuhffdeʺ = ʺo.ittenʺ che fa ipotizzare ʺwrittenʺ, ʺihftʺ = ʺ.ithʺ che confermerà
ʺiʺ=w, ʺatfduʺ = ʺahterʺ per ʺtʺ=f in ʺafterʺ, ʺtahuʺ = ʺhairʺ, ʺsdushffdrʺ = ʺ.er.itted/rʺ che
suggerirà ʺpermittedʺ, ʺaoaheʺ = ʺagainʺ, ʺhetiusafhieʺ = ʺinhorpationʺ o ʺinforpationʺ ed
ʺinformationʺ che sarà di conferma, ʺfuaefshffdrʺ = ʺtrantpittedʺ e ʺtrantmittedʺ ed infine
ʺtransmittedʺ per ʺfʺ=s, ʺraeoeuʺ = ʺdangerʺ, ʺrdffheafhilʺ = ʺdettinationʺ o meglio
ʺdestinationʺ, ʺfhoehthoafhieʺ = ʺtignihigationʺ o ʺsiwnificationʺ e ʺsignificationʺ, ʺsiffdffiuʺ
= ʺpottessorʺ o ʺpottessorʺ e ʺpossessorʺ, per formulare quindi il seguente schema:
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ
a ent io
g d h b
s w
pfr
m
.
98
Il secondo è così tradotto:
ʺInsensate frasi ed insignificanti combinazioni di parole, come lʹesperto
lessicografo avrebbe lui medesimo confessato, quando celate in crittografici
cifrari, servono a rendere perpdesso il curioso investigatore, ed eludono la
comprensione più compiutamente di quanto farebbero i più profondi apotemi
degli esperti filosofi. Astruse disquisizioni degli Scoliasti, fossero esse se non
offertegli nellʹindissimulato vocabolario della sua madrelingua..."
Lʹultima frase qui (come si noterà) appare accorciata35. Alla grafia abbiamo
rigidamente aderito. D, per errore, è stato messo al posto di l in perplesso.
La frase-chiave è: ʺSuaviter in modo, fortiter in reʺ36.
Procedendo poi a rivedere le varie identità (trovando ad esempio: ʺfdoufdʺ = ʺtegretʺ o
ʺsegretʺ ovvero ʺsecretʺ; ʺhefdiihodeodʺ = ʺinteowigenceʺ ovvero ʺintelligenceʺ;
ʺodeduaiinʺ = ʺgenerawl.ʺ ed in ultimo ʺgenerallyʺ) si può iniziare a ricostruire la frasechiave che, partendo da ʺaʺ=a e da ʺbʺ=w, è ora:
abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
AWORDTOTH ISEIS UFF I N , cioè:
AWORDTOTHEWISEISSUFFICIENT.
Cʹè infine da segnalare che, effettuando il controllo con la frase-chiave, si riscontrano
alcune irregolarità dovute ad errori di stampa ma anche a qualche svista di Poe; riguardo i
refusi si nota che: la parola ʺfuacfshffheoʺ (X della I riga) è da mutarsi in ʺfuaefshffheoʺ,
ʺihufheoʺ (IV della V riga) è da scriversi ʺiuhfheoʺ (come, ad esempio, la X parola della II
riga) e ʺiefʺ (I della VI riga) è da correggersi in ʺiafʺ; tra le sviste dellʹAutore vi sono invece:
ʺwnʺ (VII della II riga) è da scriversi ʺfiʺ perché sia ʺtoʺ (altrimenti è ʺbyʺ con lʹespressione
tradotta correttamente come: ʺillegible by any except...ʺ) e ʺrdffhedrʺ (IX della III riga) che
vale per ʺdestinedʺ è da cambiarsi in ʺrdfhoedrʺ per leggersi ʺdesignedʺ.
35
La sospensione viene apposta da Poe per far notare che lʹespressione con ʺwere theyʺ
dopo la virgola è sintatticamente disordinata dato che presuppone un esito poi non
espresso: alla protasi (ʺIf the abstruse disquisitions of the scholiasts werenʹt presented
before him in his mother tongueʺ) non segue lʹapodosi (per esempio: ʺhe could never
understand anythingʺ) in un periodo ipotetico che si può ben definire dellʹirrealtà (la
questione si risolverebbe facilmente spostando la virgola dopo ʺwere theyʺ per dare
allʹultima frase il senso, improbabile però, di: ʺAstruse disquisizioni degli Scoliasti erano
esse, se non offertegli nellʹindissimulato vocabolario della sua madrelinguaʺ).
36
Ripartendo con la ricerca dellʹarticolo si nota che vi sono: 5 ʺtriʺ (che sarà il ʺtheʺ), 2
ʺsovʺ, 1 ʺnetʺ, 1ʺ ridʺ ed 1 ʺriiʺ (che, in alternativa con ʺridʺ, può essere ʺhimʺ/ʺhisʺ), ma
anche un ʺtrirʺ: un ʺthemʺ od un ʺtheyʺ); si nota poi che la combinazione ʺ-stifoiʺ si ha 2
volte, ed una volta compare ʺ-stifoʺ, così da poter ipotizzare che si abbiano due ʺ-ationsʺ
ed un ʺ-ationʺ (si legge anche un ʺaetifeiʺ che darebbe un incerto ʺ..tio.sʺ), oltre che il
99
carattere ʺdʺ, meno frequente, può essere meglio ʺmʺ che ʺsʺ e di conseguenza che ʺrʺ vale
ʺyʺ; riguardo i gruppi da due caratteri, inoltre, si trovano: 3 ʺftʺ, che è forse ʺofʺ, 2 ʺtfʺ, che
probabilmente quindi è ʺtoʺ, 1 ʺsiʺ, che vale forse ʺusʺ o forse ʺasʺ, ed infine un ʺioʺ che
varrebbe ʺinʺ. Nella ricerca di lettere nuove (ovvero diverse dalle precedenti) si può ora
puntare alle parole più brevi che ne contengono una già individuata; per esempio la parola
ʺsovʺ: ʺun.ʺ o ʺan.ʺ e quindi ʺandʺ (oltre alla parola ʺtrsoʺ che si leggerebbe ʺthanʺ, con la
precedente ʺdftiʺ che si leggerebbe ʺmoreʺ, e la successiva ʺdfitʺ che starebbe logicamente
per ʺmostʺ, le 5 finali di parola in ʺ-ivʺ varrebbero perciò, in maniera significativa: ʺ-edʺ e
la parola ʺeoviieeiiivʺ sarebbe un incerto: ʺundex..xxedʺ; dʹaltra parte le 9 finali in ʺ-itʺ/ʺitiʺ/ʺ-ititʺ [4/4/1] starebbero per ʺ-erʺ/ʺ-ersʺ/ʺ-ererʺ, e ad esempio ʺdftritʺ sarebbe ʺmotherʺ
come la seguente ʺtfoeeiʺ = ʺtonugsʺ o ʺtonguiʺ sarebbe piuttosto ʺtongueʺ, con ʺeoviieeiiivʺ
che si leggerebbe più propriamente ʺundisguisedʺ; la consueta finale in ʺ-ingʺ starebbe in
una delle seguenti finali: ʺ-iorʺ, ʺ-ioeʺ o ʺ-iotʺ, e più probabilmente in ʺ-ioeʺ che ha finora
una sola equivalenza: ʺuʺ). Con tali corrispondenze si può definire un primo schema
alfabetico:
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ
uo e
n hat d
g
i
y f
m
s
r
,
che porta ad un primo abbozzo di frase-chiave:
abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
S VITERI
DOF TITE
R .
Da qui si può procedere per tentativi a ricostruire lʹespressione latina inserendo in seconda
e terza posizione due tra le lettere possibili: i, t, o, r, f, e, s, v, a, d, u ed n; effettuate tutte le
varie combinazioni (SIIVI..., SITVI..., SIOVI..., etc., poi STIVI..., STTVI, STOVI..., etc.) si
otterranno dei più o meno plausibili ʺsitviteri...ʺ, ʺserviteri...ʺ o ʺsuaviteri...ʺ, ma la scelta
ricadrà infine su questʹultima soluzione, appena riflettuto che: ʺadfuiostifoiʺ diverrebbe
ʺcombinationsʺ, la seguente ʺiftviʺ sarebbe da intendere logicamente come ʺwordsʺ e la
parola ʺatrotfetsoriaʺ darebbe un ʺcrhnrouranhicʺ o ʺcrynrogranhicʺ che farebbe pensare in
breve ad un piuttosto pertinente ʺcryptographicʺ. Ottenute perciò le identità suppletive ʺaʺ
= c, ʺuʺ = b, ʺoʺ = p ed ʺiʺ = w, si ha: ʺrfasueostrʺ = ʺhocabunaryʺ e dunque ʺvocabularyʺ
(con ʺrʺ = v ed ʺoʺ = l) ed una frase-chiave che appare adesso:
SUAVITERI..ODOFO.TITERI.R., ossia:
SUAVITERINMODOFORTITERINRE,
espressione piuttosto nota, assunta generalmente quasi a regola di condotta dei Gesuiti,
formulata inizialmente — sulla base del versetto biblico: ʺAttingit ergo a fine usque ad
finem fortiter et disponit omnia suaviterʺ (Sap 8,1) — dal quarto Generale dellʹOrdine:
Claudio Acquaviva, pur se in modo diverso, ad istruire i Superiori nel comportamento
verso i sottoposti (si vedano: ID., Industriae ad curandos animae morbos, Romae 1606, cap. 2:
De suavitate et efficacia in gubernatione coniungendis, par. 4, pagg. 17-18: ʺNec difficile erit
videre, quomodo efficacia cum suavitate coniungi debeat, ut & fortes in fine consequendo,
& suaves in modo & ratione assequendi simus. In rebus enim ...ʺ etc.; si veda anche:
Innocent le Massson, Introductio ad Vitam interiorem et perfectam, 3a ed., tom. II,
Gratianopoli-Grenoble 1695, pag. 11 [ʺfortiter quidem agendum esse in executione operis,
sed suaviter in modoʺ]), ma in realtà piuttosto anteriore quanto al concetto, utilizzato forse
100
Nellʹordinario crittogramma, come si vedrà in riferimento ai più tra quelli che
abbiamo specificato sopra, lʹartificiale alfabeto concordato dal corrispondente
è impiegato, lettera per lettera, al posto di quello usuale o naturale. Per
esempio: due parti desiderano comunicare segretamente. Viene concordato
prima di separarsi che
)
starà per a
(
—————
"
b
—
—————
"
c
*
—————
"
d
.
—————
"
e
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"
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$
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"
w
¿
—————
"
x
¡
—————
"
y
—————
"
z
originariamente nel 362 d.C. dal retore Imerio (Oratio 41,147ss: ʺπρᾶος τοὺς λόγους, ὀξὺς
τὰ πράγµατα, ἵνα τοὺς µὲν µὴ λυπῇ θορυβῶν, τοῖς δὲ φανῇ πράττων πρὶν ἐλπισθῆναι
τὰ µέλλοντα· ἐγειρέτο πόλιν ἀλλὰ χαιρόντων ...ʺ (ʺ[il governatore di una città sia]...
calmo in parole, ma deciso in azioni, perché non urti alcuni con gli urli, ed agli altri si
mostri fattivo prima che essi si affidino al futuro: migliori la città ma con loro vantaggio...
ʺ); sta di fatto che lʹespressione qui presa come chiave è considerata già ʺtritaʺ in Sir John
Hawkins, The life of Samuel Johnson, LL.D., London 1787, pag. 182.
101
Ora la nota seguente deve essere comunicata:
ʺDobbiamo vederLa immediatamente per una questione di grande
importanza. I complotti sono stati scoperti, ed i cospiratori sono nelle nostre
mani. Si sbrighi!ʺ
Queste parole sarebbero scritte così:
$0.£] [ ]..¡†£¿00.*¿)] .&¡£ ‡†‘) 0 ) [ [.
†’ ; .) [ ?0‡† [ )‘—.‡&†[]:) £.(..‘*.
]—† £ . .*)‘*—†‘] ‡? ) [† ] ) ?
?‘† £ :)‘*]:)] [.‘ 37
Ciò certamente ha unʹintricata apparenza, ed evidenzierebbe un difficilissimo
cifrato ad un non competente di crittografia. Ma si potrà osservare che a, per
esempio, non è mai rappresentato da alcun altro carattere che ), b mai da
alcun altro carattere che (, e così via. Perciò dalla scoperta, accidentale od
altro, di una qualsiasi lettera, la parte intercettante lʹepistola guadagnerebbe
un permanente e decisivo vantaggio e potrebbe applicare la sua nozione a
tutti i casi nei quali il carattere in questione è stato impiegato nel cifrato.
Nei crittogrammi, dʹaltro lato, che ci sono stati inviati dal nostro
corrispondente a Stonington, e che sono identici per conformazione al cifrato
risolto da Berryer, nessun così permanente vantaggio è da ottenersi.
Riferiamoci al secondo di questi enigmi38. La sua frase-chiave dice così:
37
Il messaggio in Inglese è: ʺWe must see you immediately upon a matter of great
importance. Plots have been discovered, and the conspirators are in our hands. Hasten!ʺ;
nel cifrato gli spazi tra i caratteri sono interposti solo per la giustificazione. Esaminando il
cifrato si può notare che vi sono molti errori, evidentemente dovuti alla composizione dei
tipi; il testo che risulta dai caratteri stampati è infatti (anche in questo caso inserendo gli
spazi tra le parole): ʺwm eust see you xmmedxasely upon a matter of great importance
plots haue been descouered and conspirators ari in our hands hastenʺ, e denota dunque
anche lʹassenza dellʹarticolo ʺ[:.ʺ.
38
Anche nel caso di questo secondo messaggio cifrato, qui non corretto, sono da segnalare
varie inesattezze: la parola ʺinotiiiivʺ (la terza della seconda riga) contiene due errori ed è
da scriversi ʺafotiiiivʺ, ʺnetʺ (ultima della medesima riga) è da leggersi ʺuetʺ, infine ʺtfʺ
102
Suaviter in modo, fortiter in re.
Ora collochiamo lʹalfabeto sotto questa frase, lettera sotto lettera:
S|u|a|v|i|t|e|r|i|n|m|o|d|o|f|o|r|t|i|t|e|r|i|n|r|e
A|b|c|d|e|f|g|h|i|j|k|l|m|n|o|p|q|r|s|t|u|v|w|x|y|z
Qui vediamo che
a sta per ——————— c
d "
" ——————— m
e "
"
g,u e z
f "
" ——————— o
i "
" e,i,s e w
m "
" ——————— k
n "
"
j e x
o "
"
l,n e p
r "
" h,q,v e y
s "
" ——————— a
t "
"
f,r e t
u "
" ——————— b
v "
" ——————— d
In questo modo n sta per due lettere ed e, o, e t per tre ciascuna, mentre i e r
ne rappresentano ciascuna quattro. Tredici caratteri sono fissati per effettuare
le trasposizioni dellʹintero alfabeto. Il risultato di tale frase-chiave sul cifrato è
di dargli lʹapparenza di una semplice mescolanza delle lettere e, o, t, r ed i —
questʹultimo carattere molto predominante, stante il caso dʹessere impiegato
per lettere che, per loro stesse, sono abbondantemente prevalenti in parecchie
lingue: vogliamo dire e ed i.
Una lettera così scritta essendo intercettata e la frase-chiave sconosciuta,
lʹindividuo che tenterebbe di decifrarla può pensarsi immagini, o meglio tenti
di convincersi, che un certo carattere (i, ad esempio) rappresenti la lettera e.
Osservando lʹintero crittogramma per una conferma di questʹidea egli non
incontrerebbe niente altro che una negazione di essa. Vedrebbe il carattere in
posizioni dove non potrebbe probabilmente rappresentare una e. Egli
potrebbe, per esempio, venir confuso da quattro i formanti di per sé una
distinta parola, senza lʹintervento di qualunque altro carattere; nel qual caso,
(ottava parola della quinta ed ultima riga) è da correggersi in ʺftʺ; evidentemente il testo
esaminato da Poe — che nota lo sbaglio del corrispondente in ʺoitovinʺ = ʺperpdexʺ in vece
di ʺoitooinʺ = ʺperplexʺ (ma sorvola sullʹ ʺapothe[g]msʺ comunque evidenziato dal corsivo)
— è ben più corretto di quello risultante dallo stampato.
103
di certo, essere non potrebbero essere tutte e. Si vedrà che la parola saggio
potrebbe essere così costruita. Diciamo che questo potrebbe essere notato ora,
da noi, col possesso della frase-chiave; ma il problema, senza dubbio,
capiterà; come, senza la frase-chiave e senza la conoscenza di una sola lettera
nel cifrario, sarebbe possibile per lʹintercettatore di un tale crittogramma fare
una qualunque cosa di una tale parola come iiii?
Ed ancora. Una frase-chiave potrebbe facilmente costruirsi nella quale un
carattere rappresenterebbe sette, otto o dieci lettere. Allora immaginiamoci la
parola iiiiiiiiii far bella mostra di sé in un crittogramma per un individuo
senza lʹappropriata frase-chiave; o, se questa fosse una eventualità in certo
modo troppo improbabile, supponiamo che ciò capiti alla persona per la
quale il cifrario è realizzato e che abbia la frase-chiave. Che avrebbe da fare
con una tale parola come iiiiiiiiii? In ognuno degli ordinari libri sullʹAlgebra si
troverà una molto concisa formula (non abbiamo i tipi necessari per un suo
inserimento qui) per accertare il numero di modi coi quali m lettere
potrebbero essere disposte, prese per n volte39. Ma senza dubbio non cʹè
alcuno dei nostri lettori che sia ignorante riguardo le innumerevoli
combinazioni che si potrebbero effettuare con queste dieci i. Inoltre, a meno
che non accada altrimenti per un caso, il corrispondente che riceve il cifrato
dovrebbe aver scritto tutte queste combinazioni prima di ottenere la parola
voluta; e, anche quando le avesse scritte, egli sarebbe ineffabilmente
perplesso nello scegliere la parola adatta nel vasto numero di altre parole che
spuntano nel corso della permutazione.
Per evitare, quindi, lʹeccessiva difficoltà di decifrare questa specie di
crittogramma da parte dei proprietari della frase-chiave, e limitare la
profonda complessità dellʹenigma a coloro per i quali il cifrario non è stato
realizzato, diventa necessario che qualche disposizione debba essersi
concordata dalle parti corrispondenti — qualche disposizione sulla base della
quale devono essere letti quei caratteri che rappresentano più di una lettera
39
La discussione su tale problema combinatorio e le relative formule si trovano in:
Silvestre François Lacroix, Elements of Algebra, Eng. Transl., Cambridge 1818, pag. 146ss (e
successive edizioni); il calcolo è piuttosto semplice: 26 alla 10 (cioè 141.167.095.653.376 di
combinazioni), con le m lettere dellʹalfabeto inglese: tutte le possibili combinazioni di un
carattere, elevato per le n lettere costituenti la parola da decifrare, in questo esempio 10
appunto (una frase-chiave che presenti un risultato del genere, anzi: maggiore, può essere,
tra i vari esempi possibili: ʺINIMICIPIISSIMIIMPIISUNTʺ, e nel caso di: ʺpeacekeepingʺ).
104
— e questa disposizione deve essere messa in bella vista dallo scrittore del
crittogramma. Potrebbe concordarsi, per esempio, che la prima volta che una i
occorra nel cifrato è perché si comprenda che rappresenti quel carattere che è
contrapposto alla prima i nella frase-chiave40; che la seconda volta che una i
occorra debba supporsi rappresentare quella lettera che è opposta alla seconda
i nella frase-chiave, &c. &c. Così la posizione di ogni lettera cifrata deve essere
considerata in connessione con quella del suo carattere per determinare il suo
esatto significato41.
Diciamo che una qualche preconcertata disposizione di questo tipo è
necessaria, nel timore che il cifrato evidenzi una struttura troppo intricata per
arrivare infine alla sua vera chiave. Ma sarà evidente, ad ispezionarlo, che il
nostro corrispondente a Stonington ci ha inflitto un crittogramma nel quale
nessuna disposizione è stata prefissata; nel quale molti caratteri,
rispettivamente, stanno, in assoluta casualità, al posto di molti altri. Se,
quindi, riguardo al guanto che abbiamo gettato in Aprile, dovesse essere
mezzo incline ad accusarci di spavalderia42, ammetterà ora che abbiamo agito
più che per nostro vanto. Se ciò che dunque abbiamo detto non è stato detto
suaviter in modo, ciò che facciamo ora è quantomeno fortiter in re.
40
Le espressioni: ʺthat character which stands against the first i in the key-phraseʺ, e: ʺthat
letter which stands opposed to the second i in the key-phraseʺ vengono ovviamente rese in
tal modo tenendo presente lo schema che si trova poco sopra:
S|u|a|v|i|t|e|r|i|n|m|o|d|o|f|o|r|t|i|t|e|r|i|n|r|e
A|b|c|d|e|f|g|h|i|j|k|l|m|n|o|p|q|r|s|t|u|v|w|x|y|z.
41
La soluzione proposta (pur se ben difficilmente realizzabile: nel primo cifrato il ʺwouldʺ
= ʺiiiirʺ sarebbe da leggere ʺlouwdʺ, a meno che non si trovi unʹindicazione del tipo: ʺ4231ʺ,
altrimenti si può procedere soltanto combinando le varie lettere ottenute fino a definire la
grafia più consona) è sensata, dato che senza un accordo del genere il ricevente avrebbe
appunto ugualmente delle perplessità più o meno grandi ad interpretare il messaggio, ma
in ogni caso la difficoltà principale risiederebbe sempre nella struttura della frase-chiave;
se si provasse ad adottare ad esempio il motto di Comenio lʹenigmatica complessità non
scomparirebbe di certo: il secondo cifrato con lʹalfabeto di 24 lettere adottato da Poe poco
prima e con frase-chiave ʺOMNIAOMNISOMNINOCOMENIUSʺ comprenderebbe solo
otto caratteri e risulterebbe ancor più difficile da interpretare.
42
ʺBraggadocioʺ: ʺbraggartʺ, ovvero: ʺfanfaroneʺ, ʺmillantatoreʺ, utilizzato nel 1589 per
lʹomonimo personaggio (il cavalier Braggadocchio) da Edmund Spencer (1552?-1599) nel
suo The Faerie Queen.
105
In queste sbrigative osservazioni non abbiamo affatto tentato di esaurire
lʹargomento della Crittografia. Con un tale argomento in vista, un folio43
potrebbe volerci. Abbiamo invero menzionato solo qualcuna delle ordinarie
modalità di cifrare. Perfino duemila anni fa, ENEA Tattico ha elencato venti
metodi diversi; ed il moderno ingegno ha aggiunto molto a questa scienza. Il
nostro intento è stato principalmente stimolante; e forse abbiamo annoiato già
i lettori della Rivista. A quelli che desiderano ulteriori informazioni su questo
soggetto potremmo dire che sono consultabili trattati di Tritemio
Cappuccino, Porta, Vignere e P. Niceron. Le opere dei due ultimi potrebbero
trovarsi, crediamo, nella biblioteca dellʹUniversità di Harvard44. Se,
comunque, dovessero cercarsi in queste disquisizioni — od in una qualsiasi
— regole per la soluzione di un cifrato, il cercatore resterà deluso. Oltre ad
alcuni suggerimenti riguardo la struttura generale del linguaggio, ed alcuni
minuti esercizi per la loro pratica applicazione, egli non troverà niente da
segnalare che già non possegga nel suo personale intelletto.
43
Termine tecnico, equivalente a 2°, per definire il formato derivante dalla pagina intera
piegata una sola volta ad ottenere quattro facciate da circa 12x19 pollici (ca. 30x38 cm.); la
Rivista era invece in octavo (ca. 6x9,5 pollici, sui 20x25 cm.), ovvero un quarto del folio.
44
Di Enea Tattico (metà del IV sec. a.C.), forse Enea di Stimfalo, resta il solo Commentarius
Poliorceticus, nel quale (al cap. XXXI) si elenca in realtà circa una dozzina di metodi; Johann
Heidenberg (1462–1516), più noto con lo pseudonimo di Johannes Trithemius, è autore
della Clavis Steganographiae (ca. 1500) e della Polygraphiae Libri VI (1506). ma fu anche Abate
Benedettino e dunque il ʺCap.ʺ è da riferirsi a costui, non al seguente personaggio;
Giovanni Battista Della Porta (1535-1615) è appunto lʹautore del De Furtivis Literarum
Modis e viene considerato il crittologo principe del Rinascimento; Blaise de Vigenère (15231596), non ʺVignereʺ, pubblicò nel 1583 il suo Traicté des Chiffres; il Padre Jean François
Niceron (1613-1646), che fu invece Barnabita, scrisse Lʹinterprétation des Chiffres (1641); una
visita di Poe alla Harvard Library di Cambridge pare risultare da un articolo di Howard
Paul in: ʺMunsey’s Magazineʺ, New York, vol. VII, n.ro 6, September 1892 (è da segnalare
comunque quanto si legge su: The Cyclopædia, cit., vol. XXVIII, s.v. ʺPOLYGRAPHYʺ: ʺ... The
ancients seem to have been very little acquainted with this art; nor is there any mark of
their having gone beyond the Lacedæmonian Scytala. Trithemius, Porta, Vigenera, and
father Niceron, have written on the subject of polygraphy, or cyphers; which seeʺ; lo stesso
testo si trova naturalmente, alla stessa voce, nella precedente Encyclopædia Britannica, cit.,
vol. XV, tuttavia la frase risulta edita originariamente in Ephraim Chambers (a cura di),
Cyclopædia, vol. II, London 1743).
106
ADDENDUM I — SCRITTURA SEGRETA
Le nostre osservazioni su questa testata, nel numero di luglio, hanno
suscitato molto interesse. Il soggetto è indiscutibilmente di una certa
importanza, quando consideriamo la crittografia come esercizio per le facoltà
analitiche. In questa ottica, uomini delle più ampie capacità gli hanno
concesso molta della loro attenzione; e lʹinvenzione di un cifrario perfetto era
un punto cui il Gran Cancelliere Bacon consacrò molti mesi; — dedicatigli
invano, poiché il crittogramma che ha pensato degno di luogo nel suo De
Augmentis è uno che può essere risolto45.
Proprio quando stavamo andando in stampa con lʹultimo foglio di questo
numero, abbiamo ricevuto la seguente lettera dallʹEgregio F. W. Thomas (di
Washington), il ben noto autore di ʺClinton Bradshawʺ, ʺHoward Pinckneyʺ,
&c. &c.46
45
Francis Bacon (1561-1626) scrisse il suo De Augmentis Scientiarum nel 1605; in esso
troviamo appunto il suo Cifrario basato su un linguaggio binario composto di ʺAʺ e ʺBʺ
che sembra complesso solo a prima vista: le lettere dellʹalfabeto vengono semplicemente
sostituite da 24 ʺparoleʺ di 5 caratteri (da ʺaaaaaʺ a ʺbabbbʺ) che, seppur disposte e vergate
in varia maniera, si rivelano agevolmente individuabili; il giudizio relativo alla relativa
facilità di decifrazione del metodo di Bacone si può leggere alla già citata voce ʺCIPHERʺ de
The Cyclopædia (col. 9 col significativo ʺverbum sapienti sat estʺ ad omettere critiche sulla
piena osservanza delle regole steganografiche elencate da Bacone e non rispettate nel suo
stesso cifrario, le osservazioni in col. 26 dopo la lunga citazione dal De Augmentis, infine a
col. 56 lʹaffermazione riguardo il similare sistema baconiano omnia per omnia: ʺBy these
remarks it will be seen, that Lord Baconʹs plan of writing... is not deemed undecipherable...
you are not embarrassed by this cipher with any extraordinary difficulty, as some
inexperienced men have immaginedʺ); un deciso parere al proposito è in: Richard
Chenevix, On a New Method of Secret Writing, London 1820, in ʺThe Quarterly Journal of
Science, Literature, and the Artsʺ, n.ro XIX, i.l. 1821, pagg. 89-101, spec. pag. 89 (ʺThis great
man undertook a solution of his own problem; but the cipher he produced is remarkable
for nothing so much as for transgressing the very rules he had himself established, for it is
very laborious to read and write; it is not very difficult to decipher; and it is not void of
suspicionʺ), ma è anche da rilevare che lʹarticolo ha una struttura che parecchio richiama il
precedente Secret Writing di Poe.
46
Si tratta di Frederick William Thomas (1806-1866), scrittore e varie volte corrispondente
di Poe, che gli recensì appunto le opere citate ed ʺEast and Westʺ negli anni 1835-1840; le
righe appresso riportate costituiscono uno stralcio della lettera inviata a Poe da Thomas il
1° Luglio 1841 (si veda anche più sotto riguardo la replica di Poe).
107
MIO CARO SIGNORE: — Lʹaccluso crittogramma è di un mio amico (il Dott.
Frailey), il quale pensa che possa confonderVi. Se lo decifrate, allora Voi siete
un mago, poiché egli ha usato, come io penso, la più raffinata arte nel
comporlo.
Il Vostro amico,
F. W. THOMAS.
£ 7i A itagi niinbiiit thitvuiaib9g h auehbiif b ivgiht itau
gvuiitiif
4 t$bt2ihtbo £iiiiadb9 iignit£d i2 ta5ta whbo ttbibtiii†it9 A iti ifXhti 4
ithtt
i‡ bnniathubii iSt b eaovuhoSu vtt7diboif * iti nihd6Xht
na3ig an choo$ht u‡tnvotigg2 iibtvo$if b Eaovu£avg iinoht$h7 niau
iti vtheiigbo iit6 A itagi t7iitig h fifvti iti gvugidviti bubodbub9 A
tiiiiaditiavg nbttg iStavi fvuhiiu £thnhiti niiiit8 † bni 4 iiiu£$i ht
d£bo evodbiSa ‡ nbiivihiti uavtib£g ibei —it dbuvo$if ia niafvti
uvgtvnvobi buai9g uii iti £giSv9 i2 gvuiiti A uu iiubisg ibg tai —it
iStavi tbvgi iti itiui A i2 intiuiiibo taovutg an dvaihfh¶ iavitbog ¶f a
ititvghbgight ittauh$h7g ht t7eiigb9bo £iiitavigi47.
Questo cifrato è stampato esattamente come lʹabbiamo ricevuto, con
lʹeccezione che abbiamo sostituito, per motivi di convenienza, in alcuni casi,
dei caratteri che abbiamo nellʹufficio, ad altri che non abbiamo.
Naturalmente, poiché tali caratteri sono stati sostituiti tutti, il crittogramma
non è mutato.
A giro di posta abbiamo inviato la soluzione al Sig. Thomas; ma, poiché il
cifrato è estremamente ingegnoso48, noi ci asteniamo dal pubblicare la sua
47
Il cifrato qui visibile replica quello che si legge sul Grahamʹs con solo due correzioni
negli spazi: la parola ʺifXhtiʺ (XI della II riga) appare lì come un sintagma: ʺif X htiʺ, e lo
stesso vale per ʺi‡ʺ (III della III riga) che nella Rivista è: ʺi ‡ʺ...; bisogna poi sottolineare che
il messaggio è stato stampato con due sviste che si notano solo dopo essere ricorsi al testo
in Inglese — si veda Addendum II — dello stesso Poe (che esaminò di certo uno scritto più
corretto): la parola ʺuiiʺ (IV dellʹVIII riga, probabilmente ʺyetʺ) non si legge in quella
soluzione, e così accade per ʺaʺ (XIV della IX riga, che era evidentemente ʺAʺ = ʺofʺ).
48
Come sarà evidente dal successivo Addendum (e parimenti con lʹesercizio di decifrazione
del messaggio) il cifrato prevede al solito una frase-chiave, ma anche lʹambivalenza nella
corrispondenza tra questa e lʹalfabeto: in vari casi, infatti, bisogna non rendere una lettera
108
traduzione qui, e preferiamo testare la capacità dei nostri lettori di risolverlo.
Daremo un abbonamento annuale alla Rivista, ed anche un abbonamento annuale al
Saturday Evening Post, a qualunque persona, o piuttosto alla prima persona, che ci
leggerà questo enigma. Non abbiamo alcuna aspettativa che verrà letto; e,
pertanto, dovesse il mese passare senza che giunga una risposta, forniremo la
chiave per il cifrato, e di nuovo offriremo un abbonamento annuale alla
Rivista ad ogni persona che lo risolverà con la chiave.
Nel timore che il tenore delle nostre osservazioni sulla crittografia possa
fraintendersi, e soprattutto che la natura della nostra sfida possa essere
erroneamente interpretata49, cogliamo lʹoccasione per fare riferimento alla
nostra Recensione di ʺRitratti di persone dalla vita illustre di Franciaʺ del
signor Walsh, pubblicato nel numero di Aprile della rivista. M. Berryer, il
ministro francese, è lì detto aver dimostrato il più elevato ingegno nella
soluzione di un cifrario indirizzato dalla duchessa di Berri ai legittimisti di
Parigi, ma del quale aveva trascurato di fornire la chiave. Che Berryer abbia
scoperto essere questa la frase: ʺLe gouvernement provisoireʺ. Che sotto
questa frase lʹalfabeto fosse stato collocato, lettera per lettera; e così quando
sʹintendeva una a veniva scritto l, quando si doveva capire b le si sostituiva
una e, e così via nel seguito. Questa specie di crittogramma è giustamente
considerata molto ostica. Abbiamo avvertito, tuttavia, che ci saremmo
impegnati a leggerne uno qualunque di questo genere; ed a questa limitazione i
nostri corrispondenti devono attenersi. Per esserne certi, dicemmo, nel nostro
osservando la riga alfabetica in basso ed individuando la corrispondente sulla riga-chiave
in alto, ma procedere in senso contrario e partire da quella in alto per scegliere il carattere
contrapposto della riga alfabetica in basso, oppure anche applicare ad libitum lʹuna o lʹaltra
delle corrispondenze (nel dettaglio — escludendo le lettere c, k, l, m, p, q, r, w, x, y e z che
non sono presenti nella frase-chiave — sono prese dallʹalto al basso le corrispondenze per
a, b, e, f, g, h, o e v; dal basso allʹalto quelle per n, s, t ed u; infine talvolta in uno e talvolta
nellʹaltro senso quelle per d ed i); la frase che troviamo alla fine del capoverso (ʺ... any
person who shall solve it with the keyʺ) vuole far notare proprio che il decifratore non
termina il suo impegno una volta individuata la frase-chiave, perché deve ancora
procedere per logiche combinazioni a definire varie delle parole del messaggio.
49
Come si comprende anche dal seguito, e forse riferendosi ad una lettera esprimente tali
riserve precedentemente ricevuta da Poe (forse anche da parte del Signor ʺE. St. J.ʺ poco
appresso citato), lʹAutore vuole allontanare ogni impressione di facilità nel risolvere gli
enigmi e quindi di assoluta genialità e superiorità rispetto al resto del genere umano; il
rinvio agli Sketches (si veda quanto esposto sopra in nota al riguardo) è appunto relativo al
cartello di sfida.
109
ultimo numero, che ʺlʹumano ingegno non può costruire50 un cifrario che lo
stesso umano ingegno non possa comprendereʺ; ed infatti non vogliamo,
proprio ora, ergere noi stessi, unici, a giudici dellʹʺumano ingegnoʺ
universale. Noi non proponiamo di risolvere tutti i cifrari. Che possiamo, o
non possiamo, fare ciò è questione per un altro giorno: un giorno nel quale
avremo più tempo libero di quanto possiamo mai sperare oggi di disporne. Il
più semplice crittogramma richiede, per la sua soluzione, impegno, pazienza
e molto tempo51. E ci atteniamo comunque ai limiti del nostro cartello di
sfida. È vero che nel tentare la disamina di quello del Dr. Frailey abbiamo
superato questi limiti di molto; ma siamo stati attirati dal provare a leggerlo
per il deciso modo nel quale è stato espresso un parere52 che non abbiamo
potuto esprimere.
E. St. J. osserverà che il suo cifrato include tutte lettere dellʹalfabeto naturale.
Allora (ammettendo che esso sia un cifrato del tipo proposto) la sua frasechiave deve contenere tutte lettere dellʹalfabeto naturale. In tal caso nessuna
lettera della frase può stare per più di una dellʹalfabeto ed il tutto non sarebbe
niente più di un semplice cifrario nel quale i caratteri naturali sono
rappresentati, invariabilmente e rispettivamente, da quelli stabiliti. Ma
secondo questa supposizione non dovrebbero trovarsi parole come ll, &c.:
50
Il ʺconstructʺ è però ʺconcoctʺ nel primo intervento: Secret Writing.
Il tempo necessario per risolvere i crittogrammi precedenti — almeno per quanto può
constatare una persona non esperta — è grossomodo: due-tre ore per leggere il primo
inviato da S. D. L., tre-quattro per il secondo, ma circa otto, o più, ore per decifrare quello
del Dottor Frailey dato lʹaccennato doppio impegno prima per individuare la frase-chiave
e poi per ʺindovinareʺ le giuste corrispondenze nelle due direzioni; ed in effetti è possibile
percepire chiaramente tale aggiuntiva difficoltà proprio dal testo autografo (RCL-303) che
Poe sottopone allʹepistola del Thomas, e scrive a matita fra le righe del cifrato del Dottor
Frailey, nel quale si legge un abbozzo di decifrazione interrotto da vari ʺillegibleʺ dovuti in
parte proprio alle polivalenze (si comprende anche quanto già sospettato: che il testo
stampato, come si vedrà più sotto, contiene errori non presenti nel crittogramma inviato
per lettera).
52
Evidentemente lʹespressione: ʺIf you decipher it, then are you a magicianʺ che nella
lettera autografa è però: ʺIf you decipher it, then you are a magicianʺ; nella missiva (RCL304) si legge infatti: ʺSo you will set me down ʹ ʹa magicianʹ ʹ if I decipher your friend’s
cryptograph. No sooner suggested than doneʺ (ed il Thomas si scuserà a stretto giro di
posta con le parole, poco sotto tradotte: ʺThe uncommon nature of this article, of which I
gave you not the slightest hint, made me express to you my strong doubts of your ability
to make the solutionʺ).
51
110
parole viste nel crittogramma53. Quindi, il suo cifrato non è entro i limiti
prescritti: Q. E. D.54 Noi non diciamo che non possiamo risolverlo, ma che non
ne faremo il tentativo. Questo per le ovvie ragioni sopra indicate.
P. S. Abbiamo appena ricevuto la lettera qui acclusa dal Sig. Thomas, che ne
contiene una del Dott. Frailey:
WASHINGTON, 6 luglio, 1841.
MIO CARO SIGNORE,
Questa mattina ho ricevuto la Vostra di ieri, che decifra il ʺcrittogrammaʺ che
Vi ho inviato la scorsa settimana, del mio amico, il Dottor Frailey. Voi
chiedevate55 che ottenessi dal Dottore un riconoscimento della Vostra
soluzione. Ho appena ricevuto lʹallegato da lui.
Il Dottor Frailey mi aveva sentito dire che Voi avete decifrato una lettera che
il nostro reciproco amico, Dow56, scrisse in seguito ad una Vostra sfida lʹanno
scorso, nella mia abitazione della Vostra città, quando la corrispondenza in
53
Che però non ci è noto (con ʺllʺ e ʺ&c.ʺ si intendono le usuali abbreviazioni grafiche).
Ovvero: ʺquod erat demonstrandumʺ (ʺCome era da dimostrareʺ), motto diffuso
universalmente ed originante dallʹespressione greca: ʺὅπερ ἔδει δεῖξαιʺ (ed in modo un poʹ
più letterale: ʺsicut erat demonstrandumʺ), molto usata da Euclide, ma anche da
Archimede, Tolomeo ed altri; qui Poe vuole ancora una volta sottolineare che è soltanto
nel caso gli si proponga questo tipo di crittogramma — basato su un solo alfabeto-base —
che egli si impegna a risolvere ogni enigma propostogli (nella lettera RCL-304 si legge
infatti: ʺThe truth is, that Dr Fraley’s cryptograph is inadmissible as such, because it
cannot be readily decyphered by the person to whom it is addressed, and who possesses
the keyʺ; segue lʹintento di predisporre un premio per la sua decifrazione).
55
Naturalmente nella missiva contenente la soluzione inviata da Poe il giorno 5 Luglio
1841, come in specie qui e poco sopra precisato; infatti nella missiva — che reca però la
data del 4 — si legge il motivo della sua richiesta: ancora il timore che egli venga preso per
un imbroglione (ʺAs I mean to publish it this month, will you be kind enough to get from
his own hand an acknowledgment of my solution, adding your own acknowledgment, in
such form that I may append both to the cipher by way of note. I wish to do this because I
am seriously accused of humbug in this matter — a thing I despise. People will not believe
I really decipher the puzzlesʺ).
56
Jesse Erskine Dow (1809-1850), scrittore, giornalista ed editore, risulta aver ricevuto da
Poe una lettera, in data 24 Giugno 1839, riguardo la pubblicazione dellʹarticolo ʺSketches
from the Log of Old Ironsidesʺ, edito sul Burton’s Gentleman’s Magazine tra il Luglio
seguente e lʹAprile del 1840.
54
111
cifra di Aaron Burr57 fu argomento della nostra conversazione. Voi avete riso
di ciò che definiste banale artificio di Burr e diceste che potevate decifrare
qualsiasi simile crittografia facilmente. Per metterVi alla prova allʹistante,
Dow si è ritirato in un angolo della stanza, ed ha scritto una lettera in cifra,
che Voi avete risolto in un tempo molto più breve di quello che lui ha
impiegato a comporla.
Poiché il Dottor Frailey è sembrato dubitare della Vostra abilità tanto quanto
è ampia la mia fiducia in essa, quando il Vostro articolo sulla ʺScrittura
Segretaʺ apparve nellʹultimo numero della Vostra Rivista, glielʹho mostrato.
Dopo averlo letto, ha rimarcato che pensava potesse confonderVi e
lʹindomani mi ha consegnato il crittogramma che ho trasmesso a Voi. Non mi
ha detto la chiave. Lʹinsolita natura di questo scritto, della quale Vi ho dato
non il più lieve indizio, mi ha fatto esprimere a Voi i miei forti dubbi sulla
Vostra capacità di trovarne la soluzione. Confesso che la Vostra soluzione,
così rapidamente e correttamente compiuta, mi ha sorpreso. Mi rallegro di
vivere in unʹetà nella quale non si crede nella magia nera, poiché, digiuno
come sono di ogni conoscenza di crittografia, dovrei essere arrestato come
mandante del reato, e, anche se io la facessi franca, è certo che Voi avreste da
affrontare la morte e, ahimé! temo di dovervi assistere.
Il Vostro amico,
F. W. THOMAS.
Egr. Edgar A. Poe.
WASHINGTON, 6 luglio, 1841.
CARO SIGNORE,
mi fa piacere confermare che la lettura, del Sig. Poe, del crittogramma che ho
dato a Voi pochi giorni fa per la consegna a lui è corretto. Sono il più stupito
57
Aaron Burr (1756-1836) fu politico di successo tanto da divenire Vice Presidente degli
Stati Uniti (1801-1805) con Thomas Jefferson, ma poco dopo (1807-1808) venne accusato di
alto tradimento (aveva intenzione di divenire sovrano del Messico), quindi processato ed
infine dovette espatriare; vari dei messaggi che inviava per comunicare con i suoi alleati e
simpatizzanti erano appunto in cifra e, decriptati, divennero elementi a suo carico.
112
per questo, dato che... [omettiamo il resto della lettera, poiché esso entra in
dettagli che darebbero ai nostri lettori qualche indizio sul cifrario58].
Come sempre, Vostro, &c.,
CHAS. S. FRAILEY.
Egr. F. W. Thomas.
ADDENDUM II — SCRITTURA SEGRETA
Il dieci di agosto, una lettera indirizzataci da un gentiluomo che aveva
assunto il nom de guerre di Timotheus Whackemwell, è stata recapitata in
questʹufficio, da Baltimora. Ha incluso un cifrario e dice: ʺse Voi riescite con
questo Vi stimerò perfetto in questa arteʺ. Pensando che nella chirografia
avessimo riconosciuto la mano di un nostro amico, il Sig. J. N. McJilton, di
Baltimora, gli abbiamo risposto a giro di posta, con la soluzione desiderata. Il
Sig. McJilton sembra, comunque, non fosse il corrispondente. La soluzione
dice così:
ʺQuesto esempio di scrittura segreta Vi viene inviato per la decifrazione. Se
riescite nel divinare il suo significato, crederò che Voi siete dello stesso ceppo
di Old Nickʺ59.
Il Sig. Whackemwell, chiunque o qualunque cosa sia60, riconoscerà questa
lettura essere corretta.
58
È questo il ʺriconoscimentoʺ, da pubblicare appunto prima possibile, desiderato da Poe;
la soluzione invece, come già accennato, verrà edita solo dopo più di un mese, ossia nel
numero di Ottobre del Grahamʹs con lʹarticolo che segue: appunto lʹAddendum II.
59
Timotheus vuole intendere che Poe potrebbe risolvere il suo enigma solo possedendo
poteri sovrannaturali: ʺvecchio Nicʺ è infatti altra denominazione del diavolo; usato già
alla fine del ʹ600, di origine incerta, è collegato talvolta a Niccolò Machiavelli (si veda, ad
esempio: ʺThe Mirror of Literature, Amusement, and Instructionʺ, vol. XXXIII, n.ro 942,
London, Saturday 30th March 1839, pagg. 206-207).
60
Whackemwell pare significare ʺprovale beneʺ (whack them well), nel senso probabile di:
ʺtentale tutte [ché tanto è inutile]ʺ.
113
Il cifrato inviato tramite il Sig. F. W. Thomas dal Dott. Frailey, di Washington,
e decifrato da noi, anche a stretto giro di posta, come dichiarato nel nostro
numero di Agosto, non è ancora stato letto da uno qualsiasi dei nostri
innumerevoli lettori. Adesso accludiamo la sua soluzione, insieme a tutto il
resto di quella lettera del Dottore, della quale abbiamo mostrato solo un
frammento nel numero di Agosto61.
SOLUZIONE.
In una di quelle peripatetiche girovagazioni ho ovviato un contadino che ho
sottoposto a catechetica interrogazione rispetto alle nosocomiche
caratteristiche dellʹedificio cui mi ero approssimato. Con una volubilità non
congelata dai frigorifici poteri della villatica timidezza, ha eiettato una
voluminosa replicazione dallʹuniversale tenore dei contenuti della quale ho
dedotto la susseguente amalgamazione di eterogenei fatti. Senza dubbiezza
unʹincipiente pretensione è atta a terminare in una finale volgarità, come
parturienti montagne sono state fabulate di produrre muscupulari aborti.
Lʹistituzione del soggetto delle mie osservazioni, non è stato senza causa il
tema delle effimere colonne del quotidiano giornalismo, e dellʹentusiastiche
encomiazioni nellʹintercorso conversazionale62.
61
Il riferimento è alle righe iniziali della stessa lettera — del 6 Luglio 1841 — che si
leggono alla fine dellʹAddendum I (è da notare che sul Grahamʹs, come qui, lo stesso testo è
edito con caratteri talvolta diversi e comunque con differente punteggiatura).
62
Brano composto in maniera comprensibile (malgrado lʹosservazione successiva di Poe:
ʺthe nonsensical character of the phraseology employedʺ) ed interessantemente costruito
(praticamente tutti i vocaboli utilizzati derivano dalla cultura classica: ʺκατήχησιςʺ per
ʺ[corretto] discorsoʺ, ʺpraetendoʺ per ʺdichiaroʺ, la citazione dellʹArs Poetica di Orazio [v.
139: ʺParturient montes, nascetur ridiculus musʺ] e molto altro ancora), e che significa, più
palesemente: ʺIn una delle mie lunghe passeggiate ho incontrato un contadino che ho
cortesemente interrogato sullʹaspetto da ospedale dellʹedificio al quale mi ero avvicinato
[evidentemente il George Washington University Hospital, presso le rive del Potomac].
Con una verbosità non annullata dalle raggelanti capacità della timidezza campagnola ha
emesso un mucchio di suoni, dal generico suono delle sue parole ho intuito il successivo
miscuglio di bizzarre espressioni. Senza dubbio una parola normale allʹinizio è adatta a
diventare alla fine una parolaccia, come si racconta delle montagne con le doglie che
partoriscono feti di topolini. La stesura dellʹargomento di queste mie riflessioni non a caso
è stato oggetto delle giornaliere pagine dei quotidiani, e di entusiaste lodi nelle discussioni
mondaneʺ.
114
La chiave per questo cifrato è come segue: Ma scopri questo e mi arrendo.
La lettera allegata, comunque, dal Dott. Frailey, mostrerà i mezzi usati da lui
per ostacolare la lettura. Arbitrari caratteri sono stati inseriti per sostituire
intere parole. Quando prendiamo questa circostanza in considerazione, con
altri fatti menzionati nella lettera, e consideriamo anche lʹinsensato genere
della fraseologia impiegata, saremo maggiormente capaci di apprezzare
lʹestrema difficoltà dellʹenigma.
WASHINGTON, 6 luglio, 1841.
Caro Signore,
mi fa piacere confermare che la lettura, del Sig. Poe, del crittogramma che ho
dato a Voi pochi giorni fa per la consegna a lui è corretto.
Sono il più stupito per questo, dato che per varie parole da due, tre e quattro
lettere un distinto carattere è stato usato per ciascuna a prevenire la
comptensione di alcune di quelle parole, a causa della loro frequente
ripetizione in un crittogramma di qualche lunghezza, ed applicandole ad
altre parole. Ho usato anche un distinto carattere per le finali tion e sion, e
sostituito, in ogni parola dove fosse possibile, alcuni dei caratteri ai quali si
allude sopra. Dove la stessa parola con due di quelle combinazioni63
occorreva frequentemente, le lettere della frase-chiave ed i caratteri sono stati
alternativamente usati, per aumentare la difficoltà.
Come sempre, Vostro, &c.
CHAS. S. FRAILEY
63
Qui la parola ʺlettersʺ è tradotta con ʺcombinazioniʺ per rendere più chiaro il senso
dellʹespressione, che intende: ʺquando in parole uguali [o simili] sono inseribili due[=gli]
stessi caratteri speciali [quelli che sostituiscono appunto ʺtionʺ o ʺsionʺ etc.] uno di essi è
reso talvolta con le corrispondenti lettere della frase-chiaveʺ; i casi non sono molti e
riguardano: ʺorʺ per frigorific/abortions, ʺasʺ per has/was, ʺatʺ per alcune finali in -ate/ated, poi ʺinʺ e ʺtionʺ (ed in vero non complicano di molto il percorso della decifrazione).
Stranamente il Dottor Frailey non accenna affatto alla già accennata inversione, come alla
ambidirezionalità, della scelta tra le lettere della frase-chiave e quelle della riga alfabetica;
tale variazione, è invece il reale, notevole, ostacolo alla comprensione del cifrato. Essa è
così schematizzabile: le lettere a, b, e, f, g, h, o e v hanno lʹequivalente nel carattere loro
sottoposto sulla riga della frase chiave; n[2], s[1], t[4] ed u[3] sono invece considerate su
questʹultima e hanno il loro equivalente sulla riga alfabetica: n con 2 lettere diverse, s, t con
4 ed u con 3; infine le lettere d ed i vengono prese talvolta sullʹuna e talvolta sullʹaltra riga,
valendo rispettivamente f oppure g/q ed h oppure e/j/r/t/w.
115
ALLʹEGR. F. W. THOMAS64
64
Il procedimento per giungere alla soluzione è quello già esposto nei casi precedenti; vi è
in più la constatazione che i caratteri utilizzati nel cifrato sono 34: 8 simboli, 8 numeri e 18
lettere (4 sono le maiuscole: A, E, S e X, mancanti: c, j, k, l, m, p, q, r, w, x, y e z), dunque
più delle 26 dellʹintero alfabeto, così da pensare che gli 8 numeri, o gli 8 simboli, o siano
stati usati come parti superflue o fuorvianti oppure abbiano un significato differente. Si
notano parole da 1 lettera: ʺAʺ, ʺhʺ, ʺ4ʺ e ʺbʺ; queste, ma forse solo ʺhʺ e ʺbʺ, possono
equivalere in Inglese a ʺIʺ o ʺaʺ, e la sequenza ʺh auehbiif bʺ fa pensare alla usuale sintassi
soggetto-verbo-complemento e dunque alle equivalenze ʺhʺ=ʺIʺ e ʺbʺ=ʺaʺ. Lʹesame delle
parole da tre (10 casi) fa concludere che ʺitiʺ (6 occorrenze) è lʹarticolo ʺtheʺ, che la ʺuʺ di
ʺitiuiʺ è ʺmʺ o ʺrʺ o ʺsʺ, ma più probabilmente la prima, dato che la parola ʺbubodbub9ʺ =
ʺama..a.axʺ/ʺara..a.axʺ/asa..a.axʺ conduce ad ʺamalgamaxʺ e dunque a ʺuʺ=ʺmʺ, ma anche a
ʺoʺ=ʺlʺ ed a ʺdʺ=ʺgʺ, con la finale ʺ-boʺ=ʺ-alʺ e la parola ʺingʺ=ʺhasʺ; tra quelle da due, che la
ʺaʺ di ʺanʺ può essere la ʺoʺ di ʺofʺ, ʺonʺ o ʺorʺ. Lʹanalisi delle finali delle parole da almeno
4 lettere (12 volte in ʺ-gʺ, 6 in ʺ-oʺ, 5 in ʺ-fʺ, 4 in ʺ-9ʺ e 3 in ʺ-uʺ) fa identificare la ʺgʺ per ʺsʺ
mentre la parola ʺu‡tnvotiggʺ pare terminare in ʺlessʺ o ʺnessʺ; non porta a molto invece la
ricerca delle finali in ʺ-tion[s]ʺ, ʺ-ing[s]ʺ, ʺ-er[s]ʺ ed ʺ-edʺ. Si nota ora che ʺintiuiiiboʺ =
ʺe.hemeeealʺ fa pensare a ʺnʺ=ʺpʺ, mentre ʺbnniathubiiʺ = ʺapptoiimaeeʺ suggerisce un
ʺappro..ma.eʺ che come minimo fornisce lʹidentità ʺiʺ=ʺrʺ; inoltre ʺitauʺ=ʺthomʺ/ʺehomʺ
sarebbe ʺwhomʺ con ʺiʺ=ʺwʺ, così che ʺithttʺ=ʺwrihhʺ/whirrʺ/whirhʺ non darebbe che
ʺwhichʺ con ʺtʺ=ʺcʺ. Proseguendo nellʹapplicazione delle corrispondenze fin qui ipotizzate
si avranno successivamente: ʺtbvgiʺ=ʺca.seʺ/ʺha.seʺ/ʺra.seʺ e perciò ʺcauseʺ con ʺvʺ=ʺuʺ,
ʺbnniathubiiʺ = ʺappro..a.eʺ e quindi ʺappro.imateʺ ed infine ʺapproximateʺ con ʺtʺ=ʺxʺ,
considerando la ʺiʺ equivalente ad ʺeʺ (non ʺrʺ o ʺwʺ) in ʺgvugidvitiʺ si leggerà
ʺsumse.ue..ʺ/ʺsubseque..ʺ e come minimo ʺuʺ=ʺbʺ e ʺdʺ=ʺqʺ, ʺfvuhiiuʺ=ʺ.umieeyʺ/ʺ.ubieeyʺ e
con ʺeʺ=ʺtʺ ʺdubietyʺ giungendo a ʺfʺ=ʺdʺ e ʺ-ifʺ=ʺ-edʺ, ʺauehbiifʺ=ʺob.ia.edʺ e ʺobliatedʺ od
ʺobviatedʺ con ʺeʺ = ʺlʺ/ʺvʺ ma ʺeʺ=ʺvʺ (osservando nella frase-chiave che si sta formando
un significativo ʺgi.eʺ in corrispondenza di ʺstuvʺ), ʺniafvtiʺ=ʺp.oduceʺ e cioè ʺproduceʺ o
ʺproductʺ con ʺnʺ=ʺrʺ, ʺvtheiigboʺ=ʺu.iv..salʺ darebbe ʺuniversalʺ con ʺtʺ=ʺnʺ e ʺiʺ=ʺeʺ ma
anche ʺiʺ=ʺrʺ; vedendo in ultimo nella frase-chiave un ʺbutfi.dth..ʺ in corrispondenza di
ʺabcdefghi..ʺ avremo ʺbut find theʺ con ʺnʺ=ʺfʺ e ʺniauʺ=ʺfromʺ; la frase-chiave sarà ora, per
conseguenza: ʺbutfindthatoutandigiveitonʺ, o meglio: ʺbutfindthisoutandigiveitupʺ dato
che la ʺaʺ del cifrato sembra equivalere soltanto ad una ʺoʺ; si è potuto già notare che in
alcuni casi (quelli già sopra segnalati) le equivalenze sono non univoche e polidirezionali.
Si può a questo punto indagare con qualche certezza su quale valore assumano simboli e
numeri e, dopo qualche riflessione, si potrà concludere che: ʺt7eiigb9bo=ʺ.xversaxalʺ sarà
ʺconversationalʺ con ʺ7ʺ=ʺonʺ e ʺ9ʺ=ʺtionʺ, ʺeaovuhoSuʺ=ʺvolubilxyʺ e perciò ʺvolubilityʺ
con ʺSʺ=ʺitʺ, ʺ£giSv9ʺ=ʺxstitutionʺ darà ʺ£ʺ=ʺconʺ/ʺdeʺ/ʺinʺ/ʺproʺ ma è da scegliere ʺinʺ per
ʺEaovu£avgʺ=ʺxolumxousʺ ed infine ʺvoluminousʺ; procedendo, anche in maniera al solito
=ʺiʺ, ʺ†ʺ=ʺisʺ, ʺ‡ʺ=ʺasʺ, ʺ—ʺ=ʺbeʺ,
combinatoria, si otterranno le restanti equivalenze:
ʺ¶ʺ=ʺanʺ, ʺ$ʺ=ʺatʺ, ʺ*ʺ=ʺbyʺ, ʺ2ʺ=ʺheʺ, ʺ3ʺ=ʺweʺ, ʺ4ʺ=ʺtoʺ, ʺ5ʺ=ʺsoʺ, ʺ6ʺ=ʺorʺ, ʺ8ʺ=ʺsionʺ, ʺAʺ =
ʺofʺ ed infine ʺXʺ=ʺifʺ. Il controllo finale del cifrato fornirà le incongruenze segnalate sopra,
e molte altre; lo schema corretto (gli errori sono in grassetto e solo ʺEaovu£avgʺ [IX parola
116
ADDENDUM III — SCRITTURA SEGRETA
Lʹallegata lettera, di un gentiluomo del quale davvero seriamente rispettiamo
le capacità, è stata ricevuta, sfortunatamente, in un momento troppo tardo
per apparire nel nostro numero di Novembre:
CARO SIGNORE:
Forse dovrei scusarmi nel sottoporVi ancora un argomento sul quale Voi
avete così abilmente discettato, e che si potrebbe supporre in questo
momento sia quasi esaurito; ma poiché sono stato molto interessato dagli
articoli sulla ʺcrittografiaʺ che sono apparsi sulla Vostra Rivista, penso che
Voi vorrete scusare la presente inserzione di alcune osservazioni. Della
scrittura segreta sono stato praticamente competente per diversi anni, ed ho
constatato, sia nella corrispondenza che nella tenuta di privati memorandum,
della IV riga] è corretta in ʺeaovu£avgʺ; con la diversa sottolinea sono le parti che vengono
segnalate come ʺillegibleʺ, o non definite, dallo stesso Poe ovvero da lui errate il 1° Luglio
1841 in RCL-303; da notare anche la parola ʺitagiʺ che vale sia ʺthoseʺ [IV della I riga] che
ʺwhoseʺ [VII della V riga]):
In one of those perpaettc circumrotations i obviated a rustic whom I
£ 7i A itagi niinbiiit thitvuiaib9g
h auehbiif b ivgiht itau
subjected
gvuiitiif
to catachetical interrogation respecing the nosoco ital characteristcs of the
4 t$bt2ihtbo
£iiiiadb9
iignit£d i2 ta5ta whbo ttbibtiii†it9 A iti
edifice to which I
ifXhti 4 ithtt
was approximate with a volubility uncongealed by the
i‡ bnniathubii iSt b eaovuhoSu vtt7diboif * iti
frigorific powers of fillatic bashfulness he ejaculated a voluminous
nihd6Xht
na3ig an choo$ht u‡tnvotigg 2 iibtvo$if b eaovu£avg
replication from the universal tenor of whose contents I deduce the subsequent
iinoht$h7
niau iti vtheiigbo iit6 A itagi t7iitig h fifvti iti gvugidviti
amalgamation of heterogeneous fachs without dubiety incipient pretension is apt
bubodbub9
A tiiiiaditiavg nbttg iStavi fvuhiiu £thnhiti niiiit8
† bni
to terminate in final vulgarito as parturient mountains have been fabulated to
4 iiiu£$i
ht d£bo evodbiSa ‡ nbiivihiti uavtib£g ibei —it dbuvo$if ia
produce muscupular abortions yet the institution the subject of my remarks
niafvti uvgtvnvobi buai9g
uii iti £giSv9
i2 gvuiiti A uu iiubisg
not been without cause the theme of the ephemereal columns of quotidian
tai —it iStavi tbvgi iti itiui A i2 intiuiiibo taovutg an dvaihfh¶
journals and o enthusiastsic encomiations in conversational intercourse.
iavitbog ¶f a ititvghbgight ittauh$h7g
ht t7eiigb9bo
£iiitavigi.
117
has
ibg
il frequente beneficio delle sue particolari virtù. Posseggo così una raccolta di
pensieri, sentimenti ed eventi — una storia della mia mentale esistenza, cui
potrei riandare e, con lʹimmaginazione, ricostruire le passate gioie, e
nuovamente vivere con le andate esperienze —, sicuro con convinzione che il
magico rotolo serba una storia per il mio occhio soltanto65. Chi non ha mai
desiderato un tale confidente?
La crittografia è, davvero, non solo oggetto di semplice curiosità, ma è di
generale interesse, poiché ha sempre costituito un ottimo esercizio per lo
sviluppo mentale, ed è di grande importanza pratica in varie occasioni: — per
lo statista e per il generale, — per lo studioso e per il viaggiatore, — e, potrei
non aggiungerlo?, ʺultimo ma non ultimoʺ, per lʹamante. Ciò che può essere
così piacevole tra le traversie di lontani amanti, come una segreta
comunicazione tra loro delle loro speranze e paure, — in disparte dai severi
sguardi di qualche vecchia zia o, come potrebbe accadere, di un perverso e
crudele guardiano? — un billet doux66 che non tradirà la sua missione, anche
se intercettato, e che ʺnon può narrare alcuna storiaʺ se perso, o (ciò che
talvolta accade) se sottratto al suo violato nascondiglio.
Nella soluzione dei vari cifrati che sono stato sottoposti al Vostro esame, Voi
avete esibito una capacità di analitico e sintetico ragionamento che non ho
mai visto eguagliata; e la sorprendente abilità che Voi avete dimostrato —
particolarmente nel decifrare il crittogramma del Dott. Charles J. Frailey —
varrà, penso, ad incoronarVi re dei ʺsegreto-lettoriʺ. Ma, nonostante ciò, io
reputo la Vostra opinione, che la costruzione di un reale crittogramma è
impossibile, non sufficientemente motivata. Quegli esempi che Voi avete
pubblicato certamente non sono stati di quel tipo, come Voi avete pienamente
provato. Non sono stati, inoltre, sufficientemente accurati poiché, ove la
chiave era una frase (e di conseguenza lo stesso carattere veniva impiegato
per lettere diverse), diverse parole sarebbero state formate con i medesimi
65
Lʹespressione, appropriata al crittologo: ʺthe magic roll has a tale for my eye aloneʺ è
proverbiale, dato che il ʺmagico rotoloʺ, ovvero il libro degli incantesimi o delle parole
segrete, scritto in ʺunknown charactersʺ, è riservato al ʺwizardʺ: lo stregone, che detiene
una sapienza a tutti gli altri ignota ed è il solo a poterlo comprendere.
66
Dal Francese ad intendere ʺbiglietto dʹamoreʺ, che la donna si celava in seno; espressione
utilizzata larghissimamente, è per esempio in The Rape of the Lock (I,118 e II,41) di
Alexander Pope, ma anche in Loss of Breath e The Spectacles dello stesso Poe.
118
simboli67. Il senso poteva poi solo essere desunto dal contesto, e questo
sarebbe dipeso da una probabilità — generalmente di alto grado, lo ammetto
— ma non proprio da una positiva certezza. No, unʹeventualità potrebbe
facilmente immaginarsi, nella quale la più importante parola della
comunicazione, ed una dalla quale il senso dellʹintero messaggio dipendesse,
avrebbe una così equivoca natura che la persona per il beneficio della quale
esso fosse stato concepito non potrebbe, anche con lʹaiuto della sua chiave,
scoprire quale di due molto diverse interpretazioni sarebbe quella corretta. Se
necessario, ciò può essere facilmente dimostrato; così, per esempio,
supponete che una signora debba ricevere dal suo fidanzato una lettera,
scritta in cifra, contenente questa frase: ʺ4 5663 967 268 26 3633ʺ, e che a e n
fossero rappresentati dal numero 2, — e m e r dal 3, — i dal 4, — l dal 5, — o, s
e v dal 6, — u dal 7, — w dallʹ8, — e y dal 9; un veloce esame mostrerà che
quella frase potrà essere o ʺtʹamo ora come non maiʺ, oppure ʺora non tʹamo
piùʺ68. Come ʺassolutamente ammutolenteʺ, ʺper dirne il menoʺ; ed ancora,
diversi dei cifrati che Lei ha pubblicato hanno richiesto un più grande
numero di lettere da rappresentarsi con un solo carattere di qualunque si
trovi nellʹesempio davanti a noi69. È evidente, poi, che questo non è un
sistema molto conveniente, poiché sarebbe appena più utile di una serratura
senza la chiave, o con una che non sʹadatta alle sue scanalature.
67
Che è quanto appunto si evince dalla chiusa a Secret Writing (ed in specie al capoverso
iniziante con: ʺE. St. J. will observe that his cipher includes every letter of the natural
alphabetʺ).
68
Pare che né Tyler né Poe (a parte ogni ipotesi che si tratti della medesima persona)
abbiano fatto caso che, effettuando le varie possibili sostituzioni, si avranno non solo le
frasi risultanti dal testo: ʺI love you now as everʺ oppure ʺI love you no moreʺ, ma almeno
anche ʺI lose you now as everʺ: ʺTʹho perduto ora come non maiʺ, e ʺI lose you now no
moreʺ: ʺTʹho perduto ora non piùʺ (che ha ugualmente significato opposto alla sua
precedente); le due espressioni che seguono: ʺpositively shockingʺ e ʺto say the least of itʺ,
almeno per la presenza del virgolettato, del tutto slegate dal contesto sembrano parimenti
riproporre la precedente antitesi.
69
Il frammento di cifrario a sostituzione appena presentato fa stimare che le 26 lettere
dellʹalfabeto inglese siano rappresentate dalle 10 cifre e quindi che per ognuna di esse
siano previste mediamente 2,6 equivalenze con 2 o 3 lettere (malgrado per 8 numeri se ne
elenchino solo 14 e non almeno 20); nei precedenti crittogrammi pubblicati sul Grahamʹs
(SDL1, SDL2 e Frailey) il massimo numero di equivalenze è rispettivamente di 4 (ʺiʺ), 4 (ʺiʺ
ed ʺrʺ) e 6 (ʺiʺ).
119
Io penso, comunque, che ci sono vari metodi con i quali un geroglifico possa
formarsi, il significato del quale sarebbe perfettamente ʺnascostoʺ; e fornirò
uno o due esempi di quello che considero tale. Un metodo che ho adottato
per il mio stesso privato uso è uno del quale sono soddisfatto ed è di tale
natura, poiché non può eventualmente essere risolto senza lʹausilio della sua
chiave, e questa chiave, con la quale soltanto può essere aperto, esiste solo
nella mia mente; allo stesso tempo è così semplice che, con la pratica di esso
che ho fatto, io ora lo leggo, e lo scrivo, con altrettanta naturalezza di quella
che ho delle lettere inglesi. Siccome io non desidero fornirlo qui, sono stato
costretto a ricorrere ad un altro metodo, che è più complicato. Tramite un
CRITTOGRAMMA, intendo: una comunicazione che, pur se chiaramente
compresa per mezzo della sua propria chiave, non può eventualmente essere
senza di essa. Per la maggior parte delle persone, che non hanno molto
riflettuto sullʹargomento, un articolo scritto in cifra semplice (col che
significo: con ogni lettera uniformemente rappresentata da un singolo
distinto carattere) apparirebbe essere un impenetrabile mistero; e senza alcun
dubbio immaginerebbe che, più complicato è il metodo per costruire tale
cifrario, più insolubile — per usare unʹespressione chimica — sarebbe
lʹenigma, poiché così molto minore sarebbe la probabilità di scoprire la sua
chiave. Questa molto naturale conclusione è comunque erronea, poiché è
fondata sulla supposizione che debba prima ottenersi il possesso della chiave
in modo da rimuovere la difficoltà, — ma non è questo il caso70. Lo sviluppo
del ragionamento impiegato nel risolvere una ʺscrittura segretaʺ non ha la
minima relazione con la forma o lʹaspetto dei caratteri usati, ma pertiene
semplicemente alla loro successione, e ad una comparazione di parole nelle
quali le stesse lettere occorrono. Con questi mezzi qualunque cifrato di questa
natura può essere svelato, come lʹesperienza ha pienamente dimostrato. Un
metodo molto sicuro per evitarne lʹanalisi sarebbe applicare il cifrario
semplice a parole scritte al contrario e contigue. Questo, immagino, potrebbe
essere definito un perfetto crittogramma, almeno per la mancanza degli
spazi, e di conseguenza, per lʹimpossibilità di comparare le parole,
renderebbe completamente perplessa la persona che tentasse di scoprire il
suo nascosto apporto, ma poi, con lʹausilio della chiave, ogni lettera
divenendo nota, le parole potrebbero facilmente essere separate ed invertite.
70
Inoltre, nellʹesempio appresso riportato i caratteri che sostituiscono le lettere sono segni
speciali o paragrafematici, dunque difficilmente collegabili ad unʹespressione in lingua,
semmai ad una sequenza di tipi ben nota (ad esempio al compositore di una tipografia).
120
Fornisco un breve esempio di questo metodo, e mi sentirei molto gratificato
dalla Vostra opinione sulla possibilità di leggerlo71.
,†§:‡][,?‡),[¡¶?,†,)¡,§[¶ ,:¶![§(,†§¡║(?¡?,**( ¡(
[,¶*.¡[§¡¶§¡¶]¿,†§[?(§[::(†[.║(*;(║(,†§¡‡[*:,]!¶†
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§
),?║*]?,§§(! ¡(,†§†[‡!)*][ :?]║72
71
Il cifrato — che è definito dal suo Autore del tipo semplice: a sostituzione — non viene
qui reso in completa conformità allʹoriginale del Grahamʹs, nel quale è su poco più di 3
righe e mezza, ma è comunque ricopiato fedelmente (per quanto possibile, essendo molto
incerta la stampa e da considerarsi edito con immancabili imprecisioni); la sua soluzione è
facilitata dalle due indicazioni fornite dallo stesso Tyler: 1) le parole sono contigue e
dunque non separate dagli spazi, e 2) esse (e non, pare, lʹintero testo) sono scritte al
contrario, ovvero da destra verso sinistra. Il conteggio dei simboli fornisce un totale di 24,
numero che fa intendere unʹimprobabile presenza nel breve messaggio di quasi tutte le
lettere dellʹalfabeto ed una più probabile di polivalenze; i simboli più frequenti — e fra i
quali cercare le lettere più utilizzate in Inglese: ʺeʺ, ʺtʺ ed ʺrʺ, poi ʺi, ʺoʺ, ʺaʺ, ʺnʺ, ʺsʺ etc. —
sono vari: 23 volte ʺ,ʺ, 23 ʺ§ʺ, 19ʺ¡ʺ, 19 ʺ(ʺ, 18 ʺ†ʺ, 17 ʺ[ʺ, 15 ʺ¶ʺ e 15 volte ʺ?ʺ.
72
Per iniziare è bene cercare di definire la presenza dellʹarticolo ʺtheʺ; a questo fine è
sufficiente cercare se vi sono ripetizioni di tre determinati simboli, e si vedrà subito che
ʺ,†§ʺ è presente ben 7 volte. Effettuando le sostituzioni di queste tre lettere si leggono
alcune significative successioni: ʺ,†§?(║*][§¡ʹ¡,:,,†§ʺ = ʺeht/......t...e.e/ehtʺ induce a cercare
parole del tipo ʺe.e.....ʺ (ovvero: eden-edema, elegant-elegy, emend-emendate-emendation,
enemy-energetic-energy-enervate, ere-, eterne-eternity, even-ever-every, ewe-ewer,
execrate-exerciting, eye) ed a definire ʺ:ʺ e ʺ¡ʺ come consonanti; esaminando i gruppi da
due lettere (nella speranza che valgano ʺisʺ, ʺofʺ, ʺinʺ, ʺatʺ etc.) e procedendo per successive
esaustive combinazioni (ʺ,†ʺ,ʺ†§ʺ, ʺ§:ʺ etc.) si trova che vari sono quelli che compaiono
almeno tre volte e che lʹunico in qualche modo interessante può essere ʺ§(ʺ: forse ʺtaʺ = ʺatʺ
ovvero ʺtiʺ = ʺitʺ; la sequenza ʺ]?,§§(!¡(,†§†[ʺ = ʺ..ett..../eht/h.ʺ fa sperare vi sia la parola
ʺ..atte..ʺ o ʺ..otte..ʺ, ma forse meglio la prima considerando la serie ʺ§(,†§ʺ = ʺt./ehtʺ che
risulterebbe ʺat theʺ; sostituito a questo punto ʺ(ʺ con ʺaʺ si può procedere sperando di non
trovare subito smentite a tale ipotesi, ma anzi nuovi utili suggerimenti. In effetti
guardando alle neoinserite ʺaʺ si notano ʺ( ¡(ʺ = ʺa...aʺ, ʺ(†¡(,ʺ = ʺaH.aEʺ e ʺ,§§(! ¡(,†§ʺ =
ʺetta...a/eht/hʺ che fanno azzardare per ʺ¡(ʺ = ʺnaʺ e ʺ ¡(ʺ = ʺdnaʺ, ossia ʺanʺ e ʺandʺ; le
equivalenze ʺ¡ʺ=ʺnʺ e ʺ ʺ=ʺdʺ sono certo utili a continuare ma al solito non certe (in
particolare la prima, dato che la ʺnʺ in Inglese è piuttosto frequente mentre nel cifrato ne
troviamo solo 3, ma forse per una polivalenza). In ambedue i casi comunque traiamo
elementi per ipotizzare che: ʺ¶¡†§¶║,* (†¡(ʺ = ʺ.nht..e.ahnaeʺ sarà ʺ../with-both/have/an/...ʺ,
mentre ʺ?,§§(! ¡(,†§†ʺ = ʺ.etta.dnaehthʺ sarà ʺ.atte.../and/the/....hʺ; si immaginerà perciò che:
ʺ¶ʺ= ʺiʺ/ʺoʺ, ʺ║ʺ=ʺwʺ/ʺbʺ (ma si dovrà concludere per ʺiʺ e ʺwʺ dato che la sequenza
ʺ║(*;(║(,†§ʺ = ʺ.a..a.aehtʺ, cioè ʺa.a..a.../theʺ suggerirà ʺaway/theʺ) e ʺ*ʺ=ʺvʺ (la serie ʺ?,* *( ¡(ʺ
121
Non dovesse questo essere considerato perfetto73 (nonostante io sospetti
confonderebbe anche lʹingegnoso Editore nello svelare il suo significato),
fornirò un altro metodo più sotto, che posso dimostrare deve esserlo, e se avrò
successo penso che Voi mi renderete giustizia con lʹammettere che ʺlʹumano
= ʺand/davve.ʺ suggerirà dagger, dapper), poi anche che ʺ!ʺ di ʺ.atte...ʺ sia
ʺbʺ/ʺfʺ/ʺlʺ/ʺmʺ/ʺpʺ/ʺrʺ (battel/battery, fatter, latten-latter, matter, patten-patter, ratten) ma
meglio che ʺ?ʺ possa tranquillamente stare per ʺrʺ vista anche la sua frequenza.
Osservando ora la serie ʺ,†§[?(§[ʺ = ʺeht.rat.ʺ si vedrà che può valere ʺtheʺ seguito da ʺ.tar.ʺ
che sarà ʺbtarbʺ, ʺctarcʺ, ʺdtartʺ etc., ed infine ʺstarsʺ con ʺ[ʺ=ʺsʺ; si assegnerà anche la ʺoʺ e
non solo, perché la serie ʺ[ :?]║ʺ = ʺsd.r.wʺ indurrà a leggere ʺwor.dsʺ ed infine ʺworldsʺ
indicando anche ʺ:ʺ = ʺlʺ (confermata, e non solo, da ʺ::(†[ʺ = ʺllahsʺ e perciò ʺshallʺ); a
questo punto, trovate le corrispondenze più significative, la decifrazione, dopo molte ore,
può dirsi conclusa, mancando da identificare soltanto alcuni simboli e tra le lettere rimaste
da assegnare, cioè — in ordine di frequenza nellʹInglese — c, f, u, m, p, y, v, b, k, q, x, j e z:
ʺ‡ʺ (che ricorre ben 11 volte) sarà la vocale ʺuʺ (ʺ,†§:‡][,?),[¡¶ʺ = ʺehtl.oser..esniʺ, ovvero
ʺthe/reso.l.ʺ, non può essere che ʺthe/soul/se.ure/in/.....ʺ con ʺ)ʺ = ʺcʺ), ʺ†[¶?‡]:*¡¶ʺ =
ʺhsiruol.inʺ dà ʺfluorish/inʺ e dunque ʺ*ʺ = ʺfʺ (7 evenienze), ʺ!ʺ di ʺ.atterʺ è ora da scegliersi
tra ʺbʺ, ʺmʺ e ʺpʺ e ʺ ,:¶![§(ʺ = ʺ.eli.s/taʺ ossia ʺs.ile./atʺ fa preferire la ʺmʺ (7 evenienze), ʺ ʺ è
ʺxʺ in ʺ,)¡,§[¶ ʺ ovvero ʺecnetsi.ʺ = ʺxistenceʺ (con una evidente lacuna), ʺ::(†[.║(*;(║(,†§ʺ =
ʺllahs.waf.awaehtʺ è ʺshall/faw./awa./theʺ con ʺ;ʺ = ʺyʺ, ʺ ʺ sarà ʺkʺ per ʺ.nisʺ = ʺsinkʺ, ʺ ʺ
non può essere che ʺbʺ in ʺtu.ʺ = ʺbutʺ, ʺ¿ʺ può solo essere ʺpʺ in ʺ.ointʺ ed infine ʺ.ʺ e ʺ ʹ ʺ
resteranno insoluti e rappresentati qui appresso da ʺ?ʺ.
73
Ed infatti non lo è: è ben decifrabile; quanto alle sospettate polivalenze, appena oltre il
crittologo ribadirà la regola ʺthat cannot be a proper cryptograph, in which a single
character is made to represent more than one letterʺ. La stampa, comunque, è riuscita
piuttosto male, specie perché vi si contano molti dei soliti errori di composizione; essendo,
come già detto, un breve estratto da unʹopera nota: il Cato, si potrà correggere quanto è
incoerente od incomprensibile. La decifrazione del brano reca infine il seguente risultato:
ʺeht/luos/eruces/ni/reh/ecnetsix/elims/ta/eht/nwarn/reggad/dna
seif?n/stni/tniop/eht/srats/llahs/?waf/yawa/eht/nus/fleomih
worg/min/htiw/egah/na/erutan/knis/ni/sraey/tub/uoht/tlahs
hsiruolf/ni/latromi/htuoy/truhnu/ima/eht/raw/fo/stn?nele/eh
t/kcerw/fo/rettam/dna/eht/hsumc/fo/sdlrow";
invertendo lʹordine delle lettere per ogni parola si ottiene (errati in grassetto corsivo):
"the/soul/secure/in/her/xistence/smile/at/the/nrawn/dagger/and/
n?fies/ints/point/the/stars/shall/faw?/away/the/sun/himoelf/
grow/nim/with/hage/an/nature/sink/in/years/but/thou/shalt/
flourish/in/imortal/youth/unhurt/ami/the/war/of/elen?ents/th
e/wreck/of/matter/and/the/cmush/of/worlds";
il brano del Cato (Atto V, Scena I, 25-31)è: ʺThe soul, secure in her existence, smiles/At the
drawn dagger, and defies its point./The stars shall fade away, the sun himself/Grow dim
with age, and nature sink in years./But thou shalt flourish in immortal youth,/Unhurt
amidst the war of elements,/The wreck of matter, and the crush of worldsʺ.
122
ingegnoʺ ha escogitato ʺun cifrario che lʹumano ingegno non può risolvereʺ.
Desidero essere distintamente compreso: la comunicazione segreta di sopra, e
quella seguente, non sono intese dimostrare che Voi avete promesso più di
quanto Voi possiate mantenere. Non afferro il guanto. La Vostra sfida, sono
felice di testimoniarlo, è stata più che ampiamente ricambiata. È meramente
per una Vostra fortuita osservazione che io mi trovo adesso coinvolto, ed il
mio scopo è dimostrare che, malgrado corretto possa essere genericamente,
esso non è tale universalmente74.
Ciò in accordo con una parte della mia precedente definizione: che non può
esservi un vero crittogramma nel quale un singolo carattere sia posto a
rappresentare più di una lettera. Consentiamoci per un momento di vedere
quale sarebbe il risultato se ciò fosse ribaltato, — cioè se più di un cifrario
venisse usato per una singola lettera. Nel caso ogni lettera fosse rappresentata
da due differenti caratteri (usati alternativamente o a caso), è evidente che
mentre la certezza di leggere tale composizione correttamente, con lʹaiuto
della chiave, non sarebbe affatto diminuita, la difficoltà della sua soluzione,
senza quellʹaiuto, sarebbe enormemente aumentata. Questo allora è un
approccio alla formazione di un cifrario segreto. Se, ora, il numero dei
caratteri fosse esteso a tre o quattro per ogni lettera, potrebbe dichiararsi con
accettabile certezza che una tale scrittura sarebbe ʺsegretaʺ. O, per portare un
caso estremo, una comunicazione potrebbe costruirsi nella quale neanche due
caratteri fossero uguali! Qui qualunque ragionamento verrebbe del tutto
stravolto, poiché evidentemente non ci sarebbero elementi di comparazione; ed
anche se parole per una mezza dozzina fossero note esse non fornirebbero
74
Ad intendere — come viene precisato subito appresso — che, anche se un cifrario
apparisse perfetto nel suo complesso, sarebbe pur sempre imperfetto se contenesse delle
polifunzionalità. Riassumendo: il Crittogramma è stato definito ʺa communication which,
though clearly ascertained by means of its proper key, cannot possibly be without itʺ; è un
reale Crittogramma quando ʺeach letter [is] uniformly represented by a single distinct
characterʺ; il ragionamento atto a giungere alla sua decifrazione si fonda su due fattori:
ʺrefers simply to their [i.e.: charactersʹ] succession, and to a comparison of words in which
the same letters occurʺ ed il precedente cifrato cerca di evitare la riconoscibilità e quindi la
comparabilità delle parole; subito appresso si ribadisce che ʺcannot be a proper
cryptograph, in which a single character is made to represent more than one letterʺ; ancora
oltre il crittografo ripete che ʺall reasoning would be entirely baffled, as there would
evidently be no objects of comparisonʺ; dirà infine che ʺI will immediately forward you its
keyʺ.
123
alcun indizio sul resto. Qui, allora, è un completo non plus75 allʹinvestigazione,
e siamo giunti ad un perfetto crittogramma. Poiché, finché un qualunque
simbolo dato stesse se non per una lettera della chiave, ci potrebbe essere se
non una soluzione singola e definita; e così entrambe le condizioni della mia
definizione sono pienamente soddisfatte76. Nel seguente esempio di questo
metodo, ho impiegato il Romano77 maiuscolo, minuscolo e maiuscoletto, con i
loro vari capovolgimenti, imponendomi lʹimpiego di 130 caratteri, con una
media di cinque per ogni lettera. Ciò è per ʺavere una certezza doppiamente
certaʺ, poiché sono sicuro che, vi fosse una media di soli tre caratteri per ogni
lettera, una tale scrittura sarebbe già esageratamente segreta. Se Voi sarete
così gentile da dare al mio cifrato un posto nella Vostra interessante Rivista,
immediatamente Vi invierò la sua chiave78. Sperando che Voi non rimarrete
dispiaciuto per la mia tediosa lettera,
sono rispettosissimamente il Vostro,
W. B. TYLER.
ALLʹEGR. EDGAR A. POE.
75
Il ʺnon plusʺ rimanda ovviamente allʹespressione usata da Poe in A Few Words on Secret
Writing.
76
Ovvero, appunto: polifunzionalità ed incomparabilità; il perfetto crittogramma è
dunque non il ʺrealeʺ crittogramma, o ʺsimple cipherʺ, che prevede un cifrario di base nel
quale ogni carattere corrisponde ad una sola lettera, ma un sistema di più cifrari che
consentano di utilizzare diversi caratteri per una sola lettera, per soddisfare in ultimo le
due condizioni di segretezza appena espresse. È inutile dire che il seguente cifrato, nella
distinzione tra tipi di caratteri, ricorda il metodo di Sir Francis Bacon; oltre allʹovvio
ricorso alla chiave, lʹelevato numero di simboli usati richiama anche i 198 presenti nel
supra cit. Richard Chenevix, On a New Method of Secret Writing.
77
Il carattere denominato ʺRomanʺ è il ʺtondoʺ creato in Italia verso il 1465 per essere
impiegato al posto del ʺgoticoʺ, allora predominante, nella stampa dei testi in Latino.
78
Dunque, per lʹautore del cifrario: la chiave è assolutamente necessaria, le parole sono
separate da spazi ma non vi sono combinazioni facilmente confrontabili, gli alfabeti
utilizzati sono evidentemente 6 come i tipi, i caratteri espressi non sono 156 (26x6) ma 130;
si può ipotizzare che: la chiave sia una frase molto lunga o composta da sei diverse, che
nel testo — composto da 669 lettere — una media di circa 5 simboli (669/130) compaiano
ad esprimere la stessa lettera in parole differenti, che una comparazione tra esse porti a
risultati utili pur se in più tempo rispetto ai precedenti cifrati.
124
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.79
La difficoltà che caratterizza il cifrario per frase-chiave, cioè: che gli stessi
caratteri possano trasmettere vari significati, è una difficoltà sulla quale
abbiamo discusso nel nostro primo articolo su questo soggetto, e poco dopo,
più estesamente, in una lettera privata, col nostro amico, F. W. Thomas80.
79
Il procedimento di decifrazione, piuttosto elaborato, è inserito in Appendice; il testo del
crittogramma riporta in rosso tre caratteri inizialmente del tutto equivocati, poi corretti (ʺAʺ
in ʺ ʺ, ʺVʺ in ʺ ʺ e ʺeʺ in ʺ ʺ) solo nel corso del procedimento di decriptazione, il quale
viene descritto così come avvenuto (in un tempo, grossolanamente calcolato, superiore alle
40 ore).
80
Si tratta, naturalmente, di A Few Words on Secret Writing, pubblicato nel Luglio 1841 ma
scritto evidentemente una o più settimane prima, e probabilmente della già cit. RCL-304
pur se non vi si nota una trattazione ʺat greater lengthʺ sullʹargomento in questione (un
accenno ad una conversazione epistolare del genere, ed alle fantastiche capacità di
decriptatore di Poe, si nota nella RCL-332, di F. W. Thomas al Poeta, del 22 Settembre del
medesimo anno).
125
Il crittogramma a frase-chiave è, infatti, interamente inammissibile. Il lavoro
richiesto per la sua elucidazione, anche con la chiave, lo renderebbe, di per sé,
così. Lord Bacon molto propriamente definisce tre principi essenziali della
corrispondenza segreta. È richiesto, in primo luogo, che il cifrato sia tale da
eludere il sospetto di essere un cifrato; in secondo luogo, che il suo alfabeto
sia così semplice come struttura da richiedere se non breve tempo per la
costruzione di unʹepistola; in terzo luogo, che si riveli assolutamente
insolubile senza la chiave — potremmo aggiungere, in quarto luogo, che, con
la chiave, sia prontamente e certamente decifrabile.
Ammettendo, ora, che lʹingegnoso crittogramma proposto dal nostro
corrispondente sia assolutamente quello che egli suppone: impenetrabile,
esso comunque, crediamo, sarebbe inammissibile per il primo punto sopra
stabilito e più ancora per il secondo. Ma della sua impenetrabilità non siamo
affatto sicuri, nonostante che, ad un veloce sguardo, appaia costituire
dimostrazione delle parole dello Scrittore. Nel cifrario a frase-chiave un
arbitrario carattere è talvolta posto a rappresentare cinque, sei, sette, od anche
più lettere. Il nostro corrispondente propone semplicemente di invertire il
procedimento81: — e questa semplice trattazione del caso varrà più a
convincerlo del suo errore che una elaborata disamina, per la quale né egli
avrebbe il tempo, né i nostri lettori la pazienza. In un crittogramma a frasechiave, esattamente come nel suo stesso, ogni scoperta è indipendente, non
necessariamente suggerente alcun indizio per una successiva rivelazione. Né è
lʹidea del nostro amico, sebbene estremamente ingegnosa, eccezionale ed
indiscutibilmente originale per lui (dato che così ci assicura82), originale in sé.
È uno dei numerosi sistemi provati dal Dott. Wallis83 e trovato imperfetto.
81
Ovvero di individuare più lettere che siano rappresentate dal medesimo carattere, ciò
che rinvia al primo cifrato del Tyler, come si deduce dal seguito e, più espressamente, da
quanto oltre scritto da Poe (ʺ...in regard to writing backwards and continuously without
intervals between the words ...ʺ).
82
Qui Poe si riferisce alle parole utilizzate dal Tyler nella lettera trascritta ed inclusa nel
presente articolo, in particolare alla vantata abitudine da parte di lui ad organizzare cifrari
in ordine ad un mero esercizio mentale e non certo nellʹambito di una attività da definire
ʺphilosophicalʺ (aggettivo qui tradotto con ʺeccezionaleʺ, ad intendere: ʺtrascendentaleʺ,
ʺineditoʺ ed appunto ʺoriginaleʺ).
83
Il matematico inglese John Wallis (1616-1703) si dedicò ufficialmente e con notevole
successo alla decifrazione tra il 1643 ed il 1689; un esempio del suo operato si trova nella
Epistolarum Quarundam Collectio (in Id., Operum Mathematicorum, vol. III, Oxoniae 1699),
126
Forse nessun buon cifrario è mai stato inventato che il suo autore non abbia
concepito come insolubile; però, finora, nessun crittogramma impenetrabile è
stato scoperto. Il nostro corrispondente sarà il meno intimorito per questo, è
una nostra affermazione, quando tiene a mente che colui il quale è stato
definito ʺil più saggio del genere umanoʺ — intendiamo Lord Verulam — era
tanto fiducioso dellʹinsolubilità assoluta del suo stesso sistema quanto il
nostro attuale crittografista è del suo. Ciò che abbiamo detto84 dellʹargomento
sul suo De Augmentis era, nel giorno della sua pubblicazione, considerato
irrefutabile. Eppure il suo cifrario è stato ripetutamente risolto. Possiamo
dire, in più, che il più stretto approccio alla perfezione in questa materia è il
cifrario quadrato dellʹAccademia Francese85. Questo consiste in una tavola più
o meno della forma delle nostre normali tavole pitagoriche, dalle quali il
messaggio segreto da trasmettersi è scritto in modo che nessuna lettera è mai
rappresentata due volte dallo stesso carattere. Di mille individui novecento e
novantanove definirebbero subito questo sistema imperscrutabile. È però
ancora suscettibile, in peculiari circostanze, di pronta e certa risoluzione.
Il Sig. T. avrà ancor meno fiducia nelle sue opinioni assunte in fretta su
questo argomento quando lo assicuriamo, per personale esperienza, che
quanto dice riguardo la scrittura inversa ed ininterrottamente senza intervalli
tra le parole... è del tutto errato. Tanto distante dal ʺrendere completamente
perplesso il decifratoreʺ86, esso non pone a questʹultimo alcuna difficoltà,
pagg. 659-672; da notare inoltre la sua dichiarazione (in John Davys, An Essay on the Art of
Decyphering. In which is inserted a Discourse of Dr. Wallis, London 1737, pag. 15): ʺ... I do not
doubt, but there may bee a Cipher so intricate, as may bee beyond the Art of Man to
discloseʺ (la citazione si trova anche in The Cyclopædia, cit., col. 21, che riporta altri stralci
dal precedente Discourse e dalla quale Poe trae il giudizio sui cifrari del tipo in questione:
ʺIt is one of the many systems tried by Dr. Wallis and found wantingʺ).
84
In Addendum I.
85
Della chiffre quarré ovvero chiffre indéchiffrable (questo è tra lʹaltro il titolo di un
opuscoletto sulla Crittografia edito a Parigi nel 1791), non collegata però ad alcuna
Académie Française, parla, ad esempio, lʹEncyclopædia Americana (vol. IV, Carey and Lea,
Philadelphia 1830, s.v. ʺCRYPTOGRAPHYʺ, pagg. 63-64) e come di cosa complessa ma non
del tutto sicura (col. 2: ʺdifficult to be decipheredʺ); la matrice alfabetica quadrata richiama
comunque direttamente i sistemi di Tritemio, Della Porta, Vigenère sopra tutti, e così via
(pur se è da notare che lʹespressione ʺno letter is ever represented twice by the same
characterʺ non è in assoluto esatta, ed è meglio riferibile alle parole che alle singole lettere).
86
Che è quanto afferma, poco prima di presentare il suo primo cifrato, il Tyler stesso: ʺ... it
would utterly perplex the person attempting to discover its hidden importʺ.
127
legittimamente così chiamata — meramente facendogli in qualche misura
perdere la pazienza. Lo rimandiamo alle pagine dellʹ ʺAlexanderʹs Weekly
Messengerʺ, del 1839, dove vedrà che noi abbiamo letto numerosi cifrati del
tipo descritto, anche quando molto ingegnose difficoltà addizionali erano state
interposte. Diciamo, in breve, che dovremmo avere pochi problemi a leggere
quello ora proposto.
ʺQuiʺ, dice il nostro amico, riferendosi ad un altro punto87, ʺqualunque
ragionamento verrebbe del tutto stravolto, poiché evidentemente non ci
sarebbero elementi di comparazioneʺ. Questa affermazione ci assicura che egli
sʹaffatica causa un grande errore nella sua concezione sulle soluzioni di un
cifrato. La comparazione è un grande aiuto indiscutibilmente; ma non un
assoluto essenziale88 nella elucidazione di questi enigmi.
Non abbiamo la necessità di dire, comunque, che questo è un argomento
eccessivamente vasto. Il nostro amico ci perdonerà per non essere entrati in
dettagli che ci condurrebbero... Dio sa dove. Il raziocinare che effettivamente
passa attraverso la mente nella soluzione di anche un solo crittogramma, se
dettagliato passo per passo, riempirebbe un ponderoso volume89. Il nostro
tempo è molto occupato e, nonostante i limiti inizialmente fissati nel nostro
cartello di sfida, ci siamo trovati sopraffatti dalle comunicazioni su questo
argomento; e dobbiamo terminarlo, forzatamente — per quanto
profondamente interessante lo troviamo. A questa risoluzione eravamo
arrivati il mese scorso; ma il calmo e sinceramente ingegnoso ragionamento
del nostro corrispondente ci ha indotti a dire queste poche parole in più.
Stampiamo il suo cifrato con nessuna promessa di tentare la sua soluzione
87
ʺOr, to take an extreme case, a communication might be made, in which no two
characters would be alike! Here all reasoning ...ʺ sono le parole scritte dal medesimo Tyler
che servono a presentare del suo secondo cifrato.
88
Allʹinizio di questo suo caustico commento sui due cifrati di Tyler Poe scrive appunto:
ʺLord Bacon very properly defines three essentials in secret correspondence. It is required,
first, that the cipher be such as to elude suspicion of being a cipher; secondly, that its
alphabet be so simple of formation as to demand but little time in the construction of an
epistle; thirdly, that it shall be absolutely insoluble without the key — we may add,
fourthly, that, with the key, it be promptly and certainly decipherableʺ
89
Cosa assolutamente vera in assoluto, ma che qui sta a dire che il Poeta non vuole certo
passare giorni e giorni a dettagliare il procedimento seguito per risolvere anche uno
soltanto dei due cifrati propostigli.
128
noi stessi — poiché molto ci sentiamo inclini a fare tale promessa — e di
risolverlo. Alcuni dei nostri centomila lettori vorranno, senza dubbio,
raccogliere il guanto gettato; e le nostre pagine saranno aperte a qualunque
comunicazione sul soggetto, che non voglia sciupare le nostre stesse energie
od il nostro stesso tempo.
—————
Nel parlare dei nostri centomila lettori (e possiamo a mala pena supporre che
il numero sia minore), ci siamo ricordati che, di questa vasta massa, uno ed
uno solo è riuscito a risolvere il crittogramma del Dott. Frailey. Lʹonore della
soluzione è, comunque, dovuta al Sig. RICHARD BOLTON, di Pontotoc,
Mississippi. La sua lettera non ci ha raggiunti fino a tre settimane dopo il
completamento del nostro numero di Novembre, nel quale lʹavremmo,
altrimenti, riconosciuto90.
90
Tre sono le occasioni nelle quali Poe e Bolton comunicarono per lettera: la prima (RCL338), datata 4 Novembre 1841, vede questʹultimo che lamenta di non aver notato nel
numero del mese in corso del Grahamʹs alcuna notizia sulla soluzione da lui trovata al
cifrario (il messaggio del Dottor Frailey) proposto nellʹAgosto precedente; la seconda
(RCL-346), del successivo 18 del medesimo mese, è quella che concerne appunto la chiusa
dellʹarticolo ed è di Poe, che scrive di aver appena ricevuto la lettera inviatagli due
settimane prima da Bolton e, scusandosi per quanto successo, promette di pubblicare nel
numero in uscita del Dicembre una nota riguardo la soluzione trovata dal suo
corrispondente nella quale casomai evidenziare anche delle discrepanze nella lettura del
messaggio dovute al solito ad errori di composizione, ed a tal proposito avverte anche che
è inutile si dedichi alla decifrazione dellʹenigma di prossima pubblicazione (probabilmente
il primo del Tyler), usando questa espressione: ʺIt is unnecessary to trouble yourself with
the cipher printed in our Dec. number — it is insoluble for the reason that it is merely
type[d] in pi or something near it. Being absent from the office for a short time, I did not
see a proof and the compositors have made a complete medley. It has not even a remote
resemblance to the MSʺ (e con la ʺstampa in πʺ Poe intende evidentemente evidenziare
lʹirrazionalità del messaggio); la terza (RCL-354), del 10 Gennaio 1842, è la risposta di
Bolton che si scusa per aver replicato dopo tanto tempo e che attende di ricevere il numero
di Gennaio per trovarvi i due cifrati di Tyler ormai corretti per dedicarvisi (e propone poi
un suo sistema basato su quello di Cesare ma con chiave mobile).
129
Appendice: Procedura di decifrazione del secondo crittogramma di Tyler
È necessario premettere che il testo dato alle stampe ha delle caratteristiche
particolari: la composizione dei tipi in 3 diversi stili e sia per dritto che per
rovescio gli ha fatto assumere un aspetto peculiare dovuto al posizionamento
dei caratteri; così, se uno di essi viene capovolto ovviamente la spalla è sopra
lʹocchio e la lettera stampata poggia su una linea più bassa di quella di base,
ovvero dʹappoggio, come risulta invece più alto il carattere Maiuscolo che
parte da questa; ciò da un lato facilita la distinzione tra lettere dritte e
rovesce, ma avrà causato al compositore delle sviste che ostacolano la
decifrazione (la seconda parola della seconda riga: ʺcsVL K Y ʺ, ha il terzo
simbolo che sembra un lambda [ʺ ʺ] capovolto, e così la terza parola della
penultima riga nel quarto: ʺV kVD ʺ, pur se è quasi certo si tratti di ʺAʺ
rovesciate mal riuscite nella stampa); è da osservare poi che — per le
minuscole che hanno dei tratti che scendono sotto la linea dʹappoggio — la
ʺbʺ rovesciata è come la ʺqʺ dritta e la ʺpʺ rovesciata diventa una ʺdʺ dritta;
inoltre nelle maiuscolette — che sono strette tra la linea mediana e quella di
base — ad esempio la ʺNʺ, la ʺXʺ, la ʺZʺ non cambiano aspetto se capovolte.
La procedura che porta alla decifrazione — e che si tenta di far procedere
tramite ipotesi in taluni casi persino azzardate alla ricerca di utili risultati — è
la solita: parte dallʹarticolo ʺtheʺ; dato che è possibile avere 26x25x24=15.600
combinazioni con un solo alfabeto di 26 elementi per una parola da tre lettere
130
tutte diverse, e che con lʹuso di 6 alfabeti, ovvero 156 simboli, si possano
ottenere 3.723.720 combinazioni, si può considerare come articolo ognuna
delle parole formate da 3 caratteri (37 casi) per effettuare confronti tra esse
come anche con le parole da 2 (20 casi); ciò per verificare somiglianze del
tipo: ʺtheʺ-ʺheʺ, ʺtheʺ-ʺtoʺ, ʺtheʺ-ʺherʺ, ʺtheʺ-ʺsheʺ etc.; si noterà che i simboli
più frequenti sono: ʺ ʺ, ʺ ʺ, ʺCʺ ed ʺeʺ, oltre che sono utilmente paragonabili
alcune parole che li contengono: ʺ
oʺ, ʺ Xʺ e ʺ
Oʺ con ʺ ʺ, ma anche
ʺCF ʺ, ʺC ʺ, ʺ CPʺ e ʺ C ʺ, con ʺ
ʺ e ʺ ʺ che sono da porre anche in
confronto con le parole del precedente gruppo. Si può provare ad indicare la
sua presenza in ambedue i gruppi; se ʺ
oʺ fosse il ʺtheʺ avremmo degli
improbabili ʺ ʺ= ʺ.hʺ e ʺ
ʺ=ʺ..hʺ, se fosse ʺ Xʺ avremmo per ora scarsi
risultati eccetto il ʺ ʺ=ʺt.ʺ e forse ʺtoʺ, lo stesso se fosse ʺCF ʺ o ʺC ʺ, ma
con ʺ
Oʺ o ʺ CPʺ (con un ʺ C ʺ=thoʺ o lʹinverso) avremo da un lato e
dallʹaltro due esiti del tipo ʺh..ʺ che potrebbero essere ʺherʺ, ʺhimʺ, ʺhasʺ etc.,
oltre che ʺ ʺ=ʺh.ʺ e con buona probabilità ʺheʺ.
Cʹè da notare che altre parole da 3 lettere si ripetono due volte: ʺ
ʺ,
Lʺ, ʺ IAʺ, ʺ zʺ e ʺ RZʺ ed una almeno può essere realmente un
ʺM Gʺ, ʺ
ʺtheʺ, ma tra le precedenti solo la seconda si presta a qualche comparazione
(ʺ RZ ʺ invece darebbe ʺRVVʺ=ʺh??ʺ); nel caso appunto di ʺM Gʺ=ʺtheʺ (e non
un anche probabile ʺsheʺ) si avrebbero: ʺ
ʺ=ʺtheʺ (o forsʹanche ʺthoʺ) e
ʺ YIʺ=ʺth..ʺ (ossia: ʺthanʺ, ʺthatʺ, ʺtheeʺ, ʺthemʺ, ʺthenʺ, ʺtheyʺ, ʺthinʺ, ʺthisʺ,
ʺthouʺ, ʺthudʺ, ʺthugʺ o ʺthusʺ) con la ʺYʺ che farebbe comunque da vocale e
quasi sicuramente da ʺeʺ (trovandosi in fine alla parola ʺ OTYʺ) riducendo
la scelta per ʺIʺ tra ʺeʺ, ʺmʺ, ʺnʺ ed ʺyʺ.
Passando a considerare le parole di lunghezza inferiore si nota che da una
lettera vi sono 3 casi: ʺBʺ, ʺKʺ e ʺ ʺ, che in Inglese possono essere ognuno: ʺaʺ
o ʺIʺ, oppure (?) ʺoʺ (cosa che fa pensare ad una qualche svista); tra le parole
da due lettere sono confrontabili ʺ
ʺ, ʺ sʺ e ʺi ʺ e, considerando le parole
da 2 ammissibili (che normalmente sono: ʺamʺ, ʺanʺ, ʺasʺ, ʺatʺ, ʺbeʺ, ʺbyʺ, ʺdoʺ,
ʺheʺ, ʺifʺ, ʺinʺ, ʺisʺ, ʺitʺ, ʺmeʺ, ʺmyʺ, ʺnoʺ, ʺofʺ, ʺonʺ, ʺorʺ, ʺoxʺ, ʺsoʺ, ʺtoʺ, ʺupʺ,
ʺusʺ e ʺweʺ) il ʺ
ʺ potrà essere: ʺnoʺ, ʺonʺ, ʺsoʺ o ʺtoʺ, così che con buona
probabilità ʺ ʺ rappresenterebbe ʺoʺ (in: ʺofʺ, ʺonʺ, ʺorʺ, ʺoxʺ o ʺnoʺ); la
sequenza ʺ
CPʺ può assumersi valga ʺto theʺ, e ʺi ʺ stia per ʺatʺ o ʺitʺ, e
ʺ sʺ per ʺofʺ, ʺonʺ, ʺorʺ oppure ʺoxʺ (ma è più probabile un ʺsʺ=ʺfʺ per la
maggior frequenza di ʺofʺ tra le parole da due lettere); si avrebbe anche
ʺ C ʺ=thoʺ, ma ʺ ʺ pare proprio non poter valere ʺoʺ dato che si trova in
131
ultima posizione in varie parole (ʺ JTB Pʺ, ʺQ Pʺ, ʺv
Pʺ e ʺ
Pʺ)
e sarà così unʹaltra ʺeʺ.
Tornando alle parole da tre lettere si può confrontare ʺ
oʺ=ʺh..ʺ con
ʺ
ʺ=ʺt..ʺ e concludere che, se la seconda è un altro ʺtheʺ, la prima vale per
ʺhe.ʺ, e dunque è probabilmente ʺherʺ, e che in tal modo ʺ
OTYʺ diverrebbe
ʺ.he.eʺ ovvero: ʺthereʺ, ʺtheseʺ o ʺwhereʺ (od anche ʺPhebeʺ), con ʺ ʺ=ʺtʺ/ʺwʺ e
ʺTʺ=ʺrʺ/ʺsʺ; oltre a ciò ʺOJ ʺ=ʺr.[t/w]eʺ può essere ʺrate, ʺriteʺ o ʺroteʺ, ma si
ha sempre ʺ ʺ=ʺtʺ, col quale ʺN nJAʺ=ʺth..tʺ ossia ʺtheftʺ, ma ʺnkʺ darebbe ʺe?ʺ
(anche ʺ
ʺ è già degli improbabili ʺaeʺ, ʺieʺ od ʺoeʺ); tornando quindi
indietro alla ʺ ʺ=ʺtʺ/ʺwʺ è bene provare a proseguire con ʺ ʺ=ʺwʺ (sperando
anche nei refusi che si sono trovati nei precedenti crittogrammi e che a
maggior ragione sembrano essere in questo, che è estremamente complesso
quanto alla stampa dei caratteri) leggendo ʺ
OTYʺ come ʺwhereʺ, col quale
si avrebbero ʺOJ ʺ=ʺr.weʺ che può essere solo ʺRoweʺ (il cognome di un
famoso poeta inglese), ma si avrebbe uno strano ʺN nJAʺ=ʺwh?otʺ; a questo
punto è logico ipotizzare che: o è sbagliato quasi tutto il procedimento di
decifrazione, oppure il simbolo ʺ ʺ ha (talvolta?) un valore differente sia da
ʺtʺ che da ʺwʺ, come il ʺ ʺ e probabilmente anche il ʺKʺ (ʺJ Kʺ=ʺo.e.ʺ non
può terminare in ʺ-aʺ, ʺ-iʺ, ʺ-oʺ ma in ʺ-yʺ o comunque consonante) che dʹaltra
parte può essere unʹabbreviazione od indicare unʹelisione, specie nel
linguaggio poetico (ʺoʹerʺ per ʺoverʺ oppure ʺfallʹnʺ per ʺfallenʺ etc.).
Rivelatrici sarebbero le parole ʺT olʺ=ʺ.er.ʺ e ʺV T ʺ=ʺ...ʺ che in comune
hanno la probabile sillaba ʺT ʺ; ora ʺ.er.ʺ può essere letto variamente: ʺgermʺ
(che darebbe ʺ..geʺ con parecchie evenienze), ʺhereʺ, ʺheroʺ ed ʺhersʺ (che
darebbero ʺ..heʺ e soltanto ʺacheʺ), ʺmereʺ (con molti esiti in ʺ..meʺ), ʺserbʺ
(con parecchi in ʺ..seʺ), ʺtermʺ (parimenti in ʺ..teʺ) e ʺverbʺ e ʺveryʺ (idem in
ʺ..veʺ); dʹaltronde ʺRVVʺ può essere ʺebbʺ, ʺaddʺ, ʺoddʺ, ʺbeeʺ, ʺdeeʺ, ʺeggʺ etc.
fino a ʺtooʺ e ʺzooʺ; si può solo affermare che ʺ ʺ sostituisce una vocale.
La parola ʺqdJ ʺ=ʺ...hʺ fa capire che ʺJʺ può essere ʺcʺ, ʺsʺ o ʺtʺ (ʺtʺ è anche il
valore dato al carattere ʺMʺ, ma non è possibile ipotizzare che tra le entità
interne allʹalfabeto di uno dei sei stili non vi siano lettere uguali); purtroppo
un confronto con ʺS J ʺ=ʺf...ʺ non è ancora possibile.
Non trovando altre significative corrispondenze è necessario affidarsi alle più
generiche frequenze, in particolare delle parole da due o tre lettere; tra le
prime le più frequenti in Inglese sono parecchie (ʺofʺ, ʺtoʺ, ʺinʺ, ʺitʺ, ʺisʺ, ʺbeʺ
etc.), mentre tra le seconde prevalgono il già considerato ʺtheʺ ed ʺandʺ; si
132
deve dunque assegnare questo valore alle parole da tre ancora del tutto
ignote per confrontarle con altre e sperare di trovare utili indicazioni.
Se si ipotizza ʺ IAʺ=ʺandʺ allora ʺ YIʺ=ʺthe.ʺ diviene un plausibile ʺthenʺ e
dunque lʹipotesi appena fatta è accettabile; naturalmente anche per ʺeIfʺ si
può fare la medesima ipotesi, così che si avranno ʺ ʺ=ʺaʺ ed ʺeʺ=ʺaʺ, con ʺAʺ =
ʺdʺ e ʺfʺ=ʺdʺ che sembrano utili per procedere nella decifrazione. Con le
nuove identificazioni si ottengono alcuni importanti risultati: ʺs
ʺ=
ʺf....a.tʺ può essere ʺflagrantʺ, ʺflippantʺ, ʺforecastʺ, ʺforemastʺ, ʺfragrantʺ o
ʺfumigantʺ, mentre ʺfjeoʺ=ʺd.arʺ può significare solo ʺdearʺ. Confrontando
ʺs
ʺ con ʺ A
ʺ=ʺ.ade.ʺ (che può essere ʺcadetʺ, ʺfaded/rʺ,
ʺHadesʺ, ʺjaded/rʺ, ʺladenʺ o ʺwaderʺ) si può assegnare a ʺ ʺ, per la maggior
frequenza, la ʺnʺ più che la ʺsʺ e decidere per ʺladenʺ, e ʺ ʺ=ʺlʺ. Proseguendo
nella definizione di ʺs
ʺ (che può dunque essere ʺflagrantʺ,
ʺfragrantʺ o ʺfumigantʺ) si può notare che ʺC ʺ=ʺh..ʺ non può avere per terza
lettera una ʺlʺ od una ʺuʺ, ma una ʺrʺ a formare ʺherʺ (oltre a ʺ ʺ=ʺeʺ), e
dunque ʺs
ʺ starebbe per ʺfragrantʺ con ʺ ʺ=ʺrʺ, ʺ ʺ=ʺaʺ, ʺ ʺ=ʺgʺ e
ʺ ʺ=ʺrʺ (anche qui unʹaltra lettera che si ripete allʹinterno del medesimo
alfabeto: quello delle minuscole capovolte).
Lʹapplicazione (e il controllo per la conferma) delle corrispondenze individuate
fa notare due parole: ʺcE
ʺ=ʺ......ngʺ eʺ UiK ʺ=ʺwo...gʺ; per la prima
è naturale porre ʺ ʺ come ʺiʺ (pur se è possibile anche ʺ-angʺ), per la seconda si
può azzardare — come sopra immaginato — che ʺKʺ sia ʺnʺ.
Lʹapplicazione delle ipotesi appena fatte porta a ʺKʺ=ʺnʺ e ʺKJʺ=ʺnoʺ (appare
ancora più chiaro, dal positivo avanzamento della decifrazione, che alcune
corrispondenze sono corrette ma talvolta incongruenti o forse alcuni simboli
sono polifunzionali), ma evidenzia anche due parole: ʺJ Kʺ=ʺo.enʺ e
ʺXYKS Gʺ=ʺ.en.leʺ; la prima può essere ʺomenʺ, ʺopen, ʺovenʺ o ʺoxen; la
seconda può leggersi ʺgentleʺ o ʺsenileʺ; la ʺ ʺ può avere vari significati (ʺmʺ,
ʺpʺ, ʺvʺ o ʺxʺ), la ʺXʺ può essere ʺgʺ o ʺsʺ ma in ʺ FKXDGfʺ=ʺ..n..edʺ starebbe
meglio come ʺgʺ e ciò viene reso verosimile da ʺ ak
-DIxʺ=ʺ.....-.n.ʺ che
terminerebbe in ʺ-ingʺ (in maniera simile — pur sempre in ʺ-angʺ/ʺ-ingʺ — a
ʺX
TIAXʺ e ʺ U QXʺ; vi è però da tener presente lʹincertezza dovuta alla
scarsa differenziazione tra le varie ʺxʺ: maiuscolette o minuscole se dritte o
capovolte e dunque lʹidentità ʺXʺ=ʺgʺ potrà rivelarsi, almeno talvolta, errata); in
ultimo la ʺSʺ può identificarsi con ʺtʺ e non più con ʺiʺ.
Ancora una volta (come per il precedente ʺN nJAʺ=ʺwh?otʺ) si nota qualcosa di
strano: ʺS IB
lʺ=ʺttn.e.l.ʺ, che può derivare da una svista sulla seconda ʺtʺ,
133
che dovrebbe essere una vocale, e infatti ʺt.n.e.l.ʺ non può essere che ʺtenderlyʺ;
dunque la ʺvʺ rovesciata (che sia minuscola o maiuscola) è da intendere come
ʺeʺ e non ʺtʺ e ciò forse è dovuto proprio alla confusione tra i due stili della
lettera: originariamente in uno sarà stato ʺeʺ e nellʹaltro ʺtʺ. Il controllo di
ʺS IB
lʺ=ʺtenderlyʺ comporta che si applichino le seguenti corrispondenze:
ʺ ʺ=ʺeʺ/ʺtʺ, ʺBʺ=ʺdʺ, ʺ ʺ=ʺrʺ e ʺlʺ=ʺyʺ e se queste porteranno risultati utili si
otterranno, come in precedenza, conferme riguardo il procedimento di
decriptazione. ʺ ʺ=ʺeʺ/ʺtʺ non reca altri risultati; per ʺBʺ=ʺdʺ, che contrasta già
con la parola ʺBʺ che poteva essere ʺaʺ o ʺIʺ (o le abbreviazioni ʺnʺ o ʺoʺ etc.), è lo
stesso: nessun esito rilevante; ʺ ʺ=ʺrʺ evidenzia ʺ
P=ʺ.h.rleeʺ che appare
piuttosto oscuro; infine ʺlʺ=ʺyʺ fornisce però ʺT olʺ=ʺ.eryʺ e cioè ʺveryʺ con
ʺTʺ=ʺvʺ, ʺSP lʺ=ʺt..yʺ che però ha molte soluzioni, ed un ʺlnd Aʺ=ʺye??dʺ senza
significato; la successiva inserzione della ʺvʺ al posto di ʺTʺ dà un bizzarro
ʺLBT hʺ=ʺ?dve?ʺ. In conclusione, le ultime identificazioni appaiono quasi tutte
errate e da non considerare.
Rivedendo le parole già parzialmente rivelate, di nota ʺKM ʺ=ʺ.t.ʺ (cui segue
ʺgentleʺ) che può essere: ʺateʺ o ʺitsʺ (a parte ʺnthʺ o ʺstyʺ); evidentemente però
la seconda parola sembra più adatta e si potrà, con non molte incertezze,
formulare le identità ʺKʺ=ʺiʺ e ʺ ʺ=ʺsʺ; così si noteranno due parole che hanno in
KU
ʺ=ʺ....i..t..nʺ, che sembra
comune il ʺ ʺ in terzultima posizione: ʺX
in ogni caso terminare con ʺ-tionʺ, e ʺKySXt
ʺ=ʺi.t.....nʺ, che pare potersi
leggere ʺintensionʺ, ʺintentionʺ, ʺintrusionʺ o ʺintuitionʺ. Si avranno perciò
almeno le seguenti identità: ʺ ʺ=ʺiʺ, ʺ ʺ=ʺoʺ, ʺyʺ=ʺnʺ e ʺ ʺ=ʺoʺ; si otterranno ora:
un astruso ʺD Yjʺ=ʺ?ieeʺ, ʺyG
U ʺ=ʺn.t..eʺ e ʺdIKyʺ=ʺ..inʺ dalle molte letture
ed infine ʺy ʺ=ʺnoʺ (per inciso, qui basta leggere ʺy fjeo
Pʺ, ovvero
ʺno dear .h.rleeʺ per comporre in breve la frase: ʺ... no, dear Charlesʺ e giungere
ad individuare il testo alla base del crittogramma, che fornisce però solo in
parte il testo qui criptato); riguardo la lettura di ʺKySXt
ʺ si può notare che
ʺ ʺ e ʺXʺ sono anche nellʹaltra parola in ʺ-tionʺ, quindi si segnerà che
ʺ= ʺintX. ionʺ e ʺX
KU
ʺ= ʺX. .i..tionʺ e perciò:
ʺKySXt
"intX. ion" → "X. .i..tion"
1 "intension" → "e.s.i..tion" (2a parola senza senso)
2 "intention" → "e.t.i..tion" ("
"
"
" )
3 "intrusion" → "r.s.i..tion" ("intrusion"-"respiration")
4 "intuition" → "u.t.i..tion" (2a parola senza senso);
ʺ=ʺintrusionʺ e ʺX
KU
ʺ=ʺrespirationʺ si
chiarito che ʺKySXt
può procedere con ʺXʺ=ʺrʺ, ʺtʺ=ʺuʺ, ʺ ʺ=ʺsʺ, ʺ ʺ=ʺeʺ, ʺ ʺ=ʺpʺ, ʺUʺ=ʺrʺ e ʺ ʺ=ʺaʺ.
134
Effettuate le sostituzioni, si hanno: ʺ
Xʺ=ʺh.rʺ cioè ʺherʺ con ʺ ʺ=ʺeʺ (ma
qui si nota che il precedente valore ʺrʺ sopra attribuito a ʺ ʺ è sempre
migliore di ʺeʺ che si lascia valido solo per ʺ
Xʺ che contiene con tutta
evidenza un simbolo errato o comunque diverso e quasi sicuramente il ʺ ʺ
del quale si parla appena sotto), ʺat ʺ=ʺ.uo.ʺ ossia ʺquodʺ (pur con qualche
dubbio), ʺUteʺ=ʺ?uaʺ anchʹesso particolare, così ʺ
j r fʺ = ʺper.e...dʺ che
però suggerisce ʺ ʺ=ʺeʺ, ʺyG dU ʺ=ʺn.t.reʺ che è solo ʺnatureʺ e dunque con
ʺGʺ=ʺaʺ e ʺdʺ=ʺuʺ, infine ʺ UiK ʺ=ʺwor?ngʺ e ʺ S WtBʺ = ʺsta?udʺ errati.
Inseriti i nuovi valori (ʺ ʺ=ʺeʺ, ʺGʺ=ʺaʺ e ʺdʺ=ʺuʺ) senza rilevanti novità, si può
passare ad esaminare le parole più suggestive.
ʺP Fy ʺ=ʺe.r.ngʺ può essere ʺearingʺ od ʺerringʺ, con ʺ ʺ=ʺaʺ/ʺrʺ e ʺFʺ=ʺiʺ, il
che ci fa leggere ʺ FKXDGfʺ=ʺ.ing.edʺ ossia: ʺjingledʺ, ʺmingledʺ, ʺsingledʺ o
ʺtingledʺ, ma sempre con ʺDʺ=ʺlʺ; inseriti ʺFʺ=ʺiʺ e ʺDʺ=ʺlʺ si noterà
ʺVI
MFTVʺ=ʺ....tiv.ʺ che termina evidentemente in ʺ-tiveʺ e dunque avremo
ʺVʺ=ʺeʺ (e ʺRVVʺ=ʺ.eeʺ ma con varie possibili letture della ʺRʺ) ma anche
ʺV T ʺ=ʺe.veʺ che può essere soltanto ʺeaveʺ e dunque con ʺ ʺ=ʺaʺ, col quale
si possono confrontare ʺ HBʺ=ʺa.dʺ (ʺaidʺ, ʺaddʺ o ʺandʺ) e ʺDHBʺ=ʺl.dʺ (ʺladʺ,
ʺledʺ o ʺlidʺ) definendo così ʺHʺ=ʺiʺ, ma ʺ JTB Pʺ=ʺaov???ʺ renderà nulle od
errate le ultime identità (ʺ ʺ=ʺaʺ e ʺHʺ=ʺiʺ).
Ma qui è forse unʹaltra svista, dato che ʺ HBʺ è molto simile a ʺDHBʺ, tanto da
potersi ipotizzare un errore sul primo carattere di una delle due parole, che
avrebbero lo stesso significato; per pura ipotesi si può considerare giusto
ʺDʺ=ʺlʺ perché darebbe ʺDJTB Pʺ=ʺlov...ʺ (quindi altro errore dovuto ad una
indebita inversione del ʺDʺ, come anche in ʺ gTj ʺ=ʺa.verʺ che sarebbe però
ʺloverʺ) e lasciare ʺ ʺ=ʺaʺ perché confermato da ʺV T ʺ mentre in ogni caso
ʺHʺ non varrebbe ʺiʺ. Un controllo però delle parole che contengono ʺDʺ o ʺ ʺ
(ma anche per il caso delle parole da un carattere: ʺBʺ e ʺ ʺ, ed altri) è
auspicabile ed a questo punto giustificato, ma verrà eseguito tra breve;
intanto si ha comunque ʺ UGfʺ=ʺga.edʺ (con ʺUʺ in ʺgʺ, ʺmʺ, ʺpʺ, ʺtʺ o ʺzʺ),
ma il confronto con ʺUteʺ=ʺ?uaʺ non aiuta affatto.
Si possono invece confrontare con qualche risultato ʺqdJ ʺ=ʺ.u.hʺ, che può
essere letta variamente (ʺmuchʺ o ʺsuchʺ oppure ʺbushʺ, ʺgushʺ, ʺmushʺ etc.) ma
che assegna a ʺJʺ i valori ʺcʺ o ʺsʺ, e ʺS J ʺ=ʺfa..ʺ che darebbe, per la ʺJʺ in terza
posizione: ʺfastʺ, ʺfaceʺ o ʺfactʺ; a suggerire una probabile soluzione si ha qui la
possibilità di intuire il senso di una lunga espressione: ʺdIKy
o cE
S J eIf KM XYKS G H it W... ʺ, ovvero: ʺ..in her .....ing face and its gentle
.e.u.. ...ʺ col corsivo ʺ.....ing faceʺ a evidenziare lʹaggettivo seguito dal sostantivo
135
ʺfaceʺ (ben migliore di ʺfactʺ); ciò, con buona certezza, dà: ʺJʺ=ʺcʺ (poteva già
essere ʺcʺ, ʺsʺ o ʺtʺ) e ʺ ʺ=ʺeʺ, così da trovare ʺSP lʺ=ʺt.eyʺ con ʺPʺ=ʺhʺ (più che
ʺrʺ da ʺtreyʺ), ottenendo ʺrPCʺ=ʺ.h.ʺ e ʺQC P ʺ=ʺ..therʺ (dalle parecchie
soluzioni) oltre che ʺqdJ ʺ=ʺ.uchʺ con ʺqʺ=ʺmʺ/ʺsʺ.
Il sintagma ʺ
a F W X
KU
ʺ, ovvero: ʺthe .air. respirationʺ, fa
comprendere che ʺa F Wʺ è un aggettivo, e dato che può essere ʺfairyʺ o
ʺhairyʺ suggerisce le seguenti identità: ʺaʺ=ʺfʺ/ʺhʺ e ʺWʺ=ʺyʺ; ʺaʺ sarà ʺfʺ dato che
ʺTaʺ può valere ʺofʺ/ʺifʺ più che comprendersi come esclamazione (in
OTYʺ=ʺwhereʺ ʺTʺ è ʺrʺ, ma anche qui vi è certamente stata una svista del
compositore, che ha inserito una ʺTʺ maiuscola invece di una ʺTʺ maiuscoletta),
mentre nel probabilmente errato ʺat ʺ=ʺ.uo.ʺ resterebbe uno strano ʺfuo?ʺ;
riguardo ʺWʺ, ʺOGXEWʺ=ʺear..ʺ così diverrebbe ʺear.yʺ e dunque ʺearlyʺ
fornendoci ʺEʺ=ʺlʺ (ma ʺSEBʺ diventa ʺtl.ʺ), mentre in ʺH it Wʺ darebbe ʺ.e.u.yʺ
e perciò ʺbeautyʺ (più che ʺdeputyʺ e ʺpenuryʺ, visto il tono delle espressioni
usate nel brano e dato che precedono appunto le parole: ʺher ... gentle face and
its gentleʺ; ʺiʺ era già ʺaʺ/ʺiʺ mentre ʺ ʺ era stata intesa come ʺaʺ in
ʺs
ʺ=ʺfragrantʺ che è in realtà ʺfrtgrantʺ), ʺFWʺ=ʺ.yʺ poi starebbe per
ʺbyʺ con ʺFʺ=ʺbʺ, infine lʹincerto ʺ S WtBʺ=ʺsta.udʺ diverrebbe ʺstayudʺ e si
potrebbe senzʹaltro meglio leggere ʺstayedʺ, essendo stata utilizzata la ʺtʺ in
luogo della ʺ ʺ che vale ʺeʺ). Effettuate le sostituzioni (ʺaʺ=ʺfʺ, ʺWʺ=ʺyʺ, ʺEʺ=ʺlʺ,
ʺHʺ=ʺbʺ, ʺiʺ=ʺaʺ, ʺ ʺ=ʺtʺ e ʺFʺ=ʺbʺ), e rimasto il dubbio su ʺTʺ=ʺiʺ/ʺoʺ si avranno:
ʺT olʺ=ʺ.eryʺ che sarà ovviamente ʺveryʺ con ʺTʺ=ʺvʺ a conferma di quanto
poco sopra ipotizzato; ʺN AFK Oʺ=ʺwo.dbi.eʺ che può essere solo ʺwoodbineʺ
con ʺ ʺ=ʺoʺ e ʺSʺ=ʺnʺ; ʺCE
SWʺ = ʺhl.wtyʺ che sarà ʺslowtyʺ ovvero ʺslowlyʺ
con ʺ ʺ=ʺoʺ e le sviste sul ʺCʺ in luogo di ʺ ʺ e sul ʺSʺ in luogo di ʺ ʺ; si potrà
infine ipotizzare che ʺeEToY ʺ=ʺ.....usʺ termini in ʺ-ousʺ, ed azzardare che così
sia per ʺTC DYR ʺ=ʺv.....sʺ che ha anchʹessa ʺYʺ in terza posizione da destra, e
quindi con ʺYʺ=ʺoʺ (e ʺRʺ=ʺuʺ).
Con le nuove identità (ʺTʺ=ʺvʺ, ʺ ʺ=ʺoʺ, ʺ ʺ=ʺnʺ, ʺ ʺ=ʺoʺ, ʺYʺ=ʺoʺ e ʺRʺ=ʺuʺ) si
potranno notare: ʺRZ Kʺ=ʺu.onʺ che è ʺuponʺ con ʺZʺ=ʺpʺ e soprattutto
ʺcs L K Y ʺ=ʺ.ft..nooeʺ che sembra proprio essere soltanto ʺafternoonʺ ma
pone il dilemma su quale corrispondenza sia errata tra ʺYʺ=ʺoʺ e ʺ ʺ=ʺeʺ (che
era stata desunta dal confronto tra le parole ʺKySXt
ʺ=ʺintrusionʺ e
ʺX
KU
ʺ=ʺrespirationʺ e sembra sicura); procedendo al controllo di
ʺ=ʺri.d..ʺ ossia ʺrindedʺ (ʺried??ʺ è
tutti i ʺ ʺ si ottiene un plausibile ʺoF A
invece senza senso) ma nientʹaltro di decisivo (potrebbe valere, anche in
questo caso dunque, lʹeventuale svista su stile, o mancato capovolgimento,
136
del carattere) quindi si procede alla sostituzione del solo ʺZʺ con ʺpʺ senza
ottenerne più di tanto.
Dato comunque che la parola ʺA Oi ʺ=ʺd.ea.ʺ può leggersi ʺdreadʺ o ʺdreamʺ
(od anche ʺdrearʺ), possiamo formulare lʹidentità ʺ ʺ=ʺrʺ e con essa si potranno
avere utili indicazioni dalle seguenti due parole: ʺVQ M ʺ=ʺ..ltr.ʺ ha poche
possibili letture ma tutte terminanti in ʺyʺ e ʺTC DYR ʺ=ʺv.r.ousʺ è soltanto
ʺvariousʺ con ʺCʺ evidentemente non maiuscoletto ma minuscolo (ʺcʺ); si
avranno dunque le seguenti identità: ʺ ʺ=ʺyʺ, ʺcʺ=ʺaʺ e ʺDʺ=ʺiʺ; da questʹultima
si possono trarre importanti conclusioni: ʺDRʺ=ʺi.ʺ e seguito da ʺ i ʺ=ʺ.asʺ
suggerirà: ʺit hasʺ, o meglio: ʺit was [early]ʺ (tra lʹaltro ʺitʺ è in genere
considerata la parola che in Inglese è più frequentemente adoperata per dare
inizio ad una frase); inserendo le nuove identificazioni (ʺDʺ=ʺiʺ e ʺ ʺ=ʺwʺ) non
si ottengono esiti di rilievo.
Appare ora più utile, applicata la corrispondenza ʺCʺ=ʺaʺ, tornare allʹipotesi
ʺcs L K Y ʺ=ʺaft..nooeʺ da leggersi ʺafternoonʺ per vedere se se ne possono
trarre spunti interessanti; con ʺLʺ=ʺeʺ e ʺ ʺ=ʺrʺ (a parte ʺ ʺ=ʺnʺ) si ottengono:
lʹassurdo ʺ
Lʺ=ʺshayeʺ (che deve leggersi considerando possibili sviste del
compositore per almeno uno dei caratteri), ʺ
Lʺ=ʺt.eʺ che è per forza di cose
ʺtheʺ (come in ʺ s
Lʺ=ʺof t.eʺ) e ʺ B EmMQʺ=ʺr.al.t.ʺ che è solamente
ʺrealityʺ; con queste nuove identificazioni (ʺ ʺ=ʺhʺ, ʺBʺ=ʺeʺ, ʺmʺ=ʺiʺ e ʺQʺ=ʺyʺ,
ha però il medesimo valore di ʺ ʺ e ciò sembra indicare un errore, tantʹè vero
che si forma ʺQC P ʺ=ʺy?therʺ) si noteranno: ʺcE
ʺ=ʺ.l..hingʺ che può
essere variamente letto ma che ha sempre ʺ ʺ=ʺsʺ, ʺSNBʺ=ʺt.eʺ è evidentemente
ʺtheʺ (come nel caso appena esaminato di ʺ
Lʺ) ed il bizzarro ʺSEBʺ=ʺtleʺ
(che può forse ugualmente leggersi ʺtheʺ); applicando poi le identità ʺ ʺ=ʺsʺ e
ʺNʺ=ʺhʺ non si hanno però grosse novità.
Tra le parole da notare vi è la spezzata ʺb fs-g
ʺ=ʺ.i..f-.owerʺ che si può
leggere ʺwildflowerʺ o ʺwindflowerʺ e dunque suggerisce: ʺbʺ=ʺwʺ, ʺ ʺ=ʺlʺ/ʺnʺ,
ʺfʺ=ʺdʺ e ʺgʺ=ʺlʺ; sostituiti i relativi simboli si trovano: ʺbz L=ʺw.reʺ che offre
diverse letture, ʺA Gbʺ=ʺdrawʺ, ʺat ʺ=ʺfuolʺ/ʺfuonʺ che è evidentemente
errato, come anche ʺ gTj ʺ=ʺalverʺ, e ʺg R E ʺ=ʺli..leʺ che può essere ʺliableʺ o
ʺlittleʺ con ʺRʺ=ʺaʺ/ʺtʺ e ʺ ʺ=ʺbʺ/ʺtʺ; questʹultima parola può essere confrontata
con ʺLCO ʺ che sarebbe ʺearb.ʺ o ʺeart.ʺ ma che è da leggere evidentemente
ʺearthʺ, così che si hanno ʺg R E ʺ=ʺlittleʺ e le corrispondenze ʺRʺ=ʺtʺ, ʺ ʺ=ʺtʺ e
ʺ ʺ=ʺhʺ; si ottengono perciò: ʺRVVʺ=ʺteeʺ, ʺ Rzʺ=ʺst.ʺ ossia ʺstyʺ con ʺzʺ=ʺyʺ,
ʺ
ʺ=ʺt.ʺ e dunque ʺtoʺ con ʺ ʺ=ʺoʺ, ʺ
ʺ=ʺtoʺ, infine ʺ zʺ=ʺsh.ʺ e (con ʺzʺ=ʺyʺ
or ora definito) ʺshyʺ; si trovano anche, però: ʺ D
BR ʺ=ʺri.gletsʺ oppure
137
ʺri.gnetsʺ, ʺlnd Aʺ= ʺyeuldʺ e ʺLQIgmX Rʺ=ʺ...ligetʺ. Queste tre parole rivelano
dei particolari significativi: la prima è evidentemente ʺringletsʺ, con ʺ ʺ=ʺlʺ (ed
uno strano ʺat ʺ=ʺfuolʺ ma anche ʺb fs-g
ʺ=ʺwindf-lowerʺ) e ʺ ʺ=ʺnʺ
(oltretutto è piuttosto difficile distinguere dalla stampa una ʺHʺ maiuscoletta
dritta da una ʺ ʺ capovolta); la seconda, senza senso, è da leggersi forse ʺyouldʺ
(youʹld) o, meglio, ʺwouldʺ; la terza suggerisce una finale in ʺ-lightʺ e dunque
ʺ ʺ sarebbe proprio ʺhʺ. In tal modo ʺ
ʺ diventa ʺ.heʺ e, dal contesto (ʺ...
laden .he various ...ʺ), ʺtheʺ con ʺ ʺ=ʺtʺ. Ne consegue che: ʺ
BL
ʺ=ʺardeetʺ
ma può essere solo ʺardentʺ, fornendo ʺ ʺ=ʺnʺ e non ʺeʺ; ʺcs L K Y ʺ=
ʺafternooeʺ è proprio ʺafternoonʺ; ʺX
KU
ʺ=ʺrespirationʺ diviene ora
ʺrnspirationʺ e ci si può chiedere se sia ʺinspirationʺ con ʺXʺ=ʺiʺ (e non ʺrʺ); il
riesame delle parole che contengono il simbolo ʺXʺ (contando in una svista dato
che ʺiʺ è il valore di ʺ ʺ: il medesimo simbolo ma capovolto) confermano il
valore ʺrʺ (forse la sola parola ʺ
Xhʺ pone un dubbio, poiché offre varie
letture sia come ʺsar.ʺ che come ʺsai.ʺ), ma si può comunque ammettere lʹuso
errato della ʺXʺ in vece della ʺ ʺ in ʺX
KU
ʺ come per altri casi simili;
vi è infine lʹaltra parola spezzata: ʺ ak
-DIxʺ=ʺ.f.er-ingʺ, che può leggersi
soltanto ʺofferingʺ, con ʺ ʺ=ʺoʺ (ma ʺoʺ è il valore di ʺYʺ) e ʺkʺ=ʺfʺ e non ʺnʺ.
A questo punto restano illeggibili varie parole che sono interpretabili però se si
considerano le usuali sviste tra stili ed orientamento dei simboli; ad esempio
lʹapplicazione di ʺ ʺ=ʺoʺ porta a risultati bizzarri: ʺhjF
ʺ=ʺ.ebi.ooosʺ e
ʺ
ʺ=ʺosʺ; riguardo la prima parola può solo pensarsi che la terza ʺoʺ sia in
realtà una ʺuʺ e che la parola termini in ʺ-ousʺ (infatti i valori di ʺRʺ e ʺ ʺ sono
rispettivamente ʺuʺ ed ʺoʺ); riguardo la seconda è invece ipotizzabile che
ʺ ʺ=ʺfʺ/ʺnʺ/ʺrʺ (in ʺ
ʺ=ʺofʺ/ʺonʺ/ʺorʺ) o che ʺfʺ/ʺnʺ/ʺrʺ sia semmai il valore del
carattere ʺkʺ (lʹesatto ma composto poi capovolto), ed infatti si è fissata poco
sopra lʹidentità ʺkʺ=ʺfʺ. Il controllo delle parole contenenti ʺkʺ porta a notare che
ʺnkʺ=ʺefʺ è da leggere invece (non apparendo tale dalla stampa) ʺ kʺ=ʺofʺ (o
almeno così doveva essere per il crittologo), e che ʺV k D ʺ=ʺ.o.tlyʺ è adesso
ʺ.oftlyʺ e dunque ʺsoftlyʺ con ʺVʺ=ʺsʺ, col quale si hanno: ʺVQ M ʺ=ʺs.ltryʺ e
quindi ʺsultryʺ con ʺQʺ=ʺuʺ; ʺiyB DVʺ=ʺandtisʺ, che sembra strano ma è in
effetti un ʺiyB
ʺ=ʺand theʺ mal composto; ʺVF
ʺ=ʺsimeʺ, ugualmente
errato; ʺVI
MFTVʺ=ʺs.oytiveʺ che (lasciando il dubbio sul valore del carattere
rovesciato già sopra espresso) si deve considerare ʺs.or.iveʺ ed è ovviamente
ʺsportiveʺ ma stampato ʺspoytiveʺ con ʺIʺ=ʺpʺ e ʺ ʺ=ʺyʺ (perché, al solito, il
carattere capovolto, in questo caso il maiuscoletto dritto ʺQʺ, avrà il valore ʺrʺ);
utilizzate le identità ʺIʺ=ʺpʺ (anche se la ʺIʺ maiuscoletta dritta è uguale alla
138
capovolta) e, in maniera ormai sicura, ʺQʺ=ʺrʺ si hanno, appunto a conferma
lʹidentificazione tramite il carattere capovolto, le parole: ʺN Qʺ=ʺherʺ e
ʺQC P ʺ=ʺr.therʺ ossia ʺQc P ʺ=ʺratherʺ con ʺcʺ=ʺaʺ.
Tra le parole non del tutto chiare sono da notare: ʺH ZGU ʺ=ʺbrpe.esʺ che
deve intendersi ʺbr.e.esʺ e leggersi per forza ʺbreezesʺ (il ʺ ʺ, il maiuscolo
rovesciato, vale ʺeʺ) con ʺ ʺ=ʺeʺ e ʺUʺ=ʺzʺ, che dà ʺ UGfʺ=ʺgazedʺ (ma anche
uno strano ʺUteʺ=ʺzuaʺ); ʺXDTbjSʺ=ʺgl.we.ʺ che è ʺglowedʺ o ʺglowerʺ, dunque
con ʺTʺ=ʺoʺ (in ʺTaʺ era ʺiʺ/ʺoʺ per ʺifʺ/ʺofʺ ed infatti ʺTaʺ=ʺofʺ) e ʺSʺ=ʺdʺ/ʺrʺ;
OTYʺ=ʺwheoeʺ come già segnalato; ʺ F A
ʺ=ʺ.indowʺ cioè
infine ʺ
ʺwindowʺ, con ʺ ʺ=ʺwʺ (le varie ʺoʺ della stampa sono però a malapena
distinguibili); ʺdIKyʺ=ʺupinʺ è da intendersi ʺspinʺ o, meglio, ʺuponʺ (il ʺ ʺ
maiuscoletto capovolto vale appunto ʺoʺ); ʺLQIgmX Rʺ=ʺ.unlightʺ è
ʺsunlightʺ con ʺLʺ=ʺsʺ.
Si notano inoltre: ʺL
fʺ=ʺsee.edʺ, ossia ʺseemedʺ con ʺ ʺ=ʺmʺ e ʺ f ʺ=ʺdʺ,
ma anche ʺX H Elʺ=ʺgen.lyʺ o ʺgon.lyʺ ma evidentemente ʺgentlyʺ, con
ʺ ʺ=ʺeʺ (e non più ʺoʺ nel dubbio sopra espresso tra ʺtheʺ e ʺthoʺ) e ʺ ʺ=ʺtʺ;
applicate queste ultime identità, si trova ʺ
ʺ=ʺtheʺ.
Scorrendo il testo alla ricerca di spunti, si trovano: ʺQ TBXPeEʺ=ʺueiverealʺ
che si può pensare debba leggersi ʺuniversalʺ perché forse ʺrʺ=ʺnʺ e fissando
ʺPʺ=ʺsʺ; ʺJ Kʺ=ʺo.enʺ sembra da leggere ʺopenʺ esaminando il contesto
C J K
F A
OTYʺ, ossia: ʺto the o.en window
(ʺ
wheoe[=where]ʺ), con ʺ ʺ=ʺpʺ; ʺG Q gʺ=ʺa.tu.lʺ è naturalmente ʺactualʺ,
con ʺ ʺ=ʺcʺ e ʺ ʺ=ʺaʺ; il controllo delle nuove identificazioni dà i seguenti
risultati: per ʺrʺ=ʺnʺ si otterranno letture inaccettabili di alcune parole, per
ʺPʺ=ʺsʺ si avranno ʺP Fy ʺ=ʺsoringʺ che il contesto (ʺDR i OGXEW
P Fy ʺ, ossia: ʺit was early soringʺ) suggerisce come ʺspringʺ con ʺ ʺ=ʺpʺ,
ʺ CPʺ=ʺthsʺ che sarà in realtà ʺtheʺ dato che ʺ ʺ=ʺeʺ, ʺ JTB Pʺ=ʺaoversʺ che
vale ʺloversʺ perché ʺDʺ=ʺlʺ, infine si ottiene uno strano ʺQ Pʺ=ʺrasʺ col ʺ ʺ
ora in esame; per ʺ ʺ=ʺpʺ si ha ʺv
Pʺ=ʺ.ep.yrsʺ che suggerisce
ʺzephyrsʺ con ʺvʺ=ʺzʺ e ʺ ʺ=ʺhʺ (ma evidentemente è, o è da considerare, il
maiuscoletto dritto ʺHʺ); per ʺ ʺ=ʺcʺ si ottiene ʺ
Pʺ=ʺch.rlesʺ ovvero
ʺcharlesʺ che conferma anche ʺ ʺ=ʺaʺ; di ʺvʺ=ʺzʺ e ʺ ʺ=ʺhʺ non si trovano altre
evenienze.
Tra le parole non ancora chiare si hanno ora: ʺDHBʺ=ʺlndʺ che può equivalere
a ʺ HBʺ per la solita svista sullʹorientamento del carattere e dunque è da
intendersi ʺandʺ; ʺhjF
ʺ=ʺ.ebicooosʺ, che sembra terminare in ʺ-ousʺ,
avendo come prima ʺoʺ il ʺ ʺ che capovolto vale ʺiʺ può essere ʺ.ebiciousʺ, che
139
non ha senso ma suggerisce ʺdeliciousʺ con ʺFʺ che varrebbe ʺlʺ (ed infatti tale
valore è del medesimo simbolo ma rovesciato: ʺ ʺ) ma soprattutto ʺhʺ=ʺdʺ; il
simbolo ʺhʺ è, tra quelli rimasti insoluti, piuttosto frequente e spesso in fine di
parola e quindi tale identità è ammissibile, inoltre ʺ hʺ=ʺ.n.ʺ diviene ʺandʺ
(più che ʺendʺ, dal contesto) con ʺ ʺ=ʺaʺ, e ʺ h ʺ=ʺru.eʺ è adesso ʺrudeʺ;
riguardo appunto questo simbolo: ʺ ʺ, e ʺdʺ, che è lʹopposto, cʹè da
aggiungere che difficilmente può valere ʺuʺ nei due casi ed è probabile invece
che siano ambedue di lettere minuscole dritte: ʺpiʺ e ʺdiʺ, o rovesciate: ʺdiʺ e
ʺpiʺ, come del resto accade per ʺqʺ e ʺbʺ); infine ʺeEToY ʺ=ʺa.orousʺ è
ʺamorousʺ con ʺEʺ=ʺmʺ; con questa identità, in particolare, si nota
ʺZ NsME Lʺ=ʺpehf.mesʺ con ʺNʺ=ʺhʺ che è, o dovrebbe essere, il
corrispondente ma capovolto ed identico: ʺ ʺ=ʺrʺ per leggersi ʺperf.mesʺ ed
essere dunque ʺperfumesʺ, con ʺMʺ=ʺuʺ; questa corrispondenza permette di
inserire infine un primo valore in ʺcMrʺ=ʺ.u.ʺ che è però tuttora illeggibile.
Applicate le precedenti identità (e giunti alla definizione di circa 115 simboli
su 130), rimasti in effetti da identificare solo i simboli meno frequenti, con le
parole del crittogramma quasi del tutto rivelate, si può tentare di giungere,
più celermente e con una certa sicurezza, al termine della decifrazione
attraverso il senso delle espressioni.
Si nota che: il sintagma ʺqdJ
QC P
ʺ è ʺmuch ratherʺ, più corretto di
ʺsuch ratherʺ, come conferma anche il successivo ʺlnd Aʺ=ʺyeuldʺ, che è in
realtà ʺwouldʺ come già sopra ipotizzato, e se ne trae la corrispondenza
ʺqʺ=ʺmʺ che rende ʺ T ʺ=ʺmoreʺ; la parola ʺOJ ʺ=ʺroweʺ è in effetti ʺroseʺ,
con ʺNʺ=ʺsʺ e non ʺ ʺ=ʺwʺ (con i due simboli — indistinguibili al maiuscoletto
— uno al dritto ed uno al rovescio, fin qui sostanzialmente equivocati come
sopra avvenuto per ʺcʺ/ʺCʺ come in ʺ ʺ che è da mutarsi in ʺ ʺ), mentre
ʺ FKXDGfʺ=ʺ.ingledʺ è ʺmingledʺ con ʺ ʺ=ʺmʺ (quello che si trova in
ʺ ak
-DIxʺ=ʺmffer-ingʺ che è però ʺofferingʺ con ʺYʺ), dato che la frase
appare essere: ʺladen the various and mingled perfumes of the rose and theʺ;
infatti lo scambio ʺ ʺ=ʺwʺ/ʺNʺ=ʺsʺ è corretto per ʺN nJAʺ=ʺwheotʺ che diviene
ʺsheotʺ ed infine ʺshootʺ (se si dà ʺ ʺ=ʺoʺ al posto di ʺnʺ=ʺeʺ) ma è meglio
come ʺshoneʺ (in origine quasi certamente doveva essere ʺN Vʺ ed infatti
lʹultimo simbolo — a vedere ora meglio la stampa come avviene più sotto per
ʺR Vʺ=ʺteeʺ — è ʺ ʺ=ʺtʺ, non ʺAʺ=ʺtʺ) come per ʺJDMN - U QXʺ=ʺclusterougʺ
che è ovviamente soltanto ʺclusterousʺ con ʺXʺ=ʺgʺ ma che vale ʺsʺ (il
probabile valore del carattere capovolto).
140
Le restanti parole indefinite anche solo in parte sono: ʺ
UHʺ=ʺwarbʺ che è
da comprendersi come ʺwarmʺ (con la capovolta ʺ ʺ=ʺmʺ in luogo della
dritta ʺHʺ=ʺbʺ); ʺXDTbjSʺ=ʺglowe.ʺ che è la voce verbale, al participio passato,
con ʺSʺ=ʺdʺ (e non più ʺdʺ/ʺrʺ); ʺ
Lʺ=ʺshayeʺ che è da intendersi ʺshareʺ
(con ʺQʺ=ʺrʺ); ʺg
E ʺ=ʺlangomrʺ che può essere solo ʺlanguorʺ ed è
errato in maniera poco comprensibile; ʺ
ʺ che è forse meglio ʺasʺ (con
ʺVʺ=ʺsʺ); ʺw V cGXHBʺ=ʺ.essaerneʺ che pare finire in ʺ-ineʺ (con la
corrispondente ʺ ʺ ma capovolta) e da indicarsi (con ʺ ʺ=ʺmʺ in vece di
ʺGʺ=eʺ) in ʺjessamineʺ, con ʺwʺ=ʺjʺ; ʺbGeR hʺ=ʺwaatedʺ che è ovviamente da
intendersi ʺwaftedʺ (e poteva essere in origine ʺbGsR hʺ); ʺaNjm ʺ=ʺfheiaʺ
che dal senso è ʺtheirʺ (con ʺ ʺ=tʺ); anche ʺ crʺ=ʺsatʺ con ʺrʺ=ʺtʺ si trae dal
senso e dal conforto di ʺcMrʺ=ʺ.u.ʺ che diventa ʺ.utʺ e infine ʺbutʺ, con
ʺCMrʺ=ʺbutʺ ed il maiuscoletto (non minuscolo) ʺCʺ=ʺbʺ; dallʹespressione
BL
LpH N nJA at
dIKy
o cE
S J ʺ, cioè ʺardent eun
ʺ
sheot[=shone] fuol upin[=upon] her blushing faceʺ si ottiene ʺLpHʺ=ʺeunʺ da
intendersi (con ʺLʺ=ʺsʺ al maiuscoletto dritto) come ʺsunʺ (con ʺ ʺ, che si
comprende essere il maiuscoletto capovolto, col valore ʺnʺ); ʺQ Pʺ=ʺrasʺ è
evidentemente da intendersi come ʺwasʺ; ʺD Yjʺ=ʺlieeʺ è, dal senso, ʺlikeʺ
essendo da collegarsi al precedente ʺmoreʺ, mentre ʺRVVʺ=ʺteeʺ è (osservando
ora meglio la stampa) ʺR Vʺ=ʺtheʺ; ʺU c meʺ=ʺryeatiaʺ è illeggibile ma,
trattandosi nel racconto di possibile conseguenza da ʺsun-strokeʺ, è
sufficiente cercare ʺfeverʺ, ʺexposureʺ, ʺsunʺ etc. ed esaminare i termini
medici relativi per trovare ʺpyrexiaʺ, che pare adatto pur se non esplicabile,
ad eccezione dellʹinverso di ʺ ʺ: ʺQʺ=ʺyʺ (in maniera più veloce si può
procedere cercando vocaboli terminanti in ʺ-iaʺ, ed eventualmente ʺ.y...iaʺ,
ad esempio utilizzando un word-finder); lo strano ʺVF
ʺ=ʺsimeʺ è
evidentemente da intendere come ʺsomeʺ (con la capovolta ʺ ʺ=ʺoʺ al posto
della dritta ʺFʺ=ʺiʺ); ʺlDahʺ=ʺyifdʺ ha una strana finale in ʺ-fdʺ che può essere
semmai in ʺ-ldʺ, ʺ-rdʺ o ʺ-ndʺ le quali, combinate come ʺ.ildʺ, ʺ.indʺ e ʺ.irdʺ,
danno infine un ammissibile ʺwildʺ; ʺX
TIAXʺ=ʺromon.eʺ è senza senso ma
(sostituendo ʺ ʺ=ʺaʺ a ʺTʺ=ʺoʺ) suggerisce ʺromanceʺ (ed è dunque
ʺromonceʺ), con ʺAʺ=ʺcʺ; dal senso si ottiene la lettura della frase ʺYe
a F WX
KU
s B A Oi u ey rPC G Q g B EmMQ nk
LCO ʺ, cioè: ʺoa[=or] the fairy rnspiration[=inspiration] of d[=a] dream than
tha[=the] actual realitr[=reality] of earthʺ, con ʺBʺ=ʺdʺ ma da intendersi col
capovolto ʺ ʺ=ʺaʺ, ʺLCO ʺ=ʺLcO ʺ e ʺrPcʺ (non ʺrPCʺ) = ʺthaʺ che è da
intendersi invece ʺtheʺ con ʺ ʺ=ʺeʺ; ʺbz Lʺ vale evidentemente per lʹausiliare
141
ʺwereʺ, con ʺzʺ=ʺeʺ (e non ʺyʺ come prima valutato), ed il participio passato
ʺLBT hʺ=ʺedvedʺ che era molto probabilmente ʺwavedʺ (ʺ T hʺ);
ʺ
j r fʺ=ʺperoemtedʺ, se considerato corretto quanto al prefisso ʺper-ʺ
ed al suffisso ʺ-edʺ, è da intendersi ʺperceivedʺ, che è pertinente ma affatto
esplicabile; da capirsi in altro modo è anche ʺAR
a Qʺ=ʺcurtfhuʺ che
come ʺcurt...ʺ ha varie letture e tra di esse ʺcurtainʺ che è la più adatta (tra
lʹaltro doveva avere la finale ʺ-D ʺ=ʺ-inʺ; ʺ RZʺ=ʺsteʺ è (con il capovolto
ʺ ʺ=ʺhʺ) un errato ʺsheʺ; ʺ ʺ=ʺneʺ è un mal composto ʺnoʺ; ʺ
Xhʺ= ʺsardʺ è,
a guardare il senso della frase, un errato ʺ
hʺ=ʺsaidʺ (appunto con la
maiuscola capovolta: ʺ ʺ); il sintagma ʺK V T ʺ equivale in sostanza a ʺI
haveʺ (parendo che il ʺ ʺ=ʺeʺ sostituisca un ʺ ʺ=ʺhʺ); lo strano ʺUteʺ=ʺzuaʺ è
però da leggersi — osservando ora meglio la stampa — in ʺUt ʺ e, per il senso
dellʹespressione, è da intendersi come ʺsunʺ (forse con ʺUʺ in luogo di ʺVʺ=ʺsʺ
Iʺ=thanʺ; la
e comunque con ʺ ʺ=ʺnʺ); ʺ YIʺ=ʺthenʺ è da considerare ʺ
parola ʺemyʺ= ʺainʺ è ʺairʺ (poteva in origine essere, ad esempio: ʺem ʺ col
ʺ=ʺralʺ
simbolo iniziale dellʹultima parola) nel testo di riferimento; infine ʺ
è da intendersi ʺallʺ.
In conclusione si ottiene così il seguente testo:
It was early spring; warm and sultry glowed the afternoon. The very breezes seemed to
share the delicious languor of universal nature, as laden [with] the various and mingled
perfumes of the rose and the jessamine, the woodbine and the wildflower. They wafted
their fragrant offering to the open window, where sat the lovers; the ardent sun shone
full upon her blushing face, and its gentle beauty was more like the pyrexia of some wild
romance, or the fairy inspiration of a dream, than the actual reality of earth. Tenderly
her lover gazed upon her, as her clusterous ringlets were waved by amorous and
sportive zephyrs; and, when he perceived the rude intrusion of the sunlight, he sprang
to draw the curtain; but she gently stayed him: ʺNo, no, dear Charlesʺ, she softly said,
ʺmuch rather would I have a little sun than no air at allʺ.91
Ovviamente rimane da identificare la chiave prevista dal crittografo per poter
decriptare il messaggio, e tale chiave, molto elaborata, intanto è costituita da
91
Il testo di riferimento si trova ne ʺThe Sporting review, edited by ʹCravenʹ ʺ, London
July-December 1840, vol. IV, n.ro 3 - September, pagg. 219-220, nella Rubrica Monthly
Memorabilia: ʹ ʹROMANTIC.— It was a warm but delightful day. The beautiful Helen was
seated at an open window. The impassioned sun shone full upon her face, while the
amorous zephyrs wantonly played among her clustering ringlets. Charles Augustus, her
devoted and favourite lover, gallantly offered to close the blinds. ʺNo, no, dear Charlesʺ,
she languishingly responded, ʺIʹd rather have a little sun than no air at allʺ ʹ ʹ.
142
circa 140 diversi simboli, non 130 come dichiarato, inoltre sembra non
rispondere ad uno schema logico preciso, ad esempio una frase od una
sequenza che si possa determinare; lʹuso in prima riga di 35 simboli sempre
differenti, che divengono ben 74 già nella seconda, sembrano indicare appunto
una disposizione casuale nelle corrispondenze allʹinterno della chiave (a parte
le incertezze, la frequenza degli stili sembra grossomodo la seguente: 25% di
maiuscoli dritti, 17% di maiuscoli rovesci, 15% di maiuscoletti dritti, 13% di
maiuscoletti rovesci, 18% di minuscoli dritti e 12% di minuscoli rovesci). A
complicare le cose poi vi sono, come già evidenziato sopra, simboli letterali che
possono piuttosto facilmente equivocarsi (e che appunto molte volte hanno
provocato degli errori ben evidenti nella stampa, come vari ripensamenti
durante la decriptazione); essi sono almeno: ʺcʺ/ʺ ʺ e ʺwʺ/ʺ ʺ (che possono
essere sia minuscoli che maiuscoletti), ʺHʺ, ʺIʺ ʺNʺ e ʺxʺ/ʺzʺ (che possono essere
sia maiuscoletti dritti che rovesci, e ʺxʺ/ʺzʺ anche minuscoli dritti o rovesci) ʺoʺ
(sia minuscolo che maiuscoletto ma anche sia dritto che rovescio), ʺsʺ (sia
minuscolo che maiuscoletto), infine ʺdʺ/ʺpʺ, ʺqʺ/ʺbʺ e ʺuʺ/ʺnʺ (che si equivalgono
lʹun lʹaltro se capovolti); naturalmente si può decidere di fissare tali simboli, ove
possibile, in maniera che non siano equivocabili e stabilire ad esempio che, a
seconda dei casi, siano solo minuscoli o maiuscoletti e solo dritti (ma non si
riuscirebbe ugualmente ad avere certezze sullʹeffettiva originaria composizione
del cifrato) e così viene fatto quanto alla definizione del seguente (uno dei molti
possibili) schema-chiave:
È da precisare infine che il testo stampato, con le varie sviste compositive (le
lettere in grassetto e sottolineate), è in realtà:
ʺIt was early spring warb and sultry glowed the afternoon ths very brpezes
seemed to shaye the debicooos langomr of ueiversal nature ae laden the
various lnd mingled pehfumes os the rose and the jessaerne the woodbine
andtis wildflower they hlowty waated fheia frtgrant mffering to the open
143
window wheoe sat the aovers tle ardent eun sheot fuol upin her blushing face
and its gentle beauty ras more liee the ryeatia ef sime yifd romonce oa the fairy
rnspiration of d dream than tha actual realitr ef earth ttnderly her alver gazed
upon her as her clusteroug ringlets were edved by amorous and spoytive
zephyrs and when he peroemted the rude intrusion of the sunlight he sprang to
draw the curtfhu but ste gently stayud him ne no dear charles she softly sard
much rather yeuld n eave a little zun then no ain at ralʺ.
144
ORIGINALI INDOVINELLI1
[Parte I]
Che differenza cʹè tra un abituale beone ed il purpureo convolvolo?2
Lʹuno è ubriaco ogni giorno, lʹaltro è blu solo ogni altro giorno.
Perché la razza felina è come una catena? Perché è una gattesca nazione.
(catenazione.)3
Perché gli omicidi e gli Inglesi sono sinonimi termini? Perché gli Inglesi sono
assassinazione. (Una sassone nazione.)4
1
I due articoli qui presentati, ambedue titolati Original Conundrums, sono stati pubblicati
sulla Rivista ʺSaturday Museumʺ di Filadelfia (di ben arduo reperimento, ma alcuni
numeri del 1843 — n.ro 13 del 4 Marzo [che apre con il ritratto di Poe in coll. 2 e 3 e gli
riserba lʹintera prima pagina, ed oltre, ed in particolare, alle coll. 8 e 9, tesse le lodi per le
sue abilità di Decifratore con la ristampa dellʹenigma del Dottor Frailey risolto negli
Addenda I e II ad A Few Words on Secret Writing], n.ro 15 del 18 Marzo, n.ro 17 dellʹ1 Aprile
e n.ro 35 del 5 Agosto — sono visibili sul benemerito ʺhttp://fultonhistory.com/ʺ), che tra
lʹaltro è in formato gigante (un foglio in ʺdouble quartoʺ, di circa 28x34 pollici, ovvero
70x110 cm., stampato su ambi i lati e piegato una volta a ricavarne quattro pagine)
trattandosi di un ʺMammoth sheetʺ come il ʺBrother Jonathanʺ (si veda in Our late Puzzles);
il primo, che per convenzione viene definito Part I, fu pubblicato in ibid., vol. I, n.ro 16,
Philadelphia, Saturday, March 25, 1843, mentre il secondo: Part II, comparve nel numero
seguente: il 17, del Sabato 1 Aprile successivo, pag. 2, col. 1.
2
È lʹindovinello n.ro 22 che si legge in Enigmatical and Conundrum-ical (dʹora in poi E&C),
ma con alcuni aggiustamenti: nel pezzo del Dicembre 1839 si legge: ʺWhat important
difference is there between a sot and the purple Convolvulus? / The one is always drunk,
the other blue every other day.ʺ mentre qui si ha: ʺWhat difference is there between a
regular sot and the purple convolvulus? / The one is drunk every day, and the other is
blue only every other day.ʺ.
3
Come nel precedente caso viene ripresentato un ʹindovinello, il n.ro 17, di E&C, con
qualche cambiamento (qui è: ʺWhy are the feline race like a chain? Because it’s a catty
nation. (catenation.)ʺ, lì era: ʺWhy is a chain like the feline race? / Because it’s a catenation.
— a catty nation.ʺ).
4
ʺAssassinazioneʺ, in luogo di: ʺassassinioʺ, è traduzione di ʺassassinationʺ che, con ʺA
sassy nationʺ, evidenzia la paronomasia resa in Italiano con ʺsassoneʺ; in realtà ʺsassyʺ per
lʹetimo è ʺsaucyʺ: ʺimpudenteʺ, ʺsfrontatoʺ, a definire gli ex-padroni dunque come alteri.
145
ORIGINALI INDOVINELLI
[Parte II]
Il nostro amico Du Solle5, che è un giudice, dice che i nostri originali
indovinelli della scorsa settimana ʺvannoʺ6. Noi non abbiamo scrupoli, infatti,
a continuare la serie.
Perché il Pacifico è come un abitante della Linguadoca? Perché è un languido
oceano. (Un Linguadociano.)7
Come va che la nostra amica Signorina Sarah Amanda è capace di stare nel
fuoco? Perché lei è una salamandra. (Sal Amanda.)8
5
Evidentemente si tratta di John Stephenson Du Solle (1810-1876), che viene giudicato da
Poe (si veda: A Chapter on Autography, in ʺGrahamʹs Magazineʺ, Philadelphia, December
1841, vol. XIX, n.ro 6, pag. 276) un discreto autore di versi, ma conosciuto solo perché
Editore de ʺThe Spirit of the Timesʺ, di Filadelfia; è ben nota la querelle che trovò spazio lʹ1
Luglio 1843 appunto su questa testata riguardo la paternità de ʺThe Gold-Bugʺ (del 1843)
che per Du Solle sarebbe, in qualche strano modo, tratto da ʺImogine; or the Pirateʹs
Treasureʺ (ed in specie dal cap. VIII, pagg. 101-112), scritto nel 1839 dalla tredicenne
George Ann Humphreys Sherburne (si veda, al riguardo, sempre sul preziosissimo
ʺfultonhistory.comʺ, la replica, in parte probabilmente del medesimo Poe, in: ʺThe Dollar
Newspaperʺ, Philadelphia, Wednesday Morning, July 19, 1843, vol. I, n.ro 96, pag. 3, col. 3,
a firma dellʹEditore Joseph Sailer: ʺ... A young girl has a lover, but refuses to marry him on
the ground that her wealth is not equal to his. Near her residence stands an oak tree upon
which the date 1712 is inscribed, with a hand pointing to the roots. Not far from the tree is
a stone-shed. A storm occurs; the tree is blown down; it falls upon the shed, and knocks
therefrom a MS. endorsed ʹ ʹThe Pirate’s Journalʹ ʹ, of which nothing farther is said. From
the hole caused by the uprooting of the tree, two pots containing money are abstracted —
and by means of this money the girl marries her lover. This is all. There is not a word
about Kidd — not a word about secret writing — not a syllable about a Gold-Bug not a
syllable about anything that is found in Mr. Poe’s story; the only point of coincidence
being the finding of money — a subject which has been handled not only by Miss
Sherburne, but by some fifty, if not by some five hundred talewriters ...ʺ; per quella invece
riguardo il valore del Racconto stesso tra Poe e Thomas Dunn English si esamini, soltanto:
Mr. Poe’s Reply to Mr. English and Others, in: ʺThe Spirit of the Timesʺ, Philadelphia, Friday,
July 10, 1846).
6
Naturalmente la definizione di ʺjudgeʺ data del Du Solle è sommamente ironica;
lʹespressione ʺwill doʺ: ʺvannoʺ ha il senso di: ʺsono correttiʺ, ʺfunzionano beneʺ.
7
Anche questo è un indovinello preso da E&C (il numero 16): è anzi migliore
dellʹoriginario perché nella stampa non si mostra lʹerrato ʺlanquidʺ.
146
Perché un gatto magro è come un comune pesce? Perché è un povero gattino.
(porpo.)9
Perché un gatto sanguinante è come unʹaccusa? Perché è una gattesca
violenza. (categoria.)10
Perché una signora in corsetto non necessita alcun conforto? Perché ella è già
così allacciata. (confortata.) 11
La povera Mary è morta! Perché è come una figura poliedrica? Perché ella è
un poligono. (Polly andata.) 12
Perché un insistente creditore è come la diga appena terminata a Fairmont?
Perché una diga finita. (un d[annat]o scocciatore.)13
Perché questi indovinelli sono come una canzone per una voce? Perché sono
così bassi. (solo.)14
8
Qui abbiamo la ripetizione del n.ro 18, ma con vari cambiamenti: in E&C è: ʺWhy should
my friend Miss Sarah Amanda be able to stand fire? Because she’s a Sal Amanda. — a
salamander.ʺ, mentre qui è: ʺWhy out our friend Miss Sarah Amanda be able to stand fire?
Because she’s a salamander. (Sal. Amanda.)ʺ.
9
Ripetizione del bisticcio n.ro 9 con poche novità, ed in effetti soltanto con il ʺlean catʺ che
è ʺlike a common fishʺ invece che ʺa very common fishʺ.
10
La paronomasia è costruita sui termini ʺcategoryʺ: ʺinquisizioneʺ (dal significato in greco
di ʺκατηγορίαʺ), ovvero: ʺcalling in questionʺ, e ʺcatty goryʺ.
11
È il già edito n.ro 23 variato nella domanda che in E&C è: ʺWhy does a lady in tight
corsets never need comfort?ʺ e qui: ʺWhy does a lady in corsets need no comfort?ʺ.
12
N.ro 3 con alcune varianti: ʺPoor Mary’s dead! Why is she like a many-sided figure?
Because she’s a polygon. (polly gone.)ʺ qui ma ʺPoor Mary’s dead! why is she a manysided figure? Because she’s a Polly gone. — polygon.ʺ in E&C.
13
Il complesso delle Fairmount Water Works, completato nel 1822, ma migliorato proprio
nel 1843 con lʹapporto delle turbine Jonval, venne creato per raccogliere le acque dello
Schuylkill e rifornire adeguatamente la città di Filadelfia; la diga di quasi 500 metri
traversante il corso dʹacqua portò però anche ad un parziale impaludamento che provocò
lʹabbandono delle residenze dei più ricchi abitanti di Filadelfia lungo il fiume. Il bisticcio è
costruito sulle espressioni ʺdam doneʺ e ʺd[amne]d dunʺ; ʺdunʺ, qui tradotto con
ʺscocciatoreʺ, significa in realtà proprio ʺinsistente creditoreʺ.
14
Lʹovvia paronomasia è tra ʺso lowʺ e ʺsoloʺ (ma i vari bisticci non sono da definirsi
ʺbassiʺ, ossia scadenti).
147