Premessa Il progetto accoglienza ha come obiettivo principale

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Premessa Il progetto accoglienza ha come obiettivo principale
Premessa
Il progetto accoglienza ha come obiettivo principale quello di instaurare a scuola un
clima sereno, aperto e rassicurante, dove tutti i bambini, in particolare i nuovi iscritti,
possano intraprendere un percorso di crescita in un contesto di relazioni significative.
È necessario quindi, in questa delicata fase dello sviluppo personale dei bambini,
progettare itinerari di conoscenza dell’ambiente, delle persone, delle attività e
organizzare i tempi e le modalità operative tenendo conto il più possibile delle loro
necessità.
È quindi importante favorire con atteggiamenti e azioni concrete l’accoglienza dei
bambini, delle bambine e dei loro genitori in un ambiente dove la disponibilità
all’ascolto e l’apertura alla relazione sono valori fondamentali.
Motivazione : il progetto d’accoglienza è:
Per i bambini
- Facilitare il distacco dai genitori.
- Far conoscere i loro compagni e il personale della scuola.
- Poter esplorare gli spazi scolastici.
- Consentire ai bambini di muoversi con sicurezza e tranquillità.
- Facilitare la conoscenza dei materiali e il loro uso appropriato.
- Stimolare la fantasia.
Per i genitori
- Favorire la conoscenza della vita della scuola, delle insegnanti e dello stile
educativo in un clima di reciproca fiducia e collaborazione.
- Facilitare la conoscenza con i nuovi genitori.
Per le insegnanti
- Vivere positivamente il momento dell’inserimento.
- Conoscere i bambini, la loro storia, il contesto socio –familiare -culturale di
provenienza e raccogliere elementi attraverso l’osservazione, la verifica, la
documentazione.
- Mirare ad obiettivi inerenti l’identità, l’autonomia, la competenza ,la
cittadinanza in questa fase propedeutica al curricolo.
- Comunicare alle famiglie la motivazione e le finalità del Progetto Educativo
–Didattico.
Aspetti organizzativi
-Interventi predisposti per favorire positive relazioni tra scuola e famiglia.
- Lettera ai genitori dei nuovi alunni con l’invito di partecipare ad una riunione
informativa nella prima settimana di giugno.
- Presentazione delle insegnanti, dell’organizzazione della scuola e dei principi
ispiratori
- Indicazioni psicopedagogiche per l’inserimento e suggerimenti per il corredo
del bambino
- Consegna di un pieghevole: Mio figlio va a scuola”.
- Consegna del questionario per avere le prime notizie sul bambino.
- Colloqui individuali.
- Consegna di un promemoria con le cose che occorrono al bambino.
- Assemblea generale per la presentazione del Progetto Educativo -Didattico e
per il rinnovo o la riconferma dei genitori rappresentanti di sezione e
dell’Agesc nella prima settima di ottobre.
Persone coinvolte: bambini di 3,4,5 anni e tutte le insegnanti
Tempi: dalla metà di settembre alla terza settimana di ottobre
Spazi: interni ed esterni
Lo stile educativo si ispira a criteri di ascolto, accompagnamento, interazione
partecipata, mediazione comunicativa, con una continua capacità di osservazione del
bambino, di presa in carico del suo “mondo”, di lettura delle sue scoperte, di sostegno
e incoraggiamento all’evoluzione dei suoi apprendimenti verso forme di conoscenza
sempre più autonome e consapevoli.
Obiettivi di apprendimento
3 anni
Prendere confidenza con
l’ambiente della scuola.
4 anni
Svolgere con disinvoltura
alcune attività di routine.
Apprendere il concetto di
regola.
Memorizzare il nome dei
nuovi arrivati e
coinvolgerli nelle attività.
Riconoscere le regole
Stringere nuove amicizie
5 anni
Sviluppare un forte senso di
identità e di appartenenza ad
un gruppo.
Raccontare alcuni episodi
riguardanti le vacanze
estive.
Lavorare autonomamente
e memorizzare il nome
dei compagni.
Esplorare gli spazi della
scuola e associarli ad
alcune attività di routine.
Iniziare a conoscere
alcuni animali domestici.
della scuola e rispettarle.
per realizzare i lavori
proposti.
Arricchire il proprio lessico
Memorizzare filastrocche e
Canzoni.
Svolgere le attività motorie
seguendo le indicazione
dell’insegnante.
Riuscire a gestire le
proprie emozioni e
riferirle verbalmente.
Sviluppare la motricità
globale partecipando alle
attività motorie nella
palestra.
Riconoscere gli animali
Riconoscere gli animali
domestici e ricordare
domestici e ricordare alcune
alcune loro caratteristiche. loro caratteristiche.
In riferimento alle “Nuove Indicazioni per il curricolo” del 2012
Campi di esperienza
Il sé e l’altro
Il corpo e il movimento
Immagini, suoni,colori
I discorsi e le parole
Traguardi di sviluppo
-Accetta di stare a scuola.
-Sa collaborare con i compagni e le insegnanti.
-Conosce e rispetta le regole della scuola.
Competenze trasversali
-Essere disponibili alla collaborazione e avere
fiducia negli altri
Si muove con sicurezza negli spazi della scuola.
-Adotta corrette cure di sé, di igiene e di sana
alimentazione
Competenze traversali
-Attivare gradualmente un atteggiamento riflessivo
-Sviluppare le capacità attentive e osservative.
-Conosce materiali di vario tipo e li utilizza in
maniera creativa.
-Riconosce i colori.
-Sa cantare e disegnare.
Competenze trasversali
-Saper prendere l’iniziativa.
-Saper collaborare
-Riconosce e memorizza il nome dei compagni
-Distingue il proprio contrassegno
-Sa ascoltare
-Memorizza semplici filastrocche e canzoni
Competenze traversali
Sapersi porre in atteggiamento di ascolto e di
comprensione delle diverse opinioni.
La conoscenza del mondo
-Conosce gli ambienti della scuola
-È curioso verso tutto ciò che lo circonda
-Sviluppa la capacità di osservazione ed
esplorazione
Competenze traversali
-Saper interagire positivamente con coetanei e adulti
di
riferimento
Svolgimento del percorso
Primi giorni
Accogliamo i bambini nuovi con i loro genitori nelle aule decorate.
Facciamo trovare dei palloncini colorati, grandi e piccoli.
Per rendere la situazione più coinvolgente, i genitori insieme ai loro bambini, saranno
invitati a realizzare un lavoretto come ricordo del primo giorno di scuola.
Lavoretto: un cuore con l’impronta della manina.
Inizio del percorso educativo didattico
Stimolo motivante:
Presentazione del personaggio guida “La tartaruga Uga e la rabbia”
♦A inserimento avviato proponiamo delle semplici attività finalizzate ad aiutare il
bambino a familiarizzare con la nuova situazione, facendo trovare delle orme lasciate
sul pavimento da un personaggio sconosciuto.
♦Avviamo la conversazione attraverso domande finalizzate a far emergere possibili
ipotesi sull’origine di tali tracce “misteriose”.
♦Racconto: La tartaruga Uga
Conosciamo gli amici
In questo momento iniziale prenderemo in considerazione i giochi che hanno come
tema l’incontro e il ritrovarsi tra bambini “vecchi” e “nuovi”
Per coinvolgere i bambini più piccoli stabiliamo di utilizzare i giochi in cerchio che
richiedono pochi e facili movimenti che tutti possono eseguire.
♦Gioco: Dimmi chi sei
-I bambini sono tutti seduti in cerchio. L’insegnante passa ad uno di loro una palla
dicendogli: “Chi sei?”
-Il bambino interpellato risponde con il proprio nome e pone la stessa domanda al
compagno alla sua destra passandogli la palla e così via di seguito sino a completare
tutto il cerchio.
♦Gioco: Benvenuti
-I bambini si muovono liberamente nella stanza con un sottofondo musicale.
-Quando la musica viene interrotta, tutti cercano un compagno e si presentano con il
proprio nome.
-A coppie, quando la musica riprende, continuano a camminare.
-Allo stop cercano un’altra coppia e si presentano a vicenda.
Si continua finché tutto il gruppo si ritrova in un grande cerchio
♦Libera espressione grafico-pittorica
♦Realizziamo la tartaruga “Uga”
♦Gioco: Intrecci e legami
♦Coinvolgiamo tutti i bambini in un gioco divertente usando un gomitolo di lana
(verde)
-Appoggiamo sul pavimento un foglio di carta da pacco bianca attorno al quale
facciamo sedere i bambini, chiedendo loro di passarsi a turno il gomitolo creando sul
foglio intrecci che fissiamo con il nastro adesivo.
-Con la tempera possiamo colorare le mani dei bambini per poi fare un girotondo di
impronte attorno al cartellone con la ragnatela dell’amicizia.
♦Memorizzazione e un canto dell’accoglienza
Scopriamo la scuola
Esplorazione guidata dell’ambiente scolastico recitando la filastrocca del trenino
tartarughino.
Filastrocca del trenino
Il trenino tartarughino
va pianino va pianino.
Lento lento lui si muove
per scoprire cose nuove.
♦L’insegnante prepara un trenino che appenderà alla parete. Ogni bambino disegna se
stesso e dopo averlo ritagliato lo incolla sul trenino.
Successivamente apriamo una conversazione sulle differenze tra gli ambenti della
scuola e quelli di casa. Come si chiamano, cosa troviamo nei vari ambienti e oltre le
persone quali amici possiamo avere a casa.
Progetto trasversale:gli animali domestici
♦Conversazione sugli animali domestici
♦ Realizziamo dei piccoli animali divertenti
♦Gioco: Il cane e il gatto
I bambini formano un cerchio
Un bambino rappresenterà il gatto e si metterà al centro del cerchio. Un altro il cane e
si metterà all’esterno del cerchio.
Il cane chiede: Gatto, gatto cosa fai nel mio giardino?
Il gatto risponde: Mangio spina di pesciolino.
Cane: Dopo, dopo cosa farai?
Gatto: Ti seguirò dove andrai.
Cane: Attento! Attento! Adesso ti prenderò.
Gatto: Aiuto!Aiuto!Adesso scapperò.
I bambini alzano le braccia, il gatto scappa e il cane cerca di prenderlo.
A turno, altri bambini, rifaranno il gioco.
♦Presentazione di immagini di animali domestici.
♦Espressione grafica-pittorica con diverse tecniche
♦Esercitiamo i bambini nelle attività di routine: uso del bagno, lavarsi le mani,
comportamento a tavola, l’uso delle stoviglie e delle posate….
♦Racconto:cucchiaio e forchetta
Regole d’oro per vivere bene insieme
♦Presentazione delle regole attraverso una filastrocca
♦Ciao bambini,dice la tartaruga Uga, come vedete sono tornata per portarvi una
pergamena molto importante perché su di essa sono scritte le regole d’oro.
Sapete cosa sono le regole?
Ci sono delle cose che i vostri genitori vi dicono di fare? Per esempio di lavarvi le
mani prima di mangiare, di non stare troppo vicini alla TV quando guardate i cartoni
animati, di dire sempre per “favore” quando chiedete qualcosa… “ grazie” quando
ricevete qualcosa…Ecco questo sono le regole.
Le regole ci sono dappertutto, ci sono a casa, a scuola, anche in strada.
Ora insieme alle vostre maestre proverete a conoscerne un po’!
♦Attraverso una conversazione guidata, proviamo a individuare alcune regole che i
bambini hanno ricevuto dai loro genitori.
Ecco le regole d’oro
1. Ecco la regola fondamentale : a nessuno devi far male.
2. Ricordati sempre, è importante ubbidire all’insegnante.
3. Aiuta i compagni in difficoltà, la vostra amicizia più bella sarà.
4. Se un altro parla, tu chiudi la bocca: te lo dice la filastrocca.
5. Se hai un problema dillo all’insegnante che ti aiuterà all’istante.
6. Dì “per favore” e “grazie” tutto l’anno e gli altri ti sorrideranno.
7. Metti a posto tutti i giochini, farai felici gli altri bambini.
8. Getta la carta dentro al cestino per tenere pulito il giardino.
Rispettiamo le regole
Solo i bambini devono rispettare le regole? Conversazione
Le parole cortesi
Ci sono delle parole semplici, ma molto importanti, e pronunciarle sempre nelle
giuste occasioni è indice di buona educazione e di rispetto per il prossimo.
Sono: il buongiorno, buonasera, arrivederci, grazie, prego, è permesso…
Racconto: Gigi Ciaobelli
♦Conversazione
♦Facciamo disegnare ai bambini il punto della storia di Gigi che più li ha colpiti.
♦Far memorizzare semplici filastrocche sulle parole cortesi.
Gioco delle palette del si e del no
♦Classifichiamo le azioni
♦Il libriccino delle regole
♦Drammatizzazione delle azioni corrette e scorette
♦Disegno
♦Schede
♦Memorizzazione canti e filastrocca
♦Cartelloni per le attività di routine
Materiali: Racconti, libri, carta da disegno, cartoncini e fogli colorati, colori di vario
genere, materiali naturali e di riciclo, libri, racconti, canti, filastrocche, macchina
fotografica ecc.
Verifica e valutazione
In questa prima fase dell’anno scolastico occorre dare maggiore importanza a
un’osservazione attenta e puntuale dei comportamenti dei bambini tanto dei nuovi
iscritti, quanto dei già frequentanti.
Al fine di:
- valutare il livello di socializzazione di ciascuno e notare eventuali difficoltà
- nella relazione con i compagni e le insegnanti;
- individuare atteggiamenti di aggressività, di isolamento e di chiusura;
- conoscere il livello di autonomia personale attraverso i giochi, le attività
proposte, il loro coinvolgimento e la verbalizzazione
Documentazione
Stesura del progetto, cartelloni murali, riordino degli elaborati e fotografie.
Racconto: Il cucchiaio e la forchetta
In una casetta con il tetto rosso e un giardino pieno di fiori, abitavano un papà, una mamma e un
bambino piccolo. Durante il giorno mentre il papà era in ufficio, la mamma faceva i lavori di casa
cantando e il piccolo si divertiva a rovesciare tutti i suoi giocattoli nella sua cameretta, con gridolini
di entusiasmo, quello che preferiva.
Quando il bambino faceva la nanna, a volte nel silenzio si sentivano suoni e fruscii strani provenire
dalla cucina, forse un topolino che curiosava per trovare il formaggio?
Ma tutto tornava tranquillo quando qualcuno entrava in quella stanza.
Quel rumore veniva dal cassetto dove erano riposte le posate: forchette, cucchiai e coltelli
bisticciavano spesso perché ognuno di loro, pensava di essere più utile dell’altro.
Un giorno, verso l’ora di pranzo, prima che venisse apparecchiata la tavola, fra una forchetta e un
cucchiaio scoppiò una lite e il coltello si mise tra di loro, cercando di calmarli.
La forchetta con voce graffiante disse: “Caro cucchiaio, io sono più brava di te a prendere il cibo
dal piatto, infilzo ben ben la carne e le verdure, senza lasciarle cadere. Sono anche più bella, guarda
la mia linea”- continuò girando su se stessa- “Sono sottile ed elegante, invece tu con quella pancia
tonda, sei grasso, è ora che ti metti a dieta ciccione!”.
La forchetta disse ancora con cattiveria:” tu puoi anche rimanere dentro il cassetto quando viene
apparecchiata la tavola e nessuno se ne accorgerà!”.
Il cucchiaio offeso e arrabbiato, rispose con stizza:” se a cena o a pranzo viene servito il brodo, chi
riesce a raccoglierlo dal piatto e portarlo alla bocca meglio di me?
Non certo tu con i tuoi denti larghi,lasceresti colare tutto sul mento e sui vestiti di chi sta
mangiando”.
Poi aggiunse il cucchiaio: “come farebbero le mamme a dare la pappa ai bambini e le medicine
quando sono malati? Hai mai visto qualcuno prendere lo sciroppo con una forchetta? Io no e fra
poco quando cominceranno a pranzare, il papà e la mamma non lasceranno che il piccolo ti prenda
in mano, perché con i tuoi denti, si può ferire. Tu sei pericolosa!”.
Il piatto era un tipo tondo, pacioccone e andava d’accordo con tutti,sospirò:”Quando la smetteranno
di bisticciare questi due?”.
Il bicchiere per metà pieno di vino, era già un po’ ubriaco e fra un singhiozzo e l’altro
Canterellò allegramente:”Hic! Ragazzi non roviniamo questo momento così bello,Hic! Dopo
quando sparecchieranno, ci toccherà tornare al buio dentro i cassetti o nei mobili della cucina, che
tristezza!”.
Il tovagliolo che stava ripiegato con cura vicino al piatto disse annoiato:” Uffa che barba siete
proprio tonti, se non servissimo a niente non ci metterebbero in tavola ogni giorno!”.
Finalmente il cucchiaio e la forchetta smisero e quando tutti furono seduti, le posate aspettarono con
ansia quale di loro sarebbe stata usata.
Il primo ad essere servito fu il bambino affamato e, quando la mamma mise il piatto con la pappa
sul seggiolone davanti a lui, cominciò a magiare con le manine, impiastricciandosi il viso e facendo
brutte smorfie.
I genitori si misero a ridere guardando con amore il loro piccolino e il cucchiaio e la forchetta
commossi, capirono che erano stati veramente schiocchi a litigare.
(Milena Bartolomei)
La tartaruga Uga e la rabbia
È la storia di una piccola tartaruga. A questa piccola tartaruga piaceva giocare da sola
e piaceva giocare con gli amici. Le piaceva guardare la televisione e andare fuori a
giocare, ma non le piaceva tanto andare a scuola.
Starsene seduta in classe ad ascoltare per tutto quel tempo il maestro non gli piaceva.
Era durissima.
Spesso la tartarughina si arrabbiava con i suoi amici. Le prendevano la matita, a volte
la spingevano o la infastidivano e, quando succedeva, la tartarughina si arrabbiava
proprio tantissimo. Spesso rispondeva con la stessa moneta o diceva cose cattive.
Dopo un po’ gli altri bambini non vollero più giocare con la tartarughina.
La tartarughina rimase spesso da sola nel campo giochi ed era fuori di sé. Arrabbiata
e confusa, si sentiva triste perché non riusciva a controllarsi né sapeva come venire a
capo del problema.
Un giorno infine incontrò una vecchia e saggia tartaruga che aveva trecento anni e
viveva ai margini del paese. La tartarughina le disse: ”Che cosa posso fare? Per me la
scuola è un problema. Non riesco a comportarmi bene. Ci provo ma non ci riesco
mai”.
La vecchia e saggia tartaruga le disse: “Dentro di te c’è già la soluzione al problema.
E’ la tua corazza. Quando sei fuori di te o ti senti molto arrabbiata, al punto da non
riuscire a controllarti, puoi andare dentro la tua corazza”.
“Quando sei dentro la corazza puoi calmarti. Quando io entro nella mia” disse la
vecchia e saggia tartaruga “ faccio tre cose. Mi dico di fermarmi; faccio un lungo
respiro, e se è necessario ne faccio un altro; poi mi chiedo qual è il problema”.
La vecchia e saggia tartaruga praticò questo metodo con la tartarughina. Questa
ultima disse di volerlo provare al suo ritorno in classe.
Il giorno successivo ecco che mentre sta facendo il suo lavoro, un bambino si mette a
infastidirla.
Comincia a sentire la rabbia che sale dentro di lei; ha le mani calde e il battito più
veloce. Ma si ricorda quello che le ha detto la vecchia tartaruga, così ripiega mani e
gambe nella corazza, dove c’è pace e nessuno potrà disturbarla, mettendosi a pensare
sul da farsi. Fa un lungo respiro e, quando esce dalla corazza,
vede il maestro che le sorride.
Ripete più e più volte il sistema. A volte funziona e a volte no, ma a poco a poco la
tartarughina impara a controllarsi usando la corazza. Fa nuove amicizie e comincia ad
apprezzare di più la scuola perché adesso ormai sa come gestire la rabbia”.
Ci sono delle impronte!
Chi le avrà lasciate…?
I bambini, entrando in salone,
osservano le impronte
lasciate sul pavimento…
Ora sono in attesa di conoscere
il personaggio…
Mi conoscete?
Sono Uga, la tartaruga
e sono venuta per stare un po’ con
voi.
Il trenino,”tartarughino” in
partenza per esplorare gli
ambienti della scuola
La ragnatela dell’amicizia
L’album che raccoglie tutti i
nostri lavori.
“Uga” la tartaruga
Gli ambienti
Fata Angelita e le regole d’oro
Evviva le posate !
Ogni sezione ha costruito la
ragnatela dell’amicizia….