Lamps! - Pense e Maravee

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Lamps! - Pense e Maravee
87
Periodico bimestrale
Ottobre 2012
Anno XX
Direttore responsabile Federico Rossi
Aut.Tribunale di Udine 10/92 del 6/4/1992
Stampato su carta riciclata presso:
Rosso Grafica e Stampa, via Osoppo 135 - Gemona - Ud
Proprietà: Associazione culturale Pense e Maravee,
via Sottocastello 81 - 33013 Gemona del Friuli - Ud
Consegnato in Tipografia il 29/10/2012
Tiratura: 5.500 copie - Distribuzione gratuita
cultura> informazione> dibattito>
P E N S E E M A R A V EE
TRA
Ottobre 2012
R
A
P
S
E
A!
Z
N
informazione pubblicitaria
Direttore responsabile
Redazione
A questo numero
hanno collaborato
Federico Rossi
Antonio Antonelli, Anna Piazza, Paolo Isola, Irma Londero,
Piera Londero, Luisa Patat, Lucia Solinas, Gianni Tonetto
Lorenzo Londero, Piero Cargnelutti, Alida Londero, Bruno Seravalli,
Sandro Cargnelutti, Gianni Canzian, Sarah Palese, Paolo Cabas e Andrea Valent.
Grafica: Giulio Calderini
All’inizio dell’anno abbiamo allegato un bollettino postale. Grazie a tutti coloro che
l’hanno utilizzato. Siamo orgogliosi di voi, nostri sostenitori, ma la crisi si vede anche
dai minori versamenti che rischiano di mettere in pericolo la nostra autonomia e continuità. Chiediamo, per tanto, ai nostri lettori che ancora non l’hanno fatto un piccolo
contributo: qualsiasi importo va bene! C.c. postale n. 16895336
PENSEEMARAVEE
associazione
culturale
Via Sottocastello 81
33013 Gemona del Friuli - UD
[email protected]
www.pensemaravee.it
SOMMARIO
editoriale> La trasparenza
4
a cura della redazione
cosa pubblica> Il consiglio comunale in diretta web
5
a cura della redazione
scuola> Polo scolastico: quale futuro?
società> Incontro con Gherardo Colombo
a cura della rete territoriale B*sogno d’esserci
formazione> Progetto “Fare scienze”
a cura della redazione
professioni e giovani> Il Blog di Francesco
di Francesco Cargnelutti - a cura della redazione
cultura> Uno spazio per la musica
*
di Antonio Antonelli
*
8
Storie di giovani
che affrontano la crisi,
inventandosi
nuove professioni
e attività
territorio> Dialoghi, appunti e domande sulla Terra
di Sandro Cargnelutti
7
In questo numero:
formazione> Progetto “Opportunità Giovani”
a cura della redazione
6
*
Speciale scuola
di Bruno Seravalli
cultura> I Profeti guardano dall’alto
di Alida Londero
storiis> La salute prima di tutto
di Anna Piazza
salute> Dalla roulette alle “macchinette”
di Gianni Canzian
*
*
*
20
22
24
26
professioni e giovani> Arte circense - Accademia di vita
di Sarah Palese - a cura di Piera Londero
arte> Un pittore tra realtà e sogno
di Alberto Antonelli
rubriche>
12
19
professioni e giovani> Il mestiere del Writer
intervista a cura di Paolo Cabas e Andrea Valent
11
15
professioni e giovani> L’esperienza, lo studio, la passione
incontro con Alessio Pischiutti - a cura della redazione
9
14
inserto speciale> I miei mostri sotto al letto
Un racconto inedito di Renzo Brollo
9
30
Lorenzo la talpa
Sun’s
Leturis
Lamps!
il Sfuei
Scava e morde
Musica e suoni
Eventi letterari
Succede nel territorio
La pagina delle Associazioni
10
25
27
28/29
31
editoriale>
LA TRASPARENZA
è un ingrediente fondamentale per una corretta gestione dell’attività amministrativa
e per favorire un reale avvicinamento e un recupero di fiducia dei cittadini verso le istituzioni.
La trasparenza mette in gioco procedure, risorse e uno stile di “essere Istituzione al servizio
del cittadino”. La trasparenza è anche un principio generale richiamato all’art. 1 della L. 241/90
sulle norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti
amministrativi. La rete internet può concorrere in modo importante a rendere il Comune una
“casa di vetro”.
Sul sito della Presidenza del Consiglio c’è un progetto denominato “La Bussola della Trasparenza
dei Siti Web”, dove alla luce dei contenuti obbligatori previsti dalla legge e dalle linee guida,
il programma del Ministero valuta la qualità dei siti delle pubbliche amministrazioni.
Cinquanta sono i contenuti, gli indicatori, oggetto di valutazione. Ne ricordiamo alcuni:
la presenza sul sito della carta di qualità dei servizi erogati, la pubblicazione dei bilanci,
la presenza dei programmi triennali sulla trasparenza e il relativo stato di attuazione, l’elenco
dei bandi di gara, la pubblicazione e l’accessibilità agli albi dei beneficiari di provvidenze
di natura economica...
Abbiamo fatto una prova inserendo nel programma di valutazione
il sito Web del Comune di Gemona. Sorpresa!
Quarantacinque indicatori su cinquanta risultavano essere non soddisfatti,
ovvero non erano presenti.
I cittadini possono fare la prova andando sul sito
http://www.magellanopa.it/bussola/page.aspx?qs=T0Q4tbnlW92%7cQsR6f%2fnR1w%3d%3d
e inserendo nell’apposita cella il sito del comune di Gemona (www.gemonaweb.it).
Chiediamo al Sindaco di prendere in considerazione questi esiti o di valutare l’opportunità
di apportare le modifiche necessarie a rendere il sito più aderente alle norme e alle linee guida
nazionali. L’aggiornamento del sito può diventare anche l’occasione per sperimentare nuove
forme di informazione e comunicazione per favorire la partecipazione dei cittadini ai dibattiti
e alle scelte che decidono il futuro della nostra comunità.
Formuliamo a questo proposito una richiesta: chiediamo al sindaco ed al consiglio comunale
di predisporre e di attivare la strumentazione necessaria per la ripresa e la trasmissione via Web
delle sedute del Consiglio comunale.
>4
utilizzo sempre più diffuso dei
moderni strumenti di comunicazione sul web (computers, smartphone) consente al cittadino-utente
il raggiungimento di obiettivi impensabili fino a poco tempo fa: la circolazione di una grande quantità di
informazioni, locali e globali, in tempo
reale e la possibilità di esprimere direttamente le proprie opinioni sugli
eventi.
L’
A livello nazionale, recentemente sono
state raccolte più di 150.000 adesioni
all’appello per il sostegno all’operato
dei magistrati di Palermo nella lotta
alla mafia e più di 300.000 adesioni,
raccolte in pochi giorni, all’appello per
l’approvazione in Parlamento della
legge anti-corruzione.
A livello locale si assiste a una felice
gara fra i Comuni nell’offrire ai propri
cittadini nuove opportunità di conoscenza e di trasparenza sulla gestione
amministrativa comunale.
Ecco alcuni esempi.
Lignano: “Per la prima volta entrerà in
funzione il sistema streaming, così
collegandosi semplicemente al sito
comunale si potrà seguire in diretta
dal proprio computer o smartphone le
fasi del Consiglio (…) Il servizio parte
in via sperimentale ed è un passo concreto verso un maggior coinvolgimento attivo della cittadinanza” (Il
Gazzettino 07.08.2012).
Moimacco: le principali novità nell’aggiornamento del sito internet comunale consistono “nella pubblicazione
delle registrazioni audio delle assemblee civiche, nella possibilità di iscrizione a una newsletter e, soprattutto,
nell’inserimento di modulistica per
agevolare i cittadini nella presentazione delle varie richieste (…) Il portale, inoltre, è un laboratorio aperto
Pontebba: “La nostra amministrazione
– chiarisce il sindaco Isabella De
Monte – ha già attivato una serie di
iniziative comunicative come il giornalino, il nuovo sito internet, il bilancio
partecipato, i rappresentanti di frazione, con il fine di rendere da un lato
più trasparente l’azione amministrativa, dall’altro maggiormente partecipi
i cittadini alla vita istituzionale.
Il passo successivo – aggiunge – non
poteva che essere quello di Youtube e
Facebook, grazie ai quali anche gli Enti
locali possono creare dei profili per offrire informazioni e servizi favorendo
ulteriori occasioni di dialogo e collaborazione tra amministrazione e cittadinanza” (Messaggero V. 27.09.2012).
Si tratta di pratiche ormai diffuse a livello europeo, che stanno diffondendosi con rapidità anche sul territorio
nazionale perché volte a mettere i cittadini a proprio agio e a renderli partecipi
delle scelte della propria comunità.
Alla luce di questi esempi, sollecitiamo la nostra amministrazione a perseguire un analogo percorso virtuoso
con i cittadini gemonesi.
5
>
Il Consiglio comunale
in diretta web
alle idee e ai suggerimenti di ognuno:
chi vorrà apportare il proprio contributo potrà farlo inviando considerazioni e critiche” (Messaggero Veneto
26.08.2012).
società>
Speciale scuola
Polo scolastico:
quale futuro?
loco soprattutto per un Istituto di Secondaria Superiore, non è solo una
questione nominalistica, ma assume
un valore strategico nel momento in
cui si debbano gestire e risolvere problemi legati alla specificità territoriale.
Le recenti normative nazionali ovvero una delle ultime leggi ”Berlusconi Tremonti“, le scelte regionali, combinate ad una buona dose
di inerzia e superficialità nel valutare le ricadute sulle scuole locali,
hanno determinato per i cittadini di Gemona e del suo territorio un
impoverimento del servizio scolastico che non ha precedenti nella
storia del polo scolastico gemonese.
Una grande novità
Una grande novità si è presentata in
questo periodo nel merito.
In seguito al ricorso al TAR di cinque
regioni, fra queste non il FVG, la corte
costituzionale, in data 10/11/2012, ha
stabilito l’incostituzionalità della
norma del governo Berlusconi; la Conferenza Stato- Regioni ha deliberato
un nuovo accordo sul dimensionamento delle scuole e il relativo numero di presidi da assegnare e un
nuovo accordo Stato - Regioni che permette di ridisegnare il quadro complessivo delle scuole e dei posti per
dirigente scolastico per il prossimo
triennio. (vedi tabella sotto riportata).
Con questi nuovi parametri e criteri
per il prossimo anno scolastico si può
finalmente prevedere l’eliminazione di
tutte le reggenze dalle scuole che risultavano sottodimensionate e quindi
i tre Istituti scolastici di scuola secondaria superiore di Gemona potrebbero
essere riconsiderati come autonomi e
con la possibilità di ottenere un dirigente per ciascuno di essi.
di Bruno Seravalli
Ex Preside del “D’Aronco”
e Dirigente Tecnico presso USR FVG
D
al primo settembre 2012 infatti la
situazione è questa:
- un’unica scuola autonoma e gestita in loco da un dirigente scolastico ( il preside) e da un segretario
amministrativo titolari; si tratta del
nuovo Istituto Comprensivo, che
comprende la scuola dell’infanzia,
la scuole primaria e l’ex scuola
media con la sede staccata di Artegna, cui sono stati tagliati il plesso
della primaria di Campolessi (peraltro già chiuso precedentemente
dall’amministrazione comunale e
dalla direzione didattica) e le sedi
staccate della scuola media di Venzone ed Osoppo;
- tre istituti superiori, il Liceo,
l’ITCG e l’IPSIA-ITI, senza dirigente
scolastico e senza segretario titolare, che pertanto dipendono da
altre tre scuole di Udine e provincia, i cui dirigenti e segretari amministrativi hanno in reggenza i tre
istituti secondari gemonesi;
- un Centro Territoriale Permanente per la formazione degli
adulti che verrà mantenuto per
l’ultimo anno presso l’IPSIA-ITI
“D’Aronco”, ma che dal prossimo
dipenderà direttamente dal Centro Provinciale per l’Istruzione
Adulta istituito a Tolmezzo.
Considerando la storia e il ruolo che
Gemona ha avuto nel suo territorio per
le opportunità e la qualità dell’offerta
scolastica e formativa, diventa ancor
più inaccettabile la perdita della capacità gestionale e dell’autonomia dirigenziale di queste scuole con una
tradizione pluridecennale.
>6
L’ISIS ”R. D’Aronco”, dal dopoguerra
qualifica e diploma tecnici e periti, per
soddisfare le richieste del mondo del
lavoro e imprenditoriale dell’Alto Friuli
in molteplici settori industriali e dei
servizi, ampliando l’offerta con corsi
serali e per adulti; questi ultimi diventano particolarmente significativi dal
punto di vista occupazionale in un momento di crisi come quello che stiamo
attraversando.
Le altre due scuole superiori con la
qualità della loro offerta formativa
hanno saputo crescere e rendersi autonome negli anni : l’ITCG “ G.Marchetti,”
era una sede staccata del Deganutti di
Udine e il Liceo “Magrini” una succursale del Liceo di Tarvisio.
L’ assenza dei vertici scolastici in
Tabella che mette a confronto scuole e numero di presidenze relative all’attuale situazione e
quanto previsto dal nuovo accordo Stato-Regioni del 11 ottobre 2012
*CIPIA: Centro Provinciale per l’Istruzione Adulta
Considerazioni
Resta comunque indispensabile, alla
luce di quanto si prospetta, che i responsabili amministrativi locali si
adoperino e intervengano nei modi e
nei tempi opportuni, studiando le giuste strategie e proponendo soluzioni
che possano mantenere un tale patrimonio culturale e professionale, non
anticipando scelte (come la chiusura
del plesso di Campolessi) e scongiurando un grave depauperamento e declassamento del servizio scolastico; il
benessere di una realtà territoriale e
dei suoi cittadini contribuenti, infatti,
si fonda e si misura sulla permanenza
e l’implementazione della quantità e
qualità dei servizi pubblici erogati.
società>
Diventare cittadini consapevoli
incontro con
Gherardo Colombo
a cura della redazione della rete
B*sogno d’esserci
ARTEGNA, MERCOLEDÌ 21 NOVEMBRE 2012
Noi siamo Stato: diventare cittadini
«N
consapevoli» è il tema scelto per l’incontro che avrà luogo mercoledì 21 novembre 2012, alle ore 20.00 presso il
Nuovo Teatro «Monsignor Lavaroni» di
Artegna. Ospite d’onore sarà l’ex magistrato Gherardo Colombo, divenuto famoso per aver condotto o contribuito a
celebri inchieste ed indagini giudiziarie
(“Loggia P2”, delitto dell’avvocato
Giorgio Ambrosoli, “Mani pulite”) e ritiratosi dal servizio nel 2007.
L’iniziativa è promossa dalla rete terB*sogno d’esserci», che racritoriale «B
coglie Comuni, Scuole, Servizi ed altre
realtà che operano in favore di bambini, ragazzi e giovani nel territorio del
Gemonese, con l’obiettivo di promuovere il ben-essere giovanile, nonché di
sensibilizzare le nuove generazioni
alla cittadinanza responsabile.
Gherardo Colombo incontrerà gli studenti frequentanti le scuole secondarie di primo e di secondo grado, i quali
avranno il compito di curare il momento introduttivo della serata proponendo alcune riflessioni ed alcuni
stimoli precedentemente elaborati
con il supporto dei loro insegnanti.
A partire dai principi stabiliti nella Costituzione della Repubblica Italiana,
l’ex magistrato affronterà i seguenti
temi: le regole alla base della convivenza democratica, intese non come
«cappio», bensì come condizioni per
la creazione di uno spazio in cui si realizzi la libertà personale, nel rispetto
degli altri; il principio dell’uguaglianza
in democrazia; l’importanza dell’impegno individuale e della solidarietà,
necessari alla costruzione dello Stato
sociale, come previsto dagli articoli 2
e 3 della Costituzione della Repubblica Italiana.
La serata sarà aperta al pubblico e
potrà essere seguita anche in videoconferenza presso la Sala Consiliare
del Comune di Artegna. L’evento darà
il via ad un percorso di riflessione sul
tema «Giustizia e legalità» che impegnerà per l’intero anno scolastico gio-
Gherardo Colombo
ha lavorato in
magistratura dal 1974 al 2007. Ha condotto o collaborato a inchieste celebri
come la scoperta della Loggia P2, il delitto
Ambrosoli, Mani pulite, i processi Imi-Sir.
Lodo Mondadori e Sme. Dal 1989 al 1992
è stato consulente per la Commissione
parlamentare di inchiesta sul terrorismo
in Italia, nel 1993 consulente per la Commissione parlamentare di inchiesta sulla
mafia. Dal 1989 ha lavorato come pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Milano. Nel 2005 è stato
nominato consigliere presso la Corte di
cassazione. A metà febbraio del 2007, a
quindici anni dall’inizio di Tangentopoli, si
è dimesso dalla magistratura.
Da allora si impegna nell’educazione alla
legalità nelle scuole, attraverso incontri
con studenti di tutta Italia, e proprio per
tale attività ha ricevuto il Premio Nazionale Cultura della Pace 2008
Nel 212 è stato eletto nel cda della Rai.
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Sulle
regole, Feltrinelli 2008; Sei Stato tu? La
Costituzione attraverso le domande dei
bambini, Salani, 2009; Che cos’è la legalita? Sossella 2010; Le regole raccontate
ai bambini, Feltrinelli kids 2011; Educare
alla legalità: suggerimenti pratici e non
per genitori e insegnanti, Salani 2011
vani e adulti delle realtà aderenti alla
rete «B*sogno d’esserci», per concludersi in occasione della serata «Giovani per la Costituzione», con l’intento
di celebrare l’ingresso dei giovani
nella maggiore età e di ricordare che
siamo cittadini di una repubblica democratica, libera, fondata sul lavoro e
sulla solidarietà. Tutti i giovani del territorio che compiranno 18 anni nel
2013 riceveranno dalle mani del sindaco del proprio paese una copia
della Costituzione Italiana in un’edizione speciale realizzata per l’occasione. Un gesto simbolico, indice
dell’attenzione e della vicinanza che le
istituzioni locali e le scuole vogliono
esprimere ai giovani neo-maggiorenni
nel momento in cui si aprono alle sfide
dell’età adulta
La rete territoriale «B*sogno d’esserci»
è nata nell’anno scolastico 2010/2011
con l’intento di perseguire le seguenti
finalità: costruire un’ampia «comunità
educante» che sappia meglio com-
>
7
prendere e meglio rispondere ai bisogni dei minori; condurre a sintesi ed integrare le numerose attività a sostegno
del mondo giovanile in atto sul territorio; intervenire congiuntamente su alcune aree individuate come prioritarie:
l’educazione alla cittadinanza attiva e
alla diversità, la formazione ad un corretto uso delle tecnologie, la promozione di stili di vita sani ed equilibrati.
La rete è costituita dalle seguenti realtà:
le Amministrazioni Comunali di Artegna,
Bordano, Gemona del Friuli, Montenars,
Osoppo, Trasaghis, Venzone, l’Associazione Genitori «Liceo Magrini», il Centro
Regionale di Orientamento dell’Alto
Friuli, il Dipartimento di Prevenzione e il
Dipartimento per le Dipendenze dell’A.S.S. n. 3 «Alto Friuli», il Distretto sociosanitario n. 1 dell’A.S.S. n. 3 «Alto Friuli»,
lo IAL Friuli Venezia Giulia – sede di Gemona del Friuli, l’Istituto Comprensivo di
Gemona del Friuli, l’Istituto Comprensivo
di Trasaghis, l’Istituto Statale d’Istruzione
Superiore «Raimondo D’Aronco», l’Istituto
Tecnico Commerciale e per Geometri «Giuseppe Marchetti», il Liceo Scientifico Statale «Luigi Magrini» ed il Servizio sociale
dei Comuni dell’Ambito distrettuale n. 3.1
«Gemonese, Canal del Ferro, Val Canale».
>
Progetto
“Fare scienze”
Esposizione a Palazzo
Scarpa di percorsi
didattici realizzati
dalle scuole del
polo scolastico
gemonese
S
i svolgerà dal 5 all’11 novembre a Palazzo Scarpa
l’esposizione di alcuni lavori realizzati dalle scuole
di Gemona nell’ambito dell’educazione scientifica.
Le scuole coinvolte sono l’Istituto Comprensivo
di Gemona, l’Istituto Statale d’Istruzione Superiore
«Raimondo D’Aronco», l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri «Giuseppe Marchetti», il Liceo
Scientifico Statale «Luigi Magrini». Questi istituti
durante l’anno scolastico 2011- 12 sono state impegnati in un progetto svolto in continuità tra i vari
ordini di scuola, e teso allo sviluppo della ricerca
nel’ambito scientifico.
All’interno della mostra è raccolta ed ordinata
una selezione di materiali provenienti dai percorsi
didattici svolti nell’area SIC del lago Minisini di
Ospedaletto in collaborazione con Enti, Associazioni ed esperti che operano sul territorio. L’esposizione ospiterà anche ventidue exibit sull’energia
proposti dal Laboratorio Regionale sull’Ambiente.
La mostra sarà aperta dal lunedì al venerdì
dalle ore 9.00 alle ore 12.00.
Sabato 10 e domenica 11 novembre
dalle ore 9.00 alle ore 19.00
>8
Progetto
“Opportunità giovane”
Francesco Cargnelutti, laureato
a pieni voti all’Università di
Trento, facoltà di Scienze politiche e delle relazioni internazionali con una tesi dal titolo
“Studio etnografico all’interno
di una casa di accoglienza per
immigrati” si trova ora a Lampedusa per vivere un’esperienza
direttamente a contatto con chi
quotidianamente affronta
l’emergenza e l’accoglienza.
giovani: hanno al massimo trent’anni,
sono freschi di studi e hanno entusiasmo ed energia; inoltre, il fatto che
siano per età piuttosto vicini ai ragazzi fa sì che il rapporto sia molto
meno formale e più diretto. Così anche
l’insegnamento delle materie più ostiche è reso facile da figure meno professorali e più disposte al dialogo; ad
ogni ragazzo vengono impartite lezioni individuali e gratuite sulle materie che più interessano, che si vuole
consolidare o in cui si ha più difficoltà.
Il bando per poter insegnare al doposcuola è stato pubblicato a metà ottobre, con scadenza i primi giorni di
novembre.
Per informazioni ci si può rivolgere al
responsabile dell’ufficio socio-assistenziale e scolastico Roberto Copetti
(0432 973252), oppure consultare il
sito del comune.
Invece i ragazzi ch e volessero usufruire del servizio possono rivolgersi
direttamente al consigliere comunale
Adalgisa Londero.
Segnaliamo il suo blog di cui pubblichiamo l’incipit
“Sono Francesco, aspirante giornalista e cercatore di storie; Noblomov.wordpress.com è il blog in cui cercherò di riportare tappa dopo tappa
il mio viaggio alla ri-scoperta di alcune delle realtà che vedono come protagonisti i migranti in sud Italia. Si tratta di un tentativo di informazione
dal basso, che mira a fornire un’immagine diversa da quella dei media, di
alcune espressioni dell’attuale fenomeno migratorio.
Partirò da Gemona del Friuli l’8 ottobre con destinazione Lampedusa. Mi
fermerò lì un paio di settimane per poi spostarmi in Calabria, a Riace, Rosarno e Acquaformosa. La data di rientro è prevista per i primi di dicembre. L’idea è quella di abbinare a ogni paese una tematica diversa: a
Lampedusa tratterò il tema della migrazione, degli arrivi e del modo in cui
l’isola vive la peculiare situazione di testa di ponte della migrazione internazionale; a Riace e Acquaformosa mi soffermerò sulle politiche di integrazione attuate dalle amministrazioni locali di quei comuni; infine la
permanenza a Rosarno mi consentirà di approfondire la questione dei lavoratori stagionali.
http://noblomov.wordpress.com/diario-di-viaggio-e-di-campo-2/
9
>
Amministrazione comunale organizza a partire dalla metà di
dicembre un’ attività pomeridiana di doposcuola, per poter venire
incontro alle famiglie in cui entrambi i
genitori lavorano e che h anno la necessità di un luogo dove i figli possano
trascorrere i pomeriggi, possibilmente
in un contesto educativo e formativo.
L’iniziativa è gestita direttamente dal
comune, dal consigliere Adalgisa Londero, da cui l’idea è partita tre anni fa.
Nel doposcuola gli insegnanti sono
>
L’
Lorenzo la talpa
di Lorenzo Londero “flec”
cosa pubblica>
Acquisto di palazzo Scarpa: il sindaco si confronti con i cittadini!
Al termine della discussione sull’acquisto del palazzo Scarpa (già
sede della banca Antonveneta) il
Consiglio comunale di Gemona del
16 luglio u.s. approva anche l’integrazione proposta dal consigliere G.
Tiso, secondo cui “l’Amministrazione comunale si riserva la possiasta pubblica
bilità di esperire un’a
per la vendita dell’immobile ex- magazzino di via Roma”.
Pochi giorni dopo lo stesso Tiso e B.
Zilli inviano una osservazione
scritta al sindaco e a tutti gli assessori e consiglieri, in cui chiedono
“che si provveda ad una n uova
stima dell’intero compendio immobiliare avente ad oggetto gli immobili adibiti a magazzino di proprietà
comunale, nonché le aree antistanti
denominate ex-GIL, prima di determinare la base d’asta per il necessario pubblico incanto”.
ficabile a 35 euro al mq alla società
immobiliare Codone, proprietaria
del palazzo Scarpa.
Poiché la trattativa è avvenuta con
la sola società Codone, la Giunta comunale ri-esaminerà l’intera operazione immobiliare ricorrendo anche
all’asta pubblica?
Di questa complessa operazione immobiliare (già esaminata nel n. 86
di Pense e Maravee) uno degli
aspetti più controversi riguarda proprio l’area ex-GIL che, tolto il vincolo attuale del parcheggio,
potrebbe essere venduta come edi-
Questa domanda, unita agli interrogativi già formulati su Pense e Maravee, dovrebbe trovare risposta in
un confronto pubblico, in cui sindaco e assessori spiegano il senso
complessivo di questa operazione e
ascoltano il parere dei cittadini.
La Regione non finanzia la “Città dello sport”
Nella delibera regionale n. 1175 del
21.06.2012 è allegato l’elenco delle
domande inammissibili presentate
nell’anno 2012.
Fra le decine di queste richieste di
contributi regionali presentate da
Comuni e società sportive dell’intera regione ve ne sono ben quattro
riferite al Comune di Gemona e riguardano i seguenti interventi:
- un campo di allenamento con
illuminazione e spogliatoi per
l’associazione locale di rugby,
> 10
- una struttura indoor per l’arrampicata sportiva – 1° lotto,
- una struttura da destinare a
palazzetto dello sport e sistemazione area esterna,
- una struttura per volo libero/parapendio – 1° lotto.
Tutte queste domande sono
state escluse da finanziamenti
regionali con le relative motivazioni.
Nel numero di Maggio 2012 di
Pense e Maravee avevamo invitato
il Comune di Gemona a farsi promotore (anche a nome dei 15 Comuni
aderenti al progetto “Gemona città
dello sport e del benstare”) di una
forte iniziativa politica per ottenere
dalla Regione adeguati finanziamenti, anche con il coinvolgimento
di tutti i consiglieri regionali del nostro collegio elettorale.
Tale invito, dopo la bocciatura operata dalla giunta Tondo, diventa ancora più attuale e improcrastinabile
anche in vista della prossima legge
finanziaria regionale.
comunicato>
di Antonio Antonelli
Uno spazio
per la musica
La Banda Musicale
Città di Gemona
ha sede a Campolessi
PENSEEMARAVEE
associazione culturale
ASSE MBLEA AN N UALE DI PENSE E MARAVEE
Noi del direttivo ci stavamo ancora guardando intorno, all’ombra degli alberi del
giardino dell’ex-scuola primaria di Campolessi, e fantasticando (ma neanche tanto)
di prove estive all’aperto, grigliate sociali
nel parco e cose simili, quando abbiamo
visto arrivare l’auto dell’assessore Marmai. L’atmosfera era piuttosto euforica
perché eravamo lì per visionare le stanze
che l’amministrazione aveva messo a di-
venerdì 23 novembre 2012, alle ore 20. 30, nella nuova sede
della "Casa del volontariato" in via San Giovanni, 20
L'incontro servirà per illustrare il resoconto delle attività svolte
durante il 2011, presentare il programma delle iniziative previste
per il 2012- 2013 e votare il nuovo direttivo.
L'assemblea è aperta ai soci, agli amici, ai simpatizzanti e a tutte le
persone che vogliono dare un contributo di riflessione e di proposta.
sposizione delle associazioni: si trattava
delle aule al secondo piano della scuola.
Siamo saliti al secondo piano, al buio; ma
quando le luci si sono accese e abbiamo
potuto vedere le stanze, abbiamo tirato un
sospiro di sollievo: il luogo era perfetto e
adesso eravamo sicuri che la scuola di musica sarebbe partita!
Il lunedì successivo, a prove, abbiamo dato
a tutta la banda la lieta notizia: ora abbiamo la sede, ma ci sarà del lavoro da
fare: bisognerà allestire la sala prove con
tutto il necessario e, possibilmente, anche
un po’ di comfort. Subito i bandisti si sono
messi in moto: chi si offre per recuperare
le sedie, chi un divano, chi gli scaffali;
forse riusciremo anche a trovare un frigorifero per i generi di prima necessità... Pian
piano, con il contributo di tutti, ci costruiremo una sede bella e funzionale.
informazione pubblicitaria
[email protected]
Ricapitolando: ora la Banda Musicale Città
di Gemona ha una sede presso l’ex- scuola
primaria di Campolessi, nella quale si terranno le prove ogni lunedì sera dalle ore
20:30 alle ore 22:00 circa. Inoltre, cosa ancora più importante, da metà ottobre sarà
attivata la scuola di musica con corsi di
propedeutica musicale per bambini delle
prime due classi della scuola primaria,
corsi di teoria e solfeggio a partire dalla
terza classe della scuola primaria e, ovviamente, corsi di strumento: tromba, trombone, flicorno, sax, clarinetto, flauto,
percussioni.
Per informazioni e contatti, ci si può
rivolgere al Presidente Loris Sbaizero
(3460222768) o al Maestro Herbert
Fasiolo (3286947302), presentandosi
il lunedì sera durante le prove oppure
scrivendo all’indirizzo
[email protected].
Cartolibreria Coccinella sas
di Marina Lepore & C:
Via Dante Alighieri 213
Gemona del Friuli
tel/fax 0432 981305
11
>
F
inalmente una sede! Finora, per le
prove del lunedì sera, eravamo stati
generosamente ospitati dagli scout di Gemona, ma si trattava di una sistemazione
provvisoria che, tra l’altro, presentava notevoli problemi logistici, anche perché la
Banda, sebbene nata da pochi mesi, era
già in piena attività: le chiamate erano
molte e sentivamo la necessità di un luogo
dove poter tenere l’archivio, la batteria, i
leggii e, in futuro, una indispensabile fotocopiatrice. In sostanza avevamo bisogno di
uno spazio per poter portare avanti in maniera adeguata e possibilmente più comoda la nostra attività. Ma la cosa che ci
angosciava di più era la scuola di musica:
per mesi avevamo organizzato la scuola di
musica contattando i maestri, parlando
con i ragazzi, distribuendo volantini, ma
senza la certezza che avremmo avuto un
luogo in cui le lezioni potessero svolgersi.
Avevamo anche fissato la data d’inizio dei
corsi: metà ottobre. Tutto era pronto a partire; ma dove?
ambiente>
Dialoghi, appunti e domande
sulla terra
di Sandro Cargnelutti
Dialoghi. Il
bambino e il
papà
P
apà, cos’ è la terra?
E’ quello strato di 15- 20 centimetri che tu vedi e tocchi nell’orto; è
un meraviglioso laboratorio ecologico,
popolato da molti organismi, dove i
materali si accumulano, si trasformano e vengono in parte riassorbiti
dalle piante. Pensa che in un suolo
grande come un campo di calcio quegli organismi possono pesare come
cinque o sei elefanti, molto di più
degli animali e degli uomini che lo calpestano. Sono lombrichi, insetti, funghi, batteri,.. fondamentali per
chiudere i cicli della natura.
Quando piove l’acqua scorre sull’asfalto
ma scompare quando bagna la terra.
Dove va?
S’infiltra ed è trattenuta dalle sostanze
minerali (particelle di argilla) e dall’humus. Quella che sfugge per effetto
della gravità alimenta i pozzi d’acqua
sotteranei. Se osservi al microscopio
un grumo di terra è pieno di piccole caverne. E’ lì che avvengono le reazioni e
gli scambi dei nutrienti. Se consideri
tutta la superficie, anche quella delle
“caverne” interne, un terreno grande
come un campo di calcio ha una superficie che può contenere l’Austria.
OOOOOh….! Papà, il suolo serve solo
ad appoggiare le strade e le case?
Molti lo hanno inteso e lo intendono
proprio così. Ma i servizi del suolo
sono diversi e importanti: nutre le
piante che producono cibo, filtra e pulisce l’acqua, ospita la maggioranza
degli organismi viventi presenti sul
pianeta, ci fornisce le materie prime
per realizzare le nostre case e custodisce i tesori del passato, la nostra
storia. Si forma in migliaia di anni e
una ruspa in un attimo lo distrugge o,
se sopra gli costruiamo un parcheggio, lo “sequestriamo” per molto
tempo. La cementificazione del suolo,
> 12
ben oltre le normali necessità, ha fatto
sì che non si sappia mai dove inizia e
dove finisce un paese: le case sono
sparse dappertutto.
i suolo
d
o
m
u
ns
i sul co
r
e
m
u
N
Papà, se c’è la fame nel mondo, vuol
dire che non c’è abbastanza suolo da
coltivare?
Ogni anno, nel mondo, si aggiungono
85 milioni di bocche da sfamare e i
suoli fertili si riducono sempre più in
quantità e qualità; in parte vengono
utilizzati per produrre, non alimenti,
ma “energia”. Stati popolosi come la
Cina e l’India stanno inoltre acquistando suoli in Africa, cacciando i contadini, per sfamare i loro cittadini. E
poi ci sono gli speculatori…
N
Papà, se da grande farò il Sindaco proteggerò il suolo.
Bravo! Proteggendo il suolo proteggi
l’ambiente e l’uomo. Adesso però andiamo a tavola e mangiamo la verdura
che hai raccolto con la nonna nell’orto
“cence velens”.
el mondo solo l’11% delle terre
emerse può essere destinato alla
produzione di alimenti. Ma non sono
tutte terre fertili. I terreni di maggiore
qualità sono anche quelli più antropizzati (vedi la Pianura Padana). In Europa ogni anno si edificano più di 1000
km quadrati di territorio (fonte EU). In
Italia urbanizzazione e abusivismo
hanno «rubato» all’agricoltura, negli
ultimi dieci anni, due milioni di ettari,
in trent’ anni più di cinque milioni
(fonte Confederazione italiana agricoltori). Il tasso di urbanizzazione pro
capite è pari a circa 230 mq per abitante e varia dai 120 mq/abitante della
Basilicata, fino agli oltre 400 mq/abitante del Friuli-Venezia Giulia, terza regione in Italia per consumo di suolo.
Gemona è uno dei paesi più urbanizzati del Friuli; la presenza di strade è
Solo dopo che l’ultimo albero sarà stato abbattuto. Solo dopo che l’ultimo fiume sarà stato avvelenato.
Solo dopo che l’ultimo pesce sarà stato catturato. Soltanto allora scoprirai che il denaro non si mangia
(antico detto degli Indiani Cree)
Dedico questo articolo a Pieri Gii, scomparso da poco, perché conoscevo il suo
attaccamento alla terra e la sua sofferenza nel vederla così poco considerata.
Anche della conoscenza. Senza conoscenza e saperi una comunità ha il
fiato corto, si concentra sul presente.
Anche il Comune può essere produttore di conoscenza utile ad amministrare il territorio, a creare una cultura
di appartenza e di gestione sostenibile delle risorse.
I
tra le più alte in regione. La forbice tra
aumento della popolazione (che è calata a Gemona negli ultimi cento anni)
e l’aumento della superficie urbanizzata è tra i più alti in Italia. Con tanti
contenitori vuoti.
Cosa pensare di tutto cio’?
E’ auspicabile che le comunità locali
siano più sensibili degli amministratori
e tutelino gli ambiente ancora non cementificati. Il suolo e il paesaggio sono
beni comuni. Si costruisca sul costruito,
si riqualifichino gli edifici dal punto di
vista energetico, acustico, estetico, si
sostituisca il cemento con altri materiali
che lascino respirare la terra nei parcheggi, … si rigeneri il tessuto urbano.
Si blocchi la dissennata espansione
senza deprimere l’occupazione.
Il Disegno di legge del Ministro Catania cerca di porre un freno al consumo
di suolo in agricoltura. E’ un primo timido passo nella direzione giusta.
n un precedente articolo avevamo
proposto di associare allo sport e al
benstare anche l’ambiente perché non
ci può essere benstare se non c’è qualità ambientale. A Gemona non abbiamo grossi problemi di inquinamento
e la qualità della vita è buona. La criticità ambientale, tante volte sottolineata da PM, è l’uso dissennato del
suolo con costruzioni a pioggia che
hanno rotto la sapiente geometria costruita nel corso dei secoli, le otto borgate e un centro storico, e banalizzato
il paesaggio urbano. Un intreccio compulsivo di interessi, a scapito di un
bene comune. Questo ha comportato
un aumento di costi (per la raccolta
dei rifiuti, la depurazione delle acque,
trasporti e illuminazione,…) che pesano sui bilanci del Comune e una riduzione dei suoli disponibili. Occorre
invertire la rotta e investire in un rapporto nuovo con il territorio e le sue risorse, recuperando sapienze antiche
e scenari di sostenbilità reale.
Gemona città dello sport, del benstare e dell’ambiente. E’ sufficiente?
No!
Signor Sindaco, invece di misurare
l’impronta di carbonio (anidride carbonica prodotta dai processi di combustione), che nelle nostre condizioni
non è una priorità, investa un po’ di risorse per misurare il benessere della
comunità integrando gli indicatori già
conosciuti con quelli specifici, rilevati
sul campo e proposti dall’ISTAT. Iniziamo con i cinque indicatori sull’uso
del suolo. Il comune li misura e li pubblica sul suo sito. E poi voltiamo pagina sulla gestione del territorio con le
sue 46 varianti urbanistiche, bloccando ulteriore occupazione di suolo.
Gemona, città della conoscenza, del
“G
benstare e dello sport. Il suo territorio
tra natura e storia” potrebbe essere lo
slogan rinnovato.
P.S. Un auspicio e una preoccupazione.
C’è ancora tempo per rivedere progetti
faraonici di ser vizi di atterraggio a supporto
del volo libero. Rischiamo di appesantire
“di cemento” le ali delle vele che vibrano
nel vento. Non è un buon avvio. Girano voci
che dopo la strada sui piani di Cuarnan, c’è
l’interesse a costruire casette spacciandole
come deposito degli attrezzi. Confido che
siano voci del tutto prive di fondamento.
13
>
Gemona
città dell
o sport
e del ben
stare
L’ISTAT con il suo progetto per misurare il benessere equo e sostenibile
si inquadra nel dibattito internazionale sul cosiddetto “superamento del
Pil”, stimolato dalla convinzione che i
parametri sui quali valutare il progresso di una comunità non debbano
essere solo di carattere economico,
ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità (fonte BES).
il caso>
I Profeti
guardano
dall’alto
D
al 1533 fino al 1976 la Madonna, i
Santi, le Sante, i Profeti e le Sibille
dipinti da Pomponio Amalteo ci hanno
guardato dal soffitto della chiesa di
San Giovanni, qualcuno di loro perfino
sporgendosi dalla cornice od offrendo
alla lettura pagine e cartigli. Ma forse
solo negli anni successivi alla realizzazione, quando i colori della pittura risplendevano ed era ancora facile
riconoscere nei personaggi rappresentati i ritratti di uomini e donne di Gemona, questo soffitto, una delle
opere più significative del Rinascimento friulano, ha goduto di
un’attenzione diffusa e popolare.
Attraverso varie iniziative quest’anno l’associazione culturale “Valentino Ostermann”
ha cercato di ampliare l’area
dell’interesse attorno al
soffitto dell’Amalteo, le
cui tavole ora sono conservate in un luogo non
accessibile al pubblico. In questo ha
avuto la collaborazione convinta di
importanti studiosi (tra i quali
Liliana Cargnelutti, Maurizio
d’Arcano Grattoni, Caterina Furlan),
tutti concordi sull’opportunità di dare
al manufatto una collocazione che ne
consenta la piena valorizzazione a favore della popolazione locale, delle
scuole, di tutti coloro che sono interessati ai beni artistici.
L’amministrazione comunale ha recentemente prospettato la sistemazione
del soffitto cinquecentesco nel piano
interrato di palazzo Scarpa (ex banca
Antonveneta, in piazza Garibaldi).
E ’ u n’ i p o t es i c h e i m p o ne q u a l c h e
d om a n d a .
Risponde all’obiettivo di una piena valorizzazione la collocazione del soffitto cinquecentesco nello stesso edificio in cui
dovrebbero aver sede gli uffici comunali?
Sarebbe adeguatamente valorizzata
un’opera concepita per essere osservata a un’altezza di circa sette metri,
quando fosse posta in un seminterrato
alto poco più di quattro metri?
E come si prevede di riempire il “buco”
lasciato in via San Giovanni dalla mancata ricostruzione dell’edificio dove si
trovava il soffitto?
di Alida Londero
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> 14
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La salute prima di tutto
Il mondo del fitness, che ci vuole tutti
giovani, magri e sorridenti, poco si
adatta alle esigenze di cui diverse
fasce di popolazione necessitano.
Ecco perché c’era bisogno di una
struttura che si occupasse da vicino di
rieducazione motoria e funzionale per
le persone che hanno subito un
trauma o per sportivi che necessitano
di assistenza terapeutica e motoria.
Nasce sotto queste aspettative il
nuovo Centro di Rieducazione Motoria e Funzionale in via Osoppo, diretto dalla dott.ssa Elena Dallolio e dal
dott. Simone Spizzo. Entrambi laureati
in scienze motorie a Gemona, entrambi con anni di esperienza alle
spalle.
Elena Dallolio, gemonese di nascita,
dopo aver collaborato per diversi anni
nella palestra della piscina Atlantis di
Gemona, si è poi trasferita a Spilimbergo, in una struttura molto più
grande, dove ha conosciuto il dott.
Spizzo, specializzato in osteopatia.
Dopo anni di collaborazione e di affinità in campo lavorativo e medico,
hanno deciso di unire le forze e di
aprire un centro più vicino alle idee e
agli intenti di entrambi.
«E’ una struttura diversa da una palestra, non ci interessa il fitness, vor-
apre a Gemona
un nuovo centro
per la rieducazione
motoria
remmo offrire un servizio più mirato
alla salute e allo sport, con un occhio
di riguardo per le tante associazioni
sportive presenti sul territorio. Tutto
quello che facciamo ha una funzione
salutare» racconta Elena.
Quello di via Osoppo è di fatto un
centro di dimensioni discrete, interamente al piano terra, di facile accesso e
senza alcuna barriera architettonica.
«Il nostro intento principale è quello
di lavorare sulle e con le persone, farle
sentire un po’ come a ‘casa’, seguendole passo passo, nello sviluppo e nel
superamento della patologia, ecco perché scegliamo di lavorare con piccoli
gruppi di persone» precisa Simone.
I servizi offerti sono molteplici, si va
dalla ‘semplice’ visita di trattamento
osteopatico, all’applicazione taping,
all’analisi e al riequilibrio posturale,
passando per la rieducazione motoria
pre e post operatoria, fino alla ginnastica antalgica e correttiva, alla preparazione atletica, alle misurazioni
antropometriche, e al metabolic work,
finalizzato alla riduzione del grasso
corporeo.
Ogni tipologia di trattamento proposto, viene svolto con la consapevolezza di quanto sia importante
ripristinare un corretto assetto corporeo per recuperare e mantenere al meglio il proprio benessere generale.
Uno stile di vita frenetico o sedenta-
rio, infatti, porta inevitabilmente ad
una perdita di coscienza del proprio
corpo, con la conseguente alterazione
delle abilità motorie e dei corretti
schemi posturali, a grave discapito
della salute psico-fisica di ognuno di
noi. Ecco perché è così importante
prendere coscienza del nostro reale
stato di salute e correggere i problemi
che ci affliggono.
«Vorremo presto poter lavorare con
i bambini. Gemona offre tanta attività
sportiva, quindi oggi i bambini possono scegliere. Noi vorremo creare
corsi di ginnastica posturale per adolescenti, per evitare futuri problemi di
scoliosi, e appoggiandoci ad un nutrizionista, creare dei percorsi contro
l’obesità infantile» precisa Elena.
Progetti importanti per la salute e la
salvaguardia del benessere fisico di
tutti, con un occhio (importantissimo)
per i più piccoli. Perché in fondo il concetto è sempre lo stesso: ‘prevenire è
meglio che curare’.
Elena Dallolio e Simone Spizzo
19
>
B
enessere e salute. In questa nostra Gemona in cui, da alcuni anni
a questa parte, si sente tanto
parlare di sport e benstare, palestre,
attività ginniche e testimonial d’eccezione in campo di atletica olimpica e
paraolimpica, da oggi si darà spazio
anche ai concetti di salute, benessere
ed educazione motoria.
salute>
Come il gioco
d’azzardo
diventa una
dipendenza
di massa
a cura di Gianni Canzian
Dalla roulette alle “macchinette”
I
l gioco d’azzardo è fin dall’antichità
una costante della storia umana. Il
gioco dei dadi è quello che vanta una
storia più lunga: immagini di dadi e di
giocatori si trovano nelle raffigurazioni
degli antichi egizi già intorno al 3000
a.C. Da “alea” (dado in latino) deriva il
termine aleatorio, e da “al-zarh” (il dado
in arabo) deriva il termine azzardo.
L’attrazione per tutti i giochi dove il risultato è affidato al caso (testa o croce,
scommesse, roulette, lotterie, ecc.), e
dove vi è una quota di rischio (in genere, ma non sempre, in denaro), ha
qualcosa di irresistibile per la nostra
specie (la letteratura è ricca di storie di
persone rovinate dal gioco, di fortune
dilapidate, di suicidi fuori dal casinò).
Nelle forme più estreme la posta è la
vita stessa (come nella “roulette russa”
o in altri “giochi di morte”).
Molti giochi d’azzardo molto meno
“funesti” (totocalcio, lotterie, lotto ed
altri simili) fanno parte della nostra
storia tanto che spesso non vengono
nemmeno considerati tali (anche se
> 20
molti, giocando al raddoppio, si sono
rovinati al lotto).
Cosa c’è quindi di nuovo che giustifichi l’attuale allarme? Due cose in
particolare.
1) I giochi d’azzardo non sono tutti
egualmente capaci di dare dipendenza. Il fattore più importante è il
tempo. Tutte le droghe che giungono
rapidamente al cervello e creano un
rapido picco di eccitazione danno più
facilmente dipendenza (bere a stomaco vuoto piuttosto che a stomaco
pieno, gli oppiacei endovena piuttosto
che quelli per bocca, la cocaina fumata piuttosto che quella sniffata, la
nicotina della sigaretta piuttosto che
quella del tabacco da masticare, ecc.).
Anche la ripetitività dell’eccitazione ha
un grosso peso. Chi fuma sigarette
inala droga 20-30-40 volte al giorno,
chi si “buca” solo due o tre (la nicotina
infatti è la droga che causa più facilmente dipendenza). Lo stesso accade
per il gioco d’azzardo: più è breve il
tempo che passa dalla giocata al risultato, più alcune aree del cervello si ec-
citano, e più frequenti sono le giocate,
più l’eccitazione cresce. Per fare due
esempi estremi, il totocalcio comporta
una lunga latenza (ore o giorni) fra la
giocata e la vincita, e non può essere
di nuovo giocato prima di una settimana. Con le slot-machine fra giocata
e vincita passa sì e no un secondo, e la
giocata può essere immediatamente
ripetuta innumerevoli volte. Così mentre la dipendenza da totocalcio è di
fatto inesistente, quella da slot-machine è frequente e grave.
2) La diffusione della possibilità di
giocare. Fino a pochi anni fa per accedere ai giochi più “tossicomanigeni” bisognava andare all’estero, o in uno dei
pochissimi casinò italiani. Ora l’Italia è
diventata una gigantesca Las Vegas:
quando ci sono andato, diversi anni fa,
mi aveva colpito la presenza di “macchinette” nei luoghi più impensati; oggi
in Italia è la stessa cosa, oltre alle sale
gioco vere e proprie, ci sono slot-machine nei bar, nelle pizzerie, nei tabacchini, dal giornalaio, nelle lavanderie a
gettone, e così via. L’offerta crea do-
Naturalmente il gioco d’azzardo non è
sempre “patologico”. La stragrande
maggioranza dei giocatori (circa l’80%)
gioca saltuariamente, somme in genere
modeste, per semplice divertimento.
Una parte (10-15%), consiste di “giocatori problematici” (giocano con frequenza, spendendo più di quanto
vorrebbero, tornando a giocare per recuperare le perdite, ma sono ancora in
grado di smettere). Infine il 5-8% di chi
gioca ne diviene dipendente, con progressiva rovina economica e spesso sociale e familiare (“gioco d’azzardo
patologico” o “G.A.P.”).
Il 5% può sembrare poco, ma moltissime persone si avvicinano al gioco
e quindi il numero dei dipendenti è
grande (e in crescita). Si stima infatti
che in Italia circa 7 milioni di persone
giochino almeno una volta alla settimana, e fra queste 800 mila siano dipendenti dal gioco e 2 milioni siano
giocatori problematici
In questo quindi il gioco è come
l’alcol: a fronte di una maggioranza di
“bevitori normali” vi sono molti “bevitori problematici” e un numero non
piccolo di “alcolisti”.
Mentre però l’uso di alcol è da anni
in calo, il gioco d’azzardo è in tumultuosa crescita. In Italia, nel 2011, il giro
d’affari del gioco d’azzardo è stato di
quasi 80 miliardi di euro, 1.330 euro a
testa (1.673 se consideriamo solo i
maggiorenni). Erano solo 14 miliardi
nel 2000, 24 nel 2004, 47 nel 2008.
Sono somme elevate anche rispetto al
resto dell’Europa: nel 2009 in Italia si
sono giocati 54 miliardi di euro, in
Spagna 17 e in Francia 19.
Detraendo dalle somme giocate le
vincite incassate, i soldi effettivamente
perduti dai giocatori sono 18,5 miliardi
nel 2011 (di questi metà è andata allo
Stato, l’altra metà ai concessionari). La
parte del leone (per la già ricordata
forte capacità di dare dipendenza) è
rappresentata dalle slot-machine (più
del 55% del fatturato totale).
Il gioco d’azzardo è ormai diventato la terza industria in Italia, con
5000 grandi e piccole aziende, 1500
concessionari-gestori e 120.000 addetti. Metà del fatturato è comunque
in mano a 10 grandi concessionari.
In queste cifre non è poi conteggiato il vastissimo mercato delle scommesse clandestine, gestito in gran
parte dalla criminalità organizzata.
Tutto questo, considerando che il
gioco (come in tutto il mondo) è più diffuso fra le persone meno abbienti (che
sognano una vincita che risolva le loro
difficoltà), si traduce in drammatiche situazioni di povertà (nell’ultima relazione al parlamento si stima che il 6-7%
delle separazioni in Italia sia oggi causato dai debiti di gioco del coniuge).
A fronte di tutto ciò, la pubblicità
che invita a giocare è martellante e in
crescita, e la frase a fine spot “gioca il
giusto, non esagerare” è pesantemente ipocrita.
Che fare a fronte di questa situazione?
La pubblicità, così come per le sigarette, andrebbe sicuramente vietata
(ma ormai il gioco è così diffuso che
questa misura, pur giusta, sarebbe
forse poco utile). Le normative che impongono distanze fra le sale giochi e
le scuole (e altre zone sensibili) sono
inutili perché non comprendono le
“macchinette” dei bar (principale
causa della diffusione del gioco). Lo
stesso tutti gli altri interventi sulle
sale gioco, come la possibilità per il
cliente di chiedere che gli sia posto un
tetto alle giocate (chi mai lo chiederà).
Certo limitare il gioco d’azzardo alle
sole sale giochi, ben individuate e
dove è facile impedire l’accesso ai minori, sarebbe meglio, ma chi avrà il coraggio di intervenire su tutti gli
esercizi che ne sono ormai forniti? Parlare dei rischi del gioco nelle scuole
probabilmente non farebbe che stimolare la curiosità. Infine è poi in crescita il gioco on-line, ancora più
difficile da controllare a meno di non
chiudere tutti i siti per legge. In sintesi, la partita della prevenzione sembra ormai in buona parte perduta.
E’ invece ancora percorribile la strada
della cura. Si possono creare servizi di
aiuto per i giocatori, che al momento
non sono previsti, anche se alcuni già
se ne occupano. A breve si prevede
l’inserimento (con il nome di “ludopatia”) del gioco d’azzardo nei L.E.A. (livelli essenziali di assistenza). I
trattamenti sono comunque difficili.
Gli strumenti più efficaci sono da un
lato il controllo del denaro da parte
dei familiari o di altre persone nominate ad hoc, dall’altro le terapie di
gruppo, sia nei servizi, sia in forme associative (“giocatori anonimi”, nati sul
modello di “alcolisti anonimi”). Tutti i
SerT della Regione, fra cui quello di
Gemona e Tolmezzo, hanno già avviato o stanno avviando progetti in tal
senso. Chi avesse bisogno di aiuto,
può quindi, oltre a parlare col proprio
medico di fiducia, contattare il Dipartimento delle Dipendenze.
21
>
manda, ed un’offerta così capillare di
slot attira, all’inizio per normale curiosità, col tempo a volte per dipendenza,
un numero elevatissimo di persone. Va
detto che anche se si parla spesso
delle “sale giochi”, i problemi più frequenti sono collegati proprio alle “macchinette” dei bar, dove gli avventori
infilano un euro dopo l’altro. Le dipendenze poi vanno spesso a braccetto, ad
esempio alcolismo e gioco d’azzardo, e
quale luogo migliore di un bar per un
alcolista giocatore?
giovani e professioni>
Incontro con Alessio Pischiutti studente gemonese
ma anche pastore e appassionato allevatore
L’esperienza,
lo studio,
la passione
L
a mia passione nasce quando,
ancora bambino, seguivo mio
padre quando andava a lavorare in alcune stalle della provincia di Udine. In
questi primi approcci con il mondo
dell’allevamento mi divertivo semplicemente ad osservare gli animali e in
particolare mi soffermavo sul mantello
delle vacche, scoprendo pian piano le
diverse razze bovine.
Crescendo mi sono interessato
anche agli interventi che mio padre effettuava sugli animali. Mi è sempre
piaciuto seguirlo al lavoro, e mi sembra utile ancora oggi perchè ho capito
che anche se ho potuto osservare fin
da piccolo gli animali, le stalle, il lavoro del veterinario, ho comunque ancora molto da imparare da mio padre.
Credo sia così che è nata la mia passione. Attraverso l’esperienza. Comunque, già a quei tempi capii che da
studente avrei fatto di tutto pur di diventare un veterinario.
Alcuni anni più tardi mio padre ha
costituito una piccola società, chiamata Luna, insieme ad un altro veterinario di Cavazzo Carnico, comune
dove si trova l’azienda. Comprarono
circa 50 bestie da latte e così, oltre che
come veterinario, è iniziata l’avventura come allevatore. La stalla si trova
lontano da Gemona, dove abito, ma
questo non mi ha impedito di poterci
andare a lavorare saltuariamente fin
da quando ancora non avevo la patente e dovevo fare tutta la strada in
bicicletta.
Tuttavia non è stato a Cavazzo che
ho iniziato le mie esperienze da pa-
> 22
store e mungitore, ma a Trasaghis,
nella zona industriale, dove i fratelli Rodaro di Avasinis avevano preso in gestione la stalla e pascolavano una
mandria di decine di vacche, oltre che
un gregge di pecore e capre. In quel periodo ho scoperto anche l’altra mia
passione, che è quella per la malga e la
montagna.
Le prime vere esperienze di sveglia
mattutina, di mungitura e pascolo le
ho fatte invece in malga Cuar, sopra
Avasinis, dove venivano caricate le
vacche e le pecore di Trasaghis. Da
quegli anni lì fino ad oggi ho visitato
varie malghe, un po’ per curiosità, un
po’ per imparare tecniche di alpeggio
che differiscono da malga a malga.
Negli ultimi anni ho lavorato in Straniger Alm, una malga in Austria a pochi
metri dal confine con il comune di Paularo, per alcuni mesi in Malga Lavareit, sopra Cleulis, nell’estate 2011.
Queste sono state alcune delle
esperienze che mi hanno aiutato a maturare di più. In realtà non provavo
molta fatica a lavorare lassù. Mi piaceva tutto di quel mondo: la sveglia
mattutina, i gesti manuali del lavoro
(nella malga Lavareit si munge ancora
a mano!!!), la pausa pranzo, le lunghe
passeggiate nei pascoli con le mucche, il sapore del latte appena munto,
le storie che raccontavano i vecchi
sulla loro giovinezza. Mi è sempre piaciuto sentir parlare di quelli dei vecchi
tempi, non ne ho mai perso l’occasione. Uno non può fare a meno di paragonarsi a loro. Di chiedersi come
avrebbero fatto loro al giorno d’oggi.
Queste esperienze mi hanno fatto
acquisire esperienza nel campo dell’allevamento e della gestione della
malga, facendomi inoltre avvicinare
all‘attività casearia.
C’è però un’ esperienza che mi è rimasta dentro in modo particolare e
che ricordo spesso: la smonticazione
delle malghe di Collina Grande, Plotta,
Val di Collina e Collinetta, vicino al
passo di Monte Croce Carnico. In quell’anno, il 2010, le aveva caricate un allevatore di Cazzaso, Luigi Piutti, che
conosceva mio padre ed è stato proprio lui a propormi di andare ad aiutarlo a portare le vacche da Timau, giù
per la valle del But, fino a Cazzaso,
sopra Tolmezzo. Fu una giornata davvero bella ed esauriente; infatti dopo
aver attraversato i paesi di Timau,
Cleulis, Paluzza, Sutrio, Piano d’Arta,
Arta Termne e Zuglio in quasi dieci ore
di cammino, siamo riusciti ad arrivare
a destinazione.
Nonostante queste fatiche la passione non mi è passata ed ormai credo
non mi passerà più. Infatti è in malga
e nella stalla che ormai vedo il mio futuro ed è per questo che adesso mi
sono iscritto al primo anno di Medicina Veterinaria a Padova.
Sto studiando questo mestiere perchè credo che l’allevamento, seppure
sia un settore in forte crisi che ormai
ha perso molti legami con quello che
era il tradizionale metodo d’allevamento, non può semplicemente
scomparire. L’allevamento deve avere
un futuro e io ho fatto la scelta di lavorare nella zootecnia perchè credo
fermamente che lo avrà.
La rivista “Biologi italiani” organo ufficiale dell’ordine
nazionale dei biologi nel n.5 del maggio 2012 ha pubblicato
in forma integrale la ricerca di Alessio
La ricerca
La ricerca che ho effettuato mi è stata proposta dalla professoressa di scienze Elisa Contessi del Liceo Scientifico di Gemona, che ho frequentato fino all’anno scorso. Più
precisamente il lavoro fa riferimento alla genetica, una delle
discipline scientifiche che rientra nel programma scolastico.
La mia professoressa mi ha quindi suggerito di approfondire
le conoscenze sulla genetica coniugando la teoria studiata a
scuola con l’osservazione “pratica” degli animali che ho potuto effettuare quando seguivo mio padre, medico veterinario,
al lavoro. La ricerca è nata per poter partecipare al concorso
“I giovani e le scienze”, nel quale però il lavoro non è stato
selezionato, probabilmente anche perché si discosta da
quelle che sono le tipologie classiche di relazione scientifica.
Tuttavia questo insuccesso non ha fatto desistere me e la professoressa e quindi abbiamo inviato la ricerca alla redazione
della rivista nazionale “Biologi Italiani”, la rivista ufficiale
dell’ordine dei biologi, ottenendo una pubblicazione.
mi ha quindi portato ad eseguire questa ricerca. Il titolo “La
genetica bovina nell’esperienza personale” vuole rimarcare
l’intreccio che esiste fra questo ramo della biologia e l’allevamento, intreccio in continua evoluzione e molto importante
non solo per gli allevatori, ma anche per gli animali.
Precisamente il mio lavoro riassume in poche pagine un
settore dell’allevamento, quello della genetica, che ha acquisito una notevole importanza negli ultimi anni. Ho scelto
personalmente questo argomento perché per me è una materia molto importante all’interno di un ramo dell’economia,
quello zootecnico, che ultimamente è stato trascurato. L’interesse che ho sempre provato nei confronti dell’allevamento
Questa ricerca è divisa in tre sezioni: i rapporti che esistono fra l’allevamento e la genetica; un approfondimento sul
colore del pelo dei bovini e sulla sua trasmissione, che mi ha
permesso di capire alcuni esempi che ho poi riportato sulla
ricerca; le mie esperienze, in cui descrivo le mie personali vicende nel mondo dell’allevamento e, a grandi linee, la situazione dell’Alto Friuli.
La ricerca, dopo una breve e personale introduzione, riporta alcune brevi nozioni sulla genetica in generale, dove si
parla anche del padre di questa scienza, Gregor Mendel e dei
vari esperimenti effettuati dagli scienziati specializzati in questo settore.
Il capitolo successivo tratta dell’applicazione della genetica nell’allevamento e dell’aiuto che da questa può derivare
ai contadini. La genetica, infatti, è utile soprattutto per la pianificazione dei parti, e spesso viene eseguita assieme al veterinario di fiducia.
>
23
Il mestiere del writer
Dopo il successo dell’appuntamento
di writing Elementi Sotterranei, svoltosi lo scorso mese di giugno, l’Associazione “Bravi Ragazzi” chiude
l’edizione 2012 con un’intervista doppia a Peeta e Dado, due artisti italiani
tra i più rappresentativi del festival
gemonese.
DICCI CH I SE I E QUALI SONO STATE
LE TUE PRIM E ESPE RIENZE DI
WRITE R.
Peeta: Sono Manuel Di Rita, vengo
dalla provincia di Venezia e ho 31 anni.
Nel ’92 sono stato a Barcellona e lì ho
visto per la prima volta i graffiti e mi
sono appassionato. Tornato a casa ho
iniziato uscendo di notte di nascosto
per andare a fare i “pezzi”.
Dado: Sono Alessandro Ferri, vengo
da Bologna e ho 36 anni. Ho scoperto
il writing da piccolo nel parco sotto
casa. Per me è stato più un avvicinarsi
ad una stereotipia che in quegli anni
andava molto.
COME NASCE U N TUO “PEZZO”
E COME SCEGLI I LUOGH I?
Peeta: Un mio pezzo nasce da una ricerca di bozzetti. Faccio anche sculture, studiando forme e chiaro-scuri.
Inizialmente cercavo i luoghi più visibili e adesso mi adatto a quello che mi
viene proposto.
Dado: Il mio pezzo nasce con un disegno su carta. E’ una progettazione tridimensionale delle lettere. Il luogo è
importantissimo! Un muro non è mai
> 24
uguale ad un altro, è un concetto simile a quello pubblicitario. I muri più
visibili sono i più accoglienti, ad esempio i parchi dove ci sono le scuole. In
questi luoghi mi piace dipingere perché c’è un pubblico che apprezza. Ma
sono anche i luoghi anonimi, quelli lasciati andare, che con un disegno riescono a riacquistare una loro identità.
LA SCELTA DE L POSTO CONDIZIONA
IL “PE ZZO” O LA TUA I DEA HA SOLO
BISOG NO DI U N POSTO PE R
REALIZZARLA?
Peeta: Il luogo influenza la scelta dei
colori e delle forme. Tante volte devo
vedere prima il muro per capire cosa
fare.
Dado: Il posto per realizzarla coincide
molto con quello che fai sul muro, col
pensiero che ti fai del luogo dove dipingi. Io le due cose le tengo strettamente in rapporto: se c’è un posto
degradato o in periferia faccio determinati disegni, quando invece mi
trovo a contatto con posti più socializzanti, faccio un altro tipo di disegni,
come se entrassi io in rapporto con i
luoghi della città, che, secondo me,
sono comunque vissuti e hanno una
loro identità, una loro anima, e io
metto loro un vestito che sono i miei
graffiti.
SU QUALE PE ZZO HAI LAVORATO
QUI A GE MONA?
Peeta: Io ho gestito tutto lo sfondo. Ho
rielaborato il logo del riciclo con le
Intervista a cura di Paolo Cabas
e Andrea Valent
frecce estendendolo su una superficie
molto più lunga e stretta. Ho poi lasciato delle campiture ampie per dare
spazio agli altri writers di sviluppare il
tema come meglio credono. Io ho dato
una base grafica e loro hanno articolato il tema di quest’anno in uno stile
più figurativo. Il mio disegno è nella
parte centrale.
Dado: A Gemona il tema è stato quello
della spazzatura e pertanto ho voluto
trovare un contrasto tra ciò che è un
nastro delicato, figure morbide, e invece il trash, la sporcizia. Mi piacerebbe far capire anche che spesso
all’interno della confusione della spazzatura ci possono essere cose libere e
molto belle. Il bello è spesso là dove
non te lo aspetti.
QUAL È I L ME SSAGGIO CH E VUOI
COMU NICARE ATTRAVE RSO I TUOI
PE ZZI?
Peeta: Il writing per me è uno stile di
vita che mi spinge verso una continua
ricerca, uno studio delle tecniche,
della materia e delle forme. Cerco di
fondere il “lettering” puro con lo stile
tridimensionale fino a creare un ritmo
visivo ed un equilibrio compositivo.
Dado: Quello che voglio rappresentare
è la forma, come nella danza classica
o nella ginnastica attrezzistica. Infatti
spesso disegno nastri perché penso
che le figure rotanti bloccate siano virtuose, sinuose ed eleganti. Questo
tipo di virtuosismo e di nobiltà è
quello che io ricerco.
Sun’s
La musica che gira intorno
Nel centro
storico di Gemona
c’è un cortile
incantato...
Piero Cargnelutti
a cura di PierodiCargnelutti
alla Corte della
creatività!
La Corte del Centrâl, in centro storico, è un luogo che conoscono tutti.
O perlomeno, prima o poi di lì ci si passa. Recentemente, è stata il cortile
che ha ospitato "La Corte del Rock", organizzato dall'associazione E30, che ha
visto esibirsi Decanto, Living Dolls, La Stanza di Lucas, Ragazzi del Commissariato e
Trabeat, oltre alle proiezioni dell'ultimo video degli udinesi Tapir Gets Angry, assieme alle
tante altre produzioni video realizzate negli ultimi anni dall'associazione UponaDream: il tutto in
una cornice molto accogliente e suggestiva, con lo sfondo DJ Yuma, ben piazzato con la sua consolle sull'enorme scala di ferro che sale imponente su palazzo Elti e la biblioteca. Sarà che alcuni musicisti di Gemona
di qualche generazione prima (tra l'altro, anche alcuni di loro coinvolti in qualche modo ne La Corte del Rock), mi
ricordano spesso quale luogo di incontro incredibile fosse diverse decine di anni fa il Centrâl, sarà che proprio le
sere della recente iniziativa culturale hanno avuto una grande risposta di pubblico in quel luogo. Sarà anche che
è bello vedere iniziative di questo tipo che vedono coinvolti gli esercenti, i musicisti, ed anche le realtà più giovani
e creative, una squadra che utilizza un posto storico e importante come la Corte del Centrâl per uno scopo più che
positivo: la fruizione pubblica degli spazi, che così diventano anche cultura e luogo di aggregazione. Diciamo che
certe esperienze sono significative, e per quanto riguarda la Corte del Centrâl e la sua fruizione culturale, queste
riflessioni potrebbero essere ovviamente un augurio agli organizzatori ad andare avanti così, ma soprattutto
un invito a pensare come a volte certi angoli di paese, pur essendo storicamente importanti, rischiano di essere
dimenticati quando in realtà la loro semplice fruizione li renderebbe sempre vivi e presenti.
Evento del 20/21 ottobre 2012. Foto di Giulio Venier>
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25
M
i chiamo Sarah Palese, sono nata a Monaco di
Baviera 30 anni fa, da mamma tedesca e papà
di Gemona. Ho trascorso tutte le mie estati in Friuli,
tra bagni e grigliate al Tagliamento, Leale, Val Resia,
camminate in Cuarnan, festa degli aquiloni a Sant'Agnese e corsi di vela alla Nautilago. Ho traslocato
diverse volte, sia in Italia che all'estero, ma torno
sempre volentieri nella terra che mio padre adora
e nella quale ora si è ritrasferito con mia mamma.
di Sarah Palese
a cura di Piera Londero
Ho studiato marketing e comunicazione presso
l'universita' di Modena e Reggio Emilia. Amo leggere,
viaggiare, imparare, ascoltare e scrivere.
Arte circense
Accademia di vita
Q
uando ho accettato questo lavoro
presso l’Accademia d’Arte Circense di Verona ero prevenuta, come
forse lo sarebbe ognuno di noi. Il circo
con i suoi spettacoli, gli artisti, le luci, i
colori e le roulotte ha nell’immaginario
comune un sapore quasi scomodo e
purtroppo decadente, impregnato di
pregiudizi e luoghi comuni. Mai e poi
mai avrei immaginato cosa in realtà si
nascondesse dietro ai costumi sfarzosi
ed agli esercizi degli acrobati.
L’Accademia d’Arte Circense di Verona
è la sola scuola di circo a convitto in
tutto l’occidente ed unica nel suo genere. Nasce con l’intento nobile di dare
la possibilità a figli di circensi di frequentare stabilmente le scuole dell’obbligo e contemporaneamente di
diplomarsi come artisti di circo, imparando un numero tutto loro.
“La mia famiglia è strana. Ci siamo io,
mio papà, mia mamma, mio fratello, 25
cani e 4 pony.” Il mio primo giorno comincia così – con il tema di Sofia, figlia
di un artista circense che con il suo numero ha vinto anche il clown di bronzo
al festival di Montecarlo. Sofia è nata in
Russia, suo fratello in Svizzera ed i genitori dopo la stagione estiva con il circo
Benneweis in giro per la Danimarca al
momento si trovano a Lille – in Francia.
Oltre a Sofia ci sono altri 23 ragazzi,
tutti con le loro storie ed i loro viaggi. La
maggior parte di loro d’estate lavora nel
circo dei genitori, chi già con il proprio
> 26
numero e chi aiuta gli operai a fare i
“pianta spianta” (coloro che montano e
smontano le strutture nelle varie
piazze). Ci sono Vioris, Teylor, Debora,
Shuyl, Sonny, Davide e Giordan… Sono
ragazzini normali, con gli stessi sogni e
desideri dei loro compagni di classe veronesi, ma vivono in camper o roulotte
– non capiscono come si faccia a vivere
sempre e solo in un posto ed una cosa è
certa, non hanno dubbi sul loro futuro:
faranno il circo !!
“Sarah, ci sarebbe da portare Eros al
pronto soccorso, credo si sia rotto un
dito durante le prove” – corro in ufficio
per recuperare i suoi documenti, carico
il bimbo in macchina e parto alla volta
dell’ospedale più vicino. All’accettazione l’infermiere fa le solite domande
di routine, ma mentre parlo mi rendo
conto che ciò che per me era diventato
normale stava letteralmente destabilizzando la persona dietro al bancone.
Alza il mento e con occhi dubbiosi si rivolge verso di noi e dice: “Ti sei fatto
male facendo i salti a terra?” – “Sì” –
dice Eros – “Ma in quale palestra?” –
“No! Sotto lo chapiteau” – “Dove?” –
“Nel circo!” – “E cosa ci facevi in un
circo?” – “Io faccio l’accademia!”. Con
fare incredulo ora guarda me cercando
spiegazioni – “Il ragazzo si stava allenando e facendo degli esercizi di acrobatica è caduto e si è infortunato alla
mano.” Non molto convinto guarda Eros
e dice: “Tu sei nato in Grecia, hai la resi-
Ora vivo a Verona e lavoro per l'Accademia d'Arte Circense. La mattina
lavori d'ufficio (anche se si tratta di
un caravan rosso), poi in aula con i
piccoli circensi ed infine seguo i ragazzi cosiddetti "esterni" che invece
di andare a pallavolo o a calcio fanno
corsi di acrobatica, giocoleria, contorsionismo, trampolino elastico.
denza in Sicilia, il domicilio a Verona e ti
sei fatto male sotto un tendone” – “Si” –
risponde lui con un sorriso, sentendosi
finalmente compreso. L’operatore si arrende compila delle carte e ci fa accomodare. Seduti lui ed io sulle fredde
sedie della sala d’attesa abbiamo cercato di far passare il tempo parlando di
luoghi, esperienze ed amicizie. Mi ha
raccontato di come sia la scuola quando
si cambia piazza ogni 2-3 settimane, di
come si trascorrono le giornate al circo e
del numero dei suoi genitori, ha addirittura parlato di animalismo e di come
sono cambiate le cose negli ultimi anni.
Si stavano invertendo i ruoli. Ero venuta
per aiutarlo e dargli un supporto e mi ritrovavo ad ascoltarlo piena di interesse
e curiosità.
Dopo la medicazione e finalmente risaliti in macchina chiedo al bambino ingessato se ha fame. “Si” – risponde con
fare misto tra il timido e l’esausto. Per
fortuna in macchina avevo una tavoletta
di cioccolato per i momenti d’emergenza
che subito gli porsi. Non dicendo una
parola se la mangiò tutta e dopo pochi
minuti cadde in un sonno profondo con
la testa appoggiata al finestrino.
Il circo: luogo magico dove da sempre
arte, poesia, sacrificio e duro lavoro si
sposano regalando grandi emozioni.
Nella vita non si smette mai di imparare,
basta saper ascoltare.
Leturis
Personaggi, autori ed eventi letterari di ieri e di oggi
poesia>
Pieri Gii: un saluto
Pieri Gii se ne è andato, dopo un breve periodo di
malattia, a 82 anni. In varie occasioni ha collaborato con Pense e Maravee, portando a conoscenza dei gemonesi un passato di luoghi e
persone, grazie alla sua formidabile memoria. Lo
ricordiamo pubblicando due poesie lasciateci
nelle pagine di un vecchio quaderno, con la copertina nera, quello delle elementari di un tempo.
La prima in apparenza contrasta con il suo fare
severo, a volte scontroso, amante della solitudine, esprime una tenerezza nascosta, sepolta
dalla rudezza di una vita consumata dal lavoro.
L’amore della madre per il figlio. Forse un bisogno che si è fatto poesia.
Nella seconda invece è piu riconoscibile il suo carattere. Non solo cibo per il corpo, ma nutrimento
anche per la mente, attraverso il faticoso esercizio della conoscenza e del sapere. Quando si arrabbiava per questo mondo che non condivideva,
argomentava sempre le sue “incazzature”. In cucina c’erano sempre dei libri.
Tenerezza e sapienza.
Mandi Pieri
Sandro C.
La campanella ha dato il segno
che la lezione incomincia già
tace ogni cosa, nostra questione,
che il pensier volga solo a studiar
Lunga e penosa pazza quest’ora
a quel che ignora l’util che dà,
ma chi sollecita del suo ben
breve piacer là troverà.
Quando la squilla a mensa chiama,
ogni altra brama fugge dal cuor
nessuno dimentica, nessun trascura
al corpo rendere cibo e vigor
ma ancor la mente nutrir conviene
vita attiene solo al saper
adesso al porgere nuovo alimento
ora sia l’unico nostro pensier.
Trekking
Sci alpinismo
Alpinismo
Running
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Gemona del Friuli
Via Roma 150
tel: 0432.981367
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27
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informazione pubblicitaria
Laboratorio sci-tennis
Assistenza post-vendita
Al duar in ta scune un biel frutin
la mari a lu sta cjalant
a voleve dai une bussade di matine
ma la bussade a lu poteve risvea
risvealu a no voleve e cu la man
ai bute cent bussadis di lontan.
Duar amor
tra i cjavei di chel fruttin indurmidit
a le lat a schersa une lus daur
cumò la mari a lu po bussa
il soreli a lu ia fat risvea
Lamps!
Lamps!
Lamps!
Lamps!
Lamps!
Succede nel territorio...
Segnalazioni, lettere, immagini ricevute dai lettori
Invitiamo chi fosse interessato ad inviarci le storie, le testimonianze di questo nostro passato recente
storie di gemonesi>
Quando eravamo
veramente poveri
Accade raramente, oggi, che
qualcuno suoni alla nostra porta
perché non ha proprio niente con
cui sfamarsi, e quando accade
quasi mai ci troviamo di fronte un
nostro conterraneo. L’esperienza
di “chiedere la carità” però appartiene anche alla storia dei
friulani e risale al tempo in cui
nessun welfare state garantiva i
mezzi di sussistenza e particolari
condizioni familiari non consentivano di affrontare efficacemente l’esigenza di procurarsi il
cibo. Per le famiglie abituate a vivere del proprio lavoro il passo
che portava a chiedere l’elemosina era durissimo, poiché significava scendere apertamente, sia
pure per breve tempo, nell’area
degli “ultimi” della società; un
passo che lasciava in molti individui una traccia dolorosa e indelebile.
Ringraziamo Ada, la sorella di
Iole e Anita Londero, che abitano
entrambe a Gemona, per la loro
disponibilità ad incontrarci; Ada
ha conservato la lettera scritta
dalla sorella in friulano, il friulano parlato a San Vito, dove Iole
ha vissuto per ottantanove anni
fino al luglio scorso; la pubblichiamo in forma integrale.
«Abitavamo a Rosa,
non riesco a dimenticare,
avevo dieci anni…»
I jerin sot las fiestis di Pasche.
La panarie a ere vueite, me
pari cence lavôr, me mari ca
vaìve pai cjantons. Io i vevi
dîs agns, a cjase i erin restâts
in trê fruts. Chei atris pui
grancj a servî pai siôrs.
Jo i cjali gno fradi cal veve sîs
agns e i vin dite, anin vie par
Cjasarse, i farin fortune. La
mame a nus dîs: “Fruts, i ven
ancje jo”. I no volevin parcè
> 28
che si vergognavin che la
mame a domandàs la caritât
tas puartis. E cussì tal doman
a buinore, i partin pal stradon
da la Dogne, e i rivìn tal arzin
dal Tiliment. E vie, rivâts tal
puint, la mame nus dîs: “Fruts,
jo i voi vie par Valvason, e
vualtris i vais jù par Cjasarse e
dopo misdì, viers lis trê, i si
cjatìn devant da glesie.”
Jo e chel puar frutin i lin jù
par Cjasarse, cjaminant di
puarte in puarte. Dopo misdì
a gno fradi ai ven mal di
panze. Al vaìve chel puar frutin, jo no savevi ce fâ, cussì
mi ven une idee, i dîs: “Butiti
jù ta la rive dal Fossâl, cu la
panze in ju, e spetimi che jo
voi intune altre famee di contadins a domandà un pôc di
ai. Chê siore a mi domande,
ce chi vevi di fa cun chel ai, e
jo j ai dite che la di fûr al ere
gno fradi cul mal di panze e
mi à dât l’ai.
La jai ringraziade e po dopo,
vie di corse la di chel puar frutin cal continuave a vaî. I ai
diti: “Prove a mangjà un pôc di
ai, tu viodarâs ca ti passe.”
Al mangje chel ai come caramelis e di li a pôc a si tire su e
mi dîs: “Sastu ca mi è passat?”
Alore jo i ringrazii il Signôr e
i dîs: “Anin indevant”.
Dopo tant cjaminâ di puarte in
puarte, i rivìn denant da glesie
di Cjasarse: i batìn ta puarte e
a ven fûr une siore cun dôs fetutis di polente rustide e cun
une fete di formadi parsore.
La vin mangjade ridint e i sin
sentâts sui scjalins da glesie a
spetâ la mame. A rivin lis trê
dopo misdì, ma la mame no
rive, gno fradi a si met a vaî e
jo no savevi ce fâ. Alore a mi
ven su un’altre idee e i dîs:
“Sastu ce che i fasìn?”
Lui mi cjale cun chei vogluts
plens di lagrimis e jo i dîs: “I
entrìn in glesie, i disìn une
Ave Marie a Madone, tu viodarâs che cuant chi vignìn fûr,
i viodìn la mame.”
E cussì i fasìn: i ientrìn in glesie, i poìn il sachetut da farine
par tiere e si inzenoglìn denant l’altâr da Madone.
Cuant che i vin finît di preâ, i
tornìn fûr e i viodìn la mame
rivà cu la sporte plene di farine e tocs di pan. Alore ducj
contents i sin tornâts a cjase.
Chês fiestis di Pasche lis vin
passadis avonde ben.
«Se, per puro caso, riuscite a
leggere queste righe, non lamentatevi mai!»
Una pagina del manoscritto, così come ci è pervenuto.
In alto la signora Iole a Gemona
Amici del Cinema Teatro Sociale
consegnate oltre 1400 firme
Lunedì 1° ottobre 2012 il consigliere regionale Piero Colussi della
lista civica “Cittadini” ha presentato la petizione popolare, promossa da Bruno Seravalli, già consigliere comunale di Gemona,
firmata da oltre 1200 cittadini della Regione denominata “Amici
del Cinema Teatro Sociale” di Gemona .
La petizione chiede al Consiglio Regionale di sostenere l’attività
delle piccole sale cinematografiche, attraverso il finanziamento
di interventi di miglioramento funzionale della dotazione strut-
turale e delle attrezzature tecniche, mediante contributi straordinari sugli investimenti sostenuti dagli enti gestori.
Analoga petizione di 1400 firmatari è stata presentata, martedi
2 ottobre, al sindaco di Gemona affinché si faccia promotore
presso la Regione della richiesta di un finanziamento, previsto
dalle leggi regionali, o perché intervenga con fondi propri, per ristrutturare il “Sociale” rendendolo più adeguato ad accogliere i
fruitori degli spettacoli proposti sia dalla Cineteca del Friuli, che
dal Comune che dall’ERT.
Riportiamo i passaggi salienti delle petizioni
PETIZIONE AL CONSIGLIO E AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE FVG / AMICI DEL CINEMA TEATRO “SOCIALE” DI GEMONA
I sottoscritti cittadini, ritenendo che le sale cinematografiche e teatrali ubicate nel territorio del Friuli Venezia Giulia, e in particolare nei comuni capoluogo di Provincia o di riferimento comprensoriale, svolgano un importante ruolo sociale e rappresentino un patrimonio essenziale per lo sviluppo
della cultura teatrale e cinematografica..., chiedono al Consiglio Regionale e al Presidente della Regione di intervenire al fine di
* rifinanziare la legge regionale n.21 del 2006, “Provvedimenti regionali per la promozione, la valorizzazione del patrimonio e della cultura cinematografica, per lo sviluppo delle produzioni audiovisive e per la localizzazione delle sale cinematografiche nel Friuli Venezia Giulia” e, in particolare, sostenere l’attività delle piccole sale cinematografiche (Circuito regionale del cinema di qualità);
* inserire in sede di assestamento del bilancio Regionale 2012 o nel prossimo Bilancio di Previsione 2013, quanto già previsto dal comma 13 art. 5
della LR 20 agosto 2007, n. 22, che così recita: “Ai fini dell’adeguamento della rete di strutture teatrali presente sul territorio, è autorizzato il finanziamento di interventi di miglioramento funzionale della dotazione strutturale e delle attrezzature tecniche, …mediante contributi straordinari
sugli investimenti sostenuti dagli enti gestori.
PETIZIONE AL SINDACO E AL COMUNE DI GEMONA / AMICI DEL CINEMA -TEATRO “SOCIALE“ DI GEMONA
I sottoscritti cittadini tenuto conto del significato di presidio pubblico, in termini culturali e sociali, che il Cinema Teatro rappresenta per la rinascita
e il rilancio del Centro Storico di Gemona: ritenendo che l’alto livello dell’offerta cinematografica e teatrale che coinvolge migliaia di spettatori
meritino un altrettanto alto livello qualitativo di funzionalità e di confort degli arredi della sala stessa; chiedono
al Consiglio Comunale di Gemona e al Sindaco di Gemona di intervenire per fare in modo che venga finanziato e quindi realizzato quanto previsto
dall’ ELENCO ANNUALE dei lavori per l’anno 2012 allegato al Bilancio di Previsione del Comune di Gemona, riguardante gli “Interventi di manutenzione straordinaria e ristrutturazione della sala teatrale - cinematografica del “Cinema Sociale” - 1° Lotto”
Ci chiediamo come
mai questa abitudine
persiste
Ricevere lettere anonime non
fa piacere. Una missiva è anonima tutte le volte che il mittente non è chiaramente
identificabile, e certo uno scarabocchio in fondo a simulare
una firma non cambia nulla.
Abbiamo ribadito più volte sul
nostro giornale che non pub-
blicheremo lettere anonime,
eppure ne riceviamo ancora.
Ragionando sul perché di questa insistenza, abbiamo dovuto fare i conti anche con il
contenuto di ciò che riceviamo. Sono per lo più lamentele, reclami, denunce di
ingiustizie, o soprusi, comunque “malaffari” o fatti presunti tali, che spesso
riguardano qualche amministrazione/ente pubblico.
Due aspetti fondamentali colpiscono: il primo riguarda la
mancanza di coraggio. Se c’è
qualcosa che non va, perchè ci
si nasconde dietro l’anonimato per denunciarlo? Cosa è
che seppellisce il coraggio di
dire o scrivere apertamente e
civilmente ciò che si pensa assumendosene la piena responsabilità?
Il secondo aspetto è che, anziché far valere le proprie ragioni di fronte a chi ha la
competenza o l’obbligo di
considerarle (talvolta qualche
amministrazione pubblica, ripetiamo), ci si rivolge a Pense
e Maravee. Perché? In una democrazia compiuta, il dovere
del cittadino è assumersi le
responsabilità anche della
protesta, nella certezza che i
suoi diritti non verranno intaccati a causa delle sue denunce. Questo è lo spirito che
rende libera una comunità.
Abbiamo più volte scritto che
questo giornale vuole essere
dei suoi lettori. E lo ripetiamo
ancora qui.
Abbiamo bisogno che ci scriviate i vostri pensieri, i sogni,
le emozioni e le proteste, le
denunce, le lamentele, e daremo loro l’aria di cui hanno
bisogno portandoli in tutte le
famiglie di Gemona.
Scriveteci liberi da paure ed
omertà, come si fa liberamente in un Paese civile, dove
persone tolleranti, giuste e
comprensive leggeranno i vostri scritti senza per forza pensare a ritorsioni o vendette.
Coraggio, via,
che ce n’è bisogno.
29
>
Lettere anonime:
paura o solo
mancanza
di coraggio?
da non perdere a Gemona>
La mostra rimarrà aperta fino all’11 novembre
con questo orario 10.00- 12.30, 14.30- 18.00
Una mostra antologica
delle opere di Carlo Venturini
a Palazzo Elti
Un pittore
tra realtà
e sogno
di Alber to Antonelli
A
pochi mesi dalla sua morte improvvisa, il Comune di Gemona
dedica giustamente una mostra antologica all’artista Carlo Venturini.
Nelle sale di Palazzo Elti è raccolta una
ricca rassegna di opere pittoriche che descrive bene il suo mondo poetico, i suoi
temi prediletti, i suoi colori, i suoi sogni.
E’ bello ritrovare, riunite insieme, le
calde atmosfere soffuse di bonaria ironia a cui Carlo Venturini ci ha abituati
in tanti anni di produzione artistica. E’
un linguaggio, quello della maturità,
che permane quasi immutabile nel
corso del tempo, in bilico tra la realtà
e il sogno, profondamente ancorato al
carattere positivo dell’artista, alla sua
calda umanità, al suo occhio arguto
nel guardare le cose ma sempre
pronto a sorriderne.
Immancabile, dietro i contorcimenti
vegetali o le rigide geometrie, dietro
gli insetti-macchina o le colombe in
volo, dietro le sanguigne donne-streghe o le donne-angelo, c’è sempre un
cielo azzurro animato da vaporose nuvole bianche, attraversato da un vento
profumato di salsedine mediterranea
o di prati, che gonfia tappeti arabescati, lenzuoli a larghe fasce colorate,
e rosse chiome di ragazze.
Questa mostra è anche un giusto
segno di riconoscimento e di affetto
verso una persona che ha dato molto
alla comunità gemonese sul piano artistico e sul piano umano.
> 30
Pur essendo un artista colto e dotato di un personalissimo mondo interiore che esprimeva attraverso un
linguaggio inconfondibile, Carlo
Venturini non era un artista schivo,
chiuso nel suo mondo; al contrario,
era una persona socievole e sempre
pronta a mettere la sua fantasia e la
sua arte a disposizione di chiunque
desiderasse aggiungere alla propria
vita la suggestione del colore, l’eleganza del segno, la forza simbolica dell’immagine artistica, o
semplicemente desiderasse esprimere un concetto che solo un’abile
mano di artista avrebbe saputo
rappresentare.
Per questa sua dote di “comunicatore
visivo” e per le sue qualità umane,
molte persone, associazioni, enti pubblici e privati da tanti anni ricorrevano
a lui, sapendo che Carlo con pochi, veloci segni avrebbe facilmente risolto i
loro problemi.
Anche per questo Carlo Venturini ci
manca.
E ci mancherà la Gemona sempre
uguale e sempre nuova, smontata e ricostruita in mille modi diversi, che
usciva dalla sua matita per entrare nei
manifesti pubblicitari, schizzata con
quel suo segno deciso, fresco, vivace...
Associazioni aderenti al Coordinamento
A.C.A.T. - Associazione dei Clubs degli Alcolisti in Trattamento | A.T.Sa.M. - Associazione Tutela Salute Mentale | A.V.U.L.S.S. - Associazione per il Volontariato nelle Unità Locali dei Servizi Socio-Sanitari | Amnesty International - Gruppo Italia 143 | Associazione "Bravi
Ragazzi" | Associazione "Coro Glemonensis" | Associazione "Coro Kelidon" | Associazione "Gruppo Special" | Associazione "Un blanc
e un neri" | Associazione Buteghe dal mont - Glemone | Associazione Casa per l'Europa - Gemona | Associazione Culturale e Compagnia
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Friuli - Associazione per l'autogestione dei servizi e la solidarietà | C.A.V. - Centro Aiuto alla Vita | C.I.D.I. - Centro territoriale d'Iniziativa
Democratica degli Insegnanti della Carnia e del Gemonese | CAI - Club Alpino Italiano - Sezione di Gemona del Friuli, Sottosezioni di Buia
ed Osoppo | Centro Giovanile Parrocchiale Glemonensis | Circolo Legambiente della Pedemontana Gemonese | Comitato per la Costituzione | Comitato per la Solidarietà di Osoppo | Ecomuseo delle Acque del Gemonese | Gruppo "Coccolastorie" | Gruppo Caritas della
Parrocchia di S. Maria Assunta di Gemona | Gruppo Missionario Parr. di S. Maria Assunta di Gemona | Gruppo Scout AGESCI Gemona 1
PAGINA DEL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI E DI VOLONTARIATO SOCIALE DI GEMONA
Una nuova casa
per il volontariato
Inaugurata sabato 27 ottobre, la nuova
sede del Coordinamento aspira a diventare
«Casa del Volontariato»
Insolito vedere riuniti in un unico luogo
giovani, adulti ed anziani: è accaduto
sabato 27 ottobre, presso i locali di via
San Giovanni di fronte all’area in cui
sorgeva la chiesa di San Giovanni, in
occasione dell’inaugurazione della
nuova sede del Coordinamento delle
Associazioni.
Numerose le persone radunatesi per
festeggiare, in modo sobrio ma partecipato, l’apertura di questo nuovo spazio
che ospiterà l’attività di otto associazioni
gemonesi finora prive di un luogo di
ritrovo (Amnesty International, «Bravi
Ragazzi», «Gruppo Special», «Pense e
Maravee», «Valentino Ostermann»,
CIDI, Circolo Legambiente, Comitato
per la Costituzione), nonché l’attività del
Coordinamento, anch’esso finora privo
di una sede propria.
Il tema della comunità ha intrecciato,
con diverse sfumature, gli interventi dei
relatori.
Massimo Vitti, volontario del Coordinamento, ha sottolineato l’impegno di
molti per la concretizzazione del progetto: la sensibilità e il disinteressato coinvolgimento di Grazia Levi, che ha concesso gratuitamente l’utilizzo dei locali
di cui è proprietaria; l’operosità delle
trenta associazioni che hanno «accettato
la scommessa di confrontarsi e di
costruire assieme»; la disponibilità della
ditta Polflex; l’intervento della Regione,
che ha «sostenuto l’attività del Coordinamento accogliendo e finanziando i
progetti presentati» ed ha inoltre recepi-
to, nella legge sul volontariato
recentemente
approvata, il riconoscimento del ruolo delle reti
di associazioni.
Forte – nelle parole di
Vitti – il richiamo alla
logica del dono, «unica
leva che potrà salvare
questo Paese malato di
individualismo ed egoismo. Una logica –
ha continuato Vitti – che a differenza di
quella del potere nasce innanzitutto nell’ascolto e poi nella volontà di condivisione di percorsi ed esperienze, nei tempi
lunghi della quotidianità tenace ed operosa, nell’accettazione e accoglienza del
limite proprio e altrui».
Infine un ricordo – quello di Duilio Londero - volontario «a tutto campo» che ha
contribuito all’ideazione della “casa”
delle associazioni.
La dimensione relazionale ha trovato
spazio anche nell’intervento di Grazia
Levi, che ha guidato i presenti – mediante i suoi particolareggiati e a tratti commoventi ricordi – in una passeggiata
lungo via San Giovanni negli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, «compendio piccolo, non certo dell’universo,
ma di persone, di case, di profumi del
cibo che cuoceva negli spolerts e di quello dei fiori di primavera che dal mistero
degli orti conclusi avvolgeva i passanti».
Punteggiata di immagini e di vivide percezioni la sua testimonianza: le ragazze
che cantavano e le donne che recitavano
il rosario nello stabilimento di filatura
della seta; l’odore del minestrone nei
gamelins; il «verde smagliante» del
cedro del Libano che dalla corte di Casa
Carnelutti allargava – e tuttora allarga – i
suoi rami; il profumo della frambue che
si spargeva da Casa Falomo. Di buon
auspicio il ricordo delle associazioni
gemonesi già ospiti presso i locali di via
San Giovanni (la Pro Glemona, la Gemonese Calcio, la Sezione del Partito Socia-
lista Italiano e, negli anni Settanta, il Circolo Culturale «Salvador Allende»). Ed
infine un monito ai gruppi del Coordinamento: «sarete voi – ha sottolineato Grazia Levi – a riempire di significato, di
presenza, di impegno e di tante belle
opere questo indirizzo, sconosciuto al
postino da tanto tempo».
Pure l’assessore regionale Roberto
Molinaro ha sottolineato l’importanza
del fare insieme mettendo a frutto le
diverse esperienze e diversità: un significato molto importante per la comunità ed
una risorsa straordinaria per Gemona. In
questo momento pieno di problemi, ciò
rappresenta un percorso di cambiamento
passando dall’enfatizzazione dell’io, dell’individuo, al noi recuperando la dimensione del fare insieme in una logica di
dialogo, che è poi la dimensione del bene
comune, dell’interesse generale della
comunità.
In chiusura, durante la benedizione
«delle persone presenti e di coloro che
frequenteranno la nuova sede», un invito
da parte del parroco mons. Valentino
Costante a valorizzarne e ad accrescerne
«la parte visibile e la parte invisibile», al
fine di promuovere il bene di Gemona.
Al termine un momento conviviale offerto da Buteghe dal mont e Coop.
È ora intenzione dei volontari consolidare l’esperienza e i percorsi intrapresi in
questi anni: a tale scopo è stato fissato un
primo appuntamento, previsto per lunedì
19 novembre 2012, alle ore 20.30. Le
associazioni avvieranno un confronto
attorno alla possibile apertura – presso la
nuova sede – di una «Casa del Volontariato»: un luogo di ascolto e di dialogo
aperto anche ad altre associazioni, per
allargare la rete esistente, trattare nuove
tematiche ed attivare nuovi progetti.
Il Sfuei è realizzato con il contributo della Regione
Friuli–V.G. (L.R. n. 12/1995) richiesto dalle Associazioni Pense e Maravee e Comitato Solidarietà nell’ambito del progetto “Rimuovere gli ostacoli” promosso dal Coordinamento delle associazioni.
Sostenete la nostra autonomia!
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Retro d’autore >
Carlo Venturini, lunetta
PENSEEMARAVEE
associazione culturale