focus - 6Donna

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focus - 6Donna
Personaggio
Simona Rosito,
la regina della Paulownia
Politica
Provincia, eletto Francesco Miglio
il carrozzone va avanti da sé
Focus
Unioni civili e omogenitorialità,
in piazza tra favorevoli e contrari
Moda: Must di stagione
Note glam per outfit originali
Per la foto in copertina
si ringrazia:
TRENDY STORE
via A. Manzoni 34,36
Foggia
2
o t t o b r e
duemilaquattordici
sommario
ditoriale
di MARIA GRAZIA FRISALDI
Da una parte la brezza delle
nostre ‘battaglie storiche’, dall’altra i venti del cambiamento
che si agitano tanto nelle piazze italiane quanto nelle
‘stanze dei bottoni’. Sono queste le due costanti che caratterizzano il numero di Ottobre di
6Donna. Per quanto riguarda le nostre battaglie, non accusateci di
essere monotoni o ripetitivi se
continuiamo ad occuparci di violenza sulle donne, dal punto di
vista della prevenzione possibile. Sarebbe inutile.
Perché crediamo, fortemente, che di certi argomenti non si parli mai abbastanza, ed
ogni parola scritta o detta in aggiunta costituisca un sasso lanciato nello stagno per smuovere
le acque ed i pensieri; un mattone in più per quel muro di informazione e consapevolezza che,
con fatica, si cerca di costruire.
Questa volta, 6Donna vuole essere il “cavallo di Troia” per entrare nelle scuole, arrivando agli occhi di vittime potenziali. Perché non
è mai troppo presto per parlare di
prevenzione possibile: con l’aiuto di
professionalità interne al nostro corpo redazionale, abbiamo provato a
stilare un piccolo decalogo che possa mettere in evidenza atteggiamenti
che possono smascherare un ragazzo/uomo potenzialmente violento. E
correre presto ai ripari.
Il vademecum è ispirato a casi e
situazioni analizzati nel tempo dalla
redazione di 6Donna ed i suoi punti
vanno intesi come consigli e non
hanno alcuna pretesa di verità o valenza scientifica.
Da un argomento ormai consolidato per noi, ma non ancora del tutto sviscerato, siamo passati ad uno
ancora in divenire perché non ancora normato da parte dello Stato. Stiamo parlando di unioni civili omosessuali & omogenitorialità, argomenti
cui è dedicato il Focus di questo mese. Ad aiutare ad orientarci ed addentrarci nell’argomento, la guida
sicura di Giuseppina La Delfa, presidente nazionale dell’associazione
Famiglie Arcobaleno ed il sottosegretario alle riforme del Governo
Renzi, Ivan Scalfarotto, al lavoro sulla legge per le unioni civili, una conquista epocale che porterà il suo cognome. Ma non mancano anche i
punti di vista di comuni cittadini, tra
favorevoli e contrari.
A fare luce tra le fumate bianche
e nere, il parere di Giovanni Papa,
psicologo foggiano particolarmente
attento alle tematiche LGBT. Ancora,
spazio alla Politica: l’approfondimento di questo numero è tutto dedicato a Palazzo Dogana, dove Francesco Miglio è stato appena eletto
Presidente della Provincia e ci illustra la sua agenda di lavoro, tra preoccupazioni e aspettative. Tutto questo insieme alle Rubriche degli
Esperti, agli approfondimenti in materia di Moda, Ambienti, Bellezza,
Benessere e Ricerca&Innovazione.
Insomma, come sempre, un numero
ricco di spunti di riflessione, per leggere insieme la città e i suoi cambiamenti. Buona lettura!
4 Personaggio
• Simona Rosito,
la regina della Paulownia
5 Attualità
• Luci ed ombre,
le due facce dell’amore
• Prevenire la violenza sulle donne
6 Focus
Unioni civili e omogenitorialità,
• Giuseppina La Delfa:
“Dieci o mille, i diritti sono diritti”
• Ivan Scalfarotto:
“Stepchild adoption:
come funzionerà in Italia”
• Punti di vista: favorevoli e contrari
8 Politica
• Provincia, il carrozzone va da sé
• Intervista al Presidente Miglio
10 Benessere
• Note di relax o energia?
La play list del cuore
12 Alimentazione&salute
• “Chopper Diet”,
ad ognuno il suo stile nutrizionale
13 Medicina
• Mamme Over40?
Le opportunità della scienza
14 Moda
• Must di stagione,
note glam per outfit originali
15 Cucina
• I ‘prodigi’ della soia
16 Ambienti
• Una zona studio in cinque mosse
17 Rubriche
23 Ricerca&innovazione
• Gluten Friendly conquista gli USA
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Il 7 novembre, da “Gillet Gioielli”, la Giornata Trollbeads d’autunno
Trollbeads:
un gioiello, la tua ‘storia preziosa’
T
rasformare i ricordi in materia
preziosa. Oro, argento, vetro di
Murano, pietre naturali e preziose plasmate per dare forma e sostanza ai momenti più importanti della vita di ognuno, scegliendo tra
centinaia di beads creati da maestri
orafi e artisti del vetro, tutti ispirati da
forme originali o simboli tratti
dalla mitologia, dall’astrologia,
dalle diverse culture del
mondo. E’ questo il fascino
dei gioielli componibili Trollbeads che, a quasi quarant’anni dalla loro nascita,
contano centinaia di migliaia di
estimatori in tutto il mondo. Chi sceglie Trollbeads, tra i
tanti tentativi di imitazione del concept,
sceglie l’originalità, la
qualità e l’artigianalità del prodotto. Proprio come hanno fatto i titolari della gioielleria “Gillet” di Corso
Vittorio Emanuele che nel 2007, primi
in città, hanno scommesso sulle ispirazioni e creazioni dell’orafo danese
Svend Nielsen che negli anni Settanta diede inizio alla tradizione delle
‘storie preziose’.
“Trollbeads è un marchio che ha il
potere di raccontare il vissuto di ognuno, custodire e tramandare i ricordi”,
spiega il titolare e rivenditore Trollbeads Premium Plus, Marco Dellisanti,
in procinto di organizzare la ‘Giornata Trollbeads’, in programma il prossimo 7 novembre, nei locali di Corso
Vittorio Emanuele. Un momento per
conoscere da vicino il variegato Universo Trollbeads e “iniziare a scrivere
la propria storia, riconoscendosi nei
vari ‘beads’”, ovvero i ‘pezzi’ che andranno a comporre il proprio
gioiello, sia esso bracciale,
collana o paio di orecchini.
“In questo modo, i ricordi più belli, le
tappe più importanti della
vita, i simboli di
hobby e passioni possono essere raccolti
e inanellati
uno dopo l’altro, intervallati
da beads in vetro
eleganti e colorati, per
creare un gioiello unico ed esclusivo.
Che racconta e rappresenta chi lo indossa”, conclude.
Ogni beads ha un doppio valore,
una duplice valenza: ha un valore intrinseco (per significato e ‘affinità elettiva’ con chi lo acquista) ed uno estrinseco collegato al valore ed alla
preziosità delle materie prime utilizzate - argento di ottima lega, oro 18 carati, perle naturali e pietre preziose,
vetro di Murano - e dall’artigianalità
della lavorazione.
La giornata Trollbeads del 7 novembre prevede per tutti i partecipanti esclusive opportunità ed agevolazioni.
In particolare, chi acquisterà una chiusura del valore pari o superiore a 48 euro riceverà in omaggio il bracciale in argento.
DILLO CON UN TROLLBEADS
AMORE: chiusura + base + beads
Chiusura ‘Intreccio del
cuore’: due cuori intersecati, legati insieme per
il resto dell’eternità
Beads: La mia luce
(Luce, equilibrio, bellezza.
Sei tutto per me)
Chiusura ‘Nodo di Freja’:
la mitologia nordica racconta che Freia è
la Dea dell’amore e della fertilità
Beads: Sposami (La proposta
più attesa, nella forma più originale: vuoi sposarmi?)
Beads: Cuore bianco (Segui il tuo
cuore e riconoscerai il vero amore nella sua forma più pura)
HOBBY E PASSIONI
Beads: Cassetta della musica
(Per tutti gli amanti della musica, per tutti coloro che in essa sanno trovare la chiave per
arrivare all’anima)
Beads: Teatro (Commedia e Tragedia,
le due maschere del teatro classico.
Una felice e l’altra triste)
BEADS SPECIALI
Beads: Tripla perla bianca (Le tre
perle bianche di questo bead rappresentano la classe innata, il romanticismo, l´unicità)
Beads: Sapienza (5 pietre preziose simbolo della Sapienza. L’opale per la fedeltà,
l’ametista per la tranquillità, un granato
per la devozione, un turchese per il coraggio ed un lapislazzulo per l’abilità)
Beads: Sfera d’estate (Una piccola farfalla d’argento si posa
su un fiore blu bevendone il
nettare.)
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personaggio del mese
Dalla Capitanata arriva l’albero in provetta che ripopolerà i boschi d’Italia
Simona Rosito, la regina della Paulownia
Con la FutureGreen
colonizza il Paese
con gli arbusti
“salva-ambiente”
I
l progetto è ancora in fieri, ma
chi lo ha seguito sin dal principio non può non apprezzarne
la crescita. O meglio, la metamorfosi: da brevetto di carta ad alberi
in provetta, fino a diventare veri e
propri arbusti di una cultivar prodigiosa e perfezionata in laboratorio, in grado di risolvere gli annosi problemi legati alla
deforestazione, al dissesto idrogeologico, all’inquinamento ambientale.
Tutto grazie ad un albero ‘speciale’ perché nato in provetta e al
coraggio di una giovane imprenditrice che crede - fortemente e
senza riserve - nella green economy. Stiamo parlando della Paulownia, l’Albero della Principessa,
sul quale ha scommesso tutto Simona Rosito, 38 anni, amministratrice unica della FutureGreen,
azienda leader nel settore delle
energie rinnovabili. Un progetto
ambizioso, che da San Paolo di Civitate, nel Foggiano, sta conquistando l’intero Paese grazie al brevetto “Clone Paulownia”,
acquisito in esclusiva dai laboratori di ricerca dell’Università Europea. Ad illustrare le meraviglie
della Paulownia è la stessa Rosito,
corrispondente culturale per l’Italia dal “Mediterranea Academy of
Culture Tourism and Trade Malta”, membro dell’esecutivo dei
Giovani Industriali di Capitanata,
membro del Comitato regionale
Ambiente Senior Confindustria
Puglia e del Comitato Energia e
Ambiente GI Nazionale ed Esecutivo Nazionale Fare Ambiente.
Dott.ssa Rosito come si è avvicinata a questo settore? Con
quali difficoltà di inserimento?
Tutto è partito dall’esperienza
maturata nella azienda di famiglia, attraverso studi specifici su
brevetti e processi relativi alle biomasse. In questo modo, sono venuta a conoscenza del “Clone
Paulownia” e delle sue straordinarie caratteristiche. L’avvio del
progetto non è stato assolutamente semplice, soprattutto in termini
di inserimento dello stesso nel settore agricolo e, nella fattispecie, di
cultura della coltivazione di boschi, nella lavorazione del legno
pregiato, nel progetto di filiera corta, nelle qualità della pianta per la
produzione di energia. Ma oggi
posso ritenermi soddisfatta, e questo grazie a quanti hanno sostenuto l’idea, soprattutto gli imprenditori agricoli che hanno
consentito la prima realizzazione di
filiere di legno pregiato e produzione di energia pulita.
Tutto il progetto ruota attorno
al brevetto Clone Paulownia.
Quali sono le caratteristiche che
rendono questa cultivar diversa
da tutte le altre?
Attraverso la micropropagazione, è stato ottenuto un clone
che racchiude le migliori caratteristiche genetiche di diverse cultivar: il ridotto apporto idrico, la rapida crescita, le dimensioni della
foglie. In questo modo è possibile
recuperare ‘alluminio di legno’ per
l’industria nautica o del mobile
senza impoverire i nostri ‘polmoni
verdi’ e senza privare il terreno degli apparati fittonanti che, trattenendolo, lo proteggono dai rischi
del dissesto idrogeologico.
Come è stata accolta in Capitanata e nel resto d’Italia la Paulownia?
La Paulownia è stata accolta
molto bene in Capitanata e nel resto d’Italia. In provincia di Foggia
sono già presenti 80 ettari di Paulownia e si aspira, attraverso gli
imprenditori, a raggiungere 300
ettari, per la produzione in loco di
legno pregiato. Nel resto d’Italia
abbiamo puntato prima alla valorizzazione dei soggetti della filiera e poi all’attivazione della stessa
con la messa a dimora della pianta. Tra le regioni più operative, vi
sono la Calabria, il resto della Puglia, Abruzzo, Campania, Basilicata, Toscana, Piemonte, Sicilia e
Sardegna. In tutta l’Italia la Paulownia copre circa 200 ettari: le più
grandi messe a dimora sono ad un
anno dalla piantumazione e a cinque mesi dal taglio tecnico.
In chiusura, qual è la mission
della FutureGreen Paulownia?
Ce n’è più di una: salvaguardare l’ambiente, incentrando l’attenzione sulla deforestazione,
contrastare il dissesto idrogeologico e contribuire alla diminuzione dei livelli di Co2. In tal modo, il
secondo obiettivo diventa quello
di creare mini-filiere corte che
contribuiscano alla realizzazione a
rapido accrescimento di boschi
che producono in breve tempo legno pregiato e approvvigionamento della materia prima per le
biomasse. Filiera dunque del legno, energia, biomasse.
Maria Grazia Frisaldi
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Project
attualità
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Violenza sulle donne, non è mai troppo presto per prevenirla
Luci ed ombre, le due facce dell’amore
Ines Panessa: “Prevenzione è fornire agli adolescenti gli strumenti necessari
per riconoscere per tempo i fattori predisponenti un comportamento violento”
i certi argomenti non si parla mai abbastanza.
Soprattutto quando il fenomeno in oggetto
assume dimensioni emergenziali, ed ogni parola scritta o detta in aggiunta costituisce un sasso l’ennesimo, certo, ma mai sufficiente - lanciato nello stagno per smuovere le acque ed i pensieri; un
mattone in più per quel muro di informazione e consapevolezza che, con fatica, si cerca di costruire. Stiamo parlando di violenza sulle donne, argomento a
cui, da sempre, 6Donna presta particolare attenzione. E’ l’argomento prìncipe del nostro giornale e che,
D
Prevenzione. E’ questo il nodo
cruciale. Perché per prevenire si
deve agire prima. Prima che la violenza sia compiuta, prima di restare in trappola, prima che sia troppo
tardi. Insomma, prima. Una vera e
propria corsa contro il tempo che
non si può realizzare senza strumenti adeguati, senza una giusta
preparazione, senza la consapevolezza di sapere cosa è
consentito e cosa no. Troppo
spesso, infatti, il primo schiaffo non è un segnale ma il punto di non ritorno. La bomba è
scoppiata: la violenza ora domina il rapporto ed un misto
di paura e umiliazione ne saranno le catene.
Per questo è bene partire
dai banchi di scuola e non solo per
la cultura di genere. Ma anche e soprattutto per insegnare alle donne
di domani a saper cogliere, individuare i campanelli d’allarme, a riconoscere la propria “ora d’oro”, il
momento giusto per scappare.
“E’ molto importante, in un’ottica preventiva, insegnare a rico-
CHECK LIST
1) CONTROLLO COMPULSIVO
Guai se il cellulare finisce nelle
mani dei genitori.
Ma se il tuo fidanzato controlla e
monitora compulsivamente ogni tua conversazione, o chiamata in entrata ed in uscita
chiedendoti conto di tutto, stringi le
spalle. PERICOLO: sta violando la tua
privacy, sta impugnando la tua vita e
presto potrebbe averne pieno controllo.
2) NON GLI VA mai BENE
NULLA. PERCHE’ STA CON
ME?
La domanda, direbbe qualcuno,
sorge spontanea.
Critica ogni tua
mossa, giudica ogni tua azione, colpevolizza ogni gesto, svaluta ogni atteggiamento. Insomma, non gli va mai
bene nulla. PERICOLO: questo processo ti porterà a perdere sicurezza
e annienterà la tua autostima. Questo lo porterà ad essere ai tuoi occhi
l’unico punto di riferimento possibi-
nel tempo, ne è diventata la mission, con mirate campagne di comunicazione, focus di approfondimento
ed inchieste.
In piccolo, stiamo combattendo una battaglia:
analizzando il territorio, dati alla mano, seguendo
dinamiche e fenomenologie che non possono essere imbrigliate in fasce d’età o ceti sociali, e che proprio per questo ci appaiono ancora come mine vaganti pronte ad esplodere e a fare danni.
Per fare ciò, abbiamo raccolto testimonianze, richiesto preziosi contributi pareri esperti (tra gli ul-
noscere i fattori di rischio di una violenza partendo dal rispetto dei sessi e dalla parità di genere”, spiega
Ines Panessa, psicologa forense,
presidente dell’associazione ‘Via le
mani dagli occhi’. “Alcuni segnali
possono essere riscontrati nell’aggressività, nella difficoltà a mantenere un impegno costante, nell’at-
teggiamento impositivo dell’altra
persona, nella gelosia o il fatto di
considerare l’altro un oggetto. Lo
scopo per tutti i maltrattanti è lo
stesso, a tutte età: ridurre la donna
in una condizione di isolamento e
quindi di dipendenza”.
“Pertanto è importantissimo
lavorare sulla prevenzione al fi-
ne di fornire negli adolescenti gli
strumenti per il riconoscimento
delle caratteristiche relazionali,
del ruolo dell’uomo e della donna e dei fattori che possono predisporre ad un comportamento
violento prima ancora di arrivarci”.
La storia, infatti, insegna che
sono le prime esperienze affettive e sentimentali a segnare, nel bene
e nel male, tanto gli uomini quanto le donne, a
minare l’animo, ad annientare le difese. Ma
riconoscere un ragazzo
prevaricatore, non è
semplice. “Perché i legami adolescenziali si
vivono di sicuro in modo più spensierato e fantasioso”, spiega. Come
se il pericolo non potesse mai arrivare. “Ma è importante tenere in
considerazione i modelli di riferimento che vengono trasmessi tra
genitori e figli anche per quanto riguarda le relazioni affettive per evitare che la sottomissione all’altro
timi, quello della professoressa Anna Costanza Baldry, madre del metodo di autovalutazione del rischio
ISA -Increasing Self Awareness o dell’avvocato Giulia Bongiorno di DoppiaDifesa).
Ma non è mai troppo presto per prevenire quella che è diventata una delle principali cause di morte per le donne del nostro Paese (si conta una vittima
ogni quattro giorni).
Questa volta, 6Donna vuole essere il “cavallo di
Troia” per entrare nelle scuole, per arrivare sotto
agli occhi di vittime potenziali.
diventi uno stile relazionale.
quasi totalmente al
Quindi è importante interrocontrollo degli adulti di
garsi sulle proprie esperienriferimento (genitori,
ze che, se fallimentari, con
insegnanti,
fratelli
l’aiuto di un esperto possono
maggiori).
rappresentare l’inizio di un
Lungi dal voler
cambiamento”.
creare una pericolosa
Eppure - paradosso dei
“caccia allo stregone”,
tempi - parliamo di ragazzi
ci sono però dei segnaInes Panessa
iper-connessi, figli della geli che possono (e devonerazione dell’aggiornamento in no) essere colti, prima che sia troptempo reale. Ma questa sovraespo- po tardi. “Non deve essere
sizione di contenuti ed informazio- trascurata l’aggressività, l’imposini può avere un duplice effetto: o zione, la gelosia: questo tipo di uosopisce il pericolo (della serie “a me mini considerano la compagna un
non capiterà mai”) o lo sovrastima qualcosa di proprietà, ne sono ge(creando allarmismo sociale). losi al punto da impedirle progres“L’uso dei nuovi mezzi di comuni- sivamente di uscire, di avere una
cazione di massa da una parte rap- propria vita sociale, la umiliano verpresenta un arricchimento cultura- balmente fino a distruggere la sua
le, ma in seno gode anche dell’altra autostima. A questi comportamenfaccia della medaglia che è rap- ti, poi, alternano periodi di estrema
presentata dalla capacità di mani- docilità e tranquillità. Questo fatto
polare, indurre, determinare com- crea - conclude Panessa - confusioportamenti disfunzionali e\o ne e sensi di colpa, soprattutto nellesivi”.
le giovani donne, quelle alle prime
In sostanza, un’arma in più nel- esperienze. Ed è questa la ragione
le mani del potenziale aguzzino, per cui si iniziano e si portano avanuna sfera di controllo che sfugge ti relazioni violente così a lungo”.
10 campanelli d’allarme a cui prestare attenzione
le, mentre tu sarai una marionetta nelle sue mani.
5) NON E’ CHIARO…
No, oltre certi limiti, la gelosia
non è “il pizzico
di pepe nel rapporto”. E se la
gelosia si estende alle amiche e ai familiari è in atto un meccanismo di isolamento. PERICOLO: Continuerà ad
essere geloso di tutto e di tutti e quando lo capirai non avrai più nessuno a
cui raccontarlo, con cui confrontarti.
Ti manda una quantità di
sms e mail eccessiva eppure non capisci mai quello che vuole. Dice una cosa e subito dopo si auto
smentisce. E tu sbagli
sempre. Tipico. Attraverso
una comunicazione ambigua e poco chiara l’uomo violento destabilizza la vittima. PERICOLO: chi
subisce l’abuso non riesce a capire,
mette in discussione le proprie capacità di comprensione e di relazionarsi con gli altri.
4) SVILIMENTO DEI TUOI
AFFETTI
6) …OPPURE NON PARLA
AFFATTO
Pensa che i tuoi amici e i
tuoi parenti non valgano
abbastanza e spesso te
ne parla male evidenziandone i difetti. Infonde
nell’altro una sensazione di disagio, di
inadeguatezza, che si manifesta sin
dai primi incontri. PERICOLO: è un malcelato tentativo di nascondere una personalità dominante. Col passare del
tempo la maschera cade e si rivelerà
per quello che è.
E’ il re del mutismo? Spesso i potenziali abuser non
manifestano necessariamente aggressività fisica, ma ricorrono a quella passiva, fatta di silenzi e mancate
risposte. Un lento stillicidio. PERICOLO: tutto ciò provoca disagio e senso
di colpa nella vittima che, inconsciamente, si attribuisce la ragione del suo
comportamento ostile.
3) GELOSIA PATOLOGICA
7) LA MAMMA, LO SPECCHIO
DEL RAPPORTO
Non parla con rispetto delle donne
della sua vita (la
mamma, l’amica, la sua ex) perché di
loro non ha rispetto e dice, come per
scherzo, che le donne sono inferiori
e più stupide. PERICOLO: il pericolo è
non capire quello che ti sta già dicendo e dimostrando.
8) TI VUOLE A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA
Critica i tuoi difetti e i tuoi comportamenti davanti agli amici,
spesso, in modo
umiliante. Ti spinge a cambiare modo
di truccarti o vestirti, di comportarti
in pubblico e di relazionarti con gli altri. PERICOLO: è un atto un meccanismo di plagio della personalità, parte
dagli aspetti esteriori per arrivare a
quelli più profondi.
Il rischio è che un giorno ti sveglierai
e non saprai più chi sei e cosa vuoi.
Sei dipendente in tutto e per tutto da
lui.
(*)
9) RICATTI PSICOLOGICI
Ti dice più di una volta
che se lo lasci si ucciderà. Alterna umiliazioni ed offese a momenti
di infinita dolcezza. Oggi sei tutto per lui, domani no. Questa altalena di emozioni
è destabilizzante e lascia alla vittima
l’idea folle di poter recuperare il rapporto. PERICOLO: gli umori ballerini
del partner incastrano la vittima nel
rapporto. Gli atteggiamenti ambivalenti renderanno difficile, se non impossibile, tagliare il cordone ombelicale che ti lega a lui, interrompere la
relazione.
10) IL MATRIMONIO NON E’
LA SOLUZIONE
Dice che la causa dei
continui litigi è vivere in case differenti.
E tu gli credi, ciecamente. Allora ti propone la favola dell’abito bianco. Ma il matrimonio è solo
“scacco alla regina”. PERICOLO: più il
rapporto si consolida, formalmente e
socialmente, più fuggire è difficile.
(*) Il vademecum è ispirato a casi e situazioni analizzati nel tempo dalla redazione di 6Donna. Altre fonti di partenza sono le ricerche del National Network to end domestic violence, il metodo ISA Increasing Self Awareness e
contributi di professionisti interni al nostro corpo redazionale. I punti del decalogo vanno intesi come consigli e non hanno alcuna pretesa di verità o valenza scientifica. Illustrazioni da Wikihow
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duemilaquattordici
focus
L’esperienza di Famiglie Arcobaleno raccontata dal presidente Giuseppina La Delfa
“Dieci o mille, i diritti non conoscono numeri”
Due le richieste: una posizione paritaria rispetto alla legge e alla cultura
S
ulle ‘Sentinelle in piedi’ che in tutt’Italia manifestano contro il matrimonio e
le adozioni per le coppie omosessuali
picchia duro - “sono chiusi e fermi nelle loro
posizioni, come pilastri posati sul suolo” mentre sul decreto legge per le unioni civili,
Giuseppina La Delfa frena gli entusiasmi:
“Siamo ancora ai primi passi - spiega - ce n’è
di strada da fare”. Lei, presidente nazionale
dell’associazione ‘Famiglie Arcobaleno’, ha
ben presente il polso della situazione e bastano poche parole per comprendere indole e
tempra. Per metà francese, La Delfa conserva
le sue origini in un vezzoso accento che non la
rende meno dura quando si trattano gli argomenti che più le stanno a cuore. Ad esempio,
appare infastidita da quanti le chiedono, continuamente, quante siano le coppie omogenitoriali in Italia. “Lo chiedono tutti, ma è davvero così importante? Cosa cambia se sono
dieci, cento o mille. Un diritto è un diritto a
prescindere dal numero”.
Touché. Poi, snocciola alcuni dati che si
fondano sull’esperienza dell’associazione
fondata nel 2005 e che riunisce donne e uomini
che hanno accettato la propria omosessualità dopo aver già avuto dei figli all’interno di
una relazione eterosessuale, coppie o single
omosessuali che hanno realizzato il proprio
progetto di genitorialità, o che aspirano a farlo. Ad oggi, infatti, Famiglie Arcobaleno conta un migliaio di soci, due terzi con figli, mentre l’altro terzo li sta ancora cercando. “In
realtà nessuno sa quanti siamo, perché non
c’è mai stato un censimento, su chi sono e
quante sono le coppie omogenitoriali. La nostra associazione conta più di 300 famiglie e oltre 350 tra bambini e ragazzi che hanno genitori omosessuali. La maggior parte ha due
genitori dello stesso sesso, qualcuno ha un solo genitore omosessuale”. Nei fatti, loro sono
l’esempio vivente di un paradosso tutto ita-
L’INTERVISTA
liano e che non ha eguali in Europa. Ed è
la stessa La Delfa ad indicarne le coordinate. “Il Governo Renzi prospetta la possibilità di un matrimonio per omosessuali
e la possibilità di adottare il figlio naturale del proprio partner mediante “stepchild adoption”. Una possibilità che ci
darebbe serenità perché permetterebbe
di sistemare molte questioni di ordine
pratico oltre che patrimoniale”, spiega.
Ma è solo una timida apertura, una sorta
di ‘contentino’, a giudicare dalla corsa ad
ostacoli, lo slalom tra i “No” eretti come
paletti e sbarramenti che si presentano
immediatamente dopo. No all’adozione
di figli esterni dalla coppia, no alla fe- Una manifestazione di “Famiglie Arcobaleno”
condazione eterologa per gay e lesbiche e an- adotterebbero, soprattutto le coppie di papà
cora no, no e no. Così, si genera un cortocir- per i quali diventare genitore può essere più
cuito burocratico, legislativo ed ideologico complicato…”.
Lo definisce un atteggiamento estremache non esita a definire “ipocrita e altamente
mente sprezzante nei confronti dei genitori
offensivo”.
“Non possiamo adottare figli esterni alla omosessuali. “Questa chiusura vuol dire che
coppia. Quindi per mettere su famiglia dob- non ci ritengono il luogo idoneo ad accogliebiamo ricorrere all’eterologa. Quindi lo fac- re un figlio, che non siamo capaci di dare cuciamo in modo clandestino fuori dai confini re e affetto a bambini e ragazzi che, nel frattempo, però, restano soli in orfanotrofi o in
case famiglia. E’ una posizione di una ottusità, cattiveria e violenza inaudita. Oltre che
una inaccettabile ipocrisia: o pensano che le
nostre strutture familiari possano accogliere
minori, oppure no. Manca una presa di posizione netta”.
Ma c’è davvero consapevolezza in queste battaglie? Viene da chiedere. “Io penso
proprio di no - taglia corto La Delfa - la maggior parte delle persone che oggi protesta in
piazza non sa nemmeno di cosa parla. Hanno
A sinistra Giuseppina La Delfa e famiglia
avuto una formazione estremamente orienitaliani. Una volta rientrati in Italia, però, pos- tata e negativa nei confronti degli omosessiamo adottare il figlio così avuto dal nostro suali in generale, e delle famiglie omogenipartner. Una assurdità. Mentre se fosse pos- toriali in particolare. Non solo non conoscono
sibile l’adozione tanti di noi, non dico tutti, la situazione, ma - cosa più grave - non vo-
gliono nemmeno conoscerla. E lo dico a ragion veduta, perché abbiamo cercato più volte un confronto
reale che ci è stato sempre negato.
Non c’è volontà e desiderio di andare oltre il pregiudizio, ed è questa la cosa più triste”.
Nelle famiglie arcobaleno, poi,
tengono volutamente fuori l’aspetto religioso. Da statuto la loro associazione è laica. “La religione è un
fatto privato, noi chiediamo diritti.
Anche se - colpisce e affonda - in Italia la religione è talmente mischiata
con la politica che facciamo fatica a
volte a vedere i limiti dell’una e dell’altra”. Per chi invece si preoccupa di come i
bambini possano porsi dinanzi ad una famiglia omogenitoriale mette avanti l’esperienza
di quasi dieci anni Famiglie Arcobaleno, con i
suoi 350 ragazzi: “Per i bambini è tutto più
semplice: loro non hanno pregiudizi o sovrastrutture mentali. Magari si chiedono perché
l’amico ha due mamme o due papà, poi una
volta passata la curiosità diventa la normalità.
I ragazzi non se ne fregano più tanto, sa? Vivono tutto in maniera più semplice e immediata, per quello che è”.
E’ per gli adulti, invece, che le cose sono
più complicate. E a volte diventa necessario
battere il pugno. “Sono due le richieste delle
famiglie omogenitoriali: un posto dignitoso e
paritario rispetto alle altre situazioni familiari, con parità di opportunità (matrimonio, adozioni e tutto quello che è permesso alle coppie
eterosessuali) e la pari dignità di fronte alla
cultura, ovvero essere presenti nelle storie dei
bambini, nei libri, nei programmi scolastici.
Insomma, essere presenti nel mondo e nella
storia. Se abbiamo queste due cose non abbiamo altre richieste se non vivere in santa
pace con gli altri”.
Maria Grazia Frisaldi
Il Sottosegretario Scalfarotto spiega le norme in materia di adozioni gay
Stepchild adoption, come funzionerà in Italia
“In questo momento storico, le coppie omosessuali non hanno un beato nulla”
Il 25 maggio del 2013, in un tweet di quel
profilo che sopravvive anche alla morte, Gabriele Scalfarotto scriveva ironicamente “Vuoi
vedere che il matrimonio tra omosessuali ora
lo propone il PDL?”. Oltre un anno dopo, lui
non c’è più e sullo schermo, tra le ultime news,
compare l’immagine dello scatto di Berlusconi accanto a Luxuria. Gabriele Scalfarotto, padre del Sottosegretario alle riforme del Governo Renzi, ha fondato l’Agedo più grande
d’Italia, a Foggia, nel 2010. Associazione genitori e amici di omosessuali. Quegli stessi
omosessuali oggi rivendicano il diritto al riconoscimento della genitorialità. Il foggiano Ivan
Scalfarotto sta lavorando alla legge sulle unioni civili, una conquista epocale che porterà il
suo cognome.
Nel ddl sulle unioni civili si parla anche
di adozioni. Come funzioneranno?
L’ipotesi alla quale si sta lavorando è la cosiddetta stepchild adoption, cioè l’adozione
del figlio del partner. Sarebbe prevista la possibilità di assumere la responsabilità genitoriale
per il figlio biologico di una delle due parti della coppia. L’adozione del figlio del partner si verifica soltanto quando il genitore biologico è
uno solo, cioè nel caso, per esempio, di una
coppia di donne una delle quali abbia avuto un
figlio che non è stato riconosciuto da un altro
genitore. È un caso simile a quello che da po- pie gay di adottare un figlio fuori dalla coppia?
co ha trattato il Tribunale di Roma. Circa un
Io faccio fatica già a portare a casa le uniomese fa ha riconosciuto la responsabilità ge- ni civili, sinceramente mi pare una domanda
nitoriale ad una donna sulla bambina della interessante ma dobbiamo metterci d’accordo:
partner, figlia biologica. Si tratta di riconoscere vogliamo portare a casa rapidamente dei riil fatto che questo bambino o questa bambi- sultati o vogliamo fare delle questioni di prinna crescono insieme a due adulti, uno dei qua- cipio? Con le questioni di principio finora non
li è genitore biologico, l’altro
abbiamo ottenuto nulla. Alnon lo è ma è chiaro che, nel
lora cerchiamo con realismo
momento in cui il genitore
di portare a casa dei risultabiologico dovesse venire a
ti che raggiungano i numemancare, il bambino non riri necessari in Parlamento e
sulterebbe abbandonato, perdi fare quelle cose che assiché continua a crescere con
curino sostanziali diritti all’altra figura genitoriale di rile persone. In questo moferimento.
mento
le
coppie
Su questo punto non c’è
omosessuali non hanno asforse una corsia preferenziasolutamente un beato nulle rispetto alle coppie di fatto
la.
Il Sottosegretario Ivan Scalfarotto
etero?
Quanto passerà prima
Qui non si tratta di un’adozione di un bam- di un’unione civile effettiva?
bino in un istituto, che comunque non è preIo spero il meno possibile. Certo che il Parvista per le coppie gay. Si tratta di un caso di lamento è impegnato in una serie di grandi riadozione del figlio del partner che può essere forme che sono tutte all’attenzione delle Cafatta anche per le coppie etero. Anzi, resta il mere: c’è la riforma elettorale, la riforma
problema che la legge escluderebbe le cop- costituzionale, quella della giustizia, del fisco,
pie omosessuali dall’adozione tradizionale. del mercato del lavoro. E quindi bisognerà faSe non ora, in corrispondenza di un pas- re in modo di trovare il tempo utile alle Casaggio storico, quando si consentirà alle cop- mere di esaminare anche questa ulteriore ri-
forma. Il governo si è dato un programma di
tre anni, all’interno di questi tre anni andranno fatte tutte queste cose. Io spero che le unioni civili arrivino in fretta.
Parallelamente c’è la legge sull’omofobia. Sente di aver fatto tutto quello che si poteva fare per la tutela penale dell’identità sessuale?
Direi proprio di sì. Quella legge è la prima che il Parlamento italiano, che la Camera
dei deputati abbia mai votato a tutela delle
persone omosessuali. È stato un passaggio storico. Adesso bisognerà assicurarsi che la voti
anche il Senato, perché fintanto che il Senato
non la vota quella legge non esiste.
Una volta approvate queste leggi, cosa
può fare ancora il Governo per le persone
omosessuali?
Diciamo che le due grandi conquiste di
tutto il mondo sono sempre state innanzitutto
queste, una legge contro l’omofobia e il riconoscimento di una famiglia per le persone
LGBT (lesbiche, gay, bisex e trans, ndr). Sicuramente si dovrà rimettere mano, perché spesso si dimentica la parte transessuale, alla legislazione per le persone trans, assicurando
per esempio il cambio anagrafico prima dell’intervento chirurgico.
Mariangela Mariani
o t t o b r e
duemilaquattordici
focus
7
C’è chi strappa le “etichette” e chi si sente “discriminato”
FUMATA NERA
Il no all’omogenitorialità: “Non è naturale”
L’opinione di chi non concepisce una famiglia omosessuale. Ecco i perchè
F
ervente cattolica, prossima al
matrimonio, generazione ‘80.
Annamaria è contraria alle
unioni civili e alle adozioni gay. Ci
si sposa in Chiesa e amen. Che poi è
vero che la stragrande maggioranza
di chi non concepisce l’idea di due
omosessuali sposati o addirittura genitori premette di avere amici gay,
ai quali vuole davvero bene. Intercalare: “per carità”. Come biasimarla. Altrimenti rischi di essere
tacciato di omofobia pure quando la
libertà di espressione non sconfina
nell’avversione.
Eppure Annamaria detesta ogni
forma di discriminazione. Ed è disposta a mettersi in discussione, felice che se ne parli, perché i tabù esistono ancora, e vanno infranti. Lei
strapperebbe le etichette: non si dovrebbe nemmeno conoscere l’identità sessuale di una persona, se sia
L’ESPERTO
eterosessuale oppure omosessuale.
Ai sindaci che protestano contro il
ministro dell’Interno Alfano per lo
stop alle trascrizioni delle nozze celebrate all’estero suggerisce di ribellarsi piuttosto per la disoccupazione, perché omosessuali o no c’è
gente che se non ha un lavoro non
può farsi una famiglia.
“Per unione io intendo il matrimonio, soprattutto dal punto di vista
religioso, non tanto come unione legale in un Comune, presso una pubblica amministrazione. La intendo
come unione atta alla creazione di
una famiglia. L’unione omosessuale
per me non è naturale”. Di conseguenza, non approva nemmeno le
adozioni da parte di coppie dello
stesso sesso. “Anche se probabilmente - riflette - sarebbe sempre meglio che un bambino stesse in una
casa, circondato da persone che lo
amano, piuttosto che in un orfanotrofio. Ma per quello che ne so, tutti
Italia c’è già un precedente: una recente sentenza del Tribunale di Ro-
i bambini devono affrontare e superare in adolescenza il complesso edipico, le bambine devono superarlo
attraverso la conflittualità con la madre in discussioni e liti, e così i figli
maschi nei confronti dei padri. Non
so se accadrebbe altrettanto con una
coppia omosessuale”.
Boccia pure le adozioni dei figli
biologici di uno dei due partner. In
ma ha autorizzato una “stepchild
adoption”, ha riconosciuto la genitorialità anche alla partner della
mamma biologica che aveva avuto
una bambina con la fecondazione
eterologa, all’estero. Ad avere la
peggio, due lesbiche statunitensi
che ora vivono a Bologna: la Procura ha detto no. I tribunali americani
avevano attribuito ad entrambe le
madri la responsabilità genitoriale.
“Noi eterosessuali o siamo sposati
per adottare un figlio o niente. Quindi non vedo perché dovrebbe esserci questa corsia preferenziale. O comunque dovrebbero averlo già
previsto per le coppie etero”. Non
teme di essere accusata di omofobia. Certo non sbandiererebbe in
piazza le sue opinioni, ma è convinta di essere dotata di un’apertura
mentale tale da poter persino cambiare idea, un domani. “È un tema
molto delicato, e non sai mai fino a
che punto stai parlando senza ferire - anche non volendolo - l’altra parte. Richiede il massimo rispetto”.
Esclude un’apertura da parte della
Chiesa sulle unioni civili. “Papa
Francesco ha detto soltanto: se un
gay è una brava persona, chi sono
io per giudicarlo. E io sono perfettamente d’accordo con lui”.
m.m.
Alcuni punti fissi nella “giungla” di informazioni e pareri discordanti
Pregiudizio, in piazza il “peccato originale”
Giovanni Papa: “Di questi argomenti si parla troppo e male. Facciamo ordine”
“Di questi argomenti si parla
troppo poco, oppure troppo e male”. Sacrosanta verità. Non gioca
certo con le parole lo psicologo foggiano Giovanni Papa, particolarmente attento alle tematiche Lgbt
che, per la sua professione, “aggancia” quotidianamente, analizzandole e traducendole caso per
caso. Con lui, cerchiamo di mettere
ordine, sistemare punti fissi e dare
delle coordinate per orientarsi nella giungla di informazioni, pareri e
cambiamenti in atto e in divenire.
Nelle piazze di tutt’Italia, le
“Sentinelle in piedi” manifestano
in silenzio. O meglio, protestano
in silenzio. Senza cercare o acco-
gliere occasioni di confronto. Come se la conquista di diritti altrui
potesse nuocere loro…
Credo che la protesta omofoba
legata al riconoscimento di diritti
civili sia l’espressione di un profondo narcisismo di alcuni esseri umani che si credono gli unici in grado
di poter godere di alcuni diritti e farli valere. Chi pensa che l’unica famiglia possibile sia quella eterosessuale è ignorante (nel senso
letterale del termine, ovvero, “che
ignora”) rispetto a quanto accade
a livello internazionale e alle tante
tipologie non tradizionali di famiglie che già esistono in Italia.
Quanto il vuoto legislativo in
FUMATA BIANCA
materia di ‘unioni civili’ e di
E’ ormai documenta‘adozioni’ pesa sulle relazioni
to che ciò che più conta è
omossessuali e, suppongo,
la capacità dei genitori di
possa limitarle?
offrire ai propri figli un saIn moltissimi modi. I diritti
no ambiente di crescita.
civili non sono una formalità, un
Questa possibilità manca
mero capriccio, ma si sostanin molte famiglie tradiziano in possibilità concrete
zionali. Non vedo perché
che, se mancano, rendono com- Giovanni Papa non possa mancare anche
plessa e difficile una relazione omo- in famiglie con genitori omosessessuale. Immaginiamo all’impos- suali. Essere figli di genitori omosibilità di essere il genitore sessuali non influenza negativariconosciuto dallo Stato del figlio mente lo sviluppo affettivo dei figli.
del proprio partner o alle difficolta Anzi. Figli di coppie omosessuali
legate alla questione eredità…
possono vivere spesso in ambienti liDomanda diretta, risposta sec- beri dal pregiudizio e, in quanto taca. Una coppia omosessuale può li, fonte positiva per una buona
costituire una coppia genitoriale? apertura mentale. Inoltre non c’è
“pericolo” se si pensa che figli di
coppie omosessuali possano diventare essi stessi omosessuali. Le
variabili sviluppo affettivo e orientamento sessuale dei figli non dipendono in nessun modo dall’orientamento sessuale dei
genitori.
Allora chi ha paura della “Famiglie Arcobaleno”? E cosa direbbe loro?
In generale, chi ha paura di conoscere e chi è poco curioso. Chi
pone valori e norme fisse e rigide.
L’unico consiglio utile per loro, il più
saggio, sarebbe quello di avvicinarsi all’altro con maggiore fiducia
e apertura mentale.
Approccio idealista, ma anche pragmatico
Sì all’omogenitorialità: “Meno disuguaglianze”
Nella schiera dei favorevoli: pari diritti, pari doveri, pari responsabilità
Salda nelle sue idee, convinta
delle sue posizioni. Federica, 39 anni, rispolvera nozioni universitarie
di filosofia del diritto e confida nelle novità che - ne è certa - verranno
fuori dal Sinodo straordinario sulla
Famiglia, adesso in corso. “C’è fermento tra i cattolici. A più livelli si
avverte l’esigenza di apertura verso situazioni di fatto - numerose,
esistenti, reali - che vanno accettate, viste e regolarizzate”, spiega. In
attesa del responso ufficiale, lei regolarmente sposata in chiesa,
con un uomo e mamma di due bambini - si dice favorevole al matrimonio e alle adozioni per le coppie
omosessuali. “A tutte, non solo alla
stepchild adoption”, precisa.
Sul fenomeno delle ‘Sentinelle
in piedi’ taglia subito corto: “Rispetto il pensiero di quanti protestano pacificamente. Ma credo che
estendere dei diritti già esistenti ad
altre categorie di persone non significa ledere, per contrapposizione, il diritto della famiglia tradizionale. Per troppo tempo siamo stati
abituati a ragionare in termini troppo schematici: conosciamo l’istituzione della famiglia, l’istituzione
del matrimonio, tutti concetti monolitici che oggi si stanno letteralmente sgretolando”. E molte volte
per problematiche di natura sistemica, insite nella coppia e nel suo
rapportarsi con il mondo che cambia. “Credo che la famiglia tradizionalmente intesa non possa essere più l’unico modello possibile o
accettabile. E lo dico basandomi su
qualcosa di molto concreto, come
l’esperienza”. Come contraddirla.
“Non mi pare siamo circondati di
famiglie stile ‘Mulino Bianco’. Allora non vedo perché negare una o
più possibilità - come matrimonio e
adozione – a quanti partono da una
scelta precisa (e a volte anche sofferta, quindi consapevole)”.
Certo a condizioni ben precise.
Insomma, qualche paletto lo mette
anche lei.
“Condizioni che poi sono le
stesse alle quali devono sottostare
le coppie eterosessuali”, puntualizza. Insomma, pari diritti, pari doveri, pari responsabilità. Un rigido
screening psicologico, fisico economico finalizzato ad individuare
coppie omosessuali idonee a creare una famiglia omogenitoriale.
Non è solo un discorso idealista, da
‘iperuranio’, ma anche pratico.
“Credo ci sarebbero tanti benefici
collettivi: meno orfani, meno solitudine e meno tristezza. Poi sarebbe un modo per diminuire le disuguaglianze, fornendo pari diritti a
tutte le forme di famiglia e fornen-
do migliori opportunità - occasioni
di formazione e differenti prospettive di vita – ai tanti ragazzi che una
famiglia non l’hanno mai avuta”.
Come coniugare queste idee,
con la fede religiosa è il vero nodo
da sciogliere. Federica si concede
un piccolo silenzio prima di rispondere. Poi spiega: “Io mi riallaccio al
fatto che la nostra chiesa si definisce
‘cattolica’, e ‘cattolico’ significa universale. Il messaggio Evangelico è
rivolto a tutti. Io non posso chiudermi verso l’altro”. Ed è con questa idea che lei sta cercando di crescere anche i suoi bambini: “cerco
di abituarli ad un mondo pieno di
differenze, educandoli al rispetto
verso tutti, riconoscendo loro dignità”.
m.g.f.
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o t t o b r e
duemilaquattordici
a cura di Mariangela Mariani
politica
A Palazzo Dogana torna la politica, senza chiedere permesso ai cittadini
Provincia, il carrozzone va avanti da sé
Elezioni “fatte in casa” dagli amministratori dei 61 comuni di Capitanata
I
l sequel delle Province è un grande bluff e
che la legge Delrio sia un pasticcio bello e
buono sono tutti d’accordo. La politica si è
riproposta come gli avanzi della domenica.
Ammesso che fosse un ente inutile, più di una
Regione o una Prefettura, un carrozzone, la
Provincia è ancora là. Un pacco. È stato abolito solo il diritto di voto dei cittadini che hanno assistito alle solite scaramucce dei partiti.
Se la sono cantata e suonata loro. Hanno votato sindaci e consiglieri comunali. Magra
consolazione: gli eletti non prenderanno un
centesimo. In ballo c’era il potere.
Eppure sono proprio i cittadini a contribuire nella misura maggiore alle entrate dell’Ente per oltre 45 milioni di euro (dati 2013).
La somma più cospicua, più della metà, deriva
dall’imposta R.C.A. Auto. Le entrate correnti finiscono soprattutto nelle funzioni generali di amministrazione, gestione e controllo. Per far funzionare l’ente nel 2013 sono stati
spesi quasi 94 milioni di euro, di cui però ol-
L’INTERVISTA
tre otto milioni rappresentano le quote
del capitale mutui in ammortamento
(fonte bilancio consuntivo). La voce più
onerosa è costituita dalle prestazioni di
servizi, quasi 30 milioni di euro, seguono il personale e i contributi. La dieta
del commissario Fabio Costantini, che
ha cessato le sue funzioni dopo un anno e mezzo, dovrebbe aver fruttato, secondo le stime del bilancio di previsione,
un risparmio di quasi quattro milioni. Ci
sono due Palazzi da mantenere, la Dogana e l’edificio di Via Telesforo, oltre
ad una serie di uffici sparsi per la città.
“L’amministrazione provinciale ha oltre 600 dipendenti (634 per la precisione, ndr)
- fa notare Francesco Miglio, neoeletto Presidente della Provincia di Foggia (candidato
per il centrosinistra) - Quindi ha necessità di
essere governata e non può farlo un uomo
soltanto. Sicuramente il legislatore ha preso
un abbaglio quando ha concentrato tutte le
competenze in capo al presidente. Una decisione di politica legislativa completamente
sbagliata”.
Non c’è altra soluzione che delegare. “Le
politiche provinciali che intendiamo promuovere richiedono una convergenza e una
partecipazione la più ampia possibile. Una
rete che funzioni, che sia efficiente, che
tenti di far risalire la china a questa nostra
Capitanata, a questo nostro territorio provinciale che ormai da troppi anni compare negli ultimi posti della classifica del Sole 24 ore”. C’è posto anche per chi ha
sostenuto i suoi avversari del centrodestra. Scordiamoci il passato. Franco Landella, spodestato per una manciata di voti ponderati, aveva la vittoria in pugno,
seppure insidiato da Paolo Mongiello, del
suo stesso partito. La matematica è diventata un’opinione. La politica ha fatto
male i conti. Il sistema del voto ponderato
(la preferenza di un consigliere comunale di un piccolo comune valeva quisquilie rispetto a quella di un consigliere comunale di
Foggia) ha contribuito a estromettere ulteriormente i cittadini, spettatori di un altro giochetto della casta. Se vi può consolare, di quel
metodo, lì per lì, forse non ci aveva capito
molto nemmeno la politica.
Verso l’inizio di un nuovo corso. Parola d’ordine: collaborazione
Sindaco e Presidente insieme? “È molto tosto”
F
oggia-San Severo andata e ritorno. Senza il dono dell’ubiquità è dura col doppio incarico per Francesco Miglio, sindaco
di San Severo e Presidente della
Provincia di foggia. Dal punto di vista formale, entro il 31 dicembre
l’Ente deve approntare il nuovo
Statuto. Le competenze per ora sono le stesse, altro che svuotamento. Al più ce ne sono di nuove.
Presidente, quali sono le priorità dell’Amministrazione?
La carenza della rete viaria provinciale è sicuramente uno dei problemi più importanti, in evidenza
nella nostra agenda politica. La
provincia di Foggia è beneficiaria
di un finanziamento di 80 milioni di
euro rinveniente dai fondi Fas. Sono stati aggiudicati i lavori, adesso
si tratterà soltanto di stipulare i contratti e cantierizzare le opere. Credo che gli interventi che sono stati
messi in campo siano molto importanti, anche perché ho visto che sono finalizzati soprattutto a facilitare il collegamento di territori
periferici della provincia che da
lunghi anni lamentano uno stato di
isolamento rispetto al resto della
Capitanata. L’edilizia scolastica è
un’altra emergenza che abbiamo
sul tavolo. Credo che bisognerà, a
questo punto, mettere su un piano
organico, ovvero non dettato dall’emergenza e dalla straordinarietà, per poter dare ad ogni istituto
scolastico ricadente sotto la giurisdizione provinciale tutti gli strumenti necessari e i luoghi idonei
per poter far scuola e per poter dare ai nostri ragazzi l’opportunità di
formarsi in assoluta tranquillità e in
un luogo idoneo.
Tra le funzioni fondamentali
della Provincia sono indicati il
controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e
la promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale. Co-
Le priorità nell’agenda di lavoro di Francesco Miglio
me intende occuparsene?
Con il Consigliere delle Pari
Opportunità intendo verificare
quanto fatto sinora, proprio perché
credo che in ogni pubblica amministrazione ci sia la necessità di una
certa continuità col passato. Nessuno, a meno che non sia uno stolto o uno sprovveduto, può pensare
che con l’avvento di una nuova amministrazione tutto quanto di buono fatto in precedenza venga azzerato. Sulla base dei provvedimenti
e degli atti amministrativi assunti
in passato, con la collaborazione
del Consigliere per le Pari Opportunità sicuramente daremo il massimo impulso possibile alle politi-
L’IDENTIKIT
che per realizzare appieno queste
funzioni che rientrano nell’orbita
delle competenze della Provincia.
Nei giorni successivi alla sua
elezione hanno contato e ricontato, si è parlato di complotti, traditori, franchi tiratori, apporti determinanti, ma lei se li è fatto i calcoli
matematici, sa come ha vinto?
No, non lo so (sorride, ndr). So
che ho vinto di stretta misura, so
che ho vinto partendo da una posizione di evidente svantaggio. Non
ho fatto la caccia alle streghe, anche perché obiettivamente non ho
elementi tali da potermi consentire un’analisi specifica, minuziosa,
di quello che è accaduto a Foggia o
in altre realtà. Non so se altri lo stiano facendo. Io dal momento in cui
ho saputo che avevo vinto, seppur di
strettissima misura, mi sono concentrato sui problemi dell’amministrazione. Il resto lo lascio a chi di
competenza.
Ce la fa a fare il sindaco e il
presidente della Provincia insieme?
È molto tosto, è molto difficile.
L’antidoto, la ricetta, è la collaborazione. Prima che diventassi Presidente della Provincia, anche da
Sindaco, ho sempre detto ai miei
consiglieri e ai miei assessori: se voi
pensate di aver eletto un sindaco e
di aver demandato tutto a lui vi sba-
Francesco Miglio
gliate di grosso. Alla Provincia
adotterò lo stesso schema. E se, come sono convinto, si riuscirà a costruire una valida rete di collaborazione, così come è avvenuto al
Comune di San Severo, credo che le
due cose potranno conciliarsi, seppur con grosso sacrificio.
Anna Maria Bocola nel Consiglio Provinciale
Senza “aiutino” entra una donna
Anna Maria Bocola
Non è un Consiglio Provinciale
monogenere. Una su sessantadue
ce l’ha fatta, senza l’aiutino della
legge. Anna Maria Bocola, Udc,
presidente del Consiglio Comunale di San Severo, il Comune guidato da Francesco Miglio. In sei liste
c’erano soltanto otto donne, da solo il Pd ne contava quattro, ma non
ne è uscita nemmeno una, compresa Iaia Calvio, che continua la sua
pressoché solitaria crociata per la
legalità. Segno che quando non li
obblighi, i partiti finiscono anche
per fare a meno delle donne.
Perché Delrio, il sottosegreta-
rio padre della riforma, si è preoccupato di legiferare in materia di
pari opportunità nelle Giunte Comunali (“Nelle giunte dei Comuni
con popolazione superiore a 3.000
abitanti, nessuno dei due sessi può
essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento”) ma non per
i Consigli Provinciali. Rimandato
l’appuntamento con la parità: in caso di rinnovo (il consiglio dura due
anni), saranno previste clausole di
salvaguardia per la rappresentanza di genere nelle liste.
Una contraddizione in termini,
considerate le competenze assegnate alle Province in materia di
controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e di
promozione delle pari opportunità
sul territorio provinciale. “Questa
è un’altra lacuna che si aggiunge
alle tante di una norma scritta male, su questo non ci sono dubbi - osserva anche il Presidente Francesco Miglio - Probabilmente una
presenza maggiore di donne nel
Consiglio Provinciale avrebbe potuto facilitare e dare uno slancio
maggiore a queste politiche”.
Lo conosce bene Anna Maria
Bocola, sin dai tempi in cui lui era all’opposizione nella precedente amministrazione comunale, fino a sfidarlo in campagna elettorale, unica
donna della corsa al Palazzo.
Si limita a descriverlo come
“una persona a modo”, ma individua subito una delle sue prerogative: lo spirito di collaborazione. “È
una persona aperta a qualsiasi tipo
di stimolo e di proposta”, aggiunge. Quand’era assessore del Comune di San Severo con delega an-
che alle Pari Opportunità ha avuto
modo di conoscere la Consigliera
delle Pari Opportunità, Antonietta
Colasanto, figura istituzionale sopravvissuta alla riforma. Continueranno insieme il percorso già
avviato, ne è certa, quanto di percorrere un terreno già spianato nelle amministrazioni.
“Mi auguro che ci sia sempre
più rappresentanza e dico con il
sorriso che gli uomini si stanno rendendo conto di quanto sia importante il contributo di una donna nelle amministrazioni. E devo essere
sincera, noto che anche nei Comuni c’è una giusta rappresentanza
delle donne, e mi auguro che questo dimostri a tutti che effettivamente questa è una legge che offre
un apporto in più e non toglie niente a nessuno”.
Promotion
o t t o b r e
duemilaquattordici
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10
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benessere
Il repertorio mozartiano stimola il cervello
Note di relax o energia?
La play-list del cuore
Danza dei dervisci a melodie ‘Ambient’
Ecco come si può ‘guarire’ con la musica
S
ei giù di morale? Ascolta il “Ratto del
Serraglio” di Mozart. Secondo alcuni
studi condotti dall’Università della California la musica del celebre compositore austriaco avrebbe un effetto antidepressivo e
stimolante.
Tra le sue opere, anche le Sinfonie n.40 e
41, le Orchestre n. 24 e 27 e il Quartetto per archi in re minore avrebbero la capacità di stimolare le capacità cognitive e addirittura alleviare il dolore.
Sostenitore del cosiddetto “Effetto Mozart” è anche il professore Claudius Conrad
di Harvard, il quale ha documentato gli effetti positivi che
le note di Mozart hanno avuto nell’ambito ospedaliero.
L’ascolto della musica
prima di un intervento chirurgico facilita la sedazione,
nel postoperatorio invece facilita la ripresa.
I pazienti che hanno
ascoltato musica classica
hanno avuto meno bisogno di
sedativi.
Questi risultati confermano il legame antichissimo esistente tra musica e salute: sempre più professionisti anno-
“
La musica
allevia
il dolore
non solo in
gravidanza
verano tra le proprie metodologie
anche la musicoterapia.
Eseguita da esperti, la musicoterapia usa gli stimoli sonori per infondere nel paziente la forza di reagire in modo positivo.
Per i momenti difficili della vita
invece basta aggiornare la playlist
del cellulare, con le note salutari
scritte da uno dei più grandi geni
della storia della musica.
Dalila Campanile
“
NOTE DI ENERGIA
Balli caraibici, step, zumba, danze
orientali. Sono tante le discipline che si svolgono a ritmo di musica.
Non c’è tempo per lo sport? A casa si
può praticare la danza dei dervisci. Basta
un brano di musica classica andante-allegro
e un pezzo di stoffa colorata.
Girate su voi stessi, danzate con la stoffa colorata su cui catalizzare l’attenzione e
poi spalancate le braccia.
La danza dei dervisci aumenta la vitalità, catalizza l’energia dell’universo e libera delle paure recondite.
MUSICA PER LA COPPIA.
Il cd con le canzoni della vostra storia
d’amore è carico di ricordi emotivi che non
favoriscono il totale relax.
Per un’atmosfera intima inserisci “Play
To Love”, il cd di musica registrato per essere il sottofondo di intimi momenti da ri-
DOLCE ATTESA
AL RITMO DI MUSICA
La musica ha un effetto rilassante sulla mamma e sul feto. Una volta nato, il
bambino sarà in grado di riconoscere le note che ha ascoltato mentre era nella pancia.
Le melodie dolci possano essere usate come una vera e propria ninna nanna.
Anche in questo caso, si può attingere dal
vasto repertorio della musica classica: nel
primo trimestre della gravidanza sono indicati compositori come Mozart e Vivaldi,
nel secondo trimestre invece si potranno
ascoltare i brani di Chopin.
Nell’ultima fase della gestazione via
libera ai valzer di Debussy e Cajkovskij.
cordare.
Musica ambient, brani esclusivamente
strumentali dalla sonorità melodica e avvolgente; ideali per un sottofondo dal richiamo pop ma non invadente. Da ascoltare in tutte quelle serate in cui la musica
deve fare solo da cornice .
Il segreto? I brani di Play To Love oscillano tra i 60 e i 90 battiti per minuto, frequenza molto vicina a quella del nostro
cuore.
dc
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benessere
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L’esclusivo metodo di allenamento in viale Michelangelo
PILATES
accordo perfetto
tra corpo e mente
Definisce il fisico, rilassa e dona grazia ed armonia
attraverso un lavoro specifico e
mirato (non solo di allenamento
fisico, ma anche di concentrazione, respirazione e rilassamento)
parte dal corpo per apportare significativi benefici anche alla
mente. E’ il Metodo Pilates, che si
può seguire anche a Foggia, nella sua forma più pura, presso il
centro ‘Mondo Pilates’.
Un lavoro intensivo eppure
rilassante, perché
si basa sui principi-cardine postulati dal suo ideatore, quali la precisione dei movimenti, il
coinvolgimento di tutti i muscoli
del corpo, il controllo della postura - posizione della testa, degli arti, del bacino - e una tecnica di respirazione coordinata con i
movimenti, fluida e completa.
A tenere i corsi è la preparatrice Claomè Hernandez (in foto), di origine venezuelana ma
foggiana di adozione. Alle sue
spalle un lungo percorso di formazione, oltre 10 anni tra preparazione ed esperienza diretta, sul
campo.
mento che si adatta a tutti, a
prescindere dall’età e dalla
preparazione atletica. Qui non
esistono ‘schede’ o protocolli
standard. Ogni corsista, infatti, segue un programma personalizzato e calibrato sulle
necessità e sulle caratteristiche fisiche di ognuno. E’ un lavoro d’artigiano sul corpo”.
l corpo”
“Un lavoro d’artigiano su
“P
oco movimento, ben programmato ed eseguito
con precisione, ha lo
stesso valore di ore di contorsioni
forzate e fatte in modo approssimativo”. Ne era fermamente convinto il
trainer tedesco Joseph Pilates che,
agli albori del Novecento, mise a
punto un nuovo metodo di allenamento - il Pilates, appunto, che da
lui prende il nome - in grado di incidere positivamente tanto sul corpo,
quanto sulla mente.
Un allenamento completo e totalizzante, apprezzato da un nume“Il pilates - puntualizza
ro sempre crescente di persone, che Claomè - è un tipo di allena-
Da Mondo Pilates, ogni lezione si svolge su appuntamento, in
un ambiente riservato e rilassante. Possono essere incontri individuali o in gruppi di massimo tre
persone.
Ogni corsista è seguito personalmente dal trainer che lo accompagnerà lungo un percorso di
conoscenza del proprio corpo e di
coordinamento fisico e mentale,
svolto con attrezzi specifici, disegnati ed ideati dallo stesso Pilates, nel 1920.
“Questo tipo di allenamento - spiega ancora Claomé
- offre numerosi benefici: alcuni visibili, altri invisibili, ma
non per questo meno importanti. Innanzitutto si migliora
la forza ed il tono muscolare,
ma senza aumentare la massa”. In questo modo, il corpo
risulta più armonioso e definito. Ancora, si lavora sulla postura (diminuendo sensibilmente l’incidenza del mal di
schiena e alleviando disturbi
della colonna), con risultati immediatamente visibili sul portamento, che appare sin da subito più aggraziato ed
elegante.
“Tutto ciò contribuisce alla
fluidità e alla coordinazione dei
movimenti, acquistando grazia
ed armonia in ogni gesto.
Da Mondo Pilates, sono disponibili
tre differenti pacchetti di lezioni, tutti a
cadenza bisettimanale ma con differente durata: mensile, trimestrale e annuale.
Il centro è aperto dal lunedì al venerdì,
con orario continuato dalle 9 alle 21.
La prima lezione
è GRATUITA
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Scala B - 1° piano
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12
o t t o b r e
duemilaquattordici
esperienza lo conferma sempre, senza deroghe o eccezioni di
sorta: nel processo di dimagrimento, il corpo della
donna reagisce in modo diverso rispetto a quello dell’uomo. Per di più, rispondendo in
L’
modo differente in ogni sua stagione: dall’adolescenza alla menopausa, passando per la gravidanza, periodo stupendo ma delicatissimo. Per
questo, quando si parla di ‘dieta’, non
è saggio ricorrere a protocolli standard ma bisogna affidarsi a professionisti del settore per stilare un regime alimentare corretto, per stare
bene ed in forma, sempre.
Ne abbiamo parlato con la
dott.ssa Deborah Tognozzi, biologa
nutrizionista di Roma che, insieme al
prof. Fabrizio Cerusico, ha messo a
punto la “Chopper Diet”, linea nutrizionale ispirata ai princìpi della
‘Paleo Diet’ e sulla
considerazione
dell’indice glicemico. Adatta a
tutti e a tutte le
età, la “Chopper
Diet” si basa sostanzialmente su verdure
crude e cotte, frutta, pesce
e carni magre, riducendo notevolmente, fino ad eliminarli, alcuni tipi
di cereali, latte e latticini, e legumi.
Dottoressa Tognozzi, quali sono le difficoltà che una donna incontra durante il processo di dimagrimento?
Le difficoltà possono essere di
due tipi. Uno psico-ambientale,
quando la donna non riesce a gesti-
“
alimentazione&salute
Consulenze anche a Foggia, presso il centro “FertyGyn” di via Mandara
“Chopper Diet”, ad ognuno
il suo stile… nutrizionale
La dott.ssa Tognozzi: “Ogni età è una
‘stagione’. Anche a tavola”
Voglio
sentirmi bene,
voglio essere
re adeguatamente la propria
alimentazione
per insostenibili
ritmi lavoro/famiglia, l’altro metabolico,
quando il processo di dimagrimento è geneticamente più lento.
“
ADOLESCENZA
Ogni esperienza è un caso a sé
stante. Quale tipo di regime alimentare consiglierebbe ad una adolescente in sovrappeso?
Gli adolescenti hanno bisogno di
essere avviati ad una alimentazione
sana e regolare.
Per la mia esperienza, consiglierei una dieta moderata in carboidrati, dando importanza ad un quantitativo di proteine adeguato a costruire
la massa muscolare e dare sazietà.
Inoltre, consiglierei una riduzione
drastica di alcuni gruppi alimentari,
scegliendo alimenti fonte di carboidrati ad assorbimento lento e con un
basso indice glicemico.
Grande importanza viene data ai
grassi, macronutrienti indispensabili: si prediligono quelli insaturi come
gli Omega-3. Pesce, frutta secca, olio
extravergine di oliva, olio di cocco e
frutta come avocado non devono
mancare sulle nostre tavole.
GRAVIDANZA
Il controllo del peso è una costante anche (e soprattutto) durante
la gravidanza. Come comportarsi a
tavola per non ritrovarsi troppi chili da smaltire?
L’andamento della gravidanza
dipende almeno per il 70% dalla
corretta alimentazione. Direi che sono contraria alle 300 calorie in più e
sono, invece, favorevole alle 300 calorie in meno: una gravida, se usa
nutrienti corretti, può anche permettersi di dimagrire (con grande
stupore del partner, dopo il parto).
L’incremento ponderale che mi
aspetto in gravidanza dopo il primo
trimestre (quando la donna dovrebbe aumentare al massimo di 1,5 Kg),
è di 300 gr a settimana.
Ovviamente c’è una valutazione attenta per ogni paziente.
Anche in questo caso, consiglio
il consumo di pesce, possibilmente
IL DENTISTA FA PAURA?
Lo studio è fornito di un macchinario per la sedazione cosciente. Anche gli adulti potranno avvalersi di una seduta di
rilassamento prima di subire determinati interventi: si effettua su
una poltrona specifica, in grado di
favorire il rilassamento dei tessuti.
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dedicate per ogni intervento, diagnosi in loco e trattamenti innovativi: presso la Dental Solutions il
pescato, almeno due volte a settimana, molte verdure e frutta a basso indice glicemico, e una riduzione di cereali, latticini e legumi e
soprattutto soia.
MENOPAUSA
Completamente diverse sono le
diete pensate per donne mature e/o
già in menopausa. Cosa è preferibile per loro?
Non esistono diete per adolescenti o donne in menopausa. La
“Chopper Diet”, infatti, sfrutta tutti
gli elementi nutrizionali utili ad entrambe le categorie, possibilmente associate ad un altro “salva-vita” che è
il movimento. Sicuramente, in questa
fase è importante assumere alimenti
ricchi di calcio che non sono soltanto
latte e derivati. Anche le verdure e la
frutta rivestono un ruolo importantissimo perché agiscono sul contenimento dei sintomi “antipatici” causati dalla carenza di estrogeni.
Dott.ssa Deborah Tognozzi
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Via Mandara, 48 - Foggia
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del dentista: basta affidarsi ai professionisti dello studio
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odontoiatrico annovera tra i suoi
punti di forza la sinergia tra professionalità, le attrezzature all’avanguardia e la chirurgia specialistica e indolore.
Nella struttura, infatti, operano
otto specialisti: ognuno è competente in una determinata branca
odontoiatrica. Presso la Dental Solutions il paziente, può contare sulla garanzia del lavoro d’equipe,
basato su confronti tra professionisti del settore.
In studio, inoltre, sono presenti
tre medici specializzati nella
cura odontoiatrica dei bambini
come
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l’ortodontista e lo gnatologo,
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disfunzionamento mandibolare.
dott.ssa Deborah Tognozzi
Nutrizionista
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Anche la Dental Solutions aderisce all’iniziativa, offrendo visite gratuite. Sottoporsi a controlli odontoiatrici regolari è l’unico modo per evitare che eventuali problemi
possano causare un quadro clinico più complesso.
La struttura, inoltre, collabora anche con noti marchi
del settore come OralB e Curasept per la promozione dei
migliori prodotti per l’igiene orale. Ogni persona è unica così come sono unici i suoi denti: solo il dentista è in grado di
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o t t o b r e
duemilaquattordici
medicina
13
“FertyGyn”, a Foggia l’esperienza dei dottori Cerusico, Valletta e Antinori
Mamme Over40?
Le opportunità della scienza
S
e fino a qualche anno fa una maternità Over40 era considerata una
gravidanza tardiva - ed i casi si potevano contare sulle dita di una mano oggi posticipare l’arrivo di un bambino è
una scelta sempre più diffusa. Per scelte e
circostanze imposte, ovviamente. Da una
parte, l’instabilità lavorativa generalizzata e la precarietà economica impedisce
a molte coppie progetti a breve termine;
dall’altra, ci sono donne che decidono di
anteporre la carriera alla maternità, oppure si realizzano tardi affettivamente,
quando si pensa che avere un figlio sia ormai un sogno impossibile da realizzare.
Ecco come conservare il ‘patrimonio’
di ovociti mediante vitrificazione
Le stime Istat però dicono che, oggi, quasi 8 bambini ogni 100, in Italia, vengono
partoriti da mamme over 40. Quindi una
gravidanza in età avanzata è possibile,
basta tenere conto di determinati fattori.
Ne abbiamo parlato con il professor
Fabrizio Cerusico, tra i massimi esperti in
Italia di fecondazione assistita insieme a
Monica Antinori ginecoloca, responsabile della PMA del centro R.A.P.R.U.I. di Roma. Solo poche settimane fa, Cerusico ha
inaugurato - insieme alla dott.ssa Silvia
Valletta, biologa embriologo e alla
dott.ssa Monica Antinori, ginecologa
- il centro ginecologico
“FertyGyn”, in via
Mandara, a Foggia,
una struttura all’avanguardia, che si occupa
di infertilità di coppia
lavorando in tandem
con il centro di Roma.
Professor Cerusico, quante sono
le probabilità di restare incinta superata una certa età?
Su 100 donne che provano ad avere un bambino a
40 anni, 57 ci riescono naturalmente, 36 restano senza figli, nonostante si affidino a tecniche di fecondazione e hanno un
figlio “in provetta”. Il periodo più
fertile per una donna è tra i 20 ai 25
anni, fino a 35 anni ancora è alto,
poi subisce un notevole calo, per
arrivare ad essere bassissimo oltre
i 40 anni.
Perché accade questo?
Perché le “scorte” di ovuli, con l’avanzare dell’età, si esauriscono. La donna nasce con un “patrimonio” di circa 2 milioni di ovuli. Al momento della pubertà il
90% di questi è già andato perduto, fino a
diventare 50 mila intorno ai 20 anni. Ovulazione dopo ovulazione, si verifica un
progressivo declino della fertilità fino all’
età di 35-37 anni, quando la velocità di
esaurimento dell’ovaio si incrementa
drammaticamente.
È possibile preservare in qualche
modo il patrimonio ovarico?
Certamente. Si può intervenire quando la produzione ovarica è ancora attiva,
conservando gli ovociti con una tecnica
che si chiama vitrificazione. È importante eseguire una ecografia tra il secondo e
il terzo giorno del ciclo mestruale, per individuare il numero dei follicoli antrali
presenti nelle ovaie. Maggiore è il numero dei follicoli antrali, maggiore è la possibilità di recuperare ovociti in seguito ad
una stimolazione ovarica con gonadotropine.
Con quali probabilità di successo?
Quando il numero di follicoli antrali è
maggiore di 8 ci sono buone possibilità di
successo del trattamento. A questo esame generalmente si associa il dosaggio
ematico dell’ormone antimulleriano
AMH, che costituisce un altro utile indicatore della riserva ovarica. Questo ormone viene prodotto dalle cellule della
granulosa dei follicoli antrali ed in accordo con il fenomeno di “invecchiamento”
dell’ovaio, ogni anno la sua produzione si
In foto Prof. Cerusico
riduce di circa il 15% in modo tale da costituire anche un valido fattore prognostico di risposta ovarica alle terapie di stimolazione. Grazie a queste informazioni
è possibile decidere quale sia la migliore
strategia per programmare una gravidanza.
In poche parole come si fa a ‘conservare’ gli ovuli?
La vitrificazione, è attualmente considerata la procedura più efficace per la
crioconservazione degli ovociti. Questa
metodica evita infatti la formazione di cristalli di ghiaccio all’interno e all’esterno
delle cellule vitrificate, punto critico delle altre metodiche di crioconservazione,
consentendo di conservare ovuli o embrioni da utilizzare a distanza, per un nuovo tentativo di fecondazione assistita senza ripetere la stimolazione ovarica o per
una seconda gravidanza da affrontare a
tempo debito, visto che il materiale biologico può rimanere vetrificato per un lungo periodo di tempo, senza che vengano
compromesse qualitativamente le caratteristiche iniziali.
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duemilaquattordici
moda
Guida all’acquisto dei capi imperdibili per l’autunno 2014
Must di stagione
Dal giallo al pied de puole:
note glam per outfit originali
L’arrivo dell’autunno significa anche via libera allo
shopping: è il momento di aggiornare il guardaroba
per essere sempre al passo con i tempi ed affrontare la
quotidianità con una rinnovata sicurezza in sé stesse.
TESSUTI OPTICAL
FASCINO VINTAGE
Direttamente dagli anni ’50 torna in auge la gonna a ruota: sarà il
vero capo must in grado di conferire un
nostalgico tocco glamour al capospalla
più semplice. Attenzione agli errori di stile: indossatela sempre con una camicia aderente, infilata dentro la gonna, per sedurre con un ritrovato
vitino da vespa.
Tra le fantasie che occhieggiano dalle
passerelle, questo è sicuramente l’anno del Pied de puole: il caratteristico disegno a zampe di gallina – da cui il nome – in bianco e nero adatto a tagli di
sartoria. Dal maglione al cardigan, è la
scelta ideale per ravvivare anche il
classico abbigliamento da ufficio.
ACCESSORI CULT
Accessori cult. L'outfit si completa con una city bag in vernice colorata, comoda anche sotto la pioggia.
Il solito maglione diventa femminile con l'aggiunta di un colletto rigido con pietre dure.
Per gli spifferi è ancora in voga la pashmina,
da scegliere nei colori delle foglie autunnali.
L’ALLEGRIA DEL COLORE
Fate spazio nel vostro armadio: tra i soliti capi
scuri adatti alla stagione fredda quest’anno troverete il colore. Le collezioni autunno/inverno del
2014-2015 sono un inno alla positività perché
prediligono tonalità calde come il giallo. L’accostamento vincente lo si ottiene con il nero.
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duemilaquattordici
cucina
Pro e contro: le facce della medaglia
I ‘prodigi’ della soia
Innumerevoli i benefici per l’organismo,
ma attenzione al suo “lato oscuro” OGM
con la consulenza della dott.ssa Silvia Mauriello
L
a soia è un legume, ma a differenza degli altri componenti della stessa famiglia,
ha
un
elevatissimo contenuto proteico (37%),
un contenuto di lipidi abbastanza sostanzioso (18%) ed
è quasi completamente privo di carboidrati, quindi è un
valido aiuto per i soggetti con diabete.
I semi di soia sono particolarmente ricchi di calcio, potassio, ferro
e zinco, di vitamina B1 e di vitamina B3, fibre, ferro, isoflavoni e lecitina. I benefici che
procura al nostro organismo sono, pertanto,
innumerevoli: abbassa il colesterolo “cattivo” (LDL) attraverso la lecitina di soia, pre-
viene l’osteoporosi aumentando la massa ossea grazie al calcio e alle fibre e, per il suo
sostanzioso contenuto in ferro, aumenta la
sideremia.
Le due principali funzioni della soia sono,
però, da addurre ad un unico componente:
gli isoflavoni (detti anche fitoestrogeni). Questi, infatti, non solo
costituiscono un ottimo rimedio contro i disturbi
della menopausa,
perché aiutano a
reintegrare
gli
estrogeni, che in
questa fase della
vita della donna
non vengono più
prodotti dalle ovaie,
ma hanno anche un
buon ruolo antitumorale
(contro il tumore al seno e alla
prostata), considerati tumori a base ormonale, perché contrastano la proliferazione
incontrollata delle cellule tumorali, riducendo i livelli degli ormoni sessuali.
La soia, però, ha anche un suo lato oscuro. Soprattutto quella di natura OGM (quasi
il 90% di tutta la soia prodotta), se consumata in quantità eccessive, può portare all’insorgenza di allergie e vomito. Per questo motivo è consigliabile non esagerare con
l’assunzione di compresse di Lecitina di soia
e si deve scegliere, sempre e soltanto, soia
proveniente da coltivazioni biologiche. E’ importante ricordare che gli estratti di soia contenenti isoflavoni non possono essere usati
in gravidanza. Inoltre bisogna tener presente che, per poter sfruttare al massimo i suoi
benefici, è molto meglio utilizzare la materia prima intatta, quindi i fagioli della soia.
Infatti, nei prodotti strutturati, a base di soia, sia quelli simili alla carne (bistecche, salsicce, spezzatini, ecc.), sia quelli simili al formaggio (tofu), le proprietà originali sono
alterate.
La Ricetta
Manzo piccante con
peperoni e germogli di soia
Ingredienti
• Carne bovina manzo fettine spesse circa un centimetro 600 gr
• 1 Peperone verde
• 2 Peperoncini fresco rosso
• Soia germogli 130 gr
• Salsa di soia 6 cucchiai
• Olio extravergine di oliva
3 cucchiai
• Erba cipollina q.b.
• Sale e Pepe q.b.
Per preparare il manzo piccante iniziate lavando un peperone, tagliatelo a metà, eliminate il
picciolo e i semini e tagliuzzatelo in striscioline abbastanza sottili. Tagliate anche la carne in striscioline larghe 1 cm circa e lunghe 5. Sminuzzate
poi i due peperoncini che avrete tagliato a metà
per eliminare i semini interni. Scaldate in un wok
l'olio e il peperoncino e aggiungetevi i peperoni a
striscioline, salate e pepate e cuocete per circa
10/15 minuti.
Nel frattempo potrete mettere a bollire una
pentola d'acqua e successivamente versateci il riso basmati . Trascorso il tempo di cottura del peperone aggiungete gli straccetti di manzo, saltateli fino a che saranno cotti condendoli con 6
cucchiai di salsa di soia.
Mescolate quindi con cura facendo attenzione
a non rompere i peperoni. Una volta che la carne di
manzo sarà cotta, togliete il wok dal fuoco, aggiungete l'erba cipollina sminuzzata e i germogli di
soia, mescolate tutto e scolate il riso basmati. Servite il manzo piccante con il riso ed eventualmente aggiungete altra salsa di soia a piacimento.Per arricchire il manzo piccante con riso basmati potete
aggiungere un cucchiaio di semi di sesamo che
avrete tostato per liberarne l’aroma.
15
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o t t o b r e
duemilaquattordici
Ambienti
Dalla corretta
Mini-guida per genitori alle prese con le esigenze dei propri figli
illuminazione
alla scelta della
sedia giusta:
come rendere il
‘momento compiti’
n nuovo anno scolastico è iniziato ed è questo il momento migliore
un’attività
per pensare come organizzare una zona studio per i bambini, dotare
lo spazio della giusta illuminazione, dare vita a diverse aree di lavoconfortevole
ro e favorire la concentrazione.
Cinque regole, una perfetta
‘zona studio’ per bambini
U
2
1
Creare diverse zone di lavoro
L’ideale è avere in casa due o tre posti in cui i
bambini possano mettersi a “fare i compiti” evitando di utilizzare il tavolo da cucina. Non è piacevole ritrovarsi briciole di pane attaccate alla copertina del quaderno mentre si fa merenda.
Secondo gli esperti per i bambini avere un angolo
esclusivamente dedicato allo studio migliora la concentrazione e la produttività: l’importante è utilizzare tavoli/scrivanie e sedie adatti alla loro età ed
evitare luoghi in cui ci sono distrazioni come la TV
o giochi. Ancora meglio se il genitore ha già un suo
angolo studio, non si può far altro che ampliare lo
spazio aggiungendo un’altra “postazione”.
Seguire lo sviluppo del bambino
E’ buona regola fornire al bambino,
sin dalla prima infanzia, un tavolino e una
sediolina dove possa colorare, ritagliare,
incollare e riporre i suoi oggetti in modo tale da abituarlo a stare seduto, a svolgere
una attività di concentrazione. Per i bambini della primaria, dai 6 ai 9 anni, è meglio pensare ad una zona della casa che sia
facilmente raggiungibile dai genitori in
modo che il bambino non si senta solo nell’adempimento dei suoi impegni scolastici; in questa fase il bambino ha bisogno di
essere rassicurato e incoraggiato, per cui
si può organizzare l’angolo studio in
un’area della cucina o del soggiorno-pranzo ma ad una condizione: mai accendere
la TV né per programmi pomeridiani che interessano gli adulti né per cartoni animati.
Per i bambini più grandi, più autonomi e che necessitano di maggiore concentrazione, invece, è da preferire un’area
della casa più silenziosa e con meno distrazioni possibile. Evitare, quindi, le aree
della zona giorno.
3
Rendere partecipe delle scelte il bambino
Decisamente importante è coinvolgere il
bambino/studente nelle scelte relative al posto
a lui dedicato: renderlo consapevole e partecipe lo aiuterà nella crescita. Scegliere i colori, i personaggi e gli
accessori a lui cari può essere utile. Sappiamo che la cosa che piace di più ai bambini all’inizio dell’anno scolastico è scegliere il “diario”… utilizziamo lo stesso personaggio per un piccolo poster o per accessori che
possiamo cambiare senza problemi l’anno successivo.
Questo renderà, per lui, tutto più piacevole.
4
DI NICOLETTA INGELIDO
ARCHITETTO
Usare le sedie giuste
Non badiamo a spese
per le sedie. Quando i bambini sono più grandi e hanno bisogno di dedicare almeno due o tre ore per lo
studio, è da preferire una seduta con imbottitura e magari con rotelle, decisamente più comoda sul piano
ergonomico; li farà sentire
già dei piccoli professionisti.
5
Illuminazione “giusta”
e accessori
E’ fondamentale sfruttare la luce
naturale fino a quando è possibile, ma durante l’inverno è bene
fornire una buona fonte luminosa
artificiale ai nostri bambini che
non affatichi la vista per cui è da
preferire luce fredda, inoltre non
si devono creare zone d’ombra. La
scelta dell’illuminazione è quindi
molto importante, sia che si tratti
di una lampada da tavolo, sia che
si tratti di una illuminazione diffusa della stanza in cui si trova la
zona studio. Tra gli accessori non
bisogna dimenticare un calendario, una lavagna dove annotare
appunti e mensole o piccole librerie dove riporre i libri e i quaderni senza rischiare di perderne
qualcuno.
Occasione di formazione offerta dalla Beauty School di Foggia
Beauty Consultant, una finestra sul lavoro
U
na nuova occasione di formazione, una finestra aperta sul
mercato del lavoro. Stiamo
parlando della nuova opportunità
per le allieve che decideranno di
frequentare il terzo anno di
specializzazione della “Beauty School”, a Foggia. Un nuovo progetto formativo di alta formazione che rilascia le competenze
necessarie per gestire con professionalità il settore della bellezza e del benessere in farmacia. Il mercato delle
farmacie, infatti, chiede una nuova figura specializzata in grado di gestire in
completa autonomia il reparto cosmesi.
Saper cogliere nuove opportunità è importante in un mondo dove la
concorrenza è spietata. I reparti di cosmesi, sempre più ampi all’interno
delle Farmacie, rappresentano un’importante area in grado di soddisfare le
esigenze della clientela
Gestire
in autonomia
il Reparto Cosmesi
delle farmacie
sempre più esigente e di conseguenza, diventare parte attiva nell’espansione
delle fonti di ricavo. Molti infatti hanno
deciso di puntare sul settore cosmetico per risollevare e ampliare i canali
di vendita, incoraggiati dal trend positivo che la cosmetica riscuote anche
in periodi di crisi. Il tutto è regolamentato dalla Legge 1/90 che dà la possibilità della presenza di una estetista/consulente qualificata all’interno
della struttura.
L’European Campus Beauty School®, sempre all’avanguardia è attenta alle esigenze del mercato attuale,
organizza il corso di formazione in gra-
do di formare responsabili di reparto
cosmesi in farmacia.Ciò che potrà fare la beauty consultant sarà una
consulenza specifica sul miglior
prodotto da acquistare e sul
corretto protocollo applicativo, potrà eseguire test semplici di analisi della pelle e valutazione
del cuoio capelluto con strumentazione molto semplice e seguire passo
passo il trattamento e lo stato della
pelle del cliente stesso.
Il corso è rivolto a tutte coloro che
hanno la qualifica di estetista e decideranno di frequentare il terzo anno di specializzazione presso la Beauty School di Foggia. Infatti, le
allieve, in maniera parallela al programma riconosciuto e autorizzato
dalla Provincia, avranno la possibilità di conseguire la specializzazione di Beauty Consultant presso l’European Campus Beauty School.
SINTESI DELL’OFFERTA FORMATIVA
Il programma si compone in moduli divisi su due aree tematiche:
Durata di 100 ore e
AREA TEMATICA TECNICA
avrà inizio nel mese di
Anatomia e fisiologia degli annessi cutanei
Novembre 2014 .
Fondamenti di dermatologia clinica
Cosmetologia
Fisioterapia e Nutrizione
AREA TEMATICA
Make Up
COMMERCIALE
Tricologia e Haircare
Caratteristiche e utilizzo della
Marketing e Comunicazione
microcamera nella pratica quotidiana
Tecniche di vendita
Organizzazione eventi
Economia aziendale
Per info: 0881.568576
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o t t o b r e
duemilaquattordici
Le buone pratiche della prevenzione
GINECOLOGA
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Appuntamento con la salute
Per i vostri quesiti:
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Tel. 0881.563326
I rischi legati ai tumori
della sfera femminile si
possono prevenire con
assidui controlli
Spesso noi donne, oberate da
mille impegni, siamo portate a trascurarci in nome della famiglia e
del lavoro. Ma il nostro dovere è prima di tutto verso noi stesse, perché
per guidare una famiglia ed affrontare le mille difficoltà quotidiane bisogna godere di buona salute.
Oggigiorno c’è ancora scarsa
informazione sulle patologie della
sfera femminile e poco si conosce
sull’importanza della prevenzione.
Purtroppo i tumori femminili sono
patologie a lenta evoluzione, spesso asintomatiche finché non è troppo tardi per curarle. Sebbene la
maggior parte dei tumori femminili colpiscano più frequentemente in
età perimenopausale, oggi la maggior diffusione del papilloma virus
ha abbassato la soglia dell’età di insorgenza dei tumori del collo dell’utero, stesso discorso vale per i tumori al seno (a causa del fumo,
inquinanti atmosferici, gravidanze
tardive ed altri fattori predisponenti).
Si deduce facilmente quanto
sia importante sottoporsi ogni anno
ai controlli ginecologici, che dovrebbero includere la
visita ginecologica, pap-test, colposcopia, ecografia pelvica e mammografia.
Ogni donna che entra in età fertile deve effettuare uno screening
annuale fino ad avanzata età, ma
qualora dovessero comparire, nelle adolescenti ed anche nelle ra-
gazze che non hanno mai avuto
rapporti sessuali, sintomi tipo prurito, perdite ematiche o maleodoranti, algie pelviche, è importantissimo consultare un ginecologo per
risalire all’origine del disturbo.
La Società Italiana di Colpo-
scopia raccomanda di sottoporsi
annualmente al pap-test, che è un
esame citologico, consiste cioè nel
raccogliere delle cellule dal collo
dell’utero, con apposite spatoline,
che poi vengono fissate su vetrini
ed inviate al citologo, il quale le
analizzerà per vedere se ci sono infiammazioni, infezioni o tumori.
Stesso discorso vale per la Colposcopia, che è un esame di secondo livello, che “completa” il paptest, con la differenza che mentre il
pap-test analizza la singola mattonella (cellula), la colposcopia ci fornisce in primis una risposta in tempo reale, ed inoltre da uno sguardo
d’insieme al pavimento fatto dalle
singole cellule (tessuto).
Questo esame viene effettuato
tramite il colposcopio (una specie
di apparecchio costituito da una potente lente di ingrandimento), e ci
fornisce informazioni su vulva, vagina, e collo dell’utero. Per indagare il corpo dell’utero, le tube e le
Come gestire ansie e preoccupazioni
ovaie, bisogna sottoporsi ad una
ecografia pelvica, meglio se transvaginale, perché, nella maggior
parte dei casi, fornisce informazioni più complete ed accurate.
È possibile rilevare la presenza
di malformazioni, tumori, alterazioni organiche…
Avere un quadro completo della pelvi, cioè una visione degli organi collocati nella parte bassa dell’addome inferiore. Un discorso a
parte va fatto per la mammografia,
la maggior parte delle donne sanno che dopo i 40 anni bisogna sottoporsi a visita senologica, ecografia mammaria, e mammografia
ogni 12-18 mesi, tuttavia ci sono alcune eccezioni, infatti nel caso ci
siano casi di tumori maligni nella linea di discendenza materna, sia diretta che collaterale (cioè nonna,
mamma, sorelle, zie, cugine), bisogna iniziare i controlli molto tempo
prima.
Per concludere, alla luce del
fatto che, prevenire è meglio che
curare, decidere di dedicare “mezza giornata all’anno” alla tutela della nostra salute ha tanto se non più
valore di un paio di ore del nostro
tempo settimanale riservate all’estetista, al parrucchiere o altri impegni personali.
PEDAGOGISTA
DI ELEONORA VERA
Per chi suona la campanella?
Docenti, genitori e figli alle prese con il ritorno a scuola
La scuola è iniziata da poche
settimane e sono molti i motivi di riflessione per tutti, studenti, genitori e docenti. Per i primi la spensieratezza della vacanza lascia il posto
a sentimenti contrastanti che oscillano tra ostilità, tristezza, ansia ed
entusiasmo. I genitori attendono
con sollievo la ripresa delle lezioni,
alcuni con apprensione, preoccupati degli esiti scolastici dei loro figlioli.
I docenti vivono queste ultime
ore, prima dell’avvio dell’anno scolastico, dibattuti tra frustrazioni,
preoccupazioni e aspettative; nelle scuole si
predispongono percorsi didattici strategici e
accattivanti, si organizzano ambienti di apprendimento accoglienti e ricchi di
stimoli. Probabilmen-
te la combinazione di tutte queste
variabili determinerà nei nostri ragazzi un diverso modo di “vivere”
la scuola e nelle classi, diversi climi di relazione; quasi certamente
le attese degli adulti influenzeranno gli atteggiamenti nei confronti
dello studio e del successo scolastico. Noi adulti, coscienti delle nostre
aspettative, dovremmo soffermarci
a riflettere se queste sono rivolte
nell’interesse dei nostri figli/alunni,
ed essere consapevoli di come comunicarle.
Non ci preoccupiamo tanto di
quei ragazzi che hanno una vita
scolastica serena, quanto
di quelli che la
vivono
con
malessere: alcuni temono di
non farcela a
portare a termi-
ne gli impegni scolastici, altri temono i rimproveri, non si trovano a
proprio agio con i compagni o, magari, hanno subito derisioni e atti di
bullismo; altri invece si sentono inadeguati rispetto alle proprie attese
o quelle degli adulti. Ad ogni modo il classico “mal di pancia” va
analizzato con attenzione per individuarne la causa il più presto possibile.
Genitori e docenti costituiscono una combinazione formidabile
per sostenere la crescita e la formazione delle nostre giovani generazioni. Quando di parla di “patto di corresponsabilità” tra scuola
e famiglia, si intende quell’insieme
di azioni coerenti che nascono da
un sereno ed aperto dialogo, con
l’intento di dare forza all’azione
educativa e formativa. Il patto si
fonda sul rispetto reciproco dei ruoli. Solo un atteggiamento condiviso di positività e fermezza, di chia-
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rezza e adeguatezza delle attese,
può dare una svolta a tante situazioni di malessere e di abbandono
scolastico e fornire soluzioni concrete per l’emergenza educativa
del nostro tempo.
Se pensiamo alla vecchia scuola, quella dei primi del Novecento,
rigorosa e inflessibile, nata per ridurre l’analfabetismo, pensiamo a
quante difficoltà abbia potuto generare nelle giovani menti; in realtà assicurava la trasmissione dei saperi ma produceva disagio e
dispersione scolastica. Da allora cosa è cambiato nella scuola e nella
società? Cosa ha prodotto il permissivismo? Riusciamo a cogliere i
veri bisogni di ciascun figlio/alunno? A percepire le loro emozioni e a
“educarle”? A individuare le potenzialità e le inclinazioni per canalizzarle? Preferiamo “insegnare”
e divulgare i saperi oppure contagiare questi ragazzi con l’amore per
la conoscenza, per la vita e guidarli a coltivare i propri sogni? Riusciamo a dedicare loro attenzione
e tempo? Sappiamo ascoltarli con
attenzione? Sappiamo accompagnare loro nel cammino dentro di
sé, alla scoperta della propria identità, con parole e gesti nuovi? Abbiamo ancora pochi giorni per dare
delle risposte.
17
in poche
parole
Ricomincio
... da me
“Basta, ora lo lascio…non lo
sopporto più...non lo amo più”,
sono le parole più usate in momenti di crisi di una coppia. Ma
quando è davvero finita? Paura
della solitudine, del giudizio degli altri, di perdere gli amici in comune, di non farcela senza una
spalla. Secondo il portale di Repubblica, queste sono le paure
più diffuse ma poi si ricade nel timore di restare sole, di affrontare
la nuova vita da single, i giudizi di
amici e famiglia. Eppure “la fine
di una relazione di coppia rappresenta un momento di crescita
e rafforzamento personale”, come spiega la dottoressa Marina
Pisetzky, psicologa romana specializzata in dinamiche a due. E se
anche la scienza ci ha recentemente confermato che stare insieme ad un partner che non
amiamo più nuoce alla nostra salute fisica, oltre che alla nostra
psiche, esistono dei campanelli
d’allarme inequivocabili che ci
avvisano quando una storia è da
chiudere. Per il bene di entrambi
e per iniziare una nuova vita. Secondo una recente ricerca dell’Università di Pittsburgh, chi vive un matrimonio o convivenza
infelice aumenta il rischio di patologie cardiovascolari.
Il nostro corpo e la nostra
mente sono un tutt’uno e funzionano insieme. L’ansia, la sofferenza, tutte le emozioni troppo
dolorose per poter essere vissute
e sentite, trovano una via di scarico immediata nel soma tramite
il disturbo. A volte, dopo anni di
vita insieme, pensiamo sia normale non essere più innamorati
e passionali come i primi tempi.
Sicuramente dopo tanto tempo a
stretto contatto la relazione
d’amore cambia, matura e acquista nuove priorità. Ogni coppia
trova la sua modalità per andare
avanti e gestire i momenti di passaggio ed evoluzione. Ma ci sono precisi segnali per capire che
una storia sta finendo: mancanza di condivisione, mancanza di
progettualità, insofferenza verso
l’altro, mancanza di coccole e di
desiderio di intimità. Porre fine a
una relazione d’amore è sempre
un’esperienza dolorosa e frustrante, che richiede grande determinazione e consapevolezza
profonda di cosa stiamo provando. Quando poi in una famiglia
sono presenti anche figli piccoli,
la questione si fa maggiormente
complicata ed emergono sensi di
colpa e paure ulteriori. In questo
caso, è necessario chiedere un
aiuto ad un professionista, per far
sì che la separazione venga elaborata con minor traumi possibili per i ragazzi o bambini, che in
queste situazioni sono l’anello
più debole della catena. Essere
onesti con i figli, in una situazione del genere, è il modo migliore
per affrontare le cose.
Se rimaniamo impigliati nella
paura del cambiamento rischiamo di restare agganciati al passato e di essere destinati all’infelicità e ai ricordi.
Irma Mecca
18
o t t o b r e
duemilaquattordici
in poche
parole
DENTISTA
Lunga vita ai denti: gli ‘errori’ da evitare
DI VALENTINA LA RICCIA
Salute orale, promossi e bocciati
Nexplanon,
bastoncino
spazzolino, filo interdentale e colluttorio:
tanti-ormoni Tra
le best practice da mettere in atto a tutte le età
In Italia l’impiego dei contraccettivi ormonali è ancora poco diffuso e gli ultimi dati rilevano
che dal 18% siamo scesi al 15%
delle donne fra i 18 e 45 anni. I
motivi che portano le donne a rifiutare o ad abbandonare la contraccezione ormonale sono più
che noti e sempre gli stessi da anni: cambiamento dell’umore, aumento di peso, lieve sanguinamento, gonfiore addominale,
ritenzione idrica, mal di testa e
paura di tumore al seno. Indiscutibilmente la donna deve trovare
il prodotto giusto per lei, non esiste la pillola che possa adattarsi a
tutte le donne nello stesso modo,
ma l’ampia varietà di prodotti in
commercio consente di trovare
una buona soluzione per tutte le
donne. Sono ancora poco diffuse
le informazioni sugli effetti positivi
dei contraccettivi ormonali, specie
nell’impiego a lungo termine:
proteggono dal tumore ovarico,
endometriale e del colon-retto.
Dal 2012 è stato commercializzato anche in Italia un sistema a lunga durata con solo progestinico.
Il Nexplanon – secondo quanto riportato sul sito Medicitalia.it - è
un sistema costituito da un bastoncino sottile (lungo 4cm, diametro 2mm) flessibile, precaricato in un applicatore sterile e
monouso pronto per essere inserito sottocute. Rilascia costantemente in dose predeterminata
Etonogestrel, un ormone progestinico, assicurando per 3 anni
una valida azione contraccettiva
a lungo termine. Si tratta quindi
di un contraccettivo ormonale con
la caratteristica di essere privo di
estrogeno. Il meccanismo contraccettivo si esplica principalmente inibendo la funzione ovarica bloccando l’ovulazione.
L’azione contraccettiva non si limita alla mancata ovulazione, ma
comporta un effetto a cascata:
l’assenza del follicolo ooforo determina anche l’assenza del picco
estrogenico e di quello progestinico. Questa modificazione ormonale mantiene denso il muco
cervicale ostacolando perciò la risalita degli spermatozoi. A livello
endometriale infine esercita un
effetto antiproliferativo che ostacola l’annidamento dell’embrione. Tali caratteristiche rendono il
sistema di ottima accettabilità, efficacia (superiore a qualsiasi altro metodo) e sicurezza, con minima incidenza di effetti
collaterali, in qualsiasi fascia di
età, soprattutto in donne che desiderano contraccezione a lungo
termine e che mostrano scarsa
aderenza ai sistemi orali. Il dispositivo deve essere inserito sottocute a livello del braccio (non dominante) a circa 10 cm dalla piega
del gomito, preferibilmente nel
periodo che va dal 1° al 5° giorno
di un ciclo naturale. L’applicazione è semplice ed ambulatoriale
ma deve essere fatta da un medico specializzato. Irma Mecca
È importante sapere se le proprie abitudini relative alla cura dei
denti sono positive o no. Questo articolo raccoglie un piccolo elenco
delle abitudini errate che più frequentemente si riscontrano fra i pazienti: esserne consapevoli può aiutare a debellare gli errori,
conservando uno splendido sorriso
nel tempo.
La salute della bocca dipende
innanzitutto dall’igiene orale: spazzolate i denti dopo ogni pasto? È importante farlo perché, se restano coperti da placca e da residui
alimentari, l’alito non sarà fresco e
i batteri responsabili della carie
avranno modo e tempo di agire in
un habitat ideale per loro. Diversi
pazienti confessano di lavare i denti energicamente e con uno spazzolino a setole dure: in tal modo potrebbero
provocare
recessioni gengivali
da trauma meccanico e abrasioni dentali da
spazzolamento scorretto. Nella maggior
parte dei casi,
sono indicati spazzolini a setole
morbide utilizzati con movimenti
gentili e verticali o circonferenziali, mai orizzontali. Se avete difficoltà a mettere in pratica la tecnica di
spazzolamento corretta, potete ricorrere ad uno spazzolino elettrico.
Inoltre, quando usate il filo
interdentale non spingetelo fino a ledere le gengive, ma usatelo solo a
contatto con i denti
per togliere la placca
interdentale che lo
spazzolino fatica a rimuovere. Completate la vostra
igiene orale con un colluttorio privo
sia di clorexidina (a meno che non vi
sia stata prescritta dal medico), sia
di alcol.
Ricordate che il colluttorio non
sostituisce né lo spazzolino, né il
dentifricio né il filo interdentale. Vizio tanto comune quanto dannoso
è fumare: il fumo è uno dei fattori di
rischio del carcinoma orale e della
parodontite. Pensate a quanto di
positivo guadagnereste smettendo
con questo vizio deleterio: salute,
soldi e aria meno inquinata per voi
e per chi vi sta intorno. Se avete bisogno di un aiuto per dire addio al
pacchetto di sigarette, recatevi dal
vostro medico o presso il centro antifumo più vicino.
Prenotate una visita dal vostro
dentista ogni 6 mesi? Le visite di
controllo sono necessarie anche se
non si avvertono fastidi: l’odontoiatra potrebbe riscontrare delle condizioni che è bene intercettare e curare subito, prima che si trasformino
in problemi importanti. Ogni 6 mesi sottoponetevi ad una pulizia dei
denti per rimuovere gli accumuli di
tartaro. Troppo spesso i pazienti
portatori di protesi mobile confessano di indossare il manufatto tutto
il giorno e tutta la notte: così facendo c’è la possibilità che si manifesti
la candidosi nel cavo orale, la quale può configurare uno dei fattori
Sì a cereali, ortaggi e frutta di stagione
Alimentazione sana, può prevenire tante patologie:
dal diabete al tumore del colon retto o del pancreas
derata come una terapia da utilizzare solo in caso di necessità, ma come uno stile di vita che ci permetta di
avere cura costante di noi stessi.
La Dieta Mediterranea prevede
porzioni moderate di alimenti integrali e freschi e si basa principal-
mente sul consumo di cereali preferibilmente integrali, ortaggi e frutta
di stagione, molti legumi, frutta secca e olio extra-vergine d’oliva, un
consumo moderato di prodotti lattiero-caseari, pesce e carni bianche
e basso consumo di carni rosse, salumi e dolci. Il consumo privilegiato
di prodotti di origine vegetale rispetto a quelli di origine animale
consente di ridurre l’introito di acidi
predisponenti al carcinoma orale.
Le mucose, infatti, hanno bisogno
di “respirare”.
La protesi deve essere tolta dalla bocca ogni notte, va detersa spesso e accuratamente. Altri pazienti
hanno il vizio di auto-medicarsi
abusando di farmaci, affaticando
così fegato e reni. Inoltre abusare
degli antibiotici può causare resistenze batteriche per cui l’infezione
in atto non verrà debellata anzi, per
annientare i microrganismi sarà necessario utilizzare molecole diverse
o dosaggi più elevati. Altra frase
che i pazienti dicono purtroppo frequentemente è: “Sbianco i denti a
casa con il bicarbonato”. Questo è
un grave errore che compromette
irrimediabilmente la salute dei denti. Il motivo per cui appaiono più
bianchi è che il bicarbonato gratta
via strati di smalto (tessuto dentale
sano), mentre lo sbiancamento professionale fatto nello studio odontoiatrico è efficace senza essere pericoloso, infatti agisce solo sui
pigmenti che i denti hanno assorbito nel tempo, togliendo la patina
giallastra che si è accumulata negli
anni. Correggete le abitudini sbagliate a vantaggio della vostra salute
ESPERTA IN NUTRIZIONE
Dieta Mediterranea,
cosa c’è da sapere
Quasi tutti gli Italiani affermano di conoscerla, ma in realtà pochi
sanno effettivamente in cosa consiste questo regime alimentare. La
Dieta Mediterranea dal novembre
del 2010 è stata iscritta nella lista del
patrimonio culturale immateriale
dell’umanità dell’Unesco, dimostrando così l’importanza di questa
dieta per le popolazioni dei Paesi
che si affacciano sul Mediterraneo
e il suo potenziale impatto positivo
sulla salute e sullo stile di vita delle
popolazioni.
Innanzitutto, è necessario fare
chiarezza sul termine “dieta”: molti di noi, infatti, associano a questo
termine un regime alimentare restrittivo, triste e da seguire solo se si
è obesi, in sovrappeso o nel caso in
cui si sia affetti da particolari patologie. In realtà il termine “dieta” deriva dal greco “diaita” e veniva usato per indicare un modo di vivere
sano con regole che disciplinavano
i diversi aspetti della vita quotidiana
come l’alimentazione, l’esercizio fisico e perfino il riposo. Per questo,
la dieta non dovrebbe essere consi-
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grassi saturi dannosi per la salute.
L’utilizzo di olio d’oliva come alimento grasso principale apporta benefici alla salute grazie all’elevata
presenza di acidi grassi monoinsaturi che contribuiscono alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, inoltre, la presenza di composti
polifenolici conferisce all’olio d’oliva un’attività antiossidante. I legumi
sono delle ottime fonti proteiche e,
consumati in abbinamento con i cereali, forniscono tutti gli amminoacidi
essenziali, contengono pochissimi
grassi, sono ricchi di fibra che aumenta il senso di sazietà, favorisce
il transito intestinale e rallenta l’assorbimento degli zuccheri. Frutta e
ortaggi sono costituiti principalmente da acqua (circa l’85-90%),
inoltre, sono importanti fonti di vitamine (vitamina C, vitamine del
gruppo B, Vitamine liposolubili A,
D, E, K) e minerali quali sodio, potassio, calcio, ferro, magnesio, zinco, rame, selenio, oltre che di fibra e
di numerosi fitocomposti che, esercitando un’azione antiossidante,
aiutano il nostro organismo a con-
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trastare i radicali liberi responsabili di molte malattie cronico-degenerative. Anche la frutta secca è parte
integrante della Dieta Mediterranea
e, pur avendo un contenuto lipidico
piuttosto elevato, è ricca di acidi
grassi monoinsaturi e polinsaturi ed
è povera di acidi grassi saturi.
Numerosi studi hanno dimostrato come questo tipo di alimentazione, insieme all’attività fisica, sia in
grado di prevenire numerose patologie quali: diabete, invecchiamento cellulare, alcuni tipi di tumore (colon retto, mammella, prostata,
pancreas), obesità, patologie cardiovascolari. Purtroppo, negli ultimi anni, questo stile di vita è stato
soppiantato da un’alimentazione
troppo calorica, grassa e iperproteica, influenzata dai ritmi di vita frenetici che inducono a scegliere alimenti pronti e facili da preparare
senza porre la giusta attenzione su
ciò che si mette nel piatto. Per mantenerci in linea e in salute dovremmo
avvicinarci di più al tipo di alimentazione dei nostri nonni evitando di
seguire le mode del momento.
Quindi, sì a pasta, pane, legumi,
frutta, ortaggi, olio di oliva e poca
carne, ricordando di moderare le
porzioni ed effettuare una regolare
attività fisica.
o t t o b r e
duemilaquattordici
Come favorire lo sviluppo del linguaggio
LOGOPEDISTA
DI ILENIA PALMIERI
La trappola del “Bambinismo”
In questo processo la famiglia è condizionante:
i genitori determinano la selezione linguistica
Apprendere una lingua significa ricrearla non individualmente, né
per il neonato né per l’adulto: è, infatti, un processo sociale. Il compito
di ogni istituzione educativa è di essere un positivo ambiente linguistico. La famiglia rappresenta, per il
bambino, il luogo del suo sviluppo
e della sua crescita: in essa stabilisce le prime relazioni e vive la sua
prima esperienza di gruppo. La Famiglia, ha un’importanza fondamentale per lo sviluppo degli strumenti linguistici e comunicativi
perché è condizionante: i genitori
infatti, determinano con la loro influenza la selezione linguistica che
il bambino compie. Questo condizionamento avviene nel quadro di
una generale flessibilità rispetto alle competenze e al lessico iniziale
del bimbo, dove gli adulti spesso accettano termini inventati o storpiati
dal bambino costruendo così i progetti di apprendimento. Importante, però, non confondere questo
adattamento con il bambinismo, ovvero l’imitazione da parte dell’adulto del linguaggio del bambino, perché l’adulto deve rappresentare
sempre il modello da apprendere:
non devono essere gli adulti ad imitare i piccoli, ma sono i piccoli che
apprendono da essi. Nell’ambiente
familiare è essenziale dimostrate il
piacere di comunicare durante tutte le situazioni routinarie (vestirsi,
mangiare, lavarsi, andare a dormire).
La ripetitività dei gesti, delle sensazioni, e delle espressioni verbali e
mimiche determinano una aspettativa da parte del bambino e la possi-
bilità di anticipare gesti e parole.
Comunicate con il bambino facendo in modo che lui vi guardi in
volto e cercate di mantenere il contatto oculare mettendovi di fronte a
lui alla sua altezza. Ci sono infinite
occasioni per ampliare le conoscenze dei bambini, sfruttate i diversi
contesti che si creano durante la
giornata per descrivere e raccontare ciò che vi circonda (una passeggiata al parco, andare a fare la spesa, preparare la torta) abbinando,
quando è possibile, le parole gesti
ed espressioni del volto significativi
(es. gesti del “ciao”, “buono”, “non
c’è più”; espressioni di sorpresa,
contentezza o delusione). Il linguaggio da utilizzare deve essere
semplice ma corretto, cercando di
non semplificare le parole ma scandendole in modo non affrettato. Introducete le parole nuove in situazioni in cui lui possa capirne il
significato (es. mostrando l’oggetto
e ripetendo la parole più volte) e stimolate il bambino a riprodurre la parola o il suono corrispondente ad un
significato ed accettate e gioite con
lui del tentativo, anche se scorretto
(es. “Il cane! Guarda, arriva il cane!
Hai visto chi arriva? Arriva il….”).
Proponete canzoncine e filastrocche
abbinandovi gesti e mimica che diano significato alle parole, proponete libri figurati e commentateli con
lui. La lettura è fondamentale per
l’acquisizione del linguaggio ma,
sfogliare un libro senza supporto
verbale dell’adulto non arricchisce il
linguaggio del bambino, e ancor
meno la comunicazione; la stessa
cosa accade per la radio e la televisione, in quanto non stimolano da
sole l’interazione. Piuttosto sfogliate un libro con lui, descrivete le figura stimolatelo ad indicare e a nominare le figure che gli proponete
(es. “Guarda il cane!” “Dov’è il cane?”). Parlate delle esperienze vissute, stimolate il bambino a ricorda-
Come prevenire i “disturbi della gravidanza”
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re e a parlare di esperienze vissute
recentemente o che lo hanno colpito, riguardando foto o utilizzando
materiali che ricordano l’evento (es.
riprendere il disegno che ha fatto
nella giornata mettere a posto insieme un gioco utilizzato). E’ importante rinforzare qualsiasi tentativo
linguistico del bambino, gratificandolo, imitandolo e dandogli eventualmente la forma corretta (es.
“Mamma lallo!” – “Si, c’è un cavallo!”); se la parola non risulta troppo
complessa, stimolarne la ripetizione corretta, ma senza costringerlo.
Quando non capite ciò che vi dice
non colpevolizzatelo, piuttosto cercate di aiutarlo a spiegarsi; può essere utile, ripetendo la parte che è
stata compresa, chiedendo di concentrarsi sulla parte non intelligibile o stimolandolo ad indicare o usare il gesto per far capire il suo
messaggio.
OSTETRICA
DI SELENIA ACCETTULLI
Il corpo in evoluzione. Una risorsa
“L
a mia vita e il mio corpo cambieranno. Come?”. Sei incinta, comincia il viaggio verso la
maternità e il tuo corpo si prepara
ad accogliere la nuova vita. A pochissime settimane di gravidanza
lavora già a pieno regime ed imparare a conoscerne i cambiamenti ti
aiuterà a viverli serenamente.
Quando mamma e bambino sono in
salute, un’attività fisica regolare apporta numerosi benefici, che si riscontrano anche durante il parto e il
puerperio. Combinata con strategie
di rilassamento e respirazione, ha
prima di tutto l’obiettivo di favorire
la consapevolezza. Una mamma
consapevole di sé, del proprio corpo, delle sue trasformazioni, al
centro della propria esperienza di maternità. In questa prospettiva il lavoro corporeo
rappresenta
l’occasione
per
ascoltarsi e ritrovare equilibrio, nel
rispetto dei propri
tempi naturali.
Dal concepimento
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Riconoscere i cambiamenti
per viverli serenamente
si verificano cambiamenti continui:
si modificano il sistema cardiovascolare, la respirazione, l’assorbimento di ossigeno, il metabolismo, la
produzione ormonale, l’equilibrio
idrico e minerale, la zona genitaleaddominale- pelvica, l’apparato
motorio, la termoregolazione.
Molti di questi sono responsabili dei cosiddetti “disturbi della gravidanza” che
possono essere bilanciati da un
esercizio fisico adeguato. Sentirsi bene e in forma migliora la
qualità della vita e il tuo corpo pur
diventando pesante rimane agile
e forte. Inoltre, un corpo abituato al movimento tollera meglio il
calo ormonale nel puerperio, la
carenza di sonno e i cambiamenti nei ritmi della giornata. Oggi è
possibile continuare a mantenersi in forma grazie alle diverse
attività che vedono coinvolti mamme e bambini, come ad esempio la
ginnastica e lo yoga. Il tempo che
dedicherai alla tua salute sarà importante anche per quella del tuo
bambino. In gravidanza ad esempio, il sistema cardiocircolatorio deve fornire una prestazione superiore a quella normale per rifornire il
feto e la placenta di ossigeno e sostanze nutritive. L’attività fisica regolare migliora il rendimento di
questo sistema e il feto riceverà un
maggiore apporto di sangue e ossigeno. Una carenza di movimento invece, causa (o acuisce) dolori alla
schiena e squilibri posturali, ai quali si aggiungono la maggiore vascolarizzazione, le modificazioni della
produzione ormonale e l’aumento
di peso indotti dalla gravidanza. La
ridotta capacità di sostegno e rendimento di muscoli e legamenti inoltre,
è particolarmente visibile nelle zone
dell’addome, del bacino e delle
gambe. Ne può derivare un’eccessiva curvatura della schiena che tende a spingere in fuori l’addome nota come iperlordosi. L’esercizio fisico
contrasta questo fenomeno e contribuisce a mantenere allenato il pavimento pelvico (PV) una delle parti anatomiche più importanti
specialmente durante la gravidanza
e il parto. Eppure, poiché non è visibile, è facile trascurarne il ruolo.
Su questa struttura, che ha la funzione di sostegno, poggiano gli organi interni, i visceri, l’intestino e
l’utero. Una muscolatura pelvica allenata è responsabile di una buona
irrorazione sanguigna degli organi
genitali, questo è particolarmente
importante per la rigenerazione dei
tessuti dopo il parto e può anche aiutare a prevenire le emorroidi. Con
un aumento della tonicità e dell’elasticità del PV (grazie ad esercizi specifici), sarà più facile ottenere
il rilassamento muscolare necessario
durante il travaglio e si avrà una
guarigione più rapida delle eventuali lesioni da parto (lacerazioni del
perineo, episiotomia). Questa muscolatura è coinvolta anche nell’eccitazione sessuale. Il P.V. inoltre controlla i movimenti di apertura e
chiusura di uretra, vagina e retto.
Pertanto una muscolatura pelvica
debole può essere la causa di dolori
di schiena, incontinenza, disturbi al
basso ventre e prolasso dell’utero.
Insomma “prevenire è meglio che
curare”.
19
in poche
parole
Le fiabe
anti-tablet
Il consiglio arriva dall’associazione americana dei pediatri. Leggere storie prima
di addormentarsi aiuta a
stimolare il linguaggio.
I bambini sono
sempre più attratti da
giochi offerti dalla moderna tecnologia, dalle
storie interattive, ma per la
nanna è meglio il metodo tradizionale: la fiaba a letto. I tablet,
vera e propria arma a doppio taglio per la salute dei bambini, se
da un lato stimolano l’apprendimento dall’altro, soprattutto in tenera età, sembrerebbero essere
deleteri per lo sviluppo del linguaggio e della socializzazione.
Secondo quanto riporta il sito di
salute Iodonna, in particolare ciò si
verifica se il loro utilizzo avviene
prima di andare a letto.
L’abitudine dei genitori americani di lasciare il tablet ai figli,
anche i più piccoli, è tale da avere
indotto l’American Academy of
Pediatrics ad inserire per la prima
volta nelle nuove linee guida rivolte ai pediatri associati una raccomandazione che può sembrare
bizzarra: che i medici invitino le
neomamme e i neopapà a leggere
loro stessi e ad alta voce le favole e
i libri ai loro piccoli fin dalla nascita. Questo perché un’area importante del cervello si sviluppa nei
primi tre anni di vita e leggere ad
alta voce aiuta i piccoli a sviluppare un ottimo vocabolario e stimolare le capacità di socializzazione.
Telefonini, smartphone e tablet non hanno gli stessi effetti sullo sviluppo dei bambini. Una moda, quella dell’abuso di tablet, non
solo propria degli Stati Uniti. La
tendenza è simile anche nel nostro Paese. Ecco perché, le indicazioni dei pediatri statunitensi, sono state fatte proprie anche dalla
Società Italiana di Pediatria.
Anche gli adulti non sono immuni. In questo caso i problemi riguardano il sonno. I congegni
elettronici, fonti di inquinamento
elettromagnetico e luminoso, possono infatti interferire con la qualità del riposo o essere addirittura
causa di insonnia, depressione,
ansia, deficit di attenzione e iperattività. “Andare a letto con la
tecnologia in mano - spiega Gian
Luigi Gigli, Past-President dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno - stimola l’attività del
cervello e altera il regolare ciclo di
sonno-veglia non consentendo al
corpo di andare adeguatamente
verso l’addormentamento”.
Basta poco a danneggiare il
buon riposo: la luce artificiale
emanata da pc, tablet e simili ostacola la produzione di melatonina e
persuade il cervello che sia ancora giorno non consentendogli di
staccare la spina. Le conseguenze di questa iperattività cerebrale sono diminuzione della concentrazione e del livello di
attenzione, perdurante stanchezza durante il giorno.
Irma Mecca
20
o t t o b r e
duemilaquattordici
in poche
parole
Alopecia
in “rosa”
L’alopecia femminile, seppur
molto meno diffusa di quella maschile, è una sindrome che porta
ad una progressiva caduta dei
capelli fino al diradamento. Si
tratta di un problema che può insorgere in ogni momento della
vita.
Come spiega il portale di
Scienza&Salute, l’alopecia può
essere di due tipi: androgenetica, legata quindi all’influsso degli ormoni maschili come il testosterone (che anche nelle
donne può essere più alto rispetto alla norma), oppure areata,
quando i capelli tendono a cadere in zone specifiche del cuoio
capelluto formando le classiche
“chiazze”. E’ possibile curarsi
dopo i dovuti accertamenti medici, ma molto dipende dalla
causa scatenante. Questa può
essere, come anticipato, di natura ormonale ed endocrina, e in
questo caso utili saranno eventuali terapie volte a riequilibrare la produzione di ormoni maschili nelle donne. Anche la
menopausa o la gravidanza,
sempre per problemi legati alle
fluttuazioni ormonali, possono
predisporre alla copiosa caduta
dei capelli.
Ad ogni età, poi, il fattore
stress è sempre in agguato. Traumi e forti tensioni, stanchezza e
superlavoro possono infatti creare le condizioni per l’alopecia,
anche se, in genere, si tratta di
un fenomeno transitorio. Uno dei
fattori sicuramente più accreditati
come “responsabili” dell’alopecia è, però, l’alimentazione.
Ci sono cibi che possono
mantenere in salute i capelli e il
cuoio capelluto rinvigorendo il
bulbo pilifero, e cibi che, al contrario, ne stimolano l’infiammazione. Anche l’attività endocrina può variare in base ai cibi che
scegliamo per la nostra dieta
quotidiana. Per bloccare la caduta dei capelli sarebbe meglio
privilegiare la carne rossa magra
e carne bianca, il pesce e frutti di
mare, uova fresche (meglio se
bio), tutta la frutta e verdura di
stagione sia cruda che cotta senza mai dimenticare l’olio extravergine d’oliva a crudo. Inoltre
aiutano i legumi, in particolare
la soia che contiene fitoestrogeni in grado di contrastare in modo naturale l’eccessiva produzione di testosterone; uva rossa
e vino rosso, ricchi di polifenoli e
quindi di antiossidanti come caffè, tè verde e cioccolato extra
fondente.
Da evitare o ridurre, invece,
zuccheri raffinati, prodotti derivati da farine raffinate (tra cui
pane e pizza bianchi), tutti i latticini ad eccezione dello yogurt
fresco, i salumi e i grassi di origine animale (burro soprattutto) e
bevande alcoliche. Attualmente
per combattere l’alopecia femminile esistono cure naturali a
base di farmaci omeopatici e rimedi fitoterapici abbastanza efficaci.
Irma Mecca
50&PIU’ ENASCO
Chiarimenti utili dall’Inps
Cessazione attività commerciali
Regole e norme per l’indennizzo
L
’Inps ha fornito una serie di
chiarimenti in merito alla
compatibilità dell’indennizzo con la titolarità di una pensione
diretta (vecchiaia, anzianità/anticipata) e con l’assegno sociale.
Al riguardo, si rammenta che
già nella circolare n.111/1996 punto 5, l’Istituto nazionale di previdenza sociale aveva precisato che la
titolarità di un trattamento pensionistico non precludeva, sussistendo tutte le altre condizioni di legge,
la possibilità di beneficiare dell’indennizzo.
Ciò premesso, si riassumono,
con i debiti chiarimenti, le diverse
casistiche che potrebbero verificarsi:
a) Compatibilità con la pensione di vecchiaia.
Com’è noto l’indennizzo non
può essere concesso ai soggetti già
titolari di pensione di vecchiaia. Parimenti, non può essere concesso a
coloro che sono in possesso dei requisiti per il conseguimento della
pensione previgenti la legge di riforma n. 214/2011 o che hanno
compiuto le nuove età pensionabili, contemplate esclusivamente per
la scadenza degli indennizzi, di cui
al punto 1.2 del messaggio n.
DI FLOREDANA ARNÒ
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Compatibilità/incompatibilità, tre diverse casistiche
esempi concreti, le opzioni che potrebbero verificarsi
4832/2014.
b) Compatibilità con la pensione di anzianità/anticipata.
La titolarità di una pensione di
anzianità e/o anticipata non è ostativa alla concessione dell’indennizzo, la cui erogazione spetterà fino al mese di compimento delle età
pensionabili fissate dalla legge n.
214/2011.
L’Inps nel messaggio in discorso, ha precisato che nella fattispecie
durante il periodo di godimento
dell’indennizzo, non sarà accreditata nei confronti del beneficiario
alcuna ulteriore contribuzione figurativa nell’ambito della gestione
commercianti.
Viceversa, qualora il diritto alla
pensione anticipata venga perfezionato durante il periodo di percezione dell’indennizzo, considerando
che,
per
specifica
disposizione legislativa, i periodi di
godimento del beneficio “sono utili per il conseguimento del diritto a
pensione”, gli stessi saranno regolarmente accreditati di modo che
l’interessato potrà accedere al pensionamento e continuare ad usu-
fruire dell’indennizzo fino a tutto il
mese di compimento dell’età pensionabile. Ovviamente il periodo di
godimento dell’indennizzo successivo alla liquidazione del trattamento pensionistico di anzianità
/anticipata non darà luogo all’accredito di ulteriore contribuzione
nell’ambito della gestione dei contributi per gli esercenti attività commerciali.
c) Compatibilità con l’assegno
sociale.
La permanenza del diritto all’assegno sociale è, com’è noto, subordinata alla condizione che il beneficiario non sia percettore di
redditi propri ovvero che possegga
redditi di importo inferiore a quello annualmente fissato per l’assegno sociale, che per il 2014 e pari
ad euro 5.818,93.
Conseguentemente la percezione dell’indennizzo, la cui entità
è pari a quella del trattamento minimo, comporta nella maggior parte dei casi, ove sia superata la soglia reddituale annuale, la revoca
dell’assegno sociale.
MOVIMENTO CONSUMATORI
Occhio alle offerte su cancelleria e kit scuola
‘Caro Libri’,
la stangata è servita
DI ROSANGELA LORISO
Mensile di attualità e informazione.
Registrazione presso il Tribunale di Foggia
n° 2/2002 del 26/09/2002
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Aumenti (1,5%) per l’acquisto di zaini
e dizionari: la spesa media, quest’anno,
è di 1.000 euro per studente
A
nche quest’anno libri e corredo scolastico costeranno
di più. Aumenti piuttosto
contenuti, si parla dell’1,5%, ma
che - nella fase di crisi economica
ed occupazionale che sta attraversando il nostro paese - rischiano di
pesare e non poco sul bilancio delle famiglie italiane già in difficoltà
a causa della innumerevoli spese
sostenute e di quelle ancora da sostenere nei mesi prossimi.
I prezzi dei libri non accennano a calare: nuove edizioni, aggiornate, riviste e rivisitate si susseguono a scapito dell’ormai
tramontato passaggio di libri da fratello maggiore a fratello minore; volumi ristampati arricchiscono
l’elenco dei testi da acquistare e la
spesa per la famiglia non può che
lievitare.
A nulla è valso, anche, l’intervento del MIUR – Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca che ha congelato i limiti di spesa
per i libri scolastici al 2012. Sono
troppe, infatti, le scuole che sforano
i limiti sulle adozioni dei libri di testo scolastici.
E poi ci sono zaini, quaderni,
diari, astucci alla moda, articoli di
cartoleria e strumentazione tecnica per i più grandi.
Quest’anno - forse più degli altri anni - sarà difficile per i genitori
italiani accontentare i propri figli,
sicuramente fashion victim, e ancor di più chiedere agli stessi di ri-
nunciare alle marche più costose.
Ma rinunciare alle griffe del
tutto, ovvero a quelle più costose a
vantaggio di quelle i cui costi sono
un po’ più contenuti, può consentire
alle famiglie italiane di risparmiare anche di parecchio, vista la sproporzione di costi tra i prodotti griffati e quelli senza marca, che
peraltro non sono da meno quanto
a resistenza, manifattura, stile e
materiali usati rispetto ai primi.
E poi bisogna tenere d’occhio
le offerte proposte dagli esercenti,
numerose in questo periodo, su
cancelleria, kit scuola, dizionari e
zaini.
La spesa media si aggirerà intorno ai 1.000 euro per studente,
conto destinato a diventare più salato se si parla di studenti delle
scuole medie o delle scuole superiori. Insomma, una vera e propria
stangata per le famiglie italiane,
una “manovrina” da molte centinaia di euro.
Editore
Publicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.
Direttore Responsabile
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Direzione commerciale
Angela Dalicco
In redazione
Dalila Campanile
Irma Mecca
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duemilaquattordici
A 25 km da Foggia , nella rigogliosa campagna Dauna della
tradizionale cittadina di Cerignola, lontano dai frastuoni , sorge
la tenuta Villa Demetra. Una struttura immersa in un meraviglioso parco di 30.000 mq, la magica scenografia naturale che renderà ogni cerimonia indimenticabile. Nel parco di Villa Demetra è possibile gustare aperitivi deliziosi e ottimi buffet, celebrare
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indimenticabile ogni ricevimento, avvolgendolo in una luce da
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ricerca&innovazione
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I risultati della ricerca sul glutine amichevole spopolano anche Oltreoceano
Gluten Friendly, l’UniFg conquista gli USA
L’Ateneo dauno al pari di famosi College. Il rettore Ricci: “Sono orgoglioso”.
Il sogno: “Trasformare il Tavoliere nella Golden valley del grano per celiaci”
E’
una di quelle notizie uscite dai laboratori della facoltà di Agraria dell’Unifg
quasi in sordina, insieme a tante altre, nella calura dell’estate foggiana. Eppure già dai primi esperimenti era chiaro che questa ricerca
sarebbe stata destinata a cambiare
la vita di tante persone. Stiamo parlando del brevetto ‘Gluten Friendly’, frutto di una ricerca made in
UniFg che, attraverso la modifica
delle proteine del glutine, potrebbe rivoluzionare le abitudini alimentari dei celiaci di tutto il mondo.
Non è quindi un caso se la notizia sta letteralmente facendo il giro del mondo. Interessa, conquista
e incassa favori. L’ultima attestazione, ma solo in ordine di tempo,
arriva dalla più popolare radio indipendente americana, Public Radio International che, nei giorni
scorsi, ha pubblicato un reportage
sul Gluten Friendly firmato dalla
giornalista Angelica Marin. Il servizio contiene un’approfondita disquisizione sulle deduzioni scientifiche che hanno portato a questa
scoperta oltre a un’intervista alla
prof.ssa Carmen Lamacchia componente della squadra di ricercatori che ha firmato quella che l’ateneo non esita a definire “una
TEMPO LIBERO
storica affermazione”.
Una attestazione di interesse
che, di fatto, rappresenta soprattutto l’approdo ufficiale del Gluten
Friendly negli Stati Uniti d’America: peraltro entrando dalla porta
principale, visto che il network indipendente PRI si è sempre occupato di ricerca scientifica di altissimo profilo oltre che riconosciuta
valenza sociale.
vimenti di opinione, in seno alla comunità scientifica americana spiegano dall’Università foggiana
- ma soprattutto tra la popolazione
che aspetta da anni una scoperta
così rivoluzionaria”. Già perché tra
i particolari che non sono
sfuggiti ai media americani vi è innanzitutto il superamento col massimo
La ricercatrice Carmen Lamaccha in laboratorio
“La pubblicazione del reportage (il primo dei due realizzati durante la visita all’Università di Foggia di alcuni corrispondenti italiani
dell’agenzia americana Associated
Press) ha istantaneamente favorito la nascita di due spontanei mo-
degli esiti possibili della registrazione internazionale PCT (Patent
Cooperation Treaty). Due movimenti di opinione che hanno formalmente aperto il dibattito scientifico sul Gluten Friendly anche
negli Stati Uniti, in cui sono perfet-
Ecco il Mercatino della Moda
La solidarietà? E’ vintage
Al Centro Assori sfilate di moda e golosità
T
orna, a grande richiesta, l’appuntamento con la
moda che strizza l’occhio alla solidarietà. Il
prossimo 7 novembre,
infatti, i locali del Centro Assori di Foggia torneranno ad ospitare il
‘Mercatino della Solidarietà’, iniziativa benefica nata su proposta
di tre donne, tre amiche molto attive nel sociale: Silvana Carrozzo, Rita D’Angelo e Pia
Colabella.
Come già accaduto lo scorso mese di giugno - con il primo, apprezzatissimo, ‘Mercatino’ di capi vintage e accessori di modernariato - vecchi capi griffati ed accessori
possono uscire dagli armadi per aprirsi a nuovi abbinamenti e nuove occasioni per essere
sfoggiati.
In questo modo diventano lo strumento
per sostenere concretamente realtà di volontariato ed enti caritatevoli attivi sul territorio. Un modo semplice per unire l’utile al
dilettevole, insomma: per chi vende, liberare gli armadi e contribuire ad una buona causa; per chi acquista togliersi una piccola soddisfazione e contribuire ad una giusta causa.
L’appuntamento di venerdì 7 novembre
sarà “Dolcemente Vintage”: da una parte
chiamerà a raccolta le appassionate del vintage e dei capi d’antan; dall’altra sarà un vero e proprio tuffo nelle dolcezze di “Miele,
zucchero e cannella”. Alle 17 è prevista una
sfilata di moda per poter apprezzare i capi in
vendita. “Non c’è una base d’asta. Ad ogni
capo viene attribuito un prezzo popolare: dai
3 ai 15 euro. Si tratta di valutazioni simboliche
e forfettarie, che prescindono quindi dal marchio prestigioso o dalla tenuta perfetta del
capo”, spiega Silvana Carrozzo, ideatrice
dell’iniziativa. Il ‘Mercatino della Moda’ sarà attivo e visitabile per tutta la settimana,
dal lunedì al venerdì (dalle 10 alle 12 e dalle
16 alle 18) ed il sabato (solo mattina), nella
Sala Atelier dell’Assori.
Chi vuole contribuire al progetto donando i propri abiti (solo se in buono stato),
o richiedere il ritiro a casa, può contattare il
numero 328/6867257. “Il nostro obiettivo è
quello di raccogliere denaro per sostenere
quelle associazioni e quelle strutture attive nel sociale che vorranno ospitarci – continua Carrozzo - Il primo ad aver accolto l’invito è il centro Assori che ringrazio per la
sensibilità dimostrata”.
Angela Dalicco
tamente riconoscibili le citazioni di
merito espresse nei confronti dell’Università di Foggia, del coraggio della prof.ssa Carmen Lamacchia e dell’audacia di un giovane
(e sconosciuto oltreoceano) Ateneo
del Sud d’Italia. Si tenga
conto del fatto che The
New Reddit Journal
of Science è una
piattaforma di
“discussant”
molto popolare
tra le comunità
accademica americane, poiché afferisce a diversi College tra i più blasonati
del Paese: una presenza molto prestigiosa, che non accresce il
valore già di per sé unanimemente
riconosciuto della scoperta targata UniFg ma che certamente rappresenta un punto di svolta nella
vita del nostro Ateneo. “Sono molto soddisfatta - dichiara la prof.ssa
Carmen Lamacchia, ricercatrice
presso il Dipartimento di Scienze
agrarie, dell’alimentazione e dell’ambiente dell’Università di Foggia - perché la risposta giunta dal
Paese al mondo in cui la ricerca
scientifica rappresenta una specie
di dogma, cioè gli Stati Uniti, gra-
Dipartimento Scienze Agrarie
tifica ancora di più e ci incoraggia
a perseguire caparbiamente gli
obiettivi della nostra ricerca”. Entusiasta anche il rettore dell’Università di Foggia, Maurizio Ricci,
che dallo scorso giugno - ovvero da
quando è stato reso pubblico il Brevetto Gluten Friendly - ha ricevuto
le felicitazioni e i complimenti di
molte Università italiane. “Sono orgoglioso che se ne parli molto bene anche in America. Ci piacerebbe trasformare il Tavoliere, il
cosiddetto granaio d’Italia, in una
Golden Valley del grano: da qui ci
auguriamo possa partire una rivoluzione globale che possa migliorare la salute e la qualità della vita
di chi, fino ad oggi, ha purtroppo
smarrito il sapore e l’odore del pane e della pasta”. Angela Dalicco
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