Country Report

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Country Report
Country Report
IRAQ
Riservato-Confidenziale
(maggio 2011)
INDICE
CARTINA GEOGRAFICA
3
IL PAESE IN SINTESI
4
EXECUTIVE SUMMARY
5
CONTESTO POLITICO-ECONOMICO
7
POLITICA E ISTITUZIONI
7
CV DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CV DEL PRIMO MINISTRO
CV DEL VICE PRIMO MINISTRO
CV DEL MINISTRO DEL PETROLIO
CV DEL PRIMO MINISTRO DEL GOVERNO AUTONOMO CURDO (KRG)
CV DEL MINISTRO DELLE RISORSE NATURALI DEL KRG
CV DEL GOVERNATORE DELLA BANCA CENTRALE
25
26
27
28
29
30
31
ECONOMIA E FINANZA
32
QUADRO ENERGETICO
39
BILANCIO ENERGETICO NAZIONALE
39
PETROLIO
40
GAS NATURALE
56
SETTORE ELETTRICO
59
Report ultimato il 31 maggio 2011
2
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
CARTINA GEOGRAFICA
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
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IL PAESE IN SINTESI
Generalità
Popolazione:
Superficie:
Lingue:
Religione:
31,5 milioni
437 mila Kmq
Arabo e Curdo (ufficiali), Berbero e Francese
Musulmana (99%)
Principali cariche dello Stato
Capo dello Stato:
Primo Ministro:
Vice Primi Ministri :
Jalal Talabani
Nouri al-Maliki
H. Shahristani; S.al-Mutlaq; R. Shaways
Indicatori economici e finanziari (stime preliminari 2010)
PIL nominale:
PIL nominale procapite
Tasso di crescita PIL reale:
Tasso d’inflazione:
Tasso di disoccupazione:
Deficit Pubblico % sul PIL
Bilancia commerciale:
Principali paesi acquirenti:
Principali paesi fornitori:
Debito Estero:
Riserve internazionali di valuta :
82,2 miliardi di dollari USA
2.560 dollari USA
0,8 %
6,0 %
15,0 %
-10,0% (stima provvisoria)
+ 1,6 miliardi di dollari USA
USA, UE27, India, Corea Sud e Cina
Turchia, UE27, Siria, Cina e Stati Uniti
42,0 miliardi di dollari (prev. 2011)
60,0 miliardi di dollari USA
Riserve, produzione e consumi idrocarburi (2010)
Riserve provate petrolio:
Produzione di petrolio e condensati:
Rapporto riserve/produzione petrolio:
Capacità di raffinazione:
Consumi petroliferi:
Riserve provate gas naturale :
Produzione lorda gas naturale:
Rapporto riserve/produzione gas:
Consumi gas naturale :
Potenza elettrica installata
Generazione elettrica
Consumi di elettricità
Importazioni energia elettrica
143 miliardi di barili
2,35 milioni di barili/giorno
oltre 150 anni
820 mila barili/giorno
680 mila barili/giorno
3.170 miliardi di metri cubi
16,6 miliardi di metri cubi (2009)
oltre 150 anni
1,2 miliardi di metri cubi (2009)
7.300 MW (2009)
46,4 Miliardi di kWh (2009)
52, 0 Miliardi di kWh (2009)
5,6 Miliardi di kWh (2009)
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Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Executive Summary
Il compito di ricostruire il Paese dopo il 2003 è stato e rimane molto
difficile. La riedificazione del paese richiede non solo il ripristino delle sue
infrastrutture energetiche e petrolifere, stressate dalla mancanza di
investimenti da guerre devastanti e anni di sanzioni, ma anche delle sue
istituzioni politiche e dell’ambiente economico-sociale, oggetto di violenti
attacchi e conflitti settari.
Dal punto di vista istituzionale rimane ancora incompleta la formazione
bicamerale del potere legislativo in quanto il Consiglio Federale (Majlis alIttihad, ovvero la Camera Alta) non è stato ancora costituito. La nuova
Costituzione irachena ha riconosciuto la Regione Autonoma del Kurdistan,
ma la richiesta curda di aggiungervi il distretto di Kirkuk è fortemente
avversata dalla popolazione sunnita. Inoltre la presenza della Guardia
Regionale curda (Peshmerga) rende la situazione estremamente delicata,
complicando le relazioni tra il Governo centrale e le Autorità regionali
curde.
Nel dicembre 2010, un difficile compromesso raggiunto dopo nove mesi di
complesse trattative seguite alle elezioni di marzo, ha permesso la
formazione di un Governo di Solidarietà Nazionale, che sembra aver
privilegiato i partiti sciiti legati all’Iran. Tuttavia, le elezioni hanno visto un
maggior numero di partiti e una maggiore partecipazione popolare,
soprattutto sunnita.
La presenza nel paese di milizie e gruppi terroristici, che rischiano di
accendere scontri tribali e confessionali e di compromettere i rapporti tra
autorità centrali e quelle periferiche, rende ancora fragili le condizioni della
sicurezza interna, anche in considerazione della partenza delle ultime forze
americane (47.000 uomini), prevista entro la fine di dicembre 2011.
Il Primo Ministro al-Maliki, pur avendo più volte affermato che le truppe
straniere non sono più necessarie in Iraq, ha aperto uno spiraglio sulla
inevitabilità che le truppe USA lascino il paese e ha invitato il Consiglio dei
Rappresentanti a discutere al più presto la questione. Gli Stati Uniti, in
occasione di una visita in Iraq del Segretario della Difesa, si sono dichiarati
disponibili a considerare un possibile allungamento della presenza militare.
I recenti accadimenti avvenuti in numerosi paesi del ME&NA hanno
rinvigorito anche in Iraq il malcontento e le dimostrazioni di protesta, ma
soprattutto a causa delle carenze tuttora permanenti nella fornitura dei
servizi pubblici essenziali, come acqua ed energia elettrica.
Nel 2010 è stata mantenuta una apprezzabile stabilità economica nonostante
le notevoli incertezze presenti sul piano della politica interna e della
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
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sicurezza, e le prospettive per il 2011-2012 sembrano notevolmente
migliori, con una crescita economica dell’ordine del 12%.
La Finanziaria 2011 prevede un forte aumento degli investimenti in
infrastrutture e della spesa corrente, che potrebbe tradursi in un deficit di
circa 12 miliardi di dollari. Ma l’aumento delle esportazioni petrolifere e dei
prezzi internazionali del petrolio, notevolmente più alti del prezzo di
riferimento di 76,5$ dollari/barile assunto per il budget iracheno, inducono
a un certo ottimismo.
In media, nel 2011 la produzione di petrolio è prevista a 2,75 milioni di
barili/giorno, ma dovrebbe continuare ad aumentare considerevolmente nei
prossimi anni, dopo gli importanti contratti di servizio firmati nel 20092010 con numerose compagnie internazionali. In base ai piani di
produzione presentati al Ministero del Petrolio, la capacità di produzione
irachena in teoria potrebbe raggiungere 12 milioni di barili/giorno nell’arco
dei prossimi sette anni. Una nuova gara per l’assegnazione di nuovi 12
giacimenti di petrolio e gas naturale è stata annunciata per il gennaio 2012
L’intensa ripresa delle attività esplorative e di sviluppo ha consentito di
innalzare le stime delle riserve provate di petrolio a 143 miliardi di barili,
che pongono l’Iraq al terzo posto mondiale alle spalle di Arabia Saudita e
Venezuela. La maggiore entità delle riserve sarà certamente in grado di
influenzare la quota OPEC che in futuro sarà assegnata all’Iraq, a seguito
del suo eventuale pieno rientro nel sistema dei paesi produttori OPEC.
Il paese è dotato di circa una dozzina di raffinerie inefficienti e sotto
utilizzate, con una capacità complessiva di circa 820.000 b/g, ma la
costruzione di quattro nuovi complessi a Nassiriya (300.000 b/g), Kirkuk
(150.000 b/g), Maysan (150.000 b/g) e Kerbala (140.000 b/g), entro il 2017,
faranno aumentare la capacità di lavorazione del sistema di raffinazione
iracheno a oltre 1,5 milioni di b/g.
Le riserve provate di gas naturale, stimate in 3.170 miliardi di metri cubi,
sono costituite prevalentemente gas associato al petrolio e solo una quota
minima della produzione viene commercializzata. I progetti di sviluppo dei
giacimenti di gas libero e la raccolta del gas associato palesano notevoli
rallentamenti, rischiando di ritardarne l’utilizzo nelle nuove centrali a gas
programmate dal Governo.
Mentre la generazione elettrica risulta ancora basata quasi esclusivamente
sull’olio combustibile, la capacità raggiunge attualmente solo 8.000 dei 1315.000 MW necessari a soddisfare le esigenze quotidiane della popolazione
irachena. Il Ministero dell’Elettricità punta ad attirare la partecipazione
degli investitori privati e dei contractor internazionali in nuovi progetti
elettrici, con l’obiettivo di triplicare la potenza installata a 27.000 MW in un
decennio.
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Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
CONTESTO POLITICO-ECONOMICO
Politica e Istituzioni
Introduzione
Dopo la caduta del regime di Saddam Hussein, dalla primavera del 2003
fino al giugno 2004 l’Iraq è stato amministrato dalla CPA (Coalition
Provisional Authority) sotto la guida americana. In seguito ebbe luogo la
costituzione di un Governing Council (organo provvisorio costituito per lo
più da esuli rientrati in patria) e venne approvata la Transitional
Administration Law (TAL) che ha traghettato l’Amministrazione
provvisoria irachena fino al trasferimento dei poteri a un Governo “ad
interim” guidato dal Primo Ministro Iyad Allawi. Le prime elezioni del
paese, nel gennaio 2005, permisero di istituire l’Assemblea Costituente
incaricata di redigere la nuova Costituzione e venne formato un nuovo
esecutivo provvisorio, guidato dal Primo Ministro Ibrahim al-Jaafari.
Il passaggio dalla
CPA, a guida USA,
all’Assemblea
Costituente
Dopo l’approvazione della Costituzione con il Referendum popolare
dell’ottobre 2005, nel successivo dicembre si tennero le elezioni per il
Parlamento iracheno (Consiglio dei Rappresentanti), che videro un ampio
successo della coalizione sciita Alleanza Irachena Unita (UIA), tuttavia
senza l’ottenimento della maggioranza assoluta.
Furono nominati il Presidente e i due Vice Presidenti dell’Iraq e dopo un
lungo stallo politico venne data la fiducia (maggio 2006) al Governo del
Primo Ministro Nouri al-Maliki, in un clima di violenza tra le diverse
fazioni senza precedenti nel paese, durato tutto il 2006, che si chiuse alla
fine di dicembre con l’esecuzione di Saddam Hussein. Nel 2007, per
reprimere le dilaganti violenze, gli USA furono costretti ad aumentare il
loro contingente di 30.000 unità (portando gli effettivi a 170.000 uomini) e
alcune fazioni radicali sciite uscirono dal Governo, accusando al-Maliki di
avere l'intenzione di reprimere le autonomie locali.
Approvazione della
nuova Costituzione
nel 2005
Nel gennaio 2009, le elezioni Provinciali (tenutesi in 14 delle 18 Regioni
irachene) hanno segnato un cambio di tendenza rispetto al 2005, a
vantaggio delle forze politiche laiche e nazionaliste e a sfavore dei partiti
religiosi autonomisti-federalisti, incolpati di corruzione e d’inefficienza
nella gestione amministrativa. Per la prima volta, la popolazione sunnita ha
partecipato al voto in numero appropriato, ribaltando i risultati
sproporzionati usciti dalle urne a causa del loro vasto boicottaggio elettorale
nel 2005.
A seguito delle elezioni parlamentari del marzo 2010, dopo un lungo stallo
politico durato fino a dicembre 2010, il Governo al-Maliki ha ricevuto la
fiducia attraverso un compromesso con le principali formazioni rivali, che
ha consentito il loro ingresso in un ampio Governo di solidarietà nazionale.
Gli sviluppi politici
tra le elezioni
amministrative 2009
e le politiche 2010
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
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Nascita del
Parlamento (COR)
e prime nomine
istituzionali
Governo di solidarietà
nazionale dopo lo
stallo politico
nel 2010
Le principali istituzioni del Paese
Il sistema bicamerale
non si è ancora
integralmente
costituito
Il Parlamento
prevede un seggio
ogni 100 mila
abitanti
L’Iraq, secondo la Costituzione adottata nel 2005, è una Repubblica
federale parlamentare islamica. Il potere legislativo prevede una struttura
bicamerale composta dal Majlis an-Nuwwâb Consiglio dei Rappresentanti
(COR) e dal Majlis al-Ittihad Consiglio Federale, che tuttavia non è stato
ancora costituito. I suoi membri devono essere eletti dalle Province, ma la
sua esatta composizione e i compiti non sono spiegati dalla Costituzione e
dovranno essere stabiliti dal COR.
Il Consiglio dei Rappresentanti è composto da 325 parlamentari (un seggio
ogni 100.000 iracheni) con mandato quadriennale. Elegge il Presidente della
Repubblica, approva le leggi federali, monitora le prestazioni dell’Esecutivo
e ratifica i trattati internazionali. La Costituzione prevede che almeno il 25%
dei deputati siano donne, ma la norma è largamente disattesa. Alcuni seggi
sono riservati di diritto alle minoranze religiose.
Il Consiglio di Presidenza è composto da quattro membri, il Presidente della
Repubblica irachena e tre Vice Presidenti. Tra i poteri del Consiglio della
Presidenza, che prende le sue decisioni all’unanimità, rientrano la nomina
del Primo Ministro e del Consiglio dei Ministri, la promulgazione delle
leggi approvate dal Parlamento e l’emanazione di Decreti Presidenziali.
L’attuale Presidente in carica è Jalal Talabani, leader del Partito Curdo
Dimissioni impreviste PUK, eletto in Parlamento nella Kurdish Alliance (KA), lista unificata dei
di uno dei tre due maggiori partiti curdi. Le tre Vice Presidenze vedono in carica Khudayr
Vicepresidenti al-Khuzaie sciita del partito Dawa, Tareq al Hashemi sunnita ex Segretario
Generale dell'Iraqi Islamic Party (IIP), il principale partito religioso sunnita
iracheno, e Adel Abdul Mahdi, economista sciita del Consiglio Supremo
per la Rivoluzione Islamica in Iraq-SCIRI (dimissionario dal 30.05.2011).
Il Consiglio di
Presidenza decide
all’unanimità
Le Forze Armate
rispondono al
Primo Ministro
Il potere esecutivo è esercitato dal Primo Ministro (che è anche
Comandante in Capo delle Forze Armate) e dal Consiglio dei Ministri,
presieduto dallo sciita al-Maliki, del partito Dawa.
Indipendenza della
Magistratura
La Costituzione sancisce l’indipendenza della magistratura. L’Higher
Judicial Council è l’organo di controllo incaricato di supervisionare
l’andamento della giustizia, mentre la Corte Suprema Federale si pronuncia
sulla costituzionalità delle leggi e sui conflitti di attribuzione tra governo
federale e le autorità periferiche regionali.
La Costituzione
riconosce la
Regione Autonoma
del Kurdistan
Amministrativamente il paese è strutturato in 18 Province (Muhafazat,
ovvero Governatorati), articolate in Distretti e Consigli Comunali. La nuova
Costituzione ha riconosciuto l’autonomia della Regione del Kurdistan
introdotta con la Legislazione del 1992, rimasta in vigore con tutte le sue
regole, salvo quelle che contrastano con la Costituzione stessa. La Regione
Autonoma del Kurdistan comprende i tre Governatorati di Arbil, Duhok e
Sulaymaniyah, ha un Governo autonomo e una propria Guardia Regionale
(Peshmerga).
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Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Coalizioni e partiti delle ultime elezioni politiche di marzo 2010
Nelle elezioni politiche del marzo 2010, numerosi partiti hanno partecipato
alla competizione elettorale inserendosi in più larghe coalizioni.
La Coalizione per lo Stato di Diritto, capitanata da Nouri al-Maliki leader
del Partito Islamico Dawa (IDP), sciita e sostenitore, più di recente, della
necessità di una maggiore centralizzazione dei poteri dello stato iracheno.
Fondato nel 1957, nella città santa di Najaf, sotto la guida preminente del
teologo Mohammad Baqir al-Sadr, il Dawa (Hizb al-Da'wa al-Islamiya,
l’Appello Islamico) è stato a lungo perseguitato dal regime Baath, salito al
potere con il colpo di stato militare del 1968. Numerosi suoi leader sono
stati assassinati (tra cui lo stesso Baqir al-Sadr, nel1999), tanto che un
Decreto del Consiglio del Comando Rivoluzionario presieduto da Saddam
Hussein nel marzo 1980 dichiarava traditori dello Stato, condannandoli a
morte, tutti i suoi iscritti e simpatizzanti, che in massa furono costretti a
fuggire in esilio (principalmente in Iran e in Siria). Nel 2007, il Dawa ha
eletto Segretario Generale al-Maliki, che ricopre oggi la carica di Primo
Ministro. La Coalizione include il Fronte di Salvezza Anbar, guidato dal
sunnita Sheikh Hatim al-Dulaymi, e il Movimento Arabo Indipendente di
Abd al-Mutlaq al-Jabbouri. Nelle precedenti elezioni Provinciali del 2009,
la coalizione aveva ottenuto un incoraggiante successo elettorale.
La Coalizione dello
Stato di Diritto
guidata da al-Maliki
mira a consolidare
i poteri centrali
dello Stato
L’Alleanza Nazionale Irachena (INA), formata nell’agosto 2009, è la
coalizione sciita concorrente del Dawa, riconosciuta come più
pronunciatamente islamista e autonomista. L’INA ha raccolto i seguenti
partiti:
Il Consiglio Supremo Islamico dell’Iraq (ISCI), del clericale Abd al-Aziz
al-Hakim, originariamente noto come Supreme Council for the Islamic
Revolution in Iraq (SCIRI) a suo tempo guidato dall’Ayatollah Baqir alHakim (fratello dell’attuale leader) che è stato assassinato nel 2003 dai
militanti di al-Qaeda. Fortemente radicato nel Sud dell’Iraq, sostiene la
creazione di una regione federale autonoma sciita composta da 9 Province,
che consegnerebbe agli sciiti il controllo quasi completo delle riserve
petrolifere irachene. Fin dalle elezioni provinciali del 2009 si è allontanato
dalla sua storica coalizione (UIA) con il Dawa, a causa del crescente
orientamento anti federalista di al-Maliki.
L’Alleanza Nazionale
Irachena sciita, più
incline all’autonomia
federalista del sud
Il Movimento Sadrista (Jaysh al Mahdi) guidato da Muqtada al-Sadr, figlio
del popolare leader religioso fatto uccidere da Saddam. D’ispirazione
nazionalista e munito di una nutrita milizia (filo iraniana), ha trovato
popolarità soprattutto tra le classi più povere sciite. Si è opposto alla
presenza delle forze USA nel paese, ma la sua forza militare si è affievolita,
dopo un energico intervento delle Forze di Sicurezza Irachene e degli USA
(battaglia di Sadr City, 2008) che ha costretto Muqtada al-Sadr a trovare
temporaneo rifugio in Iran. Il movimento, anche se ridimensionato,
Il Movimento sadrista
raccoglie consensi
tra le classi sciite
più povere
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
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continua a rappresentare un ampio serbatoio di voti, per le sue attività di
sostegno sociale e beneficienza (simili a quelle di Hamas in Palestina).
Le altre fazioni sciite
fedeli alla guida
spirituale al-Sistani
Il movimento laico
Iraqiyya di al-Allawi
raccoglie l’adesione
sunnita
Le altre componenti dell’Alleanza, includono il National Reform
Movement, fazione che si è separata dal Dawa ed è guidata dall'ex
Primo Ministro Ibrahim al-Jafari; il Partito Fadilah (Virtù Islamica),
radicato essenzialmente a Bassora e il Congresso Nazionale Iracheno di
Ahmad Chalabi, ex esule che ha avuto un ruolo politico chiave prima
dell’invasione USA del 2003 e artefice della istituzione di una
Commissione incaricata di squalificare i candidati (non necessariamente
sunniti) che hanno avuto legami con il partito Baath.
Nell’insieme l’INA è ritenuta molto vicina all'Ayatollah Sistani, la massima
guida religiosa dell’Iraq, pur non avendo ricevuto una sua
formale approvazione.
Altra importante aggregazione politica, formatasi nell’ottobre 2009, è
quella del Movimento Nazionale Iracheno (Iraqiyya) guidato dall'ex Primo
Ministro laico sciita Iyad al-Allawi aperto alla collaborazione con l’Iraq
Front for National Dialogue sunnita, guidato da Saleh al-Mutlaq (ex-Baath)
e con il Partito Islamico Iracheno (IPP), principale partito sunnita del Vice
Presidente Tariq al-Hashimi, che accoglie anche altri preminenti sunniti, tra
cui Osama al-Nujaifi (Partito Al Hadba) e Rafi al-Issawi. La Commissione
incaricata di estromettere le personalità compromesse con il Baath, aveva
squalificato al-Mutlaq e un altro importante candidato della sua lista, con
sentenza confermata anche in Corte d'Appello. Ma in seguito la decisione è
stata annullata con un provvedimento legislativo del novembre 2010.
La Kurdistan Alliance (che governa la Regione Autonoma del Kurdistan) è
fondata sull’accordo tra il Partito Democratico del Kurdistan (KDP)
presieduto da Masoud Barzani - che raccoglie i consensi socialdemocratici
ma anche quelli delle frange tribali conservatrici del Kurdistan - e l’Unione
Patriottica del Kurdistan (PUK), partito originariamente d’ispirazione
socialista/leninista molto radicato nella città di Sulaymaniyah, di cui è
fondatore (1975) e Segretario Generale il Presidente dell’Iraq Jalal
Talabani. La solidità della coalizione e del PUK è stata messa in
La fazione discussione in occasione delle elezioni amministrative di luglio 2009, a
emergente curda seguito del distacco dal PUK della fazione Gorran (Cambiamento) che ha
Gorran partecipato alle elezioni con una propria lista, raccogliendo un apprezzabile
risultato. Guidato da Nawshirwan Mustafa, vice di Talabani nel PUK fino al
2007, Gorran si oppone al Governo Regionale curdo e a quello nazionale.
L’Alleanza Curda
tra KDP e PUK
gestisce l’autonomia
del Kurdistan
Gli altri partiti
islamici curdi
di opposizione
I partiti curdi indipendenti minori di opposizione si distinguono nell’Unione
Islamica Curda, partito nazionalista e islamista sunnita (ispirato al
movimento egiziano dei Fratelli Musulmani) che è radicato a Erbil e
mantiene buoni rapporti con i due partiti maggiori dell’Alleanza Kurda, e
nel partito sunnita Gruppo Islamico del Kurdistan, nato nel 2001 da una
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Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
scissione della succitata Unione e sospettato di collegamenti con il gruppo
terroristico sunnita Ansar al-Islam autore di attacchi alle istituzioni curde.
Tra i rimanenti raggruppamenti si annoverano l’Alleanza per l’Unità
dell'Iraq, guidata dal Ministro degli Interni Jawad Bolani (sciita moderato Le altre coalizioni
marcate da
indipendente) che comprende la fazione tribale dello Sceicco Ahmad Abu
interessi tribali
Risha, fratello del leader del Movimento del Risveglio Sunnita. Radicata
nella provincia di Anbar, l’Alleanza è stata la prima a collaborare con gli
USA contro Al Qaida, ma è stata fortemente penalizzata dalla estromissione
di numerosi suoi candidati dalle liste elettorali.
Inoltre, il Fronte Iracheno dell’Accordo (al-Tawafuq), coalizione di capi
tribali sunniti fuoriusciti dal Partito Islamico Iracheno (IIP). Guidato da
Ayad al-Samarrai, portavoce uscente del Parlamento iracheno (COR), si è
rivelato un debole concorrente rispetto alla coalizione Iraqiyya di Allawi.
Tra i partiti minori comunque presenti nel paese, si citano inoltre l’Iraqi I partiti minori
Turkomen Front (turcofilo, basato a Kirkuk), il People’s Union (laico e e la polverizzazione
comunista, ex alleato in passato di al-Allawi), l’Islamic Action (partito politica
sciita, basato a Karbala), la National Democratic Alliance (partito secolare),
la Rafidain National List (partito assiro-cristiano) il Liberation and
Reconciliation Gathering (partito secolare sunnita, legato alla tribù Jiburi) e
la Lista Yazidi (rappresentante l’omonima piccola minoranza religiosa del
Kurdistan settentrionale).
Le elezioni legislative del marzo 2010 sono state contrassegnate dalla
decisione dall’Alta Commissione Elettorale di escludere circa 500 politici
sunniti e 15 liste elettorali (a prevalenza sunnita) dalla competizione, con la
motivazione di evitare i pericoli di un ritorno di personaggi baathisti nella
politica irachena. Il provvedimento ha fatto crescere il clima di scontro
politico prima e dopo le elezioni, fin quando è stato corretto con un atto
legislativo che ha riammesso alcuni eminenti candidati prima esclusi.
Un ulteriore elemento di conflitto è scaturito dalla riallocazione (basata
sulla popolazione dei Governatorati) dei nuovi seggi parlamentari, che la
Legge elettorale del novembre 2009 ha fatto aumentare da 275 a 325.
Lo scontro politico per
l’estromissione dei
sunniti dalle
liste elettorali
e la ripartizione dei
seggi aggiuntivi del
COR, aumentati
da 275 a 325
I risultati elettorali e la formazione del nuovo Governo
Le elezioni hanno registrato una partecipazione elettorale del 62% e
l’iscrizione di 85 coalizioni e di oltre 6.000 canditati.
Affluenza elettorale
al 62%
Il Movimento Iraqiyya, guidato dall’ex Primo Ministro Iyad Allawi, è stato
il vincitore a sorpresa delle elezioni, ma i suoi 91 seggi non sono stati
sufficienti a formare un governo.
Nessuna lista ha ottenuto la maggioranza assoluta, in quanto la formazione
di Allawi ha superato per soli due seggi la Coalizione per lo Stato di Diritto
di al-Maliki. L’Alleanza Nazionale Irachena sciita, in regresso, si è
Iraqiyya è il vincitore a
sorpresa delle elezioni,
ma nessun partito
ha conquistato la
maggioranza
assoluta
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
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comunque confermata come terza forza parlamentare, grazie alla tenuta
della componente sadrista che ha procurato 40 dei 70 seggi aggiudicati.
I consensi della
maggioranza curda
erosi dal Gorran
In calo anche l’Alleanza per il Kurdistan (a vantaggio dell’emergente
Gorran, che ha fatto leva sul malcontento nei confronti della gestione del
potere dei due partiti maggiori della Regione Autonoma) e il Fronte
iracheno di al-Samarrai.
Cinque degli otto seggi riservati alle minoranze sono andati ai Cristiani e
uno ciascuno ai gruppi dei Sabei, Mandei e Yazidi.
Al-Maliki e tre
candidati di Iraqiyya
sono stati i più votati
Il Premier al-Maliki è risultato il candidato più votato (circa 623 mila
preferenze) che ha preceduto al-Allawi (407 mila voti), Osama al-Nujayfi
(275 mila voti) e Tareq al-Hashemi (201 mila voti), appartenenti a
Iraqiyya, con sensibile vantaggio rispetto a tutti gli altri candidati.
I risultati certificati il 26 marzo 2010 dall’Alta Commissione Elettorale
Irachena sono riassumibili nella seguente composizione del Consiglio dei
Rappresentanti del Popolo, che si è riunito per la prima volta a metà giugno
2010:
La nuova composizione del Consiglio dei Rappresentanti (giugno 2010)
Coalizioni e Partiti politici
N.
Seggi
%
Seggi
Voti
Popolari
migliaia
%
Voti
Iraqiyya (al-Allawi)
91
28,0%
2.848,6
24,7%
Coalizione per lo Stato di Diritto (al- Maliki)
89
27,4%
2.792,1
24,2%
Alleanza Nazionale Irachena
70
21,5%
2.092,1
18,2%
(40)
12,3%
Kurdistan Alliance (KDP+PUK)
43
13,2%
1681,7
14,6%
Gorran (Nawshirwan Mustafa)
8
2,4%
476,5
4,1%
Fronte Iracheno della Concordia (al-Samarrai)
6
1,8%
298,2
2,6%
Alleanza per l’Unità dell'Iraq (Bolani)
4
1,2%
306,6
2,7%
Unione Islamica Curda
4
1,2%
243,7
2,1%
Gruppo Islamico del Kurdistan
2
0,6%
152,5
1,3%
Seggi riservati alle minoranze
8
2,5%
61,2
di cui Movimento Sadrista
Totale Seggi
Un difficile
compromesso
ha favorito i
partiti sciiti
325
100,0% 11.526,4
Il 21 dicembre 2010, dopo mesi di estenuanti trattative, al-Maliki ha
formato un governo di solidarietà nazionale, che sembra aver privilegiato
da un lato i partiti sciiti più legati all’Iran e dall’altro l’alleanza curda.
Ha nominato un Gabinetto composto da 3 Vice Primi Ministri e circa una
cinquantina di Ministri, tenendo per se, ad interim, Difesa e Interni.
12
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Al-Maliki ha elevato alla carica di Vice Primo Ministro (con competenze La promozione
per l’Energia) il laico indipendente Hussein al-Shahristani, in precedenza di al-Shahristani a
Ministro del Petrolio, promuovendo al suo posto il Vice Ministro Abd al- Vice Primo Ministro
Karim al-Luaibi. Ha inoltre assegnato sette ministeri ad altrettanti esponenti
della sua coalizione. Tra questi, Amer Hassan Al-Khuzaii è stato nominato
Ministro di Stato per la Riconciliazione nazionale.
La lista Iraqiyya ha visto la nomina a Vice Primo Ministro di Saleh alMutlaq (la cui estromissione politica era stata annullata dal COR appena
una settimana prima), mentre Rafi al-Issawi ha ricevuto l’incarico di
Ministro delle Finanze e Osama al-Nujaifi è stato nominato portavoce del
Parlamento. Le ulteriori nomine hanno riguardato Ahmed Nasser Dalli
all'Industria, Mohamad Tawfiq Allawi (cugino di Ayad Allawi) alle
Comunicazioni e Abdul-Karim Yassin al Mininistero della Scienza e
Tecnologia.
L' Iraqi National Alliance, ha ottenuto la conferma di Adel Abdul Mahdi
alla Vice Presidenza della Repubblica e 12 ministeri minori spartiti tra le
diverse fazioni. In particolare il Movimento Sadrista ne ha ottenuti otto, tra
cui Giustizia, Trasporti, Risorse Idriche, Lavoro, Abitazioni, Affari Sociali,
Pianificazione, Turismo e Antichità.
La squalifica di AlMutlaq è stata annullata,
ma il peso di Iraqiyya
nel Governo si è
rivelato marginale
Premiata la fazione
sadrista filo iraniana,
a scapito degli alleati
sciiti di al-Jafari
Principali Membri del Governo in carica
Primo Ministro
Vice Primo Ministro (supervisione Energia)
Vice Primo Ministro
Vice Primo Ministro
Ministro degli Interni
Ministro della Difesa
Ministro Affari Esteri
Ministro delle Finanze
Ministro del Petrolio
Ministro Elettricità
Ministro Industria e Minerali
Nouri al-Maliki
Hussain Shahristani
Saleh al-Mutlaq
Rowsch Nuri Shaways
ad interim al-Maliki
ad interim al-Maliki
Hoshyar Mahmud Zebari
Rafi al-Issawi
Abd al-Karim al-Luaybi
Raad Shallal al-Ani
Ahmad Nassar Dali al-Karbouli
atre cariche
Governatore della Banca Centrale
Sinan Al-Shabibi
P residentedel Consiglio dei Rappresentanti (COR) Osama al-Nujaifi
La Kurdistan Alliance ha incassato il rinnovo del mandato di Talabani alla
Presidenza della Repubblica, la nomina del curdo Rowsch Nuri Shaways
(veterano del KDP) come terzo Vice Primo Ministro e la conferma di
Hoshyar Zebari (KDP), cognato del Presidente della Regione Autonoma del
Kurdistan Massoud Barzani, agli Esteri. Ad altri due esponenti del PUK
sono stati affidati il Ministero della Sanità e quello del Commercio.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
13
L’Alleanza curda
ricompensata per
l’incarico dato dal
Presidente Talabani
ad al-Maliki
La nomina Nel febbraio 2011, con la "seconda ondata" di nomine ministeriali, altri due
del Ministro esponenti di Iraqiyya sono entrati nel Governo. Il tecnocrate Raad Shallal
dell’Elettricità al-Ani è stato nominato Ministro dell’Elettricità, con il compito di
fronteggiare i gravi problemi dovuti al perdurare della carenza di energia
elettrica nel paese. Jamal al-Battikh è stato nominato Ministro di Stato per
gli Affari Tribali.
La primavera araba
ha raggiunto
anche l’Iraq
Il malcontento popolare
colpisce tutte le
fazioni politiche
Tra febbraio e aprile 2011, le proteste che hanno scosso la Tunisia e poi
l’Egitto e la Libia si sono manifestate anche in Iraq, propagandosi in
numerosi Governatorati, tra cui Baghdad, Maysan, Sulaymaniyah, Bassora,
Anbar, Niniveh, e Kirkuk, registrando un picco di oltre 20 vittime il 25 di
febbraio.
La disapprovazione popolare ha riguardato tutte le fazioni politiche e ha
portato alle dimissioni dei Governatori provinciali di Wasit, Bassora e di
numerosi dirigenti provinciali e comunali della Provincia di Anbar.
Ulteriori disordini nella Regione autonoma del Kurdistan, tra febbraio e
marzo 2011, hanno offuscato la sua immagine di oasi di maggiore stabilità
e benessere in Iraq. Dopo aver chiesto lo schieramento dei Peshmerga,
contro gli insorti, per lo più sunniti, il Governatore e l’intero Consiglio
Provinciale di Kirkuk è stato costretto a rassegnare le dimissioni (15 marzo
2011).
Le proteste
riguardano problemi
di acqua ed elettricità
e non le libertà
democratiche
Le tensioni nella provincia di Kirkuk riguardano in modo specifico le
questioni relative alle risorse idriche. Lo sceicco Khaled al-Mafraji, uno dei
leader dell'Arab Political Council, che raggruppa capi tribù locali in
maggioranza arabi sunniti, ha accusato la Regione Autonoma del Kurdistan
di privare i contadini arabi dell’acqua (diga Dukan), biasimando anche il
governo centrale di Baghdad colpevole di “non muovere un dito”
Al-Maliki ha promesso
una verifica dei primi
“cento giorni” del
suo Esecutivo
Il nuovo Governo ha cercato di disinnescare le tensioni, con alterne fortune
almeno fino ad oggi. Ai primi di febbraio 2011, Maliki ha annunciato la
riduzione volontaria del suo stipendio (da circa 350 mila dollari all'anno a
circa la metà), assicurando che non cercherà un terzo mandato, alla
scadenza del suo incarico nel 2014. Inoltre, ha proclamato l’intenzione di
sottomettere a una “verifica dei primi 100 giorni” l’efficacia della sua
azione di governo e del suo intero Gabinetto.
Il Governo ha rafforzato
il controllo sugli organi
indipendenti e sulla
Banca Centrale
Lo sforzo, indirizzato a ricondurre una maggiore responsabilità di governo
nelle istituzioni nazionali, rispetto a quelle periferiche e regionali, ha
comunque raccolto dei risultati. Un recente pronunciamento della Corte
Suprema Federale ha infatti posto sotto la tutela del Consiglio dei Ministri
alcuni organi indipendenti previsti dalla Costituzione, tra i quali la
Commissione Elettorale, la Commissione d’Integrità e la Banca Centrale
Irachena. Ciò nonostante la BCI sostiene che la sentenza non influirà di
fatto sulla indipendenza del suo operato.
14
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
I risultati delle elezioni politiche, in ogni caso, hanno contribuito a
ridisegnare una nuova mappa degli equilibri parlamentari nei Governatorati.
Nuovi equilibri
parlamentari nei
Governatorati
La mappa geopolitica delle elezioni del 2010
Governatorato
Centro Baghdad
Babil
Wassit
Diyala
Salah al-Din
Nord
Dohuk
Erbil
Sulaymaniyah
Tamim (Kirkuk)
Nineveh (Mosul)
Ovest Anbar
Karbala
Najaf
Sud
Basra
Muthanna
Maysan
Qadisiyah
Dhi Qar
Totale
Capitale
Baghdad
Hillal
Wasit
Baqubah
Tikrit
Dohuk
Erbil
Sulaymaniyah
Kirkuk
Mosul
Ramadi
Karbala
Najaf
Basra
Al Samawah
Al Amarah
Diwanya
Nasiriya
Seggi
Riservati
Compensatori
Totale
Seggi
COR
68
16
11
13
12
10
14
17
12
31
14
10
12
24
7
10
11
18
310
8
7
325
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Appartenenza territoriale
Maliki 26; Iraqiyya 24; INA 17;
Maliki 8; INA 5; Iraqiyya 3;
Maliki 5; INA 4; Iraqiyya 2;
Iraqiyya 8; INA 3; Maliki 1; Kurdistan Alliance 1;
Iraqiyya 8; Bolani 2; Samarrai 2;
Kurdistan Alliance 9; altri Curdi 1;
Kurdistan Alliance 10; altri Curdi 4;
Kurdistan Alliance 8; Gorran 8; altri Curdi 1;
Iraqiyya 6; Kurdistan Alliance 6;
Iraqiyya 20; Kurdistan Alliance 8; INA 1; Samarrai 1; Bolani 1;
Iraqiyya 11; Samarrai 2; Bolani 1;
Maliki 6; INA 3; Iraqiyya 1;
Maliki 7; INA 5;
Maliki 14; INA 7; Iraqiyya 3
Maliki 4; INA 3;
INA 6; Maliki 4;
INA 5; Maliki 4; Iraqiyya 2;
INA 9; Maliki 8; Iraqiyya: 1;
Minoranze: Cristiani 5; Altre 3;
Maliki 2; Iraqiyya 2; INA 2; Kurdistan Alliance 1;
15
Caratteristiche etnico-religiose e tribali dell’Iraq
Con una popolazione stimata in circa 32 milioni, l’Iraq è una nazione multi
L’Iraq è una nazione
etnica, formata prevalentemente da Arabi (75%-80%) e Curdi (15%-20%) e
multietnica
per circa il 5% da Turcomanni, Caldei, Assiri ed altre etnie. E’ tuttavia
complessa
doveroso precisare che l’ultimo Censimento Generale della Popolazione
risale al 1987. I tentativi volti ad eseguire il nuovo censimento della
popolazione sono stati ripetutamente rinviati, a causa dei contrasti tra il
Governo Centrale e quello Regionale del Kurdistan sulla Provincia di
Kirkuk e su aree di altri Governatorati (Niniveh, Salahuddin e Diyala)
caratterizzate da contesti etnico-religiosi molto complessi.
L’Islam è fonte
della Costituzione,
nessuna legge può
contraddirla
Secondo l’Articolo 25 della Costituzione irachena, l’Islam è la “religione
ufficiale”, professata da circa il 97% dei cittadini, ma è garantita la libertà
religiosa delle minoranze. I musulmani iracheni sono in maggioranza sciiti
(oltre il 60%) e sunniti (circa il 35%). Vi sono poi numerosi cristiani, di
ogni rito, ed ebrei, yazidi e sabei.
L’Arabo e il Curdo sono le due lingue ufficiali, ma sono anche presenti le
L’Arabo e il curdo
sono lingue lingue turcomanna (un dialetto turco), assira e armena. Dal punto di vista
ufficiali etnico e linguistico gli sciiti iracheni, in ogni caso, sono in maggioranza
arabi e tengono alla loro diversità rispetto agli iraniani sciiti.
La struttura In Iraq si possono contare circa 150 Tribù (ashira), composte da circa 2.000
tribale dell’Iraq Clan (fukhdh) di diverse dimensioni. Le loro specificità in termini di fedeltà
e influenza superano i legami di appartenenza alle diverse etnie e
confessioni religiose. I membri del Clan infatti si prestano un’assistenza
reciproca nel lavoro, con prestiti economici, negli interventi burocratici e
nella politica. Inoltre, in ogni clan o tribù vige un rigoroso codice d’onore e
il dovere della vendetta. La maggior parte degli iracheni si identifica
fortemente con la propria tribù, prestandole una fedeltà sicuramente
maggiore di quella data alle autorità costituite.
L'unità di base della struttura tribale irachena è la Khams (la famiglia
La Khams,
allargata) composta da tutti i maschi che condividono lo stesso bisnonno.
famiglia allargata,
è alla base di Gruppi di Khams si raccolgono in Biet (case) che a loro volta in un certo
Clan e Tribù numero possono formare un Clan. Gli interessi del Clan sono rappresentati
da un Sceicco, le cui prerogative riguardano la composizione delle dispute
interne ed esterne e la rappresentanza a livello politico.
I Clan sono associati in Tribù, guidate da uno Sceicco superiore (Sheikh of
I poteri di mediazione Sheikhs), che possono contare da alcune migliaia a più di un milione di
e rappresentanza
membri. Un gruppo di tribù forma una Confederazione (qabila). La tribù di
dello Sceicco
Saddam Hussein fa parte di una federazione che prende il nome dalla sua
città natale, di Tikrit (al-Tikriti). Le confederazioni tendono riunificarsi solo
quando sono minacciate dall'esterno, come in tempo di guerra.
16
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Le principali associazioni tribali dell’ Iraq
La Shammar è nota per essere la più grande confederazione tribale dell'Iraq. La Shammar è
Con più di un milione e mezzo di persone. E’ maggiormente identificabile la confederazione
nel nord-ovest, ai confini con la Siria, e include gruppi sunniti e sciiti.
tribale irachena
più numerosa
Il gruppo di tribù Dulaym, vanta origini saudite ed è concentrato nella
Provincia occidentale di al-Anbar. Numerosi iracheni portano il cognome
"Dulaym" per segnalare la loro appartenenza a questa confederazione
tribale. Molte tribù Dulaymi hanno sostenuto Saddam nel passato.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
17
Le tribù Jibur comprendono sunniti e rami sciiti. Migliaia di loro
appartenenti vennero utilizzati per combattere la guerra contro l'Iran, ma in
seguito alcuni dei loro leader vennero eliminati per aver ordito un
complotto contro Saddam. Recentemente hanno collaborato con le forze
americane contro Al-Qaeda.
Il clan Tikriti Il clan di tribù Tikriti nel passato ha riempito le fila delle forze armate e del
serbatoio storico partito Baath. Prima tra tutte naturalmente quella di al-Bu Nasir, la tribù di
del regime Baath Hassan al-Bakr e di Saddam Hussein. Il suo Sceicco Mahmoud al-Khattab
nel 2003 è stato ucciso dopo che aveva pubblicamente sconfessato Saddam.
Le tribù al-Khazal, raccolte prevalentemente nell’area di Najaf, sono di
Le grandi Tribù di
origini nomadi origini nomadi al pari della Confederazione Anizah, che è ritenuta il più
grande gruppo di tribù nomadi arabe. Quest’ultima è nota anche la sua
storica inimicizia con la confederazione Shammar.
Problemi regionali, sicurezza interna e terrorismo
La richiesta curda di
includere Kirkuk nel
KRG è contestata
dai sunniti
Le minoranze religiose
nella facinorosa
Provincia di
Nineveh
La Provincia di Kirkuk (o Tamin, di cui è capitale la città di Kirkuk), dove
vivono arabi, curdi, turcomanni e assiri-caldei, si trova formalmente fuori
dal Governo Regionale del Kurdistan (KRG), tuttavia la presenza della
milizia armata (Peshmerga) del KRG è un elemento di forte tensione con il
Governo centrale iracheno. Dal momento che l’art.140 della Costituzione
irachena demanda a un Referendum dei residenti la decisione sul destino
della Provincia, arabi e turcomanni si oppongono al riconoscimento dello
status dei curdi giunti nella regione dopo il 2003. Il referendum, che
avrebbe dovuto svolgersi entro la fine del 2007, è stato continuamente
rimandato per evitare di peggiorare la critica situazione all’interno della
regione. Nonostante la Costituzione preveda che i Peshmerga siano disposti
soltanto entro i confini regionali del KRG, l’Unione Patriottica del
Kurdistan (PUK), il partito curdo più importante a Kirkuk, sostiene la
necessità della loro presenza per il mantenimento della sicurezza.
Ulteriori problemi riguardano il Governatorato di Nineveh (che include la
città di Mosul), uno dei più turbolenti dell’Iraq. La maggioranza della
popolazione è sunnita (85%), ma vi sono anche curdi (10%) e la più
numerosa comunità di cristiani caldei presenti in Iraq, insieme a piccole
minoranze religiose di curdi Yazidi e curdi sciiti Shabak. A Mosul, dove la
divisione etnica è marcata dal fiume Tigri (con il lato occidentale arabo e
quello orientale preminentemente curdo) si sono registrati frequenti attacchi
non solo contro le minoranze curde sciite e gli yazidi, ma soprattutto contro
i numerosi cristiani, che a partire dal 2003 sono migrati in massa nella città
provenienti da Baghdad.
18
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
La progressiva riduzione della presenza militare americana (il ritiro delle
La sicurezza interna
attuali 47.000 unità a supporto dell’esercito iracheno avverrà nel 2011),
rimane delicata
potrebbe portare a un riacutizzarsi della violenza anche in altre aree del
paese. Nonostante i progressi ottenuti delle forze di sicurezza irachene, lo
scenario nel 2011 continua a presentare segnali inquietanti dovuti a diversi
attentati terroristici. L’integrazione di parte delle milizie sunnite nelle forze
regolari nazionali ha certamente aiutato a migliorare la situazione in
generale, ma non tutti i militanti sono stati integrati anche a causa di
espulsioni ed epurazioni successive.
L’organizzazione di al-Qaeda in Iraq (AQI) è nota per essere stata fondata
nel 2003 dal terrorista giordano al-Zarqawi. La sua organizzazione ha La presenza di
subito una evoluzione in relazione ai conflitti sostenuti con gli USA e con al-Qaeda in Iraq
le organizzazioni sciite e sunnite. La sua più recente denominazione è
quella di Tanzim Qaidat al-Jihad fi Bilad al- Rafidayn (QJBR), ovvero
“l’Organizzazione di Base della Jihad nel Paese dei Due Fiumi".
Dopo una lunga serie di attentanti che hanno causato la morte di centinaia Il “Risveglio” delle
di cittadini iracheni, nel 2006 una trentina di Tribù di Anbar hanno tribù sunnite di Anbar
costituito un’alleanza (Anbar Salvation Council) e una milizia (Sunni contro al-Qaeda
Awakening) per combattere al-Qaeda, schierandosi apertamente con le
Forze di Governo e le truppe USA.
Numero di vittime causate da attentati con più di 15 morti
in alcuni paesi tra settembre 2008 e giugno 2010
1.032
Iraq
Pakistan
607
India
112
1.541
1.129
238
226
175
Afghanistan
81
76
68
25
Somalia
Russia
43
31
Iran
0
500
1.000
11/9/2008-11/9/2009
1.500
2.000
11/9/2009-07/6/2010
Nel 2007, al-Qaeda ha rivendicato l'assassinio dello Sceicco sunnita Abdul
I “Figli dell’Iraq”
Sattar Abu Rishawi, leader del "Risveglio" di Anbar, la milizia costituita arruolati dagli USA
dai “Figli dell’Iraq”, circa 80.000 combattenti sunniti irregolari che sono
stati armati e pagati dagli USA per combattere al-Qaeda. Questa strategia,
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
19
molto controversa, si è dimostrata efficace per garantire la sicurezza in
molte situazioni.
Tuttavia, nel 2009 al-Qaeda ha sferrato una serie di micidiali attacchi
suicidi a Baghdad, presso i ministeri degli Esteri, delle Finanze, della
Giustizia, dei Lavori Pubblici e contro Moschee e pellegrini sciiti. La
L’80% dei militanti di successiva reazione congiunta degli USA e degli alleati sunniti iracheni ha
Al-Qaeda sono stati comunque permesso di decapitare i vertici dell’Organizzazione (Abu Omar
uccisi o catturati al-Baghdadi e Abu Ayyub al-Masri sono stati entrambi uccisi nei pressi di
Tikrit). Secondo recenti stime rilasciate dal Generale USA Odierno circa
l'80% dei militanti di al-Qaeda e dei suoi leader più pericolosi (circa una
quarantina) in Iraq sono stati uccisi o catturati.
L’integrazione dei
“Figli dell’Iraq”
nell’ISF rimane
incompleta
Ma la lentezza con cui il governo al-Maliki ha attivato il proprio impegno
nella piena integrazione dei combattenti “Figli dell'Iraq" nelle Forze di
Sicurezza Irachene (ISF) ha creato molto scontento. Nel gennaio 2011,
circa la metà (quasi 50.000 uomini) risultavano integrati nell’ISF o
assegnati a posti di lavoro nel settore pubblico civile. Ma le cifre sono
contestate dagli sceicchi sunniti, in quanto numerosi "Figli dell'Iraq"
sarebbero stati eliminati dai libri paga, messi in disparte o addirittura
arrestati. E alcuni scorgono in ciò il segnale che il Governo Maliki voglia
affossare il programma d’inserimento.
I gruppi salafiti Altre formazioni terroristiche sunnite in Iraq sono rappresentate dal gruppo
sunniti più pericolosi radicale salafita Jamaat Ansar al-Sunnah, il Gruppo dei Seguaci della Fede
e dal Al-Jaysh Al-Islami fil-Iraq, la Milizia Islamica dell’Iraq.
La Jamaat
Ansar al Sunnah
La Al Jaysh Al-Islami,
colpevole della
uccisione dell’italiano
Enzo Badaloni
Il primo trae origine da una organizzazione islamica curda basata nell’area
montagnosa di Halabja, nel nord-est dell’Iraq. Ha iniziato a operare nel
settembre 2003 contro le forze di occupazione USA, con operazioni
concentrate nel Triangolo Sunnita arrivando a controllare perfino alcune
città (Fallujah, Ramadi, Samarra e Baquba); successivamente ha proseguito
le sue operazioni contro il Governo di Al-Maliki. Si è reso responsabile di
numerosi attacchi suicidi che hanno causato centinaia di vittime, presso le
sedi dei due maggiori partiti curdi, tra le forze USA e spagnole, tra gli
agenti dell’intelligence canadesi e britannici, i dipendenti di società
contractor straniere (Halliburton). La sua attività in Iraq si è comunque
affievolita nel 2009-2010, ma si sospetta una sua presenza a Gaza, dove il
sequestro e assassinio dell’attivista italiano Vittorio Arrigoni di metà aprile
2011 è stato attribuito proprio a un gruppo terrorista ultraradicale salafita.
La Milizia Islamica dell'Iraq è un’organizzazione armata, di matrice sunnita
nazionalistica, particolarmente radicata a Falluja, che ha iniziato ad operare
nel 2004 e si è resa protagonista di clamorosi sequestri di giornalisti
stranieri, tra cui quello dell’italiano Enzo Badaloni e della sua guida
irachena, che si concluse con il loro assassinio nell’agosto 2004.
20
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Il 10 maggio scorso l’organizzazione ha rivendicato l’uccisione di un La Milizia Islamica è il
soldato USA, nella città di Kirkuk, per opera di cecchini della Brigata i gruppo terroristico più
Leoni di Bagdad. In un recente comunicato l’Esercito Islamico dell’Iraq ha attivo in Iraq
così riepilogato le azioni compiute tra gennaio-marzo 2011: 42 soldati
americani e/o iracheni uccisi, una novantina di attacchi con razzi, mortai e
granate, 26 lanci di missili (che hanno colpito anche la base USA di Baiji).
Dal lato sciita, le odierne principali militanze armate si distinguono in tre
formazioni che hanno avuto origine dalla milizia Jaysh al-Mahdi (l’Esercito
di al-Mahdi): la Liwa al-Youm al-Mawud (Brigata del Giorno Promesso),
l’Asa'ib Ahl al-Haq (la Lega dei Giusti) e le Kata'ib Hezbollah (Brigate del
Partito di Dio). Pur avendo mantenuto un basso profilo nell’ultimo biennio,
sono ben addestrate e finanziate e potrebbero essere facilmente mobilitate
ed estremizzate.
La Jaysh al-Mahdi (JAM) è stato il braccio militare del Movimento Sadrista
guidato da Muqtada al-Sadr e ispirato dall’Ayatollah iracheno Kazem alHaeri (rifugiato in Iran) che nel 2003 lo nominò suo rappresentante in Iraq.
Il movimento sadrista riaprì rapidamente molte moschee riuscendo a
capitalizzare la rabbia degli sciti più poveri e guidando due rivolte (fallite)
contro le forze della Coalizione.
La JAM ha effettuato innumerevoli attacchi alle forze USA e irachene e a
civili sunniti, rendendosi responsabile di violenze settarie. Tuttavia nel 2005
alcuni esponenti clericali e politici della JAM hanno scelto di rientrare nel
solco politico partecipando alle elezioni politiche del gennaio 2006
(ottenendo peraltro 30 seggi in Parlamento).
A seguito della campagna repressiva condotta dalle forze USA e irachene a
Bassora, Sadr City e Amarah nella primavera 2008, Muqtada al-Sadr ha
sciolto la sua milizia riparando nella città santa di Qom in Iran,
annunciando la trasformazione del suo movimento in una organizzazione
non-violenta. Muqtada al-Sadr tuttavia ha mantenuto un gruppo ristretto di
miliziani chiamato la Promised Day Brigade (PDB) che si ritiene
legittimato ad agire contro le forze della Coalizione. La PDB ha infatti
dichiarato di essere pronta a lanciare attacchi mirati alle forze “occupanti”
se il loro ritiro non avverrà come previsto entro il 31 dicembre 2011.
Nell’ottobre 2009 la PDB si è scontrata militarmente contro la Lega dei
Giusti, altra fazione nata dalla JAM, per affermare il suo controllo su Sadr
City, ma in seguito è rimasta praticamente inattiva.
L’ Asa'ib Ahl al-Haq (AAH, Lega dei Giusti) è emersa nel 2006 sotto la
guida di Qais Khazali, ex leader della JAM contrario alla sua mutazione
politica. Trasferitosi con i suoi seguaci in Iran, ha ricevuto assistenza e
addestramento da parte del Corpo paramilitare delle Guardie Rivoluzionarie
Iraniane - Qods Force (IRGC-QF) che lo ha nominato capo di una rete di
Gruppi Speciali, in seguito rinominata Lega dei Giusti. Dopo il suo arresto
a Bassora, nel 2007, altri ex membri dalla JAM si sono alternati al comando
dell’organizzazione, continuando ad effettuare rapimenti e attentati.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
21
Le milizie sciite nate
dalla Jaysh al-Mahdi,
il braccio militare
sadrista
La frantumazione
politica e militare
della JAM
Minacce della PDB
contro la permanenza
delle truppe USA
La Lega dei Giusti,
sostenuta dall’Iran,
non ha deposto
le armi
Nel 2009, tuttavia, l’AAH ha negoziato con il Governo al-Maliki un cessate
il fuoco in cambio della liberazione di Khazali. Tornato in Iran dopo aver
ottenuto la libertà, Khazali ha smentito la volontà di deporre le armi. Tra il
2006-2010, l’AAH ha condotto centinaia di attentati. I servizi USA hanno
identificato quattro Brigate al suo interno (intitolate agli Iman Al Alì, Al
Kazem, Al Hadi, Al Haskeri) attive in varie zone del paese (Baghdad,
Diyala e Kirkuk). Tra i suoi obiettivi rientra quello di assassinare politici
sunniti. Uno dei suoi capi più pericolosi, Taj Shalal Sharhan, è riuscito a
scappare dalla prigione di Taji nel gennaio scorso.
I miliziani delle
Brigate Hezbollah
operano in autonomia
La partenza USA
sarà discussa
in Parlamento
Le milizie sciite Kata'ib Hezbollah (KH), Brigate del Partito di Dio, hanno
manifestato la loro attività in Iraq a partire dal 2007, principalmente
nelle zone di Baghdad e nel sud del paese, operando autonomamente
rispetto alle altre milizie sciite. Filo iraniane mantengono collegamenti con
il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane che ha il compito di
esportare l’ideologia rivoluzionaria iraniana e da cui ricevono assistenza e
addestramento militare. Sono inoltre in contatto con gli Hezbollah libanesi.
Hanno condotto attacchi alle forze USA anche con l’impiego di mortai.
Il Primo Ministro al-Maliki, pur avendo più volte affermato che le truppe
straniere non sono più necessarie in Iraq, sembra intenzionato ad aprire uno
spiraglio sulla inevitabilità che le truppe USA lascino l’Iraq entro la fine del
2011. Al-Maliki ha invitato tutti i blocchi politici del Consiglio dei
Rappresentanti a discutere al più presto la questione definendola un grande
problema nazionale, in quanto alcune organizzazioni terroristiche sembrano
ancora in grado di sferrare attacchi tremendi (il 18 maggio 2011 a Kirkuk
tre autobombe hanno causato 28 morti e un centinaio di feriti).
Numero di attacchi settimanali verificatisi in Iraq
nel semestre dicembre 2010 – maggio 2011
22
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Le Relazioni Internazionali
Le relazioni bilaterali USA-Iraq sono guidate dallo Strategic Framework
Agreement (SFA) e dal Security Agreement (SOFA), firmati nel novembre
2008. L’Art. 24 del SOFA prevede che tutte le truppe USA lascino l’Iraq
inderogabilmente entro il 31 dicembre 20011. Gli Stati Uniti, in occasione
di una visita in Iraq del Segretario della Difesa Robert Gates, si sono
dichiarati disponibili a considerare un possibile allungamento della
presenza militare. Una eventuale decisione in tal senso dovrebbe comunque
essere presa entro agosto, considerati i tempi necessari al trasferimento
delle truppe e delle attrezzature militari. Complessivamente gli aiuti USA
all’Iraq tra il 2003 e il 2010 sono ammontati a circa 58 miliardi dollari.
USA disponibili
a prolungare
la presenza
militare
L’Unione Europea e l’Iraq hanno firmato un Memorandum of
Understanding On Strategic Energy Partnership per lo sviluppo delle
relazioni nel settore energetico. I temi principali della collaborazione
riguardano la politica energetica del Paese, le fonti rinnovabili e la
potenziale collaborazione nel settore del gas, in relazione alle prospettive di
sviluppo di progetti di esportazione verso l’Europa (Arab Gas Pipeline).
Accordo quadro
di collaborazione
della UE nel campo
dell’energia
Il Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione tra Italia e Iraq, firmato
nel gennaio 2007, dopo la conclusione della missione militare italiana nel
dicembre 2006, è entrato in vigore nel luglio 2009. Prevede uno
stanziamento di 400 milioni di Euro in crediti d’aiuto, di cui 100 riservati a
progetti nel campo agricolo-alimentare.
Il Trattato di Amicizia
dell’Italia prevede
crediti d’aiuto per
400 milioni di Euro
L’Iran ha notevolmente accresciuto la sua influenza nelle vicende politiche L’influenza dell’Iran
irachene, sostenendo fazioni politiche filo-iraniane e milizie armate. Ha è cresciuta
ispirato l’ingresso sadrista nel Governo, silurando la possibilità di una
eventuale nomina di al-Allawi.
Sono in atto tentativi di miglioramento dei rapporti con i paesi arabi sunniti Le relazioni regionali
della regione, in quanto la crescente influenza iraniana dovuta alla con i paesi arabi
maggioranza sciita all’interno dell’esecutivo iracheno desta preoccupazione tendono a migliorare
nei vicini paesi a maggioranza sunnita, come Arabia Saudita e Giordania.
Alcune indicazioni di una maggiore accettazione del Governo iracheno da
parte degli Stati sunniti della regione, provengono dallo scambio di visite
con il Kuwait dei rispettivi Primi Ministri, avvenute tra gennaio e febbraio
2011. L’Iraq ha anche ospitato nel marzo 2011, per la prima volta dopo
venti anni, una riunione della Lega Araba.
Tuttavia, l'Arabia Saudita non ha ancora provveduto all’apertura di una sua
Ambasciata a Baghdad, nonostante le sollecitazioni mosse da tempo dagli
Stati Uniti.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
23
I rapporti con
l’Arabia Saudita
rimangono freddi
I problemi aperti
con il Kuwait
Inoltre la questione dei debiti, dei prigionieri iracheni ancora detenuti in
Kuwait e la decisione kuwaitiana di costruire un grande porto sull’isola di
Mubarak in concorrenza al vicinissimo nuovo progetto portuale iracheno di
Fao rischiano continuamente di innervosire le relazioni con il Kuwait.
L’esecutivo sciita di
al–Maliki favorevole
al regime siriano
La Siria, che ha ospitato sul suo territorio numerosi profughi iracheni, ha
ristabilito buone relazioni diplomatiche con l’Iraq. Il Governo sciita
iracheno è favorevole al mantenimento del regime Baas in Siria, temendo
un maggior potere dei sunniti a Damasco.
La legge irachena
vieta i rapporti
con Israele
La legge irachena proibisce ai propri rappresentanti politici di avere
rapporti con Israele. La prima visita di un parlamentare iracheno in Israele,
nel 2008, gli è valso un attentato che lo ha ferito e ha causato la morte di
due suoi figli.
Le relazioni della
Turchia mirano a
disinnescare le
rivendicazioni
curde
La Turchia è il principale fornitore commerciale dell’Iraq. Tuttavia le
relazioni sono complicate dalle tensioni tra Ankara e il Governo Regionale
del Kurdistan a causa delle storiche attività dei guerriglieri del PKK (Partito
dei Lavoratori del Kurdistan) nella regione sud-orientale della Turchia. I
negoziati avviati nel 2009 tra Turchia, Iraq e Stati Uniti mirano a ottenere il
disarmo del PKK, in cambio dell’amnistia per i suoi militanti e di
concessioni turche (uso della lingua curda, ripristino dei nomi originari
nelle città, ecc.) per disinnescare le rivendicazioni in Anatolia orientale.
I rapporti con
la Russia
La Russia in passato ha sostenuto l’integrità territoriale dell’Iraq, rispetto a
un temuto smembramento federalistico. Le relazioni diplomatiche si sono
intensificate nel 2009 con una visita a Mosca di Al-Maliki, che ha portato in
seguito alla firma di contratti petroliferi delle compagnie Lukoil e Gazprom.
La diplomazia cinese è
interessata a favorire
il lavoro delle
imprese cinesi
in Iraq
La Cina mira a promuovere il lavoro delle imprese cinesi nei progetti di
ricostruzione in corso nel paese. In particolare la corporazione cinese CNPC
è stata la prima compagnia petrolifera estera rientrata in Iraq nel 2008, dopo
la visita di Stato del Presidente Talabani in Cina nel 2007. La
collaborazione riguarda anche la formazione dei quadri iracheni in varie
discipline, attraverso borse di studio.
24
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Profilo di Jalal Talabani
Presidente della Repubblica dell’Iraq
Nato nel 1934 nel villaggio di Kelkan, nel Kurdistan iracheno.
Laureatosi in legge all’Università di Baghdad, ha iniziato la sua carriera
politica giovanissimo nel Partito Democratico Kurdo (KDP), nel quale fece
rapidamente carriera, diventando membro del Comitato Centrale a soli 18
anni.
Lasciato il KDP, nel 1976 fondò il Patriotic Union of Kurdistan (PUK) e ne
divenne il leader. Per anni ha sostenuto l’azione militare contro Saddam
Hussein, opponendosi anche contro la fazione curda rivale del KDP.
Rientrato in Iraq nel 2003, dopo l’invasione USA, è stato scelto fra i
membri dell’Iraqi Governing Council (IGC), di cui ha avuto anche la
presidenza a rotazione. Alle elezioni del 2005, è stato eletto in Parlamento
nella lista della Kurdish Alliance (KA), la colazione dei due principali
partiti curdi che si è rivelata come seconda forza parlamentare divenendo
pertanto determinante per la formazione del governo.
Eletto nel 2005 Presidente della Repubblica dall’Assemblea Costituente.
Nell’aprile del 2006 è stato rieletto Presidente della Repubblica della Prima
Legislatura.
Nel novembre 2010 è stato prescelto per un altro mandato Presidenziale,
dopo le lunghe trattative seguite alle elezioni di marzo 2010.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
25
Profilo di Nouri Kamel al-Maliki (Jawad Al Maliki)
Primo Ministro della Repubblica dell’Iraq
Nato nel 1950, a Qharq Abi - Babel, Iraq.
Appartenente alla confessione islamica sciita, si è Laureato in Teologia,
frequentando l'Università Pilastro della Religione di Baghdad e l'Università
di Saladin, Saladin, sostenendo una Tesi sulla vita del poeta Abu Al
Mahasin (nonno di al-Maliki, uno dei promotori della sollevazione di Najaf
contro l'occupazione britannica).
Arruolatosi giovanissimo nel partito sciita Dawa, nel 1980 venne
condannato alla pena di morte per la sua attività politica. Fuggito all’estero
ha vissuto diverso tempo in esilio a Damasco e Teheran coprendo incarichi
nel Dawa durante gli anni del regime di Saddam Hussein.
Rientrato in Iraq nel 2003, divenne membro del Governing Council, Capo
del Comitato per la Sicurezza e Difesa sotto il Comando Bremer e Membro
del Comitato per la stesura della Costituzione.
Ancora poco conosciuto a livello internazionale, è stato designato
alla premiership nel maggio 2006, quando i partiti curdi e sunniti si
rifiutarono di rinnovare il mandato del Primo Ministro Ibrahim al-Jafari.
I primi due anni del suo mandato sono stati caratterizzati da una violenza
dilagante. La sua firma della condanna a morte per Saddam Hussein, nel
corso della festa musulmana dell’Eid, ha scatenato proteste in tutto il
mondo arabo. Le sue reputazione è comunque cresciuta dopo aver
contrastato con l’esercito iracheno le milizie sciite.
A seguito delle elezioni del gennaio 2010, è stato nuovamente nominato
Primo Ministro dopo aver ottenuto la fiducia per il suo secondo Esecutivo il
21 dicembre 2010.
26
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Profilo di Dr. Hussain Al-Shahristani
Vice Primo Ministro delle Repubblica dell’Iraq
con competenza per l’Energia
Nato a Karbala nel 1942. Dopo aver studiato a Mosca, si è laureato in
Ingegneria Chimica nel 1965 presso l’Imperial College di Londra,
conseguendo un PhD nel 1970 in Scienza Nucleare presso l’Università
Toronto, in Canada.
Tra il 1970 e il 1979, ha svolto varie attività scientifiche: ricercatore presso
l’Atomic Research Centre irakeno (1970-1973); professore e assistente
presso le Università di Mosul e di Baghdad (1973-1974); capo del
Dipartimento di Chimica Nucleare (1977–1979) e consulente presso l’Iraqi
Atomic Energy Organization. Il rifiuto di collaborare con il regime nello
sviluppo di armi atomiche portò al suo arresto per tradimento dello Stato.
Come prigioniero politico ha trascorso oltre un decennio (1979-1991) nel
carcere di Abu Ghraib, a seguito di una condanna a 20 anni di carcere.
Riuscì ad evadere durante la guerra del Golfo, riparando a Kirkuk e poi in
Iran, Canada e UK. Negli anni seguenti, ha ricoperto le cariche di Capo
dell’Organizzazione Vittime della Guerra del Golfo (1991–1995), del
Comitato per i Rifugiati Iracheni (1995–2003) e dell’Unione Prigionieri
Politici (2003).
E’ stato anche Capo dell’Accademia Nazionale delle Scienze Irachena
(2003), Professore “ospite” presso la Surrey University, UK, (2002–2004) e
Professore presso l’Università Scientifica di Baghdad (2004).
Dopo essere stato eletto, nel 2005, membro del Parlamento e Vice
Presidente dell’Assemblea Nazionale, nel maggio 2006 è stato nominato
Ministro del Petrolio.
Dal dicembre 2010, ricopre la carica di Vice Primo Ministro, con
competenza sull’Energia.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
27
Profilo di Abdul al-Karim al-Luaibi
Ministro del Petrolio della Repubblica dell’Iraq
Abdul-Karim Al-Luaibi è un tecnocrate specializzato nel settore petrolifero
che ha trascorso molti anni della sua carriera lavorando nella raffineria
irachena di Daura.
Nominato Vice Ministro del Petrolio sotto la guida di al-Shahristani, ha
supervisionato le due principali tornate contrattuali dei contratti di servizio
affidati alle compagnie petrolifere internazionali.
E’ stato nominato Ministro del Petrolio nel dicembre 2010.
28
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Profilo di Dr. Barham Saleh
Primo Ministro del Governo Regionale del Kurdistan
Il dr. Barham Saleh è nato nel 1960 nella città di Suleimaniah, nel
Kurdistan irakeno. Si è laureato in Ingegneria Civile presso l’Università di
Cardiff e ha conseguito un Dottorato in Statistics & Computers
all’Università di Liverpool.
Nel 1976 si unì al Patriotic Union of Kurdistan (PUK) - guidato da Jalal
Talabani. Arrestato più volte, nel 1979 riuscì a raggiungere l’Inghilterra,
divenendo il portavoce del PUK a Londra. Successivamente, dal 1991, ha
rappresentato per un decennio il PUK e il Kurdistan Regional Government
(KRG) negli Stati Uniti.
Dal 2001 al 2004 è stato Primo Ministro della regione curda, fino a quando
nel giugno 2004 è stato nominato Vice Primo Ministro sotto il Governo di
Ayad Alawi. In seguito ha ricoperto la carica di Ministro della
Pianificazione fino alla fine del 2005; nel maggio 2006, è stato nominato
Vice Primo Ministro del Gabinetto Al Maliki.
Nel luglio 2009, ha guidato la lista del PUK alle elezioni Parlamentari della
Regione del Kurdistan vincendo 59 seggi su 111.
Dal 30 settembre 2009, ricopre la carica di Primo Ministro del sesto
Governo Regionale del Kurdistan (KRG).
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
29
Profilo di Ashti Hawrami (Abdullah Abdulrahman Abdullah)
Ministro per le Risorse Naturali del Governo Regionale
del Kurdistan
Nato a Suleimaniah nel 1948.
Laureato in Ingegneria del Petrolio presso la Baghdad University, 1971.
Dopo aver lavorato tra il 1971-1974 come ingegnere presso la Iraqi
National Oil Company (INOC) a Bassora, si trasferì in Inghilterra,
coprendo vari incarichi, tra il 1975-1982, nel Mare del Nord e in Scozia per
conto della British National Oil Company. Nel 1978 ha conseguito un
Dottorato di Ricerca in Ingegneria delle Riserve Petrolifere , in Scozia.
Dal 1982 al 1985 Senior Engineer presso la società Intera Eng., a Londra, e
consulente petrolifero fino al 1988. Successivamente ha fondato e diretto
una propria società di ingegneria e servizi (DUK).
Nominato Presidente e Amministratore Delegato di ECL Group Plc., nel
1999. Dopo aver lasciato la compagnia, nel maggio 2006 è stato nominato
Ministro delle Risorse Naturali in seno al Governo regionale curdo.
A seguito delle elezioni parlamentari regionali del Kurdistan tenutesi nel
luglio 2009, è stato confermato Ministro delle Risorse Naturali nell’ottobre
2009.
30
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Profilo del Dr. Sinan Al-Shabibi
Governatore della Banca Centrale dell’Iraq (CBI)
Nato nel luglio 1941
Laurea in Economia, con Onore di Prima Classe nel 1966 presso
l’Università di Baghdad, Facoltà di Economia e Scienze Politiche.
Tra il 1970 e il 1975 si è specializzato in Inghilterra, conseguendo un
diploma MA presso l’Università di Manchester e ottenendo un PhD in
Econometria presso l'Università di Bristol.
Responsabile della Sezione Marketing e Importazioni del Ministero del
Petrolio iracheno tra il 1975-1977.
Capo della Divisione di Coordinamento e Preparazione del Piano, presso il
Ministero della Pianificazione, tra il 1977 e il 1980.
Economista senior presso la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio
e lo Sviluppo (UNCTAD) con competenze in Debt Management e Financial
Analysis System (DMFAS) nei paesi OPEC dal 1980 al 2001. Tra il 1994 e
il 2000 ha tenuto corsi d’insegnamento presso l’Università di Ginevra.
Dal 2003, ricopre la carica di Governatore della Banca Centrale Irachena.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
31
Economia e Finanza
Introduzione
La ricostruzione
è basata sui
proventi petroliferi
L’economia è
vulnerabile alla
volatilità dei
prezzi petroliferi
I proventi petroliferi
superano le
previsioni
I rischi
rimangono elevati
La ricostruzione dell’economia del paese è basata essenzialmente sui
proventi petroliferi, che contribuiscono al 40% del Prodotto Interno Lordo e
al 90% cento delle esportazioni e delle entrate governative. Tuttavia,
nonostante le enormi riserve di petrolio, il settore petrolifero iracheno soffre
ancora per la dalla mancanza di investimenti dovuta ad anni di sanzioni e di
guerre. Il completo recupero del settore energetico ed elettrico è una
componente fondamentale per il successo della riedificazione dell'Iraq.
Il sistema economico rimane vulnerabile alle variazioni dei prezzi e dei
consumi internazionali del petrolio, come provato dalla crisi globale del
2009, anno in cui la posizione fiscale del paese è notevolmente peggiorata.
Le prospettive per il futuro sono comunque positive, in quanto gli impegni
assunti nel paese dalle compagnie petrolifere internazionali (IOCs), in base
a contratti di appalto pluriennali, sono destinati a far aumentare la capacità
di produzione di idrocarburi nei prossimi anni.
Nel 2010, è stata mantenuta una apprezzabile stabilità economica
nonostante le notevoli incertezze ancora presenti sul piano della politica
interna e della sicurezza. Il nuovo Governo è stato formato soltanto alla fine
di dicembre 2010 a circa nove mesi di distanza dalle elezioni di marzo; la
tendenza di fondo di miglioramento della sicurezza interna è stata più volte
interrotta da episodi di violenza settaria. Nel 2010 tuttavia, i proventi
petroliferi hanno superato le previsioni, per via dei prezzi del petrolio più
elevati che hanno compensato i volumi risultati invece inferiori alle attese,
riuscendo a mitigare in parte il deficit del budget pubblico.
I più recenti accadimenti avvenuti in numerosi paesi del ME&NA hanno
rinvigorito anche in Iraq il malcontento e le dimostrazioni di protesta
contro le carenze tuttora permanenti nella fornitura dei servizi pubblici
essenziali, come acqua, energia elettrica, sanità, istruzione e contro l’elevata
disoccupazione.
Resta ancora molto da fare per migliorare l'erogazione dei servizi e
ricostruire le infrastrutture necessarie al paese, anche nel settore petrolifero.
Nonostante le prospettive economiche siano positive per il futuro,
rimangono elevate le incertezze e i rischi legati alla instabilità politica, al
possibile deterioramento della sicurezza interna, alla volatilità dei prezzi del
petrolio e agli eventuali ritardi nello sviluppo delle risorse petrolifere
irachene.
32
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Pil, tasso d’inflazione e altri indici economici
Nel 2010 il Prodotto Interno Lordo (PIL) del Paese è stato stimato in 82,2
miliardi di dollari, in aumento dello 0,8% in termini reali rispetto all’anno Crescita modesta
nel 2010
precedente. Nel precedente biennio l’economia aveva registrato tassi di
crescita superiori in termini reali. Nonostante ciò, nel 2010 la componente
non petrolifera del PIL ha segnato comunque un tasso superiore di crescita,
pari al 4,5%. Il prodotto economico del 2010 in termini pro-capite si può
ricapitolare in circa 2.560 dollari per abitante. Tuttavia, secondo stime della
World Bank circa il 23% della popolazione irachena vive sotto la soglia di
povertà (2,2 $/giorno per persona).
Le prospettive per il 2011, secondo le più recenti valutazioni del Fondo Le prospettive
Monetario Internazionale e della Banca Centrale irachena, dovrebbero per il 2011
essere migliori (+12% del PIL) e il trend positivo dovrebbe continuare sono migliori
anche nel 2012, con incrementi ancora abbastanza elevati (+11%).
La crescita reale del Prodotto Interno Lordo (%)
14
12,2
11,0
12
9,5
10
8
6,2
6
4,2
4
1,5
2
0,8
0
-2
-0,7
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Prev.
2011
Proiez.
2012
La Banca Centrale irachena (CBI) mira a tenere bassa l’inflazione
attraverso la difesa della stabilità del tasso di cambio del dinaro iracheno, Stabilità del
dinaro iracheno
permettendo all’occorrenza il suo apprezzamento (come avvenuto 2006). In
sincronismo con la ripresa della valuta USA è stato ripristinato il regime di
cambio fisso con il dollaro e, dall’inizio del 2009, il dinaro continua a
mantenersi stabile senza mostrare problemi sintomatici di sopra/
sottovalutazione. Il cambio del nuovo dinaro iracheno è di 1170 IQD/$.
L’inflazione
Il tasso d’inflazione, stimato al 6% nel 2010, ha ripreso a crescere dopo la
rimane a
notevole discesa registrata tra il 2008 e il 2009, ma continua a mantenersi a cifra unica
cifra unica, nonostante le tensioni registrate dai prezzi dei generi alimentari
e dell’abbigliamento. In aprile il tasso risultava pari all’8% vs. aprile 2010.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
33
L’andamento dell’inflazione in Iraq (%)
60
55,5
50
40
35,0
30
20
30,7
24,0
19,3
9,1
10
6,8
6,0
8,5
0
-2,8
-10
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Prev
2011
Variazione % dei prezzi al consumo
Riduzione del Nei primi mesi del 2010, la CBI ha abbassato il tasso di sconto dal 7% al
tasso di sconto 6%, lasciandolo in seguito invariato. La Banca mantiene abbastanza
al 6% costanti anche le masse di valuta vendute all’asta ogni mese (circa 3-4
miliardi di $).
La disoccupazione
è al 15%
La disoccupazione è stimata in circa il 15%, ma un ulteriore 28% della
forza lavoro è sotto-occupata.
I posti di lavoro nel settore pubblico sono quasi raddoppiati rispetto al 2005,
e il settore fornisce il 43% dei posti di lavoro in Iraq. Secondo un’analisi
condotta dalle Nazioni Unite del 2008, il numero dei disoccupati sotto i 34
anni è molto elevato (più di un milione di persone).
La Finanziaria 2011
prevede un aumento
della spesa corrente
La Finanziaria del 2011, oltre al forte aumento degli investimenti in
infrastrutture, prevede un aumento della spesa corrente, dopo che era
rimasta pressoché costante in termini nominali nel corso dell’ultimo
triennio. Tale aumento è ascrivibile principalmente alle maggiori spese per
la sicurezza interna, per il Sistema di Distribuzione Pubblico (la principale
rete di protezione sociale del Paese) per i previsti aumenti salariali degli
insegnati (già deliberati nel 2010, ma poi rinviati a causa della peggiorata
situazione fiscale).
Nuovo piano
d’investimenti per
le infrastrutture
Il 25 Aprile 2011 il Governo ha approvato un programma d’investimenti in
nuove infrastrutture per 37 miliardi di dollari, che riguardano tra l’altro
Trasporti (10 mld$) e Autostrade (1,5 mld$), Educazione (5 mld$),
Istruzione Superiore (2 mld$), Risorse Idriche e Depurazione (5mld$),
Agricoltura (5 mld$) e Sanità (3 mld$).
34
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Per il Budget 2011 si prevede un volume di esportazioni di petrolio pari a Il Budget 2011 è
2,2 milioni di barili/giorno e si è assunto un prezzo medio all’esportazione basato sul prezzo
di 76,50 $ al barile
del greggio iracheno di 76,50$ dollari/barile.
Le entrate dello Stato, basate su tali assunzioni, non sarebbero però Il Deficit Pubblico
sufficienti a coprire le maggiori spese previste e dovrebbero comportare un potrebbe sfiorare
deficit dell’ordine del 14% del PIL, (superiore a quello del 2010, stimato il 14% del PIL
intorno al 10%) ma le autorità di Baghdad minimizzano il problema,
ritenendo che in realtà la copertura potrà provenire dai maggiori proventi
petroliferi e dagli aiuti internazionali.
E’ proseguito inoltre il miglioramento della posizione debitoria dell’Iraq.
All’inizio del 2009, il debito iracheno era stimato in circa 92 miliardi di
dollari, costituiti per 87,7 miliardi da debiti esteri e per 4,6 miliardi da
debiti interni. Il debito estero era composto prevalentemente da debiti
bilaterali con i Paesi del Club di Parigi (42,5 miliardi di $) e Paesi non
appartenenti al Club (circa 25 miliardi di $), debiti commerciali (circa 20
miliardi di $) e debiti multilaterali (0,5 miliardi $). Le stime del Fondo
Monetario Internazionale (FMI), basate su ipotesi di ulteriori cancellazioni
dei debiti comparabili a quelle già avvenute nell’ambito del Club di Parigi,
valutano una riduzione del debito a circa 42 miliardi di dollari nel 2011.
Le riserve di valuta internazionali derivanti dai proventi petroliferi
confluiscono nel Development Fund for Iraq (DFI), che è ancora sotto la
supervisione internazionale dell’ONU in base alla Risoluzione 1483. Alla
fine del 2010 sfioravano i 60 miliardi di dollari. La legge internazionale le
protegge dalle rivendicazioni di qualsiasi creditore; una loro quota del 5% è
annualmente destinata al rimborso dei danni di guerra spettanti al Kuwait.
Quando la supervisione dell’ONU verrà a scadenza, il 30 giugno 2011, la
gestione del DFI tornerà sotto il controllo sovrano del Governo iracheno,
ma verrà anche meno la garanzia internazionale sulla protezione dei fondi.
Con un recente e clamoroso annuncio, il Presidente del Parlamento iracheno
Osama al Nujaifi ha denunciato la sparizione di 17 miliardi di dollari dal
Fondo. "Potrebbero essere stati spesi da qualche parte, ma nei nostri
rendiconti non compaiono" è quanto ha dichiarato al-Nujaifi aggiungendo
che sono state formate due Commissioni per indagare dove sia finito il
denaro.
L’andamento della bilancia commerciale è previsto in lieve attivo nel 2010
(2% del PIL). La graduatoria dei paesi di proveniena delle importazioni
irachene, nel 2009, vedeva in testa la Turchia (24%), seguita dalla UE27
(17%), Siria (16,6%), Cina (8,5%) e Stati Uniti (8%). Le esportazioni
irachene erano invece dirette principalmente negli Stati Uniti (26,3%),
UE27 (23,8%), India (15,6%), Corea del Sud (10,3%) e Cina (8,7%).
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
35
La posizione debitoria
dell’Iraq migliora,
avvalendosi della
cancellazione
dei debiti
La supervisione ONU
sul “Development Fund
for Iraq” scadrà il
30 giugno 2011
Clamorosa sparizione
di 17 mld$ annunciata
dal Presidente
del Parlamento
Saldo commerciale
in attivo, nel 2010
I principali partner
commerciali
L’interscambio commerciale con l’Italia
L’interscambio
commerciale italiano è
in crescita
I dati relativi al valore dell’interscambio commerciale tra Italia e Iraq sono
rapidamente cresciuti nell’ultimo triennio, raggiungendo un livello di circa
3,5 miliardi di Euro all’anno, ma con esborsi dovuti alle importazioni
decisamente superiori agli introiti derivanti dalle esportazioni italiane.
I dati relativi al 2010, pur se provvisori, evidenziano un deficit commerciale
sfavorevole per l’Italia di 2,6 miliardi di euro, a fronte di importazioni per
circa 3,05 miliardi di euro ed esportazioni per 446 milioni di euro. Le
Deficit a 2,6 MLD
di euro nel 2010 importazioni italiane ordinariamente sono dominate dagli acquisti di
petrolio greggio (96,5% nel 2010), mentre le esportazioni italiane
riguardano in genere macchinari, motori, prodotti chimici e autoveicoli.
Interscambio commerciale dell’Italia con l’Iraq
Milioni di Euro
5.000
3.936
4.000
2.929
3.000
1.000
2.215
1.644
2.000
808
713
144
201
291
0
-1.000
-570
130
3.047
2.535
95
209
579
446
-607
-1.352
-2.000
-1.956
-2.085
-3.000
-2.833
-4.000
-2.602
-3.726
-5.000
2003
2004
2005
Importazioni dall'Iraq
Il giudizio SACE:
massimo rischio
con outlook
politico-operativo
negativo
Il 75% del valore
delle commesse 2010
risulta concentrato
a Baghdad e Bassora
2006
2007
2008
Esportazioni verso l'Iraq
2009
2010
Saldo
Nella classifica del Rischio Paese, aggiornata dalla SACE al 31 marzo
2011, l’Iraq risulta nella massima categoria di rischio OCSE (settima) con
un outlook negativo per il rischio politico e operativo, ma stabile per quello
economico e finanziario. Le condizioni di assicurabilità prevedono apertura
con condizioni per il rischio Sovrano e caso per caso per i rischi bancari e
privati e un Plafond Paese di 50 milioni di euro.
Nel 2010 circa 160 aziende di 35 diversi paesi hanno concluso accordi e
contratti di fornitura d’impianti e servizi e di altre attività commerciali per
un valore stimato in circa 50 miliardi di dollari. Circa il 40% di tale volume
di affari ha riguardato la capitale Baghdad, dove si stima che viva circa il
18% della popolazione irachena, seguita da Bassora (34%) e dalla KRG
(7%), Karbala (4%), Maysan (3%), Wasit (3%), Najaf (2,8%) e le rimanenti
aree.
36
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Il Consorzio Italiano Infrastrutture e Trasporti per l'Iraq (40% Anas), si è
aggiudicato i lavori di pre-progettazione (47 milioni di $) dell’area portuale
di al-Faw, a Bassora. Il porto, che avrà una capacità di movimentazione di
circa 100 milioni di tonnellate, rappresenterà la più grande struttura mai
realizzata in Iraq negli ultimi vent’anni. Il pool di aziende italiane (di cui
fanno parte Technital, Impregilo, Fincosit, Todini, Moratti, Condotte,
Progetto Europa, Sima, e Rsg Progetti) dovrebbe completare gli studi entro
i primi mesi del 2012, quando si procederà all’affidamento della
progettazione di dettaglio del progetto, il cui costo finale è valutato
nell’ordine di 5 miliardi di Euro.
La Danieli, in joint venture con un’impresa giordana, ha acquisito un
contratto per uno smelter/acciaieria nella regione autonoma del Kurdistan.
La FgTecnopolo si è aggiudicata una gara per la progettazione della
metropolitana di Erbil, capoluogo dell’omonimo Governatorato e capitale
del Governo Regionale del Kurdistan (KRG). Si tratta di un progetto del
valore di circa 400 milioni di dollari. L'offerta presentata da FGTecnopolo
ha avuto la meglio su quelle di altre società internazionali che avevano
partecipato alla gara, quali Siemens e Doppelmayr.
Valore dei contratti per forniture d’impianti, beni e servizi
ottenuti da imprese straniere in Iraq nel 2010
(Miliardi di dollari)
14,9
Turchia
8,0
Iran
4,2
Francia
3,3
Sud Corea
2,0
USA
1,7
Cina
UAE
1,3
Canada
1,2
Italia
1,2
UK
1,2
Australia
0,9
Russia
0,8
Giordania
0,7
0
2
4
6
8
10
12
14
16
Miliardi di dollari
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
37
Le commesse
italiane del
2010
Le commesse nel
settore dell’edilizia
ai primi posti
nel 2010
Nonostante i numerosi contratti petroliferi firmati con le compagnie
internazionali per l’esecuzione di servizi di esplorazione e perforazione
petrolifera, nel 2010 il maggior volume di affari ha riguardato il settore
delle costruzioni e dell’edilizia (abitazioni, scuole e moschee). I primi di
dicembre 2010 infatti è stato annunciato un mega contratto per la
ricostruzione di Sadr City e dintorni di Baghdad, affidata a un consorzio di
imprese Turche, per un valore stimato in 11,28 miliardi di $.
La Iraqi National Investment Commission insieme con il Ministry of
Planning iracheno prevede la necessità di costruire 3,5 milioni di abitazioni
entro il 2020, con un fabbisogno ritenuto pari a circa 25 miliardi di $ che
spera possa essere finanziato per circa l’85% dal settore privato.
Infrastrutture per i trasporti, settore elettrico, industria e idrocarburi hanno
assorbito gli altri maggiori importi contrattuali del 2010.
Ripartizione del valore dei contratti per impianti, beni e servizi
stipulati da imprese straniere in Iraq nel 2010
(Valori percentuali )
Costruzioni Residenziali
33,0%
16,0%
Infrastrutture per i Trasporti
Elettricità
14,0%
Industria
14,0%
13,0%
Petrolio e Gas
4,0%
Settore commerciale
3,0%
Acqua e Depurazione
2,0%
Salute
1,0%
Agricoltura
0
0
0
0
0
0
0
0
Valori percentuali
38
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
QUADRO ENERGETICO
Bilancio Energetico Nazionale
Secondo i dati della IEA, la produzione di energia primaria dell’Iraq nel Produzione e consumi
2008 sfiorava 118 milioni di tonnellate di petrolio equivalente, con un nazionali sostenuti
dal petrolio
contributo proveniente prevalentemente dal petrolio (98,6%) e dal gas
naturale (1,3%).
Il consumo complessivo delle fonti primarie (al netto dei bunkeraggi e delle
variazioni degli stock) risultava di poco inferiore a 34 milioni di TEP, ed
era coperto per il 95% dal petrolio, per il 4,4% dal gas naturale e per il resto
dall’energia idroelettrica (0,1%) e altre fonti rinnovabili e biomasse (0,5%).
Le esportazioni lorde, pari a circa 90 milioni di TEP, erano costituite L’export
essenzialmente da petrolio, a fronte di importazioni di prodotti petroliferi petrolifero netto
per oltre 7 milioni di tonnellate, alle quali il paese è ancora costretto a è in crescita
ricorrere.
IL BILANCIO DELL’ ENERGIA PRIMARIA NEL 2008
(Milioni di tonnellate equivalenti petrolio – TEP)
120
117,7
100
90,3
80
60
34,0
40
20
7,2
0,6
0
Produzione
Petrolio e prodotti
Importazioni
Esportazioni
Gas Naturale
Bunkers &
Var. Stocks
Idroelettrico
Consumo
Primario
Totale
Rinnovabili
La distribuzione degli usi finali dell’energia (24,9 milioni di TEP, dopo le
trasformazioni, gli autoconsumi e le perdite) vedeva al primo posto il
settore dei trasporti (41% circa), seguito dagli usi industriali (31%),
residenziali (13%) e gli altri impieghi (15%)
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
39
Consumi finali
prevalenti nei
trasporti
Petrolio
Riserve e Produzione
Nel decennio trascorso le riserve provate di petrolio dell’Iraq sono state
costantemente stimate intorno ai 115 miliardi di barili (ovvero circa il 10%
delle riserve convenzionali globali), ponendole quindi al quarto posto nella
graduatoria mondiale dopo l’Arabia Saudita, Venezuela e Iran (escludendo
le sabbie bituminose del Canada).
Le risorse sono
distribuite in 66
giacimenti conosciuti
Le riserve ufficiali
di petrolio innalzate a
143 miliardi di barili
Il patrimonio delle riserve di petrolio nel 2003 era distribuito tra 66
giacimenti già individuati, di cui almeno dieci classificati nella dimensione
dei supergiganti e dodici tra quelli giganti. Le riserve appartengono per
circa il 72% a reservoirs del periodo Cretaceo, per il 20% circa a strutture
del periodo Terziario e per il resto al periodo Giurassico e Triassico.
Tuttavia su circa 540 strutture geologiche conosciute, soltanto 136 erano
quelle accertate mediante la perforazione di pozzi, con le restanti 400 non
ancora testate da pozzi esplorativi (wildcats) o di delimitazione. L’Iraq per
molti anni ha registrato una delle medie più basse a livello mondiale per
numero di pozzi esplorativi eseguiti annualmente per 1.000 Kmq
Nel settembre 2010, fonti irachene hanno annunciato che a seguito degli
aggiornamenti delle valutazioni eseguite dalle compagnie petrolifere
internazionali presenti nel paese, le stime delle riserve provate
“ufficialmente certificate” sono state innalzate a 143 miliardi di barili. Ove
considerate le riserve di gas associato ai giacimenti di petrolio e quelle di
gas libero, il totale delle riserve provate di idrocarburi assommerebbe a 164
miliardi di barili di petrolio equivalenti.
Ripartizione delle riserve totali di idrocarburi dell’Iraq nel 2010
12,8%
87,2%
.
Petrolio
Le nuove riserve di
petrolio nella Regione
Autonoma del Kurdistan
potrebbero ammontare
a 30 miliardi di barili
Gas naturale
Inoltre, secondo dichiarazioni rilasciate dal Vice Primo Ministro
Hussain al-Shahristani durante l’International Oil Summit di Parigi di aprile
2011, sarebbero quantificabili in almeno 30 miliardi di barili le riserve
aggiuntive - pur se non ancora definitivamente certificate - che sono tuttora
oggetto di valutazioni nei nuovi giacimenti della Regione Autonoma del
Kurdistan. Qualora venissero accreditate, queste stime farebbero crescere le
riserve provate irachene di petrolio a 173 miliardi di barili.
40
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Il più grande dei giacimenti fino ad oggi rinvenuti in Iraq è quello di I campi petroliferi
Majnoon, ubicato nel sud del paese, le cui riserve sono state stimate in circa supergiganti
23-25 miliardi di barili, seguito dai campi Rumailah (20+), West Qurna dell’Iraq
(20+), East Baghdad (11+), Kirkuk (10+), Bin Umar (6+), Halfaya (4+),
Rattawi (3+), Nassiriya (2-3), Badra (3+), Suba-Luhais (2), Tuba (1,5),
Khurmala (1), Gharaf (1), Al-Ahdab (1), Najmah (0,9), Qayarah (0,8),
Rafidain (0,7) e Amara (0,5).
Le principali strutture petrolifere dell’Iraq
Le attività produttive sono condotte dalla North Oil Company-NOC (nei Le tre principali
governatorati di Kirkuk, Ninive, Erbil, Baghdad, Diyala e parte di Hilla e oil company
Kut), dalla Missan Oil Company-MOC (nel governatorato di Maysan) e irachene
dalla South Oil Company-SOC nei rimanenti campi meridionali del paese.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
41
Il petrolio iracheno presenta un qualità variabile, tra i 24° e i 42° API, con
un contenuto di zolfo in media al di sotto del 3%. Le due principali qualità
di greggio sono il Basrah Light (33,6 °API, zolfo 2,1%), che fa parte del
basket di riferimento dei greggi OPEC, e il Kirkuk (36 °API , zolfo 2%).
Produzione 2011
in crescita a
2,75 milioni b/g
La produzione irachena nel corso del 2010 è stata mediamente pari 2,35
milioni di barili/giorno ed è prevista in crescita a 2,75 milioni di barili
giorno nel 2011.
La produzione petrolifera (2003-2010)
Migliaia di barili/giorno
2.750
3.000
2.107
2.000
2.281 2.336 2.350
2.035
1.853 1.957
1.378
1.000
0
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Prev
2011
Petrolio greggio e altri liquidi
Capacità teorica
a 12 milioni b/g
in 7 anni
Previsioni conservative
della produzione
di petrolio
La questione del
rientro dell’Iraq
nell’OPEC
La produzione di petrolio dovrebbe aumentare considerevolmente nei
prossimi anni, dopo che tra il 2009 e il 2010 sono stati firmati una decina di
importanti accordi di sviluppo petrolifero con alcune compagnie
internazionali. In base ai loro piani di produzione presentati al Ministero del
Petrolio, la capacità produttiva irachena in teoria potrebbe raggiungere 12
milioni di barili/giorno nell’arco dei prossimi sette anni.
Tuttavia si dubita che l'Iraq possa raggiungere un tale livello di produzione
entro il 2017, rispetto ai livelli attuali – non solo in considerazione degli
enormi investimenti necessari nella logistica per adeguare in proporzione le
strutture portuali, gli oleodotti e gli impianti di stoccaggio, ma anche per le
logiche di mercato e di domanda – e pertanto alcuni istituti, tra cui la IEA,
ritengono più realistico, entro il 2017, un livello di produzione più basso.
Inoltre dovrà essere affrontato il problema dell’eventuale rientro dell’Iraq
nell’OPEC, che quasi certamente obbligherà gli altri paesi membri
dell'Organizzazione a ritagliare le proprie quote di produzione di greggio,
per evitare una eventuale sovrapproduzione. Per molti anni l'Iraq è stato
esentato dalle restrizioni della produzione imposte dall’OPEC, ma è molto
probabile che in futuro gli sarà richiesto di rientrare nel sistema e di
regolare la sua produzione nel rispetto dei criteri dell’OPEC.
42
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Il Ministero del Petrolio comunque sostiene che l’Iraq ha sopportato per L’Iraq aspira a
circa tre decenni esportazioni molto limitate e quindi dovrebbe poter recuperare i decenni
compensare tali perdite rimanendo esente dal sistema delle quote, almeno di export perduto
fino a quando la sua produzione non avrà raggiunto 4,5 milioni di
barili/giorno (nel 2013, secondo il target delle compagnie internazionali).
L’esame storico della quote di produzione irachene del passato mette in
evidenza che tra ottobre e dicembre 1989 la quota dell’Iraq arrivò a toccare
un massimo del 15,6% e che si è mantenuta superiore al 15% nell’intero
periodo intercorso tra il gennaio 1989 e luglio 1990.
Un’altra peculiarità consiste nel fatto che l’Iraq ha goduto della stessa
identica quota concessa all’Iran, sia nel periodo aprile 1982 - marzo 1983
sia nel periodo intercorso tra il gennaio 1989 e l’agosto del 1990.
Le quote OPEC
dell’Iraq nel
passato
La parità con l’Iran
negli anni ’80
Quote OPEC assegnate all’Iraq tra il 1982-1990
Allocation
Iraq
Migliaia b/g
1.200
1.200
1.466
1.540
2.640
2.783
2.926
3.140
3.140
Allocation OPEC
Produzione Iraq aprile 2011
2.655
Produzione Iran aprile 2011
3.666
28.985
(OPEC+Iraq)
26.329
(OPEC senza Iraq)
Periodo
Aprile 1982 - Ottobre 1984
Novembre 1984 - Ottobre 1986
Gennaio 1987 - Giugno 1987
Luglio 1987 - Dicembre 1987
Gennaio 1989 - Giugno 1989
Luglio 1989 - Settembre 1989
Ottobre 1989 - Dicembre 1989
Gennaio 1990 - Luglio 1990
Agosto 1990
Migliaia b/g
16.050
14.674
14.515
15,251
17.094
18.018
18.942
20.515
20.920
Quota % Iraq
Su OPEC
7,5%
8,2%
10,1%
10,1%
15,4%
15,4%
15,6%
15,3%
15,0%
9,2%
13,9%
E’ ragionevole supporre che l’Iraq possa pretendere una quota analoga a
quella del 1989-90 (pari al 15% del totale OPEC) quando gli sarà richiesto
di rientrare nel sistema. Semmai potrebbe richiedere una sostanziale parità
della sua quota con quella dell’Iran, che attualmente sfiora il 14%. Ma è
tuttavia quasi certo che la produzione irachena supererà quella dell’Iran, che
mostra evidenti segni di declino per il futuro (per scarsi investimenti).
Le riserve sono un ulteriore elemento importante nella definizione delle
quote OPEC. Tuttavia l’OPEC prevede che la chiamata per i suoi greggi
sarà di circa 33 milioni b/g nel 2020 e 39 milioni di b/g nel 2030. Nella
ipotesi che venisse riconosciuta una quota del 16%, all’Iraq potrebbe esser
concesso di esportare circa 5,3 milioni b/g di petrolio nel 2020 e 6,3 milioni
di barili/giorno di greggio nel 2030. Ulteriori 1,5 milioni di b/g potrebbero
essere assorbiti, entro il 2020, dai consumi interni e dalle esportazioni di
prodotti raffinati.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
43
Il peso delle riserve
nella determinazione
delle quote
Lo scenario della capacità di produzione petrolifera dell’Iraq al 2017
Milioni di barili/giorno
12,2
10,5
12
10
8,3
6,5
8
4,5
6
4
2,28
2,38
2,35
2,75
3,3
4,2
2
5,0
6,0
6,5
7,0
0
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Capacità Produttiva Contrattuale
Scenario Produttivo Conservativo
I volumi in questione dovrebbero provenire dai mega contratti di servizio
ventennali stipulati a seguito delle due gare succedutesi tra il 2009-2010.
Primo Bid Round
Contratti Servizio
del 2009
Secondo Bid Round
Contratti Servizio
del 2010
Il Primo Bid Round di assegnazioni, nel 2009, ha interessato i giacimenti di
Zubair (jv Eni-operatore/Sinopec/Oxy/Kogas), Rumailah (joint venture BPoperatore/CNPC) e West Qurna I (jv ExxonMobil-operatore/Shell), mentre
le offerte per Kirkuk sono state giudicate tutte inadeguate.
Con il Secondo Bid Round del 2010, che ha visto una più nutrita
partecipazione di compagnie petrolifere, sono stati conclusi sette contratti
riguardanti i giacimenti di: Badra (jv Gazpromneft-operatore/TPAO/Kogas/
Petronas), Gharaf (jv Petronas-operatore/Japex), Halfaya (jv CNPCoperatore/Petronas/Total), Majnoon (Shell-operatore/Petronas), Najmah
(Sonangol-operatore), Qayarah (Sonangol-operatore) e West Qurna II
(Lukoil-operatore/Statoil). Soltanto il giacimento di East Baghdad, invece,
non ha attratto alcuna offerta.
Dai nuovi campi petroliferi meridionali gestiti dalla irachena South Oil
Company inoltre proverrà un contributo produttivo aggiuntivo (circa 140
mila b/g già nel primo trimestre 2011) che dovrebbe salire a 240 mila b/g
nell’ultimo trimestre 2011.
I nuovi campi meridionali della South Oil Company
Anno 2011
Nahr Bin Umar
Ratawi
Luhais
Tuba
Nassiriya
1° Trimestre
2° Trimestre
3° Trimestre
4°Trimestre
45.000
10.000
60.000
10,000
15,000
50.000
14.000
70.000
15.000
20.000
60.000
18.000
80.000
20.000
30.000
70.000
25.000
85.000
30.000
30.000
140.000
169.000
208.000
240.000
44
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Principali contratti di servizio affidati a JV e compagnie internazionali
Contratti di
Servizio
Produzione
iniziale
I Bid Round
Rumailah
Plateau di
produzione
previsto
Milioni b/g
2,850
Milioni b/g
1,066
Compenso
per le
compagnie
Dollari/bbl
2,00
Joint Ventures e
Compagnie petrolifere
West Qurna I
2,325 + 0,500
0,244
2,00
ExxonMobil/R.D. Shell
Zubair
1,200
0,183
1,90
ENI/Sinopec/Oxy/Kogas
II Bid Round
Badra
0,170
5,50
Gazpromneft/TPAO/Kogas/Petronas
Gharaf
0,230
1,49
Petronas/Japex
Halfaya
0,535
0,003
1,40
CNPC/Petronas/Total
Majnoon
1,800
0,045
1,39
R.D. Shell/Petronas
Najmah
0,110
6,00
Sonangol
Qayarah
0,120
5,00
Sonangol
West Qurna II
1,800
1,15
Lukoil/Statoil
Totale
11,6
BP/CNPC
1,6
Dopo essersi aggiudicato nell’ottobre 2009 la licenza per lo sviluppo del
giacimento giant di Zubair, ubicato in prossimità di Bassora, il consorzio
formato dall’Eni (32,81%), la statunitense Oxy (23,44%) e la sud coreana
KOGAS (18,75%) ha firmato nel gennaio 2010 un Technical Service
Contract ventennale con le compagnie di Stato irachene South Oil
Company (SOC) e Missan Oil Company (con sede nel Governatorato di
Maysan) che prevede di aumentare entro sei anni la produzione del
giacimento di Zubair a 1,2 milioni di barili/giorno di petrolio (e di
mantenerlo almeno per altri sette anni), con un incremento di circa un
milione di b/g rispetto alla produzione iniziale di circa 183.000 b/g.
L’accordo, che ha comportato un Signature Bonus di 100 milioni di $ (non
recuperabile), prevede che il consorzio riceva 2 dollari a barile sulla
produzione incrementale una volta raggiunto un aumento produttivo del
10% rispetto al livello di produzione iniziale e un meccanismo di recupero
delle spese (cost oil recovery) che il consorzio prevede di sostenere (circa
20 miliardi di dollari d’investimenti) nel corso dei 20 anni di durata del
contratto. Le operazioni di perforazione sono affidate alla compagnia Iraqi
Drilling Company che nel maggio 2011 ha avviato l’esecuzione dei primi
nuovi pozzi previsti (23), nel quadro di un contratto biennale da 250
milioni di dollari che prevede anche la modernizzazione di 63 vecchi pozzi.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
45
Lo sviluppo di Zubair
assegnato alla jv.
guidata dall’Eni
Remunerazione
di 2,00 $/BBL
sulla produzione
incrementale
La BP sta lavorando con la China National Petroleum Corporation (CNPC)
sul campo petrolifero di Rumailah, per il quale si stima siano recuperabili
almeno 20 miliardi di barili di petrolio, nell'ipotesi di un fattore di recupero
del 40% delle riserve (53 miliardi di barili in situ, dopo 12 già prodotti). In
passato i pozzi di Rumailah sono arrivati a produrre circa 1,6 milioni di b/g.
Produzione di Il consorzio formato dalla BP (38%), CNPC (37%) e l’irachena State Oil
Rumailah prevista Marketing Organisation-SOMO (25%) ha l'obiettivo di triplicare la
a 2,85 milioni di b/g
produzione a 2,85 milioni di barili giorno, che lo renderebbe il secondo
giacimento petrolifero più grande del mondo (dopo quello saudita di
Ghawar). La remunerazione stabilita dal contratto ventennale, che ha
comportato un Signature Bonus di 500 milioni di dollari (che sarà
interamente recuperabile) è di 2,00 $/bbl. Dopo aver aumentato la
produzione del giacimento di circa 170.000 barili/giorno con il primo anno
di lavoro (oltre il 10% previsto rispetto alla produzione iniziale di circa 1
milione di b/g), nel maggio 2011 il consorzio ha potuto ritirare un primo
carico di greggio del valore di circa 200 milioni di dollari.
Lo sviluppo
di Rumailah
guidato dalla jv
BP/CNPC
La remunerazione di Il contratto relativo allo sviluppo di West Qurna Fase I (circa 9 miliardi di
West Qurna fase I barili) è stato assegnato al consorzio guidato dalla ExxonMobil (60%),
a 1,90 $/BBL insieme a R.D. Shell (15%) e alla irachena Oil Exploration Co.(25%).
Il target produttivo è
stato innalzato a
2,83 milioni di b/g
Lo sviluppo di Badra,
assegnato alla jv a
guida Gazpromneft,
prevede un compenso
di 5,50 $/BBL
La produzione è stata già aumentata di 100 mila b/g a 340 mila b/g e si
prevede di raggiungere 400 mila b/g entro la fine del 2011. Il target
produttivo inizialmente previsto in 2,3 milioni di barili/giorno per il 2017 è
stato innalzato nel novembre scorso a 2,825 milioni di barili/giorno. Il
progetto dovrebbe comportare un costo di circa 50 miliardi di $ (25 relativi
a investimenti e 25 a spese correnti), che secondo il Ministero del Petrolio
dovrebbe creare circa 100.000 posti di lavoro. Il progetto include la
perforazione di 1.500 nuovi pozzi che si aggiungeranno ai circa 370 già
esistenti. La remuneration fee prevista è di 1,90 $/bbl, rispetto ai 4$
richiesti inizialmente. Alcuni contratti di perforazione e assistenza sono
stati affidati a Schulmberger e Halliburton.
Le riserve del giacimento di Badra, che è situato nel Governatorato
orientale di Wassit, sono stimate in circa 3 miliardi di barili di petrolio.
La gara relativa al suo sviluppo è stata vinta dal consorzio internazionale
costituito da GazpromNeft (30%) in veste di operatore, dalla coreana
46
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
KOGAS (22%), la malese Petronas (15%) e la TPAO turca (7,5%), nel
quale il governo iracheno è rappresentato dalla Oil Exploration Company
(OEC) con una quota del 25%. La remunerazione è di 5,5 $/bbl.
Il progetto di sviluppo di Badra dovrebbe durare per 20 anni con un'opzione
di proroga di cinque anni. La produzione di petrolio è prevista in 170.000
b/g mentre gli investimenti dovrebbero ammontare a 2 miliardi di dollari.
GazpromNeft ha assegnato un contratto per l’esecuzione del Front End FEED del progetto
Engineering Design (FEED) del progetto alla francese Technip, che affidato alla
prevede di completarlo entro la fine di giugno 2011. Successivamente sarà Technip
possibile selezionare i contractor onde poter avviare i lavori nel 2013, come
previsto contrattualmente. Il campo petrolifero, posto sul confine orientale,
richiede un coordinamento congiunto con l’Iran.
La malese Petronas e la Japan Exploration Co. (JAPEX) si sono aggiudicate
lo sviluppo del campo petrolifero di Gharaf, le cui riserve sono stimate in
circa 900 milioni di barili di petrolio. La partecipazione della Petronas nel
progetto è del 45%, con il 30% detenuto dalla JPEX e il 25% da una società
di stato irachena. Il contratto ventennale comporterà un costo di circa 7
miliardi di $ e una produzione al 2017 di 230 mila barili giorno, attraverso
una ventina di pozzi. Entro l’ultimo trimestre del 2011 la produzione
dovrebbe comunque arrivare a 35 mila b/g. La remunerazione prevista è di
1,49 $/bbl. Petronas inoltre collabora con R.D.Shell nel progetto Majnoon.
Contratto Gharaf
aggiudicato alla jv
Petronas/Japex
remunerato con
1,49 $/BBL
Il contratto relativo allo sviluppo del giacimento di Halfaya è stato Per Halfaya il
assegnato al consorzio formato da China National Petroleum Company compenso è di
(37%), Total (18,75%) e Petronas (18,75%) a fronte di un bonus non 1,40 $/BBL
recuperabile di 150 milioni di dollari. Il gruppo sarà ricompensato con una
remunerazione di 1,40 dollari al barile. Le riserve di Halfaya sono stimate
in 4,1 miliardi di barili di petrolio, ma potrebbero ammontare fino a 15
miliardi di barili. Il consorzio si è impegnato a incrementare la produzione
fino a 535 mila barili/giorno rispetto a una produzione di poco superiore ai
3.000 barili/giorno nel 2010. Il consorzio ha emesso un tender, che scadrà
alla fine di giugno, che mira a poter avviare le operazioni di perforazione
entro il 2011. Sono previsti almeno 300 pozzi in cinque anni.
La corporazione cinese CNPC è stata la prima compagnia rientrata nel
paese, nel 2008, con la firma di un contratto di servizio (di 23 anni) relativo
allo sviluppo del giacimento Al-Ahdab (con riserve stimate in 1 miliardo di
barili), per il quale si prevede una produzione di 23 mila barili/giorno nei
primi tre anni e di 115 mila b/g a partire dal settimo anno. Collabora inoltre
con la BP allo sviluppo di Rumailah.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
47
La CNPC è stata la
prima compagnia a
rientrare nel paese,
nel 2008
La Joint Venture capitanata dalla Royal Dutch Shell (45%) e Petronas
(30%) in associazione con la compagnia irachena (25%), ha assunto il
contratto di servizio relativo allo sviluppo delle riserve di Majnoon, a fronte
di un corrispettivo di 1,39 $/barile, risultando vincitrice rispetto a circa una
quarantina di concorrenti.
Scoperto nel 1975 dalla brasiliana Braspetro, il giacimento di Majnoon è il
maggior reservoir iracheno; tuttavia a causa della guerra con l’Iran il
giacimento è stato gravemente danneggiato.
Plateau produttivo Il consorzio prevede di aumentare la produzione fino ad un plateau di 1,8
previsto a milioni di barili/giorno entro un periodo di sette anni. Il contratto di servizio
1,8 milioni di b/g comprende la perforazione di più di 40 pozzi di produzione, la costruzione
di tre stazioni di separazione del gas e di due raffinerie di petrolio greggio
con una capacità 100 mila barili/giorno ciascuna. Nella prima fase del
progetto, il consorzio intende aumentare la produzione da 45.000 a 175.000
barili/giorno entro la fine del 2012. nella seconda fase verranno perforati
più di 1.000 nuovi pozzi produttivi e circa 500 pozzi di iniezione di acqua.
Sviluppo di Majnoon
affidato alla jv
Shell/Petronas con
un compenso di
1,39 $/BBL
Sonangol vincitrice a
Najmah e Qayarah,
con compensi più
elevati per i maggiori
rischi operativi
La società angolana Sonangol National Oil Company ha vinto le offerte
relative allo sviluppo di due giacimenti di petrolio, Najmah e Qayarah,
ubicati nella provincia di Nineveh, una delle più turbolente dell’Iraq.
La società riceverà per ogni barile di petrolio prodotto compensi di 6,00 $ a
Najmah e di 5,00 $ a Qayarah, che tengono conto dei maggiori rischi
operativi nelle due aree. Entrambi i contratti hanno comportato dei
Signature Bonus non recuperabili di 100 milioni di $.
Lo sviluppo del campo petrolifero di Najmah è stato affidato al Consorzio
formato dalla Sonangol (75%) con la North Oil Company irachena (25%).
Il progetto prevede di raggiungere una capacità produttiva di 110.000
barili/giorno entro il 2017. Le sue riserve sono stimate in circa 900 milioni
di barili di petrolio.
Il greggio extra
pesante di
Qayarah
Il petrolio di Qayarah, che presenta una gravità API di 15°, è di gran lunga
il più pesante tra i greggi iracheni. Le sue riserve sono stimate in 800
milioni di barili. Dovrà essere opportunamente alleggerito (a 21-24 °API)
per consentire il suo trasporto mediante oleodotto. Gli investimenti si
aggireranno intorno a 2 miliardi di $ e il plateau di produzione è previsto in
120 mila barili/giorno.
48
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Il consorzio Lukoil (85%) - Statoil (15%) si è aggiudicato lo sfruttamento
del campo petrolifero di Qurna Ovest Fase II, nel sud dell'Iraq. L'obiettivo è
di produrre 1,8 milioni di barili al giorno entro sei anni. Le riserve
producibili del campo più esteso del sud del Paese nella Fase II sono stimate
in 12,8 miliardi di barili.
La produzione del giacimento sarà avviata nel 2013 e dovrebbe raggiungere
raggiungere un livello di 150 mila barili/giorno, con la previsione di arrivare
a 400 mila entro il 2014.
Il compenso, stabilito in 1,15 $/bbl è risultato il più basso tra tutti i contratti
del primo e secondo round di assegnazioni. Il contratto ha comportato un
Signature Bonus di 150 milioni di dollari, non recuperabile.
Alcune rivendicazioni tribali irachene pongono tuttavia potenziali problemi e
rallentamenti allo sviluppo del progetto. Lo sceicco Rashash, ex generale
dell'esercito iracheno, della tribù al-Imara rivendica risarcimenti per
l’utilizzo dei terreni e il Governo è stato costretto a istituire comitati di
negoziazione con la comunità locale. Problemi simili si sono verificati anche
con la tribù Mansour Bani nel caso dello sviluppo di West-Qurna 1
(ExxonMobil) e di Majnoon (Shell/Petronas).
*
*
*
Se le produzioni di tutti i campi saranno conformi ai piani di sviluppo
contrattuali, si stima che circa 15 miliardi di barili di petrolio potranno essere
prodotti durante il periodo di build-up settennale della produzione, seguiti
da circa 30 miliardi di barili durante il periodo di mantenimento del plateau
(7 anni) e infine da circa 25 miliardi di barili nel rimanente periodo di
declino, fino alla fine dei contratti.
A dispetto dello scetticismo di alcuni analisti, è indubbio che le compagnie
petrolifere internazionali saranno interessate a rispettare gli impegni
contrattuali assunti e massimizzare i loro compensi, recuperando pienamente
gli enormi investimenti e costi che saranno sostenuti nel ventennio stabilito.
Sviluppo West Qurna
Fase 2 affidato alla
JV Lukoil /Statoil
Compenso minimo
di 1,15 $/BBL
per West-Qurna 2
Rallentamenti dovuti
a rivendicazioni
tribali
I piani di sviluppo in 20
anni produrrebbero
circa il 50% delle
riserve provate
di petrolio
Le Major petrolifere
internazionali sono
interessate a onorare
gli impegni contrattuali
Le esportazioni petrolifere
Le esportazioni irachene di petrolio, usualmente risultano dirette soprattutto
Oltre 40% dell’export
nell’Area Asiatica (43,5%), in Europa (27%), Nord America (25%) e in petrolifero è
minor misura in America Latina (3,%) e altri paesi del Medio Oriente.
diretto in Asia
I quantitativi riguardano prevalentemente il greggio Basrah Light (70-80%)
caricato nei terminal portuali meridionali e il Kirkuk blend (20-25%)
destinato al terminal di Ceyhan, sul Mediterraneo.
Il sistema iracheno di misurazione e verifica delle esportazioni risulta Il sistema di misura e
tuttavia ancora molto carente. Secondo un report della Price Waterhouse & verifica dell’export è
Coopers e dell’ International Advisory and Monitoring Board (IAMB) ancora carente
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
49
dell’ONU, la sua messa a punto finale, prevista per il 2012, arriva finora a
coprire meno del 40% del programma di procedura previsto.
Record dell’export
petrolifero nei primi
mesi del 2011
Nei mesi di marzo-aprile 2011 il Ministero del Petrolio ha registrato un
record delle entrate petrolifere. Il rialzo dei prezzi combinato con l’aumento
delle esportazioni (superiori per il quarto mese consecutivo a 2 milioni di
barili/giorno), ha portato nelle casse irachene oltre 26,6 miliardi di $, con
valori medi mensili mai registrati dal 2003. La lieve flessione dei volumi in
Aprile è stata determinata da condizioni climatiche avverse.
Esportazioni irachene di greggio Basrah Light e Kirkuk Blend
BASRAH CRUDE
KIRKUK CRUDE
TOTALE
QUANTITA’
VALORE
QUANTITA’
VALORE
QUANTITA’
VALORE
MILIONI
MILIONI
MILIONI
MILIONI
MILIONI
MILIONI
BARILI
DOLLARI
BARILI
DOLLARI
BARILI
DOLLARI
44,4
44,9
45,2
46,2
46,0
47,4
54,0
47,8
52,3
49,7
3.137
3.191
3.280
3.533
3.693
4.078
4.880
4.701
5.551
5.638
11,9
10,5
15,4
12,5
11,3
13,1
13,0
13,8
14,6
14,5
872
766
1.148
993
925
1.144
1.202
1.363
1.616
1.704
56,3
55,4
60,6
58,7
57,3
60,5
67,0
61,6
66,9
64,2
4.009
3.957
4.428
4.526
4.618
5.222
6.082
6.064
7.167
7.342
ANNO
2010
LUGLIO
AGOSTO
SETTEMBRE
OTTOBRE
NOVEMBRE
DICEMBRE
2011
GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
APRILE
Le importazioni
italiane di
greggio
PREZZO
MEDIO
US$/BBL
71,21
71,43
73,07
77,10
80,59
86,31
90,78
98,44
107,13
114,13
Nel 2010 l’Italia ha importato circa 64 milioni di barili (8,8 milioni di
tonnellate di petrolio), mentre nel primo trimestre del 2011 le importazioni
hanno sfiorato circa 7 milioni di barili (poco meno di 1 milione di
tonnellate).
Importazioni di petrolio e semilavorati dell’Italia dall’Iraq
(Dei committenti nazionali - Migliaia di tonnellate)
10.000
9.000
8.000
7.000
6.000
5.000
4.000
3.000
2.000
1.000
0
Petrolio
Semilavorati
8.456
8.827
8.888
8.849
6.801
5.855
3.456
4.041
920
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Gen-Mar
2011
50
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Le infrastrutture per il trasporto del petrolio
L’Iraq possiede una rete di trasporto del petrolio che risulta ancor oggi
pesantemente menomata da anni di guerre e sanzioni.
La principale infrastruttura interna è rappresentata dallo Strategic Pipeline,
che collega i giacimenti meridionali di Rumailah con gli oleodotti del nord, e
viceversa, permettendo all’Iraq una flessibilità nei flussi di esportazione.
Costruito inizialmente con un sistema di condotte da 18-42 pollici nel 1970,
è stato ampliato nei primi anni ’90 con una seconda linea da 42-48 pollici
che duplicò la sua capacità a 1,4 milioni di barili/giorno. La sua estensione
totale è di circa 760 km, con un tratto di 655 km che congiunge Rumailah
con Haditha (a nord) e una sezione di 105 km. che da Rumailah raggiunge
gli impianti di stoccaggio di Fao (105 km), a loro volta collegati con
oleodotti sottomarini ai terminali di caricamento di Mina Al Bakr e Khor Al
Amaya. La stazione principale di pompaggio della linea (K-3 di Haditha) e
tre stazioni intermedie vennero quasi totalmente distrutte durante la guerra
del 1991 e sono state riparate nel lontano 1992. Oggi, la rotta di
esportazione verso sud è in grado di portare fino a 1,7 milioni di barili
giorno sul Golfo Arabico, ma il suo pessimo stato di conservazione rischia,
ogni giorno, di provocare un disastro ambientale.
Lo Strategic Pipeline
asse portante del
sistema di trasporto
petrolifero
L’oleodotto Iraq-Turchia, che collega i campi di Kirkuk a Ceyhan, è lungo La capacità dell’ITP è
960 chilometri ed è costituito da due condotte parallele: la prima è stata ridotta a meno
progettata per trasportare 1,1 milioni di barili/giorno; la seconda ha invece di un terzo
una capacità di 0,5 milioni di barili. La capacità complessiva dell’oleodotto,
lungo il cui tracciato sono presenti cinque stazioni di pompaggio, sarebbe in
teoria di 1,65 milioni di barili al giorno. Tuttavia il sistema per difficoltà
tecniche e problemi di corrosione è in grado di sostenere soltanto il trasporto
di 500 mila barili/giorno; inoltre è bersaglio di continui attentati che hanno
spesso interrotto il suo funzionamento dal 2003 ad oggi.
L’oleodotto Iraq Petroleum Saudi Arabia (IPSA), costruito durante la L’opzione IPSA, in
guerra Iran-Iraq per eludere gli attacchi alle petroliere irachene nel Golfo Arabia Saudita è
Persico, aveva una capacità di trasporto di 1,6 milioni di barili/giorno, impercorribile
raggiungendo dai giacimenti meridionali iracheni il porto saudita di Yanbu, a
nord di Gedda, sul Mar Rosso. Venne chiuso dai sauditi a seguito della
invasione irachena del Kuwait. Dopo essere rimasto inattivo per molti anni è
stato utilizzato dall’Arabia Saudita per il trasporto del proprio greggio.
L’Arabia Saudita ne rivendica la proprietà, anche se l’Iraq non è d’accordo.
L’ipotesi di un suo utilizzo, per gli scopi iracheni, oggi è impensabile.
L’Oleodotto Iraq-Siria, attraverso un percorso di circa 800 km, collega i
giacimenti di Kirkuk con Banias sulla costa mediterranea. E’ rimasto inattivo
per più di 20 anni, anche se tra il 2001-2003 è stato utilizzato per trasportare
illegalmente del petrolio (circa 150-200 mila barili/giorno) al di fuori degli
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
51
Il revamping del
vecchio oleodotto
vs la Siria è
stato accantonato
schemi ONU. Un progetto per renderlo nuovamente operativo portandone la
capacità dagli attuali 300 mila a 1,4 milioni di barili al giorno, è stato
accantonato perché ritenuto troppo oneroso rispetto alla costruzione di una
nuova condotta.
Le infrastrutture di trasporto del petrolio e del gas
Il Ministero del Petrolio iracheno si è pertanto deciso a intraprendere un
vasto progetto di potenziamento del network di trasporto interno ed estero
52
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
del petrolio (e del gas naturale) che potrebbe comportare una spesa di circa
50 miliardi di dollari.
A tal fine, nella metà di maggio 2011, ha firmato un contratto di 13,3 milioni Nuovo Master Plan
dollari con la società di consulenza canadese SNC-Lavalin per sviluppare affidato alla canadese
una rete di nuovi oleodotti che potenzieranno la capacità dello Strategic SNC Lavalin
Pipeline (con una terza linea) e le capacità dell’export verso Siria e Turchia.
Una prima fase comprenderebbe un nuovo oleodotto di 650 km con una Nuova costola per
capacità di 1,75 milioni di barili/giorno che dall’area di Bassora, dove si lo Strategic Pipeline
trovano i due terzi delle riserve petrolifere irachene, dovrebbe raggiungere
Haditha, nel Governatorato di Anbar. Di lì, due nuove linee correrebbero
verso la Siria e mentre una terza dovrebbe ricollegarsi con l’oleodotto diretto
in Turchia.
Nel settembre 2010 Baghdad ha già siglato un accordo con la Turchia per la Il potenziamento
riabilitazione e l’ampliamento dell’oleodotto che trasporta il greggio dai dell’ITP verso
campi petroliferi settentrionali di Kirkuk al terminale portuale turco di la Turchia
Ceyhan, sulla costa orientale del Mediterraneo. La condotta da 30 pollici
presenta problemi di corrosione e necessita della riparazione della stazione
di pompaggio IT-2, nei pressi della città di Mosul. I nuovi piani farebbero
aumentare la capacità di export verso la Turchia di 1,25 milioni di b/g.
Inoltre l’Iraq e la Siria hanno annunciato un piano per costruire due nuove
linee con una capacità complessiva di 2,75 milioni di barili/giorno. La prima
(1,25 milioni di b/g) dovrebbe collegare Kirkuk con il porto siriano di
Banias, mentre la seconda (1,5 milioni di b/g) proveniente dall’area di
Bassora dovrebbe raggiungere Baghdad e poi Tartous, sul Mediterraneo.
Due nuovi oleodotti vs
Banias e Tartous,
sul Mediterraneo
per 2,75 milioni di b/g
Baghdad avrebbe anche intenzione di costruire un oleodotto verso la Ipotesi non ancora
Giordania, storico acquirente del petrolio iracheno, ma non è stata ancora definite vs
resa nota la sua capacità. Certamente dovrebbe superare gli attuali 10.000 la Giordania
barili/giorno di greggio che l’Iraq esporta nel Regno Ascemita mediante
autobotti (presso la raffineria di Zarqa a nord di Amman).
Riabilitare anche i terminal petroliferi vicino a Bassora, che gestiscono le
esportazioni verso sud attraverso il Golfo Persico, sarà essenziale per
accogliere l’aumento di produzione atteso dai giacimenti “giant” del sud, che
sono in fase di sviluppo da parte delle compagnie petrolifere internazionali.
La South Oil Co,. nel marzo 2009, ha affidato a Foster Wheeler un contratto
di ingegneria per l'espansione della capacità a 4,5 milioni di barili/giorno.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
53
Ingegneria per
ampliamento terminali
di Bassora affidata a
Foster Wheeler
Raffinazione e petrolchimica
La capacità nominale
di raffinazione è
di 820 mila b/g
I tassi di utilizzo
e le rese sono
molto bassi
Previste quattro
nuove raffinerie,
per 740 mila b/g
L’Iraq possiede una dozzina di raffinerie, con una capacità di distillazione
totale di 824 mila barili/giorno. Gli impianti maggiori sono quelli di Baiji,
nel Nord (due unità, Salahiddin e Baiji North, con una capacità complessiva
di 310 mila b/g), di Bassora, nel Sud del paese con una capacità di 140 mila
b/g, e Daura, a sud di Baghdad con una capacità di 142 mila b/g. Presso i
rimanenti impianti di Khanaqin, Samawah, Haditha, Mufthiah, Qayarah,
Najaf, Mosul e Kirkuk le capacità variano tra 30.000 e 4.000 barili/giorno.
Le raffinerie complessivamente evidenziano un tasso di utilizzazione molto
basso (55% circa nel 2009, a causa delle loro pessime condizioni) e una
bassa qualità dei prodotti raffinati. La produzione di prodotti raffinati nel
2009 si aggirava sui 460 mila barili giorno, determinando un deficit di virgin
nafta, benzine e distillati medi, a fronte di un consumo interno di prodotti
petroliferi valutato in oltre 600 mila barili giorno.
Per ovviare a tali problemi, il piano decennale 2008-2017 prevede di
aumentare la capacità di raffinazione del paese a circa 1,6 milioni di
barili/giorno, attraverso la costruzione di quattro nuove raffinerie e
l’espansione di alcune unità presso siti già esistenti. Gli investimenti richiesti
potrebbero superare i 23 miliardi di dollari.
Le nuove raffinerie previste
Capacità prevista
barili/giorno
Investimenti
miliardi di $
Kerbala
Missan
Kirkuk
Nassiriyah
140.000
150.000
150.000
300.000
5 Bn $
5 Bn $
5 Bn $
8 Bn $
Totale
740.000
23 Bn $
Status dei lavori
FEED assegnato a Technip Italia
FEED assegnato a Gruppo Shaw
FEED assegnato a Gruppo Shaw
FEED assegnato a Foster Wheeler
Il Parlamento iracheno, nel tentativo di attirare gli investitori stranieri nella
Sconto del 5% sul costruzione delle nuove raffinerie, ha migliorato gli incentivi già previsti,
prezzo del greggio
aumentando dall’1% al 5% lo sconto offerto sul prezzo del greggio
offerto agli investitori
nella raffinazione acquistato dalle raffinerie. Lo sconto, valido per un periodo di 50 anni,
avrebbe comunque dei limiti, compresi tra un minimo di 4$/barile e un
massimo di 8 $/barile.
FEED della raffineria La progettazione di front end della nuova raffineria di Kerbala, che tratterà
di Karbala affidato 140.000 barili al giorno di greggio, è stata affidata all’italiana Technip Italy
a Technip Italia SpA, mentre lo Studio Tecnologie e Progetti-STP ha acquisito alcuni lavori
relativi alla raffineria di Daura.
54
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
La UOP-Honeywell è stata selezionata per la fornitura dei suoi processi Processi UOP per
(reforming, isomerizzazione, fluid catalitic cracking-FCC, hydrotreating e le raffinerie di Missan,
Kirkuk e Nassiriyah
catalizzatori) alle raffinerie di Missan, Kirkuk e Nassiriyah.
Attività upstream nella Regione Autonoma Curda
La prevista Legge irachena sugli Idrocarburi, che attende in Parlamento la La Legge irachena
sua approvazione definitiva fin dal 2008, è articolata intorno a quattro sugli Idrocarburi è
principali obiettivi: gestire gli investimenti nelle attività di ricerca e ancora in gestazione
sviluppo delle risorse petrolifere; gestire il gettito petrolifero tra compagnie
Province e Governo federale; ristrutturare il Ministero del Petrolio;
ricostituire la società nazionale Iraq National Oil Company (INOC).
Tuttavia poiché la Costituzione irachena attribuisce ai governi regionali il Il KRG ha approvato
diritto “ to explore for, and develop petroleum from new fields ( those not nel 2007 una propria
already in commercial production) on their territory” il Kurdistan Regional legislazione petrolifera
Goverment-KRG (formalmente costituito nel maggio 2006) ha approvato
nel 2007 una propria Legge sugli idrocarburi, nonostante la mancanza della
Legge nazionale, che ha portato al riconoscimento di 37 accordi di tipo
Production Sharing Contract (PSC) con 42 compagnie straniere relativi allo
sviluppo di nuovi giacimenti.
Alcuni contratti, firmati addirittura negli anni precedenti (2002-2004),
hanno portato alla produzione odierna di circa 50 mila b/g di greggio 24
°API nel campo di Tawke (operato dalla compagnia norvegese Det Norske
Oljeselskap-DNO) e allo sviluppo del campo di Taq Taq (circa 40 mila b/g)
da parte della joint venture costituita dalla turca Genel Energy con la
canadese Addak Petroleum Corporation (acquisita nel giugno 2009 dalla
cinese Sinopec). Tali contratti sono divenuti oggetto di una contesa tra il
Governo nazionale e il KRG nel 2009, che è sfociata nella temporanea
sospensione dei pagamenti e delle esportazioni.
Tuttavia il Governo centrale nel febbraio scorso ha accettato, in linea di
principio, il pagamento di un anticipo di 243 milioni di dollari, da parte
delle autorità locali alle compagnie DNO, Genel Enerji e Sinopec, sulla
base di un accordo che secondo indiscrezioni prevedrebbe che una quota del
17% dei ricavi petroliferi sia a favore del KRG.
I contratti PSC del
KRG sono contestati
dal Governo centrale
Sbloccati gli anticipi
agli operatori esteri
nel Kurdistan
Il Vice Primo Ministro al-Shahristani ha comunque affermato che tutti i I PSC dovranno
PSC firmati dal KRG con le compagnie internazionali dovranno essere essere convertiti in
trasformati in Contratti di Servizio, per essere approvati dal Governo Contratti di Servizio
centrale.
Intanto il Ministro del Petrolio al-Luaibi ha annunciato la messa all’asta Annunciato quarto
di dodici giacimenti, cinque relativi al petrolio e sette riguardanti il gas, che Bid Round per nuovi
saranno offerti alle imprese estere entro fine gennaio 2012. I nuovi 12 giacimenti,
giacimenti potrebbero portare a un aumento delle riserve di 10 miliardi di nel gennaio 2012
barili di petrolio e di oltre 700 miliardi di metri cubi per il gas naturale.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
55
Gas naturale
Riserve, produzione e consumi
Le riserve di gas,
pari a 3.170 mld mc,
sono costituite per il
70% da gas associato
al petrolio
Una minima parte
della produzione è
commercializzata
Le riserve provate di gas naturale dell’Iraq sono stimate in 3.170 miliardi di
metri cubi, equivalenti all’l,6% delle riserve mondiali di gas, che pongono il
Paese al tredicesimo posto della graduatoria alle spalle dell’Indonesia.
Oltre il 70% delle riserve sono costituite da gas associato a giacimenti di
petrolio, come quelli Kirkuk a nord e di Majnoon, Halfaya, Nassiriya,
Rumailah, West Qurna e Zubair a sud.
Nel 2009 l’Iraq registrava una produzione lorda di gas di circa 16,6 miliardi
di metri cubi standard, di cui soltanto 1,15 miliardi di metri cubi risultavano
commercializzati, con il resto dei quantitativi re-iniettati nei giacimenti di
petrolio (1 miliardo di mc), bruciati in torcia (7 mld di mc) e perduti (7,5
mld di mc). Tale situazione poneva l’Iraq al penultimo posto tra i paesi
produttori del Medio Oriente, davanti soltanto allo Yemen e alla Giordania.
Produzione lorda, commercializzata e re-iniettata, di gas naturale
(Miliardi di metri cubi)
18000
16000
14000
12000
10000
8000
6000
4000
2000
0
16.580
14.780
13.600
1.560
0
2003
11.350
10.500
9.500
1.000
500
2004
Produzione Lorda
1.450
800
2005
11.900
1.450
800
2006
1.460
763
2007
Produzione Commercializzata
1.880
900
2008
1.149
968
2009
Produzione Reiniettata
Le produzioni più importanti nel Nord dell’Iraq sono provenienti da Kirkuk,
I principali Ain Zalah, Butma e Bai Hassan, mentre al Sud si distinguono quelle di
giacimenti di gas Rumailah, West Qurna e Zubair. L’unica produzione di gas naturale non
libero e associato associato al petrolio proviene dal giacimento di al-Anfal, nelle vicinanze dei
campi di Kirkuk, le cui riserve sono stimate approssimativamente in 50
miliardi di metri cubi.
La Southern
Gas Area
Gli impianti più importanti per la raccolta e il trattamento del gas naturale
risiedono nella “Southern Area Gas”, progettata nel 1985 e diventata
operativa nel 1990. E’ costituita da nove punti di raccolta, da un impianto di
trattamento del gas, con una capacità di circa 40 milioni di metri cubi
giorno e da un gasdotto che trasporta il gas agli impianti di Zubair e di
56
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Basrah. Altri gasdotti non ancora completamente riabilitati riguardano la
linea tra West Qurna e Baghdad e il gasdotto tra Rumailah e il Kuwait (da
Il vecchio gasdotto
40 pollici e 8 milioni di mc/giorno, costruito negli anni ‘80) che lungo un Rumailah-Kuwait
percorso di 160 km raggiunge il centro di raccolta kuwaitiano di Amadh è inattivo
(attualmente è in funzione solo il tratto tra Rumailah sud e Rumailah nord).
Altri quattro importanti giacimenti di gas non associato non ancora in
produzione, Chemchamal (59 mld mc), Jaria Pika (25 mld mc), Khashm al
Ahmar (40 mld mc) e Mansuriya (100 mld mc), sono ubicati nelle province
del Kirkuk e di Diyala.
Nell’ottobre 2010, l'Iraq ha lanciato una gara (Terzo Bid Round) per Il Terzo Bid Round
l’assegnazione di contratti ventennali di sviluppo di tre giacimenti di gas di aree relative al
naturale non associato, le cui riserve complessive sono valutate in circa 300 gas naturale
miliardi di metri cubi di gas.
Le offerte sono state aggiudicate in base alla tariffa di retribuzione richiesta
dalle compagnie in dollari per barile di olio equivalente (boe) prodotto a
fronte degli obiettivi di produzione espressi in milioni di metri cubi
standard giorno (MMSCFD) di gas secco, che saranno interamente ritirati
dalla controparte irachena.
Per Mansuriya l’offerta vincente è stata quella relativa a un compenso di I compensi per i
7,00$/boe a fronte di un plateau di produzione previsto a 320 MMSCFD.
giacimenti di
La quota di compenso vincitrice per Siba è stata di 7,50 $ per boe a fronte Mansuriyah e Siba
di un plateau di produzione previsto a 100 MMSCFD.
Terzo Bid Round di Assegnazione di giacimenti di gas naturale
Giacimenti
Provincia
Riserve
Mld mc
Compenso
Compagnie
Joint Ventures & Compagnie Internazionali
Akkas
Anbar
160
5,50$/boe
Mansuriyah
Diyala
110
7,00$/boe
Siba
Bassora
30
7,50$/boe
Korea Gas Corporation-KOGAS (75%,
operatore), Iraq North Oil (25%)
TPAO (50%,operatore), Kuwait Energy (30%)
e Korea Gas Corporation-KOGAS (20%)
Kuwait Energy (60%, operatore), TPAO
(40%)
Totale
300
Il campo gas di Akkas è situato nel deserto vicino al confine siriano, nel
Governatorato di Anbar a forte maggioranza sunnita. Il consorzio guidato
dalla coreana KOGAS in collaborazione con la kazaka KazMunaiGas ha
avanzato una richiesta 5,50$ per boe, con un plateau di produzione di
400 MMSCFD, battendo la richiesta della cordata franco-turca Total/TPAO
di 19,00 $ per boe e una produzione mirata a 375 MMSFCD.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
57
Il campo gas Akkas
assegnato alla sud
coreana Kogas
I contrasti tra regione
di Anbar e Governo
centrale hanno indotto
la KazMunaiGaz
ad abbandonare
il progetto
Ritardi nella convalida
finale degli accordi
per Mansuriyah
e Siba
Tuttavia le rivendicazioni locali del Governatorato di Anbar, in disaccordo
con il Governo centrale, hanno ripetutamente impedito la firma del
contratto, inducendo la KazMunaiGas ad abbandonare l’iniziativa nei primi
di maggio 2011. Il Ministero successivamente si è affrettato a firmare
l’accordo. Ora si presume che la KOGAS possa incoraggiare l’ingresso di
un nuovo partner nel progetto di sviluppo, dopo che ha raddoppiato la sua
partecipazione dal 37,5 al 75% (il restante 25% è detenuto dalla Iraq North
Oil , in nome del Governo).
Tuttavia, le prospettive per il settore del gas naturale in Iraq, dopo la lunga
fase intercorsa per attirare gli investimenti stranieri nel paese, sembrano
aver subito un serio contraccolpo, tenuto conto che il Consiglio dei Ministri
iracheno non ha ancora definitivamente approvato le offerte finali per
Mansuriyah e Siba.
Anche l’importante progetto venticinquennale affidato alla joint-venture
mista irachena Basrah Gas Company (44% R.D. Shell, 5% Mitsubishi e
51% South Gas Company-SGC) per ridurre il flaring del gas e recuperare le
frazioni liquide nei campi meridionali del paese sembra a rischio.
L’accordo con la Shell
La firma dell’accordo iniziale risale al 2008, ma l’operazione (il cui valore
per ridurre il flaring
del gas è a rischio si aggira sui 12 miliardi di $) ha subito una serie interminabile di battute
d’arresto per cause legali e politiche.
Alla fine di maggio il Vice Ministro del Petrolio, Ahmed al-Shamma, ha
lanciato un ultimatum alla Shell minacciando di annullare ogni ulteriore
negoziato, se non verrà finalizzato presto un accordo.
La Shell da parte sua pretende maggiori garanzie sulle quantità di gas
associato che dovrebbe ricevere dai tre campi meridionali di Rumailah
(BP), Zubair (Eni) e West Qurna Fase Uno (ExxonMobil), poiché minori
quantitativi potrebbero mettere a rischio l’economicità del progetto di
raccolta (circa 20 milioni di metri cubi giorno di gas). Le compagnie che
stanno sviluppando i tre campi infatti sono autorizzate ad utilizzare
il gas per produrre l’energia necessaria per le loro operazioni.
Dichiarazione UE-Iraq
sul futuro export di gas
all’Europa riconosce
l’esclusiva competenza
del Governo centrale
iracheno
Intanto il Commissario UE all'Energia, Guenther Oettinger, e il Vice Primo
Ministro iracheno per l’Energia al-Shahristani hanno recentemente firmato
una dichiarazione comune per un partenariato strategico per la politica
energetica e la futura fornitura di gas iracheno all’Europa attraverso il
corridoio meridionale (Nabucco gas project).
L’accordo firmato da Shahristani e Oettinger peraltro riconosce l’esclusiva
competenza del Governo federale iracheno su qualsiasi contratto di
esportazione di petrolio e gas del Paese, ivi inclusi i giacimenti compresi
nella Regione Autonoma del Kurdistan.
58
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Settore Elettrico
La maggior parte delle centrali elettriche esistenti in Iraq sono state La generazione elettrica
costruite tra la metà degli anni 1970 e 1980. Pertanto sono sostanzialmente è ancora basata
dotate di capacità termica tradizionale impostata sul petrolio, fatta sul petrolio
eccezione per quelle idroelettriche e per gli impianti a gas commissionati a
partire dal 2003.
Le principali centrali termoelettriche storiche sono quelle di DauraAl Taji Musayab (dotata di 4 gruppi da 300 MW), Yousfiyya (660 MW),
Diwaniyya (250 MW), Rumailah (500 MW), Samawa (60 MW) e la
centrale a gas di Al Quds situata nella zona di Rashidiyah, a nordest di
Baghdad, composta da 10 unità per complessivi 800 MW.
Le principali
Tra le quattro centrali idroelettriche dislocate nel paese si citano quella di centrali termo e
Mosul (quattro turbine da 200 MW, ma si ritiene che la potenza effettiva sia idroelettriche
ridotta a 320 MW), quella di Haditha (660 MW), di Dukam (400 MW) e di
Darbandikhan (249 MW) nella KRG.
Complessivamente nel 2009, la generazione irachena era stimata in 46,4
miliardi di kWh, a fronte di un consumo di circa 52 miliardi di kwh e di
importazioni di energia elettrica per 5,6 miliardi di kWh (provenienti da
Giordania, Turchia ed Iran).
La generazione elettrica in Iraq
Miliardi di TWh
5,6
50
40
3,0
TWh
2,3
30
20
45,8
36,2
32,7
10
0,5
0,6
0,6
2007
2008
2009
0
Fonte Idrica
Fonte Termica
Importazioni Nette
La situazione del settore elettrico rimane molto precaria pur con alcuni La generazione
segnali positivi. La capacità installata raggiunge attualmente solo 8.000 dei elettrica è
13-15.000 MW necessari a soddisfare le esigenze quotidiane della insufficiente
popolazione che è costretta a sopportare frequenti interruzioni di elettricità,
soprattutto nel periodo estivo quando le temperature arrivano spesso a
superare i 50 gradi. I consumi pro-capite (1.650 kWh) registrano valori
ancora molto lontani dalla media degli altri paesi del Medio Oriente,
nonostante nel 2010 sia aumentata la potenza elettrica disponibile.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
59
Nel giugno 2010 il Ministro dell’Elettricità Karim Wahid al-Hassan è stato
costretto a dimettersi dopo le violente proteste popolari avvenute a Bassora
per il razionamento elettrico imposto alla città. Al-Maliki ha incaricato alShahristani come suo provvisorio successore, fin quando nel febbraio 2011
ha nominato Ministro dell’Elettricità Raad Shallal al-Ani, ingegnere, che
dal 1987 ha svolto la sua carriera nell’ambito del Ministero.
Gli iracheni non
pagheranno i
primi 1000 kWh
consumati ogni mese
Gli iracheni non pagheranno i primi 1.000 kilowattora (kWh) consumati
ogni mese. Questa è stata la risposta data dal Ministero dell'Elettricità alle
proteste popolari dei mesi scorsi. La decisione di sovvenzionare l'energia
elettrica per tutti i cittadini, anche se il provvedimento mirava ad aiutare
soprattutto gli otto milioni di iracheni con redditi più bassi, è stata presa da
al-Shahristani, poco prima di lasciare l'incarico. Chi consumerà più di 1000
kWh, invece, pagherà l'eccesso di consumo a tariffa regolare.
Media giornaliera di ore di elettricità somministrata in Iraq
Ma sarà mantenuto
il raddoppio delle
tariffe oltre i
1000 kWh
L’obiettivo è di
triplicare la potenza
installata entro il 2020
Un raddoppio delle tariffe elettriche in Iraq, varato nell'ottobre 2010,
mirava a incoraggiare il risparmio di energia. Per i primi 1.000 kWh, il
prezzo era passato da 10 a 20 dinari iracheni, l'equivalente di due centesimi
di dollaro. Ora, con il nuovo schema, si pagheranno 50 dinari al kWh per i
consumi compresi fra 1000-2000 kWh, 80 dinari se superiori a 2000 kWh.
Il Ministero dell’Elettricità punta ad attirare la partecipazione degli
investitori privati e dei contractor internazionali in nuovi progetti elettrici,
con l’obiettivo di riuscire a triplicare la potenza installata, a 27.000 MW, in
un decennio.
60
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
Gli investimenti nel settore elettrico sono regolati dalla Legge n.13 del Gli incentivi previsti
2006, che mira a promuovere gli investimenti stranieri e del settore privato dalla Legge n.13
iracheno, tutelando i diritti di proprietà e il trasferimento di tecnologie nella del 2006
generazione, trasporto e distribuzione dell’energia elettrica. Peraltro è
prevista una esenzione fiscale decennale.
Il Ministero dell’Elettricità negli anni scorsi ha finalizzato contratti di I contratti finalizzati
fornitura di turbine a gas da Siemens (1.965 MW) e General Electric (2.750 con Siemens e GE
MW), del valore complessivo di 3,6 miliardi di dollari, ma deve ancora
procedere alla loro istallazione ed attivazione.
Inoltre deve far fronte a una inefficace pianificazione degli
approvvigionamenti delle fonti energetiche impiegate nella generazione
elettrica. Infatti le difficoltà sopracitate nello sfruttamento del gas naturale
ai fini interni potrebbero comportare l’uso di combustibili meno efficienti,
considerato che per il 2015 il Ministero dell’Elettricità prevede di elevare la
potenza istallata a 20.065 MW, con 9.500 MW prestati da unità termiche,
14.210 MW alimentati a gas naturale e 1.355 MW a gasolio.
La potenza a gas
dovrebbe salire
a 14.000 MW
già nel 2015
Per ovviare a tale situazione il Ministero dell’Elettricità iracheno ha MOU per
recentemente firmato un protocollo d’intesa con l'Iran per l'importazione di l’importazione
gas naturale per produrre energia elettrica. L’Iraq acquisterà a prezzi di gas dall’Iran
internazionali circa 25 milioni di metri cubi/giorno di gas per cinque anni,
per alimentare una potenza di circa 2.500 MW. Il gasdotto costruito da
parte iraniana passerà attraverso il giacimento di Mansuriyah, nella
provincia Diyala, raggiungendo le centrali di Sadr City e della periferia
settentrionale di Baghdad. Il MOU dovrà essere comunque approvato dal
Governo e dal Parlamento iracheno.
Nel quadro degli accordi internazionali, la Franco Tosi ha concluso un Forniture italiane
contratto con il Ministero dell’Elettricità per la fornitura di parti di ricambio della Franco Tosi e
per le turbine della Centrale di al-Hartha (800 MW), la cui consegna è di Electroconsult
prevista nel corso del 2011, e si è aggiudicata gare per parti di ricambio per
una centrale a Baiji. È stata inoltre assegnata a Electroconsult la
progettazione di una centrale Termo-elettrica nei pressi di Erbil (500 MW)
che sarà alimentata a metano.
Il Gruppo Trevi e Bauer partecipano attraverso sudi tecnici al progetto per
la manutenzione della Diga di Mosul, commessa del valore di circa 2,2
miliardi di dollari, per la quale le autorità irachene stanno definendo le
procedure finali di assegnazione dell’appalto.
Studi tecnici del
Gruppo Trevi per
la manutenzione
della diga di Mosul
La società elettrica iraniana Sunir alla fine di aprile ha inaugurato una Nuova centrale di
nuova centrale da 320 MW a Baghdad (a seguito del contratto da 150 Sadr City, da 320 MW,
milioni di dollari), ubicata nella baraccopoli di Sadr City e corredata da due fornita dall’Iran
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
61
gruppi da 160 MW ciascuno (gas naturale/fuel oil), di cui uno soltanto per
ora è stato collegato alla rete. La Sunir conta di firmare entro i prossimi
mesi un nuovo contratto per estendere la capacità a 640 MW. La sua
iniziale alimentazione a olio combustibile, che richiede carichi giornalieri di
80 autobotti al giorno, pone notevoli problemi logistici anche dal punto di
vista della sicurezza.
Nuovi accordi Nel febbraio 2011, Iraq e Iran hanno firmato un nuovo accordo in base al
con l’Iran quale le imprese iraniane costruiranno undici nuove centrali elettriche nel
paese.
I siti suggeriti dal Ministero dell’Elettricità per gli insediamenti di nuove
centrali riguardano i Governatorati di Kirkuk, Muthanna, Qadisiya, Basra e
Dhi Qar.
Siti
Capacità
MW
Tipologia dei
combustibili e periodi
di alimentazione
Fuel Oil
Gas
(HFO)
Naturale
2011
2014
Note
Dibis 1
Governatorato
di Kirkuk
2 x 160
Inizialmente verrà utilizzato HFO fornito dalla
raffineria di Kirkuk. A partire dal 2014 la
centrale sarà alimentata con gas naturale
fornito dal Northern Gas Pipeline.
Dibis 2
Governatorato
di Kirkuk
2 x 160
2011
2014
Samawah
Governatorato
di Muthanna
4 x 125
2 unità
2011
2 unità
2014
Due unità opereranno a partire dal 2011
impiegando HFO fornito dalla raffineria di
Samawa. Le altre due unità inizieranno a
operare nel 2014 usando gas naturale
trasportato dal Northern Gas Pipeline.
Dewaniya
Governatorato
di Qadisiya
4 x 125
2 unità
2011
2 unità
2014
Due unità opereranno a partire dal 2011
utilizzando HFO fornito dalla raffineria di
Dewaniya. Le altre due unità inizieranno a
operare nel 2014 usando il gas naturale.
Rumailah
Governatorato
di Basra
5 x 265
…
2011
Shat al-Basra
Governatorato
di Basra
10 x 125
2011
…
Nassiriya
Governatorato
di Dhi Qar
4 x 125
2 unità
2015
2 unità
2014
Inizialmente sarà impiegato HFO proveniente
dalla raffineria di Baiji, via autobotte.
Dal 2014 sarà utilizzato il gas naturale
trasportato dal Northern Gas Pipeline.
La centrale utilizzerà gas naturale proveniente
dal campo petrolifero di West Qurna, dopo
che si sarà provveduto alla installazione delle
attrezzature di trasporto e ricevimento del gas.
Inizierà ad operare utilizzando HFO fornito
dalla raffineria di Bassora. In seguito
dovrebbe utilizzare il gas naturale.
Due unità saranno alimentate a gas naturale a
partire dal 2014. Altre due unità useranno
HFO fornito dalla raffineria di Nassiriya a
partire dal 2015, oppure con combustibile
fornito dagli eventuali investitori.
62
Wec Italia, Country Report Iraq – Maggio 2011
La società turca Çalık Holding ha iniziato a costruire la centrale elettrica
Al-Khairat di Karbala (1.250 megawatt di potenza, a gas naturale) a fronte
di un contratto da 445 milioni di dollari.
La Çalık si è anche aggiudicata la costruzione della power station di
Chamchamal (750 MW, a gas) nella Regione Autonoma del Kurdistan a
fronte di un contratto di circa 388 milioni di dollari, dove è prevista una
ulteriore centrale a Dohuk (400 MW).
Assegnata alla turca
Çalık la costruzione
delle centrali di
Karbala e Chamchamal
I primi di maggio il nuovo Ministro dell’Elettricità, Raad Shallal, ha
annunciato un piano da 6,2 miliardi di $ per costruire entro il 2012 nuove
50 centrali da 100 MW ciascuna che saranno alimentate a gasolio, e più di
recente ha siglato un accordo con la società coreana STX Heavy Industries
per costruire entro i prossimi 13 mesi i primi 25 impianti, per una potenza
di 2.500 MW, nella regione che va da Bassora a sud di Baghdad.
Piano per 50 centrali
a gasolio da
100 MW
Intanto in considerazione dell’inizio dell’estate e dei problemi tuttora
presenti nella generazione elettrica, il Governo ha deciso di offrire
gratuitamente gasolio ai proprietari di gruppi elettrogeni di quartiere privati
a condizione che siano in grado di assicurare una generazione continuativa
di elettricità per almeno 12 ore giornaliere e che l’elettricità venga venduta
a prezzi ragionevoli.
Il Ministero del Petrolio vende abitualmente gasolio ai proprietari di tali
generatori, che tuttavia ora potranno ricevere gratuitamente 30 litri di
gasolio per ogni kilowatt di potenza impiegata.
WECItalia, Country Report Iraq – Maggio 2011
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I primi 25 impianti già
assegnati alla coreana
STX Heavy Industries
Gasolio gratuito per i
generatori di quartiere
capaci di generare
elettricità per almeno
12 ore giornaliere