Gennaio - Febbraio 2017
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Sede legale: via XX settembre 26 – 10094 Giaveno (TO) Sede operativa: Via Avigliana 9 – 10051 Avigliana (TO) [email protected] www.echosedizioni.it nte. e c n i lum v iornale, u c i r r uo cu copia del g lenza t l i i nsu Rend n te una o c a co rim Porta erai una p ita ricev gratu liana 1, iana 1 l g i v Via A dai Avig DAI IMPRESA Srl [email protected] www.daiimpresa.it FONDATO DA GIANFRANCO SCARPA 2006 Più - Supplemento di informazione di “Territori” - Gennaio/Febbraio 2017 - Direttore responsabile: Marco Margrita - Editore: Echos Edizioni di Ronco Marco - P.IVA: 11022870015 - Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione n. 26547 PERCHÉ ESISTA IL LAVORO OCCORRE CHE ABBIA UN SENSO Il grafico precario friulano trentenne Michele, lo scorso 31 gennaio, è andato a casa della nonna, ha preso una corda per avvolgersela intorno al collo e ha posto fine alla sua vita. Nella rabbiosa lettera con cui ha spiegato il gesto scrive: “Non posso passare la vita a combattere solo per sopravvivere... Di no come risposta non si vive, di no si muore”. Sentendosi rifiutato dal mercato del lavoro, annichilito dalla precarizzazione che rende invisibili, nel suo ultimo messaggio ricorda: “Ho fatto molti tentativi, ho cercato di darmi un senso e uno scopo usando le mie risorse... Sono stufo di fare sforzi senza ottenere risultati, stufo di colloqui di lavoro inutili, stufo di invidiare, stufo di chiedermi cosa si prova a vincere, stufo di fare buon viso a pessima sorte e di essere messo da parte...”. Quasi evocando una rivendica- CULTURA TRA PUBBLICO E PRIVATO - FOCUS - EDITORIALE zione politica, denuncia che “Questa generazione si vendica di un furto, il furto della felicità (…). Lo stato generale delle cose per me è inaccettabile, non intendo più farmene carico”. Si potrebbe facilmente buttarla in politica, in molti conformisticamente lo hanno fatto, avvantaggiandosi di questo gesto disperato per alimentare una polemica. Lo si è fatto anche di fronte ai suicidi di tanti imprenditori schiacciati dalle tasse o da Equitalia. La questione radicale, però, sta in quel passaggio in cui ammette: “ho cercato di darmi un senso e uno scopo usando le mie risorse”. E a questo livello bisogna approcciare la questione, se non vogliamo farne solo una bandiera ideologica. Solo così si comprende quanto abbia ragione e, insieme, drammaticamente torto nel suo atto di accusa. Segue a pag. 16 IL PAPA E IL LAVORO “Girotondo” di opinioni Intervista esclusiva al vaticanista Andrea Tornielli Gianluca Blandino, Daniele Valle, Giacomo Bottino, Marco Civra e Giovanni Battista Benso pag. 4 Con un commento di Carlo Costalli (Mcl) dai IMPRESA pagg. 2-3 ANCHE A TORINO Primo incontro al Turin Palace AMPLIAMENTO AREA INDUSTRIALE EX-MONTECATINI Le reazioni alla proposta del Consorzio EK pagg. 8-9 Ferraudo, Patrizio, Sada, Spanò e Matlì pagg. 6-7 Anche Nicola Porro si informa leggendo 2006Più IN S S E �� � � � � � � � � � � � � � � � � � 2 GRUPPO RISORSE s.p.a. Agenzia per il lavoro Via Avigliana, 11 10051 AVIGLIANA (TO) 011-936.88.60 [email protected] FO “IL PAPA NON CONDANNA LA RICCHEZZA O L’IMPRESA, Intervista esclusiva al va economico-finanziario, a partire da una considerazione molto semplice: la crisi iniziata negli anni scorsi non si è ancora conclusa e, se non vi si pone rimedio seriamente, siamo destinati a passare a un’altra ancora più grande». ANGELO LUCCHETTI SELECTA DOMUS IMMOBILIARE C.so L. Einaudi, 22 – TORINO 011-197.12.308 [email protected] MARCO OLIVA MEDICO ODONTOIATRA Via Sant’Antero, 16 10094 GIAVENO (TO) 011-936.32.99 MICHELE FERRAUDO Bandablu WI-FI di PSA C.so G. Ferraris, 146 - 10129 TORINO 011-234.15.789 [email protected] GABRIELE NADDEO NOTAIO Via Roma, 2 CASELLE TORINESE(TO) 011-997.59.70 [email protected] PIERO GROS GROSPORT NOLEGGI & RIPARAZIONI SCI 0039-0462-763.373 APPARTAMENTI VACANZE 0039-340-394.41.86 LUIGI CANTORE FILMMAKER & REGISTA 10050 CHIUSA DI SAN MICHELE (TO) 347-007.70.00 Il Papa è spesso intervenuto sul tema del lavoro. I media non sempre danno adeguatamente conto delle sue posizioni, quando non le strumentalizzano. Abbiamo chiesto al vaticanista Andrea Tornielli di aiutarci a fare chiarezza. Coordinatore dell’autorevole sito “Vatican Insider” de “La Stampa”. Una lunga carriera giornalistica e oltre 50 tra libri e saggi pubblicati. Anche grazie al rapporto privilegiato che li lega, ci dà corrette chiavi interpretative della visione che il Santo Padre ha del lavoro. Andrea, ci sembra di poter dire che il tema del lavoro e della sua dignità sia tra i più frequenti nel Magistero di Papa Francesco. Penso al fatto, ad esempio, del suo insistere sulle “tre t: tierra, techo e trabaco” (terra, casa e lavoro). Richiamate sia nel discorso ai Movimenti Popolari sia in quello alla sede Onu di New York. Qual è, pur nel solco della Dottrina Sociale della Chiesa, lo specifico della sua attenzione alla questione? «Credo che il suo specifico contributo sia duplice e sia legato, da una parte, alla sua esperienza diretta in America Latina; dall’altra, a un giudizio complessivo sull’evolversi della situazione mondiale. Per quanto riguarda il primo punto, c’è in Francesco una grande valorizzazione delle risposte che vengono dal basso, dei movimenti popolari, della capacità delle persone di organizzarsi per rispondere ai bisogni e per cercare di porre rimedio alle ingiustizie. Per quanto riguarda il secondo punto, mi sembra che sia evidente la richiesta del Pontefice di un cambio strutturale, di una messa in discussione dell’attuale modello Il Santo Padre è stato sbrigativamente definito, da parte di ben noti think tank liberisti e neocon, socialisteggiante. Eppure ha spesso parlato in termini positivi dell’impresa e anche ricevuto loro organizzazioni (penso, per esempio, alla prima storica udienza di un Papa alla Confindustria). Come si può sintetizzare la visione di Francesco rispetto all’impresa e agli imprenditori? «Com’è noto, le accuse di marxismo e persino di leninismo non sono soltanto rozze ma semplicemente ridicole, oltre che senza fondamento alcuno. Il Papa non condanna la ricchezza o l’impresa, ma l’idolatria del denaro e un sistema che non mette al centro le donne, gli uomini e il loro lavoro, ma i soldi. Francesco parla sempre dell’impresa e degli imprenditori sottolineando la grande responsabilità, direi persino la missione, che è loro affidata. Il Papa invita a fare impresa mettendo al centro la persona e le sue relazioni. La persona concreta, con le sue necessità e speranze. Esorta a mettere al centro il lavoro e a valorizzare anche chi nell’attuale processo rischia di essere scartato, come per esempio i giovani». “Il lavoro non è necessario solo per l’economia, ma per la persona umana, per la sua dignità, per la sua cittadinanza e anche per l’inclusione sociale. Torino è storicamente un polo di attrazione lavorativa, ma oggi risente fortemente della crisi: il lavoro manca, sono aumentate le disuguaglianze economiche e sociali, tante persone si sono impoverite e hanno problemi con la casa, la salute, l’istruzione e altri beni primari. L’immigrazione aumenta la competizione, ma i migranti non vanno colpevolizzati, perché essi sono vittime dell’iniquità, di questa economia che scarta e delle guerre. Fa piangere vedere lo spettacolo di questi giorni, in cui esseri umani vengono trattati come merce!”. Questo passaggio del discorso al mondo del lavoro in occasione della sua visita a Torino ci sembra un compendio del pensiero sociale del Papa. Come può essere correttamente sintetizzata la posizione del Santo Padre rispetto all’immigrazione? «Mi sembra una posizione profondamente realista. Innanzitutto consapevole delle cause che provocano i grandi movimenti migratori: povertà, disoccupazione, guerre (nelle quali spesso l’Occidente è corresponsabile). Senza intervenire seriamente sulle cause, si tratta di un fenomeno che non potrà essere fermato e neanche contenuto. È poi realista anche nell’approccio. Francesco invita a guardare i migranti non come numeri, cifre, problemi anche drammatici, ma come persone: bambini, ragazzi, donne, uomini, anziani costretti a lasciare le proprie terre perché scacciati, o perché fuggono dalle bombe o ancora perché non hanno da mangiare o un minimo di futuro per i propri figli. Invita a vedere nei migranti la sacra famiglia, Gesù, Giuseppe e Maria, che erano migranti e rifugiati. L’umanità, prima ancora dello sguardo cristiano, non può mai venir meno. Ma il Papa sa bene che dire questo non significa accessi indiscriminati, perché bisogna accogliere, ma anche integrare». Ricevendo in udienza il Movimento Cristiano Lavoratori, il 16 gennaio dello scorso anno, Papa Bergoglio ha definito decisivo “formare a un nuovo umanesimo del lavoro, dove l’uomo sia al centro”. In che modo scuola, organizzazioni sindacali e mondo dell’impresa possono accogliere questo compito? «Credo che la scuola, i sindacati e gli GIA' DEPUTATO PD On. Giorgio Merlo CONTA O SI CHIUDE POPOLARI: O SI www.daiimpresa.it WALTER BERNACCI SIX COMM GROUP s.r.l. ticanista Andrea Tornielli e la necessità di rispondere ai bisogni delle famiglie più povere». “I turchi meccanici” delle società informatiche sono quasi il simbolo di una reificazione del lavoratore. Esiste davvero il rischio del trionfo del postumano. Questa sensibilità era sicuramente presente nel Pensiero di Benedetto XVI. Anche Papa Francesco vi pone un’attenzione particolare? «Certamente, lo dimostrano tutti i suoi interventi. La preoccupazione degli ultimi Papi al riguardo si sviluppa sulla stessa direttrice. Se al centro non c’è più l’uomo, se l’uomo diventa una «cosa», ci stiamo avviando verso un baratro dal quale non sarà più possibile tornare indietro». Marco Margrita Via Cuniberti, 58 - 10151 TORINO 011-225.31.11 [email protected] FLAVIO PORTIGLIATTI CORDOLA PRIVATE BANKER C.so G. Ferraris, 70 10129 TORINO - 348-969.08.66 PINO BERTOLA [email protected] MARCO D’ADDIO RISTORANTE E PIZZERIA IL GAZEBO s.n.c. Via Selvaggio, 217 - 10094 GIAVENO (TO) 011-934.05.10 BRUNO CAVALLO FINANCIAL PLANNER P.zza C.L.N., 255 TORINO (TO) 011-573.31.11 EDUCAZIONE, CONDIVISIONE E TESTIMONIANZA Quando ci ha ricevuti in Udienza speciale, il 16 gennaio dello scorso anno, il Santo Padre ci ha consegnato, parlando della nostra presenza nel mondo del lavoro, tre parole fondamentali: educazione, condivisione, testimonianza. In relazione alla prima, il Papa ci ha ricordato come “occorre formare a un nuovo umanesimo del lavoro, dove l’uomo, e non il profitto, sia al centro; dove l’economia serva l’uomo e non il contrario”. A proposito della condivisione, Papa Francesco ci ha richiamato al significato profondo di lavoro. Ha detto: “Qualsiasi forma di lavoro presuppone un’idea sulla relazione che l’essere umano può o deve stabilire con l’altro da sé. Il lavoro dovrebbe unire le persone, non allontanarle rendendole chiuse e distanti. Occupando tante ore nella giornata, ci offre anche l’occasione per condividere il quotidiano, per interessarci di chi ci sta accanto, per ricevere come un dono e come una responsabilità la presenza degli altri”. Per la testimonianza, ci ha ricordato che: “non serve fare prediche; occorre invece trasmettere speranza, confortare con la presenza, sostenere con l’aiuto concreto”. Queste indicazioni valgono, laicamente, tanto per i lavoratori quanto per gli uomini d’impresa. Attori, insieme, di una società fondata sulla giustizia e sullo sviluppo autenticamente umano. Carlo Costalli Presidente Nazionale Movimento Cristiano Lavoratori SIMONA DONATI STUDIO LEGALE Via Magri 19 – 10050 COAZZE (TO) 011-434.24.42 [email protected] DIEGO GERUSSI GERUSSI SERVICE Termoidraulica Via Magri, 19 10050 COAZZE (TO) 333-908.07.94 � � � � � � � � � imprenditori possano accogliere questo invito, non tanto o non soltanto perché arriva dal Papa, ma perché è l’unica via per rispondere al disagio che aumenta anche nel nostro Paese. Bisogna comprendere che cosa c’è dietro la vittoria dei populismi o l’esito delle elezioni americane. Basta vedere i dati ufficiali sulla povertà per rendersene conto. Ma l’invito non si accoglie senza essere disposti a cambiare, a cercare vie nuove, a uscire da vecchi schemi. L’invito si accoglie se si comincia a valorizzare l’apporto dal basso, soprattutto essendo capaci di fare rete, di collaborare con altri soggetti, sapendo rinunciare a qualcosa pur di coinvolgere realtà diverse. Avendo sempre presente l’emergenza della disoccupazione, specie quella giovanile, Già da Arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio ha spesso richiamato la formula “imperialismo internazionale del denaro”, per descrivere l’attuale situazione di crisi che “toglie di mezzo addirittura il lavoro, che è il modo in cui si esprime la dignità dell’uomo, la sua creatività, che è l’immagine della creatività di Dio”. Una critica radicale alla finanziarizzazione dell’economia. In che modo l’esperienza cristiana può porsi come argine alla squalificazione del lavoro? «Può farlo se non dimentica la sua Dottrina sociale, che pare essere quasi il segreto meglio conservato della Chiesa. Pochi la conoscono e non sembra essere il riferimento neanche per i cattolici in politica. I cristiani dovrebbero riscoprire questo tesoro, essere meno “tiepidi”, meno accondiscendenti con chi predica il dogma secondo il quale viviamo nel migliore sistema economico se non nell’unico possibile. Non si può venir meno alla difesa del lavoro umano, perché senza lavoro non c’è dignità, come ha detto Francesco in un messaggio ai vescovi del Sud Italia. L’esperienza cristiana può farci scoprire sempre di più che non siamo una somma di individui, ma un “noi”, una comunità. E quando c’è una parte, sempre più consistente, di questo “noi” che è in difficoltà, non può non risentirne tutto l’insieme. Promuovere il lavoro, difenderlo, impegnarsi per sostenerlo, con creatività, anche seguendo nuove vie: questo dovrebbe essere un compito per i cristiani impegnati nel sociale e in politica». � � � � � � � � � � CUS MA L’IDOLATRIA DEL DENARO CHE SCHIACCIA L’UOMO” 3 4 CULTURA TRA PUBBLICO E PRIVATO GIROTONDO DI OPINIONI Gianluca Blandino Sindaco di Rubiana, Amministratore delegato DAI Impresa, Titolare Bg-Log Credo fermamente nella collaborazione tra le Amministrazioni regionali e locali, da un lato, e il privato, dall’altro. La sfera pubblica è sempre più in difficoltà nel realizzare una determinata serie di lavori, basti vedere il caso del Colosseo dove solamente l’intervento privato ha potuto sbloccare la situazione. Purtroppo, solo le grandi società che fanno utili di un certo tipo riescono a sostenere simili operazioni; nel caso di una piccola azienda come la mia, molto spesso arriviamo alla fine dell’anno senza nemmeno i soldi per effettuare le manutenzioni. Certo, sarebbe il massimo poter investire una parte degli utili ormai inesistenti in qualcosa che sia davvero pensato nell’interesse dei cittadini. È vero, le aziende che hanno aderito a questi progetti pubblici e di restauro possono scaricare dalle tasse una parte del capitale investito. Il problema, tuttavia, nasce dal fatto che molte imprese di dimensioni inferiori non sono in grado di sostenere alcun tipo di investimento. Del Vecchio, Della Valle se lo possono permettere, noi no. Le ricadute sul territorio di una collaborazione tra pubblico e privato sarebbero indubbiamente buone. L’idea in sé è intelligente e può andare lontano; di aziende sane, con soldi da investire, ce ne sono tante. Occorre solamente che la burocrazia italiana metta meno paletti: a Roma, per esempio, hanno avuto delle difficoltà; c’è sempre qualcuno disposto a lavorare contro simili iniziative realizzate nell’interesse dei cittadini e del patrimonio pubblico. Tutti quanti possono, anche nel loro piccolo, dare il proprio contributo: io, pur non avendo un’azienda con grandi utili, sono in grado di investire cinquecento o mille euro in un progetto; è chiaro che c’è una certa differenza rispetto a chi si può permettere di patrocinare lavori intorno ai 100/200.000 Euro. Ognuno, quindi, può fare la sua parte; l’importante, ribadisco, è che venga eliminata la burocrazia inutile. Daniele Valle Consigliere regionale Presidente VI Commissione Cultura “Il rapporto Mibact ‘Io Sono Cultura 2016’ riferisce che “nel 2015, il valore aggiunto prodotto dal Sistema Produttivo Culturale ha sfiorato i 90 miliardi di euro (+538 mln rispetto al 2011), ovvero il 6,1% della ricchezza prodotta dal Paese, considerando l’apporto della componente privata, prevalente tra tutte”. È quindi un dato ormai strutturale la forte presenza del settore privato nello sviluppo dell’indotto culturale italiano, riconducibile alla progressiva contrazione delle risorse pubbliche a disposizione di questo ambito e degli enti locali in generale. Alla luce di ciò il settore pubblico assume una nuova funzione regolatrice e di regia. Affiancare grandi collaborazioni pubblico-privato ad iniziative come l’Art Bonus, che “democratizza” gli investimenti prevedendo la compartecipazione dello Stato attraverso la restituzione del 60% dei contributi versati dai privati a sostegno della cultura, è una via da percorrere; senza però dimenticare l’impegno tutto statale per il riordino del comparto culturale e la ristrutturazione dei finanziamenti di settore. Il privato sa essere un ottimo partner, ma la paternità di questo settore è e deve restare pubblica.” Giacomo Bottino Progettista e Operatore culturale Il rapporto tra Pubblico e Privato è fondamentale per le politiche dello Stato e dell’apparato governativo e amministrativo, non soltanto per la cultura. Una sinergia che porta vitalità e che in altri Paesi europei è molto più sviluppata e “rodata” che in Italia. Nel nostro Paese il processo di istituzionalizzazione di questo rapporto ha avuto origine negli anni Novanta, quan- La valorizzazione e la promozione della cultura pare , indirizzata sempre piu a un rapporto sinergico tra Pubblico e Privato. Si tratta, a suo avviso, della strada , piu adatta? Quali sono i punti di forza di tale relazione e le sue eventuali prospettive in ambito italiano? do il Ministro per i Beni e le Attività Culturali Walter Veltroni istituì una Commissione ministeriale per l’impresa culturale. Da quel tavolo è scaturito il modello della cosiddetta Fondazione di partecipazione, dove Pubblico e Privato convivono e collaborano in una dimensione fattiva e articolata. Da qui le trasformazioni degli enti museali, teatrali e lirico-sinfonici. Purtroppo, però, il peso del passato e una poco brillante gestione delle risorse hanno reso piuttosto inefficace questo nuova dimensione organizzativa. Tuttavia, il nostro vero problema è il non avere di fatto una politica culturale nazionale. Ci sono interessanti esperienze locali, ma non esiste una linea comune, perché non c’è un piano di coordinamento strategico finalizzato alla gestione e alla valorizzazione del nostro immenso patrimonio storico-artistico. Se la politica italiana, ad ogni livello, fosse permeata di etica della responsabilità, il nostro Paese potrebbe sviluppare un’economia della cultura senza pari, la prima al mondo per ricadute occupazionali e attrazione turistica. Invece, sembra che ci divertiamo a sperperare o lasciare nella polvere l’eredità di bellezza e di “saper fare” di cui siamo immeritatamente depositari. Marco Civra Direttore editoriale Marcovalerio Edizioni Più che di sinergia, nell’attuale contingenza di crisi, sarebbe corretto parlare di dipendenza. È questa la direzione nella quale il mondo culturale, come già avvenne negli Anni Settanta del secolo scorso, si dirige. Una simile scelta, a mio avviso, non è di certo la strada migliore da imboccare per affrontare i problemi reali del mondo culturale. Le conseguenze saranno deleterie. Quando parliamo di settore pubblico inevitabilmente facciamo riferimento alla politica, che del settore pubblico è guida, oggi priva degli strumenti intellettivi, con una curiosa convergenza sulle posizioni, un tempo attribuite a una certa destra, di rifiuto populista della cultura. Il rischio è il ritorno dell’effimero, del finanziamento a pioggia su manifestazioni popolari, del sostegno a pubblicazioni patinate destinate a marcire nei magazzini delle Regioni, se mai pervenute a destinazione, come accadde in Piemonte alcuni anni or sono. Oppure del dirigismo di assessori privi di competenza quanto tronfi di saccenza, come accade drammaticamente oggi, ancora una volta, in Piemonte. Posso parlare soltanto per il settore editoriale, nel quale opero: gli interventi pubblici hanno provocato nell’ultimo decennio danni superiori a un bombardamento. Il futuro è fosco e i bilanci, scevri della propaganda, sono drammatici. Il pubblico deve investire sul pubblico: le biblioteche ad esempio, per quanto riguarda il mondo del libro. Il privato deve misurarsi con le leggi della domanda e dell’offerta. Ogni euro sottratto a una biblioteca per aiutare un editore altera il mercato e abbatte il livello dell’offerta culturale. Giovanni Battista Benso Titolare della storica Sartoria Artistica Teatrale e Museo del Costume Ritengo che sia necessario trovare una giusta via di mezzo: il Pubblico, a mio avviso, è necessario, ma occorre l’apporto di capitale del Privato. Inoltre, quest’ultimo ha, diciamo, “occhio” per il business, quindi sa gestire con un’attenzione differente le potenzialità di un bene, come una struttura, rispetto al Pubblico che potrebbe perdersi in un’eccessiva burocratizzazione. Chiaramente, seppure tale binomio sia secondo me l’ideale, occorre che il Pubblico definisca un quadro normativo entro cui far agire il Privato, per evitare quel proverbiale “rovescio della medaglia” che c’è in tutte le posizioni o nei vari accadimenti della vita. In questo senso vedo il Pubblico come una sorta di contrappeso all’iniziativa del Privato che rischia di essere totalmente rivolta al profitto, dimenticando l’aspetto culturale. www.daiimpresa.it LA VAL SUSA NON SI ARRENDE: SCONTO LUCE E GAS VERTEK SALVATA DA CLN PER GLI ACQUIRENTI DI PMT Un’azienda del territorio che salva un’altra azienda del territorio. È il positivo risultato raggiunto in Valle di Susa il 30 gennaio scorso con la firma del preliminare di cessione tra il Gruppo Cln, affiliato DAI Impresa, e la ex-Lucchini Vertek di Condove, affidata all’amministrazione straordinaria di Piero Nardi. Quello che vede protagonista Cln è il terzo tentativo di cessione, che segue l’interesse manifestato da Beltrame nel 2016, ma economicamente non soddisfacente per l’amministrazione straordinaria. L’ultimo bando presentato dalla ex-Lucchini proponeva come disgiunti la parte industriale vera e propria (macchinari, capannoni e terreno), da quella immobiliare, ovvero gli uffici. Gabriele Perris Magnetto è alla guida della Cln, un gruppo da un miliardo e mezzo di fatturato nel settore automotive, che può vantare 2.500 addetti in Italia e 8.500 all’estero. È leader nella fabbricazione di ruote in acciaio ed è inoltre tra i maggiori produttori di cerchi a raggi per motocicli. Commercializza laminati con una partnership insieme a Acelor Mittal. Un aspetto, quello del tipo di produzione, che si inserisce nei piani che coinvolgono le due aziende. Infatti la Vertek, specializzata in lunghe barre d’acciaio, dovrà impostarsi su un tipo di prodotto laminare. Al di là di tale aspetto logistico-produttivo di certo non secondario, rimane un dato sicuramente incoraggiante: i 73 dipendenti dell’azienda condovese potranno tirare un sospiro di sollievo, perché il contratto ne prevede l’assunzione. Rendere interessante, a un soggetto industriale, l’acquisto di un’azienda attraverso lo sconto per un anno sui costi fissi di luce e gas, garantendo un risparmio che oscilla tra i 50 e gli 80 mila euro. È quanto propone Acea Pinerolese Energia srl, inviando l’offerta al commissario giudiziale della Pmt Italia del gruppo Nugo. Un positivo segnale, quindi, di fiducia verso un’azienda attualmente in una procedura concorsuale e in attesa di acquirenti affidabili. Si persegue così l’obiettivo che le parti in causa, il Comune di Pinerolo e le Organizzazioni Sindacali, si sono poste: scongiurare ulteriori aggravamenti della situazione produttiva ed occupazionale del territorio. Infatti, alla Pmt sono attualmente occupati 180 addetti che, in seguito al fallimento dell’azienda, non perce- piscono lo stipendio dall’inizio di febbraio. Intanto, ad avanzare un interesse verso l’azienda è una realtà della Repubblica Ceca, la Papcel, già presente in Italia con uno stabilimento a Cuneo. Nel caso di acquisto avrà la possibilità di far ricorso a un ammortizzatore sociale, come la cassa integrazione per riorganizzazione. Tuttavia, resta un punto: soltanto 73 dei 182 dipendenti potrebbero tornare al lavoro. Sicuramente la stessa multiservizi pinerolese ricoprirà un ruolo importante nel futuro anche di questi lavoratori grazie alla sua offerta di fornire luce e gas a prezzo di costo. MOTIVEXLAB “ACCENDE I RIFLETTORI” SUL MONDO DELLE IMPRESE Un’opportunità di racconto per un territorio della Val Susa, le riprese della milanese Best Videos effettuate nella sede di MotivexLab, realtà raccontata su queste colonne un anno fa con un servizio dedicato. Nel mese di dicembre numerosi titolari del territorio hanno narrato le proprie vicende personali e lavorative davanti alle telecamere. Dai racconti è emerso un territorio valsusino colpito duramente dall’aspra congiuntura economica della crisi, ma al contempo capace di incassare il colpo e di rispondere. Benché inizialmente l’interesse fosse soltanto per MotivexLab, Elisabetta Ruffino, responsabile del Marketing e Comunicazione, in accordo con il fondatore Paolo Pollacino, ha preferito che la realtà aziendale venisse descritta attraverso gli interventi dei clienti: sono affiorate vicende di industriali e di imprenditori tali da meritare un approfondimento. «Grazie a queste giornate abbiamo conosciuto ancora di più l’immenso valore di numerosi imprenditori illuminati; – spiega Ruffino – le loro sono storie di successo, come la nostra, e siamo stati lieti di averli aiutati a raccontarle. Sarebbe grandioso riuscire a realizzare in Valle una sorta di ‘incubatore delle imprese’, capace di creare un terreno favorevole allo sviluppo delle realtà industriali già esistenti e favorire la nascita di startup». Hanno preso parte alle videoriprese nel mese di dicembre: Luciano Mortara, responsabile Qualità di GP TECNICA, azienda in provincia Asti; Andrea Badio, responsabile qualità di FIERA Srl di Caselle Torinese; Andrea Tournour, responsabile qualità di GENERAL MECCANICA CAPRIE Spa di Caprie e Khalid Saad, responsabile ufficio tecnico della medesima azienda; Ivan Riccobene, responsabile del laboratorio interno di GIOBERT Spa di Rivoli; Orazio Marotta, responsabile qualità di TEMCO Srl di Leinì; Marina Pistono, imprenditrice e responsabile di NEBIOLO Srl di Bruino; Luca Gulfi, imprenditore e responsabile di WRT Winners Rally Team di Torino; Silvia Lattanzio, imprenditrice responsabile di SMAT NORD Srl di Almese; Fulvio Albertin, imprenditore e responsabile di SPINOTTERIE PIEMONTESI Srl di Sant’Ambrogio di Torino; Mario Salimbene – direttore di stabilimento di BRUGNAGO Srl di Avigliana. L.V.C. 5 Gianna Pentenero Assessore al Lavoro della Regione Piemonte La notizia dell’acquisizione della ex Vertek di Condove da parte della Magnetto Wheels Italia è estremamente positiva ed è frutto dello sforzo congiunto di tutte le parti in causa: imprenditori, sindacati e istituzioni. Un lavoro durato molti mesi, che ha consentito di salvaguardare un’importante realtà produttiva della Valsusa e tutelare tutti i posti di lavoro. In un contesto caratterizzato da varie situazioni di crisi, la risoluzione positiva di questa vicenda non può che essere accolta con grande soddisfazione. A inizio febbraio Magnetto ha chiesto (e ottenuto) 24 mesi di cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione per tutti i 73 lavoratori (57 operai e 16 impiegati). Un periodo di tempo necessario per attuare gli investimenti contemplati dal piano industriale e realizzare gli interventi di formazione, terminati i quali è previsto il rientro al lavoro di tutto il personale. Più complessa la vicenda della Pmt di Pinerolo, per cui è stata presentata un'offerta d'acquisto, al vaglio degli organi della procedura, da parte di una multinazionale ceca interessata a creare una newco che rileverebbe subito 73 dipendenti, con la possibilità di aumentare in seguito l'occupazione. In questo contesto è senza dubbio lodevole l’iniziativa di Acea che si è offerta di fornire al futuro acquirente luce e gas al prezzo di costo, consentendo al curatore di portare avanti il percorso di vendita, che mi auguro possa concludersi nel più breve tempo possibile, dando così continuità a uno storico marchio del territorio. L’iniziativa di Acea chiama infine in causa il tema, molto importante, della responsabilità sociale delle imprese, che si manifesta in molti modi, compresa l’attenzione alle condizioni di lavoro, come testimonia, per citare un’altra azienda del torinese, l’esempio positivo della MotivexLab di Avigliana. 6 IL FUTURO DI AVIGLIANA PASSA ANCHE DALL’AMPLIA Nello scorso numero di 2006Più Magazine (Novembre/Dicembre 2016) abbiamo pubblicato, al termine del quarto capitolo dedicato alla storia dell’area industriale exMontecatini, l’interessante proposta avanzata dal Consorzio EK. La questione ha suscitato numerose reazioni da parte dei protagonisti della vita politica aviglianese, come si potrà constatare leggendo gli interventi qui pubblicati. In sintesi: al momento, Viale dei Mareschi finisce all’imbocco del Parco Naturale dei Laghi di Avigliana. Sul lato destro vi sono 500.000 metri quadrati, in parte vincolati alla riserva naturale e in evidente stato di abbandono. L’idea è di convertirne la metà all’utilizzo industriale; il restante 50%, raggiungibile dalla Strada del Grignetto, rimarrebbe agricolo, al servizio dei privati o delle società di settore. Inoltre, si potrebbe recuperare la cubatura di quelli che erano i fabbricati del complesso T4, a duecento metri dal tratto conclusivo del Viale, sulla sinistra, creando anche un’area finalizzata alla ricostruzione e alla divulgazione tra le nuove generazioni (ma non solo) della storia di uno dei poli industriali tra i primi e i più importanti della Provincia di Torino. Angelo Patrizio, Sindaco di Avigliana In questi 5 anni di mandato ho avuto modo di conoscere molto da vicino alcune realtà imprenditoriali d’eccellenza aviglianesi e sono ben consapevole dell’importanza di avere sul territorio una vocazione industriale, storica e attuale, ricca di interesse e di lodevole iniziativa. Alla ricostruzione riportata nell’articolo precedente, per completezza, è corretto aggiungere che nel 1996 il Comune di Avigliana realizzò l’innesto viario sulla SS 25, all’epoca inesistente, attraverso l’intervento comunitario PIS 1 per un valore di 6 miliardi di lire, oltre al completamento della rete fognaria , dei parcheggi e dei servizi connessi. Inoltre nel PRG approvato nel 1995, recependo un pro- Gianfranco Ferraudo Già Assessore all’Urbanistica della Città di Avigliana (1975-1990) getto preliminare che risaliva alla fine degli anni ’80, il Comune destinava nuovi 400 mila mq all’area industriale Avigliana Est, adiacente alla ex Teksid, oltre alle aree ridestinate a uso prevalentemente commerciale situate in quella zona. Anche in questo caso il Comune è intervenuto per un valore di 2,5 milioni di euro, spesi per infrastrutturare l’area e garantire l’insediamento di attività produttive con ricadute occupazionali significative. Infine, in tempi più recenti, la mia Amministrazione si è immediatamente resa disponibile a cedere la metà di un’area di 18 mila mq all’azienda Metalfer per soddisfare una richiesta di ampliamento, purtroppo non ancora andato in porto. Tutto questo per ribadire che l’attenzione ai temi sollevati, da parte nostra, c’è. Certo, non saranno sfuggiti ai promotori della proposta i vincoli sovracomunali che regolano l’ambito oggetto della proposta di espansione. Trattandosi infatti di un Sito di Interesse Comunitario tutelato dalla legge Re- gionale n. 46/80 che istituì il Parco Naturale dei Laghi di Avigliana, il cambio di destinazione suggerito appare nei fatti improponibile in quanto in contrasto con il Piano Naturalistico del Parco stesso. Aristide Sada Vicepresidente Consiglio Comunale Avigliana “Gruppo Grande Avigliana” Siamo sempre stati del parere che la zona industriale di Avigliana, cresciuta negli ultimi vent’anni grazie alla presenza di aziende di rilevanza nazionale, avesse bisogno di servizi e di una viabilità che consentissero alle imprese di usufruire di collegamenti consoni alla loro importanza. Abbiamo purtroppo dovuto prendere atto che tale necessità non è ancora stata debitamente ottemperata. In questi giorni, la proposta di amplia- Ampliare l’area industriale exMontecatini per nuove richieste di insediamenti: sarebbe di certo una buona notizia per un Paese la cui economia si basa principalmente sull’industria e dove è urgente garantire lavoro ai nostri giovani, nonché alle migliaia di immigrati che accogliamo, i quali arrivano per lavorare e non per essere parcheggiati in qualche albergo remoto e fallito, solo per consentire indegne speculazioni. La richiesta poi non viene da qualche sospetto operatore immobi- mento della zona industriale ex-Montecatini avanzata dal Consorzio EK ripropone, per l’appunto, all’attenzione generale il tema in questione. L’iniziativa del Consorzio è nata dalla constatazione di un aumento della domanda da parte di diverse aziende esterne al territorio di Avigliana, intenzionate a trasferirvisi, imprese che potrebbero affiancarsi a quelle che già vi operano, e con successo (Agla, Ilmed, Famar, Mottura), unitamente a quegli artigiani che svolgono un lavoro altamente qualificante. Riteniamo pertanto che sia possibile procedere alla stesura di un progetto estremamente trasparente, la cui programmazione spetterebbe all’Amministrazione comunale e dovrebbe essere tale da considerare tutte le eventuali problematiche, nel breve e nel lungo termine. L’Amministrazione, insomma, dovrebbe ufficializzare la propria disponibilità a rendere l’area ex- Montecatini un polo d’attrazione per le aziende, sia per quelle già affermate e operative in altre zone che per le liare, ma dal consorzio industriale EK, espressione di attivi e tenaci imprenditori che con le loro vitali aziende assicurano lavoro, stipendio e dignità a centinaia di famiglie e sono stati convinti promotori del rilancio delle aree dismesse dalla Montecatini. In quelle aziende hanno lavorato in migliaia, compresi tecnici e ricercatori di alto livello, basti ricordare il Prof. Avogadro. Vi lavorò anche Primo Levi, laureato in chimica. La chiusura degli stabilimenti Montecatini (inizio anni 60) fu un imprese emergenti; tutte quante, comunque, realtà produttive che garantirebbero ad Avigliana prosperità e sviluppo, per non parlare della possibilità di fornire servizi aggiuntivi e ulteriori opportunità occupazionali nel distretto industriale dei Mareschi, quali per esempio nuove attività commerciali e strutture ricettive, in un’ottica di espansione non verso la Valle di Susa, bensì in direzione della Città di Torino. Toni Spanò Capogruppo “Grande Avigliana” Abbiamo sempre detto che creare condizioni per lo sviluppo e il lavoro deve essere la priorità di un’amministrazione. Al centro della nostra “idea di città” c’era e c’è proprio questo. Non possiamo, quindi, che salutare con favore la proposta evento negativo. Non tutti condividono tale posizione e alcuni Amministratori promossero il loro trasferimento in altre Regioni. L’utopia della deindustrializzazione ha radici remote. Comunque, migliaia di lavoratori vissero il dramma del trasferimento in altre aziende del gruppo o di una difficile sistemazione alternativa. Le aree dell’ex-Montecatini furono vendute e vi si insediarono varie imprese, tutte in situazione di illegalità. Molti invocavano le denunce, ma l’Amministrazione di 7 discriminato dai propugnatori di una decrescita ben poco felice. Il creare lavoro, dal nostro punto di vista, è il maggior intervento sociale che si possa determinare. L’amministrazione di una città, con una logica d’insieme e creando le giuste sinergie con quelle dei Comuni vicini, deve attrezzarsi per costruire le condizioni per la crescita: sapendo essere attrattiva anche degli investimenti. Il nostro impegno per esplorare questa interessante e intelligente prospettiva è assicurato. Gianluca Matlì Già Consigliere comunale Capogruppo ad Avigliana Coordinatore cittadino di Forza Italia Occorre ancora una volta riconoscere il merito, la capacità, la preveggenza, l’imprenditorialità nonché allora, guidata dal Sindaco Suriani e in cui il sottoscritto come Assessore all’Urbanistica ebbe un ruolo determinante, si oppose e iniziò una trattativa serrata, lunga e difficile e che si concluse all’inizio degli anni 80. Da una situazione che rischiava il degrado si giunse al risultato che è sotto gli occhi di tutti: non un insieme disordinato di attività disseminate lungo le strade statali, ma, esattamente come gli altri insediamenti impostati allora ad Avigliana, un’area ordinata, dotata delle urbanizzazioni necessarie, con un inne- l’attenzione per il territorio e per i suoi abitanti dei componenti del Consorzio EK. L’area un tempo di proprietà della Montecatini, destinata alle attività industriali, è ormai satura: un dato di fatto che costituisce un limite per gli sviluppi futuri, in particolare per le aziende locali. D’altro canto, gli spazi adiacenti alla zona industriale del Consorzio EK, vincolati a Parco, risultano in stato di abbandono; da qui ha origine la proposta di utilizzarne una parte per consentire l’ampliamento delle attività produttive presenti, garantendo nello stesso tempo un giusto equilibrio tra queste ultime e il rispetto dell’ambiente circostante. Ritengo che i tempi siano maturi per una rivisitazione delle aree vincolate, affinché si giunga a un compromesso veramente proficuo, a cavallo tra la tutela del territorio e la debita valorizzazione delle aziende e delle loro necessità, anche attraverso il recupero delle cubature dell’ex stabilimento T4. sto unico sulla viabilità ordinaria. Il tutto a carico dei privati. Nel processo complessivo di riordino delle aree ex-Montecatini, quella dove vi si produceva il famoso esplosivo T4 fu destinata a verde e venne compresa nel Parco Regionale dei Laghi, la cui istituzione fu sostenuta dal Comune. La logica di tale nostra scelta era quella di ottenere un’area attrezzata per la ricreazione, lo studio d’ambiente e anche fruibile per i momenti di libertà da parte degli addetti delle vicine industrie. Non quindi un’alternativa, ma L’ampliamento della zona industriale proposto dal Consorzio EK creerebbe nuovi posti di lavoro a beneficio della popolazione della Valle e impedirebbe il pericolo strisciante della delocalizzazione delle attività imprenditoriali. Quanto suggerito dal Consorzio costituirebbe, inoltre, un’opportunità per ridefinire finalità e regole di funzionamento del Parco stesso. In questi anni, scelte discutibili hanno imposto lacci e limitazioni a iniziative che avrebbero invece potuto essere indirizzate alla creazione di benessere per i cittadini, sviluppando turismo, commercio e posti di lavoro, oltre a far risaltare i beni architettonici, storici e ambientali che Avigliana può vantare. Le prossime elezioni amministrative saranno il banco di prova per un confronto serio e franco tra le varie forze politiche che si presenteranno, chiarendo chi è per lo sviluppo e chi per il mantenimento dello status quo a cui siamo abituati da decenni. un complemento qualificante della destinazione industriale. Negli anni successivi prevalsero logiche vincolistiche. Tornando però allo spirito originale, qualche insediamento ordinato, ben inserito ed attentamente scelto può essere tollerato, soprattutto se si avrà la forza di destinare i dovuti oneri ad attrezzare quel bellissimo scorcio. Un plauso, quindi, va al Consorzio EK che ha così fornito, tra l’altro, un consistente argomento di discussione per i candidati alla prossima campagna elettorale. Via Avigliana, 9 10051 AVIGLIANA (TO) 339-308.72.37 [email protected] GREEN VILLAGE s.r.l. RISTORANTE Via delle Maddalene, 11 10051 AVIGLIANA (TO) 011-931.19.54 GIANLUCA BLANC JAIME GANOZA SICURITALIA 011-536.61.11 [email protected] ENZO CARÉ DECORATORE Via. F.lli Cervi, 15 GIAVENO (TO) ss 333-347.57.78 ss COSTANTINO GLODER CARROZZERIA GLODER s.n.c. Via Caduti sul Lavoro, 14 10094 GIAVENO (TO) 011-936.52.34 BARBARA D’ALIA NOTAIO C.so Francia, 9 – 10098 RIVOLI (TO) 011-953.66.88 [email protected] � � � � � � � � � di ampliare l’area industriale ex-Montecatini, avanzata sulle colonne del vostro giornale dai componenti del Consorzio EK. Tante volte abbiamo evidenziato le possibilità che deriverebbero da una maggior attenzione a settori come il turismo e il commercio, ma non ci siamo certo dimenticati del valore rappresentato dalla storia e dal presente industriale di Avigliana. Pur con la difficoltà che determina il farlo dai banchi della minoranza, abbiamo dedicato molte energie nel tenere accesi i riflettori sull’area di cui vi siete occupati (anche raccontandone una storia forse troppo sbrigativamente archiviata). Con interrogazioni, mozioni e prese di posizione (non solo in Consiglio, ma nel dibattito pubblico) ne abbiamo perorato una maggior valorizzazione con interventi infrastrutturali dal punto di vista logistico e urbanistico. La nostra esperienza civica è nata anche per riportare all’interno del confronto e dell’agire politico il concetto di sviluppo, troppo a lungo � � � � � � � � � � MENTO DELL’AREA EX-MONTECATINI? ECHOS EDIZIONI GRUPPO LA PIAVE LOGISTICA s.r.l. Logistica e servizi Str. Torino, 43 – EUROPALACE 10043 ORBASSANO (TO) 011-903.78.29 [email protected] 8 Turin Palace DAI IMPRESA INC L’incontro del Gruppo DAI Impresa dello scorso 24 gennaio si è svolto all’interno del Turin Palace, il prestigioso hotel quattro stelle ubicato di fronte alla stazione di Porta Nuova. Costruito nel 1872, l’edificio è una combinazione unica di architettura in stile francese e di comodità moderne. Situato nel centro di Torino, a breve distanza dai principali poli culturali e di interesse della Città (Museo Egizio, Galleria Sabauda, Mole Antonelliana e Museo Nazionale del Cinema), l’hotel si distingue per la qualità e la completezza dei servizi offerti. Oltre a una spa completamente attrezzata, a un business center e a delle sale per le riunioni, la struttura dispone di un ristorante e di un lounge bar. Non mancano nemmeno gli extra a costo zero come la colazione a buffet e il Wi-Fi gratuito nelle aree comuni. Martedì 24 gennaio, a partire dalle ore 20.00, nella ricercata cornice del Turin Palace, si è svolto il primo incontro ufficiale del Gruppo DAI con alcuni autorevoli esponenti del mondo imprenditoriale torinese. L’evento, reso possibile grazie alla sapiente regia di Paolo Garbaccio e di Angelo Lucchetti, è stato ufficialmente aperto dall’intervento dell’Amministratore Delegato Gianluca Blandino che ha brevemente presentato la storia, la mission e le prospettive di DAI Impresa. Blandino si è inoltre soffermato sul ruolo essenziale che Torino verrebbe a svolgere nell’ottica di rafforzamento e di ulteriore crescita del Gruppo. “Siamo nati – ha raccontato – alla fine del 2013 dall’intuizione del nostro compianto fondatore e primo Presidente, Gianfranco Scarpa. Crediamo fermamente che la rete e la sinergia rendano più forti le imprese, perché conoscendosi ci si può scambiare e 24 gennaio www.daiimpresa.it CONTRA TORINO opportunità di business; in tal modo, inoltre, si può contare di più nel rapporto con le istituzioni”. Sono stati, tra l’altro, presi in esame e presentati gli strumenti di presenza del DAI sul territorio di Torino e cintura: il giornale 2006Più, il sito Internet, i canali social e le rubriche sui periodici on line e cartacei con i quali è in corso un rapporto di collaborazione, come nel caso di Civico 20 News. Non è nemmeno mancato un riferimento alla newsletter di informazione del Gruppo e alla proficua e costante collaborazione con Radio Italia Uno. Agli oltre venti imprenditori e liberi professionisti presenti in sala è stato rivolto l’invito, da alcuni già raccolto (è il caso dell’azienda Dal Cason Trading srl e dello Studio Boidi & Partners), a entrare nel DAI. “Davvero ci si augura – ha sottolineato Garbaccio nel suo intervento – che in questo modo si possa essere tutti più amici”. Fabio Otta RADICARSI NEL CAPOLUOGO, L’OBIETTIVO DEL 2017 Grande soddisfazione per l’esito dell’iniziativa e per il lavoro svolto: tale è stato il sentimento dei DAIer Paolo Garbaccio (Reale Mutua Assicurazioni) e Angelo Lucchetti (Selecta Domus), affiliati storici del gruppo di imprenditori fondato da Gianfranco Scarpa. In merito all’ultimo incontro avvenuto con diversi rappresentanti dell’imprenditoria torinese, Garbaccio ha commentato: «L’aggregazione e lo spirito di reciprocità sono da sempre stati i capisaldi di qualsiasi reazione ragionata e vincente alle varie fasi cicliche di crisi economica e sociale. Sono valori elementari, e in quanto tali sono una garanzia di forza e di stabilità. Alla luce di questi due semplici elementi, in tre anni di attività il Gruppo DAI Impresa è cresciuto, divenendo una realtà complessa e ramificata, capace di svolgere un ruolo rilevante all’interno della cintura ovest di Torino. Ora l’obiettivo è proprio il Capoluogo piemontese: la creazione di una rete imprenditoriale in grado di collegare il centro con la periferia, concepita come ideale complemento privato alla Città Metropolitana di recente costituzione, può a mio avviso svolgere una funzione determinante nel difficile dialogo tra il mondo del lavoro e le Istituzioni. Occorre anzitutto rimarcare la presenza del nostro Gruppo su Torino mediante una rinnovata campagna di affiliazioni. La piacevole serata del 24 gennaio scorso al Turin Palace, evento reso possibile grazie alla collaborazione con l’amico Angelo Lucchetti, uno dei soci fondatori del DAI, è stato il primo incoraggiante passo compiuto in questa direzione». Foto servizio Giada Speziale 9 �� � � � � � � � � � � � � � � � � � 10 10 OSCAR BONÚ BONÙ GROUP PENSARE GLOBALMENTE Via Avigliana, 9 – AVIGLIANA (TO) 011-932.46.15 [email protected] AGIRE LOCALMENTE Quindi niente privati? Al contrario! Il biodistretto si prefigge tra i propri obiettivi di porre in sinergia le eccellenze di un territorio, non solamente i comuni, ma anche le associazioni di categoria e i privati. TOPPERATTOPPI ABBIGLIAMENTO Via XX Settembre, 2 10094 GIAVENO (TO) FRANCESCO NOCERA É IL MIO MERCATO LI.GE.A. SpA C.so Torino, 6 10051 AVIGLIANA (TO) [email protected] CESARE FLAGELLA CITYCAR s.r.l. C.so Torino, 6 – 10051 AVIGLIANA (TO) 011-936.74.08 [email protected] GIORGIO & CINZIA DI GIOVANNI FRATELLI DI GIOVANNI s.n.c. Via A. Abegg, 2 10050 BORGONE SUSA (TO) 011-964.51.93 GABRIELE PERRIS MAGNETTO C.L.N. S.p.A. C.so Susa, 13/15 10040 CASELETTE (TO) 011-978.21.11 DUE M.M. DI CORONA s.r.l. SERRAMENTI PER INTERNI ED ESTERNI V.le A. Nobel, 15 10051 AVIGLIANA (TO) 011-936.72.78 [email protected] PAOLO GARBACCIO REALE MUTUA ASSICURAZIONI Via C. Cavour, 21 – TORINO (TO) 335-547.69.40 [email protected] Antonio Ferrentino non è soltanto un Consigliere della Regione Piemonte e un Amministratore nel Comune di Sant’Antonino di Susa. Presiede da fine dicembre 2014, l’associazione di enti locali Città del Bio. La realtà si occupa di ideare e realizzare progettazione territoriale per comuni e regioni, inquadrandoli all’interno di entità chiamate “biodistretti”. Ferrentino, ci spieghi meglio che cos’è un biodistretto. Si intende un’area che fa un progetto di governance territoriale, basandosi su tre elementi: l’enogastronomia, l’ambiente e la cultura o il patrimonio artistico con l’obiettivo di rivitalizzare un territorio. Preciso: tali aspetti sono imprescindibili l’uno dall’altro e sono anche, in ultima analisi, le motivazioni che spingono i turisti a spostarsi. Un biodistretto può avere un’estensione, o, meglio, un numero di enti locali che vi partecipano, che va dai 20 ai 50. Il discrimine può essere l’identità del territorio che ovviamente deve accomunare le varie decine di attori. Quanti sono i biodistretti in Italia? Circa una ventina di varia dimensione. In Piemonte due: in Valle Bormida e nell’area tra Aqui Terme e Novi Ligure. Per esempio, a Suol d’Aleramo con due aziende locali abbiamo ripristinato un salume tipico del territorio, il “Filetto baciato” biologico; ora stiamo verificando l’avvio per l’Indicazione di Origine Protetta. E come va “nel mondo” un biodistretto? Partecipiamo a numerosi incontri con i nostri stand. Per esempio nel dicembre scorso eravamo al Parlamento Europeo, dove abbiamo presentato il progetto di Città Europee del Bio, che mette insieme diversi importanti centri del continente. Il 17 febbraio saremo invece a Norimberga, dove firmeremo la convenzione che ufficializzerà questo rapporto internazionale. In occasioni del genere sono presenti i nostri stand in cui promuoviamo i vari biodistretti. È chiaro che non sono tanto appuntamenti in cui “vendere” turisticamente un territorio, bensì eventi per incontrare potenziali investitori, anche non italiani. In generale i vostri produttori a chi vendono? I prodotti vendono molto anche all’estero, in alcuni casi fino all’80%, specialmente nel nord Europa, e in- torno al 20% nel Nord Italia. Il tema del cibo sano viene spesso toccato quando si parla di mense scolastiche, a Sant’Antonino da tempo ci si rivolge al territorio per i pasti nelle scuole. Certo, è un argomento che ci sta particolarmente a cuore. È positivo che nel nuovo Codice degli appalti siano presenti degli indicatori di premialità per chi usa prodotti su scala provinciale o regionale, perché, ormai, non è più sufficiente inserire nei bandi soltanto il discrimine del biologico. Sa qual è il terzo produttore mondiale di alimenti biologici? Quale? La Cina. Difficile crederlo, ma è così. D’altro canto, la certificazione biologica non viene conferita da un organismo terzo, ma da uno nazionale. Insomma, ognuno scrive le proprie regole. Tornando alle scuole, occorrerebbe tenere presenti anche la territorialità dei prodotti e la stagionalità, qualora si volesse promuovere un bando per il servizio della mensa. Le fragole coltivate nelle serre a dicembre non sono come quelle dell’orto a maggio. L’Italia può vivere soltanto del comparto agroalimentare? Intere regioni italiane potrebbero stravivere, non solamente vivere, grazie al comparto agroalimentare. Certo, occorre tenerlo sempre in relazione con l’ambiente e il patrimonio culturale. Ma l’agroalimentare può essere il “settore industriale” del futuro, soprattutto per il Sud Italia. Per esempio, di recente in Sicilia una startup dell’Università di Palermo ha trovato un rimedio biologico per combattere la larva che infesta le olive, utilizzando delle bottiglie di plastica e delle sarde lasciate in esse a marcire. Meno inquinamento e meno costi. Poniamo il caso che in Cina ci si innamori di un particolare prodotto italiano: un biodistretto, un produttore insomma, riuscirebbe a far fronte all’ingente domanda cinese? Dipende dal tipo di prodotto. È chiaro che l’insaccato “Filetto baciato” non può corrispondere alle richieste cinesi, ma un prodotto della terra sì. In una kermesse internazionale un produttore ha stipulato, in poco tempo, vendite per decine di quintali con acquirenti cinesi e coreani. L’importante è che non vengano preclusi simili mercati a priori. Qual è il rapporto tra Città Bio e i produttori dei suoi biodistretti? Il nostro obiettivo è creare dei canali paralleli alla filiera della grande distribuzione. Pensiamo ai pomodori di Pachino. Al coltivatore vengono pagati 50 centesimi al chilo, mentre al mercato vengono venduti a 5 Euro e in certi ambienti si può arrivare anche a 8. Cerchiamo di creare delle cooperative per dare la possibilità ai produttori di vendere senza intermediario ai gruppi di acquisto solidale, perché i prezzi troppo bassi alla fonte rischiano di portare al caporalato. Ai prodotti va sempre riconosciuto il giusto prezzo. Luca Vincenzo Calcagno www.daiimpresa.it 11 11 PERCORRENDO IN MOTO LA VIA DELLA SETA: L’ASIA RAID DEL 2000 L’impresa del buttiglierese Giorgio Quaranta La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte. Omar Khayyam Non bisogna mai dare per scontato il nostro territorio né le persone che lo popolano. Sono numerose le storie e le esperienze degne di nota che vale la pena di ricordare; alcune di queste si intersecano poi con aree del mondo che hanno acquisito negli ultimi anni una particolare rilevanza. È il caso di Giorgio Quaranta, originario di Buttigliera Alta, da sempre appassionato di moto. Nel luglio del 2000 ha avuto modo di partecipare all’Asia Raid, traversata organizzata dalla rinomata agenzia “Avventure nel Mondo”, allora presieduta da Vittorio Kulczycki. In quell’occasione, un gruppo numeroso di persone, insieme alle loro moto e a cinque auto 4x4 come mezzi di supporto, dopo aver coperto via mare la distanza tra il porto di Genova e quello di Karachi, hanno percorso uno dei tratti più antichi della celeberrima Via della Seta, partendo dal Pakistan fino ad approdare sulle coste italiane, attraversando la Cina, il Kyrgyzstan, il Kazakhstan, l’Uzbekistan, il Turkmenistan, l’Iran, la Turchia e la Grecia. L’accoglienza riscontrata presso le varie popolazioni seminomadi incontrate lungo il tragitto è stata sempre all’insegna della cordialità, a volte persino entusiastica: a dimostrazione che, quando si è animati dalla volontà di conoscere, nel rispetto dell’altrui diversità, il mondo è privo di frontiere. All’interno del gruppo c’erano anche dei militari russi, un tempo facenti parte delle truppe d’assalto in Afghanistan, che con la loro preparazione e professionalità hanno ulteriormente garantito la sicurezza dei viaggiatori. Quella di Giorgio è stata un’esperienza irripetibile, accompagnata dalla visione di paesaggi mozzafiato, di suggestivi mercati esotici brulicanti di vita e di millenari monumenti che ancora testimoniano la potenza delle civiltà che hanno governato quei territori. Non è mancato quel pizzico di avventura in più, come quando con la sua moto Enduro è incappato in una insidiosa buca lungo la strada, uno spiacevole infortunio che si è concluso con un nulla di fatto. Le emozioni provate da Giorgio e dai suoi compagni di avventura sono state ben riassunte dallo stesso organizzatore, Kulczycki, nel suo resoconto ufficiale del Raid: «Abbiamo vissuto per 34 giorni come una comunità noma- de, spostandoci attraverso nove paesi: 41 persone unite dalla medesima passione e determinazione; 41 sconosciuti che hanno saputo e voluto trovare un’armonia, un’unità d’intenti, un senso di collaborazione che ha trascinato tutto e tutti verso la meta, nessuno escluso, perché chi dubitava, chi tentennava minimamente è stato travolto gioiosamente da una suggestione collettiva che è stata l’anima del nostro viaggio». Fabio Otta IL RILANCIO DI TRANA PASSA DALLA CULTURA Nel corso degli interventi che ho potuto curare per tre uscite su queste colonne, ho più volte posto in evidenza come storia e cultura si “impastino” nella vita di Trana. Attraverso esempi iconici, quali il periodo del cinema muto, il sito celtico sul Monte Pietraborga e l’eredità dei conti Gromis ben rappresentata dal loro Palazzo. Mi auguro di essere riuscito a dimostrare ai lettori il “peso specifico” culturale di Trana. A chi volesse saperne di più o ancora approfondire l’argomento, rimando alla lettura del libro, scritto insieme all’amico Ezio Capello, Trana. Frammenti di storia e di vita. Spero che sia evidente, quindi, quante siano le opportunità poste in luce da una buona conoscenza della storia locale. In primo luogo, la riscoperta di Trana per i suoi abitanti. Si badi, “per” va inteso sia come “a beneficio di” che “da parte di”. Infatti, il senso di appartenenza a una comunità non nasce automaticamente prendendovi la residenza, ma va coltivato alimentandolo con i motivi che possono rendere le persone orgogliose del proprio paese. A mio avviso, essere la culla del cinema, costituisce una delle suddette ragioni. Cercare delle costanti all’in- fuori della matematica è sempre una pratica pericolosa, perché si rischia di scadere nelle banalizzazioni. Eppure, viene da domandarsi come mai non si sia riusciti a promuovere adeguatamente uno dei siti celtici più importanti dell’area torinese, presente proprio in Val Sangone. A malincuore, dunque, sembra riscontrarsi in tale occasione mancata la tipica fatica italica di valorizzare le proprie risorse, di sapere e sapersi raccontare. Quel che mi sentirei di proporre è il recupero sia del sito celtico che di Palazzo Gromis, quest’ultimo da destinare alle associazioni. Ancora, auspicherei che venisse ufficialmente riconosciuto il ruolo svolto da Trana nella storia della “settima arte” mediante un adeguato spazio di approfondimento all’interno del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Sono tre direttrici su cui occorrerebbe mettersi al lavoro per dare al paese la collocazione che merita nel panorama culturale e turistico della Val Sangone e del Piemonte. Non si vuole certo incappa- re in questa sede che dialoga con imprenditori, quindi denotata da un certo pragmatismo, nell’illusione che il patrimonio artistico possa essere la prioritaria risorsa su cui l’Italia debba investire. Tuttavia, rimane l’importanza strategica dell’arte, della storia e della cultura per un territorio, poiché esse – insieme alle eccellenze di natura gastronomica, naturalistica e sportiva (supportate da un’efficace comunicazione) – producono turismo e, di conseguenza, benessere e ricchezza. Stefano Barone 12 12 LO SPORT, IL “MARE” DI CANTALUPA A colloquio con Paolo Dora Anche lo sport come volano per la promozione turistica. È quanto insegnano la vicenda virtuosa del comune di Cantalupa e dei suoi protagonisti: Paolo Dora, amministratore nella vicina Frossasco, ma anche gestore dell’albergo-ristorante “Tre Denti”, aperto 7 giorni su 7. La struttura viene costruita nel 2001 in occasione dell’edificazione del centro sportivo. Attraversa diverse gestioni, finché subentra Dora il 1° febbraio del 2015. Il suo è un arrivo con alle spalle l’attività di famiglia: la cantina vinicola operativa da più di 40 anni a Frossasco. «Questa e l’albergo diventano complementari» spiega. Lo “storico” sindaco Giustino Bello «è stato lungimirante per quanto riguarda lo sport, ha creato il mare di Cantalupa, – racconta Dora – ha investito costantemente nell’infrastrutturazione, a partire dal 2001. Ed è stata un’ottima scelta, altrimenti Cantalupa sarebbe stato un paese dormitorio». Il comune oggi può vantare un Palazzetto dello Sport con palestra piccola, centrale, una sala muscolatura, una pista coperta di atletica, delle pareti di arrampi- cata; uno stadio di atletica e uno di calcio; una palestra comunale; un campus-foresteria (un antico monastero acquistato dall’Amministrazione, ristrutturato e ora in gestione a Dora) con impianti ricreativi, quali un campo da calcetto in sintetico, un campo per la pallacanestro, la pallavolo, il tennis, il beach volley e un percorso mountain bike; inoltre il centro Federale Nazionale F.I.T.ARCO. In più, l’albergo può anche fungere da centro congressi, a cui si affiancano alcuni locali per riunioni nel campus. Nel corso del tempo sono state diverse le soddisfazioni che Cantalupa si è potuta levare. Numerose le squadre ospitate: la Nazionale italiana di twirling, quella di tiro con l’arco (più volte è stato sul territorio Marco Galiazzo, medaglia d’oro ad Atene 2004 e Londra 2012) che si raduna in Val Noce una volta al mese e le cui giovani promesse per Tokyo 2020 sono ospitate al “Tre Denti”, persino durante il periodo scolastico, per ridurre al minimo lo stress dovuto agli spostamenti. La stessa Nazionale cinese di atletica si è allenata a Cantalupa per due anni. Anche sul versante del calcio non sono mancati gli ospiti, come la prima squadra della Pro Vercelli e quella della Primavera del Torino. Ancora, Cantalupa ospiterà diverse academy della Juventus, giovani talenti dai 7 ai 17 anni, provenienti da tutto il mondo: la prima dovrebbe giungere da New York. «Questo dinamismo sotto il profilo sportivo reca indubbiamente dei benefici al il territorio, per il semplice fatto che tutti gli attori coinvolti cercano di far sentire questo patrimonio della Val Noce intera. Quando c’è gente, cioè turismo, va bene per tutti. Per quanto riguarda il mio caso, cerco di rapportarmi con i produttori locali. Inoltre, occorre potenziare la sinergia con le strutture incentrate a valorizzare le peculiarità del territorio: il Museo dell’Emigrazione dei Piemontesi nel Mondo e quello del Gusto». Luca Vincenzo Calcagno In un #tweet... Recensioni Avvicinandomi alle stelle Medjugorje l’inchiesta. Aspettando il giudizio di Papa Francesco Racconti e ricordi della Val Sangone Sette autori per sette delitti Sottile Notte Claudio Cantore Marco Paganelli Michele Rege AA.VV. Marco Ieva pp. 242 €14,00 Aviazione, guerra, spionaggio e astronautica nell’URSS: la storia di una donna formidabile #TraLeStelle pp. 308 € 16,00 La fede non spegne la ragione ma la compie: il giornalismo strumento di indagine e discernimento. Tra i fenomeni sociologicamente più rilevanti del #Cattolicesimo#Moderno pp. 212 € 14,00 La tradizione vive nel racconto: sia orale che scritto. I ricordi di un tempo affidati oggi all’inchiostro. Un libro che nasce su Facebook #Ricordando pp. 224 € 14,00 7 autori e 7 sfaccettature differenti del giallo. Una tensione continua a più voci. Per gli amanti della suspense e della varietà #EttagonoGiallo pp. 266 € 14,00 Il volto oscuro di Torino si tinge di giallo: al lettore trovare il bandolo della matassa #MisteroTorino www.daiimpresa.it ENRICO FRANCHINO �� � � � � � � � � � � � � � � � � � “MANGIARE BENE SPENDENDO IL GIUSTO” 13 IDEA SYSTEM s.r.l. ENERGIE RINNOVABILI RISPARMIO ENERGETICO Via San Rocco, 9 - 10010 QUASSOLO (TO) Da più di tre anni in piazza Conte Rosso ad Avigliana si trova un piccolo “posto di guardia” per presidia- re la cultura tutta italiana del buon cibo: è “Brodo di Giuggiole” di Michele Veneto e Francesca Piaser. Si può apprezzare l’intento programmatico già nel nome dell’attività: “un vecchio proverbio della nonna toscana di mia moglie, – racconta Veneto – è un nome che unisce la tradizione, la sapienza popolare e il gusto”. Nei prodotti venduti da “Brodo di Giuggiole” si apprezza il chilometro zero del pane prodotto in loco e delle tipicità locali valsusine casearie e non. Inoltre si possono trovare prelibatez- ze nazionali, come la pasta pugliese, salumi e insaccati toscani. “Crediamo che i prodotti tipici raccontino un territorio – aggiunge Piaser – e ciò deve favorire il giusto riconoscimento della fatica e quindi del costo che viene attribuito”. Infatti, il titolare di “Brodo di Giuggiole” è convinto che “non è vero che si spende tanto per mangiare bene”. Piuttosto, “è una questione di informazione: si possono fare acquisti di qualità spendendo al contempo il giusto”. Un’annosa questione che si richiama a dinamiche ben più che nazionali; fenomeni, ormai tipici del XXI secolo, come il junk food e l’imitazione del made in Italy, così come la sempiterna disponibilità in qualunque mese di qualunque ortaggio e frutto. “Un’attività come la nostra – conclude Veneto – porta avanti una battaglia: far ricordare che esiste una stagionalità dei prodotti. E non parlo soltanto di vegetali, penso anche ai formaggi. Un altro modo di spendere meno è, appunto, seguire la stagionalità”. L.V.C. 0125-65.90.47 - 345-487.07.67 MASSI CORPORATION s.r.l. S.S. 24 del Monginevro, km.16,200 10040 ALPIGNANO (TO) 011-966.04.07/08 [email protected] ROBERTO & ERSILIA ZEFFIRIO GIARDINO FIORITO s.r.l. Via Pinerolo-Susa, 23 - 10090 SANGANO (TO) [email protected] 011-90.84.161 PAOLO GIAI BAUDISSARD STUDIO COMMERCIALISTA UNA STORIA ALL’INSEGNA DELLA MODA In Val di Susa, nel comune di Borgone, tutti conoscono la famiglia Di Giovanni e i suoi negozi. Sono un punto di riferimento per la moda e, soprattutto, per lo stile. Quella della loro famiglia è una storia molto interessante. Siamo nel 1955: Gaspare Di Giovanni, migrante siciliano, insieme alla moglie Giovanna, emiliana, apre il primo negozio di sartoria da uomo nella Valle, realizzando così il grande sogno che accomunava la coppia. Tra gli anni ’60 e ’70 la sartoria diventa un vero e proprio punto di riferimento per l’abbigliamento e, quando i figli Giorgio e Cinzia prendono le redini dell’attività, creano un vero e proprio negozio di abbigliamento, già all’avanguardia per lo standard dell’epoca. Armati di dedizione, di creatività e di passione per il settore, i Di Giovanni hanno creato un “brand” che, nonostante la grande tradizione, ancora oggi fa tendenza, grazie alla ricerca di prodotti sempre innovativi e la cura per gli eventi, come le grandi sfilate che organizzano. Vi occupate di moda e abbigliamento da ben sessant’anni. Il fatto di essere una conduzione familiare costituisce un ulteriore elemento di forza? «Finché alle nuove generazioni non mancherà la nostra passione, sì». Come si colloca nel panorama giovanile una boutique che punta sulla ricercatezza come la vostra? «Sebbene viviamo un’epo- ca senza anima, abbiamo uno zoccolo duro, anche di giovani, che non vuole essere assimilato al gusto corrente, molto impersonale, e viene a cercare prodotti di suo gusto e di qualità che fanno parte del nostro assortimento». Qual è la realtà del settore abbigliamento nel contesto di crisi economica degli ultimi anni? «È una situazione molto difficile che, però, abbiamo affrontato con grinta, modernizzando il nostro lavoro e creando un valore aggiuntivo con strumenti che, fino a qualche anno fa, sembravano inutili: la profilazione della clientela che ci permette comunicazioni e contatti rapidi, l’utilizzo dei social che stanno diventando sempre più importanti, l’aggiornamento continuo delle tecniche di gestione, l’uso della professionalità giunta al suo apice e, infine, gli investimenti sfociati nell’apertura del nuovo negozio “Bags & Shoes”». Può darci un giudizio sulla vostra esperienza nei confronti del gruppo DAI Impresa? «Il giudizio è sostanzialmente positivo: la creazione di una rete con altri imprenditori è basilare. Auspichiamo per il futuro dei contatti più diretti con dei colleghi dello stesso settore con i quali scambiare pareri e soluzioni specifiche». Giada Speziale P.zza San Lorenzo, 15 10094 GIAVENO (TO) 011-908.55.43 SIMONE BRANCOZZI LEONIDA CONSULTING s.r.l. Via G. Mazzini 57 - 63844 GROTTAZZOLINA (FM) 335-758.90.95 [email protected] VLADIMIRO COLOMBO STUDIO COMMERCIALISTA Via F.lli Revelli n. 11 - 10091 ALPIGNANO (TO) 011-967.26.52 [email protected] ALESSANDRO SERRA MEDILAV - CENTRO MEDICO C.so Torino, 6 - AVIGLIANA (TO) 348-221.13.79 [email protected] Vuoi far parte degli affiliati DAI Impresa e comparire anche tu in questo spazio? Contattaci: [email protected] �� � � � � � � � � � � � � � � � � � 14 14 SIMONE RUSSO NEW ENERGY CONSULTING snc Via Regis, 26 10064 PINEROLO (TO) 340-689.42.36 SARA OSTORERO AZIENDA AGRICOLA - VIVAI Borgata Cordero, 32 – TRANA (TO) 011-976.66.33 [email protected] DAVIDE SADA DIESSE TERMOIDRAULICA Via Avigliana, 48 10090 BUTTIGLIERA ALTA (TO) 338-266.39.13 MARINA PORTIGLIATTI OREFICERIA ANSELMO s.r.l. P.zza Molines, 11 10094 GIAVENO (TO) 011-937.60.56 MARCO BONÚ AUTOSCUOLA AZZURRA Via B. Croce, 2 10051 AVIGLIANA (TO) 011-932.78.00 ROSANNA DE VIRGILIS STUDIO COMMERCIALISTA UNA POSSIBILITÀ PER LA CULTURA DELLA SALUTE P�r�l� �� ������ ... La Cattedra Unesco “Antropologia della Salute, Biosfera e Sistemi di cura” + 1,4% Il progetto Cattedra Unesco “Antropologia della Salute, Biosfera e Sistemi di cura” dell’Università degli Studi di Genova nasce da una esigenza culturale e da una realtà patrimoniale. L’esigenza culturale tiene conto del fatto che il concetto di salute e i metodi di cura non hanno valore universale: universale è invece la qualità scientifica dell’indagine. La realtà patrimoniale è il Museo di Etnomedicina di proprietà dell’Università di Genova. La Cattedra ha come base di indagine l’ipotesi che la conoscenza sia unitaria, ma con molteplici origini, metodi ed espressioni. Prende in esame il vasto contesto in cui si sviluppano le ricerche medico-antropologiche nell’area della salute e del benessere. Tra le finalità, la volontà di rafforzare i legami tra le Università, gli Istituti di ricerca e di istruzione superiore per favorire le capacità di trasferimento delle conoscenze in un ambito unitario. Rafforzare un legame tra questa dimensione culturale e il trasferimento di conoscenze è una necessità primaria per il buon funzionamento della Cattedra. Nel lungo termine l’obiettivo è la formazione di una generazione di ricercatori multidisciplinari, occidentali e non, capaci di tradurre secondo metodi scientifici insiemi integrati di conoscenza del mondo etnomedico. I criteri e le finalità di istituzione corrispondono e integrano le priorità dell’Unesco per il terzo millennio (Unesco Mid Term Strategy 2008-13 e 2014-2021) e agli obiettivi del millennio ONU (millenium goals). La Cattedra e il network hanno la doppia funzione di “think-tank” e di ponte tra il mondo accademico, la società occidentale, le comunità indigene, la ricerca scientifica e le istituzioni. Tania Re Psicologa - Antropologa Cattedra UNESCO “Antropologia della Salute, Biosfera e Sistemi di cura” - Università degli Studi di Genova http://www.cattedraunesco.sdf.unige.it/ Centro di Riferimento Regionale per la Fitoterapia - Toscana; Mimondo LIMMIT - Mind and Matter Laboratory - Lisbona 2006PIÙ MAGAZINE 2006 Più - Supplemento di informazione di “Territori” Direttore Responsabile: Marco Margrita C.so Susa, 18 – 10098 RIVOLI (TO) 011-953.14.59 [email protected] Editore: Echos edizioni di Ronco Marco Iscrizione al Registro delle Imprese della CCIAA di Torino, numero REA 1181643; P.IVA: 11022870015 - Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione n. 26547 Coordinamento Editoriale: Fabio Otta GIANLUCA BLANDINO B. G. LOG s.r.l. V.le Gandhi, 30 - 10051 AVIGLIANA (TO) 011-936.89.96 [email protected] Hanno collaborato: Luca Vincenzo Calcagno, Diego Mele, Francesco Rossa, Giada Speziale, Alessandro Vacchiotti, Stefano Barone, Gianluca Blandino, Giovanni Battista Benso, Giacomo Bottino, Marco Civra, Carlo Costalli, Gianfranco Ferraudo, Gianluca Matlì, Angelo Patrizio, Gianna Pentenero, Tania Re, Aristide Sada, Toni Spanò, Daniele Valle, Antonio Cravioglio, Laura Gariglio, Davide Camandona Corredo fotografico: Archivio Echos Group Impaginazione: Simona Mensa � ��r� �� M�rc� M�r��it� A dicembre 2016 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dell’1,4% rispetto a novembre. Nella media del trimestre ottobre-dicembre 2016 la produzione è aumentata dell’1,3% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, l’indice è aumentato in termini tendenziali del 6,6% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di dicembre 2015). Nella media del 2016 la produzione è cresciuta dell’1,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per quanto riguarda i settori di attività economica, i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+14,9%), della fabbricazione dei mezzi di trasporto (+12,2%) e della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+11,9%). Diminuzioni si registrano soltanto nei settori delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-4,1%) e della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-0,6%). L���r� �� ����tt��� Gentile Direttore, sul numero novembredicembre 2016 il Suo editoriale “parole ai numeri” intitola 28,7%. Secondo l’ISTAT, il 28,7% delle persone residenti in Italia è a rischio povertà; l’Ente si basa su dati ufficiali e quindi sembrerebbe che... due più due faccia quattro. I fatti non acquistano il loro rilievo, se non in relazione al criterio in base al quale si interpretano. Nel nostro Paese l’evasione fiscale è pari (ultimo dato stimato) a 220 miliardi l’anno, realtà caratterizzata dalla prevalenza del lavoro nero. Poi ci sono i redditi agricoli e similari, dove non è l’evasione il fenomeno principale ma l’incapacità oggettiva di de- terminare il valore degli autoconsumi, che ogni interessato giustamente definisce secondo le proprie necessità, senza renderlo pubblico. Si può fare lo stesso ragionamento per il problema “alimentazione”. Il discorso sarebbe lungo, quasi a voler negare che le necessità esistano, mentre ne vediamo i risvolti giornalieri intorno a noi; un conto è, però, scrivere che ci sono tot milioni “a rischio povertà” (ISTAT), altro è dire che sono “al di sotto della soglia di povertà” (fonte Caritas). Non giochiamo con le parole e la Caritas è ovviamente troppo coinvolta nel problema per essere obiettiva. Antonio Cravioglio www.daiimpresa.it 15 FAR RIDERE È UN LAVORO SERIO: EMOZIONARSI PER EMOZIONARE Breve ritratto di Francesco Damiano Francesco Damiano, 46 anni, conosciuto ai più come Giallorenzo, l’adolescente timidone suo personaggio di punta, dopo diversi anni di gavetta nel teatro amatoriale, nel 2004 si diploma all’Accademia Nazionale del Comico di Torino. Frequenta anche corsi di clowneria di Philip Radice e Jango Edwards. Clown, attore, comico, cantante in alcuni musical e attore cinematografico in “Sono tornato al Nord” con Franco Neri e nei “Corti di Gabriele Cirilli”. Nel 2007 il debutto televisivo a “Cultura Moderna” su Canale 5. Nel 2008 partecipa allo show televisivo “Co.Co.Comici” (Odeon Tv). Poi a “I raccomandati” (2010) in diretta su Rai Uno, con padrino Beppe Braida. Nel 2011 su Italia 1 partecipa al “Saturday Night Live”, condotto da Braida ed Elenoire Casalegno, poi a “Zelig OFF”, condotto da Federico Basso e Teresa Mannino e all’edi- zione dell’anno seguente. Sempre nel 2012 si esibisce a “Zelig Arcimboldi”, su Canale 5, in prima serata, condotto da Claudio Bisio e Paola Cortellesi. Nel 2014 su Italia 1 “Zelig UNO” con Katia Follesa e Elisabetta Canalis, col personaggio dell’Ultras della Sannarese. Come ti definiresti? «Schietto ma riflessivo, calcolatore ma di cuore, che si dona sempre con slancio. Uno che ha scelto la formazione e la gavetta prima di approcciare alla TV. Comico, attore, formatore, presentatore, ma tutti mi danno del cialtrone e il guaio è che inizio a crederci!». Cos’è per te la comicità? «Un modo di comunicare, di essere, una scelta di vita; un modo per entrare in empatia con le persone, tutte, contemporaneamente, per aprire la propria anima. È l’opportunità di regalarsi, la voglia di reagire, scardinare, sovvertire… Per me un comico è un rivoluzionario!». Quale lavoro avresti potuto fare? «Nel campo scientifico-matematico, (per 10 anni ha lavorato come consulente informatico presso banche e compagnie assicuratrici), qualsiasi mansione che avesse a che fare con formule, numeri. Se uno ci pensa bene, anche la comicità è matematica: la battuta, il tempo comico hanno una precisione e cadenza matematica». Quando ti ho chiesto la professione, hai detto anche “formatore”? «Sì, o meglio FormaTTore. Organizzo workshop sulla comunicazione non verbale sfruttando la mia esperienza di comico. Insegno tecniche e metodologie per comunicare efficacemente davanti a un pubblico e/o nel proprio ambito lavorativo, utilizzando la gestualità del corpo con consapevolezza». Comicità fa rima con…? «Sensibilità. Da anni colla- boro attivamente al progetto “Riso fa buon sangue”, che porta in tutta Italia artisti comici in uno spettacolo completamente dedicato alle AVIS locali e alla sensibilizzazione alla donazione del sangue. Sono anche serio a volte!». Ho letto nel tuo sito internet: “Emozionarsi per emozionare”, è la tua massima per il mestiere di cabarettista… Quando sei su un palco ti emozioni ancora oggi? «Assolutamente si. Penso davvero che esibirsi su un palco sia una delle emozioni che ognuno nella vita dovrebbe provare. Nella mia breve carriera, come professionista da 10 anni, mi è capitato di tutto, mi sono esibito davanti a 3.000 persone, come davanti a 8». Il ricordo più bello della tua carriera? «Lunedì 30 gennaio 2012, la prima volta sul palco del Teatro Arcimboldi di Milano insieme e Bisio e la Cortelle- si. Avevo i brividi e l’adrenalina a mille!». Ti sei occupato anche di musical e cinema, quali le tue prossime mete professionali? «Attualmente sto sviluppando la Visual Comedy, che è la tecnica di comunicazione e di comicità più diretta, ovvero la mimicagestuale, basata sulla considerazione che si comunica prima a gesti che a parole: è sufficiente un’espressione del volto per sintetizzare un concetto e non servono parole. È un po’ alla Charlie Chaplin, o Mr. Bean. Gag al posto di battute, e la comicità ar- riva a bambini e anziani, in Italia e all’Estero, ovunque. Infatti sto producendo, insieme a un’attrice di nome Francesca Lattanzio, uno spettacolo nuovo dal titolo provvisorio “Romantica” che è la divertente storia del corteggiamento e di come esso si sia evoluto dalla Preistoria fino ai giorni nostri, contaminata da modernità tecnologiche spiazzanti». Rideresti alle tue battute? «Assolutamente si, non lasciarsi andare a una risata è come mettere la freccia per un sorpasso e poi dover rinunciare». Alessandro Vacchiotti MEROPE: GARANTIRE A TUTTI LE STESSE OPPORTUNITÀ Operare affinché siano tutti davvero uguali, al di là delle retoriche e delle più insidiose invalidità: dalle più gravi e menomanti, alle meno visibili, ma tutte capaci in potenza di far sentire diversi. È l’obiettivo che si pone l’associazione socio-assistenziale Merope Onlus, attiva sul territorio aviglianese e valsusino dal 2003. Già il nome stesso indica la sensibilità per cui e con cui è nata. Spiega, infatti, lo storico Presidente Walter Berardo: «Merope era una delle figlie di Zeus che non sposò un semi-dio, bensì un umano con problemi fisici. Per questo fu condannata a essere delle sette stelle sorelle la meno luminosa. Ma per noi, in virtù proprio di quella scelta, è la più luminosa!». La mission di Merope è chiara: «Vogliamo che ogni persona, anche la più fragile, possa godere, al pari delle altre, di buona salute». Una sorta di diritto al “benessere” nelle parole di Berardo, intendendolo come stato ottimale di salute del singolo, non solo dal punto di vista fisiologico ma anche psicologico. «Cerchiamo di intercettare i bisogni dei più deboli, – racconta Berardo – è un attività che portiamo avanti con senso di solidarietà e traguardando la giustizia sociale». DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), BES (Bisogni Educativi Speciali) e DCA (disturbi del comportamento alimentare), sono problematiche difficili da distinguere a un occhio superficiale, ma in grado di modificare nel profondo e in peggio la vita di una persona. Merope dà sostegno, e soprattutto ascolto, a chi è affetto da un disturbo così come alle famiglie. Ma i volontari dell’associazione non si tirano indietro quando si tratta di gravi disabilità e difficoltà di integrazione. Perché «a volte una persona in difficoltà ha soltanto bisogno di risposte» aggiunge Berardo. Ma come agisce operativamente Merope? «Innanzitutto attraverso l’informazione per sensibilizzare i cittadini. È chiaro che anche noi dobbiamo essere sempre at- tenti a quel che accade nel mondo del socio-assistenziale, per questo partecipiamo a convegni e incontri a tema. A nostra volta ne organizziamo altri, così come mostre e presentazioni incentrati su argomenti quali la disabilità, l’integrazione e la solidarietà». «Indubbiamente, oggi il tema dell’uguaglianza è all’ordine del giorno ed è un bene, – conclude Berardo – noi siamo una presenza atta a ricordare che esiste un’ampia e trasversale parte della società che ha bisogno di essere ascoltata e a cui vanno riconosciuti gli stessi diritti, le stesse opportunità del resto della popolazione». L.V.C. 16 16 CIVICO20NEWS E DAI IMPRESA, IL PERCHÉ DI UN’INTESA ECHOS E DAI ON AIR. ASCOLTACI TUTTI I GIOVEDÌ E VENERDÌ DALLE 13:15 ALLE 14:00 Radio Italia Uno. La musica di ieri, la musica di oggi, la TUA musica! Radio Italia Uno è una storica emittente nata nel 1977 che da sempre rappresenta un punto di riferimento per il pubblico adulto piemontese. La radio, facente parte del gruppo che include, tra le altre, Radio Manila e Radio Party Groove, festeggia 40 anni con una nuova identità che punta ad assecondare le mutate esigenze del suo target di riferimento. Tra le novità, il restyling del logo, un sito internet con la diretta streaming, un palinsesto ricco di voci e una più accurata selezione musicale (dagli anni 60 ai giorni nostri: canzoni principalmente italiane, ma anche internazionali) che si è alter- nata a vari programmi di intrattenimento e di approfondimento in diretta dal lunedì al venerdì: il buongiorno dalle 9 alle 12, l’approfondimento dalle 13:15 alle 14 e la buonasera dalle 18 alle 20. In questi mesi di collaborazione con Radio Italia Uno sono diversi i DAIers che sono andati in onda. L’Amministratore delegato DAI Gianluca Bladino che ha raccontato la realtà del gruppo; Enrico Franchino in una puntata sul risparmio energetico; Carlo Guerrieri di Risorse che ha fornito utili indicazioni su come redigere e diffondere il proprio curriculum; Michele Ferraudo che è intervenuto sul tema del digital divide e sulla propria attività. Nei mesi scorsi si è stabilita un’intesa tra la nostra rivista e il gruppo DAI Impresa. Corre quindi l’obbligo e il piacere di presentarci a coloro che non ci conoscono o non hanno ancora potuto acquisire familiarità con il nostro prodotto editoriale. Com’è nato Civico20? L’idea nasce nel 2010 dall’intuizione della famiglia Gori, che poi diverrà, l’11 Marzo del 2011, l’editore di Civico20News. Si era avvertita l’esigenza di poter comunicare iniziative locali e limitrofe al territorio cittadino e punti di vista di diverso contenuto e spessore, senza dover passare attraverso il lungo e tortuoso percorso delle agenzie di stampa o degli amici degli amici. Ben presto, l’idea si tramutò in realtà. Esce la prima edizione di Civico20, sotto la guida di Massimo Calleri, un giornalista di lungo corso, buon conoscitore delle vicende cittadine, dalla politica allo sport. Si è scelta la soluzione on line, con articoli che non devono attendere i limiti oggettivi ed i tempi della stampa e della distribuzione per raggiungere i lettori. Il programma è stato sin dall’inizio ambizioso, con pagine dedicate giornalmente alla politica ed alla cronaca locale, nazionale e internazionale, alla scienza, alla cultura, agli spettacoli e allo sport. Civico20News, per l’impegno e la passione dei redattori e collaboratori, non è mai indietreggiato come diffusione ed oggi vanta una media di oltre 10.000 lettori giornalieri. L’attuale editore è Natalino Gori, succeduto ai genitori. In questi anni ha saputo difendere la libertà dell’informazione, senza interferenze con la direzione, pur esigendo la correttezza e la tempestività nel nostro operare, oltre al rispetto degli altri. Massimo Calleri continua ad essere il primo e a oggi insostituibile Direttore responsabile. Il perché di quest’accordo? Abbiamo avuto modo di constatare come 2006Più Magazine rilanci in modo ottimale il presupposto e la mission che DAI Impresa intende promuovere: lo spirito d’iniziativa, la professionalità e la tradizione di operosità ormai centenaria che contraddistingue la nostra gente. Noi di Civico20News ci sentiamo uniti nella difesa di questi valori ed in tale ambito intendiamo proseguire ospitando gli articoli che con metodicità sabauda il direttore di 2006Più Magazine c’invia il lunedì, mercoledì e venerdì di ogni settimana per la pubblicazione. Civico20 troverà ospitalità sul vostro periodico. Dal prossimo numero del vostro Magazine, v’intratterremo con una finestra aperta sul mondo dell’attualità e dell’informazione. Francesco Rossa Direttore editoriale UNA NUOVA DIREZIONE PER MARGRITA Abbiamo in comune il direttore con “Il Monviso”. Il nostro Marco Margrita firma come responsabile, da novembre scorso, lo storico settimanale pinerolese. Dopo la scomparsa del fondatore Silvio Mondino, l’associazione editrice e il gruppo redazionale lo hanno chiamato a guidare il giornale. Lavorare affinchè una voce del territorio continui ad essere presente è un servizio al diritto di informazione dei cittadini e al pluralismo. Pertanto, ringraziamo Margrita per aver raccolto questa sfida. Marco consegue così il suo personale triplete. Oltre a questo foglio e a quello di Pinerolo, infatti, dirige il quotidiano d’opinione on line “La Pietra nello Stagno” diffuso nel Canavese e non solo. A Marco e ai colleghi de “Il Monviso”, l’augurio di “buona strada!” PERCHÉ ESISTA IL LAVORO OCCORRE CHE ABBIA UN SENSO Continua da pagina 1 Tante volte abbiamo sostenuto, da queste colonne, che “il lavoro è un valore” e che c’è “un valore del lavoro”. Lo abbiamo fatto, però, cercando di attuare quanto ha insegnato Giovanni Testori: “in ogni gesto dell’uomo esiste un peso terreno e, insieme, un peso supremo; esiste un peso, un valore, un senso per cui chi entra in una fabbrica, sia per dirigerla, sia per timbrarvi il cartellino e lavorare, ha eguale grandezza di chi dipinge la Sistina e di chi scrive l’Amleto”. Il senso è il punto. Anche del e nel lavoro. In questo numero del giornale ci siamo particolarmente concentrati sul lavoro, sin dal focus. Abbiamo raccontato storie, pungolato i decisori su proposte e stimolato riflessioni sulle alleanze necessarie per non rassegnarci al declino. Non è uno stupido ottimismo, ma la prima concretizzazione dell’obiettivo di “co- struire insieme” e “fare rete”. Il filosofo Stefano Zecchi, in un commento sul fatto per “Il Giornale”, riferendosi al passaggio in cui Michele “urla” che “da questa realtà non si può pretendere niente”, ci rammenta che “si ha il dovere di comprendere che per raggiungere il massimo bisogna passare per il minimo, non ci sono scorciatoie, attese illusorie”. Sicuramente vero, ma non possiamo rassegnarci alla trasformazione della persona in cosa: la dignità del singolo è invalicabile. Certamente, però, come scrive su “Linkiesta” Fiammetta Sciandivasci, proprio agganciandosi all’articolo “Sopportare zecchiano: la realtà è inscindibile dal farci i conti”. La giornalista giustamente evidenzia che “È vero: ci è stato consegnato un mondo malandato, iniquo, assurdo, sordo. Tuttavia, quale generazione può dire di averne ereditato uno che rispondeva al canone che aveva in mente?”. Il nostro magazine dà voce a un tentativo di imprese di affrontare la crisi, amplifica il loro proporre una maggior capacità di sviluppare sinergie. Proprio per questo non può non guardare “più in là”, affrontare il nodo del senso. Roba di vita e del suo essere mestiere, non aridamente di lavoro. Ha ragione Mara Mondo, che titola la sua riflessione sul caso per “Il Sussidiario”: “nessun la- voro può illuderci di trovare quel che cerchiamo davvero”. Gianfranco Scarpa, fondatore di questo foglio e di Dai Impresa, titolava la sua prefazione nell’Opera Omnia dedicata ai 150 anni dell’Italia Unita “Oggi non stiamo bene, ieri stavamo peggio”. Tenerlo presente serve a edificare insieme il percorso per affrontare il minimo e tendere al massimo. Al lavoro! Marco Margrita @mc_margrita