Dalla luce naturale all`illuminazione artificiale

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Dalla luce naturale all`illuminazione artificiale
I 5 - La Chiesa e il suo linguaggio -
Dalla luce naturale all’illuminazione artificiale
Dalle lucerne alla sparizione di ogni ombra Cuneo, San Pietro del Gallo: le luci votive, di fronte all’antica immagine della Madonna, testimoniano una presenza di preghiera che rompe anche la solitudine ed il buio. Mentre l’illuminazione artificiale può dare evidenza al legame di elementi come la mangiatoia, l’altare, il tabernacolo. Limone Piemonte, Alpe di Papa Giovanni : la suggestiva luce emanata della due candele non è solo dovuta alla mancanza di corrente elettrica, ma fa parte del clima di estrema semplicità ed autenticità dei segni evangelici che l’Alpe propone nel suo insieme. Cuneo, cattedrale: poderosi lampadari in legno dorato con corone di candele, sostituite da lampadine; erano lo strumento di illuminazione tra periodo barocco e prima diffusione degli impianti elettrici . Cuneo, parrocchia del Sacro Cuore: l’illuminazione attuale tende ad evitare la visibilità delle fonti di luce artificiale, per creare climi di luce diffusa ed indiretta, capace di notevoli e differenti emozioni. Possibilità ed ambiguità della luce artificiale Il rapporto luce‐tenebre è molto importante nella riflessione cristiana e nella celebrazione liturgica. Fin dai testi evangelici la luce è attributo sia di Gesù (Gv. 1,5; 9; 3,19; 9,5) sia dei suoi discepoli (Mt. 5,14). L’uso della candele e delle lucerne ad olio per quasi due millenni aveva sviluppato forme svariate di candelieri, singoli, a piramide, a barra, a grappolo, e di lampadari. Segni particolari di luce erano la lampada permanentemente accesa davanti al Santissimo Sacramento e le candele votive accese dai fedeli dinnanzi ad immagini sacre. La fiammella era segno di presenza. L’avvento della corrente elettrica ha rivoluzionato il rapporto luce‐tenebre nelle chiese. Vi furono polemiche nella sua introduzione al posto delle candele, sia sull’altare che per le luci votive. Ora si sta meglio individuando la diversa funzionalità tra luce votiva, luce funzionale ai poli celebrativi, luce per la valorizzazione estetica di immagini ed architettura; occorre evitare illuminazioni esagerate che appiattiscono ambienti di preghiera come se fossero un capannone o una piazza, con inutili dispendi di energia. 82
Luce naturale ed artificiale
La luce naturale concorre nell'architettura ad assicurare
rilevanti effetti estetici, ma deve
consentire anche i giusti livelli
di luminosità funzionale, in
modo che nelle ore diurne non
si debba fare che un limitato
uso di altre fonti di luce. La
luce artificiale dovrebbe rispecchiare il più possibile le funzioni della luce naturale.
Assicurate le esigenze fondamentali di luminosità occorre
che vengano precisate le possibilità di soddisfare le richieste
liturgiche più frequenti, ma
anche garantite le condizioni
per affrontare eventi più rari e
straordinari.
(Progettazione nuove chiesa n. 30)