fratrum minorum

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fratrum minorum
ACTA ORDINIS
FRATRUM MINORUM
VEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIA
Fr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO
IUSSU ET AUCTORITATE
TOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALIS
IN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUM
IN LUCEM AEDITA
Veritatem facientes in caritate (Eph. 4,15).
Peculiari prorsus laude dignum putavimus,
dilecte Fili, consilium quo horum Actorum
collectio atque editio suscepta est.
(Ex Epist. L EONIS P P. XIII ad Min. Gen.)
ROMA
CURIA GENERALIS ORDINIS
CUM APPROBATIONE ECCLESIASTICA
FR. JOSÉ R. CARBALLO, ofm, Min. Gen.
Fr. LUIGI PERUGINI
Director
Fr. GIANPAOLO MASOTTI
Director responsabilis
Autoriz. N. 10240 del Trib. di Roma, 8-3-1965
Impaginazione e grafica
John Abela dell’Ufficio Comunicazioni OFM – Roma
Stampato dalla
TIPOGRAFIA MANCINI S.A.S. – Tivoli (Roma)
nel mese di gennaio dell’anno 2009
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
1. XII Assemblea ordinaria del Sinodo
dei Vescovi
Città del Vaticano, Aula del Sinodo, 05-26.10.2008
1. Messaggio finale del Sinodo sulla Parola di Dio
Città del Vaticano, Aula del Sinodo, 24.10.2008
LA PAROLA DI DIO
NELLA TRAMA DELLA STORIA
Ai fratelli e sorelle «pace e carità con fede da parte di Dio Padre e del Signore Gesù
Cristo. La grazia sia con tutti quelli che
amano il Signore nostro Gesù Cristo con
amore incorruttibile». Con questo saluto
così intenso e appassionato san Paolo concludeva la sua Lettera ai cristiani di Efeso
(6, 23-24). Con queste stesse parole noi Padri sinodali, riuniti a Roma per la XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei
Vescovi sotto la guida del Santo Padre Benedetto XVI, apriamo il nostro messaggio
rivolto all’immenso orizzonte di tutti coloro che nelle diverse regioni del mondo seguono Cristo come discepoli e continuano
ad amarlo con amore incorruttibile. A loro
noi di nuovo proporremo la voce e la luce
della Parola di Dio, ripetendo l’antico appello: «Questa parola è molto vicina a te, è
sulla tua bocca e nel tuo cuore perché la
metta in pratica» (Dt 30,14). E Dio stesso
dirà a ciascuno: «Figlio dell’uomo, tutte le
parole che ti dico accoglile nel cuore e
ascoltale con gli orecchi» (Ez 3,10). A tutti
ora proporremo un viaggio spirituale che si
svolgerà in quattro tappe e che dall’eterno e
dall’infinito di Dio ci condurrà fino nelle
nostre case e lungo le strade delle nostre
città.
I. La voce della Parola: la Rivelazione
1. «Dio vi parlò in mezzo al fuoco: voce
di parole voi ascoltavate, nessuna immagi-
ne vedevate, solo una voce!» (Dt 4,12). È
Mosè che parla evocando l’esperienza vissuta da Israele nell’aspra solitudine del deserto del Sinai. Il Signore si era presentato
non come un’immagine o un’effigie o una
statua simile al vitello d’oro, ma con “una
voce di parole”. È una voce che era entrata
in scena agli inizi stessi della creazione,
quando aveva squarciato il silenzio del nulla: «In principio… Dio disse: Sia la luce! E
la luce fu… In principio era il Verbo… e il
Verbo era Dio… Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di
ciò che esiste» (Gn 1,1.3; Gv 1,1.3). Il creato non nasce da una lotta intradivina, come
insegnava l’antica mitologia mesopotamica, bensì da una parola che vince il nulla e
crea l’essere. Canta il Salmista: «Dalle parole del Signore furono creati i cieli, dal soffio della sua bocca tutto il loro esercito…
perché egli ha parlato e tutto fu, ha ordinato
e tutto esistette» (Sal 33,6.9). E san Paolo
ripeterà «Dio dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono» (Rm
4,17). Si ha, così, una prima rivelazione
“cosmica” che rende il creato simile a
un’immensa pagina aperta davanti all’intera umanità, che in essa può leggere un messaggio del Creatore: «I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia
il firmamento. Il giorno al giorno ne affida
il racconto e la notte alla notte ne trasmette
notizia. Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce, per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini
del mondo il loro messaggio» (Sal 19, 2-5).
2. La parola divina è, però, anche alla radice della storia umana. L’uomo e la donna,
che sono «immagine e somiglianza di Dio»
(Gn 1,27) e che quindi recano in sé
l’impronta divina, possono entrare in dialogo col loro Creatore o possono da lui allontanarsi e respingerlo attraverso il peccato.
La Parola di Dio, allora, salva e giudica, pe-
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netra nella trama della storia col suo tessuto di vicende ed eventi: «Ho osservato la
miseria del mio popolo in Egitto e ho udito
il suo grido…, conosco le sue sofferenze.
Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso
una terra bella e spaziosa…» (Es 3,7-8).
C’è, dunque, una presenza divina nelle vicende umane che, attraverso l’azione del
Signore della storia, vengono inserite in un
disegno più alto di salvezza, perché «tutti
gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (1Tm 2, 4).
3. La parola divina efficace, creatrice e
salvatrice, è quindi in principio all’essere e
alla storia, alla creazione e alla redenzione. Il
Signore viene incontro all’umanità proclamando: «Ho detto e ho fatto!» (Ez 37,14).
C’è, però, una tappa ulteriore che la voce divina percorre: è quella della parola scritta, la
Graphé o le Graphaí, le Scritture sacre, come si dice nel Nuovo Testamento. Già Mosè
era sceso dalla vetta del Sinai reggendo «in
mano le due tavole della Testimonianza, tavole scritte sui due lati, da una parte e dall’altra. Le tavole erano opera di Dio, la scrittura era scrittura di Dio» (Es 32,15-16). E lo
stesso Mosè imporrà a Israele di conservare
e riscrivere queste “tavole della Testimonianza”: «Scriverai su pietre tutte le parole di
questa legge, con scrittura ben chiara» (Dt
27,8). Le Sacre Scritture sono la “testimonianza” in forma scritta della parola divina,
sono il memoriale canonico, storico e letterario attestante l’evento della Rivelazione
creatrice e salvatrice. La Parola di Dio precede, dunque, ed eccede la Bibbia, che pure
è “ispirata da Dio “ e contiene la parola divina efficace (cf. 2Tm 3,16). È per questo che
la nostra fede non ha al centro solo un libro,
ma una storia di salvezza e, come vedremo,
una persona, Gesù Cristo, Parola di Dio fatta carne, uomo, storia. Proprio perché
l’orizzonte della parola divina abbraccia e si
estende oltre la Scrittura, è necessaria la costante presenza dello Spirito Santo che «guida a tutta la verità» (Gv 16,13) chi legge la
Bibbia. È questa la grande Tradizione, presenza efficace dello “Spirito di verità” nella
Chiesa, custode delle Sacre Scritture, auten-
ticamente interpretate dal Magistero ecclesiale. Con la Tradizione si giunge alla comprensione, all’interpretazione, alla comunicazione e alla testimonianza della Parola di
Dio. Lo stesso san Paolo, proclamando il primo Credo cristiano, riconoscerà di “trasmettere” quello che egli «aveva ricevuto» dalla
Tradizione (1Cor 15,3-5).
II. Il volto della Parola: Gesù Cristo
4. Nell’originale greco sono solo tre parole fondamentali: Lógos sarx eghéneto, «il
Verbo/Parola si fece carne». Eppure, questo
è l’apice non solo di quel gioiello poetico e
teologico che è il prologo del Vangelo di
Giovanni (1,14), ma è il cuore stesso della
fede cristiana. La Parola eterna e divina entra nello spazio e nel tempo e assume un
volto e un’identità umana, tant’è vero che è
possibile accostarvisi direttamente chiedendo, come fece quel gruppo di Greci presenti a Gerusalemme: «Vogliamo vedere Gesù» (Gv 12,20-21). Le parole senza un volto non sono perfette, perché non compiono
in pienezza l’incontro, come ricordava
Giobbe, giunto al termine del suo drammatico itinerario di ricerca: «Io ti conoscevo
per sentito dire, ora i miei occhi ti vedono»
(42,5).Cristo è «il Verbo che è presso Dio
ed è Dio», è «l’immagine del Dio invisibile,
generato prima di ogni creatura» (Col
1,15); ma è anche Gesù di Nazaret che cammina per le strade di una marginale provincia dell’impero romano, che parla una lingua locale, che rivela i tratti di un popolo,
l’ebraico, e della sua cultura. Il Gesù Cristo
reale è, quindi, carne fragile e mortale, è
storia e umanità, ma è anche gloria, divinità, mistero: Colui che ci ha rivelato il Dio
che nessuno ha mai visto (cf. Gv 1,18). Il
Figlio di Dio continua a essere tale anche in
quel cadavere che è deposto nel sepolcro e
la risurrezione ne è l’attestazione viva ed efficace.
5. Ebbene, la tradizione cristiana ha
spesso posto in parallelo la Parola divina
che si fa carne con la stessa Parola che si fa
libro. È ciò che emerge già nel Credo quando si professa che il Figlio di Dio «si è in-
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
carnato per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria», ma anche si confessa la fede nello stesso «Spirito Santo che
ha parlato per mezzo dei profeti». Il Concilio Vaticano II raccoglie questa antica tradizione secondo la quale «il corpo del Figlio è
la Scrittura a noi trasmessa» – come afferma s. Ambrogio (In Lucam VI,33) – e dichiara limpidamente: «Le parole di Dio,
espresse con lingue umane, si sono fatte simili al linguaggio degli uomini, come già il
Verbo dell’eterno Padre, avendo assunto le
debolezze della natura umana, si fece simile agli uomini» (Dei Verbum 13). La Bibbia
è, infatti, anch’essa “carne”, “lettera”, si
esprime in lingue particolari, in forme letterarie e storiche, in concezioni legate a una
cultura antica, conserva memorie di eventi
spesso tragici, le sue pagine sono non di rado striate di sangue e violenza, al suo interno risuona il riso dell’umanità e scorrono le
lacrime, così come si leva la preghiera degli
infelici e la gioia degli innamorati. Per questa sua dimensione “carnale” essa esige
un’analisi storica e letteraria, che si attua attraverso i vari metodi e approcci offerti dall’esegesi biblica. Ogni lettore delle Sacre
Scritture, anche il più semplice, deve avere
una proporzionata conoscenza del testo sacro ricordando che la Parola è rivestita di
parole concrete a cui si piega e adatta per
essere udibile e comprensibile all’umanità.
È, questo, un impegno necessario: se lo si
esclude si può cadere nel fondamentalismo
che in pratica nega l’incarnazione della parola divina nella storia, non riconosce che
quella parola si esprime nella Bibbia secondo un linguaggio umano, che dev’essere decifrato, studiato e compreso, e ignora che
l’ispirazione divina non ha cancellato
l’identità storica e la personalità propria degli autori umani. La Bibbia, però, è anche
Verbo eterno e divino ed è per questo che
essa esige un’altra comprensione, data dallo Spirito Santo che svela la dimensione trascendente della parola divina, presente nelle parole umane.
6. Ecco, allora, la necessità della «viva
Tradizione di tutta la Chiesa» (Dei Verbum
12) e della fede per comprendere in modo
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unitario e pieno le Sacre Scritture. Se ci si
ferma alla sola “lettera”, la Bibbia rimane
soltanto un solenne documento del passato,
una nobile testimonianza etica e culturale.
Se, però, si esclude l’incarnazione, si può
cadere nell’equivoco fondamentalistico o in
un vago spiritualismo o psicologismo. La
conoscenza esegetica deve, quindi, intrecciarsi indissolubilmente con la tradizione
spirituale e teologica perché non venga
spezzata l’unità divina e umana di Gesù
Cristo e delle Scritture. In questa armonia
ritrovata, il volto di Cristo risplenderà nella
sua pienezza e ci aiuterà a scoprire un’altra
unità, quella profonda e intima delle Sacre
Scritture, il loro essere, sì, 73 libri, ma inseriti in un unico “Canone”, in un unico dialogo tra Dio e l’umanità, in unico disegno di
salvezza. «Dio, infatti, molte volte e in diversi modi nei tempi antichi ha parlato ai
padri per mezzo dei profeti, ma ultimamente ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb
1,1-2). Cristo getta, così, la sua luce retrospettivamente sull’intera trama della storia
della salvezza e ne rivela la coerenza, il significato, la direzione. Egli è il suggello,
“l’alfa e l’omega” (Ap 1,8) di un dialogo tra
Dio e le sue creature distribuito nel tempo e
attestato nella Bibbia. È alla luce di questo
sigillo finale che acquistano il loro “senso
pieno” le parole di Mosè e dei profeti, come
aveva indicato lo stesso Gesù in quel pomeriggio primaverile, mentre egli procedeva
da Gerusalemme verso il villaggio di Emmaus, dialogando con Cleofa e il suo amico, «spiegando loro in tutte le Scritture ciò
che si riferiva a lui» (Lc 24,27). Proprio perché al centro della Rivelazione c’è la parola divina divenuta volto, l’approdo ultimo
della conoscenza della Bibbia «non è in una
decisione etica o in una grande idea, bensì
nell’incontro con un avvenimento, con una
Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (Deus caritas est, 1)
III. La casa della Parola: la Chiesa
Come la sapienza divina nell’Antico Testamento si era costruita la sua dimora nella città degli uomini e delle donne, sorreg-
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gendola su sette colonne (cf. Pr 9,1), così
anche la Parola di Dio ha una sua casa nel
Nuovo Testamento: è la Chiesa che ha il
suo modello nella comunità-madre di Gerusalemme, la Chiesa fondata su Pietro e sugli
Apostoli e che oggi, attraverso i vescovi in
comunione col Successore di Pietro, continua ad essere custode, annunciatrice e interprete della Parola (cf. Lumen gentium
13). Luca, negli Atti degli Apostoli (2,42),
ne traccia l’architettura basata su quattro
colonne ideali: «Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nello spezzare il pane e nelle
preghiere».
7. Ecco innanzitutto la didaché apostolica, ossia la predicazione della Parola di
Dio. L’apostolo Paolo, infatti, ci ammonisce che «la fede viene dall’ascolto e
l’ascolto riguarda la parola di Cristo» (Rm
10,17). Dalla Chiesa esce la voce dell’araldo che a tutti propone il kérygma, ossia
l’annunzio primario e fondamentale che
Gesù stesso aveva proclamato agli esordi
del suo ministero pubblico: «Il tempo è
compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15).
Gli apostoli annunciano l’inaugurazione
del regno di Dio, e quindi dell’intervento
decisivo divino nella storia umana, proclamando la morte e la risurrezione di Cristo:
«in nessun altro c’è salvezza; non vi è, infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati» (At 4,12). Il cristiano rende testimonianza di questa sua speranza «con
dolcezza, rispetto e retta coscienza», pronto, però, anche ad essere coinvolto e forse
travolto dalla bufera del rifiuto e della persecuzione, consapevole che «è meglio soffrire operando il bene che facendo il male»
(1Pt 3,16-17).
Nella Chiesa risuona, poi, la catechesi:
essa è destinata ad approfondire nel cristiano «il mistero di Cristo alla luce della Parola perché l’uomo intero sia irradiato da essa» (Giovanni Paolo II, Catechesi tradendae, 20). Ma il vertice della predicazione è
nell’omelia che ancor oggi per molti cristiani è il momento capitale dell’incontro
con la Parola di Dio. In questo atto il ministro dovrebbe trasformarsi anche in profeta.
Egli, infatti, deve in un linguaggio nitido,
incisivo e sostanzioso, non solo con autorevolezza «annunziare le mirabili opere di
Dio nella storia della salvezza» (Sacrosantum Concilium 35) – offerte prima attraverso una chiara e viva lettura del testo biblico
proposto dalla liturgia – ma deve anche attualizzarle nei tempi e nei momenti vissuti
dagli ascoltatori e far sbocciare nel loro
cuore la domanda della conversione e dell’impegno vitale: «Che cosa dobbiamo fare?» (At 2,37).
Annunzio, catechesi e omelia suppongono, quindi, un leggere e un comprendere,
uno spiegare e un interpretare, un coinvolgimento della mente e del cuore. Nella predicazione si compie così un duplice movimento. Col primo si risale alla radice dei testi sacri, degli eventi, dei detti generatori
della storia di salvezza, per comprenderli
nel loro significato e nel loro messaggio.
Col secondo movimento si ridiscende al
presente, all’oggi vissuto da chi ascolta e
legge, sempre alla luce del Cristo che è il filo luminoso destinato a unire le Scritture. È
ciò che Gesù stesso aveva fatto – come si è
già detto – nell’itinerario da Gerusalemme
a Emmaus in compagnia di due suoi discepoli. È ciò che farà il diacono Filippo sulla
strada da Gerusalemme a Gaza, quando col
funzionario etiope intesserà quel dialogo
emblematico: «Capisci quello che stai leggendo?... E come potrei capire se nessuno
mi guida?» (At 8,30-31). E la meta sarà
l’incontro pieno con Cristo nel sacramento.
Si presenta, così, la seconda colonna che
regge la Chiesa, casa della parola divina.
8. È la frazione del pane. La scena di
Emmaus (cf. Lc 24,13-35) è ancora una volta esemplare e riproduce quanto accade
ogni giorno nelle nostre chiese: all’omelia
di Gesù su Mosè e i profeti subentra, alla
mensa, la frazione del pane eucaristico. È,
questo, il momento del dialogo intimo di
Dio col suo popolo, è l’atto della nuova alleanza suggellata nel sangue di Cristo (cf.
Lc 22,20), è l’opera suprema del Verbo che
si offre come cibo nel suo corpo immolato,
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
è la fonte e il culmine della vita e della missione della Chiesa. La narrazione evangelica dell’ultima cena, memoriale del sacrificio di Cristo, quando è proclamata nella celebrazione eucaristica, nell’invocazione
dello Spirito Santo diventa evento e sacramento. È per questo che il Concilio Vaticano II, in un passo di forte intensità, dichiarava: «La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo
stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane
di vita dalla mensa sia della Parola di Dio
sia del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli» (Dei Verbum 21). Si dovrà, perciò, riportare al centro della vita cristiana «la liturgia della parola e la liturgia eucaristica,
congiunte tra loro così strettamente da formare un solo atto di culto» (Sacrosanctum
Concilium 56).
9. Il terzo pilastro dell’edificio spirituale
della Chiesa, casa della Parola, è costituito
dalle preghiere, intessute – come ricordava
san Paolo – da «salmi, inni, cantici spirituali» (Col 3, 16). Un posto privilegiato è occupato naturalmente dalla Liturgia delle
Ore, la preghiera della Chiesa per eccellenza, destinata a ritmare i giorni e i tempi dell’anno cristiano, offrendo, soprattutto col
Salterio, il cibo quotidiano spirituale del fedele. Accanto ad essa e alle celebrazioni comunitarie della Parola, la tradizione ha introdotto la prassi della Lectio divina, lettura
orante nello Spirito Santo, capace di schiudere al fedele il tesoro della Parola di Dio,
ma anche di creare l’incontro col Cristo, parola divina vivente.
Essa si apre con la lettura (lectio) del testo che provoca una domanda di conoscenza autentica del suo contenuto reale: che cosa dice il testo biblico in sé? Segue la meditazione (meditatio) nella quale l’interrogativo è: che cosa dice il testo biblico a
noi? Si giunge, così, alla preghiera (oratio)
che suppone quest’altra domanda: che cosa
diciamo noi al Signore in risposta alla sua
parola? E si conclude con la contemplazione (contemplatio) durante la quale noi assumiamo come dono di Dio lo stesso suo
sguardo nel giudicare la realtà e ci doman-
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diamo: quale conversione della mente, del
cuore e della vita chiede a noi il Signore?
Di fronte al lettore orante della Parola di
Dio si erge idealmente il profilo di Maria, la
madre del Signore, che «custodisce tutte
queste cose, meditandole nel suo cuore»
(Lc 2,19; cf. 2,51), cioè – come dice
l’originale greco – trovando il nodo profondo che unisce eventi, atti e cose, apparentemente disgiunti, nel grande disegno divino.
O anche si può presentare agli occhi del fedele che legge la Bibbia l’atteggiamento di
Maria, sorella di Marta, che si asside ai piedi del Signore in ascolto della sua parola,
impedendo che le agitazioni esteriori assorbano totalmente l’anima, occupando anche
lo spazio libero per «la parte migliore» che
non ci dev’essere tolta (cf. Lc 10,38-42).
10. Eccoci, infine, davanti all’ultima colonna che sorregge la Chiesa, casa della parola: la koinonía, la comunione fraterna, altro nome dell’agápe, cioè dell’amore cristiano. Come ricordava Gesù, per diventare
suoi fratelli e sue sorelle bisogna essere
«coloro che ascoltano la Parola di Dio e la
mettono in pratica» (Lc 8,21). L’ascoltare
autentico è obbedire e operare, è far sbocciare nella vita la giustizia e l’amore, è offrire nell’esistenza e nella società una testimonianza nella linea dell’appello dei profeti, che costantemente univa Parola di Dio e
vita, fede e rettitudine, culto e impegno sociale. È ciò che ribadiva a più riprese Gesù,
a partire dal celebre monito del Discorso
della montagna: «Non chi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa
la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt
7,21). In questa frase sembra echeggiare la
parola divina proposta da Isaia: «Questo
popolo si avvicina a me solo a parole e mi
invoca con le labbra, mentre il suo cuore è
lontano da me» (29,13). Questi ammonimenti riguardano anche le Chiese quando
non sono fedeli all’ascolto obbediente della
Parola di Dio.
Essa, quindi, dev’essere visibile e leggibile già sul volto stesso e nelle mani del credente, come suggeriva san Gregorio Magno
che vedeva in san Benedetto, e negli altri
grandi uomini di Dio, testimoni di comu-
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nione con Dio e coi fratelli, la Parola di Dio
fatta vita. L’uomo giusto e fedele non solo
“spiega” le Scritture, ma le “dispiega” davanti a tutti come realtà viva e praticata. È
per questo che viva lectio, vita bonorum, la
vita dei buoni è una lettura/lezione vivente
della parola divina. Era già stato san Giovanni Crisostomo a osservare che gli apostoli scesero dal monte di Galilea, ove avevano incontrato il Risorto, senza nessuna
tavola di pietra scritta come era accaduto a
Mosè: la loro stessa vita sarebbe divenuta
da quel momento il Vangelo vivente.
Nella casa della Parola divina incontriamo anche i fratelli e le sorelle delle altre
Chiese e comunità ecclesiali che, pur nelle
separazioni ancora esistenti, si ritrovano con
noi nella venerazione e nell’amore per la Parola di Dio, principio e sorgente di una prima
e reale unità, anche se non piena. Questo vincolo dev’essere sempre rafforzato attraverso
le traduzioni bibliche comuni, la diffusione
del testo sacro, la preghiera biblica ecumenica, il dialogo esegetico, lo studio e il confronto tra le varie interpretazioni delle Sacre
Scritture, lo scambio dei valori insiti nelle diverse tradizioni spirituali, l’annuncio e la testimonianza comune della Parola di Dio in
un mondo secolarizzato.
IV. Le strade della Parola: la missione
«Da Sion uscirà la Legge e da Gerusalemme la parola del Signore» (Is 2,3). La
Parola di Dio personificata “esce” dalla sua
casa, il tempio, e si avvia lungo le strade del
mondo per incontrare il grande pellegrinaggio che i popoli della terra hanno intrapreso
alla ricerca della verità, della giustizia e
della pace. C’è, infatti, anche nella moderna città secolarizzata, nelle sue piazze e nelle sue vie – ove sembrano dominare incredulità e indifferenza, ove il male sembra
prevalere sul bene, creando l’impressione
della vittoria di Babilonia su Gerusalemme
– un anelito nascosto, una speranza germinale, un fremito d’attesa. Come si legge nel
libro del profeta Amos, «ecco verranno
giorni in cui manderò la fame nel paese,
non fame di pane né sete di acqua, ma di
ascoltare la parola del Signore» (8,11). A
questa fame vuole rispondere la missione
evangelizzatrice della Chiesa.
Anche il Cristo risorto agli apostoli esitanti lancia l’appello a uscire dai confini del
loro orizzonte protetto: «Andate e fate discepoli tutti i popoli… insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt
28,19-20). La Bibbia è tutta attraversata da
appelli a “non tacere”, a “gridare con forza”,
ad “annunciare la parola al momento opportuno e non opportuno”, ad essere sentinelle
che lacerano il silenzio dell’indifferenza. Le
strade che si aprono davanti a noi non sono
ora soltanto quelle sulle quali si incamminava san Paolo o i primi evangelizzatori e, dietro di loro, tutti i missionari che s’inoltrano
verso le genti in terre lontane.
11. La comunicazione stende ora una rete che avvolge tutto il globo e un nuovo significato acquista l’appello di Cristo:
«Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, quello che ascoltate all’orecchio
predicatelo sulle terrazze» (Mt 10,27). Certo, la parola sacra deve avere una sua prima
trasparenza e diffusione attraverso il testo
stampato, con traduzioni eseguite secondo
la variegata molteplicità delle lingue del nostro pianeta. Ma la voce della parola divina
deve risuonare anche attraverso la radio, le
arterie informatiche di Internet, i canali della diffusione virtuale on line, i CD, i DVD,
gli podcast e così via; deve apparire sugli
schermi televisivi e cinematografici, nella
stampa, negli eventi culturali e sociali.
Questa nuova comunicazione, rispetto a
quella tradizionale, ha adottato una sua specifica grammatica espressiva ed è, quindi,
necessario essere attrezzati non solo tecnicamente, ma anche culturalmente per questa impresa. In un tempo dominato dall’immagine, proposta in particolare da quel
mezzo egemone della comunicazione che è
la televisione, significativo e suggestivo è
ancor oggi il modello privilegiato da Cristo.
Egli ricorreva al simbolo, alla narrazione,
all’esempio, all’esperienza quotidiana, alla
parabola: «Parlava loro di molte cose in parabole… e fuor di parabola non diceva nulla alle folle» (Mt 13,3.34). Gesù nel suo annuncio del regno di Dio non passava mai
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
sopra le teste dei suoi interlocutori con un
linguaggio vago, astratto ed etereo, ma li
conquistava partendo proprio dalla terra
ove erano piantati i loro piedi per condurli,
dalla quotidianità, alla rivelazione del regno
dei cieli. Significativa diventa, allora, la
scena evocata da Giovanni: «Alcuni volevano arrestare Gesù, ma nessuno mise le
mani su di lui. Le guardie tornarono dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero
loro: Perché non lo avete condotto qui? Risposero le guardie: Mai un uomo ha parlato
così!» (7,44-46).
12. Cristo avanza lungo le vie delle nostre città e sosta davanti alle soglie delle nostre case: «Ecco, sto alla porta e busso. Se
qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con
me» (Ap 3,20). La famiglia, racchiusa tra le
mura domestiche con le sue gioie e i suoi
drammi, è uno spazio fondamentale in cui
far entrare la Parola di Dio. La Bibbia è tutta costellata di piccole e grandi storie familiari e il Salmista raffigura con vivacità il
quadretto sereno di un padre assiso alla
mensa, circondato dalla sua sposa, simile a
vite feconda, e dai figli, «virgulti d’ulivo»
(Sal 128). La stessa cristianità delle origini
celebrava la liturgia nella quotidianità di
una casa, così come Israele affidava alla famiglia la celebrazione della pasqua (cf. Es
12,21-27). La trasmissione della Parola di
Dio avviene proprio attraverso la linea generazionale, per cui i genitori diventano «i
primi araldi della fede» (Lumen gentium
11). Ancora il Salmista ricordava che «ciò
che abbiamo udito e conosciuto e i nostri
padri ci hanno raccontato non lo terremo
nascosto ai nostri figli, raccontando alla generazione futura le azioni gloriose e potenti
del Signore e le meraviglie che egli ha compiuto…e anch’essi sorgeranno a raccontarlo ai loro figli» (Sal 78,3-4.6).
Ogni casa dovrà, allora, avere la sua Bibbia e custodirla in modo concreto e dignitoso, leggerla e con essa pregare, mentre la famiglia dovrà proporre forme e modelli di
educazione orante, catechetica e didattica
sull’uso delle Scritture, perché «giovani e
ragazze, vecchi insieme ai bambini» (Sal
383
148,12) ascoltino, comprendano, lodino e
vivano la Parola di Dio. In particolare le
nuove generazioni, i bambini e i giovani,
dovranno essere destinatari di un’appropriata e specifica pedagogia che li conduca
a provare il fascino della figura di Cristo,
aprendo la porta della loro intelligenza e del
loro cuore, anche attraverso l’incontro e la
testimonianza
autentica
dell’adulto,
l’influsso positivo degli amici e la grande
compagnia della comunità ecclesiale.
13. Gesù, nella sua parabola del seminatore, ci ricorda che ci sono terreni aridi, sassosi, soffocati dai rovi (cf. Mt 13,3-7). Chi
si inoltra per le strade del mondo scopre anche i bassifondi ove si annidano sofferenze
e povertà, umiliazioni e oppressioni, emarginazioni e miserie, malattie fisiche e psichiche e solitudini. Spesso le pietre delle
strade sono insanguinate dalle guerre e dalle violenze, nei palazzi del potere la corruzione s’incrocia con l’ingiustizia. Si leva il
grido dei perseguitati per la fedeltà alla loro
coscienza e alla loro fede. C’è chi è travolto dalla crisi esistenziale o ha l’anima priva
di un significato che dia senso e valore allo
stesso vivere. Simili a «ombre che passano,
a un soffio che s’affanna» (Sal 39,7), molti
sentono incombere su di sé anche il silenzio
di Dio, la sua apparente assenza e indifferenza: «Fino a quando, Signore, continuerai
a dimenticarmi? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?» (Sal 13,2). E alla fine si
erge davanti a tutti il mistero della morte.
Questo immenso respiro di dolore che
sale dalla terra al cielo è ininterrottamente
rappresentato dalla Bibbia, che propone appunto una fede storica e incarnata. Basterebbe solo pensare alle pagine segnate dalla violenza e dall’oppressione, al grido acre
e continuo di Giobbe, alle veementi suppliche salmiche, alla sottile crisi interiore che
percorre l’anima di Qohelet, alle vigorose
denuncie profetiche contro le ingiustizie sociali. Senza attenuanti è, poi, la condanna
del peccato radicale che appare in tutta la
sua potenza devastante fin dagli esordi dell’umanità in un testo fondamentale della
Genesi (c. 3). Infatti, il “mistero di iniquità”
è presente e agisce nella storia, ma è svela-
384
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
to dalla Parola di Dio che assicura in Cristo
la vittoria del bene sul male.
Ma soprattutto nelle Scritture a dominare è la figura di Cristo che apre il suo ministero pubblico proprio con un annuncio di
speranza per gli ultimi della terra: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi
ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a
proclamare ai prigionieri la liberazione e ai
ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19). Le sue mani si posano
ripetutamente su carni malate o infette, le
sue parole proclamano la giustizia, infondono coraggio agli infelici, donano perdono ai peccatori. Alla fine, lui stesso si accosta al livello più basso, «svuotando se stesso» della sua gloria, «assumendo la
condizione di servo, diventando simile agli
uomini…, umiliando se stesso e facendosi
obbediente fino alla morte e a una morte di
croce» (Fil 2,7-8).
Così, egli prova la paura del morire
(«Padre, se è possibile, passi da me questo
calice!»), sperimenta la solitudine con
l’abbandono e il tradimento degli amici, penetra nell’oscurità del più crudele dolore fisico con la crocifissione e persino nella tenebra del silenzio del Padre («Dio mio, Dio
mio, perché mi hai abbandonato?») e giunge all’abisso ultimo di ogni uomo, quello
della morte («lanciando un forte grido,
spirò»). Veramente a lui si può applicare la
definizione che Isaia riserva al Servo del Signore: «uomo dei dolori che ben conosce il
patire» (53,3).
Eppure egli, anche in quel momento
estremo, non cessa di essere il Figlio di Dio:
nella sua solidarietà d’amore e col sacrificio di sé depone nel limite e nel male dell’umanità un seme di divinità, ossia un principio di liberazione e di salvezza; col suo
donarsi a noi irradia di redenzione il dolore
e la morte, da lui assunti e vissuti, e apre anche a noi l’alba della risurrezione. Il cristiano ha, allora, la missione di annunciare questa parola divina di speranza, attraverso la
sua condivisione coi poveri e i sofferenti,
attraverso la testimonianza della sua fede
nel Regno di verità e di vita, di santità e di
grazia, di giustizia, di amore e di pace, attraverso la vicinanza amorosa che non giudica e condanna, ma che sostiene, illumina,
conforta e perdona, sulla scia delle parole di
Cristo: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro» (Mt
11,28).
14. Sulle strade del mondo la parola divina genera per noi cristiani un incontro intenso col popolo ebraico a cui siamo intimamente legati attraverso il comune riconoscimento e amore per le Scritture
dell’Antico Testamento e perché da Israele
«proviene il Cristo secondo la carne» (Rm
9,5). Tutte le pagine sacre ebraiche illuminano il mistero di Dio e dell’uomo, rivelano tesori di riflessione e di morale, delineano il lungo itinerario della storia della salvezza fino al suo pieno compimento,
illustrano con vigore l’incarnazione della
parola divina nelle vicende umane. Esse ci
permettono di comprendere in pienezza la
figura di Cristo, il quale aveva dichiarato di
«non essere venuto ad abolire la Legge e i
Profeti, ma a dare ad essi pieno compimento» (Mt 5,17), sono via di dialogo col popolo dell’elezione che ha ricevuto da Dio
«l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la
legislazione, il culto, le promesse» (Rm
9,4), e ci consentono di arricchire la nostra
interpretazione delle Sacre Scritture con le
risorse feconde della tradizione esegetica
giudaica.
«Benedetto sia l’egiziano mio popolo,
l’assiro opera delle mie mani e Israele mia
eredità» (Is 19,25). Il Signore stende, quindi, il manto protettivo della sua benedizione su tutti i popoli della terra, desideroso
che «tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (1Tm 2,4).
Anche noi cristiani, lungo le strade del
mondo, siamo invitati – senza cadere nel
sincretismo che confonde e umilia la propria identità spirituale – a entrare in dialogo
con rispetto nei confronti degli uomini e
delle donne delle altre religioni, che ascoltano e praticano fedelmente le indicazioni
dei loro libri sacri, a partire dall’Islam che
nella sua tradizione accoglie innumerevoli
figure, simboli e temi biblici e che ci offre
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
la testimonianza di una fede sincera nel Dio
unico, compassionevole e misericordioso,
Creatore di tutto l’essere e Giudice dell’umanità.
Il cristiano trova, inoltre, sintonie comuni con le grandi tradizioni religiose dell’Oriente che ci insegnano nelle loro testi sacri
il rispetto della vita, la contemplazione, il
silenzio, la semplicità, la rinuncia, come accade nel buddhismo. Oppure, come nell’induismo, esaltano il senso della sacralità, il
sacrificio, il pellegrinaggio, il digiuno, i
simboli sacri. O ancora, come nel confucianesimo, insegnano la sapienza e i valori familiari e sociali. Anche alle religioni tradizionali con i loro valori spirituali espressi
nei riti e nelle culture orali, vogliamo prestare la nostra cordiale attenzione e intrecciare con loro un rispettoso dialogo. Anche
a quanti non credono in Dio, ma che si sforzano di «praticare la giustizia, amare la
bontà, camminare con umiltà» (Mi 6,8),
dobbiamo con loro lavorare per un mondo
più giusto e pacificato, e offrire in dialogo
la nostra genuina testimonianza della Parola di Dio che può rivelare a loro nuovi e più
alti orizzonti di verità e di amore.
15. Nella sua Lettera agli artisti (1999),
Giovanni Paolo II ricordava che «la S.
Scrittura è diventata una sorta di “immenso
vocabolario” (Paul Claudel) e di “atlante
iconografico” (Marc Chagall), a cui hanno
attinto la cultura e l’arte cristiana» (n. 5).
Goethe era convinto che il Vangelo fosse la
«lingua materna dell’Europa». La Bibbia,
come ormai si è soliti dire, è «il grande codice» della cultura universale: gli artisti
hanno idealmente intinto il loro pennello in
quell’alfabeto colorato di storie, simboli, figure che sono le pagine bibliche; i musicisti
è attorno ai testi sacri, soprattutto salmici,
che hanno intessuto le loro armonie; gli
scrittori hanno per secoli ripreso quelle antiche narrazioni che divenivano parabole
esistenziali; i poeti si sono interrogati sul
mistero dello spirito, sull’infinito, sul male,
sull’amore, sulla morte e sulla vita spesso
raccogliendo i fremiti poetici che animavano le pagine bibliche; i pensatori, gli uomini di scienza e la stessa società avevano non
385
di rado come riferimento, sia pure per contrasto, le concezioni spirituali ed etiche (si
pensi al Decalogo) della Parola di Dio. Anche quando la figura o l’idea presente nelle
Scritture veniva deformata, si riconosceva
che essa era imprescindibile e costitutiva
della nostra civiltà.
È per questo che la Bibbia – la quale ci
insegna anche la via pulchritudinis, cioè il
percorso della bellezza per comprendere e
raggiungere Dio («cantate a Dio con arte!»,
ci invita il Sal 47,8) – è necessaria non solo
al credente, ma a tutti per riscoprire i significati autentici delle varie espressioni culturali e soprattutto per ritrovare la nostra stessa identità storica, civile, umana e spirituale. È in essa la radice della nostra grandezza
ed è attraverso essa che noi possiamo presentarci con un nobile patrimonio alle altre
civiltà e culture, senza nessun complesso di
inferiorità. La Bibbia dovrebbe, quindi, essere da tutti conosciuta e studiata, sotto questo straordinario profilo di bellezza e di fecondità umana e culturale.
Tuttavia, la Parola di Dio – per usare una
significativa immagine paolina – «non è incatenata» (2Tm 2,9) a una cultura; anzi,
aspira a varcare le frontiere e proprio
l’Apostolo è stato un eccezionale artefice di
inculturazione del messaggio biblico entro
nuove coordinate culturali. È ciò che la
Chiesa è chiamata a fare anche oggi attraverso un processo delicato ma necessario,
che ha ricevuto un forte impulso dal magistero di Papa Benedetto XVI. Essa deve far
penetrare la Parola di Dio nella molteplicità
delle culture ed esprimerla secondo i loro
linguaggi, le loro concezioni, i loro simboli
e le loro tradizioni religiose. Deve, però, essere sempre capace di custodire la genuina
sostanza dei suoi contenuti, sorvegliando e
controllando i rischi di degenerazione. La
Chiesa deve, quindi, far brillare i valori che
la Parola di Dio offre alle altre culture, così
che ne siano purificate e fecondate. Come
aveva detto Giovanni Paolo II all’episcopato del Kenya durante il suo viaggio in Africa nel 1980, «l’inculturazione sarà realmente un riflesso dell’incarnazione del Verbo, quando una cultura, trasformata e
rigenerata dal Vangelo, produce nella sua
386
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
propria tradizione espressioni originali di
vita, di celebrazione, di pensiero cristiano».
Conclusione
«La voce che avevo udito dal cielo mi
disse: “Prendi il libro aperto dalla mano
dell’angelo…”. E l’angelo mi disse: “Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le
viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il
miele”. Presi quel piccolo libro dalle mani
dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii
dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito, ne sentii nelle viscere tutta
l’amarezza» (Ap 10,8-11).
Fratelli e sorelle di tutto il mondo, accogliamo anche noi questo invito; accostiamoci alla mensa della Parola di Dio, così da
nutrirci e vivere «non soltanto di pane ma
anche di quanto esce dalla bocca del Signore» (Dt 8,3; Mt 4,4). La Sacra Scrittura - come affermava una grande figura della cultura cristiana - «ha passi adatti a consolare
tutte le condizioni umane e passi adatti a intimorire in tutte le condizioni» (B. Pascal,
Pensieri, n. 532 ed. Brunschvicg).
La Parola di Dio, infatti, è «più dolce del
miele e di un favo stillante» (Sal 19,11), è
«lampada per i passi e luce sul cammino»
(Sal 119,105), ma è anche « come il fuoco
ardente e come un martello che spacca la
roccia» (Ger 23,29). È come una pioggia
che irriga la terra, la feconda e la fa germogliare, facendo così fiorire anche l’aridità
dei nostri deserti spirituali (cf. Is 55,10-11).
Ma è anche «viva, efficace e più tagliente di
ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello
spirito, fino alle giunture e alle midolla, e
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore»
(Eb 4,12).
Il nostro sguardo si rivolge con affetto a
tutti gli studiosi, ai catechisti e agli altri servitori della Parola di Dio per esprimere ad
essi la nostra più intensa e cordiale gratitudine per il loro prezioso e importante ministero. Ci rivolgiamo anche ai nostri fratelli
e alle nostre sorelle che sono perseguitati o
che sono messi a morte a causa della Parola di Dio e della testimonianza che rendono
al Signore Gesù (cf. Ap 6,9): quali testimo-
ni e martiri ci raccontano “la forza della parola” (Rm 1,16), origine della loro fede, della loro speranza e del loro amore per Dio e
per gli uomini.
Creiamo ora silenzio per ascoltare con
efficacia la parola del Signore e conserviamo il silenzio dopo l’ascolto, perché essa
continuerà a dimorare, a vivere e a parlare a
noi. Facciamola risuonare all’inizio del nostro giorno perché Dio abbia la prima parola e lasciamola echeggiare in noi alla sera
perché l’ultima parola sia di Dio.
Cari fratelli e sorelle, «vi salutano tutti
coloro che sono con noi. Salutate tutti quelli che ci amano nella fede. La grazia sia con
tutti voi!» (Tt 3,15).
[L’Osservatore Romano, 25 ottobre 2008, pp. 4-5]
2. Intervento del Ministro generale nel corso
della decima congregazione generale
Città del Vaticano, Aula del Sinodo, 11.10.2008
VITA CONSACRATA
E LA RADICALITÀ DEL VANGELO
(cf. Instrumentum laboris, 52)
La vita consacrata, nelle sue diverse manifestazioni, affonda le sue radici più
profonde nella Parola di Dio e, più concretamente, nel Vangelo, regola e vita di tutti
quelli che, per divina ispirazione, vogliono
seguire più da vicino le orme di Gesù Cristo obbediente, senza nulla di proprio e casto. La Parola di Dio è fonte della vita consacrata. La Parola di Dio chiama alla sequela di Cristo, consacra i chiamati e li manda
in missione.
Chi desideri comprendere e celebrare la
grazia delle origini della vita consacrata non
può prescindere dal Vangelo, specialmente
dai testi più radicali. Alle volte saranno alcuni testi a stare alla base di un determinato
carisma, altre volte altri, ma è sempre
l’ascolto attento del Vangelo e la ferma volontà di metterlo in pratica immediatamente
ciò che dà origine ad una particolare esperienza carismatica. Questa è l’esperienza
che incontriamo in san Francesco di Assisi.
Il Poverello, sono ora 800 anni, dopo aver
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
ascoltato il discorso missionario alla Porziuncola (cf. Mt 10,1-15), esclama: «Questo
voglio, questo chiedo, questo bramo di fare
con tutto il cuore!». E, secondo le parole del
suo biografo, «s’affretta, tutto pieno di
gioia, a realizzare il salutare ammonimento
che ha appena sentito» (1Cel 22).
La Parola di Dio è vita ed il testo si comprende nella sua profondità solo nella misura in cui si vive e si mette in pratica. Nella
tradizione rabbinica, come nella tradizione
biblica dell’Antico e del Nuovo Testamento, l’osservare o il mettere in pratica la Parola è elevato a livello di categoria ermeneutica. Tanto lo studio della Parola quanto
la predicazione di essa, se rimangono al
margine della vita, saranno «lettera che uccide» (cf. San Francesco, Ammonizione 7).
All’ascolto e al sapere deve seguire il buon
operare. Così capì Mosè quando rispose a
Dio a nome del popolo di Israele: «Noi faremo e ascolteremo» (cf. Es 19,8). Così insegnò Gesù quando sottolineò che la vita
precede l’insegnamento della Scrittura (cf.
Mt 5,19), e che costruiscono sulla roccia solo coloro che ascoltano e vivono la Parola
(cf. Mt 7,24-26). Solo costoro saranno beati. «Beato chi compie le parole profetiche di
questo libro», leggiamo nel libro dell’Apocalisse (Ap 22,7). Questo stesso principio
ermeneutico sarà seguito dal cantore del
Cristo cosmico, il Beato Giovanni Duns
Scoto.
I nostri Fondatori sono stati attenti ascoltatori della Parola e hanno fatto della loro
vita una risposta pronta e profetica alla Parola. Seguendo il loro esempio, noi consacrati non possiamo separare l’ascolto, lo
studio e la predicazione della Parola dal
metterla in pratica. La Parola va ascoltata
attentamente, studiata con assiduità, predicata in ogni luogo e in ogni tempo, ma soprattutto va vissuta, o, come dicono alcuni
Santi Padri: la Parola va “fatta”, sfociando
nella diakonia (cf. IL 39). Solo in questo
modo la Parola sarà realmente la prima fonte della spiritualità cristiana e religiosa (cf.
VC 94). Solo in questo modo il Popolo di
Dio e noi consacrati troveremo nella Parola
di Dio, e in modo particolare nel Vangelo, la
Parola che interpella, orienta e modella
387
l’esistenza. La vita cristiana e la vita consacrata hanno bisogno di specchiarsi nella Parola, poiché solo così acquisteranno in significatività, e cammineranno, con lucidità
e audacia, con gli occhi rivolti al futuro (cf.
VC 110). Chiamati non solo ad essere memoria del passato, ma anche, e soprattutto,
profezia di futuro (cf. NMI 3), vivendo il
presente con passione (cf. NMI 1), noi consacrati troveremo nella Parola di Dio una
«bussola che indica il cammino da seguire»
(Benedetto XVI). Chiamati a «nascere di
nuovo» (Gv 3,3), ciò sarà possibile solo attraverso un ascolto della Parola che faccia
ardere il nostro cuore (cf. Lc 24,32). Mendicanti di senso, chiamatati a percorrere un
lungo cammino di ricerca e di discernimento insieme a uomini e donne del nostro tempo, dobbiamo farlo accompagnati dalla Parola, poiché solo così la vita consacrata sarà
proposta alternativa e di frontiera come lo è
stata la vita dei nostri Fondatori/Fondatrici.
Il nostro futuro, come il futuro della vita cristiana, consiste nel lasciarci formare e modellare dalla Parola.
Grazie a Dio, sono sempre di più i consacrati, insieme a tanti credenti, che trovano «giocondità e letizia nelle santissime parole […] e, mediante queste, conducono gli
uomini all’amore di Dio con gaudio» (San
Francesco, Ammonizione 20). Sono sempre
di più tra di noi coloro che, seguendo
l’esempio dei cristiani di Berèa, esaminano
costantemente le Scritture (cf. At 17,11),
sforzandosi di obbedire in tutto alla voce
del Figlio di Dio (cf. San Francesco, LOrd
6). La lettura orante della Parola che ha accompagnato la Chiesa e, in maniera particolare, la vita consacrata nella sua storia (cf.
IL 38), sta acquistando sempre più spazio
nei consacrati, dato che sono sempre di più
coloro che stanno scoprendo la Parola di
Dio come elemento indispensabile per
l’incontro personale con Cristo, per la crescita nella fede di quanti si dicono discepoli e missionari del Verbo del Padre, e per
raggiungere la «sublimità della conoscenza
di Gesù Cristo» (Fil 3,8). Ad ogni modo,
noi consacrati siamo chiamati ad aprire
sempre più spazi personali e comunitari alla Parola, a fare della Parola alimento nelle
388
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
nostre vite, viatico nel nostro cammino, stimolo principale per la conversione, forza
per la missione, guida per un retto discernimento sapienziale della realtà che stiamo
vivendo e delle decisioni per il futuro che
siamo chiamati a prendere.
D’altra parte, dato che «è necessario che
i fedeli abbiano largo accesso alla sacra
Scrittura» (DV 22), la vita consacrata è
chiamata a promuovere «scuole di preghiera, di spiritualità e di lettura orante delle
Scritture» (IL 52), e, allo stesso tempo, a
collaborare alla traduzione della Bibbia nelle diverse lingue. Sarà un grande sostegno
all’evangelizzazione, ragione d’essere della Chiesa. Così comprese il Servo di Dio,
Fr. Gabriele Maria Allegra, OFM, considerato il “san Girolamo della Cina”, che realizzò la prima traduzione completa della
Sacra Scrittura in cinese, mosso, come egli
stesso confessa, dall’ardente desiderio di
rendere possibile al popolo cinese la comprensione della Sacra Scrittura, «la lettera
che Dio scrisse al suo popolo». Che questo
Sinodo, assieme a Maria, Madre e Serva
della Parola, «vergine fatta Chiesa» (San
Francesco, SalV), aiuti il popolo di Dio a
scoprire la bellezza della Parola, in modo
che, custodendola nel proprio cuore, sia sua
gioia e letizia.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
[Cfr. L’Osservatore Romano, 15 ottobre 2008, p. 7]
3. Intervento nel corso della decima congregazione generale
Città del Vaticano, Aula del Sinodo, 11.10.2008
LETTURA FRANCESCANA
DELLA BIBBIA
[...]
Nella storia incontriamo molti uomini e
donne che hanno letto la Sacra Scrittura in
un modo che li ha portati ad un totale riorientamento della vita, al cambiamento del
modo di pensare e di agire, oppure almeno
ad una nuova ragione da dare alla propria
posizione di fede. La storia della Chiesa
viene continuamente caratterizzata dal ritorno ad un radicalismo esistenziale della
Scrittura. La santità di molti cristiani è una
conseguenza della sincera e spesso radicale
risposta alla chiamata della Parola di Dio.
Verificare il modo della lettura della
Scrittura dei Santi ci può condurre alla scoperta dei modi della lettura della Sacra
Scrittura che anche se non sono del tutto
nuovi, sono stati un po’ dimenticati.
Come esempio straordinario e nello stesso tempo esemplare ci può servire la lettura
francescana della Bibbia che senza dubbio
si presenta sorprendente, se la guardiamo
dal punto di vista degli odierni criteri scientifici d’interpretazione e dal punto di vista
dei frutti della fede che questa lettura ha
portato. Uno dei segni caratteristici di questa lettura è stato il principio sine glossa. Si
trattava dell’accoglienza della Parola di Dio
così, come è scritta nella Sacra Scrittura.
Secondo san Francesco la verità Divina non
è oggettivizzata nelle parole e nelle frasi
della Bibbia, non sta sempre a disposizione
come una risposta pronta da darsi a tutti
i problemi. Si può scoprire soltanto nel contesto intero e personale, non si concentra
sulla materia del testo, ma sull’agire di Dio.
L’esegesi di san Francesco porta a riconoscere il carattere sacramentale della Parola
di Dio.
I punti sopra indicati sono soltanto un’illustrazione di come dai Santi si possono trovare le prospettive ermeneutiche di una tale
lettura della Scrittura che porta al radicalismo della fede. Così, allora, come possiamo
trovare un certo principio ermeneutico in
san Francesco, è utile e forse necessario
cercare di scoprirlo anche nella vita di altri
Santi, della ricchezza dei quali la Chiesa abbonda.
MONS. STANISLAV ZVOLENSKÝ
Arcivescovo di Bratislava
(Slovacchia)
[L’Osservatore Romano, 13-14 ottobre 2008, p. 11]
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
2. Epistula apostolica Benedicti XVI DCC
annis elapsis ab obitu beati Ioannis
Duns Scoti
ALLA SCUOLA DI DUNS SCOTO
PER RISCOPRIRE L’ARMONIA
TRA LA FEDE E LA RAGIONE
Venerabili Fratri
IOACHIMO S.R.E.
CARDINALI MEISNER
Archiepiscopo Coloniensi,
cunctisque ex toto orbe terrarum
participibus
congressus scientifici internationalis
DCC annis elapsis ab obitu
beati Ioannis Duns Scoti
Laetare, Colonia urbs, quae doctissimum
ac pientissimum virum Ioannem Duns Scotum intra tua moenia quondam recepisti, qui
die VIII mensis Novembris anno MCCCVIII e
vivis discessit et ad caelestem patriam est
profectus, eiusque magna admiratione ac veneratione sacras servas exuvias.
Quem porro Venerabiles Servi Dei Paulus VI et Ioannes Paulus II, Decessores Nostri, amplissimis verbis, exaltarunt, illum
Nos quoque nunc merita laude circumdare
volumus eiusque patrocinia invocare.
Iure quidem meritoque septimum nunc
ab eius pio transitu centenarium celebratur.
Ac dum hac felici occasione in diversis
mundi partibus in honorem beati Ioannis
Duns Scoti acroases integraque opera publici iuris fiunt necnon conventus aguntur,
inter quos sollemnis paratur ille Coloniensis, qui diebus V-IX proximi mensis Novembris evolvetur, muneris Nostri officium esse
putamus hoc in ambitu quaedam dicere de
tam eximio viro, qui bene meritus est de
doctrina Ecclesiae et de scientia hominum
amplianda.
Ipse enim, pietatem cum intellectuali investigatione coniungens, iuxta illam suam
precem: «Primum rerum Principium mihi
ea credere, sapere ac proferre concedat,
quae ipsius placeant maiestati et ad eius
contemplationem elevent mentes nostras»1,
subtilissimo ingenio arcana veritatis tam
naturalis quam revelatae ita profunde pene-
389
travit ac exinde talis generis doctrinam deprompsit, ut “Doctor Ordinis“, “Doctor
Subtilis“ et “Doctor Marianus“ appellatus
sit ac dux Scholae Franciscanae necnon lux
et exemplar totius populi christiani evaserit.
Animos itaque doctorum virorum et
omnium credentium ac non credentium
convertere desideramus ad viam ac rationem quam Scotus secutus est in statuenda
concordia inter fidem et rationem, in definienda tali modo natura theologiae, ut iugiter extulerit actionem, operationem, praxim, amorem, potius quam pura speculationem; quo in opere exsequendo ductus
fuit Magisterio Ecclesiae ac sano sensu
critico circa incrementum notitiae veritatis, atque persuasum sibi habebat scientiam tantum valere quantum ipsa in praxim
deduceretur.
In fide catholica confirmatus, veritates
fidei lumine naturalis rationis conatus est
intellegere, illustrare et defendere. Quapropter nihil reliqui fecit quominus veritates omnes, et naturales et supernaturales,
quae ex uno eodemque Fonte promanant, in
consonantiam deduceret.
Prope Sacram Scripturam divinitus inspiratam, Ecclesiae auctoritas ponitur. Ipse
videtur sequi sancti Augustini effatum:
«Evangelio non crederem, nisi Ecclesiae
credidissem»2. Nam auctoritatem supremam Successoris beati Petri Doctor noster
in peculiarem lucem haud raro ponit. Secundum sententiam eius «licet Papa non
possit dispensare contra ius naturae vel divinum (quia sua potestas est utroque illo iure inferior), tamem cum sit Successor Petri,
Principis Apostolorum, habet eandem potestatem quam et Petrus»3.
Itaque Ecclesia Catholica, quae tamquam Caput invisibile habet ipsum Christum, qui in beato Petro ac Successoribus
eius suos Vicarios reliquit, a Spiritu veritatis directa, est authenticus custos depositi
revelati et regula fidei. Ecclesia est firmum
et stabile criterium canonicitatis Sacrae
Scripturae. Ipsa enim «decrevit qui sunt libri habendi in auctoritatem in canone Bibliae»4.
Alibi respondet quod «eo Spiritu expositae sunt Scripturae, quo conditae, et ita sup-
390
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
ponendum est quod Ecclesia catholica eo
Spiritu exposuit quo tradita est nobis fides,
Spiritu scilicet veritatis edocta»5.
Postquam ex ratione theologica variis
argumentis probaverat ipsum factum praeservationis Beatae Virginis Mariae a peccato originali, omnino paratus erat hanc sententiam reicere, si constaret quod repugnaret auctoritati Ecclesiae, dicendo: «Si
auctoritati Ecclesiae vel auctoritati Scripturae non repugnet, videtur probabile, quod
excellentius est, attribuere Mariae»6.
Primatus voluntatis in lucem ponit
Deum ante omnia esse caritatem. Hanc caritatem hunc amorem, Duns Scotus prae
oculis habet cum theologiam vult reducere
ad unum habitum, ad theologiam practicam. Ad eius menten, cum Deus sit «formaliter dilectio et formaliter caritas»7, bonitatis suae et amoris radios liberalissime
communicat extra se8. Revera, ex amore
Deus «elegit nos ante mundi constitutionem, ut essemus sancti et immaculati in
conspectu eius in caritate, qui praedestinavit nos in adoptionem filiorum per Iesum
Christum in ipsum» (Eph 1,3-4).
Tamquam fidelis assecla sancti Francisci Assisiensis, beatus Ioannes assidue contemplatus est et praedicavit Filii Dei incarnationem et passionem salvificam. At caritas seu amor Christi ostenditur peculiari
modo non solum in Calvariae loco, sed
etiam in sanctissimo Eucharistiae sacramento, absque quo «periret omnis devotio
in Ecclesia, nec exhiberetur actus latriae
Deo nisi propter reverentiam huius»9. Porro, hoc sacrametum est sacramentum unitatis et amoris, quo inducimur ut amemus ad
invicem, et ut amemus Deum tamquam bonum commune et condiligendum ab aliis.
Et quemadmodum hic amor, haec caritas, fuit initium omnium, ita etiam in amore, in caritate tantum erit nostra beatitudo:
«volitio sive dilectio est simpliciter vita aeterna, beata et perfecta»10.
Cum vero Nos ab initio officii Nostri caritatem ante omnia praedicavimus, quae
Deus ipse est, laetanter cernimus huius
Beati doctrinam singularem locum huic
praebere veritati, eandemque nostris temporibus censemus maxime pervestigandam
et docendam. Quapropter perlibenter obsecundantes precibus Venerabilis Fratris Nostri Ioachimi S.R.E. Cardinalis Meisner, Archiepiscopi Coloniensis, damus hanc Epistulam Apotolicam qua beatum Ioannem
Duns Scotum cupimus honorare eiusque
Nobis caelestem intercessionem efflagitare.
Denique iis, qui quolibet modo in hoc internationali congressu aliisve de hoc S. Francisci eximio filio inceptis promovendis intersunt, Apostolicam Nostram Benedictionem imo ex corde elargimur
Datum Romae, apud Sanctum Petrum,
die XXVIII mensis Octobris, anno MMVIII,
Pontificatus Nostri quarto.
BENEDICTUS XVI
[L’Osservatore Romano, 24 dicembre 2008, p. 8]
1
DUNS SCOTUS, Tractatus de primo Principio, c. 1 (ed.
MULLER M., Friburgi Brisgoviae, 1941, 1).
2 IDEM, Ordinatio I d. 5 n. 26 (ed. Vat. IV 24-25).
3 IDEM, Rep. IV d. 33 q. 2, n. 19 (ed. VIVES XXIV 439 a).
4 IDEM, Ordinatio I d. 5, n. 26 (ed. Vat. IV 25).
5 IBID., IV d. 11, q. 3, n. 15 (ed. VIVES XVII 376 a).
6 IBID., III d. 3, n. 34 (ed. Vat. IX 181).
7 IBID., I d. 17, n. 173 (ed. Vat. V 221-222).
8 Cfr. IDEM, Tarctatus de primo Principio, c. 4 (ed.
MULLER M., 127).
9 IDEM, Rep. IV d. 8, q. 1, n. 3 (ed. VIVES XXIV 9-10).
10 IBID., IV d. 49, q. 2, n. 21 (ed. VIVES XXIV 630 a).
3. Discorso di Benedetto XVI ai partecipanti alla plenaria della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le
Società di vita apostolica
Città del Vaticano, Sala Clementina, 20.11.2008
LA VITA MONASTICA
INSEGNA A CERCARE DIO
Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’Episcopato
e nel Sacerdozio,
cari fratelli e sorelle!
Con gioia vi incontro in occasione della
Plenaria della Congregazione per gli Istitu-
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
ti di Vita Consacrata e le Società di Vita
Apostolica, che celebra i suoi cento anni di
vita e di attività. È passato infatti un secolo
da quando il mio venerato predecessore San
Pio X, con la Costituzione apostolica Sapienti Consilio,del 29 giugno 1908, rese autonomo il vostro Dicastero come Congregatio negotiis religiosorum sodalium praeposita, denominazione successivamente
modificata più volte. Per ricordare questo
evento avete programmato, il 22 novembre
prossimo, un Congresso dal significativo titolo “Cento anni al servizio della vita consacrata”; auguro perciò pieno successo all’opportuna iniziativa.
L’odierno incontro è per me occasione
quanto mai propizia per salutare e ringraziare tutti coloro che lavorano nel vostro
Dicastero. Saluto in primo luogo, il Prefetto, Cardinale Franc Rodé, a cui sono grato
anche per essersi fatto interprete dei comuni sentimenti. Insieme con lui saluto i Membri del Dicastero, il Segretario, i Sotto-Segretari e gli altri Officiali che, con mansioni diverse, prestano il loro quotidiano
servizio con competenza e sapienza, per
“promuovere e regolare” la pratica dei consigli evangelici nelle varie forme di vita
consacrata, come anche l’attività delle Società di vita apostolica (cfr Cost. ap. Pastor
bonus, n. 105). I consacrati costituiscono
una eletta porzione del Popolo di Dio: sostenerne e custodirne la fedeltà alla divina
chiamata, carissimi fratelli e sorelle, è il
fondamentale impegno che svolgete secondo modalità ormai ben collaudate grazie all’esperienza accumulata in questi cento anni di attività. Questo servizio della Congregazione è stato ancor più assiduo nei
decenni successivi al Concilio Vaticano II,
che hanno visto lo sforzo di rinnovamento,
sia nella vita che nella legislazione, di tutti
gli Istituti religiosi e secolari e delle Società
di vita apostolica. Mentre, pertanto, mi unisco a voi nel rendere grazie a Dio, datore di
ogni bene, per i buoni frutti prodotti in questi anni dal vostro Dicastero, ricordo con
pensiero riconoscente tutti coloro che nel
corso di questo secolo di attività hanno profuso le loro energie a beneficio dei consacrati e delle consacrate.
391
La Plenaria della vostra Congregazione
ha focalizzato quest’anno la sua attenzione
su un tema che mi è particolarmente caro: il
monachesimo, forma vitae che si è sempre
ispirata alla Chiesa nascente, generata dalla
Pentecoste (cfr At 2,42-47; 4,32-35). Dalle
conclusioni dei vostri lavori, incentrati specialmente sulla vita monastica femminile,
potranno scaturire indicazioni utili a quanti,
monaci e monache, “cercano Dio”, realizzando questa loro vocazione per il bene di
tutta la Chiesa. Anche recentemente (cfr Discorso al mondo della cultura, Parigi, 12 settembre 2008) ho voluto evidenziare
l’esemplarità della vita monastica nella storia, sottolineando come il suo scopo sia
semplice ed insieme essenziale: quaerere
Deum, cercare Dio e cercarlo attraverso Gesù Cristo che lo ha rivelato (cfr Gv 1,18),
cercarlo fissando lo sguardo sulle realtà invisibili che sono eterne (cfr 2Cor 4,18), nell’attesa della manifestazione gloriosa del
Salvatore (cfr Tt 2,13).
Christo omnino nihil praeponere (cfr RB
72,11; Agostino, Enarr. in Ps. 29,9; Cipriano, Ad Fort 4). Questa espressione, che la
Regola di san Benedetto riprende dalla tradizione precedente, esprime bene il tesoro
prezioso della vita monastica praticata fino
ad oggi sia nell’occidente che nell’oriente
cristiano. E’ un invito pressante a plasmare
la vita monastica fino a renderla memoria
evangelica della Chiesa e, quando è autenticamente vissuta, “esemplarità di vita battesimale” (cfr Giovanni Paolo II, Orientale
lumen 9). In virtù del primato assoluto riservato a Cristo, i monasteri sono chiamati
a essere luoghi in cui si fa spazio alla celebrazione della gloria di Dio, si adora e si
canta la misteriosa ma reale presenza divina
nel mondo, si cerca di vivere il comandamento nuovo dell’amore e del servizio reciproco, preparando così la finale “manifestazione dei figli di Dio” (Rm 8,19). Quando i
monaci vivono il Vangelo in modo radicale,
quando coloro che sono dediti alla vita integralmente contemplativa coltivano in
profondità l’unione sponsale con Cristo, su
cui si è ampiamente soffermata l’Istruzione
di codesta Congregazione “Verbi Sponsa”
(13.V.1999), il monachesimo può costituire
392
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
per tutte le forme di vita religiosa e di consacrazione una memoria di ciò che è essenziale e ha il primato in ogni vita battesimale: cercare Cristo e nulla anteporre al suo
amore.
La via additata da Dio per questa ricerca
e per questo amore è la sua stessa Parola,
che nei libri delle Sacre Scritture si offre
con dovizia alla riflessione degli uomini.
Desiderio di Dio e amore per la sua Parola
si alimentano pertanto reciprocamente e generano nella vita monastica l’esigenza insopprimibile dell’opus Dei, dello studium
orationis e della lectio divina, che è ascolto
della Parola di Dio, accompagnata dalle
grandi voci della tradizione dei Padri e dei
Santi, e poi preghiera orientata e sostenuta
da questa Parola. La recente Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi, celebrata a
Roma il mese scorso sul tema: La Parola di
Dio nella vita e nella missione della Chiesa, rinnovando l’appello a tutti i cristiani a
radicare la loro esistenza nell’ascolto della
Parola di Dio contenuta nelle Sacre Scritture, ha invitato specialmente le comunità religiose e ogni uomo e donna consacrati a fare della Parola di Dio il cibo quotidiano, in
particolare attraverso la pratica della lectio
divina (cfr Elenchus praepositionum n. 4).
Cari fratelli e sorelle, chi entra in mona-
stero vi cerca un’oasi spirituale dove apprendere a vivere da veri discepoli di Gesù
in serena e perseverante comunione fraterna, accogliendo pure eventuali ospiti come
Cristo stesso (cfr RB 53,1). È questa la testimonianza che la Chiesa chiede al monachesimo anche in questo nostro tempo. Invochiamo Maria, la Madre del Signore, la
“donna dell’ascolto”, che nulla antepose all’amore del Figlio di Dio da lei nato, perché
aiuti le comunità di vita consacrata e specialmente quelle monastiche ed essere fedeli alla loro vocazione e missione. Possano i
monasteri essere sempre più oasi di vita
ascetica, dove si avverte il fascino dell’unione sponsale con Cristo e dove la scelta
dell’Assoluto di Dio è avvolta da un costante clima di silenzio e di contemplazione.
Mentre per questo assicuro la mia preghiera, di cuore imparto la Benedizione Apostolica a tutti voi che partecipate alla Plenaria,
a quanti operano nel vostro Dicastero e ai
membri dei vari Istituti di vita consacrata,
specialmente a quelli di vita integralmente
contemplativa. Il Signore effonda su ciascuno l’abbondanza delle sue consolazioni.
BENEDETTO XVI
[L’Osservatore Romano, 21 novembre 2008, p. 1]
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
1. Homilía en la conclusión del 2º Encuentro con los Responsables de los
Vicariatos, Prefecturas y Pelaturas
Roma, 06.09.2008
EL ESPÍRITU DEL SEÑOR
ESTÁ SOBRE MI...
Estimados hermanos:
¡El Señor os dé la paz!
Hemos llegado al final de este II Encuentro del Ministro y el Definitorio General con
los Responsables de los Vicariatos, Prefecturas y Prelaturas que la Santa Sede ha confiado a nuestra Orden. Han sido días de profunda comunión y de serena reflexión entre nosotros. Por esto, damos gracias al Señor.
Junto a este agradecimiento a Aquel del
que viene el bien, todo el bien, vaya también mi agradecimiento a todos vosotros,
estimados hermanos Obispos y Ministros
por vuestra presencia en este II Encuentro.
Gratitud particular, a vosotros y a todos los
hermanos que trabajan es estas jurisdicciones, por el valioso servicio que hacéis a favor de la “iglesia pobre” de medios y personas, pero rica de valores evangélicos. La
vuestra, queridos hermanos, es una verdadera misión; los lugares en los que trabajáis
son verdaderos territorios misioneros de la
Orden, porque son “claustros olvidados” y
lugares de frontera y marginalidad. Llamados a ser menores entre los menores de la
tierra, no podemos sino considerar los Vicariatos, Prefecturas y Prelaturas, como
verdaderos lugares de misión para nosotros
los franciscanos.
El Evangelio, que se ha proclamado, nos
coloca dentro de la perspectiva de la misión: “El Espíritu del Señor está sobre mí,
porque me ha ungido para anunciar a los
pobres la Buena Nueva, me ha enviado a
proclamar la liberación a los cautivos y la
vista a los ciegos, para dar la libertad a los
oprimidos y proclamar un año de gracia del
Señor” (Lc 4,18).
Señalemos algunas particularidades del
texto proclamado:
– Con respecto a Juan el Bautista, Jesús no
permanece en el desierto, sino que vuelve entre los que él mismo había salido:
gente identificada como pobre, prisionera, ciega y oprimida; y que tienen necesidad de liberación, de volver a ver..., tiene
necesidad de la Buena Noticia que es Jesús mismo. Éstos serán los destinatarios
privilegiados de la predicación de Jesús.
– Otra cosa interesante: Jesús no vuelve a
su ciudad por propia iniciativa, sino impulsado por la fuerza del Espíritu (cf. Lc
4, 14). Una fuerza que hará que su autoridad sea totalmente distinta a la de los
fariseos y escribas.
– Posteriormente, Jesús se manifiesta como
Aquel que da cumplimiento a las Escrituras. Él no explica sólo las Escrituras, esto
lo hacía también los doctores de la ley, sino que las actualiza. No la adapta sólo a la
exigencias de su tiempo, como hacían
tantos maestros de entonces o de hoy, sino que la hace actual, esto es: traduce en
acción aquello que la Palabra dice.
– Finalmente notamos que esta palabra en
el Evangelio de Lucas viene anunciada
en la sinagoga (al pueblo elegido), por las
calles (misión itinerante) y en las casas (a
la Iglesia naciente). Con esto, el tercer
evangelista quiere decir que la Palabra
debe alcanzar al hombre en cualquier circunstancia en la que se encuentre.
Desde aquí encontramos, queridos hermanos, sugerencias bien precisas para nuestra misión-evangelización. Antes que nada
con respecto a los destinatarios privilegiados de nuestra misión y evangelización. Estos son, como en el caso de Jesús, los pobres, los afligidos, los prisioneros, los ciegos, esto es: todos aquellos que tienen
necesidad de una palabra de ánimo, de es-
394
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
peranza, que ilumine su vida y les dé sentido. Y de aquí una primera exigencia: en las
circunstancias concretas que vivimos, nos
toca a nosotros, guiados por el Espíritu Santo, de la mano de la Palabra, y atentos a los
signos de los tiempos y de los lugares, discernir los rostros concretos de las personas
necesitadas de la luz del Evangelio. El
Evangelio, destinado a todos sin excepción
ninguna, encuentra en los leprosos de todo
tiempo, también del nuestro, sus destinatarios privilegiados. Ellos son los rostros crucificados de Cristo crucificado, los verdaderos hambrientos de justicia, de liberación,
de redención, de Evangelio.
Esta misión supera nuestras fuerzas. Pero aquello que humanamente es imposible,
no lo es si nos dejamos mover por la fuerza
del Espíritu. Es la apertura incondicional al
Espíritu la que nos posibilita ir entre los pobres y los últimos y que, como en la vida de
Francisco, hará que aquello que nos parezca amargo se transforme en dulzura del alma (cf. Test 2). Es el Espíritu del Señor el
que nos dará la “parresia”, uno de los siete
dones, la fuerza y el coraje, para ser sus testigos hasta los confines de la tierra, particularmente entre los últimos. De esta forma, ir
entre ellos no será una simple opción sociológica, por importante que ésta sea, sino una
verdadera opción evangélica, que es la que
da sentido pleno a nuestra vida y misión. En
otras palabras, no somos nosotros los que
hemos escogido ir entre los pobres y los excluidos, sino que es el Espíritu del Señor el
que nos empuja a ir entre ellos. Es el Espíritu el que pone en armonía a nuestros corazones con el corazón de Cristo y nos impulsa a amar a la humanidad como él la amó,
cuando se puso a lavar los pies a sus discípulos, y sobre todo, cuando entregó su vida
por nuestra salvación. Es el Espíritu el que
se hace el encontradizo con nosotros y nos
lleva a opciones que serían imposibles para
nuestra humana fragilidad y por nuestros
miedos. Es Él el que nos da la fuerza para
hacer estas opciones.
Pero, ¿dónde ir? Como Jesús, también
nosotros debemos ir donde se encuentra el
hombre. El que se abre al Espíritu que sopla
donde quiere y cuando quiere, el Espíritu
mismo lo conducirá fuera de sí mismo y al
encuentro con el otro, sea cristiano o no. Un
franciscano es siempre uno que atraviesa
cualquier frontera para anunciar la Buena
Noticia como Jesús: en las iglesias, en las
plazas y por las calles, y en las casas. Lo
que cuenta es el hombre.
Finalmente, en Jesús se cumplen las Escrituras, como se cumplen en todos aquellos que escuchan la Palabra con corazón
dócil y libre. La escucha de la Palabra, la
obediencia a la Palabra, no hace contemporáneos de la misma Palabra. La escucha de
la Palabra, la obediencia a la Palabra, nos
ofrecen la posibilidad de ser “lugares” en
los que la Palabra encuentra su cumplimiento. La escucha de la Palabra, la obediencia a la Palabra, no hace contemporáneos del “hoy” de Dios, y, en este modo,
nos convierte en personas con autoridad para anunciar la Buena Noticia. Sólo el discípulo puede ser misionero. Cada uno de nosotros está llamado a dar un “hoy” al texto
antiguo, recordando que nuestra capacidad
para ser profetas está estrechamente unida a
la escucha de la Palabra, a la obediencia a la
Palabra, a la “sumisión” a la Palabra. Si somos llamados a ser profetas (y esta es nuestra vocación y misión en la iglesia y en el
mundo), nos debemos recordar a nosotros
mismos que profeta no es, solamente, aquel
que hace signos, sino, sobre todo, aquel que
llega a ser él mismo signo. Obedientes a la
Palabra, somos llamados a ser signos. Y en
la escucha de la Palabra será ella misma la
que nos indicará las prioridades bien precisas en nuestra vida y misión. Estamos llamados a ser mendicantes de sentido de la
mano de la Palabra. Y así, la sed saciada en
las fuentes de la Palabra, serán mensaje, como en el caso de la Samaritana. Volvamos,
estimados hermanos, al Evangelio y nuestra
vida tendrá la poesía, la belleza y el encanto de los orígenes... Liberemos al Evangelio
y el Evangelio nos liberará a nosotros.
Hermanos:
– Movidos por el Espíritu, como Jesús,
vayamos hermanos entre los hombres y
las mujeres de hoy, anunciándoles, con
la vida y la palabra, la Buena Noticia
que es liberación para cuantos sufren to-
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
–
–
–
–
–
do tipo de esclavitud, luz que permanece en la oscuridad, vida para quien está
muerto.
De la mano de la Palabra vayamos al
espacioso claustro del mundo, como menores entre los menores de la tierra, y
alargando el espacio de nuestra tienda
(cf. Is 54,2), hagamos nuestras las alegrías y tristezas de los más pobres y de
cuantos sufren.
Acogiendo al Espíritu, que nos empuja a
“nacer de nuevo” (Jn 3,3), con la voluntad de no domesticar las palabras proféticas del Evangelio para adaptarla a un
estilo cómodo de vida, hagamos brotar
una nueva época cimentada sobre la justicia, el amor y la paz.
Volviendo a lo esencial de nuestra espiritualidad franciscana nutramos desde
dentro, con la oferta liberadora del Evangelio, a este mundo fragmentado, desigual y hambriento de sentido, como hicieron en su tiempo Francisco y Clara.
Mantengámonos siempre en camino,
porque es en el camino como mejor podremos comprender nuestra vocación y
las exigencias de nuestra misión, recordando que nada nos pertenece, todo es
un bien recibido, llamado a ser compartido y restituido. Esto nos llevará a donar
la Buena Noticia y entregarnos a los
otros gratuitamente.
Conscientes de encontrarnos inmersos
en un cambio de época, volvamos al
centro de nuestra misión –viviendo la
prioridad del espíritu de oración y devoción, la comunión de vida en fraternidad,
y la minoridad, pobreza y solidaridad-,
en discernimiento constante sobre nuestra vida y misión, tengamos el coraje de
iniciar caminos inéditos de presencia y
testimonio.
Pongámonos en camino, hermanos, y
que el Señor esté siempre con nosotros; que
María, madre y maestra de todo discípulo y
misionero nos acompañe por los caminos
del mundo.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
395
2. Omelia nella veglia di preghiera con i
giovani
Santuario della Verna, 16.09.2008
L’AMORE SIA LA VOSTRA
PIÙ GRANDE RICCHEZZA
Cari giovani,
è per me una gioia ritrovarci anche quest’anno a vegliare e pregare insieme, mentre
celebriamo il grande dono dell’impressione
delle stigmate, che il nostro fratello Francesco, ricevette su questo santo monte della
Verna ottocento anni fa. Mi chiedevo, durante il viaggio verso la Verna, come mai la polvere dei secoli non ha sepolto il ricordo di
questo avvenimento, così come, invece, ne
ha cancellati tanti altri. Perché a otto secoli di
distanza veniamo ancora in questo luogo?
Cosa, o meglio, chi veniamo a cercare?
La risposta a questa domanda, ancora
una volta, ci aiuta a trovarla proprio san
Francesco. Come ci raccontano i suoi primi
biografi, il Santo alternava periodi in cui
con i suoi fratelli annunciava il Vangelo e
serviva i più poveri, a periodi di assoluto
isolamento durante i quali si ritirava in luoghi solitari per dedicarsi solo a Dio. Fin dai
primi tempi della sua conversione si inoltrava nelle selve, andava sulle isole deserte,
amava le chiese abbandonate, scalava i
monti, per cercare nella solitudine la compagnia di Dio. È in questi luoghi lontani dal
chiasso della vita di tutti i giorni – come ci
racconta san Bonaventura – che Francesco
rientrava in se stesso come in un santuario,
e lì si incontrava con Dio, mettendosi a nudo di fronte a Lui, supplicandolo come un
Padre, dialogando con Lui, come con
l’Amico più caro. In questo santuario interiore Francesco gemeva per i peccatori,
piangeva per la passione di Cristo ed era talmente ricolmo di beatitudine da alzarsi con
il corpo da terra. Ma era soprattutto in questi momenti che Dio si faceva conoscere al
cuore di Francesco, svelandogli i suoi misteri (cf. LegM 10,4).
Se siamo qui questa notte, cari fratelli e
sorelle, è per questo stesso desiderio di Dio
che ciascuno di noi porta nel profondo del
suo cuore. Come Francesco, anche noi, vo-
396
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
gliamo incontrarci con Lui, vogliamo che si
faccia vicino al nostro cuore, desideriamo
entrare in quella stessa intimità che Francesco continuamente ricercava. È lo stesso Spirito Santo, che vive in noi, a spingerci a questo incontro, è Lui che ci anima ad andare al
Padre e che, con gemiti inesprimibili, continuamente intercede per noi. Allora, in questa
notte, facciamo silenzio, fuori e dentro di
noi, e ascoltiamo questa voce che è in noi e
ci chiama, come un tempo chiamò Abramo,
verso la nostra vera dimora, la nostra terra, la
nostra origine: il nostro Signore e Creatore.
Conosceremo, allora, anche noi, come
Francesco qui alla Verna, i misteri di Dio:
l’ampiezza dei suoi benefici, l’estensione
delle sue promesse, la sublimità della sua
maestà e la profondità dei suoi giudizi (cf.
Pater 3). Qui Francesco si è così profondamente unito a Dio, da ricevere nella sua carne gli stessi segni dell’amore di Dio per
l’umanità, quelle sante piaghe che ci hanno
resi nuovamente suoi figli. Francesco è stato totalmente sopraffatto da questo amore e,
come racconta Tommaso da Celano: «era
invaso da viva gioia e sovrabbondante letizia per lo sguardo bellissimo e dolce con il
quale il Serafino lo guardava, di una bellezza inimmaginabile; ma era contemporaneamente atterrito nel vederlo confitto in croce
nell’acerbo dolore della passione» (1Cel
94). Come Francesco lasciamoci catturare
dallo sguardo traboccante d’amore che Dio
ci rivolge e lasciamo che il nostro cuore si
strugga, perché ci ha amati a tal punto, da
accogliere per noi una così grande sofferenza. Questo è il mistero che Dio ha rivelato e
continua a rivelarci: il suo amore senza confini per l’uomo, che in Gesù Cristo si è incarnato, ha patito ed è stato glorificato. Lasciamoci afferrare e plasmare da questo
amore. Frate Francesco seguì le orme del
Signore nostro Gesù Cristo e lo imitò in tutto fino al punto di meritare di somigliare a
lui anche nella carne, portando il sigillo delle stigmate nella carne ed essere per questo
chiamato alter Christus. Chiediamo a lui, in
questa veglia, di essere nostra guida nel
viaggio all’incontro con il Signore Gesù.
Allora anche il nostro cuore sarà trasformato. Quando scenderemo da questo santo
monte, anche se nella nostra carne non ci
saranno i segni della passione, avremo certamente imparato un po’ di più ad amarci e
a stimarci con affetto fraterno, a rallegrarci
con quelli che sono nella gioia e a piangere
con chi è nel pianto. Sapremo essere un po’
più lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera e solleciti verso le necessità dei fratelli. In una parola conosceremo un po’ di più cosa vuol
dire amare con sincerità (cf. Rom 12,9-13).
Cari ragazzi e ragazze, portate questo
amore là dove vivete, in famiglia, al lavoro o
a scuola, tra gli amici. Portatelo con semplicità e sia questa la vostra più grande ricchezza. Il mondo ha sete di questo amore. Donatelo con abbondanza e con l’entusiasmo di
cui voi giovani siete capaci. Non renderete
più bella solo la vita di coloro ai quali
l’offrite, ma anche la vostra troverà un senso
più pieno. Certo, ci saranno dei giorni in cui
potrà sembrarvi che questa via è difficile, da
perdenti, che chi vuole avere successo deve
servirsi di altri mezzi. Come ricordava il
Santo Padre nell’Angelus, a chiusura della
Giornata Mondiale della Gioventù, le fiabe
terminano con la frase “e da quel giorno vissero tutti felici e contenti”. Sappiamo bene
che nella vita reale non è così. In quei giorni
ricordatevi di tornare, anche solo con la mente e con il cuore, su questo monte per ritrovare la verità di questo incontro, per prendere nuova forza e ripartire da qui con audacia
sulla strada che avete intrapreso, perché forte è Colui nel quale avete riposto la vostra fiducia e la vostra speranza.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CRABALLO, OFM
Ministro generale
3. Omelia nella festa delle Stimmate di
san Francesco
Santuario della Verna, 17.09.2008
PORTO LE STIMMATE
DI GESÙ NEL MIO CORPO
«Io porto le Stimmate di Gesù nel mio
corpo». Questa espressione dell’Apostolo
ci introduce nel mistero che ha segnato in
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
modo singolare l’esperienza di Francesco:
un evento-mistero che si è compiuto su questo monte della Verna e che noi volentieri,
con commozione e devozione, ricordiamo e
celebriamo.
Il Mistero celebrato non è nuovo. È quello di Cristo che per amore ha dato se stesso
per noi nella sua passione, morte e risurrezione. Nuovo invece è l’approccio, l’evento, che ci introduce in questo mistero di
amore sofferto e smisurato: le Stimmate di
san Francesco. L’esperienza ineffabile e
unica delle Stimmate, avvenuta due anni
prima della morte, rappresenta per Francesco il culmine del suo cammino spirituale
ed evangelico, un cammino che lo ha portato ad immedesimarsi perfettamente con
Cristo. Lo attesta Chiara quando dice: il
beatissimo padre nostro Francesco, di lui
[Cristo] vero amante e imitatore (TestsC 5).
In questo senso, «il sigillo di Cristo» impresso nel suo corpo è continuità e conseguenza del vissuto di Francesco. Egli infatti, con i segni della Passione, penetra ancor
più profondamente i misteri dell’«Amore
non amato», ne sperimenta la misericordia,
la bontà, la dolcezza, ci racconta i tratti più
intimi con cui il Signore si è fatto conoscere a lui personalmente: «Tu sei mansuetudine, Tu sei bellezza, Tu sei sicurezza, …»
(LodAl). Così si esprime nelle Lodi di Dio
Altissimo, composte proprio qui alla Verna.
Le Stimate in Francesco sono dunque
continuità del suo processo spirituale di vero amante e imitatore di Cristo, ma sono anche una originale novità nella sua ascesi. Le
Stimmate ci mettono in stretto contatto con
il suo corpo. Infatti i segni della Passione si
imprimono nella carne viva di Francesco e
il sigillo del Dio vivente segna quel corpo
già tormentato recandogli sofferenza, una
sofferenza che è amore: un amore sofferto,
appunto, un amore a caro prezzo!
Francesco, dopo essersi lasciato lavorare
interiormente dall’Artefice di ogni perfezione, qui alla Verna desidera provare ciò che
Cristo Gesù ha provato mentre per amore
dava la sua vita per l’umanità (FiorCons 3).
Non chiede un racconto, non chiede spiegazioni, non chiede nemmeno di capire, ma di
provare! Francesco vuole provare. E la ri-
397
sposta che riceve dal Signore è un’esperienza unica. Francesco prova, sente, vive ciò
che Cristo ha provato. Non gli basta l’animo
e le emozioni, non gli basta il cuore e il sentimento, non gli basta neppure la mente e
l’intelletto, ci vuole anche il corpo! Tutto di
Francesco, spirito e carne, animo e corpo,
anche il suo fisico viene avvolto dal mistero
ineffabile dell’amore di Cristo, l’amore provato nella sua Passione e Morte in croce.
Davanti al lebbroso Francesco aveva conosciuto il Cristo a partire dal suo vedere,
da un suo sguardo rinnovato: ciò che prima
alla sola vista gli dava ripugnanza poi si trasforma in dolcezza.
A S. Damiano Francesco conosce personalmente il Cristo ascoltando, nell’udire le
parole del Crocifisso che gli parla.
Alla Verna Francesco chiede di conoscere
Cristo in un modo nuovo, non più vedendo,
toccando, ascoltando…, bensì provando:
«ch’io senta nel cuore mio, quanto è possibile, quello eccessivo amore del quale tu, Figliuolo di Dio, eri acceso a sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori» (Ib. ).
Le Stimmate, dunque, sono la conoscenza intima e profonda che immedesima a
Cristo per conoscere in modo unico, insuperabile: provando; provando ciò che Cristo ha provato. Per questa conoscenza non
basta la mente, il cuore, l’anima…, ci vuole
tutta la persona: anche il corpo.
Molto, tantissimo conosciamo di Francesco attraverso i suoi scritti, le sue biografie e una quantità smisurata di produzione
letteraria e artistica. Ma ciò che conosciamo
di Francesco attraverso l’esperienza singolare delle Stimmate, nessun scritto o artista
o poeta lo potrà trasmettere. Solo un approccio all’intima relazione di Francesco
col suo Signore – relazione tuttora custodita in questo luogo santo –, ci consente di
balbettare qualcosa. Francesco stesso qui, a
proposito dell’impressione delle sacre
Stimmate, ci attesta l’insufficienza delle parole e della comunicazione verbale; infatti
al Signore confida il desiderio di una condivisione più profonda.
«Forte come la morte è l’amore!» (Ct
8,5) Nel mistero delle Stimmate Cristo trasmette la forza irresistibile del suo amore,
398
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
attraverso i segni della morte. Queste ferite,
segni della morte, per la potente forza dell’amore diventano segni invincibili di vita. E
Francesco ha il privilegio di prendere parte
di un mistero tanto grande e sublime. Vediamo allora che in Francesco, l’infinitamente
piccolo, si attua il desiderio di Dio Padre che
«ha rivelato le cose grandi ai piccoli e le ha
fatte conoscere ai semplici».
Nel Vangelo oggi proclamato, Gesù
esorta: «chi vuol venire dietro a me, prenda
la sua croce e mi segua» (Lc 9,23). Guardando Francesco, noi oggi vediamo chiaramente la croce accolta da Francesco per seguire Gesù. In quella croce scolpita nella
carne di Francesco, noi contempliamo il
compimento e la perfezione della sequela:
seguire Cristo è certamente un percorso
verso l’amore, ma è sempre e anzitutto un
cammino da fare per amore!
Da questi tratti della Parola di Dio comprendiamo che l’evento custodito in questo
luogo non ci lascia spettatori ed estranei,
ma ci riguarda e ci coinvolge. Ci riguarda
come discepoli di Cristo. Ci coinvolge con
la grazia di un mistero d’amore che non si è
esaurita. Francesco ancora si fa tramite di
questa grazia per conquistarci al bene, per
condurci a Cristo, per farci innamorare.
Per queste ragioni, la festa odierna riempie il nostro animo di commozione e di
gioia; ma anche ci fa sentire d’aver ancora
bisogno di Francesco. Sì, fratello Francesco, abbiamo ancora bisogno di te. Il mondo ha bisogno di te!
Abbiamo bisogno di te, di te che insegni
che non c’è sapienza, che non può esserci
conoscenza di Dio e delle cose di Dio, senza una relazione personale con Cristo.
Abbiamo bisogno di te che hai creduto
nell’amore, per vincere i segni di morte presenti nel mondo: ai tuoi tempi come oggi.
Abbiamo bisogno di te, per riscoprire la
dignità e la grandezza del nostro corpo,
corpo immagine di Dio, corpo assunto da
Cristo, corpo crocifisso per dare vita, vita
eterna.
Abbiamo bisogno di te, discepolo fedele, tu «il primo dopo l’unico», per confermare ogni giorno il nostro sì a seguire Gesù,
povero e umile, e a seguirlo per amore.
Abbiamo bisogno di te, fratello Francesco, Stimmatizzato della Verna, per portare
tra gli uomini d’oggi segni credibili dell’amore crocifisso, dell’amore non amato, dell’amore che a tutti si dona, dell’amore che
converte, che rigenera, che trasforma.
Abbiamo bisogno di te, per riportare in
ogni creatura il senso dell’esistenza e ritrovare la vocazione di esser lode al Creatore.
Abbiamo bisogno di te, frate Francesco,
«quale icona di Gesù crocifisso», poiché,
come te, abbiamo bisogno di amore, abbiamo bisogno di Cristo.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
4. Lettera del Ministro e del Definitorio
generale per la Festa di san Francesco
2008
IL SIGNORE DETTE A ME ...
Cari Fratelli,
quest’anno vi raggiungiamo nella memoria del Transito del nostro padre e fratello san Francesco, rileggendo con voi il Testamento, compendio della sua vita e vocazione evangelica.
In questo testo S. Francesco ripercorre la
sua esistenza alla luce dell’iniziativa dell’Altissimo. Vi riconosciamo la forma carismatica del nostro cammino personale e comunitario di sequela da vivere oggi, nel confronto vitale e critico con il nostro tempo.
In questa lettera, l’ultima del nostro servizio di Definitorio generale, concludiamo
il cammino che ci ha fatto ripercorrere le
priorità dell’Ordine con la formazione permanente e iniziale del Frate Minore, discepolo che segue i passi del suo Signore e
Maestro, sedotto dalla sua persona e dalla
sua parola. È il percorso continuo di formazione che ci riguarda tutti nelle diverse età e
situazioni di vita, come è richiamato dal
nuovo Documento sulla Formazione Permanente, appena promulgato. È evidente
l’importanza vitale di questo ambito per il
nostro presente e, quindi, per il futuro della
nostra vita.
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
Aspiriamo a ravvivare nel nostro tempo
il fascino che la persona di Gesù Cristo e la
vita di Francesco e dei Frati hanno esercitato su noi tutti. Senza quest’attrazione
profonda, che muove e educa i nostri desideri, oggi così mutevoli, siamo consapevoli che non c’è proposta valida di formazione. Senza la custodia quotidiana dell’amicizia personale con il Signore, ogni percorso
formativo cadrà nell’abitudine e nella disillusione.
Ripercorriamo allora insieme i tratti che
troviamo nel Testamento.
Il Signore dette a me, frate Francesco,
d’incominciare a fare penitenza
San Francesco ci racconta la storia di un
amore di predilezione che lo ha sedotto e affascinato: prima d’ogni suo progetto c’è
stato un evento inatteso e sorprendente, che
ha rimesso in gioco la sua vita. La sua e la
nostra vocazione affonda le radici nel mistero di un amore che ci precede e ci accompagna, tanto da conquistarci e commuoverci ancora, fin dentro quell’opacità
che il susseguirsi dei giorni, non sempre facili e lineari, ha creato in noi.
È da quest’evento che si accende un
cammino di conversione, dove al primo posto non c’è tanto il nostro sforzo, quanto il
desiderio che Dio stesso ha di incontrarci e
di amarci. La conversione parte dalla scoperta di Dio come l’Abba, amante e prossimo alla vita d’ogni sua creatura. Francesco
annuncia il volto di tenerezza “materna” del
Padre di Gesù: allora diventa possibile
guardare alla formazione come ad un cammino di conversione, fin dall’inizio della vita francescana. Avvertiamo l’urgenza di
proporre il tempo della formazione iniziale
come quello dell’iniziazione, graduale e al
tempo stesso esigente, ad una vita convertita. Il “fare penitenza” di Francesco inaugura un’esistenza che è risposta alla misericordia del Padre. Crediamo che sia ancora
possibile iniziare chi bussa alla nostra porta
a questa risposta totale, così come proporla
con audacia e anche con fermezza ai Fratelli che si trovano nelle diverse età della vita
e nelle varie situazioni sociali e culturali, in
cui vivono.
399
Questa risposta si alimenta attraverso lo
spirito della santa orazione e devozione, per
mezzo del quale possiamo avere il nostro
cuore rivolto al Signore e gli occhi ben
aperti sul mondo e sulla sofferenza ingiusta
di gran parte dell’umanità.
Il Signore stesso mi condusse tra i lebbrosi ed io usai con essi misericordia
La conversione è frutto dell’iniziativa di
Dio, che ci raggiunge attraverso l’incontro
con l’altro, non temuto più come nemico
ma scoperto come prossimo. Non è casuale
la scelta di san Francesco di formare i primi
Frati nei lebbrosari. Voleva infatti far sperimentare, quasi gustare, quel travaglio che
lui stesso aveva vissuto tra dolce e amaro.
Egli non fu forse sedotto nel momento stesso in cui provava ripugnanza, aprendosi in
tal modo all’incontro nuovo con il Signore
Gesù, che si identifica misteriosamente con
il povero, il reietto, il lebbroso?
Ripetiamo spesso che la nostra proposta
formativa è troppo teorica e che il luogo
della nostra formazione è il mondo reale e
la Fraternità. Domandiamoci allora quanto
siamo vicini, anche con scelte e modalità
diverse, ai poveri del nostro tempo che sono
frutto spesso della violenza di una globalizzazione e del suo mercato omologante. Siamo disposti a camminare con loro e a vivere come loro da minori? I nostri percorsi
formativi invece costituiscono spesso un
privilegio e una condizione che rischia di
allontanarci dalla vita reale di molti nostri
contemporanei. Dovremmo interrogarci se
ci riconosciamo in una formazione che non
comprenda scelte coraggiose che rendono i
nostri itinerari formativi più vicini ai lebbrosi del nostro tempo. Possiamo formare
al chiuso d’ambienti protetti, nei quali i più
piccoli hanno timore di entrare?
Il Signore mi dette grande fede nelle
chiese e nei sacerdoti
Il cammino della conversione di san
Francesco ci mostra che si diventa discepoli camminando in quella comunità più grande di discepoli che è la Chiesa. Immerso nel
mistero vivente del popolo di Dio peregrinante nel tempo, Corpo di Cristo e Casa di
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AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Dio, il Poverello ha incontrato il Signore
Gesù nei lebbrosi, nel Vangelo, nei fratelli e
nel creato.
Riconosciamo che la nostra formazione
non può che essere attenta alla vita e al cammino della Chiesa, che per noi si fa presente nella concretezza delle tante Chiese locali nelle quali viviamo e annunciamo il Vangelo. Il Frate Minore cresce nella sua
vocazione e missione nella Chiesa, con la
Chiesa e a servizio della sua missione. Ci
sembra importante ricordarcelo alla vigilia
degli 800 anni dell’accoglienza da parte del
Signor Papa del progetto evangelico di san
Francesco e dei suoi Frati.
Formarci nella comunione della Chiesa
significa per noi approfondire l’ascolto della Parola di Dio, che Francesco onorava e
raccoglieva ovunque. Siamo chiamati ad annunciare il Vangelo ascoltato anche attraverso una solida formazione intellettuale, per
una missione sempre più aperta all’incontro
e al dialogo con il mondo d’oggi. L’ascolto
della Parola culmina nella celebrazione dei
segni sacramentali, nei quali lo stesso Signore risorto si rende presente alla sua Chiesa e agisce per la salvezza del mondo.
Il Signore mi donò dei fratelli
San Francesco avrebbe potuto vivere il
Vangelo senza il dono dei suoi fratelli, discepoli con lui dell’unico Maestro? Il dono
dei fratelli non è marginale o strumentale a
quello della vocazione evangelica, ma gli
appartiene intimamente. La nostra Fraternità si rivela così come uno spazio teologale, nel quale la presenza e l’azione del Signore diventano trasparenti nella qualità
delle nostre relazioni reciproche, dell’apertura agli altri e dell’essere soggetti a tutti.
I nostri itinerari formativi tengono conto
della particolare cura che la nostra Fraternità oggi ci chiede? Non possiamo formare
per vivere la nostra vocazione come monadi. Per questo ci viene incontro anche lo
strumento del progetto di vita ai suoi vari livelli: personale, locale e provinciale. È
sempre più urgente, a partire dalla formazione iniziale, accompagnare i Fratelli in
percorsi di crescita e di guarigione, fino alle profondità della storia di ciascuno, del
suo mondo affettivo e delle sue scelte. È altresì urgente accompagnare i Fratelli in analoghi percorsi di riconciliazione con se stessi e di trasformazione, perché si possa vivere una vita buona, bella e felice, annuncio e
anticipazione del Regno di Dio. Questa è la
strada anche per una formazione permanente a vivere relazioni più umane e mature.
Lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo
vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ed io la feci scrivere con poche parole e con semplicità, e il signor Papa
me la confermò
In poche e scarne parole san Francesco
condensa la sua intuizione evangelica, che lo
ha folgorato e sedotto sino al punto di prendere forma in un proposito di vita da presentare alla Chiesa per essere vissuto pubblicamente. Non si tratta di un progetto privato,
ma di una possibilità nella quale molti possono riconoscere attuale per loro, qui ed ora,
la chiamata di Dio a vivere il Vangelo in obbedienza, sine proprio e in castità.
È ormai di fronte a noi la celebrazione
dell’VIII centenario del gesto semplice di
Francesco di presentarsi al signor Papa e
chiedere l’approvazione della sua forma di
vita. Da allora moltissimi Fratelli si sono riconosciuti in essa e vi hanno trovato la via
per vivere da discepoli di Gesù in tempi diversi. La memoria di quel giorno e di tante
storie di sequela è viva per noi oggi, anzi
contribuisce a disegnare i contorni del volto
stesso della nostra Fraternità in questo tempo così particolare e provocante per noi tutti.
I nostri percorsi formativi vivono di questa memoria vivente, perché la vocazione
evangelica dei Frati Minori diventi possibile oggi, in un cambio d’epoca che ci chiede
di vivere in una realtà in permanente mutamento. Il Vangelo non cambia, ma è altrettanto vero che i tempi, i luoghi e le culture
non sono assolutamente indifferenti alla sua
accoglienza nella vita. Per questi motivi il
compito della formazione ci appare oggi
così complesso e, al tempo stesso, entusiasmante.
La celebrazione della grazia delle origini potrà sprigionare in noi grazia di futuro,
se non sfuggiremo alla chiamata a restituire
401
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
il dono della nostra vocazione non nel chiuso dei nostri chiostri, spesso vuoti, ma nel
chiostro più grande del mondo, l’unico che
veramente ci appartiene e nel quale dovremmo sentirci a nostro agio.
Il Signore mi rivelò che dicessimo questo
saluto: «Il Signore ti dia la pace!»
San Francesco ha riconosciuto come
cuore della sua missione l’annuncio della
pace, che si identifica con Cristo: «Egli è la
nostra pace!» (Ef 2,14). Si tratta veramente
del culmine del suo percorso vocazionale e
missionario.
In un mondo profondamente lacerato da
divisioni e tensioni d’ogni genere, crediamo
nell’utopia evangelica della Fraternità di
minori, soprattutto attraverso i gesti d’ospitalità reciproca e di perdono. Così potremo
camminare nel nostro tempo e annunciare il
Vangelo dalle nostre ferite e povertà, che
abbiamo iniziato a guarire in quel laboratorio di speranza e di riconciliazione che può
essere la nostra vita fraterna.
Anche noi: peccatori perdonati!
Formarci alla pace significa imparare a
gestire i conflitti, ad assumere uno stile di
vita non violento, ad apprendere l’arte di un
dialogo franco e sereno, nel rispetto e nella
stima reciproci. Ci formeremo insieme anche a diventare un lievito di riconciliazione
negli ambienti in cui viviamo, da veri artigiani pazienti e appassionati della pace, anche nelle situazioni di stallo e d’impedimento alla convivenza pacifica e al rispetto
dei diritti d’ogni uomo e soprattutto di tanti
poveri.
Cari Fratelli, vi consegniamo con fiducia
queste parole, perché l’itinerario di conversione e di trasformazione, che san Francesco ci racconta nella sua ultima volontà,
possa essere un compagno di viaggio per
noi, che rendiamo grazie all’Altissimo per
il dono della vocazione a vivere oggi come
discepoli di Gesù la vita dei Frati Minori.
In particolare, vi chiediamo di accompagnare con una preghiera insistente e fiducioso la preparazione e la celebrazione del
prossimo Capitolo generale, perché sia un
tempo di grazia nel nostro cammino di conversione e di restituzione del dono ricevuto
dal Signore per il bene del mondo.
I vostri Fratelli del Definitorio generale.
Roma, 17 settembre 2008
Festa delle Stigmate di san Francesco
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM (Min. gen.)
FR. FRANCESCO BRAVI, OFM (Vic. gen.)
FR. AMARAL BERNARDO AMARAL, OFM (Def. gen.)
FR. AMBROGIO NGUYEN VAN SI, OFM (Def. gen.)
FR. FINIAN MCGINN, OFM (Def. gen.)
FR. JAKAB VÁRNAI, OFM (Def. gen.)
FR. MIGUEL J. VALLECILLO MARTÍN, OFM (Def. gen.)
FR. ŠIME SAMAC, OFM (Def. gen.)
FR. MARIO FAVRETTO, OFM (Def. gen.)
FR. LUIS GERARDO CABRERA HERRERA, OFM (Def. gen.)
FR. JUAN IGNACIO MURO ARÉCHIGA, OFM (Def. gen.)
FR. ERNEST SIEKIERKA, OFM (Seg. gen.)
Prot. 099154
5. Discorso nell’incontro interreligioso
nell’anniversario dello «spirito di Assisi»
Bari, Basilica di san Nicola, 27.10.2008
LO SPIRITO DI ASSISI
UNA NUOVA SOBRIETÀ
PER ABITARE LA TERRA
Il 27 ottobre 1986, in occasione della
giornata mondiale di preghiera per la pace,
si riunirono ad Assisi, per la prima volta
nella storia e su invito del Papa Giovanni
Paolo II, i rappresentanti delle diverse Chiese, delle comunità cristiane e delle grandi
religioni del mondo per fare insieme un
giorno di digiuno e di preghiera per la pace.
Non fu un caso la scelta della cornice di
Assisi per tale incontro. La figura umile e
allegra di San Francesco è servita da motivo
ispiratore, per il suo senso di fraternità universale, per la sua costante ricerca della pace, per il suo rifiuto assoluto della violenza.
Questo avvenimento, nelle parole dello
stesso Papa, “segnò l’inizio di un modo
nuovo di incontrarsi tra credenti di religioni
diverse: non nella contrapposizione reciproca, e meno ancora nel mutuo disprezzo,
ma nella ricerca di un dialogo costruttivo
nel quale, senza cadere nel relativismo né
nel sincretismo, ciascuno si apra all’altro
402
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
con stima, avendo tutti coscienza che è Dio
la fonte della pace”.
L’incontro non aveva la pretesa di essere
una specie di parlamento delle religioni, né
una trattativa tra di esse. Si incontrarono per
pregare. Non in maniera sincretista, ma per
pregare a partire dalla vicinanza che non riduce di una sola virgola l’identità di ciascuna delle tradizioni religiose. Pregare per
unire religione e pace, e allontanare la tentazione di utilizzare la religione come arma
da guerra. Lo stesso Papa spiegava così: “Il
fatto stesso che siamo venuti ad Assisi da
varie parti del mondo è in se stesso un segno
di questo sentiero comune che l’umanità è
chiamata a percorrere. Sia che impariamo a
camminare assieme in pace e armonia, sia
che ci estraniamo a questa vicenda e roviniamo noi stessi e gli altri”.
Lo stesso Giovanni Paolo II, a questo clima di dialogo e incontro che nacque, diede
il nome di “spirito di Assisi”. Spirito di avvicinamento amichevole, rispettoso dei diversi mondi religiosi, che pone in rilievo
che la pace è il nocciolo delle grandi religioni del mondo.
Fedele a questo spirito, il Papa tornò a
convocare per la seconda volta i rappresentanti delle Chiese cristiane e delle grandi religioni il 24 gennaio 2002, dopo i tragici avvenimenti dell’11 settembre 2001 e poco
prima delle guerre in Afganistan ed Iraq.
Anche noi francescani abbiamo voluto
mantenere questo spirito e, per questo, tutti
gli anni continuiamo a celebrare questo
giorno, perché continui ad essere un ammonimento costante della nostra stessa ragione
d’essere: fratelli e sorelle di tutti gli uomini
e le donne del mondo e di tutte le creature,
fratelli e sorelle che costruiscono fraternità
dialogo e pace.
La cura della “sorella madre terra”, responsabilità comune
Erede di quel primo incontro del 1986 è
questo Incontro Interreligioso che stiamo
celebrando oggi a Bari con il tema “Una
nuova sobrietà per abitare la Terra”, che è
l’argomento scelto dai Vescovi italiani per
la IIIa Giornata per la salvaguardia del creato del 20081.
A pochi mesi da quel primo incontro del
1986 ad Assisi, i Ministri generali della Famiglia Francescana pubblicarono, il 16
aprile 1987, una lettera intitolata “Nello
Spirito di Assisi”2 diretta a tutta la famiglia
francescana, nella quale riflettevano sul significato di quell’incontro, per noi francescani, e invitavano tutti noi, francescani e
francescane, ad essere veri testimoni di pace in qualsiasi luogo viviamo. In questa lettera si parlava di diversi aspetti che dobbiamo tener presenti per poter portare al mondo il messaggio di pace di Dio:
• la preghiera come strumento di pace; la
vita fraterna come luogo di pace;
• la necessità di porre al primo posto i beni spirituali di fronte all’ansia di accumulazione e consumismo;
• la necessità di annunciare la beatitudine
della povertà evangelica con il nostro stile di vita;
• la necessità non di un auto-emarginarsi
dalla storia, ma di guardare la realtà con
occhi aperti e lucidi e con buon cuore
che ci porti alla difesa dei deboli, della
dignità dei lavoratori, della difesa della
vita.
Questa lettera dedicava anche un punto
alla “relazione con le creature” in cui parla
dell’esistenza di un campo in cui è urgente
la necessità di collaborazione senza frontiere: la relazione con l’ambiente, la Terra, con
questa casa comune che è minacciata.
“Davvero il pianeta è la casa che ci è donata, perché la abitiamo responsabilmente,
custodendone la vivibilità anche per le
prossime generazioni. È un dovere richiamato con forza da Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace
2008: “dobbiamo avere cura dell’ambiente:
esso è stato affidato all’uomo perché lo custodisca e lo coltivi con libertà responsabile, avendo come criterio orientatore il bene
di tutti” (n. 7). È un impegno che ci rimanda a San Francesco d’Assisi e alla lode da
lui rivolta al Creatore per “sora nostra madre terra”, che tutti ci sostiene”3.
Dicono i Vescovi italiani che “la Terra è
minacciata da un degrado ambientale di vasta portata in cui l’eccessivo sfruttamento di
risorse anche fondamentali – a partire da
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
quelle energetiche – si intreccia con varie
forme di inquinamento. Spesso tali dinamiche colpiscono anzitutto i soggetti più disagiati, che sono meno in grado di difendersi
dalle loro conseguenze. Non è certo un caso che numerosi conflitti che agitano le diverse aree del pianeta presentino – in misura più o meno grande – una componente
ambientale”4.
Sì, senza alcun dubbio la ricerca della
pace che Dio vuole per i suoi figlie e le sue
figlie e per tutta la sua creazione esige da
tutti i credenti un senso di responsabilità ed
un impegno perché il nostro pianeta, che
Dio ha posto nelle nostre mani, possa continuare ad essere per tutti una casa ospitale,
uno spazio di vita per le generazioni presenti e future.
Abbiamo qui, poi, un altro campo importante di collaborazione tra le differenti
religioni.
Fraternizzare con tutte le creature
Permettetemi di esporre brevemente, in
questa tavola rotonda, i motivi che portano
noi francescani ad impegnarci nel rispetto,
nella cura e difesa della “nostra sorella madre terra”.
Francesco è e sarà sempre il fratello
Francesco, e la sua esperienza ed il suo progetto di vita possiedono e possederanno
sempre un particolare potere di attrazione e
fascino a causa del suo ideale e della pratica della fraternità, che va incontro ai sogni
più profondi dell’uomo.
Francesco crea intorno a se una fraternità nella quale poveri e ricchi, signori feudali e borghesi, chierici e laici sono e si sentono uguali, nel rifiuto di ogni forma di potere, nel servizio reciproco e nella comunione profonda che nasce dal rispetto delle
differenze, nell’affetto reciproco carico di
tenerezza (come quella di una madre per i
suoi figli). Una fraternità aperta, che vive
nella comunione ecclesiale, una fraternità
di fratelli inviati agli altri – senza armi di offesa o di difesa – per renderli fratelli, mediante i propri gesti e l’annuncio del vangelo della pace e della riconciliazione; una
fraternità di accoglienza; in definitiva, con
una frase delle attuali Costituzioni generali
403
OFM, una fraternità che “cerca con tutti gli
uomini quella comunione fraterna che (i
frati) coltivano tra di loro”.
Una fraternità che arriva a tutte le creature. Francesco non solo vuole unire tutti gli
uomini nella pace, ma vuole estendere questa pace a tutta la creazione, riconciliando
l’uomo con la natura. Il fraternizzare con la
creazione è un aspetto saliente nella biografia e nel messaggio di Francesco, come dimostrano i suoi scritti, particolarmente il
Cantico delle Creature, ed i primi biografi
che sono generosi nell’offrire testimonianze concrete della sua relazione fraterna con
gli esseri del creato, che egli chiama fratelli (cf. 1Cel 76; 81, 2Cel 165; LegP 14; SpP
114; 118;...). Per Francesco tutte le creature
sono espressione dell’amore di Dio e attraverso di esse ascende al loro creatore.
Oltre ad essere un aspetto saliente della
biografia di Francesco quantitativamente
parlando, lo è anche qualitativamente, soprattutto se si pone in relazione con tutta la
precedente tradizione cristiana polarizzata,
nella relazione con le cose, sia nel dominio
proprio della genesi – «soggiogare e dominare la terra» – sia nel disprezzo ascetico e
dualista della stessa. “Quanti mistici, inebriati dal loro impulso interiore – scrive E.
Leclerc – si sono posti al di sopra della creazione materiale in un atteggiamento superbo di disprezzo, e hanno creduto di poter
esaltare Dio proclamando l’insignificanza
delle cose! Francesco, al contrario, si avvicina alle cose con umiltà, ammirazione ed
infinito rispetto. Le trova belle, bellissime.
La sua lode all’Altissimo è anche una lode
delle creature”.
A partire dall’esperienza concreta di
Francesco di Assisi, e dall’ideale di fraternità del suo progetto di vita e di quello dei
suoi fratelli, la protezione e la difesa della
natura non sono certamente un aspetto secondario e, tanto meno, banale dell’essere
francescano. Nella loro lettera «Nello spirito di Assisi» i Ministri generali della famiglia francescana affermavano: “è doveroso
che noi contribuiamo ad illuminare il rapporto tra l’uomo e la natura secondo il disegno di Dio ritrovato e proclamato da Francesco: uso e non appropriazione, rispetto e
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AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
non sfruttamento… è necessario, quindi,
anche da parte nostra, il superamento di
ogni colpevole indifferenza; e appare non
solo opportuna, ma necessaria, una collaborazione fattiva con le grandi organizzazioni
che già operano in difesa dell’ambiente”.
È indiscutibile che Francesco di Assisi,
anche se è necessario farne una rilettura, ha
certamente una sua parola da dire al riguardo, e con lui tutto il francescanesimo. Anche
nei casi in cui la paura, per le conseguenze
che possono portare i danni, a volte irreparabili, prodotti nella natura, si manifesta anche nelle persone più sensibili all’argomento. La maggior parte delle volte mancano
precise motivazioni ideali ed etiche dell’ecologia. Al di là della pura conservazione
dell’ambiente, la nostra preoccupazione per
la natura, oltre ad essere determinante, deve
essere espressione di un’etica di riconciliazione e fraternità, di rispetto e comunione
con ogni creatura, di un’etica che condanni
ogni violenza, non solo quella dell’uomo
contro l’uomo, perché la soluzione del problema dell’ecologia non risiede solo nell’ecologia, ma in un cambio radicale della relazione dell’uomo con se stesso, - perché prima della rottura dell’equilibrio ecologico ha
rotto l’armonia dello spirito e delle relazioni
– e in un cambio della sua concezione e relazione con la natura, imparando a coniugare armonicamente lo star-sopra, ed il progresso, con lo star-con.
Una nuova sobrietà per abitare la Terra
A partire dal nostro vivere la povertà
evangelica e la preoccupazione per la natura, noi francescani dobbiamo promuovere
un’etica dell’austerità e della sobrietà.
In questo, da diverse istanze, cristiane e
non cristiane, si riconosce a Francesco una
voce profetica che chiama ad invertire la
marcia della cultura e della società del consumo, presa nella rete del produrre per consumare, e del consumare di più per produrre
di più, dell’usa e getta, della relazione con le
cose a partire dal puro e semplice avere, dal
possesso, dalla creazione artificiale di bisogni, che fanno di esse l’oggetto sommo di
ogni desiderio, avendo creato uno stile di uomo, e una visione del mondo e della vita, nel-
la quale la felicità si fa consistere nella soddisfazione immediata dei bisogni, e la relazione con gli altri, con l’altro e anche con se
stesso, si cosifica, si mercanteggia a partire
dal puro possesso e dominio.
In una cultura del consumo non trovano
posto l’ascesi, la rinuncia, la proroga della
soddisfazione dei bisogni, che sono sempre
state difese dai grandi sistemi etici e religiosi, come cammino di libertà e liberazione interiore, di affermazione dei valori superiori come il donare ed il condividere, di
esperienza della sovranità e sufficienza di
Dio, di riconciliazione con il limite di tutto
ciò che è umano. Nel linguaggio spirituale
della tradizione medievale, Francesco si
esprime in questi termini parlando ai suoi
fratelli nella Regola: “vi ha fatto poveri di
cose e ricchi di virtù” (Rnb 6) e “dove è povertà con letizia, ivi non è cupidigia né avarizia” (Am 27,3).
Un progetto di vita che voglia essere riconosciuto come francescano dovrà concedere un ampio spazio ad un’etica della sobrietà, a partire dalla lucida coscienza, tra
l’altro, che questa morale della moderazione potrà correggere la deformazione spirituale dell’esigere il superfluo come diritto
dell’esistenza. La sobrietà e la moderazione
nell’uso e nelle aspirazioni abituali correggerà le forme abusive dell’avere e del consumare, in favore dell’essere e del condividere, poiché questa etica dell’austerità è,
anche, una scommessa per la comunione e
la solidarietà con chi ha una necessità o soffre l’ingiustizia e lo sfruttamento.
1
2
3
4
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
COMMISSIONE EPISCOPALE PER I PROBLEMI SOCIALI ED
LAVORO, LA GIUSTIZIA E LA PACE e COMMISSIONE
EPISCOPALE PER L’ECUMENISMO ED IL DIALOGO, Una
nuova sobrietà, per abitare la Terra, IIIa Giornata per
la salvaguardia del creato – 1° settembre 2008.
Nello spirito di Assisi, Lettera dei Ministri generali
della Famiglia Francescana /16 aprile 1987).
ENCHIRIDION dell’Ordine dei Frati Minori. Documenti 1966-1989, pp. 777-786.
Una nuova sobrietà, per abitare la Terra, IIIa Giornata per la salvaguardia del creato – 1° settembre 2008
Idem.
IL
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
6. Lettera dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR per la conclusione del VII Centenario della morte
del beato Giovanni Duns Scoto
GIOVANNI DUNS SCOTO:
GENIALITÀ E AUDACIA
A tutti i francescani e alle francescane
per la chiusura del VII Centenario della
morte del Beato Giovanni Duns Scoto
Carissimi Fratelli e Sorelle,
in occasione della conclusione della celebrazione del VII Centenario della morte del
Beato Giovanni Duns Scoto (1308-2008),
dopo le tante iniziative celebrative, culturali e scientifiche, che si sono succedute in tutto il mondo, anche noi Ministri generali del
Primo Ordine e del TOR abbiamo ritenuto
opportuno indirizzarvi questa lettera. Con
essa desideriamo unicamente spendere
qualche parola per suscitare in tutti i francescani e i simpatizzanti del francescanesimo
il desiderio di far memoria dell’eminente
personalità del Dottor Sottile e Mariano e di
approfondire la conoscenza del suo fecondo
pensiero filosofico-teologico. Francescano
santo e maestro audace, originale e creatore
di cultura in risposta alle sfide del suo tempo, figlio fedele di san Francesco, riuscì ad
incarnare il Vangelo e ad essere attento alle
realtà socio-culturali della sua epoca, alle
quali mai si sottrasse e per le quali offrì un
suo contributo a partire dalle proposte filosofico-teologiche di allora.
Grazie alle indagini e ai seri studi degli
ultimi tempi sono stati eliminati i pregiudizi di poca chiarezza che si avevano sul linguaggio scotista e l’idea di una sottigliezza
di pensiero che tende all’astrazione estrema. Come ha dimostrato il P. E. Longpré1,
la sottigliezza scotista è esigenza di rigore
intellettuale, posta al servizio del primato
della carità, la virtù sublime nella prassi
cristiana e quotidiana. Tutta la forza e la penetrazione speculativa scotista sono al servizio di un’intenzione pratica: Dio, Gesù
Cristo, l’uomo, la Chiesa, la creazione,
orientare l’essere umano ed evitare che devii nell’amore: errare in amando.
405
Scoto è a favore di una prassi, ma non di
un evangelismo impaziente e superficiale,
allergico alla speculazione e alla riflessione
profonda e meditativa. «In questo tempo –
secondo P. Vignaux – in cui molti credenti
esigono una Chiesa profetica, la subtilitas
invita a ricordare una grande affermazione
di Karl Barth, nel primo volume della sua
Dogmatica: “il timore nei confronti della
Scolastica è la caratteristica dei falsi profeti. Il vero profeta accetta di sottomettere il
suo messaggio a questa prova come alle altre”»2.
Del ricco e fecondo patrimonio scotista
ci limitiamo qui ad indicare alcune vie per
cercare di rispondere ai problemi più urgenti del nostro tempo.
Dio secondo Scoto e l’ateismo contemporaneo
Nell’elaborazione della sua teologia naturale Scoto parte da due principi biblici:
«Io sono colui che sono» (Es 3,14) e «Dio
è amore» (1Gv 4,16), per arrivare a Colui
che è «Verità infinita e bontà infinita»3.
L’esistenza e l’essenza di Dio sono chiarite
dalla teologia, ma, allo stesso tempo, la metafisica le considera come il proprio oggetto più elevato. Due saperi si corrispondono:
l’ordine umano del divino (teologia metafisica) e l’ordine divino dell’umano (teologia
rivelata), come afferma all’inizio del Primo
Principio: «Tu, sapendo quello che di te la
mente umana può conoscere, rispondesti rivelando il tuo santo nome: Io sono colui che
sono»4.
Tra tutti i nomi divini, il più appropriato
è quello di Colui che è, poiché esso esprime
«un certo oceano di sostanza infinita»5,
«l’oceano di ogni perfezione»6 e «l’amore
per essenza»7. Nell’essere infinito si trovano tre primizie: il primo efficiente, il primo
fine di tutto e il più eminente nella perfezione, che Scoto cerca di evidenziare con le
sue profonde e incomparabili prove dell’esistenza di Dio.
Scoto presenta l’infinitudine come la caratteristica più propria e configuratrice di
Dio. L’infinitudine è un modo di essere di
Dio che lo differenzia radicalmente da tutti
gli altri esseri. Il Dottor Sottile accentua ol-
406
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
tremodo l’infinitudine di Dio. È il concetto
più semplice di qualsiasi attributo divino e
il più perfetto, perché l’essere infinito include virtualmente l’amore infinito, la verità infinita e tutte le altre perfezioni che sono compatibili con l’infinitudine. Benché
ogni perfezione di Dio sia infinita, senza
dubbio, «ha la sua perfezione formale nell’infinitudine dell’essenza come nella sua
radice e nel suo fondamento»8.
L’esaltazione dell’infinito si collega necessariamente all’esaltazione dell’uomo su
tutte le creature finite, che costituisce una
delle espressioni più caratteristiche dell’umanesimo cristiano. La riflessione scotista
mette in risalto la spiritualità dell’infinito e
implica la critica del panteismo e del materialismo, in qualsiasi delle sue espressioni
manifeste o confuse.
Scoto propone la necessità intellettuale
di approfondire il concetto di esperienza.
Non, però, in un’esperienza qualsiasi (sensibile, scientifica, intellettuale), ma nell’esperienza del necessario, perché solo questo
tipo di esperienza ci porta all’esperienza
della possibilità dell’essere assoluto.
Il Dio di Scoto, manifestato nell’esercizio intellettuale dell’idea della possibilità
degli esseri, personalizza in ogni uomo
l’idea di Dio. Dio è per ogni uomo ciò che
lo stesso uomo gli permette di essere e secondo le proprie esigenze di ricerca e di incontro. Scoto conosce e riconosce
l’occultamento e il silenzio di Dio nell’uomo, non però perché Dio si ritira, ma perché
l’uomo stesso si sottrae alle esigenze dell’assoluto e agli imperativi di approfondimento nel proprio intelletto. La comprensione di Dio dipende dalla volontà che
muove o meno l’intelletto, perché indaghi
in se stesso e nella realtà della vita.
Dio non è più in là, ma più in qua, come
fondamento di tutto il reale in quanto possibile. Dio si fa incomprensibile quando si
abdica all’intelletto. L’ateismo non è effetto
dell’acume dell’intelletto, né il risultato
della profonda penetrazione intellettuale
nel mondo, ma proprio il contrario: è una
non riflessione, una disattenzione intellettuale verso la realtà. Scoto invita al pensare
radicale, presentando Dio non come realtà-
oggetto di conoscenza, ma come realtà-fondamento dell’esistenza. Dio è la soluzione
della problematicità dell’esistenza umana e
mondana.
L’occultamento o il silenzio di Dio, responsabile o irresponsabile, cosciente o incosciente, è una conseguenza del fatto che
non osiamo pensare a Dio e che esiste questa mancanza di fondamento intellettuale a
vedere Dio come problema. Al termine della storia della metafisica sembra che Dio sia
arrivato ad essere impensabile. Paolo VI,
nella sua Lettera apostolica Alma parens
(14-7-1966), dice che «dal tesoro intellettuale di Giovanni Duns Scoto si potranno
ricavare lucide armi per combattere e allontanare la nube nera dell’ateismo che offusca
l’età nostra».
Il cristocentrismo come visione mistica
dell’universo
Il beato Giovanni Duns Scoto faceva
teologia per esigenze spirituali e scientifiche, non per semplice prurito o curiosità intellettuale. Fedele discepolo di Francesco
d’Assisi, si concentrò in modo particolare
sul Gesù storico, sulla sua nascita, vita,
passione, morte e risurrezione, che egli assume nella sua vita di fede e nel suo impegno religioso. Da questa esperienza vissuta
egli fa teologia e cerca di offrire una visione di Cristo all’interno del piano salvifico
di Dio. La vita reale e storica di Gesù di
Nazareth era la sua meditazione esistenziale che metteva in moto il suo pensiero verso la grande visione del cristocentrismo come postulato teologico per una comprensione armonica e sinfonica del mondo,
della vita e della storia.
Il Dottor Sottile, molto attento alla realtà
e alla storia, mette in rilievo l’umanità e radicale creaturalità di Gesù Cristo, il suo essere uomo, i suoi limiti umani, la sua realtà
storica, i suoi progressi e la gradualità nel
conoscere. «Si dice che, in questo modo,
Cristo, attraverso l’esperienza, apprese
molte cose, cioè, per conoscenza intuitiva,
ossia degli oggetti conosciuti in quanto alla
sua esperienza e per i ricordi da essi lasciati»9. Se il mistero trinitario rappresenta la
suprema unità nella vita intradivina, nel
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
mondo extradivino la massima unità è costituita dall’unione ipostatica delle due nature intrecciate in Cristo e qualificata dal
maestro come «la più grande unione dopo
quella della santissima Trinità»10.
Se Dio è amore infinito, chiede di essere
amato liberamente da un altro che possa
corrispondere a queste esigenze di infinito.
Per questo ha previsto chi possa farlo, cioè,
Cristo, il Verbo, che assume la natura umana e, in essa, tutti gli uomini perché possano partecipare della sua gloria in cielo. E
poiché questo uomo speciale riassume in sé
tutta la creazione, essa termina in Dio attraverso Cristo11. Facendo di Cristo la ragione
di tutto il creato, Scoto si allinea perfettamente nella prospettiva di san Paolo (cfr.
Col 1,15-17).
Il Dottor Sottile sottolinea che Cristo è
il centro primordiale e di interesse della
manifestazione della gloria divina ad extra. Il cristocentrismo scotista sostiene e
difende che Cristo è l’archetipo e il paradigma di tutta la creazione. Egli è l’opera
suprema della creazione, in cui Dio può
specchiarsi adeguatamente e ricevere
quella glorificazione e l’onore che merita.
Cristo è la cima della piramide cosmica
come sintesi conclusiva e perfezionatrice
di tutto il creato.
Il cristocentrismo scotista offre una visione mistica dell’universo. Il mondo si
presenta come un diafano sacramento della
divinità, un grande altare in cui si celebra la
liturgia dell’Eucaristia, perché in entrambe
c’è la grande presenza di Cristo. Questa comunione e collegamento tra la liturgia cosmica e l’Eucaristia la visse Francesco
d’Assisi in perfetta armonia, trasformata in
canto. Ma il suo figlio scozzese riuscì a trascrivere questo mistero cristico in una meravigliosa pagina di teologia mistica. Il cosmo intero è una grande immagine della divinità, perché tutto in esso è presenzialità
del suo autore e linguaggio evocatore. Tutto l’universo glorifica Dio perché tende
verso di Lui, causa efficiente e certamente
finale, ma, soprattutto, perché è dotato di
un impulso intrinseco che lo mette in cammino verso una meta convergente, il Cristo
omega.
407
La persona umana come interiorizzazione e alterità
La classica definizione di Boezio sulla
persona umana, «sostanza individuale di
natura razionale», non soddisfa Scoto che le
preferisce quella di Riccardo di San Vittore,
il quale presenta la persona come «esistenza incomunicabile di natura intellettuale»12. Per il Dottor Sottile la persona si caratterizza come ultima solitudo. «La personalità esige l’ultima solitudo, essere libera
da qualsiasi dipendenza reale o derivata
dell’essere rispetto all’altra persona»13.
Una certa incomunicabilità è legata all’esistenza umana. L’indipendenza personale è
«il più»14 che può raggiungere per sé nel
suo stato esistenziale e nel suo stato itinerante. In questo modo la solitudine è il
profondo incontro con se stessi. La solitudine non è vuoto, ma pienezza.
Nella profondità più intima la persona
sperimenta e vive il mistero di ogni uomo,
di tutti gli uomini e, con essi, comunica. Per
questo si può affermare che chi è veramente solitario è solidale, che la solitudine è solidarietà. L’io, nella sua profonda solitudine, è sempre solidarietà con un tu, un noi.
Per questo Scoto non si accontenta di sottolineare la categoria apparentemente negativa, cioè l’incomunicabilità, ma accentua
l’altro aspetto, chiaramente positivo, consistente in un dinamismo di trascendenza in
una relazione vincolante, poiché «l’essenza
e la relazione costituiscono la persona»15.
La persona, allora, è strutturalmente relazionale e creatrice di legami, poiché è costitutivamente riferita e aperta a Dio, agli uomini e al mondo.
L’uomo scotista non si chiude in un solipsismo metafisico, tentazione permanente
delle filosofie idealiste, ma appare chiaramente come apertura e relazione, come essere indigente e creatore di legami. L’uomo
scotista porta in sé un grande impulso e dinamismo, che si esprime come inappagato
desiderio o come ragione desiderativa e, per
questo, in atteggiamento sempre aperto.
La persona ha bisogno di scoprire la propria soggettività e di approfondirla. Non
può, però, chiudersi nella soggettività, ma
deve aprirsi all’alterità. Pertinenza e refe-
408
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
renza sono due categorie esistenziali che
presuppongono l’ultima solitudo e la relazione trascendentale. Scoto, con intuizione
geniale, anticipò la filosofia dialogica che
tanta importanza riveste oggi nelle antropologie contemporanee.
Il sapere per vivere bene
Il pensiero scotista è molto lontano dall’essere un insieme artificioso di ardite sottigliezze, come lo hanno accusato gli avversari, anzi è eminentemente pratico, in quanto cerca di conoscere e chiarire il fine
ultimo dell’uomo e di commisurargli gli
strumenti adatti per conseguirlo. Tutta la
sua speculazione filosofico-teologica sfocia
in un atteggiamento esistenziale e in un ordine pratico: un’etica dell’azione. Si tratta
di una morale dell’incontro e dell’esistenza
comunicativa.
Scoto parte dal principio teologico che
l’amore divino ha trasceso l’infinito per
vincolarsi al finito. Come contropartita solo
l’amore umano della volontà libera potrà
trascendere il finito per legarsi all’infinito.
Si tratta, in definitiva, di un’etica dell’amore. Il Dottor Sottile ha pensato profondamente perché ha amato in profondità, ma di
un amore concreto, come dice lui stesso:
«Si è provato che l’amore è veramente prassi»16. Da questa prassi si capisce e si spiega
come l’uomo debba agire e vivere nel suo
essere e stare nel mondo e nella società.
È pratico ogni atto che proviene dal desiderare della volontà, ma a condizione di
conformarsi alla retta ragione. Questo implica chiaramente la conformità della volontà ad una legge, dandosi così un’identità
tra il pratico e il normativo17. La volontà è
una potenza indeterminata che si autodetermina da se stessa. Senza dubbio la libertà
non è arbitraria né irrazionale. Di fatto la
volontà è il vertice dell’intelletto razionale.
La libertà si realizza nell’autodeterminazione della volontà naturale e razionalmente
orientata al bene. L’azione buona è quella
che corrisponde ad un atto della volontà
conforme alla retta ragione.
La volontà scotista è capace di determinarsi al di sopra di qualsiasi interesse e di
valorizzarsi in un’etica del disinteresse.
Scoto offre una filosofia della libertà all’interno di una teologia che ammette la possibilità naturale di amare Dio per se stesso e
al di fuori di qualsiasi interesse egoista.
Il Dottor Sottile ci offre la splendida articolazione di un umanesimo cristiano, in
cui il sapere è al servizio del ben vivere e
del buon convivere, cioè di una società giusta, pacifica e fraterna.
Conclusione
Giovanni Duns Scoto, figlio fedele e
coerente seguace di san Francesco, offre
profondi, illuminanti e vitali presupposti
dottrinali per un’autentica e robusta spiritualità francescana, come è evidente nel suo
bello e al tempo stesso utile trattato sulle
virtù teologali, che egli seppe incarnare nella vita quotidiana con semplicità e grande
umanità.
Il Dottore Sottile e Mariano entra, così, a
far pienamente parte della ricca corrente
della spiritualità francescana, all’interno
della quale egli vive, si ispira e concepisce
il suo pensiero filosofico-teologico. Come
il fondatore della Famiglia Francescana, il
beato Giovanni Duns Scoto è riuscito a sincronizzare armonicamente vita e pensiero,
mistica e lavoro, contemplazione e azione,
persona e comunità, essere e fare.
Scoto arrivò, con grande umiltà e audacia, a mettere la sottigliezza del suo pensiero al servizio della causa di Dio, dell’uomo
e della vita. La sua grandiosa visione della
storia della salvezza, con il suo dinamismo
di perfezione e di consumazione nel Cristo
omega, può essere il fondamento filosoficoteologico per elaborare una mistica cosmica, un’ecologia planetaria e una teologia del
futuro.
Le sue ampie prospettive antropologiche
e cristologiche offrono all’uomo di oggi
nuovi orizzonti di pensiero e di azione, criteri validi per orientarsi verso un futuro di
speranza e comportamenti fraterni per un
umanesimo integrale dal volto umano e civilizzato.
Filosofo e teologo, audace e impegnato,
che pensa, ragiona e agisce a partire dal
concreto contesto della sua epoca; ma, trascendendo dal suo contesto culturale, è an-
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
cora attuale per affrontare con lucidità e
senza complessi la permanente problematica umana.
Il pensiero scotista è espresso in chiave
di speranza. Guarda al passato per apprendere, analizza il presente per agire, ma spera in un futuro per chiarire. Con un’espressione lapidaria e feconda dice che «nello
sviluppo della storia umana cresce sempre
la conoscenza della verità»18. È tutto un postulato per l’interpretazione di una filosofia
della cultura come realtà in divenire.
Se san Bonaventura è stato definito come
«il secondo principe della Scolastica», Duns
Scoto è considerato come il suo perfezionatore e il rappresentante più qualificato della
scuola francescana19. Speriamo che questo
VII Centenario della morte del Dottor Sottile e Mariano costituisca un forte impulso
per i centri francescani di studio, perché il
suo messaggio sia ancora valido per il futuro. Se Giovanni Paolo II, nel suo discorso alla cattedrale di Colonia (1980), lo definì
«torre spirituale della fede», questo deve costituire per i francescani un invito a scoprire in Scoto un pensiero fecondo per il dialogo con la cultura del nostro tempo.
Roma, 8 novembre 2008
Festa del Beato Giovanni Duns Scoto
1
2
3
4
5
6
7
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale Presidente di turno
FR. MARCO TASCA, OFMCONV
Ministro generale
FR. MAURO JÖHRI, OFMCAP
Ministro generale
FR. MICHAEL HIGGINS, TOR
Ministro generale
LONGPRÉ E., La philosophie du B. Duns Scot (FirminDidot, Paris 1924).
VIGNAUX P., Lire Duns Scot aujourd’hui, in Regnum
hominis et regnum Dei (Congr. scot., vol. VI, Roma
1978) 34.
Ordinatio I, d. 3, n. 59 (ed. Vat. III, 41).
Tratado acerca del primer principio (BAC, Madrid
1960), 595.
Ordinatio I, d. 8, n. 198 (IV, 264).
Ordinatio I, d. 2, n.57-59 (II, 149-167).
Ordinatio I, d. 17, n. 171 (V, 220-221).
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
409
Opus oxoniense IV, d. 13, q. 1, n.32 (ed. Vivès XVII,
689).
Ordinatio III, d.14, q.3, n. 121 (IX, 472).
Ordinatio III, d.6, q.1, n.45 (IX, 247).
Reportata parisiensia III, d.7, q.4, n.4 (ed. Vivès
XXIII, 303).
Ordinatio I, d.23,n.15 (V, 355-356).
Opus oxoniense III, d.1, q.1, n. 17 (ed. Vivè XIV, 45;
Reportata parisiensia III, d.1, q.1, n.4 (ed. Vivès
XXIII, 236).
Opus oxoniense III, d.1, q. 1, n.5 (ed. Vivès XIV, 1617).
Quodlibet, q. 3, n.4 (ed. Vivès XXV, 120).
Ordinatio, Prol. n.303 (I, 200).
Cf. Ordinatio, Prol. n. 353 (I, 228).
Ordinatio IV, d. 1, q.3, n.8 (ed. Vivès XVI, 136).
Cf. PAOLO VI, Alma parens; cf. BALIC K., San Bonaventura alter scholasticorum princeps e G. Duns Scoto eius perfector, in San Bonaventura maestro di vita
francescana e di sapienza cristiana. Atti del Congresso Internazionale per il VII centenario di S. Bonaventura da Bagnoreggio, Roma, 19-26 set. 1974 (Pontificia facoltà S. Bonaventura, Roma 1976, I, 429-446).
7. Omelia per la chiusura del VII Centenario della morte del Beato Giovanni
Duns Scoto
Gerusalemme, Basilica del Getsemani,
09.11.2008
Cari fratelli,
il Signore vi dia pace.
Sono veramente felice di celebrare con
voi questa Eucaristia, alla clausura del VII
Centenario della morte del nostro “Dottore
Sottile” e “Mariano”, del Beato Giovanni
Duns Scoto. Chi è Giovanni Duns Scoto? Il
«Dottore Sottile» e «Mariano», può essere
definito come il teologo dell’Immacolata,
che, a dire di Paolo VI nella Lettera Apostolica Alma Parens del 14 luglio 1996, fu
«il perfezionatore» di san Bonaventura, e
continua ad essere «il rappresentante più
qualificato» della Scuola francescana. Perfetto discepolo di san Francesco nella sequela di Cristo e nella professione della Regola ispirata al Vangelo, fu un autentico
cantore dello spirito e dell’ideale del Poverello d’Assisi. In questo modo, nelle sue
opere, dice ancora Paolo VI, «si celano e
fervono lo spirito e l’ideale di san Francesco», nel tesoro della sua teologia si trovano «lucide armi per combattere ed allonta-
410
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
nare la nube nera dell’ateismo che offusca
la nostra età», dalla sua dottrina, infine, si
può ricavare «un aureo ordito» per «tessere
sereni colloqui fra la Chiesa cattolica» e le
altre Confessioni cristiane (cf. AAS 58
(1966) 609-614).
Duns Scoto con la sua splendida dottrina sul primato di Cristo, sull’Immacolata
Concezione, sul valore primario della Rivelazione e del Magistero della Chiesa, sull’autorità del Papa, sul primato del ben vivere al sapere, sulla possibilità della ragione umana di spiegare e rendere accessibili,
almeno in parte, le grandi verità della fede,
di dimostrarne la non contraddittorietà con
la ragione umana, e asserendo l’eccellenza
della carità sopra ogni scienza, rimane ancor oggi un pilastro della teologia cattolica,
un Maestro originale e ricco di spunti e sollecitazioni per una conoscenza sempre più
completa delle verità della Fede.
Il Capitolo generale straordinario 2006
ha ribadito con chiarezza l’importanza di
conoscere e trasmettere il patrimonio filosofico, teologico e spirituale che abbiamo
ereditato dai nostro grandi Maestri, tra i
quali si conta Duns Scoto, giustamente
considerato il principe dei teologi della
Scuola francescana. Voglia il Signore darci fratelli che possano continuare sulla scia
di questo grande Maestro e Dottore e che
sappiano alimentare con lo studio il necessario “dialogo” tra conoscenza e devozione, tra ricerca e contemplazione, tra scienza e carità (S. BONAVENTURA, Itinerario…,
Prol 4), come fecero i grandi Maestri della
nostra Scuola Francescana. Voglia il Signore continuare a darci fratelli che apprezzino lo studio come itinerario e via per
essere illuminati da Dio nella mente e nel
cuore e per «poter essere così testimoni,
annunciatori e servitori della Verità e del
Bene “con grande umiltà” (Cant 14)» (Ratio Studiorum OFM 13). Voglia il Signore
continuare a darci fratelli che impostino lo
studio in relazione alla vita e alla prassi,
fratelli che siano capaci attraverso lo studio di leggere le realtà storiche con spirito
evangelico e a trovare una risposta adeguata a tali realtà. Voglia il Signore darci
fratelli che conoscano e assimilino il ricco
patrimonio culturale e spirituale del Maestri francescani, per porlo a disposizione
del mondo di oggi, coscienti che la visone
francescana del mondo e del uomo risponde alle attese e alle esigenze dell’uomo
contemporaneo e al suo anelito di conoscere e incontrare Dio.
Nella memoria liturgica del nostro Dottore Giovanni Duns Scoto sento il bisogno
di ribadire che l’edificio dell’Ordine deve
essere costruito «su due pareti, cioè sulla
santità di vita e sulla scienza» (T. DA ECCLESTON, L’insediamento…, 90). In questi
momenti, in cui il nostro Ordine sta celebrando la grazia degli origini e si prepara
a celebrare nel 2009 l’Ottavo Centenario
della sua Fondazione ed è impegnato nella
sua propria “rifondazione”, e bene ricordare quanto già è stato detto nel 1991, e cioè
che oggi «è più che mai necessario promuovere nel nostro Ordine la formazione
intellettuale» (L’Ordine e l’Evangelizzazione oggi, Doc. del Cap. Gen. 1991, 10).
Non ci sarà “fedeltà creativa”, non sarà
possibile andare verso nuovi terreni di
missione – i nuovi areopaghi –, senza
un’adeguata e solida preparazione intellettuale, che, come riconosce la nostra Ratio
Studiorum richiede «impegno, dedizione e
disciplina» (Ratio Studiorum OFM 12).
Non risponderemo adeguatamente alla sfida della nuova evangelizzazione senza il
sostegno di uno studio serio e continuato.
Senza studio non potremo mai situarci nella storia come attori e non potremo vivere
significativamente la nostra missione nella
società, nella Chiesa e nell’Ordine.
Il Vangelo ci invita a contemplare la figura di Maria come donna credente. Che la
festa del Dottore Sottile e Mariano ci porti a
contemplarla come lui l’ha contemplata, a
amarla come lui l’ha amata, e a imitarla come lui l’ha imitata, affinché anche noi possiamo essere, come Maria, i discepoli di
Colui nel quale, per piacere di Dio, abita
“ogni pienezza”, e per mezzo del quale tutto è stato riconciliato con Dio Padre.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
8. Omelia alla conclusione dell’incontro
con i Visitatori e dell’invio di nuovi
missionari
Roma, Curia generale, 14.11.2008
2Tm 1, 13-14; 2, 1-3; Mt 28, 28, 28- 20
Cari Fratelli,
il Signore vi dia Pace!
Tre circostanze convergono in questa celebrazione eucaristica e ci permettono di
darle un significato particolare: la conclusione dell’incontro del Ministro e del Definitorio generale con i Visitatori che sono
stati nominati in quest’anno, l’invio di due
fratelli, Damai e Jurij, alla “missione ad
gentes”, e la partecipazione a questa celebrazione dei fratelli Conventuali e Cappuccini che hanno concluso l’anno di formazione missionaria in Bruxelles. E tutto questo in prossimità della celebrazione del
nostro Capitolo Generale 2009 che, come
ben sappiamo, avrà per tema la missione
evangelizzatrice.
La Parola di Dio che abbiamo ascoltato
nel Vangelo illumina questi eventi. “Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole..., insegnando loro e ad osservare tutto
ciò che vi ho comandato” (Mt 28, 19-20).
Con ragione Paolo VI, nella Evangelii Nuntiandi, ha detto che “la missione evangelizzatrice è la gioia e la vocazione della Chiesa, la sua identità più profonda” (n.14). Fin
dall’inizio del suo ministero pubblico, Gesù “chiamò quelli che aveva scelto… perché stessero con lui e per mandarli a predicare” (Mc 3, 13-14). La Chiesa nasce per la
missione evangelizzatrice. Questa fa parte
della natura stessa della Chiesa.
In Gesù la Chiesa riconosce il paradigma
di tutta la evangelizzazione e missione, perciò fa suo il discorso programmatico di Gesù nella sinagoga di Nazareth (cf Lc 4,1819); e, nella direzione indicata da Gesù stesso, e nell’obbedienza al mandato del suo
fondatore, assume come logica interna
quella di aprirsi a tutta l’umanità: “Ho altre
pecore… anche queste io devo condurre e
ascolteranno la mia voce, e ci sarà un solo
ovile e un solo pastore” (Gv 10, 16). La
Chiesa “esiste per evangelizzare, cioè, per
411
predicare e insegnare (EN 1), non solo a
quelli che già conoscono Cristo, ma anche
oltre le frontiere della fede: “raggiungendo
tutte le nazioni” (LG 9).
Fedele alla volontà di Gesù, la Chiesa
non può sottrarsi al comando di Gesù ai Dodici: “Voi stessi date loro da mangiare” (Mc
6,37) che, come ben sappiamo, ha un significato molto più ampio che dare il pane materiale alle moltitudini di affamati. La missione evangelizzatrice non è una questione
facoltativa per la Chiesa, “c’è di mezzo il
dovere che le incombe per il comando del
Signore, con lo scopo che gli uomini credano e siano salvi” (EN 5). Negare la missione sarebbe come negare la natura stessa dell’essere cristiano: “Guai a me se non evangelizzo! (1Cor 9,16). “Chi ha incontrato
Cristo non può tenerlo solo per sé (NMI 40).
La Chiesa non può chiudersi in se stessa,
deve donarsi a tutti: “Riceverete la forza
dello Spirito Santo, che verrà sopra di voi, e
sarete miei testimoni fino ai confini della
terra” (At 1,8).
Nemmeno per l’Ordine la missione
evangelizzatrice, in generale, e la missione ad gentes, in concreto, non sono facoltative. Siamo stati chiamati per proclamare il Vangelo nel mondo. Tutti, senza alcuna distinzione, chierici e laici, formiamo
parte di una Fraternità di predicatori itineranti, di una Fraternità in missione inter
gentes (cf Rb 3, 10-11. Di questa Fraternità, alcuni, mossi da divina ispirazione,
sono chiamati alla missione ad gentes,
“inter sarracenos et alios infideles” (cf Rb
12, 1-2). L’attività missionaria inter gentes
e ad gentes ha caratterizzato la nostra Fraternità fin dalle sue origini. Andare all’incontro con gli altri e annunciare Gesù Cristo in tutto il mondo, “in parole e opere”, è
parte integrante della nostra vocazione,
una esigenza del nostro Carisma. Né la
precarietà del numero, né l’età media elevata che pesa su molte delle nostre Entità,
né le molte opere che dobbiamo realizzare
nelle nostre Entità di origine, possono dispensarci da questo comando di Gesù e da
questo desiderio di Francesco. Il nostro
male non sta nell’essere pochi e ogni volta
che ci contiamo un po’ più adulti; il nostro
412
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
male sta nel fatto che, pur potendolo, non
abbiamo più immaginazione missionaria.
Casaldaliga ha definito così la missione:
“Missione è partire, lasciando tutto, uscire
da se stessi, rompere la corteccia di egoismo che ci chiude nel nostro io. È smetterla
di girare attorno a se stessi, come se fossimo il centro del mondo e della vita. È non
lasciarci bloccare dai problemi del nostro
piccolo mondo: l’umanità è più importante.
Missione è sempre partire, però non divorare kilometri. È soprattutto aprirsi agli altri
come fratelli, scoprirli e incontrarli. E se per
incontrarli è necessario attraversare i mari e
volare nei cieli, allora missione è davvero
partire fino ai confini del mondo”.
Quando comprenderemo questo? Quando finiremo di girare attorno a noi stessi?
Quando comprenderemo che è necessario
uscire da noi stessi, rompere la corteccia del
nostro egoismo che ci chiude nel nostro io o
nel piccolo mondo delle nostre Entità?
Quando comprenderemo che missione è
partire, attraversare mari, volare nei cieli e
giungere fino ai confini del mondo?
A voi, cari Visitatori, ripeto ciò che vi ho
detto in questi giorni: Risvegliate l’ardore
missionario nelle Entità che andate a visitare. Il miglior regalo che potreste fare a una
Provincia o Custodia è quello di chiederle
almeno un fratello per la missione ad gentes. Ricordate ai Frati che c’è più gioia nel
dare che nel ricevere, e che è dando che si
riceve. Salutate tutti i fratelli che incontrerete e invitateli ad uscire da se stessi, a mettersi in cammino, ad assumere la missione
come una questione di vita o di morte per le
nostre Entità.
A voi, cari Fr. Damai Warsono e Fr. Jurik
Razvoskiyi, a tutti voi fratelli che avete
completato la vostra formazione missionaria in Bruxelles, il mio più cordiale augurio.
Non abbiate paura. Andate nel Nome del Signore e con la benedizione del Serafico Padre S. Francesco. Cari Fr. Damai e Fr. Jurik,
il Signore vi chiama e vi invia in Kenia e
Thailandia.
Voi, cari Fratelli Conventuali e Cappuccini, il Signore vi chiama e vi manda in altre regioni, diverse dai paesi dai quali provenite. Andate, disposti a dare, meglio an-
cora, a dare totalmente e gratuitamente,
senza risparmiare tempo né energie. Già
non vi appartenete più… ma ricordate che
dovete andare con cuore di poveri, disposti
anche a ricevere da parte della gente che volete accompagnare nel cammino della fede.
Andate, disposti a imparare e a lasciarvi
evangelizzare dagli uomini e donne di buona volontà che incontrerete nel vostro cammino. Imparate la lingua delle popolazioni
che vi accoglieranno. Siate sempre sensibili alle loro culture, evangelizzandole se necessario. Amate quelle persone come voi
stessi e quei popoli come il vostro stesso
popolo. Inculturate la forma di vita francescana nelle diverse culture che incontrerete.
La missione non è mai facile. Ci saranno
momenti in cui avvertirete la stanchezza e il
peso di lavorare nella vigna del Signore.
Cercate allora la forza della grazia di Gesù
e della sua Parola, come sentivamo nella
prima lettura, senza mai dimenticare ciò che
siete: Frati Minori, chiamati a vivere lo Spirito di orazione e devozione come prima
priorità, in fraternità e minorità. Andate e ricordate che, come abbiamo ascoltato nel
Vangelo, il Signore sarà con voi sempre, in
ogni momento.
Andate, portate la pace e il bene a tutti
quelli che incontrerete sul vostro cammino.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale OFM
9. Carta con ocasión de la solemnidad
del Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo
“Y, siendo sobremanera rico, quiso
escoger la pobreza en este mundo”
(2CtaF 5)
Queridos hermanos y hermanas: Es Navidad: la fiesta de las fiestas para el padre
san Francisco (2Cel 199). Es Navidad: finalmente Dios ha plantado su tienda entre
nosotros, desposándose para siempre con la
humanidad (cf. Jn 1,14). Es Navidad:
“cuando llegó la plenitud de los tiempos”,
la omnipotencia y soberanía de Dios se ha
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
revelado en un niño (cf. Gál 4,4). “Alegrémonos y gocémonos” en el Señor (cf. Ap
19,7). Hagamos fiesta: la Palabra se hace
carne. Con razón es Noche Buena. En este
día, hecho por el Señor (cf. Sal 117,24),
brote del corazón y de los labios de cada
hermano y hermana un canto de gozo, pues
el Poderoso, cuyo nombre es santo, ha hecho cosas grandes por nosotros, y la gloria
del Señor habita nuestra tierra (cf. Sal
85,10).
En este tiempo de gracia miremos, hermanos y hermanas, al Poverello para aprender de él a acoger y celebrar el misterio de
la encarnación y del nacimiento de nuestro
Señor Jesucristo.
“Y el Verbo se hizo carne” (Jn 1, 14)
El Hijo de Dios se hizo carne, asumió
nuestra naturaleza humana en su debilidad
y fragilidad. Finalmente el proyecto divino
se ha realizado en un hombre, es visible, accesible, palpable (cf. 1Jn 1,1-3). El Verbo
encarnado no es un mito, es una persona,
que se insertó totalmente en la historia humana, asumiendo nuestra misma carne. La
vieja Tienda del encuentro, morada de Dios
entre los israelitas durante su peregrinación
por el desierto (Ex 33,7-10), ha sido sustituida definitivamente. Desde ahora la tienda de Dios, el lugar donde él habita en medio de los hombres, es una persona, una
“carne”, y se llama “Emmanuel […], Dios
con nosotros” (cf. Mt 1, 3).
Los profetas habían anunciado días de
ira (cf. Is 34,2), de juicio (Is 3,13), de venganza (cf. Jer 5,9), y de castigo (cf. Is
26,21). Se podría decir que Dios había perdido la paciencia, y al hombre pareciera que
no le quedaba otra salida que hundirse en el
polvo (cf. Is 2,10). Y cuando parece que todo había terminado, Dios toma la iniciativa:
“Porque un niño nos ha nacido, un hijo se
nos ha dado” (Is 9,5), es el “Hijo del Altísimo”, cuyo nombre es Jesús, el Salvador (cf.
Lc 1,31-32). Esta es la gran sorpresa de la
Navidad: el día que teníamos que rendir
cuentas, “se manifestó la bondad de Dios
nuestro Salvador y su amor a los hombres”
(Tit 3,4). Y aquí está también la “noticia,
motivo de alegría” de la Navidad (cf. Lc
413
2,10): “Con amor eterno te he amado” (Jer
31,3), ¡tú has vuelto a ser alguien porque alguien te ama!
A un cierto momento de su vida, Francisco descubre el significado profundo de la
encarnación del Verbo: el Padre ama tanto a
la humanidad que envía al Hijo. Desde entonces ese misterio de amor será para él motivo de contemplación constante, porque no
deja de asombrarle y, al mismo tiempo, de
entusiasmarle: la “Palabra del Padre, tan
digna, tan santa y gloriosa, fue anunciada
por el mismo altísimo Padre desde el cielo,
por medio del santo ángel Gabriel, [y vino]
al seno de la santa y gloriosa Virgen María
en el que recibió la carne verdadera de
nuestra humanidad y fragilidad. Y, siendo
sobremanera rico (cf. 2Cor 8,9), quiso escoger la pobreza en este mundo, junto con
la bienaventurada Virgen, su madre”
(2CtaF 4-5). Misterio de amor, de pobreza
extrema y de humana fragilidad, eso es la
encarnación, el misterio que celebramos en
estos días de Navidad.
Por la encarnación, el Hijo de Dios, sin
dejar de serlo, asume todas nuestras debilidades, excepto el pecado, y el que era sobremanera rico, se hace pobre y siervo por
nosotros (cf. Flp 2,5-8), para redimirnos por
su pasión y muerte: “Y te damos gracias
porque así como nos creaste por tu Hijo, así
también por el santo amor con que nos
amaste (cf. Jn 17,26), hiciste que él, verdadero Dios y verdadero hombre, naciera de
la gloriosa siempre Virgen beatísima Santa
María, y quisiste que nosotros, cautivos,
fuéramos redimidos por su cruz y sangre y
muerte” (1R 23,3). Aquí está la razón más
profunda por la que Francisco amaba la Navidad más que las demás fiestas. Aquí está
la única razón que justifica el que celebremos la Navidad: El Padre ha querido salvarnos y redimirnos, por eso nos envía al
Hijo.
Pero Francisco no sólo se queda en la admiración, sino que la contemplación de este misterio de abajamiento y humillación es
determinante en su modo de seguir a Jesús:
“La suprema aspiración de Francisco, su
más vivo deseo y su más elevado propósito,
era observar en todo y siempre el santo
414
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Evangelio y seguir la doctrina de nuestro
Señor Jesucristo y sus pasos con suma atención, con todo cuidado, con todo el anhelo
de su mente, con todo el fervor de su corazón. En asidua meditación recordaba sus
palabras y con agudísima consideración repasaba sus obras. Tenía tan presente en su
memoria la humildad de la encarnación y la
caridad de la pasión, que difícilmente quería pensar en otra cosa” (1Cel 84). Para comunicarse a los hombres, la Palabra ha escogido la kénosis, el anonadamiento, el vacío, el despojo. El camino que trae Dios a
los hombres empieza en Belén y termina en
el Calvario, comienza en el pesebre y termina en la cruz. Esto lo entendió muy bien
Francisco. Desde entonces ya no hay otro
camino para que el hombre se pueda comunicar con Dios, ya no hay otra manera de
celebrar cristiana y franciscanamente la Navidad que no sea vaciándonos de nosotros
mismos, asumiendo la minoridad como la
forma concreta que califique todos nuestros
ministerios (cf. El Señor nos habla en el camino, =Shc, 28), y la lógica del don, como
capacidad de salir de nosotros mismos para
ir al encuentro del otro, del distinto, como
entrega gratuita a los otros, similar al constante entregarse de Dios a nosotros (cf. Shc
22).
“Os traigo una buena nueva, una gran
alegría, que es para todo el pueblo” (Lc
2, 10)
Los relatos evangélicos destacan la alegría y el gozo que trae consigo la encarnación del Señor. Fue María la primera en recibir con alegría el anuncio del ángel Gabriel, y su Magnificat presagia el gozo de
todos los anawim. Juan Bautista salta de gozo en su presencia cuando aún está en el seno de su madre (cf. Lc 1,44). La encarnación es motivo de gozo para todo el pueblo
(cf. Lc 2,10).
También Francisco “celebraba con inefable alegría el nacimiento del niño Dios”
(2Cel 199). “Quería que en este día todo
cristiano saltara de gozo en el Señor” (EP
114). “Este es el día que hizo el Señor alegrémonos y gocemos en él” (Ofp 25). La
Navidad era, pues, día de alegría para Fran-
cisco. Pero la alegría de la Navidad, la alegría cristiana, no es como la del mundo, que
pretende encontrarla en la acumulación de
disfrute, en la diversión, en los regalos, en el
consumo... El gozo de la Navidad surge de
la admiración y el agradecimiento por el
abajamiento del Hijo de Dios, por haber tomado la fragilidad y humildad de nuestra
carne, por haber escogido la pobreza de este
mundo, junto con la bienaventurada Virgen,
su madre (cf. 2CtaF 4-5). Por este motivo,
para Francisco la verdadera alegría se alcanza recorriendo, como Jesús, el camino del
desprendimiento y de la donación total. Porque la pobreza es el camino salvador y redentor que condujo a Jesús a nosotros, por
eso la celebración de la Navidad produce un
gozo distinto: el gozo de la pobreza. He ahí
la fuente de la verdadera alegría navideña: el
sentirnos tan pobres que necesitamos de alguien que nos salve, y haga que nuestra esterilidad sea fecunda, como fecunda fue la esterilidad de Alcaná y Ana (cf. 1Sm 1,1-20).
Sólo así seremos también nosotros, como lo
fueron Isaac, Sansón y Samuel, hijos de la
gracia de Dios, hijos de Dios (cf. Jn 1,12).
Este modo de entender y de vivir Francisco la Navidad nos ha de llevar a una revisión profunda de cómo vivimos este importante tiempo litúrgico, pues puede que
nuestra celebración de la Navidad sea un
tanto ambigua. Y así, junto a valores como
el fomento de los encuentros familiares, la
mayor predisposición a compartir y a reconciliarse, el reavivar los sentimientos de
fraternidad universal, las hermosas celebraciones litúrgicas y la transmisión a los niños
de aspectos importantes de la fe por medio
del Belén, nos encontramos con un consumismo y derroche desmesurados que ignoran a gran parte de la humanidad que vive
con lo imprescindible o con menos que eso,
y que igualmente ignora el deterioro ecológico que ese consumismo produce. Quizás
está ahí el vicio de fondo de nuestra fiesta:
celebramos nuestra Navidad, y no la suya.
Quizás hemos deformado la Navidad. Si esto fuera así, hemos de recuperar el modo
franciscano de celebrarla.
Navidad es movimiento, ganas de abandonar los cómodos parajes. Vivimos la Na-
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
vidad sólo si aceptamos dejarnos desinstalar, si vamos donde él está. El Emmanuel, el
Dios-con-nosotros, es el Dios que se hace
buscar, y se deja encontrar sólo por los que
saben que son pobres. Permitidme una pregunta que me la hago a mí mismo: ¿Y si alguien nos pidiese que le contáramos nuestra Navidad, dejando a parte los regalos, el
menú, las tarjetas…? Quitada toda esa mercancía, ¿nos quedaría algo nuevo que contar? También Navidad puede ser un tiempo
propicio para escuchar la advertencia de san
Pablo de no acomodarnos a los criterios de
este mundo (cf. Rom 12,2), y vivir esta fiesta de tal modo que resulte un “patente testimonio profético contra los ‘falsos valores’
de nuestro tiempo” (CCGG 67).
“Allí la simplicidad recibe honor, la pobreza es ensalzada, la humildad es valorada”, (1Cel 85)
El relato del pesebre que Francisco preparó el día de Navidad en Greccio, describe
a Jesús en el misterio de su humildad y su
pobreza, de su exclusión e indefensión,
usando expresiones como “invalidez del niño” (1Cel 84), “rey pobre” (1Cel 86), “pequeña ciudad” (1Cel 86), pesebre, heno,
buey y asno...
En Greccio, junto a Francisco, aprendemos a mirar, comprender y sentir de otra
manera. Acostumbrados a mirar lo que destaca, lo que da prestigio, se nos pide descubrir y dejarnos vivificar por la presencia
misteriosa y silenciosa de Dios en lo pequeño y escondido, en lo sencillo, pobre y humilde de nuestras vidas y de la vida. Se nos
invita a acercarnos a ese niño desde la ternura y la pobreza y no desde la agresividad
o la prepotencia. Para encontrarnos con el
recién nacido no hay otro camino que hacernos sencillos y pequeños, como María,
José, y los pastores.
Greccio y Belén son una llamada a ser
fieles a una dimensión esencial de nuestra
forma vitae: la minoridad. Las Constituciones Generales nos dicen: “Para seguir más
de cerca y reflejar con mayor claridad el
anonadamiento del Salvador, adopten los
hermanos la vida y la condición de los pequeños de la sociedad, morando siempre
415
entre ellos como menores” (CCGG 66,1; cf.
CCGG 97,1). Greccio y Belén son una llamada a “vivir el Evangelio como menores
entre los menores” (Shc 33). Greccio y Belén nos llaman a observar los acontecimientos y a leer la realidad desde los pobres (cf.
CCGG 97,2) y a aprender de ellos (cf.
CCGG 93,1) porque es así como verdaderamente les podremos servir.
“Quería que en este día los ricos den de
comer en abundancia a los pobres y
hambrientos” (2Cel 200)
Otro aspecto importante de los relatos de
la Navidad de Francisco es el gozo por la
manifestación histórica de la dinámica del
don de Dios a la humanidad.
En Belén nos encontramos con la lógica del don (cf. Shc 19-25). En Jesús “ha
aparecido la bondad de Dios y su amor al
hombre” (Tit 3,4-5). En Jesús “ha aparecido la gracia de Dios que trae la salvación
para todos los hombres” (Tit 2,11). Ante
ese don extraordinario de Dios a la humanidad, brota el estupor, el agradecimiento
y la alabanza, pero también la respuesta
desde la lógica del don. Si Dios nos ha dado todo y se ha dado a si mismo en su Hijo, nosotros somos invitados también a entrar en un movimiento de restitución, a
darnos totalmente a Él (cf. 1R 17,17), e
igualmente a “entregar y entregarnos gratuitamente a los otros, a través de un movimiento del don, que es similar al constante entregarse de Dios” (Shc 22).
De este modo la celebración de la Navidad ha de activar en nosotros la puesta en
práctica de algunos de los medios que nos
hemos propuesto en el proyecto La gracia
de los orígenes para los años 2008-2009:
Cuidar que toda Entidad establezca formas
concretas de expropiación y de restitución
de nuestros bienes a los pobres, que son
nuestros maestros y señores; verificar en
cada Fraternidad local el uso de nuestros espacios, buscando realizar opciones solidarias y generosas en el compartir; y colaborar
activamente en el Fondo solidaridad que se
ha abierto en la Curia general para salir al
paso de necesidades urgentes, tanto dentro
como fuera de la Orden.
416
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Conclusión
Hermanos y hermanas: la Navidad de este año está envuelta en el oscuro manto de
la crisis económica. Esta situación, grave
para muchos, no puede dejarnos indiferentes. Después de un breve recorrido por la
experiencia de Francisco os invito a celebrar la Navidad desde la perspectiva de la
minoridad vivida con gozo en el hoy de un
mundo donde abunda la pobreza y el deterioro de la creación nos desafía. Tratar de
vivir los valores que nos ha transmitido
Francisco: acogida gozosa de la Palabra,
agradecimiento por todos los bienes que recibimos de Dios -en primer lugar el don de
su Hijo (cf. Adm 1,17)-, cercanía y servicio
a los hermanos con los que vivimos, encuentro con Dios en lo sencillo y pequeño
de la vida, compartir las condiciones de vida de los pequeños de la sociedad y estar a
su servicio restituyéndoles nuestros bienes.
Será sin duda la mejor manera de celebrar la
gran noticia del amor de Dios manifestado
en Cristo Jesús nacido en Belén, y el mejor
testimonio que podemos dar de esa buena y
gran alegría a nuestro mundo, profundamente necesitado de ella.
A todos vosotros, mis queridos hermanos y hermanas, os deseo una celebración
sencilla, gozosa y solidaria del nacimiento
del Señor, y que su Espíritu nos mantenga la
pasión por Dios y por la humanidad en el
2009. ¡FELIZ NAVIDAD!
Roma, 8 de diciembre de 2008.
solemnidad de la
Inmaculada Concepción,
Reina y Madre de la OFM
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
Prot. 099451
E SECRETARIA GENERALI
1. Capitulum Prov. Siciliæ Ss. Nominos
Iesu in Italia
Nel Capitolo Provinciale della nostra
Provincia di Sicilia del Santissimo Nome di
Gesù, in Italia, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, nella Casa
di San Giovanni Battista, in Baida-Palermo,
sotto la presidenza del Visitatore Generale,
GIACOMETTI FR. LUIGI, nei giorni 2, 5 e 6
maggio 2008 sono statti eletti:
per l’ Ufficio di Ministro provinciale:
NOTO FR. GIUSEPPE
per l’ufficio di Vicario provinciale:
DI FATTA FR. GIUSEPPE
per il Definitorio della Provincia:
FERRO FR. SALVATORE
FINA FR. ROMANO
LIPARI FR. BENEDETTO
TURRISI FR. PIETRO.
Queste elezioni sono state ratificate dal
Definitorio generale il 2 settembre 2008.
Prot. 099209/S308-08
2. Capitulum Prov. S. Michaëlis in Argetina
El Capítulo Provincial ordinario de
nuestra Provincia de San Miguel, en Argentina, celebrado legítimamente conforme a
Derecho en la Casa “El Seráfico”, junto al
Convento de San Carlos, en la ciudad de
San Lorenzo, Argentina, y presidido por el
Visitador General, FOLGADO FR. CARLOS,
los días 5, 6 y 7 de septiembre de 2008 eligió a:
para el Oficio de Ministro Provincial:
RODRÍGUEZ PANIAGUA FR. JORGE GUSTAVO
para el Oficio de Vicario Provincial:
CARBALLO SAWULA FR. SERGIO HORACIO
y para el Oficio de Definidores Provinciales:
FERREIRA JARA FR. PABLO
GAYTE MARCHIOLI FR. ÁNGEL GABRIEL
ORTIZ PERIZZOTTI. FR. EUGENIO HORACIO
SABADINI FR. FERNANDO BROLLO.
El Definitorio General, en la Sesión del
día 11 de septiembre de 2008, examinó las
Actas auténticas de estas elecciones y las
aprobó.
Prot. 099283/S351-08
3. Capitulum Intermedium Prob. Hiberniæ in Hibernia
During the intermediary Provincial
Chapter of our Province of Ireland, regularly celebrated according to the norms of
Canon Law and held in Gormanston College, Ireland, on the 7th of July 2008,
presided over by the Minister Provincial,
O’LAOIDE BR. CAOIMHIN, the following
were elected:
to the office of Vicar Provincial:
MCKENNA BR. HUGH
to the office of Provincial Definitors:
CONDREN BR. JOSEPH
JONES BR. BERNARD
MCGRATH BR. BRENDAN
YOUNGE BR. PATRICK.
The General Definitorium, during its
session of the 23rd of October 2008, carefully examined and approved the election.
Prot. 099307/S366-08
4. Capitulum Cust. Aut. S. Francisci Assisiensis in Papua Nova Guinea
During the Custodial Chapter of our
Custody of St. Francis, in Papua New
Guinea and the Salomon Islands, regularly
celebrated according to the norms of Canon
Law on the 8th, 9th and 10th of September
2008, in the House of St. Anna, Aitape,
418
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2008 – N. 3
PNG, under the presidency of the Visitator
General, MISCAMBLE BR. PHILLIP, the following were elected:
to the Office of Custos:
AMENTA BR. EDUARDO
to the office of Custodial Vicar:
VALUSTAUT BR. SEBASTIAN
to the Office of Custodial Councillors:
BOURKE BR. GREGORY
BURBURU BR. FRANCIS
GATTEI BR. GIANNI
QUENTAIP BR. JOSEPH.
The General Definitory, during its session of the 23rd of October 2008, carefully
examined and approved the elections.
Prot. 099365/S387-08
5. Capitulum Prov. ss. Cordis Iesu in USA
During the Provincial Chapter of our
Province of The Most Sacred Heart of Jesus
the United States of America, regularly celebrated according to the norms of Canon
Law in the Hilton Hotel, Frontenac, St.
Louis, Missouri, U.S.A., and held on the
10th and 11th of June 2008, presided over by
the Visitator General, JASPER BR. FRANK,
the following were elected:
to the Office of Minister Provincial:
PERRY BR. MICHAEL
to the Office of Vicar Provincial:
JENNRICH BR. MICHAEL
to the office of Provincial Definitors:
DOMBROWSKI BR. JOHN
LAUSE BR. JAMES
PARTHIE BR. RALPH
POSADAS BR. JOSÉ ANTONIO
SHEA BR. EDWARD
SPENCER BR. WILLIAM.
The General Definitorium, during its
session of the 23rd of October 2008, carefully examined and approved the election.
Prot. 099386/S396-08
6. Capitulum Prov. Dominæ Nostræ de
Guadalupre in America centrale et
Panama
El Capítulo Provincial ordinario de la
Provincia de Nuestra Señora de Guadalupe,
en Centroamérica y Panamá, celebrado legítimamente conforme a Derecho en la Casa de la Divina Misericordia, de Valle de
Ángeles, en Honduras, C.A., presidido por
el Visitador General, GÓMEZ JIMÉNEZ FR.
JAVIER, los días 14 y 15 de octubre de 2008
eligió
para el Oficio de Ministro Provincial:
FLORES INTERIANO FR. SAÚL ORLANDO
para el Oficio de Vicario Provincial:
ALVARADO SEGURA FR. EDWIN DE JESÚS
y para el Oficio de Definidores Provinciales:
EVANS FR. GERARDO
FALLAS MORA FR. SERGIO ANTONIO
FLORES MEDINA FR. RENÉ ANTONIO
PATZÁN HERNÁNDEZ FR. MARCOS ANTONIO
PIRIL FR. JOSÉ LUIS DE PAZ
SALDAÑA GUERRA FR. LUIS ENRIQUE.
El Definitorio General, en la Sesión del
día 23 de octubre de 2008, examinó las Actas auténticas de estas elecciones.
Prot. 099385/S395-08
7. Capitulum Prov. Carthaginensis in
Hispania
El Capítulo Provincial ordinario de la
Provincia de Cartagena, en España, celebrado conforme a Derecho en la Casa de
Santa Ana de Orihuela, presidido por el
Ministro Provincial, VIDAL ABELLÁN FR.
SATURNINO, el día 3 de julio de 2008, eligió
para el oficio de Definidores Provinciales:
ESCRIBANO ARRÁEZ FR. MIGUEL ÁNGEL
HERNÁNDEZ VALENZUELA FR. JOSÉ
LÓPEZ CERDÁN FR. FRANCISCO JAVIER
MARTÍNEZ FRESNEDA FR. FRANCISCO
MARTÍNEZ TORRES FR. EMILIO.
El Definitorio General, en la Sesión del
23 de octubre de 2008, examinó las Actas
auténticas y aprobó las elecciones.
Prot. 099301/S361-08
E SECRETARIA GENERALI
8. Capitulum Cust. Aut. Nostræ Dominæ Septem Gaudiorum in Brasilia
El Capítulo de nuestra Custodia de las
Siete Alegrías de Nuestra Señora, en Brasil,
celebrado legítimamente conforme a Derecho en el Convento São Francisco, en
Campo Alegre, MS, bajo la Presidencia del
Visitador General, DELLAZARI FR. INÁCIO,
el día 30 de octubre de 2008 eligió,
para el Oficio de Custodio:
ALVES PEREIRA JÚNIOR FR. ALUÍSIO
para el Oficio de Vicario:
CARRARO FR. LEODIR
y para el Oficio de Consejeros de la Custodia:
DO NASCIMENTO FR. ROBERTO MIGUEL
FAVARETTO FR. ARCIDES LUIZ
TERCE FR. ÉTERSON ANTÔNIO
VITERBO DE SOUZA FR. ROGÉRIO.
El Definitorio General, en la Sesión del
día 4 de noviembre de 2008, examinó las
Actas auténticas de estas elecciones.
Prot. 099422/S413-08
9. Capitulum Intermedium Prov. S. Antonii in Bolivia
El Capítulo Provincial ordinario de la
Provincia Misionera de San Antonio, en
Bolivia, celebrado ritualmente conforme a
Derecho en la Casa de San José de Tarata,
Cochabamba, presidido por el Ministro
Provincial, SAPPL FR. MARTÍN, el día 14 de
noviembre de 2008, eligió
para el oficio de Definidores Provinciales:
DA SILVA MIRANDA FR. VICTORIO
FALKUS KOSIECKA FR. BERNARDO
KORNACKI MUSKETT FR. TOMÁS
PÉREZ QUISPE FR. AURELIO
YAGUANOY IRAIPI FR. DÁMASO.
El Definitorio General, en la Sesión del
16 de diciembre de 2008, examinó las Actas auténticas y aprobó estas elecciones.
Prot. 099479/S437-08
10. Capitulum Intermedium Prov. Ss.
Trinitatis in Chilia
419
El Capítulo Provincial ordinario de la
Provincia de la Santísima Trinidad, en Chile, celebrado ritualmente conforme a Derecho en la Casa de Mostazal, presidido por el
Ministro Provincial, Wouters Fr. Rogelio, el
día 24 de octubre de 2008, eligió
para el oficio de Definidores Provinciales,
ÁLVAREZ ASTORGA FR. MANUEL A.
CASTILLO CORDERO FR. PEDRO
COVILI LINFATI FR. ISAURO U.
HERNÁNDEZ JIMÉNEZ FR. JUAN DE DIOS
ZAMORANO SOTO FR. SAÚL.
El Definitorio General, en la Sesión del
16 de diciembre de 2008, examinó las Actas auténticas y aprobó estas elecciones.
Prot. 099435/S420-08
11. Capitulum Prov. S. Evangelii in Mexico
El Capítulo Provincial ordinario de
nuestra Provincia del Santo Evangelio, en
México, celebrado legítimamente conforme
a Derecho en la Casa de San Juan Bautista,
en Coyoacán, México, D.F., presidido por
el Visitador General, MOORE FR. GERARDO,
el día 3 de julio de 2008 eligió
para el Oficio de Ministro Provincial:
MORALES VALERIO FR. FRANCISCO
para el Oficio de Vicario Provincial:
MEDINA PALMA FR. JUAN
para Oficio de Definidores Provinciales:
BERROCALI ÁLVAREZ FR. MIGUEL ÁNGEL
JUÁREZ DELGADO FR. COSME
NÚÑEZ SANTIAGO FR. PASCUAL
OCHOA ZAMORANO FR. PABLO
TORRES LEÓN FR. PABLO ARTURO.
El Definitorio General, en la Sesión del
día 2 de septiembre de 2008, examinó las
Actas auténticas estas elecciones.
Prot. 099160/S285-08
12. Visitatores generales
– GOLOLOMBE FR. LUCAS FRANCISCO,
Prov. Cust. Aut. S. Claræ, in Mozambico, Visit. Absistens pro Fund. Immacu-
420
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
latæ Matris Dei, in Angola, dep. a Prov.
Immaculatæ Conceptionis, in Brasilia:
23.09.2008; prot. 099246/S330-08.
– VALVASORI FR. FLAERDI SILVESTRE, Cust.
Ss. Cordis Iesu, dep. a Prov. Neapolitana
Ss. Cordis Iesu, in Italia, pro Prov. Immaculatæ Conceptionis, in Brasilia:
25.09.2008; prot. 099246/S330-08.
– BOURDEAU FR. GILLES, Prov. S. Ioseph
Sponsi BMV, in Canada, Visit. Absistens
pro Cust. Franc. del Caribe et Cust.
Franc. del Paraguay, dep. a Prov. Franciscana de Arantzazu, in Hispania:
04.11.2008; prot. 098721/S84-08.
– CAMPANA FR. FERDINANDO, Prov. Picenæ
S. Iacobi de Marchia, in Italia, pro Prov.
Annunciationis BMV, in Albania:
06.11.2008; prot. 099404/S402-08.
– PULJIC FR. MARKO, Cust. S. Familiæ, in
USA, dep. Prov. Assumptionis BMV, in
Bosnia/Erzegovina, Visit. Absistens pro
Fratribus Prov. Ss. Redemptoris in Croatia, in USA et in Canada degentibus:
19.12.2008; prot. 099441/S422-08.
– SMITH FR. PAUL, Prov. Sancti Spiritus, in
Australia, Visit. Absistens pro Fratribus
Prov. S. Crucis, in Bsnia/erzegovina, degentibus in Australia: 19.12.2008; prot.
099444/S425-08.
13. Domus suppressæ
– Résidence Sainte-Claire, Baie-Saint
Paul (Québec), Canada: 04.09.2008;
prot. 099225/S321-08.
– Couvent Saint-Bonaventure, Montréal,
Canada:
04.09.2008;
prot.
099147/S280-08.
– Fraternité de Nostre-Dames des Anges,
Aix en Provence, Francia: 23.10.2008;
prot. 099354/S381-08.
– Fraternitè Francicsine, Dole (Jura), Francia: 23.10.2008; prot. 099354/S381-08.
– Fraternité Franciscine, Bressoux (Liège),
Belgio:
23.10.2008;
prot.
099354/S381-08.
– Saint Francis, Casablanca, Marocco:
17.12.2008; prot. 099488/M86.08.
14. Notitiæ particulares
– Il Ministro generale, con il consenso del
Definitoiro generale, ha soppresso la
Fondazione “St. Andrew”, Nuova Zelanda, dipendente dalla Prov. Sancti Spiritus, Australia: 04.09.2008; prot.
099241/S328.08.
– Il Ministro generale ha eletto, con il consenso del Definitorio, il Governo della
Cust. Aut. “S. Francesco, Araldo della
Pace” nel West-Papua/Indonesia (cf.
AOFM, 2[2008]264).
Custode: Ngga Fr. Gabriel; Vicario: Warat Bungan Fr. Wilhelmus; Consiglieri:
Seta Fr. Hendrikus, Gonsalit Saur Fr.
Wilhelmus I., Dister Fr. Bernward, Kalakmabin Fr. Victor (08.09.2008; prot.
099223/S319-08).
– Il Ministro generale ha eretto, con il consenso del Definitorio, la Custodia “Maria, Madre di Dio”), nel Nord dell’India,
dipendente dalla Prov. S. Thomæ Apostoli, India.
Ha anche eletto il Governo della Custodia: Custode: Ekka Fr. Leos; Consiglieri:
D’Lima Fr. Fidelis, Beck Fr. Sushil, Rosario Fr. Francis, Baxla Fr. Thaddeus
(08.09.2008; prot. 099260/S340.08).
– Il Ministro generale, con il consenso del
Definitorio, ha eretto la Fondazione “S.
Francesco di Assisi”, nel Nord-Est dell’India, dipendente dalla Prov. S. Thomæ
Apostoli, India (08.09.2008; prot.
099282).
E SECRETARIATU
PRO FORMATIONE ET STUDIIS
1. Discorso in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 20082009 alla Pontificia Università Antonianum
Roma, 17 ottobre 2008
Autorità accademiche, professori, alunni, personale ausiliario: Il Signore vi dia la
pace!
Sono tre le circostanze che fanno di questa inaugurazione dell’anno accademico
2008-2009 un momento del tutto particolare per la nostra Università Antonianum: il
rinnovo delle cariche accademiche, la celebrazione del Sinodo dei Vescovi e la chiusura del VII Centenario della morte del
Beato Giovanni Duns Scoto, il Dottor Sottile e Mariano (1308- 2008).
1. Il rinnovo delle cariche accademiche
Ai fratelli ai quali è stato chiesto o prossimamente sarà chiesto un servizio particolare a favore dell’Università, manifesto la
mia gratitudine per la loro disponibilità, accompagnata dalla mia fraterna e cordiale felicitazione per la fiducia in loro riposta. A
tutti auguri e buon lavoro.
Tra le sfide che io vedo di fronte a voi in
questi momenti ne segnalo due:
– Creare una vera comunità accademica
nella quale ci sia una vera sinfonia tra le
diverse individualità è il primo compito
che vi si presenta. Siate creativi nel ricercare e mettere in pratica i mezzi adeguati
per potenziare l’unità della comunità accademica, nel rispetto della pluralità e diversità, epifania di un Dio sempre fecondo. Specialmente in seno alle distinte Facoltà, favorite il lavoro in équipe.
– La seconda sfida che vedo è il lavorare instancabilmente, ed in ogni momento, per
passare dal buono al meglio e conseguire
così l’eccellenza accademica che un’Università come la nostra deve avere, se vuo-
le competere con uguale forza con altri
Centri universitari similari. Eccellenza
accademica nell’insegnamento, eccellenza accademica nella ricerca. Tutto questo
senza rinunciare mai ad essere una vera
famiglia universitaria nella quale le relazioni degli uni con gli altri siano animate
dalla stima reciproca, il dialogo fatto di
ascolto, e la collaborazione fraterna e sincera. Sono convinto che l’ambiente di famiglia aiuterà, senza alcun dubbio, a portare avanti gli obbiettivi specifici di una
Università Francescana.
2. Il Sinodo della Parola di Dio nella vita e
missione della Chiesa.
All’interno dell’anno paolino, voluto dal
Santo Padre per ricordare i duemila anni
della nascita di San Paolo, la Chiesa sta celebrando la XII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema della Parola di Dio.
In questo contesto desidero ricordare
quanto afferma il Vaticano II: «La Scrittura
deve essere l’anima della teologia» (DV
24). Questa affermazione, dal momento che
pone la Parola di Dio al centro della ricerca
e dell’insegnamento della teologia, postula
un dialogo e una stretta collaborazione tra
esegeti e teologi.
Nel suo recente intervento al Sinodo dei
Vescovi, sua Santità Benedetto XVI ha affermato: «Per meglio capire la Bibbia, anche dal punto di vista della fede, servono
esegeti con una formazione completa». Benedetto XVI ha insistito sulla necessità di
tener presenti nell’esegesi due elementi:
quello storico e quello teologico. «Il metodo storico-critico è positivo, ma ha bisogno
di essere completato». «Il metodo storicocritico – ha continuato il Papa – aiuta a capire che il testo sacro non è mitologia, ma
vera storia, aiuta a cogliere l’unità profonda
di tutta la Scrittura» (cf. L’Osservatore Ro-
422
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
mano, 15 ottobre 2008,1). Se manca
l’elemento storico si cede facilmente alla
tentazione, sempre viva, del fondamentalismo, o, per lo meno, di un letteralismo
schiavizzante. «Se scompare l’ermeneutica
della fede, al suo posto si afferma
l’ermeneutica positivista, secondo la quale
il divino non appare nella storia» (ibid.). Di
conseguenza, la Sacra Scrittura o Parola di
Dio, verrebbe ridotta ad un libro del passato o a una semplice parola umana. Bisogna
superare, ha detto in un altro passo il Santo
Padre, il dualismo che attualmente separa la
teologia dall’esegesi: «una teologia – ha
detto sempre Benedetto XVI – che non si
basa sull’interpretazione della Scrittura è
una teologia senza fondamento, come non
ha fondamento un’esegesi che non sia teologica». Di fatto, ci domandiamo: Che sarebbe un discorso su Dio che non tenga presente un’esegesi scientifica e illuminata
dalla fede del dato rivelato? E dall’altra parte, a cosa condurrebbe un’esegesi che non
tiene conto che ci troviamo di fronte ad un
libro rivelato?
Per evitare questi estremi, è necessario,
per tanto, superare la distanza che si avverte alcune volte tra la ricerca esegetica e
l’elaborazione teologica. Il teologo deve
usare il dato biblico senza strumentalizzarlo, mentre l’esegeta non deve limitare la
sua ricerca solo ai dati letterari, ma deve
impegnarsi nel riconoscere e comunicare i
contenuti teologici presenti nel testo ispirato. Il teologo deve aiutare a comprendere e
valorizzare la verità delle Sacre Scritture
nella vita di fede e nel dialogo con le culture, riflettendo sulle attuali tendenze antropologiche, sulle istanze morali, sulla relazione tra ragione e fede, e sul dialogo con
le grandi religioni. L’esegeta deve essere
cosciente che di fronte a sé ha un testo rivelato e non semplicemente un testo letterario, e che, come ho ricordato nel mio intervento al Sinodo, presentando come
esempio san Francesco, un testo si capisce
nella sua profondità solo se si vive, o come
dicono i santi Padri, se si fa vita. Questo è
un principio ermeneutico che nessuno che
si avvicina alle Sacre Scritture può dimenticare.
Gli uni e gli altri, teologi ed esegeti, devono avvicinarsi alla Sacra Scrittura come
fonte di acqua viva, nella sorpresa gioiosa
di ascoltare il Signore nei contesti della vita. Dalla Parola di Dio alla vita e dalla vita
alla Parola di Dio. In questo modo si porrà
in atto il circolo ermeneutico completo: credere per comprendere, comprendere per
credere; la fede cerca l’intelligenza, l’intelligenza si apre alla fede. Il racconto di Emmaus è un modello esemplare di incontro
del credente con la Parola incarnata (cf. Lc
24,13-35). Incontro a cui sono chiamati anche i teologi e gli esegeti.
D’altra parte, senza rinunciare alla ricerca scientifica più esigente, gli uni e gli altri,
teologi ed esegeti, devono offrire al popolo
di Dio, anche se ciascuno dal luogo che gli
è proprio, «l’alimento delle Scritture, che illumina la mente, corrobora le volontà e accende i cuori degli uomini all’amore di
Dio» (DV 23). Con questa finalità è necessario potenziare un dialogo non solo tra esegeti e teologi, ma anche con gli altri agenti
di pastorale. Questo dialogo permetterà che
l’esegesi sostenga la teologia e che la riflessione teologica si traduca in proposte di
evangelizzazione più incisiva.
Mentre ringrazio tutti i Professori della
nostra Facoltà di Bibbia e Archeologia di
Gerusalemme per il grande lavoro che fanno in esegesi e archeologia, invito ad intensificare la collaborazione tra detta Facoltà e
la Facoltà di Teologia di Roma, con i loro
diversi istituti, e a fare studi e pubblicazioni scientifiche insieme. Entrambe le Facoltà
ne uscirebbero arricchite.
3. Celebrazione del VII Centenario della
morte di Scoto
Siamo quasi alla fine delle celebrazioni
del VII Centenario della morte del Dottor
Sottile e Mariano, il Beato Giovanni Duns
Scoto.
Il Capitolo Generale Straordinario nel suo
documento finale ha chiesto di recuperare
«criticamente le grandi tradizioni filosofiche, teologiche, mistiche ed artistiche del nostro patrimonio francescano, come sostegno
della nostra missione di annunciare il Vangelo […] nel cuore della cultura contempora-
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
nea», e pone come ragione di ciò l’evitare «il
rischio di essere facile preda del fondamentalismo e delle tendenze emotive del presente, di smarrire il nostro contributo specifico,
con interpretazione scorrette che lo rendono
funzionale ad altri ‘padroni’ del pensiero e
dell’azione» (Spc 13).
Il magistero di Scoto fa parte di questo
ricco patrimonio che siamo chiamati a conoscere e a trasmettere, «senza svincolarlo
dai contesti e dalla linfa vitale del tempo in
cui si è sviluppato, ma neppure dal contesto
attuale» (Spc 13), non per ragioni di scuola,
ma perché la sua dottrina è profondamente
attuale, come ricorda Paolo VI nella Lettera Apostolica Alma Parens, ed il «suo patrimonio è perennemente valido« (AP 7).
Nella dottrina di Duns Scoto, il «perfezionatore di san Bonaventura» (AP 6), non
solo aleggia «lo spirito serafico del Patriarca Assisiate» (AP 9), ma essa ci porta ad
una solida ed armonica conoscenza dell’uomo, del mondo e di Dio.
Quanto è attuale la dottrina di Scoto!
Quanto ci aiuterebbe nella missione evangelizzatrice la sua dottrina sul primato di
Cristo! Quanto ci aiuterebbe nel campo del
dialogo ecumenico la dottrina del Dottor
Sottile, in modo particolare con la Chiesa
Anglicana, che ha fatto sua la dottrina di
Scoto per tre secoli, prima della separazione! «Ricercatore instancabile dell’unità della Chiesa, si presenta ancora oggi come modello di dialogo, mosso “non dalla contenziosa singolarità del vincere, ma dall’umiltà
di trovare un accordo». E che dire della dottrina sull’Immacolata e quando insegna
«l’eccellenza della carità, sopra ogni scienza»? (cf. AP 9).
Quanto insegna a tutti noi, professori e
studenti, filosofi e teologi! Egli fu realmente uno studioso critico e mendicante
costante della verità, in profondo rispetto e
comunione con il magistero della Chiesa
(cf. AP 16).
Invito tutti i professori e gli studenti della nostra Università ad avvicinarsi alla tradizione filosofica e teologica francescana
che trova in Scoto «il rappresentante più
qualificato», come disse Paolo VI, e la cui
dottrina, secondo le parole di Giovanni
423
Paolo II, «edifica la Chiesa, sostenendola
nella sua urgente missione di una nuova
evangelizzazione dei popoli della terra».
In questi tempi in cui celebriamo l’VIII
Centenario della Fondazione del nostro Ordine e nei quali sentiamo «l’urgenza di tornare all’essenziale della nostra spiritualità
per nutrire, mediante l’offerta liberatrice del
Vangelo, il nostro mondo diviso, diseguale
e affamato di senso» (Sdp 2), è urgente recuperare il patrimonio della scuola francescana della quale il Beato Giovanni Duns
Scoto è il più alto rappresentante. Chiedo in
questo un impegno comune tra le Facoltà di
Teologia e di Filosofia.
Approfitto di questa opportunità per ringraziare la Commissione Scontista per il suo
encomiabile lavoro nel restituire i testi di
Scoto, grazie all’edizione critica delle sue
opere. Ringrazio la PAMI per lo studio della mariologia del Dottor Mariano. Ringrazio
l’Università Antonianum perché sta preparando un Congresso Internazionale su Scoto, per commemorare il VII Centenario della morte del Dottor Sottile. Ringrazio vivamente la nostra Scuola Francescana di Studi
Medievali e tutti gli studiosi della dottrina di
Scoto per il lavoro fatto, e che continuano a
fare, per “tradurlo” nel nostro oggi.
Il beato Giovanni Duns Scoto è riuscito
ad armonizzare vita e pensiero, mistica e lavoro, contemplazione e azione, persona e
comunità, essere e fare. Scoto è giunto, con
grande umiltà e audacia, a mettere la sottigliezza del suo pensiero al servizio della
causa di Dio, dell’uomo e della vita. La sua
stupenda visione della storia della salvezza,
con il suo dinamismo di perfezione e di
consumazione nel Cristo omega, può essere
la base filosofico-teologica per pensare ed
elaborare una mistica del cosmo, un’ecologia per tutto il pianeta ed una teologia del
futuro.
Che questo Centenario, che stiamo per
chiudere, sia per tutti un’opportunità per conoscere la genialità e audacia di Scoto.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO
Ministro generale OFM
e Gran Cancelliere della PUA
424
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
2. Discorso in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico all’Istitutum Biblicum Franciscanum
Jerusalem, 08.11.2008
BIBBIA E
MAGISTERO DELLA CHIESA:
GUIDA SUPREMA DELL’INSEGNAMENTO E DELLA VITA
DEL BEATO
GIOVANNI DUNS SCOTO
Nell’Udienza speciale concessa alla
Commissione Scotista il 16 febbraio 2002,
il Papa Giovanni Paolo II fra l’altro disse:
«Duns Scoto, con la sua splendida dottrina
sul primato di Cristo, sull’Immacolata Concezione, sul valore primario della Rivelazione e del Magistero della Chiesa, sull’autorità del Papa, sulla possibilità della ragione umana di rendere accessibili, almeno in
parte, le grandi verità della fede, di dimostrarne la non contraddittorietà, rimane ancor oggi un pilastro della teologia cattolica,
un Maestro originale e ricco di spunti e sollecitazioni per una conoscenza sempre più
completa delle verità della Fede»1
È ben nota, nella filosofia e teologia cattolica, la figura e l’importanza del B. Giovanni Duns Scoto, che il Papa Paolo VI,
nella Lettera Apostolica Alma Parens, del
14 luglio 1966, indirizzata agli Episcopati
della Gran Bretagna, definisce «il perfezionatore» di San Bonaventura, «il rappresentante più qualificato» della Scuola francescana, nelle opere del quale «si celano e fervono lo spirito e l’ideale di san Francesco
d’Assisi»”, il Dottore dal cui tesoro teologico si potranno ricavare «lucidi armi per
combattere ed allontanare la nube nera dell’ateismo che offusca l’età nostra»”, il Dottore infine la cui dottrina «potrà offrire un
aureo ordito» per «sereni colloqui» tra la
Chiesa cattolica e le altre Confessioni cristiane2.
Mettendo sempre, come supremo punto
di riferimento per la sua dottrina, la Rivelazione Biblica e il Magistero del Romano
Pontefice, Duns Scoto, come è detto nel Decreto di riconoscimento del Culto (6 luglio
1991), «fino al termine dei suoi giorni servì
quella Verità che era stata l’alimento quotidiano del suo spirito, Verità che egli con
frutto aveva pienamente assorbito nel suo
animo mediante la meditazione e che aveva
efficacemente annunziato con la parola e
con gli scritti, palesandosi in tal modo un
maestro di mirabile ingegno e fervore»3.
Nonostante questa ricchezza dottrinale e
di santità vissuta, Duns Scoto è stato fatto
oggetto di grandi e frequenti critiche circa il
suo insegnamento e persino circa la sua santità.
Le polemiche, le critiche, le accuse contro la dottrina di Duns Scoto, che si accumularono lungo i secoli, sono di due specie:
le une dovute alla falsa trasmissione dei testi, opera di inesperti amanuensi, e alle edizioni imperfette; le altre, dovute a partigianeria per una scuola in lotta contro le altre.
Tante accuse, infatti, erano state formulate lungo i secoli contro la dottrina di Scoto, perché alcune sue opinioni erano diverse da quelle di altri maestri della Scolastica,
in particolare diverse da quello che insegnava S. Tommaso.
Per una falsa convinzione, secondo cui
ciò che aveva scritto Tommaso d’Aquino
era in sintonia con la dottrina della Chiesa, e
che chi era contrario a Tommaso, era anche
automaticamente contro la dottrina della
Chiesa, proprio per questo, Duns Scoto, che
insegnava ad esempio l’assoluto primato di
Cristo nel progetto di Dio, anteriore ad Adamo e alla sua caduta, e di conseguenza anche la preservazione di Maria dal peccato
originale, venne ad essere tacciato come eretico, come colui che si opponeva, con la sua
dottrina, al magistero della Chiesa; e quindi
le sue opere dovevano essere eliminate dalle Scuole cattoliche. Basti pensare all’assurda affermazione del tomista domenicano
Tommaso di Sutton, contemporaneo e posteriore a Scoto, il quale nel suo breve Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo
aveva osato scrivere di Tommaso d’Aquino
che «in libris suis omnes difficultates theologiae sufficienter dilucidavit», a tal punto
che i suoi scritti, cioè di Tommaso, «propter
suam sufficientiam finem imponunt Scripta
super Sententias componendi»4 .
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
Convinzione assurda, che nessuno più
oserebbe sostenere! La verità, infatti, o meglio la Verità che è Dio, è infinita nella sua
estensione; e l’uomo non potrà mai raggiungerla, capirla e spiegarla a sufficienza.
È quindi molto felice l’affermazione di
Duns Scoto, il quale, basandosi sulle parole
di Cristo, che cioè lo Spirito Santo ci porta
gradatamente alla conoscenza della tutta intera vetità (cf. Gv 16, 13), e prendendo lo
spunto da S. Gregorio Magno, afferma con
determinazione: «In processu generationis
humanae semper crevit notitia veritatis»
(nel cammino del genere umano, la conoscenza della verità è sempre in crescita)5.
La verità di fede, che dobbiamo credere
per avere la vita eterna, sono quelle che ci
trasmette la Scrittura e il Magistero della
Chiesa. Quelle verità invece che non sono
state ancora dichiarate come “verità di fede”
della Chiesa, quali sono ad esempio le conclusioni necessarie che promanano dalle verità della fede, non sono da ritenersi ancora
come verità di fede, ma su di esse si possono fare ricerche e si possono formulare opinioni, più o meno probabili, pronti ad accettarle come verità di fede qualora siano definite come tali dal Magistero della Chiesa.
Una di questa è la verità della concezione immacolata di Maria SS., cioè la sua preservazione dal peccato originale, che Dio ha
voluto compiere «intuitu meritorum Christi» per la futura Madre del Figlio suo incarnato. Prima che la verità fosse del tutto
chiarita e definita, ognuno era libero di ritenerla come opinione, come verità razionalmente probabile (cioè che poteva essere dimostrata), o come verità non probabile. E
non era da ritenersi “eretico” né chi la accettava né chi non la accettava.
Duns Scoto fu spesso accusato di eresia,
proprio perché difendeva con validissimi
argomenti tale privilegio mariano: accusa
assurda, purtroppo ripetuta e straripetuta
lungo i secoli, a tal punto che Scoto è stato
giustamente soprannominato “martire dell’Immacolata”!
Mentre altre accuse di eresia, lanciate
contro Scoto, son frutto di errata interpretazione del suo pensiero, o, peggio ancora,
perché tale suo pensiero non collimava con
425
quello di S. Tommaso su verità non definite; si trattava in realtà di semplici “opinioni”, come erano “opinioni” quelle che difendeva S. Tommaso.
Le opere di un autore, di un santo, anche
se nel loro complesso sono state approvate
o raccomandate dalla Chiesa, non sono mai
approvate in ogni loro singola parte, né mai
possono diventare metro per misurare
l’ortodossia degli scritti di un altro dottore:
tale metro è e dev’essere soltanto la Scrittura e il Magistero della Chiesa.
Ecco in proposito una bella ed eloquente
pagina di Duns Scoto: «Io dico che ci sono
alcune cose che sono così appartenenti alla
sostanza della fede, che tutti coloro che abbiano raggiunto un tantino l’uso della ragione, sono tenuti a crederle esplicitamente, come sono gli articoli che riguardano
l’incarnazione (ad esempio che Cristo è nato ed è morto), sui quali ci sono speciali solennità della Chiesa, e che il popolo può capire, perché riguardano il Cristo uomo; altre cose sono esplicitamente richieste dalla
sostanza della fede, che debbono essere osservate dalle persone più ragguardevoli della Chiesa (come ad esempio che Dio è trino,
ed altre cose appartenenti a tali realtà spirituali e immaginabili). Questa distinzione ci
è fornita da S. Agostino, libro XIV De Trinitate cap. 1. Altre cose ancora non sono necessariamente da credersi così esplicitamente né da questi né da quelli, poiché non
sono ancora state dichiarate dalla Chiesa,
quali sono ad esempio molte conclusioni
necessariamente incluse negli articoli da
credersi; ma prima che siano dichiarate dalla Chiesa, nessuno è obbligato a crederle,
ma piuttosto bisogna sobriamente avere
delle opinioni su di esse, in modo tale cioè
che l’uomo sia pronto a crederle al momento che essa vengano dichiarate come verità
di fede»6.
Questo è l’atteggiamento giusto di
chiunque voglia spiegare con obiettività e
senza partigianeria le verità della fede e le
verità che tali ancora non sono. È
l’atteggiamento che hanno avuto sant’Agostino e tanti maestri dopo di lui. Ecco come
si esprime sant’Agostino: «Gli altri autori
(cioè gli autori di libri che non appartengo-
426
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
no alla Bibbia) li leggo in tal modo che, per
quanta santità e dottrina contengano, non
per questo ritengo che una cosa sia vera solo per il fatto che essi abbiano pensato così,
ma perché – o servendosi di quegli autori
canonici o ricorrendo a probabile argomento – mi poterono persuadere che quella cosa non era contraria alla verità»7.
E dopo di lui, tanti altri, fra cui ecco le
parole di Goffredo di Fontaines: Le altre verità, che non abbiano tale certezza, «non si
debbono asserire con tale certezza, ma debbono essere esposte con grande moderazione e cautela, a mo’ di probabile opinione; ci
si deve molto guardare dall’asserire come
cosa certa e necessaria ciò che dubbio»8.
Nulla dunque «si deve ritenere come appartenente alla sostanza della fede, se non
quello che si può avere espressamente dalla
Scrittura, o che sia stato espressamente dichiarato dalla Chiesa, o che segua da una
verità palesemente contenuta nella Scrittura
o che sia stato palesemente determinata dalla Chiesa»9.
Se si fossero tenuti presenti questi principi, queste norme elementari, quante polemiche, quante inutili discussioni si sarebbero evitate, quanto più bella e più utile sarebbe stata la ricerca e la scoperta della verità,
quanti traguardi si sarebbero potuti raggiungere in meno tempo e con maggiore
profitto della verità e della vita di fede.
Da ciò che siamo venuti dicendo, si
comprende quanto sia utile e necessario accostarci alle opere dei grandi Scolastici con
una debita preparazione ed una spassionata
visione della ricerca teologica, e quanto
inoltre sia necessario avere a portata di mano le opere di quei grandi nella loro genuinità critica, così come sono uscite dalla loro
penna, e non come sono state manomesse
da amanuensi inesperti e da correttori di
parte. Ecco, in altre parole, la necessità di
avere a portata di mano edizioni critiche serie, basate sullo studio e sul confronto dei
manoscritti, almeno là dove non si possieda
l’autografo di qualche autore, cosa piuttosto
rara per quei tempi.
Per secoli, i Francescani hanno seguito
Scoto, non perché comandati, ma spontaneamente, perché affascinati dalla sua dot-
trina. Guglielmo di Vorrilong († 1463) così
si esprime: «(Duns Scoto) rende le menti
sospese per lo stupore; i suoi detti oltrepassano la facoltà comune, egli è il massimo ricercatore della verità, colui che redarguisce
la falsità, arca della verità, compendio delle
leggi; preciso sanzionatore delle cose; freno nelle cose materiali…; vertiginoso nelle
cose teologiche, nella conoscenza di esse
chiarissimo. A lui potrei liberamente dire:
debbo ascrivere a merito della sua bontà, se
fin dalla giovinezza mi sono abbeverato alle sue sorgenti»10.
Tanti si pregiano di spiegare ed illustrare
il pensiero del Dottore Sottile e Mariano,
mentre i grandi maestri di vita spirituale,
come S. Bernardino e S. Giacomo della
Marca, trascrivono a profusione pensieri ed
espressioni dalle Opere di Scoto, per comunicarli al popolo nelle loro prediche.
In sintesi, Duns Scoto non è un dottore
del passato, non è un “fossile” da ammirare, ma è un Maestro vivo e palpitante, pieno
di ardore e di preziose intuizioni, che man
mano si calano nelle realtà dottrinali e vitali della Chiesa e del mondo.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
1
2
3
4
5
6
Enchiridion dell’Ordine dei Frati Minori, vol. 2°, n.
4631.
Enchiridion..., vol. 1.°, nn. 1-21.
AAS 84 (1992) 399: «Usque ad finem dierum suorum
illi servivit Veritati, quae eius spiritus alimentum fuerat quotidianum, quamque fructuose animo penitus
comprehenderat in meditazione et efficaciter verbo
nuntiaverat et scriptis, mirabilis ingenii et fervoris se
ostendens magistrum».
THOMAS DE SUTTON, Sent. prooemium cod. Città del
Vaticano, bibl. apost. ms. Ross. 431, f. 179ra; Todi,
bibl. comun. 12, f. 81ra.
DUNS SCOTUS, Ordinatio IV d. 1 n. 256 (ed. Vat. XI
86).
Ibid. d. 5 n. 29 (p.286-287): «Dico quod aliqua sunt ita
simpliciter de substantia fidei, quod omnes – forte suscipientes post tempus aliquantulum usus rationis –
tenentur illa explicite credere, sicut sunt articuli de incarnazione (ut Christus est natus et mortuus), de
quibus sunt sollemnitates speciales in Ecclesia, et quos potest populus concipere, quia sunt de Christo
homine ; alia sunt explicite requisita de substantia
fidei, observanda a maioribus Ecclesiae (utpote quod
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
Deus est trinus, et pertinentia ad huiusmodi spiritualia
et imaginabilia). Et ista distinctio patet ab Augustino
XIV De Trinitate cap. 1. Alia sunt quae nec necessario
sunt explicite credenda ab istis nec ab illis, quia non
adhuc declarata per Ecclesiam, cuiusmodi sunt multae
conclusiones necessario inclusae in articulis creditis ;
sed antequam sint per Ecclesiam declaratae, non
oportet quemquam eas credere, oportet tamen circa
eas sobrie opinari, ut scilicet homo sit paratus eas
tenere pro tempore pro quo veritas fuerit declarata».
7 AUGUSTINUS, Epist. 82, ad Hieronymun, c. 1 n. 1 (PL
33, 277): «Alios autem (scil. auctore librorum qui ad
Bibliam non pertinet) ita lego, ut quantalibet sanctitate
doctrinaque praepolleant, non ideo verum putem quia
ipsi ita senserunt, sed quia mihi – vel per illos autore
canonicos vel probabili ratione – quod a vero non abhorreat, persuadere potuerunt».
8 GODEFRIDUS DE FONTIBUS, Quodl. III q. 5 (PhB II 195196): «Non sunt sic certitudinaliter asserenda, sed
cum magno moderamine et temperantia per modum
probabilis opinionis recitanda», «multum cavendum
est ne illud quod est dubium…, asseratur tamquam
certum et necessarium».
9 DUNS SCOTUS, Ordinatio IV d. 11 q. 3 n (5): «Nihil est
tenendum tamquam de substantia fidei nisi quod
potest expresse haberi de Scriptura, vel expresse declaratum est per Ecclesiam, vel evidenter sequitur ex
aliquo plane contento in Scriptura vel plane determinato ab Ecclesia».
10 GUILELMUS DE VORRILONG, Sent. I-IV, Lugduni 1489,
f. 292v : «Mentes suspensas faciens prae stupore,
cuius dicta communem transcendunt facultatem, inquisitor maximus veritatis, redargutor falsitatis, veri
archa, legum summa, rerum comperta sanctio; in
physicis frenum…, in theologicis arduus, in cognizione quam conspicuus. Huic siquidem dixerim :
bonitatis merito adscribere debeo, cuius poculis suavissimis a iuventute sum nutritus».
3. XII Consiglio Internazionale Formazione e Studi di Murcia (novembre
2008)
Murcia, Spagna, 24.11-03.12.2008
1. Mensaje del Ministro general
Prot. 099454
Queridos Hermanos Secretarios para la
Formación y los Estudios de las Conferencias de la Orden: !El Señor les conceda la
paz!
Estoy con ustedes y los saludo a través
de este mensaje fraterno al inicio del XII
Consejo Internacional para la Formación y
427
los Estudios que se está celebrando en Murcia (España). Esta reunión, que se realiza
cada dos años, les da la oportunidad de encontrarse y hacer un análisis de la situación
en que se encuentra la formación y los estudios de la Orden, compartiendo el camino
de cada una de las Conferencias e individuando juntos los elementos sobre los cuales es necesario detenerse y trabajar.
Ante todo les deseo que este tiempo en
Europa, en particular en España, sea positivo y rico de frutos. Desde el inicio agradezco especialmente a la Provincia Franciscana de Cartagena y al Instituto Teológico de
Murcia por la generosa hospitalidad y acogida.
Según las indicaciones de la Secretaría
general para la Formación y los Estudios,
que el Definitorio general aprobó, al centro
de los trabajos de este XII Consejo se encuentran en el tema: La integración entre
formación inicial y los estudios en la Orden
hoy.
El argumento es por demás urgente y está al centro de mi personal preocupación como Ministro general, preocupación que
también es compartida al interno del Definitorio general. En efecto, si es verdad que
la formación es integral (cf. RFF 45), entonces el estudio debe estar insertado de
manera orgánica en el itinerario formativo
inicial (cf. RS 40). «Los estudios miran, durante la formación inicial, a que los candidatos y los profesos temporales adquieran
una instrucción intelectual amplia y sólida.
Esta instrucción debe estar unida a una cultura general proporcionada tanto a la etapa
de formación en que se encuentran los candidatos y los profesos temporales como a
sus aptitudes personales y a las necesidades
de nuestro tiempo, de manera que estén en
condiciones de anunciar convenientemente
el mensaje evangélico a los hombres de hoy
y de insertarlos en su cultura» (RS 38).
Si nuestros documentos son muy claros
al respecto, entonces debemos reconocer
que en la praxis formativa queda mucho por
hacer. Se nota, de hecho, una cierta distancia entre formación y estudios, mientras
que el objetivo que se busca es el de armonizar todas las dimensiones de la persona.
428
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Debemos trabajar asiduamente para que
nuestra propuesta formativa franciscana sea
siempre más «orgánica, gradual y coherente» (CCGG 133) en sus varias etapas, «en
cuanto promueve el desarrollo de la persona
de forma armónica y progresiva, en el pleno
respeto a cada uno» (RFF 52).
La superación de esta distancia le toca
por tanto a todo el proceso formativo. En el
caso de la integración de los estudios tenemos por delante – a mi parecer- algunas
prioridades, que son importantísimas para
nuestro tiempo y para la situación general
de la Orden, y son las siguientes:
• Completar y desarrollar la preparación
intelectual, profesional y técnico manual
de los candidatos: frente a un nivel de
estudios cada vez más bajo, es importante que nuestros itinerarios formativos
ayuden a los candidatos a perfeccionar
las bases necesarias para afrontar con
provecho los diversos niveles de estudio.
• Ofrecer una formación adecuada para
la evangelización, incluso en vistas al
diálogo con la cultura y las culturas de
hoy: en nuestra tradición el sentido de
los estudios está a la raíz del mandato de
vivir y anunciar el Evangelio que hemos
recibido de la Iglesia. En todo tiempo los
Hermanos Menores han sabido nutrir su
evangelización, sobretodo para «hacernos cada vez más conscientes de la necesidad de educarnos a la escucha y al diálogo para aprender el arte del encuentro
con las culturas (…) En efecto, como
dijo mi predecesor Fr. Hermann
Schalück, «la presunción, la superficialidad, la indiferencia por las ciencias humanas y sagradas deben ser consideradas una ofensa al don de la vida, al hombre y a la Verdad […] Considero un
abuso y una falta de respeto el presentarse para servir una causa noble, como la
del Evangelio y la del hombre, sin la debida preparación o sin la capacidad de
diálogo y de lectura de los signos de los
tiempos. Se debe estimar, por lo tanto,
como un deber fundamental para cada
hermano, cada uno según sus dones, dedicarse al estudio. Porque el estudio,
bien fundado en los valores francisca-
nos, puede verdaderamente ayudarnos
en la madurez humana, intelectual y
espiritual, como también en hacernos capaces de leer, con inteligencia evangélica, los valores cristianos y franciscanos
de la cultura contemporánea» (FR. JOSÉ
R. CARBALLO, El Sabor de la Palabra,
3.2.b).
• Profundizar y asimilar un modo adecuado los contenidos fundamentales de nuestro carisma y de la tradición de los Maestros franciscanos: es urgente que nuestros estudios estén integrados con el
aporte de nuestra tradición, a partir de las
Fuentes Franciscanas hasta los Maestros
de nuestra Escuela. También en estos casos se trata de conocer, profundizar y hacer dialogar estos textos con nuestro hoy.
Este poner atención nos pone en contacto
con las actitudes franciscanas de la escucha, de expropiación y de restitución.
• Garantizar una sólida preparación intelectual a todos los hermanos, tanto de
opción clerical como laical. Se trata de
una prioridad urgente, que encomiendo y
confío a la reflexión que tendrán en el
Consejo. La solidez del discernimiento
de la propia vocación y el de vivir posteriormente con alegría y dedicación, también depende de la cualidad de la formación intelectual. Una carencia en este
campo es frecuentemente una de las razones de diversas crisis vocacionales
que se dan después de la Profesión solemne.
Junto a estas intervenciones, me urge llamar su atención sobre la importancia y la
exigencia de dirigir y encaminar hermanos
jóvenes a una necesaria preparación científica para que en un futuro sean profesores e
investigadores en los varios Centros de estudio de la Orden, en particular, en la Facultad de Ciencias Bíblicas y Arqueológicas de Jerusalén, en la Comisión Escotista y
en el Colegio «San Isidoro» de los Hermanos de Quaracchi encargados de la la edición de Textos franciscanos. De esto depende el futuro del conocimiento y del estudio
de toda nuestra rica tradición espiritual e intelectual en confrontación con los desafíos
actuales.
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
Mientras les comparto estas reflexiones,
les agradezco por todo lo que harán en el
Consejo Internacional, en representación de
la riqueza de las diversas expresiones culturales y geográficas en las cuales vive nuestra Fraternidad cuyos confines son los cinco
continentes.
En este espíritu los saludos fraternalmente y los bendigo. Con mi personal agradecimiento y mi presencia orante, de los
hermanos del Definitorio general y de todos
los hermanos de la Orden, ¡Inicien este
Consejo en el nombre del Señor!
Dado en Roma,
en la Sede de la Curia General de la Orden.
El 13 noviembre de 2008.
Memoria de S. Diego de Alcalá
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
2. Relazione del Segretariato generale per
la Formazione e gli Studi
LA SITUAZIONE DEGLI STUDI
NELL’OFM
Il titolo di questo intervento è molto
amplio ed è impossibile fare una sintesi
completa e soddisfacente. Posso tentare di
offrire alcune linee di tendenza a partire
dall’osservatorio privilegiato della Segreteria Generale per la Formazione e gli Studi.
1. Una rinnovata sensibilità e un maggiore
impegno
a. Oltre il conflitto
Sembra esaurito il tempo di quella opposizione tra Assisi e Parigi, almeno nella forma con la quale si era manifestata nei decenni passati. Se è vero che questa tensione
resta sempre presente nel nostro Ordine, oggi sembriamo più consapevoli dell’importanza di coltivare lo studio come parte integrante della nostra vita francescana. Quanto dice al riguardo la nostra Ratio
Studiorum è illuminante:
429
Lo studio, come “espressione del mai
appagato desiderio di conoscere sempre più
a fondo Dio, abisso di luce e fonte di ogni
umana verità” (VC 98), è fondamentale nella vita e nella formazione, sia permanente
che iniziale, di ogni frate minore (art. 3).
Il frate minore ha l’esigenza interiore,
derivante dalla sua vocazione, di cercare,
conoscere e apprezzare la Verità di Dio, dell’uomo e del creato rivelata dal Verbo incarnato (cf GS 53), e perciò coltiva lo studio come risposta a questa esigenza (art. 9).
I Ministri generali negli anni del dopo
Concilio hanno dedicato una cura puntuale
agli studi, richiamando i frati a questa dimensione tanto importante. Mi permetto di
riportare di seguito i documenti che testimoniano questa attenzione costante negli
ultimi 40 anni:
1. La Formazione nell’Ordine dei Frati
Minori. Documento del Capitolo generale straordinario di Medellín, 22 agosto24 settembre 1971.
2. Messaggio dei Ministri generali del 1° e
del TOR in occasione del VII Centenario
della morte di san Bonaventura (4 gennaio 1974).
3. Studi e missione dell’Ordine dei Frati
Minori oggi. Lettera del Ministro generale (13 giugno 1981).
4. La promozione degli studi nel nostro Ordine. Intervento del Ministro generale al
Convegno Rappresentanti dei Centri di
Studio OFM (5 luglio 1994).
5. Ratio Studiorum dell’Ordine dei Frati
Minori. “In notitia veritatis proficere”
(25 marzo 2001).
6 Intervento del Ministro generale al Congresso Internazionale dei Rettori di Università e dei Direttori dei Centri di Ricerca OFM (20 settembre 2001).
L’attuale Ministro generale ha dedicato
al nostro assunto una lettera, Il Sapore della Parola (13 giugno 2005), che propone un
vero e proprio itinerario sapienziale per
riappropriarci della vocazione intellettuale
del frate minore come parte del carisma, a
partire da S. Francesco fino ad oggi, soprattutto in riferimento alla vocazione evangelizzatrice dell’Ordine. Una preoccupazione
continua nella Lettera è anche quella di col-
430
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
tivare con passione e creatività gli studi in
vista di un dialogo fecondo e aperto con le
culture di oggi.
b. Alcuni segni concreti
Segni concreti di questo risveglio sono:
l’apertura o la rivitalizzazione di nuovi
Centri di studio OFM; la partecipazione attiva a centri simili in collaborazione con altri Istituti religiosi (l’ultimo in ordine di
tempo è ad Abidjan in Costa d’Avorio); la
preoccupazione di integrare la tradizione
intellettuale francescana nel curriculum ordinario delle discipline; il numero di frati
avviati agli studi superiori.
L’elevazione dell’Antonianum a Pontificia Università è un primo risultato importante di questa crescita. Quanto la Chiesa ha
voluto riconoscere ci impone un cammino
di qualificazione accademica in linea con i
relativi processi europei ai quali la Santa
Sede ha aderito (Processo di Bologna). Da
qui occorre approfondire ancora perché
l’Ordine vuole avere un proprio centro di
studi a Roma e quale ne debba essere
l’identità e l’offerta scientifica specifica.
Sono evidentemente superate nell’Ordine le
remore del passato circa la P.U.A.. Ad essa
ormai è chiesto di crescere come istituzione
autonoma e adulta, capace di misurarsi con
le domande che emergono soprattutto dai
grandi temi della filosofia, teologia e tradizione francescana, con particolare riferimento al Medioevo, del dialogo, della giustizia e pace, della formazione.
Qualificare un’Università Pontificia a
Roma obbliga l’Ordine intero a sentirsene
responsabile e ad attendersi da essa anche
l’aiuto per approfondire la propria identità
e missione oggi. Non l’Ordine da solo, ma
sempre più con tutta la Famiglia Francescana e con quegli intellettuali e ricercatori, anche laici, con i quali possiamo interagire.
La partenza presso la nostra Università
del Master per formatori è un altro segno di
vitalità ritrovata, soprattutto grazie alla ricerca interdisciplinare in corso per trovare
le linee portanti di una visione propriamente francescana della formazione.
Fa parte del processo di rinnovamento
della P.U.A. anche la crescita dei Centri ad
essa affiliati in un sistema “a rete”. Si supera gradualmente la visione periferia-centro,
in modo da porre le basi per una fitta rete di
collaborazioni scientifiche che allarghino il
respiro internazionale dell’Università e dell’Ordine stesso.
Proprio tra questi Centri, segnalo
l’apertura, presso l’Istituto Teologico Francescano di Murcia in Spagna ora aggregato
alla Pontificia Università Antonianum, di
una Licenza in Teologia Fondamentale e in
quello di Petropolis di un Master in Teologia dell’Evangelizzazione. Sono segni notevoli della rinnovata sensibilità verso gli
studi e dell’attenzione dell’Ordine al rapporto col mondo, al dialogo con le culture e
le religioni e ad un’azione evangelizzatrice
che sia solida anche grazie al contributo intellettuale.
Per quanto riguarda le statistiche, abbiamo attualmente nell’Ordine 9 Università e
circa 40 Centri di studio, da soli o in collaborazione con altri, prevalentemente per gli
studi istituzionali di Filosofia e Teologia.
Alcuni sono di fondazione recente, mentre
altri hanno una bella tradizione alle spalle.
Tutti sono obbligati a ripensare la loro identità e missione accademica in questo tempo.
Segnalo in particolare quei Centri che recentemente, anche col beneplacito del Ministro generale, hanno siglato un accordo di
cooperazione e di scambio e che costituiscono una mappa essenziale dei luoghi nei
quali oggi si elabora ricerca e cultura nell’Ordine a livello internazionale e superando vecchi steccati. Si tratta della P.U.A., del
Franciscan Study Center di Canterbury
(UK), del Franciscan Institute della St. Bonaventure University (New York) e della
Franciscan School of Theology di Berkeley
(California).
c. Risorse per gli studi
È difficile fare una recensione completa
del numero dei frati impegnati attualmente
nella ricerca e nella docenza. La Segreteria
generale non dispone di elenchi aggiornati.
Mi sembra di poter dire sulla base delle visite e dei contatti, che il numero è relativamente consistente, soprattutto per quanto riguarda l’insegnamento. La ricerca lascia un
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
po’ più a desiderare, perché non sono molti
i frati veramente liberi da altri impegni per
dedicarsi allo studio e alla pubblicazione.
Nell’Ordine c’è anche una discreta produzione di riviste specializzate, mentre ne nascono di nuove proprio nei Centri di studio
ricordati sopra.
2. Valore della tradizione intellettuale francescana
Assistiamo ad una rinnovata attenzione
e passione per lo sviluppo della nostra tradizione intellettuale francescana nel corso
di otto secoli di storia e non appena nel
momento fondativo delle origini. Un po’
dappertutto soprattutto i formatori sono
preoccupati di come trasmettere ai candidati la conoscenza di questa lunga tradizione, non solo in un modo che definirei
archeologico, ma anche nei suoi risvolti attuali.
La domanda di fondo è: come fare filosofia e teologia, come studiare l’attuale
mondo scientifico e quello delle arti a partire dalla visione dell’uomo, del cosmo e
di Dio che ritroviamo nella nostra tradizione? Non si tratta appena di conoscere il
pensiero e le opere degli autori delle Scuole francescane di pensiero, ma di assimilarne lo spirito per fecondare dal di dentro
la ricerca e il confronto a cui noi siamo
chiamati nel nostro tempo. È evidente
quanto sia esigente un simile compito, che
resta ineludibile. Conoscere e coltivare la
tradizione intellettuale francescana, anche
per quanto riguarda il pensiero scientifico
e l’estetica, ci obbliga ad una rinnovata
sintesi di vita e di pensiero. In questo processo noi siamo più ripetitori, a volte stanchi, che ricercatori creativi. E ciò non dipende solo dagli studi e dai frati impegnati in essa, ma è specchio della situazione
più ampia dell’Ordine. Qualsiasi rinnovato slancio negli studi, infatti, potrà venire
solo da una più profonda e radicale dedicazione alla nostra vocazione e missione
in questo tempo. Una prassi nuova potrà
ispirare una teoria più creativa, per rimandare con energie moltiplicate ad una prassi
trasformatrice e così via.
431
3. Le istituzioni dell’Ordine per coltivare la
tradizione intellettuale francescana
L’approfondimento della tradizione intellettuale francescana è possibile solo se si
continua lo sforzo di edizione critica dei testi dei Maestri francescani, insieme alla loro interpretazione. A questo proposito
l’Ordine ha insigni istituzioni già al lavoro
in questo campo. Ricordo il Collegio S. Bonaventura dei Frati Editori di Quaracchi,
fondato da Fr. Bernardino da Portogruaro
nel 1877 soprattutto in vista dell’edizione
critica delle opere del Dottore Serafico e
che tanto ha lavorato e lavora per altre edizioni e per la ricerca storica, espressa soprattutto nella prestigiosa Rivista Archivum
Franciscanum Historicum, che da poco ha
celebrato il primo centenario di vita.
Il Collegio, ormai trasferito da Grottaferrata al Collegio di S. Isidoro in Roma, ha
urgente bisogno di nuovi ricercatori per
continuare adeguatamente un servizio tanto
prezioso. Il Definitorio generale è all’opera
per individuare le linee di una rinnovata visione e missione del Collegio stesso, nella
fedeltà ai suoi fini istituzionali propri.
La Commissione Scotista in Roma da oltre 50 anni lavora all’edizione critica delle
opere del Dottor Sottile. Fondata da Fr. Calo Balic presso l’Antonianum in continuità
con la Sezione Scotista già attiva nel Collegio di Quaracchi, essa sta ultimando
l’edizione delle opere filosofiche del Dottor
Sottile, il cui pensiero non può essere ben
conosciuto e approfondito senza l’accesso
diretto alle fonti.
Colgo l’occasione per rivolgere un appello a tutte le Conferenze dell’Ordine che
voi rappresentate, perché si preveda la possibilità di inviare almeno alcuni giovani frati a prepararsi per il lavoro scientifico in
queste istituzioni dell’Ordine che dipendono direttamente dal Ministro generale: un
servizio esigente, nascosto eppure tanto
prezioso.
Il Franciscan Institute presso la St. Bonaventure University (New York) lavora all’edizione e alla traduzione in inglese dell’opera omnia di S. Bonaventura, mentre
nell’Università di Washington è all’opera
432
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
un gruppo scientifico che lavora all’edizione critica delle opere filosofiche di Duns
Scoto, servendosi, col permesso del Ministro generale, del materiale della Commissione Scotista dell’Ordine.
In Giappone da poco tempo è nato un
centro di ricerca e di pubblicazioni delle
opere del Dottor Sottile, al pensiero del
quale si rivolgono con interesse studiosi anche di altro credo religioso. Un segnale
confortante per le possibilità di confronto e
di dibattito scientifico aperte dalla visione
francescana dell’uomo e del mondo.
L’attività di queste istituzioni permette
di continuare l’edizione dei Maestri francescani con gli strumenti propri della ricerca,
dell’analisi e dell’edizione critica.
A mio avviso, occorre promuovere una
lettura possibile della nostra tradizione intellettuale francescana in nuovi contesti culturali come l’Africa e l’Asia. Pensiamo ai valori della solidarietà e della famiglia; al confronto con le più grandi e antiche religioni
del mondo; alla ricchezza culturale di questi
continenti che oggi premono sulla scena
mondiale o inquietano per gli squilibri scandalosi di cui sono vittime. L’America Latina
può contribuire a integrare con il pensiero
francescano la prassi e la visione della realtà
sociale e la promozione dei temi di giustizia
e pace, tanto familiari in quel continente.
Se nella nostra tradizione è viva una visione provvidenziale della storia di marca
agostiniana, che rilegge il senso e il posto
dell’Ordine nella storia del mondo e della
Chiesa, oggi potremmo rivitalizzare questa
lettura nell’incontro con nuovi contesti e
con un’attenzione maggiore all’incontro
con uomini e donne di altre tradizioni culturali e religiose, sino alle sfide enormi poste
oggi dai temi e dalle realtà legate alla promozione della giustizia e della pace.
4. Alcune tendenze rispetto agli studi superiori
È avvertita in modo diffuso nelle nostre
Province e Custodie la necessità di una seria
preparazione ai diversi ministeri che ci sono
richiesti, con la relativa specializzazione
negli studi. È chiaro che la maggior parte
dei frati che sono avviati agli studi superiori, saranno poi destinati all’insegnamento
nei vari Centri, alla formazione permanente
e iniziale e a specifici ministeri di evangelizzazione. La scelta delle discipline da approfondire continua a privilegiare l’ambito
della Teologia nelle sue diverse branche. Al
secondo posto vengono gli studi di pastorale, da quella generale, alla pastorale giovanile e vocazionale, alla missiologia. Anche
il settore della Psicologia e Pedagogia è abbastanza ricercato, insieme a quello amplio
delle Scienze sociali e dei temi di carattere
ambientale ed ecologico. Resta molto indietro invece la Filosofia, sintomo di una
difficoltà ad affrontare gli scogli della riflessione critica su quanto esiste e a confrontarsi col pensiero contemporaneo. Ci
sono frati che approfondiscono il campo
delle arti e della musica e del canto. Si registra un investimento molto scarso in studi
più direttamente professionali e tecnici.
Solitamente sono le Province ad orientare i frati agli studi superiori, anche dopo
qualche anno dalla Professione solenne e
dall’Ordinazione. Non mancano i frati che
presentano un possibile progetto di studi
come base per il dialogo con gli organi dell’Entità. A questo proposito devo lamentare
che non mancano gli esempi di poco dialogo su una materia tanto delicata, come pure
dell’incapacità spesso di pianificare l’orientamento degli studi in base alle necessità
della Provincia o Custodia. Non mancano
in tal modo percorsi solitari, che il candidato sceglie e prosegue da solo. Spesso al termine di un ciclo di studi vediamo il frate
scegliersi autonomamente l’ambito di lavoro, che diventa esclusivo.
A questo riguarda devo aggiungere che
ancora è abbastanza diffuso nell’Ordine il
pericolo che gli studi siano scelti come una
via individuale di affermazione e anche di
promozione sociale, specie dove essi conducono ai titoli più alti e in materia profana.
Il frate corre il rischio di farsi la sua nicchia
e di gestire così del tutto autonomamente il
suo tempo e i frutti del suo lavoro. Alcune
Entità sono già alle prese con questo processo di professionalizzazione dell’insegnamento e di altri tipi di lavoro.
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
Come richiama molto opportunamente
la nostra RS, gli studi devono tenere conto
delle «opzioni fondamentali che caratterizzano la forma di vita francescana» (art. 19).
In questo stesso spirito, «il frate minore non
considera il compimento di un programma
di studio o il conseguimento di un titolo accademico come motivo di orgoglio o occasione di promozione ad uno stato di privilegio, ma mette gioiosamente a disposizione
e a vantaggio della Fraternità il frutto del
suo lavoro intellettuale» (RS 11).
5. Integrazione tra formazione iniziale e
studi
È il tema al centro dei lavori di questo
Consiglio Internazionale per la Formazione
e gli Studi. Si vuole approfondire questo legame perché l’integrazione appare ancora
troppo estrinseca, per cui gli itinerari della
formazione sembrano scorrere paralleli rispetto ai curricula accademici. Del resto,
non sempre lo studio delle discipline filosofiche e teologiche sembra spingere lo studente a rivedere e riassumere la propria impostazione mentale riguardo all’uomo e alla fede.
Insieme a questo aspetto, mi sembra vitale per l’oggi approfondire la conoscenza e
l’uso dei mezzi di comunicazione sociale,
che hanno raggiunto una tale importanza da
essere per molti il principale strumento di
guida e di ispirazione per i comportamenti
individuali, familiari, sociali. Una situazione simile ci tocca ormai molto da vicino e
coinvolge sempre di più la mentalità e la
formazione dei nostri candidati e anche di
molti di noi frati professi. La formazione è
chiamata a prendere chiara coscienza di
questa situazione, senza esaltarla acriticamente o subirla passivamente. Si tratta invece di promuovere una conoscenza adeguata e positiva di questo moderno areopago, che da mezzo e strumento è ormai
diventato vero e proprio “luogo” di comunicazione e quindi anche di annuncio: per
questo si richiede un vero e proprio cambiamento di mentalità. L’ascolto di questo segno dei nostri tempi ci chiede una riflessione approfondita, positiva, creativa e critica.
433
Il resto di questo capitolo attende di essere scritto dal presente Consiglio Internazionale per la Formazione e gli Studi, attraverso la lettura dei dati delle Conferenze, la
riflessione dei prossimi giorni e la sintesi
che sapremo senz’altro fare.
FR. MASSIMO FUSARELLI, OFM
3. Letter to the Ministers and Custodes
and to all the Brothers
Murcia, 3rd December 2008
Dear Brothers,
May the Lord give you Peace!
We, the delegates for Formation and
Studies representing the various Conferences of the Order, along with invited
brothers, met in Murcia, Spain, for the 12th
International Council for Formation and
Studies, between 24th November and 3rd
December 2008, to reflect upon the theme,
“Integration of Initial Formation and Studies in the Order Today.”
We were the guests of our Franciscan
brothers of the Province of Cartagena. We
extend our appreciation and gratitude to the
Minister Provincial and to the Director of
the Franciscan Theological Institute of
Murcia, as well as to all the brothers, to
whom we are grateful for their generous
hospitality. We were deeply touched and we
are grateful to God for the rich Franciscan
heritage in this part of the world. These
days were indeed grace-filled for us, because we lived and worked in a truly Franciscan contemplative and fraternal environment, united with our Franciscan brothers
throughout the world.
The first part of the Congress was dedicated to the presentation of reports by the
various Secretaries for Formation and Studies in the Order, together with a statistical
update of each entity. We realized that there
is a drastic numerical decline of candidates
to the Franciscan life, which is also evident
in most entities that traditionally had no
shortage of vocations. Our reaction to these
numbers, which speak for themselves, has
434
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
been one of preoccupation for the future of
our Order. At the same time we were also
encouraged by the fact that, in most entities,
the criteria for vocational discernment are
being applied more carefully, and that the
quality of formation and studies is improving through a sincere effort on the part of all
those who are responsible for this sector.
We also express our satisfaction regarding
those countries where the Franciscan way
of life is well understood and appreciated.
In addition, we appreciate the good work
accomplished by the brothers of the General Secretariat for Formation and Studies in
their demanding task of administration and
animation.
During our stay in Murcia we had the
opportunity to visit the Theological Institute of Murcia, which forms part of our
Pontifical University Antonianum (PUA) in
Rome, and which specializes in the study of
Fundamental Theology. We were also
briefed on the Franciscan Theological Institute of Petropolis, in Brazil, which is affiliated to the PUA, and which offers a Master’s degree in Theology of Evangelization.
We were also privileged to listen to talks
given by the Rector Magnificus of the PUA,
by professors from the University of Murcia, and others from various academic institutions of our Order. The Rector of the
PUA, presented a detailed reflection on the
state of studies and the Study Centers of our
Order, and underlined the international
structure of the PUA, which has its centre in
Rome, but has also various academic offshoots in Jerusalem, Venice, Murcia, and
ten other affiliated study centers in other
parts of the world. The International Council felt that the academic standards of the
PUA have been significantly improved in
recent years.
Two professors from the Theological Institute of Murcia addressed specialized topics. “The world and culture of the young today” addressed the need for Franciscans to
be open to the world of young people, to be
able to understand their aspirations, to
speak in a language they understand, translating Gospel values and Franciscan ideals
into their culture. This is an urgent need,
since we know that most of our vocations
are young men. “Franciscan life and globalization: Fraternity, tenderness and poverty
in a fractured world” offered an in-depth
analysis of the world in which we live with
its various problems, as seen from a Franciscan perspective. This gave us the opportunity to listen to the expectations lay people have of Franciscans today and the challenges posed to our program of formation
and studies.
Other presentations were offered by
brothers from several areas of the Order.
“Elements of the Franciscan Intellectual
Tradition in Today´s World” offered a detailed analysis of what we mean by the
Franciscan Intellectual Tradition. Our history shows an intimate relationship between learning and wisdom, between intellectual knowledge and intellectual sensitivity, expressed in a harmony of study, prayer
and praxis. The speaker listed seven elements of change in contemporary culture,
and presented seven corresponding Franciscan alternatives. Our Franciscan masters of
theology and philosophy provide doctrinal
and practical arguments to address these issues of great relevance in our world.
“Initial Formation and Studies at a Time
of Anthropological Change” examined the
anthropological changes in the area of family life. Whereas traditionally the family,
educational institutions and the parish community played an important role in the social and religious formation of the young, at
present, the media have become a significant factor which compete with parents in
the education of the young. Anthropological changes imply a dialogue with people of
other religious traditions, with culture and
with the poor. This challenges us to have a
more missionary outlook towards an international integration of our charism.
There followed an address on “Initial
Formation and Studies for Cleric Brothers
and Lay Brothers, Some Orientations on the
Basis of the Experience and Documents of
the Order.” The speaker presented an overall picture of the situation of the Order with
regard to the number of cleric and lay brothers during these last 40 years, and expressed
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
concern about the dwindling number of lay
brothers in the Order. He emphasized the
need for structural changes in order to reenergize the spirit of brotherhood and provide a common Franciscan, theological and
professional formation for all friars.
As a conclusion, we heard about “Studies on the basis of the ´Ratio Studiorum´
and ´The Flavour of the Word.´” This presented an analysis of these recent documents on studies and suggested a new impetus for our Franciscan presence in the
changing realities of our times. Our Franciscan charism encounters the reality of
various cultures through lived experience,
which becomes a source for reflection and
a stimulus to the growth of the Order.
The fruit of our reflection and discussion
are the following proposals, which we will
present to the General Definitory for approval and presentation later to the upcoming General Chapter:
1 the organization of a Congress for Directors of post-Novitiate formation on the
regional/continental level, to be followed by an international Congress;
2 the organization of different Congresses
in various geographical areas in order to
foster greater collaboration and cooperation;
3 the giving of greater attention to the Pastoral Care of Vocations and the Postulancy;
4 greater emphasis on the accompaniment
of the brothers after solemn profession
“under 5”, the Franciscan Year, and
preparation for Ministries;
5 a “Handbook” for the various levels of
initial formation, to be followed by a revised edition of the “Ratio Formationis
Franciscanae”;
6 the establishment of new international
fraternities for initial formation;
7 a deeper understanding and implementation of the “Ratio Studiorum”;
8 the promotion of ongoing collaboration
of the Study Centers of the Order.
We wish to thank our Minister General,
Brother José Rodríguez Carballo, for his
message of encouragement. We are grateful
for his interest and for the importance he
435
gives to the work of formation and studies
of the friars. During these days of reflection, we became ever more aware of the
need to integrate formation and studies. As
the documents of our Order state: “Study is
primarily a ´gift´ and a ´search for God,´ ´a
giving of thanks,´ an act of ´bringing back´
everything to him: in a word, the path to
sanctity. With St. Bonaventure we can
speak of a commitment ´that we may become good´ (´ut boni fiamus´) (The Flavour
of the Word).
THE DELEGATES OF THE
12th INTERNATIONAL COUNCIL
FOR FORMATION AND STUDIES
4. Visita alle Case di formazione delle Filippine
Dal 26 al 28 ottobre 2009 Fr. Massimo
Fusarelli, SGFS, ha potuto visitare le Case e
i fratelli formatori e in formazione delle Filippine.
L’Ordine è vivo nelle Filippine e lo manifesta anche con la presenza di giovani
candidati. Questa terra ha una sua particolarità nel contesto dell’Asia. In essa si vedono
chiaramente fenomeni tipici del nostro tempo di passaggio. Cresce la distanza tra ricchi e poveri con l’ingiustizia, molti emigranti, la crescita di fondamentalismi, una
religiosità popolare molto forte e bisognosa
di nuova evangelizzazione ecc. Come Frati
Minori siamo inseriti in pieno in questo passaggio storico e la nostra formazione ne è
profondamente toccata.
È molto positivo il fatto che i frati filippini accolgano altri frati dell’Asia per la formazione e gli studi, grazie alle risorse del
Paese in questi campi. È un segno per il futuro del francescanesimo in Asia e Oceania.
La Cura pastorale per le vocazioni è ben
organizzata con il suo centro a Manila e diverse attività in tutto il Paese. Non mancano
i giovani che si avvicinano alla vita francescana. La questione del completamento degli studi è molto importante. Infatti, nella
Casa di Aspirantato ci sono 75 giovani che
conseguono il grado di studio superiore, ol-
436
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
tre a giovani adulti che arrivano con gli studi già fatti. Il clima di questa Casa è molto
vivo e l’accompagnamento di tanti adolescenti e giovani molto esigente.
La Casa di Postulato è sempre a Manila.
Il gruppo attuale dei 15 Postulanti è buono,
vivace e ben motivato. C’è anche un postulante della Fondazione del Myanmar. È urgente come ovunque formare buoni formatori.
La Casa di Noviziato si trova a Laguna,
circa tre ore da Manila in un posto molto
bello dal punto di vista della natura e della
memoria della presenza francescana. Ci sono anche due novizi della Fondazione della
Thailandia.
I Professi temporanei vivono in alcune
Fraternità inserite in realtà periferiche di
Manila, vivendo in un contesto di povertà e
a contatto con la gente. Si richiede molta
maturità e un accompagnamento personale
per verificare come i professi camminano.
La formazione intellettuale, con un buon
livllo degli studi, è garantita dal Centro per
i Religiosi, dove il metodo di studio prevede tempi regolari di esperienza e di confronto con la realtà del paese e della sua
gente.
5. Visita Case di formazione delle Province in Germania
Dall’8 al 12 dicembre Fr. Jakab Várnai,
DG e Fr. Massimo Fusarelli, SGFS, hanno
visitato in modo fraterno le tre Case Interprovinciali di formazione delle 4 Province
tedesche, incontrando i formandi e i formatori di ogni tappa. Il Postulato si trova a Berlino e attualmente ci sono 6 candidati. Il Noviziato è a Widenbruck, nel nord ovest e vi si
trovano 2 novizi; in questa stessa Casa si trova anche il Centro per la cura pastorale delle
vocazioni. Il Post Noviziato ha la sua Casa di
riferimento a Großkrotzenburg, dove i 12
professi temporanei si incontrano regolarmente con i loro diretti formatori, mentre di
solito vivono in diverse Case delle Province,
dedicandosi agli studi e ad altre attività. Il
cammino comune nella formazione iniziale
accompagna e facilita il processo di fusione
delle 4 Province in una sola Provincia tedesca, da concludere entro il 2010. La formazione in un contesto di forte cambiamento
sociale, ecclesiale e dell’Ordine in questa
terra si confronta con sfide nuove, per esprimere in modo nuovo oggi l’essenziale della
vita evangelica francescana.
6. Notitiae particulares
1. Pontificia Università Antonianum
– Prot. 099343 (225/08): con Decreto del
1 ottobre 2008, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Bibliotecario della Pontificia Università Antonianum Fr. Nazariusz Popielarski della Provincia dell’ “Immacolata
Concezione della BVM” in Polonia.
– Prot. 099344 (226/08): con Decreto del
1 ottobre 2008, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Economo della Pontificia Università Antonianum Fr. Augusto Micangeli
della Provincia Romana dei “SS. Apostoli Pietro e Paolo” in Italia.
– Prot. 099398 (241/08): con Decreto del
20 ottobre 2008, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato i membri del “Gruppo di Coordinamento Permanente” per la Pontificia
Università Antonianum per il triennio
2008-2011: Fr. Francesco BRAVI, ofm,
Vicario generale e Vice Gran Cancelliere P.U.A.; Fr. Johannes B. FREYER, ofm,
Rettore Magnifico P.U.A.; Fr. Vincenzo
BATTAGLIA, ofm, Decano Facoltà di Teologia P.U.A.; Fr. Manuel BLANCO, ofm,
Pro-Decano Facoltà di Filosofia P.U.A.;
Fr. Priamo ETZI, ofm, Decano Facoltà di
Diritto Canonico P.U.A.; Fr. Claudio G.
BOTTINI, ofm, Decano Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia P.U.A.; Fr. Jacab VÁRNAI, ofm, Definitore Generale;
Fr. Massimo FUSARELLI, ofm, Segretario
Generale per la Formazione egli Studi;
Fr. Giancarlo LATI, ofm, Economo Generale; Fr. Jean Marie SEVRIN, ofm, della
E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
Provincia dei «Tre Compagni» in Francia-Belgio; Fr. Francisco MARTÍNEZ FRESNEDA, ofm, della Provincia di Cartagena in Spagna.
– Prot. 099357 (231/08): con Decreto del
23 ottobre 2008, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Vice Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum Fr. Manuel
Blanco della Provincia di “S. Gregorio
Magno” in Spagna, dopo aver ottenuto il
Nihil obstat della Congregazione per
l’Educazione Cattolica.
– Prot. 099405 (243/08): con Decreto del
3 novembre 2008, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Fr. Bogusz Stanislaw Matula, della
Provincia dell’ “Immacolata Concezione
della BVM” in Polonia, Professore Aggiunto per un triennio nella Facoltà di
Teologia della Pontificia Università Antonianum.
– Prot. 099406 (244/08): con Decreto del
3 novembre 2008, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Fr. Stéphane M. Oppes, della Provincia Siciliana “SS. Nome di Gesù” in
Italia, Professore Aggiunto per un triennio nella Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Antonianum.
– Prot. 099445 (251/08): con Decreto del
18 novembre 2008, il Ministro Generale
e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Sr. Elena Marchitielli, sfa, Preside
dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose presso la Pontificia Università Antonianum.
– Prot. 099497 (267/08): con Decreto del
4 dicembre 2008, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Moderatore dello “Studium Theologicum Jerosolymitanum” nella Facoltà
di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum Fr.
Najib Ibrahim, ofm della Custodia di
Terra Santa.
437
– Prot. 099496 (268/08): con Decreto del
4 dicembre 2008, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Fr. Claudio G. Bottini, ofm della
Provincia “S. Bernardino da Siena, in
Italia, Decano della Facoltà di Scienze
Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum.
– Prot. 099518 (277/08): con Decreto del
15 dicembre 2008, il Ministro Generale
e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Fr. Wieslaw Bloch OFMCapp, Professore Aggiunto per un triennio nell’Istituto di Spiritualità Francescana della
Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum.
– Prot. 099519 (278/08): con Decreto del
15 dicembre 2008, il Ministro Generale
e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Fr. Pietro Messa OFM, della Provincia Serafica di “S. Francesco
d’Assisi” in Italia, Professore Aggiunto
nella Facoltà di Teologia della Pontificia
Università Antonianum.
– Prot. 099520 (279/08): con Decreto del
18 dicembre 2008, il Ministro Generale
e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato nella Facoltà di Scienze Bibliche e
di Archeologia della Pontificia Università Antonianum: Fr. Massimo Luca, ofm
della Provincia Veneta “S. Antonio, in
Italia, Professore Assistente. Ha nominato inoltre i seguenti Professori Invitati:
Fr. Anto Popovic, ofm della Provincia
“S. Croce” in Bosnia Argentina, Bartolomeo Pirone, P. Gianni Sgrava, CP, Sabino Chialà, P. Giorgio Giurisato, OSB,
Don Michelangelo Priotto.
2. Varie
– Prot. 099359 (232/08): con Decreto del
17 settembre 2008 il Ministro Generale
promulga il nuovo Documento della
Formazione Permanente nell’Ordine dei
Frati Minori “Siete stati chiamati a libertà”.
438
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
– Prot. 099428(247/08): con Decreto del 5
novembre 2008, il Ministro Generale ha
nominato Fr. Vidal R. Lopez, della Provincia Betica in Spagna, Economo della
Fraternità Internazionale “Fr. Gabriele
M. Allegra” presso il CISA in Roma.
– Prot. 099501 (269/08): con Decreto del
novembre 2008, il Ministro Generale ha
costituito il Segretariato Interprovinciale di Formazione e Studi delle 6 Province del Nord Italia.
– Prot. 099452 (269/08): il 16 dicembre
2008, il Ministro Generale ha confermato la Ratio Formationis della Custodia di
Terra Santa, rivista alla luce dei nuovi
documenti della Chiesa e dell’Ordine.
– Prot. 099536 (281/08): il 16 dicembre
2008, il Ministro Generale ha confermato la Ratio Formationis comune per le
Province d’Irlanda e dell’”Immacolata
Concezione” di Inghilterra.
– Prot. 099536 (281/08): il 16 dicembre
2008, il Ministro Generale ha confermato la Ratio Studiorum comune per le Province d’Irlanda e dell’”Immacolata Concezione” di Inghilterra.
– Prot. 099501 (269/08): con Decreto del
18 dicembre 2008, il Ministro Generale
ha costituito il Segretariato Interprovinciale di Formazione e Studi delle 6 Province del Nord Italia.
E SECRETARIATU PRO
EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
1. Consiglio Internazionale per l’Evangelizzazione
Tagaytay/Manila, Filippine, 20-28.10.2008
FRATERNITÀ EVANGELIZZATRICE
Rinnovare le nostre motivazioni e il nostro
modo di evangelizzare oggi
Promosso dal Segretariato generale per
l’Evangelizzazione, si è tenuto nelle Filippine, a Manila/Tagaytay dal 20 al 28 ottobre
2008, il Consiglio Internazionale per
l’Evangelizzazione (CIE) per approfondire
la dimensione della Fraternità evangelizzatrice. Il motto, “Rinnovare le nostre motivazioni e il nostro modo di evangelizzare oggi”, è stato scelto proprio per tentare di rilanciare e rinnovare le nostre “Fraternità
contemplative di minori in missione”.
Gli obiettivi del Consiglio erano quelli di
condividere la situazione attuale dell’evangelizzazione ed alcune esperienze significative in atto; di riflettere sul nostro modo
specifico francescano di evangelizzare e
sulle sfide per un suo rinnovamento, in particolare sulla collaborazione dei laici e dei
vari servizi di animazione esistenti nell’Ordine. Il Segretariato generale per l’Evangelizzazione si proponeva, inoltre, di presentare i sussidi sulla Pastorale educativa e sulla Pastorale parrocchiale francescana; di
verificare il lavoro svolto nel sessennio oramai al termine; di elaborare delle proposte
per il futuro, alcune per il prossimo Capitolo generale ed altre per l’animazione nel
prossimo sessennio.
Hanno partecipato al Consiglio i Delegati per l’evangelizzazione delle Conferenze come membri di diritto, i componenti
della Commissione esecutiva del Consiglio
stesso, il Presidente della Commissione per
il Dialogo, Fr. Miguel Vallecillo, e il personale del Segretariato generale per l’Evan-
gelizzazione e le Missioni, Fr. Nestor
Schwerz, Fr. Luis Cabrera, Fr. Joaquin
Echeverry. Sono stati invitati i responsabili
dei vari Segretariati e degli Uffici di animazione della Curia generale: Fr. Massimo Fusarelli per la Formazione e Studi, Fr. Joseph
Rozansky per la Giustizia e Pace, Fr. Ivan
Matić per l’OFS e GiFra. Inoltre, sono stati
invitati gli animatori della Provincia e della
Custodia delle Filippine, e alcuni ospiti, tra
i quali Fr. Vincenzo Brocanelli, Moderatore generale per le Missioni fino a maggio
scorso ed attualmente Ministro provinciale
delle Marche. Al Consiglio erano anche
presenti i Definitori generali, Fr. Ambrogio
Van Si, come relatore principale; Fr. Luis
Cabrera, come corresponsabile attuale per
le missioni; Fr Miguel Vallecillo, come Presidente del Servizio per il Dialogo.
Il lavoro svolto
I Delegati hanno presentato, all’inizio, le
diverse forme di evangelizzazione e un’esperienza significativa nelle rispettive Conferenze. Dalla condivisione è risultato che
nell’Ordine vi sono circa 1185 Parrocchie
con 2438 Frati impegnati; 270 Istituti di
educazione con 700 Frati; 884 Frati che sono impegnati in 238 Santuari, 324 Frati in
14 di opere sociali di una certa consistenza.
Inoltre, i Frati lavorano nelle Cappellanie
presso gli Ospedali e in altri ambienti, nelle
Missioni al popolo, nella pastorale carceraria e nei Mass Media. Tali dati sono incompleti e saranno completati dai Delegati nei
prossimi mesi. Fra le esperienze significative sono state presentate alcune Fraternità
contemplative a servizio dei giovani in difficoltà, del dialogo ecumenico e inter-religioso, di aree periferiche o di gruppi umani
particolari; qualche Fraternità itinerante in
Europa o impegnata nella ricerca di nuovi
ministeri.
440
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Il tema centrale della “Fraternità evangelizzatrice” è stato illustrato ed approfondito da Fr. Ambrogio Van Si, che ha richiamato l’attenzione sul contenuto essenziale
del “munus” dell’evangelizzazione, sulle
caratteristiche della Fraternità evangelizzatrice e sulle aree o attività di evangelizzazione, ponendo, infine, all’assemblea alcuni interrogativi per proseguire e attualizzare la riflessione.
I responsabili dei servizi di animazione
della Curia generale nell’area della Formazione e Studi, di Giustizia, Pace e Integrità
del Creato, dell’OFS e del Dialogo hanno
risposto a tre questioni proposte loro in precedenza dal Segretariato per l’evangelizzazione: 1. Quali sono gli orientamenti fondamentali dell’Ordine nella sua area in rapporto con l’evangelizzazione?; 2. Come
animare i Frati nel loro servizio in vista del
rinnovamento del nostro modo di evangelizzare oggi, tenendo presenti gli aspetti
francescani, la Pastorale educativa, le nuove forme e la collaborazione con i laici, anche con la Famiglia Francescana?; 3. Piste
o indicazioni su che cosa i gruppi devono riflettere ed approfondire.
Ogni responsabile ha fatto un’introduzione, poi ha offerto degli orientamenti per
i lavori di gruppo e ha offerto un contributo
nella plenaria.
Sono stati, poi, presentati i due sussidi
sulla Pastorale educativa e sulla Pastorale
parrocchiale.
Fr. Joaquin Echeverry ha esposto le Linee direttrici per la pastorale educativa
francescana. Considerando gli orientamenti dell’educazione cattolica, il carisma francescano e la tradizione educatrice nell’Ordine, le nuove Linee direttrici toccano i seguenti aspetti dell’educazione: le sfide
attuali che si pongono all’educazione, le dimensioni dell’educazione in chiave francescana, gli agenti dell’azione educativa e il
processo di animazione dell’evangelizzazione nei Centri educativi. Accanto a tali
orientamenti, il documento sottolinea gli
elementi teologici, antropologici e pedagogici della pastorale educativa francescana,
lasciando ad ogni Centro francescano di
educazione il compito di formulare un pro-
prio Progetto educativo secondo il contesto
e le esigenze locali. I gruppi linguistici hanno esaminato il testo ed hanno proposto dei
suggerimenti per migliorarlo e completarlo
in alcune parti.
Fr. Nestor Inacio Schwerz ha presentato
il Sussidio per la pastorale parrocchiale,
preparato dal Segretariato generale per
l’Evangelizzazione con l’aiuto di una commissione. Il documento, che ha avuto una
lunga gestazione, si compone di un primo
capitolo sulla Parrocchia come “porzione
del Popolo di Dio” nella Chiesa e nel contesto odierno; di un secondo capitolo su “il
ministero parrocchiale francescano”, considerato alla luce della storia, delle diverse situazioni odierne e della legislazione dell’Ordine; di un terzo capitolo che tratta ampiamente dello “stile francescano del
ministero parrocchiale”. Anche questo testo
è stato esaminato dai gruppi linguistici, i
quali hanno indicato miglioramenti e aggiunte da introdurre.
L’assemblea del Consiglio, infine, è stata informata sulla preparazione al prossimo
Capitolo generale 2009 ed ha avuto una visione panoramica sulle Filippine e sulle Entità francescane ivi presenti.
I lavori del Consiglio sono stati arricchiti dall’incontro con alcune realtà ecclesiali
di evangelizzazione presenti nel territorio.
Motivazioni e modi rinnovati di evangelizzazione
Il motto del Consiglio ha invitato a riflettere su come rinnovare le nostre motivazioni nel ministero dell’evangelizzazione
ed i modi di evangelizzare. Le condivisioni
e le riflessioni svolte durante il Consiglio,
attraverso la relazione, i lavori in gruppi linguistici, le plenarie ed i diversi contributi
dei partecipanti, hanno dato alcune indicazioni in questo senso.
1. Motivazioni dell’evangelizzazione
Per rinnovare le motivazioni della nostra
evangelizzazione, a livello personale, di
Fraternità e di Entità, c’è bisogno di:
a. Vivere il dono della fede con una più
profonda familiarità con la Parola di Dio
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
b.
c.
d.
e.
f.
g.
e con lo Spirito Santo, poiché la radice
delle motivazioni della nostra vita e azione affonda nella qualità dell’esperienza di
fede, che apre al paradosso del Vangelo,
che noi “leggiamo” secondo il genio di
san Francesco, e alla lettura e interpretazione dei segni dei tempi. Se la fede languisce si genera stanchezza esistenziale e
spirituale che spegne la forza dell’annuncio e la gioia dell’evangelizzazione.
Vivere i valori francescani con un nuovo
significato ed una nuova risonanza, in
particolare il valore della Fraternità, e come trasversali a tutta la nostra vita e missione. Maturare in questa unità dei vari
aspetti del nostro carisma anche grazie alla collaborazione tra i diversi settori.
Vivere la Fraternità in concreto, coltivando la contemplazione, per riconoscere la presenza del Signore; vivendo la
comunione fraterna, per costruire comunione; testimoniando la giustizia e la pace, per essere operatori della giustizia e
della pace; praticando il dialogo fraterno, per favorire il dialogo tra le persone.
La Fraternità reale, vissuta nelle diverse
forme di evangelizzazione, è un tesoro
del nostro carisma molto apprezzato dalla gente.
Affermare il primato dell’esperienza,
cercando di elaborare dei progetti reali e
delle iniziative concrete, conformi agli
orientamenti dei documenti dell’Ordine
e calati nei contesti storici, tenendo conto dello specifico francescano, nelle diverse presenze e nelle nostre attività.
Rinnovare nei Frati la coscienza missionaria così che si sentano chiamati ad
“andare” per condividere ciò che il Signore ci ha donato.
Crescere nel senso di appartenenza alla
Famiglia francescana e alimentare lo
spirito di collaborazione con gli altri rami del I Ordine, con le Clarisse, con
l’OFS e con tutti i laici, favorendo soprattutto la condivisione e partecipazione all’unico carisma, da cui proviene una
stima maggiore e la possibilità di un’esperienza comune di vita e di missione.
Qualificare la formazione permanente
attraverso itinerari più esperienziali che
441
tocchino e trasformino la persona, rompendo la crosta dell’autosufficienza e di
certi schemi mentali che ci chiudono in
noi stessi, alla novità e ci impediscono
di restituire tutto a Dio.
Così sembra possibile rianimare le motivazioni vocazionali, recuperare la qualità
francescana dell’umiltà, dell’ascolto, della fiducia, e formare i giovani allo spirito e
al desiderio della missione. Questo processo va fatto non solo personalmente, che resta il livello fondamentale, ma anche come
Fraternità, chiamate a diventare sempre
più luoghi nei quali si impara a condividere e raccontare noi stessi, superando il modo di vivere artificiale e distante gli uni dagli altri.
2. Nuovi modi di evangelizzare
I nuovi modi dell’evangelizzazione sono
suggeriti dalle situazioni particolari, per cui
si ritiene che sia possibile e importante indicare dei criteri, che possono aiutare le
Fraternità locali a trovare modi propri di fare evangelizzazione.
a) Assumere alcune attitudini
– Acquisire l’abitudine a lasciarsi interpellare dagli altri, dal mondo, dalla
Chiesa, dai laici ecc., acquisendo un
atteggiamento di ascolto attivo, per
superare l’autosufficienza che ci porta alla chiusura in noi stessi.
– Riconoscere, in un discernimento spirituale, dove lo Spirito del Signore sta
conducendo la storia e l’umanità e
quindi verso dove conduce la nostra
presenza e missione.
b) Seguire alcuni criteri generali
– Ascoltare il contesto e la cultura locali, leggere i segni dei tempi e dei luoghi, per trovare risposte adeguate.
– Rivedere il proprio modo di vivere, di
parlare e di agire, affinché il messaggio del Vangelo possa arrivare ai destinatari.
– Elaborare un progetto di evangelizzazione che sia della Fraternità.
c) Avere il coraggio di costituire delle
Fraternità significative diversificate
– Fraternità con lo spirito e la dinamica
442
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
della mobilità missionaria (itineranti,
popolari….).
– Fraternità inserite, allo scopo di calarsi in realtà con particolari sfide
per l’evangelizzazione (le periferie
urbane, i migranti, i movimenti popolari, gruppi etnici, emarginati, settori di esclusione sociale e religiosa…).
– Fraternità interprovinciali, interfrancescane, con apertura verso i laici
(dell’OFS-GiFra, fedeli laici) nell’ambito dell’evangelizzazione e delle missioni ad gentes.
– Fraternità missionarie interprovinciali in mezzo ai giovani, agli emigranti
ed in contesti di frattura.
– Rete interfrancescana di azione per
quanto concerne la GPIC.
– Fraternità coinvolte in progetti ed
opere di promozione umana, con uno
stile francescano, con l’obiettivo di
rendere i poveri soggetti della trasformazione sociale iniqua e della difesa
dei loro diritti, della promozione della loro dignità umana.
– Fraternità che cercano di rinnovare
le cosiddette presenze tradizionali
(nelle strutture educative, nelle parrocchie...), rendendole dinamiche,
creative, con molteplici iniziative
evangelizzatrici. Tutto ciò, perfezionando il modo di fare l’annuncio
(popolare, con contatti personali,
con la formazione biblica, umana,
cristiana) e di situarlo in contesti dove vive la gente…; insistendo sul
progetto di evangelizzazione nelle
Entità in cui si cerca di leggere e di
interpretare i segni dei tempi, si assicura lo specifico della nostra forma
vitae, si dà il primato alla testimonianza, si fa discernimento per scegliere le priorità, si cerca la collaborazione e l’attiva partecipazione dei
laici, si fa la verifica, ecc.
d) Utilizzare gli strumenti attualmente
disponibili per
– collaborare con gli ONG, con i movimenti e le organizzazioni popolari nei
loro progetti;
– perfezionare l’approccio professionistico, e non tanto naif, alle realtà concrete;
– impegnarsi per la comunicazione nelle Radio e TV locali;
– tradurre i materiali e i sussidi di evangelizzazione nelle lingue locali e nei
dialetti;
– educare i Frati, in particolare nella
Formazione iniziale, alla missione
del futuro.
Proposte
Il Consiglio ha elaborato anche delle
proposte a diversi livelli: per il Capitolo generale, per il Ministro generale e il suo Definitorio, per il Segretariato generale per
l’Evangelizzazione, per i Segretari di Evangelizzazione e di Missioni delle Conferenze e delle Entità.
I. Per il Capitolo generale
1. Amazonia
Il Consiglio propone che il Capitolo generale si impegni a sostenere una presenza
significativa in Amazonia a livello di Ordine. Sarebbe un gesto concreto in occasione
dell’VIII Centenario della “grazia delle origini” ed una risposta ai segni dei tempi, poiché si tratta della sopravvivenza di un’area
vitale per il pianeta.
Il progetto, già avviato dalle Conferenze
OFM del Continente latinoamericano, è da
realizzare, possibilmente, in collaborazione
con la Famiglia francescana, secondo i seguenti criteri:
– mettere l’accento sulla dimensione umana, socio-culturale, ecologica, ecclesiale
e francescana, che include la implantatio
Ordinis;
– dare alle Entità locali un ruolo attivo nel
progetto;
– affidare inizialmente al Segretariato generale per l’Evangelizzazione il coordinamento del progetto; tale compito venga affidato dal Governo generale;
– tenere presenti, come punti di partenza e
di riferimento per il progetto, i documenti del Seminario di Manaus (11-15
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
febbraio 2008) e del Congresso Missionario OFM di Cordoba (14-19 aprile
2008).
2. Struttura del Segretariato generale
per l’Evangelizzazione
Il Consiglio propone che nel Capitolo
generale ci sia la possibilità di fare una verifica sull’esperienza del nuovo Segretariato per l’Evangelizzazione e di precisare la
struttura del medesimo per perfezionarla,
senza cambiarla sostanzialmente. Nel Consiglio si è arrivati ad un consenso sui seguenti aspetti:
a) Il nome per il Segretariato e per i responsabili
Inserire nel nome del Segretariato i due
termini/concetti di evangelizzazione e di
missione ad gentes. Il Consiglio suggerisce di lasciare al Segretariato generale attuale per l’Evangelizzazione e al Definitorio, con l’aiuto di esperti, il compito di trovare una nomenclatura appropriata per il
Segretariato e per i responsabili dei due
settori.
Sono stati indicati alcuni nomi possibili
per il Segretariato:
1. Segretariato generale per l’evangelizzazione e le missioni1;
2. Segretariato generale per le missioni e
l’evangelizzazione;
3. Segretariato generale per la missione
evangelizzatrice2.
Per quel che riguarda i nome dei responsabili sono stati anche suggeriti alcuni nomi
possibili:
1. entrambi coordinatori: uno per le missioni e l’altro per l’evangelizzazione;
2. ambedue animatori: uno per le missioni
e l’altro per l’evangelizzazione;
3. uno dei due sia il Segretario, con preferenza per quello delle missioni;
4. Segretario e Vice-Segretario.
b) I due settori
Conservare i due settori, in armonia tra
di loro e con la giusta autonomia:
– Missioni (ad gentes).
– Evangelizzazione generale (parrocchie,
educazione, santuari, ecc.).
443
c. Partecipazione al Capitolo generale
Il Consiglio si è pronunciato in favore
della partecipazione di diritto al Capitolo
generale da parte di ambedue i responsabili
dei settori.
3. Congresso per i religiosi e i laici
Il Consiglio propone che il Capitolo generale consideri la possibilità di un Congresso con la partecipazione di Frati Minori e laici, specialmente i francescani secolari, avendo come punto di partenza la
comune vocazione dei battezzati, la ricchezza e le nuove possibilità di un cammino fatto insieme nelle missioni e nell’evangelizzazione e la riflessione già iniziata nell’Ordine (Priorità 2003-2009, 4,
proposta 10).
Il Capitolo generale affidi questo progetto al Ministro generale, con il suo Definitorio, il quale affiderà al SGEM, in collaborazione con la Commissione per il Dialogo,
con gli Uffici di GPIC e di OFS-GiFra, il
compito di realizzarlo.
Il Consiglio suggerisce anche di utilizzare una metodologia partecipativa ed in due
tappe:
a. incontri a livello regionale: per partire
dalla realtà socio-culturale, religiosa, ecclesiale, dalle esperienze concrete di collaborazione reciproca e di missione condivisa già in atto; per scegliere delle persone (religiosi OFM, della Famiglia
Francescana, in particolare dell’OFS, e
dei fedeli laici) che partecipino al Congresso internazionale;
b) il Congresso Internazionale con lo scopo
di una condivisione sugli Incontri regionali, di approfondimenti e di orientamenti a diversi livelli (collaborazione
nelle attività, volontariato, missione ad
gentes condivisa).
4. Partecipazione al Capitolo generale
Il Consiglio propone che il Direttore generale di GPIC e l’Assistente generale dell’OFS/GiFra siano membri di diritto al Capitolo generale.
444
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
II. Per il Ministro generale ed il suo Definitorio
Per rinnovare la collaborazione con i laici, che al Capitolo generale 2009 ci sia uno
spazio per ascoltare la voce dei laici e che vi
partecipi anche qualche rappresentante dei
francescani secolari per condividere le attese, le speranze dell’uomo d’oggi.
III. Per il Segretariato generale di Evangelizzazione
1. Organizzare, nel prossimo triennio, un
Congresso per tutti i Segretari provinciali di evangelizzazione.
2. Preparare un sussidio sul capitolo V delle CCGG sull’evangelizzazione; la stesura sia coordinata dal Segretariato generale per l’Evangelizzazione e con
l’aiuto degli altri Uffici della Curia generale.
3. Dare priorità, nel prossimo sessennio, all’animazione dei Frati che sono impegnati nell’evangelizzazione mediante i
Santuari, i Mass Media e nei grandi Centri Urbani.
IV. Per i segretari delle Conferenze e delle
Entità
1. Incoraggiare i Frati africani a maturare
la consapevolezza di non essere più soltanto oggetto di missione ad gentes, ma
anche e soprattutto soggetti e attori della missione. Il Segretariato generale per
l’Evangelizzazione e il Centro di formazione a Bruxelles preparino i missionari
africani per un rilancio missionario per
l’Africa e per il mondo.
2. Assumere l’impegno per la diffusione e
l’accompagnamento del Master di
Evangelizzazione, presso l’Istituto Teologico Francescano (ITF) di Petropolis,
Brasile, che inizierà nel mese di marzo
2009. I Segretari provinciali per l’Evangelizzazione e le Missioni potrebbero essere anche loro stessi dei candidati al
Corso. In futuro, con il sostegno del
SGEM, si cerchi di realizzare il Master
anche in altri luoghi.
3. Appoggiare il progetto di aprire i due
centri di formazione per le missioni ad
gentes in America Latina e in Asia. Questo aiuterebbe a promuovere lo spirito
missionario, ad incoraggiare nuovi missionari nel continente, a sostenere i missionari attuali e ad offrire gli esercizi spirituali per i missionari.
Alcune raccomandazioni:
– i Ministri di queste due aree, con la
collaborazione dei Segretari per
l’Evangelizzazione, elaborino un progetto più completo: obiettivi, necessità, Casa, Fraternità formativa, candidati, sostegno economico;
– sin dall’inizio prevedere la partecipazione della Famiglia Francescana e
dei laici chiamati alla missione;
– il progetto risponda alla realtà locale
e regionale; l’esperienza di Bruxelles
può ispirare, senza riprodurla materialmente.
4. Promuovere la diffusione e l’accoglienza creativa dei sussidi d’animazione sulla pastorale parrocchiale e quello sulla
pastorale educativa, mediante strumenti
di lavoro, internet ed altri mezzi di comunicazione.
Raccomandazioni:
– prima della pubblicazione i sussidi
siano rivisti e migliorati secondo i
suggerimenti dei gruppi di lavoro in
questo Consiglio;
– incoraggiare le Conferenze, attraverso l’azione dei Delegati, a tradurrei
sussidi nelle diverse lingue;
– promuovere degli incontri interprovinciali per gli approfondimenti e per
favorire una ricezione creativa.
Conclusione
La celebrazione di chiusura è stata presieduta dal Ministro provinciale locale, Fr.
Baltazar Obico, il quale ha fatto una riflessione sull’evangelizzazione in fraternità.
Alla fine, il Segretario generale per
l’Evangelizzazione ha ringraziato in nome
di tutti i partecipanti, per la fraterna e calda
accoglienza da parte dei Frati filippini e per
la buona organizzazione con il contributo
E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
decisivo di Fr. Cielito Almazan, Segretario
di Evangelizzazione locale, e di tutti i suoi
collaboratori. Oltre al contributo prezioso
di Fr. Ambrogio Van Si e di tutti i partecipanti, è stato anche di grande arricchimento
la presenza e la partecipazione attiva dei responsabili dei diversi servizi di animazione
della Curia generale.
FR. NESTOR INACIO SCHWERZ OFM
Segretario generale per
l’Evangelizzazione
FR. LUIS GERARDO CABRERA OFM
Corresponsabile per le Missioni
1
2
445
Per missioni s’intende la vocazione e l’azione particolare della “missio ad gentes” affidata ai missionari
(cf CCGG 117§1-3); e per evangelizzazione, il
mandato ed il ministero dell’evangelizzazione a tutti
i Frati nelle diverse forme (cf CCGG 83§2; 84;
116§1).
Questo nome indica la ragione di essere della vocazione e la missione di tutti i Frati al di là dei modi e
dei mezzi specifici. Tutti siamo stati chiamati per essere inviati ad evangelizzare. Quindi, il titolo di Missione evangelizzatrice contiene il concetto di missione
come invio (andare verso l’altro) e come impegno
(evangelizzare); è anche in consonanza con il concetto di Fraternità in missione.
E POSTULATIONE GENERALI
1. Beatificazione del Servo di Dio Francesco Giovanni Bonifacio
Trieste, Cattedrale di San Giusto, 04.10.2008
1. Cenni di Cronaca
Don Francesco Giovanni Bonifacio, primo martire della Chiesa tergestina dopo
San Giusto, è stato insignito del titolo dei
Beati nella Basilica Cattedrale di Trieste lo
scorso sabato 4 ottobre, nel corso di una solenne Eucaristia presieduta da Mons. Angelo Amato, Neo Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
La Causa del nuovo martire, ucciso in
odium fidei nel 1946 nel corso della persecuzione religiosa del dopoguerra istriano,
fu avviata nel 1957 dal1’allora Vescovo di
Trieste, Mons. Antonio Santin e affidata alla Postulazione generale dei Frati minori.
Sospesa per ordine di Paolo VI, fu ripresa
nel 1972 e conclusa – per la fase diocesana
– il 22 marzo 1998.
Il rito di beatificazione ha avuto inizio
con la Petitio rivolta dal Vescovo Diocesano, Mons. Eugenio Ravignani al Prefetto
della Congregazione a cui ha fatto seguito
la lettura del profilo biografico del Ven. Bonifacio letto dal Vice-Postulatore generale
OFM Fr. Gianni Califano. È seguita la promulgazione del Breve di Sua Santità Benedetto XVI con il quale il Santo Padre conferiva al Venerabile il titolo di Beato e se ne
fissava la memoria liturgica annuale all’11
di settembre.
Con a Mons Amato hanno concelebrato
circa 20 vescovi e tra essi il cardinale di
Nairobi John Njue e Mons. Muharia, nelle
cui chiese particolari operano diversi sacerdoti “fidei donum” della diocesi di Trieste.
Erano anche presenti Mons Domenico Sigalini, Assistente nazionale dell’Azione
cattolica italiana, che riconosce in don Bonifacio un insigne associato e un eroico sacerdote assistente, Mons. Metod Pirih di
Capodistria, Mons. Ivan Milovan di Parenzo e Pola con il predecessore Mons. Anton
Bogetic, oltre al Metropolita di Lubiana
Mons Luigi Uran. Hanno preso parte alla
solenne liturgia, in posti d’onore anche padre Athenagoras Fasiolo, reggente della
Chiesa greco-ortodossa di San Nicolò, e padre Rasko Radovic, della Chiesa serbo-ortodossa.
La Cappella civica, diretta dal maestro
Marco Sofianopulo ha eseguito i canti liturgici e l’inno al Beato composto per
l’occasione. Telechiara e Radio Nuova
Trieste, hanno permesso a numerosi fedeli
di seguire la celebrazione da un maxischermo predisposto sulla piazza della Cattedrale, e anche dalle proprie case.
Un momento di grande commozione è
stato vissuto dai presenti al termine della
celebrazione quando il fratello minore del
beato, Nino, ha preso la parola per esprimere i propri sentimenti di ringraziamento a
Dio e per consegnare alla Chiesa tergestina
il calice e la stola del fratello, uniche reliquie gelosamente custodite fino a quel momento come un tesoro di famiglia.
FR. GIANNI CALIFANO, OFM
2. Omelia del Prefetto della Congregazione
“Noi ti lodiamo, o Dio, e ti benediciamo;
ti rende testimonianza la schiera gloriosa
dei tuoi martiri”
Fratelli e sorelle di Trieste, qui radunati
in questa storica cattedrale con l’amato Pastore della Chiesa tergestina e i venerati Vescovi delle Chiese particolari presenti su
questo stupendo territorio, rivolgo, con il
mio cordiale saluto, l’invito a “Lodare e benedire il Signore”, lieto di potervi partecipare la benedizione del Santo Padre Benedetto XVI che, con la Sua Autorità Apostolica, ha conferito a un figlio della vostra
448
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Comunità ecclesiale il titolo e gli onori dei
Beati!
Cantiamo al Signore della vita e della
storia, con lo stesso entusiasmo con cui il
Beato Francesco Giovanni Bonifacio gli ha
fatto dono della sua esistenza, attraverso
l’eroico martirio subito per amore di Cristo
e del suo Vangelo.
Oggi la Chiesa di Trieste gioisce ed esulta nel Signore, perché l’amore immolato di
Gesù Cristo, il Pastore buono, si è riflesso e
manifestato in un nuovo Martire, nato a Pirano d’Istria nel 1912 e morto in odio alla Fede il giorno 11 settembre 1946 a Villa Gardossi, dove con giovanile fervore egli svolgeva il ministero pastorale, testimoniando
con coraggio gli eterni valori del Vangelo.
Con la duplice corona di sacerdote e di
martire – i titoli con cui la Chiesa lo iscrive
oggi nell’albo dei Beati – egli si presenta
oggi alla nostra ammirazione e alla nostra
venerazione.
Presbitero esemplare
e pastore instancabile
Ordinato presbitero in questa stessa cattedrale di San Giusto il 27 dicembre 1936,
da Mons. Carlo Margotti, Arcivescovo di
Gorizia e Amministratore Apostolico di
Trieste e Capodistria, il nostro Beato fu presto destinato al servizio pastorale delle Comunità di Pirano d’Istria, suo paese natale,
dove restò quattro mesi, passando poi a Cittanova d’Istria fino al 1939 e successivamente, dal 1939 al giorno della morte, a Villa Gardossi, dove più intensa fu la sua azione a favore dei fratelli. In quel difficile
periodo segnato dalla seconda guerra mondiale, dalla insurrezione popolare del 1943,
dai movimenti partigiani, seguiti da deportazioni, distruzione e morte, egli fu pastore
generoso, vicino al suo popolo, noncurante
della sua vita, difensore dei deboli e padre
degli oppressi.
La Chiesa di Trieste, in comunione con
la Chiesa universale, guarda perciò commossa e fiera a questo suo figlio, ammirandone l’intrepida fedeltà al ministero sacerdotale, la capacità di rendersi testimone
convincente dell’amore di Cristo per le anime, seminatore instancabile di luce e di spe-
ranza in un momento di grave sofferenza e
di morte.
Il Beato Francesco Giovanni Bonifacio è
donato oggi alla Chiesa come rinnovato invito alla speranza, alla gioia, alla fiducia.
Lo è in particolare per i sacerdoti e le anime
consacrate, chiamati a rendere presente ed
operante il Cristo con la generosità del loro
ministero.
Martire per il Vangelo
Il Beato Francesco Giovanni Bonifacio
oggi è onorato soprattutto come martire. Lo
ha riconosciuto tale la Chiesa che lo propone alla pubblica venerazione.
Egli ha confessato il Cristo col sacrificio
cruento della propria vita. E’ divenuto “testimone” (Martire) della fede della Chiesa,
morendo per essa.
Egli proclama oggi, con l’eloquenza del
suo sangue, che Gesù Cristo vale più della
nostra vita, anzi che Gesù Cristo è la vera
vita, a confronto del quale tutto il resto ci
appare come spazzatura (cfr. Fil 3,8 ).
Ci sono note le circostanze del suo martirio. Egli l’accetta con amore, e annota nel
suo Diario: “Siamo in tempi eroici; siamo
eroici per essere santi fino, se occorre, al
martirio“.
E alla vigilia del suo sacrificio protesta
solennemente che “chi non ha il coraggio
di morire per la propria fede è indegno di
professarla“!
Questa è la gloria del nostro novello
Beato: Ministro della grazia del Signore e
Testimone del suo amore!
Come Gesù, Giovanni Francesco Bonifacio s’immola in sacrificio di puro amore,
un amore che è più forte della morte e che
dà la vita per i propri amici (Gv 15,17).
La testimonianza resa a Cristo dal Bonifacio, è patrimonio prezioso per questa
Chiesa locale che ha generato il Martire e
che oggi lo venera come suo intercessore. Il
suo martirio è una nuova sorgente di vita e
di fertilità spirituale per la Chiesa e per il
mondo intero.
Alla scuola del nostro Martire
Alla fine del “Grande Giubileo” dell’anno 2000 il Servo di Dio Papa Giovanni Pao-
E POSTULATIONE GENERALI
lo II ci ricordava che tutti nella Chiesa siamo chiamati alla perfezione evangelica della carità espressa nei santi che rappresentano al vivo il volto di Cristo (cfr. NMI 30).
La testimonianza eroica del novello Beato attende allora di essere da noi imitata nel
nostro quotidiano.
Il Beato Francesco Giovanni Bonifacio ripete questa sera a ciascuno di noi la stessa
esortazione dell’Apostolo Paolo: “Fratelli,
sono lieto delle sofferenze che sopporto per
voi e completo nella mia carne quello che
manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo
corpo che è la Chiesa... Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che
agisce in me con potenza” (Col 1,24. 29).
La beatificazione dell’umile Parroco di
Villa Gardossi è pertanto invito non solo a
rallegrarci tutti nel Signore per il dono di
grazia che illumina il volto di questa santa
Chiesa tergestina, ma chiama tutti noi, pastori e popolo santo di Dio, a camminare
con fiducia sui sentieri di un’autentica vita
cristiana.
Siamo chiamati ad edificare concordemente la civiltà dell’amore, nel superamento costante di ogni forma di violenza o di discriminazione, di ingiustizia o di sopraffazione, nel rispetto della vita e di quanto ci
circonda, perché la carità sia l’unica legge
della nostra vita.
Il novello Beato, insieme con tutti i nostri Santi, con San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, con l’Immacolata Madre del
Signore guidi e accompagni Trieste e il nostro cammino sulla via della concordia e
della gioia!
MONS. ANGELO AMATO
Prefetto della Congregazione delle
Cause dei Santi
3. Cenni biografici
Il Servo di Dio Don Francesco Bonifacio, nacque a Pirano d’Istria, allora territorio della diocesi di Trieste, il 7 settembre
1912 da Giovanni Bonifacio e Luigia Busdon, secondogenito di sette fratelli. La sua
era una famiglia di modeste condizioni sociali ma profondamente cristiana. Al batte-
449
simo, il 15 settembre 1912 ricevette il nome
di Francesco Giovanni. Nella cittadina natia frequentò la scuola elementare, e la catechesi parrocchiale. Mons Angelo Bartolomasi, il 1 ottobre 1922 gli amministrò la
cresima.
Nel clima sereno e laborioso della sua
casa, alimentato da una pratica cristiana assidua, Francesco accolse nel 1924 l’invito
del Maestro divino che lo voleva suo ministro. A dodici anni entrò nel Piccolo Seminario interdiocesano di Capodistria per gli
studi ginnasiali e liceali, fu poi inviato nel
Seminario Teologico Centrale di Gorizia
(1932). Il 27 dicembre 1936, a 24 anni, nella cattedrale di San Giusto a Trieste, fu ordinato sacerdote da Mons. Carlo Margotti,
Arcivescovo di Gorizia e Amministratore
Apostolico di Trieste e Capodistria. Celebrò
la sua prima messa nel Duomo di Pirano il 3
gennaio 1937.
Il suo ministero pastorale si svolse prima
come cooperatore a Pirano per quattro mesi, poi dal 1936 al 1939, nella Parrocchia di
Cittanova d’Istria, Il 1 luglio 1939 fu nominato Parroco di Villa Gardossi. Qui il Servo
di Dio si impegnò, con tutte le sue forze e il
suo entusiasmo, a edificare un’autentica comunità cristiana, pervasa dallo Spirito del
Signore.
Nei dieci anni del suo sacerdozio estese
il suo impegno pastorale ad una popolazione di circa 1300 abitanti, distribuiti in piccole frazioni e casolari, in un vasto territorio collinare. Furono anni intensi segnati
dalla seconda guerra mondiale (l’insurrezione popolare nel 1943, la guerriglia fra
partigiani del movimento popolare di liberazione slavo “Osvobodilna Fronta”, forze
armate repubblicane e tedesche, rastrellamenti, combattimenti incendi, deportazioni) e dal dopoguerra (occupazione jugoslava, intensa persecuzione religiosa, intimidazioni interrogatori, arresti, deportazioni,
esili, uccisioni).
Impegni in Azione Cattolica
Nella formazione cristiana ed umana del
Servo di Dio non poca parte ebbe
l’esperienza vissuta in Azione Cattolica. A
Pirano d’Istria, presso la sua Parrocchia di
450
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
origine, frequentò con entusiasmo gli incontri di catechesi per gli Aspiranti di Azione Cattolica, tenuti da Mons. Fortunato Fornasaro, “fiero del distintivo dell’A.C.I.”
(POSITIO, Summarium, pag. 22).
Una volta divenuto sacerdote, si avvalse
della proposta associativa dell’Azione Cattolica per favorire nel laicato cattolico, soprattutto nei giovani, un’autentica formazione cristiana. Fondò le sezioni di Azione
Cattolica sia a Cittanova d’Istria nel 1936,
che nella parrocchia successivamente affidatagli di Villa Gardossi, a partire dal 1939.
Offrì ai membri dell’associazione una
formazione seria, esigente e profonda, indicando con efficacia ed autorevolezza, con la
parola e con l’esempio, gli alti ideali di
“preghiera, azione, sacrificio”, come testimoniano i numerosi appunti per Esercizi
spirituali alle Giovani di Azione Cattolica e
varie note di predicazione.
Una esplicita testimonianza, rilasciata
dal maestro Aurelio Bortuzzo ci informa
che “per via dell’Azione Cattolica, di cui
era fervido ed appassionato sostenitore, i
comunisti non lo potevano vedere” (POSITIO, Informatio, pag. 109).
Nel suo quaderno di memorie segrete in
data 3 marzo 1946 il Servo di Dio annottava “Gioia grande e commozione! Finalmente ho potuto consegnare i distintivi alle
Giovani di Azione Cattolica! Tempi gloriosi questi nei quali è necessario lottare anche
per l’idea. Tempi pericolosi nel senso che la
morte può essere ad ogni piè sospinto. Ma
la parola di Cristo non falla: “Non praevalebunt” (POSITIO, Informatio, pag 109).
Cause e circostanze del martirio
Anche don Bonifacio, come tanti preti
istriani, fu fatto oggetto di sinistre attenzioni e di minacciosi segnali diretti ad intimidirlo, da parte delle autorità slavo-titine e
dei loro fiancheggiatori. Infatti il suo operato, benché trasparentemente “super partes”
nelle contese etnico nazionali, fu giudicato
pericoloso per i suoi rapporti con il Vescovo
di Trieste e per il suo ascendente sulla popolazione giovanile, verso la quale si rivolgeva l’indottrinamento del regime ateo.
Nel pomeriggio dell’11 settembre 1946,
mentre tornava a Villa Gardossi dalla parrocchia di Grisignana (dove si era confessato con don Giuseppe Rocco), fu fermato
dalla “Difesa popolare (OZNA-Comunisti
di Tito) e fatto “sparire” probabilmente in
una “foiba”. I familiari, preoccupati per il
suo mancato rientro, iniziarono immediatamente le ricerche, continuandole nei giorni
e nei mesi successivi, ma senza esito. Le risposte delle varie autorità interpellate furono evasive, reticenti, talvolta minacciose.
Solo nel 1970 un probabile testimone
oculare e coprotagonista dei fatti ricostruì
con sufficiente veridicità e attendibilità le
ultime ore del Servo di Dio. Tre attivisti slavo comunisti, di cui almeno uno militare o
guardia popolare, fermano e arrestano don
Bonifacio in una stradina di campagna fra
Grisignana e Villa Gardossi. Lo denudano,
lo insultano, lo percuotono a sangue, gli
spaccano il cranio con una pietra, lo uccidono tagliandogli la gola e alla fine fanno
sparire il cadavere, gettandolo probabilmente in una foiba, forse quella di Martines.
Don Francesco Bonifacio affronta la situazione con calma, si oppone alla denudazione, chiede perdono a Dio per le sue colpe e
per quelle dei suoi persecutori, offre la fronte a chi vuole colpirlo, ferito e sanguinante,
pronuncia ancora parole incomprensibili, fa
cenno di farsi la croce e muore. (POSITIO,
Summarium, pag.133-135).
Il giovane Parroco coronava così, con la
gloria del martirio accolto come un singolare dono di Dio, il suo intenso ministero di
carità.
La fama del Martirio del Servo di Dio
L’eventualità di morire “martire” fu
sempre considerata possibile dal nostro
Servo di Dio, a motivo del suo intrepido ministero a difesa della giustizia e della verità.
Nel 1944 scrive: “Gesù domanda anche il
sangue e la vita”. E nello stesso anno annota nel suo Diario: “Prepararci anche, se occorre, al martirio se sarà necessario” e “Siamo in tempi eroici, siamo eroici per essere
santi fino, se occorre, al martirio”. E alla vigilia del suo sacrificio protesta: “Chi non ha
il coraggio di morire per la propria fede è
indegno di professarla” (1946).
E POSTULATIONE GENERALI
Le testimonianze sulla “fama del
martirio” del nostro Servo di Dio sono numerose e convincenti. Mons. Luigi Parentin
affermò: “Don Francesco Bonifacio è un
autentico martire, ucciso, vittima di odio efferato, per la fede”. Mons. Giuseppe Rocco
attesta: “Rimasto a Villa Gardossi per il suo
profondo senso di fedeltà a Dio e alla Chiesa, don Francesco è ucciso esclusivamente
per il fatto di essere sacerdote”. Il Vescovo
di Trieste, Mons. Antonio Santin, ribadisce
che l’uccisione del Parroco di Villa Gardossi è “un martirio autentico in odium Fidei”.
Un sacerdote santo, don Francesco, che Dio
volle suo testimone e che seppe condividere con Cristo la gloria della Croce!
Storia della Causa
Questa Causa ha avuto un “iter” piuttosto accidentato, a motivo della situazione
politica creatasi in Istria all’indomani dell’ultimo conflitto mondiale.
Avviata nel 1957 dal1’allora Vescovo di
Trieste, Mons. Antonio Santin, in virtù di un
Rescritto della allora S. Congregazione dei
Riti del 21 febbraio 1957 (Prot. T. 12/957),
subì una battuta d’arresto, a seguito di una
decisione del Congresso della Congregazione delle Cause dei Santi del 13 giugno
1972 (Prot. N. 1211-1/972).
Fu ripresa nel 1997 dopo aver ottenuto il
“Nulla Osta” accordato dalla Congregazione delle Cause dei Santi il 26 maggio 1997.
L’Inchiesta diocesana di Trieste si è
svolta in 81 Sessioni e si è conclusa il 22
marzo 1998. Con le testimonianze rese da 9
Testinoni (5 Laici e 4 Religiosi), il Tribunale acquisì agli Atti processuali anche 55 Dichiarazioni rese sotto giuramento negli anni che vanno dal 1956 al 1974.
Il 29 ottobre 1997 anche la Commissione Storica presentò un notevole materiale,
raccolto in numerosi Archivi debitamente
elencati.
Consegnati gli Atti alla Congregazione
delle Cause dei Santi e ottenuto il Decreto
di validità in data 27 novembre 1998, sotto
la guida del Rev. P. Ambrogio Eszer, O.P.
Relatore della Causa e con la collaborazione di Mons. Ettore Malnati, la Postulazione
ha provveduto a stendere la “Positio super
451
martyrio et fama martyrii”, consegnata nel
novembre 2002.
L’8 gennaio 2008 si è svolto il Congresso dei Consultori teologi.
Il 4 marzo 2008 si è celebrata la Congregazione Ordinaria dei padri Cardinali e Vescovi, essendo Ponente della Causa
S.Ecc.za Mons Lino Fumagalli, Vescovo di
Sabina-Poggio Mirteto.
Il Santo Padre Benedetto XVI il 3 luglio
2008, nella festa dell’Apostolo S.Tommaso, ha autorizzato la Congregazione delle
Cause dei Santi a promulgare il Decreto di
riconoscimento del martirio del Servo di
Dio.
2. Canonizzazione di Maria Bernarda
(Verena) Bütler e di Alfonsa dell’Immacolata Concezione (Anna Muttathupadathu)
Roma, Piazza San Pietro, 12 ottobre 2008
1. Note di cronaca
Non capita certamente tutti i giorni che,
nel corso della stessa cerimonia di canonizzazione, il Papa canonizzi due o più Beati
presentati dalla stessa Postulazione. Questa
gioia è toccata più volte alla nostra Postulazione Generale. Ne fece l’esperienza, nel
1970, il compianto P. Antonio Cairoli, con
la canonizzazione dei Beati Nicola Tavelić
e III Soci Martiri OFM. Ne è stato fortunato beneficiario, nell’anno 2000, il sottoscritto con la canonizzazione di ben trenta
Martiri in Cina, canonizzati dal Servo di
Dio Giovanni Paolo II insieme ad altri 90
Beati Martiri, appartenenti a diocesi o Famiglie religiose diverse.
È una gioia che si è ripetuta ancora una
volta, il 12 ottobre 2008, con la Canonizzazione di due Beate “francescane”: la Beata
M. Bernarda Bütler, di origine svizzera ma
vissuta prima in Ecuador e poi fino alla
morte in Colombia, e la Beata Alfonsa dell’
Immacolata, la prima santa indiana in assoluto, nel corso della solenne Liturgia presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI che
ha decretato i supremi onori anche a un
Beato napoletano, Gaetano Errico, e ad una
452
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Beata ecuadoriana, Narcisa di Gesù.
La lunga premessa vuole essere unicamente un ricordo del lieto e attesissimo
evento che ha visto intorno al Papa, in una
giornata di sole, una piazza affollatissima,
che partecipava esultante alla solenne Liturgia a cui erano presenti anche 19 Cardinali e circa 400 vescovi, molti dei quali presenti a Roma per la celebrazione della XII
Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi. Numerosi i compatrioti dei nuovi Santi,
tra i quali si segnalano gli Indiani convenuti in numero di circa ottomila dall’India e
dai vari Paesi europei. Presenti moltissimi
consacrati con i loro Superiori generali, tra
i quali è doveroso segnalare il nostro Ministro Generale, Fr. José Rodríguez Carballo
e il Definitore per l’America Latina Fr. Luis
Cabrera, i quali hanno preso parte anche alla concelebrazione eucaristica insieme ad
altri 38 concelebranti in massima parte Cardinali e Vescovi. La Liturgia, come di consueto, è stata partecipata con entusiasmo e
compostezza, anche grazie al prezioso aiuto offerto dal “libretto” curato dall’Ufficio
delle Celebrazioni papali e stampato in ben
24.000 copie.
Il Santo Padre ha raggiunto l’altare posto
alla sommità del sagrato della Basilica di S.
Pietro, insieme ai Concelebranti ed ai Ministranti, partendo in processione dal braccio
di Carlo Magno. Dopo i riti di introduzione,
il Prefetto della Congregazione delle Cause
dei Santi, Mons. Angelo Amato, (che per la
prima volta da quando è stato nominato alla guida del Dicastero, il 27 giugno 2008,
perorava la grazia della canonizzazione),
accompagnato dai Postulatori, ha rivolto al
Santo Padre la supplica di procedere al solenne inserimento dei nomi dei quattro Beati nel “canone” della santità universale.
Cantate le Litanie dei Santi e invocato
l’aiuto dello Spirito Consolatore, Benedetto XVI ha pronunziato la solenne Formula,
ascoltata in piedi da tutta l’Assemblea, che
è poi esplosa in un fragoroso e prolungato
battimano di adesione incondizionata alla
decisione pontificia, mentre l’organo suonava esultante e gli sguardi si levavano
commossi a contemplare i volti sereni dei
nuovi quattro Santi raffigurati sugli arazzi
esposti sin dal giorno precedente sulle logge della facciata della basilica vaticana.
Ha fatto seguito la processione con le
Reliquie dei nuovi Santi, poste in venerazione preso l’altare. I reliquiari erano recati
dai singoli sanati per intercessione dei novelli Santi, la cui guarigione è stata dichiarata scientificamente inspiegabile e vero
miracolo.
Gli studenti francescani di Frascati hanno prestato il servizio liturgico, insieme a
ministranti delle altre Cause, edificando tutti per la precisione e l’eleganza con cui hanno svolto il loro compito. Le Suore delle
due Congregazioni francescane interessate
(le Clarisse Francescane e le Francescane
Missionarie di Maria Ausiliatrice) hanno
svolto i1 ministero di Lettrici (Introduzione
e Liturgia della Parola) nonché di Offerenti. Ad alcune Suore dei due Istituti è toccata
poi la sorte di ricevere l’Eucaristia dalle
mani del Santo Padre.
La celebrazione di domenica 12 ottobre
era stata fatta precedere da distinte “Veglie
di preghiera” nel pomeriggio di sabato 11
ottobre e sono state coronate da partecipate
e gioiose “Liturgie di ringraziamento” nella
Basilica del Laterano per Santa Alfonsa e
nella Basilica vaticana per S. Maria Bernarda.
I mezzi della comunicazione hanno dato
all’evento notevole rilievo, soprattutto in
considerazione che una delle nuove Sante è,
come si è ricordato, la prima santa fiorita in
quella terra che oggi attraversa un momento difficile, e che speriamo possa superare
anche grazie alla intercessione della piccola Alfonsa, testimone gioiosa della Croce
del Signore!
FR. LUCA M. DE ROSA
2. Omelia del Santo Padre Benedetto XVI
Cari fratelli e sorelle,
quattro nuove figure di Santi vengono
oggi proposte alla venerazione della Chiesa
universale: Gaetano Errico, Maria Bernarda Bütler, Alfonsa dell’Immacolata Concezione e Narcisa di Gesù Martillo Morán. La
liturgia ce le presenta con l’immagine evan-
E POSTULATIONE GENERALI
gelica degli invitati che prendono parte al
banchetto rivestiti dell’abito nuziale. Quella
del banchetto è immagine che troviamo anche nella prima Lettura e in varie altre pagine della Bibbia: è immagine gioiosa perché
il banchetto accompagna una festa di nozze,
l’Alleanza d’amore tra Dio e il suo Popolo.
Verso quest’Alleanza i profeti dell’Antico
Testamento hanno costantemente orientato
l’attesa di Israele. E in un’epoca segnata da
prove di ogni genere, quando le difficoltà rischiavano di scoraggiare il Popolo eletto,
ecco levarsi la parola rassicurante del profeta Isaia: “Preparerà il Signore degli eserciti egli afferma - per tutti i popoli, su questo
monte, un banchetto di grasse vivande … di
vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati” (25,6). Iddio porrà fine alla tristezza e
alla vergogna del suo Popolo, che potrà finalmente vivere felice in comunione con
Lui. Dio non abbandona mai il suo Popolo:
per questo il profeta invita alla gioia: “Ecco
il nostro Dio, in lui abbiamo sperato perché
ci salvasse; … rallegriamoci, esultiamo per
la sua salvezza” (v. 9).
Se la prima Lettura esalta la fedeltà di
Dio alla sua promessa, il Vangelo con la parabola del banchetto nuziale ci fa riflettere
sulla risposta umana. Alcuni invitati della
prima ora hanno rifiutato l’invito, perché attratti da diversi interessi; altri hanno persino
disprezzato l’invito del re provocando un
castigo che s’è abbattuto non solo su di loro,
ma sull’intera città. Il re però non si scoraggia e invia i suoi servi a cercare altri commensali per riempire la sala del suo banchetto. Così il rifiuto dei primi ha come effetto l’estensione dell’invito a tutti, con una
predilezione speciale per i poveri e i diseredati. È quanto è avvenuto nel Mistero pasquale: lo strapotere del male è sconfitto dall’onnipotenza dell’amore di Dio. Il Signore
risorto può ormai invitare tutti al banchetto
della gioia pasquale, fornendo Egli stesso ai
commensali la veste nuziale, simbolo del
dono gratuito della grazia santificante.
Alla generosità di Dio deve però rispondere la libera adesione dell’uomo. È proprio
questo il cammino generoso che hanno percorso anche coloro che oggi veneriamo come santi. Nel battesimo essi hanno ricevuto
453
l’abito nuziale della grazia divina, lo hanno
conservato puro o lo hanno purificato e reso
splendido nel corso della vita mediante i Sacramenti. Ora prendono parte al banchetto
nuziale del Cielo. Della festa finale del Cielo è anticipazione il banchetto dell’Eucaristia, a cui il Signore ci invita ogni giorno e al
quale dobbiamo partecipare con l’abito nuziale della sua grazia. Se capita di sporcare
o addirittura lacerare col peccato questa veste, la bontà di Dio non ci respinge né ci abbandona al nostro destino, ma ci offre con il
sacramento della Riconciliazione la possibilità di ripristinare nella sua integrità l’abito
nuziale necessario per la festa.
[...]
Maria Bernarda Bütler, die in Auw im
Schweizer Kanton Aargau geboren wurde,
hat schon sehr früh die Erfahrung einer tiefen Liebe zum Herrn gemacht. Wie sie sagte, „ist es fast unmöglich, dies anderen zu
erklären, die es selbst nicht so verspürt haben”. Diese Liebe führte Verena Bütler, wie
sie damals hieß, zum Eintritt in das Kapuzinerinnenkloster Maria Hilf in Altstätten, wo
sie mit 21 Jahren ihre Gelübde ablegte. Im
Alter von 40 Jahren empfing sie ihre missionarische Berufung und machte sich auf
den Weg nach Ecuador und dann nach Kolumbien. Aufgrund ihres Lebens und ihres
Einsatzes für ihre Mitmenschen hat sie
mein verehrter Vorgänger Johannes Paul II.
am 29. Oktober 1995 als Selige zur Ehre
der Altäre erhoben.
La Madre María Bernarda, una figura
muy recordada y querida sobre todo en Colombia, entendió a fondo que la fiesta que el
Señor ha preparado para todos los pueblos
está representada de modo muy particular
por la Eucaristía. En ella, el mismo Cristo
nos recibe como amigos y se nos entrega en
la mesa del pan y de la palabra, entrando en
íntima comunión con cada uno. Ésta es la
fuente y el pilar de la espiritualidad de esta
nueva Santa, así como de su impulso misionero que la llevó a dejar su patria natal, Suiza, para abrirse a otros horizontes evangelizadores en Ecuador y Colombia. En las serias adversidades que tuvo que afrontar,
incluido el exilio, llevó impresa en su corazón la exclamación del salmo que hemos
454
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
oído hoy: “Aunque camine por cañadas oscuras, nada temo, porque tú vas conmigo”
(Ps 22, 4). De este modo, dócil a la Palabra
de Dios siguiendo el ejemplo de María, hizo como los criados de que nos habla el relato del Evangelio que hemos escuchado:
fue por doquier proclamando que el Señor
invita a todos a su fiesta. Así hacía partícipes a los demás del amor de Dios al que ella
dedicó con fidelidad y gozo toda su vida.
“He will swallow up death for ever, and
the Lord God will wipe away tears from all
faces” (Is 25:8). These words of the prophet
Isaiah contain the promise which sustained
Alphonsa of the Immaculate Conception
through a life of extreme physical and spiritual suffering. This exceptional woman,
who today is offered to the people of India
as their first canonized saint, was convinced
that her cross was the very means of reaching the heavenly banquet prepared for her
by the Father. By accepting the invitation to
the wedding feast, and by adorning herself
with the garment of God’s grace through
prayer and penance, she conformed her life
to Christ’s and now delights in the “rich fare
and choice wines” of the heavenly kingdom
(cf. Is 25:6). She wrote, “I consider a day
without suffering as a day lost”. May we
imitate her in shouldering our own crosses
so as to join her one day in paradise.
[...]
Cari fratelli e sorelle, rendiamo grazie al
Signore per il dono della santità, che quest’oggi rifulge nella Chiesa con singolare
bellezza. Gesù invita ciascuno di noi a seguirlo, come questi Santi, nel cammino della croce, per avere poi in eredità la vita eterna di cui Egli morendo ci ha fatto dono. I loro esempi ci siano di incoraggiamento; gli
insegnamenti ci orientino e confortino;
l’intercessione ci sostenga nelle fatiche del
quotidiano, perché anche noi possiamo
giungere un giorno a condividere con loro e
con tutti i santi la gioia dell’eterno banchetto nella Gerusalemme celeste. Ci ottenga
questa grazia soprattutto Maria, la Regina
dei Santi, che in questo mese di ottobre veneriamo con particolare devozione. Amen.
BENEDETTO XVI
3. Biografia di Maria Bernada (Verena)
Bütler (1848-1924)
María Bernarda (Verena Bütler) nació en
Auw, en el Cantón de Argovia, Suiza, el 28
de mayo de 1848 y fue bautizada el mismo
día de su nacimiento. Era la cuarta hija de
Enrico y de Caterina Bütler, modestos campesinos y cristianos ejemplares, que educaron los ocho hijos nacidos de su matrimonio
en el amor a Dios y al prójimo.
Dotada de una excelente salud, Verena
creció alegre, inteligente, generosa y amante de la naturaleza. A los siete años comenzó a frecuentar la escuela. El fervor y el empeño con el que, el 16 de abril de 1860, se
acercó a la Primera Comunión permanecieron constantes en ella a lo largo de toda su
vida. La devoción a la Eucaristía formará,
efectivamente, el fundamento de su espiritualidad.
A la edad de 14 años, terminados los estudios elementales, Verena se dedicó al trabajo agrícola, experimentando también el
afecto por un digno joven del cual se enamoró. Sintiendo la llamada de Dios supo
desprenderse de este compromiso para entregarse completamente a su Señor. En este
período de su vida se le concedió la gracia
de gozar sensiblemente de la presencia de
Dios, sintiéndolo muy cercano. Ella misma
afirma: «Explicar este estado del alma a
quien no ha experimentado jamás algo semejante, es extremadamente difícil, si no es
que imposible». Y además: «El Espíritu
Santo me enseñó a adorar, alabar, bendecir
y dar gracias a Jesús en el tabernáculo, en
todo momento, en medio de las labores y en
la realidad cotidiana de la vida».
Atraída del amor de Dios, a los 18 años
entró como postulante en un convento de la
región. Comprobado que no era aquél el lugar donde el Señor la llamaba, Verena regresó pronto al seno familiar. El trabajo, la
oración, el apostolado en la parroquia, mantuvieron vivo en ella el deseo de la vida
consagrada. El 12 de noviembre de 1867,
por sugerencia de su párroco, Verena entró
en el Monasterio franciscano de María Auxiliadora en Altstätten. El 4 de mayo de
1868 vistió el hábito franciscano, tomando
E POSTULATIONE GENERALI
el nombre de Sor María Bernarda del Sagrado Corazón de María, y, el 4 de octubre
de 1869 emitió la Profesión religiosa, con el
firme propósito de servir al Señor hasta la
muerte, en la vida contemplativa.
Pronto fue electa Maestra de novicias y
por tres veces Superiora de la Comunidad,
desempeñando este servicio fraterno por
nueve años consecutivos. Su celo y su amor
por el Reino de Dios la habían preparado
para iniciar una nueva experiencia misionera. Por tanto, acogió de buen grado la invitación de Mons. Pietro Schumacher, obispo
de Puertoviejo, en Ecuador, quien le pidió
venir a su diócesis, planteándole la precaria
situación de su gente. María Bernarda reconoció en esa invitación la clara voluntad de
Dios que la llamaba a ser anunciadora del
Evangelio en aquella tierra lejana.
Superadas las iniciales resistencias del
obispo de San Gallo y después de haber obtenido un regular indulto pontificio, el 19 de
junio de 1888 Sor María Bernarda y seis
Compañeras dejaron el monasterio de
Altstätten y partieron para el Ecuador. Solamente la luz de la fe y el celo por el anuncio
del Evangelio sostuvieron a la Beata y a sus
Compañeras en la difícil separación del amado monasterio y de las Hermanas. En su interior María Bernarda pensaba en el tener
que dar vida a una fundación misionera dependiente del monasterio suizo. A su vez, el
Señor la hacía fundadora de una nueva Congregación religiosa, la de las Hermanas Franciscanas Misioneras de María Auxiliadora.
Recibidas paternalmente por el Obispo,
éste encomendó a María Bernarda la Comunidad de Chone que presentaba un espectáculo desolador, por la falta casi absoluta de sacerdotes, la escasa práctica religiosa y por la difundida inmoralidad. María
Bernarda se hizo «toda para todos», poniendo como fundamento de su acción misionera la oración, la pobreza, la fidelidad a
la Iglesia y el ejercicio constante de las
obras de misericordia. Junto con sus hijas,
comenzó un intenso apostolado entre las familias, profundizando en el conocimiento
de la lengua y de la cultura del pueblo. No
tardaron en madurar los primeros frutos. La
vida cristiana de aquella población volvió a
455
florecer como por encanto. También la nueva Congregación franciscana creció en número y se fundaron las dos Casa filiales de
Santa Ana y de Canoa. Pero, también, pronto la obra misionera de la Madre Bernarda
fue marcada por el misterio de la Cruz. Fueron muchos los sufrimientos a los que ella y
sus hijas se vieron sometidas: la pobreza absoluta, el clima tórrido, incertidumbres y dificultades de todo tipo, riesgos para la salud
y la misma seguridad de vida, incomprensiones de parte de la autoridad eclesiástica
y, la separación de algunas Hermanas de la
Comunidad, constituidas después en una
Congregación autónoma (las Franciscanas
de la Inmaculada: Beata Caridad Brader).
María Bernarda soportó todo con heroica
entereza, en silencio, sin defenderse y sin
alimentar resentimientos en la confrontación con alguno, perdonando de corazón y
orando por aquellos que la hacían sufrir.
Como si no fueran suficientes todas estas pruebas, en 1895, una violenta persecución por parte de fuerzas hostiles a la Iglesia
obligó a Sor María Bernarda y sus Hermanas a escapar del Ecuador. Sin saber a dónde ir, con 14 Hermanas se dirigió a Bahía,
de donde prosiguió para Colombia. El grupo estaba aún buscando, cuando recibió la
invitación de Mons. Eugenio Biffi para trabajar en su diócesis de Cartagena. Y, así, el
2 de agosto de 1895, fiesta de la Porciúncula de Asís, la Fundadora y sus Hermanas
exiliadas del Ecuador, arribaron a Cartagena, recibidas paternalmente por el Obispo.
Encontraron alojamiento en un ala del hospital femenino, llamado comúnmente
«Obra Pía». El Señor las había conducido a
aquel asilo, donde la Madre Bernarda permanecerá hasta el término de su vida. Después de la casa de Cartagena, se llevaron a
cabo otras fundaciones no sólo en Colombia sino en Austria y en Brasil.
Con un amor compasivo, de auténtica
franciscana, estaba encargada de socorrer
las necesidades espirituales de los pobres
que ella consideró siempre sus predilectos.
Decía a las Hermanas: «Abran sus casas
para ayudar a los pobres y a los marginados. Prefieran el cuidado de los indigentes
a cualquier otra actividad».
456
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
La Madre guió su Congregación por espacio de treinta años. También después de
haber renunciado al oficio de Superiora General, continuó animando, con sentimientos
de verdadera humildad, a sus queridas Hermanas, sobre todo con el ejemplo de su vida, sus palabras y sus escritos.
Presa de punzantes dolores hipogástricos, el 19 de mayo de 1924, en la «Obra
Pía» de Cartagena, llorada por sus Hijas,
amada y venerada de todos como auténtica
santa, María Bernarda se durmió serenamente en el Señor. Contaba con 76 años de
edad, 56 de vida consagrada y 38 de misionera. La noticia de su muerte se difundió rápidamente. El párroco de la catedral de Cartagena anunció el tránsito diciendo a sus
fieles: «¡Esta mañana, en esta ciudad, ha
muerto una Santa: la reverenda Madre Bernarda!» Su tumba fue pronto meta de peregrinaciones y lugar de oración.
El celo apostólico y el ardor de la caridad
de la Madre María Bernarda reviven hoy en
la Iglesia, particularmente a través de la
Congregación fundada por ella y actualmente presente en varios
países de tres Continentes. La Beata puede ser señalada como auténtico modelo de
«inculturación» de la que la Iglesia ha subrayado la urgencia para un eficaz anuncio
del Evangelio (cfr. Redemptoris missio, n.
52). Ella encarnó perfectamente en su vida
el lema programático: «Mi guía, mi estrella, es el Evangelio».
Durante su vida, encontró apoyo y consuelo solamente en Dios. Cuando abandonó
su patria, a donde no habría de regresar jamás, y cuando dejó su querido monasterio
de Altstätten y durante su incansable actividad apostólica, ella siempre estuvo sostenida por una sólida espiritualidad, de la oración incesante, la caridad heroica hacia
Dios y hacia el prójimo, de una fe fuerte como la roca, una confianza ilimitada en la
Providencia de Dios, una fuerza y humildad
evangélica y de una fidelidad radical a los
compromisos de su vida consagrada. De la
contemplación del misterio de la Santísima
Trinidad, de la Eucaristía y de la Pasión del
Señor, obtuvo el don de aquella misericordia que practicó con todos y que dejó como
particular carisma a su Congregación. Devotísima de la Virgen Madre del Señor, quiso que su Congregación tuviese a la Auxiliadora como Madre, Protectora y Modelo
de vida en el seguimiento de Cristo y en su
actividad misionera. Como franciscana,
cultivó la misma veneración que San Francisco de Asís alimentó por la «Santa Madre
Iglesia» por sus pastores y sacerdotes, que
ella llamaba « los ungidos del Señor».
La Beata permanece como un admirable
ejemplo de mujer bíblica: fuerte, prudente,
mística, maestra espiritual, insignia misionera. Ella ha dejado a la Iglesia un testimonio maravilloso de entrega a la causa del
Evangelio, enseñando a todos, sobre todo
hoy, que es posible unir la contemplación a
la acción, vida con Dios y servicio a los hermanos, llevando a Dios a los hombres y a
los hombres a Dios.
El 29 de octubre de 1995, el Siervo de
Dios Papa Juan Pablo II le confirió el título
y los honores de los Beatos. El 12 de octubre de 2008, el Santo Padre Benedicto XVI
la inscribe en el Catálogo de los Santos.
4. Biography of Alphonsa of the Immaculate Conception (1910-1946)
Blessed Alphonsa of the Immaculate
Conception was born in Kudamalur, the Arpookara region, in the diocese of
Changanacherry, India, on the 19th of August 1910, of the ancient and noble family
of Muttathupadathu.
From her birth, the life of the Blessed
was marked by the cross, which would be
progressively revealed to her as the royal
way to conform herself to Christ. Her mother, Maria Puthukari, gave birth to her prematurely, in her eight month of pregnancy,
as a result of a fright she received when,
during the sleep, a snake wrapped itself
around her waist. Eight days later, the 28 of
August, the child was baptised according to
the Syro-Malabar rite by the Fr. Joseph
Chackalayil, and she received the name Annakutty, a diminutive of Anne. She was the
last of five children.
Her mother died three months later. Annakutty passed her early infancy in the
E POSTULATIONE GENERALI
home of her grandparents in Elumparambil.
There she lived a particularly happy time
because of her human and Christian formation, during which the first seeds of a vocation flowered. Her grand-mother, a pious
and charitable woman, communicated the
joy of the faith, love for prayer and a surge
of charity towards the poor to her. At five
years of age the child already knew how to
lead, with a totally childish enthusiasm, the
evening prayer of the family gathered, in
accordance with the Syro-Malabar custom,
in the “prayer room”.
Annakutty received the Eucharistic
bread for the first time on the 11 of November 1917. She used to say to her friends:
“Do you know why I am so particularly
happy today? It is because I have Jesus in
my heart!“. In a letter to her spiritual father,
on the 30 of November 1943, she confided
the following: “Already from the age of seven I was no longer mine. I was totally dedicated to my divine Spouse. Your reverence
knows it well“.
In the same year of 1917 she began to attend the elementary school of Thonnankuzhy, where she also established a sincere friendship with the Hindu children.
When the first school cycle ended in 1920,
the time had come to transfer to Muttuchira,
to the house of her aunt Anna Murickal, to
whom her mother, before she died, had entrusted her as her adoptive mother.
Her aunt was a severe and demanding
woman, at times despotic and violent in demanding obedience from Annakutty in her
every minimal disposition or desire. Assiduous in her religious practice, she accompanied her niece, but did not share the young
girl’s friendship with the Carmelites of the
close-by Monastery or her long periods of
prayer at the foot of the altar. She was, in
fact, determined to procure an advantageous marriage for Annakutty, obstructing
the clear signs of her religious vocation.
The virtue of the Blessed was manifested
in accepting this severe and rigid education
as a path of humility and patience for the
love of Christ, and tenaciously resisted the
reiterated attempts at engagement to which
the aunt tried to oblige her. Annakutty, in or-
457
der to get out from under a commitment to
marriage, reached the point of voluntarily
causing herself a grave burn by putting her
foot into a heap of burning embers. “My
marriage was arranged when I was thirteen
years old. What had I to do to avoid it? I
prayed all that night... then an idea came
tome. If my body were a little disfigured no
one would want me! ... O, how I suffered! I
offered all for my great intention“.
The proposal to defile her singular beauty did not fully succeed in freeing her from
the attentions of suitors. During the following years the Blessed had to defend her vocation, even during the year of probation
when an attempt to give her in marriage,
with the complicity of the Mistress of Formation herself, was made. “O, the vocation
which I received! A gift of my good God!....
God saw the pain of my soul in those days.
God distanced the difficulties and established me in this religious state“.
It was Fr. James Muricken, her confessor, who directed her towards Franciscan
spirituality and put her in contact with the
Congregation of the Franciscan Clarists.
Annakutty entered their college in Bharananganam in the diocese of Palai, to attend seventh class, as an intern student, on
the 24th of May 1927. The following year,
on the 2nd of August 1928, Annakutty began her postulancy, taking the name of
Alphonsa of the Immaculate Conception in
honour of St. Alphonsus Liguori, whose
feast it was that day. She was clothed in the
religious habit on the 19th of May 1930,
during the first pastoral visit made to Bharananganam by the Bishop, Msgr. James
Kalacherry.
The period 1930-1935 was characterised
by grave illness and moral suffering. She
could teach the children in the school at
Vakakkad only during the scholastic year
1932. Then, because of her weakness, she
carried out the duties of assistant-teacher and
catechist in the parish. She was engaged also
as secretary, especially to write official letters because of her beautiful script.
The canonical novitiate was introduced
into the Congregation of the Franciscan
Clarists in 1934. Though wishing to enter
458
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
immediately, the Blessed was only admitted
on the 12th of August 1935 because of her
ill health. About one week after the beginning of her novitiate, she had a haemorrhage from the nose and eyes and a profound organic wasting and purulent wounds
on her legs. The illness deteriorated, to such
a point that the worst was feared.
Heaven came to the rescue of the holy
novice. During a novena to The Servant of
God Fr. Kuriakose Elia Chavara – a
Carmelite who today is a Blessed – she wasmiraculously and instantaneously cured.
Having restarted her novitiate, she wrote
the following proposals in her spiritual diary: “I do not wish to act or speak according to my inclinations. Every time I fail, I
will do penance... I want to be careful never to reject anyone. I will only speak sweet
words to others. I want to control my eyes
with rigour. I will ask pardon of the Lord for
every little failure and I will atone for it
through penance. No matter what my sufferings may be, I will never complain and if
I have to undergo any humiliation, I will
seek refuge in the Sacred Heart of Jesus“.
The 12th of August 1936, the feast of St.
Clare, the day of her perpetual profession,
was a day of inexpressible spiritual joy. She
had realised her desire, guarded for a long
time in her heart and confided to her sister
Elizabeth when she was only 12 years old:
“Jesus is my only Spouse, and none other“.
Jesus, however, wished to lead His
spouse to perfection through a life of suffering. “I made my perpetual profession on
the 12th of August 1936 and came here to
Bharanganam on the following 14th. From
that time, it seems, I was entrusted with a
part of the cross of Christ. There are abundant occasions of suffering... I have a great
desire to suffer with joy. It seems that my
Spouse wishes to fulfil this desire”.
Painful illnesses followed each other: typhoid fever, double pneumonia, and, the
most serious of all, a dramatic nervous
shock, the result of a fright on seeing a thief
during the night of the 18th of October
1940. Her state of psychic incapacity lasted
for about a year, during which she was unable to read or write.
In every situation, Sister Alphonsa always
maintained a great reservation and charitable
attitude towards the Sisters, silently undergoing her sufferings. In 1945 she had a violent outbreak of illness. A tumour, which had
spread throughout her organs, transformed
her final year of life into a continuous agony.
Gastroenteritis and liver problems caused violent convulsions and vomiting up to forty
times a day: “I feel that the Lord has destined
me to be an oblation, a sacrifice of suffering... I consider a day in which I have not
suffered as a day lost to me“.
With this attitude of a victim for the love
of the Lord, happy until the final moment
and with a smile of innocence always on her
lips, Sister Alphonsa quietly and joyfully
brought her earthly journey to a close in the
convent of the Franciscan Clarists at Bharananganam at 12.30 on the 28th July 1946,
leaving behind the memory of a Sister full
of love and a saint.
Alphonsa of the Immaculate Conception
Muttathupadathu was proclaimed Blessed
by Pope John Paul II in Kottayam, India, on
the 8th of February 1986.
With today’s Canonisation, the Church
in India presents its first Saint to the veneration of the faithful of the whole world.
Faithful from every part of the world have
come together in a single act of thanksgiving to God in her name and in a sign of the
great oriental and western traditions, Roman and Malabar, which Sr. Alphonsa lived
and harmonised in her saintly life.
3. Facultas Transumptum Inq. dioec. in
Causa SD Tullii Maruzzo aperiendi
CONGREGAZIONE
DELLE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 2692-3/08
VICARIATUS APOSTOLICUS IZABALEN. Beatificationis seu Declarationis
Martyrii Servorum Dei TULLII MARUZZO
Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum et ALOISII OBDULII ARROYO Christifidelis Laici e Tertio Ordine Sancti Francisci
459
E POSTULATIONE GENERALI
Assisiensis in odium Fidei, uti fertur, interfectorum.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctomm
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Vicariatus Apostolici Izabalensis peractae, super
vita et martyrio necnon fama martyrii et signorum Servorum Dei Tullii Maruzzo, Sacerdotis professi eiusdem Ordinis, et Aloisii Obdulii Arroyo, Christifidelis Laici e
Tertio Ordine Sancti Francisci Assisiensis,
in odium Fidei, uti fertur, interfectorum,
clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit.
Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 28 mensis Augusti A.D.
2008.
† ANGELUS AMATO, S.D.B.
Archiepiscopus tit. Silensis
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. Biccarensis
a Secretis
4. Postulator gratias agit Summo Pontifici pro Canonizationibus
POSTULAZIONE GENERALE
DEI FRATI MINORI
Roma, S. Maria Mediatrice, 13 ottobre 2008.
Beatissimo Padre,
genuflesso ai Suoi piedi e con il cuore
colmo di letizia, vengo con fíliale confídenza a ripeterLe la mia profonda e commossa
gratitudine per aver decretato ieri i supremi
onori degli altari alle Beate Maria Bemarda
Bütler e Alfonsa dell’Immacolata Concezione, figlie ambedue del Serafíco Poverello e testimoni generose del Vangelo della
misericordia.
Con l’umile sottoscritto, esprimono alla
Santità Vostra la loro profonda riconoscenza gli Attori delle due Cause, gli Istituti cioè
nei quali le novelle Sante hanno maturato la
loro vocazione (le Francescane Missionarie
di Maria Ausiliatrice e le Francescane Clarisse del Kerala) nonché l’intera Famiglia
Francescana, consapevole di aver contratto
ora un nuovo debito con la Santitá Vostra
per il dono singolare che le è concesso alla
vigilia dell’VIII Centenario dell’approvazione pontifícia della Forma vitae (12092009) e quindi della sua presenza nella
Chiesa.
A nome di quanti esultano per il dono
delle due nuove Sante, rinnovo a Lei, Padre
amatissimo, la promessa di fedeltà e di adesione sincera al Suo Magistero, promettendoLe la nostra fíliale preghiera perché il
Buon Pastore La conservi a lungo alla guida della sua Chiesa.
Mi benedica, Padre Santo, e con me benedica quanti hanno collaborato alla felice
conclusione delle due Cause, nonché i miei
Collaboratori in questa Postulazione.
Mi professo con gioia della Santità Vostra
dev.mo ed obb.mo fíglio
FR. LUCA M. DE ROSA, OFM
Postulatore Generale
5. Summi Pontificis responsio et benedictio
SEGRETERIA DI STATO
PRIMA SEZIONE - AFFARI GENERALI
Dal Vaticano, 21 Ottobre 2008
Reverendo Padre, con cortese lettera del
13 ottobre corrente, Ella, anche a nome delle Suore Francescane Missionarie di Maria
Ausiliatrice e delle Francescane Clarisse
del Kerala, ha voluto manifestare al Santo
Padre Benedetto XVI sentimenti di profonda riconoscenza per aver decretato la Canonizzazione delle Beate Maria Bernarda Bütler e Alfonsa dell’Immacolata Concezione.
Il Sommo Pontetice desidera esprimere
viva riconoscenza per il filiale gesto di os-
460
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
sequio e di affetto, soprattutto per l’assicurazione di costanti preghiere e, mentre auspica ábbbndanti frutti spirituali per quanti
seguono con generosa dedizione i preziosi
insegnamenti delle Sante religiose, Le invia
di cuore l’implorata Benedizione Apostolica, estendendola ai collaboratori di codesta
Postulazione ed alle menzionate Congregazioni.
Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di religiosa stima
Suo dev.mo nel Signore
____________
Reverendo Padre
Fra Luca M. DE ROSA, OFM
Postulatore Generale
Via S. Maria Mediatrice, 25
00165 ROMA
† FERNANDO FILONI
Sostituto
6. Relator eligitur in Causa SD Antoniae
Lesino
CONGREGAZIONE
DELLE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 1230–8/08
Vaticano, 21 ottobre 2008
Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, in data 10 ottobre 2008, ha affidato al
Rev.mo Relatore P. Cristoforo Bove, OFMConv, la Causa BRIXIEN. della S. di D.
Antonia Lesino, Istituto secolare “Piccola
Famiglia Francescana”.
Pertanto il Postulatore è invitato a presentare allo stesso Relatore il Collaboratore
esterno per lo studio della Causa.
MARCELLO BERTULUCCI
Il Sottosegretario
_____________________
P. Luca M. De Rosa, OFM
Postulatore della Causa
7. Facultas Transumptum super vita et
virtutibus Inq. dioec. in Causa B.
Matthiæ aperiendi
CONGREGAZIONE
DELLE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 2873-2/08
FABRIANEN.-MATHELICEN. Canonizationis Beatae MATTHIAE DE NAZAREIS
Monialis professae Secundi Ordinis Sancti
Francisci.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minomm, ab hac
Congregatione de Causis Sanctomm petit ut
Transumptum Inquisitionis Dioecesanae,
apud Curiam ecclesiasticam FabrianensemMathelicensem peractae, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis et signorum
Beatae Matthiae De Nazareis, Monialis
professae Secundi Ordinis Sancti Francisci,
clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit.
Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 17 mensis Novembris A.D.
2008.
† ANGELUS AMATO, S.D.B.
Archiepiscopus tit. Silensis
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. Biccarensis
a Secretis
8. Facultas Transumptum Inq. dioec. super vita et virtutibus in Causa SD Humilis Soria Pons aperiendi
CONGREGAZIONE
DELLE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 2701-3/08
VALENTINA. Beatificationis et Canonizationis Servi Dei HUMILIS SORIA PONS Laici professi Ordinis Fratrum Minorum.
Revmus P Lucas De Rosa, Postulator
E POSTULATIONE GENERALI
Generalis Ordmis Fratrum Minorum ab hac
Congregatione de Causis Sanctorum petit
ut Transumptum Inquisitionis Dioecesane,
apud Curiam ecclesiasticam Valentinam peractæ, super vita et virtutibus necnon fama
sanctitatis et signorum Servi Dei Humilis
Soria Pons, Laici professi eiusdem Ordinis, clausum sigillisque munitum in actis
eiusdem Congregationis, aperiri possit.
Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus qubuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 17 mensis Novembris A.D.
2008.
† ANGELUS AMATO, S.D.B.
Archiepiscopus tit. Silensis
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. Biccarensis
a Secretis
9. Competentia in Causa SD Oderici
D’Andrea episcopo xinotegano conceditur
CONGREGAZIONE
DELLE CAUSE DEI SANTI
Prot.N. 2487-1/02
XINOTEGANA. Beatifícationis et Canonizationis Servi ODERICI D’ANDREA Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petit ut Inquisitio Dioecesana super vita et
virtutibus necnon fama sanctitatis et signorum Servi Dei Oderici D’Andrea, Sacerdotis professi eiusdem Ordinis, apud Curiam
ecclesiasticam Xinoteganam peragi possit
et non apud Curiam Assisiensem-Nucerinam-Tadinensem prouti olim statutum erat,
atque titulum Causae eiusdem Servi Dei in
posterum sit: XINOTEGANA.
Haec porro Congregatio, attentis pecu-
461
liaribus in supplici libello expositis adiunctis necnon assensu Exc.morum ac
Rev.morum Dominorum D. Dominici Sorrentino, Archiepiscopi Assisiensis-Nucerini-Tadinensis, et D. Henrici Herrera Gutierrez, Episcopi Xinotegani, pro gratia iuxta
preces benigne annuit: servatis de cetero
omnibus aliis de iure servandis. Contrariis
non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 28 mensis Novembris
A.D.2008.
† ANGELUS AMATO, S.D.B.
Archiepiscopus tit. Silensis
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. Biccarensis
a Secretis
10. La M. Agreda, apóstol de la palabra
Dopo la solenne conferma del culto immemorabile reso al nostro Beato Giovanni
Duns Scoto, decretata dal Servo di Dio Giovanni Paolo II il 6 luglio 1991, la Postulazione Generale ha avviato un impegnativo
cammino di studio e di contatti con le competenti Autorità della Curia Romana, nel vivo desiderio di ottenere dalla Chiesa
l’autorizzazione a “riassumere” la Causa di
beatificazione e canonizzazione della Venerabile Serva di Dio Maria di Gesù De Agreda, monaca concezionista francescana, nata
ad Agreda in Spagna il 2 aprile 1602 e morta nella stessa città il 24 maggio 1665, alunna ideale della dottrina di Scoto e celebre
per la sua opera la “Mística Ciudad de
Dios”, la cui Causa, introdotta da Papa Clemente X il 28 gennaio 1673, fu poi sospesa
nel 1887.
Fr. Gaspar Calvo Moralejo, profondo conoscitore della “Mistica” di Agreda e già
Presidente della PAMI, ci guida con lo studio che pubblichiamo di seguito ad approfondire la dottrina della Venerabile concezionista.
La celebración del Sínodo de los Obispos sobre La Palabra de Dios, en el otoño
462
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
de 2008, nos ofrece la oportunidad gozosa
de acercarnos a la Mística Ciudad de Dios
de la Vble. M. María de Jesús de Agreda,
como a una obra en la que la exégesis de esa
Palabra Divina, fruto de la escucha atenta y
reflexiva del sentido que el Espíritu Santo le
manifiesta, es la base sólida que sostiene
sus enseñanzas. Sin la Sagrada Escritura y
la Santa Tradición de la Iglesia, no hubiera
sido posible que su autora la escribiese. Así
lo manifiestan las 3.119 citaciones que, tanto del Antiguo como del Nuevo Testamento
hace la Venerable, y su sometimiento obediente al Magisterio y autoridad de la Iglesia, nuestra Madre y Maestra, en cuanto a la
exégesis se refiere.
En los Libros Sagrados, en los que nuestra fe cristiana se fundamenta, se encuentra
toda la historia de nuestra salvación, centrada en la vida de Cristo Jesús, Señor Nuestro. Dios mismo nos la va revelando y descubriendo poco a poco, según sus designios, a lo largo de los tiempos. Y al
enviarnos al Hijo, su Palabra eterna hecha
hombre en el seno virginal de María, por Él
nos la transmite y bajo el magisterio y enseñanza de su Iglesia, nuestra Madre y Maestra, el Espíritu Santo nos guía e ilumina para llevarnos a su pleno conocimiento. El
Evangelio tiene que conservarse siempre
vivo y entero en la Iglesia como espejo en
el que se contempla (DV 7).
Enseña Sor María de Jesús, que toda la
Escritura se refiere a Cristo Jesús y a su Madre. Y que aunque todos los misterios de
Cristo y su Madre estén revelados en las divinas Escrituras, mas no todos se nos manifiestan igualmente a un mismo tiempo1. Y
lo explica con la comparación siguiente: así
como el dichoso día de la gracia, que amanece con la encarnación del Verbo humanado, tiene su mañana, mediodía y ocaso, como lo dispone la divina Sabiduría cuando
oportunamente conviene, así sucede con los
esplendores del sol, oculto detrás de las nubes; y como para poder contemplarlo, es necesario que la nube se retire, así se necesita
que el Señor descorra con su gracia la cortina de las figuras y metáforas con que se
revelaron muchos sacramentos, para que
nos sea posible conocerlos. Por lo que la di-
vina luz de su Palabra se nos va comunicando como por partes, de un modo progresivo, para su mejor conocimiento. Por ello
el hombre tiene que darle gracias al Señor y
prorrumpir en su admiración y gloria.
En el acto de fe, que Sor María de Jesús
escribe para recitarlo todos los días, afirma:
creo y admito de todo mi corazón la Sagrada
Escritura como divina, santa, admirable, loable y la creo en aquel sentido que la ha tenido y tiene la santa Madre Iglesia, a la cual
pertenece juzgar del sentido verdadero e interpretación2. Por lo que reitera en su obra
la” Mística Ciudad de Dios” que cuanto ella
dice, no tiene valor alguno, si no es conforme con el sentir y enseñanza de la Iglesia.
Al tratar de entender los diversos sentidos
que tiene la Sagrada Escritura: literal, alegórico, moral y anagógico, es decir: literal y espiritual, serán entendidos por nuestra concepcionista conforme al sentir de la Madre
Iglesia en su tiempo. Y se atiene preferentemente a su sentido espiritual: cristológico y
mariano3 que entre ellos resplandece. Porque al misterio de Cristo está unida indisolublemente su Madre. La Escritura es, por eso,
el alma de sus enseñanzas mariológicas.
En ella se manifiesta el misterio de aquella mujer singular, elegida por la Trinidad
Santa, consagrada por la presencia de la
Persona Divina del Verbo en su virginal seno, de quien es verdadera Madre, y del Espíritu Santo. El Señor la dispuso para ser la
Madre del Hijo dándole todas las gracias
que el poder de su Amor divino quiso concederle y que su dignidad de Madre de Dios
requería. Por eso es la Purísima, desde el
primer instante de su ser, preservada inmune de toda mancha de pecado original (LG
59); la llena de gracia, como la saluda el ángel (Lc 1,28); la asociada como Madre a
Cristo Jesús su Hijo y a su obra redentora
(LG 56); la mujer vestida de sol, coronada
de estrellas (Ap 12,1) y Asunta en cuerpo y
alma a los cielos, desde donde intercede por
la Iglesia, de quien es también verdadera
Madre (LG 69), en la comunión de todos
los santos.
Afirma nuestra concepcionista franciscana, que determinó el Altísimo que fuera
esta divina Señora la primera discípula de
E POSTULATIONE GENERALI
su escuela y primogénita de la nueva ley de
gracia, la estampa adecuada de su idea y la
materia dispuesta donde como en cera
blanda se imprimiese el sello de su doctrina
y santidad, para que Hijo y Madre fuesen
las dos tablas verdaderas de la nueva ley
que venía a enseñar al mundo4 Por lo que
sería ella, después de la Ascensión de Cristo a los cielos, maestra consumada y ejemplar vivo de la doctrina de su Maestro5 en
la Iglesia.
Dirá en otro momento sobre esa nueva
ley evangélica, que para poder escribirla
toda en su candidísimo corazón -de Maríala señaló y destinó la beatísima Trinidad
por primogénita y primera discípula del
Verbo humanado, para que formase en ella
como el padrón y ejemplar de la santidad en
la Iglesia6. Sería por ello, la primera cristiana, primogénita de la Redención y primera
discípula de Cristo.
En el Corazón de María, por consiguiente, se encuentra en su plenitud la Palabra del
Evangelio, vivido de corazón y asimilado
por la primera discípula de Cristo y primera
cristiana. Ella guardaba con fervor y contemplaba en su corazón la Palabra y los recuerdos de su Hijo, con inefable amor materno y en reflexión admirable (Lc 2,19.51,)
Por lo que María es la Virgen hecha Iglesia,
en expresión del Seráfico Padre, el Símbolo y tipo de su santidad sin mancha ni arruga (LG 65).
El primer biógrafo de nuestra concepcionista, el P. Ximénez Samaniego, se complace recordando que Sor María de Jesús,
para escribir su Historia divina o Vida de la
Virgen, “Mística Ciudad de Dios”, había recibido del Espíritu Santo gran luz e inteligencia de las Sagradas Escrituras7, que habitualmente la acompañaba para su mejor
conocimiento y poder escribir esa Historia
divina. María las llevaba impresas en su
Corazón, como primera redimida y primera
discípula del Verbo humanado8 .De tal forma que la recitación del oficio monástico
por Sor María y la lectio divina, que con
frecuencia realiza de los libros santos, con
atención y cariño devoto, le daba un sorprendente conocimiento de sus enseñanzas,
como en ocasiones diversas comprobaron
463
sus superiores, y como puede verse en la
exégesis que hace en sus escritos. Por lo que
era la Sagrada Escritura para ella la fuente
principal de su inspiración. Profundizando
en el conocimiento del misterio del Hijo llegaba a un mejor conocimiento y comprensión de la excelencia y singularidad de la
Madre.
La exégesis cristológico mariana que hace la contemplativa agredana, es, sin duda,
una verdadera exégesis “in Spiritu”, una
gracia particular de interpretación, que el
Espíritu Santo le concede, ya que la Sagrada Escritura ha de leerse e interpretarse con
el mismo Espíritu con que fue escrita por el
hagiógrafo, con la gracia del Espíritu (DV
12)9. Y de tal forma la interpreta, que llegó
a una participación de la inspiración bíblica “in María et in Spiritu Sancto” que no se
conoce en los cánones tradicionales ni de
la hermenéutica bíblica, ni de los tratadistas de los lugares teológicos a que estamos
acostumbrados en el pensamiento de la teología tradicional10, se ha dicho.
Todas estas enseñanzas de la Palabra de
Dios, que Sor María de Jesús nos transmite
en su exégesis a lo largo de su obra, son fruto de la contemplación reverente de esa Palabra que, como la Virgen Madre, sor. María
de Jesús contempla fervorosa por la gracia
del Espíritu Santo. Ella, con su luz, encontró esa enseñanza en las Escrituras Santas.
Ella las transmitió con la galanura del estilo
barroco, característico de su siglo, del que
es la figura mística más representativa. Ella
fue, por eso, verdadero apóstol y pregonera
de la Palabra de Dios en su Mística Ciudad
de Dios, Historia divina y Vida de la Virgen.
GASPAR CALVO MORALEJO, OFM
Vice Postulador de la Causa
1
2
3
M. MARIA DE JESUS DE AGREDA. Mística Ciudad de Dios, Vida de María. Introducción, Notas y
Edición, C. SOLAGUREN, Madrid 1970, reeditada
en 1980 y 1992, n.1516, p.1098.
M. MARIA DE JESUS DE AGREDA. Leyes de la
esposa, Conceptos y suspiros del corazón, Barcelona
1920, p. 499.
TOMÁS OTERO LÁZARO, La Inmaculada y la interpretación de la Escritura en la Mística Ciudad de
464
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Dios, en “Monografías Universitarias” n.19, Soria
2006, pp.45-60; cita p.50.
4 AGREDA, MISTICA CIUDAD DE DIOS, n .714,
p.672.
5 AGREDA, MISTICA CIUDAD DE DIOS, n. 713,
p.672; véase: CALVO GASPAR, María, primera discípula de Cristo, Madre y Maestra de la Iglesia en
la M. Agreda, en: La M. Agreda, Una mujer del siglo
XXI, Monografías Universitarias, n.15, Soria 2000,
pp. 243-261.
6 AGREDA MISTICA CIUDAD DE DIOS, n. 730, p.
680.
7 JOSÉ XIMÉNEZ DE SAMANIEGO, Vida de Sor
María de Agreda, en la obra de CARLOS SECO SERRANO Cartas de Sor María de Jesús de Agreda y de
Felipe IV, en BAE, t. 109, Madrid 1958, p. 322.
8 AGREDA. MISTICA CIUDAD DE DIOS, n.730, p.
680.
9 Sobre la exégesis “in Spiritu” remito a ANTONIO
ARTOLA, CP. La Vble M. Agreda y la hermenéutica
in Spiritu de su Mística Ciudad de Dios, en la M. Agreda, Una mujer del siglo XXI, pp. 189-214; LUIS DIEZ
MERINO; Empleo de la Biblia en la “Mistica Ciudad
de Dios” de Sor María de Agreda, en Estudios Marianos, 69 (2003) pp. 81-110; TOMÁS OTERO LÁZARO, La interpretación de la Escritura en la Mística
Ciudad de Dios de Sor María de Jesús de Agreda, en
Burgense, 44 (2003) 321-346; IDEM , La Inmaculada
y la interpretación de la Escritura en la Mística Ciudad
de Dios, en Monografías Universitarias, 19, Soria
2006, pp. 45-60.
10 DIEZ MERINO, L. Empleo de la Biblia en la Mística
Ciudad de Dios, p.107.
11. Notitiae particulares
1. Promulgatio Decreti super virtutibus
Come è ricordato ampiamente in questo
stesso fascicolo di Acta Ordinis, il 3 luglio
2008 il Santo Padre Benedetto XVI, a conclusione dell’intenso iter processuale, autorizzò la promulgazione del Decreto sulla
eroicità delle virtù del Servo di Dio BERNARDINO DA PORTOGRUARO (1822-1895),
Ministro generale OFM dal 1869 al 1889 e
poi Arcivescovo titolare di Sardica, attribuendogli il titolo di “Venerabile”.
2. Congregatio Ordinaria super virtutibus
Il 21 ottobre 2008, radunati in Congregazione Ordinaria, i Padri Cardinali e Vescovi
membri della Congregazione delle Cause
dei Santi, ascoltata la relazione del Ponente
della Causa, Sua Eccellenza Mons. Pier Giacomo De Nicolò, Arcivescovo tit. di Martana e Nunzio Apostolico, espressero il loro
unanime giudizio favorevole sull’eroicità
delle virtù praticate dalla Serva di Dio MARIA CHIARA SERAFINA FAROLFI (1855-1917),
Fondatrice delle Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento.
3. Gongressus Peculiares super virtutibus
Nei giorni 7-28 novembre dell’anno
2008, i Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, radunati in
Congresso Peculiare sotto la presidenza del
Rev.mo Promotore Generale della Fede,
esaminarono con unanime voto favorevole
le virtù eroiche del Beato GIACOMO DA BITETTO, religioso professo OFM, nato a Zara
nel 1400 c. e morto a Bitetto nel 1495, il cui
culto immemorabile fu confermato il 29 dicembre 1700 da Papa Clemente X, e
1’eroicità delle virtù praticate dal Servo di
Dio FRANCESCO ANTONIO MARCUCCI, Vescovo di Ripatransone e poi Vicegerente di
Roma, Terziario francescano, nato ad Ascoli Piceno nel 1717 e morto nella stessa città
nel 1798, Fondatore delle Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione.
4. Sessio Peritorum Medicorum super adserta mira sanatione
Il 18 dicembre 2008, i Consultori Medici della Congregazione delle Cause dei Santi, radunati in Congresso sotto la presidenza del Prof. Patrizio Polisca, esaminarono
con la dovuta ponderazione la presunta guarigione miracolosa del bambino Silvio
Cuizza, attribuita all’intercessione del Venerabile Servo di Dio FRANCESCO PALEARI,
sacerdote dell’Istituto “Cottolengo” di Torino (1863-1939), le cui virtù eroiche furono approvate da Papa Giovanni Paolo II il 6
aprile 1998.
5. Conclusio Inquisitionum ab episcois peractarum
– Il 15 luglio 2008, presso la Curia ecclesiastica del Vicariato Apostolico di Iza-
E POSTULATIONE GENERALI
bal in Guatemala, si è conclusa
l’Inchiesta diocesana “super martyrio”
dei Servi di Dio TULLIO MARUZZO, religioso professo OFM, nato a Lapio, frazione di Arcugnano (Vicenza), in Italia
nel 1929, e LUIGI OBDULIO ARROYO, Fedele laico dell’Ordine Francescano Secolare, nato a Quiriguá nel 1950, ed uccisi, come si crede, in odium Fidei, nel
1981 a Los Arnates.
– Il 15 ottobre 2008, a Matelica in Italia,
l’Ordinario diocesano ha dichiarato conclusa l’Inchiesta diocesana “super virtutibus” della Beata MATTIA DE NAZAREI,
monaca professa del II Ordine di S.
Francesco (Clarisse), nata a Matelica nel
1253 e morta nel 1319, il cui culto immemorabile fu confermato da Papa Clemente XIII il 27 luglio 1765.
– Il 18 ottobre 2008, ad Oliva (Valencia) in
Spagna, l’Em.mo Sig. Cardinale Arcivescovo di Valencia ha dichiarata conclusa
l’Inchiesta diocesana “super vita et virtutibus” del Servo di Dio Fr. HUMILDE
SORIA PONS, religioso professo OFM,
nato ad Oliva nel 1844 e morto a Benisa
nel 1905.
– Il 28 novembre 2008, a Roma, presso la
sede del Vicariato al Laterano, l’Em. Signor Cardinale Agostino Vallini, Vicario
Generale di Sua Santità per la Diocesi di
Roma, ha ufficialmente concluso
l’Inchiesta diocesana “super vita et virtutibus” del Servo di Dio ALESSIO BENIGAR, sacerdote professo OFM, nato a Zagabria (Croazia) nel 1895 e morto a Roma il 1 novembre 1988.
– Il 15 dicembre 2008, a Napoli, presso il
Santuario diocesano del “Volto Santo”,
l’Em.mo Signor Cardinale Crescenzio
Sepe, Arcivescovo Metropolita di Napoli, ha dichiarato conclusa l’Inchiesta “super vita et virtutibus” del Servo di Dio
SOSIO DEL PRETE, sacerdote professo
OFM, nato a Frattamaggiore (Napoli), in
465
diocesi di Aversa, nel 1885 e morto a Napoli nel 1952, Fondatore dell’Istituto
delle Suore Francescane “Piccole Ancelle di Cristo Re”.
6. Sessio inauguralis novissimae Inquisitionis super virtutibus
Il 16 ottobre 2008, a Modena in Italia,
1’Arcivescovo Metropolita Mons. Benito
Cocchi, ha presieduto la sessione inaugurale dell‘Inchiesta diocesana “super vita et
virtutibus” della Serva di Dio ANNA FULGIDA BARTOLACELLI, cristiana laica dell’Associazione dei “Silenziosi Operai della Croce”, nata a Serramazzoni (Modena) nel
1928 e morta nella stessa città nel 1995.
7. Novissima Inquisitio super miraculo
Il 9 dicembre 2008, l’Ecc.mo Ordinario
della Diocesi di Cincinnati negli Stati Uniti
d’America, ha presieduto la Sessione inaugurale dell‘Inchiesta diocesana sopra una
presunta guarigione miracolosa attribuita
all’intercessione della Beata MARIA FRANCESCA SCHERVIER, vergine del Terz’Ordine
Regolare di S. Francesco, Fondatrice delle
Suore Povere di S. Francesco, nata ad Aachen in Germania nel 1819, morta nella
stessa città nel 1876 e beatificata da Papa
Paolo VI il 28 aprile 1974.
8. Novissima Positio “super vita et virtutibus”
Il 4 dicembre 2008 è stata ufficialmente
consegnata al Protocollo della Congregazione delle Cause dei Santi la nuova Positio:
– EBOREN. - Beatificationis et Canonizationis Servae Dei MARIAE ISABELLAE A
SS.MA TRINITATE (in sæeculo: Mariæ Isabellæ Caldera) Fundatricis Congregationis Sororum Conceptionistarum (18891962) - Positio super vita, virtutibus et
fama sanctitatis, Romæ 2008, 2 voll.
FR. LUCA M. DE ROSA, OFM
E “SERVITIO PRO DIALOGO”
1. Seoul: dalla Gerusalemme terrestre a
quella celeste
Seoul, Corea, 24-30.11.2008
La Commissione dell’Ordine del Servizio per il dialogo si è riunita a Seoul, in Corea, dal 24 al 30 novembre 2008. Da tempo
in seno alla Commissione si sta riflettendo
sul dialogo con la cultura e si sta elaborando un sussidio di formazione sull’argomento. L’ambiente coreano si è manifestato il
luogo giusto per una riflessione sul tema.
Gli incontri della Commissione sono
abitualmente un’occasione per promuovere
l’animazione in ambito locale, e così è stato anche a Seoul. Ma altrettanto importante
è stata l’esperienza di due giorni vissuti come ospiti in monasteri buddhisti, sia maschili che femminili. Tutto sommato, si è
trattato più di un’esperienza formativa per
la Commissione che di un insegnamento
impartito ai residenti locali. I risultati di tutta l’esperienza hanno superato ogni aspettativa, anche se l’inizio non sembrava molto
promettente: infatti, una comunicazione apparsa sui giornali e letta durante il viaggio
non sembrava molto incoraggiante per il
dialogo interreligioso e una tempesta di neve all’aeroporto di Francoforte sembrava
compromettere un viaggio che invece è stato perfettamente regolare.
Di fatto, la permanenza coreana si è concentrata attorno a tre momenti: il lavoro interno della Commissione, un simposio sul
dialogo interreligioso e l’esperienza nei
monasteri buddhisti, per concludersi con
una festa in famiglia in occasione della vestizione di otto novizi accolti nella nostra
Provincia coreana.
1. I lavori della Commissione
La Commissione, nella prospettiva del
prossimo Capitolo generale, sta tirando il
bilancio del lavoro svolto in questo sessennio, caratterizzato prevalentemente dalla
preparazione di sussidi per la formazione
dei frati al dialogo. Prima del Capitolo generale si spera di completare la compilazione del quarto sussidio, dedicato al dialogo
con la cultura. In quest’ultimo scorcio di
tempo si organizzerà al Cairo un seminario
per i frati operanti in paesi a maggioranza
musulmana nell’area mediterranea (16-21
marzo) e un seminario a Bogotà per i frati
dell’America Latina sul Pentecostalismo
(16-21 febbraio). E’ stata pure sottolineata
l’esigenza di proseguire e intensificare la
collaborazione interfrancescana nel campo
del dialogo.
2. Il seminario: “Purificare il cuore”
Scopo del seminario era l’animazione
locale. Di fatto, tutto il tempo è stato dedicato all’ascolto di riflessioni e testimonianze locali, con un nostro intervento conclusivo. Il dato più rilevante è che attraverso tutti gli interventi è stato individuato il luogo
del dialogo, cioè, il cuore. L’atmosfera generale è stata favorita dai patetici tocchi del
gong che apriva ogni sessione e dalla proclamazione iniziale delle beatitudini. Simpatiche e interessanti le danze che hanno allietato le pause fra i vari interventi e i momenti critici che hanno seguito la refezione
del mezzogiorno.
Il saluto iniziale del Presidente fra Miguel Vallecillo ha messo in luce lo scopo
dell’incontro e l’impegno dell’Ordine dei
frati minori nel campo del dialogo.
Nell’intervento di apertura il Prof. H.
Gill della Seogan University si è interrogato su chi è Gesù per i buddhisti e chi è
Buddha per i cristiani. Egli vede la storia
cristiana scandita da 3 cambi culturali: alle
origini, radicate in Israele, il contatto con la
cultura greca apre il cristianesimo a tutte le
culture e ai concetti universali; l’incontro
con la scienza, pur con alcune difficoltà, è
occasione di approfondimento; l’incontro
con le grandi religioni orientali pone alle
468
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
chiese l’interrogativo sul significato delle
altre religioni. La sapienza profonda e il
forte senso etico delle religioni orientali diventano una sfida per le chiese che nei loro
confronti non potranno più comportarsi come di fronte all’ateismo e al materialismo;
in seguito a profonda maturazione la chiesa
cattolica ha superato la teoria esclusivista
per esprimersi nei termini di un cristocentrismo inclusivo, mentre il 90 % delle chiese protestanti coreane sono ancora esclusiviste; il Cristo della fede è universale, non
solo dei cristiani. Ciò spiega la predisposizione positiva dei cattolici nei confronti del
buddhismo; fenomeno che non avviene nei
rapporti con l’induismo, a causa della sua
radicata divisione in caste sociali, e con
l’islam che, anche se teoricamente più vicino al cristianesimo, si esprime con una accentuata aggressività.
Come si recepiscono reciprocamente
buddhismo e cristianesimo? Per un cristiano, in gran parte di cultura occidentale, impregnata di tecnologia, è difficile penetrare
nell’animo buddhista, pregno di spiritualità
e di sapienza; a sua volta, il buddhista trova
difficoltà a entrare nella visione di una storia che parte dalla creazione e cammina verso la creazione, con un percorso affollato di
guerre, spesso a causa della fede, per cui è
difficile accogliere il pensiero che Dio guida la storia.; risulta più agevole e realistico
ricercare la pace in questo mondo attraverso la sapienza del cuore. Sono così identificati i due fulcri che caratterizzano i due
mondi: la sapienza per il buddhismo e la fede per il cristianesimo. È chiaro, quindi, che
in Corea il cristianesimo troverà ascolto solo se percorrerà la via della ricerca della sapienza. Certamente, anche ricercando e rivalutando filoni interni alla sua tradizione
biblica, gli strumenti non gli mancano.
A questa esposizione fondamentale fa eco
il Rev. H. Lee, ministro di una chiesta protestante, evidentemente di carattere pentecostale, il quale sottolinea il concetto che tutti
siamo tempio dello Spirito Santo e che lo
scopo da raggiungere è la libertà del cuore.
Assolutamente inedita e fuori dal consueto la testimonianza della Maestra H.
Kim, Grande Schamana, che dal 1961 è
presa dallo spirito che le causa visioni e la
mette in contatto con l’altro mondo; sua
funzione è di essere mediatrice fra gli esseri viventi e gli spiriti, placando questi ultimi, compito difficile e di grande sofferenza,
entrando in trans anche per qualche giorno;
esegue vari riti per curare e consigliare le
persone; riconosce che i nostri sacerdoti e le
nostre suore hanno una maggiore formazione e ad essi invia spesso le persone per la
soluzione di molti problemi. A noi invidia la
fede in Gesù e in Maria.
Degno di attenzione è il cammino percorso da Mushim, monaco buddhista
Mayahana, nato negli USA in famiglia cattolica e da 24 anni residente in Corea; a 15
anni ha sentito interesse per il pensiero
orientale, spinto dall’esigenza di ricercare
la sapienza della vita non attraverso i libri
ma attraverso l’esperienza; la risposta a tale esigenza l’ha ottenuta dall’incontro con
un grande maestro che l’ha aiutato a ricercare l’unica verità al di là delle molte religioni; la ricerca buddhista è concentrata
nella ricerca della fonte di quest’unica verità; fondamentale in questo cammino di ricerca è la preghiera che deve nascere da un
cuore improntato a pietà e devozione, libera da richieste egoistiche; per portare all’unità la preghiera deve avere un’apertura
universale; una preghiera fatta con la sola
intelligenza non è buona: essa deve nascere
dal cuore che, nella sforzo continuo, senza
arrendersi di fronte a stanchezza e delusioni, raggiunge la purificazione e la libertà; i
vari cuori purificati diventano uno, perché
scompaiono le differenze: si vede con gli
stessi occhi, si hanno gli stessi gusti ...
Anche Butta Rakita, monaco buddhista
Theravada, insiste sullo sforzo verso l’unità
da raggiungere attraverso la purificazione e
la rettitudine del cuore, enumerando 24 modi per raggiungere tale meta; un’attenzione
particolare va posta nel curare il rapporto
con il tempo, che può essere concepito in
due maniere: o dare spazio al passato, al
presente e al futuro, o concentrarsi nel presente; se ci preoccupiamo del passato e del
futuro noi occupiamo il presente e non lo
viviamo; legati al passato, viviamo di ricordi e di rimpianti e se ci leghiamo al futuro
E “SERVITIO PRO DIALOGO”
viviamo di illusioni e di ansie; la tristezza e
la depressione nascono solo quando non viviamo il presente e ci rifugiamo nel passato
o nel futuro; se prevale la mente e il pensiero, entra la fantasia che distrae dal cuore,
mentre bisogna essere presenti con il cuore,
poiché, mentre la mente ci unisce alle idee,
il cuore ci unisce alle cose concrete; per
questo bisogna vedere con il cuore, perché
con il cuore le azioni diventano nostre e coscienti.
Tutta questa serie di riflessioni era talmente chiara e definitiva che non ci fu spazio per ulteriori chiarimenti o eventuali
obiezioni.
L’intervento conclusivo di Fra Tecle non
ha trovato difficoltà a inserirsi nel contesto
delle riflessioni che lo hanno preceduto, come si può rilevare dal titolo della sua relazione: Il senso della vita: un cuore dialogante. L’esperienza francecana. Il primo
punto della relazione sviluppa il concetto: Il
dialogo parte dal cuore, per soffermarsi poi
sul concetto di identità e sull’esperienza
francescana in rapporto al dialogo.
3. Il pellegrinaggio nei monasteri
buddhisti: la Gerusalemme terrestre
Non sarebbero penetrate nella mente e
nel cuore le riflessioni del seminario di
Seoul se non fossero state seguite e completate dal pellegrinaggio presso i monasteri
che ci ha introdotto nel vissuto del cammino e dell’ascesi buddhista. È stata proprio
questa esperienza a farci capire in maniera
impressionante dove arriva lo sforzo umano. La varietà dei monasteri che ci hanno
accolto ci ha permesso di tracciare un quadro abbastanza articolato della vita nei monasteri.
Dobbiamo confessare, però, che per noi
si è trattato anche di un pellegrinaggio penitenziale. Due problemi ci tormentavano
continuamente: l’assenza di sedie e il dover
togliere le calzature prima di entrare nei
templi o nei locali di incontro.
Il sedersi sulle ginocchia, per chi non è
allenato, provoca stiramenti muscolari, con
scarsa probabilità di reggere a lungo in un
equilibrio statico. La posizione del fior di
loto è davvero esteticamente affascinante,
469
ma è frutto di lunghi esercizi. Mentre per i
monaci, e i coreani in genere, quella posizione è distensiva e particolarmente indicata per i pranzi e le conversazioni, aiutando
la serenità e la concentrazione, per noi ospiti creava momenti di sofferenza e non favoriva certo né l’assimilazione del cibo né la
concentrazione necessaria per il dialogo e la
meditazione. Per questo, pur a malincuore,
preferivamo incontri e conversazioni di
breve durata.
L’altra usanza che ha creato problemi è
stata l’esigenza di levarsi le calzature ogni
volta che si entrava in un tempio o in un
luogo di incontro. Il continuo levare e calzare le scarpe era un piccolo tormento. Per
essere sinceri, dopo il fastidio iniziale, la
cosa incominciava a diventare divertente,
prestandosi a ripetuti commenti di piacevole autoironia. Ma dobbiamo ammettere che
tutti quegli esercizi si sono rivelati di una
certa utilità perché alla fine ci siamo tutti
sentiti più sciolti ed agili.
La prima tappa è stata al Monastero femminile White Lotus, a Baekryonsa, accolti
dalla giovane superiora Ch’on-do (che significa: mille strade). Dopo un generoso
pranzo, che abbiamo potuto consumare seduti comodamente sulle sedie, siamo stati
coinvolti in un classico rito del tè, seduti
sulle ginocchia, con l’opportunità di intrattenerci in colloqui che ci hanno introdotto
nei principi fondamentali e nella prassi quotidiana della vita monastica.
Non è complicata la prassi per entrare
nei monasteri: basta presentarsi al tempio,
impegnarsi ad osservare i precetti fondamentali (rispettare la vita, non rubare, non
mentire ...), con alcune regole particolari
dei singoli templi; ciò avviene normalmente dopo aver frequentato il liceo, fino all’età
di circa 50 anni.
L’orario giornaliero è sostanzialmente
uguale in tutti i monasteri, sia maschili che
femminili: alzata alle ore 3 del mattino, al
suono del gong che risveglia tutte le creature; dalle 4 alle 5: meditazione, seguita da
devozioni particolari; alle 6: colazione,
quindi pulizie e manutenzione della casa;
dalle 10 alle 12: preghiera al tempio (3 volte al giorno); alle 12: pranzo; quindi studio
470
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
o lavoro manuale o colloqui con la gente e
una piccola cena; dalle 18 alle 20: preghiera al tempio e devozioni particolari; quindi
studio e alle 22: riposo; in giornate particolari, come quelle dei defunti, le preghiere
sono più lunghe. Un rosario di 108 grani accompagna la ripetizione di altrettanti nomi
di Buddha.
Caratteristici sono lunghi periodi di silenzio, praticati da singoli monaci, per una
durata che può protrarsi anche per mesi ed
anni, durante i quali neppure la preghiera a
voce alta è ammessa; tali periodi rendono
possibile l’introspezione e sono necessari,
ci dice Ch’on-do, perché “anche noi religiosi siamo molto occupati a fare il bene
agli altri e spesso smarriamo noi stessi; non
sappiamo più chi siamo”.
Il complesso buddhista di Tongdosa ci
permette di entrare in un tempio del livello
più alto, dove si possono percorrere tutti i
gradi della pratica buddhista: quello degli
insegnamenti e dei precetti, quello della
pratica zen per giungere a quello della preghiera nel tempio. Il cammino è segnato da
tre porte, ciascuna affiancata da un’aula.
Soffermandosi e riflettendo, si può percorrere simbolicamente il cammino di purificazione del cuore.
La prima porta è quella del risveglio: la
possono oltrepassare solo quelli che si sono
risvegliati dal sonno dell’incoscienza e intendono avviarsi verso l’illuminazione.
La seconda porta espone l’immagine di
4 re vittoriosi, che interpretano l’impegnativo itinerario di chi vuole raggiungere la
purificazione e l’illuminazione: il primo
non si piega al potere, il secondo vince il
desiderio e la tentazione, il terzo coltiva rispetto e brucia gli errori degli altri, il quarto esprime la cura di se stessi; il tutto avviene nella pace interiore.
Prima di raggiungere la terza porta ci si
imbatte in una torre originale, con quattro
diversi strumenti di suono a percussione: un
grande uccello di legno con il suo suono risveglia gli esseri del cielo, un tamburo in
forma di pesce risveglia gli animali del mare, il concerto prolungato eseguito da un’alternanza di percussori su un enorme tamburo risveglia gli esseri della terra, mentre i
rintocchi di un’enorme campana percossa
da un tronco d’albero risveglia gli esseri
dell’inferno. Introdotti da questo concerto i
monaci sentono di pregare con tutto
l’universo. Un tipico edificio a lato indica
che cercando la verità si costruisce la propria pagoda.
La terza porta segna la conclusione del
cammino che introduce al tempio. Le figure di due animali, una tigre e un elefante,
simboleggiano il raggiungimento di questo
stadio del cammino: chi mette in pratica
l’insegnamento è deciso come una tigre e
sapiente come l’elefante; queste due virtù
riunite creano l’unità nel mondo.
All’interno di ogni tempio buddhista dominano tre statue del Buddha; quella centrale rappresenta il Buddha storico, le altre
due sono due sue personificazioni (i due bodisadrat) e rappresentano coloro che hanno
compiuto il cammino di purificazione, ma
preferiscono rimanere tra i viventi per aiutare gli altri nel cammino dell’illuminazione; quello di destra rappresenta la misericordia e quello di sinistra la compassione.
Così, dopo avere impiegato tutte le proprie energie per raggiungere il perfetto
equilibrio di sé, si è arrivati all’agognata
Gerusalemme. In questo cammino, l’unico
aiuto esterno lo si riceve dal maestro che accompagna il discepolo in un lungo e faticoso sforzo che termina nella quiete del cuore.
Anche se siamo rimasti al livello terrestre, è
pur sempre una Gerusalemme.
Non si pensi che, pur in terreno buddhista, sia mancata l’occasione per vivere
un’esperienza tipicamente francescana, soprattutto la notte trascorsa in un monastero
filiale, una specie di distaccamento del
grande monastero di Tongdosa. L’esperienza, o avventura, è stata vissuta come un
ritorno alle origini, e più precisamente a Rivotorto: ospitati in una sala fornita di cinque
coperte, cinque cuscini e un sacco a pelo si
è trascorsa la notte occupati ad ascoltare
con una certa invidia i ritmi dei due che
hanno avuto la fortuna di addormentarsi almeno per qualche tratto della notte; non è
successo come a Rivotorto, dove i frati sono stati sfrattati per lasciare spazio ad una
simpatica creatura di Dio, ma alle ore 3 il
E “SERVITIO PRO DIALOGO”
tamburo ha chiamato alla preghiera, che ad
alcuni di noi è sembrata la migliore soluzione per trascorrere almeno una parte della
notte; l’atmosfera nel tempio era distensiva,
anche se quattro frati si sono trovati ad assistere alla preghiera di due monaci. Al mattino, però, abbiamo avuto l’opportunità di
celebrare in un locale a noi riservato quella
eucaristia che ci permesso di rientrare nell’ambito della Gerusalemme celeste.
Il monastero femminile di Seognamsa,
che ci accoglie dopo la notte di Rivotorto,
ha caratteristiche diverse da quelli già visitati: le circa 40 monache che lo abitano sono dedite soprattutto alla contemplazione e
solo una volta al mese condividono la loro
vita con i laici. Nell’ambito contemplativo
il monastero è specializzato particolarmente nelle prostrazioni. Nell’incontro con la
superiora, accovacciati per il tè, veniamo a
conoscere altri particolari della vita monastica, soprattutto femminile, che accusa un
sensibile calo numerico, causato dal cambiamento dei valori nella società e dalle
conseguenti mutate aspettative. Nelle comunità femminili non esistono gradi ufficiali, anche se alcune monache sono ritenute maestre illuminate; le superiore dei monasteri, nominate dal consiglio locale e
confermate dal superiore del monastero
principale maschile dal quale dipendono e
dal monastero centrale di Seoul, durano in
ufficio per 4 anni, con la possibilità di riconferma per un secondo quadriennio.
Altro tempio e monastero singolare è
quello di Bulguksa, abitato normalmente da
28 monaci; in quei giorni, però, erano presenti un centinaio di monaci, perché è uno
dei principali centri di scuola zen. Il maestro Chong-Woo è conscio del suo ruolo, e
dopo averci introdotto nel tempio spiegandone le caratteristiche, ci intrattiene in un
lungo colloquio nel quale, più che proporre
una lezione magistrale preferisce rispondere alle nostre domande; ricorda come sia
difficile spiegare in che cosa consista lo
zen: c’è una parte fisica, ma la parte più difficile è la concentrazione e il processo interiore; non è la stessa cosa contemplare e
concentrarsi in un unico pensiero; fondamentale è cercare di rispondere dentro di sé
471
a un’unica domanda chiave; come poi attesteranno anche gli altri monaci la cosa più
importante e difficile è riuscire a concentrarsi su un unico pensiero e un’unica domanda; la verità non va ricercata al di fuori,
perché l’abbiamo già dentro di noi; per scoprirla bisogna togliere le distrazioni e gli
egoismi.
Chong-Woo suscita spontaneamente in
chi lo accosta la sensazione di trovarsi di
trovarsi di fronte a un autentico maestro, dal
quale i discepoli attingono incondizionatamente direttive e precetti; il fatto che è il discepolo a scegliersi il maestro spiega la venerazione di cui gode quest’ultimo. Il diventare maestro non è il raggiungimento di
una carriera: solo i grandi maestri verificano se uno ha raggiunto il grado di illuminazione per diventare maestro.
Con la visita a Seokgulam, monumento
culturale protetto dall’Unesco, che contiene
la monumentale statua del Buddha che veglia sul mondo, si conclude un pellegrinaggio certamente inedito ed estremamente interessante, che ci ha introdotto in un mondo
carico di simbolismi e pregno di sensibilità
etiche, forse uno dei mondi migliori al quale può aspirare l’uomo che confida esclusivamente nelle proprie potenzialità: una Gerusalemme terrestre.
4. Ritornati a casa: il fascino della Gerusalemme celeste
“Finalmente a casa” era scritto al termine del programma del pellegrinaggio ai monasteri, ed effettivamente al ritorno l’atmosfera è subito cambiata. Abbiamo ripreso a
respirare l’aria della nostra quota. La vera
risposta liberatoria alla ricerca di illuminazione e purificazione l’abbiamo trovata nella parola proclamata alla liturgia dell’ultimo sabato del tempo ordinario. Siamo usciti dalla Gerusalemme terrestre per entrare
nella Gerusalemme celeste, di fronte al trono di Dio e dell’Agnello, dal quale scaturisce il fiume dello Spirito che dona la vita alle piante e a ogni essere vivente e dove si
trova l’albero della vita, le cui foglie servono a guarire tutte le nazioni. Abbiamo ritrovato fuori di noi la fonte della vera illuminazione, cioè Dio e Cristo agnello, che ren-
472
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
de superflua ogni altra fonte di luce (Ap
21,22-22,5).
Questo passaggio dalla Gerusalemme
terrestre alla Gerusalemme celeste ha ridato fiato ai nostri polmoni e ci ha preparato a
condividere con profonda partecipazione la
gioia della nostra Provincia coreana che
nella stessa sera, con il rito della vestizione,
accoglieva al noviziato otto nuovi candidati: una gioia che ha fatto gustare quanto è
bello lasciarsi chiamare a guidare dal Padre
buono che sta nei cieli.
L’eucaristia della prima domenica di avvento, celebrata con la fraternità di Seoul,
ha dato senso e tono sia al nostro incontro
che al nostro commiato: certamente tutti noi
ci prepareremo con animo diverso alla venuta del Signore. E di questo siamo debitori e riconoscenti al Ministro provinciale fra
Paolo, a fra Silvestro, a fra Domenico e a fra
Giovanni.
FR. TECLE VETRALI
EX OFFICIO OFS
1. Capitolo generale dell’OFS
Ungheria, 15-22 novembre 2008
1. Mensaje del Card. S. Riłko
PONTIFICUM CONSILIUM
PRO LAICIS
Vaticano, 4 de noviembre de 2008
Prot. 1680/08/AIC-87
El Consejo Pontificio para los Laicos se
une a ustedes con ocasión del Capitulo General de la Orden Franciscana Seglar, que se
realizará en Hungría del 15 al 22 de noviembre del presente ano, bajo el tema ‘Profesión y pertenencia”.
El lema escogido por ustedes para esta
oportunidad es muy significativo y de vital
importancia, ya que profundizar en la propia identidad es una tarea imprescindible.
Nos congratulamos con ustedes por la elección de dicho argumento pues, creemos,
responde felizmente a la realidad y exigencias concretas que viven en este tiempo.
“Profesión y pertenencia” son puntos de
partida claves, cuya reflexión suscita preguntas que deben ser respondidas in vistas
a hacer vida el propio carisma. Las respuestas a dichas preguntas – como dice el documento preparatorio – determinarán de manera vital la autoafirmación de vuestro
“ser” y calificarán vuestro “obrar”.
Cada carisma es un don de Dios y como
tal implica una respuesta responsable y generosa. El carisma que ustedes han recibido
de San Francisco es una bendición no solo
para su Orden sino para la Iglesia y el mundo. Muchos son los Pontífices que a lo largo de la historia, desde su nacimiento, les
han alentado y acompañado en su caminar
por sendas que, como sabemos, han sido
muchas veces estrechas y pedregosas. No
ha sido siempre fácil comprender el alcance
de la clarividencia que San Francisco tuvo
en su apertura y respuesta a las mociones
del Espíritu Santo que dieron origen a su
existencia.
Es en esta línea que les exhorto con particular interés a que profundicen en su identidad con gran celo y empeño; mientras mas
profundo es el don recibido tanto mas compleja se hace a veces la compresión del mismo. Para esto es fundamental la apertura a1
Espíritu Santo a través de un continuo discernimiento, pues ha sido Él quien les ha
suscitado y por lo tanto es sólo con Él y en
Él que deben buscar centrar su vida y misión.
Su forma de vida es un programa muy
ambicioso. Con la Profesión, ustedes se
comprometen a vivir el Evangelio en su
condición seglar a la manera de San Francisco (cf. Constituciones 8,1ss.) e intentan
profundizar, a la luz de la fe, los valores y
las opciones de la vida evangélica por medio de un camino continuamente renovado
de conversión y formación. Esto requiere
un radical cambio interior por medio del
cual se conformen al modo de pensar y
obrar de Cristo (cf. Regla 7).
Tener el Evangelio como centro y fin de
la propia vida es algo que debe estar presente en cada cristiano y que ustedes buscan
vivir continuamente. Así el esfuerzo por pasar del Evangelio a la vida y de la vida al
Evangelio (cf. Regla 4) debe distinguir sus
esfuerzos tanto personales corno comunitarios. La espiritualidad del franciscano seglar es un proyecto de vida centrado en la
persona de Cristo y en su seguimiento (cf.
Regla 5). Es por esto que la principal de sus
preocupaciones ha de ser siempre la profunda conformación con Jesucristo de cada
uno de ustedes, pues es ahí donde se define
su identidad y donde encuentra su inspiración y sentido.
Para ello es fundamental recordar la llamada que Dios hace a cada persona a la santidad. Como bien sabemos, e1 Concilio Va-
474
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
ticano II ha subrayado fuertemente la llamada a la santidad como camino de realización de todo bautizado. El Papa Juan Pablo
II nos decía que «La Iglesia es santa y todos
sus miembros están llamados a la santidad.
Los laicos participan en la santidad de la
Iglesia, al ser miembros con pleno derecho
de la comunidad cristiana; y esta participación, que podríamos definir ontológica, en
la santidad de la Iglesia, se traduce también
para los laicos en un compromiso ético personal de santificación. En esta capacidad y
en esta vocación de santidad, todos los
miembros de la Iglesia son iguales... La tendencia a la perfección no es privilegio de algunos, sino compromiso de todos los
miembros de la Iglesia. Y compromiso por
la perfección cristiana significa camino perseverante hacia la santidad» (JUAN PABLO II,
Audencia General, 24 de noviembre de
1993).
Como Orden Seglar ustedes tienen la
responsabilidad de hacer vida este horizonte de la santidad como vocación universal.
En esta responsabilidad les han alentado varios pontífices: Benedicto XV les decía que
San Francisco «fue el primero en concebir
y llevar a la practica, con la ayuda de Dios,
lo que ningún fundador de Orden regular
había imaginado hasta ese momento: hacer
que el tenor de vida religiosa fuese común a
todos» (BENEDICTO XV, Sacra Propediem 5,
6 de enero de 1921) y en la misma línea –
por mencionar sólo algunos – Pío XII les
exhortaba a ser una escuela de perfección
cristiana. mencionando esto como necesario para su pertenencia a la Orden (cf. PÍO
XII, Discurso a los Terciarios en Roma, 1 de
julio de 1956).
«El Espíritu Santo atrae a algunas personas a vivir el Evangelio de modo radical y a
traducirlo en un estilo de seguimiento más
generoso. Así nace una obra, una familia religiosa que, con su misma presencia, se
convierte a su vez en “exégesis“ viva de la
palabra de Dios» (BENEDICTO XVI, Discurso
al final de la misa de la Fiesta de la presentación del Señor, 2 de febrero de 2008). Estas palabras del Papa Benedicto XVI se dirigen también hoy a ustedes, por esto les exhortamos a que sean testimonios vivos de la
Palabra de Dios en el mundo para que puedan ser así fermento de vida nueva.
Con estos deseos les animamos en sus
trabajos en este Capítulo, para que la profundización en su “Profesión y pertenencia” pueda traer abundantes frutos de santidad en muchas personas.
STANISŁAW CARD. RYŁKO
Presidente
____________________________
Sra. Da. Encarnación del Pozo
Ministra General
Ordo Franciscanus Secularis
Consilium Internationale
Via Vittoria Putti, 4/int.6
00152 Roma
2. Lettera del Card. F. Rodé
CONGREGAZIONE
PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA
E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA
Prot. 51034/2008
Città del Vaticano, 10 novembre 2008
Ai Fratelli e Sorelle
dell’Ordine Francescano Secolare
riuniti nel Capitolo Generale:
il Signore vi dia Pace!
A voi tutti, cari Capitolari partecipanti al
XII Capitolo Generale, V elettivo dell’Ordine Francescano Secolare, e per mezzo vostro a tutti i Francescani Secolari presenti
nel mondo, è rivolto il nostro saluto e
l’augurio. Un saluto particolare va alla Ministra Generale, Signora Encarnación del
Pozo, all’intero Consiglio di Presidenza e ai
Frati Assistenti Generali.
Nel precedente Capitolo Elettivo del vostro Ordine, il Santo Padre Giovanni Paolo
II, dopo aver constatato il completamento
della vostra legislazione fondamentale, rivolse all’Ordine l’appello a prendere il largo: Duc m altum! Cosi Egli si esprimeva:
«La Chiesa attende dall’Ordine Francescano Secolare, uno ed unico, un grande servizio alla causa del Regno di Dio nel mondo
EX OFFICIO OFS
di oggi». I risultati finora conseguiti, come
frutto della ritrovata unità e autonomia del
vostro Ordine, sono una risposta significativa e incoraggiante all’appello della Chiesa ed Essa non può che gioirne.
Questa Congregazione si compiace innanzitutto per i risultati raggiunti nel completamento della prescritta unità dell’Ordine e per il suo consolidamento in ogni parte
del mondo. La ripresa di un ruolo attivo e
propositivo dell’Ordine Francescano Secolare in seno alla grande Famiglia Francescana e il rinnovato fervore con cui esso, riprende il posto che gli compete, rende
l’Ordine propositivo secondo la sua indole
apostolica ed ecclesiale nel mondo.
La testimonianza, certamente, non è mai
venuta meno nel passato: tante figure di
francescani secolari evangelicamente
esemplari hanno raggiunto le vette della
santità; tuttavia la presenza del Terzo Ordine dei Penitenti di San Francesco, quale Ordine nel suo complesso, era meno evidente
per le sue note vicissitudini storiche.
Insieme ai fratelli e alle sorelle della
grande Famiglia Francescana, vi apprestate
a celebrare l’anno prossimo, l’inizio del
cammino carismatico di Francesco d’Assisi. Siamo lieti che l’Ordine Francescano Secolare, nella ritrovata unità e nella consapevolezza della sua missione specifica, possa
parteciparvi con il suo specifico contributo
nello spirito di una concorde e fraterna unità
operativa con tutte le componenti della Famiglia Francescana.
Sappiamo che l’Ordine, nella continua
ricerca operata dalle Fraternità sparse nel
mondo per ricomporre la sua piena unità e
il collegamento vitale con tutti i fratelli, ha
ritrovato e attivamente reincorporato presenze significative anche in Paesi dove
l’Ordine Francescano Secolare era rimasto,
spesso in clandestinità, come una delle poche espressioni esistenti della Chiesa cattolica, talvolta l’unica, a causa di persecuzioni, guerre e soppressione della libertà religiosa.
Questo non può che farci gioire insieme
a voi e testimonia come il carisma di quel
«mirabile uomo di Assisi non abbia mai
smesso di produrre frutti di grazia e come
475
ancora oggi vigoreggi per il bene della
Chiesa e della comunità umana» (PAOLO VI,
Seraphicus Patriarcha).
Siamo consapevoli che la vostra presenza si estende a ben 109 nazioni e pertanto ci
aspettiamo ancora molto da tutti voi. In un
mondo contrassegnato dal fenomeno della
secolarizzazione che minaccia la centralità
dell’uomo e della vita la vostra presenza e il
vostro contributo apostolico francescano
sono certamente preziosi per la vita della
Chiesa.
«La Chiesa aspetta da voi Francescani
Secolari, una testimonianza coraggiosa e
coerente di vita cristiana e francescana, protesa alla costruzione di un mondo più fraterno ed evangelico per la realizzazione del
Regno di Dio» (GIOVANNI PAOLO II, Messaggio al X Capitolo Generale OFS, 22 novembre 2002).
Abbiamo preso atto con interesse del terna-guida del Capitolo: La Professione del
Francescano Secolare e il suo senso di appartenenza. Ci sembra un tema pertinente
per la crescita personale e collettiva dell’Ordine nella Chiesa. Infatti è soltanto nella piena consapevolezza della vostra qualità
di cristiani Professi, dedicati a Dio nella vostra condizione secolare, che potete accogliere l’energia della grazia per assolvere la
missione affidata a san Francesco dal Crocifisso di San Damiano, e a voi trasmessa
dal Serafico Padre per la ricostruzione della Chiesa.
Siete membri di un Ordo veri nominis,
come affermò Benedetto XV e riconfermarono Pio XII e Giovanni Paolo II. Questa
consapevolezza deve essere vissuta in pienezza e diventare operante a beneficio della Chiesa e del mondo.
Dalla vostra Professione, che vi incorpora efficacemente all’Ordine (C.G. 42,2; NP
14.c), e dalla rinnovata consapevolezza del
vostro essere professi deve sorgere e consolidarsi un profondo senso di appartenenza,
senza il quale sarebbe difficile essere autenticamente francescani. Esso vi farà sentire
sempre più legati alla Chiesa alla quale mediante la Professione vi siete più strettamente vincolati (Regola 6), e vi renderà capaci di incidere efficacemente nella società
476
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
con la vostra testimonianza dell’Evangelo,
per essere presenti e vitali nel mondo.
Poniamo il Capitolo che vi apprestate a
celebrare, e tutto il vostro Ordine, sotto la
protezione della Vergine Maria, Protettrice
e Avvocata della Famiglia Francescana, di
san Francesco d’Assisi ed in particolare di
Santa Elisabetta di Ungheria sotto il cui
sguardo, in terra di Ungheria, svolgerete i
lavori a conclusione della memoria dell’VIII centenario della sua nascita.
Lasciatevi guidare docilmente dallo Spirito Santo, come fece Francesco, nell’individuare le decisioni che dovrete assumere in
questo Capitolo, sia per quanto riguarda la
scelta di chi dovrà guidarvi per il prossimo
sessennio, sia per quanto riguarda gli impegni verso i quali si dirigerà la vostra azione
apostolica e di consolidamento dell’Ordine.
Alla Fraternità Internazionale tutta intera dell’Ordine Francescano Secolare, alla
sua Presidenza uscente e a quella che subentrerà vadano i nostri più fraterni ed affettuosi auguri e la benedizione di Dio, in
Cristo Gesù.
FRANC CARD. RODÉ, C.M.
Prefetto
_____________________________
Ai Fratelli e Sorelle
dell’Ordine Francescano Secolare
Capitolo Generale OFS
3. Lettera del Ministro generale
Carissimi fratelli e sorelle,
Il Signore vi dia pace!
Saluto cordialmente tutti voi, riuniti al
vostro XII Capitolo generale, a nome dei
Ministri generali e di tutti i membri della Famiglia francescana. Attraverso voi saluto
tutti i membri dell’Ordine francescano secolare, della Gioventù francescana e tutti i vostri Assistenti spirituali. Rivolgo un saluto e
ringraziamento speciale, per il loro prezioso
servizio in questi ultimi sei anni, alla Ministra generale Encarnación del Pozo, a tutti i
membri della Presidenza CIOFS e, in modo
particolare, ai vostri Assistenti generali.
Per il Capitolo generale che state cele-
brando avete scelto come tema: “La Professione del Francescano Secolare e il suo
senso di appartenenza all’OFS” che ha un
significato molto bello e molto forte, dato
che vuole sottolineare e proporre a questo
Capitolo una profonda riflessione sul qual è
il vero senso della vostra professione di vita e altrettanto, come conseguenza della
professione, approfondire il senso di appartenenza a un vero Ordine, francescano e secolare, uno ed unico, seguito sempre con un
amore particolare da tutti i Sommi Pontefici fin dagli inizi, quasi 800 anni fa.
Non minore è stato, ed è ancora, l’affetto
e l’accompagnamento fraterno dei Ministri
generali dei nostri Primi Ordini e del TOR, ai
quali la Chiesa ha affidato il servizio fraterno
della cura pastorale e spirituale lungo tutta la
vostra, la nostra storia. Di questo sono testimoni i vari documenti della Chiesa e, in modo particolare, la vostra ultima Regola della
quale, proprio quest’anno, avete celebrato il
30° anniversario di approvazione avvenuta il
24 giugno 1978, da parte di Paolo VI.
Davvero la vostra storia è una storia di
santità e di servizio evangelico alla Chiesa e
all’umanità. È la storia di una vera vocazione alla sequela del nostro Signore Gesù Cristo sull’esempio straordinario del nostro serafico padre s. Francesco, della madre s.
Chiara, di s. Elisabetta, s. Ludovico e tanti
altri santi francescani, che ci hanno preceduto nella multiforme forma vitae che lo
Spirito Santo ha suscitato nella sua Chiesa,
per mezzo del Poverello d’Assisi.
Come membri della stessa Famiglia spirituale siamo chiamati a far presente nel
mondo odierno la bellezza del nostro carisma e in modo particolare in questo tempo
nel quale ci prepariamo alla ormai prossima
celebrazione dell’Ottavo centenario della
nascita dello stesso. Per questo motivo vi
invito ad unirvi, insieme a tutti gli altri componenti della nostra Famiglia, alle celebrazioni che si stano preparando e di prendere
con coraggio anche iniziative proprie con le
quali potete, come francescani secolari, far
presente quello che è il cuore della vostra
vita e della vostra missione.
Cerchiamo dunque insieme, anche in
questo momento così particolare per la no-
EX OFFICIO OFS
stra Famiglia, di rendere presente il carisma
del comune Serafico Padre, nella vita e nella missione della Chiesa, nella comunione
vitale reciproca, come dice la vostra Regola (cf. Regola OFS, 1).
Questo Capitolo è anche il V° elettivo
del vostro Ordine. Siete dunque chiamati a
eleggere i fratelli e le sorelle che nei prossimi sei anni saranno i responsabili dell’animazione e guida dell’intera Fraternità dell’OFS-GiFra nel mondo. Questa è una responsabilità molto importante perché sarete
voi, quelli attraverso i quali lo Spirito Santo sceglierà coloro che saranno chiamati a
servire il vostro Ordine. È un servizio non
facile, ma molto bello, perché come ogni
servizio al quale siamo chiamati è prima di
tutto una elezione da parte del Signore e se
lui ci sceglie ci da anche tutto il necessario
per poter svolgere questo servizio. Come in
altre circostanze della vostra vita e della vostra missione anche in questi servizi di animazione e guida siete chiamati a passare dal
Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo (cf.
Regola OFS, 4).
Durante questo Capitolo si conclude il secondo anno della celebrazione dell’Ottavo
centenario della nascita della vostra santa Patrona, s. Elisabetta. Sono stati due anni di grazia e di grande rinnovamento spirituale, non
soltanto del vostro Ordine, ma anche di tutta
la nostra Famiglia, perché abbiamo potuto
approfondire la vita della Santa che è per tutti noi un vero esempio di come si ama e serve
Dio e il prossimo, soprattutto il più povero.
Ringraziandovi per il vostro servizio, vi
affido all’intercessione della vostra Patrona
s. Elisabetta e a quella del nostro padre s.
Francesco, e che il Signore vi accompagni
con il suo Santo Spirito nel vostro lavoro e
nelle vostre decisioni per il bene e la crescita spirituale di tutti i membri dell’OFS e
della GiFra.
Con affetto fraterno,
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
Presidente di turno della Conferenza
dei Ministri generali del Primo Ordine,
del TOR
e della Famiglia Francescana
4. Breve cronaca
477
Il Capitolo generale elettivo, tenutosi a
Budapest, in Ungheria, dal 15 al 22 novembre 2008, è stato l’evento più importante
dell’anno 2008 per l’Ordine Francescano
Secolare. Vi hanno partecipato 111 persone:
69 Capitolari, osservatori, invitati speciali,
addetti alla Segreteria e alle Comunicazioni. Tutto si è svolto seguendo il Regolamento e il Programma, entrambi approvati
dai capitolari. Il Capitolo è stato presieduto
dal Ministro generale OFMConv, Fr. Marco
Tasca, a nome dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR. Tra le cose più significative, vanno ricordate:
– L’esperienza di vita fraterna: è stato un
Capitolo sereno e con grande partecipazione da parte di tutti.
– Il clima di preghiera vissuto durante il
Capitolo, particolarmente la preghiera liturgica, animata dagli Assistenti generali, i quali hanno anche curato il libretto
liturgico in quattro lingue. Da sottolineare: la Santa Messa nella Cattedrale di
Estergom, presieduta dal Cardinale emerito László Paskai, con cui si è concluso
il secondo anno delle celebrazioni dell’VIII centenario della nascita di santa Elisabetta, Patrona dell’OFS; la celebrazione eucaristica presieduta da Fr. Marco
Tasca, Ministro generale OFMConv,
nella quale ha avuto luogo l’immissione
nel servizio della neo-eletta Ministra generale dell’OFS, Encarnación del Pozo e
dei membri della nuova Presidenza del
Consiglio Internazionale dell’OFS
(CIOFS).
– I momenti di formazione e di riflessione sui temi: «Professione della Regola»
e «Senso di appartenenza all’OFS», illustrati da Fr. Felice Cangelosi, Vicario
generale dell’OFMCap, e da Emanuela
De Nunzio, ex Ministra generale dell’OFS.
– L’approvazione di alcuni Documenti,
come l’«Incorporazione nell’OFS dei
membri della GiFra» e l’«Interpretazione pratica dell’Art. 89.4, lettera b,
delle Costituzioni Generali dell’OFS».
– L’aggiornamento dello Statuto della
478
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Fraternità Internazionale dell’OFS
(FIOFS).
– La lettura della Lettera dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR (Roma, 1° novembre 2008) sull’OFS italiano, a seguito del pronunciamento definitivo della Congregazione IVCSVA del
18 giugno 2008.
– La nuova Presidenza del CIOFS, eletta
nel Capitolo generale, è così composta:
Incarnación del Pozo, Ministra generale;
Doug Clorey, Vice Ministro generale;
María Consuelo de Núñez, Consigliere
per l’area di lingua spagnola; Tibor Kauser, Consigliere per l’area di lingua inglese 1; Lucy A. Almirañez, Consigliere
per l’area di lingua inglese 2; Maria Aparecida Crepaldi, Consigliere per l’area di
lingua portoghese; Michèle Altmeyer,
Consigliere per l’area di lingua francese;
Ewald Kreuzer, Consigliere per l’area di
lingua tedesca; Benedetto Lino, Consigliere per l’area di lingua italiana; Ana
Fruk, Consigliere GiFra.
Infine, i Capitolari hanno rivolto un ringraziamento del tutto speciale ai membri
del Consiglio nazionale dell’OFS dell’Ungheria, come anche ai Francescani secolari
ungheresi per la loro fraterna accoglienza e
per l’infaticabile servizio svolto durante i
giorni del Capitolo.
2. Lettera dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR sull’OFS italiano
Ai Fratelli e Sorelle dell’OFS in Italia
ai Ministri provinciali
del Primo Ordine Francescano
e del TOR d’Italia
agli Assistenti spirituali dell’OFS
Carissimi fratelli in Cristo
e nel Padre S. Francesco,
il Signore vi dia pace.
In data 18 giugno 2008, la Congregazione
IVCSVA inviava al Ministro Nazionale dell’OFS italiano un pronunciamento definitivo
circa la situazione venutasi a creare dieci an-
ni or sono, a motivo della resistenza da parte
di una componente dell’OFS a pervenire all’unità prevista dalla Regola di Paolo VI e
dalle relative Costituzioni generali.
Il pronunciamento della Congregazione
fa riferimento, tra l’altro, alla Sentenza del
S.T. della Segnatura Apostolica che, il 9
maggio scorso, ancora una volta ha definitivamente respinto il ricorso presentato contro la sua stessa precedente sentenza, corroborando così ciò che la Congregazione ha
costantemente insegnato e prescritto: che
esiste un solo Ordine Francescano Secolare, uno e unico, in tutto il mondo.
Noi Ministri generali del Primo Ordine e
del Terz’Ordine Regolare, nell’esercizio dell’altius moderamen sull’OFS, affidatoci dalla Chiesa (Cost. Gen. OFS art. 85.2), negli
anni trascorsi abbiamo sempre seguito, assecondato e incoraggiato il faticoso cammino
dell’OFS Italiano verso l’unificazione.
Ora vi trasmettiamo, per vostra opportuna conoscenza e norma, questi documenti
che riteniamo realmente fondamentali e definitivi; lo facciamo di comune intento, per
esprimervi anche in questo modo la nostra
unità d’azione.
I testi della Congregazione e della Segnatura sono estremamente chiari da farci
ritenere che non occorre alcun commento,
ma solo, da parte nostra, la richiesta a tutti i
destinatari di ottemperare senza più riserve
alla volontà della Santa Sede. Siamo francescani e, come il nostro Padre S. Francesco
ci ha insegnato, dobbiamo obbedienza
pronta e filiale alla volontà della Chiesa.
L’Ordine Francescano Secolare è “uno
ed unico”. Pertanto “… tutte le Fraternità
locali e i relativi membri, che ancora non
abbiano aderito all’unico OFS eretto dalla
Sede Apostolica, devono confluire in esso,
con spirito di amore fraterno e di vera comunione, senza più frapporre ostacoli e resistenze”.
Ci rivolgiamo ai Ministri provinciali e a
tutti i Frati delle nostre Fraternità in forza
del ministero a noi affidato e dell’amore
con cui vorremmo sempre caratterizzare il
nostro servizio, e vi esortiamo a collaborare per rimuovere ogni resistenza e opposizione da parte di religiosi o secolari, affin-
EX OFFICIO OFS
ché si possa attuare al più presto possibile
l’unità organica e strutturale sancita dalla
Regola (n. 2) e dalle Costituzioni Generali
(art. 30.1), coadiuvando nel processo di unificazione il Consiglio nazionale OFS. Pure
a voi, Sorelle e Fratelli dell’OFS, affidiamo
la nostra richiesta e la fiduciosa attesa di
trovare comunione e collaborazione. Il Signore, che ci ha chiamati a vivere il carisma
del Padre San Francesco “in modi e forme
diverse, ma in comunione vitale reciproca”,
conosce le nostre fatiche e questo tempo
speciale per la nostra Famiglia Francescana. Egli non mancherà di infondere coraggio e fiducia affinché, affidandoci sempre
con tutto il cuore alla fraternità, troviamo in
ogni situazione la gioia di rispondere uniti
alla nostra vocazione e missione.
Invocando per questo l’intercessione del
Serafico Padre, vi salutiamo porgendo a tutti voi l’augurio più fraterno di Pace e Bene.
Roma, 1 novembre 2008
Festa di tutti i Santi
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
Presidente di turno
FR. MARCO TASCA, OFMCONV
Ministro generale
FR. MAURO JÖHRI, OFMCAP
Ministro generale
FR. MICHAEL HIGGINS, TOR
Ministro generale
3. Risposta alla petizione a Benedetto
XVI
CONGREGATIO PRO
INSTITUTIS VITAE CONSECRATAE
ET SOCIETATIBUS VITAE APOSTOLICAE
Città del Vaticano, 5 dicembre 2008
Prot.43297/1998
Gentile Sig.ra
Maria Cinato e firmatari tutti,
a seguito della petizione da Voi inoltrata
al Santo Padre Benedetto XVI con data 13
479
luglio 2008, il Sommo Pontefice, nell’udienza concessami il 17 novembre 2008, mi
ha affidato il compito di rispondere alla vostra richiesta, manifestandovi chiaramente
la Sua volontà.
Benedetto XVI ha seguito con attenzione e paterna preoccupazione gli eventi che
hanno segnato il cammino di unificazione
dell’Ordine Francescano Secolare in Italia.
Ora Egli conferma quanto hanno già deciso
e approvato i Suoi Predecessori, i Servi di
Dio Paolo VI e Giovanni Paolo II, di venerata memoria: che l’Ordine Francescano
Secolare debba essere uno ed unico, strutturato in maniera unitaria e centralizzata.
Non può, pertanto, esistere un “Terz’Ordine Francescano” diverso e separato da
quello canonicamente riconosciuto e confermato dalla Chiesa; perciò il Santo Padre
non ritiene opportuno concedere quanto richiesto.
Benedetto XVI vi esorta a riprendere definitivamente il vostro posto nell’unico Ordine Francescano Secolare, al quale, del resto, non avete mai smesso di appartenere, in
virtù dell’incorporazione prodotta dalla
Professione. Sappiamo che i Fratelli e le
Sorelle che già camminano nell’unità vi attendono con gioia.
È doveroso ricordarvi che il persistere
nel non riconoscervi nell’unico Ordine
Francescano Secolare equivarrebbe a decidere di non appartenervi.
Il Santo Padre, e assieme a Lui questa
Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, si augura che vogliate ascoltare, con l’obbedienza
di Francesco d’Assisi, la voce della Chiesa,
alla quale preme sopra ogni cosa il vostro
bene spirituale e quello di tutto l’Ordine
Francescano
Secolare,
così
come
l’edificazione di quella comunione senza la
quale non vi è autentica fedeltà al Vangelo.
Vi giunga il mio saluto rispettoso, con
l’augurio di ogni vero bene nel Signore.
FRANC CARD. RODÉ, CM
Prefetto
† GIANFRANCO A. GARDIN, OFM CONV
Arcivescovo Segretario
480
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
_______________
Gentile Sig.ra MARIA CINATO
e firmatari della Petizione a S. S. Benedetto XVI
Via delle Mura Aurelie, 9
00165 Roma
cc.: P. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO,
Ministro Generale OFM
e Presidente di turno della Conferenza
dei Ministri Generali
del Primo Ordine Francescano e del TOR
Sig.ra ENCARNACIÓN DEL POZO,
Ministra Generale dell’OFS
4. Malaysia – Capitolo regionale elettivo
Dall’8 al 10 agosto 2008 si è tenuto il Capitolo regionale elettivo della Malaysia occidentale nel “Seminari Theologi Malaysia” a
Seremban. C’erano circa quaranta partecipanti provenienti da sette Fraternità locali.
Presenti pure osservatori da Singapore, Saba
e Australia. Ha presieduto, a nome del
CIOSS, John Pacelli Fernandez, Ministro
nazionale della Fraternità dell’OFS dell’India, ed ha assisito all’elezione, a nome della
CAS, Fr. Michael Raymond, OFMCap, Superiore della Custodia della Malaysia.
Il 10 agosto sono stati eletti: A. Devasagayam, Ministro regionale; Serena Woon,
Vice Ministra. Hanno tenuto le relazioni Fr.
Paul Cheong, sul significato della professione nell’OFS; Fr. Michael Teng, sull’Assistenza spirituale all’OFS; Serena Woon,
sul significato dell’appartenenza all’OFS.
Si è discusso sull’attuale situazione dell’OFS nell’area. Il Comitato coordinatore
della Malaysia occidentale, Singapore e Saba, ha bisogno di incontrarsi più frequentemente per preparare la strada alla formazione della nuova Fraternità nazionale. Poiché
la mancanza di un proprio statuto regionale è
causa di incertezze circa alcuni dettagli delle
elezioni, si è deciso di elaborare uno statuto
regionale e di farlo approvare dal CIOFS.
5. Angola – Visita fraterna e pastorale,
Seminari di formazione e Capitolo nazionale elettivo dell’OFS
Dal 10 al 19 agosto 2008, si è svolto in
Angola la Visita fraterna e pastorale al Consiglio nazionale provvisorio, a varie Frater-
nità locali dell’OFS e GiFra; si sono tenuti
un Seminario per i formatori e il 1° Capitolo nazionale elettivo dell’OFS dell’Angola.
I Visitatori sono stati: Rosalvo Gonçalves
Mota, Vice-Ministro Generale OFS, e Fr.
Amando Trujillo Cano TOR, della Conferenza degli Assistenti generali. L’OFS dell’Angola comprende 12 Fraternità locali
erette canonicamente e 2 in formazione,
mentre la GiFra è organizzata in 11 Fraternità, di cui 6 già formate e 5 in formazione.
L’assistenza spirituale e pastorale è assicurata dai Frati OFMCap, OFM e da alcuni
presbiteri diocesani.
A Luanda sono state visitate 3 Fraternità
locali: Sant’Andrea, Santa Chiara (Kicolo)
e Sant’Antonio, dove sono presenti anche
membri della GiFra e Mini-GiFra. Si è visitata anche la città di Uíge, a 350 km. a Nord,
dove è avvenuto l’incontro con il Vescovo
locale, Mons. Emílio Sumbelelo, il quale ha
molto apprezzato la presenza dei Francescani secolari, specialmente della GiFra. In
questa località si è svolto un incontro di formazione con le Fraternità di Uíge e Camabatela. Tornati a Luanda, nella zona di Palanca, si è visitato anche il convento delle
Sorelle Clarisse e quello dei Frati Minori,
appartenente alla Fondazione dell’Immacolata Madre di Dio; là si è svolto un incontro
con i fratelli e sorelle in formazione iniziale che avrebbero professato la Regola OFS
la domenica seguente. Nella medesima città
si è avuto un incontro di formazione per i
formatori e i Ministri dell’OFS e della GiFra, e un altro per gli Assistenti spirituali e i
Superiori Maggiori OFMCap e OFM. Il primo incontro si è focalizzato sugli aspetti
pratici della preparazione degli incontri di
formazione ed è stato tenuto da Rosalvo,
mentre il secondo è stato dedicato allo Statuto per la assistenza spirituale e pastorale
all’OFS ed è stato condotto da Fr. Amando.
Dopo una debita preparazione, si è proceduto a celebrare il 1° Capitolo elettivo dell’OFS dell’Angola, presieduto da Rosalvo
Gonçalves, Vice-Ministro Generale OFS.
Sono stati eletti: Domingos António da Silva, Ministro nazionale e Consigliere Internazionale; Nkanu Kiala, Vice-Ministro.
A conclusione della Visita si sono svolti
EX OFFICIO OFS
481
gli incontri con fratelli e sorelle dell’OFS e
della GiFra della regione di Luanda e con i
Superiori Maggiori e i Frati, nei quali sono
stati presentati i dati statistici dell’OFS nel
mondo e il tema, “Presenza attiva dell’OFS
nella Chiesa e nel mondo”. Subito dopo c’è
stata la celebrazione eucaristica, presieduta
da Fr. Amando, durante la quale 19 fratelli e
sorelle hanno professato e Rosalvo ha ratificato l’elezione dei membri del primo Consiglio nazionale OFS dell’Angola. I Visitatori hanno ringraziato per l’accoglienza e la
generosa collaborazione di Fr. Luis Manuel
Novais Leitão, OFMCap, Assistente nazionale dell’OFS-GiFra, per l’ospitalità dei
Frati Cappuccini, dei Frati Minori, delle Sorelle Clarisse e di tutti i fratelli e sorelle dell’OFS e della GiFra.
Minh City (Saigon), si è tenuto dal 13 al 17
ottobre 2008 il primo seminario di formazione per gli Assistenti spirituali e i responsabili dell’OFS e della GiFra del Vietnam.
Hanno partecipato circa novanta persone
provenienti da varie regioni. La presentazione del “Manuale per l’assistenza all’OFS e alla GiFra”, un testo pubblicato in
lingua italiana come sussidio per gli Assistenti e i responsabili dell’OFS-GiFra, ha
occupato la parte centrale del Seminario
che è stato guidato e presentato da Fr. Ivan
Matić, OFM, Assistente generale. Le giornate del Seminario sono state ben programmate, con momenti di preghiera, di riflessioni in gruppi e in assemblee plenarie, di
condivisione, di fraternità e di francescana
letizia.
Dal 15 al 18 agosto, in un clima fraterno,
è stato celebrato il Capitolo nazionale elettivo dell’OFS del Guatemala, presieduto da
Esther Pérez Grimaldi, Ministra nazionale
dell’OFS del Messico e Delegata della Ministra generale OFS e da Fr. Isidoro de Jesús Mejía Hernández, OFMConv, Delegato
della CAS. Juan Antonio Sicán Chávez è
stato eletto Ministro nazionale e Consigliere internazionale.
Dal 28 ottobre al 4 novembre 2008,
Lucy Almirañez, Consigliera di Presidenza,
e Fr. Irudaya Samy, OFMCap, Assistente
generale OFS, hanno svolto la prima Visita
fraterna e pastorale all’OFS del Malawi, dopo che si è venuti a conoscenza dell’esistenza nel Malawi dei Frateli e delle Sorelle dell’OFS. Qui l’OFS è strutturato, secondo la Regola e le Costituzioni generali, a
livello locale, regionale e nazionale con i rispettivi membri responsabili. Le 21 Fraternità locali già costituite e le 27 che si stanno costituendo sono organizzate in 9 regioni, rendendo presente l’OFS in tutte le 7
diocesi del Malawi. Prima del Capitolo nazionale è giunta notizia di altre nove Fraternità che si trovano a vari livelli di sviluppo.
Pertanto le Fraternità attuali sono 36. Esiste
una chiara documentazione che le Fraternità locali sono state costituite canonicamente, giacché di 12 di esse ci sono documenti originali firmati dal Superiore OFMCap e dal rispettivo Vescovo. L’OFS del
Malawi nel 2001 aveva stampato in un volume la Regola, le Costituzioni generali e il
Rituale; tali documenti, inclusa “La Leggenda dei Tre Compagni”, sono serviti, e
servono, come materiale di base per la formazione specialmente dei candidati. Re-
6. Guatemala – Capitolo nazionale elettivo
7. Portogallo – Capitolo nazionale elettivo
Il Capitolo elettivo dell’OFS del Portogallo, celebrato a Fatima dal 10 al 12 ottobre, è stato presieduto da Encarnación del
Pozo, Ministra generale dell’OFS, accompagnata da Fr. Martín Bitzer, OFMConv,
Assistente generale OFS. La sessione elettiva, prevista per la domenica mattina, è stata prolungata nel pomeriggio. Aristides
Dourado è stato eletto Ministro nazionale e
Consigliere Internazionale.
8. Vietnam – Seminario di formazione OFS
Nella città di Thu Duc, vicino a Ho Chi
9. Malawi – Visita fraterna e pastorale
482
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
centemente hanno preparato un programma
per ogni stadio della formazione. Durante la
Visita si è potuto calcolare che la Gioventù
Francescana, presente nelle 7 diocesi, è costituita da circa 500 persone. Non esiste una
struttura nazionale, ma alcuni gruppi locali
si sono organizzati regionalmente. La povertà ha loro impedito di organizzarsi meglio e di portare avanti attività a livello regionale, poiché i trasporti in Malawi non
solo sono scarsi, ma anche molto cari.
L’Assistenza spirituale è una delle più
grandi sfide dell’OFS in Malawi. Ci sono
cinque comunità del Primo Ordine: 3 comunità dei Cappuccini (con soltanto 6 frati), 1 comunità dei Minori e 1 comunità dei
Conventuali. C’è anche una comunità di
Clarisse. Non esiste un’Assistenza collegiale a livello regionale e nazionale. Il superiore maggiore Jose Ponnor è interessato all’OFS e ha promesso di aiutare. I Francescani Secolari del Malawi hanno coscienza
della povertà che c’è intorno a loro. Alcuni,
anche fra coloro che pure sono poveri, hanno ”adottato” dei bambini orfani, offrendo
loro vitto e affetto. In alcune regioni sperano di poter avere delle risorse per elaborare
progetti a favore dei più poveri.
10. Malawi – Capitolo nazionale elettivo
Il giorno 30 ottobre si è svolto, nel Monastero delle Clarisse, della città di Maula,
Lilongwe, il Capitolo nazionale elettivo
dell’OFS del Malawi. Al Capitolo hanno
partecipato 31 Delegati con diritto di voto.
Lucy A. Almirañez, Consigliera della Presi-
denza del CIOFS, delegata della Ministra
generale, Encarnación del Pozo, e Fr. Irudaya Samy, OFMCap, Assistente generale
OFS, hanno presieduto la sessione elettiva
del Capitolo. George Ng’ambi è stato eletto
Ministro nazionale e Theresa Mukatipa
Consigliere internazionale.
11. Ungheria – Incontro della Presidenza
CIOFS
L’ultimo incontro della Presidenza uscente del CIOFS si è tenuto nel Centro Spirituale Manreza, a Dobogókö, Ungheria, una settimana prima del Capitolo Generale elettivo
dell’OFS, dal 9 al 14 novembre 2008. Lo
scopo principale della riunione è stato quello
di portare a compimento i preparativi per il
Capitolo. Si è avuto un incontro fraterno con
il Consiglio Nazionale OFS dell’Ungheria e
si è approvato l’invio di un messaggio di solidarietà da parte della Presidenza al Consiglio nazionale dell’OFS della Repubblica
Democratica del Congo a motivo dei tragici
avvenimenti che stanno segnando quel Paese. Il Consiglio nazionale dell’Ungheria ha
organizzato una visita a Visegrad, una località storica dove si trovano le rovine di un castello medievale, così come al villaggio di
Szentendre. Inoltre, si è fatta una verifica
delle visite fraterno-pastorali e dei Capitoli
nazionali svolti durante il sessennio; è stata
approvata la costituzione delle Fraternità nazionali dell’Angola e Malawi. Infine, si è ringraziato il Signore per le esperienze condivise e la collaborazione realizzata durante il
sessennio trascorso.
AD CHRONICAM ORDINIS
1. De itineribus Ministri Generalis
1. Saluto ed invio a Gerusalemme di sei
Sorelle Clarisse
Orvieto, 31.08.2008
Per la festa di S. Chiara dell’anno 2007
il Ministro generale aveva rivolto un invito
alle Sorelle Clarisse, di farsi carico della
presenza delle Sorelle Povere in Terra Santa, offrendo un sostegno al Monastero
“Sainte Claire” di Gerusalemme che versa
in condizioni precarie a motivo della mancanza di nuove vocazioni. Trattandosi dell’unica presenza di Clarisse in Gerusalemme, il Ministro considerava una grave perdita privare quel luogo di tale carisma.
Ed ecco che i Monasteri della Federazione Umbra hanno deciso di accogliere
l’appello del Ministro generale. Dopo un
approfondito e prolungato discernimento,
soprattutto per scegliere le persone ritenute
più adatte per avviare una rinnovata presenza nella Città Santa, la Madre presidente,
Sr. Chiara Emanuela e Sr. Chiara Cristiana,
ex-Presidente, si sono recate a Gerusalemme, per conoscere da vicino la realtà che
avrebbero dovuto sostenere e per programmare un effettivo inserimento nell’attuale
presenza, costituita prevalentemente da sorelle anziane. Dopo il loro ritorno in Italia
nei rispettivi monasteri di Foligno e di Orvieto, la Federazione ha definito il “progetto Gerusalemme” e ha reso noti i nomi delle Sorelle che inizieranno questa bella avventura. Le Sorelle, dopo una settimana di
Esercizi Spirituali a fine agosto, erano pronte per partire.
Il Ministro generale si è sentito in dovere di incontrare le Sorelle in partenza per il
Monastero di Gerusalemme e, perciò, domenica 31 agosto si è recato al Monastero
Buon Gesù di Orvieto per un saluto particolare e per celebrare con loro l’invio a una
nuova, importante missione. Accompagna-
to dal Definitore italiano, Fr. Mario Favretto, Fr. José è giunto ad Orvieto nella mattinata. Accolto calorosamente in Monastero,
dopo il saluto ci si è recati in chiesa per la
celebrazione eucaristica, a cui hanno partecipato anche Fr. Claudio Bottini, dello Studio Biblico di Gerusalemme, che aveva predicato gli Esercizi ed alcuni parenti delle
Sorelle in partenza. La Liturgia della Parola domenicale ha offerto al Ministro il tema
della vocazione e della sequela di Gesù; su
questo egli si è soffermato nell’omelia, rivolgendosi alle Sorelle e particolarmente a
quelle che stavano per partire verso Gerusalemme. Al termine, ha impartito una particolare benedizione come segno di invio delle sei Clarisse. Nel pomeriggio il Ministro
ha incontrato le Sorelle in partenza: Sr
Chiara Cristiana, responsabile del gruppo;
Sr Fransiska Mariya e Sr. Mariya Rita provenienti dai Monasteri di S. François e di
S.te Claire, in Rwanda; Sr Chiara Letizia di
Assisi, S. Quirico; Sr. Chiara Anna Grazia
di Città della Pieve, S. Lucia; Sr. Mariachiara del Monastero di Borgo Valsugana,
nel Trentino. Fr. José le ha ringraziate per la
generosità con cui hanno accolto la richiesta di aiuto per Gerusalemme ed ha espresso la convinzione che tale presenza sia un
dono prezioso per la Chiesa locale e per la
sublime realtà che la Terra Santa custodisce. Ha elogiato il processo di discernimento operato dalle Sorelle per la scelta e per
l’avvio del progetto “S.te Claire”. Ha apprezzato la scelta delle sei Sorelle prescelte
di convenire a Orvieto per un periodo di conoscenza reciproca e per un’iniziale integrazione tra loro. Ha presentato loro le sfide che le attendono: l’internazionalità e
l’interculturalità, che dovranno tradursi in
ritmi e atteggiamenti nella vita ordinaria; la
presenza in un contesto pluri-religioso; la
necessità di apprendere la lingua locale per
una comunicazione essenziale; l’integrazione con la precedente comunità.
484
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
In un successivo momento il Ministro si
è intrattenuto con le Sorelle del Monastero
Buon Gesù. Era la prima visita di Fr. Josè a
questo Monastero. Ha condiviso con le Sorelle alcune riflessioni, ha risposto alle loro
domande circa il cammino dell’Ordine, ha
esortato la comunità a proseguire con
l’impegno di vita, la cura della formazione
e la vivacità che contraddistinguono questa
bella realtà clariana in Orvieto. Dopo una
sosta con le Sorelle nel giardino del Monastero, un incantevole, panoramico terrazzo
naturale sulla sommità della città, il Ministro è ripartito per Roma.
FR. MARIO FAVRETTO
2. Visita alla Provincia di Torino dopo
l’aggressione subita da 4 frati a Belmonte
Torino, 12.09.2008
Venerdì 12 settembre Fr. José Rodríguez
Carballo, Ministro generale, accompagnato
da Fr. Mario Favretto, Definitore generale
per l’Italia e Albania, è volato a Torino per
incontrare i Confratelli della Provincia piemontese, provata dai recenti fatti di violenza avvenuta al convento di Belmonte:
l’aggressione feroce dei quattro Frati ivi dimoranti, da parte di sconosciuti, rivelatisi
poi quattro giovani rumeni che hanno infierito per non aver trovato denaro da rubare.
Una visita fraterna, quella del Ministro
generale, al riparo dai riflettori mediatici,
tra le mura del convento di S. Antonio di
Padova, per l’incontro, nella mattinata, con
i Frati del Piemonte e la celebrazione eucaristica, e per una breve visita, nel pomeriggio, ai Frati ancora ricoverati negli ospedali, rivolgendo ad ogni Frate una parola di
conforto.
Si sono radunati attorno al Ministro i
Frati di tutti i conventi della regione: faceva
un certo effetto vederli insieme, dopo la
scossa subita dall’intera comunità. Alcuni
di loro ne portavano traccia nei volti, provati da quanto avevano, ascoltato, partecipato con dolore. In tutti traspariva la forte
preoccupazione per i Confratelli ancora in
gravi condizioni, oltre all’incertezza per il
futuro di una Fraternità da ricostruire a Belmonte.
I Frati hanno trascorso la mattinata assieme al loro Ministro generale e a mezzogiorno si sono raccolti in chiesa per la santa
Messa. Dalla Liturgia due brani particolarmente provocanti: la prima Lettera ai Corinti 9,27 e il Vangelo di Luca 6, 27-38.
Fr. José ha iniziato la sua omelia riprendendo la preghiera del Salmo 83, Beato chi
trova la sua forza nel Signore: «Siamo qui
per questo – ha detto il Ministro –, per trovare un senso a una situazione che ci sembra umanamente senza senso e che possiamo leggere solo nel Signore». Nelle sue parole c’era la preoccupazione di dare alcuni
orientamenti: fare sentire la propria vicinanza ai Confratelli feriti («che non si sentano soli»), pregare perché possano trovare
anch’essi forza nel Signore.
Fr. José ha ripreso con vigore la pagina
evangelica: Amate i vostri nemici… pregate per coloro che vi maltrattano. «Una pagina difficile per noi oggi – ha detto ancora
–, ma come cristiani e come francescani
non possiamo far altro che perdonare gli autori della violenza».
L’invito è stato quello di guardare
l’esempio di Dio Padre, «che mandò suo Figlio per riconciliare un mondo di peccatori,
e l’esempio di Cristo in croce che perdonò i
suoi persecutori». Nella chiesa in un clima
di assoluto silenzio, è risuonato più volte
quello che non è solo un invito, ma un monito: «pregate per i nemici! Come francescani abbiamo la missione di evangelizzare
soprattutto la pace e la riconciliazione. Ricordiamoci delle parole che oggi ci ripete
l’Apostolo Paolo: Non succeda che dopo
aver predicato io venga squalificato. La nostra parola sarà efficace solo se la nostra testimonianza sarà l’offerta di perdono!». E a
confermare il cuore dei suoi Frati su questa
missione, il Ministro generale ha ricordato
la Lettera di san Francesco a un suo Ministro: Qualunque sia il peccato commesso,
nessun confratello si allontani da te senza
aver visto sul tuo volto la misericordia del
Padre. Le ultime parole sono state un ringraziamento verso coloro che cercano di
costruire un mondo di non violenza e un in-
AD CHRONICAM ORDINIS
vito caldo, sollecito, premuroso a restare
uniti.
E come in ogni famiglia in cui sia successo qualcosa di grave, il Ministro ha fatto
parlare il Confratello che è stato protagonista dei fatti e che può ringraziare il Signore
per la pronta guarigione: Fr. Martino ha raccontato brevemente cosa ha vissuto e “la
grazia ricevuta dalla Madonnina di Belmonte, che mi ha subito suggerito di perdonare».
FR. MARIO FAVRETTO
3. Celebrazione delle Stigmate di san
Francesco
Santuario della Verna, 16-17.09.2008
Il Ministro generale, Fr. José Rodríguez
Carballo, si è recato alla Verna nel pomeriggio del 16 settembre, come ormai è consuetudine, per celebrare la festa dell’impressione delle Stigmate. Era accompagnato da Definitori generali, Fr. Šime Samac e
Fr. Ignacio Muro, dal Segretario particolare, Fr. Francisco J. Arellano Suárez e da Fr.
Francisco Candray.
I Frati del Santuario hanno partecipato,
la sera dello stesso giorno, ad una veglia di
preghiera con i giovani in preparazione alla
solennità delle Stigmate. In tale circostanza
il Ministro generale, si è rivolto ai giovani,
domandandosi: «come mai la polvere dei
secoli non ha sepolto il ricordo di questo avvenimento, così come, invece, ne ha cancellati tanti altri. Perché a otto secoli di distanza veniamo ancora in questo luogo?
Cosa, o meglio, chi veniamo a cercare?». Se
guardiamo, ha proseguito il Ministro, a san
Francesco, segnato con il marchio della croce nel suo corpo, possiamo trovare la risposta: siamo venuti qui per conoscere ed amare Dio e per portare in tutti i luoghi e a tutti
gli uomini i segni concreti di questo amore
del Signore. La veglia è proseguita, fino al
mattino del 17 settembre, con canti di lode,
silenzi ed adorazione, orazioni e suppliche.
Il giorno dell’impressione delle Stigmate, iniziato con il canto dell’Ufficio delle
Letture e delle Lodi, ha avuto il suo centro
485
nella celebrazione dell’Eucaristia, presieduta dal Ministro generale. Nell’omelia Fr.
José si è rivolto all’assemblea, affermando
che le Stigmate costituiscono il culmine del
cammino di Francesco, un cammino di conoscenza del Signore, realizzata non solo
attraverso la vista e l’udito, ma con tutto il
suo essere, compreso il suo corpo. «In quella croce, scolpita nella carne di Francesco,
noi contempliamo – ha esclamato il Ministro – il compimento e la perfezione della
sequela: seguire Cristo è certamente un percorso verso l’amore, ma è sempre e anzitutto un cammino da fare per amore»! Ha terminato affermando che il mondo ha ancora
bisogno di Francesco, del messaggio sempre nuovo della sua vita evangelica. Hanno
partecipato all’Eucaristia Autorità civili,
molti Frati della Provincia toscana e di altre
Regioni, numerosi pellegrini che si sono recati al Santuario per carpire il segreto della
gioia di Francesco, segnato con le Stigmate.
Nel primo pomeriggio i Frati, assieme ai
pellegrini, hanno celebrato l’Ora Nona, presieduta dal Ministro generale, ed in processione si sono recati alla Cappella delle Stigmate, per venerare, nel silenzio e nella preghiera, quel luogo santo e per ricevere la
benedizione con la reliquia di san Francesco.
FR. FRANCISCO J. ARELLANO SUÁREZ,
OFM
4. Visit to the Foundation of Myanmar and
Meeting with the Conferences of Asia
and Oceania
On the 18th of September, 2008, the
General Minister left for Myanmar (formerly known as Burma) to visit the Friars of the
Foundation dependent directly on him; he
was accompanied by Br. Ambrose Nguyen
Van Si, General Definitor for both Asia and
Oceania.
After a long trip of 14 hours with a stop
at Bangkok, the General Minister and Br.
Ambrose arrived in Yangoon around 10 AM
of Sept. 19. Br. Peter Tri, President of the
486
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Foundation and the FMM sisters were waiting for us at the airport. Then, we left in a
small car for the house of the Friars situated
in a poor neighborhood in the outskirts of
Yangoon.
The Foundation, “Saint Francis of Assisi”
of Myanmar is one of the most recent Franciscan presences in Asia. Founded only 4
years ago, it is comprised now of 4 solemnly
professed missionaries (2 Vietnamese [Peter
and Paul], a Korean [Basil], and an Indonesian [Gusty]. It also has 1 postulant originally from Myanmar – who will be admitted to
the Novitiate in Manila in 2009 – and 7 candidates from diverse tribes of Myanmar who
are staying with the Friars in Yangoon.
We shared a festive lunch with all the
Fraternity. After lunch, the General Minister met with the missionary Friars in a fraternal spirit. We heard from their experience of suffering and joy as well as –although somewhat discreetly – the lot of the
people of this country. The General Minister exhorted them to be faithful to their vocation, especially in the difficult situation of
Myanmar, by seeking always to announce
the Gospel through the witness of their life,
in both simplicity and poverty. The meeting
was concluded with the celebration of the
Eucharist with all the Fraternity in a small
room that had been converted into a chapel.
In the afternoon, Br. Jose Carballo was
able to enjoy the beauty of one of the greatest Buddhist Pagodas of the world (the
Schwedagon Pagoda) located on a hill not
far from the house of the FMM sisters
where we stayed the night with the missionary Friars for security reasons.
On Sept. 20, after celebrating the Eucharist with the sisters, we left Yangoon on a
Thai Air flight direct for Bangkok. At the
Bangkok airport, we were welcomed by Br.
Paskalis, General Delegate for the Foundation of Thailand and Br. Johnson, President
of the Foundation. We went to Lamsai, the
seat of the Fraternity of Thailand where we
met with the rest of the General Definitors
who had arrived some hours before from
Rome; they were Brothers Sime, Miguel,
Luis, Amaral, Mario, and Ignacio. At Lamsai, all the Fraternities of Thailand (8 Mis-
sionaries, Postulants, and Candidates) and
many Provincial Ministers, Presidents of
Foundations from different countries of Asia
and Oceania were already waiting for us.
After a joyful and meaningful welcoming
ceremony for the General Minister and his
Definitors, all those present made their way
to the chapel where there was much music,
dancing, and flowers in the Thai way.
Lunch then ensued. In the afternoon, the
General Minister met first with young candidates and then with the missionaries. This
Foundation has currently 8 missionaries
coming from all over, such as India, Indonesia, Poland, Spain, and Brazil; there are also
3 temporary professed, 2 novices in Manila,
1 theology student who has yet to begin his
novitiate, 3 postulants, and 11 candidates.
We are talking about a Foundation still
growing, thanks to the work of a consistent
number of new missionaries and a transparent, fraternal way of life. The General Minister exhorted all of them to continue to live
their Franciscan vocation with joy and fidelity with a special attention to the quality
of their Franciscan way of life.
On Sunday, September 21, we celebrated the 8th Centenary of the Order and Feast
of St. Francis with the people. Early in the
morning, many people had already come
for this occasion. Present were representatives of the Nunciature, members of different Franciscan families, Capuchins, OSF,
Franciscan sisters, religious, priests, benefactors, and friends. At 10 AM, the Church
of the Fraternity was packed. The Cardinal
of Bangkok presided at the Mass and
preached the homily in the Thai language.
At the end of the Mass, the Provincial Minister addressed words of greeting and gratitude to everyone. Afterward, thanks to the
generosity of so many lay people, all the
participants shared the gift of fraternity at
table in a pleasant and festive manner. In the
afternoon, the General Minister and his
Definitors with the Provincials and Custodes visited the hospice of “Saint Clare”, a
home for the sick stricken with AIDS. Lamsai, also known as “Garden of the Gospel
Peace” is comprised of different structures,
such as small house for the Fraternity, a new
AD CHRONICAM ORDINIS
house of Formation, a Center for retreats,
and the hospice for AIDS victims. This hospice, by the way, has been around for a
while now and is well known all over Thailand; it is run by the Friars in collaboration
with some Philippine sisters and has about
twenty beds for the sick. The sisters and the
brothers told us of the work they do there,
while showing us around the hospice, visiting the sick. We were struck by the testimony and sufferings of our sick brothers and
sisters.
At 4:30 pm, we left for Bangkok by bus
to participate at the two Conferences of
Asia and Oceania. The meeting took place
at the pastoral center of the Archdiocese of
Bangkok at Sampran, a hotel-like structure
adapted for conventions and meetings. This
is the first time in 10 years that the General
Minister and his Definitors were able to
meet with all the Provincial Ministers, Custodes, and Presidents of the Foundations of
the two Conferences of Asia and Oceania.
The Provincial Ministers were from India,
Australia, Indonesia, Vietnam, Korea,
Philippines, Japan, and Taiwan. The Custodes of the autonomous Custodies, on the
other hand, were from Papua New Guinea,
South of the Philippines, Pakistan, and West
Papua. The Custodes of dependent Custodies came from Singapore/Malaysia.
Presidents of Foundations arrived from
East Timor, Myanmar, Thailand, and Sri
Lanka. Present were also Provincial delegates from New Zealand as well as the General Delegate for the Project of China and
delegates of the Custody of Fengxiang.
Everything seemed well prepared. The
Friars of the Foundations in Thailand, especially the students and postulants, are all involved in both the secretariat and welcoming of the participants. On the first day of
this meeting, we listened to the presentations of the Entities (Provinces/Custodies)
and then heard the message from the General Minister. The second day was dedicated to discuss the situation of Franciscan
presence in both Asia and Oceania.
Progress has been made in the implantatio
Ordinis in both Asia and Oceania. For example, there is a consistent, growing num-
487
ber of friars in many Entities who have a
greater sense of belonging to the Order and
the spirit of collaboration in the two Conferences. Yet, problems are not lacking!
There are objective problems, such as geographical distances as well as cultural and
language diversity. There are problems
within the Entities involving the formation
of the young, having the necessary resources to support new Foundations, and
the aging process in some Provinces. We
agree that the future of the Order depends
also on the planning which the Order does
in the face of these immense Continents of
4 billion people with ancient religions and
culture.
Our meeting was both engaging and
profitable. Although we had a full schedule,
the participants were also able to appreciate
the beauty of the Thai culture and art by
guided visits and cultural presentations.
Particularly special was the visit to the great
Palace of Bangkok, where we had cultural
evening, seeing a concert organized by our
students, an elephant show.
While Br. Jose and other Definitors took
a flight back to Rome on Sept. 24, members
of the two Conferences continued their
work, dealing with problems regarding the
two Conferences and planning for the future. In addition, the brothers elected a new
leadership team for the Conferences: the
SAAOC elected Br. Paul Smith from Australia as President and Paskalis Syukur from
Indonesia as Vice-President. The EAC then
elected Br. Balthasar Obico from the Philippines as President and Paul Jun Hasegawa
from Japan as Vice-President. We extend
our heartfelt thanks to the former Presidents
and Vice-Presidents for their service of
leadership in these past years. At the same
time we extend best, fraternal wishes to the
new ones and a “thank you” for accepting to
serve the brothers in this region that is so
complex, but, at the same, so culturally rich.
The General Definitory will return to the
meeting table in November to reflect once
again on our Franciscan presence in both
Asia and Oceania.
BR. AMBROSE NGUYEN, OFM
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AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
5. Visita alla Provincia veneta di sant’Antonio di Padova
Venezia, 26-29.09.2008
«Tutti i frati debbono speciale obbedienza e riverenza al Ministro generale, legittimo successore di san Francesco, come segno di unità e di comunione di tutta la Fraternità» (CCGG 7, §2). Così veniva annunciata la Visita del Ministro generale ai
Frati della Provincia di sant’Antonio di Padova, che comprende le regioni del Veneto
e del Friuli in Italia; Visita che ha impegnato il Ministro da venerdì 26 a lunedì 29 settembre 2008. Fr. Josè è giunto a Venezia il
mattino del 26 settembre, con due Frati della Curia generale, appartenenti a questa
Provincia: Fr. Mario Favretto, Definitore
generale, e Fr. Stefano Lovato, addetto al
Protocollo. A riceverlo c’era il Ministro
provinciale, Fr. Bruno Miele, che lo ha condotto a Verona. Qui il Ministro generale è
stato accolto dai Frati nella chiesa di san
Bernardino dove è avvenuta una breve celebrazione di apertura della Visita. Dopo le
parole di benvenuto del Ministro provinciale, è stato proclamato il Vangelo ed è stato
letto un brano del padre san Francesco, per
introdurre tutti nel clima e significato dell’evento provinciale.
Primo incontro programmato per il Ministro Generale è stato quello con 26 Guardiani e gli altri Superiori delle Case filiali,
assieme al Definitorio. L’incontro si è tenuto nella “Sala Morone”, l’antica e suggestiva biblioteca del convento, affrescata nel
1503. Nel suo intervento Fr. Josè ha esordito illustrando il ruolo determinante del
Guardiano per la comunione di vita della
Fraternità, ma anche per il cammino spirituale dei Frati. Il Ministro generale ha proseguito con i riferimenti a san Francesco
circa l’autorità, che ha senso dentro la Fraternità, nella Fraternità e per la Fraternità,
poiché chi è stato chiamato a presiedere i
fratelli non può dimenticare di essere lui
stesso un fratello. Ha concluso la riflessione
indicando alcune modalità dell’autorità del
Guardiano, intesa come servizio ai Frati.
C’è stato, poi, un dialogo partecipato e
schietto tra Ministro e Guardiani, nel quale
sono state poste delle domande e segnalate
delle difficoltà che si incontrano nella vita
quotidiana.
È seguito un “fuori programma” del tutto particolare riguardante la Fraternità di S.
Bernardino, ma anche tutta la Provincia. Si
tratta della benedizione dei nuovi locali, appena ristrutturati per accogliere la mensa
dei poveri e i vari servizi che verranno offerti ai poveri e ai bisognosi della città. Il
Ministro generale ha visitato ed apprezzato
gli ambienti rinnovati e i progetti di carità
che vi saranno attuati. Ha ringraziato chi ha
reso possibile tale consistente lavoro, ha
esortato i Frati a prendersi cura sempre dei
poveri, poiché sono i nostri maestri, e per
vivere nello spirito della restituzione chiesta espressamente da san Francesco.
Nel pomeriggio c’è stato l’incontro con i
20 giovani in formazione e poi con i Frati
con dieci anni di professione. S. Bernardino
è la casa interprovinciale dei Professi temporanei delle Province del Nord Italia; ad
essi si sono aggiunti, per il tempo della formazione, alcuni Professi temporanei provenienti dalla Polonia, dall’Ukraina e dalla
Croazia. Ad essi il Ministro generale ha sottolineato l’importanza di avere contatti internazionali che riflettono la varietà di culture presente nell’Ordine. Ha esposto, poi, i
principi essenziali della nostra formazione
che dev’essere integrale, personalizzata,
graduale, esperienziale e permanente. Si è
soffermato, quindi, sulle sfide della formazione ai giorni nostri: la passione per Cristo
e per l’umanità, l’interiorità, la solitudine,
la familiarità con la sacra Scrittura. Nel dialogo che è seguito, il Ministro generale ha
interpellato i presenti circa le difficoltà che
si possono incontrare nel tempo della professione temporanea ed egli stesso, rispondendo, ha fatto un elenco di difficoltà che
ogni giovane Frate deve prepararsi ad affrontare.
Pure con i Professi “Under ten” il Ministro ha toccato i temi della formazione e
dell’accompagnamento. Senza mezzi termini ha definito periodo critico quello che
segue la Professione solenne, a motivo soprattutto dell’inserimento nelle Fraternità
ordinarie e nell’attività apostolica. Ha rac-
AD CHRONICAM ORDINIS
comandato in questi anni la necessità di un
accompagnamento personalizzato e di un
progetto di vita. Con essi è nato un dialogo
molto franco circa le svariate esperienze
che ognuno si trova a vivere e sulla difficoltà di inserimento in qualche Fraternità in
cui vengono trascurate le relazioni al proprio interno.
Dopo il vespro solenne in chiesa e la cena, una serata di intrattenimento musicale
ha dato modo di presentare le varie componenti dei giovani in formazione: postulanti,
novizi, professi temporanei delle Province
italiane e degli altri paesi.
Il sabato mattina è stato dedicato all’incontro con le Sorelle Clarisse dei monasteri della Provincia. L’incontro è avvenuto nel
Monastero di Novaglie a Verona, dove sono
convenute le Sorelle Povere degli altri monasteri. Si è iniziato con la celebrazione eucaristica a cui hanno partecipato il Vicario
Episcopale di Verona e l’Assistente dei monasteri della Federazione, Fr. Bruno. Dopo i
saluti e un momento di fraternità, è stato
presentato al Ministro generale un “gioiello” prezioso custodito da questo monastero
veronese: l’antico codice miniato che contiene lo scritto di Francesco alle Clarisse:
“Audite, Poverelle”. Fr. José ha potuto avere tra le mani e ammirare questa rarità che
ci tramanda uno scritto del serafico Padre.
Dopo ci si è radunati nella sala capitolare
per proseguire l’incontro con una relazione
del Ministro generale circa gli aspetti specifici della vita e regola che Chiara ha trasmesso alle Sorelle Povere. La contemplazione e la fraternità, insieme al privilegio
dell’alta povertà, devono essere sempre i
tratti che contraddistinguono il secondo Ordine. Ne è seguito un dialogo partecipato e
vivace tra Sorelle e Ministro fino a che il
tempo lo ha consentito. Dopo un caloroso
congedo, il Ministro con il Provinciale e accompagnatori hanno raggiunto il convento
di S. Pancrazio a Barbarano Vicentino.
A S. Pancrazio era programmato l’incontro con il Definitorio e poi con i Formatori. Con il Definitorio provinciale, dopo la
presentazione del Ministro provinciale circa il lavoro e il clima di collaborazione esistente, Fr. José si è intrattenuto su alcuni
489
tratti del servizio alla Provincia, tra cui il
principale è quello della testimonianza di
fraternità, poiché il Definitorio è la prima
Fraternità della Provincia. Ha, poi, raccomandato ai Definitori di avere un rapporto
personale con i Frati, di ascoltare ogni persona, di cercare chi si emargina o si è già allontanato oppure è ferito per relazioni guastate. Inoltre, il Ministro ha insistito sul discernimento per il futuro, sul necessario
ridimensionamento e sull’interprovincialità. In particolare, su quest’ultimo aspetto,
ha espresso una valutazione molto positiva
sul Capitolo delle Stuoie programmato per
il prossimo anno, al fine di coinvolgere la
base dei Frati nel processo di collaborazione strutturale con le altre Province, raccomandando di preparare bene quel momento
di discernimento provinciale. Non è mancato da parte del Ministro l’insistenza sull’impegno culturale della Provincia e l’incoraggiamento a sostenere in ogni modo i due
centri di studio attualmente presenti nel suo
territorio: Venezia e Verona. Nel dialogo
con il Ministro si sono scambiati i pareri
circa il processo di unificazione in corso tra
le Province del Nord Italia e sulla necessità
di passi condivisi, comprendendo la questione economica, e sempre mirando al
coinvolgimento di tutta la Fraternità provinciale.
Nell’incontro con i Formatori, il Segretario provinciale per la Formazione e gli
Studi ha presentato il servizio che si sta
compiendo in Provincia, descrivendolo come luogo di condivisione e di dialogo, in ricerca della continuità nell’offerta formativa
e con l’intento di garantire la formazione
dei Formatori. Il Ministro generale, nel suo
intervento, ha toccato alcuni aspetti attualmente critici della nostra formazione e, poi,
si è soffermato a valutare il prossimo passo
che porterà all’unificazione del Segretariato per le sei Province del Nord: una realtà
nuova che diventerà anche una sfida per il
futuro dell’animazione vocazionale e per la
formazione. Ha raccomandato di valorizzare le particolarità e il coinvolgimento di
ogni Entità. Fr. Josè ha, quindi, ha chiesto di
manifestare le gioie e le difficoltà che
ognuno dei presenti sta vivendo in questo
490
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
tempo di servizio alla formazione. Ne è derivato uno scambio molto bello e intenso
che ha segnato positivamente l’incontro e il
dialogo.
Domenica 28 ad attendere il Ministro
generale era la Fraternità S. Cuore a Saccolongo, sede dell’Infermeria provinciale. La
Fraternità è composta da circa 40 frati, un
buon numero di essi non necessita di cure,
ma organizza il servizio a coloro che hanno
bisogno. Il Ministro generale ha presieduto
l’eucaristia, in una chiesa gremita di fedeli
che abitualmente frequentano la casa. Le
parole del Ministro, nella celebrazione e nel
successivo incontro con i Frati, hanno trasmesso una forte, intensa partecipazione
sua personale a questo incontro. Egli ha apprezzato la cura degli infermi da parte della
Provincia e del personale; ha ringraziato la
gente per il coinvolgimento abituale nella
vita della casa e per il contatto familiare con
i Frati ammalati e anziani.
La Visita è coincisa con la morte di Fr.
Valerio, un Frate che ha donato gran parte
della sua vita ai ragazzi di Mondo X,
l’associazione che aiuta ad uscire dalla dipendenza dalla droga. Fr. Josè ha potuto così sostare e benedire la sua salma come
estremo saluto a un Frate amico che ci ha lasciati prematuramente.
Nel pomeriggio c’è stato un affollato incontro con l’OFS e GiFra presso il santuario di Chiampo. La partecipazione davvero
numerosa di rappresentanti delle Fraternità,
distribuite su tutto il territorio del Veneto e
del Friuli, si è trasformata in calorosa accoglienza e poi in attento ascolto del Ministro
generale. Per la circostanza era presente anche il Ministro provinciale dei Cappuccini
e gli Assistenti Ofs e Gifra delle tre obbedienze. Con tono fermo e appassionato Fr.
Josè ha presentato all’assemblea gli aspetti
essenziali della dimensione laicale francescana, insistendo particolarmente sulla formazione e sulla laicità. Dopo una serie di
interventi e domande si è passati alla celebrazione eucaristica, animata dai giovani
della GiFra, dentro la nuova chiesa del Beato Claudio; chiesa ancora da ultimare ma
provvidenziale per accogliere un’assemblea così grande.
L’ultimo giorno della Visita è stato dedicata totalmente alla Fraternità provinciale. Per tale giornata il Ministro ha raggiunto il Santuario di Motta di Livenza dove,
ad accoglierlo c’erano circa duecento Frati convenuti dalle varie case della Provincia. Sul piazzale del santuario della Madonna dei Miracoli ha avuto inizio la celebrazione con un momento penitenziale di
preghiera. Poi l’ingresso in basilica al seguito della parola di Dio, portata dal Ministro generale stesso. Suscitava un certo
stupore la vista di un numero considerevole di frati e, tra essi, di numerosi giovani.
Dalla basilica si è passati al salone dove Fr.
Bruno, Ministro provinciale, ha presentato
al Ministro generale la Provincia. Nel suo
intervento Fr. José ha ringraziato la Provincia veneta per la collaborazione che sta
offrendo con ben 10 Frati attualmente a
servizio dell’Ordine e altri in commissioni
e servizi vari. Ha proseguito ricordando il
cammino dell’Ordine e i tre atteggiamenti
su cui si è voluto articolare l’impegno delle Entità e dei singoli Frati in questi anni: il
discernimento, l’ascolto, la restituzione. Si
è poi soffermato su alcune sfide che egli
vede presenti nell’immediato futuro della
Provincia: la missione, l’interprovincialità, le vocazioni, lo studio. Per ognuna di
esse ha offerto delle indicazioni precise,
esortando i Frati a non sottrarsi al compito
loro affidato di continuare e di costruire
una grande storia che il passato di questa
Provincia ha consegnato ai Frati presenti e
all’Ordine.
Un ulteriore momento in assemblea è
stato dedicato al dialogo con interventi e
domande dei presenti. Quindi il momento
conviviale in convento e nel pomeriggio la
solenne celebrazione in basilica. In un clima di festoso incontro e di preghiera si è così conclusa la Visita alla Provincia di S. Antonio di Padova; una visita alquanto densa
di appuntamenti e di partecipazione, ma che
ha trasmesso ai numerosi Frati e al Ministro
generale stesso nuovo fervore per proseguire con fedeltà e audacia.
FR. MARIO FAVRETTO
AD CHRONICAM ORDINIS
6. Visita alle Province di Foggia e di Lecce
Foggia/Lecce, Italia, 27-31 ottobre 2008
Il programma della Visita del Ministro
generale prevedeva vari momenti di incontro e di celebrazione con le singole Province di Puglia e Molise, ma anche momenti di
contatto con alcune realtà delle due Province riunite assieme. Questa modalità è stata
proposta a motivo della vicinanza e della
condivisione di vari aspetti della vita delle
Province di S. Michele Arcangelo di Foggia
e dell’Assunzione della B.V.M. di Lecce, ed
anche per incoraggiare occasioni di collaborazione in futuro.
Il Ministro generale, dopo la celebrazione conclusiva del Sinodo dei Vescovi in Vaticano, ha potuto anzitempo raggiungere la
Puglia, giungendo a Bari nella serata di domenica 26 ottobre. Lo accompagnava il Definitore generale Fr. Mario Favretto. Ad accogliere Fr. Josè era il Ministro provinciale,
Fr. Pietro Carfagna, il Segretario provinciale e la locale Fraternità. Un’accoglienza fraterna e calorosa che ha fatto immediatamente sentire al Ministro di trovarsi a casa.
Nel mattino seguente, dopo la preghiera e
l’eucaristia nella chiesa parrocchiale di S.
Antonio, una sorpresa attendeva il Ministro
generale: la visita alla Mostra Filatelica su
san Francesco. Fr. Leonardo Dipinto, curatore di questa originale esposizione, ha guidato il Ministro lungo il percorso, illustrando i numerosi francobolli che hanno celebrato negli anni san Francesco e il francescanesimo, in Italia e nel mondo. Poi a
metà mattina il primo appuntamento della
Visita: l’incontro con il Definitorio provinciale della Provincia di S. Michele, di Puglia e Molise. Dal Ministro provinciale e
dai Definitori, Fr. José ha ricevuto una prima informazione sullo stato della Provincia
e sulle modalità di animazione e amministrazione con cui sta operando il Definitorio. Ad essi, un Definitorio giovane in età, il
Ministro generale ha rivolto alcune esortazioni e ha ricordato i tratti dell’esercizio
dell’autorità e della paternità che stavano a
cuore al padre san Francesco.
Nel pomeriggio ci si è recati tutti nella
chiesa Cattedrale di Bari per l’incontro del
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Ministro generale con la Famiglia Francescana. Nella stupenda cornice romanica di
questa antica cattedrale una folla di Francescani dell’OFS e della GiFra, proveniente
da tutta la regione, quindi anche dalla Provincia del Salento, hanno accolto calorosamente il Ministro generale. Erano presenti i
due nostri Ministri provinciali con i rispettivi Definitori e una folta rappresentanza di
Frati. C’erano anche i Ministri provinciali o
rappresentanti delle altre obbedienze e le
Superiore degli Istituti Francescani. L’incontro ha avuto inizio con un momento di
preghiera e di ascolto della parola di Dio.
Poi ha preso la Parola il Ministro generale
che, ricordando l’imminente Centenario
della Fondazione dell’Ordine, ha tratteggiato il cammino indicato nel progetto “La grazia delle origini”. Questo evento con il relativo programma che l’Ordine sta vivendo,
ha dato spunto a Fr. Josè per ricordare ai
Francescani presenti gli atteggiamenti essenziali che devono avere nel tempo che
siamo chiamati a vivere.
Secondo momento dell’incontro è stato
il corteo di tutti i presenti dalla chiesa Cattedrale alla basilica di S. Nicola. Da tre diversi punti della città, sfilando pubblicamente e ordinatamente per le strade del centro di Bari, sono confluiti a San Nicola tre
cortei di coloro che venivano per celebrare
lo “spirito di Assisi”. Giunti a S. Nicola, il
Ministro generale con i Ministri provinciali
e con i rappresentanti di varie religioni hanno preso posto in presbiterio. Alternando la
celebrazione con musica e canti dell’assemblea, ogni rappresentante delle religioni
presenti si è alternato al microfono per presentarsi ed elevare una preghiera per la pace. Quindi è intervenuto il Ministro generale che ha offerto all’assemblea una riflessione sul tema: Nuova sobrietà per abitare
la terra, un tema con cui Fr. Josè ha proposto una straordinaria attualizzazione del carisma e delle intuizioni francescane. Davvero un momento esaltante, quello celebrato a Bari in questo anniversario dello
“Spirito di Assisi”, a motivo della folta partecipazione dei Francescani e per la partecipazione attiva delle varie componenti. Merito particolare di tutto ciò va a colui che ha
492
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
curato l’organizzazione dell’evento, Fr. Vito, parroco in Bari e delegato dei parroci
della Compi, che ha suscitato un rinnovato
interesse su un evento straordinario voluto
da Giovanni Paolo II, evento che ha confermato al mondo intero Assisi come santuario
della pace e i francescani come operatori di
pace.
Martedì 28 ottobre è stato dedicato in
buona parte a tutti i Frati della Provincia S.
Michele Arcangelo, convenuti per la circostanza al Santuario del Beato Giacomo in
Bitetto. Saluti, clima festoso e grande movimento di Frati in santuario e nei locali del
convento hanno caratterizzato l’accoglienza di quanti giungevano per la giornata di
fraternità provinciale con il Ministro generale. Nel frattempo Fr. Josè visitava il santuario, sostava in preghiera davanti all’urna con le spoglie del Beato, visitava il locale museo della tradizione popolare e
religiosa. Alle 9.30 una preghiera, con riferimento al centenario della Fondazione dell’Ordine, ha aperto l’incontro di tutta la
Fraternità provinciale con il Ministro generale. I Frati presenti erano numerosi, pressoché tutta la Provincia ha risposto all’invito. Fr. José, prendendo la parola, ha ricordato gli atteggiamenti fondamentali
chiesti all’Ordine intero dal progetto “La
grazia delle origini”: discernimento, ascolto, restituzione. Ha proseguito indicando
alla Provincia le sfide che l’attendono nel
prossimo futuro e per cui occorre prepararsi, affinché il tempo e le situazioni non debbano decidere a posto nostro. Tra queste ha
menzionato, in modo particolare,
l’evangelizzazione e l’apertura missionaria. Sono seguiti interventi e domande dei
Frati al Ministro generale fino allo scadere
del tempo a disposizione. In chiesa i fedeli
attendevano i Frati per unirsi alla solenne
celebrazione eucaristica, presieduta dal
Ministro generale. Questi all’omelia ha ripreso i passaggi della nostra formula della
Professione e ha esortato i Frati a riprendere sovente questa formula con cui ci siamo
consacrati al Signore, a ripeterla e meditarla ogni giorno. Al termine della Messa è intervenuto il Sindaco di Bitetto per salutare
ufficialmente il Ministro generale, espri-
mendo il grande onore della città per avere
il privilegio di accogliere il successore di
san Francesco. Ha elogiato i Frati Minori
che hanno avuto parte attiva nel tessuto sociale e culturale del territorio, attivandosi
nel passato per ricostruire materialmente e
spiritualmente dopo i danni recati dalle
guerre e dalle soppressioni.
Congedati i Frati della Provincia, la giornata già ricca di incontri e di celebrazioni
non è finita per il Ministro generale. Un rapido trasferimento ad un altro santuario, la
Madonna del Pozzo, ha condotto Fr. José
all’incontro con i Guardiani e i Formatori
delle due Province della Puglia. La cornice
architettonica che accoglie il Ministro generale è monumentale: il convento del 1700
e la “Reale Basilica”, dedicata alla Madonna, che custodisce l’immagine prodigiosa
della Vergine, rinvenuta in un pozzo nelle
vicinanze. L’incontro con i Guardiani e Formatori è avvenuto nella Sala capitolare appena restaurata e, per l’occasione, benedetta e inaugurata dal Ministro generale. Dopo
una breve presentazione da parte dei due
Ministri provinciali, Fr. José ha rivolto la
parola ai convenuti per tratteggiare il servizio dell’autorità dentro la nostra forma di
vita e nella Fraternità. Il ruolo del Guardiano è ritenuto fondamentale per l’animazione e vita della Fraternità; egli è responsabile dell’anima e del bene spirituale dei Frati
che gli vengono affidati. Al Guardiano è richiesta una particolare formazione per svolgere un servizio così importante. Pure ai
Formatori è richiesto di prepararsi e le Province hanno la responsabilità della formazione dei Formatori. Ad entrambi il Ministro ha raccomandato l’ascolto, l’accompagnamento, la trasmissione del Vangelo.
Dopo l’incontro, la celebrazione solenne
dei Vespri in Basilica ha introdotto il Ministro generale nella spiritualità del santuario
e all’incontro con i devoti del luogo, particolarmente con i Francescani dell’OFS e
della Gifra. Fr. José durante la celebrazione
ha parole accorate per raccomandare la devozione alla Madre del Signore e per comunicare la sua personale esperienza di filiale
relazione con questa mamma che è la Madonna.
AD CHRONICAM ORDINIS
Mercoledì 29 il Ministro generale è stato condotto a Castellaneta, passando così
nell’altra Provincia della Puglia: la Provincia dell’Assunzione. Ad accoglierlo sono
state per prime le Clarisse dei monasteri
della Federazione di Puglia. Provenienti da
sette monasteri si sono radunate in quello di
S. Chiara a Castellaneta. Erano presenti i rispettivi Ministri provinciali e altri Frati. La
Madre presidente e coordinatrice delle Federazioni d’Italia, Sr. Diana Papa, ha rivolto il saluto al Ministro e presentato i monasteri e la vita della Federazione. Rispondendo, il Ministro generale ha esortato le
Sorelle Povere ad essere fedeli all’identità e
alla specificità del carisma francescano, come accolto e vissuto da Chiara; ha ribadito
che la contemplazione è ciò che dà senso alla vita claustrale delle Sorelle Povere, una
vita che deve essere animata dalla parola di
Dio e caratterizzata dalla Fraternità. Dopo
la riflessione del Ministro, le Sorelle sono
intervenute con domande e considerazioni
varie. Il dialogo è diventato cordiale e fraterno fino al momento di recarsi in chiesa
per la celebrazione eucaristica, in cui il Ministro generale ha ripreso il tema della consacrazione e della Parola. Dopo l’eucaristia,
c’è stato il saluto del Vescovo locale, venuto appositamente per incontrare il Ministro
generale, e il pranzo nel refettorio del monastero, dove Sorelle e fratelli hanno gustato le specialità preparate dalle Clarisse e
condiviso tanta cordialità che ha colorato
una giornata davvero gioiosa.
Nel pomeriggio, sempre a Castellaneta
ma nel convento S. Francesco, si è svolto
l’incontro con i Professi temporanei e gli
“Under ten” delle due Province. Il Ministro
generale, dopo le presentazioni dei partecipanti, ha esordito dicendo che conosce i
giovani in formazione e questo gli consente
di essere chiaro e duro: «chiaro perché vi
conosco, duro perché vi amo». Ha messo in
guardia dalla tendenza alla mediocrità e ha
insistito fortemente sull’accompagnamento. Ha fatto una rassegna delle grandi crisi
che ognuno deve superare nel passaggio
dalla giovinezza all’età adulta. Ha raccomandato il progetto di vita e l’uso dei Media, particolarmente di internet. Ha conclu-
493
so trasmettendo la sua convinzione che la
nostra formazione iniziale dovrebbe essere
molto più esigente. A loro volta i giovani
Frati sono intervenuti rivolgendo al Ministro generale domande ed esprimendo pareri circa la vita nelle Fraternità e le difficoltà
che si incontrano nei primi anni di professione; hanno segnalato anche la difficoltà
alla condivisione tra i frati per l’abitudine
ad un dialogo superficiale e i limiti imposti
dalle strutture locali e provinciali.
La giornata del 30 ottobre è stata dedicata agli incontri con il Definitorio provinciale e con i Frati nel convento S. Antonio in
Lecce, sede anche della Curia della Provincia dell’Assunzione. Nell’incontro con il
Definitorio Fr. José, dopo la presentazione
da parte del Ministro provinciale, Fr. Tommaso, che ha riassunto l’anno di lavoro e di
animazione del nuovo Definitorio, ha richiamato alcuni tratti del servizio di animazione e di amministrazione che competono
al Definitorio e, poi, ha affrontato alcuni
problemi particolari.
Subito dopo il Ministro generale si è incontrato con numerosi Frati della Provincia.
Iniziato con un momento di preghiera,
l’incontro è proseguito con la presentazione
della Provincia da parte del Ministro provinciale. Ha preso, quindi, la parola Fr. José segnalando ai Frati gli atteggiamenti fondamentali derivanti dal progetto dell’Ordine, «La grazia delle origini», e soffermandosi su alcune sfide che attendono la
Provincia nell’immediato futuro. Inoltre, ha
insistito particolarmente sulla necessità di
crescere nella collaborazione tra Province,
poiché l’interprovincialità è il futuro dell’Ordine. Dopo le parole del Ministro sono
intervenuti i Frati con domande e osservazioni, fino allo scadere del tempo a disposizione. Infatti, bisognava terminare poiché
era giunto l’Arcivescovo di Lecce, venuto
appositamente per salutare il Ministro generale e la Provincia riunita.
Nel primo pomeriggio un piacevole fuori programma ha permesso al Ministro generale di visitare uno dei capolavori artistici custodito dai nostri frati: la chiesa di S.
Caterina in Galatina. Guidato dal Ministro
provinciale e dal Guardiano, Fr. José ha po-
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AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
tuto ammirare e gustare i meravigliosi affreschi che abbelliscono questa antica chiesa; tra i famosi dipinti, ci sono anche delle
splendide immagini di san Francesco.
Si è dovuto far ritorno a Lecce, perché in
serata era programmata la celebrazione eucaristica con tutti i Frati della Provincia, ma
arricchita dalla Professione solenne di due
giovani Frati: Luca e Martino. Anzi a questo
evento si è aggiunta una nota singolare: il
Diacono che ha svolto il servizio liturgico
era il papà di uno dei neo-professi, Fr. Luca.
Il Ministro generale ha presieduto la solenne
celebrazione e nell’omelia, oltre a trasmettere tutta la sua gioia e commozione per la
grazia di accogliere la consacrazione perpetua di due Frati, ha applicato i testi biblici all’evento che segna definitivamente la vita
dei due giovani Professi: i tre radicalismi
evangelici, espressi dai nostri voti, hanno lo
scopo di orientarci totalmente a Cristo, per
donarci a lui, per adorare non più se stessi
ma solo Lui, per guardare il mondo come lo
guarda il Signore. «Baciandovi i piedi, come
direbbe S. Francesco, – ha proseguito il Ministro generale – vi chiedo di essere veri costruttori di fraternità, non solo consumatori
di fraternità». Ha concluso esortando i Frati
a far memoria di questo giorno in cui, con la
Professione e come Maria di Nazareth, si
promette: «si faccia di me, o Signore, come
tu hai detto».
L’ultima giornata della Visita, venerdì
31, è stata dedicata all’Infermeria provinciale di Leverano e all’incontro dei due Definitori riuniti assieme. Strada facendo, c’è
stata una breve sosta per ammirare il convento di Lequile, grazioso edificio del ‘600
che conserva un importante refettorio e una
storica biblioteca. Poi a Leverano la visita
ai Frati anziani e infermi, tra i quali figure
esemplari di missionari in Cina e Taiwan.
Infine, l’incontro congiunto con i due Definitori provinciali per condividere un iniziale bilancio delle giornate di Visita e per raccogliere proposte per una più intensa collaborazione futura. Il Ministro generale, riassumendo idee e proposte, ha segnalato alcuni ambiti di possibile collaborazione interprovinciale e li ha sottoposti al parere dei
Definitori e cioè: la formazione permanen-
te, cominciando dai Guardiani, qualche incontro tra Definitori delle due Province di
Puglia, la “Ratio Formationis” da elaborare
assieme e un programma di ridimensionamento.
Dopo aver condiviso la soddisfazione
per i momenti ben riusciti della Visita del
Ministro generale e dopo aver riconosciuto
questo come momento favorevole per intensificare una mutua collaborazione, Fr.
José ha concluso la Visita assicurando ai rispettivi Ministri e Definitori provinciali tutta la vicinanza e il sostegno da parte sua e
del Definitore generale, per accompagnare
il cammino delle Province e i nuovi passi
che esse intraprenderanno circa l’animazione e la collaborazione. Il momento conviviale con i Frati dell’Infermeria, vivacizzato dagli interventi poetici e canori di alcuni di loro, è diventato il momento del
congedo del Ministro generale dalla terra di
Puglia prima di tornare a Roma, dove
l’attendeva un nuovo tempo forte del Definitorio.
7. XX UCLAF
FR. MARIO FAVRETTO
Bogotá, Colombia, 17-22.11.2008
Dia 17
Con una emotiva celebración Litúrgica,
en la Capilla central de la casa de san Bernardino de Siena, se dio inicio a la Vigésima asamblea de la Unión de Conferencias
Latinoamericanas Franciscanas. El hermano Fernando Garzón, Ministro provincial,
en calidad de anfitrión, dio un saludo fraterno a Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro
general, y a los demás hermanos venidos de
los diversos lugares de América Latina.
El Ministro general y varios hermanos,
en representación de los países de la región,
recibieron la bandera patria respectiva y encendieron una luz como signo elocuente del
llamado de “caminar como hijos de la luz”,
en los diferentes lugares del continente donde se halla viva la huella franciscana. La
Eucaristía, presidida por el hermano Ministro general, se celebró en la Fiesta de Santa
AD CHRONICAM ORDINIS
Isabel de Hungría, “quien pasó por esta vida como meteoro luminoso y encendió luces en la oscuridad de muchas almas”.
El Ministro general, por su parte, saludó
también a todos los presentes, en nombre
del Definitorio general y, especialmente, de
Fr. Luis Cabrera y de Fr. Ignacio Muro,
quien estuvo ausente por motivos de salud.
En el Auditorio del Colegio Virrey Solís,
Fr. Mauro Vallejo dio inicio formal a la
Asamblea. Precisó que el encuentro es el
espacio propicio para dialogar, escuchar y
hacer real el ideal de vivir en fraternidad
restituyendo al Señor con las palabras y con
la vida el don de la vocación.
Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro
general, desarrolló su ponencia intitulada:
“Discípulos y misioneros. Aparecida y Córdoba nos desafían”. Luego abrió un diálogo
fraterno en torno a las propuestas de su ponencia. Para finalizar, informó que partiría
esa misma tarde por cuanto debe participar
en una reunión programada por la Congregación para la Vida Consagrada en torno al
tema de las contemplativas.
En la tarde, Fr. Guido Zegarra presentó
el documento “Evangelización. Comunidad
Misionera para la Humanidad”, de Monseñor Edwin Kräuter, e invitó a los participantes a leer algunos textos y a comentarlos
por Conferencias.
Después del receso, Fr. Edgar Santos nos
compartió una reflexión sobre “La misión y
evangelización franciscanas en América
Latina y el Caribe –desde las UCLAFS
2004 A 2006- a la luz del mensaje de Bahía:
El Evangelio nos desafía”.
Dia 18
La Liturgia fue animada por los hermanos de la Conferencia Bolivariana. Luego
del desayuno y, para iniciar la sesión, el hermano Julio César Bunader propuso una pequeña oración del Papa Benedicto XVI, realizada en Aparecida.
Fr. Guido Zegarra, por su parte, nos ofreció una breve síntesis del trabajo realizado el
día anterior. Resaltó que el afiche de la
Asamblea representa el camino que nuestras
entidades han venido recorriendo para llegar
preparados al Capítulo general del 2009.
495
Los secretarios de los grupos presentaron la síntesis de las dos preguntas formuladas. A continuación, se abrió el diálogo fraterno y se ampliaron algunas experiencias
significativas. Fr. Alonso Morales sistematizó las respuestas en tres mediaciones de la
Restitución: a los hermanos, a la Iglesia y a
la sociedad.
En la segunda parte de la mañana se entregó el documento: “I Congreso Misionero
OFM de América Latina. Carisma y Misión: ¡Urgencia y audacia!”. El hermano
Mauro Vallejo comentó que la UCLAF
2004 pidió la realización de un congreso
misionero en América Latina y el Caribe,
evento que se llevó a cabo en Córdoba, Argentina, del 14 al 19 de abril del 2008.
En la tarde, el hermano Néstor Schwertz, Secretario general para la Evangelización, indicó algunas de las acciones llevadas a cabo por el Secretariado, especialmente las que se trataron en el Consejo
Internacional. Asimismo, informó acerca
de las propuestas elaboradas para el Capítulo General, el Ministro General y su Definitorio, el Secretariado General y para
los secretarios de las conferencias y las entidades.
Luego de la oración de la tarde y la cena
fuimos invitados al Coliseo del Colegio Virrey Solís para una recreación fraterna.
Dia 19
La celebración litúrgica estuvo animada por los hermanos de la Conferencia de
“santa María de Guadalupe”. La figura que
se ofreció para la reflexión fue la del Beato Juan Duns Escoto. Durante el ofertorio,
los hermanos de la Conferencia presentaron la vestimenta de los indígenas Huicholes e invitaron a ver en ellos a todos los indígenas de nuestros pueblos latinoamericanos que luchan por conservar su
identidad cultural en medio de sociedades,
muchas veces excluyentes, y a reconocer
en sus vidas las semillas del verbo presentes en su cultura y en sus manifestaciones
religiosas.
Durante la primera parte de la mañana,
se dialogó en pequeños grupos sobre algunos temas. Los ejes que se propusieron
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AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
fueron: el Proyecto de misión franciscana
latinoamericana, teniendo como eje inspirador a Córdoba, el Proyecto en el Amazonas, el Congreso latinoamericano de religiosos y laicos y un encuentro de jóvenes
por conferencias.
El hermano Stevao Ottenbreit presentó
el trabajo de Misión Central de los Franciscanos. Indicó cómo después del Concilio
Vaticano II surgieron varias iniciativas que
buscaban establecer puntos comunes. En
este ambiente, nació la familia franciscana
y la Misión Central de Franciscanos. Por
otra parte, comentó que la iniciativa no es
exclusivamente alemana, sino que reúne a
franciscanos de varios países de Europa, tales como Holanda, Austria, Bélgica y Francia, entre otros.
En las horas de la tarde, Fr. Luis Cabrera
hizo un comentario sobre la preparación al
Capitulo general 2009, el redimensionamiento de las presencias en América Latina
y la función de los Definidores generales.
La jornada finalizó con la entrega de las
propuestas para el Capítulo general 2009
por parte de JPIC.
Dia 20
Este día fue destinado a visitar la Villa de
san Diego de Ubaté, población en la cual se
encuentra ubicado el noviciado de la Provincia de la Santa Fe. Los hermanos novicios y sus formadores ofrecieron un abundante desayuno y, luego, proyectaron un video en el cual se relata una breve historia de
la casa y sus actividades.
La “segunda estación” fue la población
de Chiquinquirá, Boyacá, corazón mariano
de Colombia por excelencia. Allí se encuentra ubicada la Basílica de Nuestra Señora del Rosario, un santuario custodiado
por los hermanos de la Orden de santo Domingo de Guzmán.
Contemplando el hermoso y verde paisaje, llegamos en “la tercera etapa” a Villa
de Leiva, en Boyacá. Una vez llegados al
Duruelo, pasamos al comedor típico, mientras contemplábamos la belleza de las flores, de la edificación en sí y de su entorno.
Luego, dimos un breve recorrido por las calles de la hermosa y colonial Villa de Leiva,
apreciando sus calles empedradas, sus balcones con abundantes flores, sus tejas de
barro y sus casas típicas.
Al llegar nuevamente a la casa de san
Bernardino de Siena, con un aplauso de gratitud, se hizo un reconocimiento a quienes
se esforzaron por procurarnos este día de
descanso.
Dia 21
La Conferencia del Cono Sur tuvo a su
cargo la animación de la liturgia. Las oraciones fueron tomadas de la presentación de
la Virgen María; las lecturas y la reflexión
del tema de la espiritualidad franciscana.
Fue muy significativo que el kirye y la aclamación después de la doxología fueran entonados en lengua guaraní, como una manera de unirnos a las expresiones de fe de
tan apreciado pueblo.
En la mañana, las conferencias trabajaron los temas propuestos. Entre ellos, estaban los siguientes: El proyecto de Amazonía, por las Conferencias Bolivariana y la
Brasilera); y el Proyecto de una fraternidad internacional para preparar misioneros
en América Latina, por las Conferencias
del Cono Sur y de Santa María de Guadalupe. Respeto al Proyecto del Congreso Internacional OFM de laicos y religiosos, se
pidió que en ambos grupos se planteen sugerencias.
Por la tarde, los Ministros y Custodios
se reunieron aparte con la fin de abordar
temas propios de su servicio como animadores de las fraternidades provinciales y/ o
custodiales. En la segunda parte, nuevamente se reunió toda la Asamblea para decidir sobre los proyectos y propuestas de
carácter vinculante a ser ejecutadas por la
UCLAF.
El encuentro concluyó el día 22 por la
mañana, con la votación de los acuerdos finales y la celebración de la Eucaristía presidida por Fr. Mauro Vallejo, Presidente saliente de la UCLAF. Dios mediante, la próxima Asamblea de la UCLAF se realizará
en la Conferencia del Cono Sur, en el 2010.
FR. MARIO WILSON RAMOS, OFM
AD CHRONICAM ORDINIS
8. Visita alle Province OFM di Salerno,
Napoli e Benevento
Baronissi/Napoli/Benevento, 21-29.11.2008
Venerdì 21 novembre il Ministro Generale, accompagnato dal Definitore italiano
Fr. Mario, ha lasciato la Curia per visitare le
tre Provincie italiane, che hanno come territorio le Regioni della Campania e della
Basilicata: le Province di Salerno, Napoli e
Benevento.
La partenza da Roma nelle prime ore del
mattino ha permesso di raggiungere in poche ore il Convento SS. Trinità a Baronissi,
sede della Curia provinciale della Provincia
Salernitano-Lucana dell’Immacolata Concezione. Ad attendere e ad accogliere il Ministro generale era presente il Ministro provinciale, Fr. Manlio Di Franco, che assieme
ai Frati della locale Fraternità, ha introdotto
Fr. José nel grande complesso conventuale,
da poco restaurato, che oltre alla Curia provinciale comprende anche una parte adibita
all’accoglienza di gruppi e all’animazione
vocazionale.
Alle 9.30 ha avuto inizio il primo impegnativo appuntamento di questa prolungata
visita fraterna: l’incontro con tutti i Frati
della Provincia. L’incontro è avvenuto nel
salone del convento che in breve tempo si è
riempito di Frati provenienti da ogni casa.
Praticamente era presente la Fraternità provinciale al completo, un centinaio di Frati
tra cui spiccava una consistente presenza
giovanile. L’incontro è iniziato con un breve momento celebrativo di preghiera, davanti alla croce di S. Damiano. Ha preso,
poi, la parola il Ministro provinciale per
presentare al Ministro generale la Provincia
Salernitano-Lucana. Fr. Manlio con espressioni molto schiette e dirette ha illustrato la
situazione provinciale: i numeri, le presenze, le attività principali, gli obiettivi e le
scelte degli ultimi anni e del Capitolo provinciale, l’impegno della evangelizzazione,
la cultura, le difficoltà che sta vivendo la
Provincia. Tra le molteplici cose belle in cui
la Provincia ha creduto attivandosi con successo, c’è anche qualche timore che rischia
di bloccare la Fraternità: il ridimensionamento di presenze e attività, la qualità di vi-
497
ta fraterna e l’interprovincialità.
Dopo avere espresso parole di apprezzamento per quadro realistico descritto dal
Provinciale nella presentazione, Fr. José ha
iniziato il suo intervento ricordando il cammino dell’Ordine verso l’ottavo centenario
della fondazione. Ha proseguito sintetizzando gli atteggiamenti irrinunciabili che
ogni frate ed ogni Provincia devono adottare per non separarsi dal cammino intrapreso
dall’Ordine intero: il discernimento, l’ascolto, la Parola, la gratitudine per il dono
della vocazione. Il Ministro generale è passato, quindi, ad indicare alcune sfide che incombono sulla Provincia e dalle quali essa
non può sottrarsi: la formazione, l’interprovincialità, il ridimensionamento, la
evangelizzazione. Non sono mancati, infine, riferimenti alla Fondazione Madonna di
Fatima, in Brasile, che Fr. José ha visitato in
tempi non lontani, e che costituisce uno dei
maggiori impegni di evangelizzazione per
la Provincia.
Alle parole del Ministro generale ha fatto seguito un tempo di dialogo con chiarimenti e domande. Subito i Frati intervengono in assemblea per rivolgere domande,
chiedere qualche informazione, condividere alcune situazioni problematiche. Dopo
mezzogiorno ci si è recati in chiesa, per la
celebrazione eucaristica. All’omelia il Ministro ha sviluppato il tema della formula di
Professione, esortando i Frati a ricordare
quanto è stato promesso e a rinnovare abitualmente la propria adesione al Signore, rileggendo la formula con cui ci è consacrati
definitivamente al Signore.
Nel pomeriggio il Ministro generale si è
incontrato con il Definitorio provinciale. È
stata l’occasione per conoscere più da vicino l’animazione della Provincia, le difficoltà e la modalità di operare di questo governo provinciale. Fr. José ha parlato con i
il Definitorio del servizio di autorità e dell’animazione; ha raccomandato di perseguire e di esigere la trasparenza economica; ha
esortato ad intensificare la collaborazione
tra Province.
Tra un incontro e l’altro, un breve intervallo ha consentito al Ministro generale di
visitare il museo del convento di Baronissi,
498
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
creato di recente, che raccoglie opere e arredi di valore della chiesa e del convento.
Fr. Pietro ha fatto da guida, illustrando le
varie opere e raccontandone la provenienza.
La raccolta è veramente degna di una esposizione e si rivela una modalità apprezzata
per condividere il nostro patrimonio artistico.
In serata un nuovo e insolito appuntamento ha condotto il Ministro generale a
Mercato San Severino: la celebrazione di
apertura del 650° della fondazione del convento. L’accoglienza del Ministro generale
è stata solenne e calorosa. Il parroco, Fr.
Giuseppe, prima e poi il guardiano, Fr.
Tommaso, si sono fatti interpreti della gioia
e della commozione della popolazione per
la straordinarietà della presenza del successore di san Francesco. Nonostante il cattivo
tempo, i fedeli presenti erano molto numerosi ed hanno stretto Fr. José da ogni parte;
anche i Frati della Provincia sono intervenuti in buon numero. Il Ministro generale
all’omelia ha ricordato i momenti storici
che hanno dato vita alla presenza francescana in Mercato S. Severino. Ha sottolineato
la vicinanza e l’affetto della gente verso i
Frati e ha raccomandato ai Frati di rimanere fedeli alla vocazione di essere “i frati del
popolo”. Dopo la celebrazione eucaristica il
Ministro ha visitato la Comunità terapeutica per tossicodipendenti che vive e opera
nei locali adiacenti alla chiesa, messi a disposizione dai Frati. L’incontro con i giovani ospiti della comunità è stato affettuoso e,
da parte del Ministro generale, molto paterno. Egli ha manifestato la sua personale conoscenza e ammirazione per i giovani che,
dopo aver conosciuto da vicino la morte,
hanno scelto la vita. Ha incoraggiato la comunità a non esitare nel cammino di recupero della vita e dei valori e ha incoraggiato i Frati a proseguire in questa carità che ai
nostri giorni sta offrendo uno dei messaggi
evangelici più attuali e più forti.
La giornata seguente, sabato 22 novembre, è stata dedicata alla formazione. Al
mattino l’incontro con i giovani in formazione iniziale delle tre Province. L’incontro
si è svolto a Baronissi e ha visto riuniti i
Professi temporanei e i Postulanti, prove-
nienti dalle rispettive case di formazione, i
Novizi dalla casa di Noviziato comune a
Piedimonte Matese. Erano oltre 50 giovani
che, con vivacità e calore, si sono incontrati con il Ministro generale. Ad essi Fr. José
ha ribadito: «voi siete il presente, non il futuro dell’Ordine». Poi ha esposto il suo pensiero sulla nostra formazione alla vita dei
Frati Minori: si tratta di una formazione
“personalizzata” che deve toccare la persona: testa, cuore, mani e piedi. Il Ministro ha
specificato che la formazione deve essere
progressiva ed esperienziale, ma facendo
ben attenzione alle esperienze che, se non
sono preparate e accompagnate, diventano
esperimenti e quindi momenti per niente
formativi. Ha nuovamente insistito su alcuni aspetti concreti da curare durante la formazione: l’accompagnamento, la dimensione umana, la maturità affettiva, la preparazione all’uso dei mezzi di comunicazione,
soprattutto internet. Il Ministro senza esitazione ha comunicato la sua convinzione che
la formazione oggi, nell’Ordine, deve essere molto più esigente.
L’incontro con i Frati in formazione iniziale è proseguito con numerosi interventi
dei presenti, fino all’ora della celebrazione
eucaristica. Poi, nella bella cornice della
chiesa di Baronissi, il Ministro generale
presiede l’eucaristia, concelebrata dai Ministri provinciali e animata dai giovani frati. “Mai abbastanza!”, ha detto con forza all’omelia, riferendosi all’esperienza di san
Francesco, “il Signore è Colui che non è
mai abbastanza. Questa esigenza profonda
va compresa e vissuta da chi consacra la sua
vita a Dio”.
Nel pomeriggio c’è stato l’incontro con
tutti i Formatori delle tre Province: un gruppo numeroso. Il Ministro si è rivolto loro ricordando il ruolo di prioritaria importanza
che la formazione svolge nell’Ordine e per
ogni Fraternità provinciale. Riprendendo
alcuni temi trattati con i Frati in formazione, egli ha ribadito che la formazione deve
diventare più esigente. Il tempo per questo
incontro era ristretto a motivo della coincidenza di un ulteriore appuntamento programmato per la presenza del Ministro generale: la Prolusione e Inaugurazione del-
AD CHRONICAM ORDINIS
l’Anno Accademico dello Studio Francescano Interprovinciale di Nola. L’assemblea, per la straordinaria occasione presieduta dal Ministro generale, era composta
dai Ministri provinciali, dai docenti e studenti. Il Prefetto dello Studio, Fr. Giacinto
D’Angelo, prendendo la parola ha introdotto l’atto accademico. Il Ministro generale a
sua volta è intervenuto ricordando
l’importanza vitale dello studio nella vita
dell’Ordine, fin dalle origini. Quindi il Prof.
Giovanni Turco ha tenuto la prolusione di
apertura, illustrando il Seminario permanente di studio dei testi di Giovanni Duns
Scoto, iniziativa accademica del tutto nuova che sarà aperta alla partecipazione dei
Frati interessati delle Province della Campania, e che si protrarrà per tutto l’anno. Il
Seminario si propone di favorire la conoscenza organica del pensiero filosofico-teologico di Giovanni Duns Scoto.
La giornata seguente, domenica 23, è
stata quasi totalmente dedicata alle Sorelle
Clarisse della Federazione “Regina Ordinis
Minorum” della Campania e Basilicata. La
Federazione comprende cinque monasteri
presenti sul territorio delle tre Province e
l’incontro è avvenuto nel Monastero di Serino. Il Ministro generale vi è giunto al mattino, assieme ai Ministri Provinciali, all’Assistente Fr. Ciro Stanzione e ad altri Frati.
Le Sorelle sono arrivate dai vari monasteri e
nella sala dell’incontro si respirava un clima di grande cordialità.
L’incontro è iniziato con un momento di
preghiera, animato dal canto, dal flauto e dalla chitarra delle Sorelle. Quindi la Madre
Presidente ha preso la parola per presentare
la Federazione al Ministro generale e lo ha
ringraziato per aver promosso il Convegno
delle Presidenti di tutto l’Ordine, all’interno
delle iniziative per l’VIII centenario della
Fondazione dell’Ordine. Ha elencato i passi
compiuti nel campo formativo con gli incontri per le Madri Abbadesse e con una sorta di
gemellaggio con la Federazione Umbra per
la formazione delle Sorelle formande. Ha accennato alla recente erezione canonica del
monastero di Potenza, frutto di una fondazione di Serino; ha auspicato una collaborazione più intensa nella Federazione.
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Nel suo intervento il Ministero generale
ha esposto le priorità della loro vita e la
straordinaria attualità della dimensione che
loro custodiscono oggi nella Chiesa. Ha insistito nell’affermare che la Regola e gli
scritti di Chiara chiedono alle Sorelle Povere di essere una Fraternità, una Fraternità di
contemplative. Il Ministro si è, pertanto, dilungato ad illustrare il significato di contemplazione come inteso da Chiara, attingendo ripetutamente dai suoi scritti.
Le parole del Ministro hanno suscitato
interventi e domande in abbondanza, da parte delle Sorelle. Si è fatto, tra l’altro, riferimento anche al prossimo centenario clariano del 2012 che bisogna cominciare a programmare. Per concludere questa prima fase
dell’incontro, ecco un “rito” particolarmente fraterno che è consistito nell’offerta dei
doni al Ministro generale. Ogni monastero
aveva preparato qualcosa di caratteristico
per il Ministro: una corona francescana, un
presepe, un paramento, dolci speciali.
Nel pomeriggio ancora un momento importante per sigillare l’incontro con il Ministro generale: la celebrazione dell’eucaristia, animata con i canti dalle Sorelle e concelebrata dai Ministri provinciali e da
alcuni Frati delle Fraternità circostanti. Nell’omelia il Ministro ha ripreso il tema della
consacrazione e della importanza di tale dono per la Chiesa.
Il tramonto stava già tingendo il cielo di
vari colori, ma per il Ministro generale la
giornata non era ancora terminata perché un
ulteriore appuntamento lo attendeva sul
golfo di Napoli, a Torre Del Greco, dove la
comunità parrocchiale S. Antonio, affidata
alla nostra Fraternità, celebrava l’apertura
del Convegno sulla Parola di Dio. L’iniziativa è motivata dall’Anno Paolino e dal recente Sinodo dei Vescovi che ha avuto come tema la Parola. Il Ministro generale, a
motivo della sua personale partecipazione
come membro del Sinodo sulla Parola, è
stato invitato a presiedere la celebrazione di
apertura del Convegno che durerà alcuni
giorni. Dopo l’accoglienza fraterna da parte dei Frati della locale Fraternità, una chiesa gremita attendeva il Ministro. Al termine, il Ministro ha ringraziato i presenti per
500
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l’affetto verso i Frati e li ha invitati a sostenerli sempre con la vicinanza e la collaborazione.
Lunedì 24 novembre, ancora una giornata impegnativa per il Ministro generale, che
doveva incontrare la Fraternità provinciale
di Napoli. L’incontro è avvenuto nel convento di S. Vito a Marigliano, nell’entroterra Napoletano, dove i Frati erano giunti per
tempo e numerosi. Un momento di preghiera centrato sulla Parola ha aperto
l’assemblea; quindi Fr. Agostino Esposito,
Ministro provinciale, ha presentato a Fr. José la Provincia Napoletana del SS. Cuore di
Gesù, riassumendo i dati principali, la situazione attuale e il cammino intrapreso,
con riferimento alle Priorità. Tra gli aspetti
problematici sono stati segnalati il progressivo calo numerico e l’affievolimento della
vita spirituale. Tra gli aspetti positivi che
stanno segnando l’impegno provinciale, ha
menzionato: la riqualificazione della vita
fraterna e il ridimensionamento di presenze,
la formazione e lo studio, un progetto organico di evangelizzazione e l’interprovincialità.
Il Ministro generale, prendendo la parola ha ringraziato Fr. Agostino per la presentazione chiara e franca della situazione provinciale, presentazione che anticipa quanto
sta per dire ai Frati, benché non vi sia stato
alcun accordo precedente. Prendendo, quindi, come riferimento il cammino dell’Ordine in vista della celebrazione della grazia
delle origini, ha esposto alla Fraternità provinciale gli atteggiamenti fondamentali che
bisogna assumere nell’ora attuale. Ha, poi,
parlato di alcune sfide che attendono la Provincia. Si è soffermato sull’Evangelizzazione che impegna particolarmente la Fraternità provinciale con un numero consistente di parrocchie e altre forme di
pastorale; un riferimento all’evangelizzazione missionaria, ha permesso al Ministro
di parlare della Custodia del SS. Cuore di
Gesù in Brasile, una Entità promettente e in
crescita ma che non può esaurire l’interesse
e lo slancio missionario di tutta la Fraternità
provinciale. Ha accennato anche alla sfida
dell’interprovincialità, indicando risolutamente alla Provincia la necessità di pro-
muovere ulteriori forme di collaborazione,
oltre a quelle già esistenti che riguardano il
Noviziato, lo Studio Teologico e gli incontri “Under ten”; chiedendo espressamente
di pervenire a un Progetto formativo comune per le tre Province vicine. Pure la formazione costituisce una sfida, ha detto il Ministro, su cui si gioca il nostro futuro, come
Province e come Ordine; si deve curare il
più possibile la formazione permanente, insistendo con le proposte ai Frati e alle Fraternità locali, e curare particolarmente anche la formazione dei Guardiani e dei Formatori.
Terminato l’intervento, con spontaneità
sono state rivolte al Ministro considerazioni e domande. Ne è scaturito un vivace dialogo, nel quale il Ministro ha risposto, spiegato, rettificato. Dopo mezzogiorno c’è stata la celebrazione eucaristica durante la
quale il Ministro generale, all’omelia, ha
sviluppato una riflessione sulla formula della Professione.
Nel pomeriggio dello stesso giorno il
Ministro generale ha incontrato il Definitorio della Provincia Napoletana. Con esso il
Ministro si è soffermato su alcuni problemi
emergenti della Provincia: la collaborazione tra Province, la formazione e l’esigenza
di criteri comuni per le varie tappe formative.
Dopo questo incontro c’è sta la visita alla Biblioteca collocata nei locali del convento di Marigliano, rinnovata di recente e
aperta al pubblico. Una ulteriore visita, riguardante il patrimonio artistico custodito
dalla Provincia Napoletana, ha condotto il
Ministro generale a S. Chiara, nel cuore della città di Napoli, sede della Curia provinciale, per ammirare il museo del complesso
monumentale di S. Chiara. Il Ministro generale, guidato dal Provinciale e dal Guardiano di S. Chiara, ha passato in rassegna i
reperti antichi dell’epoca romana e le opere
d’arte che si susseguono a scandire i secoli
di vita e di prestigio di questo importante
monumento napoletano.
Il mattino di martedì 25 novembre è stato dedicato all’incontro con i responsabili
dei vari settori del Segretariato dell’Evangelizzazione delle tre Province. L’incontro
AD CHRONICAM ORDINIS
è avvenuto a Grumo Nevano presso il nostro convento di S. Caterina. I rappresentanti ovviamente erano numerosi, dato il
grande impegno delle Province nell’ambito
dell’Evangelizzazione sul territorio. Dopo
la preghiera iniziale, il Segretario per
l’Evangelizzazione Fr. Gennaro Russo, a
nome degli altri due Segretari, Fr. Pietro
Anastasio e Fr. Domenico Tirone, ha esposto al Ministro generale la relazione sullo
stato e sull’attività dei Segretariati delle tre
Provincie di Campania e Basilicata. Per
avere un’idea: si fa riferimento a 25 parrocchie conventuali, a 27 parrocchie extraconventuali e a 13 santuari, con circa 120
Frati che vi operano; inoltre circa 80 Frati
curano l’assistenza spirituale di 106 Fraternità OFS.
Il Ministro generale ha preso la parola
per esporre ai presenti il pensiero dell’Ordine sull’Evangelizzazione: «noi esistiamo
per la missione. L’Evangelizzazione non va
considerata una attività in più, ma la nostra
stessa vocazione». Ha proseguito indicando
alcune sfide odierne per l’Evangelizzazione: l’ostacolo alla Evangelizzazione non sta
fuori, ma dentro noi stessi; occorre dare
qualità al nostro messaggio e creatività nel
nostro modo di evangelizzare; è indispensabile il dialogo con la cultura attuale. Circa
la missione ad gentes il Ministro ha insistito che torni ad essere al centro dei nostri interessi, poiché rischia di essere dimenticata,
a motivo del benessere e delle comodità che
creiamo nelle nostre case. Anche la collaborazione con i laici diventa oggi un fattore
determinante del successo nelle Missioni.
Dopo l’intervento del Ministro generale,
si è intavolato un dialogo aperto tra i rappresentanti e il Ministro stesso.
Dopo la celebrazione eucaristica e il
pranzo, il Ministro generale si è rimesso in
strada per raggiungere nel pomeriggio il
convento di S. Maria Occorrevole a Piedimonte Matese, luogo del Noviziato interprovinciale. Il Guardiano, Fr. Elia, e il Maestro, Fr. Antonio, hanno presentato la Fraternità interprovinciale che ha accolto
festosamente il Ministro generale. Cinque
Frati e quattro Novizi compongono attualmente la casa di Noviziato. Il luogo è sug-
501
gestivo, denominato nel passato “la Verna
del sud Italia”, si trova in posizione elevata
e separata dall’abitato. La chiesa conserva i
tratti antichi di qualche ampliamento e una
magnifica abside affrescata. Il convento
presenta la struttura e gli elementi tipici degli edifici Alcantarini. Poco lontano si trova
la “Solitudine”, un romitorio per trascorrere tempi di più intenso ritiro e tuttora utilizzato dai novizi o da chiunque desideri qualche esperienza eremitica. Dopo la visita ai
vari luoghi del santuario, il Ministro si è intrattenuto con la Fraternità locale per condividere alcune indicazioni riguardanti l’esperienza del noviziato e la sua importanza
nella formazione iniziale. Subito dopo il
Ministro ha presieduto la celebrazione solenne dei Vespri.
Giovedì 27 novembre il Ministro generale si è trasferito a Benevento, presso il
convento S. Maria delle Grazie. Nel pomeriggio era programmato l’incontro con i tre
Definitori delle Province di Benevento, Napoli e Salerno. L’incontro aveva come scopo la condivisione delle impressioni dei rispettivi Governi provinciali e quindi di raccogliere le proposte o idee circa le possibilità di collaborazione tra Province, specialmente nell’ambito della Formazione,
della Evangelizzazione. Si è convenuto che
tra gli obiettivi dell’animazione, da parte di
ogni Governo provinciale, deve trovare posto anche l’interprovincialità: intesa non come preparazione a fusioni future, ma interprovincialità da percepire come un valore
che predispone a cammini e scelte condivise. Si è recepita anche l’intenzione di proseguire verso la elaborazione di Progetti comuni della formazione e dell’evangelizzazione per le tre Province.
Venerdì 28 novembre si è vissuto un altro dei momenti forti della visita del Ministro generale: la giornata di incontro con
tutti i Frati della Provincia beneventana.
L’incontro è avvenuto presso il santuariobasilica S. Maria delle Grazie in Benevento, che è pure sede della Curia provinciale.
I Frati sono giunti numerosi dalle varie case e l’incontro ha avuto inizio con una breve celebrazione preparata per l’occasione.
Quindi Fr. Sabino Iannuzzi, Ministro pro-
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vinciale, ha salutato il Ministro generale
presentandogli la Provincia e il cammino
che sta compiendo dopo un anno dal Capitolo provinciale. «Siamo una Provincia che
“crede” nella formazione e che “da sempre”
evangelizza», ha detto il Ministro provinciale descrivendo la sua Fraternità composta di 83 fratelli, con una Fondazione in
Brasile.
Fr. José, dopo aver ringraziato il Ministro provinciale per la presentazione della
Provincia, ha illustrato ai presenti il cammino dell’Ordine, che, con il progetto la “Grazia delle Origini”, ha proposto tre atteggiamenti fondamentali da assumere e promuovere nel tempo presente, mentre ci
prepariamo a celebrare il Centenario della
fondazione dell’Ordine. Il primo atteggiamento fondamentale è il discernimento: facendo riferimento al recente Capitolo provinciale, ha esortato i Frati a entrare in questo atteggiamento che deve portare non solo
l’intera Provincia, ma ogni singola Fraternità, a domandarsi quali siano le modalità e
le scelte più efficaci per rendere la nostra vita significativa. Il secondo atteggiamento
fondamentale è quello di progettare la propria vita e missione ispirandoci al Vangelo,
come fece Francesco, poiché non si può
continuare a lasciare che le situazioni o il
tempo decidano per noi. Infine, l’atteggiamento da assumere per entrare realmente
nello spirito del Centenario che stiamo per
celebrare è la restituzione. Tra il bene da restituire al Signore, ogni Provincia – anche
la beneventana – ha una grande storia e figure di santità vissuta.
Proseguendo il suo intervento, Fr. José
ha indicato alcune sfide che la Fraternità
provinciale si trova ad affrontare in questo
momento storico: l’Evangelizzazione, che
comprende anche la missione ad gentes; il
ridimensionamento di presenze e di attività
in funzione di una migliore qualità della vita fraterna e di qualche apertura al nuovo;
l’interprovincialità, che non è dovuto semplicemente alla necessità di rispondere a
qualche bisogno locale, oppure ad emergenze che prima o poi si presenteranno, ma
all’opportunità di poter realizzare alcuni valori essenziali del mostro carisma.
Le parole del Ministro generale hanno
provocato interventi e domande varie da
parte dei Frati presenti. Dopo il dialogo ci
si è recati in basilica per la solenne celebrazione dell’eucaristia, presieduta dal Ministro generale. All’omelia è stata proposta
una meditazione sugli aspetti essenziali della nostra formula di Professione: una meditazione e verifica che ogni frate dovrebbe
compiere abitualmente. Al termine della celebrazione un segno ha sigillato questo momento straordinario: il Ministro generale ha
consegnato ad ogni Frate una icona raffigurante san Paolo, per ricordare l’anno paolino e l’importanza vitale della Parola nella
nostra vita.
Il pomeriggio della stessa giornata ha
impegnato il Ministro generale nell’incontro con il Definitorio provinciale della Provincia Sannito-Irpina. Dopo aver ascoltato
la presentazione delle modalità di lavoro e
di come il Definitorio sta attuando il mandato del Capitolo provinciale, il Ministro
generale ha proposto al Governo provinciale alcune indicazioni sul ruolo del Definitorio stesso. Ha insistito nel chiedere che esso
sia la prima Fraternità della Provincia, mantenendo l’unità e permettendo la diversità,
coltivando la fiducia reciproca. Ha raccomandato di curare, dopo l’animazione della
Fraternità provinciale, anche l’amministrazione, con particolare vigilanza e attenzione al patrimonio che deve essere a servizio
della gente, ma custodendo con molta cura
la parte artistica.
Sabato 29 novembre ci sono stati gli ultimi appuntamenti della Visita a Benevento.
In mattinata, come fuori programma, il Ministro provinciale ha offerto a Fr. José la
possibilità di compiere una fugace visita alla vicina Pietrelcina, paese natale di Padre
Pio. Alle ore dieci il Ministro generale ha
incontrato i Frati “Under ten” delle tre Province. Si è iniziato con una breve celebrazione preparata per l’occasione e con
l’intronizzazione della Parola. Quindi Fr.
Antonio, uno dei responsabili provinciali
dei Frati “Under ten” ha presentato il cammino e le iniziative delle Province per questi Frati. «Siamo una fraternità di 54 frati –
ha detto – così divisi: 23 della Provincia del
AD CHRONICAM ORDINIS
S. Cuore di Napoli; 24 della Provincia dell’Immacolata, di Salerno; 7 della provincia
S. Maria delle Grazie, di Benevento». La
maggior parte di essi ha già ruoli di responsabilità nelle rispettive Province.
Il Ministro generale, dopo aver ascoltato
la presentazione, si è rivolto ai giovani Frati ricordando il Capitolo delle Stuoie “Under Ten” del 2007 e facendo notare quale
grande diversità c’è tra questo e il primo
Capitolo convocato a Santiago 15 anni prima. Anche nella nostra Fraternità si avverte
il rapido cambio generazionale. Il Ministro
ha proseguito raccomandando tre cose:
l’accompagnamento personalizzato, il progetto personale di vita, la formazione permanente. Dopo aver illustrato questi tre
aspetti, ritenuti vitali per l’esperienza dei
primi anni di Professione, Fr. José ha invitato i presenti a condividere la propria esperienza o qualche idea, in clima di dialogo
fraterno. Gli interventi da parte dei Frati
“Under ten” non si sono fatti attendere e,
con vivacità e schiettezza, hanno presentato
al Ministro situazioni buone ed esperienze
difficili che stanno vivendo.
Nel pomeriggio di sabato è avvenuta la
conclusione della Visita: l’incontro e la celebrazione eucaristica con il laicato francescano della Campania e Basilicata. Dal primo pomeriggio è stato un succedersi di
gruppi e pullman provenienti dalle varie
parti della Regione. Erano i rappresentanti
delle Fraternità OFS e GiFra della Regione
e sono venuti per manifestare il particolare
legame con il Primo Ordine e con il successore di san Francesco. La grande basilica S.
Maria delle Grazie è gremita da oltre un migliaio di francescani. Un gruppo GiFra ha
animato la musica e il canto e i Frati presenti e i concelebranti erano numerosi. All’omelia il Ministro generale ha ribadito
l’attualità di san Francesco e della sua proposta evangelica, ricordando poi il ruolo indispensabile dei laici nella Chiesa e nel nostro carisma.
Nel clima di gioiosa condivisione e tra
espressioni calorose di affetto e di fraterna
vicinanza, si è terminata così la prolungata
Visita del Ministro generale alle tre Province di Campania e della Basilicata; Visita
503
che ha fatto incontrare i numerosi Frati che
qui operano e che ha permesso di conoscere anche belle realtà, espressioni del tradizionale impegno delle nostre presenze in
questo territorio.
FR. MARIO FAVRETTO
9. Visita alla Provincia di sant’Antonio a
Monaco di Baviera in Germania
München, 1-3.12.2008
Il Ministro generale, Fr. José R. Carballo, e il Definitore, Fr. Jakab Várnai, hanno
visitato la Provincia di sant’Antonio a Monaco di Baviera in Germania, dal 1 al 3 dicembre 2008.
L’arrivo era previsto alle ore 11 del 1° dicembre, ma a causa delle difficoltà di viaggio si è giunti a Monaco di Baviera solo alle ore 19. Nella serata si è svolto un incontro con il Definitorio della Provincia. In tale
incontro al Ministro generale è stato illustrato il cammino della Provincia in questi
ultimi anni e la preparazione della nuova
unica Entità in Germania, la cui erezione è
prevista per il 1 luglio 2010.
Nella prima mattinata del 2 dicembre c’è
stata la visita al Convento di “Sankt Anna”
in Monaco, sede della Curia provinciale. Il
Convento, destinato a diventare la sede della nuova unica Provincia, è stato totalmente
ristrutturato. Si è proseguito con l’incontro
con tutti i Frati della Provincia. Nel suo intervento il Ministro generale si è soffermato, in modo particolare, sull’evangelizzazione francescana e sulle sfide del mondo di
oggi. Nel dialogo sono emerse alcune tematiche, come, ad esempio, il ruolo dei Frati
laici nell’Ordine e l’appartenenza alla Fraternità universale. Nel pomeriggio ci si è
trasferiti nel Nord della Provincia, raggiungendo il santuario di Kreuzberg (Montagna
della Croce), dove la Provincia offre anche
ospitalità a numerosi pellegrini e continua
la lunga tradizione, da 277 anni, della produzione della birra. Qui il Ministro ha incontrato la Fraternità locale e i Frati venuti
dalla regione. Ai due incontri della giornata
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AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
hanno partecipato anche Frati della Polonia
e della Croazia.
Il 3 dicembre si è svolta l’inaugurazione
della “Casa Frate Francesco” (Bruder
Franz-Haus), il più vecchio edificio del luogo, rinnovato con l’aiuto della diocesi di
Würzburg e di diversi enti amministrativi
del comune e della regione. In questo edificio ristrutturato, con un Frate responsabile
per l’accoglienza dei pellegrini e dei visitatori, verranno presentati la vita e il messaggio di san Francesco, l’attività della Famiglia Francescana nelle varie parti del mondo e verrà offerta la possibilità di meditare il
Cantico delle Creature in sale a ciò predisposte. Alle 10 si è svolta la celebrazione
eucaristica, presieduta da Friedhelm Hofman, Vescovo di Würzburg, ed alle 11 il Ministro generale ha benedetto la “Casa Frate
Francesco”. La visita si è conclusa con un
incontro con i Frati della zona venuti per la
circostanza. Per l’intera giornata è nevicato, il che non ha impedito ai visitatori di
raggiungere l’aeroporto di Francoforte per
il volo di ritorno a Roma.
FR. JAKAB VÁRNAI
Definitore generale
10. El Ministro general celebra con la Bética el primer siglo franciscano en
Guadalupe
La Provincia Bética Franciscana (España) ha celebrado del 1 al 5 de diciembre de
2008 un acontecimiento que hace un siglo
marcó la vida provincial y que ha ido dinamizando a lo largo de esta centuria gran
parte de sus anhelos franciscanos y misioneros: la llegada de los Hermanos Menores
al Monasterio de Santa María de Guadalupe
(Cáceres).
El gran monasterio jerónimo, joya gótico-mudéjar de la segunda mitad del siglo
XIII, estaba deshabitado y abandonado durante 72 años, debido a la injusta desamortización de 1835. El 7 de noviembre de
1908 la Provincia Bética se hizo cargo de él,
comenzando desde entonces un resurgimiento espléndido, tanto de la devoción a la
Virgen de Guadalupe como de restauración
de su inmenso patrimonio arquitectónico,
artístico y documental, que le ha merecido
ser declarado Patrimonio de la Humanidad
en 1993. Hoy, como lo fue en su glorioso
pasado, es un foco de devoción mariana, no
sólo para España sino con proyección hispanoamericana, símbolo de la región extremeña, y meta de peregrinos, entre ellos el
papa Juan Pablo II, en 1982.
Esta efemérides merecía ser celebrada
con carácter familiar pero también con la
solemnidad que requería la ocasión. Para
ello se ha celebrado un Congreso, del 1-5 de
diciembre, que ha puesto de relieve los aspectos más relevantes durante este siglo de
presencia minorítica en el monasterio guadalupano: la presencia y labor restauradora,
devocional, pastoral y social de los franciscanos, su patrimonio histórico-artístico y
musical, su tradición culinaria y hospedera,
y retos y propuestas para el siglo XXI, estudiados por especialistas franciscanos y por
profesores universitarios.
La apertura estuvo a cargo de fr. Guillermo Cerrato, guardián del Real Monasterio,
y de fr. Joaquín Domínguez, Ministro provincial, que disertó sobre la restauración de
la vida conventual en Guadalupe. La clausura, tanto del Congreso como del Centenario, contó con la presencia del Ministro general de la Orden, fr. José Rodríguez Carballo, que vino acompañado del Definidor
general de zona. Fr. Miguel Vallecillo, y de
sus dos secretarios personales, fr. Francisco
J. Arellano y fr. Stefano Recchia, y fueron
recibidos en el aeropuerto de Madrid por el
Ministro provincial y por el Definidor provincial, fr. Manuel Díaz Buiza.
El día 4 por la tarde el Ministro general
clausuró el Congreso con una ponencia, en
la que evocó la presencia y obra franciscana
en el Monasterio durante un siglo de historia, siguiendo el hilo conductor del carisma
franciscano, acompañando en numerosas
ocasiones su discurso con citas de San
Francisco, y señalando el camino de futuro
en la vida y misión de los hermanos, con los
retos a afrontar en este lugar tan significado
por su carácter profundamente mariano y
monumental.
AD CHRONICAM ORDINIS
Clausurado el Congreso, el Ministro general presidió en la Basílica una solemne
eucaristía, en honor de la Inmaculada Concepción, cuya novena se estaba celebrando,
acompañado de numerosos hermanos que
habían llegado para esta ocasión, procedentes de Andalucía, Extremadura y Canarias.
El día concluyó con un hermoso concierto,
en la misma basílica, interpretado por la
Asociación musical Arte Vocal de Villanueva de la Serena, con piezas polifónicas tanto de carácter clásico como moderno, y con
una puesta en escena verdaderamente innovadora y creativa.
En la mañana del día siguiente, 5 de diciembre, los congresistas, encabezados por
el Ministro general de la Orden, visitaron
los edificios monásticos, donde predomina
la arquitectura gótica y mudéjar (siglos
XIV-XVI). Se empezó por la biblioteca,
creada exclusivamente con el esfuerzo de
los frailes, especializada en temas guadalupanos y franciscanos, y su magnífico archivo histórico, dirigidos ambos por fr. Sebastián García. Se pasó a continuación a visitar
el claustro mudéjar con sus artísticas capillas, la sala capitular y los tres museos: el de
bordados, con riquísimos ornamentos y telas bordadas; el de libros corales miniados,
que forman una colección de un centenar de
ejemplares, una de las mejores del mundo;
y el de escultura y pintura, restos del admirable y rico patrimonio prioral, salvado por
la Provincia Bética. Se concluyó la visita
admirando el relicario renacentista, la llamada capilla de los siete altares, la célebre
sacristía que guarda los famosos lienzos de
Zurbarán, para terminar en el camarín de la
Virgen, decorado por Lucca Giordano, donde se cantó la salve y se besó el manto de la
Santísima Virgen de Guadalupe.
Hacia mediodía, el Padre general bendijo el “nacimiento”, ya preparado para la
próxima Navidad, y presidió en el altar de
la basílica la Misa de clausura del congreso
y del centenario, concelebrada por una
treintena de frailes, y con la asistencia de las
hermanas presidentas y secretarias de las
Federaciones de clarisas y concepcionistas
de la Bética, el representante del gobierno
autonómico de Extremadura, el alcalde de
505
la puebla, los presidentes de las Asociaciones de Caballeros y Damas de Guadalupe, y
otros vecinos de la puebla extremeña que
abraza el monumental santuario.
Al terminar la eucaristía, que fue la propia del Santuario, el Padre José dirigió una
muy sentida súplica a la Virgen de Guadalupe, patrona de Extremadura y Reina de la
Hispanidad.
FRAY MIGUEL VALLECILLO, OFM
11. Celebración del centenario de la Prov.
de los santos Francisco y Santiago en
México
La Provincia Franciscana de los Santos
Francisco y Santiago fue fundada en 1908.
A lo largo del año 2008, los frailes de esta
Provincia fuimos celebrando el centenario
provincial en distintas regiones de su territorio. Estas celebraciones concluyeron del
seis al ocho de diciembre en el Convento de
Nuestra Señora de la Expectación, sede de
la Curia Provincial, en Zapopan, Jalisco,
México.
Los días siete y ocho contamos con la
presencia del Ministro general, Fr. José Rodríguez Carballo, de Fr. Juan Ignacio Muro
y Fr. Luis Cabrera, Definidores generales.
El domingo siete de diciembre, por la
mañana, iniciamos nuestra jornada con la
inauguración de la exposición de la Pinacoteca del Convento Franciscano de Nuestra
Señora de Zapopan, la cual fue realizada en
los claustros del convento. Después de la
bienvenida por parte del Ministro provincial, Fr. Antonio González Porres, al Ministro general, Fr. José Rodríguez Carballo, y
a los Definidores generales, dimos paso a la
visita de la antedicha exposición. La Pinacoteca cuenta con obras del S. XVII, XVIII
y XIX, la mayoría de las cuales pertenecen
al estilo barroco. Junto con las artes escénicas, la pintura fue uno de los medios de
evangelización en nuestras tierras. El Lic.
Héctor Antonio Martínez González, gran
conocedor del arte sacro virreinal, dictó la
conferencia “La Pinacoteca del Convento
de Zapopan” destacando la obra de Diego
506
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
de Cuentas, Francisco de León, Miguel Cabrera y Teódulo Arellano, connotados pintores de la época.
Al mediodía nos dimos cita en la sacristía de la Basílica de Zapopan, para disponernos a celebrar la Eucaristía en acción de
gracias por el centenario de vida de esta Entidad de la Orden. Dicha celebración fue
presidida por el Emmo. Sr. Cardenal, Don
Juan Sandoval Iñiguez, Arzobispo de la Arquidiócesis de Guadalajara. Destacamos la
participación de Fr. Manuel Romero Arvizu, Obispo emérito de la Prelatura del Nayar, encomendada a la Orden, a través de
esta Provincia, y de Fr. Antonio Pérez Sánchez, actual Obispo de dicha prelatura. Junto con el Ministro general, Fr. José Rodríguez Carballo, y nuestros hermanos Definidores generales, contamos también con la
presencia de los Ministro provinciales: Fr.
Francisco Morales, de la Provincia del Santo Evangelio de México, y Fr. Eulalio Gómez, de la Provincia de los Santos San Pedro y San Pablo de Michoacán. La celebración se llevó a cabo en el atrio de la
Basílica, en la que participaron numerosos
miembros de la familia franciscana: religiosas, religiosos, miembros de la Orden Franciscana Seglar y fieles en general.
Por la tarde de este día, mientras era presentado el libro Misioneros Franciscanos
del Nayar en Acción, que recoge el caminar
de nuestros hermanos misioneros en los últimos cincuenta años, el Ministro general
tuvo un encuentro fraterno con los hermanos de la Orden Franciscana Seglar. Ahí entabló un breve diálogo con ellos, dirigiéndoles palabras de aliento e insistiéndoles en
la necesidad de pasar del Evangelio a la vida y de la vida al Evangelio. Añadió, además, que la dimensión de la fraternidad se
vive desde su condición de seculares.
Por la noche, escuchamos la conferencia
del Sr. Dr. Juan Toscazo García de Quevedo que trató sobre “El estado que tuvo la
Provincia de Santiago de Jalisco hasta el
año de 1750 en que se comenzó el despojo
de sus doctrinas”, esto es: el momento en
que muchos de los servicios que prestaban
los hermanos franciscanos pasaron a ser
atendidos por el clero secular. Lo cual sig-
nificó una fuerte disminución de la presencia franciscana en gran parte del territorio
de la Nueva Galicia. Concluida la conferencia, pasamos al refectorio del convento para presenciar un concierto preparado para la
ocasión y ejecutado por el Grupo “Siglos
Pasados.” La jornada concluyó con la cena
fraterna.
Lunes 8
Iniciamos nuestras actividades en la festividad de la Inmaculada Concepción, Patrona de toda la Orden, con una conferencia
acerca de El sentido de la historia en la espiritualidad franciscana. Dicha conferencia estuvo a cargo de Fr. Sergio González
Galarza, quien destacó en su conclusión lo
siguiente:
“El sentido de la historia desde la visión
franciscana ha sido una de las intuiciones
fabulosas de Francisco y sus Hermanos,
actualmente nos vemos llamados a sustituir
la cultura de la apariencia, de la inmediatez y de la eficiencia, propia de nuestro
mundo “global”, con una cultura de silencio, de la escucha interdependiente, de la
fecundidad divina”.
El Ministro general permaneció en la
conferencia hasta el momento en que se
trasladó al lugar donde sostendría un encuentro fraterno con las Hermanas Clarisas,
para quienes tuvo palabras de aliento y les
exhortó a permanecer fieles a su vocación
en esta forma de vida tan poco comprendida para el mundo de hoy. Les dijo: “las
quiero clarisas de cuerpo, alma, mente y
corazón”.
El Ministro general sostuvo también una
charla con las hermanas del Instituto Secular de María Inmaculada. Les exhortó a cuidar la peculiaridad de su vocación: “no las
queremos fotocopias nuestras, las queremos en las plazas, calles, en los lugares de
trabajo, en la familia, ahí donde no podemos ir nosotros como franciscanos.”
Al mediodía, los hermanos de la Provincia tuvimos la oportunidad de compartir
con Fr. José Rodríguez Carballo algunos
aspectos relacionados con la vida de la Orden y de la Provincia. Entre otras cosas,
nos recordó el triple movimiento concén-
AD CHRONICAM ORDINIS
trico, a saber, centrarse, concentrarse y descentrarse. Si no permanecemos centrados
en Cristo, seremos incapaces de descentrarnos, es decir, de salir de nosotros mismos. Para permanecer centrados en Cristo,
es necesario concentrarnos en los valores
esenciales que traducen nuestras cinco
prioridades. Si no nos concentramos en
ellas, correremos el peligro de diluir nuestra espiritualidad franciscana. Fr. José pidió
a la Provincia dos atenciones, continuar
con el apoyo a la Prelatura del Nayar y, por
otro lado, permanecer disponible tanto para los proyectos misioneros de la Orden como para la “Provincia hija” Beato Fr. Junípero Serra. Concluido el encuentro con los
hermanos, pasamos a la comida festiva, en
donde fue proyectada una síntesis de los
momentos esenciales en la historia de la
Provincia de los santos Francisco y Santiago.
En la tarde de este día, el Ministro general acompañó al diálogo entre los hermanos de la Provincia y el Gobierno Provincial. En este momento, los Definidores
generales, Fr. Juan Ignacio Muro y Fr. Luís
Gerardo Cabrera, pudieron compartirnos
sus respectivos mensajes. Posteriormente,
pasamos al atrio de la Basílica de Zapopan
para hacer la fotografía conmemorativa
del evento. Acto seguido, tuvimos la celebración eucarística en la Basílica de Nuestra Señora de Zapopan, presidida por el
Ministro general. Una vez finalizada la celebración, y antes de pasar a la sacristía,
fue develada una placa alusiva a los cien
años de vida provincial.
Los festejos del centenario concluyeron
con un festival en el cual participaron los
hermanos de las diferentes casas de formación y algunos grupos de laicos. Este festival lúdico y cultural fue presenciado por los
fieles de esta comunidad, por numerosos
hermanos y hermanas de la familia franciscana y por miembros de otros institutos religiosos. Un breve agradecimiento por parte del Ministro provincial Fr. Antonio González Porres puso punto final a la
celebración.
FR. EDUARDO MIRELES
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12. Visit to the Province of the Immaculate
Conception, England,
London, 11-13.12.2008
Both the Minister General and the
Definitor General had difficulties with their
flights to London and arrived late – the
Minister came from Mexico via Spain and
Finian came from Rome. The Friars of the
province who awaited their arrival at Woodford Green were quite patient. The visitation began late – but with a very meaningful
ceremony of renewal of vows. The Minister
Provincial, Michael Copps, OFM, welcomed the General and Finian to the
province and beautifully contextualized the
renewal ceremony. There were readings
from the sources, the Minister General tied
this in with the celebration of the 800th anniversary. The friars, those living in and
around London and the newly elected
definitorium, renewed their vows and received from the Minister General a small
copy of our Rule in English.
On the 12th of December we drove to
Canterbury where Seamus Mulholland,
OFM, Guardian, welcomed us, introduced
us to the friars living there and took us to
meet the friar students, the faculty and staff
of the Study Centre. The Minister General
thanked the student body and the professors
for their ministry of passing on the Franciscan Intellectual Tradition to others. He
complimented the faculty on the different
programs offered here – especially the sabbatical renewal program in Franciscan spirituality for both friars and the many communities of Franciscan Sisters who attend
from our mission areas in Asia and Africa
and the very important course offered by
the Centre for formators. He affirmed what
the OFMs, the Conventuals and the Capuchins are trying to accomplish at the Centre and highlighted the inter-cultural, interracial, inter-religious and inter-obediential
aspects of the school. This is an integrated
study environment where the Franciscan
values are imparted – content, knowledge,
reading and reflection, prayer, song, friendship and sharing– where participants acquire the Franciscan tradition with both the
508
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
head and the heart. The Minister General
presided at the “end of the semester Mass”
and the Guardian, Seamus Mulholland,
preached the festive sermon. After the
Mass, the Minister was given a tour of the
fine theological library. We were then treated to a delicious meal and some good conversation with professors, staff and students
of the Franciscan Study Centre of Canterbury.
In the afternoon, our journey took us to
Chilworth, to visit the cemetery, to meet the
postulants from both the English and the
Irish provinces, and to have tea with the friars. The visit began with prayer in the
chapel – a welcome by Roger Barralet,
OFM, the Guardian, a talk by the Minister
and prayers for the deceased friars buried in
the cemetery. Over tea and crumpets, the
Minister spoke informally with the new
postulants and took questions from the
members of the community. On our way
back to provincial curia, we all remarked
about the gracious hospitality we had received during the day.
The day was not over, that same evening,
we met with the friars of the provincial curia and the parish house at Woodford Green.
We had a free-flowing discussion with
many interesting questions from the members of the house. It was good to see Austin
McCormack, ex Min. Prov., the new
Guardian and Pastor. We are grateful to
Michael Copps, OFM, the provincial, and
Brian McGrath, OFM, the vicar, for being
such fine hosts. We left for Rome early in
the morning of the 13th of December.
FINIAN MCGINN, OFM
13. Inaugurazione del Collegio S. Isidoro
in Roma
Roma, 18.12.2008
Dopo vari rinvii, dovuti a motivi tecnici
per ultimare i lavori di sistemazione della
casa, finalmente si è potuto procedere al
trasferimento nello storico convento di S.
Isidoro in Roma dei frati del Collegio S.
Bonaventura di Grottaferrata. Era dovero-
so quindi programmare un momento celebrativo per la inaugurazione ufficiale degli
ambienti del convento,rinnovati e ristrutturati per accogliere la nuova Fraternità.
L’inaugurazione e benedizione dei nuovi
locali è avvenuta nella serata di giovedì 18
dicembre, con la partecipazione del Ministro generale, del Definitorio generale, dell’Economato generale e, ovviamente, con
la presenza della nuova Fraternità al completo. Dopo l’accoglienza e i saluti iniziali,
ci si è radunati in chiesa per una particolare celebrazione, preparata per l’occasione,
che includeva i Vespri della novena del Natale.
Il Ministro generale ha presieduto la celebrazione. Al momento dell’omelìa ha
espresso i sentimenti di gratitudine al Signore e ai Frati per la realizzazione di un
progetto che, dopo aver superato vari ostacoli, è destinato a segnare la storia dell’Ordine in una delle sue istituzioni più prestigiose. Il riferimento al brano biblico di questo giorno di Avvento, «Rallegratevi nel
Signore, ve lo ripeto ancora: rallegratevi»
(Fil 4,3), ha dato motivo al Ministro per
svolgere il tema della gioia e per attualizzare questa esortazione nella nostra esperienza di Fraternità.
Terminata la celebrazione in chiesa, ci si
è disposti tutti processionalmente per recarsi ai piani superiori dove ci sono le abitazioni dei Frati. Accompagnati dal canto si è
giunti al primo piano e poi al secondo, sostando ripetutamente per una orazione e per
la benedizione. Il canto dell’antifona mariana “Alma Redemptoris” ha concluso il momento celebrativo e la benedizione. Gli
ospiti hanno così avuto modo di visitare gli
ambienti restaurati e di infilarsi in qualche
nuova camera per ammirare di persona i vani e lo studio ricavati per ogni singolo Frate.
Non è mancato poi il momento conviviale nel refettorio del convento, pure recentemente restaurato e rinnovato nelle tinte, con il recupero di una serie di pitture.
Qui il Guardiano, Fr. Primo, ha salutato gli
ospiti e ringraziato per la realizzazione
compiuta. E così, dopo la condivisione con
la Fraternità locale sui primi tempi di abitazione nella nuova dimora e dopo aver com-
AD CHRONICAM ORDINIS
mentato cosa ancora necessita la casa per
una piena efficienza, con i saluti e gli auguri di rito, si è conclusa una serata particolare, preludio di un ingente lavoro e di un fedele servizio che attende la Fraternità appena insediata.
FR. MARIO FAVRETTO
14. Visita a la Provincia de Valencia,
Aragón y Baleares
Valencia, 28-30.12.2008
La visita fraterna a la Provincia franciscana de Valencia, Aragón y Baleares comenzó,
en realidad, el día 28 de diciembre de 2008
cuando llegó el Ministro general al aeropuerto de Valencia, procedente de Vigo, a las
9’30 de la noche. Lo recibieron el Definidor
general de zona, el Ministro provincial y su
secretario, que se trasladaron al convento de
los Ángeles, sede de la Curia provincial,
donde saludó a los hermanos, y tras un tiempo de esparcimiento, vino el descanso.
Día 29
De buena mañana, el Ministro general se
trasladó a la población de Onteniente, donde la Provincia tiene el gran colegio de “La
Concepción”, que fue el lugar elegido para
tener el encuentro con los hermanos. Éstos
lo recibieron en la puerta de la iglesia y, después de saludarlos, oró ante el Santísimo
Sacramento. Acto seguido visitó a los hermanos de la Enfermería provincial y sus
instalaciones, para comenzar a las 10 de la
mañana, en el salón de actos, el encuentro,
al que asistieron casi la totalidad de los hermanos de la Provincia y los novicios del
Noviciado común de Santi Espíritu.
Las palabras de saludo del Ministro provincial, fr. José Antonio Jordá, recordaron
el sentido de la visita y la función de animar
y confortar que tiene, como pedía San Francisco a los Ministros.
A continuación el Ministro general tuvo
su intervención centrada en un análisis de la
vida consagrada y en la refundación de
nuestra vida franciscana sobre los fundamentos originales del carisma. En el diálo-
509
go que le sucedió, muy intenso e incisivo,
se tocaron muchos y variados temas, desde
la colaboración con las otras ramas de la
Orden hasta el centenario de Scoto. Tras un
breve descanso, se celebró la Eucaristía en
la que los hermanos recibieron un ejemplar
del Evangelio y la Regla. Después se pasó
al claustro del colegio, donde el Ministro
general descubrió una placa en recuerdo de
su visita, como la tienen otros Ministros generales que lo visitaron, y a continuación
firmó en el Libro de oro del colegio. La comida festiva y fraterna, amenizada con cantos, puso fin a esta primera parte.
Tras el descanso, a las 4 de la tarde, el
Ministro provincial presentó la realidad
provincial. Además de las estadísticas, hizo
una reflexión realista, y comentando las
orientaciones adoptadas, como adecuar las
fuerzas a las posibilidades, potenciar el
equipo de pastoral vocacional, la dimensión
pastoral en colegios y parroquias, el servicio a la Confres y la publicación de Selecciones de Franciscanismo.
En su segunda intervención, el Ministro
general habló del franciscanismo del futuro, construido entre todos, en este tiempo de
búsqueda y de respuestas nuevas, indicando
una serie de puntos básicos que pueden servir de pauta para el necesario discernimiento y la capacidad de soñarlo.
Al terminar su reflexión, el Definidor de
zona tuvo un espacio para dirigirles unas
palabras de saludo y comentar algunos temas de la Conferencia.
De nuevo un animado diálogo sirvió para aclarar ideas, la relación con los movimientos eclesiales y sentido de pertenencia,
unidad en la comprensión de conceptos básicos de nuestra espiritualidad, la situación
de nuestros colegios etc. Con la vuelta a Valencia, pasando por Liria para visitar a unas
religiosas, se concluyó esta jornada.
Día 30
Fue el día dedicado a las clarisas. A las
10 de la mañana comenzó el encuentro con
las hermanas de la Federación de la Inmaculada, en el monasterio de la Trinidad, joya del gótico valenciano. Tras los saludos,
fr. Rafael Colomer, Asistente de la Federa-
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AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
ción, dio la bienvenida a todos y señaló la
necesidad de un cambio y de buscar caminos nuevos. Después tomó la palabra la Madre Presidenta para exponer el estado de la
Federación, subrayando la pluralidad y la
solidaridad como notas distintivas y la reciente celebración de los 50 años de la misma. Se detuvo en algunos aspectos como la
dificultad de personal para mantener los 13
monasterios federados, la reciente incorporación de las hermanas clarisas de la Divina
Providencia, para terminar agradeciendo la
cercanía del Ministro general y sus escritos
que periódicamente les envía.
El Ministro general les dirigió una hermosa reflexión, indicando la responsabilidad en el acompañamiento, el origen común y el testimonio de unidad en la diversidad, y extendiéndose en el tema de la
contemplación, siguiendo los escritos de
santa Clara. El diálogo posterior ayudó a las
hermanas a manifestar sus pareceres e interesarse por los temas de su vida claustral y
franciscana.
En la misma sala capitular, la Madre Presidenta entregó a las abadesas un precioso
ejemplar, en edición facsimil, de la Regla
de Santa Clara, y al Ministro general la Federación le regaló una artística estola con
motivos franciscanos.
Seguidamente se celebró la Eucaristía en
las iglesia conventual, en la que el Ministro
general entregó a todas las monjas un ejemplar de los evangelios. La mañana terminó
compartiendo la mesa con elementos de la
cocina valenciana en el magnífico refectorio gótico del monasterio.
Sin demora, se trasladó al convento franciscano de San Lorenzo, situado en el centro histórico de Valencia. Después de descansar un poco, a las 4’30 recibió a los medios de comunicación, respondiendo a las
preguntas que le formularon sobre la realidad de nuestra Orden, relaciones con la jerarquía eclesiástica, la situación socio-política española, el conflicto del Medio Oriente y sus repercusiones en Tierra Santa,
temas de conservación del medio natural y
un mensaje para el mundo actual.
Después, a las 5 de la tarde, recibió la visita del Presidente de la Generalitat Valen-
ciana, D. Francisco Camps, quien departió
con él durante una hora y cuarto. Fue una
visita muy útil y satisfactoria por la calidad
y profundidad del diálogo. Al final el Ministro general le entregó la medalla del VIII
Centenario de la fundación de la Orden.
A las 7 de la tarde daba comienzo la solemne Eucaristía en acción de gracias por el
primer centenario de la presencia de los
franciscanos en el convento de San Lorenzo,
a la que asistieron representantes de la Familia Franciscana que se unieron a esta conmemoración. Al principio, el P. Guardián, fr.
José Barrachina, evocó la presencia minorítica en la ciudad levantina desde la época
medieval y las vicisitudes acaecidas y por
las cuales el arzobispo de la época les dio a
los hermanos el mencionado convento.
Al término de la misma, el Ministro se
entretuvo en saludar a los numerosos miembros de la Orden Franciscana Seglar que habían participado, y a continuación se compartió una cena fraterna con la fraternidad e
invitados. El Ministro concluyó la visita
con palabras de agradecimiento por la acogida y felicitando a los hermanos por el
acontecimiento que celebraban.
El regreso al convento de los Ángeles a
últimas horas del día, donde se detuvo todavía un tiempo departiendo con los hermanos, fue el último acto de su presencia en
tierras valencianas, para salir al día siguiente muy temprano rumbo a Galicia.
FR. MIGUEL VALLECILLO, OFM
2. Secondo incontro del Definitorio generale con i Vicariati, le Prefetture e le
Prelature affidati all’Ordine dei Frati
Minori
Roma, Curia generale, 04-06.09.2008
1. Cronaca ed Orientamenti
Convocato da Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro generale, dal 4 al 6 settembre 2008, presso la Curia generale, si è svolto il II Incontro del Governo generale con i
Vescovi e i Ministri provinciali dei Vicariati e delle Prelature affidati all’Ordine. Erano
AD CHRONICAM ORDINIS
presenti per l’occasione 10 Vescovi e 5 Ministri provinciali. Hanno partecipato, poi,
come invitati, il Vescovo di Gibuti, il Segretario generale per l’Evangelizzazione, il
Direttore di Franciscan Missions, USA, il
Direttore di Missionszentrale der Franziskaner, Germania, e il Presidente della Federazione Francescana del Marocco.
Gli obiettivi di questo II incontro erano:
1. Valutare le convenzioni i Vicariati, le
Prelature e le Province; la formazione
iniziale e permanente dei missionari;
l’animazione missionaria nelle Province
e la solidarietà economica.
2. Approfondire un tema missionario in
chiave francescana.
3. Elaborare alcune indicazioni per il futuro.
In un ambiente fraterno, i Frati hanno
condiviso le loro esperienze missionarie, i
risultati pastorali e giuridici raggiunti e le
nuove esigenze di personale e di collaborazione economica, che comporta la presenza
dei Frati Minori nei diversi Vicariati e Prelature apostoliche.
Dopo la positiva valutazione del cammino percorso, soprattutto negli ultimi due anni, e alla luce delle riflessioni fatte sullo spirito missionario che anima i Frati Minori,
sono state indicate le seguenti sfide e orientamenti:
a) Sfide:
– La diversità delle culture e delle etnie.
– La situazione politica nei diversi Paesi (i
populismi limitano la libertà).
– La povertà causata dai fenomeni naturali e dalla corruzione (ingiustizie).
– La modernità, il consumismo, il secolarismo, la globalizzazione, ecc.
– La presenza di gruppi religiosi (protestanti, ortodossi, orientali) con un accentuato proselitismo e fondamentalismo.
– La fragilità della Chiesa cattolica (divisioni interne).
– La difficile comunicazione tra i missionari a causa delle distanze geografiche e
linguistiche.
– La produzione il traffico di droga.
b) Orientamenti generali
• Convenzioni:
511
– Stipulare o rinnovare le convenzioni
tra le Province e Vicariati o Prelature
apostoliche, indicando le scadenze.
• Formazione e animazione missionaria:
– Collaborare nella formazione delle
vocazioni autoctone (discernimento e
accompagnamento).
– Formare i Frati Minori allo spirito
missionario, perché assumano un impegno più radicale, tenendo presenti i
tempi e le modalità di ciascuna missione.
– Collaborare nella formazione degli
Agenti di pastorale (sacerdoti, religiosi/e, laici/che) nei differenti ambiti dell’annuncio: Bibbia, teologia,
dottrina sociale della Chiesa, ecc.
– Formare i Frati perché sappiano accompagnare (dal punto di vista spirituale, legale, ecc.) gli emigranti, soprattutto nei Paesi islamici.
– Offrire ai laici uno spazio dove fare
esperienze missionarie.
– Coinvolgere nell’azione missionaria
altri soggetti della Chiesa locale.
• Mezzi:
– Sviluppare una pedagogia della vicinanza al popolo, dell’accoglienza,
dell’accompagnamento con la vita e
la parola.
– Formare Fraternità missionarie (dialogo, lavoro manuale, mezzi poveri,
ecc.) per evitare i progetti individuali
nei diversi campi della pastorale (parrocchiale, delle scuole e dei collegi,
dei santuari, ecc.).
– Creare centri di animazione missionaria per laici (catechisti, animatori,
ecc.).
– Potenziare la pastorale giovanile e
vocazionale.
• America latina:
– Assumere la missione continentale
dell’America.
– Aprire una casa per il discernimento
(motivazioni) e la preparazione missionaria immediata dei Frati Minori.
Lo studio sulla fattibilità (personale,
finanziamento, ecc.) è affidato all’UCLAF e sarà approvato dal Governo
generale.
512
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
– Appoggiare il Master di evangelizzazione (Petrópolis, Brasile).
• Economia:
– Promuovere la solidarietà degli aiuti
finanziari tra i Vicariati, le Prelature e
le Province di una stessa zona geografica o culturale.
– Creare nell’Ordine un fondo (deposito), amministrato dal Governo generale, per la salute e la formazione permanente dei missionari dei Vicariati e
delle Prelature.
– Collaborare per i Progetti socio-pastorali dei Vicariati e delle Prelature.
Questi verranno inviati a Franciscan
Missions, USA, e a Missionszentrale
der Franziskaner (MZF), Germania, e
saranno approvati dal Ministro generale.
• Suggerimenti:
– Che il Ministro generale scriva una
lettera alle Entità dell’Ordine, invitandole a collaborare a livello di personale e di aiuti economici.
– Che questi incontri siano ripetuti periodicamente (ogni 2 o 3 anni).
– Che i Vicariati e le Prelature mandino
alla Segreteria generale per l’Evangelizzazione una informazione aggiornata delle rispettive attività missionarie.
L’incontro si è concluso con la celebrazione eucaristica presieduta dal Ministro
generale, durante la quale si è rinnovato
l’impegno dei Frati Minori a continuare la
collaborazione a livello di personale e di
aiuti economici con i Vicariati e le Prefetture apostoliche, affidati all’Ordine dalla Santa Sede, in quanto una delle scelte prioritarie dello spirito missionario a favore dei più
poveri.
2. Partecipanti
FR. LUIS CABRERA
1. Vescovi
– Bolivia: Mons. Julio María Elías Montoya, OFM, Vicario Apostolico di El Beni; Mons. Francesco Focardi, OFM, Ausiliare del Vicario Apostolico di El Beni.
– Perù: Mons. Juan Tomás Oliver Climent, OFM, Vicario Apostolico di Requena; Mons. Gerardo Antonio Zerdin
Bukovec, OFM, Vicario Apostolico di
San Ramón.
– Ecuador: Mons. Manuel Valarezo Luzuriaga, OFM, Vicario Apostolico di Galápagos.
– Columbia: Mons. Hernán Alvarado Solano, Vicario Apostolico di Guapi.
– Messico: Mons. José Antonio Pérez Sánchez, OFM, Prelato Apostolico di Nayar.
– Libia: Mons. Silvestre Carmel Magro,
OFM, Vicario Apostolico di Bengasi;
Mons. Giovanni Innocenzo Martinelli,
OFM, Vicario Apostolico di Tripoli.
– Siria: Mons. Giuseppe Nazzaro, OFM,
Vicario Apostolico di Aleppo.
2. Definitorio generale
Fr. José Rodríguez Carballo, Min. gen.;
Vicario generale: Fr. Francesco Bravi (Vic.
gen.); Fr. Šime Samac (Def. gen.); Fr. Miguel J. Vallecillo Martín (Def. gen.); Fr.
Ambrogio Nguyen Van Si (Def. gen.); Fr.
Amaral Amaral Bernardo (Def. gen.); Fr.
Luis Gerardo Cabrera Herrera (Def. Gen.);
Fr. Mario Favretto (Def. gen.); Fr. Juan Ignacio Muro Aréchiga (Def. Gen.); Fr. Jakab
Várnai (Def. gen)., OFM
3. Ministri provinciali
Fr. Martín Sappl, Prov. S. Antonii Missionaria. Bolivia; Fr. Mauro Alberto Vallejo
Lagos, Prov. S. Francisci Solano, Perù; Fr.
Fernando Garzón Ramírez, Prov. S. Fidei,
Columbia; Fr. Antonio González Porres,
Prov. SS. Francisci et Jacobi, Messico; Fr.
Sandro Overend Rigillo, Prov. S. Pauli
Apostoli, Malta; Fr. Marc Le Goanvec,
Prov. S. Joseph Sponsi B.M.V., Canada.
4. Invitati
Mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti; Fr. Nestor Schwerz, OFM, Segretario generale per l’Evangelizzazione e Missione;
Fr. Sereno Baiardi, Direttore Missioni Franciscane, USA; Fr. Stefano Ottenbreit, Direttore di Missionszentrale, Germania; Fr. Manuel Corrullón Fernández, Presidente della
Federazione Francescana del Marocco.
AD CHRONICAM ORDINIS
3. Giornata di studio in occasione di venticinque anni di presenza del Romitorio delle Stigmate
Santuario della Verna, 27.09.2008
LA RISCOPERTA
DELLA VITA EREMITICA
E LA FAMIGLIA FRANCESCANA
Da quando nel settembre 1224 frate
Francesco d’Assisi, ritiratosi per diverse
settimane in preparazione alla festa di san
Michele arcangelo, dimorò presso La Verna, tale luogo è diventato sinonimo di vita
contemplativa ed eremitica. Non meraviglia quindi che proprio in questo luogo Bonaventura da Bagnoregio, ministro generale dei frati minori da soli due anni, nel settembre 1259 vi dimorò scrivendovi
l’Itinerarium mentis in Deum, una delle sue
opere principali in cui partendo dalle stimmate impresse nel corpo di san Francesco
traccia un cammino di vita speculativa e
spirituale. Tale luogo divenne presto un
convento e vicino alla cappella delle Stimmate furono costruite delle celle abitate da
frati dediti in modo particolare alla vita eremitica dando inizio al Romitorio delle
Stimmate.
La storia di tale istituzione, proprio per
la sua vicinanza al santuario di La Verna, ha
risentito del suo influsso, così come anche
di quello della Provincia Toscana dei Frati
Minori di cui fa parte e della Chiesa intera.
Quindi non meraviglia che negli anni immediatamente successivi al Vaticano II anche il Romitorio delle Stimmate attraversò
momenti di crisi e discussioni circa il proprio futuro, venendo meno la realtà fino allora vigente. Dopo diversi tentativi di «attualizzazione» nel 1983 si diede inizio nuovamente alla vita del Romitorio delle
Stimmate; in occasione dei venticinque anni di presenza il 27 settembre 2008 in collaborazione con l’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontifica Università Antonianum si è svolta presso il santuario La Verna
una giornata di studio dedicata a «La riscoperta della vita eremitica e la famiglia francescana».
513
Introducendo i lavori, p. Paolo Fantaccini, ministro provinciale OFM della Toscana, ha collocato tale incontro nella prospettiva dell’VIII Centenario della fondazione
dell’Ordine dei frati Minori (1209-2009).
Paolo Martinelli, preside dell’Istituto Francescano di Spiritualità, illustrando il tema
Vita eremitica, spiritualità di comunione e
gli stati di vita del cristiano, ha messo in
evidenza l’importanza antropologica di coniugare individualità e vita comunitaria. Infatti, nella vocazione ciascuno è chiamato
per nome e non come massa indeterminata;
tuttavia, non si tratta di un individualismo
perché la chiamata implica sempre un riferimento alla comunità. Ciò vale anche per la
vita eremitica, la quale non può pensare la
relazione con Dio senza l’incontro con Cristo nel suo corpo ecclesiale. Ad immagine
della vita trinitaria, ognuno nella comunione ecclesiale è se stesso perché vive per
l’altro. In questo modo un autentico eremita vive la Chiesa, visto che la sua vocazione
inizia e trova compimento in essa. Proprio
perché non si tratta di un narcisismo spirituale, la vita eremitica trova il suo orizzonte più autentico nella spiritualità di comunione, la cui radice sta nel mistero eucaristico; ciò significa che ogni contrapposizione tra anacoretismo e vita comunitaria è ridimensionato. Inoltre, il relatore ha
affermato che l’autenticità della vita eremitica è data non solo dalla comunione con la
Chiesa, ma anche dal suo rapporto con il
mondo. Infatti, l’eremo è sì separazione dal
mondo, ma segnata da una dimensione
escatologica, per cui «l’eremita stesso con
la sua esistenza indica non l’irrilevanza del
mondo, ma il suo destino». Senza tale prospettiva – in cui si cerca non l’«al di là», ma
il «Definitivo» – la vita ascetica diventa una
alienazione dal mondo che conferma ultimamente la sua mondanità, ossia una visione secolarizzata dell’esistenza, aliena da
Dio. L’«escatologico» in senso proprio è
dunque Gesù Cristo stesso, crocifisso e risorto in cui trova compimento l’umano desiderare. La vita eremitica diviene così testimonianza del compimento ultimo della
storia. Martinelli ha inoltre ricordato la relazione tra la vita eremitica, la vita consa-
514
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
crata e gli altri stati di vita del cristiano: non
si tratta di spartizioni di competenze all’interno della Chiesa. Al contrario, esplicitando ciascuno stato di vita ciò che negli altri è
implicito, la vita eremitica rende esplicita la
chiamata di ogni fedele a stare davanti a
Dio nella propria singolarità. Concludendo
la sua relazione, ha invitato a leggere la vita eremitica – e in modo similare quella
claustrale e in modo più ampio la stessa vita religiosa – «nella prospettiva non solo
della kenosi ma anche del mistero dell’ascensione nel quale, proprio nel momento
in cui Gesù si “separa” dal mondo mediante il distacco nel nascondimento, la sua carne gloriosa di Signore Risorto siede alla destra del Padre, mostrando in tal modo la più
grande esaltazione del mondo, chiamato a
dimorare in Cristo nella vita divina».
Vittorina Marini della Pontificia Università Lateranense nella relazione La vita eremitica degli ordini religiosi nei documenti
del magistero dal Vaticano II ha messo in rilievo che «il Concilio ha permesso una rinnovata presa di coscienza della vita eremitica in generale e conseguentemente ha aperto un processo di rinnovamento per questa
forma di vita solitaria, che riconduce la
Chiesa stessa alle origini della vita religiosa
e all’essenziale della vita cristiana come
contemplazione del mistero divino». Infatti
«i testi del magistero, ci offrono la visione
della ricchezza e della profondità della solitudine illuminata dalla grazia e vissuta per
Dio, allo stesso tempo ci presentano il senso di questa dedizione totale, che testimonia
la sua radice nella presenza percepita e riconosciuta di Cristo nella propria esistenza.
La vita eremitica, che trova la sua ragione
d’essere in quanto risposta d’amore a Dio, è
ben evidenziata nei vari documenti, specie
nella codificazione del diritto della Chiesa
latina del 1983, che ha concretizzato nella
propria legislazione l’attenzione da parte
della Chiesa alle chiamate divine personali». Quindi «dal Concilio Vaticano II, nasce
l’incoraggiamento della Chiesa per la vita
eremitica sia degli Ordini religiosi che dei
singoli, si approfondisce il suo valore apostolico e testimoniale e si apre la possibilità
di un suo concreto inserimento nel cuore
della vita ecclesiale. Tuttavia, l’ecclesialità
della vita eremitica, non viene determinata
dalla natura di un impegno canonico formale, ma prima di tutto dal suo riconoscimento teologico, poiché si colloca nel mistero di
Dio e della Chiesa, nel mistero di Cristo e
del suo corpo mistico, sotto l’influsso dello
Spirito Santo che la ispira e la dirige». Dopo aver passato in rassegna i diversi pronunciamenti del magistero – soprattutto la
lettera Optimam partem di Paolo VI indirizzata nel 1978 ad André Poisson, ministro
generale dell’Ordine dei Certosini – Vittorina Marini ha evidenziato che tali testi sollecitano l’inserimento della vita eremitica
nell’ambito ecclesiale e anche apostolico;
in questo modo l’eremita risulta essere un
contemplativus in actione.
Andrea Arvalli, frate minore conventuale, nel suo intervento La vita eremitica nei
documenti post conciliari delle famiglie
francescane ha evidenziato la terminologia,
gli obbiettivi e la qualifica data agli eremiti
dai testi pubblicati dalle diverse obbedienze francescane – ossia frati Minori, Conventuali e Cappuccini – per terminare indicando il contributo dato al tema da ciascuna
di esse. In tale analisi è emerso che i frati
Minori sottolineano la vita eremitica come
elemento tipico della vocazione e testimonianza francescana, tanto da essere considerata non una alternativa, ma un’asse portante della vita dei frati. Nei documenti dei
Conventuali emerge l’esigenza di adattare
la vita eremitica alle necessità dei tempi,
vedendo in essa una risposta per i tempi
presenti. Ma sono soprattutto i Cappuccini
ad avere avuto un grande e vivace dibattito
in merito al tema dell’eremo, visto come
luogo propriamente di ritiro per i frati e non
come casa di preghiera aperta a tutti. Tale
luogo è inteso come uno strumento atto a
sviluppare e intensificare la vita di preghiera, così che tutte le comunità divengano
maggiormente oranti; fondamentalmente
secondo tale visione tutte le comunità cappuccine sono chiamate a diventare fraternità contemplative mediante una vero e proprio «carisma eremitico diffuso». Secondo
Aravalli quanto è contenuto nei documenti,
pur affermando la validità della vita eremi-
AD CHRONICAM ORDINIS
tica nella vita francescana, appare insufficiente e oscuro, come ad esempio per quanto riguarda il tempo di permanenza nelle comunità di vita eremitica.
Nel dibattito al termine della prima sessione di lavori, animato da Andrea Bellandi
– preside della Facoltà teologica dell’Italia
centrale – è emersa la domanda se tale insistenza sulla tematica della vita eremitica all’interno dei frati Cappuccini sia dovuto anche al desiderio di adempiere il mandato
conciliare di riscoprire il carisma dei fondatori. In meritò a ciò Paolo Martinelli ha affermato che spesso – anche a causa di una
povertà ermeneutica con cui si è affrontata
la ricerca del carisma del fondatore – si è
cercato l’intuizione delle origini mediante
una «sospensione» dal presente, con il risultato finale di non riuscire a trovare il nesso con il presente e di ridurre il ritorno al carisma del fondatore a mera «archeologia».
A questo riguardo il dibattito intercorso tra
i cappuccini nel dopo Concilio è anche la
prosecuzione della tensione originaria della
loro storia tra vita eremitica e presenza tra
gli appestati. Da parte sua Leonhard Lehmann, dell’Istituto storico dei cappuccini,
ha messo in risalto che a volte si assiste ad
un vero e proprio controsenso per cui si
vuole tornare alle origini e contemporaneamente confrontarsi con le sfide del presente.
Inoltre il ritorno al carisma del fondatore a
volte è diventato un volere tagliare l’albero
della propria storia perché sembra non essere il seme delle origini cui si vuole ritornare, ottenendo così la morte dello stesso, invece che il suo rinvigorimento; meglio sarebbe adottare il linguaggio evangelico che
parla di potatura affinché porti più frutto. Al
termine del dibattito Andrea Arvalli ha indicato come questione aperta in attesa di risposta il fatto che l’ispirazione molto alta
alla vita eremitica, così ben affermata dai
documenti, trova fatica a essere tradotta in
termini fruibili istituzionali, ad esempio tramite un direttorio.
La seconda sessione della giornata è stata aperta da Valentino Ghiglia, frate minore,
che ha illustrato Documenti e decisioni della Provincia Toscana circa l’eremo de La
Verna, iniziando dagli anni Sessanta. Infat-
515
ti in tale periodo di rinnovamento e anche di
crisi «si sperimenta molto e ci sono profonde tensioni in Provincia». Una prima idea fu
quella di destinare il Romitorio delle Stimmate all’animazione vocazionale mediante
la presenza di una fraternità dedita alla contemplazione, penitenza e apostolato; tuttavia ci si trovò immediatamente davanti al
problema di trovare persone disponibili e
adatte per tale attività. Successivamente,
soprattutto in occasione dei settecentocinquanta anni dalle stimmate di san Francesco
(1974) e della morte del Santo (1976), il
santuario de La Verna fu indicato come luogo di riferimento per la preghiera e la vita
con Dio. In questo modo si accentuò il nesso tra vita di preghiera e accoglienza vocazionale caratterizzante la nuova fisionomia
che si voleva dare al Romitorio. Grazie anche un approfondimento esistenziale da
parte dei frati che condusse alla riscoperta
del valore della comunione, nel 1982 si decise di destinare il Romitorio ad una comunità stabile di frati dediti unicamente alla vita eremitica; l’inizio ufficiale fu nel 1983,
accompagnato dalla fatica di stendere un direttorio che rendesse vivibile quanto si era
proposto. Secondo Ghiglia in questi venticinque anni di vita del Romitorio delle
Stimmate si possono distinguere diverse fasi, ossia ispirazionale all’inizio, l’elaborazione del carisma negli anni 1982-1988,
una successiva crisi dovuta al distacco conoscitivo da parte dei frati della Provincia
religiosa ed infine, come mostrato dal presente incontro di studio, una maggior comprensione del carisma.
L’intervento di padre Eugenio Barelli, Il
Romitorio delle Stigmate: venticinque anni
di presenza, ha attinto molto dalla diretta
esperienza essendo il relatore uno dei frati
presenti in tale eremo. Punto di riferimento
ideale è la Regola per la vita negli eremi
scritta da san Francesco che, mediante il rimando alle figure evangeliche di Marta e
Maria, distingue i frati dimoranti negli eremi tra coloro che hanno l’incarico dei servizi e quelli dediti alla preghiera, definendo i
primi come madri che si prendono cura dei
secondi quali figli. Quindi la vita eremitica
in una visione francescana risulta caratte-
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AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
rizzata da una forte componente relazionale e ciò, secondo Barelli evidenzia che «solo in quanto Chiesa l’eremo conduce alla vita trinitaria». La vita fraterna in povertà unisce la preghiera e la relazione, l’amore di
Dio e dei fratelli e in questo modo un romitorio francescano risulta sempre inserito
nella più ampia fraternità provinciale.
Cristiana Mondonico, badessa del Monastero delle clarisse di Gubbio, illustrando
Vita eremitica e carisma degli ordini francescani, dopo aver presentato le profonde
tensioni presenti nell’ordine minoritico a
metà del Duecento proprio in merito alla
presenza dei frati negli eremi, ha evidenziato che invece in santa Chiara d’Assisi c’è
stata una sintesi tra vita comunitaria e contemplazione. Infatti la comunità di San Damiano risultava essere un “eremo fraterno”
e questo perché la regola era la forma di vita di Cristo stesso. In questo modo ciò che
per i frati risultava essere la nostalgia dell’eremo per Chiara e le sorelle era una vita.
Essendo la vita eremitica relazione con Dio
e con i fratelli, essa rimanda al cuore del cristianesimo: infatti non è fuori, ma dentro le
relazioni fraterne. La povertà allora è un silenzio del cuore, spoglio di ogni cosa, svuotato per accogliere l’altro. Mondonico rileva che nella storia francescana vi è stata una
parabola storica e carismatica in un continuo richiamarsi della solitudine eremitica e
la vita comunitaria; il tutto in un cammino
di cui essere grati.
Al termine della giornata mons. Gianfranco Agostino Gardin, segretario della
Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, riprendendo quanto emerso nelle relazioni ha posto l’accento sulla vita eremitica come luogo
in cui si evidenzia la chiamata non a fuggire
il mondo, dichiarandolo inconsistente, ma la
mondanità. A riguardo della riscoperta della
vita eremitica in un ordine religioso il timore
è che sorga una conflittualità tra coloro che si
dedicano ad una vita prettamente contemplativa e chi è coinvolto nell’apostolato. Ciò
può essere evitato mediante la valorizzazione della ricchezza della complementarietà e
una sorta di «santa invidia» per ciò che
l’altro vive. Proprio questa complementa-
rietà fraterna secondo Gardin risulta essere la
ricchezza della vita francescana.
Un incontro questo svoltosi a La Verna,
che ha visto interagire l’esperienza dei frati
che vivono presso il Romitorio delle Stimmate e un centro di riflessione teologica come l’Istituto Francescano di Spiritualità
della Pontifica Università Antonianum in
Roma, eloquente gia in se stesso in quanto
superamento di quella spaccatura tra spiritualità e teologia definita da Hans Urs von
Balthasar come uno delle problematiche
principali della teologia contemporanea.
Certamente la lettura ponderata delle relazioni che verranno pubblicate nel 2009 nella rivista «Studi francescani» di Firenze
sarà un’occasione per approfondire ulteriormente sia il tema della vita eremitica sia
le ragioni del sorgere e continuare nel tempo del Romitorio delle Stimmate.
PIETRO MESSA, OFM
4. Incontro dei Visitatori con il Definitorio generale
Roma, Curia generale, 10-14.11.2008
Dal 10 al 14 novembre 2008 si è tenuto,
in Curia generale, l’incontro dei Ministro e
Definitorio generale con i Visitatori nominati nel corso dell’anno 2008.
Partecipanti
Definitorio generale
Rodríguez Carballo Fr. José (Min. Gen.);
Bravi Fr. Francesco (Vic. Gen. et Proc. Gen.);
McGinn Fr. Finian (Def. Gen.); Samac Fr. Šime (Def. Gen.); Vallecillo Martín Fr. Miguel
J. (Def. Gen); Nguyen Fr. Ambroisio Van Si
(Def. Gen.); Fr. Amaral Bernardo Amaral
(Def. Gen.); Favretto Fr. Mario (Def. Gen);
Cabrera Herrera Fr. Luis Gerardo (Def.
Gen.); Muro Aréchiga Fr. Juan Ignacio (Def.
Gen.); Várnai Fr. Jakab (Def. Gen.)
Visitatori generali
Concha Cayuqueo Fr. Jorge, Prov. SS.
Trinitatis (Chilia), Prov. S. Francisci de Quito (Aequatoria); Biasi Fr. Saverio, Prov. Tri-
AD CHRONICAM ORDINIS
dentina S. Vigilii (Italia), Prov. Pedemontana S. Bonaventurae (Italia); Stys Fr. Zenon,
Prov. S. Mariae Angelorum (Polonia), Prov.
S. Francisci Assisiensis (Polonia); Hess Fr.
Azariasz J., Prov. Immaculatae Conceptionis B.V.M. (Polonia), Prov. S. Hedvigis (Polonia); Koren Fr. Matija, Prov. SS. Cyrilli et
Methodii (Croatia) , Prov. Dalmatiae SS.
Redemptoris (Croatia); Mioc Fr. Gabrijel,
Prov. Assumptionis B.V.M (Bosnia - Hercegovia), Prov. Bosnae Argentinae S. Crucis
(Bosnia/Hercegovia); Brázda Fr. Cyril J.,
Prov. S. Salvatoris (Slovakia), Prov. Bohemiae et Moraviae S. Venceslai (Cecha Resp.); Colombotti Fr. Tarcisio, Prov. Mediolanensis S. Caroli (Italia), Prov. Tusciae S.
Francisci Stigmat. (Italia); Colomer Barber
Fr. Joaquín, Prov. Valentiae S. Ioseph Sponsi B.V.M. (Hispania), Prov. Franciscana de
Arantzazu (Hispania); Tamás Fr. Gabor,
Prov. Magnae Dominae Hungarorum (Hungaria), Prov. Transsylvaniae S. Stephani Regis (Romania); Cerrato Chamizo Fr. Guillermo, Prov. Baetica (Hispania), Prov. Castellana S. Gregorii Magni (Hispania);
Bruck Fr. Anton, Prov. S. Leopoldi (Austria), Cust. Aut. Christi Regis (Helvetia);
Palma Enríquez Fr. Ernesto, Prov. N.D. de
Guadalupe (America Centralis), Prov. S.
Pauli Apostoli (Columbia); Espelage Fr.
Arthur J., Prov. S. Ioannis Baptistae (USA),
Prov. N. Dominae de Guadalupe (USA);
Amanzi Fr. Cristoforo, Prov. Romana SS.
Apostolorum Petri et Pauli (Italia), Prov. Liguriae SS. Cordis B.V.M. ( Italia); Valvasori Fr. Flaerdi Silvestre, Cust. SS. Cordis Iesu
(Brasilia) dep. a Prov. Neapolitana (Italia),
Prov. Immaculatae Conceptionis B.V.M.
(Brasilia); Campana Fr. Ferdinando, Prov.
Picena S. Iacobi de Marchia (Italia), SS. Annuntiationis B.V.M (Albania).
Segretaria
Siekierka Fr. Ernest Karol (Segr. gen.);
Romero García Fr. Francisco Manuel (Vice
Segr. gen.).
Interpreti
Paniagua Fr. Edwin (inglese), Villalobos
Avendaño Fr. Oscar G., (spagnolo); Fr. Giovanni Rinaldi (italiano-inglese).
517
Assistenti
Lovato Fr. Stefano (Verbalista); Łopata
Fr. Simone (computer); Portka Fr. Samuele
(Aula).
Agenda
La prima giornata di lavoro si è aperta alle ore 9 nell’Aula “Duns Scoto” con il saluto del Ministro generale e con la presentazione dei partecipanti. Conclusi i preliminari, ha preso la parola il Ministro per
tenere la sua relazione ai Visitatori. Dopo
un breve dialogo in Aula su quanto detto da
Fr. José, si va nei gruppi di studio, suddivisi per lingua, per approfondire insieme la
relazione del Ministro ed anche per individuare le sfide e i timori che possono presentarsi nel servizio di Visitatori. Nel pomeriggio i gruppi di lingua spagnola, inglese ed italiana hanno riferito in Aula quanto
emerso nei rispettivi gruppi.
La mattinata della seconda giornata è
stata dedicata all’ascolto delle seguenti relazioni: «Visita, designazione dei candidati,
relazione intermedia» (Fr. Š. Samac); «Capitolo, elezioni, relazione al Capitolo» (Fr.
L. Cabrera); «Congresso capitolare, relazione finale» (Fr. J. Várnai). Nel pomeriggio si sono tenuti i lavori nei gruppi linguistici e poi in Assemblea.
Il 12 novembre è stato un giorno particolare. Infatti, si è data la possibilità, durante
la mattinata e il pomeriggio, ai Visitatori di
incontrare personalmente il Ministro generale e di effettuare una visita “guidata” ai
seguenti Uffici e Segretariati: GPIC, Evangelizzazione e missione, Pro Monialibus,
OFS, Formazione e Studi.
Nella mattinata del quarto giorno, dopo
che Fr. G. Lati, Economo generale, ha presentato i nuovi moduli per l’economia, c’è
stato in Aula un prolungato dialogo sull’economia. Il pomeriggio è iniziato con la relazione di Fr. F. Bravi, Vicario generale, su:
«Il cammino dell’Ordine e la Visita canonica». È proseguito e si è concluso con i lavori nei gruppi linguistici.
Nell’ultimo giorno dell’incontro, 14 novembre, i lavori si sono svolti nel modo seguente: nella mattinata si sono susseguiti Fr.
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F. Antonelli, dell’Ufficio giuridico dell’Ordine, per rispondere alle domande presentate per scritto, Fr. E. Siekierka che ha illustrato gli aspetti concreti delle pratiche amministrative da inoltrare alla Segreteria
generale, Fr. V. Menegatti che ha relazionato sul lavoro della Procura dell’Ordine; nel
pomeriggio c’è stato il dialogo in Aula su
quanto esposto in mattinata e sull’andamento di tutto l’incontro. I lavori sono terminati con la concelebrazione eucaristica,
presieduta dal Ministro generale, Fr. José R.
Carballo. Questi nell’omelia si è soffermato sui tre motivi della celebrazione: conclusione dell’incontro del Ministro e Definitorio generale con i Visitatoti, nominati nel
corso del 2008; l’invio di due Frati, Fr. Damai Warsono e Fr. Jurik Razvoskiyi, alla
missione ad gentes in Kenia e in Thailandia; la partecipazione dei Frati Conventuali
e Cappuccini che hanno concluso l’anno di
formazione missionaria a Bruxelles. Il tutto, ha ricordato, il Ministro, in prossimità
della celebrazione del Capitolo generale
2009 che avrà per tema la missione evangelizzatrice.
FR. LUIGI PERUGINI
5. La Bibbia in cinese di Gabriele Maria
Allegra
UNA TRADUZIONE
LUNGA UNA VITA
La lettura de Le memorie di fra Gabriele
Maria Allegra (Città del Vaticano, Libreria
Editrice Vaticana, 2005, pagine 214, euro
13) desta diversi spunti di riflessione. Colpiscono, ad esempio, i riferimenti ai colloqui intrecciati con padre Teilhard de Chardin e don Sturzo, la narrazione dei contatti
avuti con le autorità militari giapponesi, in
vista di un eventuale arbitrato della Sede
apostolica, nel secondo conflitto mondiale;
e ancora le varie notizie sull’attività ecumenica, sull’apostolato biblico, sui convegni,
sulle opere in prosa e poesia in lingua cinese. Si tratta, insomma, di una selva di informazioni, di cui sarebbe difficile offrire una
presentazione che ne salvaguardi l’integrità
e il valore storico culturale.
Cercando di attenersi, però, all’intenzione dell’autore, che afferma di riferire solo
«gli eventi che direttamente o indirettamente ebbero una qualche relazione con la versione della Bibbia in cinese», parrebbe di
poter individuare l’orientamento principale
della narrazione nella scoperta, o riscoperta, della Parola quale motore e guida del rinnovamento dell’esperienza cristiana.
L’ansia per il rinnovamento della vita
cristiana è riscontrabile soprattutto nei passi riguardanti la realtà francescana, in riferimento al processo di aggiornamento proposto dal Vaticano II. L’Allegra insiste qui
sulla necessità di riscoprire non solo le origini cronologiche della storia francescana,
ma anche gli elementi più significativi della tradizione. Non a caso, assume come
motto della sua vita una espressione usata
nella liturgia per la memoria del beato Leopoldo da Gaiche – un predicatore umbro
della fine del Settecento, che si trovò a svolgere il suo ministero nei tempi difficili delle campagne napoleoniche in Italia – in solitudine Deum quaerere et in medio populi
tui salutem operari.
Non pare opportuno però indugiare oltre
intorno a questo aspetto, preferendo dedicare maggior attenzione all’approfondimento
del tema centrale, cioè quello del primato
della Parola, nelle sue diverse declinazioni:
concepita, studiata, mediata, divulgata, insegnata, condivisa.
«Siamo nell’anno 1928 – scrive l’Allegra negli anni dei suoi studi a Roma – nel
quale ricorreva il Sesto centenario della
morte del beato Giovanni da Montecorvino,
primo arcivescovo di Pechino e vero fondatore della Chiesa di Cina e della sua gerarchia ecclesiastica. Il Santo Padre Pio XI inviò una lettera al nostro generale; di questa
lettera pontificia si parlò molto in collegio
(...) a me confidenzialmente ne parlò tanto
Padre Cipriano Silvestri, che mi mise pure
al corrente della udienza avuta dal Santo
Padre». Senza dubbio, ai può affermare che
quelli sono stati anni di grande fervore missionario. Di esso fu uno dei più convinti
animatori il ministro generale, il padre
AD CHRONICAM ORDINIS
Klumper, il quale aveva inviato all’Ordine
«una bella enciclica sull’argomento»
(1922). Riferendosi ai suoi compagni di
studio: «Era davvero un bel manipolo di
giovani francescani – ricorda ancora
l’Allegra – che negli anni 1926/31 studiavano a Roma per prepararsi alla vita mssionaria», e dei quali la gran parte era destinata alla Cina.
Della serie di conferenze tenute in quel
periodo presso l’Antonianum, intorno
all‘impresa missionaria svolta in Cina dal
Montecorvino, l’Allegra colse un particolare apparentemente irrilevante: la «traduzione in cinese (o forse in mongolo) del salterio e dei vangeli», a cui aveva fatto riferimento padre Silvestri. Tale osservazione,
pur importante in se stessa, avrebbe potuto
risultare quasi secondaria rispetto, ad esempio, alla grande impressione suscitata dall’arditezza del viaggio stesso, oppure dal
ruolo politico e diplomatico assegnato al
frate missionario. «Per me – continua
l’Allegra – il discorso di quest’ultimo (il
Silvestri) fu come una miccia accesa, lanciata contro una polveriera». Il particolare
pare interessante, non solo per l’intuizione
avuta già dal giovane francescano, bensì anche per la dimensione culturale, che assumeva il corso di preparazione all’apostolato missionario, proposto dall‘Antonianum,
che prediligeva l’approfondimento delle
fonti e della Scrittura in particolare.
L’Allegra, nel frattempo, tramite gli studenti cinesi frequentanti i corsi dell’Antonianum, si era informato intorno alla versione cinese della Bibbia, apprendendo così
che la traduzione del Monte Corvino non
esisteva più e che i cattolici possedevano solo il Nuovo Testamento; per la traduzione
dell’Antico Testamento, invece, il concilio
di Shanghai (1924) aveva espresso il voto a
sostegno della nomina, quanto prima possibile, di una apposita commissione di periti. I
protestanti, a differenza dei cattolici – annota ancora padre Gabriele – «possedevano
una loro versione, anzi parecchie versioni,
alcune di esse essendo state fatte nei e per i
principali dialetti dell’immensa nazione cinese». Per l’Allegra questa informazione
costituì un’ulteriore spinta, forse quella de-
519
terminante, a dar corso al suo proposito: «Fu
questa un’altra potente scossa elettrica».
L’autore delle Memorie, a cui non andava a genio un ecumenismo superficiale che
«mette quasi quasi, sullo stesso piano tutte
le religioni, che invita anche il sacerdote
cattolico a cercare la verità assieme agli altri», pare tuttavia non rifiutare l’esempio
dei protestanti riguardo al primato che essi
attribuiscono alla Scrittura. Egli ricorda, infatti, come già a bordo della nave che
l’avrebbe condotto per la prima volta in Cina, ebbe delle «lunghe conversazioni con
un reverendo anglicano sugli atti degli apostoli, e con un missionario protestante». Nei
primi tempi della sua permanenza in Cina,
accolto all’Hunan Bible Institute da «due
gentiluomini cristiani», che «non potevano
esser più gentili verso di me», l’Allegra percepisce allora, con chiarezza ancora maggiore, la portata dei traguardi raggiunti dal
protestantesimo nello studio e nella divulgazione della Scrittura. «In quella biblioteca – sostiene – mi resi conto di quanto i fratelli separati avessero già pubblicato in cinese riguardo alla sacra Scrittura, lì conobbi
le prime riviste protestanti... lì avvertii quale forza non fosse in Cina lo studio e la
stampa».
Più oltre, nelle Memorie, l’Allegra, a
proposito del rapporto con i protestanti e dei
risultati ottenuti per il rinnovamento della
vita cristiana: «La Chiesa cattolica deve
avere la sua società biblica mondiale per
preparare le sue versioni per tutti i popoli
della terra. Certo che arriviamo dopo cento
e più anni di distanza dei nostri fratelli separati, eppure è mia convinzione che questo
apostolato biblico sia quanto mai urgente».
La Chiesa doveva tornare, quindi, con urgenza ai suoi fondamenti ineludibili, cioè
alla Parola.
Non stupisce affatto che l’Allegra fosse
giunto a un tale convincimento, dal momento che, come si evince sempre dalle
Memorie, fin da studente di teologia usava
come testo per la lettura spirituale il Vangelo di Giovanni, seguendo naturalmente la
versione greca. Con l’applicazione alla Parola, il giovane francescano scopriva, però,
anche i Padri. Egli asserisce, infatti, con ri-
520
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
ferimento al Tractatus in Johannis Evangelium del grande Agostino [...] ritengo che,
dopo la Sacra Scrittura, sant’Agostino sia
stato il mio maestro (...). E con Agostino cominciai a conoscere san Girolamo...».
Si viene a conoscere così come uno dei
sogni irrealizzati dallo studioso resti quello
di offrire una traduzione cinese anche dei testi patristici, allo scopo di «far conoscere
l’esegesi dei Padri [...], in altri termini, la
Scrittura nei Padri». La Parola biblica, per
operare come tale, a suo avviso, dovrebbe
essere intesa entro un determinato ambiente
culturale; cioè andrebbe interpretata secondo una corretta ermeneutica, in modo da diventare “parola ecclesiale”. Così si esprime
ancora a questo riguardo il francescano:
«Molta verità contiene il detto di Lutero:
“La sola grammatica non basta per tradurre
la Bibbia”, frase che io oso spiegare così:
non basta la conoscenza della grammatica e
della sintassi greca ed ebraica per tradurre la
Scrittura, ma fa d’uopo che il traduttore conosca la storia del popolo in mezzo al quale
il libro da tradursi ha avuto origine... Ma soprattutto fa d’uopo che, essendo la Scrittura
il libro affidato da Gesù Signore alla Chiesa,
egli abbia gli stessi sentimenti della Chiesa:
sentiat cum Ecclesia». Lo studioso francescano, oltre a fare riferimento continuo ai
Padri nell’opera di traduzione, pensò di riunire in un Dizionario biblico, o Lessico biblico, tutti gli strumenti ermeneutici atti all’interpretazione ecclesiale. L’ispirazione
per una tale opera, come afferma egli stesso,
gli sarebbe venuta da Agostino, che non riteneva sufficienti, per i bisogni dei cristiani,
le opere storico-geografiche di Eusebio, né
le spiegazioni filologiche di Girolamo. Occorreva dunque, a suo avviso, un’opera che
si interessasse ai problemi trattati nell’introduzione generale e speciale della Scrittura,
quali le questioni riguardanti l’ispirazione, il
canone, i principi cattolici dell’ermeneutica
(ego nec Evangelio crederem nisi Ecclesiae
me moveret auctoritas).
La Bibbia cinese di padre Allegra – in un
solo volume, la cosiddetta Bibbia di Natale
– vide la luce il 25 dicembre del 1968. Quest’opera non fu l’unico strumento attuato
per la formazione del popolo cristiano.
L’attività dello studioso, nel corso degli anni, diede ulteriori frutti efficaci per rinnovare, sin dalle radici, l’intera pratica cristiana.
«Nei primi anni delle mia vita in Cina rimanevo sorpreso nel vedere i fedeli protestanti, che si recavano al loro Divine Service
portando seco la Bibbia. I cattolici avevano
invece il libro di preghiere e la corona del
Rosario. Allora era d’uso quasi generale
presso i protestanti schernire i cattolici perché la Chiesa proibiva loro l’uso della Bibbia, e perché ancora eravamo infetti della
superstizione mario-latrica... Ora la situazione è completamente rovesciata. Abbiamo la versione della Bibbia stampata in due
formati diversi; abbiamo tre edizioni diverse del Nuovo testamento, abbiamo una edizione dei quattro Vangeli ristampata diverse
volte a decine di migliaia; e abbiamo la carta geografica murale della Palestina al tempo di Gesù, abbiamo l’antologia biblica: il
Vangelo del Regno, e abbiamo in ultimo il
dizionario».
Il brano citato potrebbe suscitare
l’impressione di certo clima polemico, cioè
di un utilizzo della Parola con un sotteso rischio di ostacolare il cammino verso
l’unità. Si verificò esattamente il contrario:
grazie all’Allegra, infatti, cattolici e protestanti iniziarono un proficuo cammino di
dialogo, munendosi di strumenti di incontro, di scambio, di comunione. «Certo per
quanto io sappia le Esposizioni bibliche di
Taiwan e di Hong Kong non solo furono le
prime tenute in Estremo Oriente, ma furono
le prime nelle quali i cattolici collaborarono
in spirito di estrema carità con i cristiani
evangelici o protestanti. Tanti eventi accaddero dopo questa esposizione che stanno a
dimostrare come il clima di mutua diffidenza si è mutato».
GIUSEPPE BUFFON
[L’Osservatore Romano, 15 novembre 2008, p. 4]
6. Notitiæ particulares
– XII Assemblea ordinaria del Sinodo dei
Vescovi. Dal 5 al 26 ottobre 2008 si è te-
AD CHRONICAM ORDINIS
nuta a Roma la XII Assemblea ordinaria
del Sinodo dei Vescovi su La Parola di
Dio nella vita e nella missione della
Chiesa. Oltre alle Asseblee ordinarie si
sono tenute altre 10 Assemblee speciali:
2 per l’Europa, 2 per l’Africa, 1 per
l’America, 1 per l’Asia, 1 per l’Oceania,
1 per i Paesi Bassi, 1 per il Libano ed 1
per ricordare il ventesimo anniversario
del Vaticano II.
I Padri Sinodali erano 253: 90 dall’Europa, 62 dall’America, 51 dall’Africa, 41 dall’Asia, e 9 dall’Oceania. Sette
Padri Sinodali hanno studiato nella nostro “Istituto Biblico Francesco” di Gerusalemme.
Il nostro Ordine era presente con 7
Padri Sinodali: CARD. CLÁUDIO HUMMES, OFM, Prefetto della Congregazione per il Clero; MONS. BASIL MYRON
SCHOTT, Arcivescovo Metropolita di
Pittsburg dei Bizantini, Presidente del
Consiglio della Chiesa Rutena, USA;
MONS. SYLVESTER CARMEL MAGRO, Vicario Apostolico di Benghazi, Libia, Vescovo titolare di Salde; MONS. JESÚS PÉREZ RODRÍGUEZ, Arcivescovo di Sutre,
Bolivia; MONS. HÉCTOR MIGUEL CABREJOS VIDARTE, Arcivescovo di Trujilio, Perù, Presidente della Conferenza
Episcopale; MONS. PIOTR HERKULAN
MALCZUK, Vescovo titolare di Media,
Ausiliare di Odessa-Simferopol, Ucraina; FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, Mi-
521
nistro generale. Inoltre vi ha preso parte
un Perito: FR. FRÉDÉRIC MANNS, Professore di Esegesi del Nuovo Testamento e
di Letteratura antica ebraica presso la
Facoltà Biblica e Archeologica di Gerusalemme.
Della Famiglia Francescana hanno
partecipato altri 4 Padri Sinodali e 1 Perito dei Cappuccini. I Religiosi presenti
sono stati: Salesiani, 9; Gesuiti, 5 Padri
Sinodali e 3 Uditori; Domenicani, 3 Padri Sinodali e 1 Perito; Verbo Divino, 4;
Redentoristi, 2.
(L’Osservatore Romano, 4 ottobre 2008, pp. 4-5)
– MONSIGNOR STANISLAS LUKUMWENA,
OFM, ha presentato la rinuncia, accettata da Benedetto XVI, al governo pastorale della Diocesi di Kole (Repubblica
Democratica del Congo), in conformità
al canone 401 §2 del Codice di Diritto
Canonico.
(L’Osservatore Romano, 31 ottobre 2008)
– FR. DAVID MARIA JAEGER OFM, della Custodia di Terra Santa e FR. MOACYR MALAQUIAS JÚNIOR OFM, della Custodia Autonoma di Nostra Signora dei Setti Gaudi
in Brasile, sono stati nominati da Benedetto XVI Consultori della Congregazione per il Clero. Entrambi sono Professori
di Diritto Canonico nella Pontificia Università “Antonianum” in Roma.
(L‘Osservatore Romano, 31 dicembre 2008)
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En gratitud docilidad y santitad. Orden
de la Inmaculada Concepción. Encuen-
524
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
tro de las Presidentas de las Federaciones. Acta. Toledo, España, 24 de mayo a
4 de junio de 2008, Ed. Comunicazioni
OFM, Roma 2008, pp. 444.
– URIBE FERNANDO, Orar como Francisco. Notas y sugerencias sobre las oraciones del Santo de Asís. Colección Karisma 2, Santiago de Cali, Colombia,
2008, pp. 264.
1. Fr. Gino Concetti
1. Biografia
NECROLOGIA
Grottammare, Italia, 11.10.1926
Grottammare, Italia, 29.09.2008
È morto padre Gino Concetti
La verità sulla morale
con il saio di san Francesco
Con un moto istintivo di strana incredulità abbiamo appreso la notizia della morte
del nostro caro padre Gino Concetti, avvenuta nella notte della festa dei santi arcangeli. Aveva lasciato materialmente il giornale oltre un anno fa – stava male, aveva
dovuto subire un delicato intervento – eppure qui, tutti avevamo la netta sensazione
che egli fosse sempre presente tra noi, benché purtroppo non abbia potuto più nemmeno collaborare con suggerimenti e articoli.
Nessuno si sarebbe stupito se da un momento all’altro avessimo visto padre Gino
camminare pensieroso per i corridoi, gli occhiali sul naso, con un articolo stretto fra le
mani, rigorosamente scritto a macchina e
sovraccarico di pentimenti e di correzioni a
penna. Una sensazione che la dice lunga sul
servizio pluridecennale prestato a «L’Osservatore Romano». Un servizio qualificato, operoso, discretissimo. In certe occasioni, determinante. Padre Concetti è stato proprio un’istituzione.
Parlava poco, a voce bassa e, specie a chi
poco lo conoscesse, poteva dare la sensazione di estraniarsi nelle discussioni sulle
materie correnti. Era un tratto inconfondibile del carattere: umile e schivo come solo
un frate minore può essere. Se però lo si invitava a dire la sua padre Gino non deludeva mai. Sobrio ed esauriente, si esprimeva
con un piglio lucido e sereno che talvolta
sorprendeva l’interlocutore.
Igino Concetti – tale era il suo nome al secolo – era nato nella Marca picena a Grot-
tammare l’11 ottobre 1926. Compiuti gli studi classici si era iscritto all’Istituto Teologico
Francescano, frequentando il corso istituzionale ed entrato nell’Ordine dei Frati Minori
emise la professione religiosa solenne il 22
agosto 1953 nella Provincia religiosa del Sacro Cuore della Beata Vergine Maria di Genova. Il 24 settembre di quello stesso anno fu
ordinato sacerdote. In seguito si iscrisse alla
Facoltà Teologica del Pontificio Ateneo
(Università) Antonianum di Roma conseguendo il dottorato di teologia morale nel
1957. Ottenne poi, nel 1959, il dottorato in
Scienze Sociali alla Pontificia Università
San Tommaso d’Aquino di Roma. Docente
di teologia pastorale, morale, sociale e politica all’Antonianum dal 1964 al 1977 Gino
Concetti iniziò a collaborare a «L’Osservatore Romano» sin dal 1960 divenendone in
seguito redattore dal 1969 – ma di fatto dall’anno precedente: a partire dai giorni successivi alla pubblicazione dell’enciclica Humanae vitae di Paolo VI, come egli amava ricordare – e fino al 1996. Raggiunta l’età
della pensione, su richiesta dei diretti superiori, prosegui l’attività con uno speciale
contratto di collaborazione stabile partecipando al contempo a numerose trasmissioni
radiotelevisive italiane e internazionali.
Padre Concetti ha scritto moltissimo su
svariate materie, ma era soprattutto un
esperto di morale. Sulle nostre pagine ha difeso strenuamente la verità sulla famiglia,
sul matrimonio, sulla vita, sulle manipolazioni genetiche. Negli anni della direzione
di Raimondo Manzini per questo suo impegno subì anche un processo presso il Tribunale di Roma dal quale sarebbe stato prosciolto da ogni addebito di reato. Un suo
grandissimo merito è stato di aver reso con
limpida e sicura visione materie tanto complesse e delicate in termini accessibili a
chiunque.
Se questo fu il giornalista, si possono solo accennare alcuni tratti del sacerdote e del
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religioso, sempre pronto e disponibile nei
confronti dei bisognosi, dei poveri e delle
famiglie in difficoltà. Certo sono tanti quelli che hanno beneficiato dell’aiuto materiale
e spirituale di padre Gino, ma poco ne sappiamo: uomo di preghiera, quanto attivo e
pratico nelle emergenze, era altrettanto riservato sul bene fatto. Francescano fino in
fondo al cuore – e quindi sempre in spirito di
leale obbedienza ai superiori – non temeva
di battersi con umile coraggio in difesa dei
più deboli. Non sprecava parole e non faceva complimenti inutili; ma era ruvido ed essenziale, secondo un contegno proprio della
antica cultura contadina picena: sobria nelle
forme quanto attenta alla sostanza delle cose. Il viso, di solito serio e assorto, si apriva
al sorriso accogliente al visitatore, soprattutto in presenza dei bambini.
Un giorno – era il cinquantesimo della
sua ordinazione sacerdotale – rivelò ai colleghi: «Ogni mattina celebro la santa messa
alle 7 e vi vedo tutti in un fulgore di luce.
Vedo i vostri volti, ascolto i vostri desideri e
li presento al Signore». Ci sembra oggi di
risentire il battere incessante e ritmato della
sua macchina da scrivere mentre mentalmente ritorniamo ancora a bussare alla sua
porta per chiedergli un aiuto o un consiglio.
E vorremmo sentirci accogliere come una
volta, mentre il ticchettio prosegue, per
qualche istante, fino al punto.
RAFFAELE ALESSANDRINI
[L’Osservatore Romano, 29-30 settembre 2008]
2. Lettera del Ministro generale ai Ministri
provinciali della Liguria e delle Marche
Cari Fr. Alberto e Fr. Vincenzo,
Ministri provinciali
in questo triste momento per la scomparsa del nostro Fratello Gino Concetti, desidero unirmi al vostro dolore e a quello dei
familiari, e pregare con voi Maria, madre di
misericordia, perché sia lei, a cui Frate Gino si rivolgeva sempre con amore e pietà filiale, ad accoglierlo ora nella casa del Padre
e ad introdurlo nella gioia eterna.
Insieme a questa supplica, sgorga spontaneo dal cuore il grazie profondo per il dono di questo Frate Minore, che ha dedicato
tutta la sua vita all’Ordine e alla Chiesa.
Esperto teologo e profondo conoscitore dell’animo umano, secondo il monito di san
Francesco ha sempre messo la sua scienza a
servizio dei fratelli e sempre la alimentò
con un intenso spirito di preghiera. Generazioni di Frati lo ricordano con riconoscenza
come insegnante di teologia morale alla
Pontificia Università Antonianum, dove è
vissuto fino a pochi mesi fa, quando la malattia, accolta con serenità e fede, lo ha costretto a ritirarsi nella infermeria del nostro
convento di Gottammare, suo paese natale.
Chi lo ha conosciuto ha imparato ad apprezzare i suoi modi schivi, dietro i quali si
nascondeva una grande generosità. Anche
nel suo servizio all’Osservatore Romano,
come giornalista, era sempre disponibile
con tutti e manifestava in ogni occasione il
suo amore per san Francesco e l’Ordine.
Seppe fare della penna un vero strumento di
annuncio cristiano e, forte degli insegnamenti della Chiesa e di un costante e continuo aggiornamento, non aveva timore ad
affrontare anche gli argomenti di più scottante attualità: dalla bioetica, alla politica,
all’eutanasia, alla pena di morte, offrendo a
tutti con chiarezza la prospettiva cattolica.
Quest’anno Frate Gino non celebrerà
con noi la solennità di san Francesco, perché sarà accanto a lui nella gloria del Padre.
Mentre siamo certi che continuerà a guardarci con affetto fraterno, chiediamogli di
intercedere per noi, perché sappiamo sempre vivere la nostra vocazione con la stessa
passione che lui ci ha sempre testimoniato.
Roma, 29 settembre 2008
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
3. Omelia del Vicario generale nel giorno
dei funerali
Di fronte alla morte di un fratello, di un
familiare, di un amico, comunque di fronte
NECROLOGIA
alla morte, per assumere uno sguardo di fede, abbiamo bisogno di ascoltare la Parola
di Dio, la Parola che nutre la nostra fede.
Abbiamo scelto di ascoltare le letture proprie della memoria di S. Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa. Ed è alla luce di
questa parola che rileggiamo la vita e la
morte del nostro fratello; è con questa parola che alimentiamo la nostra fede e sosteniamo la nostra speranza.
“La tua parola, Signore, è fonte di
gioia”: così la Liturgia ci ha fatto pregare
nel ritornello del salmo responsoriale. La
parola di Dio è, anche in questa circostanza
della morte di un fratello, fonte di gioia e di
speranza: apre la nostra vita a prospettive
nuove e di vita eterna. Lo ha ben compreso
lo stesso Fr. Gino. In fondo tutto il suo impegno nello studio, nell’insegnamento e
nello scrivere libri e articoli non è stato
nient’altro che far conoscere la parola di
Dio, parola che illumina la vita degli uomini, nelle loro speranze e nelle loro fatiche;
parola che è luce dentro le scelte, alle volte
così complesse e faticose, che gli uomini
nella loro esistenza si trovano ad affrontare.
Ben si addicono al nostro caro Fr. Gino
le parole dell’apostolo Paolo a Timoteo che
abbiamo sentito nella prima lettura. Il nostro confratello è rimasto saldo in quello
che ha imparato nella conoscenza delle sacre scritture. Davvero per lui le parole del
grande santo di cui oggi facciamo memoria
sono diventate impegno e vita. Dice infatti
s. Girolamo: “Se infatti, al dire dell’apostolo Paolo, Cristo è potenza di Dio e sapienza
di Dio, colui che non conosce le Scritture,
non conosce la potenza di Dio, né la sua sapienza. Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo”. La parola vissuta aiuta gli uomini a discernere bene nella vita da che parte stare e ad essere trovati pronti nel
momento del giudizio, come ci ha ricordato
la pagina evangelica.
Fr. Gino ha scoperto, vissuto e servito
questa grande verità: che tutta la Scrittura è
utile per insegnare perché è ispirata da Dio
e la Scrittura ci fa conoscere Cristo da cui
abbiamo la salvezza. Il nostro confratello ha
speso la sua vita perché gli uomini, comprendendo ed accogliendo le parole del Fi-
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glio di Dio e tentando di dare risposte coerenti alle domande che la vita pone, possano scegliere sempre per il bene nella speranza di ritrovarsi, alla fine della vita, dalla
parte giusta, quella dei buoni di cui ha parlato la breve parabola evangelica che abbiamo ascoltato.
Ma per poter insegnare e trasmettere le
verità del vangelo occorre viverle. Fr. Gino
ci dice con tutta la sua esistenza che il viaggio della vita è questo ascolto obbediente
del Figlio di Dio o meglio, è il vivere nella
nostra vita il Suo ascolto del Padre; entrare
in questo rapporto profondo di Gesù con
suo Padre. Solo questo intimo e profondo
rapporto, solo l’essere resi partecipi di questo dialogo/ascolto dà senso profondo al
mistero della croce che incontriamo inesorabilmente nella nostra vita. Cristo ha affrontato la croce nella forza di questo rapporto con il Padre; Fr. Gino ha vissuto la sua
croce nella forza del suo essere stato inserito per il battesimo, la professione religiosa e
il sacerdozio ministeriale, nell’eterno dialogo d’amore tra il Padre e il Figlio. Noi possiamo vivere la fatica, la croce, la morte solo ancorati fortemente a questo dialogo
eterno, nel quale ci scopriamo continuamente salvati e redenti.
Così anche la morte “a tutti terribile e
odiosa” (come dice il Celano), può essere
cantata da Francesco: “ben venga, mia sorella morte”. Solo così anche per noi la
morte non può far paura perché non è
l’ultima parola sulla vita dell’uomo, non è
l’ultima parola sulla vita di Fr. Gino, ma diventa “la porta della vita”, sempre come
esclama Francesco d’Assisi poco prima di
morire (cf. 1Cel. 217 ).
Il Capitolo generale del 2003, nel suo
documento ci ha ricordato che l’itineranza,
dimensione fondamentale della nostra forma di vita, si sostiene con “diversi nutrimenti per il cammino”. Tra essi si ricordano
esplicitamente: “La memoria del passato,
che ci viene donato dalle nostre istituzioni,
dalla nostra tradizione intellettuale, dalla
nostra spiritualità francescana, dalle nostre sane abitudini, dalla nostra gente saggia”. Che la memoria di Fr. Gino, resti in
benedizione e ci aiuti, come afferma sempre
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il Capitolo generale del 2003, a “mantenere
questo legame con la tradizione, perché
muoversi senza radici genera un cammino
senza sapienza né orizzonti” (Spc 36c).
La fraternità francescana a cui Fr. Gino
ha affidato con tutto il cuore la sua vita per
tendere, con il nostro fraterno aiuto “alla
perfetta carità nel servizio di Dio, della
Chiesa e degli uomini” (formula professione CCGG 5 ), ora lo restituisce al Datore di
ogni bene. Mentre ringraziamo Dio per
averci dato questo fratello, lo affidiamo alla sua misericordia. Per Fr. Gino si compiono, e per noi sono di stimolo, le parole delle nostre CCGG: “Comunque, tutti i frati,
sull’esempio di S. Francesco, si ricordino
che la morte è il passaggio dalla vita terrena alla gloria del Signore e l’ultima offerta
della vita, con cui si compie la professione”
(art. 36,2).
FR. FRANCESCO BRAVI, OFM
Vicario generale
2. Fr. Roberto Zavalloni, ofm
Cervia, Italia, 25.05.1920
Bologna, Italia, 15.10.2008
1. Profilo biografico
Fr. Roberto era partito all’età di 11 anni
da Cervia in provincia di Ravenna, dove era
nato il 25 maggio 1920, per i collegi serafici dell’Osservanza di Bologna e poi di Cesena. Vive il suo anno di Noviziato presso il
Convento di Villa Verucchio, ed emette la
prima Professione religiosa il 17 agosto
1936. Il liceo e la teologia negli anni della
guerra li frequenta in diversi conventi della
Provincia: Modena, Piacenza e Borgonovo.
Emette la Professione solenne il 1° giugno
1941 e il 19 giugno 1943, per l’imposizione
delle mani di Mons. Ersilio Menzani, è consacrato sacerdote.
Nel 1945 i Superiori lo inviano a Roma
per lo studio della Filosofia presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma conseguendo la licenza e l’abilitazione al dottorato nel 1948. Nello stesso periodo frequenta,
dal 1946 al 1948, il biennio di studi sociali
nella Scuola Superiore di Studi Sociali allora istituita presso la Pontificia Università
Lateranense. Completa gli studi filosofici
nell’Università Cattolica di Lovanio, presso l’Institut Superieur de Philosophie, conseguendo nel 1952 la licenza in pedagogia
applicata e l’abilitazione al dottorato nella
stessa disciplina. L’anno successivo, ottenuta una borsa di studio Fullbright per gli
Stati Uniti d’America, si specializza in psicologia clinica e psicologia educativa presso la Fordham University di New York e la
University of Chicago, con particolare attenzione alla «Client-Centered Therapy» di
Carl R. Rogers. Otterrà nel 1962 una seconda borsa di studio per lavori di ricerca presso le Università di California e del Canada.
Dal 1954 al 1958 è assistente di Padre
Agostino Gemelli nell’Istituto di Psicologia
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a
Milano. Nel 1959, dopo la morte del Padre
Gemelli, inizia l’attività di Consultore presso la Sacra Congregazione per le Cause dei
Santi, tale incarico gli verrà rinnovato fino
al 2000.
Conseguita nel 1959 la libera docenza in
psicologia, è chiamato ad esercitarla nella
Facoltà di Magistero dell’Università «La
Sapienza» di Roma, presso l’Istituto di Pedagogia, dove assumerà, nel 1964, l’insegnamento di una nuova disciplina allora introdotta: la pedagogia speciale. Di tale insegnamento terrà la cattedra per incarico fino
al 1974 e come professore ordinario fino al
1990, svolgendo anche la funzione di direttore, prima dell’istituto di Pedagogia e poi
del Dipartimento di Scienze dell’Educazione. È tra i primi studiosi europei a divulgare le idee e le ricerche di Carl R. Rogers alla cui scuola (il Counseling Center dell’Università di Chicago) torna più volte per
perfezionarsi nell’approccio clinico terapeutico «centrato-sul-cliente».
Incaricato, fin dal 1952, dell’insegnamento di psicologia sperimentale presso il
Pontificio Ateneo Antonianum, è nominato
professore straordinario della medesima disciplina nel 1955 e ordinario nel 1959, anno in cui assume anche l’insegnamento di
filosofia dell’educazione e di pedagogia.
Dall’anno accademico 1958-59 è inoltre in-
NECROLOGIA
caricato di psicologia pastorale presso
l’Università Lateranense, insegnamento
che terrà per oltre vent’anni. Degna di nota
la pubblicazione nel 1965 del volume Psicologia pastorale, che ha segnato la formazione di innumerevoli sacerdoti e religiosi
nello studio della condotta religiosa.
Viene chiamato a far parte, come membro effettivo, di diverse associazioni scientifiche, educative e filantropiche, fra cui: la
Société Philosophique de Louvain (1951),
l’American Catholic Psychological Association (1952), la Società Italiana per
l’Assistenza medico-psico-pedagogica ai
minorati dell’età evolutiva (1958), l’Association de Psychologie Scientifique de Langue Francaise (1958), il Bureau International Catholique de l’Enfance (1961),
l’Internationalen Gesellschaft fur Religionpsychologie (1961).
In qualità di consulente del Centro Europeo dell’Educazione, con sede nella villa
Falconieri di Frascati, prende parte attiva,
fin dagli anni sessanta, al rinnovamento della scuola in Italia, con particolare riguardo
ai problemi dell’integrazione scolastica degli alunni disadattati e svantaggiati e alle
questioni connesse con la formazione iniziale e in servizio di insegnanti e dirigenti
scolastici.
Nel 1960 riceve la nomina a consultore
per la preparazione del Concilio Vaticano II
e partecipa come esperto ai lavori della
Congregazione per l’Educazione Cattolica,
di cui continuerà ad essere consultore fino
agli anni novanta. Nella stessa Congregazione partecipa all’elaborazione di un importante documento pontificio sulle Università cattoliche, destinato a diventare la
Constitutio apostolica de Universitatibus
Catholicis promulgata il 15 agosto 1990.
Nel 1969 viene eletto Rettore Magnifico
del Pontificio Ateneo Antonianum, elezione
riconfermata nel 1972. Dedica un forte impegno, in questo ruolo, al rinnovamento degli statuti e dei programmi di studi dell’Ateneo, con attenzione specifica all’Istituto
Pedagogico. Collabora attivamente con la
Sacra Congregazione per i Religiosi e gli
Istituti secolari nel 1978. Nel settembre
1981 prende parte, come esperto di proble-
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mi psicologici, alla preparazione del Sinodo dei Vescovi sul tema: «Riconciliazione e
penitenza nella Chiesa». Un anno dopo, al
Congresso Internazionale di Assisi su «Perdono e riconciliazione», svolge un’apprezzata relazione sul tema: «Angoscia e redenzione dell’uomo nel mondo moderno». Nel
maggio 1983 è a Vienna come delegato della Santa Sede per il Simposio del Consiglio
d’Europa su «L’educazione ai diritti dell’uomo».
Fondamentale è il suo contributo nel ridisegno della Formazione e degli Studi dell’Ordine. Nel 1971 partecipa ai lavori della
Commissione internazionale Formazione e
Studi dell’Ordine e nello stesso anno partecipa come esperto al Capitolo straordinario
di Medellín dove importante è stato il suo
contributo nella stesura del documento “La
Formazione nell’Ordine dei Frati Minori”.
L’attività di consultore della Sacra Congregazione per le Cause dei Santi gli sarà
preziosa nel lavoro di ricerca e di coordinamento svolto, a partire dall’ottobre 1984,
come presidente della Commissione Internazionale Francescana istituita per preparare la Positio super vita, virtutibus et cultu di
Giovanni Duns Scoto, nell’istruzione della
Causa di beatificazione. Il lavoro sarà coronato dall’esito felice della proclamazione
solenne del nuovo beato in S. Pietro il 20
marzo 1993.
Sono molte e significative anche le partecipazioni e i contributi nel campo della
psicopedagogia e numerosi gli incarichi del
Ministero della Pubblica Istruzione per lavori di consulenza e interventi specialistici
in Italia e all’estero. Il problema della formazione degli insegnanti e della psicologia
speciale continuano ad essere un campo di
interesse privilegiato. All’Università «La
Sapienza» di Roma svolge, in questo ambito, un’intensa attività di ricerca sperimentale per molti anni. È fra gli antesignani, in
Italia, delle tecnologie dell’istruzione programmata, finalizzata al recupero dei casi di
disadattamento e di insuccesso scolastico,
ma fondamentalmente orientata alla migliore organizzazione dei processi di insegnamento-apprendimento a vantaggio di tutti
gli allievi e di ciascuno in particolare.
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II 25 giugno 1981, la Presidenza del
Consiglio dei Ministri gli conferisce il
«Premio Cultura» a seguito della pubblicazione del libro L’educazione degli handicappati: problemi e prospettive, edito da
Tempinuovi, e gli riconosce gli speciali meriti acquisiti nel campo delle scienze dell’educazione con particolare attenzione ai processi di innovazione educativo-scolastica.
Nel 1990 conclude, per raggiunti limiti
d’età, il suo ordinariato accademico, ma rimane in servizio come professore fuori ruolo per il successivo quinquennio. Il suo lavoro scientifico si concentra con particolare cura sul Laboratorio di tecnologie per
l’handicap, ideato e voluto come segno tangibile dell’impegno profuso nel campo della pedagogia speciale, mettendo molte importanti premesse per i suoi ulteriori sviluppi. Innumerevoli le pubblicazioni di Fr.
Roberto: 36 libri autonomi; 29 pubblicazioni in collaborazione con altri autori; più di
200 articoli in riviste o volumi (Per le informazioni sopra riportate, cfr. Parente M., in
“Antonianum”, 73 (1998), pp. 631-678).
Nel 1996, dopo il lungo e laborioso soggiorno a Roma, Fr. Roberto rientra in Provincia risiedendo presso la Fraternità dell’Annunziata in Bologna. Fin da subito si
dedica agli amati studi giovanili e, in particolare, all’approfondimento e alla sintesi,
con aggiornati apporti di ricerca storico-critica, delle tematiche antropologiche e pedagogiche del pensiero francescano. È l’inizio
di una nuova stagione con la pubblicazione
delle seguenti opere: Pedagogia francescana. Sviluppi e prospettive (1995); Antonio
di Padova, educatore pastorale (1995);
Provincia di «Cristo Re». Frati Minori dell’Emilia-Romagna nel 50° anno di vita
(1996); Martiri della Cina, nel 50° della
beatificazione (1996). Ha collaborato all’opera collettiva in dieci volumi sui Mistici
francescani. Gli ultimi dieci anni della sua
vita sono contrassegnati dalla malattia e
dalla stanchezza fisica. Il 26 agosto scorso
Fr. Roberto è stato trasferito in Infermeria
provinciale dopo essere stato colpito da gravi problemi circolatori.
Fr. Roberto si è distinto per la sua spiccata capacità per lo studio, il dibattito scien-
tifico, l’impegno costante nell’insegnamento e la sua dedizione alla pubblicazioni di
opere scientifiche e divulgative. Lo ricordiamo come una persona riservata e dallo
sguardo intelligente e comprensivo. Ha vissuto pienamente le tante esperienze umane
e lavorative che la vita gli ha donato con
senso di umiltà, il suo atteggiamento riservato e mite ci ricorda che l’unica speranza
per l’uomo è Cristo morto e risorto che dona la salvezza a tutti gli uomini.
FR. MARCO ZANOTTI
Segretario provinciale
2. Lettera del Ministro generale al Ministro provinciale di Bologna
Caro Fr. Bruno
Ministro provinciale,
Roma, 15 ottobre 2008
ho saputo della scomparsa di Frate Roberto Zavalloni e desidero esprimere a tutti
i Frati della Provincia di Bologna e ai suoi
familiari la mia vicinanza in questo momento di dolore. Con essa sale spontanea
dal cuore la preghiera al Padre delle misericordie, perché accolga questo nostro Fratello nella sua Casa e gli doni la gioia senza fine.
Desidero, però, anche esprimere il ringraziamento a nome di tutto l’Ordine per il
grande dono che ha ricevuto in Frate Roberto, per la usa risposta pronta e generosa
alla chiamata del Signore e per averci testimoniato con la sua vita come mettere a servizio dell’uomo i talenti ricevuti da Dio. Da
vero francescano, infatti, Frate Roberto ha
dedicato tutta la sua vita agli altri, vivendo,
come voleva il nostro padre san Francesco,
con estrema serietà il dono del lavoro.
Più un maestro di vita che un insegnante,
dispensò con generosità il suo sapere e
formò intere generazioni di studenti presso
la Pontificia Università Lateranense e la nostra Pontificia Università Antonianum, che
lo ricorda anche come suo Rettore, e presso
NECROLOGIA
la Facoltà di Magistero dell’Università «La
Sapienza» di Roma. Portò, così, lo spirito di
san Francesco nel mondo scientifico e accademico, mentre servì con amore la Chiesa,
offrendo la sua competenza come Consultore per la Congregazione delle Cause dei
Santi e per quella dell’Educazione Cattolica. Ma su tutto mi sento qui di ricordare il
suo grande contributo nell’ambito della formazione francescana, di cui fu uno degli antesignani.
Con questi sentimenti nel cuore affido
Frate Roberto al Serafico Padre san Francesco, perché insieme a lui vegli su tutti noi e
interceda per noi, perché sappiamo percorrere con la sua stessa dedizione e fedeltà il
nostro cammino incontro al Padre.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
3. Fr. Michele Piccirillo
Casanova di Carinola, Italia, 18.11.1944
Livorno, Italia, 26.10.2008
1. Profilo biografico
Di Michele Piccirillo si è già scritto molto in giornali e pubblicazioni specializzate
di varie parti del mondo. La rivista (Liber
Annuus 2008) dello Studium Biblicum
Franciscanum – Facoltà di Scienze Bibliche
e Archeologia pubblicherà una presentazione documentata della sua vasta bibliografia.
Qui lo ricordiamo soprattutto come Frate
Minore e Presbitero della Custodia di Terra
che ha dedicato la vita, non molto lunga ma
intensa e dinamica, allo studio, alla ricerca
archeologica e all’insegnamento.
Nato a Casanova di Carinola (Caserta,
Italia) il 18 novembre 1944, entrò a 11 anni
nel Collegio Serafico della Custodia di Terra Santa a Roma e a 16 anni raggiunse la
Terra Santa compiendovi il Noviziato e tutto il curricolo formativo e di studio fino alla professione solenne che emise il 24 giugno 1967 e all’ordinazione sacerdotale che
ricevette il 5 luglio 1969. La sua vocazione
francescana si deve quasi certamente ai fratelli Collettori di Terra Santa che dal Com-
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missariato di Napoli percorrevano tutta
l’Italia meridionale spandendovi l’amore
per la Terra di Gesù e raccogliendo aiuti e
vocazioni per i Frati e le loro opere missionarie e apostoliche a favore dei Luoghi Santi e delle popolazioni di varie regioni del
Medio Oriente.
Nel 1970 si licenziò in Teologia al Pontificio Ateneo Antonianum e nel 1973 in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico.
Nel 1975 si laureò in Lettere e filosofia, sezione archeologica, nell’Istituto degli studi
per il Vicino Oriente dell’università La Sapienza di Roma. Dall’anno accademico
1974-1975 tornò stabilmente a Gerusalemme nel convento della Flagellazione, sede
dello Studium Biblicum Franciscanum, dedicandosi all’insegnamento (anche nello
Studium Theologicum Jerosolymitanum),
alla ricerca archeologica e alle pubblicazioni scientifiche e divulgative. Nell’ambito
della Custodia ricevette incarichi di fiducia
di vario genere e fu Discreto di Terra Santa
per un sessennio. Dal 1990 al 2000 fu anche
professore invitato di Palestinologia al Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Non è qui il luogo per riferire dell’attività che Piccirillo ha svolto in differenti
campi dove la sua prorompente personalità,
le capacità personali e professionali, la fiducia dei superiori ecclesiastici e delle autorità di governo e di istituti universitari di
ricerca e insegnamento in Medio Oriente, in
Europa e negli Stati Uniti d’America, lo
hanno portato ad esplicare la sua attività.
Come a autentico Frate Minore, il Signore
gli aveva «concesso la grazia di lavorare»
(Rb 5,1) e ha lavorato indefessamente anche con le proprie mani come archeologo e
restauratore di mosaici e antiche rovine.
Il monte Nebo con il Memoriale di Mosè e la Giordania con il suo inestimabile patrimonio di mosaici sono stati al centro della sua straordinaria dedizione. Per questa
fatica si sentì ripagato dall’onore che gli
toccò di accompagnare il Servo di Dio Giovanni Paolo II quando nel pellegrinaggio
giubilare del 2000 l’anziano Pontefice salì
sul Nebo per venerare Mosè legislatore e
profeta e, come lui, da lì contemplare le
steppe di Moab e Gerusalemme sull’oriz-
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AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
zonte. La morte lo ha colto quando da pochi
mesi aveva avviato la ricostruzione della
basilica di San Mosè tuttora in corso.
L’amore per la Terra Santa lo ha distinto
da piccolo e lo ha accompagnato per tutta la
vita. Piccirillo ha vissuto con dignità e fierezza il suo essere francescano di Terra Santa. Amava i santuari di Terra Santa come monumenti storici e come luoghi di preghiera;
conosceva la grande tradizione culturale
francescana, l’ha approfondita e fatta conoscere e in essa si è inserito dandovi il proprio
apporto. Il suo nome – come quello dei suoi
predecessori e maestri allo Studium Biblicum
Franciscanum: J. Sylvester Saller († 1976),
Bellarmino Bagatti († 1990), Virgilio Corbo
(† 1991) – rimarrà tra gli archeologi insigni
del Medio Oriente e tra i Palestinologi del
nostro tempo. Voleva che il suo ultimo libro,
La Nuova Gerusalemme. Artigianato palestinese al servizio dei Luoghi Santi, frutto di
prolungate ricerche e di studio, testimoniasse l’amore dei Frati dei secoli passati per il
bello, per il benessere delle popolazioni della Terra Santa e per la devozione dei pellegrini. Ora è come il suo testamento.
Concepiva il suo lavoro per l’archeologia, la geografia e la storia come un contributo alla pace del Medio Oriente. La conoscenza personale della vasta regione mediorientale e la padronanza di varie lingue,
compreso l’arabo, unitamente al suo temperamento deciso ma schietto e cordiale gli
permettevano di instaurare buoni rapporti
con le autorità anche di paesi politicamente
contrapposti tra loro e varcare frequentemente le loro frontiere. Ha goduto dell’ammirazione e dell’amicizia di gente semplice,
studenti, colleghi, come di quella di grandi
personalità civili, militari ed ecclesiastiche.
Se ne è giovato per portare avanti scavi archeologici, restauri e conservazione di mosaici e monumenti, programmi di promozione, mostre e pubblicazioni prestigiose.
Chi gli è vissuto accanto può testimoniare che in Fra Michele Piccirillo la grazia del
lavoro non spegneva «lo spirito della santa
orazione e devozione» (Rb 5,2). Era fedele
e assiduo alla celebrazione eucaristica e alla liturgia delle ore nella sua fraternità e non
trascurava la cura di queste cose neppure
durante le estenuanti campagne archeologiche dei mesi estivi.
È morto in ospedale poco dopo la mezzanotte, ma gli era accanto un confratello
che ha pregato per lui e lo ha benedetto, poi
lo ha rivestito del saio francescano per
l’ultimo viaggio terreno ponendogli fra le
mani la Bibbia e il Crocifisso e sul petto il
Tau, simbolo dei salvati. La sua morte ha
coinciso con la domenica 26 ottobre quando
a Roma si concludeva il Sinodo dei Vescovi sul tema «La parola di Dio nella vita e
nelle missione della Chiesa». La Famiglia
Francescana di Terra Santa e tutto l’Ordine
dei Frati Minori sono grati a Dio per il dono
di questo ardito e infaticabile servitore della Parola di Dio e della Terra in cui la Parola si è fatta carne.
Ai suoi funerali celebrati mercoledì 29
ottobre a Roma nella basilica di S. Antonio
erano presenti due cardinali, diversi vescovi e una schiera di confratelli, sacerdoti, fedeli e amici. Non meno solenne è stata la
celebrazione svoltasi ad Amman sabato 1
novembre e presieduta dal Patriarca Latino
di Gerusalemme, Mons. Fouad Twal. I
“suoi Frati di Terra Santa” lo hanno riportato amorosamente fin sul monte Nebo, a
oriente del Giordano, luogo amato di tante
sue opere e ora del suo riposo in attesa della risurrezione. Gli innumerevoli messaggi
di cordoglio giunti da ogni parte del mondo
all’Ordine, alla Custodia di Terra Santa e allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme testimoniano quanto egli fosse
conosciuto e stimato e quanto abbia onorato le due istituzioni nelle quali il suo ricordo resta particolarmente in benedizione
G. CLAUDIO BOTTINI OFM
2. Messaggio ddel Card. Tarcisio Bertone,
Segretario di Stato di Sua Santità Benedetto XVI
SEGRETERIA DI STATO
PRIMA SEZIONE - AFFARI GENERALI
Informato notizia dipartita padre Michele Piccirillo sommo Pontefice desidera
533
NECROLOGIA
esprimere at confratelli familiari et amici
profonda partecipazione at dolore per
scomparsa benemerito religioso francescano conosciuto in tutto il mondo per apprezzata et competente attività di archeologo
volta at riscoperta studio et illustrazione importanti segmenti radici civiltà cristiana
culturalmente significativi anche per popolazione non cristiana. Nel ricordare intensa
et feconda opera at servizio Chiesa et Terra
Santa di così appassionato studioso Bibbia
et zelante figlio di san Francesco sua Santità ne affida anima eletta at divina bontà et
di cuore invia at quanti piangono sua morte
confortatrice benedizione apostolica.
CARD. TARCISIO BERTONE
Segretario di Stato di sua Santità
________________________________
Reverendo Padre José Rodríguez Carballo
Ministro generale Ordine Frati Minori
Via Santa Maria Mediatrice 25
00165 Roma
3. Lettera del Ministro generale
Roma, 26 ottobre 2008
Carissimo Fr. Pierbattista
Custode:
il Signore ti dia Pace!
Desidero esprimere a te, a tutti i Frati
della Custodia, ai parenti e agli amici di Fr.
Michele Piccirillo la mia vicinanza in questo momento di dolore e assicurarvi la mia
preghiera e quella di tutto l’Ordine, perché
il Signore lo accolga nella pace e nella gioia
senza fine.
Insieme a questa supplica sale spontaneo
dal cuore anche il grazie al Signore per
averci fatto dono di un tale Fratello e maestro. Vero figlio della Custodia di Terra Santa, amò fino in fondo la martoriata terra, in
cui ancora oggi le pietre sono testimonianza
viva della Parola di Dio donata all’umanità.
Con la sua ricerca sul campo ci ha aiutati a
riscoprire le origini cristiane di queste terre,
come testimoniano i numerosi scavi da lui
diretti e, in particolare, quelli sul monte Nebo e in terra di Giordania. Ho avuto la for-
tuna di avere Fr. Michele come professore
nella Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia dello Studio Biblico di Gerusalemme,
dove per lunghi anni trasmise la sua passione per la Sacra Scrittura, l’archeologia e la
vita francescana a intere generazioni di studenti. Svolse sempre il suo lavoro considerandolo una grazia e i risultati delle sue ricerche superarono gli angusti confini di Gerusalemme e della Terra Santa, venendo
apprezzati in tutto il mondo per l’apporto
scientifico che ogni volta portavano.
Da vero figlio di san Francesco si impegnava sempre per far diventare realtà i suoi
grandi sogni e noi, che lo abbiamo conosciuto, sappiamo che quello più grande era
di trasformare il monte Nebo, a lui così caro, da un arido cumulo di rovine in una
verde oasi di pace. Vogliamo ricordarlo
così, mentre ancora lavora a questi scavi e
volge il suo sguardo sul panorama della
Terra Promessa, in cui ora vive per
l’eternità.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO
Ministro generale ofm
__________________________
Fr. Pierbattista Pizzaballa, OFM
Custode di Terra Santa
St. Saviour’s Monastery
St. Francis Street 1
91001 Jerusalem
4. Anno 2005 mortui sunt
* 30 aprile 2005: ŠIMIĆ FR. ANĐELKO,
ANĐELKO, nato a Tučepi, della Prov. Ss.
Redemptoris, Croazia. È morto all’età di
anni 85, di vita francescana 67 e di sacerdozio 62.
* 31 agosto 2005: SOLDO FR. JOSIP, ANTE,
nato a Split, della Prov. Ss. Redemptoris,
Croazia. È morto all’età di anni 83, di vita francescana 65 e di sacerdozio 61.
*
16 dicembre 2005: RAMLJAK FR. JULIJAN, PETAR, nato a Siverić, della Prov. Ss.
Redemptoris, Croazia. È morto all’età di
anni 87, di vita francescana 67 e di sacerdozio 62.
534
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
* 17 dicembre 2005: JANKOVIĆ FR. ŠIMUN,
KREŠIMIR, nato a Hrvace, della Prov. Ss.
Redemptoris, Croazia. È morto all’età di
anni 76, di vita francescana 58 e di sacerdozio 52.
5. Anno 2007 mortui sunt
* 26 gennaio 2007: LEDWON FR. JOSAPHAT,
PAUL, nato a Lasowice, della Prov. Assumptionis BMV, USA. È morto a Manitowoc all’età di anni 82, di vita francescana 58 e di scaerdozio 51.
* 11 aprile 2007: MILON FR. AUGUSTIN,
ANDREW, nato a Dupont, della Prov. Assumptionis BMV, USA. È morto a Burlington all’età di anni 63, di vita francescana 45 e di sacerdozio 37.
6. Anno 2008 mortui sunt
* 17 febbraio 2008: KLUCZYBSKI FR. CAMPION, GEORGE, nato a Chicago, della
Prov. Assumptionis BMV, USA. È morto a Burlington all’età di anni 76, di vita
francescana 57 e di sacerdozio 49.
* 26 febbraio 2008: CHAVES FR. FERNANDO
DA EIRA RODRIGUES, nato a Curros, della
Prov. Ss. Martyrum Marochiensium, Portogallo. È morto all’età di anni 78, di vita
francescana 59 e di sacerdozio 52.
* 18 marzo 2008: DOMINGUES FR. SIMÃO,
nato a Chancelaria, della Prov. Ss.
Martyrum Marochiensium, Portogallo.
È morto all’età di anni 85 e di vita francescana 65.
* 22 aprile 2008, MILON FR. AUGUSTIN,
ANDREW, nato a Pittsron, Pennsylvania,
della Prov. Assumptionis BMV, USA. È
morto a Burlington, Wisconsin, all’età di
anni 64, di vita francescana 45 e di sacerdozio 37.
* 10 maggio 2008, SANCHO GONZÁLEZ FR.
FRANCISCO, nato a Huancane, della Prov.
Ss. XII Apostolorum, Perù. È stato a servizio, soprattutto, degli infermi e dell’OFS. Ha fondato la Fraternità francescana nella Parrocchia di Cristo Re e nella Pampa Inalambrica. È morto all’età di
anni 81 e di vita Francescana 60.
* 22 giugno 2008: REY FR. ROGER, nato a
Le Puy, della Prov. B. Pacifici, Francia.
È morto a Limoges all’età di anni 87, di
vita francescana 64 e di sacerdozio 60.
* 30 giugno 2008: DURIEUX FR. FRANÇOISRégis, nato a Thiviers, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Limoges all’età
di anni 90, di vita francescana 58 e di sacerdozio 58.
* 7 luglio 2008: MASCHMANN FR. ELVAN,
WILBERT, nato a Washington, della Prov.
Ss. Cordis Iesu, USA. È morto all'età di
anni 88, di vita francescana 67 e di sacerdozio 62.
* 12 luglio 2008: KUPREŠANIN FR. JAKOV,
nato a Srđevići, Livno, della Prov. S.
Crucis, Bosnia/Erzegovina. È stato Vice
parroco a Zenica, Parroco in Germania
(Essen) ed ha lavorato nel Centro Cattolico dei Croati. È morto a Gorica-Livno
all’età di anni 73, di vita francescana 49
e di sacerdozio 44.
* 19 luglio 2008, DRAG FR. RODERICK, PETER, nato a New Britain, Connecticut,
della Prov. Assumptionis BMV, USA. È
morto a Philadelphia, Pensylvania, all’età di anni 85, di vita francescana 65 e
di sacerdozio 59.
* 5 agosto 2008: LEIVA MONTESINOS FR.
SALVADOR CARMELO, nato a San Salvador, delkla Prov. Ss. XII Apostolorum,
Perù. È stato economo in varie Fraternità
della Provincia, sagrestano nel convento
Sant’Antonio in Puno. Questuò in molti
villaggi della Sierra per la manutenzione
della case di formazione e dei conventi
della Recollección. È morto a Puno all’età di anni 93 e di vita francescana 62.
NECROLOGIA
* 15 agosto 2008: POSSET FR. MARCEL, JOSEPH, nato a Spontin, Belgio, della Prov.
Trium Sociorum, Francia/Belgio. Per
molti anni missionario in Congo, molto
amato dalla gente semplice. In Belgio, fu
per molto tempo colui che accolse con il
sorriso i visitatori. Negli ultimi anni, fu
l’anima della piccola Fraternità quando i
suoi Confratelli erano maggiormente
presi dai ministeri esterni. Di origine
contadina, restò sempre vicino alla gente. È morto a Bertix, Belgio, all’età di
anni 77 e di vita francescana 57.
* 17 agosto 2008, GEMME FR. TEOFANE,
nato a Gavi Ligure (AL), a Recco, della
Prov. Liguræ ss. Cordis Mariæ, Italia.
Uomo mite, discreto, umile, gentile,
esercitò per alcuni anni il servizio di
Maestro dei professi temporanei e per
oltre un ventennio quello di Santuarista
nel Santuario della Madonna di Valle in
Gavi. Maestro nell’arte della fiducia, era
abituale in lui l’affidarsi al Signore
espronare i fratelli ad appoggiarsi alla
Provvidenza divina. Visse e morì da vero Frate Minore gareggiando per essere
ritenuto ultimo così da evidenziare il suo
Signore. È morto nel convento S. Francesco in Recco all’età di anni 84, di vita
francescana 68, di sacerdozio 59.
* 17 agosto 2008: ECHEVERRÍA GÓNEZ FR.
ALFONSO MARÍA, nato a Catacachi, della
Prov. S. Francisci de Quito, Ecuador.
Uomo semplice, di buon umore, paziente, è stato Maestro dei Novizi, missionario in Yacuambi (Amazonia). È morto ad
Ambato all’età di anni 95, di vita francescana 79 e di sacerdozio 71.
* 21 agosto 2008: ROUSSEAU FR. FERNAD
JOSEPH, nato a St. Boniface, della Prov.
Christi Regis, Canada. Ha messo a servizio dei Frati le sue doti e le sue capacità
nelle dicerse Fraternità in cui visse. È
morto a Calgary all’età di anni 82 e di vita francescana 48.
* 30 agosto 2008: GAYTÁN VÁZQUEZ FR.
535
NORBERTO, JOSÉ DE JESÚS, nato a Aguascalientes, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico. Fu Vicario e Guardiano in
varie Fraternità. È morto a Gaudalajara,
Jalisco, all’età di anni 75, di vita francescana 54 e di sacerdozio 44.
* 2 settembre 2008: SLACKE FR. VARIN,
FRANCIS EDWARD, nato a St. Bernard,
Cincinnati, della Prov. Ioannis Baptistæ,
USA. Dedicò i primi 32 anni del suo ministero sacerdotale nella pastorale parrocchiale e nei successivi si dedicò alla
pastorale ospedaliera in Lousiana e Kentucky. È morto presso Mercy Hospital,
Cincinnati, all’età di anni 91, di vita
francescana 72 e di sacerdozio 64.
* 5 settembre 2008: MICHEL CORONA FR.
JSÉ GUADALUPE, OCTAVIO, nato a Autlán,
Messico, della Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senensis, Italia. Si era incardinato nella Provincia nel 1976 ed è rimasto
sempre ad essa legato, anche se era tornato, negli ultimi anni, nella sua Provincia di origine dei Santi Francesco e Giacomo, dove ha ricevuto un’ospitalità fraterna. È stato un insigne musicista e
compositore, come testimonio le sue
pubblicazioni. La musica alimentava la
sua raffinata sensibilità liturgica, curata
con gli studi all’Anselmianum e con la
sua intensa spiritualità. È morto a Zapopan, Messico, all’età di anni 80, di vita
francescana 63 e di sacerdozio 56.
* 8 settembre 2008: MOES FR. MAYNARD,
THEODORUS, nato ad Amsterdam, della
Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,
Olanda. È stato missionario in Pakistan
dal 1953 al 1974. Ritornato in Provincia
ha scritto varie articoli e volumi sull’Islam. È stato un generoso pastore. È
morto a Driebergen all’età di anni 85, di
vita francescana 63 e di sacerdozio 56.
* 10 settembre 2008: NICHOLASPILLAI FR.
PETER, nato a Sillalai, Sri Lanka, della
Prov. Seraphicæ S. Francisci Assisiensis,
Italia. Entrò nella Provincia Serafica di
S. Francesco dell’Umbria nel 1975. Frate molto mite, pio, generoso, special-
536
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
mente con i poveri. Il suo desiderio, fino
all’ultimo, è stato quello di assistere i
suoi connazionali emigrati in Europa a
causa della guerra etnica. Purtroppo non
gli fu possibile per la sua salute fisicopsichica precaria, causata proprio dall’aver vissuto in prima persona le violenze
di detta guerra etnica. È morto a Perugia
all’età di anni 76 anni, di vita francescana 31 e di sacerdozio 27.
* 10 settembre 2008: BILLARD FR. CÉLESTIN, HENRI, nato a Paris, della Prov. B.
Pacifici, Francia. È morto a Rennes all’età di anni 89, di vita francescana 67 e
di sacerdozio 60.
* 12 settembre 2008: PROFILI FR. LUDOVICO, RODOLFO, nato a Civitella d’Agliano,
Viterbo, della Prov. Seraphicæ S. Francisci Assisiensis, Italia. Ha testimoniato,
nella sua lunga vita di Frate Minore e sacerdote, una fede sempre chiara e sicura,
stabile e colma di un amore grande al Signore Gesù Cristo, suo unico bene; una
fede obbediente, ma anche propositiva,
aperta e inventiva nella santa Chiesa di
Dio. Inoltre ha trasmesso il suo grande
amore per il nostro padre san Francesco,
per santa Chiara e per lo spirito francescano che sempre lo ha animato. I suoi
scritti sono ripieni del suo amore e del
suo attaccamento al nostro carisma. Tra i
tanti servizi che ha prestato, in particolare, è stato a Milano Assistente Centrale
dell’Istituto Secolare e dell’opera della
Regalità di Cristo, chiamato a questo
compito dallo stesso fondatore Fr. Agostino Gemelli, dal 1952 al 1971. È morto a Santa Maria degli Angeli-Assisi all’età di anni 97, di vita francescana 81 e
di sacerdozio 74.
* 12 settembre 2008: DE PIERPONT FR. HUGUES, BERNARD, nato a Nancy, della
Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio.
È morto a Bruxelles all’età di anni 84, di
vita francescana 65 e di sacerdozio 58.
* 13 settembre 2008: DIEDERICH FR. THEOBALD, nato a Ershausen, della Prov.
Saxoniæ S. Crucis. Germania. È stato
missionario in Cina (dal 1941 al 1952) e
in Hong Kong (dal 1952 al 1994), dove
si è dedicato alla traduzione della Bibbia
e all’insegnamento. Ritornato in Provincia ha dimorato in diversi Conventi. È
morto a Dortmund all’età di anni 97 e di
vita francescana 78.
* 15 settembre 2008: PRIM FR. MARINO,
DONATO, nato a Santo Amaro da Imperatriz, della Prov. Immaculatæ Conceptionis, Brasile. Dedicò gran parte della sua
vita alla formazione, come professore e
guardiano nel Seminario Santo Antônio,
Agudo. È morto a Rio de Janeiro all’età
di anni 74, di vita francescana 51 e di sacerdozio 45.
* 16 settembre 20908: PENAVA FR. JERKO,
nato a Batin, Posuški Gradac, della
Prov. Assumptionis BMV, Bosnia/Erzegovina. Missionario in Svizzera, Parroco, è morto ad Assisi, Italia, all’età di
anni 61, di vita francescana 42 e di sacerdozio 34.
* 16 settembre 2008: DI DOMENICO FR. NICOLA, nato a Melito di Napoli, della
Prov. Neapolitanæ ss. Cordis Iesu, Italia.
Frate buono e fraterno, si distinse per la
sua disponibilità e laboriosità. È morto
nell’Ospedale civile di Giugliano in
Campania all’età di anni 49, di vita francescana 26 e di sacerdozio 15.
* 16 settembre 2008: HEALY FR.
CLEMENTE, FRANCIS, nato a New York,
della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA.
Trascorse dodici anni del suo ministero
per l’educazione dei giovani presso il
Siena College, Loudonville, N.Y., la
Bishop Timon High School, Buffalo,
N.Y., e la Saint Bonaventure University,
Saint Bonaventure, N.Y. Nel 1958, fu
nominato superiore della Missione Our
Lady of the Angels Parish, Kingston, Jamaica, West Indies, dove, assieme a Fr.
Paul Walsh, OFM, fondò la Our Lady of
the Angels Prep School. Nel 1973, fu per
breve tempo a svolgere il suo ministero
NECROLOGIA
presso la Saint Francis Chapel in Colonie, N.Y. Tornato a Kingston nel 1974 fu
Vice parroco fino al 1977. Dal 1979 al
1987, tornò presso la Saint Francis Chapel in Colonie, N.Y. Gli ultimi sette anni
fu trasferito presso la Saint Francis Chapel in Providence, R.I., e nel 1994 fu trasferito presso la Saint Anthony’s Friary
in Saint Petersburg, Fla. È morto a
Ringwoord all’età di anni 89, di vita
francescana 68 e di sacerdozio 63.
* 19 settembre 2008: HAMELIN FR. LÉONCE, nato a St-Narcisse, Québec, della
Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Canada.
Dottore in Teologia, dal 1954 al 1966 ha
insegnato Teologia Morale nel Seminario francescano di Montréal; dal 1966 al
1980 presso la Facoltà di Teologia dell’Università di Montréal. È stato membro del consiglio e segretario della Facoltà, e consigliere dell’Assemblea dei
Vescovi di Québec. Ha pubblicato molti
libri ed articoli. Colpito da un ictus celebrale, ha vissuto gli ultimi 28 anni nell’Infermeria provinciale, edificando tutti per la sua fede e pazienza, e dove è
morto all’età di anni 87, di vita francescana 67 e di sacerdozio 59.
* 20 settembre 2008: ESPINOSA MANRIQUE
FR. JOSÉ MARÍA, nato a Baraya, della
Prov. S. Fidei, Colombia. È morto a
Itagüí all’età di anni 82, di vita francescana 63 e di sacerdozio 56.
* 22 settembre 2008: SMOK FR. BOLESŁAV,
CZESŁAW, nato a Sławwniów, della Prov.
S. Mariæ Angelorum, Polonia. È morto a
Perth, Australia, all’età di anni 91, di vita francescana 73 e di sacerdozio 65.
* 23 settembre 2008: DE MASI FR. ALESSANDRO, GIUSEPPE, nato ad Airola, della
Prov. Neapolitanæ Ss. Cordis Iesu, Italia. Maestro dei Professi temporanei,
Guardiano, Vicario, Vice Parroco, Economo, Cappellano del Carcere di S. Maria Capua Vetere. Ha vissuto amando e
lavorando per la Chiesa, la Provincia e la
comunità parrocchiale di S. Maria Ca-
537
pua Vetere. È morto nell’Infermeria provinciale “La Palma” in Napoli all’età di
anni 87, di vita francescana 72 e di sacerdozio 64.
* 23 settembre 2008: YOUNG FR. CLYDE,
CYRIL ANTHONY, nato a St. Bernard, Cincinnati, della Prov. S. Ioannis Baptistæ,
USA. È morto presso la Saint Anthony
Friary & Shrine, Cincinnnati, all’età di
anni 81, di vita francescana 62 e di sacerdozio 54.
* 24 settembre 2008: HERNANDO HORTEGA
FR. LUCAS, nato a San Adrían de Juarros,
della Prov. S. Francisci Solano, Perù.
Dopo un periodo di insegnamento ad
Ocopa, è andato a Roma, dove ha conseguito il dottorato in Teologia Dogmatica.
Tornato in Perù, si è dedicato all’insegnamento e al ministero pastorale. Ha
collaborato alla creazione della Custodia
Missionaria S. Francisco Solano, di cui è
stato il primo Custode. Dopo un periodo
trascorso in Spagna, durante il quale ha
lavorato per la fondazione della parrocchia “Cristo de la Paz” (Madrid). Ha servito la Terra Santa per 3 anni, con residenza a Gerusalemme e a Damasco. Nel
1983 è tornato in Perù e viene eletto
Guardiano de los Descalzos di Lima e
Definitore provinciale. Ha svolto importanti servizi per l’Ordine: Commissario
di Terra Santa a Buenos Aires, Delegato
generale per i Frati di Argentina, Visitatore generale in Messico e Commissario
di Terra Santa in Perù. È morto a Madrid
all’età di anni 79, di vita francescana 63
e di sacerdozio 57.
* 26 settembre 2008: O ‘SHEA FR. LAURENCE, MICHAEL, nato a Cork, Iralanda,
della Prov. Nostræ Dominæ Reginæ Pacis, Sud Africa. Dopo l’ordinazione lavoò nella Diocesi di Kokstad, dove risvegliò diverse missioni, fino quando,
per motivi di salute, fu trasferito prima a
Vanderijl-Park e poi a Boksburg, dove
trascorse gli ultimi anni della sua vita. È
morto a Boksburg all’età di anni 79, di
vita francescana 57 e di sacerdozio 51.
538
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
* 26 settembre: VITTOR FR. VALERIO, MARIO, nato a Mussons di Morsano al Tagl.,
Udine, della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Appena ordinato presbitero
si dedicò al servizio pastorale parrocchiale a Marghera, a S. Maria Maggiore
in Trieste, dove dimorò per 14 anni (6
come parroco) e a Treviso. Sentì poi il
desiderio di mettere la sua vita a servizio
di persone segnate dalla tossicodipendenza, nello stile che S. Francesco ha affidato ai suoi frati. Per questo motivo
chiese e ottenne di vivere un periodo nella comunità di Cetona (SI). Questa esperienza doveva essere limitata e preparare
l’avvio di un’opera corrispondente nell’ambito della nostra Provincia, ma ciò
rimase solo a livello di proposte e di intenzioni. Così dopo Cetona continuò per
altri 18 anni a svolgere la sua missione
presso il santuario francescano e la comunità “S. Maria della Foresta” in Rieti.
È morto nel convento Sacro Cuore in
Saccolongo all’età di anni 67, di vita
francescana 49 e di sacerdozio 40.
* 29 settembre 2008: CONCETTI FR. IGINO,
GINO, nato a Grottammare, Italia, della
Prov. Liguriæ Ss. Cordis Mariæ, Italia. È
morto nell’Infermeria provinciale di
Grottammare all’età di anni 82, di vita
francescana 56 e di sacerdozio 55.
* 1 ottobre 2008: SURIAN FR. CARMELO,
MÁRIO MAX, nato a São José do Rio Pardo, della Prov. Immaculatæ Conceptionis, Brasile. Ha dedicato gran parte della
sua vita alla pastorale parrocchiale, alle
Edizioni Vozes e, soprattutto, all’assistenza e alla formazione dell’OFS. È
morto ad Agudos all’età di anni 85, di vita francescana 60 e di sacerdozio 53.
* 2 ottobre 2008: LOVECCHIO FR. AGOSTINO, VITO GIOVANNI, nato a Santeramo in
Colle, Bari, della Prov. Aprutiorum S.
Bernerdini Senensis, Italia. Entrato giovanissimo nella Custodia di Terra Santa,
ha compiuto la formazione nei Seminari
di Emmaus, Betlemme e San Salvatore.
Ordinato sacerdote nel 1951, svolse il
suo ministero al Santo Sepolcro, al Collegio serafico di Roma, al Commissariato di Napoli e poi in Libano. Nel 1962 si
è incardinato nella Provincia di S. Bernardino di Siena. È morto nell’Infermeria provinciale di Lanciano all’età di anni 83, di vita francescana 62 e di sacerdozio 57.
* 2 ottobre 2008: BERMÚDEZ GALVÁN FR.
JOSÉ FRANCISCO, nato a Panamá, della
Prov. Dominæ Nostræ de Guadalupe,
America Centrale/Panama. Ha ottenuto
la Licenza in Teologia presso la Pontificia Università Antonianum, in Roma. È
stato Definitore provinciale, Guardiano
in varie Fraternità, Vice Parroco e Parroco, per vari anni ha insegnato teologia
dogmatica presso il Seminario maggiore
“San José” dell’Arcidiocesi di Panamá.
È morto all’età di anni 57, di vita francescana 32 e di sacerdozio 27.
* 6 ottobre 2008: WERNER FR. SIMON, JÜRGEN, nato a Oppeln, della Prov. Thuringiæ S. Elisabeth, Germania. È morto all’età di anni 66 e di vita francescana 31.
* 8 ottobre 2008: BRESSANINI FR. GUIDO,
nato a Scurelle, della Prov. Tridentinæ
S. Vigilii, Italia. Ha svolto il suo
servizio pastorale quasi in ogni
convento della Provincia, terminando a
Trento, dove risiedeva dal 1990. Aveva
prestato vari servizi, dalla Pontificia
Opera Assistenza al servizio di Commissario del Terz’Ordine. Ma sono stati
soprattutto tre i ministeri che hanno
caratterizzato la sua lunga vita: il
servizio Parrocchiale, il servizio di
Guardiano e la cura degli anziani e degli
ammalati. Egli ci ha donato un esempio
di Frate Minore, di pastore buono, di
persona che ha amato la propria vocazione e l’ha vissuta fino all’ultimo
istante. È morto nell’Infermeria provinciale di Trento all’età di anni 84, di vita
francescana 67 e di sacerdozio 60.
* 9 ottobre 2008: URIBE LONDOÑO FR.
NECROLOGIA
NOEL, nato ad Armenia, della Prov. S.
Pauli Apostoli, Colombia. È morto a a
Cartago all’età di anni 75, di vita francescana 51 e di sacerdozio 46.
* 9 ottobre 2008: KIDD FR. KEVIN, JOSEPH,
nato a Westmount, della Prov. S. Ioseph
Sponsi BMV, Canada. Dal 1969 al 1979
ha servito la Custodia di Terra Santa e
dal 1989 al 1998 è stato nella Costa
d’Avorio. È morto nell’Infermeria provinciale di Montréal all’età di anni 94, di
vita francescana 73 e di sacerdozio 65.
* 11 ottobre 2008: GESUALE FR. VALENTINE, nato a Pittsburgh, Pennsylvania, della Prov. Immaculatæ Conceptionis
BMV, USA. È Morto nell’Istituto San
Francesco in Tegucigalpa, Honduras, all’età di anni 70 e di vita francescana 51.
* 12 ottobre 2008: SAN FRATELLO FR. SENNEN, CHARLES, nato ad Elgin, Illinois,
della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Dal
1958 al 1961 ha insegnato inglese presso
la St. Bonaventure University; dal 1961
al 1963, alla Facoltà di Timon High
School in Buffalo. Nel 1963, fu associato alla Facoltà del’English Department
at Siena College, Loudonville, N.Y., dove lavorò fino al suo ritiro nel maggio
del 2005. Fu Archivista del St. Bonaventure College e Curatore della Siena’s art
collection. Fu Cappellano del Veteran’s
Administration Hospital in Albany e volontario della locale casa per gli ammalati di AIDS. È morto a Ringwood, NJ,
all’età di anni 82, di vita francescana 33
e di sacerdozio 50.
* 13 ottobre 2008: SARAF FR. MATO, nato
a Kuprešani, della Prov. S. Crucis, Bosnia/Erzegovina. È stato Vice Parroco in
varie Parrocchie e Parroco in Sokoline.
È morto presso l’Ospedale di Nova Bila
all’età di anni 61, di vita francescana 35
e di sacerdozio 34.
* 13 ottobre 2008: BEVILACQUA FR. APOLLONIO, PIETRO, nato a Calvecchia di S.
Dona’ di Piave, della Prov. Venetæ S.
539
Antonii Patavini, Italia. Fin dalla giovinezza la sua salute si dimostrò debole e
cagionevole. Nonostante questo, dall’inizio della sua vita religiosa si dedicò alla questua, cosciente che il passare di casa in casa, tra la gente, era un’occasione
preziosa di incontro, di apostolato diretto e di dialogo. Ha trascorso gran parte
della sua vita nel convento di Lonigo e
gli ultimi 11 anni in quello di Chiampo.
Nutriva particolare devozione per il Beato Claudio e la Vergine Maria. Amante
della preghiera e fedele ai momenti liturgici della comunità, confezionava corone del rosario, che donava con gioia come mezzo di apostolato. È morto nell’Ospedale di Arzignano all’età di anni 78 e
di vita francescana 59.
* 15 ottobre 2008: ZAVALLONI FR. ROBERTO, nato a Cervia, della Prov. Bononiensis Christi Regis, Italia. È morto nell’Infermeria provinciale di Bologna all’età
di anni 88, di vita francescana 72 e di sacerdozio 65.
* 17 ottobre 2008: DE LA FUENTE PRIETO
FR. LUIS ÁNGEL, nato a Villarín de Campos, della Prov. Castellanæ S. Gregorii
Magni, Spagna. Nei suoi 66 anni di vita
francescana servì come Formatore, Segretario provinciale, Commissario di
Terra Santa, Economo..., sempre in modo efficace e con umiltà. È morto nell’Infermeria provinciale di Guadalajara
all’età di anni 83, di vita francescana 66
e di sacerdozio 58.
* 21 ottobre 2008: FLORES MARTÍNEZ FR.
PABLO, AURELIO, nato a Cortazar, della
Prov. Ss. Petri et Pauli de Michoacán,
Messico. Servì con gioia la Fraternità,
compiendo con gioia gli incarichi a lui
affidati: cuoco, sagrestano, catechista. È
morto presso “Asilo Nazareth Hall” del
Paso all’età di anni 91 e di vita francescana 69.
* 22 ottobre 2008: LATACZ FR. SERAFIN,
nato a Zakrzów, della Prov. S. Hedvigis,
Polonia. È morto a Marienweiher, Ger-
540
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
mania, all’età di anni 76, di vita francescana 57 e di sacerdozio 50.
* 23 ottobre 2008: TONNA FR. CHARLES,
EMMANUEL, nato a Rabat, della Prov. S.
Pauli Apostoli, Malta. È stato Guardiano, Maestro dei Professi temporanei ed
Assistente dell’OFS. Ha svolto anche la
sua attività all’estero. È morto all’Ospedale “Mater Dei” di B’Kara all’età di anni 72, di vita francescana 50 e di sacerdozio 46.
* 26 ottobre 2008: PICCIRILLO FR. MICHELE, nato a Casanova di Carinola, Italia,
della Cust. Terræ Sanctæ, Israele. È morto a Livorno, Italia, all’età di anni 64, di
vita francescana 47 e di sacerdozio 39.
* 27 ottobre 2008: PUCCI FR. GUIDO, ULISSE, nato a Massa Carrara, della Prov.
Aprutiorum S. Bernardini Senensis, Italia. Si è sempre segnalato per la sua
grande amabilità ed accoglienza degli
ultimi e dei poveri, lasciando, soprattutto con il ministero parrocchiale, un grato
ricordo. Amante della natura, spirito
ecumenico, era particolarmente devoto
del mistero del Natale, da lui preparato
anche con la realizzazione di artistici
presepi. È morto nell’Infermeria provinciale di Lanciano all’età di anni 84, di vita francescana 65 e di sacerdozio 58.
* 29 ottobre 2008: PIVEC FR. FRANCI, nato
a Studenice, della Prov. S. Crucis, Slovenia. Religioso semplice, umile, generoso verso i Confratelli e i fedeli, zelante nel suo ministero sacerdotale, è stato il
primo Parroco della Parrocchia del Beato Antonio Martino Slomsek a MariborKosaki. È morto a Maribor all’età di anni 55, di vita francescana 38 e di sacerdozio 28.
* 1 novembre 2008: HYNES FR. JAMES, nato a Buffalo, NY, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Dal 1977 al 1979, mentre
era studente nel Seminary of the Immaculate Conception, lavorò presso la Peach Parish, West Milford, N.J. Dal 1979 al
1984, fu coordinatore di Ritiri e Vicario
presso il St. Francis Retreat Center in
Rye Beach, N.H. Dal 1984 al 1986, fu
Vicario nella Casa di Noviziato della St.
Francis Friary in Brookline, Mass. Dal
1986 al 1990, fu Guardiano e Parroco
della Holy Cross Church, nel Bronx,
N.Y; poi dal 1990 al 1999, lo fu presso la
Holy Name of Jesus Parish on West 96th
Street in New York City; dal 1999 al
2008 presso la Saint Patrick e Anthony
Parish in Hartford, Conn. È morto a
Bryn Mawr, PA, all’età di anni 57, di vita francescana 32 e di sacerdozio 28.
* 2 novembre 2008: JIURIĆ FR. JERKO, MATE, nato a Progovo, della Prov. Ss. Redemptoris, Croazia. È morto all’età di
anni 77, di vita francescana 57 e di sacerdozio 50.
* 3 novembre 2008: SULLIVAN FR. ALAN,
TIMOTHY, nato a Brooklyn, NY, della
Prov. Ss. Nomins Iesu, USA. Dopo gli
studi fu Vicario parrocchiale presso la St.
Joseph Parish in East Rutherford, N.J.
Dal 1960 al 1988 fu Cappellano della
Marina degli USA. Dal 1988 al 1993, lavorò presso la St. Anthony Shrine in Boston, Mass. Dal 1993 al 1996, fu animatore vocazionale della Provincia. Nel
1996, riprese il suo lavoro come Cappellano militare presso il Navy Medical
Center in San Diego, Calif. È morto a
Ringwoord, NJ, all’età di anni 82, di vita francescana 57 e di sacerdozio 52.
* 5 novembre 2008: GIOVANNETTI FR. PIETRO, nato ad Ostra, della Prov. Picenæ S.
Iacobi de Marchia, Italia. Religioso e sacerdote molto amato per la sua bontà ed
accoglienza. Si è dedicato alla formazione dei nostri aspiranti, al servizio pastorale parrocchiale, al ministero del sacramento della riconciliazione. È morto
nell’Ospedale civile di Fano all’età di
anni 81, di vita francescana 61 e di sacerdozio 54.
* 6 novembre 2008: VÁSQUEZ PÉREZ FR.
LUIS, nato a Viña del Mar, della Prov. Ss.
NECROLOGIA
Trinitatis, Cile. Esercitò il suo ministero
principalmente nei conventi di S. Antonio di Padova e di Concepción. Si distinse per l’immediata comunicazione che
aveva con i giovani e per la sua partecipazione al Movimento del Rinnovamento dello Spirito. È morto nell’Ospedale
dell’Università Cattolica del Cile all’età
di anni 54, di vita francescana 27 e di sacerdozio 21.
* 8 novembre 2008: TONINI FR. EUGENIO,
CESARIO, nato a Camugnano (BO), della
Prov. Tusciæ S, Francisci Stigmatizati,
Italia. Per oltre quaranta anni ha speso la
sua vita per il servizio alla Terra Santa:
in primo luogo presso la Custodia dove
ha svolto incarichi impegnativi tra cui un
anno di servizio al Santo Sepolcro, tre
anni di maestro di formazione a San Salvatore e infine come Segretario custodiale. Contemporaneamente a questo ultimo incarico dedicava la sua attività al
servizio pastorale, in parrocchia, come
predicatore alle comunità religiose, e
scrivendo spesso sulla rivista “La Terra
Santa”; poi per sette anni a Roma presso
la Delegazione e quindi in Provincia come Commissario. Gli ultimi anni della
sua vita la ha vissuti alla Verna, come
santuarista e penitenziere senza per questo dimenticare la Terra Santa: fu in questo periodo che pubblicò un libro di alto
valore letterario: “Sulle orme di Gesù e
Racconti della Terra Santa”. È morto
nell’Infermeria provinciale di Fiesole all’età di anni 88, di vita francescana 71 e
di sacerdozio 65.
* 11 novembre 2008: SIKAVICA FR. PETAR,
ANTE, nato a Baška, della Prov. Ss. Redemptoris, Croazia. È morto all’età di
anni 85, di vita francescana 66 e di sacerdozio 59.
* 15 novembre 2008: DUBOWSKI FR.
GEORGE, EDWARD, nato a Gaey, Indiana,
della Prov. Assumptionis BMV, USA.
Dopo la sua ordinazione fu insegnante
nelle Scuole di Sturtevant, Wisconsin e
di Watkins Glen, New York. Nel 1954,
541
partì come missionario pre Samar nelle
Isole delle Filippine. Al suo ritorno nel
1961 fu nominato Responsabile della
formazione dei Fratelli a Pulaski, Wisconsin (1961-8). Nel 1966 insegnò
presso il St. Francis College in Burlington, Wisconsin. Successivamente fu nominato Guardiano a Pulaski (19691972), e della St. Paschal Friary in Toledo, Ohio (1972-78). Fu poi predicatore
itinerante e Cappellano delle Sisters of
St. Francis of Perpetual Adoration in Mishawaka, IN. È morto a Manitowoc, Wisconsin, all’età di anni 93, di vita francescana 74 e di sacerdozio 67.
* 18 novembre 2008: FRANKEN FR. FALCO,
PETRUS, nato ad Heerlen, della Prov. Ss.
Martyrum Gorcominesium, Olanda. È
stato professore di religione e di musica
in diverse scuole. È morto a Valkenburg
all’età di anni 73, di vita francescana 52
e di sacerdozio 45.
* 20 novembre 2008: BERNO FR. ARCANGELO, SECONDO, nato a Lumignano di
Longare (VI), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Iniziò il suo ministero sacerdotale presso i santuari di
Motta di Livenza e di Gemona e nel
1940 partì come cappellano militare per
l’Africa, svolgendo questo servizio in
Eritrea fino a dicembre 1946. Nel 1947
giunse a S. Pancrazio di Barbarano dove,
eccetto due brevi periodi trascorsi all’Ospedale al Mare di Venezia-Lido (196364) e all’Ospedale di Vicenza (1971-72),
visse la sua vita religiosa e sacerdotale
per circa sessant’anni. Frate semplice, di
poche parole, spesso misurate, austero
con se stesso, è stato per molti padre, fratello, guida spirituale e maestro di vita,
accogliendo, consolando, accompagnando tante persone che si sono accostate a
lui e visitandone tante altre. È morto nel
convento Sacro Cuore di Saccolongo all’età di anni 96, di vita francescana 80 e
di sacerdozio 70.
* 21 novembre 2008: ALVARADO SÁNCHEZ
FR. PABLO ANTONIO, nato a Almeida, del-
542
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
la Prov. S. Fidei, Colombia. È morto ad
Itagüí all’età di anni 90 e di vita francescana 57.
* 24 novembre 2008: ANGELONI FR. OWEN,
nato a Roxbury, Massachusetts, della
Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV,
USA. È morto presso il “Columbis Memorial Hospital” in Hudson, NY, all’età
di anni 81 e di vita francescana 54.
* 28 novembre 2008: HERNÁNDEZ GAYTÁN
FR. RITO, nato a Yucután, della Prov. S.
Evagelii, Messico. È morto a Cuernavaca
all’età di anni 86 e di vita francescana 31.
* 1 dicembre 2008: ZINNECKER FR. WILLEHAD, RAIMUND, nato a Stolp, Germania, della Prov. Ss. Martyrum Iaponensium, Giappone. È morto a Dortmund,
Germania, all’età di anni 79, di vita francescana 55 e di sacerdozio 53.
* 4 dicembre 2008: COYLE FR. ALCUIN,
WILLIAM, nato a Boston, della Prov. Ss.
Nominis Iesu, USA. Nel 1956 ottenne la
Licenza in Teologia e nel 1963 il Dottorato in Diritto Canonico presso il Pontificium Athenaeum Antonianum in Roma, Italia. Dal 1963 al 1970, fu professore di Diritto Canonico, Vice Rettore e
Preside degli studenti e Decano degli insegnanti presso il Christ the King Seminary in Allegany, N.Y. Nel 1964, fu insignito del titolo di Lector Generalis dell’Ordine dei Frati Minori in riconoscimento del suo servizio come Membro
del Segretariato generale della prima e
della seconda sessione del Concilio Vaticano II. Dal 1965 al 1975, ricoprì incarichi di prestigio presso la St. Bonaventure University e la Washington Theological Union in Silver Spring, Md. In
questo periodo fu anche tra i Responsabile della formazione in Provincia. Dal
1975 al 1981, fu presidente della Catholic Theological Union in Chicago, Il, e
ricoprì altri incarichi di responsabilità
presso altre Istituzioni Accademiche.
Dopo un anno sabbatico fu nominato
Presidente della Commissione Interna-
zionale per il rinnovamento del PAA.
Nel 1985, fi trasferito presso la St. Francis of Assisi Church on West 31st Street
in New York City, dove sviluppò un ampio programma di formazione per gli
adulti nella Arcidiocesi di New York.
Nel 2006 ricevette il Dottorato “honoris
causa“ in Lettere dalla St. Bonaventure
University, per il suo contributo alla vita
intellettuale francescana. È morto a New
York all’età di anni 79, di vita francescana 59 e di sacerdozio 54.
* 4 dicembre 2008: HENDRIKS FR. MARTIMIANUS, Amsterdam, della Prov. Ss.
Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Ha
lavorato nella pastorale parrocchiale. È
morto a Warmond all’età di anni 86, di
vita francescana 64 e di sacerdozio 57.
* 4 dicembre 2008: PIELOK FR. MAREK,
nato a Ruda Sl., della Prov. Assumptionis BMV, Polonia. È morto a Katowice
all’età di anni 93, di vita francescana 76
e di sacerdozio 68.
* 6 dicembre 2008: VIDOEIRA FR. JOSÉ CAFASSO, ANTONIO JOAQUIM GONÇALVES,
nato a Rio de Janeiro, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile.
Gran parte della sua vita è stata dedicata
alla pastorale parrocchiale. Molto zelante nella preparazione alle celebrazioni liturgiche e alle omelie. È morto a Rio de
Janeiro all’età di anni 81, di vita francescana 61 e di sacerdozio 54.
*7 dicembre 2008: PICCIOTTI FR. FELICE,
nato ad Ascoli Piceno, della Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia, Italia. Nei
primi anni di sacerdozio è stato maestro
dei professi temporanei ed insegnante di
teologia. Impegnato, poi, nei vari uffici
provinciali, si è dedicato soprattutto al
settore dell‘economia e delle case di accoglienza. È morto nell’Ospedale civile
di S. Severino Marche all’età di anni 87,
di vita francescana 70 e di sacerdozio 64.
* 8 dicembre 2008: JUEZ NIETO FR. NOCOLÁS, nato ad Arlanzón, della Prov.
NECROLOGIA
Graatensis Nostræ Dominæ a Regula,
Spagna. Visse la vita francescana con
gioia e semplicità. Sempre fraterno e rispettoso degli altri, passò gran parte della
sua vita sacerdotale al confessionale. Portato per la musica, fondò la Corale “S.
Francisco”. È morto nell’Ospedale “Puerta del Mar” di Cádiz all’età di anni 94, di
vita francescana 78 e di sacerdozio 71.
* 9 dicembre 2008: CHACÓN RAMÍREZ FR.
FEDERICO, nato a Santa María del Oro,
della Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico. Fu professore dal 1969 al 1981; dal
1993 al 1996 si è dedicato alle missioni
popolari; si è occupato degli “ispanici”
in molte zone degli USA. È morto nell’Ospedale San Francisco de Zapopan
all’età di anni 61, di vita francescana 40
e di sacerdozio 32.
* 10 dicembre 2008: LÓPEZ PÉREZ FR. JOSÉ,
EUTIQUIO, nato a Coroneo, della Prov. S.
Petri et Pauli de Michoacán, Messico.
Visse con entusiasmo la sua consacrazione a Dio nella Fraternità, svolgendo con
fedeltà gli uffici a lui affidati: cuoco, sagrestano e catechista. È morto nella “Casa Santiago Apóstol” di Tarandacuao all’età di anni 94 e di vita francescana 62.
* 12 dicembre 2008: LATKO FR. ERNEST,
FRANCIS, nato a Chicago, Illinois, della
Prov. Assumptionis BMV, USA. Dopo
aver conseguito, presso la Laval University in Quebec, Canada, un STL (1945) e
un STD (1949), spese tutta la sua vita
nell’insegnamento: presso il Lourdes
Seminary (Cedar Lake, IN), Seminario
della Provincia, e poi presso il Christ the
King Seminary (West Chicago, IL). Fu
anche Direttore dell’Institute of Dogmatic Theology at St. Francis College in Joliet, IL. Dal 1969 al 1980 insegnò al St.
Francis. Insegnò anche storia delle religioni e psicologia presso il Kankakee
Community College (Kankakee, IL),
Governors State University (University
Park, IL) e Prairie State College (Chicago Hgts., IL). Nel 1982 cominciò uno
studio comparativo sulle tre religioni
543
monoteiste, ancora inedito. È morto a
Bourbonnais, Illinois, all’età di anni 93,
di vita francescana 74 e di sacerdozio 67.
* 13 dicembre 2008: HÖLLMANN FR.
FRANZ, nato ad Halle, della Prov. Saxoniæ S. Crucis, Germania. Ha svolto vari
servizi, tra cui si è dedicato alla pastorale della salute. È morto in un incidente
d’auto a Mühlen all’età di anni 61 e di
vita francescana 48.
* 13 dicembre 2008: PRIZELITZ FR. LEOPOLD, JOSEF ANTON, nato a Wien, della
Prov. S. Leopoldi, Autria/Italia. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale. Molto
vicino al popolo nella sue attività ed è
stato anche poeta. È morto a Güssing all’età di anni 95, di vita francescana 52 e
di sacerdozio 69.
* 14 dicembre 2008: MULVANY FR. THOMAS, PETER, nato a Johnstown, della
Prov. Hiberniæ, Irlanda. Dopo aver vissuto in diverse Fraternità della Provincia, nel 1963 venne trasferito a Gormanston, dove lavorò per molti anni nell’ufficio amministrativo della scuola. Le sue
doti di Segretario erano molto apprezzate. È morto a Drogheda all’età di anni 89
e di vita francescana 65.
* 14 dicembre 2008: MAMORSKI EUGENIUSZ FR. HILARY, HILARIUS, nato a
Czeremoszna, della Prov. S. Hedvigis,
Polonia. È morto a Gliwice all’età di
anni 78, di vita francescana 60 e di sacerdozio 55.
* 16 dicembre 2008: BOSSI FR. BENIAMINO, MARIO, nato a Milano, della Prov.
Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia. È morto a Sabbioncello di Merate all’età di anni 84, di vita francescana 63 e
di sacerdozio 52.
* 17 dicembre 2008: BRUINSMA FR. ALFRIED, GERBEN, nato a Weststellingwerf,
della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Ha lavorato come giardiniere; dal 1969 al 1986 è stato in Indone-
544
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
sia (Papua). È morto a Weert all’età di
anni 77 e di vita francescana 53.
* 19 dicembre 2008: HAIAR FR. ALLAN,
NORBET, nato a Humphrey, della Prov.
Ss. Cordis Iesu, USA. È morto all'età di
anni 84 e di vita francescana 52.
* 20 dicembre 2008: BAUMANN FR. MAURICE, JULIEN-JEAN, nato a Strasbourg,
della Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio. È morto a Strasbourg all’età
di anni 90 e di vita francescana 62.
* 23 dicembre 2008: PEETERS FR. HILARIUS, THEODORUS, nato a Helden, della
Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,
Olanda. Dopo la Laurea in Diritto canonico a Roma, ha lavorato in Curia generale, svolgendo l’ufficio di Segretario
della Procura. È morto a Weert all’età di
anni 90, di vita francescana 71 e di sacerdozio 64.
* 24 dicembre 2008: SICILIANO FR. RONALD, NATO a Boston, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, USA. È morto in "Saint Patrick's Manor", Framingham, all'età di anni 85 e di vita
francescana 65.
* 26 dicembre 2008: AUDET FABRE FR. PEDRO, nato a Barcelona, della Prov. S.
Francisci Solano, Argentina. È stato professore di Filosofia, delle lingue moderne (francese, inglese, italiano, portoghese, tedesco), di latino e greco. Per 12 anni esercitò il ministero della predicazione in Spagna, Colombia e Argentina.
È stato Definitore provinciale, Custode
della Custodia di Río Cuarto e La Pampa, Presidente della Federazione Francescana Argentina “Nostra Sra. de Luján”,
che poi divenne l’attuale Provincia S.
Francesco Solano. È morto a Río Cuarto
all’età di anni 87, di vita francescana 59
e di sacerdozio 53.
* 27 dicembre 2008: MCCARTY FR. KIERAN, ROBERT, nato a Tama, Iowa, della
Prov. S. Barbaræ, USA. È a Tucson, Ari-
zona, all'età di anni 83, di vita francescana 66 e di sacerdozio 59.
* 29 dicembre 2008: SICHEL FR. ERSILIO,
nato a Carpaneto, della Prov. Bononienis
Christi Regis, Italia. Dopo l’ordinazione
sacerdotale, nel 1964, Fr. Ersilio è trasferito a Roma per lo Studio della Teologia dove consegue la Licenza in Sacra
Teologia presso il Pontificio Ateneo Antonianum. Rientrato in Provincia risiede
prima a Fiorenzuola e poi a Cortemaggiore dove intraprende l’esperienza di
Prete operaio. Nel 1982 è inviato, nuovamente, al convento di S. Francesco in
Fiorenzuola, dove si dedica principalmente alla cura dei poveri e dei malati ricoverati presso l’ospedale civile di Fiorenzuola. Nel 2003 è trasferito a Parma
dove ha continuato la sua opera di condivisione con i più deboli impegnandosi
nel lavoro della mensa “P. Lino”. È morto a Bologna all'età di anni 72, di vita
francescana 53 e di sacerdozio 44.
* 29 dicembre 2008: MONTALI FR. GREGORIO, ERMES, nato a Lesignano Bagni, della Prov. Bononienis Christi Regis, Italia.
Subito dopo l’ordinazione sacerdotale,
nel luglio del 1952, è trasferito a San
Piero in Bagno dove vi risiede fino alla
fine dei suoi giorni. Qui ricopre diversi
incarichi: Economo, Vicario, Guardiano,
Assistente dell’OFS. Ha svolto il servizio di Guardiano per oltre 20 anni. Dal
1991 al 1997 è eletto Definitore provinciale. Nel 1955 ha fondato il circolo
ACLI. Sempre alla fine degli anni 50, in
collaborazione con le autorità locali, si è
adoperato per il problema dell’occupazione andando in cerca di “fabbriche” da
traslocare a San Piero. Nell’autunno del
1977 l’amministrazione comunale lo insignì della medaglia d’oro, mentre nell’estate del 2002 è stato onorato con una
targa di benemerenza. È morto a Bologna all'età di anni 81, di vita francescana
64 e di sacerdozio 56.
* 30 dicembre 2008: CLARAHAN FR. MICHAEL, nato a Waterloo, della Prov. Ss.
NECROLOGIA
Cordis Iesu, USA. È morto all'età di anni 79, di vita francescana 56 e di sacerdozio 50.
* 31 dicembre 2008: VAN LEEUWEN FR.
BERTULF, PETRUS, nato a Leerdam, della
545
Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,
Olanda. È stato professore di teologia, prima nelle nostre Case di formazione e, poi,
nell’Università Cattolica di Njimegen. È
morto ad Alverna all’età di anni 95, di vita francescana 76 e di sacerdozio 70.
INDEX NOMINUM
PRO ANNO 2008 (CXXVII)
A
Abela John 87, 122, 141, 171
Agostini Nilo 67
Aguilar Dulce María 297
Agular Flores José Víctor 263
Agulló Pascual J. Benjamín 181
Ajuria Balenciaga Felipe 189
Alberoni Aldo 259
Alberzoni Maria Pia 345, 346
Alegre Paredes Andrés 44
Alessandrini Angelico 83
Alfonsa dell’Immacolata Concezione 86, 451-452,
459
Allard Monique 120
Allegra Gabriele 388, 518
Alliata Eugenio 57
Almazan Cielito 444
Almirañes Lucy 327, 328, 478, 481-482
Aloisi Sabrina 181
Alonso Paniagua María de la Cruz 297, 312
Altmeyer Michèle 478
Alvarado Sánchez Pablo Antonio 541
Alvarado Segura Edwin de Jesús 46, 418
Alvarado Solano Hernán 512
Álvarez Astorga Manuel A. 419
Alvarez Avalos Cordero 196
Álvarez Maria de las Mercedes 121
Alves Pereira Júnior Aluísio 419
Amanzi Cristoforo 263, 517
Amaral Bernardo Amaral 170, 297, 336, 339, 341,
349, 401, 486, 512, 516
Amato Angelo 447-461 passim
Amenta Eduardo 418
Amigo Vallejo Carlos 154
Amin Joseph 349
Anagni Guido 190
Anastasio Pietro 501
Andringa Hilduard 366
Andziulis Algimantas 149
Angel Mary 119
Angelisanti Alessandro 259
Angeloni Owen 542
Angkur Cosmas Michael 327
Ante Oscar 45
Antonelli Francesco 169, 518
António Orlando 260
Apicella Leonardo 195
Ardiles Aquilino 199
Arellano Suárez Francisco J. 485, 504
Arenas José 155
Arias Francisco 155
Arias González Saturnino 363
Ariz Miguel Ángel 326
Arranz Hernán Celina 297
Arregi José Maria 156
Arregui Guridi José Maria 297, 334, 349
Arvalli Andrea 514
Assmann Olavo 189
Audet Fabre Pedro 544
Azcuy Virginia 64
B
Babiy Emilio Leonid 163
Bahcic Robert 269
Baiardi Sereno 512
Baisas Bienvenido Q. 119, 120
Bakoma Marcel 168
Balducci Gabriele 192
Ballerini Valentino 200
Ballot Marie Pierre 119
Barelli Armida 288, 290, 375, 551
Barelli Eugenio 515
Bargel Maria Bernadette 119
Barralet Roger 508
Bartolacelli Anna Fulgida 465
Bartoli Langeli Attilio 344, 345, 347
Bartolini Bruno 329
Bartolucci Marcello 81, 85
Barue Jean-Paul 186
Barun Boris 261
Bastida Berna Maria Josefina 119
Batlle Pilar Laporta 119
Batt Dacian 200
Battaglia Vincenzo 58, 436
Battaglioli Vittorio 200
Baumann Anthony 190
Baumann Maurice 544
Baxla Thaddeus 420
Bechen Henri 186
Beck Sushil 420
Bedenečić Drago 257
Bedini Giorgio 190
Bednarski Bogumil 43, 59
Bellandi Andrea 515
Beltrame Pedro 326
Bender Jorge 260
Benedetto XVI 3-10 passim, 17-18, 55, 86, 177,
184, 202, 211, 227, 290, 297, 327, 356, 357, 385392 passim, 402, 421, 451-454, 459, 464, 479481, 521
548
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Benigar Alessio 465
Benito Vidal José 196
Beretta Renato 170
Bergmann M. Engeltraud 280
Bermejo Cabrera Enrique 57
Bermúdez Galván José Francisco 538
Berna Francis 262
Bernardino da Portogruaro 296, 431
Berno Arcangelo 540
Berrocali Álvarez Miguel Ángel 419
Bertazzo Luciano 347
Berti Fabio 259
Bertin Giorgio 512
Bertini Paola 120
Bertone Tarcisio 286, 533
Bertulucci Marcello 460
Betti Umberto 49-53 passim
Bevilacqua Apollonio 539
Bhatti Bernard 45
Bianchi Pacifico 371
Biasi Fabio 371
Biasi Saverio 259, 263, 516
Bieger Damian 180
Bieńkowski Damian 258
Billard Célestin 536
Bini Giacomo 120,140
Bitzer Martin 148, 481
Blanco Manue l 58, 436
Blanco Pérez Rafael 120, 139, 297, 315, 322
Blanco Rodríguez Manuel 263
Bloch Wieslaw 437
Blom Godfried 367
Böjte Mihály 263
Bonenfant Roland 259
Bonifacio Francesco Giovanni 86, 296, 447-451
Bordin Fabrizio 326
Boschin Bonaventura 194
Bossi Beniamino 543
Both Samuel 195
Botía Pedro 331
Botrel Olivier 186
Bottini Claudio G. 436, 483, 532
Botvina Francesco 163
Bourdeau Gilles 259, 420
Bourke Gregory 418
Bove Cristoforo 81, 179
Boyle Denise 173
Božić-Stanić Josip 371
Bracci Silvano 359
Branco Manuel Cândido 187
Brandao Bernardo 165
Bravi Francesco 58, 168, 169, 256, 349, 401, 436,
512, 516-517, 521
Bravo Durán Jesús Antonio 372
Brázda Cyril J. 517
Brázda Cyril Jaroslav 263
Bressanini Guido 538
Brocanelli Vincenzo 59, 60, 63, 66, 169, 259, 439,
523
Broccato Aldo 174
Brophy Andrew 260, 262
Brosse Richard 523
Bruck Anton 263
Bruck Anton 517
Brufani Stefano 345
Bruinsma Alfried 543
Brunette Pierre 523
Buccolini Marco 259
Buffon Giuseppe 520
Bunader Jalil Julio César 43, 166
Bunader Julio César 495
Burburu Francis 418
Bütler Maria Bernarda 86, 451-454, 459
Buttarazzi Juan 166
C
Cabrejos Vidarte Héctor Miguel 521
Cabrera Herrera Luis Gerardo 63-64, 169, 271, 297,
322, 401, 439, 445, 452, 495-496, 505, 507, 512,
516
Cacciotti Alvaro 523
Caillon Roland 196
Cajo Rodríguez Jorge 44
Caldera Maria Isabella 465
Calderón Guilllermo 326
Calì Sara 359
Califano Gianni 447
Calvo Moralejo Gaspar 461, 463-464
Campana Ferdinando 420, 517
Campiglio Luigi 170-172
Canaccini Federico 179
Candray Francisco 120
Cangelosi Felice 477
Cañizares Llovera Antonio 297, 313, 320, 331
Cantalamessa Raniero 169
Čapas Nerijus 149
Capasso Vito 193
Capodicasa Mariano 189
Capriotti Nazzareno 192
Carballo Fernández María del Mar 297
Carballo Sawula Sergio Horacio 417
Carfagna Pietro 491
Carpio Emilio 269, 271
Carraro Leodir 419
Carrero Darío 266
Carrero Jesús 153
Carriero Michele 258
Carta Giuseppe 262
Carvalho Neto Francisco 257, 349
Casalini Nello 523
Cascianelli Ulisse 192
Castang Giovanna Germana 75-76
Castillo Cordero Pedro 419
Castrillo Agostino Ernesto 86
INDEX NOMINUM
Castro Joel Alcides 168
Catalán Cerda Jorge David 43
Cavellec Gilles 261
Centomo Ceverino 326
Cepeda Van Hauten Álvaro de Jesús 261
Cerrato Chamizo Guillermo 263, 504, 517
Cerrillo Puerto María Brígida 297, 322
Cesaroni Gianluca 259
Chacón Ramírez Federico 543
Chadam Aigustyn 188
Charland Pierre 259
Chaves Fernando da Eira Rodrigues 534
Cheong Paul 480
Chialà Sabino 437
Chiarello Silvestro 191
Chrupcała Lesław Daniel 58
Ciampicali Fabrizio 147
Cinato Maria 479
Clarahan Michael 544
Clifford Peter 341
Cloonan Andrew 367
Clorey Doug 478
Cocci Massimo 252
Coens Marculf 372
Coghill Elstan 366
Cogoni Stefano M. 262
Coleiro Martin 262
Collins Seán 11, 169
Colombotti Tarcisio 263, 517
Colomer Barber Joaquín 517
Colomer Barber Rafael 263
Colomer Rafael 509
Comotto Giulio Maria 368
Comparat François 257
Concetti Giuseppe 179
Concetti Igino 525, 538
Concha Cayuqueo Jorge 516
Concha Cayuqueo Jorge Enrique 46
Concordi Giustino 373
Condren Joseph 417
Connor Mary 119
Conte Chiara Benedetta 119-120
Contreras Narváez Hernando 261
Copps Michael 507
Cordano Virgil 367
Córdoba Javier 155
Corrullón Fernández Manuel 168, 512
Corselis Marie-Adrien 188
Coscia Dominic/Benedict 201
Costa Marcio Luis 261
Costa Sandro 64
Costantin Giuseppe 159, 161
Coughlan Bernadette 119
Covely Anna Marie 119
Covili Linfati Isauro Ulises 44, 419
Coyle Alcuin 542
Cremaschi Francesca 120, 141
Crepaldi Maria Aparecida 478
Cretella Giuseppe 195
Cruciani Libero 354
Cusato Michael 175
549
D
Da Cruz Irma Maria 119
Da Cruz Massinga Hilário 177
Da Silva Miranda Victorio 419
Da Silva Vicente Ronaldo 257
Da Varano Camilla Battista 82
D’Acunto Nicolangelo 345
Dahdah Boulos 160
Daian Szabin 160
Dal Cengio Teodoro 192
Dalpiaz Ivan 259
D’Andrea Odorico 461
Danese Antonio 350
D’Angelo Giacinto 259, 499
Darby Matthew 367
Darmancier Jerôme 369
De Agreda Maria di Gesù 461-464 passim
De Carvalho Junior Walter 46
De Castelbajac Henri-Joseph 186
De Giorgi Salvatore 151
De la Fuente Prieto Luis Ángel 539
De la Presilla Sastre Antonio 297
De la Serna Ramiro 65
De Lazzari Francesco 258
De los Ríos Pérez María del Carmen 297
De Masi Alessandro 537
De Nazarei Mattia 460, 465
De Núñez María Consuelo 478
De Nunzio Emanuela 477
De Paolis Rosario 258
De Pierpont Hugues 536
De Prosperis Annarita 347
De Rechter Gustavus 198
De Rosa Luca M. 78-86 passim, 293-296 passim ,
452-465 passim
De Schampheleer Jean 369
De Scorbiac Anne-Françoise 119
De Toni Anselmo 258
De Vico Marcello 189
De Vincenti Maria Teresa 83-84
Debattista Mario 47-49
Del Pozo Encarnación 230, 325, 333, 474-482
Del Prete Sosio 465
Del Sagrario Maria 119
Deleclos Fabien 371
Dellazari Inácio 419
Deshogues Roger 188
Di Domenico Nicola 536
Di Fatta Giuseppe 417
Di Franco Manlio 497
Di Lauro Gregorio 258
Di Ruberto Michele 78-85 passim, 287-296 passim ,
550
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
459-461 passim
Di Stefano Damiano 258
Di Virgilio Virgilio 345
Díaz Buiza Juan Manuel 297, 312, 316, 322, 504
Diederich Theobald 536
Diekemper Barnabas 195
Díez de Cima Valerio 297
Dinh Quoc Tru Joseph 45
Dister Bernward 420
D’Lima Fidelis 420
Do Nascimento Roberto Miguel 419
Dombrowski John 418
Domingos Antonio da Silva 480
Domingues Simão 534
Domínguez Joaquín 534
Domínguez Serna Joaquín 153, 155, 168, 297, 318
Dos Santos Mascarenhas Amarildo 258
Drag Roderick 534
Dubec Michael 260
Dubigeon Benoît 257, 261
Dubowski George 541
Duns Scoto Giovanni (Beato) 389, 405-410 passim,
421-426 passim
Duque Duque Félix 298, 321
Durieux François-Régis 534
E
Echeverría Gónez Alfonso María 535
Echeverry Joaquín 63, 269, 271, 439, 535
Eckelkamp David 198
Edmiston James 366
Einhorn Jürgen Werinhard 179
Ekka Leos 420
Elcid Celigüeta Damiel 188
Errico Gaetano 85
Escribano Arráez Miguel Ángel 418
Espelage Arthur 263, 517
Espinosa Manrique José María 537
Esposito Agostino 157, 500
Estêvam de Sousa Juraci 258
Eterović Nikola 54
Etzi Priamo 58, 436
Evans Gerardo 418
F
Faccio Giacinto 354
Faes de Mottoni Barbara 344
Failla Giuseppe 230
Falcón López José Cesário 196
Falkus Kosiecka Bernardo 419
Fallas Mora Sergio Antonio 418
Falsini Rinaldo 363
Fantaccini Paolo 513
Farci Simone 262
Farolfi Maria Chiara Serafina 464
Farris William 260
Farruggia Anton 261
Favaretto Arcides Luiz 419
Favretto Mario 151, 168, 176, 331, 349-351, 401,
483-494 passim, 503-516 passim
Febbraro Antonio 523
Fernandes Jacobus Dominicus 327
Fernandez Clara 119
Fernández de la Cruz Inmaculada 297
Fernández de Pinedo Ángel 156
Fernández Dionisio 332
Fernandez Romualdo 158
Ferrante Lorenzo 366
Ferrari Roberto 170
Ferreira Jara Pablo 417
Ferro Salvatore 417
Ferry Dominique 187
Fiasconaro Paolo 174
Figueredo Sebastião 169
Fila Sidival 259
Filoni Fernando 460
Fina Romano 417
Fitzgerald James 341
Flesch Maria Rosa (Beata) 84, 284-292 passim
Flores Interiano Saúl Orlando 418
Flores Martínez Pablo 539
Flores Medina René Antonio 418
Focardi Francesco 512
Focherini Odoardo 296
Folgado Carlos 417
Fombellida Peral Maria Asunción 119
Fougère Anne 179
Francis Safouat Choucri 196
Franken Falco 541
Freyer Johannes B. 54, 58, 268, 436
Fruk Ana 478
Fuentealba Isabel 326
Fusarelli Massimo 47, 58, 169, 265-266, 268, 353,
433-436 passim
G
Gaa David 43, 59
Gagnon Michel 197
Galdos Bizkarguenaga José Maria 187
Galeano Adolfo 359, 523
Galeffi Elisabetta 355
Galimberti Attilio 173
Galippi Adiuto 365
Galvão de França Antonio 283-284
Ganssle Jospeh 198
García Araya Alfonso 164
García González Gabriel 120
García María del Carmen Mariñas 297
García Palacios José 44, 193
García Pérez Eleuterio 370
García Rodríguez Castor 190
Gardin Gianfranco Agostino 227, 479, 516
Garuti Adriano 183, 196
Garzón Ramírez Fernando 259, 261, 494, 512, 523
INDEX NOMINUM
Gasparri Pietro Paolo 258
Gassen Ireneu 356
Gattei Gianni 418
Gatti Clemente 80
Gatti Luigi 150
Gattucci Adriano 359
Gaviglia Quirino 180
Gaytán Rito 542
Gaytán Vázquez Norberto 535
Gayte Marchioli Ángel Gabriel 417
Gdyk Nikodem 256, 349
Gemelli Agostino 169-173 passim
Gemme Teofane 535
Genies Louis 186
German Ambrose 196
Gesuale Valentine 539
Ghiglia Valentino 515
Ghinato Alberto 359
Giacomello Antonio 349
Giacometti Luigi 417
Giamberardini Gabriele 354
Giannini Bruno 200, 359
Gibbons John 59
Gil García Isabel 297
Giovannetti Pietro 540
Giovanni Paolo II 169-173 passim, 185; 380, 385,
391, 402, 409, 424, 451, 464, 474, 479, 492
Giurisato Giorgio 437
Godebout Michel 186
Goettens Bruno 200
Gololombe Lucas Francisco 260, 419
Gomes Norberto Fernando 187
Gómez Eulalio 506
Gómez Fernández Concepción 297
Gómez Gómez Ligia Inés 297
Gómez González José 11, 12, 169, 182, 190
Gómez Jiménez Javier 418
Gómez Martínez Eulalio 349, 351
Gonçalves António 188
Gonçalves Mota Rosalvo 480
Gonsalit Saur Wilhelmus I. 420
Gonz ález Porres Anonio 183
González Arango Enrique 297
González Argüelles Rubén 260
González de la Cruz Salvador 372
González Ferrera Francisco Manuel 152
González Galarza Sergio Antonio 260
Gonzalez Hernández José De Jesús 260
González Ortega Maria Inés 119
González Porres Antonio 259, 505, 512
González Rojas Efraín 366
González Sánchez Inmaculada 119
Gorgulho Santos José Carlos 326
Górski Elizeusz 258
Gournay Thierry 261
Grech Richard S. 262
Grechi Donatella Maria 119
Griese Celsus 367
Guida Marco 258
Guimarães Manuel Ferreira 187
Gutiérrez Gómez José L. 85
Gutiérrez Gutiérrez María Asunción 297
Gutiérrez Olmos Enid 166
Gutiérrez Ramírez Gabriel 261
H
Haiar Allan 544
Hamelin Léonce 537
Hartog Hubert 371
Hasegawa Paul 44, 168
Hatko Hilaria 176
Healy Clemente 536
Heidemanns Katja 523
Heinze Markus 173
Hendriks Martimianus 542
Hernández Carrión Sergio 326
Hernández Hernández María Loreto 297
Hernández Jiménez Juan de Dios 419
Hernández Ramirez Saúl 196
Hernández Valenzuela José 418
Hernando Hortega Lucas 537
Herrera Alzate Wilfran José 196
Herrera Mauricio 166
Hess Azariasz Jacek 263, 517
Hidalgo López María José 297, 312
Higgins Michael 173, 230, 409, 479
Hillebrand Reinaldo José 197
Hitziger Georg 199
Hoff Alphonse 197
Höllmann Franz 543
Holtel Melvin 195
Hoogenboom Florentius 196
Hoppe Leslie 262
Horna Mendoza Jorge 44
Horta Novaes Celso 198
Hoško Emanuel 179
Hudson Patrick 120, 168
Hummes Cláudio 521
Hynes James 540
I
Iannuzzi Sabino 165-166, 168, 501
Ibarra Marín Gabriel 368
Ibrahim Najib 160, 179
Igl Miriam 119
Inácio Illío Jacinto 260
Irudaya Samy 148
Isabell Damien 46
Itchcock David 198
Iwaszko Pacyfik 258
Jaeger David Maria 521
Jallouf Hanna 158
Janas Lucjan 258
J
551
552
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Janković Šimun 363, 543
Jasper Frank 260, 418
Jennrich Michael 418
Jeusset Gwenolé 359
Jiurić Jerko 540
João Evódio 260
Joeright Gregório 258
John Victor 45
Jöhri Mauro 173, 230, 409, 479
Jolita Aukštuolytė 149
Joly Dominique 257, 259
Jones Bernard 417
Jordá José Antonio 509
Juárez Delgado Cosme 419
Judge Mychal 174
Juez Nieto Nocolás 542
Jung Dennet 260
K
Kaczmarek Krzysztof 356
Kagaba M. Annunciata B. 119
Kalakmabin Victor 420
Kámán Celerin 370
Kampa Józef 196
Kanevčev Nives 325
Kauser Tibor 478
Keane John 196
Kennedy Bernard 262
Kersten Victor 199
Kervyn Patrice 257
Kidd Kevin 539
Kim Dominic 43, 59
Kinross Knute 371
Kis Csongor Lehel 369
Kistner Daniel 43
Kitowski Ireneusz Henryk 367
Kloos Basina 290
Kluczybski Campion 534
Kmiec Edward 176
Knob Pedro 197
Koch Hadrian 168
Kohler José 257
Koman Jacek 258
Kopiec Massimo 268
Kopysterynskyi Drovoslav 45, 163, 168
Koren Matija 263, 517
Kornacki Muskett Tomás 419
Korošak Bruno 359
Kreuzer Ewald 478
Kujawiński Jakub 356
Kungys Astijus 149, 168
Kuprešanin Jakov 534
Kuwata Augustinus 44
Kuzhiparambil Joy Prakash 297
La Neve Aldo 258
L
Laju Yan 327
Lancaster-Jones Campero Guillermo 260
Lanzillotta Francesco 168
Latacz Serafin 539
Lati Giancarlo 58, 169, 436
Latko Ernest 543
Laurent Luc 188
Lause James 418
Le Borgne Luc 197
Le Goanvec Marc 259, 512
Le Maou Yannick 261
Leclerc Eloi 403, 523
Ledru André-Marie 189
Ledwon Josaphat 534
Lefebvre Guy 195
Lehmann Leonhard 515
Lehr Theodore 366
Leiva Montesinos Salvador Carmelo 534
Leopizzi Tommaso 258
Lesino Antonia 295
Lewis Regina 119
Libanio Juan Bautista 270
Lino Benedetto 173, 478
Lipari Benedetto 417
Loffreda Stanislao 259
Loftus Conrad 189
Longinotti Chiara Cristina 119
Longo Fabio 179
Longo Michelangelo 80, 86
Łopata Simone 168, 517
Lopes José Afonso 189
Lopes Leite María 297
López Cerdán Francisco Javier 418
López Martínez Ramíro 188
López Pérez José 543
Lopez Vidal R. 438
Lorè Marco 201
Lorscheider Aloísio 11, 171, 204
Lovato Stefano 120, 168, 488, 517
Lovecchio Agostino 538
Lovett Sean Patrick 148
Lozano Juárez María del Carmen 297
Lozano Rosas María Concepción 297
Luca Massimo 437
Ludovico da Casoria 179
Luengos Barrios 297
Lugans Georges 186
Lugo Héctor 270
Lukumwena Stanislas 521
Luna Villalobos Jorge Arturo 260
Lušina Branko 359
Luzinete Ana Maria do Menino Jesus 119
M
Macken Sulpitius 367
Magliasso Fabrizio 258
Magro Sylvester Carmel 512, 521
INDEX NOMINUM
Maiello Paolo 259
Maigne Joseph 186
Makhouf Marie 160
Malakauskis Algirdas 149
Malaquias Júnior Moacyr 521
Malchuk Piotr Herkulan 177, 521
Maleczek Werner 345
Mamela Cyril 188
Mandolini Giancarlo 523
Manelli Stefano M. 43
Manns Frédéric 521, 523
Maranesi Pietro 347
Marangi Ettore Elia 258
Marchal Roger 257
Marchitielli Elena 437
Marcucci Francesco Antonio 464
María Teresa de Jesús 287, 306, 310
Marić Anđelko 367
Marinelli Aldo 259
Marini Gabriele 370
Marini Piero 148
Marini Vittorina 514
Marques Manuel Luís 194
Martillo Marin Marcisa 86
Martinelli Giovanni Innocenzo 512
Martinelli Paolo 513, 515
Martínez Fresneda Francisco 58, 418
Martínez González Héctor A. 505
Martínez Igidos Pacifico 373
Martínez Isabel María 119
Martínez Torres Emilio 418
Maruzzo Tullio 458, 465, 551
Marx Rainardo 285, 290
Maryjka Rufin 363
Mascarenhas Louis 45
Mascaró Planisi Maria Clara 119
Maschmann Elvan 534
Masotti Gian Paolo 258
Mastaglia Ilarino 379
Matejko Rajmund 118
Mathias Gabriel 46
Matić Ivan 146, 149, 169, 325-326, 342, 439, 481
Matthews Francis 368
Matula Bogusz Stanislaw 437
Mazgaj Stanisłwa 356
Mazzuco Vitório 258
McCarthy Albini 192
McCarty Kieran 544
McCormack Austin 262, 508
McGinn Finian 401, 508, 516
McGrath Brendan 417
McGrath Brian 508
McKenna Hugh 417
Medina Palma Juan 419
Meguiness Dominic 367
Meisner Joachim 285, 290, 389, 390
Mejía Hernández Isidoro de Jesús 481
553
Mele Bernardo 369
Melícias Lopes Vitor José 168, 264, 362
Melli Maria 523
Meluzzi Alessandro 148
Menegatti Valentino 169, 518
Mercatbide Batitte 261
Merceron Marie-Hèlène-Andrèe 119
Merlo Grado Giovanni 347
Mesa Rodriguez Maritza 120
Messa Pietro 359, 437
Micallef Marcelino 262
Micangeli Augusto 436
Micarelli Barbara 294
Michalczyk Wacław 356
Michalski Maciej 356
Michaud Philibert 189
Michel Corona José Guadalupe 535
Mickutė Virginija 149
Miele Bruno 488
Mihaly Jurai 176
Milon Augustin 534
Mioč Gabrijel 263, 517
Miranda Eulalio 166
Mireles Eduardo 507
Miscamble Phillip 343, 418
Miselli Daniele 371
Mistrih Vincenzo 354
Mitchell Lester 196
Mocigemba Metody 199
Moes Maynard 535
Mohan Victor 45
Mohan Walfred 45
Mondonico Cristiana 516
Montali Gregorio 544
Monteiro Ferreira Paulo Jorge 326
Monti Dominic 174, 176
Montoya Julio M. Elías 512
Moore Gerardo 419
Morales Valerio Francisco 64, 265, 419
Morea Ayaragaray Diego José 43, 166
Moreira Júnior Agostinho 192
Moreira Pereira de Faria José M. 260
Morganti Alfredo 86
Mota Rosalvo G. 325
Mottola Francesco 76, 78
Mouque Didier 188
Mourão de Sena Raimundo Reginaldo 258
Mrzljak Josip 325
Muessiggang Emmanuel 199
Mughal Peter 45
Müller Joao Inacio 168
Mulvany Thomas 543
Muniz Alves Joao 165, 168
Murakami Paul Miki 44
Muro Aréchiga Ignacio Juan 60, 63, 119, 163, 167168, 269, 297, 319, 349, 401, 485, 495, 505, 507,
512, 516
554
Murray Arthur 199
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
N
Najib Ibrahim 437
Navarro Juan Díaz-Bernardo 297, 322
Nazzaro Giuseppe 158, 512
Ndingi Raphael 341
Nedić Anto 367
Negroni Zaccaria 79, 81
Neitzert Juergen 152
Nelscamp Hubert 44
Ng’ambi George 482
Ngga Gabriel 420
Ngo Batoum Marie-Esther 119
Nguyen Dinh Vinh Paul 45
Nguyen Hai Minh Anselm 45
Nguyen Van Khoan Peter 45
Nguyen Van Si Ambrogio 46, 168, 328, 341, 349,
401, 485, 487, 512, 516
Nguyen Xuan Quy Joseph 45
Nicholaspillai Peter 535
Niemier Roch 359
Nieves Ariza María 297
Nimac Dragan 53
Nocera Gaspare 195
Noto Giuseppe 417
Noutra Maria Patrizia 119
Novais Leitão Luis Manuel 481
Núñez Santiago Pascual 419
O
O ‘Shea Laurence 418, 537
O’Laoide Caoimhin 417
Obdulio Arroyo Luigi 458, 465
Obico Baltazar 44, 444, 487
Obrdalj Pavlimir 196
Ochoa Zamorano Pablo 419
O’Connor John 174-175, 349
Oh Sang-Seon Paolo 349
Oliver Alcón Francisco 263, 312, 316
Oliver Climent Juan Tomás 512
O’Neill Francis Hugh 191
Oppes Stéphane M. 58, 437
Orduña César Javier 168
O’Rourke Colin 365
Ortiz Perizzotti Eugenio Horacio 417
Ortolani Francesca 119
Ottavi Bruno 258
Ottenbreit Estêvão 64, 496, 512
Overend Rigillo Sandro 262, 512
Pace Eddie 262
Paciolla Sebastiano 230
Padovani Anselmo 194
Paindavoine André 186
Paleari Francesco 464
P
Palma Enríquez Ernesto 517
Pandelet Grijalvo Maria Teresa 119
Paniagua Edwin 517
Paolazzi Carlo 347
Papa Diana 143, 493
Parente Maria Assunta 119
Parodi Carranza Margarita Aurelia 297
Parrella Beniamino 193
Parsons Raymond Daniel 368
Parthie Ralph 418
Paskai László 477
Patton Francesco 46, 259
Patton Giovanni 259
Patzán Hernández Marcos Antonio 418
Paulus Donard 366
Pavone Agnese 119
Pawlaczyk Anna 356
Paz Guzmán Carlos Guillermo 168
Pazzini Gloriano 259
Pazzini Massimo 58
Peeters Hilarius 544
Pelayo Joaquín 155
Penava Jerko 536
Penavić Iva 325
Pepushaj Sokol 257
Pereira Pinto Cesar Pedrosa 326
Perez de Palomar Ullivarri Angel 187
Pérez Grimaldi Esther 481
Pérez Quispe Aurelio 419
Pérez Ramírez José Alberto 189
Pérez Rodríguez Jesús 521
Pérez Sánchez Antonio 506, 512
Peri Vittorio 179
Perišić Robert 257
Perry Michael 418
Perugini Luigi 87, 169, 204, 350, 376, 518, 523
Piasentin Fabio 344
Piccinini Alessandro 199
Picciotti Felice 542
Piccirillo Michele 359, 531, 553
Pico Rovaletti Juan Alberto 43
Pielok Marek 542
Pieper Roland 179
Pierpaoli Francesco 148
Pilla Angelico 159
Piloni Francesco 258
Piril José Luis de Paz 418
Pirone Bartolomeo 437
Pisanu Leonardo 262
Pistulli Shtjefën 194
Pivec Franci 540
Pizzaballa Pierbattista 158-159, 167, 177, 349
Plamondon Réjeanne 119
Pllumi Zef 181, 188
Pociūtė Agnė 149
Ponnor Jose 482
Pontoglio Onorio 184, 200
Popielarski Nazariusz 436
Popiołek Gabriel 189
Popovic Anto 437
Porcelli Marino 259, 345, 349, 360
Portka Samuele 168, 517
Posadas José Antonio 418
Posset Marcel 535
Poukens Karien 119
Pradella Fedele 262
Prakash Joy 120, 139
Prenda Ivan 167
Prim Marino 536
Prince Guylain 259
Priotto Michelangelo 437
Prizelitz Leopold 543
Prodomi Luigi 372
Profili Ludovico 536
Prunet Vincent 118
Pucci Guido 540
Puglisi James 173
Pujos René-Gabriel 187
Pulijc Zelimir 167
Puljic Marko 420
Puschmann Athanasius 198
Puthoff Arthur 195
Pyrek Juliusz 356
Q
Quartiroli Letizia 119
Quentaip Joseph 418
Quesada Maria Clara 119
Quiceno Restrepo María Olga 297
R
Racine André 259
Ramljak Julijan 363, 533
Ramos Novoa Mario Wilson 261
Ramos Xavi 325
Raszczyk Elzbieta 119
Rauda Gutiérrez José Elías 176
Raymond Michael 480
Razvoskiyi Jurik 412, 518
Re Giovanni Battista 50, 53
Recchia Luigi 259
Recchia Stefano 174, 504
Recinelli Michael J. 199
Reckziegel Arno 367
Redaelli Carlo Roberto 173
Rembecki Heriberto 165
Rembry Jean-Gabriel 197
Renatta Mercedes Rentería Rosas 297
Rey Casimiro 370
Rey Roger 534
Ridišić Ratko 257
Righi Claudio 259
Rinaldi Giovanni 120, 168, 173, 517
INDEX NOMINUM
555
Robert Gorges-Albert 372
Rocha da Silva Edilson 258
Rocha Edilson 164, 165
Rodé Franc 227, 230, 391, 474, 476, 479
Rodríguez Carballo José 11-42 passim, 43-67 passim, 113, 116, 120, 125, 127-128, 134, 136-137,
142-143, 151-168 passim, 173, 175, 184, 230362 passim, 269, 279, 297-313 passim, 328, 336,
340, 348, 365, 388, 395-416 passim, 417, 423,
426, 429, 435, 452, 477, 479, 480, 484, 485, 494,
504-506, 510, 512, 516, 521, 526, 531-534
Rodríguez Muñiz Consuelo 119
Rodríguez Paniagua Jorge Gustavo 417
Rodríguez Vázquez Jorge 260
Rogers Patricia 119
Romero García F. Manuel 168, 297, 312, 315, 323,
517
Roppe Adelardus 197
Rossetti Marcello 284
Rossi Giovanni 259
Rouleau Roger 365
Rousseau Fernad Joseph 535
Rovegno Suárez Juan 326
Rozansky Joseph 163, 169, 269, 439
Ruano Santateresa Pedro 297, 332
Rudelle Marie-Bernard 198
Ruíz Sebastián 154
Russo Gennaro 501
Ryłko Stanisław 474
S
Sabadini Fernando Brollo 417
Sabattini Alberto 523
Sabbagh Ibrahim 159
Sagnoux Joseph-Henri 186
Sainz José Maria 332
Sáiz Díez Félix 360
Saldaña Delgado Antonio 44
Saldaña Guerra Luis Enrique 418
Salvatori Samuele 259
Samac Šime 59. 163, 167-168, 349, 401, 485, 512,
516-517
Sampoli Quirino 368
Samy Irudaya 481
San Fratello Sennen 539
Sánchez Gil F. Víctor 344
Sanchez Viloria M. Francesca 294
Sánchez Zamarripa Leonardo 196
Sancho González Francisco 534
Sant Bennardin 373
Santamaría Benito Félix 44
Santos Edgar 64, 495
Sanz Maria Nieves Frances 119
Sappl Martín 419, 512
Saraf Mato 539
Saraiva Martins Giuseppe 76-85 passim, 287-296
passim
556
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Saravia Tasayco Melchiora 81, 293
Sautié Socarras Hilario 187
Scalfaro Oscar Luigi 170, 172
Scandella Angela Emmanuela 119
Schafer Carl 342
Schalück Hermann 428, 523
Scheeler Jeffrey 260
Schelbauer Maurílio 371
Scherpenberg Sergius 200
Schervier Maria Francesca 465
Schillings Philippe 120, 168
Schlosser Marianne 523
Schmoll Olivier 186
Schmucki Albert 240
Schneider Chris 370
Schneider Herbert 119, 120, 141, 297, 321, 523
Schöck Nikolaus 169
Scholand Meinrad 369
Schott Basil Myron 521
Schuch Eugênio 189
Schwarzl Rupert 162
Schwerz Nestor 60-64, 67, 169, 269, 371, 350, 439,
440, 445, 512
Schwieters João 164, 258
Schymecki Christophe 186
Scozzina Luis Antonio 64, 349
Sechi Francesco 262
Seghezzi Antonio 80
Sella Pacifico 345
Seppi Martirio 198
Serafini Bernardino 365
Sergent Clément 186
Sesar Ivan 162, 168
Seta Hendrikus 401
Sevrin Jean Marie 58, 436
Sgrava Gianni 437
Shea Edward 418
Short William 119-120, 142
Sicán Chávez Juan Antonio 480
Sichel Ersilio 544
Siciliano Ronald 544
Siekierka Ernest Karol 43-46, 113, 119-120, 139,
168-169, 261-262, 349, 401, 517-518
Sikavica Petar 541
Silva Manuel 326
Silvestrini Mario 259
Šimić Anđelko 363, 367, 533
Simpliciano della Natività 179
Skibiński Edward 356
Škrobo Drago 193
Slacke Varin 535
Smištík Bedřich 197
Smith Paul 168-169, 328, 341-342, 420, 487
Smok Bolesłav 537
Sodo Luigi 82
Soehner Mark 260
Solaguren Celestino 360
Soldo Josip 363, 533
Solinas Angelo Maria 262
Sopta Josip 349
Soria Pons Umile 460, 465
Sosnowski Miłosz 356
Sospedra Orellano Vicente 197
Soto Forero Benjamín 261
Sparasci Giovanni Andrea 373
Spencer William 418
Sri Endah Ivonna Bernadette 327
Stablum Pietro 259
Staltari Rosa 83, 85
Stamm Heins-Meinolf 268
Stanley Melvin 372
Stelli Benedek 192
Strzelecka Anna 356
Stucchi M. Chiara 119-120, 141
Styś Zenon 263, 517
Sullivan Alan 540
Sumbelelo Emílio 480
Surian Carmelo 538
Suzuki Andreas 44
Syukur Paskalis Bruno 45, 349
Sztyk Vitosław 176
Szulc Alicja 356
T
Tahoces Manuel 155
Tamás Gábor 263, 517
Tasca Marco 173, 230, 409, 477, 479
Tellier Simon-Charles 373
Tello Labajos David 44
Temme Wilhelm 199
Teng Michael 480
Tepert Darko 257
Terce Éterson Antônio 419
Terlau Modesto 199
Tessier Dominic 45
Thebault Jean 186
Tiberio Chiara Damiana 122
Tierrablanca Rubén 151
Tinaj Gazmend 257
Tirone Domenico 501
Tlucek Edward 262
Tonini Eugenio 541
Tonna Charles 540
Tonna Ivo 179
Torres Cuvillo Maria Guadalupe 119
Torres León Pablo Arturo 419
Toscazo Gracía Juan 506
Trávez Trávez Fausto Gabriel 177
Treserra i Llach Bernardí 198
Trezzani Guido 43, 59
Tri Peter 485
Tria Chiara Luciana 119
Trujillo Cano Amando 148, 480
Tufilli Chiara Paola 119
Tunno Massimo 258
Turbański Pius Antoni 263
Turco Giovanni 499
Turrisi Pietro 417
INDEX NOMINUM
U
Unanue Urrestarazu Javier 119-120, 297, 316
Urbina Rodríguez José Alirio 261
Uría Sandoval Marcelo 201
Uribe Fernando 524
Uribe Londoño Noel 538
V
Val Rouco María Teresa 297
Valarezo Luzuriaga Manuel 357, 512
Valenzuela Cares Catalina 325
Validžić Anđelko 367
Vallecillo Martín Miguel J. 63, 151-152, 155, 157,
168, 297, 316, 331, 336, 349, 401, 439, 467, 504,
510, 512, 516
Vallejo Lagos Mauro 44, 269-271, 349, 360, 495,
496, 512
Valustaut Sebastian 418
Valvasori Flaerdi Silvestre 420, 517
Van Avermaet Ulriek 373
Van den Eijnden Jan 168, 349
Van Hecke Didier 257
Van Leeuwen Bertulf 545
Van Munster Donolus 369
Varalda Filippo 366
Várnai Jacab 46, 58, 162, 169, 349 401, 436, 503,
512, 516-517
Vásquez Pérez Luis 540
Vavrek Dennis 45, 168
Vega Marrietta Salvación 119
Velotti Maria 79
Ventura González Héctor 260
Vera Ortiz Luis Gerardo M. 189
Vergeer Didymus 194
Veronesi David 363
Vetluhin Slavomyr 46
Vetrali Tecle 472
Viale Ermete 192
Vianelli Marco 258
Vidal Abellán Saturnino 418
Vidoeira José Cafasso 542
Vilar Oliver Salvador 166
Villalobos Avendaño Oscar G. 517
Villarruel Cervantes Pablo 187
Vinueza Puga Luis Alfonso 192
Visser-Pelsma Wilhelmina 149
Viterbo de Souza Rogério 419
Vittor Valerio 538
Vodopjanovas Linas 149
Volpi Fidenzio 360
Vos Otho 190
Vrdoljak Ilija 257
Vrgoč Miro 180
Vu Phan Long Francis Xavie 45
Vukoja Nikola 257
W
Walasik Katarzyna Malgorzata 119
Walsh Peter M. 372
Warat Bungan Wilhelmus 420
Warsono Damai 412, 518
Weigel Jovian 368
Weiss Eleonora Margherita 78
Werner Simon 538
Wickman Charles 200
Wierzbicki Mateusz 356
Wild Paul 370
Wilking Graig 262
Williams Peter 261
Wilson Ramos Mario 496
Witkowsi Rafał 356, 360
Woon Serena 480
Worster Anne Marie 119
Wouters Duchateau Rogelio 326
Wouters Rogelio 419
Xuan Thao Joseph 45
X
Y
Yaguanoy Iraipi Dámaso 419
Yamaya John Duns Scotus 44
Yarlequé Pérez Blanca Ginelda 119
Yong Cheol Dominico Kim 43
Young Clyde 537
Z
Zaggia Gianfrancesco 191
Zahner Paul 162, 180, 523
Zając Natanael 46
Zamorano Soto Saúl 419
Záň Peter 43
Zanetti Wilson 190
Zanzoni Simpliciano 191
Zatti De Mattia Eduardo José 43
Zavalloni Roberto 528, 553
Zegarra Guido 495
Železnjak Željko 257
Zella Galdino 369
Zerdin Bukovec Gerardo Antonio 512
Zilli Vitaliano 193
Zinnecker Willehad 542
Zonjee Esther 119
Zucca Vincenzo 368
Zuriarrain Telesforo 156, 334
Zvolenský Stanislav 388
557
TABULA MATERIARUM
PERIODICI «ACTA ORDINIS» FRATRUM MINORUM
(An. CXXVII, IANUARII - DECEMBRIS 2008 – N. 1-3)
EX ACTIS SUMMI PONTIFICI
Fasc. 1
1. Omelia di Benedetto XVI in occasione della
conclusione della settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani ..............................................3
2. Discorso di Benedetto XVI in occasione
della XII Giornata della Vita Consacrata ..................5
3. Discorso al Consiglio esecutivo delle unioni
internazionali dei superiori e delle superiore
generali ....................................................................7
4. Discorso ai partecipanti al corso annuale
promosso dalla Penitenzieria Apostolica ..................8
Fasc. 1I
1. Istruzione della Congregazione per gli Istituti
di Vita Consacrata e le Società
di Vita Apostolica..................................................205
2. Lettera della Congregazione sull’OFS d’Italia.....228
Fasc. 1II
1. XII Assemblea ordinaria
del Sinodo dei Vescovi..........................................377
2. Epistula apostolica Benedicti XVI DCC annis
elapsis ab obitu beati Ioannis Duns Scoti..............389
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
Fasc. 1
1. Omelia in occasione della Messa di suffragio per
i Frati Seán Collins, Aloísio Lorscheider,
Sebastião Assis De Figueiredo e José Gómez .........11
2. Intervento conclusivo nell’Incontro dei nuovi
Ministri provinciali e Custodi .................................13
3. Omelia nell’Eucaristia alla conclusione
dell’incontro con i nuovi Ministri e Custodi ...........15
4. Omelia in occasione della conclusione del
1° centenario della nascita e del 32° anniversario
della morte del SD Gabriele Allegra ......................17
5. Lettre à tous les Ministres
et Assistants de l’OSC.............................................19
6. Carta con ocasión de la Pentecostés 2008...............21
Fasc. 1I
1. Omelia nella Festa ................................................231
di santa Maria Mediatrice......................................231
2. Omelia nella veglia di preghiera ...........................232
delle Case dipendenti dal Ministro generale .........232
3. Saludo en el Encuentro de los Presidentes ............234
4. Omelia nell’Incontro con i Presidenti
delle Conferenze dei Ministri provinciali..............237
5. Letter to all Ministers and Custodes.....................238
6. Homily on the occasion of the
25th Anniversary of “Africa Project”.....................239
7. Carta a las Hermanas de la Orden
de la Inmaculada Concepción ...............................241
8. Lettera del Ministro generale
per la festa di santa Chiara ....................................243
9. Omelia al Capitolo generale delle Francescane
Missionarie del Cuore Immacolato di Maria.........247
10. Lettera sulla presenza di Frati
sul territorio di altre Province ...............................249
11. Omelia per l’apertura del perdono di Assisi ..........252
12. Accoglienza in Porziuncola
della Marcia Francescana 2008.............................254
Fasc. 1II
1. Homilía en la conclusión del 2º Encuentro
con los Responsables de los Vicariatos,
Prefecturas y Pelaturas ........................................393
2. Omelia nella veglia di preghiera con i giovani ....395
3. Omelia nella festa delle Stimmate
di san Francesco....................................................396
4. Lettera del Ministro e del Definitorio
generale per la Festa di san Francesco 2008 ........398
5. Discorso nell’incontro interreligioso
nell’anniversario dello «spirito di Assisi» ............401
6. Lettera dei Ministri generali del Primo Ordine
e del TOR per la conclusione del VII Centenario
della morte del beato Giovanni Duns Scoto..........405
7. Omelia per la chiusura del VII Centenario
della morte del Beato Giovanni Duns Scoto ........409
8. Omelia alla conclusione dell’incontro con
i Visitatori e dell’invio di nuovi missionari ..........411
9. Carta con ocasión de la solemnidad
del Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo..........412
E SECRETARIA GENERALI
Fasc. 1
1. Capitulum Prov. Fluvii Platensis
Assumptionis BMV in Argentina............................43
2. De trasitu ad aliud Institum.....................................43
3. Fund. S. Francisci Assisiensis
in Russia/Cazastania electiones .............................43
4. Capitulum Prov. Ss. Martyrum Iap. in Iaponia .......43
5. Capitulum Prov. S. Francisci Solano in Peruvia .....44
6. Electio extra Capitulum
Prov. S. Francisci Solano in Peruvia .......................44
7. Translatio Collegii S. Bonaventuræ
Cryptæ Ferratæ in Italia ..........................................44
8. Capitulum Prov. S. Francisci in Vietnamia .............45
9. Capitulum Cust. Aut. S. Ioannis Baptistæ
in Pakistania............................................................45
10. Extra Capitulum Prov. Christi Regis
in Canada electio.....................................................45
11. Extra Capitulum Prov. S. Michaëlis Archangeli
in Ukraina electio....................................................45
12. Visitatores generales ...............................................46
13. Domus suppressæ ...................................................46
14. Notitiæ particulares.................................................46
560
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Fasc. 1I
1. Electio extra Capitulum
Prov. Annuntiationis BMV in Albania ..................257
2. Electio extra Capitulum
Prov. S. Crucis in Brasilia.......................................257
3. Capitulum Intermedium
Prov. Ss. Cyrilli et Methodii in Croatia ................257
4. Capitulum
Prov. Trium Sociorum in Gallia/Belgio................257
5. Capitulum Prov. Seraphicæ
S. Francisci Assisisiensis in Italia .........................257
6. Capitulum Prov. Lyciensis
Assumptionis BMV in Italia .................................258
7. Capitulum Cust. Aut. S. Benedicti
de Amazonia in Brasilia ........................................258
8. Capitulum Intermedium
Prov. S. Mariæ Angelorum in Polonia...................258
9. Capitulum Prov. Picenæ
S. Iacobi de Marchia in Italia ................................258
10. Capitulum Prov. Romanæ
Ss. Petri et Pauli in Italia .......................................259
11. Capitulum Prov. Tridentinæ
S. Vigilii in Italia ...................................................259
12. Capitulum Prov.
S. Ioseph Sponsi BMV in Canada .........................259
13. Capitulum Intermedium Prov.
Ss. Francisci et Iacobi in Mexico ..........................259
14. Capitulum
Prov. S. Ioannis Baptistæ in USA..........................260
15. Capitulum Cust. Aut.
S. Claræ in Mozambico ........................................260
16. Provinciarum in Germania unio ............................260
17. Capitulum Prov. S. Fidei in Columbia ..................261
18. Capitulum Prov. B. Pacifici in Gallia ....................261
19. Capitulum Prov. Sardiniæ
S. Mariæ Gratiarum in Italia .................................261
20. Capitulum Intermedium
Prov. Assumptionis BMV in USA.........................262
21. Capitulum Prov. S. Pauli Apostoli in Melita..........262
22. Visitatores generales .............................................263
23. Domus suppressæ..................................................264
24. Notitiæ particulares ...............................................264
Fasc. 1II
1. Capitulum Prov. Siciliæ
Ss. Nominos Iesu in Italia ....................................417
2. Capitulum Prov. S. Michaëlis in Argetina ............417
3. Capitulum Intermedium
Prob. Hiberniæ in Hibernia ..................................417
4. Capitulum Cust. Aut. S. Francisci Assisiensis
in Papua Nova Guinea ..........................................417
5. Capitulum Prov. ss. Cordis Iesu in USA ..............418
6. Capitulum Prov. Dominæ Nostræ
de Guadalupre in America centrale et Panama......418
7. Capitulum Prov. Carthaginensis in Hispania ........418
8. Capitulum Cust. Aut. Nostræ Dominæ
Septem Gaudiorum in Brasilia..............................419
9. Capitulum Intermedium
Prov. S. Antonii in Bolivia ....................................419
10. Capitulum Intermedium
Prov. Ss. Trinitatis in Chilia ..................................419
11. Capitulum Prov. S. Evangelii in Mexico ..............419
12. Visitatores generales ............................................419
13. Domus suppressæ..................................................420
14. Notitiæ particulares ..............................................420
E SECRETARIATU
PRO FORMATIONE ET STUDIIS
Fasc. 1
1. Meeting of the Secretaries for Formation
and Studies of the SAAO Conference.....................47
2. «Laudatio» al Card. Umberto Betti OFM ...............49
4. Saludo y mensaje a la Universidad Franciscana
de México y a los primeros alumnos del master
en desarrollo docente ..............................................53
5. Saluto ai partecipanti della Giornata di Studio........54
6. Notitiae particulares................................................57
Fasc. 1I
1. Primer Encuentro de Frailes Profesores
y Investigadores de la Conferencia
Santa María de Guadalupe de la OFM ..................265
2. Congresso della Formazione nella
Provincia S. Antonio del Brasile ...........................266
3. Visita del Secretario general para la Formación y
los Estudios a la Prov. de San Pablo
Apóstol en Colombia ............................................266
4. Notitiæ particulares...............................................268
Fasc. 1II
1. Discorso in occasione dell’inaugurazione
dell’Anno Accademico 2008-2009
alla Pontificia Università Antonianum..................421
2. Discorso in occasione dell’inaugurazione
dell’Anno Accademico all’Istitutum
Biblicum Franciscanum ........................................424
3. XII Consiglio Internazionale Formazione
e Studi di Murcia (novembre 2008) ......................427
4. Visita alle Case di formazione delle Filippine ......435
5. Visita Case di formazione
delle Province in Germania ..................................436
6. Notitiae particulares..............................................436
E SECRETARIATU PRO
EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
Fasc. 1
1. Capitolo della Fondazione “S. Francesco”
in Russia e Kazakhstan ...........................................59
2. Seminário de Evangelização e Missão....................60
3. Congresso missionário latino-americano
e caribenho..............................................................63
Fasc. 1I
1. III Congreso Internacional de Educadores
Franciscanos..........................................................269
1. Crónica ...........................................................269
2. Ponencia del Ministro general .......................271
3. Conclusiones...................................................279
Fasc. 1II
1. Consiglio Internazionale per l’Evangelizzazione ....439
E POSTULATIONE GENERALI
Fasc. 1
1. Venerabili Servae Dei Mariae Caelinae a
Praesentatione (in saeculo: Ioannae Germanae
Castang) Beatorum honores decernuntur................75
2. Decretum super virtutibus Ven.
SD Francisci Mottola ..............................................76
3. Ponens in Causa SD M. Fidelis Weiss eligitur ........78
TABULA MATERIARUM
4. Validitas iuridica Inquisitionis in
Causa SD Aloisiae Velotti declaratur ......................79
5. Facultas Transumptum Inq. dioec.
in Causa SD Z. Negroni aperiendi ..........................79
6. Ponens in Causa SD Michaëlangeli Longo
eligitur.....................................................................80
7. Facultas datur Transumptum Inq. dioec.
in Causa SD C. Gatti aperiendi ...............................80
8. Validitas iuridica Inquisitionis dioec.
in Causa SD A. Seghezzi declaratur........................80
9. Ponens in Causa SD Francisci I. Bonifacio
nominatur................................................................81
10. Relator Causae SD Zachariae Negroni nominatur ..81
11. Validitas iuridica Inquisitionis dioec.
in Causa SD M. Saravia declaratur .........................81
12. Validitas iuridica Inquisitionis super miro
in Causa B. Baptistae Varano declaratur .................82
13. Relator in Causa SD Aloisii Sodo nominatur..........82
14. Validitas iuridica Inq. dioec.
in Causa SD Rosae Staltari declaratur ....................83
15. Competentia fori in Causa SD A. Alessandrini
Archiepiscopo Ianuensi datur .................................83
16. Facultas Trans. Inq. suppl.
in Causa SD M. T. De Vincenti aperiendi ...............83
17. Facultas datur exuvias Ven. SD M. Rosae
Flesch recognoscendi..............................................84
18. Ponens in Causa SD Odoardi Focherini eligitur .....84
19. Tertius peritus in Causa super miro intercessioni
Ven. SD Francisci Paleari tributo nominatur...........85
20. Relator nominatur in Causa SD Rosae Staltari .......85
21. Notitiae particulares................................................85
Fasc. 1I
1. Litterae Decretales quibus beato Antonio a Sancta
Anna Galvão de França Sanctorum honores
decernuntur ...........................................................283
2. Venerabili Dei Servae Mariae Rosae Flesch
(in saeculo Margaritae) caelitum Beatorum
tribuitur dignitas....................................................284
3. Decretum super virtutibus
SD Michaëlis Angeli Longo ...............................286
4. Decretum super virtutibus
SD Armidæ Barelli................................................288
5. Beatificazione della Ven. Maria Rosa Flesch ........290
6. Relator in Causa SD Melchioræ Saravia
nominatur ..............................................................293
7. Ponens in Causa SD Bernardini a
Portu Romatino nominatur....................................293
8. Validitas iuridica Inquisition.is dioec.
in Causa SD M. Franciscæ a I. declaratur .............294
9. Validitas iuridica Inquisitionis dioec. super
miro in Causa SD M. Iosephæ Micarelli
declaratur ..............................................................294
10. Validitas iuridica Inquisitionis dioec.
super vitutibus SD Antoniæ Lesino declaratur......295
11. Ponens in Causa SD M. Claræ Seraphinæ
Farolfi nominatur ..................................................295
12. Notitiae particulares ..............................................296
Fasc. 1II
1. Beatificazione del Servo di Dio
Francesco Giovanni Bonifacio..............................447
2. Canonizzazione di Maria Bernarda (Verena)
Bütler e di Alfonsa dell’Immacolata
Concezione (Anna Muttathupadathu) ..................451
561
3. Facultas Transumptum Inq. dioec.
in Causa SD Tullii Maruzzo aperiendi ..................458
4. Postulator gratias agit Summo Pontifici
pro Canonizationibus ............................................459
5. Summi Pontificis responsio et benedictio ............459
6. Relator eligitur in Causa SD Antoniae Lesino ......460
7. Facultas Transumptum super vita et virtutibus
Inq. dioec. in Causa B. Matthiæ aperiendi ............460
8. Facultas Transumptum Inq. dioec. super vita
et virtutibus in Causa SD Humilis
Soria Pons aperiendi ............................................460
9. Competentia in Causa SD Oderici D’Andrea
episcopo xinotegano conceditur............................461
10. La M. Agreda, apóstol de la palabra ....................461
11. Notitiae particulares..............................................464
STATISTICA
ORDINIS FRATRUM MINORUM
(31 Decembris 2007)
Fasc. 1
I. Relatio de statu personali et locali Ordinis..............87
II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel
Cust. Aut. adscripti ...............................................91
III. Fratres et domus secundum regiones .....................95
IV. Status domum et presentia fratrum in
singulis nationibus .................................................98
V. Provinciae vel Cust. Aut. juxta
numerum fratrum et novitiorum...........................101
VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum ..103
VII. Inter 2007 et 2006 comparatio .............................106
VIII. Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et
ad Gradus Academicos.........................................109
EX OFFICIO
PROCURA GENERALIS
Fasc. 1
1 Calendarium proprium
Ordinis Fratrum Minorum.....................................113
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
Fasc. 1
1. Conventus Præsidum Sororum Clarissarum .........119
Fasc. 1I
1 Encuentro de las Presidentas
de las Federaciones OIC........................................297
E “SERVITIO PRO DIALOGO”
Fasc. 1II
1. Seoul: dalla Gerusalemme terrestre
a quella celeste ......................................................467
EX OFFICIO OFS
Fasc. 1
1. Regolamento Internazionale della
Gioventù Francescana ..........................................145
2. Bosnia ed Erzegovina – Corso di formazione
per gli Assistenti spirituali OFS-GiFra..................147
3. Repubblica Ceca – Corso di formazione
per Assistenti spirituali OFS-GiFra.......................148
4. Italia: San Giovanni Rotondo – Jammin
Festival JPII ..........................................................148
5. Lituania – Capitolo nazionale dell’OFS ...............149
562
AN. CXXVII – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2008 – N. 3
Fasc. 1I
1. Bosnia ed Erzegovina –
Costituita la Fraternità nazionale dell’OFS...........325
2. Croazia - Pellegrinaggio nazionale
in onore di S. Elisabetta ........................................325
3. Cile - Capitolo Nazionale Elettivo
e Visita Fraterno-Pastorale all’OFS ......................325
4. Portogallo Visita Fraterna e Pastorale all’OFS .......................326
5. Indonesia - Capitolo nazionale elettivo.................326
6. Australia - Incontro Internazionale della
GiFra e Giornata Mondiale della Gioventù 2008 ..327
7. Hong Kong - Capitolo elettivo ..............................328
Fasc. 1II
1. Capitolo generale dell’OFS ..................................473
2. Lettera dei Ministri generali del Primo Ordine
e del TOR sull’OFS italiano..................................478
3. Risposta alla petizione a Benedetto XVI ..............479
4. Malaysia – Capitolo regionale elettivo ................480
5. Angola – Visita fraterna e pastorale, Seminari
di formazione e Capitolo nazionale
elettivo dell’OFS ..................................................480
6. Guatemala – Capitolo nazionale elettivo ..............481
7. Portogallo – Capitolo nazionale elettivo ..............481
8. Vietnam – Seminario di formazione OFS ............481
9. Malawi – Visita fraterna e pastorale......................481
10. Malawi – Capitolo nazionale elettivo ..................482
11. Ungheria – Incontro della Presidenza CIOFS ......482
AD CHRONICAM ORDINIS
Fasc. 1
1. De itineribus Ministri Generalis............................151
1. Epifania 2008 all’Aracoeli in Roma...............151
2. Visita a la Fraternidad de Estambul...............151
3. Visita a la Provincia Bética ............................152
4. Visita al Santuario de Arantzazu ....................156
5. Visita fraterna alla Provincia di Napoli .........157
6. Visita fraterna ai Frati in Siria .......................158
7. Visita ai Frati in Libano .................................159
8. Visita alla Provincia di Lituania.....................161
9. Incontro con i Frati che lavorano
in Svizzera.......................................................162
10. Visita alla Provincia di S. Michele
in Ucraina.......................................................162
11. Visita a la Custodia de San Benito en
Amazonas, a la Provincia de N. Sra. de
Asunción (Bacabal) y a la Fundación de
N. Sra. de las Gracias (Piauí)
en Brasil. ........................................................163
12. Visita al Noviciado de la Conferencia
Cono Sur.........................................................166
13. Visita alla Provincia di san Girolamo
in Croazia .......................................................167
2. Incontro del Definitorio con i nuovi
Ministri provinciali e Custodi ...............................168
3. Centenario dell’ordinazione presbiterale
di Fr. Agostino Gemelli.........................................169
4. Incontro della CFF ................................................173
5. The General Definitory met the
English-speaking Conference of Ministers
Provincial (ESC)...................................................174
6. Laboratorio formativo della Conferenza
Nord-Slavica.........................................................176
7. Notitiæ particulares...............................................176
Fasc. 1I
1. De itineribus Ministri Generalis............................329
1. Visita alla Provincia di Cristo Re ...................329
2. Visita a diversas Entidades ............................331
de CONFRES (España) ..................................331
• Congreso de las Concepcionistas.................331
• Visita a la Custodia de
San Francisco Solano ..................................332
• Visita a la Provincia de
San Gregorio Magno de Castilla .................332
• Visita a la Provincia de Arantzazu..............334
3. Visite à la Province de
saint Benoît l’Africain du Congo ....................336
• Visite à Kinshasa.........................................336
• Visite à Mbuji-Mayi ....................................337
• Visite à Lubumbashi....................................338
• Visite à Kolwezi, Maison d’Étude
de Philosophie et Théologie ........................338
4. Visite à la Province de saint François
d’Afrique orientale, Madagascar et Maurice .340
5. Minister General’s visit to Australia...............341
6. XXVIII Marcia Francescana
a piedi verso Assisi .........................................343
2. Giornata di studio per i cento anni della Rivista
Archivum Franciscanum Historicum
(Quaracchi 1908-Grottaferrata 2008)....................344
3. VI Convegno di Greccio .......................................345
4. Veglia di preghiera delle Case dipendenti
dal Ministro generale ............................................348
5. Incontro dei Presidenti delle Conferenze
dei Ministri provinciali..........................................349
6. Assemblea Nazionale Parroci
e Vicari parrocchiali della COMPI........................350
7. Presentación del libro “Los hermanos menores ante el
cambio de época” ..................................................351
8. Il Centro francescano di
studi orientali cristiani al Cairo .............................353
9. Incontro del Definitorio generale con
i Frati che lavorano presso la Santa Sede ..............355
10. “Fontes Franciscani” (XIII-XIV sæc.)
in latino-polacco....................................................356
11. Notitiæ particulares...............................................356
Fasc. 1II
1. De itineribus Ministri Generalis............................483
1. Saluto ed invio a Gerusalemme
di sei Sorelle Clarisse ....................................483
2. Visita alla Provincia di Torino dopo
l’aggressione subita da 4 frati a Belmonte ....484
3. Celebrazione delle Stigmate
di san Francesco ............................................485
4. Visit to the Foundation of Myanmar and
Meeting with the Conferences of Asia
and Oceania ..................................................485
5. Visita alla Provincia veneta di
sant’Antonio di Padova ..................................488
6. Visita alle Province di Foggia e di Lecce ......491
7. XX UCLAF ....................................................494
8. Visita alle Province OFM di Salerno,
Napoli e Benevento ........................................497
9. Visita alla Provincia di sant’Antonio
a Monaco di Baviera in Germania ................503
10. El Ministro general celebra con la Bética
el primer siglo franciscano en Guadalupe ....504
TABULA MATERIARUM
2.
3.
4.
5.
6.
11. Celebración del centenario de la Prov. de los
santos Francisco y Santiago en México ........505
12. Visit to the Province of the Immaculate
Conception, England, ....................................507
13. Inaugurazione del Collegio S. Isidoro
in Roma ..........................................................508
14. Visita a la Provincia de Valencia,
Aragón y Baleares ..........................................509
Secondo incontro del Definitorio generale con
i Vicariati, le Prefetture e le Prelature affidati
all’Ordine dei Frati Minori....................................510
Giornata di studio in occasione di venticinque
anni di presenza del Romitorio delle Stigmate ....513
Incontro dei Visitatori
con il Definitorio generale ....................................516
La Bibbia in cinese di Gabriele Maria Allegra......518
Notitiæ particulares ..............................................520
BIBLIOGRAPHIA
Fasc. 1
1. Libri ......................................................................179
2. Extracta.................................................................180
Fasc. 1I
1. Libri ......................................................................359
Fasc. 1II
1. Libri ......................................................................523
563
NECROLOGIA
Fasc. 1
1. Fr. Zef Pllumi .......................................................181
2. Mons. José H. Gómez González ofm....................182
3. Fr. Leonardo (Ausencio) Sánchez Zamarripa .......183
4. Fr. Adriano Garuti .................................................183
5. Fr. Onorio Pontoglio .............................................184
6. Anno 2005 mortui sunt .........................................186
7. Anno 2006 mortui sunt .........................................186
8. Anno 2007 mortui sunt .........................................187
9. Anno 2008 mortui sunt .........................................189
Fasc. 1I
1. Fr. Pedro Musmeci ................................................361
2. Anno 2005 mortui sunt .........................................363
3. Anno 2008 mortui sunt .........................................363
Fasc. 1II
1. Fr. Gino Concetti ..................................................524
2. Fr. Roberto Zavalloni, ofm....................................528
3. Fr. Michele Piccirillo ............................................531
4. Anno 2005 mortui sunt ........................................533
5. Anno 2007 mortui sunt ........................................534
6. Anno 2008 mortui sunt ........................................534
CACCIOTTI ALVARO – MELLI MARIA (a cura di)
Francesco a Roma dal signor Papa.
Atti del VI Congresso storico di Greccio, 9-10 maggio 2008.
In occasione dell’VIII centenario dell’approvazione della prima regola.
Edizioni Biblioteca Francescana, Milano 2008, pp. 424.
Con l’ausilio di illustri studiosi gli Atti del VI convegno di Greccio – che si è svolto nei giorni 9-10 maggio 2008 con il titolo: Francesco a Roma dal signor Papa – prendono in esame
uno dei passaggi capitali della storia dell’Ordine dei Frati minori: l’incontro di Francesco e
dei suoi primi compagni con Innocenzo III per avere l’approvazione della loro forma di vita.
È certo che con l’incontro romano, avvenuto nel maggio del 1209, Francesco e il gruppo di
Frati danno corso più ampio alla loro esperienza cristiana. L’intento di avere una regola approvata viveva della premessa di fondare un Ordine canonicamente eretto? Quali sono gli intenti veri? Quali i personaggi coinvolti in questo passaggio e quali le concezioni e le conseguenti strategie messe in atto dai vari attori dell’evento? A tali interrogati rispondono le varie relazioni pubblicate nel presente Volume.
PERUGINI LUIGI (a cura di)
Enchiridion dell’Ordine dei Frati Minori. Documenti 1990-2002, II.
Edizioni L.I.E.F., Vicenza 2008, pp. XX+1234.
È uscito il secondo Volume dell’Enchiridion OFM , con i Documenti dell’Ordine, dei Ministri generali della Famiglia Francescana o riguardanti l’Ordine. L’Enchiridion «è una sorta di
diario, attraverso il quale è possibile ripercorrere o conoscere la recente storia dell’Ordine.
Ogni documento, ogni messaggio, ogni lettera è il frutto di avvenimenti che hanno segnato la
strada percorsa dai Frati Minori negli ultimi anni. Questi testi sono, quindi, come la chiave
d’accesso per tornare a quei fatti e cercare di capire come i Frati Minori sono stati presenti
nella storia della Chiesa e del mondo» (dalla Presentazione di Fr. José R. Carballo, Ministro
generale).
MESSA PIETRO (a cura di)
San Francesco e la Porziuncola. Dalla “chiesa piccola e povera” alla Basilica di Santa
Maria degli Angeli. Ed. Porziuncola, S. Maria degli Angeli 2008, pp. 518.
La Porziuncola, «chiesa piccola e povera», è stata importante non solo nella vicenda di frate
Francesco, ma anche nel costituirsi della fraternitas minoritica e nella storia dei Frati Minori. Una seria ed approfondita conoscenza dei fatti, di cui è stata spettatrice la piccola chiesa
della campagna di Assisi, è perciò la condizione indispensabile per chi, ad ottocento anni di
distanza, cerca di comprendere il senso profondo di quegli avvenimenti e come essi sono stati ricordati, raffigurati e celebrati lungo i secoli.