LM4 Cinque elementi per allestire un home studio

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LM4 Cinque elementi per allestire un home studio
Davide Boido
“Cinque elementi per
allestire un home
studio”
Corso di Home recording
www.infiniteart.it
Complimenti!
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modificarne il contenuto senza il permesso scritto dell'autore. È vietata la vendita: i
materiali presentati hanno solo fini didattici e collegati allo studio personale.
Buon divertimento!
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Consiglio rapido:
Se vuoi scoprire subito come allestire il tuo home studio e imparare a registrare e
produrre la tua musica in appena dieci settimane, assicurati di leggere questa pagina
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“Produrre musica
tranquillamente a casa
tua”
L’idea di allestire un home studio è un pensiero che prima o poi fa capolino
nella testa di ogni musicista. A tutti è capitato di avere necessità di registrare il
proprio strumento. Quante volte capita di trovare, improvvisando, studiando o
esercitandosi, “l’idea del secolo”? Un riff di chitarra potente, un fill di batteria da
urlo, una linea vocale, un assolo di basso.
Ecco, questo è il punto di partenza. L’idea. Non è ancora “l’idea del secolo”,
ma con il giusto lavoro ci si può mettere sulla buona strada. Qui, entra in gioco
l’elemento chiave, che è appunto l’home studio. Certo, non è l’unico punto
cardine per riuscire a trasformare una piccola bozza in una hit da Grammy, ma
sicuramente ricopre un ruolo importante e attivo nel processo di produzione
di un brano.
La possibilità di registrare una semplice idea permette di ampliare
notevolmente le possibilità creative, permette di sperimentare centinaia di
alternative e consente di avere immediati riscontri sull’andamento del lavoro
svolto. Per esempio: devo creare un assolo di chitarra per il nuovo pezzo della
mia band. Bene, la possibilità di procedere avendo gli altri strumenti registrati mi
mette in condizione di ottimizzare al massimo il processo creativo e alla fine
della sessione di lavoro posso in cinque minuti condividere la mia performance
con gli altri membri del gruppo, per avere un loro riscontro senza dover
aspettare di vederli la prossima settimana in sala prove.
Per questi motivi, data l’importanza e il valore che hanno tutte le fasi di
produzione musicale, è fondamentale avere le idee chiare sull’allestimento di
un home studio.
Un home studio (come uno studio di registrazione, mix o mastering vero e
proprio) deve essere plasmato in base alle proprie esigenze e necessità. È
quindi necessario prima di tutto essere ben consapevoli della “ragione di vita”
della nostra postazione di lavoro; una situazione atta alla pura e semplice
registrazione di una chitarra sarà notevolmente diversa da una dedicata alla
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produzione di musica elettronica. Come è anche vero che non è indispensabile
acquistare un mixer analogico da 72 canali quando la mia necessità è quella di
mixare le mie due tracce di chitarra acustica e voce.
Dunque è bene tenere presente che ci sono (almeno) 5 elementi fondamentali
da considerare nella costruzione del proprio home studio:
-Microfono
-Computer
-Scheda audio
-Monitor
-Stanza
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“Microfono”
“Perché avere un microfono? A me basta registrare il mio basso entrando
direttamente con il cavo nella scheda audio, non mi serve un microfono.”
Beh, questa potrebbe essere un’affermazione valida in realtà, ma avere un
microfono a disposizione fa sempre comodo. Intanto è un’arma in più. I prezzi
sono vari e un buon microfono dinamico non costa troppo. Un microfono può
sempre essere utile. Lo posso usare per registrare il mio strumento, lo posso
usare per cantare, lo posso anche più semplicemente usare per delle
annotazioni o per avere dei riferimenti.
Ovviamente per un cantante è fondamentale, ed averne uno personale è
un’ottima cosa. È in tutto e per tutto uno strumento, capace di caratterizzare la
voce in un certo specifico modo: il fatto di avere, in sala o dal vivo, un microfono
che conosco, mi può solo avvantaggiare, perché so come si comporta e sono
in grado di sfruttarlo al massimo.
Per un chitarrista vale lo stesso discorso. Innanzi tutto mi dà la possibilità di
registrare il suono del mio amplificatore, senza dover passare attraverso
simulatori. Inoltre, come sopra, è uno strumento che posso imparare a
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conoscere, in relazione al mio ampli e al sound che voglio ottenere, avendo così
più possibilità di riuscire a riprodurre un suono conosciuto (e riconoscibile)
anche dal vivo. Senza contare che può anche servire mentre mi sto esercitando
con la chitarra a casa e mi salta in mente una linea melodica per un’eventuale
voce. Molte volte mi è capitato di avere una bella idea e dimenticarla dopo dieci
minuti! Per questo scopo, però, basta un qualsiasi microfono: può essere quello
del cellulare o quello integrato del computer. In questo caso ha una funzione di
“promemoria”.
Resta sempre evidente come ogni scelta debba essere commisurata al tipo
di esigenza che si ha. Infatti, nulla mi vieta di comprare un bel microfono a
valvole Neumann U67 se ho bisogno di registrare voci al top (e se possiedo un
pre-amplificatore super, un convertitore trasparente e una sala trattata
acusticamente). Dato che si trovano microfoni, con caratteristiche differenti, per
ogni fascia di prezzo, si tratta solo di individuare, con i giusti consigli e magari
provando con mano, il prodotto adatto alla mia necessità.
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“Computer”
Diciamo che ultimamente il computer è diventato un problema sempre meno
rilevante. Le macchine attuali consentono performance un tempo
impensabili, e questo gioca a nostro favore. I computer moderni hanno una
capacità di calcolo più che sufficiente a permetterci di gestire le sessioni di
registrazione e mix casalinghe. Non sono più fondamentali costose schede con
processori dedicati atte a sopperire alle scarse prestazioni dei calcolatori di
qualche anno fa.
Di nuovo, però, bisogna saper individuare la soluzione giusta. Mi basta il
vecchio pc che ho in casa da 7 anni? Devo comprare l’ultimo Mac Pro con tutti
gli upgrade possibili? Alla seconda domanda risponderei di no. Non è
necessario. Certo, non è vietato, anzi, mi ritroverei con il computer che quasi
sicuramente diventerà lo standard negli studi di registrazione nei prossimi anni.
Ma è davvero quello che mi serve? Quanto alla prima domanda, la risposta
potrebbe essere un bel “dipende”. Cioè, siamo chiari, 7 anni sono parecchi, ma
se il computer era già un bel quad core, con qualche GB di RAM, sempre
tenuto in ordine ed efficiente, allora potrebbe già dare qualche soddisfazione.
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Avere un pc performante permette di lavorare in maniera fluida e rapida,
dandoci la possibilità di utilizzare plugin e software “pesanti” per ottimizzare al
massimo le nostre registrazioni in fase di editing e mix, senza rischiare di dover
attendere ore per processare le nostre tracce.
Infine, per i più moderni e audaci, esiste ancora una possibilità. In fondo sono
dei computer a tutti gli effetti. Se la personale esigenza lo consente, perché non
utilizzare lo smartphone o il tablet? Su questi dispositivi si può ormai comporre,
registrare e anche mixare. Premessa. Il risultato non sarà sicuramente di livello
professionale, ma si possono comunque sfruttare diverse app per creare magari
dei groove di batteria da tenere a mente o realizzare delle mini pre-produzioni
indicative da usare come guida per sessioni di lavoro successive. Sicuramente
possono essere utilizzati per suonare dal vivo (vedi per esempio Jordan Rudess,
tastierista dei Dream Theater, con le sue numerose app). Sta a noi usare al
meglio gli strumenti che abbiamo a disposizione.
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“Scheda audio”
La scheda audio è quel dispositivo che si occupa di relazionare l’ambiente
analogico con quello digitale. In altre parole è l’interfaccia tramite cui possiamo
convertire un segnale analogico in digitale e viceversa. Ci sono centinaia di
modelli di schede audio, tutti accomunati dalla presenza di porte per l’ingresso
del segnale, porte per il segnale in uscita e un convertitore A/D-D/A.
Partiamo dal setup più semplice. Mi bastano un iPhone o un iPad e un
simpatico giochino chiamato iRig; ora posso suonare la chitarra avendo a
disposizione decine e decine di simulatori di amplificatori, pedali ed effetti. Non
solo: l’app di iRig mi permette anche di registrare alcune tracce. Quindi, se la
mia necessità è quella di avere una situazione in cui voglio giusto avere la
possibilità di registrare parti di voce, chitarra, basso con rapidità, oppure
esercitarmi senza dover per forza avere a portata di mano l’ampli e la mia
immensa pedaliera, questa è una soluzione immediata ed economica.
Se invece ho bisogno di fare le cose con un po’ più di cura, se voglio avere una
postazione più seria, con il mio bel computer e una scheda audio per lavorare
in comodità sulla mia scrivania, allora devo nuovamente pensare al motivo che
mi spinge a comprare un’interfaccia audio.
Suono la chitarra acustica e canto: sceglierò una scheda con almeno due
ingressi, due uscite per le casse e magari una per le cuffie. Sono batterista: ho
un bel numero di microfoni e devo registrare la batteria. Quanti ingressi
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microfonici mi servono? 8? Bene, comprerò un dispositivo che mi consenta di
collegare i miei otto microfoni.
Le scelte possibili sono davvero tante, per tutte le tasche, si tratta solo di
individuare il proprio obiettivo e di avere un bel progetto dettagliato di ciò che
dovrà essere l’home studio che sto andando a costruire.
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“Monitor”
Ok, quasi sicuramente sembrerò banale, ma fare questa precisazione non costa
nulla. Con la parola monitor si intende il sistema di monitoraggio audio, i
dispositivi di ascolto, non lo schermo del computer.
Detto questo, i principali sistemi di monitoraggio sono le casse (monitor) e le
cuffie. Perché ho bisogno di comprare dei monitor o delle cuffie? Non mi
bastano le casse integrate del portatile? Beh, direi che qui la risposta è in ogni
caso no. È molto importante, fondamentale, avere un sistema di ascolto
affidabile, preciso e il più lineare possibile, in grado di riprodurre con fedeltà
quanto registrato. Facciamo un esempio. Utilizzo le casse integrate del mio
portatile per mixare. Questi altoparlanti, per forza di cose, non sono in grado di
riprodurre fedelmente tutto lo spettro di frequenze udibili. Banalizzando,
supponiamo che non siano in grado di riprodurre le basse frequenze. Ecco,
mixando su questo sistema, per riuscire a sentire le frequenze più basse,
tenderò ad aumentarne il volume a livelli inverosimili. Quando ascolterò il
risultato sullo stereo di casa, o in macchina, il risultato sarà completamente
diverso e quasi sicuramente fastidioso e impreciso.
Il fatto di poter avere subito un riferimento affidabile e noto, mi permette di
lavorare in tranquillità e al meglio delle mie possibilità. Per questo è importante
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avere un buon sistema di monitoraggio e soprattutto conoscere il sistema che
sto utilizzando. A questo punto qualcuno si sarà stufato per la mia ridondanza,
ma continuo a ribadire la necessità di stabilire, in fase di progettazione, lo
scopo dello studio.
Se so che nel mio condominio potrebbe essere poco tollerato l’uso di grandi
monitor o se non ho il giusto spazio sulla scrivania per posizionare delle casse,
una giusta soluzione può essere l’acquisto di un bel paio di cuffie comode, che
mi permettano di mixare i miei progetti stando seduto sul divano senza rischio di
disturbare i vicini. Ho una grande scrivania e non ho problemi nel lavorare ad alti
volumi, posso comprare una bella coppia di monitor di qualità.
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“Stanza”
Stanza? Cosa vuol dire stanza? Diciamo che è un espediente per parlare di
diverse problematiche che si devono affrontare nella progettazione di un home
studio, relativamente all’ambiente in cui sarà posizionato.
Nel senso più diretto del termine, ho bisogno di una stanza appropriata, un
luogo che, se non esclusivamente riservato alla funzione di studio, dovrà essere
adattato e modificato per essere funzionale. La gestione dello spazio è
importante. Devo avere la possibilità di lavorare in una condizione confortevole,
devo potermi muovere, avere tutto a portata di mano, senza rischio di pericoli.
Ogni strumento ha e deve avere la sua precisa collocazione, dal
posizionamento dei monitor alla disposizione dei cavi. Non posso pensare di
lavorare bene se non ho spazio per muovere il mouse sulla scrivania e se rischio
di far cadere le casse tirando qualche cavo ogni volta che muovo la sedia.
La mia postazione di lavoro mi deve consentire di trovarmi in un punto in cui
l’ascolto è ottimale rispetto ai monitor, in cui l’illuminazione è tale da non
affaticare troppo la vista e in cui posso permettermi di imbracciare la chitarra
senza sbattere da tutte le parti.
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Un altro discorso da tenere a mente è quello dell’acustica della stanza. È un
argomento decisamente complesso e difficile da affrontare, ma, dato che non
dobbiamo costruire la regia di uno studio di registrazione, ci possiamo
accontentare di qualche piccolo accorgimento. Uno studio dovrebbe essere
teoricamente isolato da contaminazioni sonore esterne e si dovrebbe evitare
di consentire a fonti interne di disturbare all’esterno. Dato che non possiamo
costruire muri spessi un metro e appositamente trattati, sta a noi individuare la
stanza più adatta ai nostri scopi. Nel caso in cui non fosse possibile, si può
procedere all’acquisto di dispositivi acustici atti a isolare o a rendere più
controllata l’acustica di un locale. L’idea è quella di limitare i problemi,
nell’evidente impossibilità di cancellarli completamente, cosa che richiederebbe
un progetto a monte della costruzione dell’edificio.
Il trattamento, insieme ad un corretto posizionamento all’interno della stanza, è
un procedimento fondamentale ai fini di un valido e fedele ascolto in fase di mix,
dato che limita interferenze dovute a fattori esterni e contaminazioni generate da
onde sonore stazionarie e riflessioni non controllate.
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Come mettere in pratica
queste idee:
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Pensa, fra nemmeno tre mesi avrai imparato come programmare le parti di
batteria e tastiera e come registrare voci, bassi e chitarre. Conoscerai tutti i
trucchi del mestiere per ottenere un mix perfetto utilizzando equalizzatori,
compressori, delay e riverberi. Sarai in grado di esportare il tuo lavoro per
condividere la tua musica con chi vuoi!
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