Riscoprire un mondo di colori, per tingere quel filo di lana coi
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Riscoprire un mondo di colori, per tingere quel filo di lana coi
82 Attività Ersa Ennio Pittino ERSA – Servizio divulgazione, assistenza tecnica e promozione RISCOPRIRE UN MONDO DI COLORI, PER TINGERE QUEL FILO DI LANA COI COLORI DEL MONDO Camminando lungo un sentiero può capitare di smarrire qualcosa. Una cosa semplice e povera ma, per noi, ricca d’immenso valore affettivo… … e magari dopo un anno, lungo lo stesso percorso, tra milioni di fiori colorati, lo sguardo viene attratto da un piccolo oggetto, che mal si cela tra l’irsuta erba dell’alta quota. Increduli e sospesi, fra stupore e meraviglia, riconosciamo quanto avevamo perso e oramai dimenticato… … lo raccogliamo, lo stringiamo tra le mani ed in un istante riaffiorano alla mente i ricordi più intimi e cari. Dolcezza o commozione? Sensazioni incommensurabili s’impadroniscono di noi stessi. Anche quando all’improvviso riemergono nella mente culture e tradizioni lungamente dimenticate, percepiamo queste emozioni… … come riscoprire l’“ARTE TINTORIA”, utilizzando ciò che la natura offre durante l’inesorabile volgere delle stagioni: foglie, fiori, bacche, cortecce, frutti… … riscoprire un mondo di colori, per tingere quel filo di lana coi colori del mondo. 1 Campioni di lane tinte 1 IL PROBLEMA All’inizio del 2007, in occasione di alcune visite programmate presso allevamenti di pecore della zona montana del Friuli, emerge un dilemma non trascurabile: nelle stagioni della tosatura la lana, che un tempo rappresentava per le famiglie una risorsa insostituibile, diviene un problema di difficile soluzione. Nessuno è interessato al suo recupero ed utilizzo. Viene considerata “sottoprodotto animale” e pertanto oggetto di problemi di smaltimento. DALL’IDEA AL PERCORSO FORMATIVO Nell’immediata primavera nasce la proposta di organizzare un primo Corso, a carattere sperimentale, di “LAVORAZIONE ARTIGIANALE DELLE LANE INFELTRITE”. L’iniziativa è rivolta principalmente agli allevatori di ovini, o loro familiari, della zona montana della nostra regione (vedi Notiziario ERSA n° 3/2007 pag. 57). Il Corso proposto ed articolato in 16 ore di lezione teorico-pratiche riscuote un notevole interesse e, nei giorni 12-13 maggio 2007, presso il CESFAM (Centro Servizi Foreste e Attività per la Montagna) di Paluzza si concretizza l’attività sperimentale programmata. Dopo la divulgazione di questa singolare esperienza, attraverso la trasmissione radiofonica domenicale “VITA NEI CAMPI”, il Notiziario ERSA e le reti televisive locali, si manifestano numerosi stimoli per avviare un secondo Corso, analogo al precedente. Nei giorni 24 - 25 maggio 2008, sempre a Notiziario ERSA 1/2009 2 2 Preparazione del feltro 3 Laboratorio didattico 4 Rosa canina 5 Erbacee tintorie Paluzza presso la sede del CESFAM, si svolge la seconda edizione del Corso dedicato al feltro. La Signora Rosa Fontana di Lisignago (TN), docente sia del primo che del secondo Corso, coinvolge tutti, trasmette non solo conoscenze e manualità, ma anche entusiasmo e piacere di condividere queste esperienze. Ovviamente si lavora con lane naturali lavate e cardate. Per ottenere i risultati cromatici desiderati (fiori, farfalle, ecc.) si deve ricorrere a piccoli fiocchi di lana tinteggiata, sapientemente disposti ed infeltriti assieme alla lana base, fino a raggiungere ciò che avevamo in mente. DA 3 L’ATTIVITÀ La durata programmata del Corso è stata di 16 ore, articolate tra sabato 4 e domenica 5 ottobre. Gli argomenti trattati dalla Signora Fontana, docente anche di questo corso, sono stati: - individuazione e raccolta di materiale vegetale spontaneo e idoneo alla tintoria; - tecniche di estrazione e fissaggio dei colori; - lezioni pratiche di tintoria della lana di pecora. Attraverso queste attività ogni partecipante ha potuto apprendere, in modo essenzialmente pratico, le tecniche di base che permettono di trasferire i pigmenti vegetali che determinano la tinta, alle fibre naturali della lana di pecora. IDEA NASCE IDEA… Durante questi Corsi, appare ovvio che c’è una continua trasmissione di “saperi” e di conoscenze, magari acquisiti solo per via verbale, da persone anziane che hanno vissuto quei periodi storici in cui la parola “consumismo” non conosceva definizione, in cui tutto era finalizzato ad un’oculata economia domestica. Riemergono racconti di esperienze di tintoria della lana con il mallo delle noci e con altri “vegetali” autoctoni conosciuti da secoli. A questo punto prende corpo anche l’idea di tingere la lana, un veloce passaparola si diffonde tra i partecipanti e si coinvolgono anche quelli del primo Corso. Telefonate, e-mail, fax, programmi, autorizzazioni, materiali, disponibilità del docente e della sede ed ecco, l’IDEA si concretizza nei giorni 4 - 5 ottobre scorsi. Presso l’ormai insostituibile sede del CESFAM di Paluzza si svolge il primo Corso di “TINTORIA DELLA LANA CON MATERIALE VEGETALE SPONTANEO”. 4 5 84 6 6 Colori lane Mordenzatura della lana in soluzione di allume di rocca 7 Bagno nella tintura di foglie di salvia selvatica 8 Saturazione del colore, con foglie di cavolo-verza 9 Prove di viraggio per diversificare le tonalità 10 Le fasi che si susseguono nel procedimento artigianale di tintoria, possono essere così riassunte: a) Si prepara la lana ponendola in acqua tiepida e lasciandola in ammollo per alcuni minuti. b) Si procede alla “mordenzatura” immergendo la matassa, dopo averla sgocciolata, in una soluzione di acqua e allume di rocca e riscaldandola fino ad ebollizione per 10 ÷ 15 min. Ciò predispone la fibra a ricevere e trattenere successivamente i pigmenti vegetali. c) In un recipiente a parte si prepara dell’acqua con l’essenza vegetale “bagno della tintura”, vi si immerge la lana appena mordenzata, si porta nuovamente ad ebollizione per un tempo che può variare da 5 a 20 min. d) Si trasferisce la lana in una bacinella e si copre col liquido, filtrato ma ancora caldo della tintura, lasciando raffreddare. Durante questo tempo la lana raggiunge la saturazione del colore. e) Durante la fase d) si possono effettuare dei viraggi, che permettono di ottenere diverse tonalità, utilizzando varie sostanze: sale, aceto, bicarbonato o alcool. Solo con una costante e attenta registrazione di tutto ciò che si fa durante queste lavorazioni, si potrà comunque raggiungere risultati apprezzabili. f) Dopo i viraggi, ed alla fine del raffreddamento, rimane solo l’effettuazione di un buon risciacquo e lasciar sgocciolare ed asciugare la lana in luogo ventilato e ombreggiato. NOTE La mordenzatura, secondo tradizione, veniva effettuata con acqua calda e cenere “bianca” derivante dalla combustione di legna di faggio; l’utilizzo di cenere derivante da piante resinose poteva “macchiare” le lane. Il procedimento sopra descritto è quello a caldo; per tingere a freddo, dopo la mordenzatura, si deve porre la lana in acqua fredda, 7 8 9 10 Notiziario ERSA 1/2009 11 Gruppo del corso assieme alle parti vegetali prescelte, lasciare in ammollo per diversi giorni, fino alla fermentazione. Solo allora si potranno effettuare eventuali viraggi e poi il risciacquo e l’asciugatura. Il “bagno della tintura” può essere riutilizzato per un secondo ciclo, ovviamente con risultati cromatici più tenui. CONCLUSIONI Questi brevi corsi, dedicati alla riscoperta di tradizioni e culture legate al mondo rurale, hanno sicuramente coinvolto tutti i parteci- panti. Entusiasmo ed interazione di esperienze hanno condotto ad un elevato apprezzamento dell’iniziativa. Certamente manca l’aspetto più scientifico dell’argomento: le leggi di chimica e di biologia che da sempre guidano queste sperimentazioni. Chissà se in futuro si potrà affrontare questi approfondimenti che, più che il “come”, rendono giustizia sui “perché” si verifichino determinati effetti cromatici nelle lane che tingiamo di natura e che ci regalano il calore ed il piacere di indossarle. Per maggiori informazioni rivolgersi a : Ennio Pittino, ERSA Servizio divulgazione, assistenza tecnica e promozione U.P. di TOLMEZZO Tel. 0433 / 40 807 - e-mail: [email protected]