Circolare n. 42 del settembre 2016
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Circolare n. 42 del settembre 2016
N. 42 -S ET TE MB RE 20 16 Ripubblichiamo in questo numero della nostra Circolare S. A. V. nove preghiere e riflessioni che Luca Zacchi, fratello in fede aderente a “Sentieri Antichi Valdesi”, ha pubblicato nel suo Blog dal 1 9 al 26 agosto 201 6 in occasione del Sinodo della Chiesa Valdo-Metodista. Esprimono tutta la sofferenza di un credente che guarda ad una chiesa come quella valdese che, un tempo di luminosa testimonianza all'Evangelo secondo i principi della Riforma protestante, se ne sta sempre di più allontanando per rincorrere le seduzioni delle ideologie mondane e che per questo inaridisce sempre di più. Preghiere per il Sinodo Valdese 201 6 Dopo essere stato criticato per queste preghiere, Luca Zacchi scrive (in un post successivo): 1 . Le ossa secche dei cristiani “La mano del SIGNORE fu sopra di me e il SIGNORE mi trasportò mediante lo Spirito e mi depose in mezzo a una valle piena d’ossa. Mi fece passare presso di esse, tutt’attorno; ecco erano numerosissime sulla superficie della valle, ed erano anche molto secche. Mi disse: «Figlio d’uomo, queste ossa potrebbero rivivere?» E io risposi: «Signore, DIO, tu lo sai». Egli mi disse: «Profetizza su queste ossa, e di’ loro: “Ossa secche, ascoltate la parola del SIGNORE!” Così dice il Signore, DIO, a queste ossa: “Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e voi rivivrete; metterò su di voi dei muscoli, farò nascere su di voi della carne, vi coprirò di pelle, metterò in voi lo spirito, e rivivrete; e conoscerete che io sono il SIGNORE”». Io profetizzai come mi era stato comandato; e come io profetizzavo, si fece un rumore; ed ecco un movimento: le ossa si accostarono le une alle altre. 8 Io guardai, ed ecco venire su di esse dei muscoli, crescervi la carne, e la pelle ricoprirle; ma non c’era in esse nessuno spirito. Allora egli mi disse: «Profetizza allo Spirito, profetizza figlio d’uomo, e di’ allo Spirito: Così parla il Signore, DIO: “Vieni dai quattro venti, o Spirito, soffia su questi uccisi, e fa’ che rivivano!”». Io profetizzai, come egli mi aveva “Un amico (?) valdese su FaceBook mi ha chiesto come mi permetto di fare certe preghiere per il Sinodo. Ho lasciato cadere. Però mi è tornato in mente, leggendo di altre polemiche, inutili, per altre “preghiere non richieste” (sic): In che senso, avrei dovuto chiedergli, lo faccio qui? Pensi di non averne bisogno? Pensi di essere perfetto e che la tua chiesa lo sia? Le faccio, rassegnati, e prego per il ritorno tuo e della chiesa di cui fai parte, all'ubbidienza piena alla Parola di Dio, perché mi sembra che sia, che siate, su un sentiero che non porta da nessuna parte (buona). Prego per voi, valdesi e non, più o meno peccatori che voi siate, e spero, spero vivamente che qualcuno faccia lo stesso per me. Giuro che non mi offendo, anzi... Anche (Continua a pag.2 prima colonna) 1 (Continua a pag.2 seconda colonna) (Seguito da pag.1 seconda colonna) (Seguito da pag.1 prima colonna) comandato, e lo Spirito entrò in essi: tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, grandissimo. Egli mi disse: «Figlio d’uomo, queste ossa sono tutta la casa d’Israele. Ecco, essi dicono: “Le nostre ossa sono secche, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti!”. Perciò, profetizza e di’ loro: Così parla il Signore, DIO: “Ecco, io aprirò le vostre tombe, vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi ricondurrò nel paese d’Israele. Voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando aprirò le vostre tombe e vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio! E metterò in voi il mio Spirito, e voi tornerete in vita; vi porrò sul vostro suolo, e conoscerete che io, il SIGNORE, ho parlato e ho messo la cosa in atto”, dice il SIGNORE» (Ezechiele 37). se, mi perdonerete, ma così dice di fare la Scrittura, fino in fondo, solo in Lui”. Aggiungiamo, in margine, che chi reagisce a queste preghiere sincere, in realtà le critica perché ormai è guidato da uno spirito diverso da quello della maggior parte dei credenti evangelici del presente e del passato. Si tratta di uno spirito che sorge dalla critica radicale alle Sacre Scritture e che ne relativizza l'autorità, assumendone un'altra, quella del mondo e delle filosofie in esso prevalenti. Immaginando di essere fedeli a Cristo ed all'Evangelo, essi se ne fanno un'immagine distorta e “riveduta”. Si privano così, rendendosene estranei, dello Spirito Santo e di ogni autentica spiritualità, quella che sorge dalla Sua opera rigenerante. Motivo di più per pregare per loro, affinché Dio ne abbia misericordia ed apra i loro occhi, strappandoli al triste loro destino. La visione delle ossa secche del profeta Ezechiele. Sono ossa secche anche quelle dei cristiani che, oggi, hanno reciso il loro legame con la Parola di vita del Cristo, con la Parola che promette e dona lo Spirito, con la Parola che, sola, dona la vita vera. Sono ossa secche quelle di tante chiese e comunità, chiuse in sé stesse, incapaci di rinnovarsi (e senza la Parola, annunciata, proclamata con fedeltà e parresia, testimoniata contro ogni speranza e contro le false speranze del mondo come potrebbero?), che avvizziscono… La SAV valorizza il culto al Signore Ma abbiamo la forza della preghiera. Abbiamo la misericordia, l’amore del Signore per la Sua Chiesa, abbiamo la certezza del dono dello Spirito. Torniamo con forza a chiederlo, fratelli e sorelle, per la chiesa valdese e per tutte le chiese cristiane che si sono intiepidite nella loro testimonianza di fedeltà. Perché il Signore non le rigetti dalla Sua bocca, ma torni a dar loro il dono della fede, il dono della vita. Perché soffi su di loro un vento nuovo, perché torni a soffiare su di loro il vento dello Spirito. Venerdì sera 26 agosto abbiamo avuto nella località Piantà di Villar Pellice (TO) il culto presso la vecchia scuola valdese Talmon, con Santa Cena e predicazione del past. P. Castellina. Il culto al Signore (l'ascolto della Sua Parola, la preghiera ed il canto dei Salmi) non è per la S.A.V. un'attività accessoria, ma centrale. Non solo il culto, infatti, Gli è dovuto sempre, ma è da Lui che riceviamo la forza e le indicazioni per la nostra vita e per le attività della S.A.V. che intendiamo sempre finalizzare alla Sua gloria. Il culto deve essere svolto non in modo disordinato e soggettivo, ma deve essere espresso secondo la volontà di Dio espressa ed esemplificata nel Nuovo Testamento. In esso il canto dei Salmi (e in genere della Parola di Dio, non delle composizioni umane) deve essere preminente. Il culto, inoltre, lo intendiamo in comunione di fede con i cristiani che ci hanno preceduto nella tra- Perché tornino a riconoscere ed a cercare il Signore solo e soltanto nella Sua Parola che è Via, Verità e Vita. Sola Via, Sola Verità, Sola Vita. Sola Scriptura. Amen, secondo la Tua volontà. Luca Zacchi, il 19 agosto 2016. (Continua a pag.3 prima colonna) dizione valdese e riformata, di cui onoriamo la riflessione teologica e liturgica. Ecco perché valorizziamo le antiche liturgie valdesi e riformate, che seguiamo volentieri, non formalmente, ma nello spirito che le caratterizzava. Un buon numero di partecipanti (provenienti anche da lontano) ci ha incoraggiato e contiamo di ripeterlo ogni qual volta ci sarà possibile. 2 (Seguito da pag.2 seconda colonna) 2. Il Corpo Pastorale. Chi è il pastore? Perché l’esame di fede? Oggi a Torre Pellice, prima seduta (una seconda seduta solitamente si tiene nel corso dello stesso) del Corpo Pastorale Valdese e Metodista, prima dell’apertura ufficiale del Sinodo, fissata per domenica 21 agosto. Cos’è il Corpo Pastorale? Il documento intitolato “Disciplina Generale delle Chiese Evangeliche Valdesi” (in sigla DV/1974) all’articolo al numero 16, intitolato “Corpo Pastorale – Attribuzioni” recita che “L’insieme dei pastori costituisce il corpo pastorale che è l’organo tecnico per formulare pareri teologici sugli argomenti che gli sono sottoposti. Al corpo pastorale compete inoltre l’esame di fede dei candidati al ministero pastorale“. Per avere una idea di massima di come si svolge e di cosa si parla, si può leggere sul sito della Chiesa Valdese la cronaca della stessa giornata dello scorso anno, 19 agosto 2015, a cura di Winfrid Pfannkuche. amputazione è una perdita di attività, ma senza giunture è una massa immobile. A questa immagine si rifà la teologia riformata, la «congregazione dei fedeli», per usare l’espressione cara a Calvino, è attiva quando è alimentata, fa esercizio e cura le sue disfunzioni. A questo servono i ministri: a nutrirla, disciplinarla, educarla, curarla. Per capire meglio chi sia il pastore, che idea di vocazione c’è dietro, cosa sia l’esame di fede e come tutto questo sia cambiato nel corso degli anni, ritengo utilissimo un articolo letto sul settimanale Riforma lo scorso anno, scritto da Giorgio Tourn, che vi riporto per intero qui di seguito. Un articolo problematico, che chiama le cose per nome, come si suol dire, e fa chiaramente capire come sia necessaria una profonda riflessione sul concetto di ministero pastorale. I ministri, cioè gli amministratori della Parola, quelli che abitualmente chiamiamo pastori, hanno il compito di nutrire la Chiesa con la predicazione. Come la si debba intendere non è tema di questo articolo, si potrà solo notare che non ogni discorso fatto dal pulpito è necessariamente predicazione: un salmo, una testimonianza, un insegnamento (I Corinzi 14, 26) edificano la chiesa più di una mediocre predicazione. In quest’ottica il ministro della Parola è figura complessa, fra il profeta e l’apostolo, per questo si può parlare di «vocazione», perché è chiamato: né Geremia né Paolo si sono eletti da sé ministri di Dio. All’epoca della Riforma, in una situazione di totale rivolgimento, con le chiese senza più preti, non era difficile crearsi un posticino pastorale; di qui la necessità di un controllo: è ministro della Parola chi è stato chiamato a questo incarico dagli altri ministri o dai magistrati (siamo nel Cinquecento, non oggi). Di qui l’istituzione caratteristica del corpo pastorale, che si fa garante del ministro stesso: ha le qualità tecniche, la conoscenza per esercitare il ministero. Abbiamo visto in un articolo (apparso sull’ultimo numero di Protestantesimo) come il problema si è posto negli ultimi due secoli nelle chiese valdesi. Nel primo Novecento infatti il concetto di vocazione si spostò dal corpo pastorale al soggetto: un ministro dell’Evangelo deve avere una coscienza molto chiara e forte della sua vocazione, deve essere consapevole che è in quella situazione per volontà del Signore, non assume quella missione di sua iniziativa, né per conto terzi, quello che è in gioco non è la sua partita ma quella di Dio. Può accadere che questa «vocazione» sia del tutto soggettiva, sono sempre esistite persone convinte di essere chiamate dal Signore a una missione straordina- Vocazione: sacerdozio universale non vuol dire “ministerialità generale” Quale rilievo l’idea di vocazione, riferita in particolare al ministero pastorale, abbia avuto nelle chiese riformate è il tema di un libro e non di un articolo; cercheremo di dare una risposta sintetica facendola precedere da due osservazioni preliminari. La prima riguarda il sacerdozio universale. Il termine, così spesso usato e abusato fra noi, riguarda la salvezza, non il ministero. Significa che la grazia non è gestita dalla casta sacerdotale ma è universale, è concessa da Dio a ogni credente ad opera di Cristo, unico sacerdote. Il fatto che sia abolita la mediazione sacerdotale non significa che il ministero sia esteso alla comunità dei credenti in una ministerialità generale, per cui tutti sono egualmente ministri. La seconda considerazione riguarda la realtà del ministero. Nel Nuovo Testamento troviamo, per quel che riguarda la vita della chiesa, intesa come comunità di credenti, due impostazioni entrambe incentrate sull’immagine del corpo. In I Corinzi 12 la grazia di Cristo per ogni credente è associata a un dono che si esplica in una partecipazione attiva, ogni membro è responsabile della vita e dell’attività comune. In Efesini (4, 11-16), la Chiesa, corpo di cui Cristo è il capo, è presentata come una struttura organica, il cui funzionamento efficiente è assicurato delle giunture. Secondo gli esegeti, con questa espressione si allude ai ministeri (versetto 11); senza membra il corpo non esiste e ogni (Continua a pag.4 prima colonna) 3 (Seguito da pag.3 seconda colonna) ria, per questo si è mantenuta fra noi la presentazione pubblica del candidato pastore. La sua entrata in carica non è un atto amministrativo fra lui e l’istituzione, ma un rendere conto del suo percorso alla Chiesa. Celebrare un sinodo è quindi cercare un modo di camminare insieme, di tracciare una strada da percorrere insieme, come comunità, come chiesa, analizzando o una singola questione in particolare (i sinodi nella chiesa cattolica hanno solitamente questa caratteristica), o un numero più o meno limitato di questioni di interesse esteso a tutte le chiese locali e particolari (il sinodo valdo-metodista ordinario ha questa seconda caratterizzazione). Con l’esame di fede la Chiesa verificava un tempo la dottrina del candidato, successivamente si accertava che egli intendesse vivere il ministero come una missione e non una professione. Allora cos’è un pre-sinodo? Un esempio utile per capire può essere preso dal recente sinodo cattolico sul tema della famiglia. Ci sono stati diversi incontri pre-sinodali, tenuti dai vescovi e dai loro esperti teologi o di una determinata area geografica, o di una determinata tendenza od orientamento. Oggi, nell’attuale situazione di profonda ricerca, a far problema non è la vocazione ma il ministero: i due articoli sul tema comparsi nello scorso numero di Riforma, fra l’indagine sociologica e l’interrogativo, dicono chiaramente che stiamo navigando a vista. Nei riferimenti che abbiamo fatto al passato l’immagine della Chiesa era quella di una realtà strutturata, di militanti con alcune idee chiare, ne conseguiva un’idea chiara di vocazione. In una società liquida come quella attuale, in cui si muove a fatica una chiesa liquida, destrutturata, in cui il ministero è indefinito, anche la vocazione si dissolve. Forse erano così anche le comunità apostoliche, di cui Corinto è un caso esemplare, e a gestirle faceva fatica anche l’apostolo Paolo; non a caso dopo di lui è venuta l’epoca dei vescovi. Usando un termine non religioso diremmo a ragione che si tratta di incontri di tipo obbisltico. E diremmo bene. Giacché la parola inglese “lobby” si ritiene derivi dalla parola latina medievale “laubia”che stava ad indicare una loggia, un portico; Shakespeare la usò per indicare un corridoio, un passaggio. Un incontro pre-sinodale è quindi un incontro che si propone di indirizzare la discussione del sinodo in una particolare direzione, o vuole imporre all’attenzione un gruppo particolare o un tema particolare. Il tema scelto dalla FGEI, i giovani evangelici, è quello dell’immigrazione, mentre la FDEI, le donne evangeliche, hanno evidentemente scelto di riflettere su se stesse. (scritto da Giorgio Tourn) Una cosa che sicuramente possiamo fare noi, oggi, è la preghiera di cui scrivevo stamani. Una preghiera perché una rinnovata intimità con la Parola di Dio faccia riscoprire ai pastori ed a tutti i membri di chiesa che, se la Scrittura non è il centro di tutto, la chiesa, non solo il ministero, perde del tutto il suo senso. Nel primo caso il tema dell’immigrazione è già tra i temi centrali del Sinodo di quest’anno, visto che è al centro della cronache di questi tempi, e visto che è partita da poco l’iniziativa dei cosiddetti “corridoi umanitari” (gestita dalla Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane e dai cattolici della Comunità di Sant’Egidio, finanziata quasi per intero dai soldi dell’8 per mille) e che questa sarà oggetto della cosiddetta ‘serata pubblica’ del Sinodo (il 22 agosto). Una scelta… che vince facile! per la FGEI. Luca Zacchi, il 19 agosto 2016. 3. Prima del Sinodo Valdese: i PreSinodi. Città terrena o Città di Dio? Riprendo dal sito della chiesa valdo-metodista l’annuncio dei cosiddetti pre-sinodi cbe si tengono nella giornata di domani. Nel secondo caso, quello della impronunciabile FFEVM assieme alla FDEI, una scelta autoreferenziale a mio avviso e che non influenzerà il dibattito in alcun senso. Il sinodo è preceduto da due “pre-sinodi” entrambi sabato 20 agosto: quello dei giovani della FGEI, Federazione giovanile evangelica in Italia (dalle 13 nella Casa unionista di Torre Pellice con grigliata, discussioni, serata di festa) sul tema “(Non) aprite quella porta…?”; e quello delle donne della FDEI, Federazione donne evangeliche in Italia, e della FFEVM, Federazione femminile evangelica valdese e metodista, (dalle 15.30 nella sala Scroppo della biblioteca comunale di Torre Pellice) sul tema “Innovatrici, complementari o scomode. Donne delle chiese evangeliche”. In entrambi i casi le consuete tematiche sociali, ormai protagoniste assolute dei sinodi valdo-metodisti, con la Scrittura, mi spiace scriverlo perché so che non per tutti è così, ma per la maggioranza mi pare proprio esserlo, ridotta al libro che è aperto sul leggio al centro. Non il Libro, ma un libro, o al massimo il Libro più importante. Non il Libro che orienta tutti i lavori dell’assemblea, alla luce del quale l’assemblea cerca di leggere come il progetto di Dio si sviluppa nella realtà, ma un libro pure amato, pure importante, con le citazioni del quale si cerca di provare la propria visione del reale. Cos’è un pre-sinodo? Anzitutto occorre essere certi di aver capito bene cosa sia un sinodo. Dalla parola greca ODOS che vuol dire STRADA e dal prefisso greco SUN, che significa insieme. Non la visione di Dio, ma la propria, quella della lettura so- (Continua a pag.5 prima colonna) 4 ciale operata dalla Chiesa che si sostituisce alla ricerca dei modi più opportuni per realizzare l’opera di Dio. La scelta dei pre-sinodi insomma mi pare confermare il trend degli ultimi anni che vede le chiese valdo-metodiste concentrate sulla realizzazione della miglior città degli uomini, della miglior città terrena possibile (peraltro a mio modo di vedere senza riuscirci e cedendo di continuo alle logiche mondane, del cosiddetto ‘progresso’) invece che nella faticosa ed in controtendenza opera di edificazione della città di Dio. Magari qualcuno si ricorda, le due città di cui scrive Agostino di Ippona… “È accaduto perciò che, nonostante tutti i popoli che vivono sulla Terra e hanno diverse religioni, diversi costumi e si distinguono per la diversità delle lingue, delle armi, dell’abbigliamento, non esistono tuttavia che due generi di società umana, che opportunamente potremmo chiamare secondo le nostre Scritture, due città. Evidentementel’una è formata di uomini che vogliono vivere secondo la carne, l’altra di quelli che vogliono vivere secondo lo spirito, ciascuno nella propria pace, che essi raggiungono quando conseguono ciò che ricercano” (De civitate Dei, XIV, 1). tutto in tutti” (De civitate Dei, XIV, 28). (Agostino, La città di Dio, Rusconi, Milano, 1984, pagg. 643, 691-692) Spero che l’andamento dei lavori del Sinodo mi smentisca… Lo spero davvero, e prego perché questo accada. Luca Zacchi, il 19 agosto 2016. 4. Camminando insieme verso la casa di Dio 1. Due amori quindi hanno costruito due città: l’amore di sé spinto fino al disprezzo di Dio ha costruito la città terrena, l’amore di Dio spinto fino al disprezzo di sé la città celeste. “Poi mi condusse alla porta, alla porta che guardava a oriente. Ecco, la gloria del Dio d’Israele veniva dal lato orientale. La sua voce era come il rumore di grandi acque e la terra risplendeva della sua gloria. La visione che io ebbi era simile a quella che io ebbi quando venni per distruggere la città; queste visioni erano simili a quella che avevo avuta presso il fiume Chebar; e io caddi sulla mia faccia. La gloria del SIGNORE entrò nella casa per la via della porta che guardava a oriente. Lo Spirito mi portò in alto e mi condusse nel cortile interno; ed ecco la gloria del SIGNORE riempiva la casa. Io udii qualcuno che mi parlava dalla casa; un uomo era in piedi presso di me. Egli mi disse: «Figlio d’uomo, questo è il luogo del mio trono, il luogo dove poserò la pianta dei miei piedi; io vi abiterò per sempre in mezzo ai figli d’Israele; la casa d’Israele e i suoi re non contamineranno più il mio santo nome con le loro prostituzioni e con i cadaveri dei loro re sui loro alti luoghi, come facevano quando mettevano la loro soglia presso la mia soglia, i loro stipiti presso i miei stipiti, così che non c’era che una parete fra me e loro. Essi contaminavano così il mio santo nome con le abominazioni che commettevano; perciò io li consumai, nella mia ira. Ora allontaneranno da me le loro prostituzioni e i cadaveri dei loro re, e io abiterò in mezzo a loro per sempre. Tu, figlio d’uomo, mostra questa casa alla casa d’Israele e si vergognino delle loro iniquità. Ne misurino il piano e, se si vergognano di tutto quello che hanno In ultima analisi, quella trova la gloria in sé stessa, questa nel Signore. Quella cerca la gloria tra gli uomini, per questa la gloria più grande è Dio, testimone della coscienza. Quella solleva il capo nella sua gloria, questa dice al suo Dio: Tu sei mia gloria e sollevi il mio capo. L’una, nei suoi capi e nei popoli che sottomette, è posseduta dalla passione del potere; nell’altra prestano servizio vicendevole nella carità chi è posto a capo provvedendo, e chi è sottoposto adempiendo. La prima, nei suoi uomini di potere, ama la propria forza; la seconda dice al suo Dio: Ti amo, Signore, mia forza. 2. Nella prima città, perciò, i sapienti, che vivono secondo l’uomo, hanno cercato i beni del corpo o dell’anima o tutti e due; oppure quanti hanno potuto conoscere Dio non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti (cioè gonfiandosi nella loro sapienza sotto il potere dell’orgoglio), sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell’incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili (nella pratica di questa idolatria essi sono stati alla testa dei popoli o li hanno seguiti). Hanno venerato e adorato la creatura al posto del Creatore, che è benedetto nei secoli. Nell’altra città invece non v’è sapienza umana all’infuori della pietà, che fa adorare giustamente il vero Dio e che attende come ricompensa nella società dei santi, uomini e angeli, che Dio sia 5 (Continua a pag.6 prima colonna) quella zavorra, poi potrà salire e rimanere alla Sua presenza. fatto, fa’ loro conoscere la forma di questa casa, la sua disposizione, le sue uscite e i suoi ingressi, tutti i suoi disegni e tutti i suoi regolamenti, tutti i suoi riti e tutte le sue leggi; mettili per iscritto sotto i loro occhi affinché osservino tutti i suoi riti e tutti i suoi regolamenti e li mettano in pratica. Questa è la legge della casa. Sulla sommità del monte, tutto lo spazio che deve occupare tutto intorno sarà santissimo. Ecco, questa è la legge della casa” (Ezechiele 43). Questo è il luogo del mio trono, ci ammonisce il Signore, questa è la legge della casa, questa è la legge della casa! Fare Sinodo significa camminare insieme verso la casa di Dio ripromettendosi di conoscere e rispettare la legge della casa di Dio. Preghiamo per i fratelli e le sorelle della chiesa valdese e metodista, per tutti i credenti di tutte le chiese cristiane, perché si ricordino che sono in cammino verso la casa di Dio, che questo cammino va fatto con gioia, perché è sorta per noi una Luce da oriente che illumina il retto sentiero, ma va fatto con responsabilità e senza pesi inutili, perché la casa di Dio ha una Legge, fatta di amore e di misericordia di Dio verso di noi, di cui dobbiamo esser degni, rispettandone i comandi. Perché la casa di Dio è nel Suo luogo santissimo, sul Suo santo monte. “Ma sei tu, mio compagno, mio amico e confidente; ci legava una dolce amicizia, verso la casa di Dio camminavamo in festa” (Salmo 55). Mi sono rallegrato quando m’hanno detto: «Andiamo alla casa del SIGNORE». I nostri passi si sono fermati alle tue porte, o Gerusalemme” (Salmo 122). Fare Sinodo significa camminare insieme. Camminare insieme verso dove? Ci risponde il salmista che il cammino che il credente fa in comune con gli altri credenti è quello che porta alla casa del Signore. Il cammino che fa il credente è quello che conduce alla casa di Dio. Ed è un cammino che si fa con gioia, da fare con gioia, perchè porta verso la casa dove abita la salvezza, un cammino che porta verso quel luogo dove non c’è buiò, nè oscurità, dove non c’è più bisogno di luce di lampada o di luce di sole, perchè basta ad illuminare il credente la gloria del Signore. Togliamoci i calzari, laviamoci le piedi, le mani ed il capo, ed apprestiamoci alla Sua Presenza, pregando che Egli ci voglia accogliere. Fare Sinodo significa camminare insieme verso la casa di Dio. Camminare insieme cercando cosa: la gloria del Signore. Il profeta Ezechiele perciò ci mette in guardia. La gloria del Signore, la ricerca della gloria del Signore, la ricerca della città, della casa di Dio, è il destino naturale del credente. Come per l’uomo di carne la luce del sole sorge da Oriente, e lì bisogna cercarla, così per l’uomo dello Spirito la Vera Luce sorge da Oriente, è il Verbo Incarnato, è la Parola del Signore, è il Figlio di Dio, e lì e soltanto lì occorre rivolgersi. Perchè il Sinodo si svolga in rigoroso ascolto della Parola di Dio. Perchè venga da tutti riconosciuto che solo nella Parola di Dio è la Verità. Perchè questa Verità venga testimoniata con coraggio e con franchezza, sforzandosi di entrare per la porta stretta, senza cedere a compromesso alcuno con il mondo e con le menzogne che questo propone. Amen, Signore. Luca Zacchi, il 20 agosto 2016 5. Pregando per il Sinodo Valdese, primo giorno. Amen, o Eterno, secondo la Tua Volontà. «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli;32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Giovanni 8). Fare Sinodo significa camminare insieme verso la casa di Dio alla ricerca della Luce Vera che sorge da Oriente. «Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini» (Atti 5) Arrivati sulla soglia di questa casa però il Signore ci ammonisce, attraverso le parole del profeta. La casa di Dio ha delle regole, sono i suoi comandamenti, i suoi precetti, i suoi comandi, quelli che sono scritti nella Parola, quelli che lo Spirito ha scritto nel profondo delle nostre anime. Quelli occorre seguire e non altri. Perciò al Figlio d’uomo è dato il compito di farci vedere dall’alto la casa di Dio e di metterci in guardia. Entra nella casa di Dio, è ammesso al Suo cospetto chi conosce le regole della casa, chi conosce le regole della casa e le ama, chi conosce le regole della casa e le rispetta. Perché la casa di Dio è nel luogo santissimo, sulla sommità del monte di Dio. E non può rimanere in un luogo santissimo colui che ha il cuore impuro. Non può resistere sulla sommità di un monte chi ha uno zaino carico di peccati, di iniquità, di mancanze agli occhi del Signore. Prima deve liberarsi da “E’ meglio essere divisi per la Verità, che uniti nella menzogna, è meglio dire la Verità che fa male ma poi guarisce, che la menzogna che conforta e poi uccide; è meglio essere odiati per aver detto la Verità, che essere amati per aver raccontato menzogne. E’ meglio stare soli con la Verità, piuttosto che sbagliare per stare con la moltitudine” (Pastore Yves A. Brault). Luca Zacchi, il 21 agosto 2016 6 (Continua a pag. 7prima colonna) 6. Guai a voi! – pregando per il Sinodo valdese e per tutte le chiese “Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare. [Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché divorate le case delle vedove e fate lunghe preghiere per mettervi in mostra; perciò riceverete maggior condanna.] Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché viaggiate per mare e per terra per fare un proselito; e quando lo avete fatto, lo rendete figlio della geenna il doppio di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: Se uno giura per il tempio, non importa; ma se giura per l’oro del tempio, resta obbligato. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che santifica l’oro? E se uno, voi dite, giura per l’altare, non importa; ma se giura per l’offerta che c’è sopra, resta obbligato. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che santifica l’offerta? Chi dunque giura per l’altare, giura per esso e per tutto quello che c’è sopra; 21 e chi giura per il tempio, giura per esso e per Colui che lo abita; e chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi siede sopra” (Matteo 23). La presentazione del movimento dei “Sentieri Antichi Valdesi“, cui aderisco, dice tra l’altro che: “La S.A.V. è un movimento ecclesiale valdese riformato che si prefigge di far conoscere, difendere e promuovere i principi informatori dell’antico movimento valdese e della Riforma protestante classica, fondati sul presupposto che la Bibbia è integralmente Parola di Dio e regola della nostra fede e della nostra condotta. Questi principi sono testimoniati dalla Confessione valdese di fede del 1655 che, insieme alle altre confessioni di fede della Riforma detta calvinista, crediamo esprimere fedelmente l’insegnamento dell’Antico e del Nuovo Testamento.” Guai a voi, scribi e farisei ipocriti… Guai a voi, uomini di chiesa, che pervertite a vostro piacimento quanto è detto e scritto nella Parola di Dio. Guai a voi, uomini di chiesa, che dite di avere fede in Dio, ed invece confidate nell’uomo. Guai a voi, uomini di chiesa, che fidate nel progresso invece che nella Provvidenza. Guai a voi, che dite di credere nello Spirito, e invece interrogate gli spiriti, vi affidate a maghi, indovini e futuristi. Anche oggi, molti leggono “calvinista” e non capiscono bene cosa si intende, perché con il passare del tempo si sono diffuse molte letture sempliciste su ciò che si intende per calvinismo e su chi è un calvinista. Guai a voi, che dite di credere al Padre Creatore, e ne pervertite il piano facendo scempio della natura e delle sue leggi. Interessante la citazione che segue (riportata oggi su Facebook dal fratello Andrea Lavagna) del pastore e teologo R. C. Sproul: Guai a voi, che dite di credere al Figlio Salvatore, e cercate la salvezza nel potere, nel denaro, nella mera conoscenza umana. “Una volta ho sentito il presidente di un seminario presbiteriano dire: ‘io non sono un calvinista, perché non credo che Dio porta con sé alcune persone, scalciando e urlando contro la loro volontà, nel regno, mentre esclude gli altri dal suo regno che vogliono disperatamente essere là.’ Sono rimasto stupito quando ho sentito queste parole. Non pensavo fosse possibile che il presidente di un seminario presbiteriano potesse equivocare in questo modo la teologia della sua chiesa. Stava recitando una caricatura che era molto lontana dal Calvinismo. Il calvinismo non insegna e non ha mai insegnato che Dio porta la gente scalciando e urlando nel regno o ha mai escluso qualcuno che voleva essere lì. Ricordate che il punto cardinale della dottrina Riformata della predestinazione si basa su l’insegnamento biblico della morte spirituale dell’uomo. L’uomo naturale Guai a voi, che dite di credere allo Spirito Consolatore, e cercate consolazione nei riconoscimenti di questo mondo. Stolti e ciechi! Stolti e ciechi noi, se guardiamo altrove invece che alla Parola di Dio! Luca Zacchi il 22 agosto 2016. 7. La Riforma, il Calvinismo, le sue caricature 7 (Continua a pag.8 prima colonna) Luca Zacchi il 22 agosto 2016. non vuole Cristo. Egli solo vuole Cristo se Dio pianta il desiderio di Cristo nel suo cuore. Una volta che il desiderio è stato piantato, coloro che vengono a Cristo non vengono scalciando e urlando contro la loro volontà. Vengono perché vogliono venire. Ora desiderano Gesù. Si precipitano al Salvatore. Il punto della grazia irresistibile è che la rinascita scuote qualcuno alla vita spirituale in modo tale che Gesù è ora visto nella sua dolcezza irresistibile. Gesù è irresistibile per coloro che sono stati vivificati per le cose di Dio. Ogni anima il cui cuore batte con la vita di Dio anela per il Cristo vivente. Tutti coloro che il Padre dona a Cristo verranno a Lui. (Giovanni 6:37) “. 8. Preghiera per la Chiesa, nei giorni del Sinodo Valdese “Una voce si è fatta udire sulle alture; sono i pianti, le suppliche dei figli d’Israele, perché hanno pervertito la loro via, hanno dimenticato il SIGNORE, il loro Dio. «Tornate, figli traviati, io vi guarirò dei vostri traviamenti!».«Eccoci, noi veniamo da te, perché tu sei il SIGNORE, il nostro Dio. Certo, è vano il soccorso che si aspetta dalle alture, dalle feste strepitose sui monti; certo, nel SIGNORE, nel nostro Dio, sta la salvezza d’Israele. La vergogna ha divorato il prodotto della fatica dei nostri padri, sin dalla nostra giovinezza: le loro pecore e i loro buoi, i loro figli e le loro figlie. Noi abbiamo la nostra vergogna come giaciglio e la nostra infamia come coperta, poiché abbiamo peccato contro il SIGNORE, il nostro Dio: noi e i nostri padri, dalla nostra infanzia sino a questo giorno; non abbiamo dato ascolto alla voce del SIGNORE, il nostro Dio». «Israele, se tu torni», dice il SIGNORE, «se tu torni da me, se togli dalla mia presenza le tue abominazioni, se non vai più vagando qua e là, se giuri per il SIGNORE che vive, con verità, con rettitudine e con giustizia, allora le nazioni saranno benedette in lui e in lui si glorieranno». Poiché così parla il SIGNORE alla gente di Giuda e di Gerusalemme: «Dissodatevi un campo nuovo, e non seminate tra le spine!Circoncidetevi per il SIGNORE, circoncidete i vostri cuori, uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme, affinché il mio furore non scoppi come un fuoco, e non s’infiammi al punto che nessuno possa spegnerlo, a causa della malvagità delle vostre azioni!» (Geremia 3:21-4:4 – Ufficio delle Letture Giovedì XXI Tempo Ordinario). Molto probabilmente, credo io, tanti di quelli che lo conoscono non vogliono capire Giovanni Calvino, perché Giovanni Calvino nella sua proposta teologica chiede all’uomo una adesione piena, totale ed incondizionata alle dottrine bibliche, basata sul presupposto, sopra riportato, che la Bibbia è integralmente Parola di Dio e regola della nostra fede e della nostra condotta. Una adesione scomoda per i più, anche tra gli stessi riformati. Un po’ come, consentitemi il paragone, l’adesione di un cattolico al Vangelo “sine glossa” che predicava Francesco d’Assisi, che poi quella adesione la viveva in modo conseguente però, esattamente come faceva Calvino a Ginevra. Entrambi ne pagarono le conseguenze, tra i loro stessi fratelli e nelle loro stesse comunità. Ci sono infatti tante caricature di Francesco d’Assisi nel mondo cattolico, quante di Giovanni Calvino nel mondo riformato. Molto più che il vero Giovanni Calvino quindi è conosciuta una delle tante sue caricature, specie nel mondo riformato cosiddetto liberale, che di Calvino in realtà si vuole e si deve liberare! Ricordo, visto che siamo in tempo di Sinodo Valdese, che la Riforma alla quale i Valdesi aderirono, a Chanforan, nel 1532, è per l’appunto la Riforma svizzera (calvinista ma non solo; il discorso è complesso, se a qualcuno interessa possa suggerire testi di approfondimento come quello cui faccio spesso riferimento di Patrizio Foresta, testi di Paolo Castellina ed altri). Perché la Chiesa Valdese e tutte le chiese cristiane tornino ad obbedire fedelmente alla Parola di Dio e solo a quella. Perché si rendano conto che ogni volta che seguono la via del mondo o hanno la tentazione di farlo si comportano come gli uomini rimproverati dalla voce di Dio che arriva tramite il profeta. Essi pervertono la loro via e dimenticano dove si trova la vera salvezza dell’uomo. E che di stampo calvinista è la Confessione di Fede della Chiesa Valdese del 1655 che tuttora la stessa Chiesa dichiara di avere come suo riferimento. Ringrazio il Signore per aver acquisito lungo il mio cammino di fede l’amicizia con il pastore Paolo Castellina, che queste caricature del calvinismo me le ha mostrate e dimostrate, me ne ha fatto capire la falsità ed i pregiudizi. Perché anche io un tempo ne ero vittima. Dissodiamoci un campo nuovo, fratelli e sorelle, purifichiamo il nostro cuore, il nostro pensiero, il nostro agire da logiche che NULLA hanno a che fare con i comandamenti del nostro Dio , circoncidiamo i nostri cuori, tagliamo da essi, anche se ci costerà dolore, incomprensione, impopolarità qualsiasi cosa che ci distacchi da quanto ci è stato rivelato. Pur avendo avuto una volta l’onore di predicare la Parola di Dio nel celebre “Auditoire de Calvin”, a Ginevra. 2 gennaio 2005 se non mi sbaglio… Pastore della chiesa era Luca Maria Negro. Cerchiamo il Signore, Egli solo, nella Sua Parola e dimentichiamoci del resto. O smettiamo di lamentarci del terremoto esistenziale che percuote le nostre anime, le nostre vite, che svuota le nostre comunità e le nostre chiese, che manda 8 (Continua a pag.9 prima colonna) come è giusto ed inevitabile che sia. Ma l’uomo nella prosperità, tenuto in grande onore (dal mondo!) non comprende, è come gli animali che periscono… in frantumi il cuore del nostro prossimo. Siamo noi stessi a provocarlo, allontanandoci dal Padre Datore di Vita, cercando una vita che vita non è, sulle alture posticce che da soli ci costruiamo, dove sacrifichiamo il nostro e l’altrui futuro ad idoli senza senso, ad uomini che non possono salvare, facendo feste strepitose alla nostre vanità ed alle nostre miserie. “I sapienti muoiono; lo stolto e l’ignorante periscono tutti e lasciano ad altri le loro ricchezze. Pensano che le loro case dureranno per sempre e che le loro abitazioni siano eterne; perciò danno i loro nomi alle terre. Ma anche tenuto in grande onore, l’uomo non dura; egli è simile alle bestie che periscono” (Salmi, 49). Che il Signore ci perdoni e ci salvi. Se è secondo la Sua Volontà. Amen. 9. Predicare la Croce di Cristo Accresci la nostra fede, Signore Gesù! Ti affidiamo in particolare i credenti rappresentati al Sinodo Valdese e Metodista che si chiude oggi. Custodiscili, Signore, nella fedeltà alla Tua Parola. “Infatti Cristo non mi ha mandato a battezzare ma a evangelizzare; non con sapienza di parola, perché la croce di Cristo non sia resa vana. Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio; infatti sta scritto: «Io farò perire la sapienza dei saggi e annienterò l’intelligenza degli intelligenti». Dov’è il sapiente? Dov’è lo scriba? Dov’è il contestatore di questo secolo? Non ha forse Dio reso pazza la sapienza di questo mondo? Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione. I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini” (1 Corinti). Amen, secondo la Tua Volontà. Luca Zacchi il 26 agosto 2016. Sentieri Antichi Valdesi costituita il 2 dicembre 2013 Sede: Borg. Garnier 5, Villar Pellice, 10060 Torino, Italia La S.A.V. è un movimento ecclesiale valdese riformato che si prefigge di far conoscere, difendere e promuovere i principi informatori dell'antico movimento valdese e della Riforma protestant e classica, fondati sul presupposto che la Bibbia è integralmente Parola di Dio e regola della nostra fede e della nostra condotta. Questi principi sono testimoniati dalla Confessione valdese di fede del 1655 che, insieme alle altre confessioni di fede della Riforma detta calvinista, crediamo esprimere fedelmente l'insegnamento dell'Antico e del Nuovo Testamento. I firmatari della S.A.V. vogliono, in questo modo, unire le loro forze in un tempo in cui, con dolore e preoccupazione, vedono chiese che a tali principi dicono di rifarsi, allontanarsene di fatto sempre più sotto l'influenza corruttrice di mode ed ideologie filosofiche, sociali, politiche e culturali che vengono abbracciate con scarso o erroneo discernimento in nome di un preteso progresso. Con queste parole della Prima Lettera di Paolo Apostolo ai Corinti veniamo oggi invitati a pregare e di nuovo l’accento è sul dovere della predicazione e sul contenuto della stessa, che è la Croce, il Cristo Crocifisso, il piano di Dio rivelato nella Sacra Scrittura. Noi cristiani e noi comunità ecclesiali, che di quel Cristo portiamo il Nome, siamo chiamati a vivere senza implorare continuamente miracoli, come, a detta dell’Apostolo, fanno i Giudei e senza perderci nelle sapienze vuote di questo mondo, messa al posto della vera Sapienza che è quella di Dio, quella che viene dallo Spirito, come fanno i Greci. La Chiesa viene salvata dalla Croce e dalla Parola che la rivela. Non viene salvata dalle teologie, mutevoli nei secoli, e dalle sapienze umane. La Chiesa viene salvata da quella stessa Sola Scriptura che la edifica. La Chesa viene salvata dal Cristo Solo che è fondamento, per l’opera della Sua Sola Grazia. Se volete essere regolarmente informati sulle attività SAV e partecipare alle discussioni, iscrivetevi alla nostra Mailing List (Lista di corrispondenza): [email protected] E-Mail Segreteria: [email protected] WebSite: http:/ / www.riforma.net/ sav A noi di vivere con la Sola Fede, pensando, parlando ed operando per la Sola Gloria di Dio. Ogni chiesa e comunità cristiana torni alla fedeltà assoluta alla Parola di Dio. O perirà, 9