n° 30, marzo 2007 - USL Valle d`Aosta

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n° 30, marzo 2007 - USL Valle d`Aosta
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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA
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Anche
questo numero
del NEWSL
è sul sito internet
www.ausl.vda.it
MEDICINA STRUTTURE E SERVIZI
POSTE ITALIANE S.p.A. – SPEDIZIONE IN A.P. – 70% - DCB DI AOSTA - N 30/anno VII - MARZO 2007 - AOSTA- REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE DI AOSTA N. 2 10/99 DEL 29/11/99
RIFLESSIONI SUL BEN ESSERE ORGANIZZATIVO
TRA FEUDALESIMO E RINASCIMENTO SANITARIO
di Giorgio Galli (Direttore UB Comunicazione e Direttore Responsabile di Newsl)
l nostro giornale si apre all’anno nuovo
con una serie di riflessioni a più voci sul
tema del “Ben Essere organizzativo”. Il
Direttore Generale ha toccato molti elementi importanti nel suo editoriale, così
come il Rappresentante dei Lavoratori per
la Sicurezza ha formulato alcune interessanti valutazioni che meritano di essere
meditate.
Due parole sul tema le voglio spendere
anch’io e lo faccio per due ragioni: la prima perché credo fermamente nel processo
di miglioramento della qualità della vita
lavorativa che origina anche da noi, la seconda perché dopo vent’anni di lavoro in
USL mi permetto il “lusso” di guardarmi
indietro e fare alcune piccole comparazioni tra passato (neanche tanto remoto) e
presente.
In pochi anni le trasformazioni che hanno
caratterizzato le strutture sanitarie sono
veramente enormi e non mi riferisco solo
all’aspetto normativo e organizzativo, ma
a quello culturale. Credo che molti colleghi
con qualche anno di lavoro sulle spalle come il sottoscritto ricordino perfettamente
il “clima” degli anni ’80 (partiamo da lì) e
successivi, almeno fino al 1997, quando
faticosamente è iniziato il processo di
svecchiamento. Che aria si respirava?
Piuttosto avvizzita. Ognuno di noi, nel
proprio ambito lavorativo (chi in ospedale,
chi in amministrazione, chi in altre strutture) ricorderà perfettamente la forte gerarchizzazione, la rigidità e le regole restrittive, la burocratizzazione, ricorderà sicuramente la mancanza di informazione e di
comunicazione. Le informazioni restavano
in qualche cassetto, patrimonio di quei pochi che pensavano così di mantenere il sapere e il potere. Esistevano le circolari, o
meglio i famigerati “ordini di servizio”,
che d’imperio stabilivano unilateralmente
norme di comportamento a cui adeguarsi,
disposizioni scritte che si sommavano alle
consuetudini: vietato leggere il quotidiano, giustificare il ritardo del mattino (anche solo di 5 minuti, e qui si rasentava la
comicità); non era espressamente vietato
socializzare, ma era meglio non farlo. Il
caffè lo si beveva in modo un po’ clandestino.Altro che la macchinetta del caffè intesa come “frontiera” dove conoscersi e
scambiare opinioni. Il rapporto di lavoro
era basato sul controllo. Molte attività venivano perpetuate più per tradizione che
per necessità, erano del tutto inutili e routinarie e le proposte innovative erano
guardate con sospetto. Ci sentivamo allora parte integrante dell’organizzazione?
Eravamo motivati? Percepivamo il rispetto
nei nostri confronti in quanto “persone” e
non solo “dipendenti”? Ovvio che le reazioni non fossero proprio all’insegna della
piena collaborazione. L’autoritarismo (non
confondiamolo con l’autorevolezza), si sa,
a lungo andare non ha mai premiato, e
questo vale nel lavoro come in politica. E
I
mi fermo agli aspetti relazionali. Aggiungo
solo che un’impostazione del lavoro così
rigida e avvilente per il lavoratore si ripercuoteva negativamente anche sul cittadino, fruitore dei servizi. Il “rinascimento sanitario” è iniziato verso il 1996-1997, grazie a profondi cambiamenti culturali supportati anche dall’applicazione delle norme sulla trasparenza amministrativa e sull’innovazione organizzativa: introduzione
delle Carte dei Servizi che hanno modificato il modo di lavorare, avvio dei processi di
comunicazione interna ed esterna anche
supportati dall’informatizzazione, attivazione delle relazioni sindacali, pieno compimento dell’aziendalizzazione. Mi piace
ricordare come in pochi anni la nostra
azienda abbia creato tutta una rete di servizi e di attività a beneficio dei lavoratori:
nido aziendale, reti intranet e internet,
house organ (chiedo venia, così viene
chiamato un periodico aziendale), costituzione di comitati (dalle Pari Opportunità a
quello Etico, ecc.), gruppi di lavoro e di
studio (compreso quello sul benessere organizzativo), programmi di promozione
della salute rivolti all’interno, formazione
continua e percorsi di aggiornamento per
tutte le categorie di lavoratori. Lo scorso
anno abbiamo anche effettuato un monitoraggio tra gli operatori aziendali, tramite
un questionario, per verificare la pratica o
meno di attività sportive (i risultati li troverete nelle pagine interne del giornale), con
l’intenzione di avviare corsi di ginnastica
dolce e di rilassamento per migliorare il
ben-essere esistenziale dei dipendenti (il
Direttore Generale sta alacremente lavorando su questo programma). Siamo ben
a conoscenza dei fenomeni di stress e
burn-out che investono alcune categorie
di lavoratori e al riguardo si stanno studiando le contromisure..
Ed eccoci alla svolta, impensabile solo un
decennio fa: la presenza in Azienda di
un filosofo e di un
economista/filosofo
(Alberto Peretti e Luigino Bruni) che, nel
corso di alcuni incontri, ci hanno portato
a riflettere sul significato di “benessere
organizzativo” e sul
rapporto fra noi e gli
altri e fra noi e l’organizzazione nella e per
la quale lavoriamo. In
questa prima fase è
stato coinvolto solo il
gruppo di lavoro che
sta seguendo la tematica del benessere, ma credo che, in
prospettiva, l’opportunità verrà estesa
ad altri dipendenti. Insomma, ci siamo la-
sciati alle spalle senza alcuna nostalgia il
medioevo sanitario, anche se ogni tanto
abbiamo sentore di rigurgiti nostalgici.
Purtroppo alcune abitudini sono dure a
morire e ogni tanto qualcuno tenta di riesumare gli orpelli del passato.
Un concetto espresso da Alberto Peretti (è
lui il filosofo) mi ha fatto riflettere: Ben Essere etico lavorativo significa “far casa
con il proprio lavoro”, significa mettere radici valoriali, significa che “la casa mi appartiene ed io appartengo ad essa”. Se
sento di non appartenere alla casa (in
questo caso l’Azienda in cui lavoro) e nulla mi appartiene, inizia l’alienazione. Cosa
c’è di più importante del bene relazionale,
dell’andare oltre se stessi e di intrattenere
relazioni con l’ambiente, le cose, le persone? Stiamo attenti a non perdere di vista
la dimensione della reciprocità e dei reciproci riconoscimenti. Purtroppo, nonostante le innovazioni e gli sforzi intrapresi,
ancora oggi si ha la percezione che i reciproci riconoscimenti difettino, soffocati da
critiche, qualche volta a ragione, altre volte immotivate e pretestuose sia nei confronti delle cosiddette “gerarchie”, sia dei
colleghi di lavoro. Certamente da soli non
siamo in grado di creare le condizioni del
benessere: occorre la volontà di tutta l’organizzazione, dalla direzione aziendale fino all’ultimo lavoratore. Il questionario,
che a breve consegneremo a tutti i dipendenti non è un inizio, ma il proseguimento
di un percorso iniziato da tempo: ci auguriamo che da elemento di crescita e miglioramento, così come è stato concepito,
non si trasformi in un semplice strumento
ideologico e ri-vendicativo.
Morale: guardiamo con attenzione ai cambiamenti, cerchiamo di esserne anche i
protagonisti in modo propositivo e facciamo valere il nostro pensiero quando esso
è costruttivo ma, soprattutto, non dimentichiamoci dei traguardi già raggiunti, visto
che non sono così modesti.
Voglio concludere con il celebre motto
kennediano, che ho cercato di fare proprio
e che ho ovviamente adattato alla nostra
realtà: “Non pensate a quello che l’Azienda può fare per voi, ma quello che voi potete fare per l’Azienda”.
Il dibattito è aperto.
EDITORIALE
ecentemente, il gruppo di lavoro misto Aziendasindacati del comparto che segue le tematiche
inerenti la sicurezza dei lavoratori ed il clima
aziendale, è stato inserito in un momento formativo che
apparentemente può sembrare insolito per una realtà
come la nostra.
Si è trattato, infatti, d un corso introduttivo al benessere
organizzativo, tenuto da un filosofo che da qualche anno
si dedica all’organizzazione del lavoro.
L’applicazione della disciplina filosofica agli ambienti di lavoro, così
come la nascita della figura del “counsellor filosofico” nelle aziende è
argomento di recente attualità.
Ciò che ha spinto la filosofia ad avvicinarsi all’organizzazione del lavoro è stata la domanda: l’individuo
è lavorativamente nelle condizioni
di agire e di vivere in modo pienamente umano, ha l’opportunità, attraverso il proprio lavoro, di disporre delle funzioni/capacità che caratterizzano una vita umana?
Il ben essere lavorativo promuove
una concezione del lavoro diversa
da quella puramente performante,
per far sì che si elimini la dicotomia
esistente tra “vita” e “lavoro”, ri-
R
e
dando a quest’ultimo gli aspetti umani che ha perso.
Analogo percorso, più strutturato ed approfondito, viene
seguito dalla direzione strategica, nell’ottica di apprendere e comprendere meglio gli strumenti che possano realmente diffondere il ben essere lavorativo.
In questa logica, a breve sarà distribuito un questionario a
tutti i dipendenti, mirato alla misurazione del clima aziendale, e sono allo studio altri momenti formativi trasversali.
“Obiettivo principale del ben essere è ridare eccedenza al
lavoro, ridargli circolarità e rimetterlo in gioco, perché esso
è una condizione di vita completa, in cui le capacità proprie di un individuo possano ritrovare espressione e maturazione”.
Carla Stefania Riccardi
Direttore Generale
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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA
A PROPOSITO
DI BENESSERE
ORGANIZZATIVO
LA STRUTTURA SEMPLICE
BLOCCO OPERATORIO BEAUREGARD
di Graziano Tacchella (Tecnico della Prevenzione SC Prev. e Sicurezza ambienti di lavoro e
Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza)
I
n questo numero di Newsl presentiamo
la Struttura Semplice Blocco Operatorio Beauregard, istituita con l’ultimo Atto Aziendale, il cui responsabile è il dr.
Roberto WETZL. Lo abbiamo intervistato. Ecco cosa ne è emerso.
D. Nell’ultima riunione del Dipartimento Materno Infantile la relazione di bilancio del 2006 è stata svolta da un’anestesista. Questo dato, piuttosto insolito, è il
segno di un nuovo ruolo degli
anestesisti all’interno di questo
importante dipartimento?
R. Anzitutto, sottolineo il nuovo metodo
che ci siamo dati nel Dipartimento Materno Infantile, quello di una Sessione
plenaria di bilancio annuale di attività
(audit). In secondo luogo, attribuisco il
fatto che un anestesista possa svolgervi
la relazione introduttiva alla lunga tradizione di attenzione che il Servizio di Anestesia e TIPO della nostra azienda ha
avuto per l’ostetricia, fin da quando, per
iniziativa dell’allora Primario, dr.ssa Maria Giuliana Indrio, nel 1987 venne introdotta la partoanalgesia. L’azienda di
Aosta è stata una delle prime aziende in
Italia a offrire un tale servizio. L’attuale
Direttore del Servizio, dr Alessandro Albani, ha recentemente confermato questo orientamento con scelte impegnative
in termini di risorse, formazione e sforzo
gestionale. Tra queste anche quella, recepita dal Piano strategico aziendale, di
istituire la Struttura Semplice del Blocco
Operatorio Beauregard: tale ruolo gestionale si giustifica con la necessità di
rendere compatibili le esigenze assistenziali sempre più elevate che caratterizzano un’ostetricia di qualità, con le complesse esigenze di efficienza necessarie
al funzionamento di un blocco operatorio e di un réveil. In effetti, in un Dipartimento interdisciplinare quale quello Materno Infantile, l’anestesista ostetrico
svolge un importante ruolo di “frontiera”, collocandosi al confine tra parto naturale e medicalizzato (parto in analgesia), tra parto vaginale e chirurgico (cesareo), tra parto fisiologico e “patologico” (esiti rianimatori di alcune complicanze ostetriche: emorragie, sepsi, preeclampsie). Questo ruolo ci rende sensibili a criticità di vario ordine (clinico, organizzativo, gestionale) che possono caratterizzare i processi su cui è articolato il
“percorso nascita”. È così che si spiega,
nella Sessione di audit, la nostra proposta di intensificare l’assistenza ostetrica
al parto vaginale come strumento concreto per cercare di limitare l’incremento
dei parti cesarei: infatti, potenziando
l’organico delle ostetriche, la presenza di
un’ostetrica di reparto consentirebbe l’apertura 24 h della sala parto, rendendo
possibile un effettivo “rapporto one to
one” e un miglioramento dell’assistenza
postpartum, un aspetto fondamentale
per la sicurezza del parto. Il ruolo di anestesista ostetrico “a tutto campo” è molto diffuso all’estero, ma poco comune in
Italia e giustifica in pieno l’anomalia di
una relazione di attività di un Dipartimento Materno Infantile che parte da
dati raccolti dagli anestesisti. Ovviamente, ciò non sarebbe potuto avvenire senza la grande disponibilità alla collaborazione interdisciplinare del Direttore di Dipartimento, dr Dante Salvatores.
D. Che cosa comporta per l’utenza il nuovo ruolo anestesiologico nel Dipartimento Mater-
Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), prendendo spunto da analoghe iniziative intraprese nelle Aziende Sanitarie Locali di altre regioni italiane, hanno impegnato
la Direzione Aziendale nella realizzazione di
un progetto avente come obiettivo quello di
valutare il livello di soddisfazione dei dipendenti di questa Azienda, attraverso l’uso di
strumenti informativi (questionari).
Il primo intento e’ quello di far riflettere i lavoratori su un aspetto così importante e delicato della nostra vita lavorativa, quale quello
della soddisfazione percepita durante l’ attività professionale che tanto incide sul livello del
“BEN ESSERE” personale e collettivo.
A gennaio è stato organizzato, dai vertici
aziendali, un corso al riguardo. L’iniziativa formativa è stata magistralmente condotta da
due docenti, il prof. Peretti , laureato in filosofia e il prof. Bruni, economista, e mi ha avvinto in modo particolare.
Sono rimasto favorevolmente impressionato
dal fatto che molte delle cose ascoltate sono
proprio quelle che, da sempre, penso al riguardo dell’organizzazione del lavoro e dai
positivi risvolti che una impostazione di questo tipo può avere, sia sull’individuo, che sull’azienda nel suo complesso, in una naturale
reazione a catena.
Il messaggio trasmesso dal prof. Peretti è stato quello che il “BEN ESSERE “ si ottiene prevedendo nuove politiche di gestione del
personale all’interno di un “SISTEMA”, che
non può avvalersi solo di gerarchie o di procedure, ma anche del sentire individuale, delle relazioni fra persone che interagiscono
nello stesso ambiente di lavoro e che concorrono al raggiungimento di obiettivi comuni,
condividendo le strategie.
Il lavoro non può essere solo inteso come mera “PRESTAZIONE” , ma anche “ALTRO”, ciò
si ottiene creando migliori condizioni soggettive e sociali: clima di gruppo, comunicazioni
interpersonali, soddisfazioni individuali, ecc.
Bisogna migliorare gli ambienti in cui si ope-
I
no Infantile?
R. Le novità sono molte. Nell’ambito
dell’attività anestesiologica “tradizionale”, l’introduzione dell’anestesia spinoperidurale (una nuova tecnica che oggi
rappresenta lo standard di riferimento in
ostetricia e ginecologia) ha reso più incisivi i protocolli operativi sia nel parto vaginale (analgesia) che in quello chirurgico (anestesia). Ma in termini più ampi,
“uscendo dalla sala operatoria” secondo una tradizione di medicina perioperatoria consolidata tra gli anestesisti della
nostra azienda, un importante punto di
svolta nella nostra attività è stata l’introduzione della visita anestesiologica preparto. Abbiamo migliorato il trattamento
perioperatorio del parto cesareo (anche
ad Aosta, l’intervento maggiore più frequente), un terreno spesso trascurato
ma fondamentale per la percezione della qualità della prestazione offerta e reso
molto impegnativo dal grande “tumulto
fisiologico e psicologico” che caratterizza il puerperio e fa di ogni puerpera un
soggetto unico, imprevedibile. A questa
specificità abbiamo risposto costruendo
un processo che garantisce la personalizzazione dell’analgesia e persegue il
miglioramento dell’outcome (dimissione
in terza giornata della maggioranza delle puerpere). E lo abbiamo realizzato isorisorse, utilizzando la disponibilità della
guardia ostetrica. Nel quadro di un accresciuto impegno nel campo della sicurezza nell’area del parto si colloca infine
la nostra partecipazione attiva alla stesura di Raccomandazioni ministeriali sugli “Eventi sentinella in ostetricia”, un
modo nuovo (almeno per l’Italia) di affrontare il rischio clinico in ostetricia: non
più inteso come “errore del singolo” da
perseguire, ma come “sicurezza del processo” da costruire. Per il 2007 il Dipartimento ha in programma un progetto
volto a incrementare l’efficacia di intervento dell’intera équipe nel cesareo in
emergenza. Il nuovo ruolo degli anestesisti nel contesto interdisciplinare del Dipartimento è stato reso possibile dalla
presenza di un’équipe anestesiologica
che, sia pure a livelli diversi di impegno,
in parte è “dedicata” e ha acquisito una
formazione specifica in anestesia ostetrica. Un riscontro oggettivo dell’apprezzamento per le prestazioni del Dipartimento sta nell’incremento del 7,8% dei parti nel 2006, incremento legato sia a un
flusso dall’alto Piemonte che a una quota di extracomunitari. Ricordo che tale
incremento di attività in ostetricia non è
andato a scapito delle altre attività chirurgiche realizzate nel blocco operatorio
del Beauregard: al contrario, nel 2006 i
DRG chirurgici realizzati hanno superato
i 3.300, anche se con alcuni disguidi legati a limitatezza di spazi e strutture!
D. In che senso affermi che la visita preparto ha rappresentato
un punto di svolta?
R. In effetti, la visita preparto è la base
del nuovo ruolo anestesiologico in ostetricia. Con la collaborazione del dr Massimo Mazzella - Direttore dell’UB di Pediatria e Neonatologia e referente del
Gruppo di lavoro sul corso di accompagnamento alla nascita - e di tutte le professionalità rappresentate in tale sede è stato definito con chiarezza il ruolo parallelo e autonomo rispetto al Corso di
accompagnamento alla nascita - che il
contatto tra anestesista e gestante deve
avere. E’ una visita aperta a tutte le gestanti, non obbligatoria, gratuita ed
esente da ticket che va eseguita attorno
alla trentaseiesima settimana di gravidanza. Lo scopo è di instaurare con la
gravida un rapporto di conoscenza reciproca ed essere pronti, in caso di emergenze ostetriche, ad affrontarle nel quadro della maggiore sicurezza possibile.
Inoltre, il solo fatto di prenotare la visita
anestesiologica preparto porta la gestante a valutare l’esistenza di un “rischio clinico” in ostetricia, aprendo una
nuova dimensione valutativa della qualità delle prestazioni offerte dall’azienda.
Da sinistra: dr Roberto Wetzl,
dr.ssa Serena Cerioli, dr Andrea Carboni,
dr. Rashid Khalifa, dr Walter Oben
ra, valutare maggiormente il ruolo di ognuno
di noi, superare la conflittualità all’interno
dell’equipe, evitare l’inutile ed eccessiva burocratizzazione che porta alla deresponsabilizzazione, conoscere l’organizzazione e la
pianificazione dell’intervento professionale.
I nostri responsabili devono comprendere che
una moderna e funzionale leadership favorisce la discussione, valorizza l’individuo, privilegia le decisioni di gruppo, lascia lavorare i
propri collaboratori senza impartire ordini e
comandi in stile militare e senza sottoporre
ogni loro azione ad un continuo controllo, delinea le fasi per raggiungere gli scopi e suggerisce modi alternativi di procedere, è sempre pronta a mettersi in discussione, si pone
sempre allo stesso livello dei propri collaboratori, è pronta anche a discutere ed affrontare
con ironia argomenti ed attività estranee al
gruppo, non loda o condanna in modo arbitrario, fa in modo che tra tutti i membri del
gruppo vi siano rapporti amichevoli ed una
maggiore coscienza di quanto il risultato di
gruppo sia di gran lunga migliore di quello
individuale.
E’ emblematico l’esempio fatto sulla “macchina del caffè “, momento nel quale le gerarchie si annullano, in un gesto di tradizionale socializzazione e in cui si sta insieme tra
persone, più che tra colleghi di lavoro. In tale
contesto diventa a volte più facile superare
divergenze e risolvere problemi.
Nei prossimi mesi cari colleghi, vi verrà inoltrato un questionario. Sono convinto che i
problemi siano diversi da UB. a UB., ma sicuramente esistono comuni denominatori per
tutti i servizi, che è opportuno analizzare al fine di individuare le diverse difficoltà, per intraprendere le necessarie azioni correttive.
Quello che chiedo a tutti voi è di collaborare
fattivamente a questa iniziativa, dedicando
un po’ di tempo ed attenzione alla compilazione del questionario che vi verrà proposto.
Auspicando che ognuno faccia la sua parte, vi
ringrazio del contributo.
BREVI INFORMAZIONI
SUL QUESTIONARIO
«BENESSERE ORGANIZZATIVO»
I
l questionario che verrà proposto a tutti i dipendenti, individuato dall’apposito gruppo
di lavoro misto Azienda /RLS, in quanto maggiormente rispondente agli obiettivi prefissati, è quello realizzato dal Dipartimento della Funzione Pubblica (all’interno del programma “Cantieri di Innovazione”) in collaborazione con la Cattedra di Psicologia del
Lavoro della Facoltà di Psicologia 2 dell’Università “La Sapienza” di Roma. Lo stesso è
già stato collaudato e ampiamente sperimentato da numerose pubbliche amministrazioni (ASL, province, università, ecc.). E’ quindi sinonimo di garanzia. Inoltre, una volta
elaborati i risultati, il Dipartimento della Funzione Pubblica potrà pubblicare i nostri dati, nell’ottica del benchmarking.
Il questionario è piuttosto corposo, in quanto composto da circa 80 domande. Ci vorrà
del tempo sia per compilarlo sia per elaborare i dati. Ma non è necessario “correre”.
Stiamo intraprendendo un percorso nuovo ed è bene farlo con calma per avere un prodotto di qualità e di utilità.
Nelle prossime settimane il questionario, oramai messo a punto nella sua veste grafica
definitiva, verrà inviato a tutti i dipendenti, oltre che essere posto su Andromeda. Una
nota di accompagnamento illustrerà modalità per la compilazione e tempi e modi per la
restituzione.
Ovviamente il questionario è anonimo.
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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA
IGOR RUBBO
È IL NUOVO
DIRETTORE AMMINISTRATIVO
l dottor Igor Rubbo, dal 1°gennaio 2007, è il direttore amministrativo dell’Usl. Rubbo, nato ad Aosta il 22 gennaio 1969,
è laureato in Economia e Commercio e specializzato in Finanza aziendale. Dal 2003 al dicembre 2006 è stato direttore della Direzione Risorse del Dipartimento Sanità, Salute e Politiche
sociali. È iscritto all’Elenco speciale nell’Albo dei dottori Commercialisti di Aosta, è presidente del Collegio di Revisione dei
Conti delle Istituzioni scolastiche superiori di Aosta, presidente di Fopadiva (Fondo pensione complementare per i lavoratori dipendenti della Regione Autonoma della Valle d’Aosta) e
consigliere del Comitato scientifico della Fondazione Courmayeur. Succede al dottor Lorenzo Ardissone.
I
ECCO I RISULTATI DEL QUESTIONARIO SU
“TEMPO LIBERO, SPORT E ATTIVITÀ FISICHE”
di Giorgio Galli (Dirigente SC Comunicazione)
el corso del primo semestre 2006 la direzione generale, nell’ambito del programma di promozione della salute “Chi si ferma è perduto! – Sport, salute
e stili di vita”, aveva predisposto – in collaborazione con la SC Comunicazione –
un questionario autocompilato destinato agli operatori aziendali, con lo scopo di
conoscere la pratica o meno di attività sportive (soprattutto non agonistiche). I
questionari, resi disponibili sulla rete intranet Andromeda, sono stati compilati da
587 dipendenti. Non è tanto, ma è comunque un inizio significativo. Sul finire dello scorso anno, completata l’elaborazione dei dati, è stato predispsto un report
che raccoglie informazioni piuttosto interessanti. Le stesse sono state esaminate
dalla direzione aziendale al fine di individuare e attivare interventi mirati che, al
più presto, vi verranno presentati.
Il questionario, piuttosto corposo, era suddiviso in tre sezioni. La prima conteneva
una serie di domande riguardanti la pratica di attività sportive: tipologia di sport
praticati, motivazioni, luoghi, supporto o meno di allenatori sportivi. La seconda
sezione riguardava coloro che non praticano sport o
che hanno interrotto l’attività sportiva, chiedendo,
nello specifico, i motivi di tale interruzione. La terza
era finalizzata a conoscere se, nel tempo libero, vengono svolte attività quali gite ed escursioni, passeggiate con passo sostenuto, raccolte di funghi, fiori,
erbe. Premesso che per ragioni di spazio o di opportunità non abbiamo la possibilità di pubblicare tutti i
dati (sotto forma di tabelle e grafici), ecco di seguito
una sintesi dei risultati emersi.
Ricordo che chiunque desideri copia integrale della
relazione, potrà richiederla direttamente all’URP.
D. Pratica uno o più sport? Tra i maschi ha risposto SI il 70,83% (età media anni 43). Tra le femmine la percentuale dei SI scende al 59,72% (età
media 40 anni). Il 51% degli intervistati pratica sport
con continuità.
N
D. Quali sport pratica? Quelli più “gettonati” sono sci, nuoto, corsa, bici, palestra, trekking, ginnastica e tennis. Si piazzano bene anche le arti marziali.
D. Per quali motivi pratica sport? Al primo posto vi è lo “scopo terapeutico”, seguito dalla “passione e dal piacere”, quindi per “mantenersi in forma”, segue “per scaricare la tensione e lo stress” e non ultimo per “stare in mezzo alla
natura” e “stare in mezzo alla gente”.
D. Per quali motivi non pratica sport? Le risposte si equivalgono tra maschi e femmine. Per entrambi al primo posto viene indicata la “mancanza di tempo”; seguono: “stanchezza e pigrizia, motivi di famiglia, mancanza di interesse,
orari delle strutture sportive/impianti scomodi”.
D. In passato ha praticato uno o più sport? Il 45% ha risposto SI, saltuariamente; il 34% SI, con continuità; il 21% ha risposto NO.
D. Se in passato ha praticato uno sport, per quali motivi ha smesso? La domanda era rivolta ad entrambi i sessi.
Dalle risposte emerge che al primo posto si colloca la “mancanza di tempo”. Seguono: “motivi
di famiglia, stanchezza e pigrizia, altri interessi
subentrati, mancanza di interesse, motivi di salute, motivi di studio”.
D. Nel tempo libero fa passeggiate, gite o escursioni, raccoglie funghi o erbe? La domanda era finalizzata a conoscere se
le persone fanno un minimo di attività fisica,
seppure soft. Praticamente tutti gli intervistati
hanno risposto positivamente, con una netta
preferenza per le passeggiate in città (sperando
che non sia stato ricompreso anche “lo struscio”
davanti alle vetrine), a seguire le passeggiate nei
boschi, infine la raccolta di funghi, erbe e fiori.
CONSEGNA DEGLI
ATTESTATI DI QUALIFICA
OSS
l 29 gennaio sono stati consegnati gli attestati di qualifica ai partecipanti della seconda edizione del corso di riqualificazione degli operatori tecnici addetti all’assistenza (O.T.A.) in operatori socio sanitari (O.S.S.).
L’evento ha consentito di sottolineare l’importanza del ruolo dell’O.S.S.
all’interno dell’équipe assistenziale e del suo mandato istituzionale:
svolgere attività indirizzata a soddisfare i bisogni primari
della persona, nell’ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario e favorire il benessere e l’autonomia dell’utente. A tutti i neo oss, Nadia, Maria
Sandrina, Giuseppina A., Milena, Caterina, Pamela, Orietta, Miriana, Teresa, Maria Luisa, Margherita, Bruna, Giuseppina S., Fiorella, Elisabeth,
Cinzia, Paola, Daniela, Antonio, Elena, Antonina, Mirella, Giovanna, Nadia M., Marina, Onda, Graziella, Rosetta, l’augurio di continuare, con rinnovato entusiasmo la loro delicata opera di stare vicino alle persone malate.
I
PILLOLE RADIOFONICHE: QUANDO
LA COMUNICAZIONE VIAGGIA NELL’ETERE
di Tiziano Trevisan (addetto stampa – SC Comunicazione)
nformare la popolazione valdostana, con particolare attenzione
al mondo dei giovani, sulle attività e
sui servizi dell’Usl. Questa
è la motivazione principale
che ha spinto la SC Comunicazione a stringere un
rapporto di collaborazione con l’agenzia Pubblimedia per la realizzazione di una serie di “Pillole radiofoniche”. Si
tratta di brevi trasmissioni, della durata di due minuti circa, che
andranno in onda sulle principali emittenti valdostane: Top Italia
Radio, Radio Aosta Reporter, Radio Club, Radio Valle d’Aosta 101.
L’utilizzo del mezzo radiofonico rappresenta un ottimo veicolo per
i messaggi istituzionali. Infatti, secondo i recenti dati Audiradio, il
77% degli ascoltatori ricorre alla radio per avere notizie ed il
55% ascolta la radio non solo per sapere ma anche per “pensare
I
3
e comprendere”. Questo approccio coinvolge un’ampia fascia
della popolazione, che va dai 15 ai 34 anni, coinvolgendo
però anche gli over 54enni.
Il progetto, che ha già preso il via, vedrà la messa in onda delle prime
trasmissioni nel corso del mese di
marzo. Le “pillole radiofoniche”, ascoltabili nel corso
dell’intera giornata anche
in replica, riguarderanno argomenti vari. Tra questi, cos’è
il CUP e come funziona, cos’è
l’ADI, quali servizi eroga il Pangolo, come funziona il soccorso in
montagna, come aderire allo screening dell’obesità infantile, come accedere al centro per i disturbi del
comportamento alimentare, come funziona il sistema di pre-
lievo del sangue, cos’è lo sportello unico della
prevenzione, come controllare l’ipertensione,
cosa fare in regime di day hospital e day service, quali sono e come funzionano i servizi
per gli stranieri, consigli sull’allattamento al
seno, la terapia del dolore, le esenzioni del
ticket, i rapporti con i medici di famiglia,
come prevenire e curare il diabete ed
altre importanti notizie ed informazioni. Buon ascolto!
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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA
L’IDENTITÀ PROFESSIONALE DELL’INFERMIERE
di Gabriella Delfino e Silvana Bosonin (infermiere SC. Chirurgia Generale)
R
icordo ancora il primo giorno da allieva infermiera:
eravamo sessanta tra ragazzi (pochi) e ragazze
(molte), riuniti in un grosso salone ad aspettare che
arrivasse la direttrice a leggere il suo discorso di inizio
anno. E invece, come colpo di scena, quando arrivò
l’unica cosa che chiese ad alta voce fu: “Chi di voi sa
cosa fa un’infermiera?”.
Cominciammo tutti a guardarci l’un l’altro e dall’aula
si alzò un brusìo fitto fitto, ma nessuno alzò la mano.
Mi resi conto allora che nessuno sapeva esattamente
chi fosse un infermiere e cosa facesse. E dunque perché eravamo lì?.
Probabilmente perché avevamo idealizzato la professione, la vedevamo come una missione: aiutare gli altri quando più ne hanno bisogno, ma sinceramente io
non mi ero mai chiesta con quali basi ciò sarebbe accaduto. Avevo un’idea romantica di questo lavoro, il
che non guasta, ma di certo non aiuta a farci conoscere come seri professionisti. Siamo i primi noi infermieri
a dover avere le idee chiare sulla nostra identità e gli
ingredienti di questa ricetta sono: una forte motivazione supportata da basi scientifiche e deontologiche.
Ne sono passati di anni dal mio primo giorno di scuola infermieri, e mi chiedo se adesso le cose siano cambiate. In quanti ora saprebbero rispondere alla domanda che ci era stata fatta!. In merito alle suddette
riflessioni personali della collega Gabriella, che condivido, vorrei analizzare alcuni riferimenti legislativi che
discutono della figura dell’infermiere. Il decreto ministeriale del 14/9/1994 n° 739 sulla determinazione
del profilo professionale dell’infermiere, individua
quest’ultimo come “ l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante (oggi laurea
in Infermieristica), e dell’iscrizione all’albo professionale, è responsabile dell’assistenza generale infermieristica. Le sue principali funzioni sono la prevenzione
delle malattie, l’assistenza dei malati e dei disabili di
tutte le età e l’educazione sanitaria. In particolare, l’infermiere:
•partecipa all’identificazione dei bisogni di salute
della persona e della collettività;
•identifica i bisogni di assistenza infermieristica della
persona e della collettività e formula i relativi obiettivi;
•pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale
infermieristico;
•garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni
diagnostico-terapeutiche;
•agisce sia individualmente sia in collaborazione con
gli altri operatori sanitari e sociali;
•per l’espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell’opera del personale di supporto;
•svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche o private, nel territorio e nell’assistenza domiciliare, in regime di dipendenza o liberoprofessionale;
•l’infermiere contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e
alla ricerca;
•la formazione infermieristica post-base per la pratica specialistica è intesa a fornire agli infermieri di
assistenza generale delle conoscenze cliniche avanzate e delle capacità che permettano loro di erogare
specifiche prestazioni infermieristiche nelle seguenti
aree: sanità pubblica, pediatria, salute mentale-psichiatria, geriatria, area critica. In relazione a motivate esigenze emergenti dal Servizio Sanitario Nazionale, potranno essere individuate, con decreto del
Ministero della Sanità, ulteriori aree richiedenti una
formazione complementare specifica.”
Il profilo individuato dal suddetto decreto è quello di
un professionista autonomo, responsabile, competente ed intellettuale. L’articolo 2229 del Codice civile
stabilisce che sono professioni intellettuali tutte quelle professioni per l’esercizio delle quali è necessaria
l’iscrizione in appositi albi o elenchi. In effetti, l’obbligo dell’iscrizione all’albo professionale (Collegio IPASVI), oltre che confermare la natura intellettuale della
professione infermieristica, testimonia ancora una
volta la necessità di garantire al cittadino la competenza e la qualità delle prestazioni assistenziali erogate dall’infermiere. L’assistenza infermieristica ricade
sotto la diretta responsabilità dell’infermiere che rappresenta l’unica figura professionale in grado di
“pianificare, gestire e valutare l’intervento assistenziale infermieristico” e di “identificare i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della comunità e formulare i relativi obiettivi.”
Inoltre la Legge n° 42 del 1999 non detta più le sin-
gole attività che può compiere l’infermiere ma individua quattro elementi necessari per determinare “il
campo proprio di attività e di responsabilità”. Essi sono:
•il profilo professionale;
•l’ordinamento didattico;
•la formazione post-base;
•il codice deontologico, secondo il quale “la responsabilità dell’infermiere consiste nel curare e prendersi cura della persona, nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell’individuo.”
Quanto è stato detto sinora, a mio avviso, può chiarire le idee sia ai colleghi che agli utenti rispetto a
ciò che svolge un infermiere e, soprattutto, ricordare
a noi infermieri chi siamo e quali funzioni dobbiamo
espletare.
UNA TARGA COMMEMORATIVA PER RICORDARE SUOR ALBINA SAVOYE,
“MITICA” CAPOSALA DELLA GERIATRIA
di Tiziano Trevisan (addetto stampa – SC Comunicazione)
l 10 marzo presso il reparto di Geriatria del presidio ospedaliero del
Beauregard è stata scoperta una targa in memoria della caposala,
Suor Albina Savoye, deceduta nel 2004. Suor Albina Savoye, nata il 30
marzo 1938, entrò nella Congregazione delle Suore di San Giuseppe nel
1962, all’età di ventiquattro anni, pronunciando i suoi primi Voti nel
1964. Nel 1967 intraprese gli studi per diventare infermiera, completando il corso da caposala a Schio. Nel 1974, anno di nascita del reparto di Geriatria, ne fu nominata caposala. Presso la Geriatria, Suor Albina ha operato per ventidue anni, dal 1974 al 1996, dedicandosi non solo all’assistenza dei pazienti anziani ricoverati con professionalità e
grande umanità, ma dando un supporto importante allo sviluppo delle
varie attività (come, tra le altre, l’avvio del day hospital di valutazione
geriatrica) che negli anni si sono attuate e che hanno qualificato l’assistenza geriatrica in Valle d’Aosta.
L’iniziativa è stata promossa dal dottor Luigi Roveyaz, direttore emerito
dell’Ub di Geriatria, con il patrocinio dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta. La targa è stata benedetta dal Vescovo di Aosta Mons. Giuseppe
Anfossi, alla presenza dell’assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali Antonio Fosson, del direttore generale dell’Usl Carla Stefania Riccardi, dei vertici dell’Azienda Sanitaria e del personale del
reparto di Geriatria.
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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA
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USO E APPLICAZIONE DELLA CARTA DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE
Concluso con successo il corso di formazione
Gruppo lavoro gennaio 2007
nteresse e partecipazione sono gli elementi che hanno caratterizzato
le giornate di formazione, organizzate ad Aosta in due tornate (dal 23
al 26 ottobre 2006 e dal 29 al 30 gennaio 2007) nell’ambito del Piano
nazionale di formazione sull’uso e applicazione della carta del rischio
cardiovascolare. Il percorso formativo è stato organizzato da Edo Bottacchi, Responsabile Scientifico del Programma per la Prevenzione delle Malattie Cerebro e Cardiovascolari e Direttore della Struttura Complessa di Neurologia, da Gabriella Furfaro, Dirigente del Servizio Dipendenze Patologiche, Salute Mentale e Promozione della Salute dell’Assessorato Sanità, Salute e Politiche Sociali e da Leonardo Iannizzi, Direttore del Distretto n. 3.
Per il CNESPS (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute) hanno partecipato Chiara Donfrancesco, Luigi
Palmieri, Francesco Dima e Simona Giampaoli.
I
Sono state formate 12 persone: 9 Medici di Medicina Generale e 2 specialisti in Neurologia.
Secondo quanto previsto dal progetto della Regione Valle d’Aosta, i 12 formatori formeranno gli altri
MMG della Regione (che in totale sono 98).
Le problematiche di tipo tecnico-organizzativo
emerse, sono state relative alla possibilità di caricare i dati già presenti sui software comunemente
in uso dai MMG nel programma cuore.exe per la
valutazione del rischio ed alle modalità tecniche di
invio dei dati tramite posta elettronica. 93 MMG,
che lavorano nella Valle, utilizzano il programma
millewin per l’archiviazione dei dati.
Tutti i suggerimenti ed i commenti sono stati raccolti. Sul sito del Progetto CUORE è in fase di progettazione una sezione dedicata alle domande più
frequenti, che conterranno anche i dubbi di natura
tecnica sul programma cuore.exe, al fine di migliorare ed implementare
la comunicazione con gli utenti del sito.
L’organizzazione regionale si è mostrata molto efficiente; il corso è stato un’ottima occasione di incontro con i medici di Aosta, che hanno dimostrato interesse; la partecipazione dei medici di medicina generale è
stata attenta e costante: tutti gli iscritti infatti hanno partecipato a tutte e quattro le giornate di corso.
Il messaggio-chiave trasmesso, condiviso con i formatori, è la necessità
di applicare le idonee strategie di prevenzione (strategia di popolazione, strategia per gli individui ad alto rischio) per ridurre il numero di
eventi coronarici e cerebrovascolari negli assistiti. La necessità dell’applicazione della carta per la valutazione del rischio non solo nelle persone ad alto rischio, ma anche in coloro da tenere sotto controllo con lo
stile di vita, è stato comunicato in modo corretto dai formatori ai MMG
partecipanti. E’ emersa la necessità di un arruolamento attivo degli assistiti. Uno dei concetti che hanno destato maggiore interesse è stato
che l’azione combinata di più fattori, anche non particolarmente elevati, produce un rischio generalmente più elevato di quello derivante da un singolo fattoGruppo di lavoro. Aosta, 23-26 ottobre 2006
re particolarmente elevato ma combinato con gli altri
fattori a livello normale.
Nel corso delle giornate di formazione è stato rivisto
il Piano della Valle d’Aosta con il Dr. Bottacchi e sono
stati dati alcuni suggerimenti: in particolare si è evidenziata la necessità di distinguere chiaramente la
carta del rischio cardiovascolare, da adottare in prevenzione primaria, dalla carta del cuore–cervello, che
viene somministrata ai pazienti dimessi dall’ospedale
dopo ictus, TIA o IMA. Per quanto riguarda il Registro
sull’ictus, si è ipotizzata la possibilità di includere il
registro regionale nell’ambito di un sistema di sorveglianza nazionale (registro degli eventi coronarici e
cerebrovascolari).
IL SERVIZIO DI CONSULENZA
LEGALE DELL’USL
di Tiziano Trevisan (addetto stampa – SC Comunicazione)
el mese di marzo riprenderà il servizio di consulenza legale attivato
dall’Azienda Usl della Valle d’Aosta. Il servizio viene erogato presso il
Consultorio di Aosta di via Saint Martin de Corléans 248 (ex maternità)
due giovedì e due sabato al mese e presso il Poliambulatorio di Donnas in
via Roma 105 il primo lunedì del mese. L’accesso alla consulenza avviene
previo appuntamento con gli operatori socio-sanitari di riferimento.
L’Azienda intende proseguire, alla luce dei positivi risultati conseguiti, l’attività di supporto tecnico-giuridico, che non va assolutamente confusa con
l’attività di consulenza tecnica propria della professione forense, in materia di diritto di famiglia a favore dei cittadini e degli operatori socio-sanitari interessati, al fine di assicurare loro efficace sostegno e supporto in relazione agli interventi previsti dalle normative statale e regionale nell’ ambito in questione. Il Servizio rientra nelle norme che disciplinano il quadro
degli interventi consultoriali previsti dalla Legge Regionale n. 65/77 a tutela sociale dei minori, della coppia e della famiglia e ribaditi dalla più recente Legge Regionale n. 44/98 “Iniziative a favore della famiglia”.
Gli esperti del Servizio di consulenza legale si occupano in prevalenza dei
casi relativi alle procedure di separazione e divorzio, alle recenti novità in
materia di affido condiviso dei figli, ed in generale nel vasto ambito del diritto di famiglia. Nella casistica delle consulenze, vi sono state, in particolare, alcune richieste di gratuito patrocinio a spese dello Stato, l’analisi di
casi relativi alla necessità della nomina di amministratori di sostegno per
la tutela di persone dichiarate non autonome, anziane o disabili, così come previsto dalla L. 6/04, nonché segnalazioni di episodi di violenza e
maltrattamento su donne e minorenni. “In coerenza con i dati registrati
nei due anni precedenti – spiegano i consulenti legali dell’Usl – è consolidato un generale aumento dell’utenza che si è rivolta al Servizio. Il 79,9%
dei consulti è avvenuto a favore di donne, il 20,10% a favore di uomini.
L’età media degli utenti è di circa trentadue anni.” Secondo i dati a disposizione dei consulenti legali risulta che la maggior parte delle problematiche affrontate nel corso del 2006 è stata caratterizzata da questioni legate alle crisi coniugali od a problemi familiari di conviventi “more uxorio”.
Dai dati elaborati dall’Istat emerge che la Valle d’Aosta (insieme alla Liguria) detiene il primato di Regione con la più alta percentuale di rotture coniugali in ambito nazionale. Indicatori rappresentativi dell’instabilità coniugale si ottengono rapportando il numero di separazioni e divorzi al numero di coppie coniugate; in particolare, secondo l’ultimo dato Istat disponibile, a livello regionale i valori massimi si raggiungono proprio in Valle d’Aosta (8,9 separazioni e 4,4 divorzi ogni 1000 coppie coniugate).
Negli ultimi 10 anni, sempre secondo l’istituto statistico nazionale, in Italia entrambi i fenomeni sono aumentati di circa il 59%. La Valle d’Aosta
non si discosta da questa rilevazione e dunque le questioni legali affrontate nell’ambito delle consulenze del Servizio sono state legate soprattutto agli aspetti personali e patrimoniali delle coppie in crisi: comunione e
N
separazione dei beni, costi e modalità di presentazione del ricorso nella
procedura di separazione, diritti e doveri dei coniugi, criteri e modalità dell’affidamento dei figli, ecc. “Nel periodo tra marzo e dicembre 2006 – affermano i consulenti legali – nell’ambito del Servizio sono state illustrate
le novità normative del diritto di famiglia in cinquantadue casi sui centocinquantuno utenti complessivamente filtrati dagli operatori sociali e dall’assistente sanitario presenti nei consultori. Inoltre abbiamo stimato l’età
media dei coniugi in crisi intorno ai quarant’anni, in linea con il dato nazionale”. Sempre secondo l’analisi dei dati a disposizione del Servizio,
emerge che in relazione ai provvedimenti di separazione e divorzio vi è
una generale tendenza a preferire il rito della separazione “consensuale”
e del divorzio “congiunto”, piuttosto che l’opzione per i riti giudiziali, più
lunghi e costosi. Per quanto attiene le modalità di assegnazione dei figli
minori, considerata la vigenza dal mese di marzo 2006 della L. 54/06 che
impone al giudice di valutare prioritariamente la soluzione dell’affido condiviso, non ci sono ancora dati significativi per comprendere se l’orientamento è diverso rispetto a quello consolidato e statisticamente più fre-
quente , ossia l’affidamento esclusivo alla madre (nel 2003 in Italia i figli
sono stati affidati alla madre nell’84% circa dei casi).
Il Servizio di Consulenza Legale dell’Azienda USL della Valle d’Aosta è attivo nei presidi distrettuali di Aosta e Donnas:
Sede di Aosta, Consultorio ex-Maternità,
Via St. Martin de Corléans, 248
Due giovedì al mese dalle ore 16 alle ore 19
e due sabati al mese dalle ore 9 alle ore 13.
Per le prenotazioni: lunedì dalle ore 10 alle ore 12
tel. 0165 275861 - 0165 546052.
Sede di Donnas, Poliambulatorio, via Roma 105
Il primo lunedì del mese dalle ore 14,30 alle ore 17
Per le prenotazioni: dal lunedì al venerdì (orario d’ufficio)
tel. 0125 805256
IL SERVIZIO È GRATUITO.
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a cura di Tiziano Trevisan (addetto stampa - SC Comunicazione)
Le nuove divise dei Volontari del Soccorso Il 118 alla Fiera di Sant’Orso
Mercoledì 13 dicembre 2006
30 e 31 gennaio 2007
Anche quest’anno il Servizio di emergenza sanitaria 118 ha messo a punto un piano di assistenza ai cittadini ed ai turisti che hanno raggiunto il capoluogo valdostano in occasione dell’ultramillenaria Fiera di Sant’Orso. Il
piano ha previsto l’impiego di quaranta unità tra medici, personale infermieristico e volontari del soccorso, l’installazione di un PCO (Posto Comando Operativo), due postazioni fisse ed un PMA (Posto Medico Avanzato).
L’obiettivo di questa capillare organizzazione, già sperimentata in occasione di altre edizioni della Fiera e di altri eventi caratterizzati da massiccio afflusso di persone, è stato quello di presidiare il territorio, di ridurre al minimo i tempi di soccorso e di favorire le modalità di intervento “in loco”.
Aggiornamento in medicina
di Laboratorio
Courmayeur, 8-9 febbraio 2007
Al Forte di Bard per parlare
del “paziente vascolare”
Bard, sabato 17 febbraio 2007
I Volontari del Soccorso – 118 hanno finalmente una nuova divisa. Le uniformi ora in dotazione nascono dall’esigenza dei volontari di essere riconoscibili in ogni circostanza e di utilizzare i nuovi materiali studiati espressamente per l’attività di soccorso e di servizio. Hanno preso parte all’incontro con la stampa l’Assessore Antonio Fosson, il direttore sanitario dell’Usl Clemente Ponzetti, Lorenzo Ardissone, il direttore di Area territoriale
Carlo Poti, il presidente della Federazione regionale dei Volontari del Soccorso Mauro Cometto ed il vicepresidente Paolo Ferrero.
Il Forte di Bard ha fatto da cornice all’incontro di aggiornamento sulla gestione della patologia e del follow-up del paziente vascolare. Medici di
medicina generale e personale infermierisitico si sono ritrovati al Forte in
occasione del corso organizzato dal dottor Antonio Antico e dai suoi collaboratori. L’iniziativa ha preso avvio dalla lettura magistrale del dottor
Domenico Palombo.
I prodotti valdostani a tavola
Martedì 19 dicembre 2006
Dal mese di dicembre 2006 sulle tavole degli ospedali e nelle mense Usl
si troveranno i prodotti valdostani: è stato siglato infatti un importante accordo tra Avenance, Cofruits, Arev e Usl per la fornitura di carne e frutta da
destinare al consumo ospedaliero e sul territorio. L’accordo è nato dall’esigenza dell’Usl di fornire ai degenti ed ai propri dipendenti generi alimentari di comprovata qualità e di sostenere le realtà produttive locali.
È attivo lo sportello unico
della prevenzione (SUP)
Martedì 2 gennaio 2007
A partire dal 2 gennaio è attivo lo sportello unico della prevenzione, già soprannominato SUP. Si tratta di un nuovo
strumento operativo del Dipartimento di
Prevenzione, che promuove forme di coordinamento tra le strutture che costituiscono l’organizzazione del Dipartimento.
La vita in diretta
torna in chirurgia
Mercoledì 24 gennaio 2007
Il programma condotto da Michele Cucuzza, “La vita in diretta”, è stato
ospite del reparto di Chirurgia il 24 gennaio, in occasione delle giornate finali del corso ACOI di Chirurgia bariatrica. Durante il collegamento, durato oltre dieci minuti, è stata illustrata l’attività del reparto e della scuola
speciale e sono stati intervistati alcuni pazienti dello staff del dottor Umberto Parini. Nello stesso giorno si è tenuta una conferenza stampa e si sono svolti interventi in videoconferenza dalle sale operatorie di viale Ginevra a beneficio degli allievi della scuola.
cali ed il terzo settore, in tutta
Italia impegnati per migliorare
la prevenzione nei confronti
delle patologie croniche più
diffuse: malattie cardiovascolari, diabete, osteoporosi e depressione. Tra i temi affrontati
nel corso di aggiornamento ricordiamo “Il cuore dell’anziano”, “Anziani e stili di vita: il
counseling del medico di famiglia”, “Quale attività fisica
nell’anziano: solo benefici?”,
“Il punto di vista del fisioterapista”. Scopo del corso è quello di favorire la prescrizione di
attività fisica ai soggetti che hanno superato la soglia dei 65 anni di età,
perché il movimento regolare rappresenta un vero e proprio “passaporto”
per limitare il rischio di incorrere nelle patologie sopraelencate. Il corso è
stato moderato dal Dr. Carlo Poti, Direttore di Area Territoriale.
Mostra storica di Nefrologia,
Dialisi e Trapianto del Rene
Aosta,Maison Savouret,6-17 marzo 2007
L’evento ha visto la partecipazione di importanti specialisti, punti di riferimento nel panorama culturale nazionale, sia in ambito clinico che di laboratorio. La considerazione acquisita nei confronti del nostro Laboratorio
Analisi, ha consentito allo stesso di inserirsi in importanti gruppi di lavoro
con rilevanza regionale e nazionale (vedi gruppo SIBiOC). Sono anche aumentati i contatti e le collaborazioni con le Università (Pavia, Torino, Novara), in relazione ai corsi di laurea e specializzazione. All’incontro di aggiornamento, promosso e organizzato dal Dr. Massimo Di Benedetto (Direttore della SC Analisi Cliniche dell’USL Valle d’Aosta) e dalla sua équipe
in collaborazione con la SIBiOC, hanno preso parte esperti di rilevanza nazionale tra i quali il Dr. Giorgio Ballarini (Azienda ospedaliera di Rimini), il
Prof. Carlomaurizio Montecucco (docente di Reumatologia dell’Univesità di
Pavia), la Dr.ssa Milvia Lotzniker (esperta nello studio della patologia celiaca), il Dr. Michele Mussap (Direttore del Laboratorio Analisi dell’Ospedale
San Martino di Genova), la Dr.ssa Antonella Radice (Servizio di Immunologia Clinica dell’Ospedale San Carlo Borromeo di Milano e autrice di numerosi articoli pubblicati su riviste scientifiche di livello internazionale).
Da tutta Europa
per il workshop di Parini
La Salle, 13 e 14 febbraio 2007
Chirurghi esperti provenienti da
tutta Europa si sono dati appuntamento per il “Tyco Colorectal Workshop” organizzato
dal dottor Parini e dalla sua
équipe. L’iniziativa, che si è
svolta a La Salle il 13 e 14 febbraio, era finalizzata ad elaborare le linee guida sui trattamenti, sul percorso diagnostico
delle varie patologie e sulle
pratiche chirurgiche legate al
colon retto.
Attività fisica e terza età:
progetto “BenAttivi”corso di aggiornamento
per MMG
Pollein, 3 marzo 2007
Favorire la pratica dell’attività fisica regolare nella terza età: questo è l’obiettivo principale del corso di aggiornamento per medici di medicina generale voluto dall’Azienda USL in collaborazione con GlaxoSmithKline
(GSK). Il progetto, intitolato “BenAttivi”, ha coinvolto i medici, gli enti lo-
In occasione della Giornata Mondiale del Rene (8 marzo) la SC di Nefrologia e Dialisi, guidata dal Dr. Sandro Alloatti (infaticabile organizzatore
dell’evento), ha allestito una mostra storica, con pannelli e attrezzature,
nei locali della Maison Savouret. La mostra ha avuto un notevole successo di pubblico, tant’è che l’apertura è stata prorogata di una settimana.
Alla inaugurazione hanno preso parte, tra gli altri, l’assessore alla Sanità,
Antonio Fosson, il direttore generale dell’USL, Carla Stefania Riccardi, il
delegato della Società Italiana di Nefologia, Alberto Gaiter, il presidente
dell’Associazione degli emodializzati ANED della Valle d’Aosta, Elio Ceccon, il presidente dell’AIDO Valle d’Aosta, Claudio Latino.
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IL NATALE ENTRA IN OSPEDALE
Dal 17 al 24 dicembre 2006
Anche quest’anno la Direzione strategica ha pensato ai degenti delle strutture sanitarie. Per questo la SC Comunicazione ha organizzato un nutrito programma di eventi per festeggiare il Natale in ospedale. Il calendario si è sviluppato tra il 17 ed il 24 dicembre, con le esibizioni musicali degli artisti valdostani (sia nella sede di Viale Ginevra che al Beauregard), le iniziative in Psichiatria e al Ser.T e la Messa officiata dal vescovo della
Diocesi di Aosta., Mons. Giuseppe Anfossi.
Un particolare ringraziamento va ai gruppi corali e ai musicisti che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa: le LuSMor (le due giovani violiniste
Nicoletta Alby e Giada Costenaro che rispondono con entusiasmo al nostro appello da molti anni), il Coro gospel Jesus Light, i musicisti della SFOM (Scuola di Formazione e Orientamento Musicale – Fondazione Istituto Musicale della Valle d’Aosta), Pierluigi Moccia e Antonella Reggiani (con le loro delicate musiche natalizie attinte dalla tradizione europea ed
eseguite con flauto e chitarra – anche loro ospiti fissi da molti anni), il gruppo corale Associazione Culturale Musica Nostra. E grazie agli operatori sanitari che hanno coinvolto i degenti nel momento musicale.
FESTA DI CARNEVALE AL NIDO AZIENDALE
di Stefania Tedesco (coordinatrice delle educatrici)
enerdì 16 febbraio il Carnevale è entrato allegramente al nostro nido “le Marachelle”. Bimbi, educatrici, mamme
e papà sono stati coinvolti in una giocosa festa di carnevale con tanto di sfilata in maschera, giochi, balli e musi-
V
ca.
Questo è stato possibile grazie alla collaborazione di tutti: i genitori hanno portato i vestiti per i loro bimbi e il personale educativo, fin dal mese di gennaio, ha preparato gli allestimenti e l’occorrente per la festa, utilizzando i laboratori settimanali, previsti dalla programmazione annuale.Alla festa i bimbi hanno giocato con cappellini, bacchette magiche e mascherine da loro creati durante le attività settimanali e gustato le “bugie” preparate durante il laboratorio di cucina. La festa è stata anche un’occasione per riprendere il tema della favola di Pinocchio letta, più volte, durante l’atelier di drammatizzazione. L’arrivo della Fata Turchina in carne ed ossa, un’educatrice travestita, ha incantato i bimbi e, riproponendo l’ambientazione della favola di Collodi, ne ha ricreato la magia. La “sensorialità”, infatti, in
tutte le sue sfumature e caratteristiche, è il tema conduttore della nostra progettazione e attività. I bimbi svolgono regolarmente attività di cucina, di educazione alla musica, di pittura, di drammatizzazione, giardinaggio e una molteplicità di opportunità di gioco proposte quotidianamente. La festa, come raccontato, rappresenta una delle situazioni, in cui il lavoro dei bimbi con l’aiuto dell’adulto confluisce in un prodotto finale “multi-sfacettato”,. Questo consente di curare non solo la fase di preparazione e di gioco, ma permette anche ai piccoli di osservare, gustare, toccare e sentire il risultato del loro operato. Grazie a tutti per l’aiuto.
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ADOTTATO IL REGOLAMENTO SULLE SPONSORIZZAZIONI
di Giuseppe Villani (Direttore SC OSRU)
Azienda, anche se in misura non preponderante, si avvale, nell’organizzare
iniziative formative, dell’intervento finanziario di società commerciali in veste di
sponsor al fine di reperire risorse finanziarie aggiuntive, attraverso gli strumenti previsti dalla legislazione vigente, per il raggiungimento dei propri obiettivi istituzionali, tra cui quello di aggiornare continuamente i propri operatori. Stante la delicatezza della questione, è emersa la necessità di regolamentare l’utilizzazione dei finanziamenti da parte di soggetti privati per
le iniziative organizzate dall’Azienda (cosiddette “in sede”), nonché di stabilire una
apposita procedura per la partecipazione
di dipendenti ad iniziative non organizzate
dall’Azienda (cosiddette “fuori sede”).
Il Direttore Generale ha, dunque, approvato, con deliberazione n. 234 del 22 gennaio scorso, lo specifico regolamento in
materia di sponsorizzazione, lo schema tipo di contratto di sponsorizzazione, la procedura per la partecipazione di dipendenti
ad iniziative fuori sede. Tutti questi materiali, peraltro, sono già reperibili su Andromeda, cliccando su “Formazione”, a cui si
rimanda per i dettagli normativi.
L’
La sponsorizzazione trae il suo fondamento giuridico da una disposizione della legge finanziaria del 1998 che al fine di favorire l’innovazione dell’organizzazione amministrativa e di realizzare maggiori economie, nonché una migliore qualità dei servizi prestati, ha previsto che le pubbliche
amministrazioni possano stipulare contratti di sponsorizzazione ed accordi di collaborazione con soggetti privati purché le relative attività siano dirette al perseguimento di interessi pubblici, escludano forme di
conflitto di interesse tra l’attività pubblica
e quella privata e comportino risparmi di
spesa rispetto agli stanziamenti disposti.
Su questo tema sono intervenuti anche il
Comitato Nazionale per la Bioetica e il Garante per la protezione dei dati personali. Il
primo organismo, nell’ambito di un recente documento in materia di conflitti di interessi nella ricerca biomedica e nella pratica
clinica, ha specificato che ogni sponsorizzazione e ogni legame diretto o indiretto
esistente fra l’industria e il singolo ricercatore o l’istituzione in cui questo opera dovrebbe essere dichiarato pubblicamente e
descritto senza nascondimenti nei suoi termini reali; il Garante, dal canto suo, ha prescritto, con un provvedimento del settembre scorso concernente le sponsorizzazioni
nella p.a. e la protezione dei dati, che le
pubbliche amministrazioni che ricorrono
allo strumento contrattuale della sponsorizzazione hanno il dovere di astenersi dal
comunicare allo sponsor dati personali dei
destinatari delle informazioni o comunicazioni istituzionali dell’ente. Un’altra norma
importante in questa materia è rinvenibile
nel cosiddetto codice dei farmaci
(d.lgs.219/06), laddove si sancisce la sussistenza del principio di inerenza-correlazione tra la tematica trattata nell’iniziativa
formativa e i medicinali di cui l’impresa
sponsor è titolare, nonché l’espressa indicazione degli eventuali diritti o facoltà concessi dagli organizzatori come corrispettivo
e si prevede, altresì, la possibilità per l’azienda farmaceutica, in occasione di convegni e congressi, di presentare lavori
scientifici purché integrali e regolarmente
depositati presso l’AIFA. Il principio dell’inerenza è, come si è visto, è tra i cardini del
concetto di sponsorizzazione. A questo
per distinguere tra loro gli istituti della
sponsorizzazione e della donazione, affatto diversi e quindi non assimilabili come si
evince dalla tabella a lato.
principio si accompagna quello dell’interesse. Infatti, sponsor e sponsee (chi fruisce
della sponsorizzazione) devono obbligatoriamente dichiarare nel contratto le rispettive contropartite ed affermare che i loro
interessi sono convergenti e non conflittuali. L’obbligo delle parti di escludere, per
iscritto, l’eventuale presenza di conflitto
d’interessi prima di sottoscrivere il contratto rappresenta il primo filtro etico della
sponsorizzazione a cui si accompagna il secondo filtro consistente nell’obbligo di pubblicizzare il contratto stipulato per consentire ai potenziali discenti di valutare tutti i
termini dell’accordo in modo di scegliere se
aderire o meno all’iniziativa formativa.
L’accordo di sponsorizzazione è, dunque,
valido solo se sottoscritto in piena libertà
dalle due parti a fronte di una piena soddisfazione dei legittimi interessi dei con-
di Cristiana Charrère (Dirigente SC Sistema Informatico e TLC) e Roberta Frachey (SC Sistema Informatico e TLC)
osi come preannunciato nell’articolo “Contenuti resi accessibili? Di cosa si tratta?”, pubblicato su Newsl del giugno 2006, anche il sito istituzionale della nostra Azienda ha
subito i cambiamenti necessari a garantire l’universalità dell’accesso, senza escludere nessuno, e a renderlo indipendente
dalle infrastrutture utilizzate, ponendo quindi massima attenzione anche ad utenti in grado di connettersi da PC obsoleti o
con connessioni molto lente.
Quando abbiamo pensato alla rivisitazione del nostro sito in
un’ottica di accessibilità, in collaborazione con la S.C. Comunicazione, abbiamo cercato di fornire informazioni in modo fa-
C
cilmente rintracciabile dando massima evidenza ai servizi forniti al cittadino (liste d’attesa, orari dei medici, ambulatoriali...)
e dando una possibile vetrina alle strutture sanitarie. Tutto
ciò prendendo in considerazione una serie di parametri, quali: pubblico di riferimento, esperienza degli utenti, necessità
e competenze di chi viene a visitare il sito, capacità di usare il mezzo Internet, impedimenti fisici.
Quindi il nostro sito, ora reso accessibile, risulta semplice
nella grafica, pur mantenendo un impatto visivo molto gradevole; i menu seguono un posizionamento obbligato e i colori sono in tonalità che garantiscano un contrasto marcato;
per quanto possibile abbiamo cercato di
non mettere in difficoltà persone con problemi di daltonia o ipovisione, evitando di
veicolare le informazione solo tramite il colore, e mantenendo una buona soglia di
leggibilità nella differenza di colore e luminosità tra testo e sfondo della pagina.
Per dare vivacità al sito, senza interferire
con le esigenze di utenti che accedono ad
un sito istituzionale per reperire in modo
rapido informazioni senza ricercare novità
grafiche, abbiamo pensato di dare alle pagine gradazioni cromatiche diverse in base
alle stagioni dell’anno.
Stiamo aspettando le verifiche della CNIPA
per l’assegnazione del logo di accessibilità.
Il CNIPA gestisce l’assegnazione di tale logo per quei siti che hanno superato con
esito positivo le verifiche previste dal Decreto Ministeriale 8 luglio 2005.
Approfittiamo di questo spazio sul Newsl
per ricordarvi che siamo a disposizione per
tenere aggiornate le aree a voi dedicate.
Non va dimenticato, infine, che le iniziative formative, ancorché sponsorizzate, sono organizzate dall’Azienda; pertanto, oltre alla conseguenza che i relatori dipendenti dell’Azienda sono remunerati secondo la normativa contrattuale, indipendentemente dallo stanziamento all’uopo
definito dallo sponsor, è a carico dell’Azienda, quale provider dell’evento, l’onere
di richiedere e ottenere, pena la nullità del
contratto, l’accreditamento ai fini della
validazione degli stessi nell’ambito del
programma di Educazione Continua in
Medicina.
BIOETICA E QUALITÀ DELLA VITA
FORSE
NON TUTTI SANNO CHE…
di Miroslava Vasinova (Presidente Centro Europeo di Bioetica
www.ausl.vda.it
IL NUOVO SITO INTERNET AZIENDALE È PRONTO PER IL VARO.
LA NOVITÀ? È ACCESSIBILE AGLI IPOVEDENTI
traenti, alla stregua di un accordo sponsale (dal latino “spondeo” che significa “promettere in matrimonio”), per sua peculiare
natura non può configurare in alcun caso
una situazione di conflitto d’interessi se
non nel caso di omessa o mendace dichiarazione degli interessi di anche uno solo
dei contraenti. La sponsorizzazione, in definitiva, si configura come contratto atipico a prestazioni corrispettive, fondato sull’esistenza di leciti e legittimi interessi
delle parti, sul bilanciamento della partnership, sull’inerenza del progetto sostenuto con l’attività d’impresa dello sponsor, sulla trasparenza dell’accordo tra i
contraenti rispetto ai fruitori del progetto,
sulla dichiarazione esplicita degli obiettivi
e delle clausole di risoluzione e, infine,
sulla libera condivisione dell’accordo contrattuale. I suddetti elementi sono decisivi
In questa materia riveste particolare importanza la distinzione tra la pubblicità di
prodotto (propaganda) e quella istituzionale (promozione della visibilità del logo,
presentazione di studi clinici e dell’attività
di ricerca clinica effettuata in uno specifico settore), considerando che la prima, ad
opera degli informatori scientifici nel caso
di imprese farmaceutiche, ovvero la pubblicità commerciale del farmaco, non può
essere sottoposta a controllo in quanto
l’incontro tra informatore e medico è a
carattere privato e personale, mentre il
programma di formazione ECM prevede il
vaglio da parte del comitato scientifico
del provider dei corsi. La pubblicità istituzionale, oltre ad essere esplicitamente
prevista dal codice dei farmaci, costituisce
per l’azienda farmaceutica una reale e
credibile contropartita per i finanziamenti
ricevuti dallo sponsee.
e Qualità della Vita e Pediatra di Libera Scelta)
i è tenuta ad Eilat, in Israele, dall’11 al 14 febbraio, la Conferenza internazionale delle cattedre di bioetica dell’UNESCO avente come tema:
“Bioethics today in the mirror of future generations”, alla quale hanno preso parte circa un centinaio di studiosi provenienti dai cinque continenti. Il focus della conferenza è stato centrato sul
concetto che la nostra generazione ha la responsabilità di salvaguardare i bisogni e gli interessi zionale dei medicinali”; G. Villani (Direttore SC
delle future generazioni. Il compito di proteggere i OSRU): “Le sponsorizzazioni e il conflitto di intebisogni e gli interessi delle future generazioni è, ressi nella formazione degli operatori sanitari”; M.
peraltro, la missione etica fondamentale dell’U- Stellino (Coordinatrice Corso Universitario di LauNESCO che si estrinseca attraverso il pieno rispet- rea Infermieristica): “I principi etici attraverso il
to dei diritti umani e degli ideali di democrazia, racconto delle esperienze degli infermieri dell’Aformulando linee guida comportamentali per le zienda USL della Valle d’Aosta”. Nei giorni precepresenti generazioni all’interno di una più larga denti la Conferenza ha avuto luogo il business
meeting dell’UNESCO Chair in Bioethics, al quale
prospettiva orientata al futuro.
Il programma scientifico della conferenza ha ri- hanno partecipato i rappresentanti delle 74 Catguardato l’impatto dei problemi odierni, come la tedre di Bioetica dell’UNESCO del mondo. La Catpovertà, l’esclusione, la discriminazione e le mi- tedra di Bioetica dell’UNESCO in Italia è stata asnacce all’ambiente, sugli interessi delle future ge- segnata, già nel 2005, al Centro Europeo di Bioenerazioni. Alla Conferenza hanno partecipato al- tica e Qualità della Vita Onlus con sede a Saintcuni rappresentanti dell’Azienda USL e alcuni Vincent. La sottoscritta ha illustrato, in questa ocmembri del Centro Europeo di Bioetica e Qualità casione, le attività programmate nel 2007 con i
della Vita di Saint-Vincent. In particolare, hanno partner regionali (l’Assessorato regionale Sanità,
presentato i propri lavori, molto apprezzati dall’u- Salute e Politiche Sociali, l’Azienda USL Valle
ditorio: M. Vasinova (Presidente del Centro Euro- d’Aosta, l’Università della Valle d’Aosta, l’Ordine
peo di Bioetica e Qualità della Vita e pediatra di dei Medici della Valle d’Aosta), nazionali (l’Istituto
base):”Il miglioramento della protezione dei dirit- G. Gaslini di Genova, la Fondazione Maugeri delti dei bambini nella giustizia minorile”; P. Scaglia l’Università di Pavia) e internazionali (Università
(dirigente dell’Assessorato regionale Sanità, Salu- Alcalà de Henares in Spagna, l’International Cente e Politiche Sociali): “Le basi etiche delle politi- tre for Health, Law and Ethics dell’Università di
che giovanili in Valle d’Aosta”; A. Migliore (Coor- Haifa in Israele). Il Direttore delle Cattedre di Bioedinatrice Asilo Nido di Chatillon) e F. Dematteis tica dell’UNESCO ha invitato i presenti a fare ope(Ricercatore IRRE Valle d’Aosta): “L’etica nell’a- ra di sensibilizzazione a vari livelli, ad organizzare
scolto e nella comunicazione con i minori”; M. corsi formativi in bioetica interdisciplinare e a faLombardi (Sost. Procuratore della Repubblica del vorire incontri sugli argomenti di attualità sia con
Tribunale per i Minorenni di Torino): “Adolescenti, gli operatori delle varie discipline, sia con la popovideo e aggressività: questioni giudiziarie”; A. lazione. Tra le importanti iniziative che avranno
Cerruti (Presidente dell’Ordine dei Medici e degli luogo in Valle d’Aosta va segnalato il corso UNEOdontoiatri della Valle d’Aosta): “Conflitti e di- SCO per i manager della formazione in bioetica,
lemmi etici nella medicina d’emergenza”;T. Devo- organizzato dal 16 al 20 aprile 2007 ad Aosta dal
ti (Presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Valle Centro Europeo di Bioetica e Qualità della Vita e
d’Aosta): “Aspetti etici e deontologici nell’uso ra- dall’Università della Valle d’Aosta.
S
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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA
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HPH E DINTORNI
di Giorgio Galli (coordinatore regionale rete HPH)
Nuovi progetti aziendali HPH
Prosegue incessantemente l’attività legata alla promozione della salute. I programmi aziendali, di cui alla
rete Health Promoting Hospitals, sono stati monitorati
e tutti i referenti di progetto hanno inviato una sintetica relazione su quanto svolto nel corso del 2006. Da
parte mia ho già predisposto il provvedimento deliberativo contenente l’elenco dei progetti 2007, le attività
previste e i costi correlati.
La novità consiste nell’ingresso di due nuovi progetti,
per la precisione il “Progetto Violenza contro le
Donne” e il progetto di prevenzione dai traumi cranici a seguito di cadute in attività sportive (ove il casco
non è obbligatorio) dall’accattivante titolo “Io non
casco senza il casco”.
PROGETTO VIOLENZA CONTRO LE DONNE
Il progetto “violenza” è coordinato da Anna Castiglion, responsabile dell’Ufficio Progetti Innovativi della SC Comunicazione. Per l’anno in corso è prevista
l’organizzazione di un corso di formazione e sensibilizzazione sul tema della violenza domestica e accoglienza delle donne violate destinato a: forze dell’ordine,
tribunale, procura, avvocati, assistenti sociali, MMG,
operatori del Pronto Soccorso, ostetrici e ginecologi,
operatori del Dipartimento di salute mentale, curia. Il
corso, articolato su due giornate, avrà luogo quasi sicuramente a La Salle (Hotel Mont Blanc) nei giorni 18
e 19 maggio. Il corso verrà realizzato in collaborazione
con la SC OSRU. Le altre iniziative correlate al progetto, oltre ad una campagna di comunicazione sull’argomento, prevedono il consolidamento del gruppo di
lavoro interistituzionale comprendente USL, Assessorato Sanità, Comune di Aosta, Consulta regionale, Centro Donne contro la violenza, Consigliera di parità e la
realizzazione di un vademecum per illustrare servizi e
supporti offerti dalle singole istituzioni regionali.
PROGETTO
“IO NON CASCO SENZA IL CASCO”
È coordinato da Tiziano Trevisan, addetto stampa
della SC Comunicazione. Tra le attività previste per il
2007 vi è l’attività di sensibilizzazione sul tema e la
costituzione di un tavolo di lavoro composto da operatori sanitari, società sportive, allenatori, ecc. col compito di individuare strategie e azioni. In autunno verrà
promosso un convegno ad hoc sul tema. Parallelamente si predisporranno interventi comunicativi di supporto.
l museo si colloca all’interno di un progetto, co-finanziato dal Fondo Sociale Europeo (“Effetto Nascita” è,
per l’appunto, il suo nome), centrato sul percorso esperienziale gravidanza – parto- puerperio - funzioni genitoriali e realizzato dall’Azienda USL della Valle d’Aosta,
in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Ospedaliera
O.I.R.M. S. Anna di Torino e la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università valdostana.
Il progetto, considerata l’importanza e il riflesso dei temi trattati, soprattutto sulla popolazione femminile, ha
ottenuto il patrocinio del Dipartimento delle Pari Opportunità, della Consulta Regionale Femminile e della
Consigliera di Parità Regionale della Valle d’Aosta.
“Effetto Nascita” si sviluppa in tre azioni, strettamente
collegate tra loro:
I
Azione diretta di informazione e comunicazione integrata (Museo della Nascita)
E’ quella riferita alla produzione del museo virtuale dedicato al percorso di nascita. Questo è il vero cordone
Partecipazione della rete HPH Valle d’Aosta
alla Conferenza regionale HPH
della Regione Piemonte
Alcuni rappresentanti della nostra rete regionale hanno preso parte attivamente alla Conferenza regionale
HPH del vicino Piemonte che si è tenuta a Torino il
20 febbraio scorso. Ringrazio gli organizzatori della
rete piemontese per l’invito e per l’opportunità of-
PROGETTI HPH GIÀ AVVIATI
Il 2007 vedrà inoltre il proseguimento dei
progetti di promozione della salute già avviati. Li riassumiamo (tra parentesi è indicato
il referente aziendale del progetto):
• Wellness – Salute, sport e stili di vita / Chi si ferma è perduto (Stefania
Riccardi)
• Integrazione ospedale-territorio
(Clemente Ponzetti)
• PrATO – prevenzione delle malattie cerebrovascolari (Edo Bottacchi). Verso un
ospedale senza dolore (Lorenzo Pasquariello).
• Smoke Free Project – ospedale e territorio liberi dal fumo (Giorgio Galli).
• Migrant Friendly Hospitals – ospedale e territorio interculturali (Patrizia Petey)
• Baby Friendly Hospitals – ospedale amico del bambino (Massimo Mazzella).
• Alimentazione, salute e stili di vita
EFFETTO NASCITA
E MUSEO VIRTUALE
L’articolo che segue, firmato dai nostri colleghi Anna
Castiglion e Paolo Servi, è stato pubblicato sulla rivista
“Passages”. Lo proponiamo ai lettori di Newsl, tenuto
conto dell’importanza che riveste l’argomento.
(Pier Eugenio Nebiolo).
• Antropologia medica (Massimo Pesenti Campagnoni).
• Profilo di cura ipertensione (Sabina Modesti)
ombelicale che ci unisce a Passages e sarà meglio approfondito nel seguito.
Seminari rivolti agli operatori per migliorare l’approccio di sistema, culturale e operativo
In quest’azione, la metodologia didattica utilizzata (role playing e simulazioni), la previsione di classi “miste”
(formate da operatori sanitari appartenenti a diversi reparti e profili professionali), nonché la scelta di docenti provenienti dal S. Anna, ha l’obiettivo di favorire un
confronto tra attori diversi e, conseguentemente, tra
differenti approcci ai temi progettuali.
Percorsi di approfondimento e accompagnamento per gruppi di genitori su temi legati all’esercizio della genitorialità
Quest’ultima azione si riferisce ad azioni di accompagnamento alla genitorialità, declinate in due modalità
d’intervento:
a) modello di continuità assistenziale ostetrica
E’ rivolto ad un campione di neo mamme, a cui verrà
fornita un’assistenza mirata, anche domiciliare, da
parte di personale ostetrico, nella convinzione e nel
tentativo di dimostrare che la continuità assistenziale
è in grado di sostenere anche le fasi più delicate del
percorso di vita e prevenire situazioni di disagio psicofisico.
b) azioni di accompagnamento alla genitorialità rivolte
alla popolazione
Questi percorsi, pensati in collaborazione con la Facoltà di Scienze dell’Educazione, pur con modalità non
strettamente accademiche, vogliono arrivare alle persone, non solo per dare loro strumenti utili alla gestione del quotidiano, ma anche e soprattutto per sviluppare
un nuovo sentire condiviso.
Si realizzeranno eventi caratterizzati da pluralità e diversificazione di attività, che spazieranno da interventi più
teorici (seminari e conferenze) a momenti più interattivi
(laboratori, workshop e spettacoli teatrali).
Il Museo della Nascita
Le ipotesi di lavoro sulla forma che devono assumere i
fertaci di presentare alcune nostre iniziative. In particolare il Direttore Sanitario, Clemente
Ponzetti, ha illustrato il programmi di wellness
(salute, sport e stili di vita; smoke free project; prevenzione dall’abuso di alcol; screening di prevenzione obesità infantile; alimentazione, salute e stili di
vita, progetto PREMIA Grand Combin) e si è particolarmente soffermato sul progetto “Benessere organizzativo”.
Sabina Modesti ha fornito il proprio contributo
con una relazione sul tema “Profilo di cura ipertensione: percorso uniforme e condiviso tra specialisti
ospedalieri e medici di assistenza primaria operanti sul territorio valdostano”, mentre Marisa Bechaz ha
presentato l’iniziativa “Ospedale e
territorio amici del bambino”.
15a Conferenza internazionale
della rete HPH – Vienna, 11-13
aprile 2007
Il tema della conferenza internazionale 2007 è “Contributions of HPH to
the Improvement of Quality care,
Quality of life and Quality of Health
Systems”. Anche la nostra regione, a
fianco delle altre regioni italiane afferenti alla rete HPH, sarà presente all’importante evento. Oltre a prendere
parte ai lavori dell’Assemblea Generale dei coordinatori nazionali e regionali, presenteremo una relazione
sul tema “Wellness Project in the regional health agency”.
In arrivo il camper della salute
APPELLO A TUTTI I DIPENDENTI
La direzione aziendale, grazie
al contributo della Fondazione
CRT, ha acquistato e fatto
appositamente allestire un
camper per avviare una serie
di iniziative “itineranti”
di promozione della salute
sul territorio regionale.
Si cerca personale volontario
che aderisca all’iniziativa,
in particolare per la guida
del mezzo (è sufficiente
la patente B).
PER INFORMAZIONI
rivolgersi all’Ufficio Stampa
(tel. 0165-544451 fax 544626
e.mail [email protected])
supporti mediali, nell’azione d’informazione e comunicazione integrata, si concretizzeranno nella produzione di un museo virtuale, dedicato al percorso di nascita e ai temi-tappa di nascita, parto e puerperio.
Il museo virtuale, struttura metaforica, simulata in
computer graphic, veicolerà le informazioni sulle opportunità offerte lungo tale percorso, con un occhio di
riguardo alla funzione di genitorialità primaria. Come
ogni M.Art. contemporaneo, offrirà le proprie stanze
ai temi monografici correlati, costruendo la propria
estetica sulle opere d’arte-significanti dei messaggi ed
arricchendola con i supporti documentali vestiti da
contenuti bibliografici, materiali di publishing o gadget.
L’elemento di particolare novità, come si può intuire,
consiste nel coinvolgimento di artisti figurativi, plastici
e digitali, di musicisti e di poeti, che contribuiranno a
dare al museo un corpus coerente con l’obiettivo progettuale. I criteri che hanno ispirato la scelta della
“squadra creativa” sono improntati alla massima rap-
presentatività di sensibilità, culture e discipline espressive diverse (si utilizzeranno “arti” in senso lato, nella
speranza di recuperare le suggestioni vive dalla creazione della Staatliches Bauhaus: l’arte intesa come
mediante di funzione sociale). In tal senso, la collaborazione con Passages vuole innescare una sorta di autoreferenzialità tra opera e descrizione della stessa: il parlare della nascita si fa embrione dei contenuti del museo stesso. La squadra degli artisti è stata “in-formata”
dalle suggestioni e ispirazioni emerse nei molti incontri
con ginecologi, ostetriche, genitori e psicologi, su tematiche chiave quali: accompagnamento alla nascita, modificazioni del corpo, attaccamento, allattamento al seno, ritorno a casa, desiderio di maternità e concepimento, multiculturalità del percorso di nascita, punti di vista
scientifici, servizi e strutture disponibili, elementi naturali, colori, suoni, la nascita e i sensi, il ruolo attivo del
bambino e altro ancora.
Il museo virtuale dovrebbe vedere la luce nella primavera del 2007
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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA
VI PRESENTIAMO
IL COMITATO PARI OPPORTUNITÀ
di Lalla Paolone (UB OSRU - Relazioni sindacali)
Ultimi Accordi e regolamenti di interesse sindacale, recepiti con deliberazione del Direttore Generale, consultabili sulla Intranet Aziendale – Andromeda –
nella sezione “Info Sindacale”
ACCORDI DECENTRATI
COMPARTO:
Accordo sindacale decentrato dell’area del comparto sul progetto “un equilibrio da
inventare” ex art. 9, legge 53/2000, in merito alla sperimentazione di modelli di conciliazione nell’ambito dell’Azienda U.S.L. – Deliberazione n. 570 del 05.03.07.
DIRIGENZA MEDICO-VETERINARIA e DIRIGENZA S.P.T.A.
Accordo sindacale decentrato - area della dirigenza medico-veterinaria e S.P.T.A.- , relativo al fondo perequativo (anni 2000-2005) derivante dai proventi della Libera Professione Intramuraria e criteri di distribuzione - Deliberazione n. 621 del 12.03.07.
DISPOSIZIONI GENERALI
DIRIGENZA MEDICO-VETERINARIA e DIRIGENZA S.P.T.A.
Recepimento della deliberazione della Giunta Regionale n. 4259 in data 29/12/06 e
disposizioni per l’attivazione di prestazioni aggiuntive, nella forma di Libera Professione nell’interesse dell’Azienda, da parte del personale dirigente di tutte le aree. Revoca deliberazioni n. 2762/05, 1403/06, 1629/06 – Deliberazione n. 134 del
15/01/07.
MEDICI E MITI DELLE NOSTRE MONTAGNE
l libro “Medici e miti delle nostre montagne”,
edito dalla Tipografia Pesando e scritto da Tiziano Trevisan, addetto stampa dell’Azienda, è
stato presentato al pubblico venerdì 23 febbraio nel salone delle conferenze della biblioteca regionale. Il libro è una ricerca storico-giornalistica che riguarda la vita di dieci medici che
hanno operato in Valle d’Aosta nel passato. Il
volume è il primo della collana “Edizioni Pesando per la solidarietà”: parte del ricavato
della vendita verrà devoluto alla Fondazione
Maria Bonino, che sostiene progetti di aiuto
ai bambini dell’Angola.
I
l Comitato Pari Opportunità dell’Azienda USL Valle d’Aosta
è stato costituito con deliberazione del Direttore Generale
n. 1655 in data 3/8/2004 nel rispetto della previsione dell’articolo 7 del CCNL 1998/2001. Il Comitato è composto da 20
membri, 10 supplenti e 10 effettivi, di nomina sia aziendale
che sindacale. I componenti del Comitato rappresentano diverse professionalità. Ecco i nomi:
I
Parte aziendale
nale, CPO Amministrazione Regionale, consulta regionale, CPO
di Aziende sanitarie ecc.). Il Comitato è consapevole che la sua
azione può essere significativa soltanto se riesce a divenire uno
strumento riconosciuto e riconoscibile sia dalle lavoratrici e dai
lavoratori, sia dalla Direzione e delle OO.SS; per questo è in fase di definizione una campagna informativa riguardante il Comitato stesso.
Parte sindacale
Membro effettivo
Membro supplente
Membro effettivo
Membro supplente
Anna Castiglion
Patrizia Petey
Giorgio Lupieri
Rosario Riccio
Rita Grimod
Renata Damé
Laura Bornaz
Renata Marietty
Mery Stellino
Anna Rita Bionaz
Loredana Tessarin
Monica Marliani
Laura Plati
Helga Zen
Paola Russo
Natale Dodaro
Adelaide Paolone
Teresa Zanin
Paolo David
Romano Nouchy
Il comitato si è dotato di un regolamento di funzionamento,
approvato con deliberazione del Direttore Generale nr. 1919
del 23.10.2006. Il Comitato pur essendo costituito dal 2004,
soltanto dall’anno scorso ha intensificato il suo impegno: incontri periodici e la partecipazione a corsi di formazione mirati alla conoscenza delle tematiche legate alle pari opportunità, ci hanno permesso di elaborare un programma d’attività per i prossimi anni. Questo programma (PAP: piano d’azione positive triennio 2007-2009) è stato presentato alle organizzazioni sindacali e rsu aziendali il 27 febbraio scorso. Nel
prossimo numero di Newsl vi racconteremo di cosa si tratta.
Compito del Comitato è la promozione e la definizione di misure idonee a consentire il raggiungimento dell’eguaglianza
sostanziale fra donne e uomini nel contesto lavorativo.
Questo ruolo si declina, necessariamente, in attività dirette
alla promozione di politiche di conciliazione tra il lavoro e la
vita personale delle lavoratrici e dei lavoratori. Il Comitato
Pari Opportunità ritiene, inoltre, fondamentale operare per
diffondere ed accrescere in Azienda una cultura del valore
della differenza di genere. Il Comitato Pari Opportunità agirà
il suo ruolo in concertazione con la Direzione Strategica e le
Organizzazioni sindacali e RSU aziendali. Il Comitato reputa
essenziale il confronto con altri soggetti che hanno le sue stesse finalità; pertanto opererà per attivare collaborazioni con organismi che si occupano di parità sia nella nostra Regione sia
in altre realtà soprattutto sanitarie (Consigliera di parità regio-
La creazione del logo che vedete (grazie a Paola Bocco), questo articolo e l’attivazione – a breve – di pagine intranet, vogliono essere la prima tappa di questa campagna informativa.
Anna Castiglion
Presidente del Comitato
Pari Opportunità
UNA TARGA PER RICORDARE BRUNO CHÂTEL
l dottor Bruno Châtel ha lasciato un ricordo indelebile negli amici, nei colleghi e in tutti coloro che hanno condiviso con lui la passione per la medicina. Bruno è nato ad Aosta il 25 febbraio 1959, si è laureato con il massimo dei voti a Torino nel 1985 ed ha scelto la specializzazione in Medicina Nucleare. Ha svolto il tirocinio volontario nel reparto di Aosta ed ha prestato la sua opera professionale anche come medico di guardia ad Antey, Pré-Saint-Didier.
Morgex-La Salle e Saint-Pierre. Bruno ha perso la vita in un tragico incidente il 19 giugno
del 1989, durante una gita in bicicletta con i suoi amici. Avrebbe dovuto prendere servizio
in medicina Nucleare il primo luglio. Tutti lo ricordano come un ragazzo disponibile verso
il prossimo, nel lavoro come nella vita privata. In sua memoria sono state istituite dai suoi
genitori dal 1990 al 2000 borse di studio per studenti di medicina della Valle d’Aosta e
grazie ad una loro generosa donazione la Radiofarmacia della Medicina Nucleare di Aosta ha potuto acquistare una cappa sterile.
La targa in memoria di Bruno, in reparto, recita queste parole: “Dott. Bruno Châtel. Rimane nel nostro ricordo l’Uomo, l’Amico, il Medico”. Alla cerimonia privata hanno preso parte anche i genitori di Bruno. Un particolare ringraziamento va a Dario Cantalupi e a Pierina Raso per avere promosso l’iniziativa.
I
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21-03-2007
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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA
“MILLE PETALI
PER UNA VIOLA”
Q
(UB Comunicazione)
uest’anno cadrà il decennale della nascita dell’Associazione V.I.O.L.A. ed il primo anniversario
della scomparsa della donna, Nadia Bérard, che la
creò e se ne occupò con amore e competenza. Per ricordare questo duplice anniversario è nata l’iniziativa
“Mille Petali per una VIOLA”. L’Azienda USL, la Presidenza del Consiglio Regionale, il Comune di Aosta, il
Centro Servizi Volontariato, hanno deciso di diventare
parte attiva nell’organizzazione di questa manifestazione assieme all’Associazione proponente.
Questo il calendario delle manifestazioni
L’ENIGMA DI SANTIAGO:
NON LO AVETE
ANCORA COMPRATO?
“quella mattina si svegliò come tutti i giorni alla stessa ora, le otto e mezza, quando il suo amico raggio di sole attraverso la finestra della camera gli si posò sulla guancia, riscaldandola quasi fino a bruciarla”
“L’enigma di Santiago”
crittori, pittori, scultori, cantanti, attori chissà quanti nostri colleghi, smesse le vesti del “dipendente USL”, dedicano le loro
energie alla creazione delle forme più diverse di espressione artistica. L’arte come un giardino segreto: un angolo del proprio animo nel quale rifugiarsi per ricaricare le batterie, per staccare la
spina o, semplicemente, perché è impossibile farne a meno.
“Al di là dell’Usl” non poteva non puntare i riflettori sui nostri artisti. Colleghi che riescono ad esprimere loro stessi in modi spesso preclusi ai più, ma che, certamente, permettono a noi che
guardiamo ammirati e a volte un po’ invidiosi, di vedere con nuovi occhi come se, finalmente, fossimo ammessi ad uno spettacolo
al quale non eravamo mai stati invitati. Questa è stata l’impressione che ho avuto quanto sono andata in Biblioteca ad ascoltare Renato Dattola presentare il suo primo romanzo “L’enigma di
Santiago”. Quella sera del 13 febbraio eravamo in centoventi, in
molti dell’Azienda, spinti certamente dall’interesse per il romanzo, ma soprattutto dal desiderio di vedere Renato attraverso lo
sguardo che regala l’arte. Questo spazio parla di Renato e del
suo libro, su di lui il primo riflettore. Renato Dattola lavora all’Ufficio Tecnico. Questo libro è il suo primo romanzo, ma la sua ricca
vena creativa gli ha permesso di concluderne un altro, di prossima pubblicazione, intitolato “la settimana della pioggia”, un
noir ambientato a Parigi, e di averne iniziato un terzo.
“L’enigma di Santiago” – spiega l’autore – è nato pagina dopo
pagina; non sono partito da idee precostituite, da schemi rigidi;
la storia è emersa da me, liberamente. Certamente ho fatto ricerche, ho studiato, sono partito da fondamenti reali, ma quello a
cui tenevo maggiormente è lasciare il lettore libero di trovare le
11
S
proprie risposte. Instillare il dubbio, senza pretendere di suggerire soluzioni o verità, perché ho molta fiducia nella capacità delle
persone di capire e non ne ho per nulla per chi si proclama depositario di verità assolute ed indiscutibili, troppo spesso paravento
di una banale e vile bramosia di potere ed ansia di controllo”.
La ricerca di una casa editrice disponibile alla pubblicazione di un
manoscritto di uno sconosciuto è certamente un’impresa titanica.
Le case editrici più prestigiose, schiacciate dalle ferree leggi del
mercato e dai media più prepotenti, televisione soprattutto, non
puntano più su nuovi autori. Rimangono le case editrici più piccole. Essere pubblicati da una casa editrice piccola – dice Renato
– significa diventare agenti di sé stessi. Sei abbandonato e quindi devi pensare a tutto: dalla distribuzione alla pubblicità. Ma
nessun giornalista si prende la briga di recensire un libro di uno
sconosciuto, pubblicato da una piccola casa editrice; si entra,
quindi, in un loop da cui soltanto la sorte ti può fare uscire. Il mio
libro ha venduto circa cinquecento copie in valle, ma la vera difficoltà è vendere fuori della nostra Regione”. Ecco, questo riflettore su Renato Dattola e sul suo libro si spegne, ma confido di accenderne altri, per illuminare nuovi artisti nascosti tra noi.
“L’enigma di Santiago”di Renato Dattola, 285 pagine 10 euro
casa editrice GME
CONFERENZA SUL TEMA
“Prevenzione e cura dei tumori al seno: cosa c’è di nuovo?”
Data: venerdì 20 aprile 2007
Sede: Salone delle manifestazioni di Palazzo regionale – Piazza Deffeyes, 1 - Aosta
PROGRAMMA
21,00-21,45 Apertura del convegno e saluti di benvenuto
Raffaela Longo - Presidente Associazione V.I.O.L.A.
Carla Stefania Riccardi - Direttore Generale Azienda USL Valle d’Aosta
Antonio Fosson - Assessore Sanità, Salute e Politiche Sociali
André Lanièce - Vice Presidente del Consiglio della Regione Autonoma Vda
Luciano Caveri - Presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta
21,45-22,00
Il programma di screening dei tumori femminili della Regione Autonoma Vda
Teodoro Meloni - Direttore Dipartimento di Radiologia diagnostica e interventistica Azienda USL Valle d’Aosta
22,00-22,15 Le novità nella terapia chirurgica
Luciano Sblendorio - Direttore Unità di Chirurgia toracica, senologica ed
endocrinologica - Azienda USL Valle d’Aosta
22,15-22,30 Le novità nella terapia oncologica
Fulvia Grasso - Medico Dirigente Unità di Oncologia - Azienda USL Valle
d’Aosta
22,30-22,45 Le nuove tecniche di Radioterapia
Maria Rosa La Porta - Medico Dirigente Unità di Radioterapia - Azienda
Sanitaria Ivrea
abato 24 febbraio si è svolto presso i locali del Cral Cogne di Aosta,
il Carnevale dei bimbi. La manifestazione arrivata alla sua quarta edizione ha riscosso come già negli anni
scorsi un buon successo, sono più di
75 i bimbi che vi hanno preso parte
senza contare i numerosi adulti, genitori, nonni e zii che erano presenti come accompagnatori dei piccoli. Nel
corso della festa, un gruppo di animatori professionisti ha intrattenuto i
bambini con balli e giochi di gruppo.
È stata inoltre premiata la mascherina più bella che quest’anno era rappresentata da un malinconico Pierrot.
Dopo aver razziato il tavolo delle libagioni e perforato i “fragili” timpani
degli adulti presenti (per altro abituati al carnevale in casa tutto l’anno),
l’ultimo gruppetto di mascherine ha
22,45-23,00 L’Unità di Senologia: propsettive di ricerca e cura
Maria Elena Jacomuzzi - Medico specialista presso Unità di Ginecologia
Oncologica - IRCC di Candiolo, Torino
S
È GIUNTA LA SOGLIA
DELLA PENSIONE
PER PIERRE ALLIOD
Dedichiamo queste righe per salutare il collega e amico Pierre Alliod che – come si dice abitualmente – “dopo anni di onorato servizio” ha lasciato l’USL per andarsene in pensione. Pierre era responsabile dell’Ufficio Concorsi della nostra Azienda. Lo ricordiamo tutti con quel suo cipiglio finto burbero che nascondeva invece una grande carica di umanità, patrimonio di pochi. Sappiamo
che è ancora impegnato in attività sindacale e giornalistica: ciò
significa che avremo ancora modo di incontrarlo e di lavorare
con lui. E questo non può che farci piacere.
Un caro saluto dalla Direzione Strategica, dai colleghi del Servizio del Personale, da tutti gli amici dell’USL e, ovviamente, dai
lettori del Newsl.
23,00-23,15 La prevenzione del tumore al seno Italia
Nereo Segnan - Direttore Centro Prevenzione Oncologica della Regione
Piemonte - ASO San Giovanni Vecchio (TO)
23,15-23,45 Discussione
23,45
Chiusura della conferenza
Moderatore: Clemente Ponzetti - Direttore Sanitario Azienda USL Valle d’Aosta
TROFEO NADIA BERARD
CORSA TRA LE VIE DI AOSTA
DOMENICA 22 APRILE 2007 ORE 9,00
Partenza da PIAZZA CHANOUX
abbandonato la sala alle ore 18.00.
…ecco a voi alcune delle tante e belle mascherine…
…la più piccola…
di soli 10 mesi…
Si potrà partecipare attraverso le seguenti modalità:
• gara agonistica di 5 Km (iscritta nel calendario FIDAL)
• corsa non competitiva di 5 Km
• passeggiata di 2 Km
A tutti i partecipanti (gara, corsa o passeggiata) saranno consegnati: una maglietta,
un cappellino e una sacca della manifestazione. Alcuni premi verranno sorteggiati e
consegnati agli iscritti. Iscrizioni a partire dalle ore 8,30. Intero euro 10,00 – ridotto
euro 5,00 - Sotto i portici di piazza Chanoux verranno allestiti alcuni stand informativi a cura dell’Azienda USL e delle associazioni di volontariato
L’obiettivo è quello di riuscire a far
sfilare nel centro di Aosta, almeno
un migliaio di persone che porteranno insieme ad una maglietta ed il
cappellino con il logo “MILLE PETALI
PER UNA VIOLA” tanta speranza e
gioia di vivere.
L’Azienda USL e l’Associazione
V.I.O.L.A. invitano tutti i dipendenti a partecipare a questa manifestazione ed a trasmettere questo
messaggio a parenti amici conoscenti società sportive.
newsl30imp.
21-03-2007
17:49
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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’UNITÀ SANITARIA LOCALE VALLE D’AOSTA
a cura della SC Affari Generali e Legali
IL TESTAMENTO BIOLOGICO
Riflessioni alla luce della normativa vigente e delle recenti proposte di legge
di Daniela Tarello (Dirigente SC Affari Generali e Legali)
isale a pochi mesi fa l’ultimo di
una serie di eventi che si ripresentano periodicamente e che destano, nell’opinione pubblica, forte
emozione per la drammaticità delle
situazioni rappresentate. Mi riferisco
al caso di Piergiorgio Welby, vicepresidente dell’Associazione Luca
Coscioni, malato di distrofia muscolare, morto aiutato dal suo medico
che ha ammesso di aver staccato la
spina del respiratore che lo teneva in
vita. Welby aveva rivolto ripetuti appelli al presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, e all’opinione
pubblica chiedendo che gli venisse
riconosciuto il diritto di morire, sospendendo le terapie e i collegamenti alle macchine che lo tenevano
in vita, e che lo condannavano ad
un’esistenza che lui stesso definiva
«solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle
funzioni biologiche”. Il disperato appello di Welby si porta dietro tutta
una serie di domande irrisolte quali:
fino a che punto una persona può
legittimamente rifiutare una cura
medica? quando può farlo? e come?
può decidere solo per se stessa? e
quanto vincolanti sono le sue volontà? la soluzione può venire dal «testamento biologico»? Se sì, come risolvere eventuali contraddizioni tra i
testamenti biologici, il diritto positivo e le norme della buona pratica clinica e della deontologia medica? La
sospensione dell’alimentazione e
dell’idratazione artificiale può essere
considerata una semplice sospensione delle cure? Le dichiarazioni hanno carattere vincolante o semplicemente orientativo per il personale
sanitario? Di fronte a questi interrogativi, e alle implicazioni di natura
etica e religiosa che la questione
comporta, e che certo non possono
trovare risposte immediate, un primo
e più semplice approccio al problema sembra possa essere offerto dall’analisi delle soluzioni che si desumono dall’analisi del diritto positivo.
La ricerca condotta al riguardo ha
dato gli esiti che verranno di seguito
esposti e che, credo, possano comunque offrire interessanti spunti di
riflessione. Il principio in base al quale ogni persona ha il diritto di autodeterminazione nel campo della tutela della propria salute, trova il più
importante riferimento normativo
nell’art. 32, 2° comma della nostra
Costituzione, che sancisce che “Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario, se
non per disposizione di legge”. An-
R
che la convenzione sui diritti dell’uomo e sulla biomedicina, sottoscritta
ad Oviedo il 4 aprile 1997 e resa
esecutiva in Italia con legge 28 marzo 2001 n. 145, ha ribadito che qualunque intervento medico attuato
senza il consenso della persona deve
ritenersi illecito. Su questa stessa linea si pone il codice di deontologia
medica che, dopo aver precisato che
il malato ha diritto di ricevere la più
idonea informazione da parte del
medico (art. 30), afferma che il sanitario “deve attenersi, nel rispetto
della dignità, della libertà e dell’indipendenza professionale, alla volontà
di curarsi, liberamente espressa dalla persona” Naturalmente è indispensabile che il consenso o il rifiuto, per rappresentare un autentico
atto libero e consapevole, sia conseguente ad un’informazione corretta
e completa sulla diagnosi, sulla prognosi e su ogni altro elemento in
grado di condizionare la scelta che la
persona è chiamata ad effettuare.
Da qui l’importanza del cosiddetto
“consenso informato”, inteso non
come semplice adempimento burocratico, ma come elemento fondamentale per consentire al paziente
di assumere una decisione. La citata
convenzione di Oviedo afferma, in
questo senso, che la persona deve ricevere “preventivamente un’informazione adeguata in merito allo
scopo e alla natura dell’intervento nonché alle sue
conseguenze e ai suoi rischi” (art. 5). In più, il Codice di deontologia medica
precisa che “il medico deve
fornire a pazienti la più idonea informazione sulla diagnosi, sulla prognosi, sulle
prospettive e le eventuali
alternative diagnostico-terapeutiche e sulle prevedibili conseguenze delle scelte operate”. Ne deriva che,
a fronte di un rifiuto di sottoporsi ai trattamenti sanitari, espresso da persona
capace di intendere e di volere e adeguatamente informata, il medico deve
astenersi da atti di diagnosi
e cura, non consentiti contro la volontà della persona. Se, quindi, le norme vigenti vengono in aiuto dei
sanitari riguardo agli atti
che gli stessi possono compiere in presenza di una
scelta libera e consapevole
dei pazienti, i problemi di
natura giuridica ed etica sorgono
quando il paziente non è o non è più
in grado di esercitare il diritto all’autodeterminazione. In questo caso,
infatti, ogni decisione è affidata alla
discrezionalità del medico, sul quale
però pesa anche la responsabilità di
azioni (o mancate azioni) che si possano configurare come violazioni del
codice deontologico, quando non
del codice penale. Ecco allora che,
sulla scorta di esperienze già avviate
nel mondo anglosassone, alla luce di
quanto sancito dalla convenzione di
Oviedo, e in conseguenza del dibattito etico che si è riacceso in Italia sui
temi legati alla fine della vita, con l’inizio della XV legislatura è ripresa,
presso la 12a Commissione del Senato, la discussione congiunta su otto disegni di legge presentati da
esponenti della maggioranza e dell’opposizione in materia di consenso
informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari.
La divergenza di opinioni che necessariamente sorge fra laici e cattolici
su una materia così delicata, ha indotto la Commissione a decidere, all’unanimità, di sospendere il dibattito per rimettere la questione a 35
personalità, scelte all’interno di cinque categorie professionali (giuristi,
bioeticisti, medici, Associazioni e Ordini professionali) chiamate ad
esprimere, in merito al testamento
biologico, il loro parere che sarà
propedeutico all’elaborazione del
testo unificato. Ecco, in sintesi, il
contenuto degli otto disegni di legge
all’esame del Senato. Il Ddl S 3 vuole «dare concreta applicazione al riconosciuto principio di autodeterminazione nel campo delle cure mediche». Nel testo c’è un no esplicito all’eutanasia, anche in presenza di
consenso del malato. L’individuo deve poter, invece, preventivamente
disporre in tema di trattamenti sanitari cui intenda o meno essere sottoposto, compreso il trattamento del
proprio corpo o delle proprie spoglie.
Due i mezzi possibili: testamento di
vita o mandato in previsione dell’incapacità. Il trattamento sanitario è
subordinato a un esplicito consenso
del paziente. Nel Ddl S 357, si chiede
una legge che riconosca il «diritto all’autodeterminazione in materia sanitaria anche nel caso di una incapacità di farlo valere per un evento sopravvenuto»., che preveda il diritto di
decidere se accettare o meno le cure,
che dia riconoscimento giuridico alle
dichiarazioni anticipate, sottoscritte
da due testimoni, senza obbligo di
autentica notarile, nelle quali esprimere la volontà di non essere sottoposti a trattamenti terapeutici, di rianimazione, di continuazione dell’esistenza dipendente da apparecchiature. È prevista la sottoscrizione del
rifiuto dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale, di poter fruire di
analgesici in caso di gravi sofferenze.
Possibile anche la nomina di un fiduciario incaricato in caso di incapacità
del firmatario. Con il Ddl S 433 vengono dettate le regole a tutela della
dignità e delle volontà del morente
incapace. Punto cardine del provvedimento è il testamento di vita (con
direttive anticipate in materia sanitaria e di disposizione del proprio corpo), che può contenere anche la nomina di un fiduciario per ottemperare alle decisioni del paziente divenuto incapace. Di volontà anticipata si
parla anche nel provvedimento S
542, che mira ad offrire al cittadino
«l’esplicito fondamento giuridico del
suo essenziale diritto all’autodeterminazione». Consenso informato
nei trattamenti sanitari, formulazione delle volontà anticipate e indicazione della persona di fiducia, che in
caso di perdita di capacità naturale,
eserciti diritti e facoltà nel consenso
informato sono gli elementi fondamentali della proposta..Il Ddl S 687
prevede un atto scritto per le dichiarazioni anticipate di trattamento, disciplina il consenso informato, le decisioni sostitutive, le situazioni di urgenza e il caso dei minori. Prevede
l’obbligo di agire nell’esclusivo e migliore interesse dell’incapace. In caso di contrasto con il medico curante
la decisione viene assunta dal comi-
tato etico della struttura sanitaria.
Qui, nella redazione del testamento
biologico è prevista l’assistenza di
un medico. Viene anche chiesta l’istituzione presso il Ministero della
Salute del registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento nell’ambito di un archivio unico nazionale informatico. Consenso informato e testamento biologico sono
previsti nel Ddl S 665 e nel Ddl S
818che pongono l’accento soprattutto su informazione corretta e
comprensibile sui trattamenti, consenso informato, possibilità di indicare un soggetto di fiducia che
eserciti diritti e facoltà del paziente,
con possibilità di ricorso al giudice
in caso di divergenze. Infine, il Ddl S
773 escludendo esplicitamente
l’eutanasia, si ispira al principio dell’autodeterminazione del paziente
e alla sua libertà di decidere le cure
che desidera ricevere. Prevede che
alla formulazione delle disposizioni
anticipate, rese in forma scritta con
firma autografa (senza ricorso al
notaio), possa partecipare un medico per informare scientificamente il
dichiarante sulle conseguenze delle
sue scelte. Previsto anche il conflitto di coscienza del medico, risolto
dal comitato etico. L’interessamento che hanno espresso le più alte
cariche dello Stato e il fatto che sulla questione convergano i diversi
orientamenti politici, fanno ben
sperare per una rapida soluzione
normativa al problema, ferme restando tutte le implicazioni etiche e
religiose che nessuna legge potrà
mai risolvere.
Trimestrale di informazione dell’Azienda USL Valle d’Aosta
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Aosta - 0165/364161
Tipografia Valdostana
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Hanno collaborato
a questo numero
Paola Bocco
Silvana Bosonin
Milena Carlin
Anna Castiglion
Cristiana Charrère
Gabriella Delfino
Alfredo Diano
Roberta Frachey
Giorgio Galli
Lalla Paolone
Carla Stefania Riccardi
Graziano Tacchella
Daniela Tarello
Stefania Tedesco
Tiziano Trevisan
Miroslava Vasinova
Giuseppe Villani
Roberto Wetzl