I rami a frutto dell`olivo
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I rami a frutto dell`olivo
2 2ª PARTE DEDICATA A: ACTINIDIA - CASTAGNO - FICO - KAKI NESPOLO - NOCCIÒLO - NOCE - OLIVO - PICCOLI FRUTTI Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Verona - Contiene I.P. e I.R. 2012 SUPPLEMENTO N. 1 AL N. 2 DI VITA IN CAMPAGNA - CASELLA POSTALE 467 - 37100 VERONA - FEBBRAIO 2012 - ANNO 30 - ISSN 1120-3005 - MENSILE YLghD2LJfKyPRMIz1VoeDdXi3H24fPhnYy9JYHxXtjs/tu3O9NkO3Q== /P1pkzeLt9mEgmzMKC7R67ekZHB54y6nSL5oKfu7nYzc2AANlp+J0Q== Husqvarna T425 e T425C. Raggiungi il massimo nella potatura. Husqvarna T425 e T425C. Peso ridotto ed esclusiva maneggevolezza senza rinunciare a prestazioni da professionista. Le motoseghe da potatura Husqvarna sono più leggere, ecologiche e possiedono un ottimo rapporto peso-potenza. Durante il lavoro di potatura e di sramatura nei frutteti e negli uliveti consentono di lavorare in modo più sicuro e preciso, con minori sollecitazioni per schiena, spalle e braccia. 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Seguici Facebook Youtube Twitter Guida illustrata alla potatura delle piante da frutto: actinidia, castagno, fico, kaki, nocciòlo nespolo, noce, olivo, piccoli frutti 2 2ª PARTE DEDICATA A: ACTINIDIA - CASTAGNO - FICO - KAKI NESPOLO - NOCCIÒLO - NOCE - OLIVO - PICCOLI FRUTTI a cura di: Giorgio Bargioni, Gino Bassi, Guido Bassi, Claudio Sonnati, Giovanni Rigo Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Verona - Contiene I.P. e I.R. 2012 A SUPPLEMENTO N. 1 AL N. 2 DI VITA IN CAMPAGNA - CASELLA POSTALE 467 - 37100 VERONA - FEBBRAIO 2012 - ANNO 30 - ISSN 1120-3005 - MENSILE La potatura è necessaria per tutti gli alberi da frutto: in questa Guida, oltre che dell’actinidia e dell’olivo, ci occupiamo anche del nespolo, del nocciòlo, del fico e delle altre specie «minori», sempre presenti nel piccolo frutteto familiare. Foto: Giovanni Rigo, Guido Bassi e Archivio Vita in Campagna VITA IN CAMPAGNA Mensile di agricoltura part-time con la maggior diffusione pagata in Italia (certificazione ADS) Fondato da Alberto Rizzotti Direttore Responsabile: Giorgio Vincenzi Redazione: Giuseppe Cipriani, Silvio Caltran, Alberto Locatelli Segreteria di redazione: Laura Modenini, Elisa Guarinon, Cristina Campanini, Silvana Franconeri Indirizzo: Via Bencivenga/Biondani, 16 37133 Verona Tel. 045 8057511 - Fax 045 8009240 E-mail: [email protected] Internet: www.vitaincampagna.it Editore: Edizioni L’Informatore Agrario srl Via Bencivenga/Biondani, 16 - 37133 Verona Presidente: Elena Rizzotti Presidente onorario: Alberto Rizzotti Amministratore delegato: Giuseppe Reali Direttore commerciale: Luciano Grilli Abbonamenti: C. 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Copyright © 2012 Vita in Campagna di Edizioni L’Informatore Agrario srl Vietata la riproduzione parziale o totale di testi e illustrazioni - ISSN 1120-3005 Accertamenti Diffusione Stampa Certificato n. 7149 del 14/12/2011 nche in questa seconda parte della Guida illustrata dedicata alla potatura delle piante da frutto ricordiamo i criteri generali che la ispirano, cioè avere piante sulle quali è facile poter effettuare i trattamenti antiparassitari, fare in modo che la chioma degli alberi intercetti la massima quantità di luce (solo così avremo frutti saporiti, colorati, sani e facilmente conservabili) e raccogliere i frutti senza eccessiva fatica. Eseguire una corretta potatura non è semplice, ma seguendo le nostre indicazioni, provando e osservando il comportamento degli alberi potrete avere la soddisfazione di mantenere in «ordine» il vostro piccolo frutteto familiare. La prima parte della Guida illustrata dedicata alla potatura è stata allegata al n. 10/2011 di Vita in Campagna e prendeva in considerazione le piante di melo, pero, pesco, albicocco, susino e ciliegio. In quella stessa Guida illustrata sono stati pubblicati due articoli che consigliamo di consultare nel caso non vi fossero chiari alcune operazioni o termini: «La potatura: un male necessario per costruire una chioma equilibrata», a pag. 4, e «Glossario dei termini tecnici usati nella potatura», a pag. 6. 4 La pergoletta doppia per l’actinidia: una soluzione adatta anche per l’hobbista 11 Per l’olivo consigliamo l’allevamento a vaso 17 Il castagno non si può domare e va lasciato crescere in forma libera 21 La potatura del kaki a vaso libero e del fico in forma globosa 26 Per il noce del piccolo frutteto consigliamo l’allevamento a piramide 29 Il nocciòlo allevato a cespuglio, nel rispetto della sua forma naturale 33 La potatura del nespolo comune e del nespolo del Giappone 36 La potatura dei piccoli frutti: lampone, mirtillo gigante americano, rovo senza spine Unione Stampa Periodica Italiana Vita in Campagna non è in vendita nelle edicole, viene inviata solo su abbonamento Questa Guida esce come supplemento del mensile «Vita in Campagna» n. 2/2012 La tiratura del presente numero è stata di 90.300 copie La pergoletta doppia per l’actinidia: una soluzione adatta anche per l’hobbista L a forma di allevamento che consigliamo è la pergoletta doppia con tetto rivolto verso il basso. Per questa forma di allevamento è necessario installare una struttura portante costituita da: pali in cemento o legno alti 2 metri fuori terra e posti a 5 metri l’uno dall’altro, sui quali sono issate delle capriate di ferro larghe 150-180 cm; un ilo portante normalmente costituito da una cordina di acciaio del diametro di 5-6 mm posta al centro della capriata; quattro ili laterali, due a destra e due a sinistra, del numero 18 (diametro 3,4 mm). La pianta allevata a pergoletta doppia è costituita da un fusto alto circa 2 metri che prosegue orizzontalmente sul filo portante per 2,5-3 metri; la parte di fusto orizzontale è chiamata «cordone permanente». Le distanze di impianto da adottare sono di 2,5-3 metri sulla ila e di 4,5-5 metri tra le ile. Nelle piante adulte, dopo la potatura, il cordone permanente presenta dei tralci, detti capi a frutto, che partono nel punto di curva di un ramo dell’anno precedente. I capi a frutto sono lunghi 150-200 cm, presentano 1520 gemme, sono distanziati tra loro di 30 cm, sia a destra che a sinistra del cordone e vanno legati su dei fili che li orientano verso il basso. A potatura inita la pianta presenta quindi un cordone rivestito di tralci legati sia a destra che a sinistra, a pettine. Ricordiamo che l’actinidia è una specie dioica: i iori femminili, che daranno origine ai frutti, e quelli maschili, che producono il polline, sono presenti su cordone permanente capo a frutto Un actinidieto con piante allevate a pergoletta doppia Pergoletta doppia (vista dall’interno e dal basso). Ognuna di esse è costituita da un fusto alto circa 2 metri che prosegue orizzontalmente sul ilo portante con un «cordone permanente» lungo circa 3 metri; sia a destra che a sinistra il cordone permanente porta dei capi a frutto lunghi 150-200 cm, di 15-20 gemme, distanziati tra loro di 30 cm, i quali vanno legati su dei ili che li orientano verso il basso piante diverse. Perché le piante con iori femminili possono produrre è necessaria la presenza di piante con iori maschili; il rapporto deve essere di almeno 1 a 5, cioè una pianta maschile ogni cinque piante femminili. POTATURA DI ALLEVAMENTO Primo anno. La messa a dimora delle piante di actinidia [1] si deve effettua- re dopo i grandi freddi e prima che inizi il «pianto» (inizio movimento della linfa), per evitare danni da gelo. Subito dopo l’impianto è necessario accorciare la giovane pianta a 3050 cm da terra e afiancarle subito un tutore, che può essere rappresentato da uno spago legato a un picchetto inisso nel terreno o alla sommità della piantina vicino al punto di taglio e sopra l’ultima gemma (vedi disegni a pag. 5, in alto). I rami (tralci) a frutto dell’actinidia a tralcio «spur» tralcio determinato c tralcio indeterminato Tralcio determinato: ramo lungo circa un metro e terminante con un gruppetto di gemme ravvicinate. Tralcio «spur»: ramo corto (20-30 cm), con internodi brevissimi, che termina con un gruppetto di gemme ravvicinate. Tralcio indeterminato: ramo che può superare la lunghezza di 2 metri e che deve essere cimato a 15-20 gemme. Nel punto di taglio deve avere diametro di cira 5 mm 4 b L’actinidia fruttiica sui germogli dell’anno (a) originatisi dalle gemme presenti sui rami dell’anno precedente (b). I bottoni iorali (c) possono essere da due a sei o più SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2012 Per l’olivo consigliamo l’allevamento a vaso L POTATURA DI ALLEVAMENTO Primo anno. A differenza di altre piante da frutto, in genere vendute dal vivaista a radice nuda, le piante di olivo vengono vendute in vaso e quindi sono provviste di un ottimo pane di terra. Gli astoni (o, meglio, i «piantoni», come sono chiamati gli olivi in vivaio) possono essere stati ottenuti da talea opSUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2012 Olivo allevato a vaso: l’albero presenta un tronco alto circa un metro da cui partono tre o quattro branche principali di proilo conico, inclinate verso l’esterno di circa 45°. In questa foto si nota il proilo conico della branca in primo piano Vaso Foto: Orietta Pavan a forma di allevamento dell’olivo che suggeriamo di adottare per un oliveto di famiglia è quella a vaso, considerata fra le più razionali. La pianta adulta di olivo allevata a vaso si presenta con un tronco alto circa un metro da cui partono tre, a volte quattro, branche inclinate verso l’esterno di circa 45°. Su queste sono inserite alcune sottobranche – ricche di branchette fruttifere che portano numerosi rami misti – il cui sviluppo decresce man mano che si allontanano dalla base della branca principale. In particolare le ramiicazioni che si sviluppano sulla faccia interna della branca principale (quindi sul dorso e guardano verso il centro del vaso) vengono mantenute relativamente corte per non creare ombreggiamento all’interno della chioma. Ogni branca principale, alla ine del suo sviluppo, appare dall’esterno con un proilo conico, tipo albero di Natale. Nella pianta adulta l’intera chioma si presenta con un proilo a tronco di cono con base più larga in basso. Tollerabile può essere un proilo cilindrico, mai a tronco di cono rovesciato. Per ottenere questa forma finale e avere al più presto l’inizio della produzione, nei primi anni è opportuno seguire il concetto della «potatura minima» che permette di ottenere una precoce formazione di iori e, nello stesso tempo, un equilibrato sviluppo dell’albero. Una potatura leggera lascia molti rami sulla pianta giovane che sta crescendo con vigore e, così facendo, la spinta vegetativa si ripartisce su un numero elevato di centri di crescita, risultando limitata su ciascuno di questi e permettendone la preparazione a frutto. Le dimensioni che l’albero adulto può assumere variano notevolmente a seconda dell’ambiente di coltura, specialmente per quanto riguarda il clima; pertanto la scelta delle distanze di impianto va fatta riferendosi allo sviluppo che presentano gli olivi adulti nella zona in cui si opera. Come è noto l’olivo è una specie sempreverde: per esigenze di chiarezza nei disegni di queste pagine non sono state rafigurate le foglie. I rami a frutto dell’olivo ramo misto gemma a legno ramo a iore Ramo misto: ramo di medio vigore (lunghezza 40-70 cm), provvisto di gemme prevalentemente a iore e di alcune a legno; queste ultime si trovano di solito presso la base o nella porzione terminale del ramo. La produzione si ha soprattutto su rami misti. Ramo a iore (o a frutto): rametto breve (10-20 cm) provvisto solo di gemme a iore; si sviluppa di solito dalla gemma apicale di un ramo misto che ha fruttiicato. Talvolta è a iore anche la gemma apicale. È opportuno ricordare che l’olivo ha un comportamento vegetativo basitono, per cui i germogli che si sviluppano alla base di un ramo diretto verso l’alto sono più vigorosi e lunghi di quelli che nascono verso la cima 11 Il castagno non si può domare e va lasciato crescere in forma libera I l castagno europeo (Castanea sativa) è una pianta longeva, di aspetto imponente e portamento espanso che deve essere allevato in forma libera, quella cioè che la pianta tende naturalmente ad assumere. È quindi un albero che non si presta a essere allevato in forme costrittive appiattite o di taglia ridotta e deve essere libero di svilupparsi in altezza. Gli interventi di potatura sulle piante di castagno sono molto limitati e si effettuano soprattutto nei primi anni di sviluppo, allo scopo di favorire una formazione equilibrata della chioma. La produzione del castagno è concentrata all’esterno della chioma: la distribuzione uniforme della luce all’interno di essa è, quindi, premessa indispensabile per mantenere costante la produttività. Il castagno si dimostra tanto più produttivo quanto più è esaltata la sua crescita vegetativa (maggiore è l’ampiezza della chioma, maggiore è la produzione espressa). Questo implica che, a differenza di altre piante da frutto, non è necessario e risulta anzi controproducente intervenire con spuntature e accorciamenti dei rami allo scopo di contenere lo sviluppo vegetativo. Le piante di castagno sono disponibili sul mercato come astoni innestati di 1 anno, commercializzati a radice nuda. Il portinnesto utilizzato è il franco da seme, meglio se ottenuto dal seme appartenente alla stessa varietà innestata. Gli astoni devono essere dell’età mas- I rami a frutto del castagno fiore femminile fiore maschile I castagno fruttifica sui germogli portati dai rami di un anno. Si tratta di una specie monoica, che possiede cioè organi fiorali maschili e femminili sulla stessa pianta, ma in posizioni separate SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2012 Il castagno deve essere allevato in forma libera, quella che la pianta tende naturalmente ad assumere. La potatura, molto limitata e concentrata soprattutto nei primi anni, ha lo scopo di favorire una formazione equilibrata della chioma e la distribuzione uniforme della luce all’interno di essa sima di due anni: la capacità di attecchimento diminuisce proporzionalmente con l’aumentare dell’età della pianta. Gli astoni di castagno devono essere lineari; non sono infatti di alcuna utilità ramificazioni e impalcature preformate in vivaio. Il castagno raggiunge, mediamente, altezze comprese tra i 15 e i 25 metri. Le distanze di impianto sono quindi di 8-10 metri tra i filari e di 8-10 metri tra le piante. Forma libera sposti lungo il fusto. Nei mesi di marzo e aprile si sceglie il ramo più robusto e verticale per formare il nuovo asse di crescita della pianta e lo si lascia integro (vedi foto a pag. 18, in alto). Gli altri rametti presenti lungo il tronco si eliminano con taglio raso; si disinfettano le superfici di taglio con una soluzione concentrata di un prodotto a ba- Potatura di allevamento: primo anno ( marzo-aprile) POTATURA DI ALLEVAMENTO Primo anno. A trapianto eseguito (da novembre ad aprile), e comunque prima dell’apertura delle gemme, in primavera (marzo-aprile) è necessario provvedere a raccorciare l’astone trapiantato (vedi foto a destra) al fine di garantirne la crescita equilibrata. Il taglio viene generalmente effettuato a un’altezza di 110-130 cm fuori terra. È molto utile affiancare all’astone un palo tutore (non di legno di castagno perché può trasmettere il cancro corticale) dell’altezza di 1,8-2 metri, a cui assicurare la giovane pianta nei primi anni di crescita. Secondo anno. Al compimento del primo anno di sviluppo in campo il giovane castagno presenta 4 o 5 rametti di- Dopo la messa a dimora in primavera si raccorcia l’astone all’altezza di 110-130 cm da terra 17 PREMIATA FABBRICA DI FORBICI PER L’AGRICOLTURA CASA FONDATA NEL 1770 FORBICE A DOPPIO TAGLIO “MANARESI 2000 SUPER” Carlo A. Manaresi 40026 IMOLA (Bo) - Via Treves, 3 - ITALY Tel. 0542.640782 - Fax 0542.641603 [email protected] www.carloamanaresi.it NUOVA AFFILATURA TAGLIO PIÙ RAPIDO E PENETRANTE Cod. Fisc. 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Il kaki Per un frutteto di famiglia la forma di allevamento conveniente per un albero di kaki (o diòspiro) è rappresentata da un vaso più o meno libero, costituito da un tronco di circa 1 metro di altezza provvisto di tre branche; queste, a seconda del comportamento della varietà, risultano più o meno inclinate (30-45° di apertura). Ogni branca è provvista di sottobranche con sviluppo decrescente via via che si procede verso l’alto. Un kaki allevato a vaso libero: l’albero è costituito da un tronco alto circa 1 metro dal quale si dipartono tre branche inclinate di 30-45° di apertura I rami a frutto del kaki ramo misto dell’anno precedente ramo misto dell’anno Un albero di kaki allevato in questo modo può arrivare, a completo sviluppo, a un’altezza da terra di circa 4-5 metri e a una larghezza di 6-8 metri. Le distanze di impianto sono di metri 7-8 tra i filari e di metri 4-6 tra le piante. Ricordiamo che, anche se il legno del kaki è molto duro, un suo ramo o branca può improvvisamente spaccarsi sotto il peso della produzione o, peggio, sotto il peso di un potatore o raccoglitore che dovesse salirvi sopra. Gli interventi di potatura di seguito descritti si riferiscono a piante di kaki innestate su franco. Nel kaki si hanno gemme a legno e gemme miste. Queste ultime danno luogo a germogli che portano fiori all’ascella delle foglie. Nei rami vigorosi i fiori Vaso libero spuntano in genere soltanto all’ascella delle prime foglie basali. Sono invece numerosi sui brindilli; algemma apicale (a legno) l’estremità di questi, come nelle drupacee, si trova sempre una gemma a legno. POTATURA DI ALLEVAMENTO gemma mista peduncoli fiorali (dei fiori non allegati) brindillo Brindillo: rametto esile e breve che prende origine da un ramo misto, termina con una gemma a legno ed è provvisto, lungo il suo asse, di gemme miste; queste danno luogo a germogli che recano fiori Kaki - Potatura di allevamento: secondo anno (marzo-aprile) c c c a b prima dopo Pianta alla fine del secondo anno dalla messa a dimora. Si noti che il raccorciamento dell’astone, eseguito dopo la piantagione, ha dato origine a tre rami ben disposti che formano l’inizio dell’impalcatura per un allevamento a vaso. Sono stati eliminati il tratto di astone al di sopra dell’impalcatura (a) e il lungo ramo in basso a destra (b). Le branche (c) devono essere spuntate come indicato sia per indirizzare il prolungamento sia per dare origine alla prima sottobranca SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2012 L’allevamento di una pianta di kaki può durare 5-7 anni. Si ricordi che, essendo il kaki molto sensibile alle gelate tardive, è opportuno effettuare la potatura secca poco prima dell’apertura delle gemme. Così facendo si ritarda, sia pur di poco, il germogliamento e la pianta potrà sfuggire più facilmente al danno da gelo. Primo anno. Pur avendo come obiettivo l’allevamento di un vaso abbastanza libero, è conveniente guidare lo sviluppo iniziale dell’albero. Nelle aree con clima invernale mite la piantagione può essere effettuata in autunno; nelle aree del Centro-Nord conviene invece effettuarla finito l’inverno. A fine inverno (marzo-aprile), poco prima della ripresa vegetativa, l’astone va spuntato a circa 120 cm da terra. In seguito, in prossimità del taglio di spuntatura, sorgeranno vari germogli. Tra questi in maggio se ne devono scegliere tre che siano di analogo sviluppo e ben distribuiti nello spazio, in modo da formare tra essi angoli di circa 120°; tutti gli altri germogli devono essere cimati. Nel kaki non ha molta importanza ottenere rami con ampio angolo di inserzione, poiché la scosciatura è relativamente rara. Se durante la stagione si nota che, tra i germogli scelti, uno o due crescono di 21 Per il noce del piccolo frutteto consigliamo l’allevamento a piramide E sistono due gruppi di varietà di noce da frutto: le varietà europee e le cosiddette franco-americane di selezione relativamente recente. Per entrambi i gruppi si utilizzano due tipi di portinnesti: Juglans regia e Juglans nigra; il primo è più vigoroso del secondo. È opportuno conoscere il tipo di varietà e il tipo di portinnesto al ine di meglio impostare, come si vedrà, l’allevamento dell’albero e, in seguito, la potatura di produzione. Di solito il noce assume spontaneamente, almeno agli inizi, una forma a piramide, certamente adatta per un orto di famiglia in quanto più semplice a ottenerPiramide si, anche se può dare origine ad alberi piuttosto alti [1]. Al momento della piantagione occorL’albero allevato a piramide si pre- re assicurarlo a un tutore che deve essere senta con un asse centrale dal quale par- alto quanto l’astone, se non di più, dato tono tre o quattro palchi di branche la- che, per l’allevamento a piramide, deve terali che hanno sviluppo decrescente servire per mantenere dritto nei primi andal basso verso l’alto. Le piante adul- ni il prolungamento dell’asse centrale. te possono raggiungere l’altezza di 10La piantagione, nelle zone a inverno 12 metri. mite, può essere effettuata in autunno; invece al Centro-Nord si deve eseguirla POTATURA DI ALLEVAMENTO a ine inverno. Poco prima della ripresa vegetatiPrimo anno. L’astone da porre a di- va (marzo) l’astone viene raccorciato mora deve essere in ogni caso robusto, a circa 1,5-1,7 metri da terra se il portinalto almeno 2 metri e ben ligniicato. nesto è Juglans regia o a 1-1,2 metri da I rami a frutto del noce Varietà tipo Franquette Varietà tipo Noce di Sorrento Per il noce non si adotta in pratica una distinzione dei rami in base al tipo di gemme che si trovano su di essi. In genere i rami delle piante in allevamento, e comunque quelli vigorosi, presentano solo gemme a legno. Le gemme a frutto sono presenti sui rami di scarso vigore o deboli e sono gemme miste (vedi frecce) che danno luogo a un germoglio e a uno o più (due o tre) iori femminili (cioè provvisti solo del pistillo) Ai ini della potatura di produzione è importante ricordare che nelle varietà selezionate in America e in Francia (per esempio Hartley, Franquette) le gemme miste si trovano all’apice del ramo e anche lungo di esso (vedi frecce nella foto a sinistra). Nelle varietà nostrane (per esempio Noce di Sorrento, Noce del Bleggio, Noce Feltrina) si trovano soltanto in cima al ramo (vedi freccia nella foto a destra) 26 Noci allevati a piramide: l’albero presenta un asse centrale dal quale partono tre o quattro palchi di branche laterali con sviluppo progressivamente decrescente dal basso verso l’alto terra se il portinnesto è Juglans nigra. È sempre opportuno coprire con mastice il taglio di spuntatura. La gemma vicino al taglio si lascia intatta perché deve dare origine all’asse centrale. Invece si asportano le sette-otto gemme principali sottostanti in modo da provocare, dalle gemme di sottocchio, che si trovano quasi nascoste presso la base delle gemme principali, lo sviluppo di germogli con angolo di inserzione abbastanza aperto. In seguito il germoglio che nasce più vicino al taglio deve crescere liberamente per dare origine all’asse centrale. Tra gli altri germogli, in maggiogiugno se ne scelgono tre o quattro, possibilmente distanziati sulla verticale di 10-15 cm e disposti in modo da dividere lo spazio con angoli rispettivamente di 120° o 90°: essi daranno origine al primo palco di branche. Altri germogli presenti vengono tenuti a freno con cimature ripetute durante la stagione (vedi disegni a pag. 27, in alto). Secondo anno. All’inizio del secondo anno si eliminano tutti i rametti derivati dai germogli cimati e si raccorciano (poiché di solito non sono ben ligniicati) i tre o quattro rami destinati a formare il primo palco di branche. Di questi si perfeziona con tiranti o divaricatori anche la direzione e l’inclinazione che deve essere di circa 45°. Il prolungamento centrale viene spuntato al ine di dare origine al secondo palco di branche: si interviene a poco più di un metro dal primo palco se la pianta è innestata su Juglans regia o a circa 80 cm se la pianta è innestata su Juglans nigra. Sul prolungamento, a seguito della SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2012 Il nocciòlo allevato a cespuglio, nel rispetto della sua forma naturale L a forma di allevamento e produzione consigliata per il nocciòlo è quella a cespuglio in quanto le piante attualmente utilizzate per produrre questo tipo di frutta secca sono «franco di piede» (cioè le piante non sono innestate), più o meno pollonifere secondo le varietà, di medio sviluppo (3-7 metri di altezza), con portamento che naturalmente tende a svilupparsi in volume tramite piccoli fusti diritti (pertiche, dette anche branche o stanghe) distanziati in modo tale da occupare tutto lo spazio aereo disponibile. La formazione e gestione del cespuglio asseconda quindi una Un nocciòlo allevato a cespuCespuglio «forma» naturale che è possibile glio, forma di allevamento che trovare, se si osservano le piante di noc- asseconda la naturale tendenza di questa ciolo selvatico (chiamate «selvaggiole lo- pianta a emettere polloni dal ceppo cali» o più comunemente «nocciolini»), in tutti i boschi della nostra Penisola. necessita di un adeguato periodo di temLe distanze d’impianto più comune- po (una stagione vegetativa appunto) per mente adottate sono di 5-6 metri tra le i- formarsi. Sul inire dell’estate, a settemle e 5-6 metri lungo il ilare. bre, cioè quando la piantina manifesta ancora un’attività linfatica e una vegetazione eficiente, è buona norma elimiPOTATURA DI ALLEVAMENTO nare i polloni formatisi alla base delOccorre ricordare che la fertilità del l’astone centrale. L’operazione potrà terreno su cui viene realizzato il corileto sembrare superlua in quanto da lì a pocondiziona lo sviluppo delle piante mes- chi mesi, per formare il cespuglio, si efse a dimora. Pertanto se le pertiche del fettuerà l’eliminazione di tutta la vegetacespuglio, sul inire di agosto del quarto anno d’impianto, manifestano «cacciaPotatura di allevamento: te» superiori a quelle successivamente messa a dimora indicate come ottimali, anticipate di un anno la «sistemazione» del cespuglio (cioè nei 30-40 giorni successivi alla raccolta eseguite le operazioni di allevamento consigliate nel quinto anno per le piante che manifestano vigoria). L’eliminazione dei polloni in sovrannumero è pratica da realizzare una volta all’anno, a partire dal secondo anno dall’impianto. Primo anno. Le barbatelle di nocciòlo si pongono a dimora preferibilmente in autunno. Dopo l’impianto si spuntano i primi 30-50 cm (vedi foto a lato), a seconda delle dimensioni della barbatella, lasciando integri i brindilli che costituiscono la restante vegetazione; tale pratica è consigliata in particolare nelle aree collinari, in quanto nel periodo invernale copiose nevicate potrebbero rompere le barbatelle compromettendo l’impianto. Nel corso della stagione si lascia vegetare liberamente la barbatella, in quanto il suo apparato radicale è incompleto e SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2012 Si tagliano i primi 30-50 cm della barbatella appena posta a dimora, lasciando integro il resto della vegetazione I rami a frutto del nocciòlo ramo di un anno ramo di due anni gemma mista contenente il iore femminile amenti Il nocciòlo fruttiica sui rami di un anno (cioè quelli sviluppatisi l’anno precedente). I rami migliori sono quelli con una lunghezza di 15-20 cm zione fuori terra; la pratica ha però dimostrato che operando in questo modo si anticipa il ricaccio dei polloni (vedi foto in basso, a destra). Secondo anno. Per allevare le piante a cespuglio, alla ripresa vegetativa si effettua la capitozzatura dell’astone appena fuori terra con un taglio, pressoché rasente il colletto (vedi foto pag. 30, a sinistra in alto); in questo modo la Potatura di allevamento: primo anno (settembre) In questa pianta non sono stati eliminati i polloni alla base dell’astone. Lo «stress» che la pianta subirà, in seguito all’eliminazione improvvisa di tutta la vegetazione alla ripresa vegetativa, determinerà un ritardo nel ricaccio di nuovi polloni 29 I La potatura del nespolo comune e del nespolo del Giappone l nespolo comune e il nespolo del Giappone – due specie che di solito sono presenti in un frutteto di famiglia con esemplari unici – non richiedono particolari operazioni di potatura per il loro allevamento. È facile infatti che assumano spontaneamente, o con pochi interventi di guida, una forma equilibrata, la quale potrà essere poi mantenuta con facilità. Le piante adulte possono raggiungere l’altezza di 3-4 metri nelle migliori condizioni di coltura. POTATURA DI ALLEVAMENTO Primo anno. Per l’allevamento a vaso libero, dopo la messa a dimora si raccorcia l’astone a circa 1 metro da terra (vedi disegni in basso, a sinistra), successivamente si allevano tre o anche quattro germogli sorti in prossimità del taglio destinati a formare le branche principali. Gli altri eventualmente presenti si cimano per frenarne la crescita. Il nespolo comune Il nespolo comune vive bene anche nei climi settentrionali e in posizioni parzialmente ombreggiate. Rispetto al nespolo del Giappone (vedi pag. 34) ha uno sviluppo molto più limitato ma, come questo, presenta le gem- Vaso me fruttifere all’apice dei libero rami di un anno. L’albero ha un portamento quasi cespuglioso; se si vuole ottenere una precoce messa a frutto lo si lasci libero di crescere, ma si tenga presente che in questo caso forma lunghe ramiicazioni che hanno bisogno di sostegno. Altrimenti lo si può allevare con una forma a vaso libero, costituito cioè da un tronco da cui partono tre o quattro branche inclinate in fuori di 30-45°, sulle quali si sviluppano branchette e rami fruttiferi. Secondo anno. Nella primavera successiva i rami scelti per la formazioIl nespolo comune si può allevare a vaso libero: l’albero è costituito da un tronco alto circa 1 metro da cui partono tre o quattro branche frutto I rami a frutto del nespolo comune Per il nespolo comune non si fa ramo di due anni in pratica una distinzione fra rami di tipo diverso. Ai ini della potatura di produzione, tuttavia, bisogna tenere presente rami di un anno che l’albero emette iori singoli ermafroditi, cioè provvisti di organi maschili e femminili, che si formano all’apice dei germogli dell’anno Nespolo comune - Potatura di allevamento: primo e secondo anno (marzo-aprile) prima dopo prima dopo primo anno secondo anno Primo anno. Dopo la messa a dimora si raccorcia l’astone a circa 1 metro da terra e si eliminano gli eventuali rametti laterali; nel corso della stagione si allevano tre o quattro germogli destinati a formare le branche principali. Gli altri eventuali si cimano per frenarne la crescita. Secondo anno. Nella primavera del secondo anno, si scelgono tre rami per la formazione delle branche del vaso e, se sono più lunghi più di 50-60 cm, si spuntano per favorire il sorgere di vari rami nel punto di taglio; gli altri vengono eliminati SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2012 33 La potatura dei piccoli frutti: lampone, mirtillo gigante americano e rovo senza spine I piccoli frutti sono degli arbusti e la loro potatura segue regole particolari che, talvolta, possono mettere in difficoltà il futticoltore hobbista. Vediamo come si trattano le specie principali: il lampone, il mirtillo gigante americano e il rovo senza spine. Il lampone Il lampone è un arbusto di altezza variabile tra i 120 e i 250 cm. Produce una ceppaia perenne dalla quale scaturiscono rami biennali a portamento eretto che vengono definiti «polloni» durante il primo anno di crescita, «tralci» nell’anno successivo. Al termine del secondo anno i tralci che hanno fruttificato si seccano e vanno rimossi. Tralci e polloni possono presentare una superficie glabra o leggermente spinescente a seconda delle varietà. L’apparato radicale è costituito da un fitto intreccio di radici fini e si sviluppa nello strato superficiale del terreno. L’attività pollonifera del lampone è intensa: i germogli hanno origine sia da gemme situate lungo le radici (germogli radicali), sia da gemme che si sviluppano alla base del fusto (germogli basali). I germogli radicali sono prevalenti nelle piante giovani, mentre nelle ceppaie mature prevalgono quelli basali. Il lampone produce su germogli frutti- Lampone - Varietà unifere e bifere prima dopo Potatura di allevamento: primo anno (marzo). Le barbatelle a radice nuda dopo il trapianto si raccorciano a 30 cm dal suolo. Nel corso dell’estate si lasciano sviluppare liberamente i germogli basali che costituiranno i polloni. Nel lampone bifero a partire da agosto questi danno luogo alla produzione sulla parte apicale 36 metri lungo il filare. La struttura della spalliera può essere costituita da pali di castagno con un diametro di 10-12 cm e un’altezza di 180 cm fuori terra. Il trattamento dei pali con vernice impregnante e la catramatura della parte interrata garantiscono una maggior durata nel tempo. Per l’allevamento del lampone, sia unifero che bifero, la struttura può essere impostata secondo una modalità di allevamento «bidimensionale», cioè con le piante allevate a ventaglio e racchiuse tra due fili che, Pianta di lampone allevata passati intorno ai pali di a spalliera: la pianta è costisostegno (inizialmente a tuita da tralci di durata bien70-80 cm, poi a 110-120 Spalliera nale che partono da terra cm di altezza), delimitano uno spazio pari al diameferi che si sviluppano dalle gemme miste tro dei pali stessi e serviranno a sostenepresenti lungo il tralcio e che producono re i tralci e i polloni in crescita. fiori raccolti in infiorescenze (racemi). Oppure si può adottare una modalità Il frutto è una mora di forma quasi di allevamento «tridimensionale», con sferica composta da numerose drupeole piante disposte a «V» trasversalmente ravvicinate; a maturazione completa la al filare (vedi foto in basso), grazie alla mora si sfila facilmente dal ricettacolo. presenza di distanziatori in legno della In base alle caratteristiche geneti- lunghezza di 30-35 cm, applicati ai pali che e all’epoca di fruttificazione, le va- all’altezza di 110-120 cm. La loro funrietà di lampone si dividono in unifere zione è quella di aumentare lo spazio per (fruttificano una sola volta all’anno) e bi- lo sviluppo dei tralci; ciò garantirà una fere (fruttificano due volte all’anno). maggior superficie disponibile per la Nel corso del primo anno le varietà maturazione dei germogli fruttiferi e la unifere sviluppano polloni che forniran- contemporanea crescita dei polloni. no una sola fruttificazione nell’estate del Nelle pagine che seguono illustriasecondo anno. mo l’una e l’altra modalità rispettivaI polloni delle varietà bifere, invece, mente per le varietà unifere e per le vasono in grado di sviluppare germogli rietà bifere, fermo restando che possono fruttiferi sulla parte terminale del pollo- essere adottate indifferentemente in enne già nella tarda estate del primo anno trambi i casi. di crescita e ripetere la produzione nel mese di luglio del secondo anno sulla Lampone - Varietà unifere parte basale del tralcio. Le piante di lampone sono commercializzate sotto forma di polloni radicati a radice nuda (barbatelle), in vaso o in alveolo. Le barbatelle messe in vendita a radice nuda o in vaso, che sono lignificate, sono utilizzate per i trapianti autunnali o di fine inverno (marzo). Quelle erbacee disponibili in alveolo sono utilizzate per la costituzione degli impianti a partire dal mese di aprile. Le illustrazioni di queste pagine si riferiscono a impianti realizzati partendo dalla messa a dimora di barbatelle lignificate. La forma d’allevamento consigliata Un filare di lampone unifero allevato a per il lampone è la spalliera. Le distan- «V» dopo la potatura (marzo), la legatuze d’impianto più comunemente adotta- ra e la spuntatura dei polloni a 10-15 te prevedono 3 metri tra le file e 0,5-0,6 cm di altezza sopra il filo SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 2/2012 Motosega STIHL MS 201 T. Nuova nella classe regina. Lassù, in alto sull’albero, valgono leggi diverse. Lì conta ogni grammo. Ogni presa deve essere salda, la motosega deve avviarsi in modo facile e veloce. Perciò abbiamo dotato la nuova STIHL MS 201 T delle stesse caratteristiche che con- www.stihl.it - tel. 02 950 681 traddistinguono i professionisti che lavorano con questa attrezzatura in condizioni estreme: agilità, precisione, potenza. Una motosega per tutti coloro che, giorno dopo giorno, forniscono e quindi esigono prestazioni estreme. MS 201 T: una vera professionista, proprio come Voi! Richiedete la specifica brochure scrivendo a [email protected] e indicando come oggetto MS201T. Nr. 1 nel mondo