Il brutto anatroccolo - I Piccoli Pomeriggi Musicali

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Il brutto anatroccolo - I Piccoli Pomeriggi Musicali
i piccoli
pomeriggi
musicali
no
Ti Suo
iaba
una F
Il brutto
anatroccolo
di Hans Christian Andersen
25 GENNAIO 2015 ore 11.00
Teatro Dal Verme
Orchestra I Piccoli Pomeriggi Musicali
IL BRUTTO ANATTROCCOLO
Di Hans Christian Andersen
Adattamento di Manuel Renga
regista
manuel
renga
attore
Mattia
Pozzi
orchestra
i piccoli
pomeriggi
musicali
direttore
daniele parziani
I Piccoli Pomeriggi Musicali ringraziano
LEILA FTEITA per la realizzazione della scenografia
del progetto Apeiron
Le Musiche
Paul Brooks
When you wish
upon a star
Cajkovskij
Il lago dei Cigni
Saint Saëns
Il Cigno
L. Perry
Beautiful
IL BRUTTO
ANATROCCOLO
Adattamento di Manuel Renga
Sigla
Il coro dei giurati di Giovanni Dario
Manzini
Buongiorno a tutti! Mi presento, sono Hans Christian Andersen, e sono uno scrittore. Sono nato il 2 aprile 1805 in Danimarca. Ho scritto soprattutto fiabe. Benvenuti nella mia casa!
Sono molto felice di avervi come ospiti oggi… Non capita spesso di avere, ad occhio e croce 1000 amici qui a farmi visita. E
quanti bambini! Buongiorno bambini! Come state? Bene!
Dicevo, non capita spesso, anzi a dire il vero non capita mai.
Diciamo che non ho molti amici. Come vedete non sono bellissimo e quindi le ragazze non fanno a gara per me, sono molto
timido, ho quasi timore a parlare con la gente e per questo
sono spesso solo. Mi rifugio nei miei libri.
Oggi voglio scrivere insieme a voi una fiaba. Una fiaba che
parli della bellezza che c’è in ognuno. Di quanto sia bello avere amici. Mi aiuterete? E lei maestro mi aiuterà?
Benissimo. Il titolo è … è… Il brutto anatroccolo. Inizia così.
Musica in sottofondo:
Passepied di Leopold Mozart
Ci si avvicinava alla stagione del raccolto. Le vecchie signore facevano bambole verdi con le foglie di frumento. I vecchi
invece riparavano le coperture dei tetti. Le ragazze ricamavano fiori rosso sangue sugli abiti bianchi. I ragazzi cantavano
mentre rivoltavano il fieno dorato. Le donne tessevano ruvide
camicie per l’inverno in arrivo. Gli uomini erano occupati a
raccogliere i frutti che i campi avevano donato e a zappare. Il
vento cominciava a far cadere le foglie, ogni giorno di più. E
giù al fiume c’era una mamma anitra che nel suo nido covava
le uova.
Tutto procedeva nel migliore dei modi per mamma anitra, e
alla fine una dopo l’altra le uova presero a tremare e a vacillare finchè i gusci si schiusero, e ne uscirono barcollando i piccoli
anatroccoli gialli.
Andersen pensa.
Ah bambini. Manca ancora una cosa importante. Chi vi racconterà questa storia? Fatemi pensare… chi può raccontarla?
Ecco certo. La farò raccontare ad uno di quegli anatroccoli!
Appena usciti dal loro uovo!
Momento musicale: Celtic Suite
Mentre l’Orchestra suona, l’Anatroccolo farà il suo ingresso
in scena
Con fatica tutti noi fratellini anatroccoli siamo riusciti ad
uscire dall’uovo, e ad iniziare a muoverci nel vasto mondo
dello stagno. “Il mondo è bellissimo mamma!” dissi io, ma la
mamma rispose: - Il mondo non finisce qui, si estende ben
oltre il laghetto, fino al villaggio vicino, ma io non ci sono mai
andata.” Restava ancora nel nido un grosso uovo, lì immobile
come una pietra.
- Buongiorno! Come va? - Le domandò una vecchia anatra un
po’ curiosa che era venuta in quel momento a farle visita.
- Il guscio di questo grosso uovo non vuole aprirsi, guarda invece gli altri piccoli, non trovi che siano meravigliosi?
Ogni volta che la mamma ci diceva così noi ci mettevamo
tutti in fila e ci muovevamo tutti insieme. Ma la vecchia
anitra sembrava non badare troppo a noi.
- Mostrami un po’ quest’uovo. - Disse la vecchia anatra per
tutta risposta. - Ah! Caspita! Si direbbe un uovo di tacchina!
Ho avuto anche io, tempo fa, questa sorpresa: Quello che avevo
scambiato per un anatroccolo era in realtà un tacchino e per
questo non voleva mai entrare in acqua. Quest’uovo è certamente un uovo di tacchino. Abbandonalo ed insegna piuttosto
a nuotare agli altri anatroccoli!
- Oh! Un giorno di più che vuoi che mi importi! Posso ancora
covare per un po’. - Rispose l’anatra ben decisa.
- Tu sei la più testarda che io conosca! - Borbottò allora la vecchia anatra allontanandosi.
La mamma era davvero forte quando rispondeva così alla
vecchia anitra!
Quella sera, stava ormai calando il sole quando sentimmo tremare qualcosa. O era un insetto gigante, oppure un terremoto.
Invece no. Era il grosso uovo che prese a tremare e a rotolare e
a muoversi dentro nel nido. Tutti noi stavamo con le zampette ferme a vedere chi sarebbe uscito.
Intervento musicale: The Minstrel
Boy
Durante il brano si crea l’attesa nella zona dell’uovo. Chi o
cosa uscirà?
Non appena il primo pezzetto di guscio si ruppe spuntò una
grossa creatura sgraziata. Aveva la pelle tutta segnata da
sinuose vene rosse e blu, i piedi erano di un porpora chiaro e gli
occhi di un rosa trasparente. Mamma anitra lo osservò attentamente. Non potè trattenersi: lo definì proprio brutto. “Forse è
davvero un tacchino. Mah. Lo saprò domani” La mamma era
davvero preoccupata. L’indomani fu molto sollevata quando il
brutto anatroccolo entrò in acqua con tutti noi e ci accorgemmo che nuotava benissimo.
“Sì è proprio mio, anche se ha un aspetto strano. Però aspetta,
guardandolo bene… Alla luce giusta…è quasi carino”. Così lo
presentò alle altre creature della fattoria.
Gioco con il pubblico: quali sono gli animali della fattoria che
incontreranno i nostri anatroccoli?
Bambini, adesso ho bisogno di un aiuto, perché noi anatroccoli,
siamo nati da poco e ancora non conosciamo bene tutti gli abitanti della fattoria… anzi qualcuno ci fa davvero paura!
Voi li conoscete?
E allora vi chiedo, ogni volta che ne incontreremo uno, lo
vedrete là, nella fattoria, di aiutarmi a capire che animale è.
Farete tutti il suo verso va bene?
Appare il Signor cane – dal pubblico: Risposte e verso del cane
Bravissimi grazie, ora gli presenteremo l’anatroccolo! Signor
Cane, questo è il nostro fratellino!
“Wuf Wuf… Che strano… mi pare un gomitolo di polvere
tanto è nero e goffo! ”
Appena il signor Cane se ne andò apparve un altro strano animale
Appare il signor Maiale – dal pubblico: Risposte e verso del
maiale
Ah è un porcellino, bene! Ecco qui signor porcello le presentiamo
il nostro fratellino!
“Sgrunt sgrunt… tenetelo lontano! È così piccolo e scuro che se
non lo vedo mi ci siedo sopra! Io non lo voglio in giro quello lì!”
E infine arrivò un altro animale!
Appare la signora pecora – dal pubblico: Risposte e verso della
pecora
“Signora pecora! Eccoci qui, questo è l’ultimo arrivato della
famiglia”
“Beeeeee siete davvero sicuri che non sia un topolino? Non mi
sembra un anatroccolo”
Dopo tutte queste presentazioni, tornammo con la mamma al
nido, ma quella sera un’altra anatra beccò il brutto anatroccolo
sul collo. - E’ così grande e brutto che viene voglia di maltrattarlo! - E’ un vero peccato che sia così sgraziato, gli altri sono tutti
adorabili, - rincarò la vecchia anitra
- non sarà bello adesso, può darsi però che, crescendo, cambi; e
poi ha un buon carattere e nuota meglio dei suoi fratelli, - assicurò mamma anatra, - la bellezza, per un maschio, non ha
importanza, - concluse, e lo accarezzò con il becco - andate,
piccoli miei, divertitevi e nuotate bene!
Mamma anatra gli riassettò le piume leccandogliele tutte per
bene, proprio come faceva con tutti noi, ma per più tempo. Noi
eravamo tutti gelosi perché nei giorni a seguire la mamma stava di più con lui perché tutti lo tormentavano e anche alcuni
dei miei fratelli iniziarono a fargli i dispetti. Le altre anatre
lo attaccarono, lo morsero, lo beccarono gli gridarono contro. E
di giorno e di notte aumentavano i tormenti. Lui si nascondeva, si scansava, camminava zigzagando, ma non sfuggiva. Era
al massimo dell’infelicità.
Inizialmente la mamma lo difendeva, lo portava al sicuro, lo
coccolava, ma poi anche lei si stancò della situazione ed esclamo disperata “Mi dispiace, ma desidero soltanto che tu te ne
vada”. L’anatroccolo uscì dallo stagno. Gli uccelli, vedendolo,
si rifugiarono nei cespugli. “sono così brutto che faccio paura!”
pensò l’anatroccolo e fuggì.
Intervento musicale: Estratto da
Il Lago dei Cigni
di Pëtr Il’ič Čajkovskij
VIDEO HANS CHRISTIAN ANDERSEN
Pensate l’anatroccolo era così infelice che scappò via. Proprio
per questo la mamma e i suoi fratellini non lo videro più. La
storia non possono più raccontarvela loro. A chi la faccio raccontare? Ah ma certo! Adesso tocca al vecchio contadino andare avanti a raccontare la storia.
Proprio vicino allo stagno, si trovava una palude…
Mattia appare come contadino dopo essersi cambiato d’abito durante il brano dell’orchestra.
Corbezzoli! Altro che palude! Quella è la mia palude, io abito
proprio nella fattoria qui vicino!
Insomma, il brutto anatroccolo corse e corse finche non giunse
alla mia palude. Si fermò sulla riva, guardava il cielo, guar-
dava l’acqua. Sul bordo, con il collo allungato, beveva di tanto
in tanto un po’ d’acqua. I miei due paperi erano lì tra i giunchi e lo osservavano. Erano giovani e pieni di sé.
“Ragazzi, posso venire con voi a nuotare nella palude?” Chiese
il brutto anatroccolo.
“Tu, brutto coso, non puoi mica venire con noi, ci sono un
branco di giovani oche alle quali stiamo facendo la corte e tu
ci rovineresti la serata!”. Volarono via, ma d’improvviso risuonarono dei colpi e i paperi caddero con un tonfo e l’acqua
della palude divenne tutta rossa. Il brutto anatroccolo si mise
al riparo. Quei maledetti cacciatori che vengono sempre a
sparare alla mia palude, ma prima o poi li prenderò!
Finalmente sulla palude tornò la quiete e l’anatroccolo volò il
più lontano possibile.
La sua forza nelle ali aumentava e riuscì ad andare molto
molto distante! Tanto che io non lo vidi più.
Intervento musicale: dalla colonna
sonora di Pinocchio, When you wish
upon a star di Cliff Edwards
Una contadina amica mia però mi raccontò questa storia.
Era al crepuscolo quando il brutto anatroccolo raggiunse una
povera capanna, con più crepe che mura. Là viveva una vecchia cenciosa con il suo gatto spettinato e la gallina strabica.
Alla vista dell’anatroccolo, il micio cominciò a miagolare e
la gallina cominciò a chiocciare, tanto che la vecchietta, che
aveva la vista scarsa, esclamò:
- Oh, una magnifica anatra! Che bellezza, avrò anche le
uova… purché non sia un’ anatra maschio! Beh, lo vedremo,
aspettiamo un po’!
La vecchia attese tre lunghe settimane… ma le uova non
arrivarono e cominciò a domandarsi se fosse davvero un’anatra! Un giorno, il micio e la gallina, che dettavano legge nella
stamberga, interrogarono l’anatroccolo:
- Sai deporre le uova? - domandò la gallina;
- No… - rispose l’anatroccolo un po’ stupito.
- Sai fare la ruota? - domandò il gatto;
- No, non ho mai imparato a farla! - rispose l’anatroccolo sempre più meravigliato.
- Allora vai a sederti in un angolo e non muoverti più! - gli
intimarono i due animali con cattiveria.
Improvvisamente, un raggio di sole e un alito di brezza entrarono dalla porta. L’anatroccolo ebbe subito una grande voglia
di nuotare e scappò lontano da quegli animali stupiti e cattivi.
Arrivò a uno stagno e mentre nuotava sentì che l’acqua diventava più fredda. Su di lui volò uno stormo di creature, le più
belle che avesse mai visto, gli lanciarono delle grida e a sentirle il cuore gli battè forte e si spezzò. Lanciò un urlo che mai gli
era uscito dalla gola. Non aveva mai visto creature tanto belle
e non si era mai sentito così infelice. Si girò e rigirò nell’acqua
per osservarle mentre volavano, fino a sparire. Era fuori di sé
perché provava un amore disperato per quei grandi uccelli
bianchi, un amore che non riusciva a comprendere.
D’improvviso prese a soffiare sempre più forte un gran vento
gelido per giorni e giorni, e cominciò a cadere la neve.
Intervento musicale: Il Cigno da: “Il
Carnevale degli animali” di Camille
Saint-Saëns VIDEO HANS CHRISTIAN ANDERSEN
Caspita che freddo! Questo inverno non vuole più finire. E per
finire la mia storia ho bisogno di concentrarmi, di scaldarmi
le mani. Cos’ non riesco quasi a scrivere.
Vedo che ha freddo anche il maestro! Maestro… sono qui, nel
video! Si qui sopra. Sa come ci si scaldava nel 1800? Si correva. O si saltava! Provi un po’! (Daniele salta) provate un po’
tutti bambini. In piedi sul posto. Fate un saltino. (eseguono)
Fatenen un altro. (saltino). Bene… adesso fatene dieci tutti
attaccati. (eseguono). Fa ancora freddo?.... Io comunque mi
rimetto a scrivere…
Signor contadino! Continuiamo?
Mattia come contadino
Certo! Corbezzoli! L’inverno più freddo che abbia mai visto!
I vecchi rompevano il ghiaccio nei secchi del latte, le vecchie
filavano fino a tarda notte. Le madri nutrivano fino a tre
bocche a lume di candela, e gli uomini andavano a cercare le
pecore sotto il cielo bianco di mezzanotte. I giovani si immergevano fino al petto nella neve per mungere, e le ragazze immaginavano di vedere i volti dei bei giovanotti nelle fiamme
del fuoco mentre cucinavano. E giù allo stagno l’anatroccolo
doveva nuotare sempre più velocemente in tondo per conservarsi un posto nel ghiaccio.
Una mattina l’anatroccolo si ritrovò congelato e stretto nel
ghiaccio e fu allora che sentì che sarebbe morto.
“Ecco, ora morirò. Non sento più le zampe. Il ghiaccio mi ha
sorpreso e sono restato incastrato. Come posso fare. Non riesco
più a muovermi. Mi sento svenire. Faccio fatica anche a respirare.”
Sembrava davvero che non ci fosse più niente da fare, ma fortunatamente passò di lì un fattore, un mio amico e collega, e
liberò l’anatroccolo spezzando il ghiaccio con il suo bastone, lo
sollevò, se lo mise sotto il cappotto e si avviò a casa. Alla fattoria i bambini si avvicinarono ma lui aveva paura.
Volevano giocare, ma l’anatroccolo ormai non si fidava più di
nessuno. Allora volò sulle travi, facendo cadere tutta la polvere sul burro, da lassù si tuffò dritto nel secchio del latte e poi
cadde nel barile della farina. La moglie del fattore prese ad
inseguirlo con la scopa, mentre i bambini urlavano e ridevano.
L’anatroccolo volò via dalla porticina del gatto e giacque sulla
neve mezzo morto. Poi si trascino fino a un altro stagno, poi a
un’altra casa e così passò tutto l’inverno, tra la vita e la morte.
L’inverno più lungo degli ultimi 300 anni.
Intervento musicale: danza
tradizionale indiana
VIDEO HANS CHRISTIAN ANDERSEN
Bambini. Stiamo per arrivare alla fine della nostra storia. E
per il finale ho deciso di farla raccontare ad un personaggio
misterioso. Un animale bellissimo. Provate a capire chi è ad
immaginarlo.
(riprende a scrivere)… Anche se quell’inverno era davvero
freddo e lunghissimo dopo alcuni mesi…
Mattia appare come Cigno dopo essersi cambiato durante il
brano
Tornò il soffio gentile di primavera, e le vecchie si misero a
scuotere i piumini, e i vecchi riposero i lunghi camicioni.
Nuovi bambini arrivarono di notte, mentre i padri misuravano a grandi passi il cortile, sotto il cielo stellato. Di giorno le
ragazze si ornavano di primule i capelli e i giovani guardavano le caviglie delle ragazze.
Un giorno di primavera, volando basso con i miei compagni,
vedemmo uno stagno, i ghiacci si erano sciolti e le anatre nuotavano felici. Anche il brutto anatroccolo sentì che l’acqua era
tiepida e distese le ali.
Com’erano grandi e forti le sue ali. Decise di volare, prese la
rincorsa e con una strana facilità si sollevò in alto. Noi eravamo in tre e stavamo volando proprio sullo stesso stagno.
L’anatroccolo ci guardò meravigliato e si ricordò quel giorno d’autunno.
Quando aveva visto volare quelle creature bianche, meravigliose
che gli avevano alleggerito il cuore. L’anatroccolo provò l’impulso
di raggiungerci. Discese lentamente nello stagno e intanto il cuore
gli batteva forte. Non appena lo scorsero i cigni presero a nuotare
verso di lui.
“Sicuramente la mia fine è vicina” pensò l’anatroccolo. “Adesso
arrivano qui e mi picchieranno di sicuro come hanno sempre
fatto tutti”. E piegò la testa in attesa dei colpi. Ma ecco che riflesso nello stagno vide un cigno in perfetta tenuta: piumaggio
bianco come la neve, occhi color prugna, e tutto il resto. All’inizio non si riconobbe, perché era esattamente come noi cigni,
come quei bellissimi estranei che aveva visto in autunno. Era
uno di noi.
Il brutto anatroccolo era diventato ormai un giovane cigno, e
si unì al nostro gruppo.
Nell’acqua era il più veloce di tutti, in volo superava ogni
corrente. Era il primo a levarsi in aria e l’ultimo a scendere,
sapeva sfruttare il vento come nessun altro cigno e volare in
modo così elegante che tutti lo prendevano d’esempio. Faceva
parte della nostra famiglia. Vero Signor Andersen?
VIDEO HANS CHRISTIAN ANDERSEN
Certo! Solo per caso il suo uovo era finito nel nido di una famiglia
di anatre. Lui era un cigno, un glorioso cigno. E per la prima volta i
suoi simili gli si avvicinarono e lo sfiorarono con gentilezza e lo trattarono con affetto. Il cigno e la sua famiglia vissero per lunghi anni
felici e contenti.
Chiusura musicale:
Beautiful di Linda Perry
ORCHESTRA I PICCOLI
POMERIGGI MUSICALI
Violini
Matteo Acacia
Edoardo Alessio
Francesca Benesso
Ella Biscari
Simone Ceriani
Federica Fazio
Margherita Gimelli
Giacomo Levi
Alberto Maruzzelli
Isabella Pasini
Nayruth Virginia Pozzi
Davide Sensales
Federica Trombetta
Viole
Francesco Mariotti
Violoncelli
Cecilia Alessio
Irene Barsanti
Anais Fontana
Martina Meotti
Mughihiko Sano
Francesco Tamburini
Contrabbasso
Gabriele Arborio
Flauti
Tito Bergamaschi
Michela Cassi
Sofia Linnea Di Gaetano
Euridice Pezzotta
Alessandro Schiattone
Emanuele Surace
corno
Vartina Ambrosini
Oboi
Gaia Canavesi
Eva Labib
Giacomo Riva
Clarinetti
Matilde Giusti
Sax
Rocco Francesco
Maria Siclari
Fagotto
Gabriele Alessio
Trombone
Alessandro Pogliani
Percussioni
Francesco Bosio
Loris Guastella
Pianoforte
Letizia Callao
i piccoli
pomeriggi
musicali
Nucleo aderente al
€ 3,00