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15 Cap. 2 FERDYDURKE 2 = LA PSICOANALISI NELLE MANI DEGLI ZELANTI DELLA SANTA FERDYDURKE Laurence Sterne, negli anni 1760-1767, quindi molto prima che Freud enunciasse la “regola fondamentale” (quella delle libere associazioni), scrive un libro straordinario: The Life and Opinions of Tristram Shandy, Gentlemen.1 Di che cosa si tratta? Di circa 700 pagine di libere associazioni. Su che tema-spunto? Quello della nascita dell’autore... Con una scrittura definita “progressiva” o “regressiva”, racconta, nei modi più stravaganti, quel che ha preceduto questa nascita e quel che ad essa è seguito; interpolando una quantità di episodi veramente strampalati. Una vera e propria sfida per lo psicoanalista che voglia interpretare le associazioni. Ho citato The Life and Opinions of Tristram Shandy, Gentlemen allo scopo di dimostrare come si possa adottare il punto di vista di Salvatore Cesario secondo il quale del “dispositivo narrativo” freudiano ci sono molte “anticipazioni”.2 Sarebbe possibile individuare in Gombrowicz, se non anticipazioni, almeno alcune “simultanee”. Ci limitiamo a segnalare la “sorte” che tocca al lapsus ed alla negazione nel “trita-carne” del “grottesco”. (Anticipo che il lavoro su Ferdydurke dimostrerà che un “movimento” centrale nella psicoanalisi, quale lo “smascheramento”,3 avrà in Gombrowicz sviluppi inauditi). 1) Il “lapsus Saltiamo a piè pari il grappolo di raffinati lapsus di cui sono disseminati gli scritti di Grombrowicz. Leggete gli scritti inglobati nel numero 1 – che poi fu il primo… e l’ultimo – della rivista “Aurora” (1947)4. L’autore dei numerosissimi lapsus è un signore, un conte, che ha la noiosa abitudine dell’“eccessiva responsabilità verso la Parola”; di conseguenza, non 16 corregge il lapsus… ma, utilizzandolo come un punto di svolta dello scritto, procede; procede di lapsus in lapsus… Il traduttore commenta: “la forma crea la forma, è già, da lontano, l’idea di ‘Cosmos’”.5 Ecco il brano: “Un’altra abitudine molto noiosa è l’eccessiva responsabilità verso la Parola. Considerate quel che è successo allo scrittore Hipolito Alonso Pereiro, la cui linea irrinunciabile era: Metodo, Logica e, soprattutto, Responsabilità. Stava battendo a macchina la prima frase del suo romanzo: ‘IL VALLETTO DOMANDÒ A MATILDE SE ESSA AVEVA FATTO CHIAMARE LA VETTURA ED ESSA VOLLE RISPONDERGLI MA…’, ma al posto di ‘PERO’ [ma], un semplice errore produsse ‘PERRO’ [cane]… Atri uomini di lettere che avessero avuto un forza di carattere inferiore, avrebbero semplicemente corretto l’errore, ma non Pereiro, il quale, cosciente della sua missione elevata, non ha esitato a accettare la piena responsabilità della parola… ‘ESSA VOLLE RISPONDERGLI CANE’ – continuò – ‘ED ESSA GLI RISPOSE. – CANE! – ESSA GRIDÒ – CANE INSOLENTE!’ E con il metodo infallibile che lo caratterizzava, lo Scrittore formulò subito la risposta del valletto di camera. ‘SE IO SONO UN CANE, ALLORA VOI, SIGNORA SIETE UNA CAGNA’. Ma purtroppo un nuovo errore di scrittura [faute de frappe] produsse ‘PERA’ [pera] al posto di ‘PERRA’ [cagna], e il Creatore non esitò ad affrontare a testa alta la terribile realtà e a trarre dal fatto tutte le conseguenze che s’imponevano. ‘SÌ. VOI SIETE PER ME UNA PERA CAGNA, CIOÈ, CAGNA PERA PERCHÉ IO AMO I BRUTI” [bruta]. (Infelice! Aveva voluto scrivere ‘LA FRUTTA [ frutta], ma era troppo tardi!) AH, AH, AH, IO SONO UN BRUTO?! MI MORA [Que me muerda]... (Il poveretto! Era ‘MUERA’ [Que je meure]) – MORDERVI? CON PIACERE! MISERABILE! TU SEI UN TIPO COCO [LOSCO]!. Sé leLEU CGE è DELLA COCOCOLA! LOCOCO [bèbéte]! COCOCO!! COCOCOCOCOxcteiugbjndlocmxcvgzy % 35 mhsfeytrubolpitiu... Vede a che cosa porta l’eccessiva responsabilità verso la parola?”6 Straordinario! Abbiamo insieme l’utilizzazione normale del lapsus (cioè, la sua interpretazione), e, successivamente, un’interpretazione che, come dire, si “infogna” viepiù nel lapsus; producendone a iosa altri. È a questo che cosa porta una “eccessiva responsabilità verso la parola”! Abbiamo, di conseguenza, una critica del lapsus o del suo uso generalizzato, “eccessivo”. 17 E, infine la “messa in iscacco” dell’interpretazione... Pensate al “COCOCOCOCOetccccc” che, se da una parte segnala la possibilità di proseguire la prassi adottata ad infinitum, dall’altra dimostra l’idiozia del procedimento. Comunque; quel che ne viene fuori, è soprattutto un pezzo di straordinaria letteratura! 2) La negazione Anche in questo caso non citiamo gli innumeri casi in cui Gombrowicz usa il meccanismo della negazione. Ricordiamo solo un passo, come dire, parossistico, in cui Gombrowicz definisce se medesimo come “negazione”. Ci riferiamo alla quarta di copertina di Moi et mon double,7 che termina così: “Qui étais-je donc? Le plus souvent, j'étais simplement la négation de tout ce qu'affirmait mon interlocuteur”. Ma c’è un romanzo, esattamente Trans-atlantico,8 nel quale la funzione della negazione assume un ruolo particolarissimo.9 Ultra-divertente è l'incrocio di affermazione e negazione.Questo incrocio, “ultra-insistito”, ricorre lungo tutto il testo. Citiamo solo a partire dal pagina 21: “[...] quindi approvo la tua 10 decisione l’approvo, hai fatto bene a restare qui o fors’anche male. [...]. Ti ci infilerò, ti infilerò... oppure non ti infilerò [...] Sarebbe risolto, non si sarebbe risolto, combattendo, non combattendo, niente dunque. Silenzio e Grigiore, come nei campi mentre piove”.11 II rovesciamento è da entrambe le parti, da quella dellanegazione e da quella dell'affermazione. Da qui la novitàrispetto a Freud. Sia la negazione che l’affermazionenon riguardano nulla di particolarmente importante. Per cui si potrebbe ipotizzare che l’“arnese”freudiano ne risulta almassimo depotenziato. Se, però, si sta un minimo attenti alla ricorrenza estenuante della “vuotaggine” (“vuoto” etc.), peraltro preannunciato da “niente dunque” di cui sopra, si può abdurre che ciòche viene negato e affermato in contemporanea è il nulla =il "vuoto". L'estrema, radicale, scoperta, sarebbe, quindi, che la "verità" – altro termine ricorrente ma non frequentemente – non esiste oche essa coincide con il vuoto di verità; quindi con la nonesistenza di colui-coloro a cui essa porterebbe. oppure non 18 Anche le "speronate",12 che pure sono – e, in quanto “sono”, risultano “dolorosissime” –, proprio perché si estendonodall’uno all’altro indefinitamente, risultano inconcludenti:qualcosa senza capo né coda! NOTE 1 Gengin Books, Florida, 2003; tr. it., Mondadori, Milano, 1992. 2 Adotto il linguaggio di Salvatore Cesario in Letteratura è psicoanalisi, Borla, Roma, 2005. 3 Cito, da Il mio ringraziamento a Freud di Lou Andreas Salomé: “La psicoanalisi non ha creato nulla (nel senso di aver escogitato qualcosa dal nulla), ha solo dissotterrato, scoperto, svelato (Durch Psychoanalyse wurde ja nichts […] geschaffen, es wurde nur etwas aufgegraben, ent-deckt, aufgedeckt), finché – come acqua sotterranea che si ode di nuovo scorrere o come sangue che si è arrestato e che si avverte ritornare a pulsare – non ci si rivela, vivo, il nesso. La psicoanalisi non è null’altro che una manovra di scoprimento (Psychoanalyse is nichts [anderes] als das Entblössungsmanöver), la quale, evitata da chi è ancora malato come uno smascheramento (Entlarvung), viene invece vissuta dall’individuo come una liberazione (Befreiung), perfino quando la realtà esterna, rimasta nel frattempo immutata, lo assale ancora da ogni parte con le sue difficoltà: per la prima volta, infatti, gli riesce possibile confrontare realtà a realtà, e non più fantasma a fantasma” (1931, p. 17; tr. it. 1984, p. 35; il corsivo è mio). 4 5 In VARIA II, 1989, pp. 164-176. Ibidem, p. 176. 6 VARIA II, op. cit., p. 172; il carattere cubitale è dei Gombrowicz. Moi et mon double, Gallimard, Paris, 1996. 8 1957, tr. it. Feltrinelli, Milano, 2005. 9 Vedi anche altrove, ad esempio in Mariage: “Je me comporte / Comme si j’y croyais, et pourtant je n’y crois pas / Je le respect et pourtant je ne le respecte pas… / Je m’agenouille / Mais je ne m’agenouille / mas… Je m’incline / Et pourtant, je ne m’incline pas / E je sais que tout ceci n’est qu’une farce” (1969, in Téâtre, éditions Gallimard, Paris, 2001, p. 192). 7 10 1965, p. ___________: 11 Succede che Gombrowicz usi lo stesso “approccio” anche altrove. In Correspondence 1950-1969, tra J. Gietrovyc (direttore di Kultura) e W. Gombrowicz (Fayard, p. 71, in nota), W.G. ricorda che lo stile umoristico di TransAtlantico gli valse, da parte di una sarta, degli elogi di cui era fiero: “Ah! Come ho riso… Quando vi si consiglia di presentarvi alla legazione e di non presentarvi, di impegnarvi nella guerra e di non impegnarvi, è così nella vita” ( Journal 2, op. cit., pp. 190-191). 12 Varia II, op. cit., p. _______.