Meditazione

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Meditazione
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
Il presente ha radici antiche
Notizie dalla Residenza Assistenziale
“Casa Valdese delle Diaconesse”
Sommario:
Meditazione
Festa dei volontari
Balliamo il liscio
Oli e massaggi
Animazione con Anna
Studenti del Collegio Valdese di Torre Pellice
La ginnastica dolce
Musicoterapia
Progetto Brainer
Gli italiani
Concerto di Chiara Bertoglio
Ricordo di Suor Dina Costantino
I ragazzi del precatechismo
Altro cinema
L’accoglienza diurna
Notizie in breve
Elenco donatori
Annunci
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Hanno collaborato a questo numero:
la pastora Daniela Di Carlo; Gianna Urizio; Loredana Gaydou; Chiara Bertin e
Loredana Rivoira; Anna Negrin; le studentesse del collegio valdese di Torre Pellice e
la loro Professoressa Anna Corsani; Gianni Vizzano; Lilia Comba ed Enrica
Avondetto; Mara Cirigliano; Malte Irmer; Giorgio Benigno; Claudio Geymonat; Maura
Mondina.
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
MEDITAZIONE
Isaia 55: 6-11
6. Cercate il SIGNORE, mentre lo si può trovare;
invocatelo, mentre è vicino.
7 Lasci l'empio la sua via
e l'uomo iniquo i suoi pensieri;
si converta egli al SIGNORE che avrà pietà di lui,
al nostro Dio che non si stanca di perdonare.
8. «Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
né le vostre vie sono le mie vie»,
dice il SIGNORE.
9. «Come i cieli sono alti al di sopra della terra,
così sono le mie vie più alte delle vostre vie,
e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri.
10. Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano
senza aver annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare,
affinché dia seme al seminatore
e pane da mangiare,
11. così è della mia parola, uscita dalla mia bocca:
essa non torna a me a vuoto,
senza aver compiuto ciò che io voglio
e condotto a buon fine ciò per cui l'ho mandata.
Voglio raccontarvi la storia di una ragazza che non sapeva
inginocchiarsi, che non sapeva pregare, nonostante provenisse da
una famiglia di ebrei.
La storia di questa donna è lontana da noi mille miglia, perché essa è
vissuta in un tempo diverso dal nostro, in un’epoca in cui la
possibilità di sopravvivere alle persecuzioni razziali era preziosa e
rara; una storia, però la sua, vicina e simile alla nostra, perché lei,
come noi, e come chi ha scritto il brano di Isaia, ha avvertito la
necessità di cercare il Signore, di imparare ad inginocchiarsi e di
raccogliere la forza per amare la vita, anche quando i tanti empi della
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terra non abbandonano la propria strada, né gli iniqui i loro pensieri
malvagi.
Etty Hillesum, questo è il nome della ragazza di cui voglio parlarvi,
nasce il 15 gennaio del 1914 a Middelburg e muore a soli 29 anni in
campo di concentramento. Vive gran parte della sua vita in Olanda
dove nel ’42 ottiene un posto di lavoro presso il Consiglio Ebraico di
Amsterdam. Quest’organismo, nato per volontà dei nazisti, svolgeva
delle funzioni di mediazione tra i nazisti e gli ebrei. Alcuni ebrei
appoggiavano con vigore l’attività del Consiglio perché credevano che
collaborando con esso potevano salvare la propria vita.
Il Consiglio, infatti, se da un lato favoriva e salvaguardava gli ebrei
più noti, dall’altro era divenuto uno strumento, nelle mani nei nazisti,
per controllare meglio la deportazione della masse anonime che
erano ciclicamente mandate nei diversi campi di concentramento.
Etty riuscì a lavorare in quell’inferno, così lo definisce, solo un paio di
settimane, poi, volontariamente, chiese di essere trasferita a
Westerbork, un piccolo campo di baracche e fango nella brughiera
olandese da cui iniziarono, poco dopo il suo arrivo, le deportazioni ad
Auschwitz.
E’ di Westerbork, ma soprattutto dei tempi che lo precedono, che
scrive nei suoi diari Etty Hillesum. E’ del dolore che incontra nei volti
di quei corpi ammassati sui treni o della paura indefinita che si porta
dentro, che ci racconta nei suoi scritti. Oppure, ci parla, delle
vesciche ai piedi, perché agli ebrei era stato proibito andare in
bicicletta; o anche dei gesti d’amore compiuti con gli uomini che ha
amato. Ma ciò che più colpisce, leggendo le pagine dei suoi diari, non
è tanto la cronaca dura e oramai conosciuta di quei terribili giorni
quanto la forza della sua fede. Una fede così assoluta e commovente
che la annovera tra le testimoni più autorevoli del nostro secolo.
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“Nell’alba grigia di oggi, in un moto di irrequietezza, mi sono trovata
improvvisamente per terra, in ginocchio… Mio Dio, prendimi per
mano, ti seguirò da brava, non farò troppa resistenza. Non mi
sottrarrò a nessuna delle cose che mi verranno addosso in questa
vita, cercherò di accettare tutto e nel modo migliore: ma concedimi di
tanto in tanto un breve momento di pace. Non penserò più nella mia
ingenuità, che un simile momento debba ritornare in eterno, saprò
anche accettare l’irrequietezza e la lotta. Il calore e la sicurezza mi
piacciono, ma non mi ribellerò se mi toccherà stare al freddo purché
tu mi tenga la mano. Andrò dappertutto allora, e cercherò di non
avere paura. E dovunque mi troverò, io cercherò di irraggiare un po’
di quell’amore, di quel vero amore… che mi porto dentro… Dio mio, ti
ringrazio perché mi hai creata così come sono. Ti ringrazio perché
talvolta posso essere così colma di vastità, quella vastità che non è
poi, nient’altro che il mio essere riconoscente di te…”.
La storia di questa ragazza è simile alla storia che vuole raccontarci
Isaia. Il nostro profeta vuole infondere fiducia all’Israele impaurito dai
nemici, dagli avversari. Isaia chiede al popolo di essere in grado di
capire la grandezza di Dio; Isaia vuole un popolo capace di affidarsi al
Signore comprendendo che la generosità e l'accoglienza che egli
riserva all’umanità è immensa, è gratuita, è infinita. Nonostante la
vita delle donne e degli uomini d’Israele, come ogni vita umana,
fosse segnata dalla banalità del male che risiede in ogni essere
umano, nonostante la fatica del vivere, nonostante le contraddizioni
continue di fronte alle quali Israele si trova, schiavitù, esilio, pressioni
religiose, Isaia attraverso la sua profezia nutre la fiducia di questo
popolo offrendogli un nuovo orizzonte di possibilità entro cui costruire
la propria vita.
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Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
Qual è la nostra storia? Sappiamo vedere Dio con gli stessi occhi
fiduciosi di Isaia?
Non sempre. In questo periodo segnato dal continuo sbarco di
profughi nei nostri mari si alza il lamento distruttivo che mormora che
gli stranieri vengono per rubarci il lavoro, oppure si eleva il lamento
per il mal governo che invece che renderci attenti ed attivi ci
paralizza, oppure il lamento generico che ci chiama a vivere sotto il
segno della sconfitta e della tristezza. Non dobbiamo mai dimenticarci
che, qualsiasi sia la nostra età, noi siamo profeti e profetesse intenti
a costruite la continua rinata bellezza del mondo, siamo uomini e
donne intenti a tessere insieme a Dio, la vita e le occasioni di
incontro nelle quali ci scopriamo nonostante le differenze e le fatiche
tutti/e figli e figlie di quell'unico Signore che ci accoglie.
Che sia possibile allora per ciascuna/o allontanare la sfiducia e la
paura della vita attraverso la luce della giustizia accogliente di Dio;
che sia possibile imparare ad inginocchiarci davanti a Dio per ricevere
la forza e la creatività di cui abbiamo bisogno per amare l’esistenza;
che sia possibile, come dice Isaia cercare il Signore e vedere già ora
la sua parola capace di agire nella vita di tutte/i noi perché: come la
pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver
irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché
dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola
uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver
operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho
mandata.
Pastora
Daniela Di Carlo
Possibile che per due anni vado a Torre Pellice e per due volte
casualmente partecipo alla cena dei volontari della Casa delle
Diaconesse? Me lo stavo chiedendo mentre in una non troppo fredda
sera di fine febbraio, senza neve mi stavo dirigendo verso la bella
villa della Casa delle Diaconesse.
Dentro una confusione! Facce note e meno note. Saluti. Ma quanti
sono? Ecco alla cena dei volontari, uomini e donne, della Casa delle
Diaconesse colpisce il numero dei volontari. Sembra quasi una cena
sociale di un club, invece sono tutti volontari che donano parte del
loro tempo alla casa di riposo, vuoi con la ginnastica, vuoi con la
musica, o semplicemente per giocare o svolgere una delle mille
attività che la casa propone ai suoi ospiti. E poi c’è chi, di nuovo
uomini e donne, che alla Casa predicano, propongono un momento
di meditazione e di culto per chi non riesce ad arrivare alla chiesa e
comunque davanti a sé ha delle giornate che appunto, vengono
riempite oltre che dal cibo e dal riposino o piccola passeggiata, da
tante attività che da giovane non avrebbe mai pensato di riuscire a
fare: pittura, bricolage, piccoli lavori di cucito o maglia.
E’ il welfare gratuito. Il lavoro volontario è “il di più” che consente di
arricchire la quotidianità degli ospiti anziani, che spesso altrimenti
hanno la sola Tv come compagnia. Qui no. Qui “si fanno cose”. E
anche si canta e balla. E non è un’attività secondaria per una casa di
riposo. L’età anziana sta davanti a tutti noi (più o meno vicina) e
allora è importante che continui ad avere un senso, che continui ad
essere riempita di cose nuove che si imparano, di una socialità che
non si perde, anzi semmai si riconquista in una relazione con le
persone.
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E’ tutto questo rivive in filigrana nella serata dei volontari. Si mangia,
certo (e che cena!), ma si chiacchiera, si scherza, ci si conosce e alla
fine si canta, canti di valle, canti in francese ed italiano, canti di
resistenza e della montagna ed anche canti di fede (non di chiesa!) e
perché no, si può anche ballare.
In tutte queste persone c’è la soddisfazione di fare qualcosa di utile
ma anche di divertirsi. Ecco forse questa è la cosa che una
viaggiatrice in una sera d’inverno constata: amicizia, vicinanza,
solidarietà e un’economia che sfugge dal mercato per farsi gratuita,
basata sulla convinzione che quello che faccio per gli altri lo faccio
anche per me! E di questi tempi non è poco.
Gianna Urizio
Anche il 2014 ha visto nelle sue varie attività proposte quella
del Ballo Liscio. Come sempre due appuntamenti al mese.
Da ottobre a dicembre l’attività è stata gestita dalla sig.ra
Ivonne, come ormai da molti anni, coadiuvata da altri
volontari.
Da gennaio è subentrata la sig.ra Anna Negrin.
Ringraziamo molto entrambe per il loro impegno.
Il momento de “Il ballo liscio” non ha subito nel tempo dei cali
DOVE E’ ODIO, FA’ CHE IO PORTI L’AMORE.
di partecipazione sia da parte degli ospiti della Casa che da
DOVE E’ OFFESA, CHE IO PORTI PERDONO.
parte delle persone del territorio. L’affluenza è infatti sempre
DOVE E’ DISCORDIA, CHE IO PORTI L’UNIONE.
molto alta!
DOVE E’ DUBBIO, CHE IO PORTI LA FEDE.
Sicuramente questo successo è anche, e soprattutto dovuto, ai
DOVE E’ ERRORE, CHE IO PORTI LA VERITA’.
musicisti e soprattutto al sig. Matteo che da inizio anno anche
DOVE E’ DISPERAZIONE, CHE IO PORTI LA SPERANZA.
DOVE E’ TRISTEZZA, CHE IO PORTI LA GIOIA.
DOVE SONO LE TENEBRE, CHE IO PORTI LA LUCE.
da solo non ha mai mancato un appuntamento. Negli ultimi
due appuntamenti si è reso disponibile Roberto, un giovane
ragazzo di Torre Pellice, che ringraziamo sentitamente.
San Francesco
Loredana Gaydou
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Oli e Massaggi.
… sono Anna… una volontaria
Forse non vi ricorderete, ma circa due anni fa qui alla Casa è stata fatta una
Continuo a venire alla casa delle Diaconesse i lunedì
festa il cui ricavato sarebbe stato utilizzato per l’acquisto di oli essenziali che
sarebbero serviti per il massaggio dopo il bagno degli ospiti residenti e di quelli
mattina per intrattenere gli ospiti con il gioco della
dell’accoglienza diurna.
tombola e altro.
Gli oli essenziali sono oli che hanno proprietà e azioni terapeutiche diverse
Alcuni ospiti mi hanno chiesto di leggere delle poesie, così
l’uno dall’altro. Nell’uso degli oli vengono coinvolti due “meccanismi”: l’olfatto e
le proprietà terapeutiche della cute.
ho rispolverato, con alcune “fanciulle ospiti”, i ricordi
Non volevamo assolutamente avere la presunzione di curare attraverso le
della scuola ed abbiamo confrontato le nostre memorie.
essenze o il massaggio ma sicuramente quello di donare un momento di
Dicono
benessere anche solo attraverso l’olfatto; in fondo chi di noi, nel momento del
Sicuramente è vero
bagno, non ama sentire fragranze piacevoli?
Sono state scelte essenze come la lavanda, il ginepro, l’arancio…
che
gli
occhi
sono
lo
specchio
dell’anima.
Alcuni anni fa in una casa di riposo era arrivata una
Gli ospiti hanno accolto molto bene questa novità, le loro frasi sono state
nuova ospite: la sua stanza era stata imbiancata e alle
(chiaramente in piemontese!):
finestre erano state messe delle tendine vivaci con fiori di
“Questo odore mi fa rivivere”
mimosa.
“Fa piacere essere massaggiati con questi odori”
Tutto ciò potrà sembrare una cosa futile per chi lo vive dal di fuori, ma
La signora non era venuta volentieri ed era arrabbiata
pensiamo, come del resto tutte le operatrici, che anche questo piccolo momento
per tutto: la stanza secondo lei era brutta, a nord, senza
possa donare un attimo di piacere.
luce, tendine orribili. Poco tempo dopo si ammalò e morì.
Un grazie di cuore a tutte le persone che hanno contribuito a rendere ciò
possibile.
Chiara e Loredana
Nella stessa venne ad abitare una signora anche lei
avanti con gli anni: appena entrata
esclamò “che
meraviglia questa stanza, le tendine sono bellissime, è
proprio la stanza che fa per me”.
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La signora ha superato i 100 anni ed è sempre stata felice
della scelta fatta di recarsi alla casa (albergo dico io) di
riposo: il suo animo le permetteva di vedere le cose belle
che aveva intorno a sé.
Anche quest'anno nel mese di aprile il gruppo di diaconia del Liceo
Valdese è andato a trovare gli ospiti della Casa.
Vittorio Buttafava scriveva:
Abbiamo conversato, condiviso la merenda insieme, costruito lo
spaventapasseri per il concorso di Castellar.
CHIUDERE E GETTARE VIA LA CHIAVE
In un ambiente familiare e accogliente abbiamo scambiato esperienze,
abbiamo raccontato la nostra vita e ascoltato i racconti delle signore,
Saper abbassare la saracinesca: ecco una grande regola di
soprattutto sulla guerra, e ci siamo divertiti a progettare insieme e
vita. Chiudere con i ricordi sgradevoli, con le inutili
costruire un bello spaventapasseri.
recriminazioni, con i rancori ormai arrugginiti, con i
Siamo contenti di aver portato allegria alle nostre amiche; in cambio
fastidiosi rimproveri a sè stesso, alle proprie debolezze o
ingenuità o incoscienza.
Che senso ha rimescolare gli errori e le cattiverie,
amareggiare il presente con amarezze del passato?
loro ci hanno regalato le loro storie, belle e meno belle, insieme a
tanta simpatia e saggezza.
...All'anno prossimo!
Marco, Azzurra, Eleonora, Alessia, Silvia, Aurora e Anna
Il tempo rotola, brucia la strada verso il traguardo; non è
concesso di voltarsi indietro, di tenere spalancata la
porta alle stolte e ingombranti memorie.
Giù la saracinesca, fate scattare la serratura e gettate
via la chiave.
Anna Negrin
Ginnastica dolce
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Le conduttrici degli esercizi di movimento, che si eseguono al lunedì
Siamo grate alla nostra “classe”!
pomeriggio, siamo noi Enrica e Lilia. Noi la chiamiamo “ginnastica
Questo è il modo di esprimersi di Lilia che dice spesso: “Siete tutte
morbida” e la proponiamo alle persone ospiti della Casa e a coloro che vi
promosse, siete tutti promossi”. Enrica dice invece: “Guarda come sono
trascorrono la giornata.
brave, guarda come sono bravi”.
Enrica se ne occupa come animatrice.
Per noi è bello e gratificante vedere aumentare precisione ed ampiezza di
Lilia, dopo un intervallo di qualche anno, ha ripreso a svolgere
movimento.
regolarmente queste piacevoli lezioni. Lo scopo è di sperimentare, in un
Naturalmente tutto questo è anche uno stimolo a continuare queste
tempo di condivisione, qualche semplice esercizio che aiuti a mantenere e
attività con impegno ed allegria.
anche a recuperare, una mobilità fisica che permetta di avere adeguata
Enrica & Lilia
indipendenza negli spostamenti e la vita di relazione ad essa collegata,
come alzarsi dal letto e da un sedile.
Il gruppo, cha al lunedì occupa in cerchio le sedie nel salone, è sempre
numeroso e vivace. Quello che a noi piace di più, oltre alla cordialità, a
qualche battuta e ai sorrisi è l’attenzione e l’impegno che vengono
applicati insieme al sostegno reciproco. Essi sono particolarmente
necessari per rispettare la disponibilità fisica del momento e non fare
troppo, rischiando di procurarsi dolori inutili. Nel linguaggio del gruppo è
ben noto che il dolore è un semaforo rosso che deve fermare il gesto e ci
invita a trovare soluzioni alternative per raggiungere lo scopo prescelto.
Riteniamo importantissimo insegnare a pretendere che ogni partecipante
rispetti il proprio fisico, facendo solo quello che si sente di fare, sia esso
poco o tanto, in quel giorno ed in quel momento.
Negli anni abbiamo riscontrato dei risultati molto positivi, dei reali
cambiamenti nella flessibilità; ne siamo state rese partecipi apertamente
da coloro che frequentano gli incontri.
MUSICOTERAPIA
“Ci
rincontreremo,
sono
sicura!”:
l’intreccio di relazioni nelle sedute di
musicoterapia.
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Le sedute di musicoterapia presso la “Casa delle Diaconesse”, si
svolgono il martedì mattina in una saletta al secondo piano della
struttura. Per gli interventi di musicoterapia è necessario un luogo
accogliente, isolato acusticamente e privo di stimoli interferenti. La
sala utilizzata viene dunque sistemata prima di ogni seduta, in modo
tale che possa essere il più adatta possibile; il lungo tavolo, ad
esempio, viene accorciato in modo che le ospiti presenti possano
essere più vicine tra loro, raggiungere in completa autonomia i vari
strumenti musicali, facilitando così le relazioni interpersonali.
Alcune ospiti arrivano da sole, come ad esempio la Sig.ra R., altre è
possibile che si dimentichino dell’appuntamento. L’intervento è
rivolto anche alle persone con demenza, le quali presentano perdita
della memoria abreve termine (difficoltà a ricordare gli impegni e gli
avvenimenti appena accaduti) e di quella episodica (informazioni
riferite a episodi o eventi e le loro relazioni spaziali e temporali). In
questi casi occorre invitare esplicitamente le ospiti, le quali accolgono
l’invito con un sorriso, ringraziando per averle invitate; e così, durante
la seduta, è possibile che dicano: “Io poi mi ricordo di quello che
abbiamo fatto qui. Al momento sembro indifferente, ma poi ci ripenso
e mi ricordo di essere stata bene” (Sig.ra B.).
Il disturbo della memoria interessa soprattutto le parole e il loro
significato, ma il ricordo delle emozioni, il ricordo della piacevolezza
di una certa situazione, il ricordo di una relazione accogliente e non
giudicante persistono a lungo. Quando si accoglie un paziente con
grave disturbo di memoria a distanza di tempo da un incontro
precedente capita che questi abbia dimenticato i contenuti di quello
che è stato detto in precedenza, ma che si sieda comunque tranquillo
e fiducioso per il nuovo colloquio. Probabilmente perché si rende
conto che sta per rivivere una situazione rassicurante che ha già
vissuto in precedenza (Pietro Vigorelli, medico e psicoterapeuta).
Non è possibile riuscire ad esprimere con le parole tutte le nostre
emozioni; e questo è ancora più vero nel caso di disturbi della
memoria. La musicoterapia è una risorsa particolarmente adeguata
nell’ambito delle demenze, in quanto il suono e la musica ci
permettono di esprimere anche emozioni e vissuti profondi, che non
sempre è possibile esprimere a parole.
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Dove le parole finiscono inizia
la musica (Heinrich Heiner,
poeta).
Sebbene l’approccio utilizzato
sia
prevalentemente
non
verbale, talvolta gli anziani
portano nelle sedute di
musicoterapia anche le loro
parole. A volte costituiscono
un elemento difensivo, spesso
invece sono frammenti della
loro storia: gli interessi, le
passioni, i vissuti. Altre volte
ancora sono legate al contesto
ed alle produzioni sonoro
musicali della seduta. Il
setting musicoterapico diventa
allora uno spazio dove
accogliere anche le verbalizzazioni delle ospiti, tracce di vita e di
memoria.
“Oggi non mi sento, sento di valere zero”, mi confida la Sig.ra W.
all’inizio della seduta. La spiego che negli incontri di musicoterapia si
può venire così come ci si sente, che non è importante “fare”, anche
restare ad ascoltare può essere importante. Il ruolo del musicoterapista
è anche quello di accompagnare l’anziano nel “nuovo mondo” in cui
si trova a vivere, accogliendo quello che fa, per come lo fa
spontaneamente.
Nelle sedute di musicoterapia viene accolta la libera espressività delle
ospiti: può accadere che utilizzino gli strumenti musicali con modalità
esplorativa o che con essi manifestino una intenzionalità
comunicativa; in altri casi il mezzo espressivo per facilitare le
relazioni interpersonali è costituito dalla vocalità o da elementi
corporei, non verbali (la mimica del volto, la gestualità).
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I suoni e le musiche
talvolta evocano vissuti
personali.
Durante
l’improvvisazione sonoromusicale, la Sig.ra S.
produce
alcuni
ritmi
regolari al tamburello, e
sottolinea le sue produzioni
sonore dicendo: “Arriva il
nemico!”. La Sig.ra W.,
ascoltando i ritmi, si
ricorda di alcuni suoi viaggi e aggiunge: “Anche a Katanga
suonavano così!”. Poi l’espressione del suo viso diventa più seria e,
collegandosi alla parola “nemico”, prosegue: È da quindici anni che
combatto con il mio nemico, il diabete. Dicono che è ereditario, ma io
avrei preferito ereditare altro…”.
A vederle suonare insieme, le signore che partecipano alle sedute di
musicoterapia, talvolta mi sembrano tessitrici; i battenti che utilizzano
per percuotere il metallofono, il glockenspiel, le piastre sonore, i
tamburi, mi sembrano degli aghi con i quali ricamano ritmi e melodie.
La vita è come una stoffa ricamata della quale ciascuno nella propria
metà dell'esistenza può osservare il diritto, nella seconda invece il
rovescio: quest'ultimo non è così bello, ma più istruttivo, perché ci fa
vedere l'intreccio dei fili (Arthur Schopenhauer, filosofo).
Altre volte la tavola su cui sono appoggiati gli strumenti mi sembra
una tavola apparecchiata pronta per le ospiti che vengono accolte ad
una sorta di “banchetto sonoro”. Le signore esprimono alcuni
commenti personali sui vari momenti della seduta come al termine di
ogni “portata”, chiedono informazioni sugli strumenti musicali
utilizzati, sul perché gli incontri sono rivolti ad un piccolo gruppo,
sulla stanza utilizzata e sul perché la porta viene chiusa: “È per non
disturbare gli altri?”, mi chiede la Sig.ra S.
Ci prepariamo a terminare la seduta e la Sig.ra W. mi chiede da quanti
anni faccio questo lavoro, poi sorridendo mi ringrazia: “Grazie per
tutto quello che ha fatto per noi”, e lasciando la stanza mi guarda
negli occhi, aggiungendo: “Ci rincontreremo, sono sicura!”
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Gianni Vizzano, musicoterapista
Il 24 ottobre 2015, presso il Sermig di Torino (Piazza Borgo Dora,
61), sono stato invitato a presentare una relazione al Convegno di
Musicoterapia che avrà come tema “Musicoterapia e Demenze”.
Colgo l’occasione per invitare i parenti degli ospiti della “Casa delle
Diaconesse” a partecipare alla giornata informativa, che sarà ad
ingresso gratuito. Sarà mia cura comunicare, appena possibile, il
programma dell’evento.
BRAINEr
MANTENERE PER NON PERDERE
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L’invecchiamento fisiologico determina modificazioni
deterioramento cognitivo fisiologico legato all’età, sia
comportamentali e morfostrutturali cerebrali, quali ad
quello legato a quadri patologici degenerativi.
esempio:
modificazioni della coordinazione motoria,
Non solo durante la maturazione del sistema nervoso,
delle funzioni mentali e del sonno, nel primo caso;
prima e dopo la nascita, ma anche nell’adulto e
diminuzioni del peso del cervello, diminuzione del
nell’anziano, anche se in misura minore, la rimodulazione
numero dei neuroni, comparsa di placche senili nel
delle connessioni avviene grazie ai processi legati
secondo caso.
all’esperienza. Anche quando si tratta di lesioni al sistema
La scoperta dei Fattori di Crescita Neuronale ha
nervoso, i neuroni rimasti compensano in parte i neuroni
scientificamente
se
andati perduti (Greenwood e Parasuraman, 2010). I
efficacemente stimolato, aumenta le proprie capacità
processi riabilitativi neurologici e neuropsicologici si
funzionali grazie alla neogenerazione di neuroni e
basano per l’appunto su tali meccanismi.
all’aumento delle connessioni sinaptiche.
La riabilitazione delle diverse funzioni cognitive (funzioni
La capacità del cervello di saper modificare la sua
esecutive, memoria, linguaggio, attenzione e percezione),
struttura e i suoi circuiti, intesa come plasticità neuronale,
consiste
può essere favorita da diversi fattori: scolarità, esercizio
conseguenti al danno cerebrale, facilitando l’acquisizione
fisico, corretto comportamento alimentare, vita attiva e di
di strategie di compensazione dei deficit.
relazione, esecuzione di giochi intellettivi, utilizzo di
L’esercizio, inteso come “training”, può favorire fenomeni
specifici
di
di plasticità cerebrale nel cervello adulto (Florence et al.,
potenziamento cognitivo, ovvero da una vera e propria
1998; Pons, 1998) e nel cervello non lesionato (Elbert et
ginnastica mentale. È possibile, quindi, pensare ad
al, 1995; Draganski et al, 2004). Più in particolare, questo
interventi di cura e prevenzione, volti a rallentare il
concetto di “training cognitivo” si fonda sull’idea che sia
decadimento cognitivo, puntando al mantenimento e al
possibile migliorare una prestazione mentale per mezzo di
recupero delle abilità residuali, rallentando sia il
una sequenza di esercizi ripetuti, tenendo sempre in
dimostrato
strumenti
che
tecnologici
il
e
cervello,
programmi
nella
riduzione
dei
deficit
prestazionali
considerazione tutte le variabili coinvolte, esattamente
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come accade al sistema motorio attraverso l’esercizio
invecchiamento cerebrale, esso si pone quale strumento di
sportivo (Willis et al, 2006 in www.brainer.it).
intervento,
Una caratteristica fondamentale del training cognitivo
personalizzato.
all’interno dell’intervento di riabilitazione è che, non solo
Attualmente, i pazienti inseriti nella “Casa valdese delle
permette di recuperare, se adeguatamente stimolate, abilità
Diaconesse” sono 8. Dal mese di giugno al mese di
residuali, ma consente al soggetto di meglio adattarsi
ottobre sono
all’ambiente. Esso, inoltre, è un efficace strumento di
settimanale, ciascuna di 20-30 minuti. Da novembre 2014
promozione della plasticità cerebrale nella persona adulta
ad oggi si procede, invece, con due sedute settimanali, al
e anziana e ciò può essere utile ai fini della prevenzione e
fine di ottenere una maggior continuità e funzionalità del
del trattamento del deterioramento cognitivo in fase
percorso riabilitativo. Nel complesso i feedback ricevuti
iniziale.
sono positivi, le pazienti partecipano volentieri e
ricerca
e
trattamento
complesso
state svolte stimolazioni
e
a cadenza
rispondono bene agli stimoli proposti, mostrando interesse
per il dispositivo.
Grazie ad una prima fase di valutazione neuropsicologica
sono stati individuati esercizi specifichi che andassero a
stimolare le aree cognitive risultate deficitarie alla prima
valutazione di screening. Successive modifiche sono state
apportate in relazione ai follow up di monitoraggio
Il progetto pilota di neuro-riabilitazione delle funzioni
cognitive, attualmente attivo da un anno nelle quattro
strutture Valdesi, nasce con l’obiettivo di prendere in
carico il paziente a livello globale, in un’ottica
multidisciplinare
farmacologico
che
anche
affianchi
terapie
non
al
trattamento
farmacologiche.
Dedicato a patologie dementigene, disabilità e normale
neuropsicologici e alle modalità di svolgimento degli
stessi esercizi. In generale, si osserva un buon livello di
performance e di motivazione.
Instaurare una buona relazione di fiducia con il paziente,
permette di affiancare alla terapia farmacologica anche un
intervento non farmacologico, dove la terapia la esegue il
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
paziente stesso con il supporto del clinico. Un’attenzione e
motivazione costante da parte del soggetto facilita lo
svolgimento della seduta di training, finalizzata ad un
incremento progressivo delle difficoltà.
Diverse ricerche hanno dimostrato l’efficacia dei training
cognitivi computerizzati nel campo del declino cognitivo
connesso all’età (Gunther et al., 2003; Cipriani et al.,
2006; Rozzini et al., 2007; Talassi et al, 2007). Tra i
vantaggi di questi trattamenti, vi è l’uso dei programmi
riabilitativi specifici per ogni paziente che mirano a
supportare le funzioni cognitive ancora preservate
(Hoffman et al.,1996; 2003; Schreiber et al., 1999;
Cipriani et al., 2006; Talassi et al 2007).
Il commento di un’ospite della struttura: “Serve a diventare più
furbi”.
Sitografia
www.brainer.it
www.brainerprofessional.it
La Psicologa
Dott.ssa Mara Cirigliano
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
Gli Italiani.
Sembra che:
in Italia sembra ci sia sempre il sole,
che gli italiani siano sempre di buonumore.
Che gli unici alimenti che vengono consumati siano la pasta e
la pizza,
che venga bevuto prevalentemente il vino.
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
Il calcio è importante ma per gli italiani ci sono anche altri
sport, ad esempio, l’hockey soprattutto qui a Torre Pellice
dove svolgo il mio volontariato.
Al lavoro, l'atmosfera è rilassata, cosa buona, perché questo
crea meno stress, e il lavoro viene svolto comunque, ma in
modo più tranquillo e divertente.
Per concludere, posso solo dire che l'Italia è un Paese, che
non può essere sintetizzato in poche frasi stereotipate.
Che l'uomo italiano sia molto romantico…
Che tutti sappiano cantare,
che siano molto “teatrali”.
Che gli italiani guardino sempre e solo le partite di calcio.
Che vivano il lavoro in modo “rilassato”.
Che tutti gli italiani siano coinvolti con la mafia.
Sono in Italia da settembre 2014, e ho potuto notare da
subito che le “idee” sull’Italia e sugli italiani non erano
veritiere.
Ho faticato un po’ con la lingua… ma mi sono sempre fatto
capire.
Mi sono ambientato bene e posso dire di aver passato 11
mesi molto belli che non dimenticherò!
Questo è lo stereotipo degli italiani dal punto di vista dei
tedeschi.
Tuttavia, dall'esperienza personale, posso dire che questo
non è giusto. Purtroppo non c’è sempre il sole!
Anche gli italiani possono essere di cattivo umore.
La cucina italiana è più varia e non comprende solo pasta e
pizza.
Malte Irmer
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
Suor Dina Costantino, ultima diaconessa italiana
Venerdì 23 gennaio u.s. la pianista Chiara Bertoglio ha voluto offrire,
nel tempio di Torre Pellice, un concerto a distanza di sei anni dalla sua
ultima esibizione a favore della Casa delle Diaconesse. Il pubblico
presente alla serata, non molto numeroso purtroppo, ha potuto
apprezzare il talento col quale la giovane pianista torinese ha
interpretato i brani del programma che metteva in luce i rapporti tra
Johann Sebastian Bach e l’Italia. Come ha spiegato Chiara, prima
dell’esecuzione di ogni brano, con un linguaggio semplice e
accessibile a tutti, Bach ha studiato i concerti dei maestri italiani suoi
contemporanei (ad esempio Vivaldi e Marcello) trascrivendoli per
strumento a tastiera; sua volta Bach è stato oggetto di trascrizione
come nella Ciaccona trascritta da Brahms a fine ottocento, e nelle
Golberg rese pianistiche da Busoni a inizio Novecento.
Anche durante quest’ultimo concerto si è creato quel “feeling” che
nasce tra il pubblico presente e la pianista, quelle sensazioni che
l’artista trasmettere suonando ma che allo stesso tempo riceve da chi
ascolta.
Chiara Bertoglio, che si è esibita nelle più importanti sale italiane ed
estere, fra cui la Carnegie Hall di New York, il Concertgebouw di
Amsterdam, la Royal Academy di Londra e l’Accademia di Santa
Cecilia a Roma, ha voluto dare un assaggio del concerto nel salone
della Casa, per gli ospiti, sapendo che essi difficilmente avrebbero
potuto essere presenti al Tempio.
Da queste pagine rivolgiamo a Chiara Bertoglio un sincero grazie e un
augurio per i suoi prossimi impegni.
Giorgio Benigno
(Riportiamo un’articolo di Claudio Geymonat apparso su Riforma)
E’ mancata il 21 febbraio 2015 suor Dina Costantino, l’ultima
diaconessa nata in Italia, a lungo responsabile della struttura torrese
che porta proprio il loro nome: Casa delle Diaconesse.
Come riporta il sito studivaldesi.org «L’idea di un ministero
femminile e la creazione degli istituti di diaconesse fu legato allo
sviluppo dell’assistenza sociale ai poveri, per cure o istruzione, che
sorse nel mondo germanico e svizzero all’inizio del XIX secolo, e
rispose al desiderio di impegno totale manifestato da alcune
protestanti, anche in risposta alle critiche provenienti da parte
cattolica. La casa italiana fu fondata nel 1901 nonostante le riserve sul
senso di un ministero femminile la cui forma era sostanzialmente
distante dalla visione protestante classica della vita cristiana, in cui la
devozione per amore non implicava una forma di vita specifica».
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
Centro di formazione per aspiranti diaconesse era l’istituto di SaintLoup nel cantone di Vaud in Svizzera. Suor Dina, nata a Inverso
Pinasca l’8 giugno del 1921, entra come aspirante novizia alla casa
delle diaconesse di Torre Pellice il 28 ottobre 1946, per poi
frequentare per tre anni la casa di Saint-Loup dalla quale esce nel
1950, anno in cui ottiene anche il diploma da infermiera presso la
Croce Rossa di Ginevra.
Consacrata nel 1954, presta servizio in alcune fra le principali opere
valdesi: ospedale di Torino, rifugio Re Carlo Alberto, ospedale di
Torre Pellice per poi diventare responsabile della Casa delle
Diaconesse di Torre dal 1970 al 1992, anno dell’emeritazione. Con
suor Dina si chiude un’epoca, quella appunto di un impegno
femminile esclusivo di assistenza (i cinque punti fondamentali che
contraddistinguevano il ministero delle diaconesse erano
consacrazione, servizio gratuito, vita comunitaria, costume e
nubilato), anomali all’interno del mondo protestante, ma il cui valore
è stato indiscusso.
Claudio Geymonat
I ragazzi del precatechismo
Sabato 7 marzo la Casa delle Diaconesse ha ospitato una
trentina
di
partecipanti
ai
corsi
del
precatechismo
accompagnati dal pastore Salvaggio e da alcune monitrici. Il
Presidente del Comitato ha raccontato loro brevemente
l’attività delle Diaconesse in Italia e l’origine dell’edificio
diventato poi la loro Casa. È stato illustrato chi sono gli ospiti
della Casa, come trascorrono le loro giornate e quali sono le
attività loro proposte.
I ragazzi e le ragazze hanno voluto presentare agli ospiti
presenti nel salone alcune scene di animazione teatrale tratte
dai Vangeli e terminate con un momento di preghiera comune
della quale abbiamo voluto trascrivere alcuni pensieri.
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
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AIUTACI A CONDIVIDERE CON GLI ALTRI E LE ALTRE I DONI CHE ABBIAMO
RICEVUTO DA TE.
AIUTA GLI UOMINI A CONDIVIDERE E A NON ESSERE EGOISTI.
GRAZIE PERCHÈ CONDIVIDERE IL TEMPO INSIEME E BELLO E GRATIFICANTE.
TI PREGO DI FARE IN MODO CHE I RICCHI CONDIVIDANO IL LORO BENE CON I
POVERI.
SIGNORE DACCI OGGI LA CAPACITÀ DI CONDIVIDERE CON GLI ALTRI CIÒ CHE
ABBIAMO.
AIUTACI A FARE IN MODO CHE TUTTI POSSANO AVERE DEL CIBO.
DAI ALLE PERSONE EGOISTE LA VOGLIA DI CONDIVIDERE CON CHI NON HA
NIENTE O HA POCO PER VIVERE.
AIUTACI A PENSARE SEMPRE POSITIVO E A NON ESSERE MAI TRISTI E SOLI.
AIUTACI A DISTRIBUIRE IL CIBO PER TUTTO IL MONDO, IN MODO CHE TUTTI
POSSANO ESSERE MENO AFFAMATI.
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
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
GRAZIE PER LA COMUNITÀ IN CUI VIVIAMO, PERCHÉ FACCIAMO PARTE DI UNA
FAMIGLIA.
DIO AIUTA CHI È SOLO AD AVERE AMICI, AIUTA I POVERI AD AVERE CIBO,
AIUTA I BAMBINI AD ESSERE SEMPRE FELICI.
CHE SI POSSANO TRASCORRERE MOLTI MOMENTI SERENI INSIEME.
TI PREGO PER FAR DIVENTARE TUTTI PIÚ GENEROSI E MENO EGOISTI.
DACCI OGGI LA CONDIVISIONE DI STARE BENE INSIEME E DI CONDIVIDERE IL
CIBO.
AIUTACI SIGNORE TUTTI NOI QUAGGIÚ.
Al termine dell’incontro i/le giovani hanno avuto la possibilità
di visitare l’intera struttura e il suo parco. A loro va il
ringraziamento degli ospiti e dell’intera Casa.
Loredana Gaydou e Giorgio Benigno
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
Anche la Casa delle Diaconesse, come le altre Opere del COV
(Coordinamento Opere Valli), ha aderito al progetto “Altro Cinema” e nel
mese di febbraio sono stati proiettati nel nostro salone i seguenti film:
 Viva la Liberta’
 Adam
 Wolf Children (cartone animato)
 Tutto sua madre
Ogni film, tranne quello per bambini proiettato la domenica pomeriggio,
sono stati proiettati il giovedì in due orari alle 16 e alle 21.
La prima proiezione è avvenuta il 5 febbraio; vi ricorderete la giornata
perché è stata quella in cui è caduta tantissima neve! Malgrado questo
tempo da lupi sono venute allo spettacolo della sera circa 15 persone di cui,
sentite un po’, un signore è arrivato addirittura in bici, cosa non si fa per
pagare il biglietto ridotto!!! (infatti arrivare in bicicletta era un requisito per
avere diritto alla riduzione del biglietto)
I film in calendario erano tutti molto belli ed interessanti ma forse di
difficile comprensione per i nostri ospiti.
Dopo gli spettacoli abbiamo offerto un piccolo buffet che spero sia stato
gradito. Sicuramente i bambini allo spettacolo della domenica pomeriggio
lo hanno apprezzato: non è rimasto nulla!
La proiezione del cartone animato di domenica 22 è stato un successo.
La sala era gremita di bambini e genitori ed il film è stato molto gradito.
Questo progetto ha permesso agli ospiti di entrare in contatto con nuove
persone e, nello stesso tempo, di far conoscere la nostra struttura.
Tutti i film che verranno proiettati sono stati acquistati dal COV, si è
creata cosi una nostra cineteca a cui potremo attingere.
Ringrazio per la disponibilità e la pazienza infinita Fabrizio Plavan (il
tecnico) che ad ogni appuntamento preparava meticolosamente e con largo
anticipo la parte tecnica e logistica e alla fine provvedeva a lasciare tutto in
perfetto ordine.
Loredana Gaydou
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
L’ACCOGLIENZA DIURNA
Il servizio di accoglienza diurna è presente presso la CVD
dall’anno 2000.
Con questo servizio la persona anziana autosufficiente o
parzialmente autosufficiente può recarsi presso la struttura
e rimanervi fino a sera per poi rientrare presso la propria
abitazione per la notte. Proprio per andare incontro alle
varie esigenze di ogni famiglia le possibilità di accesso sono
le più ampie possibili, sia come orario che come scelta dei
giorni. Vi è anche la possibilità del trasporto, limitata però ai
Comuni di Torre Pellice e Luserna San Giovanni e, per motivi
organizzativi interni, solo in orario d’ufficio.
Durante la giornata la persona che si avvale del servizio di
accoglienza diurna usufruisce dei pasti caldi, dell’assistenza
da parte di personale qualificato, del bagno assistito e può
anche partecipare alle molteplici attività.
Nel 2014 sono 9 le persone che hanno usufruito del pasto,
soprattutto di mezzogiorno, con o senza l’utilizzo del
trasporto, di cui 5 persone hanno usufruito in modo
continuativo del servizio mentre altri per periodi più limitati
Per quanto riguarda l’accoglienza diurna vera e propria, sia
tempo pieno che tempo parziale, ad avvalersene nello scorso
anno sono state in totale 7 persone, di cui sei donne ed un
uomo.
Il servizio viene pubblicizzato distribuendo su territorio
(studi medici, farmacie, ospedale, Comune, etc) il depliant
illustrativo e una volta all’anno viene fatta un’inserzione sul
giornale Eco del Chisone nella pagina dedicata alla terza età.
Loredana Gaydou
ATTIVITA’ SETTIMANALI
Lunedì
Mattino
Pomeriggio
Giochi di società
Ginnastica dolce
Martedì
Progetto Incontro (diapositive, studio biblico, cantiamo
insieme, conferenze a tema…)
Mercoledì
Lettura
Giovedì
Lavori manuali
_________
Ore10.30
Culto evangelico
Venerdì
Ginnastica dolce
o
Gita
1° e 3° del mese
ballo liscio
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N O T I Z I E IN B R E V E …
 Bilancio: anche nel 2014 fortunatamente l’occupazione dei
posti è stato quasi pari al 100%. Il centro accoglienza diurna
ha funzionato bene. Grazie a questo, ai doni e ad un’attenta
gestione, abbiamo raggiunto gli obiettivi di bilancio.
 Acquisti: Nel mese di marzo sono stati acquistati 5 letti
ergonomici con relativi materassi; l’obiettivo è quello di
arrivare ad avere tutti i letti della struttura ergonomici. Poi è
stato acquistato il sollevatore attivo, denominato così perché
si utilizza con ospiti parzialmente collaboranti. E’ stata
acquistata una poltrona elettrificata grazie al contributo della
fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo.
E poi altri piccoli acquisti tra i quali: microonde, bollitore
elettrico e “vaporetto” per le pulizie.
 Volontari: ad agosto 2014 è arrivato Malte, ragazzo di 18 anni
proveniente dal Baden. Terminerà il suo periodo di
volontariato nel mese di luglio. Ci ha aiutato nell’assolvimento
di vari compiti.
 Soggiorno marino: ad inizio giugno è stato riproposto il
soggiorno marino presso la Casa Balneare di Pietra Ligure.
Probabilmente avete già letto l’articolo uscito sul bollettino
“Percorsi” (bollettino unico per tutte Opere COV), uscito a
febbraio 2015.
 Festa annuale della Casa: lo scorso anno il tempo non ci ha
favorite, ma noi ce l’abbiamo messa tutta e alla fine abbiamo
fatto perfino uscire il sole! Anche della Festa avete potuto
leggere l’articolo sul bollettino “Persone”.
Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
 Giardino: il nostro giardino è più curato grazie all’inaspettata
disponibilità del sig. Giulio Chauvie che con grande zelo
pulisce le zone del parco.
 Feste : abbiamo festeggiato la Festa della Donna e la Festa
della Mamma con un menù particolare. Sono state entrambe
molto apprezzate.
 Arance di Sicilia: nel mese di gennaio abbiamo ricevuto dalla
casa di Riposo di Vittoria (Sicilia) una cassetta di arance non
trattate che sono state molto gradite dai nostri ospiti. Una
parte l’abbiamo utilizzata per fare della marmellata, che è
risultata ottima
 Gazebo: nel mese di maggio sono partiti i lavori per la
creazione di un gazebo nel nostro giardino adiacente
all’entrata. Inoltre sono stati fatti dei lavori per favorire il deflusso
dell’acqua piovana dal vialetto.

La Festa annuale: la data di quest’anno è il 28 giugno. Mi
raccomando partecipate numerosi!!!
La Resp. di struttura
Loredana Gaydou
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Bollettino della Casa Valdese delle Diaconesse – Giugno 2015
MATILDE
Doni dal 01/01/2014 al 31/12/2014
IMPORTO
10.00
DOVE
Luserna
S.G.
Torino
60.00
Torino
Torre
Pellice
GUARIENTO
FELICINA
90.00
BACHI CARLA
100.00
35.00
Torre
Pellice
CHAUVIE
OLGA
50.00
Torre
Pellice
BEUX ALDA
Torino
Torino
25.00
Pinerolo
Villar
Pellice
GAY MARCELLA
Bologna
GIOVO BRUNO
PASCHETTO
RODOLFO E
ERICA
VOLA
LUCIANA
LAGUZZI
ROSY
PEDRAZZI
MARCO
Torino
TURIN
Luserna
S.G.
Torre
Pellice
Torino
VALE’
GIOVANNI
SARETTO UGO
E ALFONSINA
Pinerolo
Torre
Pellice
PASCHETTO
MARCELLA
COISSON
ANNALISA
Angrogna
Torre
Pellice
BERTIN LAMY
CALGARO
ROBERTO
Pinerolo
BALMA ELSA
Torre
Pellice,
TOSCANO
ELENA
DEDICHE
CHARBONNIER
AMILDA
GAY
ERNESTINA
MONNET
ELENA
20.00
Villar
Pellice
CHI
CHAUVIE
GIULIO E
ORLINA
PROCHET
ELENA
Torre
Pellice
Luserna
S. G.
MELLANO
VALERIANA
Torino
Bagnolo
Piemonte
CORIASCO
GIOVANNI
Luserna
S.G.
GAY GIORGIO
PAGLIANI
MARIA PIERA
JALLA’
ERMANNO
SHELLEMBAUM
FRANCO
ROSTAN
ANNA
NISBET
SERGIO E
DOROTHEA
GAI CORNELIO
E FAVRE
MARILUE
Belluno
GONNET
Torino
Torino
Torre
Pellice
In memoria
di Rostaing
Livia
Ricordando i
suoi cari
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ANNA
Torre
Pellice
COMBA ALDO
120.00
Torre
Pellice
COMBA
GIOVANNI,
MESSINA
MONIQUE
132.50
Torre
Pellice
QUATTRINI
MIMMA
200.00
Torino
PROCHET
LODOVICO
250.00
Pinerolo
GAY EYNARD
GIULIANA
Luserna
S. G.
Torre
Pellice
DAVITE
FRANCO
SOMMANI
DONATELLA
377.86
Mantova
FAMIGLIA
NATALI
397.44
Svizzera
COMITATO
ZURIGO
400.00
Torre
Pellice
SOCIETA’ DI
CUCITO
450.00
Torino
WINKELMAN
MORANO
CATERINA
500.00
Torre
Pellice
FANTINO
DANIELA
1200.00
Torre
Pellice
FARMACIA
IMBERTI
1600.00
Pinerolo
GIRAUD
MIRANDA
300.00
GRAZIE! GRAZIE! GRAZIE!
Grazie a tutte le persone che, in modi diversi, fanno vivere la Casa
delle Diaconesse e chi la abita:
– grazie a chi, lavorando, riesce a regalare un sorriso, una parola
di incoraggiamento, una storiella che fa ridere o almeno
sorridere;
– grazie a chi, lavorando, gestisce le risorse in modo trasparente
e senza sprechi;
– grazie a chi riesce ad inserire nell'organizzazione della sua vita
anche un po' di tempo da trascorrere alla Casa con proiezioni,
canti, balli, lavoro volontario per le feste, per allestire i
banchetti, per i culti, ….;
– grazie a chi riesce ad inserire nel suo bilancio famigliare o
sociale un dono per l'attività della Casa; doni che vengono
In memoria
di Natali
Valdo
investiti per migliorare la qualità della vita di chi ci vive;
– grazie agli ospiti e alle ospiti che accolgono con un sorriso,
una parola, un cenno del capo chi entra nella Casa.
Grazie a Dio che, attraverso questi gesti significativi, ci dice che è in
mezzo a noi, al nostro fianco e che, nella sua infinita misericordia,
opera al di là di ognuno e ognuna di noi.
Grazie perchè tutto questo dà fiducia e speranza, ci permette di
raccontare alle generazioni più giovani, ma anche ai nostri coetanei,
che al mondo non c'è solo violenza nelle relazioni, corruzione e
menefreghismo: ci sono anche molte persone che lavorano bene,
amministrano bene, donano il loro tempo e il loro denaro a favore di
qualcun altro, anche se i giornali, la televisione e i “social” non ne
parlano.
Grazie!
Nel caso qualche donatore non abbia ricevuto il ringraziamento per posta è pregato di
comunicarcelo.
Maura Mondina
Anita Tron
(membro del Comitato)
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ECCO COME POTETE FARE LE VOSTRE
OFFERTE ALLA CASA:
 c/c bancario n° 113400 intestato a
“C.S.D. Casa Valdese delle Diaconesse”
aperto presso l’Istituto Bancario San Paolo di Torino –
Agenzia di Luserna San Giovanni;
codice IBAN IT53 H033 5901 6001 0000 0113 400
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C.S.D. – Casa Valdese delle Diaconesse
Viale Gilly,7
10066 Torre Pellice
tel. 0121-952811
fax. 0121-952818
e mail: [email protected]
sito web: www.diaconiavaldese/casadiaconesse.org
 c/c postale: n° 4222816 intestato a
“C.S.D. Casa Valdese delle Diaconesse”
 oppure a mezzo versamento direttamente alla Casa.
LE OFFERTE SONO
DEFISCALIZZABILI
A RICHIESTA
L’importo devoluto può essere detratto nella dichiarazione dei
redditi. A tal fine, comunicandoci i dati anagrafici comprensivi di
codice fiscale, sarà consegnata la ricevuta attestante l’avvenuto
versamento.
Si ringraziano tutti coloro che fanno delle donazioni
alla Casa.
Visitate il nostro sito e dateci dei suggerimenti:
www.diaconiavaldese/casadiaconesse.org
Se avete piacere di ricevere il nostro bollettino
via mail fateci avere il vostro indirizzo.
(è un buon modo per favorire la buona prassi
di politica ambientale)
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ANNUNCI
Siamo alla ricerca di:
 apparecchi TV, anche vecchio tipo
 HI-FI
Cerchiamo inoltre LIBRI e OGGETTI VARI
per il nostro mercatino della Festa annuale
Grazie
Grazie per il lavoro svolto presso la Casa alle operatrici e operatori:
Chiara, Aude, Loredana, Wanda, Patrizia, Marina, Roberta, Enrica,
Rossella, Maria, Morena, Renata, Roberta, Manuela, Karina per
l’assistenza. Maura per la segreteria. Roberta L., Elisabetta, Graziella,
Paola, Gianna, Mauro, Marianna, Monica e Nives per la cucina. Sergio
e Riccardo per la manutenzione. Malte volontario del Baden.
Ed inoltre Fernanda, Bruna, Marina, M.Fernanda, Ada, Giuliana,
Rinalda, Giulio.
Il Comitato è così composto: Giorgio Benigno (Presidente di Comitato); Anita
Tron (Vice Presidente); Roberta Avondetto; Renata Negrin; Maria Enrica Poli;
Dina Rostagno. Delegata CSD Victoria Munsey.
Nel 1993 le Chiese Valdesi hanno deciso di avvalersi della
legge e di accedere alla riscossione dell’OPM dell’IRPEF.
Nel prendere questa decisione il Sinodo ha fissato però un
criterio guida. Ha stabilito che la somma ottenuta non fosse
utilizzata per fini di culto, non servisse cioè al mantenimento
dei pastori e delle attività culturali della Chiesa, ma
unicamente per progetti di natura assistenziale, sociale e
culturale e che una quota corrispondente al 50% (dal 2013)
dell’importo totale fosse riservata a progetti nei Paesi in via
di sviluppo, in collaborazione con organismi internazionali,
religiosi e laici.
Presso l’OPM-informa troverete le notizie aggiornate sui
progetti finanziati negli ultimi anni, mentre i rendiconti
annuali della gestione dell’OPM della Chiesa Valdese sono
leggibili presso il sito: www.chiesavaldese.org
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DEPLIANT cd
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Depliant festa
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