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In Serbia la moda non è morta neppure negli anni più bui. È sopravvissuta grazie allo spirito cosmopolita dei serbi che si sentono cittadini del mondo. E grazie anche a una leva di giovani stilisti, alcuni dei quali for- Ora la moda viene da Belgrado COSTUME di Sanja Lucic matisi all’estero.Così la moda diventa una importante vetrina attraverso cui rilanciare il Paese nel mondo. Ma le difficoltà non mancano, come racconta in questa intervista Iva Stefanovic elgrado è una sfida. In questa città la gente non ama distinguersi dalla massa, sono molto uniformati e per me la sfida più grossa è tirarli fuori dal loro guscio per permettergli di esprimere il loro vero io, per occuparsi del loro stile personale. Ma è un processo lento, come lo sono tutti i cambiamenti di questa città. Bisognerebbe prima risolvere le questioni esistenziali e poi attendersi cambiamenti nella moda. Io ho delle reazioni fantastiche, positive per tutto ciò che sto facendo come stilista e questo m’incoraggia a continuare”. Così è iniziata l’intervista con Iva Stefanovic, giovane stilista serba di 28 anni. Come lei altre giovani professioniste del settore moda ce l’hanno fatta, a Belgrado come all’estero. Iva è anche fashion editor della rivista “Elle”, una delle tre riviste straniere di moda che da qualche anno vengono pubblicate in Serbia, come “Cosmopolitan” e “Grazia”, approdata soltanto qualche mese fa. Attraverso la vetrina del rumoroso caffè bar dalle luci soffuse, guardiamo la gente camminare nella caldissima serata autunnale di Belgrado, lungo la principale via pedonale Knez Mihajlova. Notiamo e commentiamo “B 52 stili, orientamenti, gusti personali proprio dalla zona della città in cui si trovano i negozi con tutti i brand più famosi, quelli che impongono la moda del momento, con prezzi accessibili allo stipendio medio locale: 250 euro al mese. La moda, qui a Belgrado, è sopravvissuta grazie al riciclo dell’armadio della nonna o della mamma, grazie alle sarte o alle proprie abilità creative, anche quando non si aveva neanche un dinaro in tasca, quando la situazione costringeva le persone a fornirsi di vestiti dalle bancarelle di strada o dai mercati pieni di capi cinesi e turchi. La moda è sopravissuta anche grazie allo spirito cosmopolita dei serbi che da sempre sanno come vestirsi e dal desiderio, almeno in questo senso, di far parte del mondo. ”Quando nel 1996 Nenad Radujevic dell’agenzia Click diede coraggiosamente vita alla settimana della moda serba stava inseguendo il suo sogno di bambino, credendo nella creatività di questo Paese, negli stilisti, nella loro particolarità. Oggi festeggiamo il giubileo, 10 anni, di Fashion Week che non solo è sopravvissuta, ma è diventata un’importantissima manifestazione per la città, ha fornito numerose possibilità a molti giovani stilisti e io posso solo ringraziare Nenad per il supporto che mi ha dato durante la mia carriera”, sottolinea Iva che dal suo negozio nel centro di Belgrado, piccolo ma di sicura classe, propone diversità e raffinatezza attraverso i suoi abiti piuttosto inusuali, in cui si riconosce un tocco d’internazionalismo e di passerelle milanesi. ”Ho studiato all’Istituto Marangoni a Milano. Sono stata ammessa subito e questo mi ha dato fin dall’inizio un grosso input ed energia positiva per dare il massimo. Ho ottenuto una borsa di studio che mi ha permesso di studiare e contemporaneamente realizzare dei progetti qui a Belgrado. Progetti che sono stati notati da Costume National che mi ha aiutato a organizzare una sfilata a Milano, dove c’erano persone importanti del mondo della moda. Sono tornata a Belgrado nel 2004 con tanto lavoro alle mie spalle e questa città mi ha accettato a braccia aperte perché ha capito che stavo facendo qualcosa di unico, di par- _Qui a fianco la giovane stilista serba Iva Stefanovic, che ha studiato e mosso i primi passi nella moda a Milano. Sopra, un’indossatrice porta in passerella uno dei suoi modelli ORA LA MODA VIENE DA BELGRADO ticolare. Ho sentito che era il momento giusto per aprire il negozio, ho sentito il feedback delle persone, le mie collezioni si vendevano subito dopo la presentazione. E così ho deciso di rimanere”. La XX Fashion Week di Belgrado, conclusasi il 20 novembre scorso, ha raccolto tutti i grandi stilisti serbi, dimostrando che la qualità della moda in questo Paese è una tradizione che dura nel tempo. L’iniziativa voleva glorificare la moda non solo come trend stagionale ma come espressione del Paese, il simbolo dell’identità e della filosofia di vita della Serbia.Tranne Iva Stefanovic, molti stilisti hanno fatto i loro primi passi partendo dalla settimana della moda serba e molti si sono affermati all’estero come Slobodan Mihajlovic, che dopo l’Hogeschool Antwerpen in Belgio ha disegnato per Cavalli, o come Roksanda Ilincic, uscita dalla prestigiosa scuola Central St. Martins e oggi attiva a Parigi e Londra, dove vive e lavora. O ancora Dragana Ognjenovic, da 15 anni sulla scena belgradese, che ha già collezionato due presenze alla New York Fashion Week. Anche Iva Stefanovic sceglie questi nomi come i più rappresentativi della moda serba nel mondo: “Sono donne forti con molto successo nel loro lavoro, sono determinate e quando hanno iniziato fare carriera in questo campo voleva dire essere davvero coraggiosi, crederci e resistere nel tempo. Già solo 5 anni fa era difficile, figuriamoci 10 o 15 anni fa quando Dragana Ognjenovic ha iniziato. Dopo la sua boutique, quello di Verica Rakocevic, Jelena e Svetlana Prokovic e la mia, adesso altri 3 giovani stilisti dovrebbero aprire i loro punti vendita: è meraviglioso, in qualche modo mi sento responsabile, ho dimostrato che è possibile, la gente ha bisogno di essere incoraggiata COSTUME perché qui non manca né la creatività né la voglia”. E le modelle che portano le sue creazioni? Molte modelle serbe sono famose all’estero… “Mi piace lavorare sempre con gente nuova. Spesso ho lavorato con Olja Ivanisevic, finché non è andata all’estero. Adesso sono veramente contenta della sua fama mondiale”. Olja Ivanisevic, come anche Maja Latinovic, Bojana Panic, Ana Mihajlovic, sono solo alcune delle modelle serbe che hanno sfilato per tutti gli stilisti più conosciuti al mondo e fanno tutte parte della Names Model _Una moda, quella di Iva Stefanovic, che è un mélange di colori e di cose legate tra loro in modo inusuale. L’acquirente-tipo è over-30, persone serie, della Belgrado che si può permettere di pagare cifre più alte Agency di Milano proprietà di Dejan Markovic, anche lui serbo, che con il suo lavoro afferma l’importanza del mondo della moda serba. ”Nella moda è già stato inventato tutto”, continua Iva, “non è importante andare a cercare per forza qualcosa di nuovo, è importante come avvicinarsi al cliente con il brand, creare una catena di collegamenti tra design, marketing e target, cercare di avvicinare le persone al tuo prodotto tramite il concetto e la presentazione personale del tuo stile. La mia moda è un mélange, ci sono vari colori, molte cose legate tra loro in un modo inusuale, magari questi dettagli confondono un po’, anche se la mia ultima collezione è abbastanza commerciale e ha venduto tantissimo. Quello che mi sorprende ancora è che i miei clienti hanno tutti più di 30 anni mentre io mi aspettavo quelli di 22-25, si tratta di una fascia di persone ORA LA MODA VIENE DA BELGRADO serie, della Belgrado nascosta, che non appartengono alla massa e che si possono permettere di pagare cifre più alte di quelle che di solito si trovano nei negozi tipo Zara o Mango. Questi miei clienti sono stabili, sono esclusivamente quelli che s’interessano a Iva Stefanovic”. Anche per Iva questa Fashion Week era importante non solo per la presentazione della sua collezione, ma anche per la presenza di tanti buyer dalla Francia e da New York. Ogni anno la manifestazione conta 15.000 visitatori e più di un milione di telespettatori, in aggiunta alla copertura fornita dalla televisione satellitare Fashion TV. L’agenzia Click, che organizza la manifestazione, conta 80 modelle e una grande squadra capace di realizzare tante cose sulla scena della moda serba, come ha dimostrato negli scorsi quindici anni. Quest’anno con la settimana della moda si festeggia anche il compleanno dell’agenzia, fondamentale per tutto quello che riguarda la moda in Serbia, perché ha fatto da tramite tra le poche istituzioni che si occupavano del management, del marketing e dei giornalisti di questo settore. E il futuro di Iva? “Sto pianificando un allargamento delle mie attività: una mia maison per la produzione, show-room, studio, una catena di negozi. Adesso ne ho solo uno e vorrei salire di livello. Io non mi fermo finché non arrivo in una grande città all’estero, perché penso che il mio brand lo meriti”. Durante gli anni ‘90 i grossi produttori sono falliti per le sanzioni economiche ed è cresciuto il settore privato con Mona, Todor, Nikolas, St George: aziende che hanno saputo costruire stabili fondamenta con le creazioni, il marketing e le promozioni. L’iperproduzione degli happening legati alla moda nell’era della più grande crisi sociale conferma che la moda serba esisteva in modo autonomo separato dal resto del mondo. Questo palcoscenico della moda si è potuto sviluppare così perché non c’era concorrenza, non c’era vero mercato. _Famose modelle serbe portano le creazioni della Stefanovic, qui a destra Maja Latinovic, nella pagina a fianco dall’alto verso il basso, Olja Ivanisevic, che ora sfila all’estero e Bojana Panic 56 COSTUME “Ci sono molte cose che abbiamo bisogno di cambiare per poterci aspettare qualcosa dalla gente, per poterli indirizzare sulla strada dell’affermazione di un loro stile personale nella moda, qua la gente ancora lotta per la propria esistenza, ha uno stipendio bassissimo, ci sono pochi posti di lavoro. La realtà in Serbia è abbastanza difficile e anche se io cerco solo il lato positivo in tutto, qui c’è tanta gente triste e queste cose influenzano, c’erano troppe cose difficili che sono durate a lungo, come embargo, bombardamenti, crisi politica e non è semplice liberarsi dai loro strascichi. In realtà ora mancano solo gli investimenti, non manca null’altro: la manodopera, la voglia, le competenze, le energie già ci sono. Io vedo in atto un grosso cambiamento, lento ma inarrestabile. Abbiamo bisogno di presentare la moda serba all’estero, investire nel marketing, abbiamo bisogno del supporto del governo”. Oggi l’industria tessile in Serbia, che da poco ha creato la sua associazione, conta più di 1600 aziende, la maggior parte (77% circa) sono piccole e medie che danno lavoro a circa 100000 persone. C’è un forte aumento dell’esportazione rispetto agli anni precedenti (+34%) e un calo delle importazioni (-10%). Il sito www.fashioninserbia.com ricorda i vantaggi dell’industria tessile in Serbia: l’alto livello qualitativo, il basso costo della mano d’opera, la risposta veloce alle richieste del mercato, una produzione altamente flessibile e la bassa incidenza dei costi di trasporto. La vicinanza del Paese a tutti i centri della moda come Milano o Parigi è significativa. Oggi la moda serba è sul mercato mondiale e questo vuol dire tanta concorrenza, ma ci sono poche aziende locali che economicamente possono essere paragonate alle concorrenti estere. Non è quindi facile, ma nemmeno impossibile come ci hanno insegnato gli anni ‘90 quando la moda non sembrava in grado di sopravvivere e invece, sorprendentemente, è stata protagonista di anni iperattivi, promuovendo una marea di stilisti giovani che oggi portano la particolarità della moda serba in Europa. Basta affacciarsi alla vetrina di Iva Stefanovic in via Vuka Karadzica 12 per sentire questa classe, personalità e stile made in Serbia. 57