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LA STAMPA
LUNEDÌ 24 SETTEMBRE 2012
MADE IN ITALY
TUTTO LAVORO
INVESTIMENTI
TUTTOSOLDI
Rete anti-crisi
per sostenere
le piccole
imprese
Master,
una bussola
nel labirinto
delle occasioni
“Maleducati”
in finanza
Italiani bocciati
in Borsa
LUNEDÌ 24 SETTEMBRE 2012
A PAGINA III
ALLE PAGINE IV E V
ALLE PAGINE VI E VII
.
I
NUMERO 10
A CURA DI:
GIANLUCA PAOLUCCI E MARCO SODANO
REDAZIONE:
LUCA FORNOVO
LUIGI GRASSIA
[email protected]
www.lastampa.it/tuttosoldi/
LAVORO
IN
CORSO
P
Fondatore
Marco Boglione
ha creato
nel 1994
il gruppo di
abbigliamento
sportivo
BasicNet
(Foto di Dario
Dinocca)
L’INTERVISTA
Boglione: “Voglio comprare
altri marchi italiani della moda”
LA DISTRIBUZIONE
LA CINA RALLENTA
KAPPA
LE ACQUISIZIONI
È il punto debole delle aziende
tessili. È troppo frammentata,
il nostro modello organizzativo
ci permette invece di essere in
tutto il mondo con costi bassi
Dopo anni di boom, il mercato
dell’abbigliamento ha frenato
bruscamente, il nostro partner
ha chiuso 500 negozi, poi è
ripartito con 200 nuovi store
È il nostro marchio più forte,
riesce a rompere le scatole
a colossi come Adidas, Nike
e Puma, mentre Superga
è di nuovo un brand globale
A maggio ho rilevato i 22
outlet di Fashion Network,
sto valutando molti dossier
di aziende italiane in vendita
o che chiedono alleanze
L’INTERVISTA DI LUCA FORNOVO ALLE PAGINE II E III
L’AZIENDA VENETA DOTTO TRAINS CHE FA AFFARI IN AMERICA E ASIA ACCELERA SUI MINI-CONVOGLI PER I TURISTI
Treviso “dirotta” su Cuba i trenini
ELEONORA VALLIN
MARCO
POLO
D
otto Trains nasce in un
bianco Natale del 1962,
quando Ivo Dotto, fin da
piccolo appassionato
dei trenini elettrici,
creò un convoglio-bonsai su rotaia
per trasportare i bambini all’interno
del giardino della sua azienda a Castelfranco Veneto, nel trevigiano.
Al tempo Ivo era a capo di un’impresa di giostre e “arredi” per i giardini di scuole e luna park; ma quel
giorno qualcuno, stupito dal quel
“ciuff ciuff” che faceva divertire tutti, chiese: «Perché non me lo vendi?». Ivo rispose: «Questo è mio, se
vuoi te ne costruisco uno».
All’inizio la produzione avveniva
in simultanea con le giostrine. Poi
negli anni Ottanta la decisione: solo
trenini turistici per il trasporto. Oggi Dotto Trains è un’impresa tutta al
femminile nelle salde mani di Bruna
Dotto (nipote di Ivo) alla presidenza,
e delle sue figlie Sabrina Carraro (vicepresidente) e Ottorina (marketing
e design manager, a capo anche del
sistema qualità). Trenta addetti e un
«business in crescita per una piccola
azienda» spiega Sabrina, che «produce made in Italy, artigianalmente,
grazie a una filiera di terzisti competenti per il 60% veneti che ci aiutano
nei picchi di lavoro, essendo il nostro
un prodotto stagionale».
Nessuna filiale estera, solo alcuni distributori nelle aree più importanti per numeri, come Europa,
Sud-Est asiatico e Nord America in
grado, anche, di seguire la manutenzione e l’assistenza sul posto.
Poi la cura del cliente è diretta e
personale. «Un trenino dura anni –
spiega la vicepresidente impegnata ora sul fronte Norvegia – dobbiamo continuamente cercare nuovi
interlocutori».
Dotto Trains sta puntando dritta
all’Asia e all’Arabia «dove si sta investendo molto nelle politiche turistiche». Così è stato con Cuba a cui
l’azienda ha fornito negli anni scorsi
15 treni ed è rientrata in un progetto
di promozione turistica del Paese di
Fidel Castro. «I nostri prodotti si
fanno pubblicità da soli e sono marchiati. Molti li vedono in un Paese
straniero e poi ci contattano» spiega. «A metterci in contatto a Cuba è
stata però una ditta italiana di import/export – precisa l’imprenditrice – poi abbiamo trattato con una società cubana che a livello locale si occupava di turismo a 360 gradi, com-
presi gli alberghi». Anche l’Italia è
un mercato che al momento regge,
ma qui Dotto trains è presente solo
dal 2007. «Prima non esisteva una
normativa ad hoc per definire questi
treni e farli circolare su strada. Li facevamo rientrare come autobus o rimorchi».
La quota Italia copre il 40% ma si
va sempre più riducendo. Nuovi
orizzonti si stanno aprendo ora in
America Latina. «In Italia, al momento, esistono ancora piccole realtà che non ci preoccupano. Il problema è la Cina: il nostro prodotto piace
e viene copiato dai cinesi – spiega
Carraro - abbiamo battaglie in corso
anche se i loro trenini funzionano solo per il mercato interno, giacché
non rispondono alle normative tecniche europee o di altri stati con legislazioni più strette».