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Vitaminic – Kobayashi: In Absentia (Corasong)
http://www.vitaminic.it/2010/01/kobayashi-in-absentia-corasong/
I think UR a Contra
Vitaminic
DISCHI
18 gennaio 2010
Kobayashi: In Absentia (Corasong)
Amos Martino
In Absentia è un disco da ascoltare: procuratevelo. Esaurito
l’obiettivo della mia recensione passo con piacere a descrivervi il
contenuto del secondo album dei Kobayashi, trio complesso di
polistrumentisti che per l’occasione ospita altri musicisti (Alberto
Benicchi al sassofono e Lara Vecoli al violoncello) e voci (Laura Pugno
e Yukiko Shibata); e l’occasione è una sonorizzazione che dà il nome al
progetto in questione. La partenza è abbastanza sperimentale e dal
sapore postclassico: a volere esagerare ricorda le esperienze
compositive dell’avanguardia europe – Berio, Ligeti – con l’uso
“totale” degli strumenti, al di là delle note, insistendo su timbri e
cluster. Questa fase, per fortuna, dura solo quattro minuti. Poi il disco
inizia per davvero ed è un piacere enorme. Viene fuori un postrock
robusto e colto (qui inserite i soliti quattro nomi mettendo in grassetto
i Mogwai), costruito su suoni corposi e vintage in cui trovano spazio
theremin e synth in formazione con il cello e il glockenspiel. Si sente
una chiara direzione compositiva – e mi spiace non avere idea di cosa
stanno sonorizzando – una capacità di tenere sempre tutto “in groove”,
come se scorresse una partitura di immagini e note sempre più
incalzante. I quaranta minuti del disco, divisi in quattro brani, hanno
la consistenza di una sinfonia postmoderna – casualmente (?) sono
quattro anche i movimenti di una sinfonia classica – e arrivano diretti e decisi, autosufficienti e carichi di intensità. Negli
ultimi minuti si affaccia un reading, un po’ spiazzante e comunque d’effetto in una sinusoide di volumi che, alla fine del
giro, ti lascia a bocca aperta.
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Sono nato nel 1983, appena in tempo per godermi in coscienza i mondiali ‘90s e i canestri di Michael Jordan. A sette anni
imbraccio la tastiera, ma senza accorgermene mi trasformo in un bassista da cover band o in fagotto d’orchestra: a volte
confondendo i ruoli. In una caldissima estate di quattro anni fa mi appaiono in sogno Nick Drake, Elliott Smith e i Kings
Of Convenience, con questi ultimi che fanno i dovuti scongiuri, viste le circostanze. La mattina seguente tutto cambia:
appendo al chiodo il mio diploma in Conservatorio, compro una Laurea e inizio a leggere e scrivere. Da allora ascolto
musica in maniera compulsiva e disordinata, sogno di andare a spaccare la legna in una foresteria nella Gotia svedese e di
suonare il fagotto con i Belle And Sebastian. Tutto il resto è bloggaglia. — Visita il suo profilo
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KOBAYASHI
In Absentia
1 di 5
1-02-2010 13:58
Indie For BUNNIES » Kobayashi - In Absentia
http://www.indieforbunnies.com/2009/12/28/kobayashi-in-absentia/
28 Dicembre 2009
di Emanuele "Brizz" Brizzante
KOBAYASHI IN ABSENTIA non si esprime comprimendosi sui vostri altoparlanti, ma è un
invito a tornare ad un ascolto più reale e dinamico della musica e dei suoni. Se non avete problemi a
riguardo alzate il volume del vostro impianto stereofonico.
Quasi naturale era aprire la recensione con questa descrizione che la band stessa da del progetto
all’interno della confezione. In effetti i Kobayashi (all’anagrafe Flavio Andreani, Nicola Bogazzi e
Andrea Marcori) non fanno musica come il novantanovepercento di voi intenderà, ma ha deciso di
giocare con i suoni come fossero plastilina, distorcendoli, modificandoli, piegandoli al loro volere e
soprattutto facendo uso di sintetizzatori, vocoder, theremin, marimba e glockenspiel, unendo quindi
qualche strumento più ‘vintage’ (ma comunque poco comune) alla nuova guardia della tecno-musica,
qui usata in maniera definibile quasi impropria.
Il primo pezzo, “Air Motel” esplode dopo quattro minuti di noise puro in qualche distorsione, il
primo cenno di presenza di alcune timide chitarre mentre fischi quasi di vento in galleria si
percorrono in forte effetto stereo. Apprezzabile ‘ad alto volume’, come suggeriscono. Non c’è traccia
in questo primo brano dai sapori lontanamente post-rock da camera del sound molto “abrasivo”,
come lo definisce l’etichetta stessa, che li contraddistingue, anche se si percepisce un tentativo di
crescendo che non è mai finalizzato, ma resta sempre lì sul filo di esplodere, quasi a voler creare
tensione (o confusione) nell’ascoltare più disattento, quello che cerca le soluzioni più prevedibili. Ma
a sette minuti un nuovo cambio, nuovo tempo, nuovi riff. Si crea quell’effetto di spiazzamento che
perdurerà anche negli altri tre pezzi. In particolare, “Vendramin?”, un viaggio electropop quasi, anche
se la batteria non è sintetizzata come una definizione così farebbe presumere, senza punti di
riferimento, in continua evoluzione. Le sue linee di basso e di synth precise e mai banali, che si
sovrappongono man mano che il pezzo continua creano quasi un senso di straniamento, la rendono
un vero capolavoro. Ma non osate spegnerlo prima della fine, o vi perderete le poesie di Laura
Pugno, ospite d’onore in questo “In Absentia”.
Ma diciamolo, il brano più interessante di questo disco non esiste. Nel senso che non va cercato. E’
un lavoro da digerire interamente, come un’unica opera d’arte (non per niente suonato come ‘evento
collaterale’ alla Biennale di Venezia nel Giugno del 2009). Scoprirete in “Détournement”, col suo
inizio molto catchy, che continua poi con un giro basso più o meno tirato per tutto il pezzo, salvo
alcuni guizzi di “sperimentalismo” che ne annebbia l’orecchiabilità, che non sapete mai cosa
aspettarvi da questi Kobayashi. Per ogni cambio di tempo un sintetizzatore in più arriva per stupirvi,
il suono annacquato da tastiere flebili che si aggiungono quando pensavate che sarebbe arrivato uno
stacco vi può lasciare senza parole. In sé il brano è molto solido, fatto di un corpo unico, ma le
innumerevoli variazioni sul tema lo rendono veramente magnifico e teso.
Il disco si conclude con una canzone dall’inizio vagamente post-rock, nel vero senso del termine,
crescendo, con numerosi cali di aggressività centrali, fino all’esplosione finale, quasi come una
tempesta che sorprende la gente che prima si stava godendo il sole più caldo e luminoso mai visto.
Le chitarre si intrecciano in maniera perfetta, quasi sinuosa, nelle distorsioni che puntualmente
richiamano Mogwai e gruppi analoghi, senza però riferimenti precisi e senza mai dare l’idea di
scopiazzare. Insomma i Kobayashi sono semplicemente i Kobayashi.
Una recensione così lunga vuole intendere solo che su un disco come questo da dire ce n’è tanto, e
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1-02-2010 13:58
Indie For BUNNIES » Kobayashi - In Absentia
http://www.indieforbunnies.com/2009/12/28/kobayashi-in-absentia/
conto di aver fatto un ottimo lavoro perlomeno nel riassumere tutto quello che ci sarebbe da dire (poi
sul contenuto parola libera al lettore). Quasi come un trattato storico o una lunga dissertazione
filosofica si potrebbe parlare per ore di un’opera come questa, ma una recensione deve essere
sintetica e così si è tentato di fare. I tre toscani meritano una grande lode per aver prodotto uno dei
dischi più innovativi ed artisticamente validi dell’anno, con l’unica nota di demerito, questa non da
imputare ad un loro errore, che il disco non sarà apprezzato da tutti, soprattutto ai fan del rock più
melodico e da classifica. Ma sono sicuro che non era questo il loro target. Fantastico.
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In Absentia
[ Corasong - 2009 ]
Similar Artist:Big Black, Mogwai
Rating:
1. Air Motel
2. Détournement
3. Vendramin?
4. Lei Non Sa Chi Sono Io
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Kobayashi
In Absentia
Corasong, 2009
Autore Massimo Sannella
(del 22/12/2009 alle 07:00:00)
Per alcuni il binomio Kobayashi e poliedricità è incomprensibile. Ad altri ancora non dice nulla. Ma per chi li conosce a
fondo a tal punto da essersi già tuffato nel “concept sound” avvolgente del progetto In Absentia, quel nome non è poi così
lontano dalla gloriosa e constatabile urgenza che hanno nell’apportare “lusso creativo” nell’epoca della disispirazione.
Non il classico quattro tracce, ma un’opera di Antonello Pelliccia - in collaborazione con Paolo Roderi e Gianni Macalli,
che la band toscana ha “ impresso su disco” dopo averla rodata in un live alla 53ma edizione della Biennale di Venezia; ed
è un lusso che pochi si possono permettere, anche perché scardinare e rimontare un’opera - per piccola o grande che sia –
e “rivestirla” di sessions strumentali di grande seduzione è sinonimo di una sensibilissima spiritualità musicale che non si
compera, o si ha o niente.
In Absentia è il “viaggio Kobayashi” della sperimentazione e della ricerca timbrica, l’accesso senza decantazione verso
aree prog attratte dai flussi oppiati di psichedelia, turgide oppressioni elettriche che comprimono staminali intercapedini
1 di 2
9-02-2010 11:51
Kobayashi - In Absentia - Webzine Musica Recensioni - Beat...
http://www.beatbopalula.it/musica-underground-emergenti-ba...
eteree, lava e magnetismi hertz che giacciono in preda alla gelosia come nelle infatuazioni di Skoltz Kolgen e Ryoji Ikeda.
Il disco è sovversivo, privato da quelle inibizioni regolamentari che disturbano; una macchina di sonorizzazione che da
percezioni, dove l’uso immersivo della strumentazione a sangue caldo – chitarre, basso, batteria, e chicche che
s’inseriscono tra le pieghe del registrato – contendono e si spartiscono lo spazio con la controparte fredda di vocoder,
microkorg, theremin, gakken e marimba, da cui nasce un corpo sonoro che assume tutta la perfezione di una “scena
performativa contemporanea”.
Una continua suite in quattro parti che prende vita da cosmicità e rumorismi floydiani, quasi una prova d’orchestra onirica
Air Motel, beatificata dalle dita di Laura Pugno che fanno palpitare una clemenza di violoncello lodevole, acquista respiro
nel jazz-rock grattato da basso e chitarra epilettici molto Weather Report in Détournement, in cui interviene l’ancia di sax
di Alberto Benicchi, si stordisce nel lounge acido e psicotropo di Vendramin? per poi liberarsi dell’energia incanalata – tra
ricciolute amarezze di violoncello – deflagrando in dispersioni elettriche che lentamente, molto lentamente, appiccano il
sacro fuoco del caos fino all’apoteosi di distorsori e flanger arroventati che disegnano le fattezze scapigliate di Giorgio
Canali Lei non sa chi sono io.
In Absentia è un’opera che nasce dalla testa e sviluppa nello stomaco dell’intuito e il trio carrarese degli Kobayashi
emana quel fascino tensivo e anarchico che se ne fotte di dover chiedere permesso per sopravvivere, la loro scintilla è un
toccasana per il rock, che ha sempre – e mai come in questo frangente – bisogno di sensi di attrito.
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9-02-2010 11:51
L’isola che non c’era - Recensioni
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IN ABSENTIA
Kobayashi
Corasong
2009
Durata: 41:02
Brano migliore:
Lei non sa chi sono io
Ambrosia
di
Imbornone
J.
S.
In Absentia è la sonorizzazione di un’opera di Antonello
Pelliccia, eseguita live lo scorso giugno alla Biennale di
Venezia. Però potremmo affermare che le quattro suite in
odore di post-rock di questo disco possiedano un
autonomo potere di evocazione in absentia del loro
referente. Ma non lo faremo.
Le tempeste soniche del trio carrarese, all’insegna di
distorsioni generose e corrosive, introdotte da una
suspence di sintetizzatori vintage e percussioni, di gocce
di glockenspiel e fremiti di marimbe, ed attraversate da
raffiche di violoncello, segno di eleganza e magneti di
tensione, sprigionano un’energia primaria e non mediata.
Esse infatti non rimandano ad immagini precise;
piuttosto, è come se con le sue sperimentazioni sonore la
band cercasse di risalire al puro suono e colore. Così le
pulsazioni telluriche del basso nel groove semplicemente
ipnotico di Vendramin? o in Détournment, che racchiude
il breve brivido del sax di Alberto Benicchi, oppure le
lievi spruzzate di microKORG, che accendono nervi
scoperti, sembrano disegnarsi in movimento direttamente
sullo spettro delle onde sonore; da lì proiettano chiarori e
contrasti, ad evocare indistinte sinergie di inquietudini ed
emozioni elettriche. Tra accelerazioni e rallentamenti
addomesticati con maestria da basso e batteria, i
Kobayashi, che ammiccano nel nome al regista
dell’Ultimo samurai e Harakiri, cullano e scuotono come
lampi di bianco e nero attraverso occhi chiusi, ma svegli.
ULTIMO NUMERO: N° 41
TRACCE
01.Air Motel
02.Détournment
03.Vendramin?
04.Lei non sa chi sono io
PRODUZIONE ARTISTICA
Edoardo Magoni e Kobayashi
MUSICISTI E OSPITI
Flavio Andreani: batteria,
percussioni, theremin,
glockenspiel, marimba
Nicola Bogazzi: basso in 01 e 04,
chitarra in 02 e 03, microKORG,
Gakken SX-150
Andrea Marcori: basso in 02 e 03,
chitarra in 01 e 04, vocoder
APERTE LE ISCRIZIONI
INTERVISTA
Non c’è compiacimento puramente virtuosistico o
languido prolungamento del superfluo, ma ogni ringhio o
scintillio di chitarra (ad esempio nella traccia di chiusura,
la notevole Lei non sa chi sono io) ed ogni indugio
struggente nella ripetizione di un riff sono lancinante
bagliore e necessario scoppio di tenebre.
Esplorazione verticale di cieli e abissi. Che si immerge
anche nella poesia, grazie ai versi dolenti di Laura Pugno
filtrati dal vocoder nel finale di Vendramin?
Paolo Tocco
Emozioni in musica
CONCERTO
Link Kobayashi
http://www.myspace.com/kobayashicrepa
http://www.myspace.com/corasongrecords
Edoardo Magoni: audio, piano
leslie
Lara Vecoli: violoncello
1 di 2
9-02-2010 11:53
Kobayashi - In absentia
http://www.indie-zone.it/r.asp?id=2438
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“In absentia” è il secondo album per i Kobayashi, licenziato da Corasong all’inizio di dicembre 2009. Quattro pezzi
intensi, cavalcate elettriche e distorte nelle quali la band riesce ad esprimere appieno il proprio potenziale,
producendo un album nervoso e potente.
Quattro brani piuttosto lunghi ed intensi, non di facile assimilazione, ma di sicuro impatto soprattutto con i contrasti
elettrici che rendono abbastanza varie le canzoni all’interno delle stesse.
“In absentia” si contraddistingue per le sue atmosfere caotiche e soffocanti, dove l’utilizzo della voce è tabù, tranne
per il breve intervento sul finale di “Vendramin?” dove un breve reading abbastanza inutile conclude forse il brano
più bello dell’intero album.
Good.
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9-02-2010 11:55
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KOBAYASHI - In Absentia
16 Dicembre 2009
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Genere: Indie, rock, sperimentale / Etichetta: Corasong Records / Data: 02/12/09
Aprendo il cd, sotto il tray, leggo: “Le musiche di questo disco sono state composte dai
Kobayashi per IN ABSENTIA Hortus conclusus, un’opera di Antonello Pelliccia, con la
collaborazione di Gianni Macalli e Paolo Roderi, presentata il 5 e 6 Giugno 2009 come evento
collaterale della 53° edizione della Biennale di Venezia”. Dopo i primi minuti di ascolto, capisco
cosa si intende per coraggio di sperimentare, di ricercare nuove sonorità, senza nessuna
regola, ma attenzione! Non si tratta di melodie deliranti solo per vecchi e sapientissimi critici
musicali. Anzi, è un disco da ascoltare ad alto volume, lasciandosi sommergere dai suoni, dai
cambi di ritmo, dagli accostamenti improbabili eppure bellissimi, come nella suite d’apertura “Air
Motel”, dove la chitarra distorta di Andrea Marcori viene addolcita dal violoncello di Lara Vecoli.
Segnalo poi la ritmata “Dètournement” dove un bel basso in overdrive introduce uno stupendo
intervento di sax, e ancora “Vendramin?” che attacca con un intreccio di synth che altro non
riuscirei a definire se non cosmico, in attesa del reading distorto di Laura Pugno che chiude il
pezzo. Poesia.
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9-02-2010 11:56
Kobayashi: disco “In absentia” - Estatica
http://www.estatica.it/it/musica/kobayashi/discøin-absentia
Kobayashi
In absentia
Mcd, 2009 , Corasong
Codice: 006
Brani:
1) Air motel (11:25)
2) Détournement (08:13)
3) Vendramin? (12:08)
4) Lei non sa chi sono io (09:30)
Recensione
di Fabrizio Pucci
Voto: 6.5/10
La genesi della nascita di questo mini cd “In absentia” è un po’ diversa dal solito. In origine è un’opera di Antonello
Pelliccia, per la quale il gruppo Kobayashi realizza una sonorizzazione live il 5 e 6 giugno 2009, alla 53° edizione della
Biennale di Venezia.
Solo in seguito la band decide di registrare in studio i brani strumentali.
Il cd ha una lunga intro che fa parte degli 11 minuti e 25 secondi di “Air Motel”. Le basi del gruppo sono essenzialmente
chitarristiche, con un susseguirsi di ricami ripetitivi che costruiscono un tessuto, impreziosito però da altri strumenti
“esterni” come il violoncello, le tastiere ed il sassofono. Alcuni echi dei Pink Floyd, non soffocano comunque una ricerca
sperimentale verso una musica “fluida”, priva di costrizioni e strutture troppo rigide.
Il basso potente di “Détournement” o quello pulsante ed ipnotico di “Vendramin?” riportano a certa new wave anni ‘80. Gli
archi invece contribuiscono a spostare la direzione, donando un maestosità propria di questi strumenti.
L’esperienza di ascolto di un lavoro strumentale è molto soggettiva, bisogna lasciarsi andare al flusso, alle sue variazioni e
micro variazioni, ma questo “In absentia” pur nato per altri scopi sta in piedi da solo e spesso le soluzioni sonore adottate
sono interessanti.
Curata la confezione digipack psichedelica. In un angolo spicca un oggetto vintage anni ‘70 o ‘80 non ben identificato.
< Rec. prec Rec. casuale Rec. succ. >
Informazioni tratte dal disco
Registrato, missato e masterizzato in digilogico da Edoardo Magoni al Mulino del Callone di Pisa, tra settembre e ottobre
2009Grafica e fotografie di Nicola Bogazzi
Prodotto da Edoardo Magoni e Kobayashi
2 di 6
9-03-2010 9:28
Hate TV - Underground Music Magazine - Hate TV propone ...
http://www.hatetv.it/articoli_detail.php?ID=1382
Hate TV
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Recensione
12/01/2010
KOBAYASHI - In Absentia
Posted By: FriendOfTheNight
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URL di riferimento: http://www.myspace.com/kobayashicrepa
(2009) Corasong
Tracklist:
1. Air Motel
2. Detournement
3. Vendramin
4. Lei non sa chi sono io
Il progetto Kobayashi è giovane, nasce nel novembre del 2004 a Carrara come un gruppo di tre
persone: chitarra, basso e batteria. Ma perchè fermarsi qui? Si può fare anche due bassi e batteria o
aggiungere un theremin, uno xilofono, un microkorg o un gakken, un vocoder.
1 di 4
9-03-2010 9:31
Hate TV - Underground Music Magazine - Hate TV propone ...
http://www.hatetv.it/articoli_detail.php?ID=1382
L’idea di In Absentia viene concepita nel giugno del 2009 grazie all’incontro con l’artista carrarese
Antonello Pelliccia che affida alla band il compito di realizzare la sonorizzazione della sua opera,
chiamata appunto In Absentia, e li porta quindi ad esibirsi ad un evento molto importante come la
53° Biennale di Venezia. Subito dopo l’esibizione entrano in studio per registrare la loro fatica.
La prima traccia, Air Motel, ha un inizio lento, oscuro, da colonna sonora, dove il violoncello di
Lara Vecoli si intreccia con suoni elettrici e un motivo ripetuto contribuisce a rendere l’intro
ancora più claustrofobico fino all’entrata delle chitarre che danno vita a un crescendo che ci
accompagna fino alla fine del pezzo. Con Detournement il ritmo diventa meno dilatato, più diretto,
quasi danzereccio, col basso protagonista assoluto che passa in secondo piano durante il magnifico
intervento al sassofono del jazzista Alberto Benicchi. In Vendramin, una suite di 12 minuti, la
linea di basso semplice e ripetuta guida suoni elettrici e distorti in un continuo crescendo che ci
porta fino all’ottavo minuto quando intorno ad un ritmo spezzato vortica un caos di rumore dal
quale emerge la voce distorta di Laura Pugno che con le sue poesie arricchisce il finale. L’ultimo
brano, Lei non sa chi sono io, è un lungo crescendo che va ad esplodere al quinto minuto nel
sound a cui la band ci aveva abituato col precedente album, ma con degli archi a rendere il tutto
più cinematografico.
Il disco è decisamente interessante, sconfina in diversi generi: dal post-rock, al rock più ruvido e
distorto del loro primo lavoro, a spunti quasi jazzistici fino ad arrivare all’ambient, e lo fa
scorrendo fluidamente, senza forzature. In Absentia è un disco eclettico, fatto su misura per
un’opera d’arte, e i Kobayashi proseguono egregiamente nel loro personalissimo percorso di
sperimentazione e costante innovazione nella musica.
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2 di 4
9-03-2010 9:31
KOBAYASHI [In Absentia-Corasong 2009] - Nerds Attack!
http://www.nerdsattack.net/?p=13223
KOBAYASHI [In Absentia-Corasong 2009]
Jan 16th, 2010 | By admin | Category: Recensioni
Terzo lavoro per la formazione strumentale di Massa Carrara. Un trio, chitarra basso e
batteria, condito da moltitudini rumorose: theremin, marimba, vocoder, microkorg,
gakken. Terzo lavoro, pubblicato stavolta per la Corasong Records, etichetta anch’essa
di Carrara che punta a raccogliere le eccellenze artistiche, musicali prima di tutto, della
città toscana. ‘In Absentia’ si chiama il disco, che non è altro che l’incisione su supporto
della sonorizzazione che la band ha offerto all’opera omonima di Antonello Pelliccia
durante l’ultima Biennale Di Venezia. Il 5 e 6 giugno 2009. Installazione e live sono
tranquillamente visibili sul myspace della band. ‘In Absentia’, quattro tracce, quattro
lunghissime tracce con un picco nella seconda che raggiunge i dodici minuti. Brani
lunghi, con un attacco apocalittico all’inizio della prima track, brani complessi e
sperimentali. Lunghi, quasi un paradosso per una band che porta nel nome quello di un
poeta giapponese, di un poeta nel gotha dei più noti diffusori dell’haiku, componimento
nipponico brevissimo, istantaneo e fortemente evocativo, in tre versi, devoto e incantato
dalla natura, dal creato. ‘In Absentia’ arriva ad un solo anno dalla pubblicazione del primo
LP ufficiale della band, omonimo, e dista invece quattro anni da ‘Infantili e Crudeli’, EP di
successo del 2005. Quest’ultimo uscì impacchettato da una copertina realizzata
nientemeno che da Pax Paloscia, artista ed illustratrice italiana ora del calibro
internazionale. E fu registrato da Tommaso Colliva dei Calibro 35. Due fattori che già
tempo fa potevano far decifrare le intenzioni della band. La forte commistione con l’arte
figurativa e la forte tendenza al polizziottesco. In ‘Detournement’, ‘Vendramin’ e ‘Lei non
sa chi sono io’, ovvero le ultime tre tracce del disco è infatti prepotente l’accento da road
movie anni ’70. Il cuore del lavoro è condotto da un andamento perfettamente adattabile
ad un filmozzo di quegli anni. Drammatico. Teso ma non angosciante. ‘In absentia’ è un
bel progetto. A parte il fascino della manifestazione, molte band pagherebbero per
partecipare alla Biennale di Venezia. Per occuparne magari un microscopico interstizio,
un’ombra. I Kobayashi l’hanno fatto e ben hanno fatto ad inciderne la testimonianza. Ne
è venuta fuori una corposa colonna sonora, dall’apocalisse alla strada degli anni ’70 che
forse sarebbe stata bene nello spazio aperto che nel MACRO, a Roma divide ed unisce i
pop surrealisti esposti in Apocalypse Wow alle immagini claustrofobiche ed ormai opache
della costruzione e della caduta del muro di Berlino. [****]
Corrado De Paolis
1 di 2
9-03-2010 9:39
Kobayashi - In Absentia :: Le recensioni di Onda Rock
http://www.ondarock.it/recensioni/2009_kobayashi.htm
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Ondarock / recensioni / 2009 / Kobayashi
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KOBAYASHI
In Absentia
(Corasong) 2009
post rock, psichedelia
di Claudio Lancia
1.
2.
3.
4.
Il progetto Kobayashi è composto da Nicola Bogazzi (chitarra e basso), Andrea Marcori (chitarra e
basso) e Flavio Andreani (batteria) e ha visto la luce a Carrara nel novembre 2004.
Dopo circa un anno arriva l'esordio discografico con l'Ep "Infantili e crudeli", registrato presso le
Officine Meccaniche di Milano con Tommaso Colliva (già al lavoro con i Calibro 35) a curarne
registrazione, mixaggio e produzione esecutiva.
Nel settembre 2008 esce il primo omonimo album, che mette subito in evidenza la voglia di
sperimentare dei tre musicisti e raccoglie i primi consensi da parte della critica musicale,
nonostante la scelta di distribuirlo esclusivamente attraverso il canale web.
L'intensa attività live intanto conferisce solidità alla band e nel giugno 2009 dall'incontro con
Antonio Pelliccia scaturisce l'idea di sonorizzare l'opera "In Absentia", progetto che consentirà ai
tre di esibirsi alla 53esima Biennale di Venezia, e di ideare il materiale musicale che sarebbe poi
finito in questo dischetto.
Air Motel
Détournement
Vendramin?
Lei non sa chi sono io
"In Absentia" (il disco) è un viaggio strumentale nel quale i Kobayashi danno vita a quattro
lunghe e succose composizioni, mai sotto gli otto minuti, che partendo da architetture
fondamentalmente light-prog si dipanano in visioni eterogenee.
I musicisti carraresi tendono a scambiarsi spesso gli strumenti e si muovono alla costante ricerca
di particolari sonorità, grazie anche all'utilizzo di theremin, marimba, vocoder, microkorg e
gakken.
Le canzoni sono corpi solidi che lentamente si muovono verso le direzioni più impensabili, con il
trio che sovrastruttura i suoni ad arte, moltiplicandoli, e creando spirali musicali irresistibili, che
fanno tornare alla mente il piglio di alcune composizioni dei primi Mogwai.
"Air Motel" parte come una suite proto-rumorista, addolcita dal violoncello di Lara Vecoli, e si
tramuta in ballata elettrica obliqua molto-Giardini di Mirò, con un imprevedibile cambio sul finale.
Il basso corposo di "Détournement" introduce inizialmente delle aperture verso certo synth-pop,
ma a metà traccia, quando pare di doversi ritrovare in un trip cosmico dei Pink Floyd più
barrettiani, ecco il sax di Alberto Benicchi che propone improvvisamente nuovi scenari.
"Vendramin?" è post-rock indeciso se tingersi di aromi lievemente jazzy o colorarsi di fulgida
psichedelica, con il reading distorto di Laura Pugno, impegnata nella recitazione di alcuni propri
versi.
"Lei non sa chi sono io", dove c'è l'intervento alla voce di Yukiko Shibata, è la zampata finale, la
parte più abrasiva ed elettrica del lavoro.
"In Absentia", pubblicato per Corasong Records, sarà inizialmente disponibile soltanto online e
nelle migliori librerie italiane, in abbinamento alla raccolta di poesie "Gilgames" di Laura Pugno.
www.arte-sound.com
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9-03-2010 9:33
Kobayashi: In Absentia | LoudVision
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recensioni
Kobayashi: In Absentia
Rock
Regionali 2010: scopri online il programma
di Roberto Formigoni
04/02/2010
www.formigoni.it
444 letture
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Anno: 2009
Etichetta: Corasong Records
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Kobayashi In Absentia, Biennale di
Venezia
Spaghetti Next Big Thing
"In Absentia", secondo disco dei Kabayashi, nasce dalla collaborazione della band con Antonello
Pelliccia alla Biennale di Venezia lo scorso anno. Il disco, che ha al suo interno un invito
all'ascolto a volume sostenuto, è all'insegna della sperimentazione ma non rinuncia alla bellezza
estetica grazie a giochi sonori che creano armonie spigolose ma accattivanti. I quattro brani sono
parte di un unicum, un concetto d'insieme, un concept nell'antica e nobile accezione. I territori
musicali a cui si potrebbero ricondurre, volendo generalizzare per dare un'idea più chiara a voi
lettori, sono il post rock, l'ambient, la psichedelia e in alcuni momenti l'avanguardia.
ONE LOUDER
Concedeteci di essere entusiastici e un po' informali: questo disco è una
bomba! Un'opera del genere da un gruppo italiano non si sentiva da un
Guarda a pagina intera
CONNECTION
milione di anni, soprattutto se consideriamo che non suona derivativo,
Autore:
Luigi
Costanzo
provinciale e posticcio, difetti che, se vogliamo essere onesti, hanno molte
band nostrane. Tutto quello che c'è all'interno di "In Absentia" è la musica di
una band ispirata, preparata e libera. Non resta che comprare il disco e
Kobayashi
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seguire questa meravigliosa realtà anche dal vivo.
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MUSICA
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9-03-2010 9:52
KOBAYASHI - In Absentia (Corasong, 2009)
http://www.saltinaria.it/recensioni/cdpromodemø6710-kobaya...
Siamo tornati online perchè la passione e l'amore
vincono su tutto.
Ilario Pisanu - Direttore Artistico SaltinAria.it
KOBAYASHI - In Absentia (Corasong, 2009)
( 1 - user rating )
Recensioni Cd/PromøDemo
Scritto da Ilario Pisanu
Martedì 16 Febbraio 2010 00:00
“In Absentia” dei carraresi Kobayashi, è la registrazione in studio di
un’opera sonorizzata live nel 2009 alla 53° edizione della Biennale di
Venezia. Quattro brani, per un totale di 40 minuti, dove l’imperativo è:
sperimentare e stupire.
Genere: Post Rock/Sperimentale
Voto: 8/10
Ascolta anche: -
“In Absentia” è l'opera di Antonello Pelliccia, con la collaborazione di Gianni Macalli e Paolo
Roderi, sonorizzata live dalla band Kobayashi il 5 e 6 giugno 2009 alla 53° edizione della
Biennale di Venezia.
Il trio di Carrara in seguito al successo di questa performance, decide di portare in studio
questo viaggio strumentale e di pubblicarlo, a distanza di un anno dall'esordio sulla lunga
distanza, sotto il nome Kobayashi, appunto.
Solo 4 i brani che compongono “In Absentia”, per un totale di 40 minuti. Tracce prolisse che
hanno un unico denominatore comune: sperimentazione.
“In Absentia” è un lungo viaggio orgasmico tra sonorità dilatate e grumose, che gettano
enfasi sull’uso della chitarra e di strumenti come theremin, marimba, vocoder, microkorg e
gakken.
Si parte con gli undici minuti e mezzo di “Air Motel”: una composizione strumentale dove
aleggia il morbido violoncello di Lara Vecoli. Il brano, data la sua lunghezza, cambia registro
almeno un paio di volte.
5 di 7
9-03-2010 9:52
KOBAYASHI - In Absentia (Corasong, 2009)
http://www.saltinaria.it/recensioni/cdpromodemø6710-kobaya...
Il sax di Alberto Benicchi appare in “Détournement” (di “soli” 8 minuti), dall’inizio più
aggressivo e “chitarroso”.
I dodici minuti di “Vendramin?” sono un’escalation di isteria in musica. Un decadimento
cognitivo che si traduce in distorsioni elettroniche, voci inquietanti che collassano sul reading
di Laura Pugno, che recita le sue poesie nevrotiche in un crescendo di ansia e panico.
Chiude “Lei non sa chi sono io” è delicata, sorretta da archi melanconici, che si infuria nel
finale.
“In Absentia” è la sperimentazione che prende il sopravvento. Gli stessi Kobayashi invitano,
ove possibile, al ritorno ad un ascolto più reale e dinamico. Ovvero abbandonando la
compressione degli altoparlanti alzando il volume dello stereo. Ove possibile.
I quattro brani di “In Absentia” ti entrano sottopelle, e forse la dimensione ideale del loro
ascolto è quello live, per il quale sono nati.
Complimenti.
TRACKLIST
1. Air Motel
2. Détournement
3. Vendramin?
4. Lei non sa chi sono io
KOBAYASHI sono:
Andrea Marcori: voce, chitarra, basso, casiotone, xilofono
Nicola Bogazzi: basso, microkorg, xilofono
Flavio Andreani: batteria, percussioni, oggetti, theremin
Articolo di: Ilario Pisanu
Grazie a: Libellula Music
Sul web: MySpace - www.libellulamusic.it - www.kobayashicrepa.it
6 di 7
9-03-2010 9:52
FreakOut online
http://www.freakout-online.com/album.aspx?idalbum=1858
BlueBaldur.com
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Kobayashi – In absentia (Corasong)
Autore: Guido Gambacorta
04/02/2010
Tra il settembre e l’ottobre del 2009, i
carraresi
Kobayashi
si
sono
dati
appuntamento in studio di registrazione per
rieseguire, e quindi fissare su cd, il materiale
già presentato in giugno alla Biennale di
Venezia come sonorizzazione live di
un’opera
del
concittadino
Antonello
Pelliccia. “In absentia” racchiude quattro
movimenti strumentali – solo qualche
sporadica
infiltrazione
vocale
–
che
alternano sgocciolamenti ambientali su
partiture chamber-rock (“Air motel”), ritmi
incalzanti tagliati da un monologo di tromba
(“Détournement”), ipotesi electro tra note
sulfuree di theremin e ardite piroette
drum’n’bass (“Vendramin?”), fremiti di
violoncello messaggeri di catarsi soniche
(“Lei non sa chi sono io”). Musica
“d’occasione”, ma buona anche al di fuori del contesto per la quale è stata originariamente
pensata.
Official Web Site
www.kobayashicrepa.it
Video
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The Knife - Tomorrow, in a Year
(Rabid Records)
musica cosmica, drone o pad tirati
all’infinito
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09/03/2010 - Belle & Sebastian, si
parla di un nuovo album che manca dal
2006
09/03/2010 - i Flaming Lips
reinterpretano live 'the Dark Side Of The
Moon'
Kobayashi
letteratura, oriente e biennale
Two Door Cinema Club
l'ennesima "next big thing" di matrice pop
“Mod Generations. Storia, musica,
rabbia & stile”
Tony Face. Il “modfather” italiano
Adam Green - Milano, Circolo Magnolia
28.02.10 The Hacienda + Q-Indie - Napoli, Duel
Beat 20.02.10 Extra
Drink to Me – Brazil (Unhip records)
uno dei grandi dischi italiani degli ultimi
tempi?
1 di 2
9-03-2010 9:47
Kobayashi - Musica decontestualizzata - MusicbOOm.it - Tutt...
http://www.musicboom.it/mostra_recensioni.php?Unico=200...
Mar 09 Marzo 2010 --- Ci sono 14 lettori online (Vuoi saperne di più?)
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Cover
Artista
Titolo
Kobayashi
Info
Tracklist
Artista:
Kobayashi
Titolo:
In Absentia
Label:
Corasong
Anno:
2009
Nazione:
ITA
Genere:
post rock
01. Air Motel
02. Detournement
03. Vendramin?
04. Lei Non Sa Chi Sono Io
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"Generation (L)oser" Cerisola
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Recensione pubblicata il 11 02 2010
Questa recensione è stata letta 347 volte
Musica decontestualizzata
Indirizzo email:
di
Francesco "Generation (L)oser" Cerisola
I Kobayashi hanno già fatto parlare di se negli anni scorsi, in particolare nel 2008, con l’uscita del loro primo album
omonimo. Durante il 5 e 6 giugno 2009, invece, hanno sonorizzato dal vivo l’opera “In Absentia” di Antonello Pelliccia
all’interno della 53° edizione della Biennale di Venezia. Da questa esperienza è nato In Absentia (Corasong), la raccolta
dei quattro brani eseguiti durante quella occasione.
Un insieme di utilità a tua
disposizione.
Air Motel parte dal silenzio per sbocciare lentamente in una dolce melodia e poi impennarsi in un finale sempre più
energico. Detournement, incisiva, guidata da ritmiche spigliate, ricordando per certi versi alcuni pezzi dei Tortoise,
corre veloce fino a spegnersi nel finale. Vendramin? inizia introspettiva e delicata per poi travolgerci nelle sue viscere e
nel reading di Laura Pugno. Infine, Lei Non Sa Chi Sono Io, tesa e insidiosa, oscura e aggressiva come un uragano, si
ingigantisce sempre più fino a deflagrare.
Il lavoro svolto dai Kobayashi (Nicola Bogazzi, Andrea Marcori e Flavio Andreani) merita un voto positivo. I quattro brani
presentati coinvolgono, convincono e piacciono; l’unico difetto è che forse, estrapolati dal contesto in cui sono nati
(ovvero l’opera di Antonello Pelliccia), perdono parte del loro reale fascino.
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Il voto del redattore
Il voto dei lettori
Recensioni:
A Place To Bury Strangers
Total Sonic Annihilation
Interviste:
Davide Tosches
Altrotempo
(voto: 3.5/5)
ascoltare la colonna sonora di un’opera d’arte, senza aver
visto l’opera in questione, soddisfa l’ascoltatore, ma può
non entusiasmarlo.
senza voto
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Commenti:
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1 di 2
9-03-2010 9:46
In absentia – Kobayashi : Lost Highways
http://www.losthighways.it/2010/02/17/in-absentia-kobayashi/
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In absentia – Kobayashi
By Emanuele Gessi on Feb 17, 2010 in DEMØEP/Singoli, Recensioni
Tutto nacque nel 2004, poi ci furono un ep nel 2006, un album
nel 2008 ed un nuovo ep pubblicato sul finire del 2009. Dopo le
precedenti collaborazioni in studio con Tommaso Colliva (già al
lavoro con Calibro 35 e Muse tra i tanti) e Paolo Mauri
(produttore e fonico per La Crus, Afterhours, Amor Fou e tanti
artisti della ricca scena milanese e non solo) i Kobayashi si sono
spinti verso la sonorizzazione di un’opera di Antonello Pelliccia.
In absentia è quindi il nome del video creato dal regista toscano
con la collaborazione di Gianni Macalli e Paolo Roderi ed il
compito dei Kobayashi doveva “limitarsi” alla sola
sonorizzazione live nell’ambito della passata edizione della
Biennale di Venezia.
Quello che ascolto ora è un ep, praticamente un album vista la sua durata, nato dalla trasposizione
in studio di ciò che era stato realizzato per il live complementare al video. Potrebbe quindi
risultare difficile il commento riguardo un qualcosa che è stato smembrato da un’opera completa.
Video e musica erano le due facce della stessa medaglia, ma la band ha deciso che il solo suono di
quest’opera complessiva potesse avere una vita propria ed indipendente. In effetti non
sbagliavano.
Il disco In absentia è un magnifico esempio di contaminazioni nel quale l’esclusiva presenza della
musica non risente la mancanza di una voce cantante. Ricco di cambi di tempo ed atmosfere, a
tratti psichedelico, a tratti cupo e claustrofobico con sonorità post-rock, il disco si snoda in sole
quattro tracce dalla lunga durata e bisogna digerirlo, apprezzarlo o odiarlo nel suo complesso.
I Kobayashi hanno di certo realizzato un disco di intensità unica che va giudicato tenendo conto
dell’ambito in cui si muove: è inutile e ridicolo dire che l’ascolto appare difficile e che non si
presta al paragone con il classico disco di canzoni e al sistema singolo - video - hit musicale. La
band carrarese ci mette di fronte ad una vera e propria opera rock, capace di trasportare la mente
1 di 13
9-03-2010 9:48
In absentia – Kobayashi : Lost Highways
http://www.losthighways.it/2010/02/17/in-absentia-kobayashi/
ed il corpo in un viaggio complesso ed affascinante nel mondo della musica moderna, curata ed
anche impreziosita dalle toccanti e nobili incursioni delle note di sax e viola e dalla poesia di
Laura Pugno.
Credits
Label: Corasong - 2009
Line-up: Andrea Marcori (voce, chitarra, basso, casiotone, xilofono) - Nicola Bogazzi (basso, microkorg,
xilofono) - Flavio Andreani (batteria, percussioni, oggetti, theremin)
Tracklist:
1.
2.
3.
4.
Air Motel
Détournement
Vendramin?
Lei Non Sa Chi Sono Io
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9-03-2010 9:48