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Delivering Public Service for the Future
In ricchezza e in povertà?
Il ruolo dello Stato a tutela
del tenore di vita dei cittadini
Come costruire il futuro dei servizi del
settore pubblico realizzando un efficiente
mercato del lavoro in Italia
Conoscenza
analitica dei dati
Servizi
personalizzati
Mentalità
imprenditoriale
Produttività
come mission
Introduzione
Il programma di pubblicazioni tematiche di Accenture denominato Delivering Public Service
for the Future si propone di individuare le possibili direttrici di evoluzione dei servizi del
settore pubblico ed i loro percorsi di attuazione.
Nell’ambito del programma, il recente studio Navigating the Shifts1 (Governare il
cambiamento) ha identificato quattro linee di azione strutturali necessarie affinché
il modello concettuale di servizio nel settore pubblico rimanga coerente con il contesto
socio-economico nel quale viene offerto:
1. avviare la trasformazione da servizi standard a servizio personalizzato;
2. acquisire ed utilizzare la conoscenza analitica dei dati;
3. adottare una mentalità imprenditoriale nella gestione delle risorse;
4. porre la produttività al centro degli obiettivi dell’intera Amministrazione dello Stato.
Le Amministrazioni che si stanno muovendo nella direzione indicata non solo forniscono
un servizio più efficace, ma favoriscono un sistema economico più dinamico e quindi
un contesto sociale più prospero e sicuro.
La nostra nuova ricerca nell’ambito del programma Delivering Public Service for the Future
illustra come i Governi possono favorire lo sviluppo di mercati del lavoro virtuosi attraverso
le quattro linee di azione strutturali appena elencate. Lo studio muove dall’analisi delle
implicazioni dei cambiamenti demografici in 162 paesi e riporta i risultati di un sondaggio
condotto in 11 paesi (tra cui l’Italia), 12 stati americani e nella provincia canadese
dell’Ontario. Il sondaggio è stato effettuato su un campione significativo di persone
in cerca di occupazione, datori di lavoro e funzionari di centri pubblici per l’impiego.
Per quanto riguarda il nostro paese, riteniamo che la realizzazione di cambiamenti
strutturali nel mercato del lavoro possa favorire un più rapido superamento dei problemi
attuali. Una delle linee di intervento principali riguarda la trasparenza e la comunicazione.
In un percorso simile a quello già adottato da altri paesi, occorre creare un mercato del
lavoro unico, inclusivo e trasparente, dove le competenze professionali ricercate dai datori
di lavoro e codificate secondo un linguaggio comune di un catalogo nazionale, siano
immediatamente disponibili sia per i cittadini nella fase di ricerca attiva di lavoro che per
i sistemi di istruzione e formazione nell’allineare l’offerta formativa a tali fabbisogni.
Un sistema di servizi per il lavoro efficace, con livelli di flessibilità adeguati ed una maggiore
collaborazione tra datori di lavoro e formatori è indispensabile se si vuole alzare il tasso
di partecipazione al lavoro e salvaguardare gli standard di vita delle generazioni future.
Gianmario Pisanu
Marco Amabile
Managing Director,
Health & Public Service, IGEM
Senior Manager,
Health & Public Service, IGEM
Delivering Public Service for the Future: Navigating the Shifts – Global Study, ottobre 2012,
http://www.accenture.com/us-en/Pages/insight-delivering-public-service-future-navigating-shifts.aspx
1
1
I rischi per il tenore di vita del futuro
Analizzando il mercato del lavoro in Italia,
Accenture ha identificato tre fattori
che mettono a rischio l’assunto di base
secondo cui le generazioni future godranno
di una situazione finanziaria migliore di
quella dei loro padri: il primo è dato da
profondi cambiamenti demografici che
determineranno la riduzione del numero
della popolazione attiva; il secondo è un
tasso di partecipazione al lavoro molto
basso; infine, il terzo fattore è rappresentato
da un forte declino nell’incremento della
produttività da cui deriveranno redditi
individuali più scarsi e un impoverimento
della società.
Accenture prevede che, se i tassi di
partecipazione al lavoro e la crescita della
produttività non aumenteranno entro i
prossimi anni, il tenore di vita degli italiani
sarà destinato a calare dell’8% entro il
2030: uno dei dati peggiori tra i 28 stati
membri dell’Unione Europea. Si veda la
Figura 1. Questa previsione è basata su
un modello che combina i tre fattori, dati
demografici, dati sul tasso di partecipazione
della forza lavoro e dati sulla produttività.
In particolare, la nostra ricerca evidenzia
una serie di fattori che incidono sul mercato
del lavoro e rappresentano un rischio per
il tenore di vita degli italiani:
1. Frammentazione geografica del mercato
del lavoro.
La frammentazione territoriale del mercato
del lavoro può impedire il reperimento di
un impiego remunerativo e adeguato alle
competenze del lavoratore, producendo
di conseguenza sottoccupazione e scarsa
produttività. Dal sondaggio condotto da
Accenture è emerso che tra tutti i cittadini
europei in cerca di occupazione, gli italiani
sono i più propensi a trasferirsi pur di trovare
lavoro. Più della metà (55%) degli intervistati
ritiene abbastanza o molto probabile
l’ipotesi di trasferirsi altrove nell’ambito della
propria regione per trovare lavoro. Poco
meno della metà (48%) si dichiara disposta
a trasferirsi per lavoro in un’altra regione
e oltre un terzo (39%) perfino in un’altra
nazione. Ma a fronte di questa disponibilità a
spostarsi, solo il 39% dei centri per l’impiego
pubblici italiani detiene le informazioni sulle
competenze che si offrono al di fuori della
propria regione: la percentuale più bassa
tra i paesi europei oggetto del sondaggio.
2. Barriere all’ingresso. In Italia alcuni
segmenti demografici trovano ostacoli
all’inserimento nel mondo del lavoro.
In particolare ciò è vero per le donne, i
giovani e gli over 50. I costi degli asili
nido e le politiche fiscali, per esempio,
finiscono per rendere il lavoro scarsamente
remunerativo per le donne. Tra le donne
in cerca di occupazione, quasi la metà
(45%) riferisce di aver rifiutato un
posto di lavoro perché finanziariamente
poco conveniente, mentre un altro 23%
afferma di non trovare lavoro a causa
della carente offerta di contratti parttime. Circa la metà (48%) dei giovani
italiani (tra i 18 e i 24 anni) ha difficoltà
a trovare lavoro perché non è in possesso
di esperienza professionale pertinente.
Il 78% dei lavoratori in età più avanzata
(da 55 a 64 anni) sarebbe disposto a
ricevere formazione per aggiornare
le proprie competenze o acquisirne di
nuove allo scopo di trovare lavoro, ma
tale disponibilità non trova interesse da
parte del mondo datoriale: si tratta della
seconda percentuale più alta rilevata
dal sondaggio per questa fascia di età.
3. Mismatch tra domanda e offerta
di competenze professionali.
Datori di lavoro e persone in cerca di
occupazione in Italia confermano una
fondamentale difficoltà nel reperire
informazioni qualificate sulla domanda
e l’offerta di competenze. Il 40% dei
datori di lavoro intervistati indica di
aver ridotto il numero delle assunzioni
a causa dell’indisponibilità sul mercato
delle competenze necessarie. Si tratta
della percentuale più alta tra tutti i paesi
europei in cui è stato svolto il sondaggio
e la terza percentuale sul totale dei paesi,
dopo l’India (54%) e Singapore (62%).
Contemporaneamente, quasi metà delle
persone in cerca di occupazione (47%)
dichiara di non riuscire a trovare lavoro
perché l’offerta di posizioni corrispondenti
alle loro competenze è scarsa. Questo
mismatch è uno dei principali motivi
dell’elevato tasso di disoccupazione
in Italia.
4. Contesto economico volatile.
La rigidità strutturale del mercato del
lavoro intralcia la capacità del Paese di
adattarsi rapidamente ai cambiamenti
dei cicli economici. In Italia i lavoratori a
tempo indeterminato godono di forti tutele
contro il licenziamento2, che proteggono
gli occupati ma rendono anche molto più
difficile l’accesso al mercato del lavoro per
chi è in cerca di occupazione. La rigidità e la
complessità del mercato del lavoro italiano
spesso complicano la transizione dal mondo
della scuola e dal sistema dell’istruzione
in generale, al mondo del lavoro. L’80%
dei datori di lavoro, ad esempio, riduce le
assunzioni per l’onerosità delle imposte sul
lavoro e dei contributi previdenziali.
Figura 1: Accenture prevede che il tenore di vita in Italia si abbasserà dell’8% entro il 2030.
Partecipazione
Produttività
Tenore di vita
=
0.25%
8%
Costante
=
all’anno
0.45%
all’anno
Aumento
=
Declino
2014
2
2030
Participation
Productivity 2013 (OECD Standard
Living2013), OECD Publishing http://dx.doi.org/10.1787/empl_outlook-2013-en
OCSE
(2013), Rapporto OCSE sull’occupazione
EmploymentofOutlook
=
2
8%
Same
Eliminare l’insoddisfazione
di tutti gli stakeholder
La fiducia dei cittadini è bassa.
L’86% dei cittadini italiani intervistati
non ha la sensazione che le istituzioni e
gli organismi pubblici competenti stiano
agendo con la rapidità necessaria per
rispondere alle sfide future in fatto di
occupazione e competenze professionali:
una percentuale più alta rispetto a tutti
gli altri paesi europei inclusi nel sondaggio
(54% in Germania, 70% nel Regno Unito
e 76% in Francia). In tutti gli altri paesi
d’Europa gli intervistati che si dichiarano
soddisfatti dei servizi pubblici per il
lavoro sono meno del 50%, ma in Italia
si registra la percentuale più bassa in
assoluto, con appena il 13% che risponde
di essere molto o abbastanza soddisfatto.
Le persone in cerca di occupazione non
credono che i centri per l’impiego pubblici
siano in grado di aiutarle.
Come detto, in Italia quasi la metà dei
disoccupati in cerca di lavoro (47%) ritiene
che le proprie competenze non trovino
corrispondenza con le opportunità rese
disponibili dai servizi pubblici per l’impiego.
Non sembra però che queste persone
abbiano una precisa consapevolezza delle
competenze richieste dal mercato: solo il
3% dei disoccupati avverte l’esigenza di
sviluppare in modo consistente la propria
formazione. Infine, gli italiani che cercano
lavoro, sia occupati sia disoccupati,
esprimono scarsissima fiducia nei centri
per l’impiego pubblici e ritengono che vi
sia la possibilità di migliorarli e renderli più
rispondenti alle loro esigenze. Alla richiesta
di classificare le fonti da cui traggono
indicazioni utili per la ricerca di lavoro,
gli intervistati hanno indicato gli amici
(45%) e la famiglia (44%) prima dei servizi
offerti dai centri per l’impiego.
I datori di lavoro sono preoccupati
per il livello di regolamentazione.
Più della metà dei datori di lavoro italiani
intervistati (57%) considera eccessiva la
regolamentazione del mercato del lavoro
e indica questo problema, insieme agli
elevati costi del lavoro, come uno dei motivi
principali della riduzione del personale e
del rallentamento delle assunzioni. Tra i
paesi europei inclusi nel sondaggio, l’Italia
è seconda solo alla Francia, dove il 66% dei
datori di lavoro intervistati cita l’eccesso
di norme relative al mercato del lavoro,
come uno dei problemi principali.
I centri per l’impiego pubblici sono poco
integrati con i datori di lavoro, il mondo
della scuola e gli enti di formazione.
Invitati a valutarne il ruolo nel favorire
la transizione delle persone dalla scuola
o dall’università al mondo del lavoro,
i datori di lavoro assegnano ai centri per
l’impiego un punteggio di 6,8 su 10 (dove
0 corrisponde a nessun ruolo e 10 a un
ruolo fondamentale). Due terzi (66%)
dei datori di lavoro intervistati ha inoltre
indicato come essenziale per lo sviluppo
futuro delle competenze un legame più
stretto tra la propria categoria e i sistemi
Nei nostri sondaggi, i cittadini, i datori di
lavoro, le persone in cerca di occupazione
e i funzionari dei centri pubblici per
l’impiego italiani esprimono tutti, e da
diverse prospettive, insoddisfazione e
senso di frustrazione:
3
del lavoro e dell’istruzione. D’altra parte,
un terzo (29%) dei funzionari dei servizi
pubblici per l’impiego ritiene insufficiente
il collegamento con il settore delle aziende
e la business community. Fornire servizi
personalizzati sia ai datori di lavoro sia
alle persone in cerca di occupazione è la
massima priorità, secondo i funzionari dei
centri per l’impiego (55%), per incrementare
l’efficienza del mercato del lavoro.
Per Accenture l’Italia è dunque a un bivio
nella scelta. Per favorire lo sviluppo di un
mercato del lavoro più efficiente, dotato
di un efficace sistema nazionale delle
competenze, non solo è necessaria una
profonda trasformazione in materia di servizi
pubblici per il lavoro, ma ciò deve essere
realizzato secondo un modello che coinvolge
tutti gli stakeholder: amministrazioni centrali
e locali, parti sociali, sistema dell’istruzione
e della formazione, persone in cerca di
occupazione e datori di lavoro.
Come ottenere mercati del lavoro efficienti
Accenture ha formulato tre proposte per incrementare i tassi di partecipazione, dare impulso
alla produttività e ottimizzare la performance del mercato del lavoro. Crediamo che per costruire
e offrire i servizi del futuro i mercati del lavoro debbano essere:
1. Trasparenti e basati sulla conoscenza analitica dei dati.
I paesi dove il mercato del lavoro raggiunge alte performance utilizzano sistemi LMI (Labor Market Intelligence) –
in cui le informazioni sono raccolte e condivise tra tutti gli stakeholder – per prevedere e anticipare la domanda.
Dalle informazioni basate sui dati è inoltre possibile ricavare orientamenti per la creazione di strutture finalizzate
allo sviluppo di competenze nei diversi settori di mercato, un’esigenza particolarmente pressante in Italia.
Con una maggiore trasparenza, capacità previsionale e conoscenza dei dati, l’Italia può conseguire risultati migliori
e supportare l’evoluzione da politiche del lavoro reattive a politiche del lavoro proattive, basate sulla conoscenza
analitica dei dati.
2. Interconnessi e collaborativi.
Un mercato del lavoro interconnesso richiede la libera circolazione di informazioni e strategie all’interno del
complesso contesto occupazionale e delle competenze professionali disponibili. Dalla ricerca di Accenture è emersa
una carenza strutturale di informazioni e di comunicazione tra i datori di lavoro che richiedono competenze ed
il sistema scolastico che ha il compito di crearle. Lo sviluppo di un catalogo o archivio informatizzato nazionale
che codifichi le informazioni più aggiornate e puntuali sulle competenze professionali, contribuirà a migliorare
la comunicazione tra tutti gli stakeholder e ad aumentare la loro capacità di allineare la domanda e l’offerta,
riducendo il mismatch. Mediante l’adozione di un nuovo modello di governance del mercato del lavoro, che
coinvolga tutti gli stakeholder dei servizi di collocamento pubblici a livello regionale, sarà possibile sostenere
l’importante passaggio da un’efficienza discontinua alla produttività come mission. La collaborazione resa possibile
dalle tecnologie digitali consente inoltre di concentrare più efficacemente l’attenzione su ciò che veramente
conta: la creazione di un mercato del lavoro in cui i periodi di disoccupazione siano meno prolungati, un migliore
allineamento tra competenze e opportunità di lavoro, tassi di partecipazione e livelli di produttività più elevati.
3. Flessibili e accessibili.
Si possono definire ad alte performance i mercati del lavoro che godono di un contesto normativo in continua
evoluzione, tale da consentire alle aziende di essere flessibili e adattarsi alla natura intrinsecamente dinamica
dei cicli di business. Nel passaggio dalla mentalità della “amministrazione pubblica” a quella della “public
entrepreneurship”, è possibile incentivare i datori di lavoro a investire in formazione e apprendistato, nonché
promuovere e organizzare forum finalizzati a coltivare e consolidare il legame tra la business community e
mondo accademico.
Per migliorare la competitività dell’economia italiana, si deve prestare maggiore attenzione alle esigenze dei
datori di lavoro, differenziate a seconda delle dimensioni e del settore di mercato delle aziende. Per supportare
il passaggio da servizi standardizzati a servizi personalizzati – rivolti soprattutto ai giovani in cerca di prima
occupazione, ai disoccupati a lungo termine e ai soggetti svantaggiati, nonché all’ampio bacino di personale
qualificato attualmente inoccupato – si possono inoltre creare partnership pubblico-privato e sfruttare strumenti
digitali per sviluppare iniziative di formazione mirate e personalizzate. Grazie a questa evoluzione del servizio,
le persone potranno delineare e seguire un proprio percorso individuale verso un maggiore livello di benessere.
4
L’analisi di Accenture evidenzia, come
detto, che la riduzione dei tassi di
partecipazione e il rallentamento nella
crescita della produttività determineranno
un calo dell’8% nel tenore di vita degli
italiani entro il 2030. Applicando i
cambiamenti fondamentali individuati
per costruire e offrire i “servizi pubblici
del futuro”, sarà possibile contribuire
alla creazione di un mercato del lavoro
più trasparente e interconnesso, che
garantisca una maggiore flessibilità e
facilità di accesso, con la conseguenza
di preservare nel futuro il tenore di vita
degli italiani. Si veda la Figura 2.
Figura 2: Le caratteristiche dei mercati del lavoro ad alte
performance presuppongono quattro cambiamenti fondamentali.
Servizi
personalizzati
Conoscenza
analitica dei dati
Trasparenti
Interconnessi
Flessibili
Produttività
come mission
Mentalità
imprenditoriale
La ricerca
Accenture ha analizzato le tendenze legate ai fattori demografici, ai tassi di partecipazione della forza
lavoro e alla produttività in 162 paesi. Questi fattori contribuiscono a determinare il prodotto interno
lordo (PIL) pro capite, che è il parametro utilizzato per misurare il tenore di vita.
Dati demografici
Partecipazione
Produttività
Ai fini di questa ricerca, la base demografica
è la quota di popolazione in età lavorativa (da
16 a 64 anni) rispetto alla popolazione totale.
Le tendenze demografiche possono essere
previste con elevata precisione basando
l’analisi sulle proiezioni demografiche per
fasce di età delle Nazioni Unite. I dati
demografici utilizzati da Accenture sono
tratti dal World Population Prospects per
il 2013 del Dipartimento delle Nazioni
Unite per gli Affari Economici e Sociali,
Divisione Popolazione.
Si definisce partecipazione la quota di
persone in età lavorativa in possesso di un
impiego. Solo gli occupati producono reddito.
Perciò in questa analisi sono stati utilizzati
solo i dati di partecipazione degli occupati
e non quelli delle persone disoccupate in
cerca di lavoro. Per semplificare il modello,
non è stata operata alcuna distinzione tra
lavori a tempo pieno e part-time. Accenture
ha tratto i dati relativi alla partecipazione
da: Banca Mondiale, Indicatori di sviluppo
mondiale (aggiornati a dicembre 2013).
Per produttività si intende il contributo
dei lavoratori al PIL di un paese e, più
specificamente, il PIL reale (a prezzi
nazionali costanti in dollari USA, 2005)
per lavoratore. Accenture ha tratto
i dati relativi alla produttività da:
Banca Mondiale, Indicatori di sviluppo
mondiale (aggiornati a dicembre 2013).
5
Poiché il tasso di crescita della produttività
a lungo termine nella maggior parte dei
paesi tende alla linea dello zero per cento,
lo scenario di base parte dall’assunto che
il tasso di crescita della produttività e
della partecipazione si mantenga a zero.
In questo scenario Accenture stima che,
all’interno del campione preso in esame,
il tenore di vita – definito come PIL reale
pro capite – sia destinato a ridursi anche
del 12% entro il 2030 in alcuni dei paesi
inclusi nella ricerca.
Oltre a fornire uno strumento di analisi che
consenta di evidenziare la preoccupante
situazione emergente, un modello a tre
fattori consente anche di valutare l’impatto
potenziale dei cambiamenti relativamente
alla partecipazione e alla produttività.
Si veda la Figura 3. Per valutare eventuali
scenari alternativi sulle proiezioni Accenture
relative al tenore di vita, si possono
variare i parametri e modificare le ipotesi
sulla partecipazione (crescita annuale
della partecipazione al lavoro in punti
percentuali) e sulla produttività (crescita
annuale del PIL reale per lavoratore).
Il modello di Accenture sul tenore di
vita indica i livelli di partecipazione e
produttività necessari per contrastare
l’impatto delle attuali tendenze
demografiche . Esso non fornisce tuttavia
informazioni sul modo più efficace per
raggiungere tali livelli. A questo scopo,
Accenture ha condotto quattro sondaggi
in 11 paesi (Australia, Brasile, Canada,
Francia, Germania, India, Italia, Giappone,
Singapore, Regno Unito e Stati Uniti), in
12 stati USA (California, Florida, Illinois,
Indiana, Massachussetts, Michigan,
Minnesota, New York, North Carolina,
Ohio, Texas e Washington) e nella
provincia canadese dell’Ontario. Questi
sondaggi forniscono una prospettiva
completa sul contesto occupazionale
e sul sistema delle competenze.
Sondaggio Accenture sui cittadini:
Popolazione generale (di età compresa tra
18 e 64 anni), 10 domande, 500 interviste
per ciascun paese escluso il campione
integrativo. Campione integrativo per
12 stati USA + Ontario (n=400 per stato).
Sondaggio Accenture sui datori di lavoro:
Gamma di dimensioni delle aziende: piccole,
medie e grandi. 28 domande. 300 interviste
per ciascun paese, escluso campione
integrativo. Campione integrativo per
12 stati USA + Ontario (n=100 per stato).
Sondaggio Accenture sulle persone in cerca
di occupazione:
Disoccupati in cerca di lavoro, impiegati
ma con esperienza di disoccupazione di tre
mesi negli ultimi cinque anni e occupati in
cerca di un altro lavoro. 31 domande. 500
interviste per ciascun paese, eccetto che
per USA (1.000), India (400), Singapore
(250). Campione integrativo per 12 stati
USA + Ontario (n=400 per stato).
Sondaggio Accenture sui funzionari
dei servizi pubblici per l’impiego:
Dirigenti senior e decision makers dei centri
per l’impiego. 23 domande. 100 interviste
per ciascun paese.
I sondaggi sono stati svolti da Ipsos Mori
e MGuire Research Services tra settembre
e novembre 2013.
Figura 3: Modello di valutazione del potenziale impatto dei cambiamenti relativi
alla partecipazione e alla produttività.
Popolazione totale in età lavorativa / Popolazione totale
Demografia
Popolazione totale di occupati / Popolazione totale
in età lavorativa
Partecipazione
Fattore 3
PIL / Popolazione totale di occupati
Produttività
=
PIL / Popolazione totale
Fattore 1
x
Fattore 2
x
Tenore
di vita
6
Per maggiori informazioni,
contattare:
Gianmario Pisanu
Managing Director,
Health & Public Service, IGEM
+39 06 5956 6345
[email protected]
Marco Amabile
Senior Manager,
Health & Public Service, IGEM
+39 02 777 58104
[email protected]
Delivering Public Service for the Future
su Twitter: @AccenturePubSvc
Chi siamo
Accenture è un’azienda globale di
consulenza direzionale, servizi tecnologici
e outsourcing che conta circa 289.000
professionisti in oltre 120 paesi del
mondo. Combinando un’esperienza unica,
competenze in tutti i settori di mercato
e nelle funzioni di business e grazie ad
un’ampia attività di ricerca sulle aziende
di maggior successo al mondo, Accenture
collabora con i suoi clienti, aziende e
pubbliche amministrazioni, per aiutarli a
raggiungere alte performance. A livello
globale, i ricavi netti per l’anno fiscale
conclusosi il 31 agosto 2013 ammontano
a 28,6 miliardi di dollari. La home page
di Accenture è www.accenture.com.
Costruire il futuro dei
servizi pubblici
Come sarà possibile continuare a garantire
i servizi del settore pubblico nel futuro?
I dirigenti pubblici debbono promuovere
un cambiamento profondo che attraversa
quattro passaggi strutturali: avviare la
trasformazione da servizi standard a servizio
personalizzato, acquisire ed utilizzare la
conoscenza analitica dei dati, adottare
mentalità imprenditoriale nella gestione
delle risorse e porre la produttività al centro
degli obiettivi della intera Amministrazione
dello Stato. Realizzando questi cambiamenti
i nostri leader sosterranno la prosperità e la
sicurezza delle nazioni, garantendo vitalità
economica in un mondo sempre più digitale offrendo servizi pubblici del futuro.
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