Invaginazioni intestinali transitorie nell`adulto: quale ruolo per la TC
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Invaginazioni intestinali transitorie nell`adulto: quale ruolo per la TC
376 Recenti Prog Med 2013; 104: 376-380 Invaginazioni intestinali transitorie nell’adulto: quale ruolo per la TC nella risoluzione? Amato Antonio Stabile Ianora1, Michele Telegrafo1, Valentina Lorusso1, Leonarda Rella1, Artor Niccoli Asabella1, Michele La Porta2, Marco Moschetta1 Riassunto. Lo scopo del presente lavoro è valutare le invaginazioni intestinali transitorie dell’adulto mediante tomografia computerizzata (TC) prima e dopo somministrazione di mezzo di contrasto (mdc) gastroenterico. Sono stati valutati due differenti mezzi di contrasto gastroenterici: iperdenso ed ipodenso. In tutti i casi il mdc gastrointestinale ha risolto le invaginazioni. Nel gruppo di pazienti trattato con mdc ipodenso sono state riscontrate recidive a breve e lungo termine; nessuna recidiva è stata riscontrata nell’altro gruppo. La TC è utile nel riconoscimento delle invaginazioni intestinali. Il mdc gastrointestinale può definire la reale transitorietà delle invaginazioni e quello iperdenso potrebbe risultare più efficace nella risoluzione a breve e lungo termine. Adult transient intestinal intussusception: can abdominal CT guide resolution? Parole chiave. Intestino, invaginazione, mezzo di contrasto, TC. Key words. Contrast material, CT, intussusception. Introduzione Materiali e metodi L’invaginazione intestinale è caratterizzata dal prolasso di un segmento intestinale nel lume di un tratto adiacente e può essere di natura secondaria o idiopatica. Tale condizione clinica rappresenta una delle principali cause di addome acuto nel paziente pediatrico ed ha una minore incidenza nel paziente adulto (1% delle cause di emergenza addominale)1,2. Tra le forme di invaginazione dell’adulto la forma transitoria rappresenta una entità nosologica di recente acquisizione. Questo tipo di invaginazione rappresenta una entità idiopatica benigna non ostruttiva ed autolimitante che necessita di una corretta definizione diagnostica per evitare il ricorso a procedure terapeutiche invasive3-5. La diagnosi clinica risulta spesso difficoltosa vista l’aspecificità di sintomi e segni che si diversificano dai criteri classici delle altre forme di invaginazione e pertanto l’imaging svolge un ruolo importante nella diagnostica di tali patologie. Scopo del presente lavoro è valutare le invaginazioni transitorie dell’adulto con la tomografia computerizzata multidetettore (TCMD) prima e dopo somministrazione di mezzo di contrasto (mdc) gastrointestinale. Nel periodo compreso tra luglio 2008 e luglio 2010 sono stati sottoposti a TCMD 19 pazienti (7 maschi e 12 femmine) di età compresa tra 25 ed i 70 anni (età media 42,5 anni); 6 pazienti presentavano algie addominali con sospetto clinico di addome acuto, i restanti pazienti sono stati sottoposti ad esame TC per varie problematiche cliniche. Un consenso informato scritto è stato ottenuto da tutti i pazienti in accordo con i principi espressi nella dichiarazione di Helsinki del 1990. Le scansioni TC sono state condotte dalle cupole diaframmatiche sino alla sinfisi pubica con apparecchiatura TCMD a 16 strati (Aquilion 16, Toshiba Medical System, Tochigi, Giappone) utilizzando i seguenti parametri di acquisizione: spessore di strato compreso 1 mm, increment 0.8, tempo di rotazione di 0,5 sec. Non è mai stato somministrato mdc gastrointestinale durante la prima fase di acquisizione delle immagini. Tutti i pazienti sono stati valutati prima e dopo iniezione endovenosa di mdc. Il mdc uroangiografico non ionico (Ultravist 370, Schering, Berlino, Germania) è stato somministrato alla velocità di 3,5 ml/sec, in quantità di 1,5 ml pro kg con un massimo di dose di 120 ml con iniettore automatico (MK-IV e Stellant, Medrad, Pittsburgh, USA), attraverso la vena cubitale con ago da 1618 Gauge. Le scansioni dopo iniezione di mdc sono state eseguite con ritardo di 35 e 60 secondi. Summary. The purpose of this study was to evaluate the adult transient intestinal intussusceptions on CT before and after the administration of gastrointestinal contrast material. We evaluated two different gastrointestinal contrast materials: hyperdense and hypodense. In all cases the gastrointestinal contrast agent solved the invaginations. In the group of patients treated with hypodense contrast medium relapses occurred in the short and long term; no recurrence was observed in the other group. CT is useful in the recognition of intestinal intussusception. The gastrointestinal contrast agent could define the real transience of intussusceptions and hyperdense contrast agent could be more effective in short and long term resolution. 1 Dipartimento Interdisciplinare di Medicina (DIM), Sezione di Diagnostica per Immagini, Università di Bari; 2UOC Radiologia, Ospedale San Severo (Foggia). Pervenuto il 10 giugno 2013. A.A. Stabile Ianora et al.: Invaginazioni intestinali transitorie nell’adulto: quale ruolo per la TC nella risoluzione? Dallo studio sono stati esclusi 9 pazienti con diagnoginazione intestinale senza segni di ostruzione con un si TC di invaginazione intestinale su base organica (2 rapporto maschi:femmine di 3:7. casi di linfoma dell’ultima ansa ileale, 1 caso di linfoma In 7/10 casi (70%) la sede della invaginazione era digastrico, 2 casi di ileite terminale da Crohn, 2 casi di megiuno-digiunale, in 2/10 casi (20%) la sede era ileo-ileatastasi digiunali da melanoma, 1 caso di polipo digiunale ed in 1/10 casi (10%) la sede era ileo-colica. le, 1 caso di polipo del sigma). In 3/10 casi (30%) l’orientamento spaziale della inIn tutti questi pazienti la diagnosi di invaginazione vaginazione era orizzontale mentre in 7/10 casi (70%) organica è stata confermata chirurgicamente. l’orientamento spaziale è risultato verticale. Nei restanti 10 pazienti in cui, dopo le prime due faLa lunghezza media misurata delle invaginazioni è si di acquisizione, è stata riscontrata una invaginazione stata di 3,58 cm con una deviazione standard di 0,40 cm. senza segni di ostruzione della canalizzazione intestiIl pattern di presentazione è stato a “bersaglio” in nale, è stato somministrato un mdc gastroenterico: 5/10 6/10 casi (60%) mentre in 4/10 casi (40%) il pattern di pazienti (50%) hanno ricevuto un mdc positivo organopresentazione è stato “reniforme”. iodato (meglumina amidotrizoato - Gastrografin, ScheIn 5/10 casi (50%) è stato somministrato rispettivaring, Berlino, Germania), diluito all’1% mentre 5/10 pamente mdc orale iperdenso (Gastrografin) (figura 1) e zienti (50%) hanno invece ricevuto mdc negativo rapmdc orale ipodenso (Selg esse) (figura 2). presentato da una soluzione di Macrogol in associazioIn tutti i casi, indipendentemente dal mdc gastroenne (Macrogol (PEG) 4000 + sodio solfato anidro potassio terico utilizzato, è stata dimostrata la risoluzione comcloruro + dimeticone – Selg esse, Promefarm srl, Milapleta dell’invaginazione nelle acquisizioni tardive. no, Italia). 2/10 (20%) pazienti che in precedenza avevano asDopo circa 20 minuti dalla somministrazione del mdc sunto rispettivamente mdc iperdenso ed ipodenso sono gastroenterico è stata effettuata una ulteriore acquisistati rivalutati con esame TC a distanza di 32 settimazione volumetrica. La durata dell’esame non ha mai sune. Il paziente che aveva assunto mdc ipodenso presenperato i 25 minuti. tava una recidiva di invaginazione, mentre l’altro pa4/10 (40%) pazienti che avevano assunto mdc per os ziente che aveva assunto mdc iperdenso non presentava (2 casi mdc gastroenterico iperdenso e 2 casi mdc garecidiva di invaginazione. stroenterico ipodenso) sono stati rivalutati con esame TC 2/10 (20%) pazienti con precedente assunzione per os nell’arco di 2 anni. di mdc gastroenterico (1 paziente con mdc ipodenso e 1 Tutti i dati ottenuti sono stati successivamente trapaziente con mdc iperdenso) sono stati rivalutati con sferiti su una workstation (HP XW 8400) dotata di softesame TC a distanza di 64 settimane. Il paziente tratware dedicato (Vitrea 4.1, Vital Images, Minneapolis, US). tato con mdc ipodenso presentava recidiva di invaginaI programmi di post-elaborazione delle immagini utizione rispetto al paziente trattato col mdc iperdenso (filizzati sono stati il Multiplanar reformatting (MPR), il gura 3). Curve Plane Reformatting (CPR) ed il Volume Rendering (VR). La durata complessiva del post-processing è stata di circa 10 min. Le immagini assiali e le ricostruzioni sono state valutate in cieco da due esperti radiologi non coinvolti direttamente nella esecuzione dell’esame TC. Le eventuali discordanze sono state successivamente risolte in consenso. Nel valutare le immagini tomodensitometriche sono stati considerati i seguenti paraFigura 1. Invaginazione digiunale transitoria (a) risolta dopo ingestione di mdc iperdenso (b) (frecce). metri: • presenza/assenza di ostruzione a monte della invaginazione; • presenza e sede della invaginazione (piccolo o grande intestino); • morfologia della invaginazione (orientamento, lunghezza, aspetto a bersaglio, reniforme, a sandwich); • risoluzione della invaginazione dopo somministrazione di mdc gastrointestinale; • risoluzione della invaginazione a lungo termine. Risultati Nei 10 pazienti esaminati è stata riscontrata una inva- Figura 2. Invaginazione digiunale transitoria (a) risolta dopo ingestione di mdc ipodenso (b) (freccia). 377 378 Recenti Progressi in Medicina, 104 (7-8), luglio-agosto 2013 Figura 3. Recidiva dopo 6 mesi (a) ed 1 anno (b) dalla diagnosi TC di invaginazione intestinale transitoria in pazienti trattati con mdc ipodenso (frecce). Discussione Le invaginazioni sono comuni nell’infanzia, come forma idiopatica nel 95% dei casi, rappresentando la seconda causa di addome acuto infantile (75% nei pazienti con età inferiore ai 2 anni); dopo l’appendicite, rappresentano la causa principale di ostruzione acquisita nell’infanzia. Il rapporto maschi:femmine nelle forme idiopatiche infantili è di 3:11-8. L’invaginazione intestinale transitoria dell’adulto rappresenta una causa poco frequente di dolore addominale, presentandosi con un quadro clinico-laboristico spesso aspecifico9. Spesso si presenta come reperto occasionale in pazienti che si sottopongono ad indagini strumentali per varie problematiche cliniche10. Pertanto, l’obiettivo della diagnostica per immagini è quello di fornire un corretto inquadramento diagnostico della patologia e di stabilirne la transitorietà al fine di evitare un trattamento chirurgico inappropriato. Le invaginazioni funzionali dell’adulto sono sostenute sia da flaccidità e perdita di tono della parete intestinale come nella celiachia, nel morbo di Crohn ed in tutte le forme di malassorbimento, sia da anormale motilità peristaltica legata a disturbi elettrolitici come nelle sindromi diarroiche, nella pancreatite e nella fibrosi cistica. Gli studi Rx dell’addome con mdc richiedono una peristalsi intestinale efficiente per veicolare il mdc nella sede della invaginazione e pertanto non sempre praticabile nelle forme non transitorie associate ad ileo paralitico. Lo studio della invaginazione mediante ecografia non rappresenta tuttavia l’esame definitivo per escludere la diagnosi di invaginazione intestinale a causa di fattori limitanti quali la distensione gassosa delle anse intestinali e l’obesità del paziente. L’ecografia, tuttavia, riveste il ruolo di metodica di primo approccio diagnostico nelle forme infantili che non richiedono una diagnosi etiologica, essendo, nella stragrande maggioranza dei casi, idiopatici. La risonanza magnetica, pur fornendo risultati sovrapponibili a quelli della TCMD, senza l’impiego di radiazioni ionizzanti, richiede tempi di esecuzione più lunghi spesso non compatibili con le condizioni cliniche e con i caratteri dell’urgenza addominale11-16. In letteratura, diversi sono i lavori che sottolineano i vantaggi della TCMD nel corretto inquadramento della invaginazione intestinale; in particolare, nella differenziazione tra forme transitorie e non transitorie, nella ricerca delle cause organiche di queste ultime e nella diagnosi differenziale con altre patologie addominali od intestinali16-26. L’avvento delle apparecchiature multidetettore e la possibilità di studiare ampi volumi corporei con spessore di strato ridotto nonché la migliore qualità delle immagini ricostruite in MPR per effetto del voxel isotropico permette una valutazione più accurata della invaginazione. Nella nostra esperienza la metodica ha consentito una corretta diagnosi delle invaginazioni organiche in 9 pazienti che tuttavia sono stati esclusi dallo studio; la metodica ha inoltre permesso il riconoscimento in 10 pazienti di una invaginazione di tipo transitorio. In questi casi, in accordo con i dati presenti in letteratura, la diagnosi si è basata sull’assenza di alterazioni della canalizzazione intestinale e sulla precisa individuazione della sede della invaginazione, che nel 70% dei casi nel nostro studio era localizzata a livello digiuno-digiunale27. Tale sede è tipica delle invaginazioni di tipo transitorio. Inoltre, altro elemento utile per porre diagnosi differenziale con le invaginazioni organiche è la lunghezza del tratto invaginato, che nel nostro studio è risultata di circa 3,5 cm. Tale dato avvalora la diagnosi di invaginazione transitoria in quanto nelle forme organiche la lunghezza della invaginazione supera i 4 cm1-16. L’orientamento spaziale della invaginazione nel 30% dei casi era di tipo orizzontale e nel 70% di tipo verticale. Tale morfologia non orienta verso la diagnosi differenziale. A.A. Stabile Ianora et al.: Invaginazioni intestinali transitorie nell’adulto: quale ruolo per la TC nella risoluzione? In tutti i casi, dopo iniezione di mdc uroangiografico per via endovenosa, il pattern morfologico più frequentemente riscontrato (60% dei casi) è stato quello a bersaglio rispetto a quello reniforme (40% dei casi). Tali aspetti morfologici sono legati alle interfacce che si vengono a creare tra la parete dell’invaginato e dell’invaginante in rapporto alla quantità di tessuto adiposo interposto ed alla pervietà del lume dell’invaginato che risulta collabito nel pattern reniforme. Questi segni tomodensitometrici, come descritto in letteratura, orientano la diagnosi verso le invaginazioni di tipo transitorio; tuttavia, una diagnosi di certezza è stata possibile solo dopo la somministrazione di mdc gastroenterico per via orale. In tutti i casi esaminati, somministrando un mdc gastroenterico ipodenso e/o iperdenso dopo la fase di acquisizione con mdc endovenoso, si è dimostrata la completa risoluzione della invaginazione e non sono state evidenziate eventuali cause scatenanti intra ed extraluminali e/o eventuali complicanze. Inoltre, nella nostra esperienza un 20% dei pazienti è stato rivalutato a distanza di 32 e 64 settimane. Nel gruppo dei pazienti esaminato a distanza di 32 settimane in un caso era evidente in sede digiuno-digiunale una recidiva della invaginazione e tale paziente aveva assunto nel precedente esame TC mdc ipodenso. Analogo risultato è stato riscontrato a distanza di 64 settimane in un paziente che aveva assunto lo stesso mdc. Tutti i pazienti esaminati a distanza di 32 e 64 settimane che avevano assunto mdc iperdenso per os non presentavano la recidiva. Tale differenza nei risultati a lungo termine per la risoluzione della invaginazione è da attribuire probabilmente al diverso comportamento farmacodinamico dei due preparati impiegati. Infatti, la formulazione del mdc ipodenso è tale da consentire il blocco dell’assorbimento di acqua e sodio da parte del piccolo intestino e mantenere il contenuto intraluminale isoosmotico all’ambiente extracellulare. Ne consegue quindi il passaggio nel lume intestinale di un volume di liquido tale da saturare la capacità di assorbimento del viscere e determinare un progressivo aumento del contenuto idrico intraluminale. Tale effetto consegue all’azione combinata delle due molecole principali: il sodio solfato ed il polietilenglicole (PEG) Macrogol 4000 che agiscono con meccanismo sinergico inibendo l’assorbimento di acqua e sodio dal lume intestinale. Il mdc iperdenso è invece un mdc ionico monomerico derivato dall’acido triiodobenzoico come sale sodico idrosolubile. Il meccanismo farmacodinamico del principio attivo, la meglumina amidotrizoato, è rappresentato principalmente dalla creazione di un notevole gradiente osmotico, legato alla dissociazione elettrolitica del sale che porta all’aumento del contenuto netto di acqua a livello intraluminale intestinale. Al considerevole gradien- te osmotico creato dalla soluzione consegue una progressiva disidratazione della parete intestinale. Alla luce del diverso comportamento farmacodinamico delle due preparazioni prese in esame possiamo ipotizzare che la maggiore efficacia nella risoluzione a lungo termine delle invaginazioni del mdc iperdenso rispetto a quello ipodenso sia dovuta principalmente alla ipertonicità della soluzione di meglumina amidotrizoato (2150 mOsm/kg H2O) rispetto al macrogol (800 mOsm/kg H2O)15,17. Questa iniziale esperienza necessita di una validazione effettuata su una casistica più estesa e su controlli a maggiore distanza nel tempo. Conclusioni Nello studio delle invaginazioni intestinali transitorie la TCMD rappresenta l’indagine più accurata e completa per il corretto inquadramento della patologia. L’utilizzo delle ricostruzioni MPR e VR di elevata qualità consentono una ottimale valutazione dei differenti criteri utilizzati per stabilire la transitorietà del quadro patologico, mentre la somministrazione di un mdc gastroenterico definisce l’effettiva transitorietà della patologia evitando il ricorso ad inutili ed inappropriate procedure terapeutiche. In questa iniziale esperienza l’utilizzo di un mdc gastroenterico iperdenso si è dimostrato più efficace rispetto ad un mdc gastroenterico ipodenso nella risoluzione a breve e lungo termine della patologia. Bibliografia 1. Luckey P, Kemper J, Engelbrecht V, et al. Idiopathic ileoileal intussusception in an adult with spontaneous reduction during enteroclysis: a case report. Abdom Imaging 2000; 25: 48-50. 2. Cerro P, Magrini L, Porcari P, et al. Sonographic diagnosis of intussusceptions in adults. Abdom Imaging 2000; 25: 45-7. 3. Sofia S, Casali A, Bolondi L. Sonographic diagnosis of adult intussusception. 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