Prof.ssa Franca Tucci Cenni storici. Secondo il Barrio la città fu

Transcript

Prof.ssa Franca Tucci Cenni storici. Secondo il Barrio la città fu
BUSSOLA AMICA
STORIA E MONUMENTI DI COSENZA
Prof.ssa Franca Tucci
Cenni storici.
Secondo il Barrio la città fu costruita verso il 3640 a. C. (i ritrovamenti archeologici
datano la fondazione della città tra il 380-370 a. C.) sulle pendici del colle Pancrazio
dagli schiavi dei Lucani che si affrancarono con le armi e, qui giunti, espugnarono la
rocca , che poi divenne la Rocca Bruzia (Bruzio, secondo qualche storico, significa
ribelle, secondo Strabone da Bretio, suo fondatore nonché figlio di Giove), nella
quale si erano annidati gli Africani venuti dalla Sicilia.
La sua topologia era poco diversa da quella attuale. Come Roma , la città è circondata
da sette colli: Triglio, probabilmente da Tricolus cioè tre vertici; Mussano o Musano
perché vi, si adoravano le Muse; Gramazio, “posto sul Crati o lambito dal fiume”; il
colle Venneri, detto così perché vi si praticava il culto della dea Venere; Vetere forse
derivato da Lucio Venturio; Guarassano, “bordo fortificato”; e Pancrazio, nome di
derivazione greca.
Secondo lo storico Andreotti il nome Cosenza potrebbe derivare dal consenso dei
popoli circostanti, che dopo le guerre sociali del 1240 a. C. la riconobbero capitale
della regione,da qui la denominazione Caput Brutiorum, giacché era la più potente sia
per numero di cittadini che per valore.
I Romani la espugnarono e la città inutilmente tentò di riavere la propria libertà.
Dopo la caduta dell’impero romano subì la sorte di tutte le altre città, che, rimaste
senza ordinamenti, non seppe opporsi ai barbari né confederarsi con altri popoli vicini
per fermare gli invasori.
Il barbaro più famoso che mise piede a Cosenza è Alarico, re dei Visigoti, il quale,
carico di un bottino di venticinque tonnellate d’oro e centocinquanta d’argento, tentò
di raggiungere l’ Africa nel 410 d.C. La leggenda vuole che, giunto nei pressi del
Busento, morì, non si sa con esattezza se di febbre malarica o colpito da un
giavellotto scagliato da un difensore della città. Fu sepolto assieme al suo cavallo da
qualche parte nella zona del Busento, in prossimità del Crati e di Cosenza e ormai
da secoli si sta cercando inutilmente il tesoro di Alarico.
Fu conquistata dai Normanni e Ruggiero il Guiscardo allargò e fortificò il castello al
quale per primi avevano messo le mani tanto i Saraceni che i Bizantini.
Federico II di Svevia amò molto Cosenza; assistette alla consacrazione della
Cattedrale nel 1222 e amplificò il castello che ancora oggi sovrasta la città.
Nei secoli passò sotto diverse dominazioni; soffrì gli orrori dell’inquisizione; diede i
natali a grandi uomini come Tommaso Campanella e nel 1820 fu la prima città ad
inalberare la bandiera tricolore. Fu sede di numerose sommosse e di fatti di sangue,
quale la fucilazione dei fratelli Bandiera nel Vallone di Rovito. Nel 1848 Cosenza
dichiarò decaduti i Borboni e proclamò un governo provvisorio. Nell’Agosto del
1860 accolse con entusiasmo Giuseppe Garibaldi e molti lo seguirono nelle sue
battaglie.
Oggi Cosenza, detta la Milano del sud, gode di una posizione di privilegio rispetto
alle altre città capoluogo della Calabria per essere, nonostante i tanti problemi che la
investono, la più vivibile.
« La mia diletta città potrebbe benissimo fare a meno di me, ma sono io che non
posso fare a meno di essa. Essa che mi scorre nelle vene e che amo. »
(Bernardino Telesio)
Il Teatro Rendano fu costruito in onore del musicista Alfonso Rendano nel 1887. La
sua costruzione dovette attraversare diverse vicissitudini, fino all'anno della sua
inaugurazione, il 1909.
La Biblioteca é una delle più importanti del Meridione e conserva più di 200,000 libri
e vari manoscritti del '500 e del '600.
Una sezione é interamente dedicata ai documenti e ai testi relativi alla storia e alla
cultura della Calabria.
L'Accademia Cosentina fu fondata nel XVI secolo dal Parrasio.
Alternò periodi di intensa attività culturale e periodi di declino.
Fu risollevata dal filosofo Telesio, che la riportò agli antichi splendori.
Rimane una delle Accademie più antiche in Italia.
Palazzo Telesio, in via XV Marzo, é detto anche Palazzo dei Sersali.
La sua facciata presenta lesene a bozze. Qui, nel 1539, soggiornò l'Imperatore Carlo
V.
Da non perdere all'interno l'androne con volta a botte, il portale e lo stemma
sovrastante.
La Chiesa di Santa Maria delle Vergini sorge accanto al Palazzo dei Sersali insieme
all'omonimo monastero, costruito nel 1515.
Attraverso il bellissimo portale d'ingresso si accede al cortile interno.
L'Ex Teatro Reale di Ferdinando di Borbone, sorge in via A. Serra. Costruito nel
XVIII secolo, oggi é sede del Liceo Classico Telesio.
Il Palazzo del Governo sorge, anch'esso in Piazza XV Marzo, sulle rovine di un
antico monastero, fondato nel 1711, di cui resta l'antica chiesa, che é possibile
visitare nei sotterranei del palazzo.
Palazzo Cicala, in via Parrasio, risale al secolo XV. Particolari il portale e lo stemma
sovrastante.
La Casa della Cultura é ospitata nei locali del vecchio municipio. Le varie sale
all'interno sono utilizzate per conferenze e concerti.
Piazza XV Marzo é il principale luogo di incontro dei cosentini. Proprio qui sorgono
il Palazzo del Governo, il Teatro Rendano, l'Accademia Cosentina, la Biblioteca
Civica, il Liceo Telesio.
E' dedicata ai martiri cosentini del Rinascimento.
Corso Telesio, dedicato al filosofo cosentino del XV secolo é la via principale del
centro storico.
Ospitava un tempo i mercati della città.
Da qui si possono raggiungere Piazza delle Uova, Piazza Piccola e via Gaeta, dove si
trova la Casa di Galeazzo di Tarsia, caratteristica per il portone decorato in pietra e
per i due medaglioni laterali, con le figure di Marte e Minerva.
Caffè Renzelli é uno dei locali storici della città, noto per le sue sale interne, una
rossa e una verde.
Il Vallone di Rovito é importante perché é proprio qui che furono fucilati i F.lli
Bandiera, noti per la loro attività patriottica.
Da non perdere il quartiere compreso tra la Chiesa di S. Francesco d'Assisi e il Corso
Telesio, caratterizzato da case antiche e palazzi del '400, scalinate, pergolati e viuzze.
MUSEI
Il Museo civico conserva testimonianze dell'era preistorica fino all'età romana
imperiale.
Ospita anche il vessillo dei Fratelli Bandiera e altre testimonianze del periodo
risorgimentale.
MANIFESTAZIONI e FIERE
A Cosenza e in provincia, durante l'anno, hanno luogo diverse fiere, che attirano tanti
visitatori dalle zone limitrofe.
Ricordiamo La Fiera di S. Giuseppe, che dura per una settimana; è nota in tutta la
Calabria, richiama ambulanti da diverse parti d’Italia e anche dall’estero i quali
espongono merci di ogni tipo nonché articoli di puro artigianato.
A luglio si svolge il Festival delle Invasioni, ricco di manifestazioni musicali e
teatrali.
Organizzato per unire le varie etnie della città, dura 10 giorni ed é arricchito da
spettacoli di vario genere.
IL CASTELLO SVEVO
BREVI NOTIZIE SUL CASTELLO SVEVO
Il castello Svevo di Cosenza fu edificato intorno al 937 d.C. dai Bizantini per
difendersi dalle continue incursioni saracene.
Rifatto poi nel 1132 da Ruggero il Normanno insieme ai castri di Santa Severina e
Altavilla, subì un rimaneggiamento consistente ad opera di Federico II di Svevia
intorno al 1240.
L’architettura ne rimase molto condizionata tanto da definirlo da quel momento in
poi castello Svevo, presenta infatti pianta rettangolare con cortile centrale ed una
torre angolare residua a forma ottagonale tipica delle costrizioni sveve.
In età angioina il castello divenne residenza reale e fu modificato con l’aggiunta di
una cappella.
Nel 1433 vi dimorarono Luigi III d’Angiò e Margherita di Savoia, giunti a governare
la provincia calabrese.
Nel 1459 vi dimorò Alfonso d’Aragona .
Nel XVI secolo il castello tornò alla sua funzione originaria di fortezza militare.
Danneggiato da ripetuti terremoti, nel XVII secolo l’edificio venne utilizzato come
seminario, mentre i Borboni ne fecero una prigione.
Recentemente restaurato, presenta ben conservati: la torre ottagonale di epoca sveva,
gli stemmi di età angioma e le segrete.
Il castello, che sorge sul colle Pancrazio a dominio dell’intera città di Cosenza, offre
un bellissimo panorama che spazia sulla valle del Crati e sulle pendici della Sila.
IL DUOMO
Edificio romanico- gotico- cistercense, preesisteva al terremoto del 1184, ma venne
completamente ricostruito dal vescovo di Cosenza, Luca Campano.
Fu inaugurato nel 1222 alla presenza dell’imperatore Federico II, che nell’occasione
fece dono della stauroteca, pregevole opera di oreficeria palermitana, oggi conservata
alla Soprintendenza ai Beni Culturali.
La facciata è in stile gotico; l’interno è a croce latina e le tre navate sono divise da
grandi pilastri rettangolari di stile romanico in pietra rosata di Mendicino, sormontati
da fregi geometrici o naturalistici di stile bizantino.
Nella navata sinistra si aprono due cappelle in stile barocco, con il pavimento rialzato
rispetto a quello delle navate. Nella prima si conserva l’icona bizantina raffigurante la
Madonna del Pilerio, protettrice della città, in quanto ha salvato i cosentini dalla
terribile peste del XVI secolo.
Nel braccio sinistro del transetto si trova il sepolcro di Isabella d’Aragona, opera
forse di maestranze francesi del ‘200. Nella navata destra si trova un altro sarcofago,
probabile tomba del figlio ribelle di Federico II, Enrico VII, detto lo Sciancato.
Nel corso della storia sono state apportate notevoli modifiche al Duomo fino al 1950,
quando i lavori di restauro gli hanno restituito l’aspetto che doveva avere ai tempi di
Federico II.
SAN FRANCESCO D’ASSISI
La chiesa di San Francesco d’Assisi fu edificata insieme al convento e rappresenta
uno degli edifici religiosi più antichi della città.
Il convento è sito nella parte alta del centro storico, sopra il colle Pancrazio.
Fu edificato sui ruderi di un monastero di Benedettini.
Distrutto dal terremoto del 1184, venne ricostruito da Federico II e successivamente
ceduto a Pietro Cathin, compagno e discepolo di San Francesco, come dimora dei
frati minori.
Alcuni anni dopo vi ritornarono i Benedettini, poi i Conventuali e quindi i Minori
Osservanti, che eressero la Cappella dell’Immacolata.
La facciata della chiesa, ricostruita dopo il terremoto del 1854 in stile neoclassico, si
affaccia sulla piazzetta Marco Berardi. In alto sono collocate due statue di marmo:
l’Immacolata a destra e San Francesco a sinistra.
Accanto alla chiesa si trova il chiostro, probabile opera degli Osservanti, insediatisi
nella struttura nel 1436.
All’interno ammirabile è l’ altare maggiore, in legno dorato. Il pulpito in legno di
pregiata fattura, è stato scolpito nella prima metà del 1900.
Venne costruita nel XV secolo. Il soffitto è interamente coperto da lamine
d’oro. All’interno sono custodite alcune tele di alto valore, un pulpito in
noce e la statua di Santa Caterina, più alcuni dipinti che rappresentano la
vita della santa.
Sull’altare, ai due lati del dipinto che ricorda il martirio di Santa Caterina
del 1600, si trovano due statuette in legno dedicate a Santa Lucia e Santa
Apollonia.
La chiesa conserva il corpo mummificato del diacono Beato Giovanni da
Castrovillari, vissuto in purezza e povertà, accettò sempre l’obbedienza
che lo portò in diversi conventi della Calabria, ma si fermò per un periodo
più lungo nel convento di Santa Maria delle graie i Petilia. Morì nel 1530 e
nel 1534 il suo corpo venne portato nella chiesa di San Francesco d’Assisi.
PIAZZA SPIRITO SANTO
Piazza dello Spirito Santo, che va da via Giosuè Carducci a via Francesco Petrarca,
un tempo era nota come via “Campana degli angeli”.
Nel 1898 la denominazione fu mutata nel nome attuale per via delle chiesa omonoma.
Oggi con il toponimo “Spirito Santo” non si intende solo la piazza, bensì tutto il
quartiere, dove esiste anche una chiesa più piccola denominata “Il Crocifisso
dell’Arenella”
Nel corso dei secoli la piazza ha subito profonde mutazioni, come testimoniano le
foto che state vedendo.
Questo monumento era dedicato ai bambini morti sotto i bombardamenti. Dopo i
lavori di restauro alla piazza è letteralmente scomparso.
Questo distributore di benzina era a suo modo un monumento tra i tanti. Nel 2000 si
presentava così come vedete nella foto sottostante. Oggi non c’è più.
La chiesa dello Spirito Santo attaccata fino al 1588 al monastero delle Domenicane
fondato nel 1513 dal Cardinale Pallotta, arcivescovo di Cosenza, passò ai padri
Filippini nel XVIII secolo, quando la chiesa e il convento furono danneggiati da un
incendio.
Inizialmente la chiesa si chiamava SantaMaria degli Angeli perchè c’era un oratorio
fornito di una campanella, che per il suono argentino dei rintocchi veniva detta “degli
Angeli”. Il portale in pietra venne eseguito da maestranze roglianesi e reca la scritta
“Antonius Belmustus fecit hac porta anno MDLXXXV”
Santissimo Crocifisso dell’Arenella
La chiesa dell’Arenella è piccola, ha la facciata rivestita da un mosaico blu ed è
chiusa da un recinto e da una scaletta tramite la quale si accede alla porta d’ingresso.
Il nome deriva dal fatto che prima della trasformazione della piazza, sorgeva sulle
rive del Crati, che un tempo, non essendo arginato, inondava le vie circostanti. La
leggenda vuole che nemmeno durante i momenti di piena la chiesa venisse inondata.
Un tocco di modernità nei pressi della Piazza Spirto Santo: le scale mobili che
collegano lo Spirito Santo con Piazza Prefettura, dove si può ammirare il bellissimo
teatro Rendano, accanto al quale si trova la bellissima chiesetta di Santa Chiara.
FONTE:
http://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:BZTR5Zzw_4UJ:www.caicosenza.it/progetti/progetti_scuole/web_bussola/seminari/T
ucci%2520storia%2520e%2520monumenti%2520di%2520Cosenza.pdf+BUSSOLA+AMICA+STORIA+E+MONUMENTI+DI+CO
SENZA&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESjs_lKM5Wl_PJNiNW_Ayfb9UdMyceUHkMb5JrDJSr8iQs8K2rrw2H7hQL9bROG
XANRfq0yrFC6wNsfoIqN8k5H-4MZKKHpg5M1lmrG6VBLL8HyWeWKuMv--78lfD6_6_kDrQBG&sig=AHIEtbQs70SNkmQQ2KNBL0Rfpi7mBcTB1A