loop by i5nzr
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loop by i5nzr
MINI LOOP PER DECAMETRICHE USO INDOOR......E NON SOLO di IZ5AGZ Era nata come antenna ricevente per l’uso in casa e mettendo in pratica i suggerimenti trovati su una (ormai vecchia) rivista inglese ♣ . Il funzionamento ottimo: eliminati molti disturbi di tipo QRM, buona direttivita’ , sintonia dolce da 3.3 a 12 megacicli. Il costo molto contenuto e la realizzazione facile. Personalmente, l’unica controindicazione riferibile e’ risultata nelle lamentele della consorte, poco affascinata dalla presenza “ostile” di codesta costruzione entro le mura domestiche. PLEXIGLASS (MANIGLIA) #1 PARTICOLARE #1 MANOPOLA COND. VAR. diam. 92cm #2 PARTICOLARI #2 RG-8 #3 RG-58 TELAIO IN LEGNO AL RICEVITORE BASE DI APPOGGIO Il concetto e’ di avere un antenna che risponda alla sola componente magnetica, quindi un elemento risonante schermato per eliminare la componente capacitiva e minimizzare il campo elettrico del segnale in arrivo. A questo punto la moglie vince e entra in azione la vecchia volpe di NZR, che se la porta a casa propria e cosi com’e’ la utilizza in trasmissione (l’antenna…. N.d.a.), pure con buona soddisfazione considerando la bassa potenza impiegata (1W max). Siamo nel 1995, I1ARZ publica le sue realizzazioni ♥ , e Renzo leggendoli non puo’ resistere a mettere mano alle modifiche. Vuole poter usare piu potenza, e si prepara a costruirne una di dimensioni maggiori per uso all’aperto facendo esperienza su questo prototipo. La Loop nostrana, pur essendo leggermente diversa da quella illutrata da ARZ, risulta corrispondere ai calcoli pubblicati da ARZ. La calza esterna del RG8 diventa il conduttore radiante. Il condensatore variabile originale defunge dopo qualche prova con piu’ di 5 Watt. Inizia la caccia al variabile di sintonia. I diversi modelli provati sono ingombranti e mostrano conveniente la modifica dell’arrangiamento: il loop di accoppiamento in alto, con il cavo di alimentazione che scorre verso il basso ben centrato. Altro particolare degno di nota e’ la posizione del variabile: essendo ingombrante si e’ provato il montaggio sia interno che esterno al loop. Interno OK, mentre esterno provoca instabilita’ generale nella sintonia oltre che a rendere difficile il funzionamento di un motorino di telecomando. di I5NZR Una cosa non é esatta in quello che dice AGZ. Non fui io a portar via di casa sua quella “cosa”, anche se ne conoscevo già l’esistenza. Alessandro una sera venne a casa mia con quel trespolo e lo appoggiò sul tavolo vicino agli apparati. Lo collegammo ad un apparato e cominciammo a provarlo in ricezione in 14 Mhz., poi andò via lasciandolo dove lo aveva posato e dicendo che se ritornava casa con quello, la moglie lo buttava fuori di casa: La moglie di Alessandro non è cattiva, ma se andate a casa sua e vedete da dove trasmette, allora capite. Ebbene, il trespolo restò qualche giorno inoperoso, giusto il tempo di rileggermi qualcosa che in quel periodo era uscito sull’argomento e di ricercare anche qualcos’altro che avevo visto prima. Cominciai a far ascolto con quel coso, convincendomi sempre più che la faccenda poteva essere interessante. Una sera, in presenza di forti segnali CW in gamma 20 metri non seppi resistere. Collegai l’antenna al TX tramite un deviatore che mi permetteva di andare anche sulla tre elementi: Regolai l’uscita per 1 W sulla Yagi. Commutai di nuovo e cercai la miglior ricezione sulla loop. Aspettandomi di vedere un lampo premetti il tasto. Non successe niente ed il rosmetro segnò un poco meno di 3 di SWR. Forse fu proprio il fatto che il ROS non era troppo alto a spingermi oltre. Un tentativo di spostare manualmente la sintonia del variabile fece diminuire leggermente il ROS. Un successivo tentativo mandò l’ago dello strumento fondo scala. Indietro e avanti piano piano, non so quante volte fino a che a un certo punto apparve ROS 1:1,2. 3 Khz sopra c’era un DL che arrivava forte, in QSO con non ricordo chi. Aspettai la fine del QSO e lo chiamai facendo il mio nominativo 3 volte con l’aggiunta del barrato QRP. Il rapporto che mi passò lo giudicai esagerato, poiché spesso si tende a dare rapporti migliori del reale alle stazioni QRP. Però fu incoraggiante. Nei giorni successivi continuai le prove anche su altre frequenze, con buoni risultati, specialmente in 10 metri, dove una sera collegai un VE3. Nelle bande più basse però non era possibile andare con quel variabile da ricezione, anche con 1 Watt. Una sera poi, sicuramente per la frenesia di correre dietro a qualcuno, non feci troppa attenzione alla potenza in uscita ed il variabile si disintegrò, con un grande odore di ozono nella stanza ed una gran paura di aver danneggiato il TX. Per fortuna la potenza non doveva essere poi molta. A quel punto fu d’obbligo un raid a Viareggio dal mercante di robe vecchie, da dove ritornai con due variabili a farfalla di 50 e 100 pf con una spaziatura tale da reggere parecchia potenza. Il problema che si presentò fu come inserire il variabile nella struttura. La soluzione fu quella di fissare i variabili (furono usati alternativamente entrambi) su una tavoletta di legno e questa a suo volta sullo stelo centrale del trespolo all’interno del loop, in modo tale da poter congiungere i terminali dell’antenna con i reofori del variabile in uso. Un tentativo di porre il variabile fuori, fu subito abbandonato per diversi motivi, anche di stabilità meccanica, oltre che di sintonia.. Con i nuovi variabili la cosa divenne subito più semplice e fu possibile esplorare le gamme dei 10, 20 e dei 40 metri, anche se per questi ultimi c’erano grosse difficoltà, date dal piccolo diametro del loop. Però fu possibile aumentare la potenza e uscire anche in fonia. L’accrocchio così combinato presentava problemi di equilibrio statico, non si prestava ad un uso esterno e necessitava di continui ritocchi manuali della sintonia. Il passo successivo fu la motorizzazione del variabile:con relativo telecomando ed una differente disposizione dell’antenna. Infatti per tutte le prove era rimasta quasi sempre posata sul tavolo di lavoro o su una sedia. La dislocazione dell’antenna fu risolta appendendola con un pezzo di corda ad un gancio in un trave della stazione, in modo che volendo la si poteva anche........orientare sul miglior segnale. La soluzione migliorò le prestazioni dell’antenna, ma peggiorò motevolmente la libertà di movimento nella stazione di NZR. Per entrare e uscire bisognava abbassare la testa e guai a dimenticarsene. La motorizzazione del variabile ed il relativo telecomando richiesero più di un tentativo, poiché tutti i motorini che avevo a disposizione giravano troppo veloci ed anche tentando di arrestarli per tempo, l’inerzia della parte rotante del variabile, rendeva difficile la sintonia. Fino a che alla fiera di Empoli, su un banco di surplus trovai due motorini molto ridotti, che permisero di risolvere in gran parte i problemi di sintonia. Il telecomando del motorino fu risolto adottando un regolatore di giri per motori a corrente continua, trovato fra i kit di una nota marca. Questo dispositivo, munito di un comando per invertire la polarità della tensione sul motorino e di un potenziometro, permette di invertire la rotazione del condensatore variabile e di rallentarne ancora la velocità. L’antenna (a questo punto si merita proprio questa definizione ) è rimasta appesa al soffitto della stazione ed in uso quasi quotidiano per un bel po' di tempo, fino a che AGZ non si presentò di nuovo un giorno, di ritorno da una delle sue missioni, con un lungo spezzone di cavo (Helios ?) coassiale di 25 mm. di diametro. La cosa determinò l’uscita di scena di questa loop, poiché immediatamente fu posto mano a qualcosa di più..............140 cm. di diametro, possibilità di essere usata in 7 oppure in 10 e 14 Mhz a seconda del variabile in uso o dell’aggiunta di un condensatore fisso. Naturalmente il variabile e relativa motorizzazione furono cannibalizzati per la nuova realizzazione, che non è stata la sola. Ma questa è un’altra storia. Dimenticavo di segnalare che il condensatore fisso in aggiunta ai variabili è stato autocostruito, realizzando un wafer, costituito da due rettangolini di lamierino di rame, separati da uno strato di mica, di quella che viene usata per i forni a microonde ,il tutto tenuto ben stretto fra due strati di plexilglass con viti di nylon. Pf. 97, isolamento 8 Kv. Avevo provato anche con la vetronite con doppia faccia ramata e con il cavo RG/213, ma queste soluzioni hanno presentato tutte problemi di isolamento. L’antenna originale realizzata da IZ5AGZ Alessandro è stata demolita, ma ne è rimasto integro il loop principale ed il relativo loop di alimentazione. Quindi, se a qualcuno venisse in mente di fare qualche prova, si faccia avanti. Da allora in poi il contagio della loop si è protratto nel tempo ed ogni tanto ha avuto dei momenti di virulenza con questi risultati ♣ Bibliografia: “Indoor loop aerial for short waves”, S. Mukherjee, da ELECTRONICS & WIRELESS WORLD, april 1985. ♥ “Antenne loop di piccole dimensioni per ricetrasmissione in bande HF”, Roberto Craighero I1ARZ, R.R. agosto, ottobre e novembre 1995.