I bianca - Chiarelettere
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I bianca - Chiarelettere
ce vi il r Ma Travagl co i o Gullotta o fa te no Sarcine ve Sa ll i S o Nigro Enz ISBN 978-88-6190-303-6 rio Raimon 23,60 do ROBA DA fotoromanzi! x Paiella Ma Lillo Is ter et Le i i alla new ivit sl cr ANTEP R ROBA DA fotoromanzi! ib ro IMA pr im il o ca gn pitolo di o il Solen gh lio Stefano Disegni vi e rice l Tu Stefano Disegni SPECIAL GUESTS... d primo capitolo I cinefotoromanzi del Misfatto riuniti in una raccolta esilarante. Imperdibile per chi ama la satira, toccante per chi ama il cinema. rmi o un attimo per cambia Nooo! Mi sono voltat ato rub no han petta e mi le batterie della pom a! ciato a fare la guardi il Governo! Ti avevo las nte! solo non so fare nie Ma papi, lo sai che da to det ha o, ivat Quello è arr afiotto volante”! “Alfano, guarda, un cat no non c’era più! ver go mi sono voltato e il ???... !!!... Ma papi, perché non posso giocare col trenino… SONO sul più bello , quando è pieno di immigrati E gli do fuoco… Hardcore. Sotterran ei. Grazie, Cl arice, add io. MA CHE dice , ‘sto matto … hardcore… ar còre… no mica è rom , ano… ar co re… Ci sono ! NO MAi STATO SAi, KENNEDY, iO NON SO EMA Di WiLDER? COMUNiSTA... Ti PIACE iL CiN Ma che fai, parli con un ta? pallone? Pensi che ti sen nessuno... o, non mi ha mai cagato Fa niente, sono abituat i alla new ivit sl cr ter et Is © 2012 Chiarelettere editore srl ib ro vi e rice ANTEP RIMA il pr im il o ca gn pitolo di o IMA ib ro Is vi e rice ANTEP R ter et i alla new ivit sl cr il pr im il o ca gn pitolo di o i alla new ivit sl cr RIMA ib ro vi e rice ANTEP ter et Is © 2012 Chiarelettere editore srl il pr im il o ca gn pitolo di o © Chiarelettere editore srl Soci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A. Lorenzo Fazio (direttore editoriale) Sandro Parenzo Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.) Sede:Via Melzi d’Eril 44, 20154 Milano ISBN 978-88-6190-303-6 Prima edizione: giugno 2012 www.chiarelettere.it BLOG/ INTERVISTE/ LIBRI IN USCITA Graphic design: Cristina Trovò i alla new ivit sl cr RIMA ib ro vi e rice ANTEP ter et Stefano Disegni Is © 2012 Chiarelettere editore srl il pr im il o ca gn pitolo di o ROBA DA fotoromanzi! i alla new ivit sl cr ter et Is © 2012 Chiarelettere editore srl ib ro vi e rice ANTEP RIMA il pr im il o ca gn pitolo di o Is ter et i alla new ivit sl cr ANTEP RIMA ib ro vi e rice pr im il o ca gn pitolo di o il ☞ © 2012 Chiarelettere editore srl LA MEMORIA - intervista ad Alvaro Zerboni 1 PERCHÉ I FOTOROMANZI - di Stefano Disegni 5 INDOVINA GHI VIENE A GENA 7 GRAN BURINO 15 IL SILENZIO DEGLI INDECENTI 23 VIALE DEL TRAMONTO 33 IL SESTO SENSO 43 CAST AWAY 55 SHINING 65 L’UOMO INVISIBILE 75 MINISTER’S LIST 85 FRANKENSTEIN 95 L’ESORCISTA 107 INTO THE WILD 117 THE OTHERS 127 LA MUMMIA 137 MATRIX 147 BLADE RUNNER 157 TERMINATOR 167 › i alla new ivit sl cr MA ib ro vi e rice ANTEP RI ter et Is ☞ © 2012 Chiarelettere editore srl il pr im il o ca gn pitolo di o LA VENDETTA DELLA MADONNA 177 IL SETTIMO SIGILLO 185 LADRI DI BICICLETTE 191 RAMBO 197 LA STRANA COPPIA 203 RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI... 209 THE TRUMAN SHOW 215 ESSERE JOHN VANARDI 223 KING KONG 229 IL PD È MIO E ME LO FACCIO IO! 235 i alla new ivit sl cr RIMA ib ro vi e rice ANTEP ter et Is © 2012 Chiarelettere editore srl il pr im il o ca gn pitolo di o La satira dovrebbe, come un rasoio ben affilato, ferire con un tocco che appena si veda o si senta. Mary Wortley Montagu Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile: a ben vedere, significa onorare gli onesti. Aristofane Il cinema è la vita con le parti noiose tagliate. Alfred Hitchcock i alla new ivit sl cr IMA ib ro vi e rice ANTEP R ter et Is © 2012 Chiarelettere editore srl il pr im il o ca gn pitolo di o © 2012 Chiarelettere editore srl Is ter et La memoria i alla new ivit sl cr ib ro vi e rice ANTEP RIMA il pr im il o ca gn pitolo di o Guardo Alvaro Zerboni e fatico a credere che abbia 87 anni. Il bell'uomo in formissima e molto spiritoso (i fotoromanzi contro l'invecchiamento?), che ha gentilmente acconsentito all'intervista che segue, è la memoria storica del fotoromanzo italiano fin dai suoi albori. Anzi, è colui che se li è inventati insieme ad altri pionieri di cui parleremo. Alvaro Zerboni, tu c'eri. Quando e dove sono nati i fotoromanzi in Italia? Nacquero nel 1947, a Roma in via Livorno, a casa di Ezio D'Errico, uno scrittore noto per i suoi libri gialli, uno che Camilleri ha definito “un genio rinascimentale”. D'Errico era un ufficiale dei Carabinieri che improvvisamente se ne andò a Parigi a fare il pittore. Fu poi sceneggiatore per la radio (la TV non c'era) e vinse addirittura il premio Pirandello. I genitori del fotoromanzo furono lui e un altro grande scrittore/sceneggiatore chiamato Stefano Reda. Il primo settimanale fu “Il mio sogno”, che poi diventò soltanto “Sogno” raggiungendo quasi subito una grande popolarità. E tu come ci sei entrato? D'Errico mi conosceva come disegnatore di fumetti, il mio primo lavoro. Nel 1946 disegnavo su un giornalino che si chiamava “Giramondo”. Io dal canto mio avevo letto i suoi libri, lo stimavo, in più sapevo che era un antifascista, quando c'era Badoglio aveva preso posizioni pubbliche, insomma mi era simpatico. Fu quasi naturale finire a lavorare con lui. Subito i fotoromanzi? No. Però quello era un periodo in cui l'immagine trionfava. La gente non leggeva molto, diciamo che preferiva “guardare le figure”. Né c'era la figura del fotoreporter con descrizioni fotografiche accurate dei fatti di cronaca nera soprattutto, che andava moltissimo. In quel momento spopolava “Grand Hotel” con i bei disegni di copertina di Walter Molino. Un'informazione popolare, appunto illustrata. Così D'Errico volle fare un quotidiano, “Lungotevere”, e io avrei dovuto disegnare fattacci di cronaca nera usando le mezze tinte, cercando di somigliare il più possibile alle fotografie. Però non arrivarono certi permessi e “Lungotevere” non uscì mai. Allora a ruota del successo di “Grand Hotel”, che con le sue illustrazioni già vendeva un milione di copie, fece “Sogno” e presero forma le storie raccontate per immagini, prima disegnate, poi fotografate. Altri che avviarono l'impresa? Sicuramente i fratelli Del Duca: Alceo, Cino e Mimmo. Vendevano porta a porta dispense di romanzi strappalacrime, la prima era gratis, poi la gente si abbonava. Degli spacciatori di pianto! Proprio. Nel corso di questo spaccio i tre fratelli si accorsero che si vendevano di più le dispense con le figure ed ebbero quindi l'intuizione vincente, che in realtà era molto facile da avere; era un'Italia ignorantella, in massima parte ancora rurale, la gente non leggeva, ma apprezzava le storie raccontate, specie il pubblico femminile, tra cui i principi azzurri col cavallo bianco facevano ancora la loro figura. Così, mi riallaccio a quanto detto prima, nacque “Grand Hotel”, nel 1946. › 1 LaIMAmemoria ib ro vi e rice ANTEP R ter et Is © 2012 Chiarelettere editore srl i alla new ivit sl cr il pr im il o ca gn pitolo di o Ti dico solo che Cino Del Duca dopo qualche anno editava una trentina di pubblicazioni più due quotidiani, uno dei quali pubblicava 16 pagine di fotoromanzi ogni giorno! imparando parole nuove e… congiuntivi giusti! Ma i primissimi fotoromanzi come erano fatti? Poi te ne sei andato in Argentina. Il fotoromanzo è nato da una mescolanza di foto e disegni. Se si voleva, che so, un terremoto o una prateria selvaggia, si ricorreva agli illustratori, c'era un bravissimo pittore, si chiamava Bongini, disegnava scenografie e a volte, nei racconti più esotici, anche i costumi, che venivano poi montati sul corpo dell'attore fotografato. Sì, imparato il mestiere, trascorsi cinque anni in Argentina realizzando e vendendo fotoromanzi interpretati da attori argentini che lì divennero famosi. E alla fine la Lancio, altro grande editore di fotoromanzi, per cinque anni, dal 1959 al 1963, pubblicò solo fotoromanzi fatti da me a Buenos Aires. M'ero professionalizzato: lavoravamo in un set vero, con fotografi professionisti e piazzato luci. Insomma andavamo bene. Però in Argentina la tecnologia di stampa non era molto avanzata, il colore nei fotoromanzi fu introdotto in Italia, finì che fu la Lancio a vendere i suoi fotoromanzi a me che li distribuivo in Argentina. Ma è quello che facciamo anche noi nei fotoromanzi del “Misfatto”! Sì, ma voi avete Photoshop, magari ce l'avessimo avuto noi. Allora si faceva tutto a mano lavorando di notte. Però dopo un po' ci furono più mezzi economici perché il genere tirava e si iniziarono a mettere su dei veri set e a scritturare attori professionisti. Recitarono nei fotoromanzi Vittorio Gassman, le sorelle Irma ed Emma Gramatica, Gina Lollobrigida e la Loren che allora si chiamava Sofia Lazzaro. Gli “studios” però erano ancora arrangiati: case di amici, case affittate, in campagna all'aria aperta improvvisando qualche ricostruzione. Se non sbaglio i fotoromanzi non erano visti di buon occhio. Non sbagli. Fotoromanzi e fumetti agli inizi, ma anche dopo, erano visti come il fumo agli occhi dalla cultura ufficiale. Erano considerati viatico di corruzione e ottundimento delle menti, specie quelle giovanili che per colpa loro si allontanavano dalla cultura “alta”. In realtà fotoromanzi e fumetti, che costavano poco in un mondo senza TV, ebbero una funzione importantissima: contribuirono all'alfabetizzazione degli italiani. In un Paese dove nessuno leggeva, almeno i dialoghi delle storie furono costretti a leggerli, 2 Già, la Lancio. Non ne abbiamo ancora parlato… La Lancio, forse la più famosa editrice di fotoromanzi in Italia e all'estero, nacque a Roma, in piazza Barberini, in un piccolissimo ufficio sopra ad un'agenzia di viaggi, si saliva tramite una scala interna. Chi avrebbe detto che avrebbe raggiunto tutta la popolarità che ha avuto… avevo venduto dei fotoromanzi portati dall'Argentina, ero a Roma e vidi in edicola questi, diciamo, cineromanzi, erano nient'altro che fotogrammi presi da film famosi montati insieme per raccontare la storia del film stesso, oggi li chiameremmo trailer, solo che erano su carta stampata. Mi piacquero e andai a trovare l'editore, ne nacque un'amicizia e una collaborazione, con la Lancio, appunto. Io, come detto, fornivo fotoromanzi con attori argentini, tra cui pure George Hilton che poi divenne un attore famoso. La stampa fece grandi progressi in Italia, migliorò la distribuzione, le pubblicazioni furono sempre più diffuse e dilagò il divismo. Certo dovevi pure incoraggiarlo un po'… i alla new ivit sl cr RIMA ib ro vi e rice ANTEP ter et La memoria Is © 2012 Chiarelettere editore srl il pr im il o ca gn pitolo di o Il finto James Dean Cioè? Era da poco morto James Dean. Un amico in Argentina mi dice che c'è in Brasile un ragazzo identico, un sosia. Lo faccio venire in Argentina e comincio a pubblicare articoli dal titolo È veramente morto James Dean?. Racconto di un misterioso ragazzo scovato in Brasile che non vuole farsi avvicinare, non vuole dire dove è nato e altri “indizi” del genere. Annuncio che il probabile James Dean arriverà il giorno tale. Prima del suo arrivo faccio fare dei volantinaggi, soprattutto nelle scuole femminili. All’arrivo, in aeroporto c'è una folla di ragazzine in delirio. Facemmo molti fotoromanzi con “James Dean”, gli comprammo una Porsche, divenne un divo. Poi impazzì, si convinse di essere davvero James Dean. Io fui roso dal rimorso finché non mi dissero che era guarito. Ne succedevano tante… anni ’70, c’era questo bravo ma poco gestibile cantautore livornese, Piero Ciampi. Cercavano di promuoverlo, mi chiesero di infilarlo in un fotoromanzo. Gli trovo una parte da protagonista, pure se era un po’ selvaggio, non mi pareva molto adatto. La notte prima degli scatti Ciampi riesce a farsi scazzottare in un locale da un tizio geloso e l’indomani si presenta con un occhio nero. Dovemmo fotografarlo sempre da un lato solo, la narratività ne risentì parecchio… Facevamo anche concorsi per “passare un giorno col divo preferito”… Come nello Sceicco Bianco di Fellini! Esatto. Federico era mio grande amico, ho lì una sua lettera autografa, mi piace pensare di avergli dato un po' di ispirazione… mi ricordo di questo attore, Nino Persello, un bel ragazzo. La vincitrice del concorso aveva mandato una foto… mendace. Quando arrivò alla stazione Termini la andammo a prendere, era veramente brutta, Persello voleva scappare, dovemmo trattenerlo… Censure? Il controllo era stretto, non come oggi. Niente politica, niente religione, non potevi mostrare convivenze, gay manco a pensarci. Era un'Italia molto cattolica, lo sapevamo e alla fine ci autocensuravamo preventivamente. Soprattutto era obbligatorio o quasi il lieto fine, le lettrici lo pretendevano, erano i loro sogni, non volevano delusioni. Mi permisi di variare un po' con Killing, un fotoromanzo sul genere Diabolik col protagonista in calzamaglia su cui era disegnato uno scheletro, che andava in giro ad ammazzare gente. Lì ci potemmo permettere qualche donnina discinta, ma non troppo. Me lo ricordo, Killing! Si notava che aveva un po' di panza… Quello italiano. Quello che ho fatto in Argentina era più magro. A proposito, chi è stato il divo più amato dei fotoromanzi italiani? Franco Gasparri su tutti. Credo fece pure tre film, ma quelli non se li ricorda nessuno. Se dovessi dire cosa ti è piaciuto di più di tutta l'esperienza? Sarà banale, ma il fatto di lavorare con persone in carne e ossa invece che con personaggi immaginari disegnati su carta. Quando iniziavamo e realizzavamo un fotoromanzo tra gli attori, i tecnici e chiunque ci lavorasse si creavano amicizie, rapporti, qualche amore che poi continuavano anche a fotoromanzo finito. Erano… scampagnate con atmosfere a volte molto caserecce, ci si divertiva parecchio. Alvaro, facciamo la foto insieme? Sì, ma senza battute, sennò è lavoro! Senza battute. Grazie. S.D. 3 i alla new ivit sl cr IMA ib ro vi e rice ANTEP R ter et Is © 2012 Chiarelettere editore srl il pr im il o ca gn pitolo di o vi e rice ANTEP RIMA ib ro Perché i fotoromanzi i alla new ivit sl cr ter et Is © 2012 Chiarelettere editore srl il pr im il o ca gn pitolo di o Quando è iniziata la mia avventura da Direttore del “Misfatto”, inserto di satira de “il Fatto Quotidiano”, ho pensato che sarebbe stato bello offrire ai lettori qualcosa di diverso dalla satira disegnata e scritta che pure sono l'ossatura di qualsiasi foglio che voglia degnamente svolgere la funzione di “castigare ridendo mores”, come diceva quello. Il fotoromanzo è stata la risposta immediata. Io i fotoromanzi li ho sempre amati. Li trovo surreali, con quella fissità nei volti degli attori tesi a ottenere in una sola posa la massima espressività. Il cinema, però con un solo fotogramma alla volta, meditato e scelto, eletto momento-simbolo di un'intera azione drammatica. E poi l'innegabile fascino vintage che emanano, almeno per me: un linguaggio giunto fino a noi da anni remoti, dal dopoguerra addirittura, o dagli anni '70, con quei racconti e quelle immagini, un po' burini per la verità, ma tenerelli come la foto della Giulia Super di mio zio con la coda del Tigre attaccata all'antenna. Un mondo di giornali da leggere dal barbiere in attesa di essere scotennati come skinheads ante litteram (i caschetti alla Beatles erano roba marziana) e di cugine più grandicelle che sognavano Franco Gasparri in attesa di scodellare figli per qualcuno che a Gasparri non avrebbe somigliato nemmeno un po'. Paolo Cucci Ho voluto poi mescolare i fotoromanzi del “Misfatto” con un'altra mia vecchia passione, il cinema. Parlare di politica e costume facendo il verso a film famosi, di cui il popolo ricordasse scene e dialoghi, era troppo allettante e divertente, oltre che parassitariamente confortevole: essendo le storie già strutturate, si trattava solo di ripercorrerle piegandole all'esigenza narrativa del momento. Ho scritto le sceneggiature e i dialoghi dei fotoromanzi qui raccolti, ma la loro realizzazione non sarebbe stata possibile senza il contributo della redazione del “Misfatto”, nelle persone di Paolo Aleandri, Francesca Piccoletti, Riccardo Cascino e Cristina Trovò che quasi ogni settimana mutavano le loro funzioni redazionali in quelle di attori, scenografi e costumisti. Un grazie anche a Francesco Spinucci, fotografo per molti dei fotoromanzi qui raccolti e a Paolo Cucci, il Mago del Photoshop, l'uomo dalle manine d'oro che si è fatto il mazzo più di tutti elaborando e trasformando una per una centinaia di foto. E ora, prego, accomodatevi, in questa cronistoria fotosatirica di un’Italia recentissima e in molti casi, purtroppo, ancora attuale. STEFANO DISEGNI Riccardo Cascino Francesca Piccoletti Paolo Aleandri Cristina Trovò Francesco Spinucci 5 i alla new ivit sl cr ter et Is © 2012 Chiarelettere editore srl ib ro vi e rice ANTEP RIMA il pr im il o ca gn pitolo di o © 2012 Chiarelettere editore srl i alla new ivit sl cr RIMA ib ro vi e rice ANTEP ter et Is A N E G A E N IE V I H G INDOVINA il pr im il o ca gn pitolo di o L’uomo nero... … imperversava. O l’uomo brutto, se preferite. O l’uomo che parla come un comico d’avanspettacolo degli anni ’50. Ma sì, La Russa, chi altri? Eccolo lanciarsi in una bella dichiarazione in difesa dei bombardamenti sull’Afghanistan (ma non si faccia confusione, erano bombe di pace, quelli che saltavano in aria invece di lamentarsi dovevano essere contenti e andarsi a raccattare le gambe cantando invece di fare i piagnoni, ’ste femminucce, ai tempi del Duge non sarebbe successo). Eccolo prendere a calci un giornalista che gli fa domande scomode: mica calcetti, belle pedatone negli stinchi finché non se ne va, quel finocchio. Eccolo sbraitare come uno scalmanato contro uno studentello ingiungendogli romanamente di tacere (“Muto! Devi stare muto!”) altrimenti, ragazzino, mi tocca chiamare le squadracce e menarti venti contro uno, come ai bei tempi littori. La Russa, un uomo, digiamo, diverso dagli altri, dai normali. Uno cui forse non dareste in moglie vostra figlia, razzisti che non siete altro. 7 INDOVINA GHI VIENE A GENA INDOVIN i alla new ivit sl cr INDOVINA IMA Papà, ora ti prego, stai calmo e sii gentile con lui! ib ro vi e rice ANTEP R ter et Is © 2012 Chiarelettere editore srl il pr im il o ca gn pitolo di o NON HO MAI MANGIATO NESSUNO, IO! n i l p plon! Eccolo! Papà, sii buono, ti prego, ti prego, ti prego! Io lo amo! Lui no, lui è buono, anche se... MA CERTO. È CHE NOSTRA FiGLiA È PREOCCUPATA, iL SUO NUOVO FiDANZATO È... È... CiOÈ È DiVERSO DA... Certo, come no... amavi pure il tossico che ci vomitava nell'acquario e il travesta in borghese! anche se? Anche se... insomma, non è come noi e sai, i pregiudizi... la gente è ignorante... 8 INDOVINA GHI VIENE A GENA INDOVINA © 2012 Chiarelettere editore srl ib ro pr im il o ca gn pitolo di o il no... ANT Buonaseera a duddi! mi sono bermesso EPRIMA guesdo omaggio floreale. Li ho bresi il 25 abrile sulla domba di Bredabbio, ne avevo gombradi drobbi, digiamogelo! vi e rice È negro? i alla new ivit sl cr ter et Is GHI VIENE A GENA INDOVINA GHI VIEN cinese? no... Arabo? no... Rumeno? Barese? Guardate che mica sono razzista... chi è 'sto tizio? Ma dove cazzo l'hai trovato questo! È il peggiore di tutti! Papà! Meno male che non eri razzista! Non si può guardare né sentire! Ma è mai stato nella civiltà? Tu-capire-mia-lingua? › 9 A GHI VIENe a gena indovina ghi vie SPECIAL GUESTS... ib ro MA l Tu Solen gh lio Le i r Ma Travagl co i o Gullotta o o Nigro Enz no Sarcine ve Sa ll i fa te ISBN 978-88-6190-303-6 rio Raimon 23,60 do ROBA DA fotoromanzi! x Paiella Ma Lillo S il pr im il o ca gn pitolo di o Stefano Disegni vi e rice ANTEP RI ter et Is i alla new ivit sl cr Stefano Disegni ROBA DA fotoromanzi! I cinefotoromanzi del Misfatto riuniti in una raccolta esilarante. Imperdibile per chi ama la satira, toccante per chi ama il cinema. rmi o un attimo per cambia Nooo! Mi sono voltat ato rub no han petta e mi le batterie della pom a! ciato a fare la guardi il Governo! Ti avevo las nte! solo non so fare nie Ma papi, lo sai che da to det ha o, ivat Quello è arr afiotto volante”! “Alfano, guarda, un cat no non c’era più! ver go mi sono voltato e il ???... !!!... Ma papi, perché non posso giocare col trenino… SONO sul più bello , quando è pieno di immigrati E gli do fuoco… Hardcore. Sotterran ei. Grazie, Cl arice, add io. MA CHE dice , ‘sto matto … hardcore… ar còre… no mica è rom , ano… ar co re… Ci sono ! NO MAi STATO SAi, KENNEDY, iO NON SO EMA Di WiLDER? COMUNiSTA... Ti PIACE iL CiN Ma che fai, parli con un ta? pallone? Pensi che ti sen nessuno... o, non mi ha mai cagato Fa niente, sono abituat