1. Analisi comparativa della simbologia
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1. Analisi comparativa della simbologia
Analisi comparativa della simbologia escursionistica in un campione di cartografia Introduzione Nel quadro del progetto sulla cartografia escursionistica finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e sviluppato d’intesa con il Club Alpino Italiano, il presente articolo riassume i risultati di un gruppo di ricerca 1 che ha effettuato un lavoro di analisi comparativa della simbologia utilizzata in un campione di trentuno carte escursionistiche2 italiane e straniere. Il fine della ricerca è valutare la presenza e la variabilità di espressione grafica di temi e simboli. L’assenza di uno standard di rappresentazione simbolica largamente condiviso dai produttori di cartografia escursionistica si riflette in una compresenza sul mercato di diverse e variegate tipologie grafiche. Il confronto è stato effettuato fra le legende escursionistiche3 di carte prodotte sia da enti pubblici che da imprese private. Come punto di riferimento si è presa la cartografia a scala 1:50.000 prodotta dalla Regione Emilia-Romagna. Partendo da questo termine di paragone, in un confronto che permettesse di constatare la validità delle scelte effettuate, si sono prese in considerazione le carte elencate qui di seguito. Caratteristiche del campione rappresentativo La scelta avrebbe potuto essere ovviamente assai più ampia. La produzione cartografica al servizio dei camminatori offre un panorama editoriale assai variegato e complesso. Il fine di un'analisi comparativa di questo tipo, tuttavia, non è quello di censire e di raccogliere tutto il materiale disponibile in un'imponente e poco maneggevole collezione di dati che illustri ogni diversità e ogni consonanza. Si tratta piuttosto di saggiare la diversità delle scelte che stanno alla base dell’allestimento della simbologia e contemporaneamente la possibilità di individuare qualche linea direttiva per un processo di standardizzazione d’uso. Si è ritenuto che un gruppo di circa trenta carte rappresentasse un equo compromesso fra la necessaria varietà esemplificativa e l’auspicabile contenimento delle tabelle di confronto ad una dimensione maneggiabile e visualmente comprensibile. La scelta, all’interno dell’assai più vasto panorama delle possibili produzioni cartografiche, ha risposto anche ad esigenze di attendibilità (cercando di orientare quindi la raccolta verso enti cartografici che producessero serialmente, e non episodicamente) e a criteri di assimilazione e di compatibilità, non solo a livello di scala impiegata, ma anche di continuità fra gli scenari geografici riprodotti (preferibilmente relativi ad aree montane e collinari, teatro privilegiato, anche se certo non esclusivo, dell’attività escursionistica). Per quanto riguarda la scelta delle realtà geografiche coinvolte nell'analisi comparativa, largo risalto si è dato all'Italia, cercando di raccogliere esempi da uno spettro sufficientemente vario di realtà geografiche montane. Quasi tutte le carte italiane analizzate sono prodotte da enti cartografici 3 DETLEF MUSIELAK DAVIDE PAPOTTI privati. Questo dominio del privato è dovuto al fatto che fra gli organi cartografici ufficiali della Repubblica Italiana (almeno quelli centralizzati statalmente, escluse cioè le Regioni) nessuno produce direttamente cartografia per l'escursionismo. Il confronto con altri enti istituzionali è avvenuto invece sul piano internazionale. Ci si è concentrati soprattutto sulla produzione cartografica riguardante l'arco alpino. Le Alpi rappresentano infatti un eclatante esempio di compresenza, all’interno del medesimo ambito fisicomorfologico, di diverse consolidate tradizioni di rappresentazione cartografica appartenenti a differenti entità statali. Al di là del contesto alpino, non si poteva ignorare l'ottima produzione di cartografia escursionistica dell'inglese Ordnance Survey, un ente cartografico statale da sempre assai attento alle esigenze dei camminatori, di montagna e non. E in ultimo, per confrontarsi con situazioni geografiche diverse per scala dimensionale e caratteristiche ambientali, oltre che con differenti tradizioni turistiche ed escursionistiche, si è presa in considerazione una carta statunitense. Per quanto riguarda l’arco temporale delle produzioni cartografiche analizzate, si è cercato di trarre esempi da un arco di tempo sufficientemente ampio da poter abbracciare diversi periodi di “politica di simbologia cartografica”, e, nello stesso tempo, sufficientemente compatto da non divenire un lavoro di comparazione storica. Il valore di uno spoglio comparativo delle carte Lo spoglio comparativo delle carte permette una visione “verticale” ed "orizzontale” delle diverse scelte che possono informare la produzione cartografica. In senso “verticale” perché si può osservare, ad esempio, l’effetto di “zoom” che produce il passaggio da una carta a scala minore (ad esempio 1:50.000) ad una carta a scala maggiore (1:25.000) o, viceversa, l’effetto di rimpicciolimento procedendo in direzione contraria. In senso "orizzontale" perché si può osservare facilmente come un medesimo tratto morfologico, o un simile insieme di dati, in questo caso re- lativi all’escursionismo, possa essere rappresentato in modi diversi e con differenti risultati. Il processo di relativizzazione che ne segue fa capire come ogni carta sia il risultato di una serie integrata e complessa di scelte che, fra le molte possibili, costruiscono, ad una ad una, lo “scheletro” cartografico di un prodotto. L’analisi comparativa mira a verificare la razionalità e l’efficacia delle scelte tematiche e dei criteri di rappresentazione adottati, nella fattispecie quelli relativi alla simbologia per l’escursionismo. Difficile rimane individuare immediatamente una "simbologia ideale", ma nondimeno l'approccio comparativo può mettere in tavola pregi e difetti della variegata gamma di scelte possibili, rendendo perlomeno qualunque scelta significativamente ponderata e conscia. L’idea dello spoglio comparativo delle carte, e relativa riflessione sulla possibilità di creare uno standard di simbologia, si basa su due motivazioni complementari: si ritiene che da una parte una certa uniformità grafica gioverebbe ai produttori di cartografia come punto di riferimento, dall’altra essa sarebbe assai utile ad una figura di escursionista “curioso” e mobile sul terreno, che affronti perciò diversi contesti territoriali nella pratica della disciplina e possa così apprezzare una coerenza grafica che non costringa ogni volta a ricostruirsi un “alfabeto simbolico” di riferimento. TABELLA RIASSUNTIVA DELLE CARTE ESCURSIONISTICHE ANALIZZATE Denominazione Sigla Scala Alto Appennino Forlivese Lago di Garda-Monte Baldo Appennino Romagnolo - Est Prealpi e Dolomiti Bellunesi Bassano del Grappa- M.Grappa Ortlergruppe-Gruppo d’Ortles Carta sentieri e paes.prov. PA Tra l’Arno e il Tevere Dolomiti Ladine Monte Catria Monte Bianco-Courmayeur I I I I I I I I I I I 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 1:50.000 1:50.000 1:50.000 1:25.000 1:25.000 1:25.000 1:50.000 1:25.000 1:25.000 1:25.000 1:25.000 Gmunden Gardasee-Lago di Garda Deferegger Alpen-Lasörling A1 A2 A3 1:50.000 1:50.000 1:50.000 Nufenenpass CH 1 1:50.000 Mangfallgebirge Ruhpolding Rheingau Aachen-Jülicher Börde Rhein-Sieg-Kreis Brentagruppe D D D D D D 1 2 3 4 5 6 1:50.000 1:25.000 1:25.000 1:50.000 1:50.000 1:25.000 La Clusaz - Grand Bornand Gavarnie – Néouvielle Senez Vanoise Corse du Nord F F F F F 1 2 3 4 5 1:25.000 1:25.000 1:25.000 1:50.000 1:50.000 Penrith, Keswick, Ambleside Yorkshire Dales, West. Area Padstow & Wadebridge GB 1 GB 2 GB 3 1:50.000 1:25.000 1:25.000 Primorje in Kras SL 1 1:50.000 Grand Canyon National Park USA 1 4 scale Istituto produttore Italia Regione Emilia-Romagna Kompass-Ist.Cart.Fleischmann Istituto Geografico Adriatico Tabacco Kompass-Euroedit Mapgraphic Ordis Selca Geografica Litografia Artistica Cartografica Istituto Geografico Centrale Austria Bundesamt für Eich- und Vermessungwesen Freytag & Berndt Heinz Fleischmann&MairGmbh Svizzera Bundesamt für Landestopographie Germania Bayerisches Landesvermessungsamt Bayerisches Landesvermessungsamt Hesschiches Landesvermessungsamt Landesvermessungsamt Nordrhein-Westfalen Landesvermessungsamt Nordrhein-Westfalen Deutscher Alpenverein Francia Institut Géographique National Institut Géographique National Institut Géographique National Didier Richard Institut Géographique National et Didier Richard Gran Bretagna Ordnance Survey Ordnance Survey Ordnance Survey Slovenia Geodetski Zavod Slovenije Stati Uniti Rand McNally 4 Luogo produz. Anno Bologna Gardolo (TN) Longiano (FC) Feletto (UD) Gardolo (TN) Appiano (BZ) Piacenza Firenze Terlano (BZ) Firenze Torino 1997 1997 1998 1991 1997 1983 1994 1996 1989 1996 1989 Wien Wien Innsbruck 1989 1985 1983 Wabern 1972 München München Wiesbaden Bonn Bonn München 1994 1972 1978 1997 1997 1988 Paris Paris Paris Grenoble Paris-Grenoble 1992 1980 1987 1993 1978 Southampton Southampton Southampton 1994 1994 1994 Ljubljana 1992 Chicago (IL) 1998 Categorie di simboli e modalità grafiche di rappresentazione Una primaria distinzione per i segni puntiformi è fra simboli geometrici (semplici o combinati) e simboli figurativi. I primi si rifanno a forme grafiche geometriche ed astratte cui viene assegnato in legenda un significato simbolico, senza la necessità di una connessione visuale fra apparenza grafica del segno ed aspetto del referente reale sul territorio. Il segno può essere semplice (un triangolo, un cerchio, una croce) oppure composto (due cerchi concentrici, un cerchio e una croce, ecc.). I simboli imitativi si basano invece su un potere associativo ed evocativo: il simbolo, cioè, richiama nella sua stilizzazione l'aspetto dell'elemento territoriale cui corrisponde (un disegno schematico di una casa per indicare un rifugio, una goccia d'acqua per indicare una sorgente, ecc.). L’efficacia grafica di un simbolo dipende da tre principali caratteristiche di base: a) la sua immediatezza comunicativa, legata alla sua riconoscibilità formale e cromatica; b) la sua originalità grafica, cioè le caratteristiche visuali che lo differenziano dagli altri segni e ne caratterizzano l'immediata distinguibilità ed il potere associativo ed evocativo; c) la sua flessibilità grafica, cioè la possibilità di intervenire sul suo aspetto con moduli di variazione che estendano le possibilità espressive del segno stesso attraverso un'articolazione di casistica quantitativa (diverse intensità dell'oggetto o del fenomeno da rappresentare) e qualitativa (diverse forme del fenomeno o dell'oggetto da rappresentare). Sestini (Cartografia 132-138) identifica cinque "modalità" o "variabili visuali" per differenziare la gamma della simbologia cartografica: 1) la forma: per rappresentare diverse realtà si può fare ricorso a diverse forme geometriche semplici: un cerchio, un quadrato, un triangolo, una stella, una croce, ecc.. La distinzione fra i simboli è effettuata attraverso apparenze di forma diversificate; 2) la dimensione: mantenendo la medesima forma simbolica, si può variarne la grandezza grafica, sia per differenziare il significato simboli- co che per suggerire serie quantitative crescenti o decrescenti; 3) l'orientamento: la medesima figura grafica può assumere diversi significati a seconda dell'orientamento (una freccia, ad esempio, con il vertice in alto, in basso, a sinistra o a destra), o indicare diverse varietà qualitative dello stesso fenomeno (direzioni prevalenti del vento, ad esempio); 4) l'intensità (o "valore" secondo la terminologia introdotta da Bertin; cfr. SESTINI, Cartografia 133) fa affidamento alla diversa incisività grafica del disegno, nello spessore dei tratti o nella loro frequenza; 5) il colore può rappresentare un'ulteriore categoria differenziante. Il medesimo simbolo, ma con diverso colore, può assumere diversi valori e rappresentare differenti variazioni quantitative o qualitative dello stesso fenomeno. Tutte queste categorie possono poi incrociarsi in differenti combinazioni, ed in questo modo assicurano all'alfabeto simbolico della cartografia un alto gradiente di variabilità e di flessibilità applicativa. Il problema della terminologia L'allestimento di una legenda esplicativa della simbologia coinvolge non solo un’approfondita riflessione metodologica relativa alla prima delle colonne grafiche di riferimento, quella dei simboli grafici, ma anche un'attenta considerazione delle scelte lessicali nella colonna di spiegazione verbale. L'utilizzo di parole come "bivacco", "rifugio", "rifugio non gestito" si basa su conoscenze condivise di prassi escursionistica ma può talvolta abbisognare di ulteriori spiegazioni testuali. L'utilizzo di un termine innesca automaticamente un processo di decodifica informativa che gioca un ruolo importante nella fase di programmazione e di organizzazione (sia a tavolino sia "sul campo") della pratica escursionistica. Se nella simbologia si parla di "bivacco", ad esempio, si comunica al lettore ed utente della carta una specifica aspettativa di quello che si può trovare in 5 loco. Ancora più delicata la questione terminologica che riguarda la definizione di "sentiero difficile", "sentiero attrezzato", "via ferrata", ove la selezione di una simbologia influenza l'effettiva percorribilità e le scelte di itinerario degli utenti. Il problema della standardizzazione di un apparato simbolico per l'escursionismo riguarda dunque anche il "chiamare le cose con il loro nome", la necessità di utilizzare una terminologia comune e condivisa dagli esperti del settore come dagli utenti, per una massima chiarezza interpretativa dei segni. Esistono poi problemi grafici di indicazione della componente testuale della cartografia, relativi ai modi e alle tecniche di presentazione dei toponimi (attraverso gli utilizzi di diversi caratteri e corpi di scrittura) ed alla loro attribuzione significativa a diverse classi di elementi, in modo da rendere percepibile già nell'aspetto grafico l'appartenenza della denominazione ad una precisa categoria territoriale (nome di centro abitato, nome di montagna, ecc.). L’analisi dei segni escursionistici Partendo da una legenda simbolica definita (quella adottata nella serie cartografica a scala 1:50.000 prodotta dal Servizio Sistemi informativi geografici della Regione Emilia-Romagna, costruita su 29 simboli) sono state analizzate le varianti adottate da altri enti cartografici nella rappresentazione delle categorie prese come punto di riferimento 4 (v. fig. 1). Le differenti scelte di categorizzazione e di riproduzione grafica si fanno termometro del gradiente di diversità di una carta dal campione assunto come modello. Non si vuole in questo modo suggerire l'esistenza di un fattore di “devianza” da un modello preesistente: la “mappa ideale” rimane indisturbata nel mondo delle idee platoniche, e ognuna delle carte reali che si può materialmente prendere in mano rappresenta un tentativo di avvicinarsi ad una tipologia di rappresentazione cartografica che soddisfi la propria natura informativa nel migliore dei modi e che riesca contemporaneamente a proporsi in gradevole veste estetica. L'operazione comparativa non vuo- le dunque segnare sulla lavagna i “buoni” e i “cattivi” dell'aula di cartografia, ma proporre un test di “resistenza” dell’apparato simbolico attraverso l'accostamento. Il confronto fra le diverse scelte adottate consente un'operazione di sintesi comparativa di forte valore di immediatezza (v. fig. 2). Accade in un certo senso come se si potesse accedere ad un "supermarket" dei simboli, in cui le vetrine allestite propongono il confronto diretto fra i prodotti esposti. Come in un esercizio di vendita, non esiste un unico “prodotto” ideale, altrimenti tutti comprerebbero quello. La varietà serve a soddisfare diverse strategie produttive così come diverse esigenze del consumatore. E nondimeno si può fare un'analisi comparativa della gamma di offerta confrontando, senza obbligata necessità di assegnazione di un voto o di un giudizio, pregi e difetti. Per riflettere su questa estrema varietà si è adottato come strumento di interpretazione il “fattore di conformità”, cioè la coerenza simbolica fra le varie carte, in due significati complementari: la presenza di un segno specifico per un determinato elemento e la forma grafica del segno stesso. Analizziamo in sede preliminare i valori riportati nelle cinque colonne di dati numerici (v. tabella “Fattore di conformità”). Con “presenza del segno” si esprime la percentuale delle carte (sul totale di 31) in cui uno specifico elemento possiede un equivalente segno nella legenda (i valori sono arrotondati all’unità). Quando il fattore è uguale a 3, il simbolo compare nella sola carta della Regione Emilia-Romagna; quando il fattore è uguale a cento, il simbolo compare in tutte le trentun carte). Con “forma del segno: valore assoluto” si esprime la percentuale delle carte (sul totale di 31) che presentano lo stesso segno grafico adottato nella legenda della carta escursionistica della Regione Emilia-Romagna (identico per forma, intensità, orientamento, dimensione, colore; anche in questo caso i valori sono arrotondati all’unità. Di nuovo, se il valore è uguale a 3, il simbolo compare solo nella legenda della carta della Regione Emilia-Romagna). Con “forma del segno: valore relativo” si esprime la percentuale delle carte che presentano lo stesso segno grafico adottato nella legenda della carta escursionistica della Regione Emilia-Romagna calcolata non più sul totale di 31, ma sul numero, variabile di volta in volta, delle sole carte che contengono la specifica voce all’interno della legenda (escludendo dal computo, quindi, quelle che non lo riportano). Nella quarta colonna si esprime la percentuale, sul totale di 31, delle carte che riportano il segno relativo all’oggetto in questione non nella specifica legenda escursionistica ma nella Figura 1 - Simboli escursionistici della Regione Emilia-Romagna 6 Figura 2 - Confronto comparativo dei simboli della legenda escursionistica in un campione di 31 carte sola base cartografica, senza evidenziazione. Infine il valore espresso nella quinta colonna indica le varianti grafiche relative al simbolo in questione che compaiono nel panorama delle 31 carte (con variante grafica si intende ogni tipo di variazione). Senza entrare nel merito di ciascuno dei simboli, si proporranno qui alcune riflessioni sintetiche sulle problematiche che emergono da questa tabella e dall’analisi comparativa del materiale cartografico. I suggerimenti che ne derivano possono dividersi in due categorie che procedono in direzioni complementari: la prima relativa alle strategie di selezione “a monte” dell’allestimento della legenda per l’escursionismo, la seconda legata alle caratteristiche propriamente grafiche dei simboli. A latere del presente lavoro giace il problema del corredo iconografico e testuale di accompagnamento ad una carta. Accanto alla rappresentazione cartografica e alle sue legende interpretative, una carta escursionistica può presentare anche fotografie, disegni, schizzi, tabelle, testi esplicativi che tendono sia a completare il carico informativo che ad aumentare la piacevolezza grafica di lettura e di consultazione. Parallelamente occorrerebbe dunque considerare il problema della chiarezza e della coerenza nella presentazione dei cosiddetti dati sistematici ed editoriali, che comprendono: 1) denominazione; 2) quadro d'unione (o d'insieme, o comparativo) con la cartografia dei territori confinanti, con altre produzioni 7 cartografiche dello stesso editore o di altre case editrici; 3) anno di produzione della carta ed eventuale anno di aggiornamento (distintamente indicati); 4) costo (e indicazione del costo sulla carta stessa a tutela del consumatore); 5) tipo di confezione. In questa sede ci si limiterà ad alcune riflessioni scaturite dall’analisi della tabella comparativa. Riflessioni di strategia cartografica La “leggibilità” e “praticabilità” di una carta escursionistica (il suo essere userfriendly) dipendono, come si diceva in Fattore di conformità (f.c.) (simboli della legenda escursionistica delle carte della Regione Emilia-Romagna in confronto comparativo con 30 altri campioni di cartografia) Simbolo Sentiero segnato e numerato presenza del segno (%) forma del segno: val.ass. (%) forma del segno: val.rel. (%) presenza simbolo nella base topografica (%) Varianti di simboli 100 715 70 0 7 Sentiero con tratto difficoltoso 3 0 0 0 1 Sentiero con tratto attrezzato 52 32 62 0 4 Sentiero con tratto panoramico 29 16 56 19 4 Percorso su strada carrozzabile 81 3 4 0 14 Sbarra o divieto di circolazione 35 3 9 0 7 Punto panoramico 35 3 9 0 9 Anello di fondo 13 3 25 0 3 Percorso canoistico 6 3 50 0 2 Sorgente 74 3 4 0 15 Emergenza naturale o paesaggistica 9 3 33 0 3 Giardino botanico 6 3 50 0 2 Bene culturale isolato 13 3 25 0 3 Centro o nucleo storico 6 3 50 16 2 Toponimo storico 6 3 50 13 2 Rifugio gestito 13 3 25 3 3 Rifugio non gestito, ricovero d’emergenza6 58 10 17 0 20 Località con attrezzatura alberghiera 6 3 50 0 2 Ostello 48 3 7 0 8 Campeggio 84 3 4 0 21 Scuderia o ricovero cavalli 16 3 20 0 5 Area di sosta attrezzata 42 3 8 0 10 Parcheggio 32 10 30 0 6 Fermata bus 29 3 11 0 8 Ospedale 6 3 50 19 2 Farmacia 13 3 25 0 4 Parco o riserva naturale 68 6 5 6 15 Centro visita del parco 6 3 50 0 2 fase introduttiva, dal rapporto con la sottostante base topografica. L’allestimento di una legenda escursionistica standard deve necessariamente fare i conti con la diversità del sostrato topografico e per questo essa deve configurarsi come uno strumento flessibile ed elastico nelle singole applicazioni. Le caratteristiche geografiche e morfologiche della porzione di territorio rappresentata sulla mappa influenzano la legenda dei simboli escursionistici, in quanto tendono ad individuare delle priorità di rappresentazione cartografica. Per esempio, il simbolo relativo a “sentiero con tratto difficoltoso” sarà importante in una carta riguardante un contesto alpino di alta quota, meno strategico in una carta che rappresenta un ambiente collinare. Nondimeno nella legenda standard occorre prevedere a priori tutte le possibili caratteristiche ambientali e pertanto tutti i simboli che possano risultare necessari. Ma non sono solo le fattezze fisiche ad influenzare il significato e la “gerarchia” di importanza dei vari simboli. Anche i sistemi di gestione della rete escursionistica influenzano l’allestimento di una carta. Un esempio: la legenda delle carte escursionistiche della Regione Emilia-Romagna identifica sotto la voce “sentiero se8 gnato e numerato” la realtà caratteristica dei percorsi appenninici, che sono segnati sul terreno con un sistema standard e numerati secondo precisi accordi presi a tavolino. In altri contesti geografici, però, si possono trovare ad esempio sistemi di sentieri per l’escursionismo che non utilizzano una numerazione per identificare i percorsi, oppure dove i percorsi non sono segnalati sul terreno. L’automatica associazione fra “sentiero”, “sentiero segnato” e “sentiero numerato”, che funziona nell’ambito dell’Appennino toscoemiliano, può pertanto presentare difficoltà di applicazione altrove. Per “elevare” dunque una legenda di segni escursio- nistici verso un potenziale utilizzo standard applicabile in contesti geograficamente e amministrativamente differenti occorre lavorare per categorie simboliche in relazione univoca con l’elemento. Il potere comunicativo di una legenda è legato alla chiarezza dei termini impiegati per definire i singoli simboli. Nel caso, risulta auspicabile utilizzare brevi testi di spiegazione sull’esatta accezione del termine che si impiega in legenda. La chiarezza comunicativa di una carta, relativamente ai dati qualitativi (come la difficoltà di un sentiero), dipende dal gradiente di diffusione e d’uso delle categorie classificatorie impiegate (scale di difficoltà, partizioni di appartenenza, ecc.). Una simbologia standard dovrebbe di riflesso ispirarsi a valori e tipologie riconosciuti internazionalmente. I segni con fattore di conformità più alto (>50) rappresentano di fatto gli elementi forti della carta escursionistica: la segnalazione dei sentieri, dei loro tratti attrezzati, dei campeggi, delle sorgenti, dei rifugi e dei parchi si configura come uno scheletro portante. Intorno a questo “nocciolo” caratterizzante, il fattore di conformità grafica, cioè l’accordo sulla forma del segno in legenda, dovrebbe essere ancora più alto e calibrato. Il numero delle voci di una simbologia escursionistica dovrebbe essere preferibilmente ridotto, contenuto fra i quindici e i venti segni, sia per facilità di memorizzazione degli stessi da parte degli utenti che per evitare il sovraccarico grafico sulla carta. La legenda escursionistica standard dovrebbe concentrarsi su dati di primaria necessità, anche qualora questa scelta comporti l’esclusione, o il rimando testuale, di informazioni utili in chiave turistico-ricreativa (la panoramicità e la storicità di un itinerario, ad esempio). La specializzazione informativa della carta ai soli dati dell’escursionismo pedestre sembra poter facilitare sia la leggibilità che la coerenza tematica. La concentrazione settoriale evita il sovraffollamento simbolico e il sovraccarico informativo. L’uso della scala 1:50.000 risulta quantitativamente prevalente. Sembra adeguato l’utilizzo di riquadri a scala maggiore nel caso di particolare densità di informazioni da convogliare. L’indicazione delle infrastrutture per il trasporto pubblico (stazioni ferroviarie, fermate degli autobus e corriere, ecc.) è auspicabile non solo sotto il profilo della completezza informativa, ma anche di quello della educazione ecologica all’utilizzo di mezzi a minor impatto ambientale rispetto all’automezzo privato. Correlato a questo fattore è l’importanza delle segnalazioni di chiusura al traffico e di limitazioni alla circolazione. Il rapporto fra durata editoriale e completezza informativa sembra sconsigliare l’inserimento, nella definizione dei simboli, di dettagliate indicazioni relative alla gestione amministrativa (periodi di apertura e periodi di accesso) od operativa di infrastrutture ed esercizi (periodi di apertura di rifugi, ecc.). Sembra opportuno l’utilizzo di formule più generiche (quali “rifugio gestito stagionalmente”). A contraltare, è preferibile indicare, nonostante la “caducità temporale” del dato, numeri telefonici ed indirizzi cui potersi rivolgere per l’implementazione delle informazioni. Riflessioni di tattica grafica La necessità di standardizzare i simboli risulta evidente dalla notevole varietà dei segni utilizzati. La differenziazione, anche se magari ridotta a piccoli particolari o a leggere varianti, è elevatissima e rispecchia una sorta di “anarchia” grafica. Essa per di più coinvolge anche simboli apparentemente “universali” quali quelli indicanti la presenza di un campeggio, di un parcheggio, di un ospedale, ecc.. Nell’allestimento di una simbologia standard appare regola di buon senso la pratica di selezionare il simbolo che possiede maggior successo di utilizzo nel panorama editoriale contemporaneo. In questa fase si potrebbero adottare due criteri-guida leggermente divergenti: uno normativo, che indichi esattamente e nel dettaglio il colore, la forma, le dimensioni del simbolo, ed uno indicativo, 9 che autorizzi leggere varianti grafiche intorno ad un simbolo standard in funzione del contesto cartografico di applicazione (ad esempio, la presenza o meno del colore nella base topografica). L’utilizzo di cromatismi per i soli simboli escursionistici sembra definirsi come una caratteristica chiave della comunicabilità di una carta, e permette una differenziazione grafica efficace ed immediata. Talvolta (come nel caso del simbolo per le sorgenti) sembra auspicabile utilizzare come segno escursionistico il corrispondente simbolo topografico rilevato dalla coloratura. L’impiego del colore, tuttavia, necessita un accordo tipografico editoriale per assicurare un impiego standard, cioè un utilizzo coerente e regolare delle diverse tinte a disposizione (in modo che per evidenziare i sentieri, ad esempio, si impieghi sempre il rosso e non un altro colore). I simboli evocativi possiedono un’immediatezza comunicativa maggiore rispetto ai segni astratti e geometrici. Tuttavia è da considerare il fatto che i simboli imitativi occupano, dal punto di vista grafico, un maggiore spazio e per questo motivo rischiano di entrare in competizione con la base topografica e di “oscurarne” il portato informativo. Il loro utilizzo deve perciò rispettare un equilibrato compromesso fra le qualità visuali e comunicative dei simboli stessi ed il loro “ingombro” grafico. Il portato informativo legato ad informazioni “di contorno” e di “contestualizzazione” può essere veicolato da cambiamenti grafici nella presentazione dei dati topografici. Ad esempio, la “storicità” di un insediamento può essere evidenziata dalla variazione grafica del toponimo (in corsivo, in neretto, sottolineato). In questo modo non si carica ulteriormente l’aspetto visuale della carta (il toponimo apparirebbe comunque) ma si arricchisce di informazioni il panorama. Conclusioni Le riflessioni presentate fino ad ora delineano “conclusioni provvisorie” che non si propongono certo come “ultima parola” sulla questione della simbologia escursionistica: logica ed auspicabile continuazione del percorso intrapreso Estratto dalla "Carta escursionistica della Regione Emilia Romagna (riduzione dalla scala 1:50.000) 10 sarebbe una discussione allargata agli addetti ai lavori, di cui la Regione Emilia-Romagna e il Club Alpino Italiano potrebbero farsi promotori. Il fine di un gruppo di lavoro sul tema sarebbe quello di individuare e codificare, nell’ambito della cartografia escursionistica, alcune norme di riferimento in merito alla scelta dei temi da rappresentare e delle modalità da adottare nella loro rappresentazione. In previsione di ciò è disponibile l’edizione integrale del lavoro di analisi di cui il presente articolo costituisce una sintesi essenziale. Nella versione completa i tematismi e i relativi simboli proposti dalla Regione Emilia-Romagna sono stati singolarmente considerati e analizzati. Note 1) La relazione qui presentata è redatta con il coordinamento di Rita Arcozzi e il contributo di Alessandro Geri. 2) Si intende qui per “cartografia escursionistica” quel tipo di cartografia espressamente rivolto al pubblico dei camminatori e che dunque esprime i temi di loro interesse. 3) Cioè relative ai soli dati propriamente “escursionistici” della carta. Nella maggior parte dei casi le carte presentano due legende distinte, quella relativa alla base topografica e quella relativa ai segni di maggior interesse per l’escursionista. 4) Anche all’interno di una serie editoriale coerente, come quella dell’Emilia-Romagna, composta di undici carte prodotte nella prima edizione tra il 1990 e il 1996, persiste comunque una variabilità “fisiologica” legata a fattori di affinamento editoriale in corso d’opera e anche, in minima parte, a casualità ed errori tipografici. 5) Si prende qui in considerazione il solo tratto grafico del sentiero, non calcolando le varianti nella forma numerica o alfabetica di classificazione del sentiero stesso. 6) Sei carte presentano simboli distinti per le due categorie; questo spiega in parte l’alto numero di varianti grafiche. Autori Bibliografia ALLETTO, Franco, Topografia e orientamento. Milano: Club Alpino Italiano Commissione Nazionale Scuole di Alpinismo e Sci-alpinismo, 1988. ARUTA, Luigi e Pietro MARESCALCHI, Cartografia: Lettura delle carte. Palermo: Libreria Dario Flaccovio Editrice, 1986. BERTIN, J., Sémiologie graphique. Les diagrammes - Les réseaux - Les cartes, Parigi: Mouton et Gauthier-Villars, 1967. CAPELLO, Carlo F., La lettura delle carte topografiche e l’interpretazione dei paesaggi. Torino: Giappichelli, 1968. CECIONI, E., Uso della carta topografica. Firenze: Istituto Geografico Militare, 1987, 3° ed., 2 voll. DETLEF MUSIELAK Istituto Geografico Adriatico Via Selve II 760, 47020, Longiano (FC) tel. 0547 665357 DAVIDE PAPOTTI Dipartimento di Geografia, Università di Padova, Via del Santo 26, tel. 049 8274090 email: [email protected] Gruppo di Lavoro RITA ARCOZZI Servizio Sistemi informativi geografici della Regione Emilia-Romagna tel. 051 284795 email: [email protected] IGMI, Segni convenzionali e norme sul loro uso: Cartografia alla scala 1:25 000 a 5 colori, Firenze: Istituto Geografico Militare Italiano, 1960. ALESSANDRO GERI IGMI, Segni convenzionali e norme sul loro uso: Cartografia alla scala 1:25 000 in nero e a 3 colori, Firenze: Istituto Geografico Militare Italiano, 1963. DETLEF MUSIELAK IGMI, Segni convenzionali per i fogli della carta d’Italia alla scala 1:50 000 e norme sul loro uso, Firenze, Istituto Geografico Militare Italiano, 1984. IGMI, Segni convenzionali per le sezioni della carta d’Italia alla scala 1:25 000 e norme sul loro uso, Firenze: Istituto Geografico Militare Italiano, 1995. M AC E ACHREN , Alan M., How Maps Work: Representation, Visualization, and Design. New York: The Guilford Press, 1995. SCHIAVI, Alessandro, Vademecum cartografico: Informazioni per l’analisi e la lettura delle carte geografiche e topografiche. Milano: Vita e Pensiero, 1993, 3° ed. SESTINI, Aldo, La lettura delle carte geografiche: con cenni sugli esercizi cartografici e sulla storia della cartografia. Firenze: Le Monnier, 1980, 11° ed. SESTINI, Aldo, Cartografia generale. Bologna: Pàtron, 1981. W OOD , Denis (con John F ELS ), The Power of Maps. New York: The Guilford Press, 1992. 11 Club Alpino Italiano, Sezione di Bologna Via Cesare Battisti 11 A, 40123 Bologna tel 051 234856, email: [email protected] DAVIDE PAPOTTI