FEDE E PROFEZIA BIBBIA E PREDICAZIONE IN SAVONAROLA E

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FEDE E PROFEZIA BIBBIA E PREDICAZIONE IN SAVONAROLA E
ASSOCIAZIONE LAICA DI CULTURA BIBLICA - NOTIZIARIO SEMESTRALE
Anno XXXI n. 1, Febbraio 2017
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB FIRENZE
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CONTO CORRENTE POSTALE N° 15769508
FEDE E PROFEZIA
BIBBIA E PREDICAZIONE IN SAVONAROLA E LUTERO
Convegno
organizzato
da Biblia,alle
Comunità
luterana
di Roma della
e Facoltà
valdese
Teologia,
Roma 12
-14 emaggio
L’assemblea
inizia regolarmente
ore 17.30,
in seconda
relazione
sul di
bilancio
consuntivo
2009
relativi2017
alle-
convocazione.
gati e Nella Ciurcina a quella dei Revisori dei Conti (si
Il
logo
ufficiale
scelto argomenti:
per celebrare il giubileo del- dei
fatti ealnon
di quello
delle
Sono
all’o.d.g.
i seguenti
allegano
verbale
le copie
di virtualità.
entrambi i D’accordo;
documenti).tutla Riforma pone al di sopra dell’immagine di doctor tavia si può proporre
una
storia
anche
di un aperta
bocciolo
3. La Presidente dichiara
la
Martinus
questa
«Amsulle
Anfang
a divenire fiore.
Per questo
motivo
e le relative
votazioni
su
1. Relazione
dellascritta
Presidente
atti- war das Wort», che non è riuscitodiscussione
entrambe
relazioni.
socio
vità dell’Associazione.
Guido
Consiglio
direttivo
mentre
nella parte bassa si legge «Luther Nuovo
2017, 500
le istanze
di riforma
presentilealla
fine delIl XV
secolo
e
2. Approvazione
del La
bilancio
pone due
quesiti:
perché catnon
Jahre
Reformation».
sceltaconsundell’incipit del vangelo
all’inizio di quelloZiffer
successivo
godono
nela)mondo
2010-2012
tivo
2009 ed(«In
eventuali
variazioni
al
sia stato
il corso di greco
di
Giovanni
principio
era la Parola»)
evidenzia la tolico contemporaneo
di unripristinato
forte interesse.
bilancio
preventivo
2010.
biblico;
b)
perché
sia
sostanziosa
centralità che nel mondo riformato ha la Parola. Dal Tra le figure dello scorcio finale del XVcosì
secolo
poste a
3.
Determinazione
della
quote
associala
differenza
tra
gli
introiti
Presidente
canto loro il nome di Lutero, la data e il numero degli cavallo tra storia e mito, primeggia quella di fraprevisti
Girotive per il 2011.
per il 2009 dal bilancio di previsione
Agnese Cini
Tassinario
anni
rimandano
alla
parola
Riforma.
Qui
cominciano
i
lamo
Savonarola.
L’accostamento
a
Lutero
è
precoce.
4. Dibattito e votazione sulle relazioni
e le effettive risultanze del bilancio
problemi.
È fuoredisuldubbio
che, se si contassero gliVice-presidente
anni Esso però è sempre
da ripensare
aspetti.
Qui
della Presidente
bilancio.
consuntivo.
La sotto
sociavari
Maria
Califano
in
modo
rigorosamente
storiografico,
nel
1517
nessuno,
ne
vogliamo
indicare
solo
due:
da
un
lato
la
centralità
5. Presentazione delle candidature
riprende il discorso sul corso di greco
Piero Stefani
aalle
cominciare
da Martin
Lutero, Vice
avrebbe immaginato della Parola e dall’altro
della d’inserirlo
profezia. Ritorcariche sociali:
Presidente,
biblico ile ruolo
suggerisce
tra le
Tesoriere
che
si fosse messo
in moto
un processo destinato a dar niamo al logo del attività
cinquecentenario
Riforma:
«In
Presidente,
Tesoriere,
Consiglieri,
previste daldella
protocollo
d’intesa
Alessandroprincipio
Badino era la Parola»;
Revisoriindeimodo
Conti,stabile
Probiviri
per serie
il trienrmato con
il MIUR
29 marzo
c.a.,
origine
a una
di Chiese cristiane
quella
della ilBibbia?
Molto
nio 2010-2012.
dislocandoli
in due sedi
Roma
Consiglieri
diverse
da quella cattolico-romana. La scelta del termeglio dire quellamagari
dell’evangelo
predicato.
In –Lutero
6.
Pausa
per
la
cena
e
votazione
delle
e
Milano
–
per
agevolare
la
partecipamine Riforma per indicare tutto il mondo protestante
il primato non spetta alla Scrittura in quanto tale. Tutta
Isabella Bergamini
cariche
sociali.
degli ointeressati.
socia Flora
è,
peraltro,
tardiva e risale, quasi certamente, alla
stola Bibbia, si trattizione
di Antico
di NuovoLaTestamento,
Giuliano Bertoni
7. Proclamazione
degli
eletti.
Giugni
chiede La
come
mai torna
non siviva
sia
riografia
protestante
ottocentesca.
è articolata tra legge
e vangelo.
Parola
parlato dei corsi di richiamo biblico.
Giancarla
Codrignani
Riforma e Controriforma sono categorie di origine quando è evangelo predicato. Gesù Cristo diviene allora
Ai ni di una più organica concatenaLa Presidente risponde che i corsi di
Paola Francalanci
storiografica
che hanno
assunto un sivalore simbolicopresente in tutte legreco
Scritture.
Anche
Girolamo
la
zione degli elementi
in discussioni,
biblico
non per
sonofra
stati
riproposti
evocativo.
In
definitiva
sono
diventate
espressioni
per
predicazione
è
la
forma
più
alta
per
riproporre
la
Bibbia
Laura
Pasquino
decide d’iniziare l’assemblea con la relaperché hanno sempre registrato pochisindicare
modi
diversi di
esseredacristiani.
vi è alla
comunità. Non
a caso
Savonarola
fuquindi,
l’ultimo
zione della
Presidente,
seguita
quella Da un lato
sime
adesioni.
Auspica,
chenel
si
Gioachino
Pistone
ildelprimato
della
Parola,
dall’altro
quello dei sacramenti mondo cattolico apossa
basare
la propria
predicazione
sul
Tesoriere
e dalle
relative
discussioni
trovare
una soluzione
nel lavoro
Giusi Quarenghi
amministrati
la mediazione
soprattutto
e votazioni. Laattraverso
presentazione
delle can- di un sacerdozio commento a interidlibri
el Cobiblici,
nsiglio D
irettivo codell’Antico
ngiunto con
Milka Ventura
didature avverrà
immediatamente
primadal Concilio Vatiil gruppo
misto Biblia
– MIUR previsto
ordinato
maschile.
Specie a partire
Testamento. A volte
l’espansione
è impressionante.
Il
delle II,
votazioni.
dal protocollo
appena
rmato.
Quanto
cano
molto è mutato anche nell’ambito della Chiesa libro del profeta Aggeo
è costituito
da soli
48 versetti;
Presiede l’assemblea,
come da
ai corsi di richiamo sull’ebraico biblico,
cattolica
romana cosicché
la Statuto,
Bibbia ha riconquistato
Collegio deimentre,
Revisorinell’edizione nazionale delle opere savonarola
Presidente
Agnese
Cini,
funge
da
sono
stati menzionati
a causa
della
centralità sia nella liturgia sia nello studio. La struttura
liane, le Predichenon
sopra
Aggeo
si estendono
per oltre
dei conti
Segretaria-verbalizzante
Pasqualina
malattia
del
responsabile,
Paolo
De
di base non è però mutata, l’asse portante per la Chiesa cinquecento pagine. Ciò si spiega in virtù della paragoCuoco. L’assemblea su proposta della
Benedetti, ma si spera che possano
Nella
Ciurcina
cattolica
imperniato
Presidenteromana
nominaresta
tre scrutatori
persul
le sacerdozio ordi- nabilità tra la comunità
esseregiudaica
ripresi al postesilica
più presto. Ilsollecitata
Tesoriere
Ferruccio
Fontanella
nato.
Nel
mondo
evangelico
dal
canto
suo
si
assiste,
a
ricostruire
il
tempio
e
la
città
di
Firenze tra
chiamata
a
votazioni: Giorgio Leoni, Elisabetta
chiarisce che la differenza
il prevenattualmente,
a una
proliferazione
di Chiese non storiche diventare una specie
Gerusalemme.
Il riferiMenini, Giulio
Sica.
Essi procedono
tivodie nuova
il consuntivo
2009 giustamente
(si
pensi alla crescita
esponenziale
dei Pentecostali)Probiviri
a mento ci introducerilevata
a punto
del confronto
immediatamente
al conteggio
degli
dalcruciale
socio Ziffer
dipendefra
in
cui
ben diritto
poco importa
che avvenne nella Germa- il frate domenicano
e l’ex monaco
agostiniano:ritardo
per il
aventi
al votodi quel
che risultano
massima
parte dall’eccessivo
Rosetta Mazzone
in totale
104secolo.
(58 di persona e 46 per
contributi
pubblici
nia
del XVI
primo la profezia nell’erogazione
riscopre la sua dei
antica
vocazione
poGiuseppe
delega). Essendo
in seconda
convocaper gli
eventi dasulla
realizzare.
Celebrare
cinquecento
anni della
Riforma implica muo- Ricaldone
litica di presentarsipromessi
tanto come
un giudizio
storia
zione,inl’assemblea
è validamente europea.
costi- Non c’è
La risanare
Presidente
notare che,
peraltro
Daniel
versi
un’area eminentemente
nulla Vogelmann
quanto come via per
la fa’
convivenza
civile,
per
tuita
e
può
deliberare
su
tutti
gli
argotutte
le
attività
programmate
al
di male a farlo, specie in un momento in cui l’Europa il secondo la libertà del cristiano riguarda l’uomono
intementi
all’o.d.g..
2011
sono
state
realizzate,
o
sono
in
ha un forte bisogno di guardare alla propria storia al riore, spirituale e nuovo. Tuttavia occorre fare i conti
1. La Presidente legge la sua relazione
corso di realizzazione. Poiché l’attività
fine di affrontare il suo problematico domani. Pensare anche con l’uomo esteriore, corporeo e vecchio; da qui
sulle attività dell’associazione (se ne allega copia al pre- per il 2012 è ancora tutta da programmare, la Presidente
storicamente
teoria all’assemblea
dei «due regni»
che tantolahapropria
incisoscelta
sul destino
sente verbale).significa occuparsi non solo di quello che la
propone
di esprimere
tra due
è2.stato
ma
anche
di
quello
che
avrebbe
potuto
essere
e
storico
e
istituzionale
della
Riforma
luterana.
Il Tesoriere, Alessandro Badino, procede alla lettura possibili temi del Convegno Nazionale: I – L’ironia nella
non fu. Si dirà che la storia si occupa del mondo reale
Piero Stefani
11
RELAZIONI SULLE ATTIVITÀ SVOLTE
VIAGGIO A CIPRO/ATENE
11-19/22 luglio 2016
ENCÒMI
Il nostro primo applauso a Agnese Cini
di Biblia presidente e fondatrice,
che i professor Cardini e Valentini
scelse (e mai scelta fu tanto felice)
per illustrare guerre, idee, destini
spirituali, complessa cornice
storica (da Bisanzio ai Lusignano,
a Venezia, poi a Genova, al Sultano
all’Anglo astuto, che per ottant’anni
e più resse quest’isola incantata
senza produrvi – in fondo – troppi danni,
fino all’indipendenza conquistata…);
ma qui mi fermo: temo che m’inganni,
in questa intensa e ultima giornata,
del tempo una distorta percezione
(e certo il profittar dell’attenzione
vostra non è opportuno né cortese).
Meglio che spazio qui ai ringraziamenti
a chi questo viaggio a Cipro rese
pieno di inobliabili momenti:
a Olga e a Fabio, che tra antiche chiese
e scavi e icone e luoghi sorprendenti
per bellezza ci trassero per mano…
un applauso per loro e per Adriano!
Ma c’è una coda a questa filastrocca
Perché mia moglie (e c’era Elisabetta
testimone) mi ha detto: non è sciocca,
potrebbe andare, ma noi ci si aspetta
(come gruppo) un elogio… si, ci tocca…
Bisogna che anche questo tu ci metta…
Un po’ ho nicchiato, ma alfine ho obbedito
(rientra nel mio ruolo di marito!)
Del resto il gruppo elogio volentieri
del viaggio Biblia: è un gruppo straordinario,
ricco di competenze, di pensieri
elevati… Si, è un gruppo colto, vario
per esperienze, un gruppo i cui saperi
fanno crescere il nostro immaginario…
E del gruppo fa parte anche il Nipote
di Agnese: il nostro applauso egli riscuote!
Un nostro applauso (l’ultimo davvero)
Riserviamolo dunque al gruppo intero!
Alberto Moreni
2
SEMINARIO ESTIVO “IL VANGELO DI
LUCA: CANTICI E PARABOLE”,
Cortona, 25-29 agosto 2016.
Ci sono due buoni motivi per partecipare a un seminario estivo di Biblia su Luca a Cortona – oltre al fatto
che Biblia non fallisce (quasi) mai: e sono Cortona
e l’evangelista Luca. E poi i due “responsabili” del
gruppo: Guido Armellini e sua moglie Elisabetta, una
garanzia.
Come è uso dei seminari, questo corso, prevedeva due
visite della città e dei dintorni: abbiamo visitato la città “ideale” di Pienza, Montepulciano (dove abbiamo
pranzato a base di pici al sugo fatti a mano e per innaffiare il tutto bottiglie di Montepulciano – l’avanzo
del quale è stato prezioso per celebrare una messa …)
e preso il battello sul lago Trasimeno fino all’Isola
Maggiore, famosa per i suoi merletti. Il gruppo completo era costituito da una trentina circa di persone. Chi
scrive, che da tempo ha superato gli anta, era tra i più
giovani: segnale non incoraggiante per chi si occupa di
diffusione di cultura biblica, ma neppure trascurabile.
Casa Betania (dove risiedevamo), a dieci minuti dal
centro storico di Cortona, nonostante sia stata per alcune sue caratteristiche non del tutto adatta alle esigenze del gruppo, offriva una vista spettacolare sulla val
Chianina: dall’ampia terrazza si poteva arrivare con lo
sguardo fino al Trasimeno. A parte ovviamente la visita
libera alla città nei tempi liberi (l’Annunciazione del
Beato Angelico del Museo diocesano basterebbe da
sola a giustificare una visita a Cortona!), sabato pomeriggio abbiamo visitato l’abbazia di Farneta e le tombe
etrusche del Melone II. La guida è stata di una squisita
gentilezza e sapienza; l’assessore al Turismo di Cortona, Albano Ricci. Nei giorni del seminario in città, si
svolgevano almeno un paio di eventi che hanno attirato
l’attenzione di alcuni soci: una mostra di fotografia
di livello internazionale alla Rocca, e un’altra mostra
sulla scrittura etrusca (con la cosiddetta “mummia”,
che poi è una benda, di Zagabria, non facile vedere se
non recandosi in loco).
Gli argomenti del seminario erano due, tra loro collegati, almeno fino a un certo punto: «Vangelo di Luca:
cantici e parabole». Il problema di questo tipo di seminari è il livello dell’uditorio: occorre saper coniugare
una certa profondità del discorso (si suppone infatti
che i soci di Biblia non sentano nominare la Bibbia per
la prima volta) con la chiarezza ed eventualmente la
pazienza di riprendere i nodi più intricati da capo. Ed
è quello che ha fatto don Gianluca Carrega, docente di
Nuovo Testamento alla Facoltà teologica di Torino, e
Silvia Zanconato, neotestamentarista romana. Il primo
dopo un’introduzione generale al terzo vangelo, ha poi
esaminato di Cantici di Zaccaria e di Simeone, mentre
la seconda ha dedicato le sue attenzioni al Magnificat.
Le esposizioni sono state esaurienti, con rimando al testo originale e analisi sia del testo in sé sia dei rimandi
intertestuali all’Antico Testamento. Il tema del Magnificat è stato perciò trattato da Pasquale Troìa anche nel
versante musicale, con una sorta di excursus di storia
della musica, molto apprezzato da tutti i partecipanti.
Le giornate sono state piene: difficilmente i soci volevano diradare gli incontri o accorciarli, anzi desideravano approfittare della competenza dei relatori.
Al secondo tema è forse stato dedicato meno tempo,
e tuttavia forse è quello più produttivo sul versante
esegetico e interpretativo. La querelle sulle parabole
parte dall’uso stesso che ne fa l’evangelista: per far
capire più facilmente il senso di certe idee o piuttosto
per impegnare l’ascoltatore in un duello senza tregua
col racconto? Il fatto è che dell’intero testo evangelico
le parabole hanno assunto, almeno per un certo tipo
di lettori/ascoltatori (non certo nei giovani!) un ruolo
quasi proverbiale. Tutti le conoscono talmente bene,
o così pensano di conoscerle, che la loro complessità
viene sciolta ancora prima di essere dipanata. È stato
onesto, da parte dei relatori, affermare che di alcune
parabole l’interpretazione non è sicura. Vivaddio.
In una delle serate don Carrega, che cura per Effatà
la collana Scrittori di scrittura (http://scrittoidiscrittura.it/) ha passato in rassegna i libretti usciti. Una
iniziativa interessante sia nel metodo sia nei risultati.
E invece Armellini ha concluso raccontandoci alcune riscritture della parabola lucana forse più famosa:
quella del cosiddetto “Figliol prodigo”. Dalla sua antologia abbiamo avuto la conferma che D’Annunzio di
quella pagina aveva capito poco, mentre André Gide e
soprattutto Rainer Maria Rilke sono stati capaci, nelle
loro riscritture, di andare più a fondo. Certo questa via
delle riscritture (anche i Cantici lucani erano a loro
volta riscritture) è una delle più promettenti nel nostro
mondo culturale, quasi del tutto analfabeta sotto il profilo biblico, per ridare spazio alla Bibbia.
Antonello Ronca
I 500 ANNI DEL GHETTO DI VENEZIA
19-20 Novembre 2016
Vorrei spendere qualche parola sulla visita al ghetto di
Padova, meno noto di quello di Venezia ma non meno
interessante.
Il pomeriggio del 19 Novembre, guidati da Magda
Viero abbiamo seguito un itinerario sulle tracce della
presenza ebraica a Padova, tracce grandi e piccole e a
volte nascoste.
L’insediamento degli ebrei precede il ghetto di alcuni secoli, con un forte sviluppo a partire dalla metà
del XIII secolo, grazie anche alla università, unica in
Europa ad ammettere studenti di ogni religione (agli
ebrei era concesso frequentare la facoltà di medicina).
Si crearono vari raggruppamenti, per gli ebrei italiani,
tedeschi e spagnoli, che in seguito confluirono.
Gadi Luzzatto ci ha ricordato nel suo intervento come
queste comunità fossero la norma già prima dei ghetti:
la sinagoga, la scuola, il bagno rituale, la macelleria
erano i naturali poli di attrazione.
Il ghetto vero e proprio venne “ chiuso “ nel 1603 e
comprendeva alcune strette vie vicino a piazza delle
erbe, ospitanti in una superficie di circa 150x90 metri
fino a mille persone. Nel ‘600 vi erano 63 botteghe per
molteplici attività, come il prestito del denaro e l’industria degli argentieri, molto attiva fino al 1777, quando
la Repubblica Veneta permise solo il mestiere della
“strazzaria”, cioè il piccolo commercio dei vestiti usati.
L’ antica sinagoga tedesca di via delle Piazze, distrutta
dai fascisti e restaurata dalla Comunità Ebraica negli
anni novanta, ospita il museo della Padova ebraica.
Rimangono le case a più piani, che con la crescita della
popolazione si erano sviluppate in altezza, in piccoli
appartamenti dalle volte basse.
Le porte del ghetto furono abbattute definitivamente
nel 1797 dall’amministrazione napoleonica. Oggi sono
ancora riconoscibili, (non segnalati e a volte seminascosti) i fori che ospitavano i cardini. La storia testimonia la grande capacità di adattamento e al contempo
la fedeltà alla tradizione degli insediamenti ebraici.
Nell’800 il nuovo clima ha favorito l’integrazione degli ebrei nella società italiana (voglio citare l’ astigiano
Isacco Artom, antenato di Paolo De Benedetti, che fu
segretario di Cavour ed ebbe un ruolo importante nel
risorgimento). Padova ricorda il sindaco Levi Civita,
che finanziò personalmente la bonifica dell’area dei
giardini e promosse il restauro della cappella degli
Scrovegni nel ‘900.
Nel gennaio 2016 sono state incastonate in via San
Martino e Solferino e via Roma le pietre d’inciampo
a ricordo degli ebrei deportati e vittime della Shoah.
La giornata si è conclusa con i canti tradizionali ebraici
eseguiti dalla corale Vittore Veneziani di Ferrara.
Il giorno successivo abbiamo visitato il ghetto di Venezia, con il grande Campo ancora intatto, il rinnovato
museo ebraico e le antiche sinagoghe: Scola Grande
Tedesca, Scola Canton, Scola Levantina e Scola Ponentina o Spagnola, quest’ultima ancora oggi in uso.
Venezia vide per secoli il confluire di diverse tradizioni
3
ebraiche e fu sede di intensa attività culturale: ricordo
solo la fioritura nel XVI secolo della stampa ebraica, e
la prima edizione completa a stampa del Talmud (Talmud Bomberg, 1520/23 )
Al termine l’ incontro al Giardino dei Melograni ( Pardes Rimmonim, citazione del Cantico dei Cantici...)
per il pranzo kasher al ristorante Ghimel.
Due giornate che ci hanno permesso di conoscere e
ricordare alcune importanti pagine di storia e di esprimere, a nome di tutti i soci e amici di Biblia la nostra
vicinanza alle Comunità Ebraiche in occasione del
cinquecentesimo anno della istituzione del ghetto di
Venezia.
Valerio Panizza
A questa breve relazione, aggiungiamo un grande
grazie a Magda Viero, membro del Consiglio direttivo di Biblia che l’ha organizzato. Riportiamo un suo
commento finale: «È difficile trovare le parole per
esprimere ciò che i tanti soci e amici di Biblia (eravamo in 135!) che vi hanno partecipato possono avere
sentito in questa testimonianza che la nostra associazione ha avuto modo di concretizzare: quella di permettere nei due giorni di Padova e Venezia di vedere
e capire cosa erano i ghetti e cosa hanno significato
nella comunità ebraica per secoli. Esserci per ricordare i 500 anni della costruzione del primo ghetto non
è stato solo un piacevole weekend, ma forse soprattutto il bisogno di dire ancora oggi... mai più ghetti».
CANTICO DEI CANTICI: IL SANTO
DEI SANTI DELL’AMORE PROFANO
Corso di ebraico, Firenze, Suore di Santa
Marta 27-31 dicembre 2016
Ammirato dalla tradizione giudaica, come da quella
patristica, universalmente amato e considerato il più
bel canto d’amore di tutti i tempi: è il Cantico dei Cantici l’oggetto del corso di Biblia, tenutosi a Firenze, a
fine anno, con i docenti Daniele Garrone e Piero Capelli per gli avanzati e Nicoletta Menini per i principianti.
Da sempre le vicende di questo singolare libro della
Bibbia, attribuito a Salomone, ma di cui non si conoscono l’autore o gli autori (forse una donna?), si
accompagnano alla ricerca di un senso del libro stesso,
per la difficoltà di conciliare l’alta carica erotica in esso
presente con la dimensione sacrale. L’accoglimento
del Cantico nel canone biblico ebraico e cristiano provocò non pochi grattacapi a chi si occupava di Sacre
Scritture.
Cosa rendeva “Scrittura che contamina le mani” questo componimento, legato al nome del Tetragramma
4
unicamente dall’esile filo del suffisso yh alla parola
fiamma in 8, 6? Qual è il tipo di amore che vi si canta
da meritargli un titolo al superlativo o da indurre Rabbi Aqiba a minacciare l’esclusione dal mondo futuro
a chi lo canticchiasse in un banchetto? Per secoli, in
entrambe le tradizioni, tranne qualche rara eccezione,
la risposta fu trovata in una lettura allegorica che vedeva nell’amore della coppia, l’una, l’amore di Dio
per il popolo di Israele nelle sue vicende escatologiche
di salvezza, l’altra, l’amore di Cristo per la Chiesa o
per Maria, o ancora l’unione mistica dell’anima con
Dio. Tale interpretazione, ormai non più accettabile,
ha lasciato lo spazio all’indagine sulla vera natura di
questo libro della Bibbia, non senza dar luogo a letture
che Paolo De Benedetti non esitava a definire “fantastiche e infondate”. Un ricordo al Maestro recentemente
scomparso.
I Maestri di Biblia Daniele Garrone e Piero Capelli
hanno offerto due approcci diversi e complementari,
ascrivibili alle ultime tendenze della ricerca. Il Cantico
indubbiamente è una collezione di canti dell’amore
umano, non istituzionalizzato nel matrimonio, è la tesi
del primo; l’amore è un tema presente nella Sapienza,
in quanto argomento di istruzione diretta ai giovani
israeliti. In linea con gli esegeti progressisti, l’amore,
proprio perché umano, è di per se stesso un rimando
all’amore di Dio per la sua creatura. Il senso del Cantico è teologico, perché profondamente umano: Dio
ha creato questo tipo di amore per l’uomo, per poi
distoglierne pudicamente lo sguardo.
Piero Capelli, partendo dall’ipotesi di Giovanni Garbini, scomparso il 2 gennaio, esclude la dimensione
sacra del componimento. Ne sarebbero conferma
l’imbarazzo riscontrabile nelle versioni antiche della
Bibbia cristiana e i rimaneggiamenti operati dai rabbini. Il Cantico, pur costellato di riferimenti biblici,
soprattutto profetici, è decisamente opera di natura
bucolico-erotica. L’esame testuale, secondo Capelli,
rivela l’influsso di antecedenti antichi, come i canti
d’amore della letteratura sumerica risalenti alla fine del
III millennio a.C, che inscenavano i miti delle nozze
sacre di Inanna e Dumuzi (in accadico Ishtar e Tammuz), legati ai culti della fertilità, miti riversatisi poi
nel mito greco di Afrodite e Adone, o come la poesia
di ispirazione amorosa, fiorita nell’Egitto del Nuovo
Regno. L’antecedente prossimo, però, da cui il Cantico
dipende, è la poesia bucolica ed erotico-bucolica del
periodo ellenistico, in particolare quella di Teocrito,
con cui l’autore del Cantico dimostra di avere dimestichezza, ricavandone ambientazioni, descrizioni, immagini e luoghi comuni. Il Cantico dunque sarebbe stato
generato nell’ambito della diffusa cultura ellenistica,
sulla base di fonti risalenti molto tempo addietro e non
presenterebbe carattere di particolare originalità. Inuti-
le dire che l’intervento ha suscitato qualche delusione
e qualche piccola discussione.
La fortuna del Cantico dei Cantici è rintracciabile nelle
innumerevoli citazioni che ne ha fatto, nei secoli, l’arte
figurativa sacra e profana. Così anche la sua interpretazione allegorica. Lo ha mostrato Maria Elena Notari,
facendo vedere ed illustrando opere che vanno dal secolo XI a Marc Chagall, in cui sono ravvisabili i luoghi
comuni che tanto affascinano i lettori del Cantico: gli
animali, le piante e i frutti del locus amoenus , dell’
hortus clausus, la fonte sigillata con il lucchetto, i gesti
delle mani che uniscono gli amanti, come uniscono
nell’abbraccio Cristo e Maria, ne sono esempi.
Di diverso segno è l’amore che anima Julia Bolton
Holloway, la piccola suora anglicana, custode del
Cimitero degli Inglesi, che ha guidato il gruppo tra
le tombe di personaggi illustri o meno, qui ospitate.
Suor Julia parla con uguale tenerezza dei suoi studi e
pubblicazioni di storia e delle persone Rom che assiste
e alfabetizza.
Ma non solo questo ha offerto il Corso di Biblia: Milka
Ventura ha illustrato i volumi e manoscritti ebraici,
restaurati dopo l’alluvione del 1966, nella mostra “E
le acque si calmarono”, alla Biblioteca Nazionale.
Cosimo Cardellicchio, appassionato di giochi, ha intrattenuto i corsisti con le carte ebraiche, create da lui
stesso per l’occasione. Per coloro che si sono fermati a
Firenze, ospiti del Monastero di S. Marta, ad attendere
il nuovo anno, sono stati riservati la visita al rinnovato
Museo degli Innocenti, il cenone e, naturalmente, tanti
altri giochi.
Per queste ragioni non è esagerato dire che il gruppo
intero, compresi i principianti, quest’anno meno numerosi del previsto, ha ‘cantato’ l’amore in diverse sue
declinazioni: amore per l’arte, passione per i giochi,
amore per il prossimo, per i libri, le Scritture e l’ebraico. Forse qualcuno, ripensando al “Riposo durante
la fuga in Egitto” di Caravaggio, si domanderà se il
mottetto “Tota pulchra es”, che l’angelo trascrive, sia
dedicato da Cristo a sua Madre o da Giuseppe alla sua
sposa. In fondo, il sacro sta negli occhi di chi osserva.
Lucia Liberalesso
PAGINA BES a. s. 2016-2017
Dopo il positivo riscontro del concorso nazionale –
ormai, un appuntamento fisso nei consolidati rapporti
fra Biblia e il MIUR – che lo scorso anno scolastico
ci ha visti impegnati sul tema, delicatissimo, Storie di
guerra e profezie di pace nella Bibbia, quest’anno ci
siamo dati alla musica! Argomento del concorso per
il 2016-2017, infatti, è Dalla cetra al rap. Bibbia –
Musica – Bibbia. Ci ha mossi il fatto, incontestabile,
che nella Bibbia molti generi di musica - suoni, canti, inni, danze – occupano costantemente uno spazio
importante. Se la prima citazione biblica di un fatto
musicale riporta all’epoca della vita nomade delle
antiche popolazioni prima dell’avvento di Israele (a
Iubal è attribuita la paternità di tutti i suonatori di cetra
e di flauto, Genesi 4, 21), un intero libro biblico, il
Salterio, veniva cantato e a volte danzato, ma esistono
numerosi riferimenti alla musica disseminati lungo
tutto il testo, dall’Antico al Nuovo Testamento. D’altra parte, la musica – e non solo quella di uso liturgico o quella classica e operistica – si è, storicamente,
ispirata costantemente a vicende e personaggi biblici,
in particolare nel contesto della cultura occidentale.
Nelle ultime settimane, ad esempio, si è parlato parecchio, per diversi motivi, di due giganti della musica
pop novecentesca, Bob Dylan e Leonard Cohen, la cui
produzione deve molto al rapporto con il testo biblico.
Se vogliamo tentare un primo bilancio, ad anno scolastico e attività pienamente in corso, possiamo notare
che, da parte del mondo delle scuole, si è mostrato
un notevole interesse per il tema scelto. Tante sono
state le richieste di materiali relativi al rapporto fra
Bibbia e musica, cui abbiamo cercato di dare risposta
inserendo specifici materiali sul sito di BeS (www.
bes.biblia.org), alcuni dei quali firmati da autentici
specialisti della materia. Considerando che scopo del
protocollo e della collaborazione fra MIUR e Biblia
è la diffusione nella scuola della conoscenza dei libri
della Bibbia, ma anche della sua storia degli effetti,
abbiamo insistito sul carattere interdisciplinare della
partecipazione al concorso e degli incontri di presentazione e riflessione. BeS, infatti, ha proposto alle
scuole che hanno scelto di partecipare al concorso uno
o più incontri formativi da tenersi nelle classi a cura di
esperti. Tre i temi offerti: La Bibbia, un libro per tutti?
Introduzione alla Bibbia; Dalla Bibbia alla musica; e
Dalla musica alla Bibbia, che spaziano dal Primo al
Nuovo Testamento. Vale la pena di sottolineare che
tali percorsi non vanno considerati come un pacchetto rigido e preconfezionato, ma sono da concordare
secondo gli interessi e le esigenze organizzative degli
istituti scolastici interessati nel numero (uno o più),
nei tempi (una giornata, più pomeriggi …), nei titoli
e nelle modalità (per gruppi di docenti; per classi;
per gruppi di classi). Come dicevamo, sono numerose
le scuole che hanno accettato il nostro invito, ancor
più dello scorso anno, e dislocate su (quasi) tutto il
territorio nazionale: fra l’altro, siamo sbarcati sulle
isole, e corsi si terranno o si sono già tenuti in Sicilia,
Sardegna e all’isola d’Elba, segno, ci auguriamo, di
un interesse crescente verso la questione della presen-
5
za della Bibbia a scuola. Sempre per accompagnare
il concorso, abbiamo ritenuto utile organizzare non
solo gli incontri specifici nelle scuole che ne abbiano fatto richiesta, ma anche rivolgerci ai docenti di
tutte le materie con alcuni convegni di formazione
approntati appositamente per loro, al nord, al centro
e al sud della penisola. Il primo si è tenuto a Verona
presso il Liceo Girolamo Fracastoro, il 1° dicembre
2016, e ha registrato la presenza di oltre quaranta docenti particolarmente interessati, intrattenuti – dopo
il saluto del dirigente scolastico Tiziano Albrigi e
un’introduzione di Marco Dal Corso, docente nello
stesso Liceo, da chi scrive, su La Bibbia, il Grande
codice dell’arte e della cultura, e da Pasquale Troìa,
su Il canto e la musica della e nella Bibbia e Il canto
e la musica ispirati dalla Bibbia. A contrappuntare le
relazioni, il coro Voci amiche, che si sono cimentati
in una originale reinterpretazione di alcuni brani tratti
dall’album La buona novella di Fabrizio De André.
I prossimi convegni sono previsti a Firenze (sabato
11 febbraio 2017), Modena (lunedì 13 marzo ore 15
presso il liceo Carlo Sigonio, via Lancillotto, 4 - stesso
programma di Verona, con musiche però di Francesco
Guccini ex allievo di quella scuola) e Napoli o Roma.
Per concludere, due parole sulla questione, altamente
strategica, della comunicazione. Se lo scorso anno,
per far sì che l’esistenza e le attività di BeS fossero
più conosciute, abbiamo deciso di sbarcare sul mondo
dei social network, predisponendo un account Twitter
tutto dedicato a BeS (ma collegato direttamente con
la pagina Facebook di Biblia), quest’anno abbiamo
proseguito e intensificato il lavoro. Diversi docenti ci
hanno riferito che sono venuti a sapere del concorso
grazie appunto alle notizie reperite in rete: senza dimenticare, naturalmente, che esiste già un sito apposito di BeS, che contiamo di continuare a implementare.
Brunetto Salvaran
UN RICORDO DI TULLIO DE MAURO
Desidero condividere con voi un ricordo caro e prezioso del prof. Tullio De Mauro. Sappiamo che
è stato un grande linguista, un raffinato intellettuale laico e un bravissimo e competente, anche se
il mandato fu breve, Ministro della Pubblica Istruzione. Proprio in questa veste ebbi l’occasione di
conoscerlo una prima volta, e non lo dimenticherò mai. Il 7 settembre del 2000 sentii una intervista
televisiva fatta al Ministro. Gli si chiedeva fra l’altro se c’era qualcosa che avrebbe voluto fare per
la scuola che non aveva trovato occasione di fare. E lui rispose, da laico competente e rispettoso
qual era, che avrebbe voluto proporre la Bibbia come testo di alta ed essenziale cultura per la scuola
italiana.
La mattina dopo gli scrissi una lettera dove gli esprimevo parole di piena solidarietà e di gioia grande per questa notizia appresa dall’intervista; gli chiedevo anche un appuntamento per parlarne. Mi
rispose subito e quindici giorni dopo ero già a Roma, nel suo salottino privato. Parlammo a lungo,
fu squisito e fra l’altro mi confidò anche che per lui la Bibbia era come il pongo! «Come il pongo?»
gli chiesi. «Sì, perché si può modellarla come si vuole, ma la sostanza resta sempre la stessa»; questa
immagine graziosa e originale della “Bibbia-pongo”, per descrivere la duttilità del Libro dei libri,
mi è sempre rimasta presente e sono lieta di condividerla con i lettori del nostro Notiziario. Pochi
mesi dopo, e precisamente il 18 maggio 2001 il primo “Protocollo d’Intesa” fra Biblia e il MIUR
era già steso e da lui firmato. Poi il Governo cadde e abbiamo dovuto aspettare fino al 2010 per
riavere la fiducia, la collaborazione e la firma di un Protocollo rinnovato!
In seguito comunque, il professore ha partecipato alcune volte alle nostre iniziative. Riporto la fine
del suo intervento su “La Bibbia e le lingue” pronunciato nel corso del convegno svoltosi a Roma
il 18 novembre 2010:
«Ricordo di aver accolto l’appello di Biblia per la presenza della Bibbia nella scuola, prima ancora
che come ministro transeunte, come commentatore sui temi della scuola nel settimanale “L’Espresso” in un tempo lontano. Dovetti subire la reazione indignata di chi si meravigliava e protestava
“ma come, un laico che propone la Bibbia a scuola?”. Allora e oggi sostenevo e sostengo che forse
sarebbe una opera buona e intelligente portare i testi, vetero e neotestamentari, direttamente nella
scuola. Mi auguro che questa operazione possa riuscire: tanto più facilmente riuscirà quanto più
avremo, come diceva Mussolini …, almeno la non belligeranza da una parte delle gerarchie ecclesiastiche.» (Da “Bibbia, cultura, scuola”, a cura di Gian Gabriele Vertova, Carocci, Roma 2011, p. 16).
Agnese Cini
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APPROFONDIMENTI CULTURALI - LXV
(ANNO XXXI, N.1)
La Rivelazione
1
Come ricordare Paolo De Benedetti? Se la parola di Dio è come un martello che, percuotendo la roccia, ne fa
scaturire una moltitudine di scintille, il nome di Paolo fa sprizzare in noi una pluralità di ricordi (tra i quali
vi è anche l’immagine stessa qui adoperata). Difficile tenerli sotto controllo.
La Cattedra dei non credenti promossa dal cardinal Martini nel 1992 era intitolata «Chi è come te fra i muti».
Fu l’edizione in cui PDB fu maggiormente coinvolto. In quel contesto rav Benedetto Carucci Viterbi, in riferimento a un passo del Deuteronomio (libro amatissimo da Paolo), ebbe modo di dire che Dio ha smesso di
parlare ma ha anche continuato, «parla ed è anche silenzioso». Piergiorgio Cattani ha intitolato il suo libro
dedicato a De Benedetti, Dio sulle labbra dell’uomo (il Margine, Trento 2006). In virtù di questo accostamento, sappiamo che non è empio riferire a PDB quanto Carucci Viterbi diceva di Dio: anche Paolo continua a
parlarci pur essendo avvolto ormai nel silenzio. Le sue furono labbra ospitali che trasmisero quanto avevano
ricevuto, operazione compiuta, come dicono i Pirqè Avot da lui prediletti, alla stregua di un setaccio e non
già di un imbuto che tutto lascia passare senza selezionare.
Verranno sicuramente tempi e occasioni per un ricordo più meditato e compiuto, ma ora desideriamo dare
ancora la parola a Paolo stampando uno scritto inedito pregno di una oralità che è presenza. È semplicemente
espressione della nostra comune, profonda gratitudine sostenere che tanta parte di quanto PDB riferì all’accoglimento della parola della rivelazione per noi vale anche per l’ascolto della sua parola. Dio sulla labbra
dell’uomo? Sì; però, per essere fedeli al messaggio di PDB, bisogna anche aggiungere: forse. La verità sta
nell’ascolto e nella domanda, non nelle risposte.
Nel programma ci sono due domande: Cos’è la Rivelazione, parole di uomini e Parola di Dio? Come trovare
la Parola di Dio nella Bibbia? La cosa importante è farsi
le domande, le risposte possono esserci o non esserci,
possono essere parziali, questo non ha molta rilevanza, l’importante è farsi le domande. Ora davanti alla
Scrittura, le domande sono di due tipi: ci sono domande
“ermeneutiche”, io leggo questo passo lo voglio capire,
leggo quest’altro passo e lo voglio capire, ed è il metodo
di interpretazione della Scrittura.
Ma ci sono delle domande che precedono queste e sono
appunto quelle segnate qui: cos’è la Rivelazione, parole
di uomini, Parola di Dio? Una volta era molto facile rispondere. Si diceva in modo abbastanza meccanico che
Dio aveva dettato la sua Scrittura e il cosiddetto “agiografo” aveva scritto secondo quello che Dio gli aveva
dettato. Oggi sappiamo che non è così. Le cose di Dio,
in rapporto agli uomini, sono più complesse.
Inizio raccontandovi un episodio che sapete e un episodio che con ogni probabilità ignorata. L’episodio che
sapete è tratto da Luca 24, 13-32 ed è la storia dei discepoli di Emmaus.
Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto
quello che era accaduto. 1Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava
con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state
facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col
volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu
solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere
ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che
cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e
i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a
morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse
lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni
da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne,
delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al
sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute
a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali
affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati
al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne,
ma lui non l’hanno visto».
Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo
sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò
loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece
come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge
al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando
fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione,
lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed
essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore
nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino,
quando ci spiegava le Scritture?».
L’episodio che non sapete è più o meno dello stesso periodo, diciamo che potrebbe essere cinquant’anni dopo.
A Gerusalemme c’era un ricco che si chiamava Abujah
e quando nacque il suo bambino fece la festa della circoncisione come si fa per il battesimo e invitò al banchetto amici, parenti, dei maestri di riguardo. E a un
certo punto gli invitati si mettono (hanno già bevuto
un po’) a far chiasso e a cantare. Allora due dei maestri
invitati dicono: mentre loro si occupano a modo loro, noi
occupiamoci a modo nostro. Si ritirano in un angolo del
giardino e cominciano a spiegare la Scrittura collegando Mosè ai Profeti, i Profeti ai Salmi e allora che cosa
succede? Si accende un gran fuoco che li avvolge, allora
Abujah va da loro e dice: «Ma maestri miei, siete venuti
qui per dar fuoco a casa mia?» E loro rispondono: «No,
ma noi abbiamo collegato Mosè ai Profeti, i Profeti ai
Salmi e allora le parole si sono accese e si sono messe
Relazione tenuta al l’Oratorio di Sant’Agostino di Treviglio il 21 ottobre 1997. Non rivista dall’autore.
1
7
a splendere come fuoco» (cfr. Talmud palestinese, Chaghigah 2.1.; 77b).
È la stessa cosa come voi notate; solo che nel Vangelo
di Luca il fuoco ardeva dentro al petto e invece qui, in
maniera più leggendaria e simbolica, il fuoco si vede. E
in tutti e due i casi questo succede perché sia Gesù che
i Maestri spiegano la Scrittura con la Scrittura, quello
che in termini tecnici si chiama la charizah, cioè fare
una «collana di testi».
Da questo notate una cosa che possiamo mettere davanti
per prima. Notate che la Scrittura in quanto libro, in
quanto deposito di testi, è muta, è spenta se noi non la
facciamo ardere, se noi non la facciamo parlare. E qui si
vede subito come il termine ebraico per indicare la Scrittura sia migliore di quello che noi usiamo nelle nostre
lingue: noi diciamo Scrittura, in ebraico si dice Miqrà
che vuol dire lettura, lettura ad alta voce, una proclamazione, non una lettura mentale. Il Libro, la Scrittura è
sostanzialmente una voce che deve risuonare.
Rivelazione e tradizione
Il Libro, la Scrittura è sostanzialmente una voce che
deve risuonare. Questa voce, come e quando ha cominciato a risuonare? Se avete pratica della Genesi vedete
che Dio ha parlato ad Abramo ad Isacco a Giacobbe...
ma non è questa la nascita della Scrittura. La Scrittura
nasce sul Monte Sinai quando Mosè riceve la Rivelazione. Volevo farvi notare come avviene in Esodo 19
questo risuonare della voce di Dio: «Ed ecco al terzo
giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni, lampi, una
nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno
(correggo “tromba” che non è esatto): tutto il popolo
che era nell’accampamento fu scosso da tremore. Allora
Mosè fece uscire il popolo dall’accampamento incontro
a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso
il Signore nel fuoco e il suo fumo saliva come il fumo
di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono
del corno diventava sempre più forte: Mosè parlava e
Dio gli rispondeva con voce di tuono» ( Es 19,16-19).
Circa 500-600 anni dopo sullo stesso monte che non
è più chiamato Sinai ma Horeb, perchè le varie tradizioni dei testi biblici usano nomi diversi, noi vediamo
che su questo monte non c’è più la folla del popolo di
Israele ma c’è il profeta Elia solo soletto che è fuggito
perché la regina Gezabele voleva ucciderlo. E su questo
monte Elia entrò in una caverna per passarvi la notte,
quand’ecco il Signore gli disse: «Che fai qui Elia?» Egli
rispose «Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché i figli di Israele hanno abbandonato la tua
alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di
spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di
togliermi la vita» Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte
alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu
un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e
spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non
era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il
Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu
un fuoco ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco
ci fu (qui correggo perchè la traduzione non è esatta)
“una voce di silenzio sottile”. Come l’udì Elia si coprì il
volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della
caverna.” (1 Re 19, 9-13).
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Nello stesso luogo dove il monte tremava, mandava
fiamme, si sentiva il suono del corno sempre più forte
e Dio parlava come il tuono, adesso Dio parla con una
«voce di silenzio sottile». Dobbiamo tenere presenti
questi due estremi quando ci poniamo il problema di
ascoltare la Scrittura. Oggi si fa molto uso e abuso della parola «ascolto» che non vuol dire sentire uno che
legge, ma significa, se posso dirlo, che quella voce è
la voce del Signore. Non è facile, anzi è assai difficile.
Vediamo che nel primo caso, nel caso del monte Sinai,
tutto il popolo vide, dice il testo; nel secondo caso Elia
non vide nulla.
Prendiamo la parola «rivelazione» che vuol dire quello
che è avvenuto sul monte Sinai, ma vuol anche dire
velare di nuovo, ossia l’esperienza del silenzio sottile.
Noi di fronte alla Scrittura non sappiamo mai se nel momento in cui ci poniamo in ascolto avremo l’esperienza
di Mosè o l’esperienza di Elia; non dipende da noi, noi
dobbiamo essere disponibili a tutti e due i casi. Ho detto
«noi» non ho detto «io». Oggi è facilissimo avere una
Bibbia ed è anche abbastanza comune che uno la prenda
e se la legga in camera sua. Che cosa succede se uno la
legge da solo? Lascio la domanda in sospeso e vi leggo
un testo rabbinico.
«Rabin figlio di Rav Adda dice in nome di Rabbì
Jizchaq: “Da dove sappiamo il Santo Benedetto sia è
presente nella Sinagoga? Poiché sta scritto: ‘Dio sta
nell’assemblea di Dio’. E da dove sappiamo che se
dieci uomini di Israele pregano, la Presenza divina è
con loro? Poiché sta scritto: ‘Dio sta nell’assemblea di
dieci uomini’. E da dove sappiamo che se tre uomini si
siedono per giudicare, la Presenza divina è con loro?
Poiché sta scritto: ‘In mezzo ai giudici, Dio giudica’.
E da dove sappiamo che se due uomini si siedono per
occuparsi insieme della Scrittura la Presenza divina è
con loro? Perché sta scritto ‘Allora coloro che temono
il Signore parlarono ciascuno con il suo compagno e il
Signore udì e ascoltò’. E da dove sappiamo che se anche
un uomo solo si siede per occuparsi della Scrittura, la
Presenza divina è con lui? Poiché sta scritto: ‘In ogni
luogo in cui farò ricordare il mio nome, io verrò a te e
ti benedirò’ ”».
Questo testo in sostanza vuol dire che si parte dall’assemblea e si arriva al singolo, mai viceversa. L’incontro individuale con la Scrittura in ogni modo prende
avvio dall’assemblea. Pensate alla vostra vita, cercate di ricordare: quando avete avuto per la prima volta
qualche contatto con il Vangelo o con qualche parte
della Scrittura? Certamente o in Chiesa o nella scuola.
L’incontro personale è venuto dopo ed è giusto che sia
così, se non altro per rappresentare simbolicamente che
Dio attraverso la rivelazione ha di mira la comunità e la
Scrittura viaggia nella comunità. Perché, come faccio
a sapere che quella è la rivelazione? Come faccio a sapere che la rivelazione è in questi libri qui e non in altri
ugualmente antichi?...in tutti questi libri, anche quelli
che a noi sembrano più aridi? Il libro non me lo dice da
solo. Che cosa è che mi dice: “questa è la Scrittura”? La
Tradizione. Guardate che questo che sto dicendo non è
un’affermazione “teologica” della Chiesa Cattolica, è di
buon senso, è una considerazione di buon senso che poi
viene recepita sia dall’ebraismo sia dal cristianesimo.
Il parlare di Dio e il racconto del parlare di Dio
In che modo Dio parla? Che cosa c’è dentro la Scrittura?
Voi sapete che ci sono libri storici, libri profetici...Io
direi che nella Scrittura c’è Dio che parla, ma non solo,
c’è anche il racconto del parlare di Dio. Nella Scrittura
ci sono delle parole di Dio, ma c’è anche scritto: Dio
chiamò il tale e disse... E c’è anche la riflessione umana
su questo, tanto è vero che se prendete un testo biblico
molto antico trovate che Dio è visto in un modo diverso da come è visto in un testo più recente. Facciamo
l’esempio del Dio del libro dei Giudici, un Dio che a
leggere alla lettera (cosa che non si deve fare se non con
cautela), ordina di massacrare i nemici, uomini, donne,
bambini e animali; se leggete Osea: Dio è come una
madre che porta alla guancia il figlio. Ma allora?
Nella Bibbia c’è la ricezione del parlare di Dio oltre che
il parlare di Dio. Durante questo lunghissimo cammino
che la Bibbia ci fa compiere e che compie con noi, c’è il
nostro modo di scoprire Dio. Tutti questi vari modi che
si succedono e in qualche modo si perfezionano sono
possibili solo perchè Dio ha preso l’iniziativa. Questo è
fondamentale. Alcuni teologhi, per esempio Karl Barth,
teologo evangelico, dicono: Io non sono assolutamente
in grado di arrivare a Dio (al Dio dei filosofi forse sì,
ma non è di questo che ci preoccupiamo oggi), non sono
assolutamente in grado di entrare in contatto con Dio se
Dio non è entrato Lui in contatto con noi. È questo il
suo parlarci.
Ora nella Bibbia c’è questo personaggio, Dio, che prende delle iniziative piano piano, che all’inizio non ha neanche la “pretesa” di essere considerato il Dio unico
perché era impossibile per il popolo ebraico più antico
accettare l’idea di un Dio unico, si considerava il Dio
più potente e geloso, cioè che non voleva essere adorato
insieme ad altri dei. Poi pian piano arriviamo al Dio, non
più il Dio più potente, ma il Dio solo e questo Dio solo
entra in rapporto con l’uomo per amore.
Ma tutte queste cose sono nella Bibbia e sono mescolate;
quindi la lettura della Bibbia non è facile, non può essere
fatta partendo da una tabula rasa culturale. Se io prendo
la Bibbia come fosse un romanzo e comincio dalla prima
pagina, certamente mi stufo prima di arrivare alla fine,
ma se anche arrivo alla fine, ho fatto un lavoro in gran
parte inutile, perché da solo non sono in grado di capire
tutta quella storia del parlare di Dio che nella Bibbia è
raccolto e tramandato. Vi faccio un esempio, che oggi
non suscita problemi nelle Chiese cristiane, nel secolo
scorso sì. Qual è l’esempio che vi faccio? Il dono della
Torah, della rivelazione sul Monte Sinai. Nella Bibbia
c’è scritto più volte che Dio dettò tutte «queste parole»
a Mosè. Le Chiese e la Sinagoga credevano che il Pentateuco fosse stato scritto da Mosè tutto quanto, perché
così dice la Scrittura. Oggi nessuna Chiesa può credere
a questo; con ciò forse si è affievolita o indebolita la
fede? No, si è approfondito l’ascolto della Parola di Dio.
Torah
Oggi sappiamo che gli eventi fondanti della religione di
Israele, e questo discorso vale un po’ anche per il Nuovo
Testamento, sono stati raccontati tante volte, secondo le
esigenze di ascolto delle singole generazioni, senza la
paura di alterare il verbale, perché non era un verbale
senza la preoccupazione di aggiungere o togliere qual-
cosa: perché? Perché lo Spirito Santo ha continuato in
questo lavoro a soffiare....
Allora noi arriviamo a un punto, che è pressappoco il
ritorno dall’esilio intorno al 500 a.C. in cui gli Ebrei,
che erano stati in esilio a Babilonia e che erano tornati
a Gerusalemme, hanno sentito il bisogno di mettere per
iscritto tutto questo tesoro di racconti e l’hanno fatto con
quelle esigenze di ascolto che avevano loro, non quelle
che aveva il re Davide, per esempio. E questi materiali
che sono stati messi per iscritto sono stati poi recitati.
Abbiamo un bellissimo capitolo, l’ottavo del libro di
Neemia, in cui si assiste per la prima volta a una lettura
del Pentateuco, siamo intorno al 440 o 390 a.C. Vediamo
che questa lettura è un leggere e un nascere, nello stesso tempo, della Scrittura, tutto questo provocato dalla
Parola di Dio, che, prima che la Scrittura fosse scritta,
risuonava già.
Il ciclo della rivelazione è questo: prima c’è un parlare
di Dio che viene ascoltato o da Mosè o dai profeti o
dalle coscienze e poi questo diventa scritto, ma poi deve
tornare a essere orale. La Bibbia, come libro, è solo il
momento di mezzo della rivelazione, perché il prima è
raccontato qui e il dopo nasce da qui. Il punto di partenza è sempre un evento, per esempio la chiamata di
Abramo, per esempio il sacrificio di Isacco (o meglio,
la legatura di Isacco), per esempio il passaggio del mar
Rosso. Ma come questi eventi siano avvenuti, noi non lo
sappiamo, quello che sappiamo è come sono raccontati;
la rivelazione non sta nell’evento, ma sta nel racconto
dell’evento. Ci sono fonti molteplici, quasi mai sappiamo chi ha fatto il racconto, sappiamo solo che questi
racconti sono il deposto della recezione di fatti mossi da
Dio, ma che per noi contano solo in quanto raccontati.
È inevitabile oggi fare questa distinzione tra gli eventi
e il racconto degli eventi.
Oggi si parla molto di teologia narrativa. Si dice che Dio
sta nel racconto e che Dio è raccontato. Noi lo incontriamo solo attraverso il racconto. Prendiamo di nuovo la
manifestazione sinaitica, il dono della Torah; potremmo
anche dire, in modo paradossale, che ciò che è avvenuto
sul Monte Sinai è una rappresentazione fatta crescere e
germogliare da Dio nella esperienza religiosa di Israele.
Cosa voglio dire? Voglio dire che tutte le generazioni di
Israele si riconoscono dipendenti dalla rivelazione sinaitica ma questo evento è una serie di rappresentazioni che
ogni generazione coglie e rivive.
Vi sembrerà un po’ scandaloso ma in realtà, se prendete
i quattro Evangeli, vedete che non si possono mettere
insieme, una volta si faceva il Vangelo unico ma in realtà
non si possono mettere insieme perché le vicende della
vita di Gesù sono raccontate in un modo diverso e non
sono conciliabili. È un racconto ciò che è il punto centrale del parlare di Dio a noi; non è l’evento, è il racconto!
L’evento c’è ma non è quello a cui dobbiamo rifarci, ci
rifacciamo al racconto. Noi infatti diciamo: Parola di
Dio e non Gesto di Dio.
Ora, come trovare la Parola di Dio nella Bibbia? Questa
è la via ed è una via che non può essere percorsa da soli.
Quanti l’hanno percorsa da soli materialmente erano in
comunione con tutti quelli che l’hanno letta prima di noi
e l’hanno capita in modo diverso da noi. Vi faccio un
esempio straordinario. Prendete il Cantico dei Cantici
che è entrato nella Bibbia fortunosamente, solo perché
9
è stato interpretato allegoricamente. Solo perché lui/lei
sono stati considerati come Dio e la Sinagoga, Cristo e
la Chiesa e così via. Ora sono dovuti passare circa duemilatrecento anni perché il Cantico dei Cantici ci parli in
una maniera più vera; perché realmente oggi riteniamo,
e credo che abbiamo ragione, che il Cantico dei Cantici
sia la celebrazione dell’eros tra due giovani, una bella
lettura che non ci scandalizza, anzi allarga l’orizzonte
della grazia divina.
La stessa cosa si potrebbe dire per il Qohelet che non è
un libro di ascesi ma è un libro drammatico e solo oggi
in esso risuona una voce di Dio che non è mai risuonata
prima e che ci dice: o tu che sei tormentato, o tu che non
hai delle certezze, o tu a cui le grandi prospettive della
Bibbia non offrono consolazioni, sappi che nella Bibbia
c’è anche un libro per te! Così diceva un commentatore,
rabbino di Milano Giuseppe Laras.
La nostra salvezza viene vivendo il racconto biblico, non
vivendo l’episodio che sta dietro al racconto biblico. In
altri termini gli antichi, leggendo la Bibbia, interpretavano l’evento: il diluvio, la torre di Babele, il passaggio
del mar Rosso... noi interpretiamo il racconto. Questa è
la caratteristica della Scrittura e voi l’avete sperimentato certamente, che dall’unico parlare di Dio viene una
pluralità di sensi che è una pluralità nel tempo, nello
spazio...ma persino in me stesso. Voglio dire che quando
io ascolto un passo scritturale, oggi questa voce ha una
inflessione, tra due anni ne avrà un’altra, tra venti... ossia
mi è sempre contemporanea, contemporanea al mio io
di questo momento, di quell’altro momento.
Nella Scrittura c’è da aggiungere un’altra cosa. Ve lo
dirò con un’altra parabola rabbinica:
Quando Dio ha dato a Mosè le tavole della Legge, dice
la leggenda, erano lunghe sei palmi: due palmi li teneva
in mano Dio, due palmi li prendeva Mosè, in mezzo
c’erano due palmi che non erano in mano né a Dio né
a Mosè. Erano quelli che un commentatore cattolico di
oggi ha chiamato il “tra”. La nostra comprensione della
Scrittura non è né quella di Dio né quella di Mosè, è il
“tra”; in questo spazio di due palmi vuoto tra il grande
rappresentante della rivelazione che è Mosè e il Signore
ci sta tutta la nostra avventura della Scrittura. Io devo
sapere che le domande sono più importanti delle risposte, che non è obbligatorio che le risposte siano tante
quante le domande.
C’è una espressione ebraica molto bella che viene usata quando si commenta la rivelazione: quando c’è una
discussione un maestro si alza e dice «davar acher»
(«altra parola», ossia interpretazione), e ne dà un’altra.
Qualche volta né l’una né l’altra sembrano convincenti
e allora si dice «tequ = sospeso». Ci sono dei passi della
Scrittura incerti e nelle note di una Bibbia commentata
si afferma l’incertezza sulla comprensione di un certo
testo; non dobbiamo spaventarci: tequ, sospeso che poi
in ebraico è letto come acrostico di questa frase: «verrà
il profeta Elia e spiegherà le difficoltà». Ossia giocando
sulle parole: la comprensione totale della rivelazione, il
passaggio dalla rivelazione alla disvelazione, avverrà
pienamente in epoca messianica escatologica. E perciò
nella mia lettura della Scrittura devo essere molto umile,
io non devo evitare di usare, per esempio, una parola
chiave che è “forse”.
10
La nostra salvezza viene vivendo il racconto biblico,
noi interpretiamo il racconto. Che cosa interpreteranno
i nostri posteri? Non lo sappiamo; l’importante è tener
presente due principi ermeneutici che vengono ricavati
dalla Scrittura stessa. Rabbi Jochanan dice: «Che cosa
significa ciò che sta ascritto nel salmo 68: “Il Signore
ha dato una parola, annunci ad una armata numerosa”?
Significa che ogni Parola che usciva dalla bocca della
Potenza sul monte Sinai si divideva in settanta lingue».
È un’immagine per dire che la voce di Dio ha riguardo
per i diversi tipi di ascoltatori. Settanta lingue voleva
dire tutto il mondo, allora.
È stato insegnato nella scuola di Rabbì Ishmael: «Non
è forse così la mia parola come il fuoco, oracolo del
Signore e come un martello che frantuma la roccia?”
(Geremia 23,29). Cioè come questo martello sprigiona
molte scintille, così pure ogni parola che usciva dalla bocca del Signore si divideva in settanta lingue». E
un’altra interpretazione dice: “Come questo martello
sprigiona molte scintille così pure un solo passo della Scrittura per l’uomo ha sensi molteplici”» . E infine
un’altra interpretazione di Rabbì Abbajè: «“Una cosa ha
detto Dio, due ne ho sentite” (Sal 62) (Si deve dedurre
che) da molti passi scritturistici non può uscire un solo
e identico senso».
Sapete come sono stati nocivi nella storia delle Chiese
quelli che avevano la certezza assoluta che la Scrittura dicesse quello che loro pensavano e hanno prodotto
delle vere tragedie, delle cose dell’altro mondo. Quindi
un pizzico di “forse” ci vuole sempre, anche perché la
voce del Signore, anche quando si fa sentire, ha sempre qualche eco che noi non cogliamo. Perciò un’altra
espressione, anche questa rabbinica, che non dovrebbe
essere bandita dal nostro contatto con la Rivelazione
è “io non so”. Proprio perché “io non so” devo essere
sempre pronto a sentire ancora quella voce. Se io dicessi
“io so”, chiudo il libro.
“Io non so”: anche a proposito dei testi che ho già letto o
che sono nuovi, c’è ancora qualcosa che io non so. Tanto
è vero che c’è una bella immagine un po’ sorprendente,
che è questa. Nasce come commento a Qohelet capitolo
12,11:
«Le parole dei maestri sono come pungoli, e come chiodi le raccolte dei loro detti». Cosa sono i chiodi? I chiodi
hanno la funzione di tener fermo qualcosa e i pungoli
servono per far andare avanti. La Parola di Dio è chiodo
e pungolo, cioè ci dice delle cose che sono sempre state
così, sono così e saranno sempre così, per esempio: Io
sono il Signore tuo Dio; e nello stesso tempo ci spingono
sempre avanti. La Parola di Dio ci spinge sempre avanti.
L’immagine bella cui accennavo è questa: anche “nella
vita del mondo che verrà” (queste parole recitate nel
Credo, sono un’espressione rabbinica che è stata calata
nel credo cristiano) noi continueremo ad andare avanti, avanti, avanti nell’ascolto, nella ricerca della Parola
di Dio; con una differenza rispetto a qui, che quando
avremo dei problemi, invece di leggere le note interrogheremo il Signore Dio!
Paolo De Benedetti
PROGRAMMI FUTURI
FEDE E PROFEZIA
BIBBIA E PREDICAZIONE
IN SAVONAROLA E LUTERO
Convegno organizzato da Biblia,
associazione laica di cultura biblica,
Comunità Luterana di Roma
e Facoltà Valdese di Teologia
Centro Congressi Augustinianum,
Roma,via Paolo VI 25
12-14 maggio 2017
Venerdì 12, ore 15,30-19,00
Il Savonarola di Lutero, il Lutero dei savonaroliani, Adriano Prosperi.
La Bibbia di Savonarola: una prospettiva di lettura storico-teologica, Fabrizio Mandreoli
La Bibbia di Lutero, Franco Buzzi
Sabato 13, ore 9,30-13,00
La figura di Mosè in Savonarola, Lorenza Tromboni
La figura di Mosè in Lutero, Lothar Vogel
ll Miserere in Savonarola, Piero Stefani
ll Miserere in Lutero, Paolo Ricca
Sabato 13, ore 15,30 – 19,00
La Firenze di Savonarola tra profezia e politica, Giancarlo Garfagnini
La riforma delle donne e la Bibbia di Savonarola, Adriana Valerio
La radice biblica della teologia luterana dei “due regni”, Silvana Nitti
Sabato 13, ore 21
Chiesa Luterana, via Toscana 7
Savonarola e Lutero un percorso letterario e musicale
a cura del gruppo “Il Ruggiero”
Domenica 14, ore 9,30-11,30
Il “mito” di Savonarola nella cultura italiana tra XIX e XX secolo, Sergio Tanzarella
Leader, seguaci e avversari: un confronto con l’oggi, Debora Spini
NOTIZIE UTILI
Luogo del convegno: Centro Congressi Augustinianum, via Paolo VI, 25, Roma.
Albergo: “Casa Tra Noi”, via Monte del Gallo 113,
00165 Roma, tel. 06/39387355
Cena e spettacolo sabato 13 maggio, Chiesa Evangelica Luterana, via Sicilia 70, Roma.
La sera di venerdì 12 maggio, dopo cena, ci sarà
l’Assemblea annuale dei Soci di Biblia, alla “Casa
Tra Noi. Regolare convocazione arriverà in seguito.
Il pranzo di sabato 13 maggio è libero, mentre la sera
di sabato saremo a cena presso la sede dei Luterani
in Roma.
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CON BIBLIA IN SCANDINAVIA… ALLA SCOPERTA DELLE
CHIESE DI LEGNO (STAVE CHURCHES)
Le Stave Churches, costruite intorno al XII/XIII sec. con l’introduzione del cristianesimo in Norvegia, sono uno straordinario connubio tra le tecniche costruttive dei Vichinghi e il
Cristianesimo; esse, con il maestoso spettacolo dei fiordi, lo
spettacolo del sole a mezzanotte e l’avvicinamento alle balene (isole Lofoten), sono tra i più affascinanti aspetti della
Norvegia. Là tenteremo di incontrare anche il primate della
Chiesa Luterana, Helga Haugland Byfuglien, o chi per lei,
per conoscere la realtà luterana del paese. La monumentalità
della capitale svedese, la prestigiosa università di Uppsala e
la famosa festa di mezza estate (“Midsommar”) danno inizio,
per chi vorrà fare anche la visita facoltativa, al nostro viaggio
nella penisola Scandinava. L’accompagnatore culturale del
viaggio sarà il prof. Gabriele Boccaccini!
CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE
Il costo è alto, ma lo sapevamo, e comprende tutto ciò che è indicato nel programma e la mezza pensione negli alberghi, oltre al viaggio e alle tasse aeroportuali: in base al numero delle iscrizioni potrebbe
subire un lieve calo che sarà eventualmente comunicato prima del saldo finale.
Svezia: circa euro 750 a persona in camera doppia (solo come premessa al viaggio in Norvegia).
Norvegia: 2.800 euro a persona in camera doppia. Supplemento singola: 420 euro. Abbiamo un massimo
di 40 posti. Chi è interessato mandi perciò al più presto la scheda di iscrizione insieme al primo acconto.
Le iscrizioni verranno accettate in ordine di arrivo.
La quota di iscrizione, non rimborsabile, è pari a 100 euro e va inviata entro il 28 febbraio, incluse
nel primo acconto di 1.000 euro. Il secondo acconto di 1.000 euro dovrà essere inviato entro il 10
aprile e il saldo entro il 10 maggio.
Rinunce e penali:
1. Biglietteria aerea già emessa dalla compagnia aerea: non rimborsabile
2. Il 10% della quota di partecipazione sino a 61 giorni prima della data di partenza
3. Il 25% da 60 a 45 giorni prima della data di partenza
4. Il 50% da 44 a 20 giorni prima della data di partenza
5. Il 75% da 19 a 6 giorni sino all’inizio del viaggio
6. Il 100% da 5 giorni sino all’inizio del viaggio
Nel computo dei giorni sono inclusi sabato e domenica ed il giorno della partenza.
In Svezia, 23-26 giugno 2017,
facoltativo
1° giorno * ROMA/STOCCOLMA * 23 Giugno
venerdì
Partenza da Roma Fiumicino con volo di linea della
Scandinavian Airlines per Stoccolma SK1842 alle
ore 18,45. Arrivo alle ore 21,55. Trasferimento e
sistemazione al Scandic Ariadne hotel (cat 4*). Pernottamento.
2° giorno * STOCCOLMA * 24 Giugno sabato
Incontro con la guida e intera giornata dedicata alla
visita della città: si visiteranno la città vecchia, il
Palazzo Reale, la Cattedrale, entrata al Palazzo del
Municipio, il Fjallgatan da dove si godrà un fantastico panorama delle 14 isole che formano la città di
Stoccolma. Pranzo libero. Sull’isola di Djurgarden,
sede di molti dei più prestigiosi musei, è prevista la
visita al Museo Vasa. Cena e pernottamento.
3° giorno * STOCCOLMA * 25 Giugno domenica
Escursione di 7h per visitare due città molto caratte-
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ristiche della Svezia: Sigtuna, che si presenta con uno
dei centri storici più pittoreschi, fu fondata intorno al
980 da re Erik. Oggi si possono ammirare le pietre
runiche sparse nell’area, più numerose che altrove. Si
prosegue per Uppsala, città celebre e importante per
la famosa università e l’imponente cattedrale gotica
(visita all’interno), che fu iniziata verso il 1260. Sosta
per il pranzo libero. Rientro in città e tempo libero.
Cena e pernottamento.
4° giorno * STOCCOLMA- Bergen * 26 Giugno
lunedì
Al mattino a disposizione per terminare individualmente le visite, oppure possibilità di effettuare il giro
facoltativo in battello per la visita della città attraverso i suoi canali (1h 50min 30,00 euro). Il pomeriggio trasferimento all’aeroporto e partenza con volo
di linea della Scandinavian Airlines SK1481 alle ore
17.35 per Bergen. Arrivo alle ore 18.55. Incontro con
l’accompagnatore locale parlante italiano del nostro
corrispondente e trasferimento in pullman privato.
Sistemazione in hotel Scandic Flesland.
In Norvegia,
26 giugno-5 luglio 2017
1° giorno * Roma/Oslo/Bergen * 26 Giugno lunedì
Partenza da ROMA Fiumicino con volo di linea Scadinavian Airlines SK 4714 alle ore 12,40 per Oslo.
Arrivo alle ore 15.50. Proseguimento per Bergen con
volo Scandinavian Airlines SK277 alle ore 17.00. Arrivo all’aeroporto di Bergen alle ore 17.50. Incontro
con l’accompagnatore locale parlante italiano del nostro corrispondente e trasferimento in pullman privato. Sistemazione in hotel Scandic Flesland. Cena e
pernottamento. Conferenza introduttiva.
2°giorno * Bergen – Laerdal *27 Giugno martedì
Al mattino incontro con la guida locale parlante
italiano e visita della città (2 ore). Bergen è spesso
soprannominata la città di legno o la porta dei fiordi
norvegesi ed è una delle città più belle del mondo,
circondata da porti e colline, con una ricca storia e
un’interessante architettura. Visita della chiesa di
Santa Maria, la fortezza con la torre di Rosenkrantz
da dove si può ammirare il panorama della città, e
la Ovregaten la più famosa strada di Bryggen e del
museo di Bryggen (visita facoltativa ingresso non
incluso). Tempo libero per il pranzo. Il pomeriggio
partenza per Gudvangen (2h15min 147km) dove ci si
imbarcherà per un’indimenticabile minicrociera fino
a Flam sul Sognefjord (circa 2 ore di navigazione), il
più lungo e profondo fiordo norvegese (più di 1.300
metri di profondità). Si percorrerà uno dei suoi bracci, il Nærøyfjorden, inserito nella lista dei patrimoni
dell’UNESCO e al primo posto tra i patrimoni naturali mondiali dalla National Geographic Society.
Arrivo a Flam, piccolo villaggio tra i più spettacolari
della Norvegia, circondato da montagne ripide, cascate impetuose e strette valli. Proseguimento per la
località di Laerdal e sistemazione al Laerdal Hotel.
Cena e pernottamento.
3° giorno Laerdal – Stryn *28 Giugno mercoledì
Al mattino partenza per Fodness ed imbarco sul traghetto per Mannheller. Proseguimento per Kaupanger
e sosta per la visita della Stavkirke. Partenza per la
cittadina di Solvorn e imbarco su un piccolo traghetto
per Ornes per ammirare le chiese di Urnes. Rientro a Solvorn e partenza verso la lingua glaciale del
Ghiacciaio Briksdal (3h10min 165km) che si tuffa
dai suoi 1.200 metri giù nella valle Briksdalen. Proseguimento per Stryn, famosa per il paesaggio unico
fatto di ghiacciai, montagne, valli e laghi. Il resto del
pomeriggio tempo per visitare la città. Arrivo nella località Loen e sistemazione al Loenfjord Hotel.
Tempo libero per il pranzo in corso di viaggio. Cena
e pernottamento.
4° giorno Stryn - Vinstra *29 Giugno giovedì
Al mattino partenza per l’antico porto vichingo di
Hellesylt dove ci si imbarcherà per un’altra indimenticabile crociera sul fiordo Geirangerfjord fino
a raggiungere Geiranger (circa un’ora di navigazione). Proseguimento per Lom (km 120 circa ore 3),
nel cuore del paesaggio montano più spettacolare del
paese, famoso per le numerose case in legno scuro
e soprattutto per la sua deliziosa Stavkirke, la più
antica chiesa di legno della Norvegia. Risalente al
XII secolo ed ancora in uso, è solo un esempio tra i
28 edifici religiosi del paese realizzati utilizzando un
sistema di pali verticali portanti, detti Stav, simbolo
di un’elaborata architettura tipica del nord Europa
storicamente collocata dal Neolitico al Medioevo.
Tempo libero per il pranzo. Continuazione verso Vinstra. Arrivo e sistemazione al Fefor Høifjellshotel.
Cena e pernottamento.
5° giorno Vinstra – Oslo (260 km circa 4 ore min )
*30 Giugno venerdì
Al mattino sul presto partenza per la capitale Oslo,
anche chiamata la città “vichinga”. Si trova all’interno dello spettacolare Oslofjord circondata da verdi
colline, brughiere, laghi e ricca di attrazioni culturali.
Nel primo pomeriggio sistemazione all’hotel Scandic
St. Olavs Plass. Cena e pernottamento.
6° giorno Oslo *1 Luglio sabato
Al mattino incontro con la guida locale parlante italiano per il tour della città con le visite del Frogner
Park che ospita le controverse sculture di Gustav Vigeland, del Palazzo Reale (esterno), il palazzo del
Municipio (dove viene consegnato il Premio Nobel
per la Pace) e la fortezza medievale di Akershus
(esterno). Al termine, visita del museo del folklore
dove si trova la Gold Stave Church che risale al 1200.
Tempo libero per il pranzo. Il pomeriggio tempo libero per visite individuali (suggeriamo la visite alla
Galleria Nazionale dove si trovano fra l’altro i dipinti
del famoso artista norvegese Edvard Munch) o per
lo shopping.
7° giorno Oslo / Narvik – Isole Lofoten (Andenes)
*2 Luglio domenica
Al mattino trasferimento all’aeroporto di OsloGardermoen e partenza per Narvik – Evenes con
volo di linea della Skandinavian Airlines: SK4086
alle ore 11.25. Arrivo alle ore 13.00. La città al di
sopra del circolo polare artico, affiancata da isole a
ovest e sovrastata da monti in ogni altra direzione,
con spettacolari fiordi che si allungano a nord e a
sud. Partenza per Narvik (km 290 circa 5 ore), Breve
visita della città e tempo libero per pranzo. Partenza
per le Isole Lofoten, vanta una delle correnti marine
più potenti al mondo e la popolazione più densa di
aquile di mare, motivo per cui la città è spesso definita capitale delle aquile di mare. Ma la caratteristica
più spettacolare è il Sole di Mezzanotte, conosciuto
anche col nome di Giorno Polare, visibile 24 ore al
giorno dal 2 giugno al 10 luglio grazie all’inclinazione dell’asse terrestre su cui ruota la terra. Cena lungo
il percorso. Arrivo ad Andenes serata e sistemazione
all’Andrikken Hotel. Pernottamento.
8° giorno Isole Lofoten (Andenes) *3 Luglio lunedì
Imbarco in traghetto per il safari alla scoperta delle balene (3/5 ore) per ammirarle sbuffare mentre
scivolano dolcemente nelle fredde acque norvegesi:
uno spettacolo emozionante che difficilmente dimenticherete. Successivamente visita al museo delle
balene. Pomeriggio libero e possibilità di vedere il
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centro delle Aurore boreali. Rientro in hotel. Cena e
pernottamento.
9° giorno Andenes/Moskenes/Bodo *4 Luglio martedì 17 gennaio 2017
Al mattino partenza verso le ore 06,30
per Svolvær (210 km circa 4 ore). Il villaggio di
Svolvær, considerato la capitale dell’arcipelago delle Lofoten, è la base ideale per andare alla scoperta
dei fantastici scenari naturali delle isole. Visita Interna della Cattedrale delle Lofoten Vågan Church
Stavkirke (orari di apertura da confermare). Tempo
libero per il pranzo. Alle ore 12,30 proseguimento per
Lodingen (km 120 circa 2h ). Arrivo alle ore 14,45
ed imbraco sul traghetto per Bognes. Partenza del
traghetto alle ore 15,45 per Bognes. Arrivo alle ore
16.45, sbarco e partenza per Bodo (km 215) . Arrivo
intorno alle ore 20,30/21,00. Sistemazione in hotel
Scandic Havet. Cena e conferenza conclusiva e pernottamento.
10° giorno Bodo/Oslo – Roma * 5 Luglio mercoledì
Al mattino molto presto trasferimento all’aeroporto
di Bodo per le formalità d’imbarco e partenza con
volo della Scandinavian Airlines SK4105 per Oslo
alle ore 07.05. Arrivo ad Oslo alle ore 08.35. Proseguimento per ROMA Fiumicino con volo SK4713
alle 09.50. Arrivo a Roma alle ore 12.55.
GIORNATE DI STUDIO DI EBRAICO BIBLICO
Profeti, visionari, sciamani Le storie di Elia ed Eliseo
(1Re 17-19; 21; 2Re 1-9; 13)
e la mistica ebraica più antica
Bagnacavallo (RA) 23, 24, 25 Giugno 2017
Ormai per il quinto anno Biblia rinnova la consuetudine dei suoi incontri di studio di ebraico biblico a Bagnacavallo. Tema di quest’anno saranno le avventure dei profeti Elia ed Eliseo che seguiremo, come sempre,
con la guida del nostro maestro Piero Capelli (professore associato di lingua e letteratura ebraica antica e
medioevale all’Università Ca’ Foscari di Venezia). Il corso si svolgerà nuovamente all’hotel Gemelli con
inizio delle lezioni venerdì 23 giugno alle ore 15,00 e termine domenica 25 alle ore 12,00. Nello stesso
pomeriggio di venerdì ci trasferiremo, alle ore 18,00, nella vicina sala del Centro Culturale Le Capuccine,
via Vittorio Veneto 1/a, per ascoltare una conferenza del Prof. Saverio Campanini (professore ordinario di
ebraico all’Università di Bologna, sede di Ravenna) dall’intrigante titolo: Avventure di Elia nella qabbalah
ebraica e cristiana. La conferenza, promossa da Biblia in collaborazione con l’assessorato alla cultura del
Comune di Bagnacavallo, sarà aperta a tutta la cittadinanza per promuovere una maggior conoscenza dei
nostri incontri di studio nella cittadina che, ormai da alcuni anni, ci ospita. Le serate di venerdì 23 e sabato
24 saranno dedicate al turismo con la guida del Prof. Pier Giorgio Costa.
Indicazioni di lettura
A. Catastini, Profeti e tradizione, Pisa, Giardini, 1990.
C. Grottanelli, Profeti biblici, Brescia, Morcelliana, 2003.
Cabala ebraica. I sette santuari, a cura di A. Ravenna e E. Piattelli, Torino, Boringhieri, 1964 (rist. Milano, TEA, 1990).
NOTIZIE TECNICHE
Alloggeremo presso l’Hotel Gemelli ([email protected]), in F.lli Bedeschi 43/A (tel.: 0545-61376) nel
centro della cittadina a poca distanza dalla stazione ferroviaria.
Bagnacavallo, ad una ventina di chilometri da Ravenna, è comodamente raggiungibile in treno (linea
Bologna-Ravenna) o in autostrada (A14 diramazione per Ravenna).
L’Hotel dispone di un proprio parcheggio. Consumeremo lì le cene di venerdì 23 e sabato 24 e il pranzo di
sabato 24.
Per chi vuole sarà possibile pranzare anche domenica 25.
Il pernottamento con colazione per le due notti, costa euro 60,00 a persona in camera doppia, euro 74,00
in camera singola.
I pranzi e le cene euro 13,00 cadauno.
L’iscrizione al corso è di euro 50,00. Le prenotazioni dovranno pervenire entro metà maggio a Flora Giugni, Via Primo Uccellini 3, 48121 RAVENNA (tel.: 340-7649933; [email protected]) unitamente al
versamento di euro 20,00 non rimborsabili.
Per qualsiasi ulteriore informazione contattare direttamente Flora Giugni.
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ULTERIORI PROGRAMMI DEL 2017
(Programmi e schede di iscrizione saranno inviati tramite Newsletter
e stampati sul prossimo Notiziario)
Il Cantico dei cantici
Seminario estivo, Casa delle Rose, Chiusi della Verna, 27 agosto- 2 settembre.
Oltre a leggere e ad ascoltare tre grandi relatori (Piero Capelli, Lidia Maggi e Luca Mazzinghi), per una rilettura a più voci di questi intramontabili canti d’amore, passeremo anche una
giornata nei boschi del Casentino e del Mugello con i forestali, oltre, ovviamente a visitare il
Santuario della Verna.
La Bibbia e le donne – le donne e la Bibbia: una nuova frontiera
Convegno organizzato da Biblia, in collaborazione con
l’associazione “Le Zie di Sofia, Matri-Arché”
e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pistoia,
nell’ambito di “Pistoia, città della cultura 2017”,
Sala Maggiore del Palazzo Comunale, Pistoia, 29 settembre – 1 ottobre 2017.
Attività BeS
- Firenze, sabato 11 febbraio 2017,
«Bibbia - Musica - Bibbia»,
Sala delle Oblate, via Oriuolo 2,
ore 10,30-13,00; 15,00-19,30. Interventi di Giampaolo Muntoni,
Timothy Verdon, Licia Sbattella,
Bernardo Gianni, Piero Stefani,
Enrico Fink. Ingresso libero.
- Modena, lunedì 13 marzo, Liceo
Carlo Sigonio, ore 15,00-18,00
«Bibbia-Musica-Bibbia», interventi di Brunetto Salvarni e Pasquale Troìa. Ingresso libero.
- Firenze, mercoledì 3 maggio
2017, Palazzo Vecchio. Premiazione del concorso «Dalla cetra
al rap, Bibbia-Musica-Bibbia».
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PUBBLICAZIONI DEI SOCI DI BIBLIA
Grazia Gobbi Sica. In Loving Memory. Il cimitero agli Allori di Firenze, Coordinamento di Maurizio Bossi. Con un saggio e schede sulla comunità russa di Lucia Tonini,
Collana “Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux. Studi, Firenze, Olschki, 2016.
Si tratta della prima pubblicazione dedicata al cimitero monumentale agli Allori di Firenze,
originariamente destinato alle sepolture degli appartenenti a confessioni religiose non cattoliche
e perciò popolato in gran parte di stranieri che, venuti a soggiornare in città, vi deposero la
propria spoglia. Il volume si articola in una parte saggistica e in una di biografie dei defunti,
guardando da un lato al cimitero agli Allori come a un vero e proprio museo all’aperto, con
importanti testimonianze nel campo della scultura e delle arti applicate tra Ottocento e Novecento, e dall’altro seguendo le biografie dei sepolti e l’intreccio tra le esistenze individuali e
la città di Firenze. La Casa editrice, date le particolari caratteristiche del testo e delle schede,
ha realizzato il libro con una veste editoriale raffinata, nel formato di 24 x 31 cm, confezione
rilegata con dorso tondo e capitello e plancia stampata a 4 colori. Lo sviluppo complessivo
consta di 574 pagine e di 88 tavole dedicate all’apparato illustrativo.
Giancarla Codrignani, TACETE! Ma davvero?, Il Pozzo di Giacobbe,
Trapani 2016, pp. 112.
Dire ministra costa una fatica che non si sperimenta nello speculare maestra. La difficoltà
è, di fatto, concettuale: il linguaggio infatti rivela perfino nella morfologia il persistere della
gerarchia di valori ritenuti “oggettivi” anche quando si sono trasformati in pregiudizi che
mortificano le donne. L’autorità femminile non abita nemmeno le chiese, dove il nome di dio
è inesorabilmente maschile. Oggi non solo Papa Francesco dichiara l’esigenza di recuperare
su un passato di discriminazione: anche Giovanni Paolo II aveva reso omaggio al “genio
femminile”, ma la Chiesa istituzionale è fin qui apparsa poco interessata a giovarsi dell’intelligenza e della cultura delle donne, nonostante il contributo ormai imponente della “teologia
di genere”. Resta il potere del diritto canonico e del canone 767 che riserva l’omelia “al sacerdote o al diacono”, mentre proprio nella lettura del Vangelo la comunità potrebbe ancor
più compiutamente crescere in grazia e verità. Le donne debbono dunque permettersi di fare
un passo avanti e leggere la parola di dio senza nemmeno assicurare che, tanto, peggio degli
preti e dei diaconi non faranno.
Nuovo libro su PDB
- Amici e redattori dagli anni Sessanta, quando
entrambi lavoravano alla Bompiani, Umberto
Eco e Paolo De Benedetti, tracciano, per gioco
intellettuale, i profili l’uno dell’altro (qui per la
prima volta raccolti).
- De Benedetti ha ritratto il grande semiologo
e narratore, Eco ha ritratto l’originale ebraista,
teologo degli animali.
- Pagine che, attraverso l’ironia e l’intelligenza,
svelano volti inediti di questi grandi intellettuali.
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