FEDE E PROFEZIA BIBBIA E PREDICAZIONE IN SAVONAROLA E
Transcript
FEDE E PROFEZIA BIBBIA E PREDICAZIONE IN SAVONAROLA E
ASSOCIAZIONE LAICA DI CULTURA BIBLICA - NOTIZIARIO SEMESTRALE Anno XXXI n. 1, Febbraio 2017 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB FIRENZE Registrazione Tribunale di Prato n. 112 del 23/3/87 Presidente: Agnese Cini ; Direzione e redazione: Via A. da Settimello 129 - 50041 Settimello (FI) Tel. 055/8825055 - fax 055/8824704 - cellulare segreteria 392/3032325; codice scale 92003770481; E-mail: [email protected] - [email protected]; siti: www.biblia.org; www.bes.biblia.org Direttore responsabile: Piero Stefani; Stampa: Contini - Sesto Fiorentino (Firenze) Coordinate bancarie: BANCO POPOLARE Filiale di Calenzano, Iban: IT07M0503437760000000001359; CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE Filiale 142 Sesto Fiorentino, Iban: IT03E0616038100100000008380; CONTO CORRENTE POSTALE N° 15769508 FEDE E PROFEZIA BIBBIA E PREDICAZIONE IN SAVONAROLA E LUTERO Convegno organizzato da Biblia,alle Comunità luterana di Roma della e Facoltà valdese Teologia, Roma 12 -14 emaggio L’assemblea inizia regolarmente ore 17.30, in seconda relazione sul di bilancio consuntivo 2009 relativi2017 alle- convocazione. gati e Nella Ciurcina a quella dei Revisori dei Conti (si Il logo ufficiale scelto argomenti: per celebrare il giubileo del- dei fatti ealnon di quello delle Sono all’o.d.g. i seguenti allegano verbale le copie di virtualità. entrambi i D’accordo; documenti).tutla Riforma pone al di sopra dell’immagine di doctor tavia si può proporre una storia anche di un aperta bocciolo 3. La Presidente dichiara la Martinus questa «Amsulle Anfang a divenire fiore. Per questo motivo e le relative votazioni su 1. Relazione dellascritta Presidente atti- war das Wort», che non è riuscitodiscussione entrambe relazioni. socio vità dell’Associazione. Guido Consiglio direttivo mentre nella parte bassa si legge «Luther Nuovo 2017, 500 le istanze di riforma presentilealla fine delIl XV secolo e 2. Approvazione del La bilancio pone due quesiti: perché catnon Jahre Reformation». sceltaconsundell’incipit del vangelo all’inizio di quelloZiffer successivo godono nela)mondo 2010-2012 tivo 2009 ed(«In eventuali variazioni al sia stato il corso di greco di Giovanni principio era la Parola») evidenzia la tolico contemporaneo di unripristinato forte interesse. bilancio preventivo 2010. biblico; b) perché sia sostanziosa centralità che nel mondo riformato ha la Parola. Dal Tra le figure dello scorcio finale del XVcosì secolo poste a 3. Determinazione della quote associala differenza tra gli introiti Presidente canto loro il nome di Lutero, la data e il numero degli cavallo tra storia e mito, primeggia quella di fraprevisti Girotive per il 2011. per il 2009 dal bilancio di previsione Agnese Cini Tassinario anni rimandano alla parola Riforma. Qui cominciano i lamo Savonarola. L’accostamento a Lutero è precoce. 4. Dibattito e votazione sulle relazioni e le effettive risultanze del bilancio problemi. È fuoredisuldubbio che, se si contassero gliVice-presidente anni Esso però è sempre da ripensare aspetti. Qui della Presidente bilancio. consuntivo. La sotto sociavari Maria Califano in modo rigorosamente storiografico, nel 1517 nessuno, ne vogliamo indicare solo due: da un lato la centralità 5. Presentazione delle candidature riprende il discorso sul corso di greco Piero Stefani aalle cominciare da Martin Lutero, Vice avrebbe immaginato della Parola e dall’altro della d’inserirlo profezia. Ritorcariche sociali: Presidente, biblico ile ruolo suggerisce tra le Tesoriere che si fosse messo in moto un processo destinato a dar niamo al logo del attività cinquecentenario Riforma: «In Presidente, Tesoriere, Consiglieri, previste daldella protocollo d’intesa Alessandroprincipio Badino era la Parola»; Revisoriindeimodo Conti,stabile Probiviri per serie il trienrmato con il MIUR 29 marzo c.a., origine a una di Chiese cristiane quella della ilBibbia? Molto nio 2010-2012. dislocandoli in due sedi Roma Consiglieri diverse da quella cattolico-romana. La scelta del termeglio dire quellamagari dell’evangelo predicato. In –Lutero 6. Pausa per la cena e votazione delle e Milano – per agevolare la partecipamine Riforma per indicare tutto il mondo protestante il primato non spetta alla Scrittura in quanto tale. Tutta Isabella Bergamini cariche sociali. degli ointeressati. socia Flora è, peraltro, tardiva e risale, quasi certamente, alla stola Bibbia, si trattizione di Antico di NuovoLaTestamento, Giuliano Bertoni 7. Proclamazione degli eletti. Giugni chiede La come mai torna non siviva sia riografia protestante ottocentesca. è articolata tra legge e vangelo. Parola parlato dei corsi di richiamo biblico. Giancarla Codrignani Riforma e Controriforma sono categorie di origine quando è evangelo predicato. Gesù Cristo diviene allora Ai ni di una più organica concatenaLa Presidente risponde che i corsi di Paola Francalanci storiografica che hanno assunto un sivalore simbolicopresente in tutte legreco Scritture. Anche Girolamo la zione degli elementi in discussioni, biblico non per sonofra stati riproposti evocativo. In definitiva sono diventate espressioni per predicazione è la forma più alta per riproporre la Bibbia Laura Pasquino decide d’iniziare l’assemblea con la relaperché hanno sempre registrato pochisindicare modi diversi di esseredacristiani. vi è alla comunità. Non a caso Savonarola fuquindi, l’ultimo zione della Presidente, seguita quella Da un lato sime adesioni. Auspica, chenel si Gioachino Pistone ildelprimato della Parola, dall’altro quello dei sacramenti mondo cattolico apossa basare la propria predicazione sul Tesoriere e dalle relative discussioni trovare una soluzione nel lavoro Giusi Quarenghi amministrati la mediazione soprattutto e votazioni. Laattraverso presentazione delle can- di un sacerdozio commento a interidlibri el Cobiblici, nsiglio D irettivo codell’Antico ngiunto con Milka Ventura didature avverrà immediatamente primadal Concilio Vatiil gruppo misto Biblia – MIUR previsto ordinato maschile. Specie a partire Testamento. A volte l’espansione è impressionante. Il delle II, votazioni. dal protocollo appena rmato. Quanto cano molto è mutato anche nell’ambito della Chiesa libro del profeta Aggeo è costituito da soli 48 versetti; Presiede l’assemblea, come da ai corsi di richiamo sull’ebraico biblico, cattolica romana cosicché la Statuto, Bibbia ha riconquistato Collegio deimentre, Revisorinell’edizione nazionale delle opere savonarola Presidente Agnese Cini, funge da sono stati menzionati a causa della centralità sia nella liturgia sia nello studio. La struttura liane, le Predichenon sopra Aggeo si estendono per oltre dei conti Segretaria-verbalizzante Pasqualina malattia del responsabile, Paolo De di base non è però mutata, l’asse portante per la Chiesa cinquecento pagine. Ciò si spiega in virtù della paragoCuoco. L’assemblea su proposta della Benedetti, ma si spera che possano Nella Ciurcina cattolica imperniato Presidenteromana nominaresta tre scrutatori persul le sacerdozio ordi- nabilità tra la comunità esseregiudaica ripresi al postesilica più presto. Ilsollecitata Tesoriere Ferruccio Fontanella nato. Nel mondo evangelico dal canto suo si assiste, a ricostruire il tempio e la città di Firenze tra chiamata a votazioni: Giorgio Leoni, Elisabetta chiarisce che la differenza il prevenattualmente, a una proliferazione di Chiese non storiche diventare una specie Gerusalemme. Il riferiMenini, Giulio Sica. Essi procedono tivodie nuova il consuntivo 2009 giustamente (si pensi alla crescita esponenziale dei Pentecostali)Probiviri a mento ci introducerilevata a punto del confronto immediatamente al conteggio degli dalcruciale socio Ziffer dipendefra in cui ben diritto poco importa che avvenne nella Germa- il frate domenicano e l’ex monaco agostiniano:ritardo per il aventi al votodi quel che risultano massima parte dall’eccessivo Rosetta Mazzone in totale 104secolo. (58 di persona e 46 per contributi pubblici nia del XVI primo la profezia nell’erogazione riscopre la sua dei antica vocazione poGiuseppe delega). Essendo in seconda convocaper gli eventi dasulla realizzare. Celebrare cinquecento anni della Riforma implica muo- Ricaldone litica di presentarsipromessi tanto come un giudizio storia zione,inl’assemblea è validamente europea. costi- Non c’è La risanare Presidente notare che, peraltro Daniel versi un’area eminentemente nulla Vogelmann quanto come via per la fa’ convivenza civile, per tuita e può deliberare su tutti gli argotutte le attività programmate al di male a farlo, specie in un momento in cui l’Europa il secondo la libertà del cristiano riguarda l’uomono intementi all’o.d.g.. 2011 sono state realizzate, o sono in ha un forte bisogno di guardare alla propria storia al riore, spirituale e nuovo. Tuttavia occorre fare i conti 1. La Presidente legge la sua relazione corso di realizzazione. Poiché l’attività fine di affrontare il suo problematico domani. Pensare anche con l’uomo esteriore, corporeo e vecchio; da qui sulle attività dell’associazione (se ne allega copia al pre- per il 2012 è ancora tutta da programmare, la Presidente storicamente teoria all’assemblea dei «due regni» che tantolahapropria incisoscelta sul destino sente verbale).significa occuparsi non solo di quello che la propone di esprimere tra due è2.stato ma anche di quello che avrebbe potuto essere e storico e istituzionale della Riforma luterana. Il Tesoriere, Alessandro Badino, procede alla lettura possibili temi del Convegno Nazionale: I – L’ironia nella non fu. Si dirà che la storia si occupa del mondo reale Piero Stefani 11 RELAZIONI SULLE ATTIVITÀ SVOLTE VIAGGIO A CIPRO/ATENE 11-19/22 luglio 2016 ENCÒMI Il nostro primo applauso a Agnese Cini di Biblia presidente e fondatrice, che i professor Cardini e Valentini scelse (e mai scelta fu tanto felice) per illustrare guerre, idee, destini spirituali, complessa cornice storica (da Bisanzio ai Lusignano, a Venezia, poi a Genova, al Sultano all’Anglo astuto, che per ottant’anni e più resse quest’isola incantata senza produrvi – in fondo – troppi danni, fino all’indipendenza conquistata…); ma qui mi fermo: temo che m’inganni, in questa intensa e ultima giornata, del tempo una distorta percezione (e certo il profittar dell’attenzione vostra non è opportuno né cortese). Meglio che spazio qui ai ringraziamenti a chi questo viaggio a Cipro rese pieno di inobliabili momenti: a Olga e a Fabio, che tra antiche chiese e scavi e icone e luoghi sorprendenti per bellezza ci trassero per mano… un applauso per loro e per Adriano! Ma c’è una coda a questa filastrocca Perché mia moglie (e c’era Elisabetta testimone) mi ha detto: non è sciocca, potrebbe andare, ma noi ci si aspetta (come gruppo) un elogio… si, ci tocca… Bisogna che anche questo tu ci metta… Un po’ ho nicchiato, ma alfine ho obbedito (rientra nel mio ruolo di marito!) Del resto il gruppo elogio volentieri del viaggio Biblia: è un gruppo straordinario, ricco di competenze, di pensieri elevati… Si, è un gruppo colto, vario per esperienze, un gruppo i cui saperi fanno crescere il nostro immaginario… E del gruppo fa parte anche il Nipote di Agnese: il nostro applauso egli riscuote! Un nostro applauso (l’ultimo davvero) Riserviamolo dunque al gruppo intero! Alberto Moreni 2 SEMINARIO ESTIVO “IL VANGELO DI LUCA: CANTICI E PARABOLE”, Cortona, 25-29 agosto 2016. Ci sono due buoni motivi per partecipare a un seminario estivo di Biblia su Luca a Cortona – oltre al fatto che Biblia non fallisce (quasi) mai: e sono Cortona e l’evangelista Luca. E poi i due “responsabili” del gruppo: Guido Armellini e sua moglie Elisabetta, una garanzia. Come è uso dei seminari, questo corso, prevedeva due visite della città e dei dintorni: abbiamo visitato la città “ideale” di Pienza, Montepulciano (dove abbiamo pranzato a base di pici al sugo fatti a mano e per innaffiare il tutto bottiglie di Montepulciano – l’avanzo del quale è stato prezioso per celebrare una messa …) e preso il battello sul lago Trasimeno fino all’Isola Maggiore, famosa per i suoi merletti. Il gruppo completo era costituito da una trentina circa di persone. Chi scrive, che da tempo ha superato gli anta, era tra i più giovani: segnale non incoraggiante per chi si occupa di diffusione di cultura biblica, ma neppure trascurabile. Casa Betania (dove risiedevamo), a dieci minuti dal centro storico di Cortona, nonostante sia stata per alcune sue caratteristiche non del tutto adatta alle esigenze del gruppo, offriva una vista spettacolare sulla val Chianina: dall’ampia terrazza si poteva arrivare con lo sguardo fino al Trasimeno. A parte ovviamente la visita libera alla città nei tempi liberi (l’Annunciazione del Beato Angelico del Museo diocesano basterebbe da sola a giustificare una visita a Cortona!), sabato pomeriggio abbiamo visitato l’abbazia di Farneta e le tombe etrusche del Melone II. La guida è stata di una squisita gentilezza e sapienza; l’assessore al Turismo di Cortona, Albano Ricci. Nei giorni del seminario in città, si svolgevano almeno un paio di eventi che hanno attirato l’attenzione di alcuni soci: una mostra di fotografia di livello internazionale alla Rocca, e un’altra mostra sulla scrittura etrusca (con la cosiddetta “mummia”, che poi è una benda, di Zagabria, non facile vedere se non recandosi in loco). Gli argomenti del seminario erano due, tra loro collegati, almeno fino a un certo punto: «Vangelo di Luca: cantici e parabole». Il problema di questo tipo di seminari è il livello dell’uditorio: occorre saper coniugare una certa profondità del discorso (si suppone infatti che i soci di Biblia non sentano nominare la Bibbia per la prima volta) con la chiarezza ed eventualmente la pazienza di riprendere i nodi più intricati da capo. Ed è quello che ha fatto don Gianluca Carrega, docente di Nuovo Testamento alla Facoltà teologica di Torino, e Silvia Zanconato, neotestamentarista romana. Il primo dopo un’introduzione generale al terzo vangelo, ha poi esaminato di Cantici di Zaccaria e di Simeone, mentre la seconda ha dedicato le sue attenzioni al Magnificat. Le esposizioni sono state esaurienti, con rimando al testo originale e analisi sia del testo in sé sia dei rimandi intertestuali all’Antico Testamento. Il tema del Magnificat è stato perciò trattato da Pasquale Troìa anche nel versante musicale, con una sorta di excursus di storia della musica, molto apprezzato da tutti i partecipanti. Le giornate sono state piene: difficilmente i soci volevano diradare gli incontri o accorciarli, anzi desideravano approfittare della competenza dei relatori. Al secondo tema è forse stato dedicato meno tempo, e tuttavia forse è quello più produttivo sul versante esegetico e interpretativo. La querelle sulle parabole parte dall’uso stesso che ne fa l’evangelista: per far capire più facilmente il senso di certe idee o piuttosto per impegnare l’ascoltatore in un duello senza tregua col racconto? Il fatto è che dell’intero testo evangelico le parabole hanno assunto, almeno per un certo tipo di lettori/ascoltatori (non certo nei giovani!) un ruolo quasi proverbiale. Tutti le conoscono talmente bene, o così pensano di conoscerle, che la loro complessità viene sciolta ancora prima di essere dipanata. È stato onesto, da parte dei relatori, affermare che di alcune parabole l’interpretazione non è sicura. Vivaddio. In una delle serate don Carrega, che cura per Effatà la collana Scrittori di scrittura (http://scrittoidiscrittura.it/) ha passato in rassegna i libretti usciti. Una iniziativa interessante sia nel metodo sia nei risultati. E invece Armellini ha concluso raccontandoci alcune riscritture della parabola lucana forse più famosa: quella del cosiddetto “Figliol prodigo”. Dalla sua antologia abbiamo avuto la conferma che D’Annunzio di quella pagina aveva capito poco, mentre André Gide e soprattutto Rainer Maria Rilke sono stati capaci, nelle loro riscritture, di andare più a fondo. Certo questa via delle riscritture (anche i Cantici lucani erano a loro volta riscritture) è una delle più promettenti nel nostro mondo culturale, quasi del tutto analfabeta sotto il profilo biblico, per ridare spazio alla Bibbia. Antonello Ronca I 500 ANNI DEL GHETTO DI VENEZIA 19-20 Novembre 2016 Vorrei spendere qualche parola sulla visita al ghetto di Padova, meno noto di quello di Venezia ma non meno interessante. Il pomeriggio del 19 Novembre, guidati da Magda Viero abbiamo seguito un itinerario sulle tracce della presenza ebraica a Padova, tracce grandi e piccole e a volte nascoste. L’insediamento degli ebrei precede il ghetto di alcuni secoli, con un forte sviluppo a partire dalla metà del XIII secolo, grazie anche alla università, unica in Europa ad ammettere studenti di ogni religione (agli ebrei era concesso frequentare la facoltà di medicina). Si crearono vari raggruppamenti, per gli ebrei italiani, tedeschi e spagnoli, che in seguito confluirono. Gadi Luzzatto ci ha ricordato nel suo intervento come queste comunità fossero la norma già prima dei ghetti: la sinagoga, la scuola, il bagno rituale, la macelleria erano i naturali poli di attrazione. Il ghetto vero e proprio venne “ chiuso “ nel 1603 e comprendeva alcune strette vie vicino a piazza delle erbe, ospitanti in una superficie di circa 150x90 metri fino a mille persone. Nel ‘600 vi erano 63 botteghe per molteplici attività, come il prestito del denaro e l’industria degli argentieri, molto attiva fino al 1777, quando la Repubblica Veneta permise solo il mestiere della “strazzaria”, cioè il piccolo commercio dei vestiti usati. L’ antica sinagoga tedesca di via delle Piazze, distrutta dai fascisti e restaurata dalla Comunità Ebraica negli anni novanta, ospita il museo della Padova ebraica. Rimangono le case a più piani, che con la crescita della popolazione si erano sviluppate in altezza, in piccoli appartamenti dalle volte basse. Le porte del ghetto furono abbattute definitivamente nel 1797 dall’amministrazione napoleonica. Oggi sono ancora riconoscibili, (non segnalati e a volte seminascosti) i fori che ospitavano i cardini. La storia testimonia la grande capacità di adattamento e al contempo la fedeltà alla tradizione degli insediamenti ebraici. Nell’800 il nuovo clima ha favorito l’integrazione degli ebrei nella società italiana (voglio citare l’ astigiano Isacco Artom, antenato di Paolo De Benedetti, che fu segretario di Cavour ed ebbe un ruolo importante nel risorgimento). Padova ricorda il sindaco Levi Civita, che finanziò personalmente la bonifica dell’area dei giardini e promosse il restauro della cappella degli Scrovegni nel ‘900. Nel gennaio 2016 sono state incastonate in via San Martino e Solferino e via Roma le pietre d’inciampo a ricordo degli ebrei deportati e vittime della Shoah. La giornata si è conclusa con i canti tradizionali ebraici eseguiti dalla corale Vittore Veneziani di Ferrara. Il giorno successivo abbiamo visitato il ghetto di Venezia, con il grande Campo ancora intatto, il rinnovato museo ebraico e le antiche sinagoghe: Scola Grande Tedesca, Scola Canton, Scola Levantina e Scola Ponentina o Spagnola, quest’ultima ancora oggi in uso. Venezia vide per secoli il confluire di diverse tradizioni 3 ebraiche e fu sede di intensa attività culturale: ricordo solo la fioritura nel XVI secolo della stampa ebraica, e la prima edizione completa a stampa del Talmud (Talmud Bomberg, 1520/23 ) Al termine l’ incontro al Giardino dei Melograni ( Pardes Rimmonim, citazione del Cantico dei Cantici...) per il pranzo kasher al ristorante Ghimel. Due giornate che ci hanno permesso di conoscere e ricordare alcune importanti pagine di storia e di esprimere, a nome di tutti i soci e amici di Biblia la nostra vicinanza alle Comunità Ebraiche in occasione del cinquecentesimo anno della istituzione del ghetto di Venezia. Valerio Panizza A questa breve relazione, aggiungiamo un grande grazie a Magda Viero, membro del Consiglio direttivo di Biblia che l’ha organizzato. Riportiamo un suo commento finale: «È difficile trovare le parole per esprimere ciò che i tanti soci e amici di Biblia (eravamo in 135!) che vi hanno partecipato possono avere sentito in questa testimonianza che la nostra associazione ha avuto modo di concretizzare: quella di permettere nei due giorni di Padova e Venezia di vedere e capire cosa erano i ghetti e cosa hanno significato nella comunità ebraica per secoli. Esserci per ricordare i 500 anni della costruzione del primo ghetto non è stato solo un piacevole weekend, ma forse soprattutto il bisogno di dire ancora oggi... mai più ghetti». CANTICO DEI CANTICI: IL SANTO DEI SANTI DELL’AMORE PROFANO Corso di ebraico, Firenze, Suore di Santa Marta 27-31 dicembre 2016 Ammirato dalla tradizione giudaica, come da quella patristica, universalmente amato e considerato il più bel canto d’amore di tutti i tempi: è il Cantico dei Cantici l’oggetto del corso di Biblia, tenutosi a Firenze, a fine anno, con i docenti Daniele Garrone e Piero Capelli per gli avanzati e Nicoletta Menini per i principianti. Da sempre le vicende di questo singolare libro della Bibbia, attribuito a Salomone, ma di cui non si conoscono l’autore o gli autori (forse una donna?), si accompagnano alla ricerca di un senso del libro stesso, per la difficoltà di conciliare l’alta carica erotica in esso presente con la dimensione sacrale. L’accoglimento del Cantico nel canone biblico ebraico e cristiano provocò non pochi grattacapi a chi si occupava di Sacre Scritture. Cosa rendeva “Scrittura che contamina le mani” questo componimento, legato al nome del Tetragramma 4 unicamente dall’esile filo del suffisso yh alla parola fiamma in 8, 6? Qual è il tipo di amore che vi si canta da meritargli un titolo al superlativo o da indurre Rabbi Aqiba a minacciare l’esclusione dal mondo futuro a chi lo canticchiasse in un banchetto? Per secoli, in entrambe le tradizioni, tranne qualche rara eccezione, la risposta fu trovata in una lettura allegorica che vedeva nell’amore della coppia, l’una, l’amore di Dio per il popolo di Israele nelle sue vicende escatologiche di salvezza, l’altra, l’amore di Cristo per la Chiesa o per Maria, o ancora l’unione mistica dell’anima con Dio. Tale interpretazione, ormai non più accettabile, ha lasciato lo spazio all’indagine sulla vera natura di questo libro della Bibbia, non senza dar luogo a letture che Paolo De Benedetti non esitava a definire “fantastiche e infondate”. Un ricordo al Maestro recentemente scomparso. I Maestri di Biblia Daniele Garrone e Piero Capelli hanno offerto due approcci diversi e complementari, ascrivibili alle ultime tendenze della ricerca. Il Cantico indubbiamente è una collezione di canti dell’amore umano, non istituzionalizzato nel matrimonio, è la tesi del primo; l’amore è un tema presente nella Sapienza, in quanto argomento di istruzione diretta ai giovani israeliti. In linea con gli esegeti progressisti, l’amore, proprio perché umano, è di per se stesso un rimando all’amore di Dio per la sua creatura. Il senso del Cantico è teologico, perché profondamente umano: Dio ha creato questo tipo di amore per l’uomo, per poi distoglierne pudicamente lo sguardo. Piero Capelli, partendo dall’ipotesi di Giovanni Garbini, scomparso il 2 gennaio, esclude la dimensione sacra del componimento. Ne sarebbero conferma l’imbarazzo riscontrabile nelle versioni antiche della Bibbia cristiana e i rimaneggiamenti operati dai rabbini. Il Cantico, pur costellato di riferimenti biblici, soprattutto profetici, è decisamente opera di natura bucolico-erotica. L’esame testuale, secondo Capelli, rivela l’influsso di antecedenti antichi, come i canti d’amore della letteratura sumerica risalenti alla fine del III millennio a.C, che inscenavano i miti delle nozze sacre di Inanna e Dumuzi (in accadico Ishtar e Tammuz), legati ai culti della fertilità, miti riversatisi poi nel mito greco di Afrodite e Adone, o come la poesia di ispirazione amorosa, fiorita nell’Egitto del Nuovo Regno. L’antecedente prossimo, però, da cui il Cantico dipende, è la poesia bucolica ed erotico-bucolica del periodo ellenistico, in particolare quella di Teocrito, con cui l’autore del Cantico dimostra di avere dimestichezza, ricavandone ambientazioni, descrizioni, immagini e luoghi comuni. Il Cantico dunque sarebbe stato generato nell’ambito della diffusa cultura ellenistica, sulla base di fonti risalenti molto tempo addietro e non presenterebbe carattere di particolare originalità. Inuti- le dire che l’intervento ha suscitato qualche delusione e qualche piccola discussione. La fortuna del Cantico dei Cantici è rintracciabile nelle innumerevoli citazioni che ne ha fatto, nei secoli, l’arte figurativa sacra e profana. Così anche la sua interpretazione allegorica. Lo ha mostrato Maria Elena Notari, facendo vedere ed illustrando opere che vanno dal secolo XI a Marc Chagall, in cui sono ravvisabili i luoghi comuni che tanto affascinano i lettori del Cantico: gli animali, le piante e i frutti del locus amoenus , dell’ hortus clausus, la fonte sigillata con il lucchetto, i gesti delle mani che uniscono gli amanti, come uniscono nell’abbraccio Cristo e Maria, ne sono esempi. Di diverso segno è l’amore che anima Julia Bolton Holloway, la piccola suora anglicana, custode del Cimitero degli Inglesi, che ha guidato il gruppo tra le tombe di personaggi illustri o meno, qui ospitate. Suor Julia parla con uguale tenerezza dei suoi studi e pubblicazioni di storia e delle persone Rom che assiste e alfabetizza. Ma non solo questo ha offerto il Corso di Biblia: Milka Ventura ha illustrato i volumi e manoscritti ebraici, restaurati dopo l’alluvione del 1966, nella mostra “E le acque si calmarono”, alla Biblioteca Nazionale. Cosimo Cardellicchio, appassionato di giochi, ha intrattenuto i corsisti con le carte ebraiche, create da lui stesso per l’occasione. Per coloro che si sono fermati a Firenze, ospiti del Monastero di S. Marta, ad attendere il nuovo anno, sono stati riservati la visita al rinnovato Museo degli Innocenti, il cenone e, naturalmente, tanti altri giochi. Per queste ragioni non è esagerato dire che il gruppo intero, compresi i principianti, quest’anno meno numerosi del previsto, ha ‘cantato’ l’amore in diverse sue declinazioni: amore per l’arte, passione per i giochi, amore per il prossimo, per i libri, le Scritture e l’ebraico. Forse qualcuno, ripensando al “Riposo durante la fuga in Egitto” di Caravaggio, si domanderà se il mottetto “Tota pulchra es”, che l’angelo trascrive, sia dedicato da Cristo a sua Madre o da Giuseppe alla sua sposa. In fondo, il sacro sta negli occhi di chi osserva. Lucia Liberalesso PAGINA BES a. s. 2016-2017 Dopo il positivo riscontro del concorso nazionale – ormai, un appuntamento fisso nei consolidati rapporti fra Biblia e il MIUR – che lo scorso anno scolastico ci ha visti impegnati sul tema, delicatissimo, Storie di guerra e profezie di pace nella Bibbia, quest’anno ci siamo dati alla musica! Argomento del concorso per il 2016-2017, infatti, è Dalla cetra al rap. Bibbia – Musica – Bibbia. Ci ha mossi il fatto, incontestabile, che nella Bibbia molti generi di musica - suoni, canti, inni, danze – occupano costantemente uno spazio importante. Se la prima citazione biblica di un fatto musicale riporta all’epoca della vita nomade delle antiche popolazioni prima dell’avvento di Israele (a Iubal è attribuita la paternità di tutti i suonatori di cetra e di flauto, Genesi 4, 21), un intero libro biblico, il Salterio, veniva cantato e a volte danzato, ma esistono numerosi riferimenti alla musica disseminati lungo tutto il testo, dall’Antico al Nuovo Testamento. D’altra parte, la musica – e non solo quella di uso liturgico o quella classica e operistica – si è, storicamente, ispirata costantemente a vicende e personaggi biblici, in particolare nel contesto della cultura occidentale. Nelle ultime settimane, ad esempio, si è parlato parecchio, per diversi motivi, di due giganti della musica pop novecentesca, Bob Dylan e Leonard Cohen, la cui produzione deve molto al rapporto con il testo biblico. Se vogliamo tentare un primo bilancio, ad anno scolastico e attività pienamente in corso, possiamo notare che, da parte del mondo delle scuole, si è mostrato un notevole interesse per il tema scelto. Tante sono state le richieste di materiali relativi al rapporto fra Bibbia e musica, cui abbiamo cercato di dare risposta inserendo specifici materiali sul sito di BeS (www. bes.biblia.org), alcuni dei quali firmati da autentici specialisti della materia. Considerando che scopo del protocollo e della collaborazione fra MIUR e Biblia è la diffusione nella scuola della conoscenza dei libri della Bibbia, ma anche della sua storia degli effetti, abbiamo insistito sul carattere interdisciplinare della partecipazione al concorso e degli incontri di presentazione e riflessione. BeS, infatti, ha proposto alle scuole che hanno scelto di partecipare al concorso uno o più incontri formativi da tenersi nelle classi a cura di esperti. Tre i temi offerti: La Bibbia, un libro per tutti? Introduzione alla Bibbia; Dalla Bibbia alla musica; e Dalla musica alla Bibbia, che spaziano dal Primo al Nuovo Testamento. Vale la pena di sottolineare che tali percorsi non vanno considerati come un pacchetto rigido e preconfezionato, ma sono da concordare secondo gli interessi e le esigenze organizzative degli istituti scolastici interessati nel numero (uno o più), nei tempi (una giornata, più pomeriggi …), nei titoli e nelle modalità (per gruppi di docenti; per classi; per gruppi di classi). Come dicevamo, sono numerose le scuole che hanno accettato il nostro invito, ancor più dello scorso anno, e dislocate su (quasi) tutto il territorio nazionale: fra l’altro, siamo sbarcati sulle isole, e corsi si terranno o si sono già tenuti in Sicilia, Sardegna e all’isola d’Elba, segno, ci auguriamo, di un interesse crescente verso la questione della presen- 5 za della Bibbia a scuola. Sempre per accompagnare il concorso, abbiamo ritenuto utile organizzare non solo gli incontri specifici nelle scuole che ne abbiano fatto richiesta, ma anche rivolgerci ai docenti di tutte le materie con alcuni convegni di formazione approntati appositamente per loro, al nord, al centro e al sud della penisola. Il primo si è tenuto a Verona presso il Liceo Girolamo Fracastoro, il 1° dicembre 2016, e ha registrato la presenza di oltre quaranta docenti particolarmente interessati, intrattenuti – dopo il saluto del dirigente scolastico Tiziano Albrigi e un’introduzione di Marco Dal Corso, docente nello stesso Liceo, da chi scrive, su La Bibbia, il Grande codice dell’arte e della cultura, e da Pasquale Troìa, su Il canto e la musica della e nella Bibbia e Il canto e la musica ispirati dalla Bibbia. A contrappuntare le relazioni, il coro Voci amiche, che si sono cimentati in una originale reinterpretazione di alcuni brani tratti dall’album La buona novella di Fabrizio De André. I prossimi convegni sono previsti a Firenze (sabato 11 febbraio 2017), Modena (lunedì 13 marzo ore 15 presso il liceo Carlo Sigonio, via Lancillotto, 4 - stesso programma di Verona, con musiche però di Francesco Guccini ex allievo di quella scuola) e Napoli o Roma. Per concludere, due parole sulla questione, altamente strategica, della comunicazione. Se lo scorso anno, per far sì che l’esistenza e le attività di BeS fossero più conosciute, abbiamo deciso di sbarcare sul mondo dei social network, predisponendo un account Twitter tutto dedicato a BeS (ma collegato direttamente con la pagina Facebook di Biblia), quest’anno abbiamo proseguito e intensificato il lavoro. Diversi docenti ci hanno riferito che sono venuti a sapere del concorso grazie appunto alle notizie reperite in rete: senza dimenticare, naturalmente, che esiste già un sito apposito di BeS, che contiamo di continuare a implementare. Brunetto Salvaran UN RICORDO DI TULLIO DE MAURO Desidero condividere con voi un ricordo caro e prezioso del prof. Tullio De Mauro. Sappiamo che è stato un grande linguista, un raffinato intellettuale laico e un bravissimo e competente, anche se il mandato fu breve, Ministro della Pubblica Istruzione. Proprio in questa veste ebbi l’occasione di conoscerlo una prima volta, e non lo dimenticherò mai. Il 7 settembre del 2000 sentii una intervista televisiva fatta al Ministro. Gli si chiedeva fra l’altro se c’era qualcosa che avrebbe voluto fare per la scuola che non aveva trovato occasione di fare. E lui rispose, da laico competente e rispettoso qual era, che avrebbe voluto proporre la Bibbia come testo di alta ed essenziale cultura per la scuola italiana. La mattina dopo gli scrissi una lettera dove gli esprimevo parole di piena solidarietà e di gioia grande per questa notizia appresa dall’intervista; gli chiedevo anche un appuntamento per parlarne. Mi rispose subito e quindici giorni dopo ero già a Roma, nel suo salottino privato. Parlammo a lungo, fu squisito e fra l’altro mi confidò anche che per lui la Bibbia era come il pongo! «Come il pongo?» gli chiesi. «Sì, perché si può modellarla come si vuole, ma la sostanza resta sempre la stessa»; questa immagine graziosa e originale della “Bibbia-pongo”, per descrivere la duttilità del Libro dei libri, mi è sempre rimasta presente e sono lieta di condividerla con i lettori del nostro Notiziario. Pochi mesi dopo, e precisamente il 18 maggio 2001 il primo “Protocollo d’Intesa” fra Biblia e il MIUR era già steso e da lui firmato. Poi il Governo cadde e abbiamo dovuto aspettare fino al 2010 per riavere la fiducia, la collaborazione e la firma di un Protocollo rinnovato! In seguito comunque, il professore ha partecipato alcune volte alle nostre iniziative. Riporto la fine del suo intervento su “La Bibbia e le lingue” pronunciato nel corso del convegno svoltosi a Roma il 18 novembre 2010: «Ricordo di aver accolto l’appello di Biblia per la presenza della Bibbia nella scuola, prima ancora che come ministro transeunte, come commentatore sui temi della scuola nel settimanale “L’Espresso” in un tempo lontano. Dovetti subire la reazione indignata di chi si meravigliava e protestava “ma come, un laico che propone la Bibbia a scuola?”. Allora e oggi sostenevo e sostengo che forse sarebbe una opera buona e intelligente portare i testi, vetero e neotestamentari, direttamente nella scuola. Mi auguro che questa operazione possa riuscire: tanto più facilmente riuscirà quanto più avremo, come diceva Mussolini …, almeno la non belligeranza da una parte delle gerarchie ecclesiastiche.» (Da “Bibbia, cultura, scuola”, a cura di Gian Gabriele Vertova, Carocci, Roma 2011, p. 16). Agnese Cini 6 APPROFONDIMENTI CULTURALI - LXV (ANNO XXXI, N.1) La Rivelazione 1 Come ricordare Paolo De Benedetti? Se la parola di Dio è come un martello che, percuotendo la roccia, ne fa scaturire una moltitudine di scintille, il nome di Paolo fa sprizzare in noi una pluralità di ricordi (tra i quali vi è anche l’immagine stessa qui adoperata). Difficile tenerli sotto controllo. La Cattedra dei non credenti promossa dal cardinal Martini nel 1992 era intitolata «Chi è come te fra i muti». Fu l’edizione in cui PDB fu maggiormente coinvolto. In quel contesto rav Benedetto Carucci Viterbi, in riferimento a un passo del Deuteronomio (libro amatissimo da Paolo), ebbe modo di dire che Dio ha smesso di parlare ma ha anche continuato, «parla ed è anche silenzioso». Piergiorgio Cattani ha intitolato il suo libro dedicato a De Benedetti, Dio sulle labbra dell’uomo (il Margine, Trento 2006). In virtù di questo accostamento, sappiamo che non è empio riferire a PDB quanto Carucci Viterbi diceva di Dio: anche Paolo continua a parlarci pur essendo avvolto ormai nel silenzio. Le sue furono labbra ospitali che trasmisero quanto avevano ricevuto, operazione compiuta, come dicono i Pirqè Avot da lui prediletti, alla stregua di un setaccio e non già di un imbuto che tutto lascia passare senza selezionare. Verranno sicuramente tempi e occasioni per un ricordo più meditato e compiuto, ma ora desideriamo dare ancora la parola a Paolo stampando uno scritto inedito pregno di una oralità che è presenza. È semplicemente espressione della nostra comune, profonda gratitudine sostenere che tanta parte di quanto PDB riferì all’accoglimento della parola della rivelazione per noi vale anche per l’ascolto della sua parola. Dio sulla labbra dell’uomo? Sì; però, per essere fedeli al messaggio di PDB, bisogna anche aggiungere: forse. La verità sta nell’ascolto e nella domanda, non nelle risposte. Nel programma ci sono due domande: Cos’è la Rivelazione, parole di uomini e Parola di Dio? Come trovare la Parola di Dio nella Bibbia? La cosa importante è farsi le domande, le risposte possono esserci o non esserci, possono essere parziali, questo non ha molta rilevanza, l’importante è farsi le domande. Ora davanti alla Scrittura, le domande sono di due tipi: ci sono domande “ermeneutiche”, io leggo questo passo lo voglio capire, leggo quest’altro passo e lo voglio capire, ed è il metodo di interpretazione della Scrittura. Ma ci sono delle domande che precedono queste e sono appunto quelle segnate qui: cos’è la Rivelazione, parole di uomini, Parola di Dio? Una volta era molto facile rispondere. Si diceva in modo abbastanza meccanico che Dio aveva dettato la sua Scrittura e il cosiddetto “agiografo” aveva scritto secondo quello che Dio gli aveva dettato. Oggi sappiamo che non è così. Le cose di Dio, in rapporto agli uomini, sono più complesse. Inizio raccontandovi un episodio che sapete e un episodio che con ogni probabilità ignorata. L’episodio che sapete è tratto da Luca 24, 13-32 ed è la storia dei discepoli di Emmaus. Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. 1Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». L’episodio che non sapete è più o meno dello stesso periodo, diciamo che potrebbe essere cinquant’anni dopo. A Gerusalemme c’era un ricco che si chiamava Abujah e quando nacque il suo bambino fece la festa della circoncisione come si fa per il battesimo e invitò al banchetto amici, parenti, dei maestri di riguardo. E a un certo punto gli invitati si mettono (hanno già bevuto un po’) a far chiasso e a cantare. Allora due dei maestri invitati dicono: mentre loro si occupano a modo loro, noi occupiamoci a modo nostro. Si ritirano in un angolo del giardino e cominciano a spiegare la Scrittura collegando Mosè ai Profeti, i Profeti ai Salmi e allora che cosa succede? Si accende un gran fuoco che li avvolge, allora Abujah va da loro e dice: «Ma maestri miei, siete venuti qui per dar fuoco a casa mia?» E loro rispondono: «No, ma noi abbiamo collegato Mosè ai Profeti, i Profeti ai Salmi e allora le parole si sono accese e si sono messe Relazione tenuta al l’Oratorio di Sant’Agostino di Treviglio il 21 ottobre 1997. Non rivista dall’autore. 1 7 a splendere come fuoco» (cfr. Talmud palestinese, Chaghigah 2.1.; 77b). È la stessa cosa come voi notate; solo che nel Vangelo di Luca il fuoco ardeva dentro al petto e invece qui, in maniera più leggendaria e simbolica, il fuoco si vede. E in tutti e due i casi questo succede perché sia Gesù che i Maestri spiegano la Scrittura con la Scrittura, quello che in termini tecnici si chiama la charizah, cioè fare una «collana di testi». Da questo notate una cosa che possiamo mettere davanti per prima. Notate che la Scrittura in quanto libro, in quanto deposito di testi, è muta, è spenta se noi non la facciamo ardere, se noi non la facciamo parlare. E qui si vede subito come il termine ebraico per indicare la Scrittura sia migliore di quello che noi usiamo nelle nostre lingue: noi diciamo Scrittura, in ebraico si dice Miqrà che vuol dire lettura, lettura ad alta voce, una proclamazione, non una lettura mentale. Il Libro, la Scrittura è sostanzialmente una voce che deve risuonare. Rivelazione e tradizione Il Libro, la Scrittura è sostanzialmente una voce che deve risuonare. Questa voce, come e quando ha cominciato a risuonare? Se avete pratica della Genesi vedete che Dio ha parlato ad Abramo ad Isacco a Giacobbe... ma non è questa la nascita della Scrittura. La Scrittura nasce sul Monte Sinai quando Mosè riceve la Rivelazione. Volevo farvi notare come avviene in Esodo 19 questo risuonare della voce di Dio: «Ed ecco al terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni, lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno (correggo “tromba” che non è esatto): tutto il popolo che era nell’accampamento fu scosso da tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo dall’accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco e il suo fumo saliva come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono del corno diventava sempre più forte: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con voce di tuono» ( Es 19,16-19). Circa 500-600 anni dopo sullo stesso monte che non è più chiamato Sinai ma Horeb, perchè le varie tradizioni dei testi biblici usano nomi diversi, noi vediamo che su questo monte non c’è più la folla del popolo di Israele ma c’è il profeta Elia solo soletto che è fuggito perché la regina Gezabele voleva ucciderlo. E su questo monte Elia entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco il Signore gli disse: «Che fai qui Elia?» Egli rispose «Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché i figli di Israele hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita» Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu (qui correggo perchè la traduzione non è esatta) “una voce di silenzio sottile”. Come l’udì Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.” (1 Re 19, 9-13). 8 Nello stesso luogo dove il monte tremava, mandava fiamme, si sentiva il suono del corno sempre più forte e Dio parlava come il tuono, adesso Dio parla con una «voce di silenzio sottile». Dobbiamo tenere presenti questi due estremi quando ci poniamo il problema di ascoltare la Scrittura. Oggi si fa molto uso e abuso della parola «ascolto» che non vuol dire sentire uno che legge, ma significa, se posso dirlo, che quella voce è la voce del Signore. Non è facile, anzi è assai difficile. Vediamo che nel primo caso, nel caso del monte Sinai, tutto il popolo vide, dice il testo; nel secondo caso Elia non vide nulla. Prendiamo la parola «rivelazione» che vuol dire quello che è avvenuto sul monte Sinai, ma vuol anche dire velare di nuovo, ossia l’esperienza del silenzio sottile. Noi di fronte alla Scrittura non sappiamo mai se nel momento in cui ci poniamo in ascolto avremo l’esperienza di Mosè o l’esperienza di Elia; non dipende da noi, noi dobbiamo essere disponibili a tutti e due i casi. Ho detto «noi» non ho detto «io». Oggi è facilissimo avere una Bibbia ed è anche abbastanza comune che uno la prenda e se la legga in camera sua. Che cosa succede se uno la legge da solo? Lascio la domanda in sospeso e vi leggo un testo rabbinico. «Rabin figlio di Rav Adda dice in nome di Rabbì Jizchaq: “Da dove sappiamo il Santo Benedetto sia è presente nella Sinagoga? Poiché sta scritto: ‘Dio sta nell’assemblea di Dio’. E da dove sappiamo che se dieci uomini di Israele pregano, la Presenza divina è con loro? Poiché sta scritto: ‘Dio sta nell’assemblea di dieci uomini’. E da dove sappiamo che se tre uomini si siedono per giudicare, la Presenza divina è con loro? Poiché sta scritto: ‘In mezzo ai giudici, Dio giudica’. E da dove sappiamo che se due uomini si siedono per occuparsi insieme della Scrittura la Presenza divina è con loro? Perché sta scritto ‘Allora coloro che temono il Signore parlarono ciascuno con il suo compagno e il Signore udì e ascoltò’. E da dove sappiamo che se anche un uomo solo si siede per occuparsi della Scrittura, la Presenza divina è con lui? Poiché sta scritto: ‘In ogni luogo in cui farò ricordare il mio nome, io verrò a te e ti benedirò’ ”». Questo testo in sostanza vuol dire che si parte dall’assemblea e si arriva al singolo, mai viceversa. L’incontro individuale con la Scrittura in ogni modo prende avvio dall’assemblea. Pensate alla vostra vita, cercate di ricordare: quando avete avuto per la prima volta qualche contatto con il Vangelo o con qualche parte della Scrittura? Certamente o in Chiesa o nella scuola. L’incontro personale è venuto dopo ed è giusto che sia così, se non altro per rappresentare simbolicamente che Dio attraverso la rivelazione ha di mira la comunità e la Scrittura viaggia nella comunità. Perché, come faccio a sapere che quella è la rivelazione? Come faccio a sapere che la rivelazione è in questi libri qui e non in altri ugualmente antichi?...in tutti questi libri, anche quelli che a noi sembrano più aridi? Il libro non me lo dice da solo. Che cosa è che mi dice: “questa è la Scrittura”? La Tradizione. Guardate che questo che sto dicendo non è un’affermazione “teologica” della Chiesa Cattolica, è di buon senso, è una considerazione di buon senso che poi viene recepita sia dall’ebraismo sia dal cristianesimo. Il parlare di Dio e il racconto del parlare di Dio In che modo Dio parla? Che cosa c’è dentro la Scrittura? Voi sapete che ci sono libri storici, libri profetici...Io direi che nella Scrittura c’è Dio che parla, ma non solo, c’è anche il racconto del parlare di Dio. Nella Scrittura ci sono delle parole di Dio, ma c’è anche scritto: Dio chiamò il tale e disse... E c’è anche la riflessione umana su questo, tanto è vero che se prendete un testo biblico molto antico trovate che Dio è visto in un modo diverso da come è visto in un testo più recente. Facciamo l’esempio del Dio del libro dei Giudici, un Dio che a leggere alla lettera (cosa che non si deve fare se non con cautela), ordina di massacrare i nemici, uomini, donne, bambini e animali; se leggete Osea: Dio è come una madre che porta alla guancia il figlio. Ma allora? Nella Bibbia c’è la ricezione del parlare di Dio oltre che il parlare di Dio. Durante questo lunghissimo cammino che la Bibbia ci fa compiere e che compie con noi, c’è il nostro modo di scoprire Dio. Tutti questi vari modi che si succedono e in qualche modo si perfezionano sono possibili solo perchè Dio ha preso l’iniziativa. Questo è fondamentale. Alcuni teologhi, per esempio Karl Barth, teologo evangelico, dicono: Io non sono assolutamente in grado di arrivare a Dio (al Dio dei filosofi forse sì, ma non è di questo che ci preoccupiamo oggi), non sono assolutamente in grado di entrare in contatto con Dio se Dio non è entrato Lui in contatto con noi. È questo il suo parlarci. Ora nella Bibbia c’è questo personaggio, Dio, che prende delle iniziative piano piano, che all’inizio non ha neanche la “pretesa” di essere considerato il Dio unico perché era impossibile per il popolo ebraico più antico accettare l’idea di un Dio unico, si considerava il Dio più potente e geloso, cioè che non voleva essere adorato insieme ad altri dei. Poi pian piano arriviamo al Dio, non più il Dio più potente, ma il Dio solo e questo Dio solo entra in rapporto con l’uomo per amore. Ma tutte queste cose sono nella Bibbia e sono mescolate; quindi la lettura della Bibbia non è facile, non può essere fatta partendo da una tabula rasa culturale. Se io prendo la Bibbia come fosse un romanzo e comincio dalla prima pagina, certamente mi stufo prima di arrivare alla fine, ma se anche arrivo alla fine, ho fatto un lavoro in gran parte inutile, perché da solo non sono in grado di capire tutta quella storia del parlare di Dio che nella Bibbia è raccolto e tramandato. Vi faccio un esempio, che oggi non suscita problemi nelle Chiese cristiane, nel secolo scorso sì. Qual è l’esempio che vi faccio? Il dono della Torah, della rivelazione sul Monte Sinai. Nella Bibbia c’è scritto più volte che Dio dettò tutte «queste parole» a Mosè. Le Chiese e la Sinagoga credevano che il Pentateuco fosse stato scritto da Mosè tutto quanto, perché così dice la Scrittura. Oggi nessuna Chiesa può credere a questo; con ciò forse si è affievolita o indebolita la fede? No, si è approfondito l’ascolto della Parola di Dio. Torah Oggi sappiamo che gli eventi fondanti della religione di Israele, e questo discorso vale un po’ anche per il Nuovo Testamento, sono stati raccontati tante volte, secondo le esigenze di ascolto delle singole generazioni, senza la paura di alterare il verbale, perché non era un verbale senza la preoccupazione di aggiungere o togliere qual- cosa: perché? Perché lo Spirito Santo ha continuato in questo lavoro a soffiare.... Allora noi arriviamo a un punto, che è pressappoco il ritorno dall’esilio intorno al 500 a.C. in cui gli Ebrei, che erano stati in esilio a Babilonia e che erano tornati a Gerusalemme, hanno sentito il bisogno di mettere per iscritto tutto questo tesoro di racconti e l’hanno fatto con quelle esigenze di ascolto che avevano loro, non quelle che aveva il re Davide, per esempio. E questi materiali che sono stati messi per iscritto sono stati poi recitati. Abbiamo un bellissimo capitolo, l’ottavo del libro di Neemia, in cui si assiste per la prima volta a una lettura del Pentateuco, siamo intorno al 440 o 390 a.C. Vediamo che questa lettura è un leggere e un nascere, nello stesso tempo, della Scrittura, tutto questo provocato dalla Parola di Dio, che, prima che la Scrittura fosse scritta, risuonava già. Il ciclo della rivelazione è questo: prima c’è un parlare di Dio che viene ascoltato o da Mosè o dai profeti o dalle coscienze e poi questo diventa scritto, ma poi deve tornare a essere orale. La Bibbia, come libro, è solo il momento di mezzo della rivelazione, perché il prima è raccontato qui e il dopo nasce da qui. Il punto di partenza è sempre un evento, per esempio la chiamata di Abramo, per esempio il sacrificio di Isacco (o meglio, la legatura di Isacco), per esempio il passaggio del mar Rosso. Ma come questi eventi siano avvenuti, noi non lo sappiamo, quello che sappiamo è come sono raccontati; la rivelazione non sta nell’evento, ma sta nel racconto dell’evento. Ci sono fonti molteplici, quasi mai sappiamo chi ha fatto il racconto, sappiamo solo che questi racconti sono il deposto della recezione di fatti mossi da Dio, ma che per noi contano solo in quanto raccontati. È inevitabile oggi fare questa distinzione tra gli eventi e il racconto degli eventi. Oggi si parla molto di teologia narrativa. Si dice che Dio sta nel racconto e che Dio è raccontato. Noi lo incontriamo solo attraverso il racconto. Prendiamo di nuovo la manifestazione sinaitica, il dono della Torah; potremmo anche dire, in modo paradossale, che ciò che è avvenuto sul Monte Sinai è una rappresentazione fatta crescere e germogliare da Dio nella esperienza religiosa di Israele. Cosa voglio dire? Voglio dire che tutte le generazioni di Israele si riconoscono dipendenti dalla rivelazione sinaitica ma questo evento è una serie di rappresentazioni che ogni generazione coglie e rivive. Vi sembrerà un po’ scandaloso ma in realtà, se prendete i quattro Evangeli, vedete che non si possono mettere insieme, una volta si faceva il Vangelo unico ma in realtà non si possono mettere insieme perché le vicende della vita di Gesù sono raccontate in un modo diverso e non sono conciliabili. È un racconto ciò che è il punto centrale del parlare di Dio a noi; non è l’evento, è il racconto! L’evento c’è ma non è quello a cui dobbiamo rifarci, ci rifacciamo al racconto. Noi infatti diciamo: Parola di Dio e non Gesto di Dio. Ora, come trovare la Parola di Dio nella Bibbia? Questa è la via ed è una via che non può essere percorsa da soli. Quanti l’hanno percorsa da soli materialmente erano in comunione con tutti quelli che l’hanno letta prima di noi e l’hanno capita in modo diverso da noi. Vi faccio un esempio straordinario. Prendete il Cantico dei Cantici che è entrato nella Bibbia fortunosamente, solo perché 9 è stato interpretato allegoricamente. Solo perché lui/lei sono stati considerati come Dio e la Sinagoga, Cristo e la Chiesa e così via. Ora sono dovuti passare circa duemilatrecento anni perché il Cantico dei Cantici ci parli in una maniera più vera; perché realmente oggi riteniamo, e credo che abbiamo ragione, che il Cantico dei Cantici sia la celebrazione dell’eros tra due giovani, una bella lettura che non ci scandalizza, anzi allarga l’orizzonte della grazia divina. La stessa cosa si potrebbe dire per il Qohelet che non è un libro di ascesi ma è un libro drammatico e solo oggi in esso risuona una voce di Dio che non è mai risuonata prima e che ci dice: o tu che sei tormentato, o tu che non hai delle certezze, o tu a cui le grandi prospettive della Bibbia non offrono consolazioni, sappi che nella Bibbia c’è anche un libro per te! Così diceva un commentatore, rabbino di Milano Giuseppe Laras. La nostra salvezza viene vivendo il racconto biblico, non vivendo l’episodio che sta dietro al racconto biblico. In altri termini gli antichi, leggendo la Bibbia, interpretavano l’evento: il diluvio, la torre di Babele, il passaggio del mar Rosso... noi interpretiamo il racconto. Questa è la caratteristica della Scrittura e voi l’avete sperimentato certamente, che dall’unico parlare di Dio viene una pluralità di sensi che è una pluralità nel tempo, nello spazio...ma persino in me stesso. Voglio dire che quando io ascolto un passo scritturale, oggi questa voce ha una inflessione, tra due anni ne avrà un’altra, tra venti... ossia mi è sempre contemporanea, contemporanea al mio io di questo momento, di quell’altro momento. Nella Scrittura c’è da aggiungere un’altra cosa. Ve lo dirò con un’altra parabola rabbinica: Quando Dio ha dato a Mosè le tavole della Legge, dice la leggenda, erano lunghe sei palmi: due palmi li teneva in mano Dio, due palmi li prendeva Mosè, in mezzo c’erano due palmi che non erano in mano né a Dio né a Mosè. Erano quelli che un commentatore cattolico di oggi ha chiamato il “tra”. La nostra comprensione della Scrittura non è né quella di Dio né quella di Mosè, è il “tra”; in questo spazio di due palmi vuoto tra il grande rappresentante della rivelazione che è Mosè e il Signore ci sta tutta la nostra avventura della Scrittura. Io devo sapere che le domande sono più importanti delle risposte, che non è obbligatorio che le risposte siano tante quante le domande. C’è una espressione ebraica molto bella che viene usata quando si commenta la rivelazione: quando c’è una discussione un maestro si alza e dice «davar acher» («altra parola», ossia interpretazione), e ne dà un’altra. Qualche volta né l’una né l’altra sembrano convincenti e allora si dice «tequ = sospeso». Ci sono dei passi della Scrittura incerti e nelle note di una Bibbia commentata si afferma l’incertezza sulla comprensione di un certo testo; non dobbiamo spaventarci: tequ, sospeso che poi in ebraico è letto come acrostico di questa frase: «verrà il profeta Elia e spiegherà le difficoltà». Ossia giocando sulle parole: la comprensione totale della rivelazione, il passaggio dalla rivelazione alla disvelazione, avverrà pienamente in epoca messianica escatologica. E perciò nella mia lettura della Scrittura devo essere molto umile, io non devo evitare di usare, per esempio, una parola chiave che è “forse”. 10 La nostra salvezza viene vivendo il racconto biblico, noi interpretiamo il racconto. Che cosa interpreteranno i nostri posteri? Non lo sappiamo; l’importante è tener presente due principi ermeneutici che vengono ricavati dalla Scrittura stessa. Rabbi Jochanan dice: «Che cosa significa ciò che sta ascritto nel salmo 68: “Il Signore ha dato una parola, annunci ad una armata numerosa”? Significa che ogni Parola che usciva dalla bocca della Potenza sul monte Sinai si divideva in settanta lingue». È un’immagine per dire che la voce di Dio ha riguardo per i diversi tipi di ascoltatori. Settanta lingue voleva dire tutto il mondo, allora. È stato insegnato nella scuola di Rabbì Ishmael: «Non è forse così la mia parola come il fuoco, oracolo del Signore e come un martello che frantuma la roccia?” (Geremia 23,29). Cioè come questo martello sprigiona molte scintille, così pure ogni parola che usciva dalla bocca del Signore si divideva in settanta lingue». E un’altra interpretazione dice: “Come questo martello sprigiona molte scintille così pure un solo passo della Scrittura per l’uomo ha sensi molteplici”» . E infine un’altra interpretazione di Rabbì Abbajè: «“Una cosa ha detto Dio, due ne ho sentite” (Sal 62) (Si deve dedurre che) da molti passi scritturistici non può uscire un solo e identico senso». Sapete come sono stati nocivi nella storia delle Chiese quelli che avevano la certezza assoluta che la Scrittura dicesse quello che loro pensavano e hanno prodotto delle vere tragedie, delle cose dell’altro mondo. Quindi un pizzico di “forse” ci vuole sempre, anche perché la voce del Signore, anche quando si fa sentire, ha sempre qualche eco che noi non cogliamo. Perciò un’altra espressione, anche questa rabbinica, che non dovrebbe essere bandita dal nostro contatto con la Rivelazione è “io non so”. Proprio perché “io non so” devo essere sempre pronto a sentire ancora quella voce. Se io dicessi “io so”, chiudo il libro. “Io non so”: anche a proposito dei testi che ho già letto o che sono nuovi, c’è ancora qualcosa che io non so. Tanto è vero che c’è una bella immagine un po’ sorprendente, che è questa. Nasce come commento a Qohelet capitolo 12,11: «Le parole dei maestri sono come pungoli, e come chiodi le raccolte dei loro detti». Cosa sono i chiodi? I chiodi hanno la funzione di tener fermo qualcosa e i pungoli servono per far andare avanti. La Parola di Dio è chiodo e pungolo, cioè ci dice delle cose che sono sempre state così, sono così e saranno sempre così, per esempio: Io sono il Signore tuo Dio; e nello stesso tempo ci spingono sempre avanti. La Parola di Dio ci spinge sempre avanti. L’immagine bella cui accennavo è questa: anche “nella vita del mondo che verrà” (queste parole recitate nel Credo, sono un’espressione rabbinica che è stata calata nel credo cristiano) noi continueremo ad andare avanti, avanti, avanti nell’ascolto, nella ricerca della Parola di Dio; con una differenza rispetto a qui, che quando avremo dei problemi, invece di leggere le note interrogheremo il Signore Dio! Paolo De Benedetti PROGRAMMI FUTURI FEDE E PROFEZIA BIBBIA E PREDICAZIONE IN SAVONAROLA E LUTERO Convegno organizzato da Biblia, associazione laica di cultura biblica, Comunità Luterana di Roma e Facoltà Valdese di Teologia Centro Congressi Augustinianum, Roma,via Paolo VI 25 12-14 maggio 2017 Venerdì 12, ore 15,30-19,00 Il Savonarola di Lutero, il Lutero dei savonaroliani, Adriano Prosperi. La Bibbia di Savonarola: una prospettiva di lettura storico-teologica, Fabrizio Mandreoli La Bibbia di Lutero, Franco Buzzi Sabato 13, ore 9,30-13,00 La figura di Mosè in Savonarola, Lorenza Tromboni La figura di Mosè in Lutero, Lothar Vogel ll Miserere in Savonarola, Piero Stefani ll Miserere in Lutero, Paolo Ricca Sabato 13, ore 15,30 – 19,00 La Firenze di Savonarola tra profezia e politica, Giancarlo Garfagnini La riforma delle donne e la Bibbia di Savonarola, Adriana Valerio La radice biblica della teologia luterana dei “due regni”, Silvana Nitti Sabato 13, ore 21 Chiesa Luterana, via Toscana 7 Savonarola e Lutero un percorso letterario e musicale a cura del gruppo “Il Ruggiero” Domenica 14, ore 9,30-11,30 Il “mito” di Savonarola nella cultura italiana tra XIX e XX secolo, Sergio Tanzarella Leader, seguaci e avversari: un confronto con l’oggi, Debora Spini NOTIZIE UTILI Luogo del convegno: Centro Congressi Augustinianum, via Paolo VI, 25, Roma. Albergo: “Casa Tra Noi”, via Monte del Gallo 113, 00165 Roma, tel. 06/39387355 Cena e spettacolo sabato 13 maggio, Chiesa Evangelica Luterana, via Sicilia 70, Roma. La sera di venerdì 12 maggio, dopo cena, ci sarà l’Assemblea annuale dei Soci di Biblia, alla “Casa Tra Noi. Regolare convocazione arriverà in seguito. Il pranzo di sabato 13 maggio è libero, mentre la sera di sabato saremo a cena presso la sede dei Luterani in Roma. 11 CON BIBLIA IN SCANDINAVIA… ALLA SCOPERTA DELLE CHIESE DI LEGNO (STAVE CHURCHES) Le Stave Churches, costruite intorno al XII/XIII sec. con l’introduzione del cristianesimo in Norvegia, sono uno straordinario connubio tra le tecniche costruttive dei Vichinghi e il Cristianesimo; esse, con il maestoso spettacolo dei fiordi, lo spettacolo del sole a mezzanotte e l’avvicinamento alle balene (isole Lofoten), sono tra i più affascinanti aspetti della Norvegia. Là tenteremo di incontrare anche il primate della Chiesa Luterana, Helga Haugland Byfuglien, o chi per lei, per conoscere la realtà luterana del paese. La monumentalità della capitale svedese, la prestigiosa università di Uppsala e la famosa festa di mezza estate (“Midsommar”) danno inizio, per chi vorrà fare anche la visita facoltativa, al nostro viaggio nella penisola Scandinava. L’accompagnatore culturale del viaggio sarà il prof. Gabriele Boccaccini! CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE Il costo è alto, ma lo sapevamo, e comprende tutto ciò che è indicato nel programma e la mezza pensione negli alberghi, oltre al viaggio e alle tasse aeroportuali: in base al numero delle iscrizioni potrebbe subire un lieve calo che sarà eventualmente comunicato prima del saldo finale. Svezia: circa euro 750 a persona in camera doppia (solo come premessa al viaggio in Norvegia). Norvegia: 2.800 euro a persona in camera doppia. Supplemento singola: 420 euro. Abbiamo un massimo di 40 posti. Chi è interessato mandi perciò al più presto la scheda di iscrizione insieme al primo acconto. Le iscrizioni verranno accettate in ordine di arrivo. La quota di iscrizione, non rimborsabile, è pari a 100 euro e va inviata entro il 28 febbraio, incluse nel primo acconto di 1.000 euro. Il secondo acconto di 1.000 euro dovrà essere inviato entro il 10 aprile e il saldo entro il 10 maggio. Rinunce e penali: 1. Biglietteria aerea già emessa dalla compagnia aerea: non rimborsabile 2. Il 10% della quota di partecipazione sino a 61 giorni prima della data di partenza 3. Il 25% da 60 a 45 giorni prima della data di partenza 4. Il 50% da 44 a 20 giorni prima della data di partenza 5. Il 75% da 19 a 6 giorni sino all’inizio del viaggio 6. Il 100% da 5 giorni sino all’inizio del viaggio Nel computo dei giorni sono inclusi sabato e domenica ed il giorno della partenza. In Svezia, 23-26 giugno 2017, facoltativo 1° giorno * ROMA/STOCCOLMA * 23 Giugno venerdì Partenza da Roma Fiumicino con volo di linea della Scandinavian Airlines per Stoccolma SK1842 alle ore 18,45. Arrivo alle ore 21,55. Trasferimento e sistemazione al Scandic Ariadne hotel (cat 4*). Pernottamento. 2° giorno * STOCCOLMA * 24 Giugno sabato Incontro con la guida e intera giornata dedicata alla visita della città: si visiteranno la città vecchia, il Palazzo Reale, la Cattedrale, entrata al Palazzo del Municipio, il Fjallgatan da dove si godrà un fantastico panorama delle 14 isole che formano la città di Stoccolma. Pranzo libero. Sull’isola di Djurgarden, sede di molti dei più prestigiosi musei, è prevista la visita al Museo Vasa. Cena e pernottamento. 3° giorno * STOCCOLMA * 25 Giugno domenica Escursione di 7h per visitare due città molto caratte- 12 ristiche della Svezia: Sigtuna, che si presenta con uno dei centri storici più pittoreschi, fu fondata intorno al 980 da re Erik. Oggi si possono ammirare le pietre runiche sparse nell’area, più numerose che altrove. Si prosegue per Uppsala, città celebre e importante per la famosa università e l’imponente cattedrale gotica (visita all’interno), che fu iniziata verso il 1260. Sosta per il pranzo libero. Rientro in città e tempo libero. Cena e pernottamento. 4° giorno * STOCCOLMA- Bergen * 26 Giugno lunedì Al mattino a disposizione per terminare individualmente le visite, oppure possibilità di effettuare il giro facoltativo in battello per la visita della città attraverso i suoi canali (1h 50min 30,00 euro). Il pomeriggio trasferimento all’aeroporto e partenza con volo di linea della Scandinavian Airlines SK1481 alle ore 17.35 per Bergen. Arrivo alle ore 18.55. Incontro con l’accompagnatore locale parlante italiano del nostro corrispondente e trasferimento in pullman privato. Sistemazione in hotel Scandic Flesland. In Norvegia, 26 giugno-5 luglio 2017 1° giorno * Roma/Oslo/Bergen * 26 Giugno lunedì Partenza da ROMA Fiumicino con volo di linea Scadinavian Airlines SK 4714 alle ore 12,40 per Oslo. Arrivo alle ore 15.50. Proseguimento per Bergen con volo Scandinavian Airlines SK277 alle ore 17.00. Arrivo all’aeroporto di Bergen alle ore 17.50. Incontro con l’accompagnatore locale parlante italiano del nostro corrispondente e trasferimento in pullman privato. Sistemazione in hotel Scandic Flesland. Cena e pernottamento. Conferenza introduttiva. 2°giorno * Bergen – Laerdal *27 Giugno martedì Al mattino incontro con la guida locale parlante italiano e visita della città (2 ore). Bergen è spesso soprannominata la città di legno o la porta dei fiordi norvegesi ed è una delle città più belle del mondo, circondata da porti e colline, con una ricca storia e un’interessante architettura. Visita della chiesa di Santa Maria, la fortezza con la torre di Rosenkrantz da dove si può ammirare il panorama della città, e la Ovregaten la più famosa strada di Bryggen e del museo di Bryggen (visita facoltativa ingresso non incluso). Tempo libero per il pranzo. Il pomeriggio partenza per Gudvangen (2h15min 147km) dove ci si imbarcherà per un’indimenticabile minicrociera fino a Flam sul Sognefjord (circa 2 ore di navigazione), il più lungo e profondo fiordo norvegese (più di 1.300 metri di profondità). Si percorrerà uno dei suoi bracci, il Nærøyfjorden, inserito nella lista dei patrimoni dell’UNESCO e al primo posto tra i patrimoni naturali mondiali dalla National Geographic Society. Arrivo a Flam, piccolo villaggio tra i più spettacolari della Norvegia, circondato da montagne ripide, cascate impetuose e strette valli. Proseguimento per la località di Laerdal e sistemazione al Laerdal Hotel. Cena e pernottamento. 3° giorno Laerdal – Stryn *28 Giugno mercoledì Al mattino partenza per Fodness ed imbarco sul traghetto per Mannheller. Proseguimento per Kaupanger e sosta per la visita della Stavkirke. Partenza per la cittadina di Solvorn e imbarco su un piccolo traghetto per Ornes per ammirare le chiese di Urnes. Rientro a Solvorn e partenza verso la lingua glaciale del Ghiacciaio Briksdal (3h10min 165km) che si tuffa dai suoi 1.200 metri giù nella valle Briksdalen. Proseguimento per Stryn, famosa per il paesaggio unico fatto di ghiacciai, montagne, valli e laghi. Il resto del pomeriggio tempo per visitare la città. Arrivo nella località Loen e sistemazione al Loenfjord Hotel. Tempo libero per il pranzo in corso di viaggio. Cena e pernottamento. 4° giorno Stryn - Vinstra *29 Giugno giovedì Al mattino partenza per l’antico porto vichingo di Hellesylt dove ci si imbarcherà per un’altra indimenticabile crociera sul fiordo Geirangerfjord fino a raggiungere Geiranger (circa un’ora di navigazione). Proseguimento per Lom (km 120 circa ore 3), nel cuore del paesaggio montano più spettacolare del paese, famoso per le numerose case in legno scuro e soprattutto per la sua deliziosa Stavkirke, la più antica chiesa di legno della Norvegia. Risalente al XII secolo ed ancora in uso, è solo un esempio tra i 28 edifici religiosi del paese realizzati utilizzando un sistema di pali verticali portanti, detti Stav, simbolo di un’elaborata architettura tipica del nord Europa storicamente collocata dal Neolitico al Medioevo. Tempo libero per il pranzo. Continuazione verso Vinstra. Arrivo e sistemazione al Fefor Høifjellshotel. Cena e pernottamento. 5° giorno Vinstra – Oslo (260 km circa 4 ore min ) *30 Giugno venerdì Al mattino sul presto partenza per la capitale Oslo, anche chiamata la città “vichinga”. Si trova all’interno dello spettacolare Oslofjord circondata da verdi colline, brughiere, laghi e ricca di attrazioni culturali. Nel primo pomeriggio sistemazione all’hotel Scandic St. Olavs Plass. Cena e pernottamento. 6° giorno Oslo *1 Luglio sabato Al mattino incontro con la guida locale parlante italiano per il tour della città con le visite del Frogner Park che ospita le controverse sculture di Gustav Vigeland, del Palazzo Reale (esterno), il palazzo del Municipio (dove viene consegnato il Premio Nobel per la Pace) e la fortezza medievale di Akershus (esterno). Al termine, visita del museo del folklore dove si trova la Gold Stave Church che risale al 1200. Tempo libero per il pranzo. Il pomeriggio tempo libero per visite individuali (suggeriamo la visite alla Galleria Nazionale dove si trovano fra l’altro i dipinti del famoso artista norvegese Edvard Munch) o per lo shopping. 7° giorno Oslo / Narvik – Isole Lofoten (Andenes) *2 Luglio domenica Al mattino trasferimento all’aeroporto di OsloGardermoen e partenza per Narvik – Evenes con volo di linea della Skandinavian Airlines: SK4086 alle ore 11.25. Arrivo alle ore 13.00. La città al di sopra del circolo polare artico, affiancata da isole a ovest e sovrastata da monti in ogni altra direzione, con spettacolari fiordi che si allungano a nord e a sud. Partenza per Narvik (km 290 circa 5 ore), Breve visita della città e tempo libero per pranzo. Partenza per le Isole Lofoten, vanta una delle correnti marine più potenti al mondo e la popolazione più densa di aquile di mare, motivo per cui la città è spesso definita capitale delle aquile di mare. Ma la caratteristica più spettacolare è il Sole di Mezzanotte, conosciuto anche col nome di Giorno Polare, visibile 24 ore al giorno dal 2 giugno al 10 luglio grazie all’inclinazione dell’asse terrestre su cui ruota la terra. Cena lungo il percorso. Arrivo ad Andenes serata e sistemazione all’Andrikken Hotel. Pernottamento. 8° giorno Isole Lofoten (Andenes) *3 Luglio lunedì Imbarco in traghetto per il safari alla scoperta delle balene (3/5 ore) per ammirarle sbuffare mentre scivolano dolcemente nelle fredde acque norvegesi: uno spettacolo emozionante che difficilmente dimenticherete. Successivamente visita al museo delle balene. Pomeriggio libero e possibilità di vedere il 13 centro delle Aurore boreali. Rientro in hotel. Cena e pernottamento. 9° giorno Andenes/Moskenes/Bodo *4 Luglio martedì 17 gennaio 2017 Al mattino partenza verso le ore 06,30 per Svolvær (210 km circa 4 ore). Il villaggio di Svolvær, considerato la capitale dell’arcipelago delle Lofoten, è la base ideale per andare alla scoperta dei fantastici scenari naturali delle isole. Visita Interna della Cattedrale delle Lofoten Vågan Church Stavkirke (orari di apertura da confermare). Tempo libero per il pranzo. Alle ore 12,30 proseguimento per Lodingen (km 120 circa 2h ). Arrivo alle ore 14,45 ed imbraco sul traghetto per Bognes. Partenza del traghetto alle ore 15,45 per Bognes. Arrivo alle ore 16.45, sbarco e partenza per Bodo (km 215) . Arrivo intorno alle ore 20,30/21,00. Sistemazione in hotel Scandic Havet. Cena e conferenza conclusiva e pernottamento. 10° giorno Bodo/Oslo – Roma * 5 Luglio mercoledì Al mattino molto presto trasferimento all’aeroporto di Bodo per le formalità d’imbarco e partenza con volo della Scandinavian Airlines SK4105 per Oslo alle ore 07.05. Arrivo ad Oslo alle ore 08.35. Proseguimento per ROMA Fiumicino con volo SK4713 alle 09.50. Arrivo a Roma alle ore 12.55. GIORNATE DI STUDIO DI EBRAICO BIBLICO Profeti, visionari, sciamani Le storie di Elia ed Eliseo (1Re 17-19; 21; 2Re 1-9; 13) e la mistica ebraica più antica Bagnacavallo (RA) 23, 24, 25 Giugno 2017 Ormai per il quinto anno Biblia rinnova la consuetudine dei suoi incontri di studio di ebraico biblico a Bagnacavallo. Tema di quest’anno saranno le avventure dei profeti Elia ed Eliseo che seguiremo, come sempre, con la guida del nostro maestro Piero Capelli (professore associato di lingua e letteratura ebraica antica e medioevale all’Università Ca’ Foscari di Venezia). Il corso si svolgerà nuovamente all’hotel Gemelli con inizio delle lezioni venerdì 23 giugno alle ore 15,00 e termine domenica 25 alle ore 12,00. Nello stesso pomeriggio di venerdì ci trasferiremo, alle ore 18,00, nella vicina sala del Centro Culturale Le Capuccine, via Vittorio Veneto 1/a, per ascoltare una conferenza del Prof. Saverio Campanini (professore ordinario di ebraico all’Università di Bologna, sede di Ravenna) dall’intrigante titolo: Avventure di Elia nella qabbalah ebraica e cristiana. La conferenza, promossa da Biblia in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune di Bagnacavallo, sarà aperta a tutta la cittadinanza per promuovere una maggior conoscenza dei nostri incontri di studio nella cittadina che, ormai da alcuni anni, ci ospita. Le serate di venerdì 23 e sabato 24 saranno dedicate al turismo con la guida del Prof. Pier Giorgio Costa. Indicazioni di lettura A. Catastini, Profeti e tradizione, Pisa, Giardini, 1990. C. Grottanelli, Profeti biblici, Brescia, Morcelliana, 2003. Cabala ebraica. I sette santuari, a cura di A. Ravenna e E. Piattelli, Torino, Boringhieri, 1964 (rist. Milano, TEA, 1990). NOTIZIE TECNICHE Alloggeremo presso l’Hotel Gemelli ([email protected]), in F.lli Bedeschi 43/A (tel.: 0545-61376) nel centro della cittadina a poca distanza dalla stazione ferroviaria. Bagnacavallo, ad una ventina di chilometri da Ravenna, è comodamente raggiungibile in treno (linea Bologna-Ravenna) o in autostrada (A14 diramazione per Ravenna). L’Hotel dispone di un proprio parcheggio. Consumeremo lì le cene di venerdì 23 e sabato 24 e il pranzo di sabato 24. Per chi vuole sarà possibile pranzare anche domenica 25. Il pernottamento con colazione per le due notti, costa euro 60,00 a persona in camera doppia, euro 74,00 in camera singola. I pranzi e le cene euro 13,00 cadauno. L’iscrizione al corso è di euro 50,00. Le prenotazioni dovranno pervenire entro metà maggio a Flora Giugni, Via Primo Uccellini 3, 48121 RAVENNA (tel.: 340-7649933; [email protected]) unitamente al versamento di euro 20,00 non rimborsabili. Per qualsiasi ulteriore informazione contattare direttamente Flora Giugni. 14 ULTERIORI PROGRAMMI DEL 2017 (Programmi e schede di iscrizione saranno inviati tramite Newsletter e stampati sul prossimo Notiziario) Il Cantico dei cantici Seminario estivo, Casa delle Rose, Chiusi della Verna, 27 agosto- 2 settembre. Oltre a leggere e ad ascoltare tre grandi relatori (Piero Capelli, Lidia Maggi e Luca Mazzinghi), per una rilettura a più voci di questi intramontabili canti d’amore, passeremo anche una giornata nei boschi del Casentino e del Mugello con i forestali, oltre, ovviamente a visitare il Santuario della Verna. La Bibbia e le donne – le donne e la Bibbia: una nuova frontiera Convegno organizzato da Biblia, in collaborazione con l’associazione “Le Zie di Sofia, Matri-Arché” e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pistoia, nell’ambito di “Pistoia, città della cultura 2017”, Sala Maggiore del Palazzo Comunale, Pistoia, 29 settembre – 1 ottobre 2017. Attività BeS - Firenze, sabato 11 febbraio 2017, «Bibbia - Musica - Bibbia», Sala delle Oblate, via Oriuolo 2, ore 10,30-13,00; 15,00-19,30. Interventi di Giampaolo Muntoni, Timothy Verdon, Licia Sbattella, Bernardo Gianni, Piero Stefani, Enrico Fink. Ingresso libero. - Modena, lunedì 13 marzo, Liceo Carlo Sigonio, ore 15,00-18,00 «Bibbia-Musica-Bibbia», interventi di Brunetto Salvarni e Pasquale Troìa. Ingresso libero. - Firenze, mercoledì 3 maggio 2017, Palazzo Vecchio. Premiazione del concorso «Dalla cetra al rap, Bibbia-Musica-Bibbia». 15 PUBBLICAZIONI DEI SOCI DI BIBLIA Grazia Gobbi Sica. In Loving Memory. Il cimitero agli Allori di Firenze, Coordinamento di Maurizio Bossi. Con un saggio e schede sulla comunità russa di Lucia Tonini, Collana “Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux. Studi, Firenze, Olschki, 2016. Si tratta della prima pubblicazione dedicata al cimitero monumentale agli Allori di Firenze, originariamente destinato alle sepolture degli appartenenti a confessioni religiose non cattoliche e perciò popolato in gran parte di stranieri che, venuti a soggiornare in città, vi deposero la propria spoglia. Il volume si articola in una parte saggistica e in una di biografie dei defunti, guardando da un lato al cimitero agli Allori come a un vero e proprio museo all’aperto, con importanti testimonianze nel campo della scultura e delle arti applicate tra Ottocento e Novecento, e dall’altro seguendo le biografie dei sepolti e l’intreccio tra le esistenze individuali e la città di Firenze. La Casa editrice, date le particolari caratteristiche del testo e delle schede, ha realizzato il libro con una veste editoriale raffinata, nel formato di 24 x 31 cm, confezione rilegata con dorso tondo e capitello e plancia stampata a 4 colori. Lo sviluppo complessivo consta di 574 pagine e di 88 tavole dedicate all’apparato illustrativo. Giancarla Codrignani, TACETE! Ma davvero?, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2016, pp. 112. Dire ministra costa una fatica che non si sperimenta nello speculare maestra. La difficoltà è, di fatto, concettuale: il linguaggio infatti rivela perfino nella morfologia il persistere della gerarchia di valori ritenuti “oggettivi” anche quando si sono trasformati in pregiudizi che mortificano le donne. L’autorità femminile non abita nemmeno le chiese, dove il nome di dio è inesorabilmente maschile. Oggi non solo Papa Francesco dichiara l’esigenza di recuperare su un passato di discriminazione: anche Giovanni Paolo II aveva reso omaggio al “genio femminile”, ma la Chiesa istituzionale è fin qui apparsa poco interessata a giovarsi dell’intelligenza e della cultura delle donne, nonostante il contributo ormai imponente della “teologia di genere”. Resta il potere del diritto canonico e del canone 767 che riserva l’omelia “al sacerdote o al diacono”, mentre proprio nella lettura del Vangelo la comunità potrebbe ancor più compiutamente crescere in grazia e verità. Le donne debbono dunque permettersi di fare un passo avanti e leggere la parola di dio senza nemmeno assicurare che, tanto, peggio degli preti e dei diaconi non faranno. Nuovo libro su PDB - Amici e redattori dagli anni Sessanta, quando entrambi lavoravano alla Bompiani, Umberto Eco e Paolo De Benedetti, tracciano, per gioco intellettuale, i profili l’uno dell’altro (qui per la prima volta raccolti). - De Benedetti ha ritratto il grande semiologo e narratore, Eco ha ritratto l’originale ebraista, teologo degli animali. - Pagine che, attraverso l’ironia e l’intelligenza, svelano volti inediti di questi grandi intellettuali. 16