Bird
Transcript
Bird
Filming Jazz Rassegna audio-video musicale 2011 Sesto incontro Martedì 29 marzo 2011, ore 17 Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore Bird (1988) Regia: Clint Eastwood; soggetto e sceneggiatura: Joel Oliansky; fotografia: Jack N. Green; montaggio: Joel Cox; musiche originali: Lennie Niehaus; ri-registrazione sezione ritmica: Rick Alexander, Willie D. Burton, Vern Poore, Les Fresholtz; scenografia: Thomas L. Roysden, John Sweeney; cast: Forest Whitaker (Charlie 'Bird' Parker), Diane Venora (Chan Parker), Michael Zelniker (Red Rodney), Samuel E. Wright (Dizzy Gillespie), Keith David (Buster Franklin), Michael McGuire (Brewster), James Handy (Esteves), Damon Whitaker (Young Bird), Morgan Nagler (Kim), Arlen Dean Snyder (Dr. Heath), Sam Robards (Moscowitz), Bill Cobbs (Dr. Caulfield). La biografia di uno dei più grandi jazzisti della storia, viene raccontata in modo non lineare attraverso flashback che sono quasi delle schegge impazzite all’interno della mente del protagonista: la stessa musica suonata dall’artista era un qualcosa che sfuggiva alle regole ed alla linearità, ed in questo Eastwood ne coglie la giusta intuizione. Ci viene regalato un biopic anomalo che mostra il sassofonista Charlie Parker, interpretato da un immenso Forest Whitaker (premiato a Cannes), immerso nei suoi infernali assoli notturni, contaminati dai demoni della dipendenza alle droghe. È negli anni Cinquanta che nasce la moda dei film che hanno per protagonisti dei jazzisti: Young Man with a Horn (Chimere) di Michael Curtiz, del 1950, ispirato alla vita del jazzista Bix Beiderbecke ed interpretato da Kirk Douglas, The Glenn Miller Story (La storia di Glenn Miller) di Anthony Mann, del 1954, con James Stewart, The Benny Goodman Story (Il re del jazz) di Valentine Davies, del 1955, The Five Pennies (I cinque penny) di Melville Shavelson, del 1959, sulla vita trombettista Red Nicholson. Il primo film biografico che racconta la vita di un jazzista di colore è Saint Louis Blues di Allen Reisner uscito nel Clint Eastwood e Forest Whitaker sul set. 1958. Charlie ‘Bird’ Parker, tra il 1940 ed il 1943, riuscì a reinventare la musica jazz, costruendo un sound all’avanguardia, rompendo l’ordine prestabilito e sconvolgendo così i contemporanei ascoltatori dello swing. Al Three Deuces Bird, con Dizzy Gillespie ed una sessione ritmica portentosa, diede vita alla nuova corrente, poi definita bebop, che fece saltare tutti gli schemi con armonie che andavano verso la politonalità. È del 1945 il manifesto del bebop: Parker con Gillespie incise il brano Ko Ko, scegliendo come batterista Max Roach, alla tromba il diciannovenne Miles Davis, al basso Curley Russel ed al piano Argonne Thornton. In Ko Ko non c’é l’esposizione del tema, ma una continua introduzione che dà la possibilità ai fiati di liberarsi in interminabili assoli: il jazz si riapropria così delle sue radici nere e si libera del predominio bianco e borghese del tempo. Il suo carattere scontroso sia con i colleghi che con il pubblico, dovuto probabilmente all’abuso di stupefacenti, gli diede molti problemi e lo fece rimanere spesso nella totale solitudine che lo portò alla morte a soli trentaquattro anni. Tommy Potter, Charlie Parker, Miles Davis, Max Roach e Duke Jordan al Three Deuces. Dizzy Gillespie. A cura di Andrea Zennaro.