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Toscana Cultura - Anno 3 - Numero 7 - Luglio/Agosto 2015 - Registrazione Tribunale di Firenze n. 5905 del 6-2-2013 - Iscriz. Roc. 23227. E 1
la
TOSCANA
Con il patrocinio di
Mostra Mercato Nazionale, 5° edizione
LIMONAIA DEL PALAGIO FIORENTINO STIA (AR)
9 agosto – 6 settembre 2015
Tutti i giorni ore 17,00 - 23,00 INGRESSO LIBERO
ANDREA SALVATORI LUCCA
ANGELELLI STEFANIA TORINO
ARTE ROBERTA FIRENZE
ARTI FIORENTINE FIRENZE
BALDELLI ELENA ASSISI
BELTRAME GIAMPAOLO FIRENZE
BONAFFINI ANTONELLA ROMA
BUTLER NICHOLAS VITERBO
CAFFARO RORE ADRIANA TORINO
CASTRUCCI BARBARA FIRENZE
DIBITETTO ALESSIO MILANO
FIUMICELLI BENEDETTA e ELIA STIA (AR)
GENTA GIANNI ROMA
GHIDINI MANDELLI KATIA LUGANO
GRIMALDI VALENTINA ROMA
IL SOGNO SULLA TELA ROMA
LEONORI MASSIMO TODI
MAESTRINI ANTONIO CREMONA
MAROTTOLI IDA TRIESTE
MERENDI BRUNO FORLI
MIRRIONE VINCENZO CAGLIARI
NYUMAN NATALIA MILANO
PINI NICLA FIRENZE
RINALDELLI RITA FIRENZE
ROSI LORENZO PRATO
SCUOLA DI PITTURA VANNINI MANUELA GROSSETO
ZENE ELENA FIRENZE
Con la partecipazione straordinaria di:
DARIO FO’, JACOPO FO’ e ELEONORA ALBANESE
Torna in questa nostra Amata Terra Antica di Casentino per la quinta volta la Biennale dei Falsi D’Autore con la partecipazione di 30
artisti ed oltre 140 opere.
Grandi novità accoglieranno i Visitatori.
Grandi Artisti capaci di riprodurre con amore opere
straordinarie ma anche un’ Ospite eccezionale, che non ha bisogno di alcuna presentazione: DARIO FO’. Con Lui Jacopo Fo ed Eleonora
Albanese. E poi per la prima volta saranno presenti come Sponsor Tecnici grandi Aziende Nazionali e Multinazionali, e questo ci
permetterà di lanciare un nuovo progetto “ART FOR BUSINESS…BUSINESS FOR ART” con il quale ci proponiamo di stimolare e
facilitare la nascita di un Mercato di idee e progetti di reciproco interesse tra Aziende e Artisti. Presenteremo un esempio di queste
sinergie “ABBI CURA DI TE...SEI UN'OPERA D'ARTE” dove l'Arte diventa educazione alla sicurezza e stimola comportamenti corretti e
anche profittevoli.
Cercheremo di raccogliere altre idee, suggerimenti e consensi per dedicare nella prossima edizione un'intera
sezione tematica a progetti ,che coinvolgano direttamente Artisti e Manager, magari con stand e desk per incontri mirati.
Chi meglio
dell’Arte puo’ aiutare la ricerca del consenso di Collaboratori, Clienti e Fornitori. Elemento strategico, il consenso, per la sopravvivenza
e lo sviluppo di qualsiasi Azienda. Ma se volete saperne di più venite a trovarci dal 9 di agosto al 6 di settembre nella Limonaia del
Palagio Fiorentino dalle 17,30 alle 23,00. INGRESSO LIBERO
Ledo Fabbri
TEATRO SOTTO LE STELLE (INGRESSO LIBERO)
E nella splendida cornice del Teatro delle Terme nei giorni 28 e 30 agosto alle 21,30, un gruppo di 3 giovani artiste della Compagnie
Canopée rappresenteranno una favola senza tempo fatta d’incanti e suggestioni, adatta a tutta la famiglia.
Mia Nonna, tre Lavandaie e un BarbaBlu
L’antica storia di Barba Blu raccontata attraverso canti popolari, movimento, gesto e linguaggio provenienti da culture differenti.
Sommario
C
Sommario
"Maris" l'allievo di Schifano diventato maestro
Fabrizio Borghini
Sommari
Montagnani
on questo numero La Toscana augura
ai lettori buone ferie e dà l'arrivederci
al mese di settembre quando riprenderà la pubblicazione con alcune importanti innovazioni. Intanto ad affiancarmi ci sarà, come
vice direttore, Daniela Pronestì, giornalista e
critica d'arte nonché vice presidente dell'associazione Toscana Cultura editrice del periodico.
Visto il crescente consenso riscosso, il proponimento è di arrivare a proporre ai lettori un'edizione di 48 pagine; il che comporterà uno sforzo
organizzativo non di poco conto. Tra l'altro, Toscana Cultura nel mese di settembre dovrà affrontare anche l'organizzazione di "Quando l'arte unisce i popoli. Artisti da tutto il mondo
insieme a Firenze per Expo 2015" con il patrocinio della Regione Toscana e per questo cercheremo di presentarci ai nastri di partenza, anzi di
ripartenza, con una squadra ampliata nell'organico e coesa dalla comune volontà di interpretare alla lettera i dettati del nostro atto costitutivo
che ci impegna moralmente a lavorare per la
divulgazione della cultura in generale e dell'arte
in particolare. Prima di salutare i lettori augurando buona lettura magari sotto un ombrellone
o al fresco di qualche refrigerante località montana, preannuncio un'altra innovazione che dovrebbe portare a un'ulteriore crescita qualitativa: da settembre le nostre copertine saranno
affidate a importanti fotografi che dall'alto della
loro professionalità arricchiranno esteticamente e contenutisticamente la testata.
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A Stia i "Falsi
d'autore"
Furio Innocenti Il cantore della realtà immaginata
Lina Giorgi all'Italian Makers Village per Expo 2015
Il Rinascimento d'Oriente nelle opere di Ding
Fang
Simonetta Fontani a Milano per Expo 2015
Antonio Ciccone in mostra a Stazzema
I 40 anni dell'Assurgentismo
Le "donne" di Beatriz
Irene Scotti
La “magica” officina
di Adriano
"Onirica" alla Galleria Gadarte di Firenze
Ad Antonio
Natali il Premio Giotto e l'Angelico
Ritorna ArtTour
International
Una mostra per festeggiare Stefano
Palatresi
Il XXX Premio Lorenzo Il Magnifico
La XVª edizione del Premio
Meta_Nouveau
©
un "gioiello" di tavolo
Mauro Baroncini
Una mattina d'inverno sul Ponte Vecchio, 2011
olio su tela, cm.100x70
Cell. 3489172065 - [email protected]
Blog:maurobaroncinipittore.blogspot.com
In copertina: il pittore Furio Innocenti (Foto Fantasy - Firenze)
la TOSCANA
Periodico di attualità, arte e cultura
dell’Associazione Toscana Cultura
Registrazione Tribunale di Firenze
n. 5905 del 6-2-2013 - Iscriz. Roc. 23227
C.F. e P. IVA 06314920486
Anno 3 - Numero 7 - Luglio/Agosto 2015
Direzione e Redazione:
Via Valdichiana, 42 - 50127 Firenze
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Direttore responsabile:
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Capo Redattore:
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Testi:
Claudio Caioli
Valerio Casciarri
Tiana Ciccone
Maria Grazia Dainelli
Eleonora d'Aquino
Rossana Farini
Elisabetta Failla
Antonio Guarnieri
Chiara Innocenti
Gianni Lattes
Dario Martino
Nicoletta Masetti
Margherita Oggiana
Daniela Pronestì
Segretaria di redazione
Chiara Scali
[email protected]
Coordinamento editoriale
Lucia Raveggi
[email protected]
Foto:
Stefano Casubaldo
Foto Fantasy - Firenze
Alan Grimandi
Aurelio Patella
Grafica, impaginazione e stampa:
Nova Arti Grafiche srl
50058 Signa (FI)
Sommario
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Furio
Innocenti
“Il cantore che ci conduce ai confini della realtà
attraverso una profonda immaginazione”
di Nicoletta Masetti
Foto Fantasy - Firenze
Clown,
saltimbanco,
artista
di sé stesso,
sempre
alla
ricerca
di un solitario
equilibrio
interiore.
La Tundra
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Furio Innocenti
“Non un segno di vita: il paesaggio vuoto, assente e surreale.
Là dove non sembra possibile esserci, talvolta io ci sono”.
H
o conosciuto Furio Innocenti per motivi del tutto
estranei all'arte.
Da subito è stato evidente che dietro quella serena
concretezza e indubbia razionalità si nascondeva una
personalità complessa e poliedrica che è uscita allo scoperto in occasione della mostra di pittura di un'amica, quando, quasi per caso,
ha rivelato che anche lui dipingeva.
Da quel momento Furio, carattere schivo e volubile, ha stranamente
accettato di esporre, rivelando l'enorme potenza della sua arte.
Le sue opere parlano dell'intimo legame che l'artista ha con la natura, ispiratrice di molti suoi quadri, sia quando trasmette serenità e
speranza sia quando esplode violenta e rabbiosa con tutta la sua
forza.
La gioiosa pioggia di stelle cadenti in "Notte di San Lorenzo" ti
invita ad esprimere desideri e, come dice l’artista, “ad ogni stella
corrisponde un desiderio di una persona con la propria ombra e la
propria anima. Di stelle ne cadono molte, tante…tantissime…ma
solo chi "è distratto non le vede”.
Notte di San Lorenzo
Titanico
“Titanico" rappresenta il prodotto della sfida lanciata dall’uomo ai
limiti impostigli dalla sua stessa natura: l’enorme scafo rosso della
nave, che sembra predominare sul mare, verrà tragicamente distrutto da quel piccolo iceberg sullo sfondo “a forma di nave” che
silenziosamente gli colpisce la prua con le sue frecce di ghiaccio.
E lo spettatore rimane fermo con il fiato sospeso, in attesa del fatale urto e la conseguente inevitabile sciagura.
La sua pittura non è mai una semplice riproduzione della tanto amata natura,ma è qualcosa di più, qualcosa che va oltre: è la natura
stessa che si anima e diventa protagonista attiva della scena. E infatti le pennellate lunghe e leggere de "La Tundra" ti parlano dello
sconfinato silenzio che aleggia su un paesaggio vuoto, assente,
surreale, senza un segno di vita, esprimendo tutta la sofferenza e
l'incommensurabile solitudine dell'essere umano solo con se stesso. Eppure “là dove...non sembra possibile esserci, talvolta io ci
sono” ha annotato dietro il quadro il nostro Furio.
La figura umana non compare quasi mai nei suoi quadri, ma vengono rappresentati i sentimenti, le gioie, le paure, gli orrori che l'uomo
prova o causa.
Che dire, infatti, di "Enola Gay" e delle delicatissime pennellate con le
quali Furio ha rappresentato uno splendido fiore di cardo, quasi evanescente nella parte fiorita ma circondato di spine dure e appuntite? Enola
Gay era il nome della mamma del pilota - che aveva così chiamato anche il suo aereo - che sganciò la bomba atomica su Hiroshima: con
questo quadro allegorico Furio identifica con un fiore l’esplosione del
momento: un fiore candido, forse bello ma spinoso ed intoccabile.
Dunque, ancorchè artista a tutto tondo - ha infatti scritto e rappresentato testi teatrali, scritto canzoni e poesie - è nella pittura che Furio
esprime il suo io più profondo.
Ha scritto di se stesso:
"Quando dipingo il tempo vola e supera quello che sto facendo".
“Non incolpatemi se il distratto mondo lascia trascorrere il tempo non
accorgendosi di me”.
“Io non so perché venni al mondo. Che cosa sia il mio corpo, la mia
anima e questa parte di me stesso che pensa ciò che io dico non può
conoscersi mai.
A questo buio così tenebroso e incerto ho cercato di dare una risposta:
l’ho spiato e con tanta circospezione l’ho anche analizzato”.
Enola Gay
Furio Innocenti
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È aria di tempesta
“La pittura di Furio Innocenti è legata al
suo nome, è furiosa.
È anche metaforica, perché non si ispira
alla natura, ma ad un’idea della natura.
Intrigano i suoi colori squillantemente parlanti, come i rossi clamorosi, e i simboli
che attraversano le sue tele come nel quadro materico infarcito di cartamoneta che
è proprio apologo del Potere dei soldi“.
Dentro all'accampamento
“Artista sensibile e raffinato, è stato definito il cantore del magnetismo.
È ispirato da eventi epocali, come la
bomba di Hiroshima o altri temi di attualità che scuotono le coscienze e di cui
l’artista cerca di cogliere i diversi aspetti
psicologici, per restituirci la forza e la
potenza di quei momenti”.
Faustina Tori
Pier Francesco Listri
“Il cantore che ci conduce ai confini della
realtà attraverso una profonda immaginazione. Le sue opere sono “nuove”.
Questo artista non copia la realtà, ma si
affida ad un suo alfabeto simbolico.
Crea immagini allusive, colpisce con
l’efficacia delle intuizioni“.
Nella Guelfi
Il potere dei soldi
Personale presso Bar S.Caterina - Firenze (2008) Collettiva “Donne nell’arte
in Toscana nel XXI secolo” “Il Giro e La Maggiolata ”Tutti i colori dell’estate“
Sala Congressi KLASS del WEST FLORENCE HOTEL 2009 Arte in movimento
S. Agata Scarperia Bigallo Bagno a Ripoli Bacco Artigiano Rufina Asta. Arte
e solidarietà per la lotta alla poliomelite. 2009 TeatroSaschall Firenze PROGETTO POLIOPLUS Catalogo La Spadarina Vicenza Collettiva di artisti. Ex
Convento delle Leopoldine Piazza Tasso Firenze 2009 Rassegna nazionale
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Furio Innocenti
Filari a mare
Arte Contemporanea Roma 2009/2010/2011 Artisti per Cento Botteghe Firenze, Via Gioberti 2009/2010/2011 Collettiva ad Art Shopping al al Carrousel du Louvre di Parigi 2009 Vincitore al XXVII PREMIO FIRENZE 2009 Mostre
Qualcosa di Personale e Voglia di Leggerezza Galleria Rosso Cinabro di
Roma 2010 VINCITORE al XXV PREMIO ITALIA 2010 Diploma e menzione al
concorso PREMIO CITTÀ DI MONTECATINI 2010 Mostra Il colore dei sogni
Palazzo Panciatichi Firenze Via Cavour 4 sede del Consiglio Regionale Tosca-
E le onde di “È aria di tempesta” sembrano volersi infrangere sull’osservatore, tanta
è la forza di quel mare azzurro in attesa di quello che potrà accadere: tempesta delle
forze della natura o dell’animo umano.
Valutando il percorso pittorico di Furio attraverso l'esame delle sue opere, appare evidente come egli sembra sempre più pervaso dalla smania di vivere, di rappresentare
con più forza quello che sente e prova: infatti, quasi non gli fossero più sufficienti per
esprimere i suoi sentimenti le misure delle tele in commercio, ha iniziato a dipingere su
ante e schienali di armadi.
La sua pittura è diventata più materica ed è un'esplosione di colori spesso intensamente
brillanti e maestosamente gioiosi.
E tante altre sono le opere che dimostrano quanto Furio abbia ancora da raccontare,
manifestando una continua e costante evoluzione, che lo rende sempre nuovo, ma pur
sempre fedele ai suoi sogni e desideri più profondi.
Furio Innocenti
[email protected]
www.furioarte.com
Cell. +39 345 0828913
Alluvione 2066
Omaggio a Van Gogh
Furio Innocenti celebra i 120 anni di questo capolavoro, dipinto da Vincent Van
Gogh nel luglio del 1890, accostandolo
con estremo rispetto e suggerendone una
rilettura originale. Furio Innocenti ha superato la sfida di un’identificazione piatta
e inutilmente replicante del "Campo di
grano con corvi", assorbendone da artista
sensibile qual è, la corposità materica
dei colori ed il turgore esasperato della
pennellata. La sua rivisitazione rispetta la
violenza cromatica del testamento spirituale di Van Gogh ma ne ribalta gli esiti,
ristrutturando gli elementi fondamentali della composizione. Il cielo di Van
Gogh era un mare notturno in tempesta
nel quale il pittore sprofondava tragica-
mente, qui invece è il campo dominare
la scena con la sua luce abbagliante
che propone una possibilità di speranza.
Anche la strada che era dipinta in quanto tracciato casuale con il suo percorso
spezzato - alludendo ad illusioni irrimediabili e a sconfitte definitive - qui diventa un’opportunità con delle prospettive
da trovare. L’elegia danzante dei colori,
riproposta da Innocenti con responsabile
puntualità, riassume angoscie solitudine
ma le sublima in una luce unitaria che
restituisce dignità alla vita dell’uomo e
fa del “nuovo” quadro - nonostante tutto
- un messaggio vibrante di sostegno alla
condizione umana.
Gianni Lattes
no - ART SPRING Mostra collettiva arte contemporanea 2011 Istituto Universitario Europeo FIESOLE Menzione speciale Premio letterario e d’arte Vibrazioni dell’anima 2011 Ottavo Trofeo G.B.Moroni 2011 New Artemisia
Gallery VINCITORE al XXIX PREMIO FIRENZE
2011 CONCORSO INTERNAZIONALE CITTÀ DI
CORCHIANO 2012 Arte in vetrina a San Gimignano Volterra In cornice 2013 Artigianato e
arte 2013 e 2014 Collettiva Galleria Cimabue
2015 Firenze Il Colognolo Rufina Collettiva
2015 Auditorium del Duomo di Firenze.
Nella movimentata vita di Furio Innocenti uno
dei periodi più belli è stato quando, allievo del
maestro, mimo, coreografo e ballerino di fama
mondiale Lindsay Kemp ha partecipato ai suoi
stages teatrali tenuti presso il Teatro Comunale Metastasio di Prato negli anni Ottanta.
Con il quadro “Alluvione 2066” donato dall’allievo al maestro, Furio gli ha voluto rendere
omaggio per l’intero percorso artistico, ma,
soprattutto, come lui stesso asserisce, gli ha
reso omaggio “per aver pensato, prodotto e
partorito spettacoli teatrali al di fuori di ogni
portata dell’umano immaginario”.
Furio Innocenti con il maestro Lindsay Kemp
Furio Innocenti
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Lina Giorgi
L'artista casentinese in mostra nel Salone delle
Eccellenze all'Italian Makers Village di Milano
per EXPO 2015
di Daniela Pronestì
L
’emozione del paesaggio attraversa l’intera produzione pittorica di Lina Giorgi, connotandola in termini di
luce e colore quali caratteri descrittivi del dato naturale. Le bellezze paesaggistiche del territorio in cui
vive - il Casentino - alimentano da sempre la sua vena creativa,
che è saldamente legata ad un’idea della pittura come trasfigurazione poetica del reale. La natura fa da sfondo ad uno sviluppo
narrativo che procede seguendo l’intensità del sentimento. Nessun raffreddamento imposto dalla tecnica distorce la sincerità
della visione, che ci consegna lo splendore di un paesaggio profondamente toscano. Vaste pianure, filari di alberi sul crinale della
collina, chiome secolari stagliate su cieli trasparenti: angoli di
natura che si aprono sulla superficie bianca della tela come finestre dalle quali contemplare uno spazio senza tempo. La sua tavolozza è una festa di colori che si accendono e si smorzano in un’ar-
Dopo il temporale, 2012, olio su tela, cm. 50x70
monica sinfonia di sovrapposizioni e trasparenze. La natura offre
un’infinita varietà di colorazioni: Lina Giorgi sceglie quelle meno
consuete, in sintonia con le suggestioni ispiratele dai luoghi. Dove
la luce è più abbagliante, i colori conquistano una nitidezza quasi
irreale, stendendosi sul supporto con pennellate dense e prive di
contrappunti chiaroscurali. La presenza di un elemento che occupa
il centro della composizione - un albero, una casa, un sentiero tra i
D
Autunno, 2008, olio su tela, cm. 50x70
8
Lina Giorgi
al 25 al 29 giugno i dipinti di Lina Giorgi sono
stati esposti all’Italian Makers Village di Milano
- Salone delle Eccellenze (Via Tortona 32) nell’ambito della manifestazione Design Art Food in
Women in Ethic Business promossa dalla F.I.D.A.P.A per
Expo 2015. Tra i prossimi appuntamenti espositivi si
segnalano: 20 - 24 luglio, Follonica; 25 - 31 luglio, Ex
Sala Comunale, Castiglione della Pescaia; 15 agosto - 1
ottobre, Atlantic Oil, Poppi (AR); 30 agosto - 5 settembre, Foresteria di Camaldoli. Lina Giorgi sarà presente
anche a Palazzo Cusani in occasione del convegno internazionale organizzato dalla Fidapa in occasione
dell’Expo.
Albero della vita, 2010, tecnica mista su tela, cm. 100x100
boschi - disciplina la profondità spaziale del dipinto, presentando allo sguardo un brano di realtà in cui può facilmente orientarsi. Quando, invece, è l’immaginazione a prevalere sull’oggettività della rappresentazione, lo scenario
che si offre all’osservatore non è più un paesaggio tradizionale, ma una dimensione sospesa tra fantasia e sogno. E’ il
caso della serie dedicata agli alberi, che occupa un posto
privilegiato nel repertorio della Giorgi, come una zona franca dove mettere da parte il rigore naturalistico per dedicarsi ad un tema che celebra, in chiave simbolico - fantastica,
l’intimo radicamento ai luoghi in cui è nata. Protagonisti di
uno schema compositivo che si ripete di quadro in quadro, i
suoi alberi si pongono come elemento di congiunzione tra
cielo e terra, compensando, con la loro spinta verticale, la
linea continua dell’orizzonte. Le brevi pennellate sono mordibe e irregolari e la distribuzione della luce è regolata dal
contrasto tra il fondo bianco e la monocromia dell’albero.
Slegata dalla contingenza del visibile, la sua pittura si avvicina al senso nascosto del reale, dando prova di una capacità immaginativa che le permette di reinterpretare, in maniera del tutto originale, il soggetto paesaggistico. Non
meno originale è il suo approccio alla natura morta e alla
figura, due generi che uniscono conoscenza della forma e
sensibilità coloristica in un registro espressivo in cui la tecnica è al servizio dell’emozione.È il segno di una creatività
che sa gioire delle cose naturalmente semplici, fermandole
sulla tela e prima ancora nell’anima.
La pittrice Lina Giorgi intervistata da Fabrizio Borghini in occasione della sua
mostra a Milano con la FIDAPA per Expo 2015
L'albero, 2006, acrilico su tela, cm. 35x50
L
ina Giorgi viene da una famiglia con il “pallino dell’arte”.
Suo nonno era un appassionato pittore, così come il padre.
Già da giovanissima inizia a dipingere da autodidatta portata verso la tavolozza da una passione bruciante che diventa,
ogni giorno, urgenza, necessità creativa, come lo sono tutti i tipi di arte.
La vita poi fa cambiare spesso direzione, ma facendo dei giri immensi
per poi ritornare lì, all’arte che si fa colore e vita stessa. Lina così ha da
sempre dipinto la sua anima che fa diventare colore e natura, elemento
predominate in tutte le sue tele. L’albero è il soggetto che, più degli altri,
ritorna come elemento di rappresentazione, una metafora vera della vita
che rinasce, di quella linfa terrigna che non muore, si addormenta, si
ingiallisce per poi ricominciare il suo ciclo.
Rossana Farini
N
ata a Castel San Niccolò, vive e lavora
a Ponte a Poppi (Arezzo). Da tempo è
presente in numerose rassegne, fiere e
premi dove ha ottenuto significativi riconoscimenti; tra i più recenti: le collettive a Foiano
della Chiana (Arezzo), ”FIDAPA espone le Artemisie”, a Meleto Cavriglia (Arezzo), nel palazzo della Provincia di Arezzo, “Arte per non
dimenticare” ad Arezzo, le personali al Monastero di Camaldoli nel 2007 e 2008 e alla
Galleria Modigliani a Milano, la partecipazione alle manifestazioni periodiche del “Premio
Italia per le Arti Visive”, del “Premio Firenze”,
della Rassegna nazionale di pittura Livorno. E'
presente alle fiere “Immagina” di Reggio Emilia nel 2008 e 2009, “Vernice Art Fair” di Forli
Lina Giorgi
nel 2009, “Art Expo” di Arezzo nel 2011 e
2012; nel 2009 partecipa a “Primavera Maremmana” a Grosseto, a
“Percorsi d’arte in Biblioteca” a Pontassieve, alla Mostra di Pittura
al Castello Weissenstein Pommersfelden (Norimberga), ad “Arte
Sotto i Portici” a Bologna - anche nelle tre edizioni successive - e
tiene una nuova personale al Monastero di Camaldoli ed una ad
Abano Terme, mentre nel 2012 è in personale a Poppi nella Galleria
Comunale d'Arte Contemporanea e nel 2013 prende parte alla mostra Il Sacro nell’Arte (X Edizione) presso la basilica della Santissima Annunziata a Firenze.
Per info e contatti: www.linagiorgi.com - [email protected]
Lina Giorgi
9
Ding Fang
L'artista cinese che fa rivivere
il Rinascimento nelle sue opere
A cura dell'Associazione degli Artisti Cinesi in Italia
D
ing Fang, nato nel 1956 a Wugong, nella provincia cinese di Shanxi, è un noto artista e curatore
cinese.
Si è laureato nel 1986 con un master in Pittura a
olio presso l’Accademia di Belle Arti di Nanchino, dove ha
successivamente insegnato per molti anni.
Dopo aver lavorato sia come artista professionista che come
redattore dello staff di Belle arti nella rivista “China Magazine”,
nel 2000 si è trasferito presso l’Istituto di Belle Arti dell’Università di Nanchino, dove tutt’ora insegna.
Le sue opere sono state esposte in diverse mostre prestigiose
in Cina, nei primi anni Ottanta. Successivamente, quando i
cambiamenti politici resero più difficoltoso il continuare a lavorare come artista indipendente, Ding Fang iniziò ad esporre
in gallerie estere, in Svezia, a Vienna, Los Angeles, Londra,
Oxford, Sydney e Rotterdam.
In anni recenti i suoi lavori sono apparsi in molte importanti
mostre cinesi, tra cui la Biennale di Pechino del 2003 e The
Wall: Reshaping Contemporary Chinese Art. Nel 2002 il Museo
Nazionale d’Arte Cinese gli ha dedicato una retrospettiva,
mentre la galleria Yuan Center di Pechino ha esposto molte
sue opere in una recente mostra, After Culture.
Ding Fang è conosciuto per essere un membro del movimento
d’avanguardia.
Nell’ottobre 1985 Ding Fang partecipò all’organizzazione della Mostra d’Arte Moderna all’interno della Settimana della
Gioventù Artistica di Jingsu, presso il Museo d’Arte Jiangsu
di Nanchino, un evento dalla portata nazionale.
Durante la mostra egli formò un gruppo di artisti detto “Brigata
Rossa”, che organizzò la mostra Avanguardia nel 1987. Il
Manifesto della Brigata Rossa, scritto da Ding Fang proprio in
quell’anno, spiega le sue scelte riguardo alla sua tragica visio-
La coesione della fede, 2014, tecnica mista, cm. 45x80
10
Ding Fang
Delphica, 2015, inchiostro su carta, cm. 170x80
Hieremias, 2015, inchiostro su carta, cm. 170x80
Fiamma dello Spirito Santo, 2007, tecnica mista, cm. 90x180
La battaglia di Cascina, 2013, inchiostro su carta, cm. 250x575
Particolare da L'ultima cena, 2013, inchiostro su carta, cm. 120x250
ne della storia umana: essa è infatti
non tanto un avanzamento verso
gradiosi obiettivi, ma un accumulare
rovine di grandi sogni. Gli altri importanti temi toccati dal Manifesto
erano: “Nella solennità del sacrificio noi ritroviamo punti comuni di
sostegno.”, “Abbiamo sete di creare
la vita nelle profondità dei nostri
cuori.”, “Durante il nostro viaggio
verso l’altra sponda raggiungiamo il
sublime e quando entriamo in collisione con l’eternità avvertiamo la
chiamata al mistero.”.
Sul finire degli anni Ottanta molti
artisti indipendenti si riunirono nel
Villaggio Fuyuanmen, vicino al
Palazzo Yuanmingyuan di Pechino.
Nel giro di due anni vi si trasferirono
Freccia, 2015, olio su tela, cm. 50x70 svariati artisti, tra i quali Ding Fang,
Fang Lijun, Wang Yina, Yi Ling, e
Tian Bin, con lo scopo di lavorare
insieme per organizzare mostre di gruppo nel villaggio. La prospettiva di una vita semplice, il futuro incerto, la libertà, erano i motivi che
li spingevano a recarsi in un luogo dove essi avrebbero potuto realizzare una romantica terra promessa e il loro ideale poetico. Tra i loro
ideali, infatti, lo spirito artistico sembrava essere in netta opposizione con le considerazioni di ordine finanziario o materiale; nonostante
ciò l’economia del mercato aveva già trasformato il contesto politico
e sociale del Paese, così come esemplificato da Zhongguancun, la
“Silicon Valley cinese” il cui sviluppo esplose a sud di Yuanmingyuan:
questo luogo stava accumulando ricchezza così simbolica per la Cina
in quanto si trattava del cuore dell’industria e del segreto per il successo economico. Gli artisti riuniti a Yuanmingyuan contestavano la
rigidezza dell’eceonomia e del mercato su base quotidiana, disgustati dal suo proliferare.
Stile e tematiche
Ding Fang è conosciuto soprattutto per i suoi paesaggi audaci e riccamente colorati, nei quali egli tenta di rappresentare montagne e
pianure della Cina con un significato storico e culturale. Per contrasto
le sue rappresentazioni della vita urbana sono scure e distopiche. I
suoi ultimi lavori mostrano elementi espressivi, insieme ad un’inclinazione dell’artista per la religione cristiana. Egli usa una combinazione di espressionismo astratto e surrealismo per realizzare il suo
personale commento al materialismo e all’urbanizzazione di oggi.
Nel 1984 egli si dedica ad una serie intitolata “Città”, ispirata alle
suggestioni provenienti dai poderosi paesaggi e rovine culturali della Cina settentrionale. Nella serie “La volontà ha forma di spada” le
città deserte colorate come la terra cedono la parola alla pulsante
energia delle culture passate: questa traiettoria suggerisce una fuga
dal presente per ricercare i valori eterni delle culture antiche e nella
vigorosa vita rappresentata nelle sue prime opere come "Raccolto".
La pittura prende dunque una connotazione religiosa nel sisifeo ciclo
della fatica umana. Il senso tragico e il fatalismo religioso diventano
più manifesti e apocalittici nei dipinti realizzati quando Ding Fang
viveva nel villaggio degli artisti vicino a Yuanmingyuan.
Nel 1985 Ding Fang abbandonò i temi rustici: ritornò alla Pianura
Gialla nella sua provincia natia, dove si dedicò a distogliere la propria
attenzione dal catturare l’essenza della terra e delle vite delle persone che la abitavano. Al contrario l’artista iniziò a ricercare una modalità di espressione simbolica che potesse rafforzare la cultura nazionale. Le opere più rappresentative di questa fase sono quelle appartenenti alla serie del Castello (1985). Esse raffigurano la terra della
pianura gialla disseminata di rovine di antichi castelli, combinate con
rovine della Grande Muraglia. Ding Fang descrisse i suoi obiettivi in
questo periodo dicendo: “Ho ricercato lo spirito nascosto nel mondo
settentrionale.”. Egli usa questo stile misto tra surrealismo e simbolismo per alludere ad un tipo di manifestazione religiosa.
Opere Monumentali
Le prime opere monumentali di Ding Fang sono state quelle appartenenti alle serie “Combattendo la siccità” e “Raccolto”. La comprensione dell’artista dell’intensità del colore e delle pennellate veniva
direttamente dalla sua esperienza di vita e dall’influenza di Georges
Rouault. Se i dipinti a olio della serie “Combattendo la siccità” riflettevano il modo in cui il dialogo dell’artista si fermava allo stadio del
primo puro amore, allora la serie “Mura”, inizata nel 1984, era una
chiara espressione di un’introspezione sulla natura ad un livello più
metafisico. Poiché la comprensione spirituale dell’artista muoveva
verso un tipo di natura trascendentale, i dettagli naturalistici nelle
sue opere tendevano a diminuire progressivamente e l’atmosfera
conseguentemente creata attraverso la composizione e la scelta dei
colori tendeva decisamente nella direzione del Surrealismo. Nelle
serie “Mura” Ding Fang ha espresso la sua coscienza alternata tra
storia e realtà: l’artista sentiva la magnificenza della storia, e allo
stesso tempo era particolarmente sensibile alla cultura primitiva
innestata nello spirito nazionale. Per contrasto la realtà era avvertita
come una terra desolata. Quando i suoi personaggi incontrano grandi monumenti storici del passato in questa terra desolata e sono
colpiti dai venti della fredda realtà, essi spontaneamente scoppiano
a piangere. In una delle ultime opere appartenenti a questa serie le
Ding Fang
11
A Antonio del Pollaiolo - Giovinezza eterna, 2010-11, olio su tela, cm. 50x70
A Giovanni Bellini - Armatura splendente, 2010-11, olio su tela, cm. 50x70
rovine di un edificio simile ad una cattedrale non hanno più le
sembianze di una fortezza nella pianura perduta; esse possono
invece essere considerate come il trattamento geometricamente accurato che l’artista riserva agli angoli formati dalla linea
del fossato e alla regolarità della merlatura, fornendo così un
primo indizio per comprendere il modo in cui è resa la spada.
Gli ultimi lavori - La serie “Rinascimento”
Negli ultimi tempi la creazione artistica di Ding Fang riflette uno
dei grandi interessi dell’artista, il Rinascimento: egli si è infatti
lasciato ispirare dai grandi capolavori del periodo, realizzando
le serie “Dodici Apostoli”, “Dodici Profeti”, “Le Sibille” (tratti
dagli affreschi michelangioleschi della Cappella Sistina),
“Battaglia di Cascina”, “Battaglia di Anghiari” (omaggio a
Michelangelo e Leonardo da Vinci, e ai loro progetti per gli affreschi del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio). Queste
opere, sia a livello del contenuto, che citando rimanda ad altre
opere, sia a livello della profonda eredità spirituale che caratterizza l’artista, rivelano una serie di ricche relazioni tra la visione
1978 - 1982: Diploma presso l’Istituto
d’Arte di Nanchino, Dipartimento di
Arti e Mestieri;
1986: Laurea presso l’Accademia di
Belle Arti di Nanchino;
1986 - 1988: Insegnamento presso
l’Accademia di Belle Arti di
Nanchino;
1999: Docente di Scultura presso
l’Istituto d’Arte di Nanchino;
2000: Docente presso l’Istituto di Belle Arti dell’Università di
Nanchino, Ufficio di Ricerca e Insegnamento della Pittura a olio,
docente presso l’Istituto d’Arte di Nanchino, direttore della
Associazione Cinese per la Pittura a olio.
12
Ding Fang
e lo spirito, estetico e nobile, tra la laboriosità e la realizzazione, individuale e contemporanea, tra i cambiamenti e la tradizione, il tutto visto
nella prospettiva di un’evoluzione verso un nuovo periodo, lo storico
stadio sisifeo della creazione individuale dell’artista.
Li Xiaoshan sulla serie “Rinascimento”
Chiunque conosce Ding Fang direbbe che egli è un tipico monaco dell’estetismo, che tratta se stesso in modo molto rigido, quasi masochistico;
egli è anche un tipo tenace nello stile di Hemingway: sia nel corpo che
nell’anima egli è pieno di muscoli angolari. La sua vita è intrappolata tra
la sensazione di portare un fardello e la fede, la più grande forza che lo
fa andare avanti.
Nell’attuale contesto politico e culturale lo stile di Ding Fang è oper molti aspetti sotto pressione, ed i suoi pensieri costruttivi sono in contrasto
con il sentire più diffuso, e non sono in linea con la situazione presente.
L’opera di Ding Fang può essere vista come un test, oppure un confine,
per scoprire quanta lontananza ci sia tra un uomo che va costantemente
avanti, e la realtà che è costretto ad accettare.
Il Rinascimento ha rappresentato una grande svolta nella storia dell’umanità, spostando l’attenzione da Dio alle persone, cosa che ha definitivamente segnato il passaggio dalla barbarie alla civiltà. Esso si può
sintetizzare in due aspetti: da una parte è il valore su cui si basa l’illuminazione, dall’altra è un valore universale - il Rinascimento trascende i
limiti geografici e di tempo, diventando la ricchezza spirituale degli esseri umani. Il lavoro di Ding Fang riflette due arcobaleni: la sovrapposizione
tra lo spirito umanistico nel Rinascimento e la divinità immortale, dicotomia che costruisce la volta che regge i pensieri dell’artista.
Ding Fang ha raggiunto una strabiliante trascrizione nella creazione della pittura a olio, mentre adesso utilizza l’inchiostro, con l’uso di un approccio comprensivo, per attraversare una nuova altezza sia con una
sottile espressione pittorica che con una tensione visuale.
意大利华人艺术家协会 Associazione degli Artisti Cinesi in Italia
Piazza Indipendenza, 21 - 50129 Firenze, Italia Tel. 0039 055 4684478
[email protected] - www.aacitalia.com
Simonetta
Fontani
I suoi quadri a Milano per EXPO 2015
di Daniela Pronestì
N
on è una donna che dipinge altre donne per confermare il
senso di appartenenza ad un genere, ma è un’artista che
cerca nei soggetti femminili la massima espressività della
figura umana. La pittura di Simonetta Fontani restituisce al
corpo della donna la possibilità di farsi veicolo di contenuti che divergono dagli stereotipi a cui la cultura visiva del nostro tempo ci ha abituati.
Un aspetto che, sul piano pittorico, si traduce nel superamento delle
categorie tradizionali del nudo e del ritratto, senza tuttavia rinunciare
allo studio dal vero del soggetto. L’osservazione diretta della figura, infatti, è parte centrale del suo processo creativo, che prende spunto dalla
verità della percezione per arrivare all’essenza della visione pittorica.
Disegnando il corpo umano, la Fontani si avvicina alle ragioni interne
della forma, agli elementi che regolano il rapporto tra spazio e figura;
l’applicazione del colore le consente, invece, di intervenire sull’impianto
figurale per caricarlo di nuovi significati. Nella cura sottile della stesura,
nell’uso sapiente della materia cromatica, nella delicatezza dei sentimenti unita ad una capacità evocativa del tutto personale, Simonetta
Fontani è progressivamente giunta ad una significativa svolta della sua
storia artistica. Le opere recenti denotano, infatti, un bisogno di sintesi
che va oltre la verosimiglianza pittorica per proiettare la figura entro una
dimensione di notevole impatto simbolico. Le fisionomie appaiono stravolte nell’intima sostanza, come per effetto di una forza che scuotendole
dall’interno le rende fragili e mutevoli. La pennellata si spezza, si contorce, si dilata, in una frenesia di ritmi che azzerano la gerarchia tra sfondo
e figura per renderli entrambi strumenti di una materia pittorica che si
forma e si trasforma sotto gli occhi dell’osservatore. Un senso d’instabilità che impedisce all’immagine di
cristallizzarsi in una forma certa per
farsi metafora di una condizione esistenziale precaria e inquieta. Uno
studio totale, appassionato, a tratti
sofferto del corpo femminile, che è
fonte narrativa e insieme strumento
di ricerca del suo linguaggio pittorico. Negli ultimi dipinti l’incompiutezza cromatica dello sfondo sospende lo sguardo sulla soglia del
non detto: è l’apparenza immediata
delle cose che si sfalda per lasciare
campo all’immaginazione. Valicati i
confini della nitidezza visiva, Simonetta Fontani affida al colore, e alle
sue diverse consistenze, il compito
di evocare il flusso indefinito del
tempo e degli stati d’animo, in sintonia con un crescente bisogno d’inDal buio olio, tecnica mista, cm. 20x40
trospezione. Un registro espressivo
Castello di nuvole, olio, tondo cm. 40
che di continuo si rinnova, confermando una maturazione stilistica che pone la nostra artista su di un piano tutto suo, dove
non è più l’adesione al reale ciò che conta, ma la totale identità
tra la pittrice e la sua opera.
Dal 25 al 29 giugno i dipinti di Simonetta Fontani sono stati
esposti all’Italian Makers Village di Milano - Salone delle Eccellenze (Via Tortona 32) - nell’ambito della manifestazione Design
Art Food in Women in Ethic Business promossa dalla F.I.D.A.P.A
per Expo 2015. Dal 30 luglio all’8 agosto Simonetta Fontani sarà
nuovamente a Milano alla Galleria Spazio Porpora, mentre dal
25 luglio al 30 agosto esporrà alla Rocca di Montefiorino (MO).
N
ata a Firenze, vive e lavora a
Prato. Intensa l'attività espositiva dagli anni Duemila con
numerose personali in sedi pubbliche e private, rassegne e concorsi
nazionali e internazionali, riscuotendo significativi riconoscimenti tra i
quali, nel 2006, il "Fiorino doro" al
"Premio Firenze". Ha esposto a "Casa Italia" nel 2008 in
occasione dei Giochi Olimpici di Pechino e nel 2010 per quelli invernali di Vancouver; è stata selezionata per una rassegna a Luxor (Egitto) nel 2013.
Presente alle fiere d'arte di Parma, Reggio Emilia, Longarone, Forlì,
Arezzo, Scandiano di Modena, Pisa, Agrigento, Palermo, Modena,
Verona, Minsk (Bielorussia) e Bratislava (Repubblica Slovacca). Nel
2009 una sua opera viene scelta come immagine delle cartelle di
lavoro per la II Conferenza Europea delle Città gemellate con il Popolo Saharawi, patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri, itinerante in Europa. Ha realizzato il frontone del Teatro di Capalle, lo
stendardo per il 30º anniversario del Carnevale di Vaiano e, in occasione del bicentenario della morte di Garibaldi, un'opera per le Poste italiane per la realizzazione di un francobollo commemorativo e
un'opera per la "Venetia Arte". I suoi lavori si trovano in collezioni
private e pubbliche in Italia e all'estero (Austria, Brasile, Cina, Croazia, Francia, Marocco, Scozia, Stati Uniti) e in particolare a Roma
nella sede del C.O.N.I. e di Poste Italiane, nella Pinacoteca del Comune di Soliera, nella Chiesa S. Maria dell'Assunta a Scopoli, nella
Chiesa di S. Martino a Prato, alla Pro Loco di Sofignano di Prato,
nella Pinacoteca del Duomo a Viterbo, nella Chiesa di San Cresci a
San Piero a Ponti, nelle sedi dei Comuni di Capraia e Limite, Capodimonte, Vaiano, Pontassieve, Campi Bisenzio e in Brasile nell'Ambasciata di Salvador e nella Chiesa di Rembepe.
www.simonettafontani.it - [email protected]
Simonetta Fontani
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Antonio
Ciccone
Antonio Ciccone sul Gargano. Foto Filippo D'Errico
A
Nerina Simi con Amore, è il recente ritratto con cui apre
l’esposizione ed è stato scelto come opera di benvenuto
ai visitatori della mostra, situata all’ingresso del Palazzo
della Cultura di Cardoso di Stazzema. Un dolce sorriso
ed una comprensione profonda emana dal volto di Nerina accompagnata, alla sua sinistra, dalle vette delle Apuane e da una sfera di
madre-perla che sigla la rilevanza che la donna evoca all’artista.
La mostra è una “personale-collettiva”, che riunisce una scelta di
temi cari ad Antonio Ciccone.
A terreno sono esposti esempi dei suoi lavori dedicati al ritratto, agli
animali, ai fiori e al paesaggio. Pensando a Linda, Lucy e Lydia Forbes sono tre opere di donna realizzate in acrilico; mentre a carboncino sono ritratti alcuni personaggi legati al mondo dell’arte: Shogoro,
Casey, Vittorio Sgarbi e Cristina Acidini. Spring Song (canzone di
primavera) è il titolo dato a uno studio di donna colta in
un’infinità di stati d’animo, e Self-statement ci parla della
recente serie di autoritratti dalla quale trapela un’esortazione alla riflessione. Alcuni animali rappresentati a carboncino sono il toro e la mucca della Maremma e il gatto di
nome Luce; il giglio e l’iris sono rappresentati in tecnica
mista, carboncino e pastello, mentre le numerose vedute
del Gargano, il paesaggio natio di Ciccone, sono dipinte per
la maggior parte ad olio. Al primo piano si trovano opere
dedicate alla figura umana eseguite a carboncino e pastello: From Another Place, “Da un’altra parte” - nel senso di
Parete della Valle dell'Inferno, 1981, olio tela su tavola, cm. 90x90
14
Antonio Ciccone
A Nerina Simi
con amore
Nel Palazzo della Cultura
di Cardoso di Stazzema
fino al 30 agosto
una mostra dedicata
all'artista fiorentina
di Tiana Ciccone
Atleta IV, 1990, carboncino pastello, cm. 212x82
provenienza - che fu soggetto di una
mostra a tema negli Stati Uniti e
Atlete, serie dedicata agli atleti e
alla danza con opere che ritraggono
i ballerini Marga Nativo e Keith Ferrone. E, ancora, tre composizioni di
cm. 100x140 mostrano un’analisi
dei nessi fra i vari soggetti appartenenti alla sfera artistica: Self-statement e Pietro Annigoni, Pietro Annigoni e Rossella II e Autoritratto con
Amintore Fanfani. Sempre di misura
100x140 possiamo ammirare un altro esempio onirico di Spring Song.
Infine due opere recentissime e di
grande rilievo sono dedicate al
tema di San Giovanni Battista: John
the Baptist - Scream (urlo) e John
the Baptist - Dream (sogno). L’idea
di rappresentare San Giovanni Battista è nata da un invito da parte
dell’iniziativa creativa “Festa della
Cultura San Giovanni Battista” - formata nel 2012 a Firenze.
Orario della mostra
Luglio
Giovedì e Domenica: 16:00 - 19:00
Venerdì e Sabato: 16:00 - 23:00
Agosto
da Giovedì a Domenica: 16:00 - 23:00
Antonio Ciccone
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I quarant’anni
dell’Assurgentismo
La ricorrenza celebrata con una mostra
alla Villa Vogel di Firenze nel mese di maggio
di Chiara Innocenti
L
a mostra Assurgentismo. Quarant’anni del Manifesto
(1975-2015) - organizzata dal Quartiere 4 col patrocinio del Comune di Firenze - che si è inaugurata sabato 16 maggio 2015 presso il chiostro di Villa Vogel a
Firenze vuole ricordare e festeggiare i quarant’anni della nascita del movimento: il 5 giugno 1975 durante gli esami di Stato, il
professor Giuseppe Ciccia parlando con un collega del tema del
decadentismo intraprese una discussione al termine della quale
coniò il termine Assurgentismo, diventato movimento artistico e
culturale con l’intenzione di “restituire all’arte una centralità nella
vita dell’uomo”; è stato creato anche un Manifesto. Gli artisti che
hanno preso parte a tale movimento - con le proprie peculiarità
- percorrono l’obiettivo comune che l’arte deve rispecchiare il momento storico, artistico, economico e sociale che stanno vivendo.
Visione dell’arte che troviamo nell’artista Paul Klee: “L’arte non
è una fuga dal mondo ma il tentativo di guardare in modo nuovo
la realtà per poterla trasformare grazie al dialogo tra gli uomini”.
La celebre dichiarazione di Paul Klee sintetizza l’estetica del movimento: “L’arte non deve rappresentare il visibile ma rendere visibile l’invisibile”.
La performance svoltasi venerdì 5 giugno 2015 presso il chiostro
di Villa Vogel ha visto come protagonisti tre dei nove artisti del
Movimento: Giuseppe Ciccia, Marcello Meucci e Piero Bargellini
che hanno deciso di sfruttare la forma quadrata del chiostro; ogni
lato voleva rappresentare dieci anni del Movimento. Hanno disposto sul pavimento della carta scenografica e hanno incominciato
a disegnarci sopra; successivamente Ciccia con un ago e del filo
rosso ha percorso in varie direzioni sulla carta numerose linee che
volevano riecheggiare la strada percorsa dagli artisti lungo questi
quarant’anni. Il filo rosso voleva rappresentare un punto di incontro, di unione tra gli artisti - protagonisti del movimento -, gli anni
trascorsi e il pubblico presente che è diventato parte attiva della
performance. Il tutto si è concluso stappando una bottiglia di spumante e brindando per festeggiare il passato ma anche il presente
con uno sguardo al futuro.
Panoramica delle sale della mostra, presso il chiostro di Villa Vogel a Firenze
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Assurgentismo
Cenni biografici
Giuseppe Ciccia
Nasce a Messina il 26 novembre 1946. Consegue la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze, si abilita all’insegnamento di Disegno e Storia dell’arte, Pittura e Anatomia Artistica. Svolge la professione di docente
presso il Liceo Scientifico, Artistico e l’Accademia di Belle Arti a Firenze.
Presso l’Accademia d’Arte di Tokyo -nella sede di Firenze- periodicamente
svolge dei Master in Arti Visive. Nel 1963 incomincia la sua avventura artistica viaggiando tra Messina, Roma, Firenze, Montmartre, Basilea, New
York, Tokyo e partecipando ai grandi movimenti dell’arte contemporanea.
MANIFESTO
ASSURGENTISMO nasce il 5 giugno 1975 a Firenze. Un gruppo di artisti, dopo attenta disamina della situazione attuale quanto mai confusa e contraddittoria in cui versa l’arte - con
questa denominazione, intende levarsi in piedi:
contro ogni mistificazione dell’arte
contro tutte le forme di asservimento al fine di rendere liberi gli
artisti di operare, di trattare, di vivere in piena coscienza
contro i tessuti falsamente e peculiarmente creati dalla realtà
odierna, che emargina gli artisti
per riportare l’ARTE alla sua condizione naturale, quale evoluzione dello spirito, Arte che deve rispecchiare il momento creativo dell’Artista in funzione del suo tempo
per rinserire gli artisti nel contesto di una società quale parte
viva e insostituibile per un futuro migliore a misura d’uomo.
Gli artisti “assurgentisti” si riunivano prima negli studi degli
stessi aderenti e poi al Caffè Strozzi in piazza Strozzi a Firenze:
Giuseppe Ciccia (fondatore), Attilio Bellanca (teorico),
Omar Vito Giacummo, Renato Mertens, Silvio Neri. In seguito hanno aderito al Movimento: Piero Bargellini, Li Ding,
Elmar Giacummo, Marcello Meucci, Silvia Percussi ed
Ornella Piluso.
Nel 1975 Ciccia fonda il Movimento Artistico denominato Assurgentismo
con il chiaro intento di riportare l’arte al centro della vita, alla sua condizione naturale intesa come evoluzione dello spirito. Ha esposto in mostre
personali e collettive in Italia (Quadriennale di Roma, Mostra del Cinema
di Venezia, Expo Arte Bari...) e all’estero (Madrid, New York, Pechino...). Le
sue opere sono presenti in spazi pubblici, Musei Civici ed Istituti Religiosi.
www.giuseppe-ciccia-arte.com - [email protected]
[email protected] - Cell. 338 2908705
Li Ding
Li Ding nasce il 4 luglio 1983 a Lan Zhou (Cina). Nel 2007 si laurea in Progettazione Artistica presso l'Istituto d’Arte dell’Università di Lan Zhou in Cina.
Nel 2012 frequenta il biennio specialistico e si laurea in Scultura presso
l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Una sua scultura è stata selezionata per il DepurArt Lab Gallery presso il Depuratore di Milano/Nosedo,
una delle locations di EXPO 2015.
[email protected]
Vito Natalino Giacummo
Vito Natalino detto Omar nasce a Potenza il 28 ottobre 1947. Si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e frequenta la Facoltà di Architettura
presso l’Università di Napoli e Firenze. Nel 1992 vince il Concorso Nazionale
per Plastica ornamentale. Insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Catania e di Brera a Milano. Risulta vincitore di concorsi internazionali di scultura ad Acerenza, Palmi, Misterbianco, Potenza e a Milano. Dal 1965 espone
in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Dal 2014 è incaricato
del coordinamento artistico del DepurArt Lab Gallery presso il Depuratore di
Milano/Nosedo, una delle locations di EXPO 2015.
[email protected] - Cell. 328 6013350
Elmar Giacummo
Da sempre attratto dallo studio prospettico, si cimenta nella realizzazione
di opere dove la geometria ha un ruolo di fondamentale importanza. Appassionato di 3D computer graphic, si diverte a comporre opere usando la
tecnica della fluidodinamica. Inizia ad esporre i suoi primi lavori a Firenze,
città natìa, per poi arrivare ad esporre in mostre nelle più importanti città
internazionali. Attualmente insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
[email protected] - Cell. 329 0058535
Renato Mertens
Nasce a Tarcento (UD) nel 1927. Tra il 1945 e il 1950 vive a Venezia e si iscrive
alla Facoltà di Giurisprudenza a Padova. Tra il 1961 e il 1971 vive ad Ancona,
poi a Firenze e a Roma dove realizza i primi materici su tela con bruciature
e plastica. Si trasferisce definitivamente a Firenze e avvia un’importante e
duratura collaborazione con Perseo Centro Arti Visive. A partire dal 1982
incomincia ad allontanarsi dalla rappresentazione figurativa e va verso l’astrazione. Negli anni Novanta l’attività espositiva si fa più intensa e l’artista
partecipa ad importanti fiere d’arte contemporanea a Bologna, Torino, Padova, Bari e a Milano. Numerose sono in questi anni anche le mostre personali
a Prato, Firenze, Forte dei Marmi e a Milano. Al rapporto pittura-poesia sono
dedicate molte delle personali degli ultimi dieci anni di attività. La prima
grande retrospettiva - dopo la morte avvenuta nel marzo 2008 - gli viene dedicata con la mostra Ator di me al Castello di Colloredo di Monte Albano (UD).
www.renatomertens.it - [email protected]
Anni Ottanta. I firmatari dell’Assurgentismo: R. Mertens, A. Bellanca, G. Ciccia
Piero Bargellini
Nasce a Lecore di Signa (FI) l’11 maggio 1950.
E' in età preadolescenziale che viene attratto dal disegno e dalla pittura ed è
in quel frangente che conosce il maestro Alvaro Cartei. In seguito nasce un
sodalizio con i maestri Soffici e Rosai, modelli della sua poetica. Nel 1968
intraprende un viaggio che lo vedrà per un lungo periodo in Oriente. La sua
prima personale viene esposta nel 1971 presso la Galleria Arrigo del Rigo
a Prato. Bargellini nutre un forte interesse e una grande ammirazione per il
Surrealismo, il Fauvisme e l’Espressionismo. Negli anni Ottanta frequenta
la Scuola del Nudo presso l'Accademia di Belli Arti di Firenze sotto la guida
di Piero Vignozzi. Nel 1980 fonda insieme a Marcello Meucci e altri artisti
il Movimento EstrArte.
www.estrarte.altervista.org/piero_bargellini_pittore.htm
Tel. 0574 983363 - Cell. 345 7924624
Marcello Meucci
Nasce a Tobbiana (PT) nel 1943. Come in molti artisti, fin da piccolo era già
evidente il suo estro creativo ma sarà l’incontro con il maestro Ardengo
Soffici che lo spingerà a dedicarsi esclusivamente al suo “grande amore”: la
pittura. Gli anni Sessanta sono cruciali per l’artista: apre a Seano lo studio
Casa Rossa e inizia a frequentare assiduamente Quinto Martini; nel 1968
espone per la prima volta presso la Galleria Arrigo del Rigo a Prato. Da
allora in poi Meucci intratterrà rapporti con artisti e critici di un certo calibro
oltre ad esporre in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Nel 1978 consegue il Diploma Accademico a Salsomaggiore Terme
(PR). Degno di nota è il Manifesto di EstrArte redatto nel 1999: l’obiettivo
è riportare l’attenzione sul vero scopo dell’arte. Meucci è stato fondatore e
presidente di tale associazione fino al 2005.
www.marcellomeucci.it - [email protected]
Cell. 347 6449269
Silvia Percussi
Nasce a Firenze il 20 agosto del 1954. Si trasferisce a Pistoia nel 1958 nella
stessa via dove - dal 2004 - ha lo studio. Grazie alla sua famiglia - che le
ha trasmesso l’amore per l’arte - si rende conto molto presto che la sua vita
è inscindibile dall’arte: il disegno e la pittura l’accompagneranno sempre.
Decide finalmente nel 2000 di esporre per la prima volta le sue opere durante la Rassegna di pittura ed arti visive Pistoia Arte 2000. Ha affrontato
numerosi temi: impronte, ricordi, labirinti, scomponendo e lacerazioni; soggetti e materiali diversi per esprimere il disagio della condizione femminile.
Ha esposto in mostre personali e collettive a Torino, Reggio Emilia, Firenze,
Pistoia, Prato, Pietrasanta, Roma...
www.silviapercussi.it - [email protected]
Cell. 335 7807854
Ornella Piluso
Ornella Piluso, in arte Topylabrys, nasce a Milano nel 1947. Da oltre venti
anni l'artista, con grande passione e determinazione, si diverte ad applicare tecniche di pura ricerca per creare sculture, inediti oggetti d' arte, di
moda e design. Esplora il mondo dell'alimentazione e dell’ambiente e ha
fondato l'Associazione Culturale Arte da mangiare - mangiare Arte che ora
è diventata un Movimento: ogni anno durante gli eventi vengono realizzate
delle installazioni che vanno ad occupare terreni pubblici e privati; il suo
lavoro continua all’Expo 2015. Ha partecipato a numerose mostre in Italia ed
all'estero. Alcune sue opere si trovano presso il MAP (Museo della Plastica)
a Castiglione Olona e al Museo della Moda di New York, oltre che in prestigiose collezioni private. È responsabile del Concorso delle Borse di Studio
per le Accademie di Belle Arti Italiane organizzato dalla Società Umanitaria
di Milano ed è direttore artistico di DepurArt Lab Gallery del Depuratore di
Milano/Nosedo.
www.artedamangiare.it - [email protected]
Cell. 392 3998216
Assurgentismo
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Le donne di
Beatriz Irene Scotti
Alla Festa della Ceramica di Montelupo
di Antonio Guarnieri
B
eatriz Irene Scotti,
ceramista italo argentina, residente
da molti anni a
Montelupo Fiorentino, può essere considerata un'alchimista della materia e del colore.
Lei crea con le sue mani una
sinfonia di percorsi dove gli
sguardi, le rosse bocche carnose “boquitas piantadas”,
insieme alle sue figure femminili, portano al visitatore il
messaggio della cultura edonistica che tiene prigioniera la donna oggetto.
È nata il 25 agosto 1954 a Buenos Aires in Argentina, dove ha
vissuto fino a conseguire la laurea in Ceramica Artistica.
Nel 1980 giunge in Italia dopo avere vinto una borsa di studio per il
perfezionamento in smalti ceramici presso i laboratori della
ditta Colorobbia (cav. Guido Bitossi e figli). Nel 1982 si stabilisce in Italia dove continua la
sua carriera come insegnante
di tecnologia della ceramica
presso i corsi di Formazione
Professionale di Montelupo
Fiorentino realizzando - allo
stesso tempo - corsi di restauro della ceramica archeologica
e della maiolica presso la Soprintendenza Archeologica di Firenze, in
Palazzo Spinelli e nell'Opificio delle Pietre Dure. Ha collaborato come
restauratrice del Gruppo Archeologico presso il Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino. Partecipa a concorsi e tiene conferenze
in Italia e all'estero. Dal 2001 è membro attivo della Potters Council
of the American Ceramic Society.
Beatriz Irene Scotti
Via Baccio da Montelupo, 26
Montelupo Fiorentino (FI)
Cell. 338 8037733
Tel. 0571 519 334
Fax 0571 911 596
[email protected]
www.ceramykamos.com
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Beatriz Irene Scotti
Una giornata a
Pietramala nell’officina
del “Mago” Adriano
Un viaggio nella memoria della Bantam
mitica jeep della Seconda Guerra Mondiale
di Valerio Casciarri
Adriano Lelli al lavoro sul motore della “Bantam”
B
…si vernicia il telaio del colore originale
uon giorno Adriano, oggi c’è un sole caldo e splendente
ma soprattutto un bel cielo azzurro: è primavera, una
primavera bella come quelle di tanti anni fa, quelle di
quando eri ragazzo e tu di primavere ne hai viste tante,
ma oggi è una primavera come allora con l’emozione di quando eri
ragazzo. Lo so e me lo sento sulla pelle, caro, maturo artista della
meccanica, si lo so, stai accompagnando uno dei tuoi pazienti che ti
è stato affidato, per farlo ritornare a nuova vita.
Ci sei riuscito come sempre, con la tua testardaggine, a rimettere
in moto una stupenda Bantam; che cos’è una Bantam? È una preserie della famosa jeep Willys, partecipe attiva della Seconda
Guerra Mondiale. In Italia di Bantam ce ne sono solamente due, di
proprietà di un noto appassionato collezionista di Bologna, il dottor
Edo Ansaloni. Meccanico, si meccanico (ma potresti essere “Ingegnere ad Onoris Causa) testardo fino all’inverosimile ma umile;
Adriano Lelli e la “Bantam” a Bologna il 25 aprile
La “Bantam” è pronta per il 25 aprile a Bologna
nella tua officina passano automezzi che fanno parte della storia
della motorizzazione mondiale.
Adriano ricostruisce parti meccaniche che sono irrecuperabili e
così, con umiltà, senza rendersene conto, lascia alla storia un piccolo patrimonio che potrà servire a non dimenticare.
Adriano Lelli nasce a Bordignano, piccolo villaggio del comune di
Firenzuola sugli Appennini Tosco-Emiliani. Al villaggio e alla sua
casa si arriva con una mulattiera; il padre Siro, fa il fabbro: nell’officina si lavora senza corrente elettrica (arriverà nel 1958)...forgia
e mantice azionati a mano dal piccolo Adriano che studia e lavora: si studia al piano sopra l’officina, dove c’è la scuola...guai
a sgarrare, la maestra potrebbe scendere dal padre, di sotto, e allora sarebbero guai.
Passa qualche anno e il padre
manda Adriano adolescente a
Imola in officina per imparare
l’”arte” della meccanica...non
c’è bisogno di aggiungere altro, ma dire semplicemente:
grazie Adriano.
Adriano accanto alla “sua” Willys del ’42 restaurata due anni fa
Adriano Lelli
19
“Onirica”
Dalla visione alla creazione
Alla Galleria Gadarte di Firenze
sei artisti in mostra dal 12 al 25 giugno
di Margherita Oggiana
D
al 12 al 25 giugno si è svolta, presso la Galleria Gadarte, sede della storica Associazione Culturale fiorentina, la seconda rassegna d’arte contemporanea,
“Onirica. Dalla visione alla creazione”, ideata e curata da Margherita Oggiana. L’evento ha avuto il patrocinio del Comune di Firenze.
La rassegna è stata presentata dallo storico dell’arte professor Federico Napoli che ha fatto un excursus storico - artistico - filosofico
sull’arte e sulle differenti espressioni e stili dei partecipanti.
Quest’anno sei gli artisti partecipanti: Andrea Becheroni, Raimondo Gambino, Rocco Garrapa, Margherita Oggiana, Cinzia Pistolesi,
Silvia Ronsisvalle. Sogno dopo sogno, visioni dopo visioni, i nostri
Cinque dei sei artisti partecipanti
L'ingresso della Galleria Gadarte
artisti ci accompagnano - materializzandoli - nel loro mondo interiore, surreale, evocativo, simbolico, che crea incertezze e dubbi
nell’osservatore, che, al tempo stesso, vi si riconosce.
“L’uomo è l’ombra di un sogno” affermava Pindaro.
Tra sogno e uomo c’è quindi perfetta identità e, anche se può sembrare improbabile, sintonia.
Gli uomini sono i loro sogni ed i sogni sono umana realtà.
ASCOLTIAMO GLI ARTISTI
“Fa sogni leggeri come bolle di sapone! Combatti
per loro e non farli disperdere nell’aria. Senza sogni
non ci sarebbero grandi artisti, né grandi scoperte.
Sogna uomo, sogna!”
Andrea Becheroni
Via Baracca, 30 - Firenze - [email protected] - www.andreabecheroni.it
Se Van Googh incontrasse Böcklin
20
Onirica. Galleria Gadarte
“Lo spazio onirico luogo tra i mondi / interiore dimensione
della mente ove tutto è possibile / la meraviglia e l’invenzione /
il ricordo di realtà mai vissute / dove il sogno
è evento e creazione di ogni futuro possibile. L’arte onirica una porta
per viaggiare in tale spazio indefinito, indefinibile.”
Raimondo Gambino
Studio: Via del Mandorlo, 12-14-16 - Volterra.
Tel. 349 7852213 - [email protected]
L'utero dei sogni
“Quando la notte mi accoglie sopra la porta dell’abisso /
tenero / Là fugge Caos raggio di luce / Nel giardino i pupazzi
crea / Li anima con l’alito e li attraventa nell’universo / degli
universi / dove ognuno il suo mondo crea / sempre.”
Rocco Garrapa
Firenze
[email protected]
Incontro di antiche specie
“Meraviglia di abbandonarsi al sonno - o al sogno - dove la
realtà è un altrove e dove l’altrove è una realtà! Onirico,
sogni, visioni, presagi, ricordi ancestrali, archetipi, ricostruiti
sulla tela in una sorta di riconoscimento ed auto-guarigione,
dove catartico è lo scorrere del pennello sul colore. Il qui ed
ora diventa il sempre, l’infinito, l’eterno, il Tutto.”
Margherita Oggiana
Pistoia - [email protected] - wwww.galleriagadarte.it
Nei porti dell'anima
“Sogno: sindone dell’anima, il mondo del sé, la
vivida voce dell’inconscio proiettata nell’istante
che riassume ogni coscienza archetipa.”
Cinzia Pistolesi
Impruneta
[email protected]
Fuga nel sogno
“…Il Sogno…La Realtà.
E’ nel crocevia della vita che quando l’uno incontra l’altra
l’impossibile diventa possibile,”
Silvia Ronsisvalle
Studio: via Concino, 8 - Montespertoli
[email protected]
La nona luna
Onirica. Galleria Gadarte
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Attività alla Casa
Museo di Giotto
L’Associazione Artistico Culturale
dalle Terre di Giotto e dell’Angelico Presenta il
VII PREMIO GIOTTO E L’ANGELICO - 2015
ONORIFICENZA A
Antonio
Natali
L
'Associazione artistico culturale Dalle Terre di Giotto e
dell'Angelico ha istituito il riconoscimento "Giotto e l'Angelico" per onorare i due grandi maestri e premiare artisti
e personalità che si sono particolarmente distinte nel
campo dell'arte. Il Premio è stato assegnato quest'anno al dottor Antonio Natali direttore della Galleria degli Uffizi per la sua straordinaria competenza e amore verso il mondo dell'arte.
Eventi Speciali: Alla Casa di Giotto si svolgono i corsi d'arte estivi per bambini e adulti.
Sabato 4 luglio ore 21,00 alla Casa di Giotto, Vicchio: "Trio
Cameristico Alma" musica da Camera con ingresso gratuito.
Sabato 11 luglio alla Casa di Giotto alle ore 21,00: "Vicchio e il suo
territorio" a cura di Maria Zaccheddu.
Sabato 18 alla Casa di Giotto alle ore 21,00: "Frescure ghiacciate
e sorbetti nelle collezioni medicee" a cura di Giovanna Giusti.
Da sabato 25 luglio al 16 agosto: il Comune e l'Associazione presentano alla Casa di Giotto la mostra "Pi-kà il tessuto rinato" delle
artiste Michela Piccolo e Maria Rita Casarosa con inaugurazione il 26 luglio ore 17,30. In questa occasione verrà proposto un
laboratorio è per creare opere d'arte.
Sabato 1 agosto alla casa di Giotto alle ore 21,00, spettacolo teatrale "Il sogno di Giotto" a cura di Marco Paoli.
Domenica 2 agosto alla casa di Giotto alle ore 21,00, conferenza
"Andrea del Sarto nel Mugello" a cura di Armando Caprilli.
Sabato 8 agosto alla Casa di Giotto alle ore 21,00, Conferenza
"Questo lo so fare anch'io! Perché l'arte contemporanea ci
appare assurda", a cura di Marco Bontempi sociologo Università di
Firenze.
Venerdì 14 agosto alla Casa di Giotto alle ore 21,00 replica dello
spettacolo teatrale "Il sogno di Giotto" a cura di Marco Paoli.
L'associazione e il comune informano di aver istituito il
"Concorso d'arte Giotto" a cui possono partecipare gli artisti
a livello nazionale e internazionale. Per informazioni dettagliate
e per regolamento si invitano gli interessati a consultare il sito:
www.dalleterredigiottoedellangelico.it
Per informazioni:
Cell: 329 9293044 - 328 5990920
[email protected]
Da sinistra: Marisa Cheli vicepresidente, Giuliano Paladini presidente, Fabrizio Maiorelli, Gianna Bacci Opificio delle Pietre Dure, Antonio Natali direttore Uffizi, Roberto
Izzo sindaco di Vicchio, Luca Poggiali Sviluppo e Vigilanza del Territorio e il maestro
Silvano Campeggi in arte Nano
Il dottor Antonio Natali si è prodigato in moltissime occasioni nella
diffusione dell'arte attraverso le sue conoscenze come docente presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli studi di Perugia per l'insegnamento di Museologia, come studioso di scultura e di
pittura del Quattrocento e del Cinquecento toscano, pubblicando
anche monografie su Michelozzo e Andrea del Sarto. Dobbiamo ricordare che ha curato numerose mostre, le più recenti tenute a Palazzo
Strozzi in Firenze: Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici, tenutasi nel 2010 e Pontormo e Rosso Fiorentino - Divergenti vie della
Maniera, del 2014.
Il dottor Natali ha collaborato nell'ambito di pubblicazioni scientifiche e organizzato convegni e curato collane editoriali.
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Dalle Terre di Giotto e dell’Angelico
Da sinistra: Marisa Cheli, Mauro Baroncini, Mario Meoni, Fabrizio Maiorelli, Giuliano
Paladini, Antonio Natali e Roberto Izzo
ArtTour
International
Presentato a Firenze "ATIM's Top
60 Masters of Contemporary Art"
di Maria Grazia Dainelli
È
arrivato a Firenze, unica tappa italiana prima di Miami (USA), Parigi (Francia) e New York (USA), il lancio
della 3ª edizione del numero speciale “ATIM’s Top
60 Masters of Contemporary Art” ovvero la rassegna dei sessanta migliori artisti dell’anno selezionati dalla rivista ArtTour International Magazine di New York, una testimonianza alla dedizione della rivista e il coinvolgimento con alcuni
degli artisti più talentuosi che operano nel mondo di oggi. Li ha
annunciati Viviana Puello editrice, fondatrice di ArtTour International Magazine e direttrice di Vivid Arts Network, alla Libreria
Todo Modo di Firenze.
Ancora una volta la squadra di ArtTour International Magazine
era lì per onorare gli artisti e le arti. Come affermato dal direttore
Alan Grimandi "Questo terzo numero della publicazione è stata
una straordinaria opportunità di scoperta e di crescita per noi e
per tutti gli artisti coinvolti".
La copertina della pubblicazione presenta l’opera “Mama - God
of Love" dell’artista Hesham Malik da Barahin, (l'opera d'arte recentemente venduta per oltre 8 milioni di dollari durante un'asta
condotta da Sotherbys).
La copertina posteriore presenta "Gravity" l'immagine del capolavoro dell'artista Lorenzo Quinn, figlio del leggendario attore
hollywoodiano Anthony Quinn, uno scultore molto apprezzato
che sta scrivendo una storia propria con le sue creazioni monumentali.
Durante la celebrazione del lancio erano presenti gli artisti Antonella Laganà (Italia), Suzanne Duncan (Australia) e Anna Paola
Gorozpe (Messico).
Ospite d’onore Gianni Lusena, Console AH della Colombia con Viviana Puello e Giulia
Spagnesi di ArtTour International
Foto Alan Grimandi
Tra gli ospiti d'onore Gianni Lusena, Console AH
della Colombia a Firenze,
un grande sostenitore
della pubblicazione dai
suoi inizi, e il signor Orlando Velorio, Console AH
del Perù a Firenze come
rappresentante diplomatico del'artista Larry D'Arrigo dal Perù.
La ceremonia ufficiale di Orlando Velorio, Console AH del Perù a Firenze con
premiazione degli artisti Viviana Puello, Capo Editrice di ArtTour International
selezionati si terrà al Castello Estense di Ferrara, il 23 agosto, durante la mostra d’arte “Rise L’Arte Ascolta il Cuore” organizzata da Vivid Arts Network in collaborazione con ArtTour International.
ArtTour International Magazine è un magazine nato tre anni e mezzo fa
e cresciuto moltissimo, fino a raggiungere i 2.1 milioni di lettori in 64
Paesi. È attivo direttamente in 64 Paesi e partecipa a 34 eventi artistici
internazionali in 25 città. Ha promosso figure di grande rilievo, come
Candice Swanepo- el (modella di Victoria’s Secret), Kendall Jenner,
Rafael Amargo (Ballando con le Stelle), la grande stella e ballerina
Italiana Carla Fracci e designers internazionali come Agua Bendita. Nel
2012, ArtTour International Magazine ha creato ATIM Web Tv, un canale per la trasmissione internazionale di eventi e interviste che, in appena due anni e mezzo, ha registrato più di 500mila visite, con 4mila
iscritti.
Gli artisti Antonella Laganà (Italia), Anna Paola Gorozpe (Messico) e Suzanne Duncan
(Australia) con Viviana Puello alla libreria Todo Modo di Firenze
ArtTour International
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A Cerreto Guidi la mostra
“Ritratti e Canzoni”
di Fiorenzo Toniutti
per Stefano Palatresi
di Claudio Caioli
A
ll'inizio di via Santi Saccenti a Cerreto
Guidi (FI) si trova "la Palazzina dei Cacciatori" fatta costruire da Cosimo I° Dè
Medici, contemporaneamente ai lavori per l'edificazione della Villa Medicea, oggi
patrimonio dell'UNESCO, a far tempo dal 1564, era
abituale ritrovo, come lo stesso nome indica, dei
freguentatori e ospiti della famiglia Medici, delle
caccie a Cerreto, luogo dove,come lo stesso Granduca scrisse, "si caccia tutto l'anno" grazie anche
Stefano Palatresi
al vicino padule di Fucecchio ricchissimo di selvaggina. Nei sui sotteranei, abitualmente usati all'epoca per la mecellazione della selvaggina, dal' 11 al 19 luglio, in collaborazione con
l'amministrazione comunale, la Proloco e Toscana Cultura, si è tenuta una interessantissima mostra di pittura dell'artista Fiorentino
Fiorenzo Toniutti. in mostra erano una trentina di opere raffiguranti i
cantanti e gruppi musicali della nostra terra Toscana. Al vernissage,
che si è tenuto l'11 luglio alle ore 18:30,erano ospiti d'onore il Cerretese D.O.C. Stefano Palatresi e il cantante Riccardo Azzurri, ai quali,
alla presenza del sindaco Simona Rossetti e il presidente della Proloco Marco Iuliucci, l'artista Toniutti ha regalato il loro ritratto. La
mostra è itinerante e toccherà altre città della nostra regione.
Stefano Palatresi nasce a Cerreto Guidi il 26 dicembre 1960, da
sempre appassionato di musica, si diploma al conservatorio "Luigi
Cherubini" di Firenze, diventa noto al grande pubblico nel 1985 quando lavora alla trasmissione "Quelli della Notte", ideata e condotta da
Renzo Arbore, nel 1987 è l'intrattenitore musicale di "Ieri, Goggi e
domani" su RAI 1 l'anno successivo partecipa al Festival di Sanremo
nella sezione "Nuove proposte" classificandosi al secondo posto con
il brano "una carezza d'aiuto" nel 1995 lo troviamo ancora a Sanremo, questa volta nella sezione
Campioni dove si presenta con
Gigi Proietti e Peppino Di Capri
con il pezzo "Ma che ne sai (se
non hai fatto il panobar) sritto
da Claudio Martone.
Riccardo Azzurri comincia la
carriera musicale nel gruppo
degli "Extra" insieme a Walter
Savelli, ed accompagna Claudio Baglioni durante il tour del
1979, nel 1981 incide come
solista il suo primo 45 giri "Co- Riccardo Azzurri
24
Ritratti e Canzoni
munque io" con l'etichetta CBS partecipa al festival di Sanremo nel 1983 con la canzone "Amare
te". dopo altre incisioni, passa alla Fonit Cetra e
nel 1989 pubblica un album da cui viene estratto il
45 giri Mi Mancherai, nel 2010 Riccardo si rimette
in gioco con un nuovo CD "io sempre io" con
l'etichetta indipendente fiorentina FEM. Nel 2014
Riccardo Azzurri e Aleandro Baldi si affiancano e
realizzano un brano dedicato alla sua città "Firenze
Madre" nel 2015 organizza un trio con Gabriele
Lorenzi (formula 3) e Roberto Rosati (Bob Rose)
riproponendo le più belle canzoni di Lucio Battisti,
nei teatri di tutta Italia.
Fiorenzo Toniutti Disegnatore grafico, nasce a Firenze, formatosi all'Istituto Statale d'Arte della sua città specializzandosi in
ritratto fra il 1979 e il 1993 partecipa a numerose esposizioni e
concorsi, quali la mostra internazionale del disegno umoristico
sportivo organizzato dal CONI ad Ancona, dove ottiene varie segnalazioni e i 2° premio per l'interpretazione grafica e umoristica
delle discipline sportive. Nel 2003 l'attrattiva per il mondo dello
spettacolo lo porta a partecipare al concorso per il bozzetto del
francobollo del cinquantenario TV in Italia bandito dalla RAI e il
ministero delle comunicazioni, è la scolta che offre all'artista la
possibilità di coniugare le sue due grandi passioni, il disegno e
quella per i protagonisti dello spettacolo. Fiorenzo Toniutti vive e
lavora a Firenze
Sponsor della manifestazione
Nel Salone dei Cinquecento
la XXX edizione del premio
“Lorenzo Il Magnifico”
di Fabrizio Borghini
Foto Stefano Casubaldo
S
abato 27 giugno nel Salone
dei Cinquecento di Palazzo
Vecchio s'è tenuta la XXXª
edizione del Premio Lorenzo Il Magnifico, manifestazione promossa dall'Accademia Internazionale
Medicea sorta a Firenze nel 1978.
Anche quest'anno, come in precedenza, i premiati sono stati personaggi
di grande spessore umano, culturale
e professionale e di ampia visibilità
mediatica che ha fatto sì che il pur
capiente Salone dei Cinquecento registrasse il tutto esaurito.
Aleandro Baldi riceve il premio
Fra i premiati, Vittorio Sgarbi che no- dal consigliere dell'Accademia
nostante le due ore di ritardo accu- Medicea Michele Cirrincione
mulate nel viaggio verso Firenze ha
tenuto inchiodato il pubblico alle sedie per un'altra buona mezzora
tenendo una lezione dell'arte su Firenze. E poi il cantante Aleandro
Baldi, l'attrice Gianna Giachetti, lo stilista Roberto Cavalli, il direttore del Pronto Soccorso di Careggi Stefano Grifoni, il regista Giovanni Veronesi, l'oculista Silvio Zuccarini, il direttore della Nazione
Pierfrancesco De Robertis, il direttore degli Uffizi Antonio Natali,il
gastronomo Beppe Bigazzi e l'architetto Modesto De Angelis di
San Giovanni Rotondo. Consegnate anche dieci "Medaglie Laurenziane" ad altrettanti "imprenditori-culturali" e dieci "Collari Laurenziani" a artisti segnalatisi nel 2014 per la loro attività. Premio
Caterina de' Medici alla carriera
alla pittrice Anna Di Volo. Durante
l'evento è stata ricordata la figura
di Mario Luzi nel decennale della scomparsa. Per lui, un ritratto
della pittrice Fiorella Nuti e una
targa ritirata dal figlio Gianni.
Gran finale con la Corale Giacomo
Puccini di Viareggio.
Beppe Bigazzi
MARCELLO
CHIAVACCI
F
Roberto Ariani e Umberto Cecchi consegnano il premio a Vittorio Sgarbi
26
Premio Lorenzo Il Magnifico
ra i dieci premiati con la "Medaglia Laurenziana" anche il noto antiquario fiorentino Marcello Chiavacci
che ha festeggiato in questi giorni i sessant'anni di
ininterrotta attività nello stesso settore e nella stessa sede fiorentina di via della Spada. Chiavacci è stato vicepresidente FIMA e presidente dell'associazione Antiquari Fiorentini. Durante il suo mandato si è impegnato per favorire l'accesso
alla professione ai giovani aspiranti antiquari e si è prodigato
per mantenere viva la tradizione e l'immagine della Firenze Antiquaria. Ereditata l'azienda di famiglia, ha cambiato il network
di mercato e l'offerta rendendola fiorente mantenendo l'innata
semplicità di rapporti con il cliente pur offrendo una consulenza
improntata alla più alta professionalità.
Il “Collare Laurenziano”
alla pittrice Monica Giarrè
di Eleonora d'Aquino
M
onica Giarrè nasce a Tosi, ai limiti della Foresta
Vallombrosana dove trascorre l’infanzia e l’adolescenza. A Firenze, dopo aver compiuto studi ad indirizzo artistico e musicale, prosegue la
sua formazione (è allieva di Giuseppe Leo e di Paolo Frosecchi)
avvertendo l’esigenza di perfezionare ed evolvere uno stile che
le permetta di esprimere il proprio sentire con un linguaggio rispondente ed incisivo. La prima fase pittorica rivela un prorompente impulso creativo: è come la fuoriuscita di una energia
troppo a lungo contenuta che finalmente esplode scaturendo
in vibranti e luminose cromie. Attinge ispirazione dal territorio
in cui è nata ed al quale è profondamente legata, invade le tele
del colore e delle sensazioni di un paesaggio ricco di boschi,
colline, sentieri e sorgenti. Della natura ama dipingere i fiori:
attenendosi inizialmente ad un figurativo tradizionale, Monica
Giarrè rispetta le forme, al tempo stesso si avvale di uno stile
gioioso ed espressionista che mostra tutta la sua tensione verso
una resa istintiva, libera ed emozionale. Da subito si riconosce
un raffinato senso estetico che verrà mantenuto anche quando,
dopo una continua ed incessante sperimentazione, passerà, attraverso una fase intermedia, dai paesaggi alle nature morte.
Avvicendando ai pennelli le spatole, abbandonerà l’aspetto più
materico, ma non trascurerà il disegno delineando sempre più
gli spazi con precise campiture. Nel continuare a svelare il suo
mondo pittorico Monica Giarrè prosegue dunque nell’evoluzione di
un linguaggio che si fa più essenziale; risentendo di influssi cubisti,
in particolare della pittura di Braque, la pittrice arriva a creare forme
geometriche semplici, sottopone la tela ad una scomposizione, la
seziona e ricompone in una sorta di gioco-studio fino ad ottenere la perfetta riuscita degli incastri. Come i cubisti, non perde mai
la riconoscibilità dell’oggetto, semmai, consapevole della finitezza
delle cose, tende a ridurne la presenza concentrando la sua attenzione sulla figura femminile che pone al centro del suo mondo
in un intento di “narrazione” autobiografica ed intimista. I colori
vedono insiemi sempre più decisi dalle variazioni timbriche e tonali
forti e contrastanti: i bianchi risaltano sullo sfondo nero; il verde, il
blù, l’amaranto e l’oro vengono accostati in maniera armonica ed
elegante. Nell’ultima fase i contenuti appartengono sempre più alla
sfera spirituale ed affettiva. Si definisce così il passaggio dalla vanità seppur attraente della forma ad uno spazio puro in cui ritratto
psicologico, sentimenti e sensibilità hanno una parte preminente; in
questo transito tra l’effimero e la dimensione interiore dell’essere,
vengono a collocarsi le tenere figure del cane e del gatto così care
alla pittrice e degli angeli, preziose presenze sulle tele.
Monica Giarrè è pervenuta nell’arco di un lungo percorso di trasformazione ad una forma pittorica di grande forza espressiva ed emozionale, dotata ormai di uno stile riconoscibile riesce a trasmettere
la sua visione dell’arte intesa come sintesi di pensiero e ricerca, di
astrazione e figurazione, di raffinatezza e luminosità. Vive e lavora a
Firenze nel suo studio ed abitazione in Corso dei Tintori.
Recentemente la pittrice ha realizzato il 19° quadro dedicato al patrono San Romolo per la Diocesi di Fiesole. Attualmente ha in corso
una personale alla Affordable Art Fair di Londra.
Monica Giarrè riceve il "Collare Laurenziano" dal presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani
Premio Lorenzo Il Magnifico
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Al designer Luciano Manara
il “Collare Laurenziano”
L
a Nazione, in un bell'articolo che gli ha
dedicato in occasione del conferimento
del "Collare Laurenziano", l'ha definito
trasgressivo, provocatorio, folle.
E lui non si è smentito nel ritirare il premio nel
Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio raccontando una storia onirica e surreale che si rifà
anche alla sua geniale creatività che lo ha catapultato ai vertici del design italiano.
E se ne sono accorti in tanti perché prima di
questo riconoscimento gli è stato assegnato il
Fiorino d'oro al Premio Firenze-Europa del 1988
e un premio prestigioso dalla Fondazione Mariachiara e Elisabetta Casini per l'opera "Cristo delle rose" esposta nell'ex tribunale di piazza San
Firenze nel 2014.
Oltre che in Italia, dove ha tenuto mostre in varie
località fra le quali, ovviamente, Firenze e Fiesole
è stato chiamato ad esporre a Los Angeles, Dubai, Londra, Mosca e a Buku in Azerbaijan.
Premio Montagnani
La Villa Viviani di Settignano ha
ospitato la quindicesima edizione
di Elisabetta Failla
Foto di Aurelio Patella
N
ella splendida cornice di Villa Viviani a Settignano ha
avuto luogo la quindicesima edizione del Premio Renzo
Montagnani organizzato dall’Associazione Ciemmeesse Girotondo per il Meyer Onlus. Il premo venne istituito
nel 1998 nel primo anniversario della scomparsa dell’indimenticabile attore fiorentino e da allora viene assegnato a personaggi dello
spettacolo toscani di nascita o di adozione.
Quest’anno sono stati premiati Gabriele Cirilli, attore, comico e
doppiatore che ha partecipato a molte trasmissioni televisive l’ultima delle quali Tale e quale show condotta da Carlo Conti. Il musicista e paroliere Beppe Dati che si rivelò come autore nel 1989 al
Festival di Sanremo firmando la canzone Cosa resterà degli anni
Ottanta, interpretata da Raf, e che ha scritto alcune delle più belle
canzoni per cantanti come
Mia Martini, Marco Masini,
Paolo Vallesi, Laura Pausini
e Francesco Guccini. Sue anche le composizioni musicali
per i musical Robin Hood e Il
mio Gesù. Niki Giustini, comico, attore e imitatore che
ha fatto parte di quella fucina di comici toscani che è
stata Vernice Fresca e oggi
prosegue con successo la
Il dr. Franco Bambi, responsabile dei trapianti
sua carriera tra teatro, cinedel reparto di oncologia pediatrica
ma e TV. Titti Giuliani Foti,
dell’ospedale Meyer, insieme al presentatore
giornalista de La Nazione
Stefano Baragli
per il quale si occupa prevalentemente di spettacoli,
cultura e cronaca. Appassionata di teatro, tanto da essere stata allieva di Vittorio
Gassman e Eduardo De Filippo, e scrittrice (ha ricevuto
nel 2008 il Premio Mozart
per il libro Cara Mamma).
Nicola Pecci ha iniziato la
sua attività teatrale prenNicola Pecci, Gabriele Cirilli e Niki Giustini si
dendo parte alla Bottega di
esibiscono insieme al musicista Stefano TorVittorio Gassman affermanracchi.
dosi contemporaneamente
come cantautore. L’anno scorso ha interpretato Francesco Nuti in
Francesco Nuti. Andata, caduta e ritorno nel quale ha ripercorso la
I premiati della 15.ma edizione del Premio Montagnani
vita dell’attore, dagli esordi
con i Giancattivi alla vita privata con i suoi amori e la
brutta parentesi legata
all’alcolismo fino al grave
incidente del 2006. La serata
è stata l’occasione per organizzare una raccolta fondi
che contribuirà all’acquisto
del CliniMACS Prodigy®, lo
strumento che permette di
analizzare e preparare i pre- Il simpatico Gabriele Cirilli mostra con
orgoglio il riconoscimento ricevuto nel
lievi di midollo osseo e di nome dell'attore fiorentino Renzo Montagnani
cellule staminali.
L’innovativo macchinario
consente di ridurre i tempi di
attesa da alcuni mesi a pochi
aumentando moltissimo la
disponibilità di donatori, riducendo al contempo i tempi
di reperimento da circa tre
mesi per i donatori da registro internazionale a 15 giorni al massimo per i familiari
aploidentici, cioè semicompatibili. Grazie a questo stru- Stefano Baragli con Stefano Boccalini
presidente dell’Associazione Ciemmeesse
mento, che verrà donato al
reparto di oncologia dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze,
tante altre giovani vite potranno essere salvate e, soprattutto,
molti più bambini potranno “vivere” il proprio futuro.
Premio Montagnani
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“Maris”
Da allievo di Schifano a interprete
delle inquietudini quotidiane ma
anche delle esplosioni di gioia
di Fabrizio Borghini
M
auro Mari, in arte Maris, nato a Siena nel 1940
durante la seconda guerra mondiale figlio di un
militare impegnato al fronte, è ormai da tanti anni
cittadino adottivo del rione di San Frediano a Firenze. Ha cominciato a dipingere fin dalla tenera età cambiando
poi, nel corso degli anni, tecnica e contenuti alla ricerca della sua
autentica vena pittorica.
Verso la fine degli anni Sessanta comincia ad esporre prima in
Toscana e poi in tutta Italia.
I consensi ricevuti lo spronano e decide di aprire la Galleria d'Arte
San Frediano che ben presto diventa un punto di riferimento per
tanti artisti. Nel periodo che va dagli anni Settanta agli anni Ot-
Primavera, 2013, cm. 50x60
Maris intervistato da Fabrizio Borghini in
occasione di una recente mostra al Caffè
Letterario Giubbe Rosse di Firenze
tanta le quotazioni di mercato delle opere di Maris lievitano in maniera esponenziale tanto da consentirgli di trasferirsi stabilmente a
Firenze.
Negli anni Ottanta incontra Mario Schifano, il maestro “maledetto”
dell'arte italiana, che rimane affascinato dai suoi quadri tanto che
decide di aiutarlo divenendone il maestro per un lungo periodo.
Tra la fine degli anni Ottanta e la prima metà degli anni Novanta
Maris fa una nuova esperienza: quella di conduttore televisivo di
programmi d'arte su varie emittenti regionali e nazionali. Questo
nuovo impegno lo allontana temporaneamente dal cavalletto anche
se il distacco non è totale perché in solitudine prosegue nella via
della sperimentazione intrapresa sotto la guida di Schifano.
A partire dal nuovo millennio, Maris riprende confidenza con la tela
che affronta in maniera aggressiva e col piglio di chi vuol recuperare
il tempo perduto.
Una originale forma d'espressione connota questo nuovo ciclo che lo
allontana da Schifano per avvicinarlo al Dripping, alla Drip Art resa
celebre da Pollock. Dal maestro statunitense Maris mutua l'uso di
tecniche miste, una ricerca approfondita sul colore e la tensione vitale che sprigiona energia cromatica a getto continuo. Ne nasce uno
stile originale che catapulta di nuovo l'artista verso i quartieri alti
dell'arte contemporanea italiana. Le sue composizioni informali, i
suoi graffi di colore creano un folle caos nella tela conferendo alle
opere aspetti futuristici e toni fantastici che lo rendendo immediatamente riconoscibile e fuori da ogni schema canonizzato. Oggi è considerato il cantore delle inquietudini quotidiane, l'interprete di dolori laceranti ma anche l'amplificatore di gioie improvvise alle quali dà
corpo con sinfonie di colori mirabilmente coniugate.
Sue opere si trovano in collezioni nelle maggiori città italiane ed
europee tra cui Milano, Venezia, Firenze, Siena, Bologna, Arezzo,
Cremona, Parigi, Filadelfia, Norimberga, Lugano.
Studio: Borgo San Frediano 129 rosso - Firenze
Tel. 055 285705 - Cell. 320 0544214 - [email protected]
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Autunno, 2012, cm. 60x60
30
Maris
Parole dal blu, 2013, cm. 15x40
Meta_Nouveau©
il tavolo firmato
Fedra Villa Design©,
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per linea, innovazione,
tecnologia e connubio
di materiali.
Ed è anche tailor made
di Dario Martino
C
ome si arriva a progettare un oggetto esclusivo? Prima di
tutto ci vuole l’idea, poi la passione che la trasforma in
progetto, infine la realizzazione, fatta di studio, ricerca ed
esperienza. Sì, perché il design non significa creare stravaganza a tutti i costi, ma conferire personalità e una forte identità a ciò
che fa parte del nostro quotidiano.
Il tavolo, ad esempio, negli ultimi anni è stato studiato in varie proposte, soprattutto per quanto riguarda i supporti e la versatilità ma quello
che vi presentiamo oggi non è solo un complemento di arredo di ottima
fattura e di piacevolissima estetica. Meta_Nouveau© è il tavolo che
“può essere cucito addosso” alla vostra casa proprio come lo farebbe
un abito di alta sartoria, grazie alle infinite possibilità di personalizzazione. La base, massiccia e dalle linee autorevoli, è rivestita in una
preziosa pelle bianca, perfetta per essere inserita in diverse tipologie
di ambiente. Il piano, poi, offre varie opportunità di scelta. Quello che
vedete nella foto è in legno massello di ciliegio alleggerito da una parte
centrale in vetro, il tocco che rende Meta_Nouveau© come “un’opera
d’arte” è la delicatissima illuminazione a led a luce calda che percorre
i lati interni del tavolo. La base e il piano possono essere realizzati in
diversi materiali: dal metallo grezzo o lavorato (rame, alpaca, alluminio,
bronzo, ferro...), al cuoio, pelle, al marmo, alabastro, pietra lavica, alla
pietra, pietra lavica decorata con laccature a tinta unita e decori eseguiti dalle maestranze siciliane, persino in vetro, metacrilato, fibra di
carbonio, in resina e le sue mille colorazioni, creando un dipinto unico...
e tanti altri materiali a discrezione del cliente.
Tutto per creare un “opera d’arte conviviale”: i tavoli sono numerati da 1 a massimo 10 pezzi uguali o da richiesta del cliente. Il tavolo
Meta_Nouveau© è stato depositato come opera d’arte, per dare
al cliente un pezzo unico ed esclusivo. In diverse misure, secondo esigenza, è un affascinante pezzo forte per il vostro living, o
perché no una scrivania o tavolo per conferenze.
Fedra Villa: così si racconta
“La passione del design per interni nasce
nei primi anni di età. Fin da piccola giocavo sulla spiaggia e, con i sassi, cercavo di creare il profilo delle stanze per poi
arredarle con altri sassi e persino con le
alghe”... Scuola d’arte, liceo artistico e industrial design allo IED di Milano. Un curriculum che fa capire che, nei suoi giochi
di bimba, Fedra Villa faceva sul serio. Infatti, fresca di studi, va a lavorare
da un architetto occupandosi di ristrutturazione d’interni e disegno su misura. Un’esperienza importante, che la porta ad aprire uno studio di design
tutto suo dove si occupa di ristrutturazioni e arredi su misura, tutto ciò che
realizza nasce da curiosità, passione e voglia di creare qualcosa di assolutamente unico, come il bellissimo tavolo Meta_Nouveau© che ha recentemente presentato con grande successo al Salone del Mobile di Milano.
“Le cose belle mi sono sempre piaciute, soprattutto se hanno qualcosa di
particolare. Proprio per questo ho creato io stessa alcuni oggetti per casa
mia, decidendo solo in un secondo tempo di metterli a disposizione di chi
volesse acquistarli” . Nessuna omologazione, dunque, ma oggetti e arredi
che non vengono prodotti in serie ma che cercano di dare corpo a un’idea,
a un desiderio, a una forma che spesso è solo nell’immaginario di un cliente e che Fedra Villa riesce ad interpretare con grande abilità. Fantasia,
creatività ma anche tanta professionalità. Perché dietro alla perfezione di
un oggetto c’è studio, ricerca e conoscenza profonda dei materiali, quei
materiali che Fedra ama moltissimo, come il vetro, il legno, il ferro, la pelle, il marmo, ma anche quelli più nuovi, come il metacrilato. E, oltre a questo, una buona conoscenza delle più avanzate tecnologie, come richiede
oggi il mondo del design. Tutto viene eseguito con la massima attenzione
ai minimi dettagli, ma non solo. “Lavoro anche a casa, non solo in ufficio
ma potrei anche dire ovunque perché anche quando sono per strada la mia
testa si lascia prendere da ciò che vede ed è pronta a immagazzinare tutto
e, spesso, basta un particolare a suggerirmi un oggetto, un complemento
d’arredo”... Fedra villa lavora in team con designer, architetti, geometri,
artigiani e decoratori, tutti professionisti accreditati con i quali si è creata
una grande sinergia.
Viale Umbria, 18 - 20135 Milano - Tel. +39 393 7966549
[email protected] - [email protected]
www.fedravilladesign.com
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