Hahnemühle per Canon: carte da esposizione

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Hahnemühle per Canon: carte da esposizione
Test
Hahnemühle
per Canon:
cartedaesposizione
Photo Rag e Museum Etching sono carte di altissima qualità in puro cotone,
destinate ad un pubblico esigente: nascono dalla collaborazione tra Hahnemühle
e Canon. Le abbiamo provate insieme alla Canon Premium Matte.
La corsa verso il continuo miglioramento tecnologico delle apparecchiature da ripresa si accompagna ad un
costante perfezionamento delle periferiche di stampa e Canon ha un ruolo
importante all’interno del panorama
odierno della stampa di qualità: le sue
proposte professionali sembrano fatte
apposta per ingolosire anche l’utilizzatore amatoriale evoluto.
Inoltre, sia per gli addetti ai lavori che
per il semplice utilizzatore occasionale,
la qualità dei suoi nuovi supporti e dei
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consumabili consente a Canon di valorizzare al massimo la resa delle proprie
stampanti a getto di inchiostro. Sono
carte di qualità fine art che nascono
dalla collaborazione con lo storico produttore tedesco Hahnemühle.
Non è una novità per Canon l’impiego
dei suoi supporti in ambito fine art, ma
è innegabile che il cotone e le fibre naturali delle carte Hahnemühle costituiscano una forte attrattiva per il fotografo alla ricerca della migliore superficie
opaca per la stampa delle proprie opere,
Museum Etching e Photo Rag; la stampa su Museum Etching, più ruvida e consistente, è caratterizzata da una
maggiore intonazione calda.
Ancora maggiore è la differenza di intonazione tra una Premium Matte e la calda e ‘corposa’ Museum Etching
100% cotone.
destinate a durare nel tempo.
Esaminiamo quindi le splendide Photo
Rag e Museum Etching marchiate
Canon e Hahnemühle, e la Canon
Premium Matte destinata ad un pubblico altrettanto esigente, ma meno
interessato ai supporti di ‘sapore naturale’.
Dalla stampa familiare
a quella professionale
Oggi la fotografia su carta si può suddividere fondamentalmente in tre grandi
categorie; si parte dalla stampa fotografica familiare, generalmente in formato
10x15cm o 13x18cm, che si propone
all’utente nei modi e nelle tecnologie
più diverse: chioschi, stampa on-line,
a sublimazione ed ink-jet di piccolo
formato, anche con alimentazione a
batteria.
In generale questo approccio fa a meno
dell’elaboratore per la gestione della
stampa e utilizza un’interfaccia molto
‘amichevole’ che magari va a scapito
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Gli inchiostri dye e quelli a pigmenti riflettono la luce in modo diverso; i primi
sono inchiostri a base d’acqua, i secondi sono granuli avvolti da resine.
Gli inchiostri della Pixma Pro 9000 usata per questa prova sono otto, tra cui le
tinte chiare e i coloranti Rosso e Verde.
Gli inchiostri sono di tipo dye, a base
acqua.
della perfetta corrispondenza colore, ma
comunque assicura una resa estetica di
impatto.
Al lato opposto troviamo la stampa commerciale e professionale di grandissimo
formato che utilizza supporti adatti a impieghi ‘limite’, eventualmente in esterni,
e che è in genere contraddistinta da volumi di stampa notevoli, da una buona
corrispondenza colore (soprattutto per
la grafica) anche se non si raggiunge il
livello fine art, e dall’impiego di soluzioni spesso proprietarie per la gestione in
laboratorio delle periferiche. Importante,
in questo segmento, la schiera dei servizi
accessori alla stampa, come il montaggio
delle immagini, che solo un service professionale può garantire.
Tra queste due categorie troviamo sempre
più spesso degli‘stampatori’che possono
soddisfare le esigenze sia del laboratorio
che dei fotoamatori più evoluti che per le
Lo schema è di fonte Canon
e descrive le caratteristiche
dei due sistemi di stampa,
con inchiostri dye e a pigmenti. Nello specifico, i modelli Pro 9000 e Pro 9500.
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Per i supporti di maggiore spessore, come la carta Museum Etching, conviene
usare il vassoio orizzontale della Pixma Pro 9000 per evitare di fletterli.
proprie immagini richiedono una alta
qualità di stampa. Sono i clienti che
pretendono il massimo lungo l’intera
catena di realizzazione della propria
opera fotografica, dalla ripresa all’illuminazione, dalla gestione colore ai
supporti di stampa, agli inchiostri.
Da notare che, negli ultimi anni, in
questo settore si è verificato un avvicinamento tra i fotoamatori che aspirano
ad ottenere risultati sempre migliori
dalle proprie attrezzature e quanti lo
fanno per lavoro, nel senso di professionisti alle prese con clienti e vincoli
di budget.
Ebbene in questo settore vi è la consapevolezza che le nuove tecnologie, i
nuovi supporti e i nuovi formati hanno
aperto la strada a nuove possibilità
creative.
L’amatore puro rivolge ormai la propria produzione fotografica fine art
verso dimensioni di stampa mai inferiori al formato A3, utilizzando spesso
supporti pesanti (dai 200 grammi a
salire) e opachi per restituire al meglio
l’ampia gamma tonale delle immagini
in ogni condizione di osservazione.
La gestione colore non spaventa più
l’utilizzatore non professionale, in
quanto può contare su strumenti hardware e software capaci di garantire abbastanza facilmente una corrispondenza colore sufficiente a non far gridare
allo scandalo.
Allo stesso modo il professionista che
cerca la qualità si rivolge all’ink-jet di
grande formato in quanto la qualità di
riproduzione, in termini di dettaglio e
sfumature tonali, è superiore a quanto
la stampa chimico-digitale era in grado
di offrirgli solo pochi anni or sono. A
questo si aggiunga la disponibilità di
stampanti capaci di superare il formato
A2 a prezzi abbordabili anche per un
piccolo studio.
Oggi poi l’informatizzazione consente
di gestire in tutto e per tutto il flusso di
stampa senza bisogno di introdurre all’interno della catena elementi esterni
con i quali un tempo era difficile dialogare. Insomma oggi si può contare su
formati grandi, dall’A3 a salire, su supporti naturali spessi e cromaticamente
ottimi e su un’eccellente possibilità di
controllo dei dispositivi di stampa.
A tutto questo si aggiungono prerogative di durata nel tempo e di resistenza
agli agenti atmosferici che, soprattutto
con gli inchiostri a pigmenti, raggiungono prestazioni tali da consigliarne
l’utilizzo anche in ambito museale.
Una vasta gamma di supporti
La gamma delle carte fine art di Canon
si estende ben oltre i tre tipi che sotto-
Non è solo una questione di grammatura, ma anche di rigidità. Fatto sta che la
Museum Etching mostra una rigidità degna dei migliori materiali per acquarello.
poniamo a prova questo mese. Volendo
puntare su un supporto brillante sarà
la lucida Photo Paper Pro ad elevato
spessore quella verso cui si orienteranno i fotografi in cerca di un cartoncino
di buona grammatura e con superficie
‘gloss’, più adatta ai convenzionali
inchiostri dye, ad acqua, come quelli
della Pixma Pro 9000 che abbiamo
utilizzato in queste prove.
Ciò per cui la Photo Paper Pro si differenzia maggiormente dalle tre carte di
cui ci occuperemo a breve, a parte la
finitura extralucida, è la possibilità di
utilizzarla su diverse stampanti della
famiglia Pixma di Canon.
Le carte Photo Rag, Museum Etching
e Premium Matte sono invece destinate
quasi unicamente alle stampanti professionali Pro 9000 e Pro 9500, anche se la
Photo Rag risulta compatibile nel formato A4 anche con la Pixma iP6700D.
E’ quasi una dichiarazione di intenti
quindi la scelta di Canon di destinare
i nuovi supporti a quanti usano stampanti dal minimo di 8 colori della Pro
9000 al massimo di 10, ovvero quelli
garantiti dalla Pro 9500: prodotti che si
rivolgono a una ristretta elite.
I dati delle tre carte in prova, sono
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La stampa su carta Photo
Rag rivela una eccellente
resa cromatica, grazie
anche ai profili colore
forniti da Canon; abbiamo usato il CMS interno
di Photoshop.
Stampa
eseguita
usando il solo inchiostro nero della Pixma
Pro 9000; ovviamente
il risultato è perfettamente neutro, a parte
l’intonazione caratteristica del supporto.
Proprio come in analogico.
riportati sul sito internet di Canon e
su quelli che trattano i consumabili
originali Canon, per altro gli unici che
conviene utilizzare per questo genere
di stampe.
La carta fine art Photo Rag è disponibile nei formati A4, A3 ed A3+, in pacchi
da 20 fogli, per uno spessore di 188
grammi. Le note tecniche specificano
che si tratta di carta in cotone 100% di
colore bianco puro e superficie liscia e
la indicano come adatta alla ‘stampa ad
acquarello’. Da notare come Canon la
suggerisca unicamente per stampa con
bordi.
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Per la Museum Etching i formati sono
i medesimi (A4, A3 ed A3+) ma il peso
del supporto sale a 350 grammi, sempre per confezioni da 20 fogli; viene
descritta come indicata per “fotografie artistiche digitali da esposizione”.
La carta è sempre in cotone al 100%,
bianco puro, con le grammature tipiche
del cartoncino tradizionale; anch’essa
offre la sensazione di una carta per
‘acquarello’.
La grammatura della Premium Matte è
intermedia tra le altre due precedenti,
210 grammi, ha gli stessi formati (A4,
A3 e A3+) e la medesima confezione da
20 fogli per pacco; viene definita adatta
a chi voglia eseguire “fotografie professionali, lavori con computer, stampe
in bianco e nero”, con superficie liscia
ed opaca antiriflesso.
Si noti comunque che per tutte e tre le
carte le specifiche tecniche fornite dal
produttore omettono il campo relativo
al grado di Luminosità ed al livello di
Lucentezza; si tratta infatti di supporti
opachi dall’elevato fattore di assorbimento della luce.
Prova e sensazioni
Avendo a che fare con supporti di que-
Una scansione a 1200 dpi rivela due particolari. Prima di tutto che il retino di stampa è estremamente regolare, e poi che
è indispensabile ‘spazzolare’ le carte Canon-Hahnemhule prima del loro impiego per rimuovere dalla loro superficie peli,
pelucchi e residui di cotone i quali, sulla stampa, si possono tramutare in segni bianchi.
sto tipo, trovo più corretto parlare di
sensazioni piuttosto che di correttezza
cromatica o linearità nella riproduzione
dei toni. Sono tutti elementi importanti,
per carità, ma nel momento in cui decidiamo di usare un supporto definito
come ‘artistico’ dobbiamo lasciare spazio anche a valutazioni di carattere più
soggettivo.
Sicuramente una prima differenza
tra Photo Rag, Museum Etching e
Premium Matte è nel tono del supporto; i fogli Museum Etching rientrano
sicuramente tra le carte ‘calde’ con un
fondo avorio che farà di certo risaltare
al meglio le immagini caratterizzate di
un’estetica ‘intimista’.
Ottima anche la resa con viraggio
seppia. E’ comunque una carta che si
presta particolarmente per la stampa
bianconero, con risultati al livello della
stampa analogica su supporti di tonalità
calda.
La Photo Rag è un poco più fredda, ma
neppure di tanto.
Le maggiori differenze tra le due carte
riguardano il peso e la finitura della
superficie. La Museum Etching è in
pratica un cartoncino rigido che va
infilato all’interno della stampante Pro
9000 sfruttando il binario di inserimento orizzontale in modo da non piegare il
foglio, evitando così di danneggiarlo.
La sua superficie appare vagamente
‘martellata’, effetto che per altro dipen-
de dalla realizzazione in cotone.
La Photo Rag mostra invece una minore rigidità, cosicché può essere inserita
all’interno della stampante dall’alimentatore superiore. Inoltre la finitura
della superficie è meno irregolare, pur
rimanendo estremamente porosa, e rispetto alla precedente è assai più liscia
ed uniforme. Nonostante questo tipo di
finitura è impressionante come le due
carte consentano di ottenere sulla propria superficie porosa un tale livello di
dettaglio, senza indesiderate diffusioni
di inchiostro.
Passando a valutare l’ultima carta, la
Premium Matte, troviamo una resa
ben più fredda ed una superficie decisamente liscia ed uniforme tanto che, a
confronto con le altre due carte Canon
- Hahnemühle, potrebbe quasi apparire
gloss! Esagero, ovviamente.
Il suo tono freddo, ghiaccio direi, è
quello di una carta da stampa convenzionale, ma la differenza è evidente in
quanto le carte Photo Rag e Museum
Etching si pongono ad un diverso livello di neutralità cromatica, assai spostato verso i toni caldi.
Il peso della Premium Matte è intermedio tra i due precedenti supporti,
ma attenzione a non confondere il peso
con lo spessore! La Premium Matte potrebbe infatti apparire al tatto più sottile
della Photo Rag semplicemente per la
minore porosità delle fibre naturali che
la costituiscono. La Premium Matte è sì
sottile, ma assai rigida, e la conferma
si ha tenendo il foglio per un estremo e
osservando quanto si flette verso il basso; ci si accorgerà così che è più rigida
della Photo Rag, malgrado lo spessore
appaia minore.
A livello di leggibilità dei toni scuri e
dei dettagli nelle ombre non è facile
paragonare le tre carte. L’ipotesi di eseguire stampe identiche sui tre supporti,
con gli stessi parametri, è inverosimile:
sono differenti e quantomeno i profili
colore impiegati dovranno essere diversi. La valutazione la faremo dunque
sulla base di prove eseguite nel modo
più sensato.
Impostiamo da Photoshop CS3 la
stampa con la gestione del colore
controllata dall’applicativo di Adobe
e impostiamo il corretto profilo colore
per ogni singola carta scegliendolo
dall’interfaccia di stampa di CS3 con
intento di rendering Colorimetrico
Relativo e Compensazione del Nero.
Disattiviamo poi dal driver di stampa
proprietario ogni forma di gestione
colore, indicando semplicemente il
formato di stampa, l’orientamento ed
il tipo di supporto e infine la migliore
qualità di riproduzione.
Procediamo quindi con la stampa,
attendendoci come ovvio risultati differenti in base alla differente natura
delle carte.
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La ripresa estremamente ravvicinata della carta Museum Etching (accanto alla Premium Matte Paper) rivela la particolarità della sua trama superficiale, che appare come ‘martellata’, e che dipende dalla realizzazione in puro cotone.
La trama della superficie
della Photo Rag appare simile a quella della Museum
Etching.
In linea di massima ho notato che il
livello di dettaglio fornito dai supporti Photo Rag e Museum Etching è
effettivamente superiore a quello della
Premium Matte; questa offre di certo
una gamma tonale più neutra, grazie
al fondo bianco freddo, ma si nota una
diffusione nei dettagli molto fini leggermente maggiore.
La cosa mi stupisce, dato che mi sarei
aspettato una minore diffusione usando
la carta meno porosa; invece è il contrario, e non è certo per demerito della
Premium Matte, ma per l’eccellente
qualità delle due carte Hahnemühle
che mostrano un comportamento ineccepibile.
Per altro la Premium Matte si dimostra
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una eccellente carta opaca e che può
essere usata per qualunque scopo di
archiviazione di lunga durata.
Nota negativa o, meglio, lieve complicazione nell’utilizzo delle due
carte ‘museali’ Photo Rag e Museum
Etching, è la necessità di spennellarle
adeguatamente (avete capito bene!) prima di usarle per rimuovere dalla superficie peli, pelucchi e residui di cotone
i quali, sulla stampa, si potrebbero tramutare in puntini bianchi; infatti, sebbene correttamente inchiostrati, questi
residui non rimarranno di certo al loro
posto. Meglio quindi rimuoverli subito
con un pennello morbido, proprio come
suggerisce la guida di utilizzo presente
in ogni pacco di carta.
Il giudizio
Queste tre carte Photo Rag, Museum
Etching e Premium Matte mi hanno
fatto letteralmente riscoprire il piacere
di stampare un’immagine, scegliendola
tra quelle che sempre più spesso lascio
‘decantare’ all’interno dei dischi del
mio elaboratore.
La procedura di stampa non è però
del tutto semplice e l’approccio corretto, a mio parere, rimanda al lavoro
di camera oscura, quando questo era
l’unico luogo dove poteva prendere
vita una nostra creazione fotografica.
Questo significa riconsiderare la fotografia per quello che è, e non certo per
un esercizio di pura tecnica in cui si
Photo Rag e Museum Etching
sono i supporti fine art a base di
puro cotone che nascono dalla
collaborazione di Canon con
Hahnemuhle.
La Premium Matte e la sempre
valida Photo Paper Plus SemiGloss, particolarmente adatta
alla stampa di originali a colori
da esporre sotto vetro.
attribuisce valore alla sola fedeltà della
stampa ed ai parametri di correttezza
cromatica, incapaci di interpretare la
soggettività dello scatto.
Le carte di questa prova, assieme alla
ottima Canon Pixma Pro 9000, ci spingono nuovamente a scattare, elaborare
e scegliere cosa stampare, in modo più
istintivo, facendo ricorso all’uno o all’altro supporto non tanto per inseguire
una astratta fedeltà cromatica, per altro
utopica, quanto per dare emozione alle
nostre stampe.
Il merito di Canon sta nell’offrici sia
queste ottime carte, anche se insieme
a Hahnemühle, sia stampanti di qualità
come la Pro 9000 o la Pro 9500, lasciando libero il fotografo di scegliere
quale strumento usare a seconda delle
proprie esigenze di utilizzo e, perché
no, del proprio umore.
Ovviamente il prezzo è elevato, ma il
confronto a questo punto può essere
solo con la stampa in un laboratorio di
qualità.
Un consiglio: tra le carte Photo Rag,
Museum Etching e Premium Matte
non ce n’è una superiore alle altre, non
facciamo quindi della scelta un motivo
di stress e impariamo a fidarci del nostro istinto.
Una prima sessione di prova sarà sufficiente e importante per capire le loro
doti e i loro limiti; potremo in questo
modo individuare il supporto che meglio si adatta al sapore che vogliamo
dare ad un determinato scatto.
E.G.T.
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