WORLD AIDS DAY: FREE, IL RACCONTO DI 10 ANNI DI LOTTA

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WORLD AIDS DAY: FREE, IL RACCONTO DI 10 ANNI DI LOTTA
WORLD AIDS DAY: FREE, IL RACCONTO DI 10 ANNI DI LOTTA
ALL’AIDS IN UGANDA
2002-2011: 10 anni di bambini nati senza l’HIV. A Roma una pubblicazione, un
documentario e una mostra itinerante illustrano i risultati del programma AVSI di
riduzione della trasmissione materno-fetale dell’HIV (PMTCT)
Roma, 1 dicembre 2011. Il coinvolgimento di 197.343 mamme. 4.713 figli di madri
sieropositive nati senza HIV, FREE. Una presenza in 4 ospedali e in 37 centri sanitari, che
arriva a coprire un bacino di utenza di oltre 1 Milione di persone. Un progetto, sostenuto da
AVSI a partire dal 2002 e che è diventato il modello a livello internazionale per raggiungere gli
obiettivi che le Nazioni Unite hanno fissato per il 2015: promuovere l’uguaglianza tra i sessi e
conferire potere e responsabilità alle donne; diminuire la mortalità infantile; migliorare la salute
materna; combattere l’HIV/AIDS, la malaria e altre malattie.
Sono solo alcuni dati del progetto “Free: 10 anni di lotta all’AIDS in Uganda, 10 anni di bambini
nati senza HIV”, che la Fondazione AVSI, in collaborazione con Medicina & Persona, presenterà
a Roma in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS, il prossimo 1 dicembre. Proprio in
occasione del World Aids Day infatti, sarà presentata una mostra multimediale itinerante, che
attraverso fotografie, video e un documentario, racconterà esperienze di questi anni di lavoro e
implementazione del programma di prevenzione materno-fetale dell’Aids (denominato PMTCT) in
Uganda, accompagnata da una raccolta fondi a sostegno dell’iniziativa.
Ogni anno nel mondo nascono circa 400.000 bambini già affetti da HIV, il 90% di questi
nell’Africa subsahariana: la trasmissione materno-fetale è la seconda principale causa di
infezione e propagazione del virus. Senza alcun intervento, un bambini su tre di quelli nati da
madre sieropositiva rischia di nascere affetto da AIDS. La PMTCT non si limita a offrire alle
mamme sieropositive la possibilità di partorire figli sani, ma permette a tutte le donne di usufruire di
servizi prenatali completi ed efficienti, grazie al miglioramento del sistema sanitario e ad un
sostegno a madri, padri e bambini, combinando nella maniera più efficace informazione,
prevenzione e cure mediche.
Come molti sanno, fino a qualche anno fa, nei Paesi in via di sviluppo le donne incinte preferivano
partorire nel proprio villaggio, seguendo una tradizione centenaria. Oggi sono sempre di più le
madri che accedono alle cure prenatali e si recano in ospedale per il parto. Questo è stato
possibile, oltre che per la maggiore disponibilità di servizi, anche grazie alla formazione di staff
sanitario locale competente. In dieci anni, oltre 650 persone tra lo staff sanitario sono state formate
da AVSI, solo in nord Uganda. AVSI è stata la prima ONG nel 2002 a implementare i
programmi di assistenza e di prevenzione dell’AIDS nel sistema sanitario in nord Uganda. In
dieci anni.
Coinvolti nel progetto sono stati non solo le future madri, ma anche i mariti e i partner, fatto
eccezionale in una società africana, in cui uomo e donna sono da sempre considerate due entità
separate. Si pensi che nel 2002 i mariti coinvolti nelle cure pre-natali erano appena il 6,3%.
Nel 2011 sono stati il 73,6% per un totale di 43.441 uomini che hanno avuto accesso a servizi di
prevenzione dell’AIDS. Senza il coinvolgimento nel programma di PMTCT, difficilmente si
sarebbero volontariamente sottoposti al test dell’HIV. La PMTCT è quindi un punto d’ingresso ai
servizi di prevenzione per tutta la comunità.
Ma sono tanti i numeri che testimoniano il grande successo dell’attività svolta da AVSI: in questi
dieci anni, 197.343 madri hanno usufruito dei servizi sanitari pre-natali. Di queste, 185.220,
oltre il 94%, ha accettato di sottoporsi al test dell’HIV. Delle madri risultate positive al test
dell’HIV, circa il 60% ha usufruito direttamente dei servizi di PMTCT che, oltre alla componente
medica, includono attività per lo sviluppo economico e sociale dei beneficiari, per un totale di 6.541
madri.
Nei dieci anni di attività il progetto PMTCT ha ottenuto risultati insperati: con 4 ospedali e 37
centri medici attivi sul territorio ugandese, il bacino di utenza che gravita intorno al progetto si è
allargato, arrivando a toccare oltre 1 Milione di persone. Tutto questo è stato possibile grazie alla
lunga presenza di AVSI sul territorio.
L’ONG (fondata in Italia nel 1972 e che oggi conta una presenza in oltre 40 paesi) è arrivata in
Uganda nel 1984, quasi trent’anni fa. Da allora, accanto ai servizi medico-sanitari, sono stati
sviluppati progetti agricoli, quando la popolazione per anni sfollata a seguito della guerra civile,
torna a poter coltivare i propri campi, e progetti educativi,con corsi di formazione per insegnanti.
Il tutto lavorando accanto al governo e alle le istituzioni locali, o in collaborazione con le istituzioni
sanitarie già attive, e con le organizzazioni locali della società civile, sostenendole soprattutto
attraverso attività di capacity building, ma lasciando a loro la libertà di intervento in un luogo e
secondo modalità a loro familiari. Il tutto all’insegna del “fare con”, principio che AVSI da sempre
rispetta e applica nei Paesi dove opera.
Molte delle attività correlate alla PMTCT, che AVSI da dieci anni propone in Uganda, pongono al
centro dell’intervento il malato stesso. Considerato però innanzitutto come una persona, con un
valore infinito, nonostante, anzi, dentro la malattia stessa. La persona sieropositiva ha infatti le
stesse esigenze di felicità, amore e giustizia di chi non e` affetto dal virus. Anzi, spesso in chi
soffre il desiderio di affetto è ancora più urgente e le domande sul significato della vita ancora più
pressanti. “Ogni malato merita il nostro rispetto e il nostro amore”, ha ricordato ancora Benedetto
XVI. L’attenzione di Sister Betty per le donne incinte dei corsi pre-parto, la compagnia dei volontari
del Meeting Point, l’impegno di Patrick nella sensibilizzazione dei suoi coetanei sull’AIDS tutte le
storie descritte in questa progetto, raccontano di questo approccio. Che va oltre la cura medica,
che comunque c’e` ed è efficace. Ma da sola non basta. Il cuore dell’uomo, malato o meno, chiede
di più.
“Abbiamo voluto raccontare questa esperienza straordinaria attraverso le immagini più efficaci:
quelle che mostrano il trionfo della vita. – racconta Valentina Frigerio, dell’agenzia Blossom, a
cui è stato affidato il progetto di comunicazione - Sono le immagini di madri felici, ritratte con i loro
figli appena nati, sani e liberi di vivere la propria vita”.
Ovviamente nonostante gli sforzi fatti e i risultati raggiunti, rimane ancora molto da fare. La
campagna “Free” offre l’occasione di segnare un nuovo inizio e di tracciare una strada da seguire.
Tutti potranno contribuire al progetto, visitando la mostra itinerante e connettendosi al sito
www.avsi-free.org (online a partire da venerdì 25 novembre), dove potranno trovare tutte le info
per dare il proprio contributo.
L’evento di presentazione di FREE si svolgerà a Roma il 1 dicembre a partire dalle 10.30,
presso la Sala Protomoteca in Campidoglio.
Scaletta della mattinata
Saluto di Gianni Alemanno, Sindaco di Roma
Interventi: Dr. Lawrence Ojom, direttore ospedale St Joseph’s, Kitgum in Uganda;
Mrs Ketty Opoka, coordinatrice organizzazione non governativa Meeting Point Kitgum in Uganda;
Dr. Linda Nabitaka, PMTCT M&E Manager - Ministry of Health in Uganda;
Dr Zikulah Namukwaya, Director PMTCT program, Mulago National Referral Hospital, Kampala in
Uganda;
Prof. Carlo Federico Perno, professore di Virologia, Università di Tor Vergata (Roma);
Amolo Okero, Technical Officer, Prevention in the Health Sector, Organizzazione Mondiale della
Sanità;
Alfredo Luigi Mantica, senatore della repubblica italiana;
Conclusioni di Alberto Piatti, Segretario Generale AVSI.
Modera: Roberto Fontolan, Centro Internazionale di Comunione e Liberazione
Per ulteriori informazioni sulla Fondazione www.avsi.org
Ufficio stampa:
MediaHook
Giuseppa Gatto
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cel. 347.3801326