furtei: la chiesa parrocchiale di santa barbara
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Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Studi Umanistici Corso di Laurea in Beni Culturali FURTEI: LA CHIESA PARROCCHIALE DI SANTA BARBARA Relatore prof.ssa Alessandra Pasolini Tesi di Laurea Francesca Caddeu A.A. 2012-13 1 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu La famiglia Sanjust e il villaggio di Furtei. La famiglia Sanjust ci interessa particolarmente in quanto ha mantenuto il feudo del villaggio di Furtei per vari secoli. Fonti spagnole precedenti alla venuta della famiglia in Sardegna fanno cenno ad alcuni Sanjust nel corso del 1100, ad un Raimondo cavaliere dell’Ordine della Mercede nel 1246, ad un fra Berengario dell’Ordine dei templari nel 12821. Viene poi citato nel 1297 di nuovo un fra Berengario, che potrebbe essere forse lo stesso prima citato appartenente all’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme ambasciatore di re Jayme II d’Aragona nel 1297. Come in tutte le famiglie che si richiamano ad antiche discendenze anche in questa non mancano storie che affondano nella leggenda e delle quali è impossibile accertare la verità : si racconta che già a Barcellona sin dal XII secolo vivessero dei Sanjust che presero parte alla cacciata dei mori da Valenza nel 1239, che un tal Ferrario per conto di Alfonso III d’Aragona prese parte alla spedizione che nel 1286 portò alla conquista di Maiorca, di cui poi un Nicola sarebbe stato tesoriere del ricostituito regno. Questo sarebbe stato il primo Sanjust di cui è storicamente certa l’esistenza in Sardegna, giunto all’epoca della conquista dell’isola da parte degli Aragonesi, con l’incarico di tesoriere di Alfonso IV e che ebbe dal sovrano ampie concessioni nell’isola; Ughetto che alcuni storici indicano come suo figlio venne investito del feudo di Villagreca, altro dello stesso cognome fu Pietro, nel 1392 gentiluomo di camera di Giovanni I d’Aragona. Su questi personaggi le notizie sono peraltro piuttosto frammentarie e non consentono se non per il cognome di poter dire che sono fra i capostipite della famiglia tuttora fiorente. Essa infatti trova fondata origine in due personaggi Michele e Dalmazzo2, il primo feudatario di Villagreca ed infeudato di Furtei l’11 novembre 1415 e il secondo 1 2 Floris 1996: 283. Sorgia 1991: 114-115. 2 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu infeudato di Villagreca e Furtei l’8 febbraio 1421. È da quest’ultimo che si ha la successione documentata della famiglia. Ma bisogna far un passo indietro e definire come il territorio di Furtei divenne feudo della famiglia Sanjust fino al momento del riscatto dalla dipendenza feudale nel maggio 1838. Nuraminis3 era la più settentrionale delle curatorie del campidano di Cagliari, situata al confine con il giudicato d’Arborea comprendeva i villaggi di Baralla, Borro, Cancellus, Furtei, Morascesus, Nuragi de Frotey, Nuramineddu, Nuraminis, Pramont, Samassi, Samatzai, Sanluri, Segavenu, Serrenti, Siutas e Villagreca. Il suo territorio aveva un’agricoltura tra le più sviluppate nel periodo della conquista spagnola e le concessioni furono fatte secondo il modello del more Italiae , tutte imponevano ai feudatari il servizio dei cavalli armati e ai vassalli il pagamento del feudo in denaro, grano e orzo. In particolare il grosso villaggio di Furtei fu concesso a Rambaldo de Mur per il servizio di tre cavalli armati per tre mesi l’anno, questi nel 1331 cedette il feudo a Raimondo Cardona. Alla sua morte, nel 1337, per far fronte ai molti debiti che aveva lasciato, fu venduto all’asta dagli eredi e acquistato da Bernardo Torrent. Quando nel 1348 la peste si diffuse in tutta l’isola la curatoria ne fu investita e i villaggio perse gran parte della sua popolazione e in seguito il territorio subì nuovi danni a causa della guerra tra Arborea e Aragona. I Torrent 4 ne persero il controllo e il villaggio fu occupato dalle truppe giudicali e di fatto annesso al giudicato d’Arborea. Il 30 giugno 1409 fu combattuta la battaglia di Sanluri5, il cruento scontro iniziò nelle campagne di Sanluri in località Bruncu Sa Batalla e finì nelle campagne di Furtei in prossimità del fiume Mannu nella zona chiamata S’Occidrosciu o luogo di sterminio, dove persero la vita circa cinquecento sardi. Dopo la battaglia di Sanluri, Furtei tornò a far parte del Regnum Sardiniae e nel 1415, 3 Floris 1996: 295-299. Floris 2007: 346. 5 Brigaglia-Tola 2007: 514-516. 4 3 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu ormai completamente spopolato, il procuratore del Regno di Sardegna, in virtù delle facoltà dategli dal sovrano di Spagna, concesse la villa di Furtei a Michele Sanjust e ai suoi eredi e successori insieme al territorio di Villagreca. La concessione fu fatta per ricompensare la famiglia, originaria della Catalogna, per i servigi militari resi alla Corona in occasione delle spedizioni per sottomettere l’isola. I nuovi feudatari avviarono il suo ripopolamento ma gravarono di pesanti tributi la nascente comunità. Nei secoli successivi il villaggio rimase sempre in possesso dei Sanjust che lo fecero amministrare da un loro delegato che ricorreva a una asfissiante burocrazia che non contribuiva a facilitare il rapporto tra feudatario e comunità che, anzi, nel tempo perse la possibilità di eleggere direttamente il majore. Nel 1432 Michele Sanjust ottenne il titolo di barone di Furtei ed al figlio Antonio Asberto nello stesso anno fu concesso il diploma di nobiltà. Più tardi quest’ultimo, nel 1481, fu convocato al Parlamento del viceré Ximen Perez Escrivà come Signore della baronia di Furtei, comprendente anche Segariu. Il 6 aprile 1690 re Carlo II di Spagna nominò conte di San Lorenzo il Signore di Furtei Francesco Carlo Sanjust, governatore di Sassari e del Lugodoro. La famiglia Sanjust mantenne il possesso di Furtei in modo continuativo fino al 1821 quando il feudo fu incluso nella provincia di Cagliari e nel 1838 riscattato definitivamente. E’ di questo periodo la preziosa testimonianza dell’abate Vittorio Angius6: «Componesi questo villaggio, anno 1838, di 210 case tutte di rozza costruzione in pietra, così però disposte tra gli alberi, che offrono una amena prospettiva. Una parte delle medesime è sulla riva del detto fiume, l’altra sulla falda del colle. Le contrade dovrebbero essere meglio curate. Vi abitano famiglie 207, nelle quali sono anime 950. Risulta che le nascite annuali nel preceduto decennio furono 35, le morti 25, i matrimoni 8. Le malattie che vi sogliono dominare sono infiammazioni, e per lo più dell’addome, ostruzioni, idropisie, febbri intermittenti e perniciose. Ogni famiglia ha il suo telaio per lana e lino; ma non si lavora più che sia 6 Angius-Casalis: 2004: 113-116. 4 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu il bisogno. La scuola normale frequentasi da 10 ragazzi. Al servizio sanitario non si ha che un chirurgo e un flebotomo. I prodotti tradizionali della sua economia sono quelli dell’agricoltura, in particolare vi e` sviluppata la frutticoltura. Alcune parti del territorio sono adibite alla pastorizia, che dà luogo a una discreta produzione di latticini. Da qualche anno vi si sta sviluppando l’attività di estrazione dell’oro. Il territorio di Furtei e` ricco di nuraghi tra cui quelli di Ais, Bangius, Bruncu de Su Sensu, Sa Conca Manna, ma il sito di maggiore interesse archeologico e` quello di Santu Brai, una collinetta poco distante dall’abitato dove sorgeva un nuraghe che fu riutilizzato dai Cartaginesi nel secolo VI a.C. per costruirvi una fortezza dalla quale controllare il territorio circostante. Essi costruirono una muraglia perimetrale a pianta quadrata e incorporarono il nuraghe in un mastio posto al centro dello spazio chiuso e rinforzato da un terrapieno di contenimento al quale si accedeva da un ingresso fortificato. Lungo le strade abbastanza regolari si affacciano alcuni edifici di pregio tra i quali la chiesa di San Narciso, in stile romanico, situata nella parte alta del paese e la chiesa parrocchiale di Santa Barbara, al proprio interno conserva una tavola del Cinquecento di Antioco Mainas raffigurante la Crocifissione e una statua e relativo catafalco della Dormitio Virginis. A pochi chilometri dall’abitato sorge la chiesa di San Biagio che era la parrocchia dello scomparso villaggio di Nuraxi. Dopo la peste del 1654, che decimò Nuraxi, i superstiti si trasferirono a Furtei. Notiamo da questo testo che alcune tradizioni si sono conservate fino ai giorni nostri, un esempio è la festa di San Narciso, celebrata durante l’ultima domenica di Ottobre, si caratterizza per la particolarità dei riti religiosi, s’arrosarieddu cantau e is gocciusu tutti tenuti nell’antica lingua sarda campidanese, per le degustazioni di caldarroste e vino novello e per la designazione della Prioressa del popolo con le sue giovani aiutanti. Altra tradizione mantenuta è la festa di San Biagio, si svolge nella terza domenica di agosto, la particolarità è la processione che accompagna il simulacro, collocato su un cocchio, dalla parrocchia alla chiesetta campestre e rientra nel giorno successivo. 5 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu La chiesa parrocchiale di Furtei La chiesa parrocchiale di Furtei intitolata a Santa Barbara sorge sopra un terrapieno bastonato che le conferisce una posizione rialzata e visibile sul tessuto urbano circostante (Fig. 2). Il complesso si affaccia su un piazzale, attualmente lastricato con marmitte in cemento, al quale si può accedere da due accessi: uno centrale, attraverso una scalinata, l’altro, sulla destra, attraverso una rampa molto ripida. Figura 1: Facciata chiesa parrocchiale Santa. Barbara, Furtei (foto Francesca Caddeu) Dai documenti reperiti, nell’archivio della Soprintendenza di Cagliari, riguardanti relazioni storico-artistiche di restauro della chiesa7, si riesce a dedurre che la chiesa esisteva fin dal XIII secolo, e fin da quel periodo era destinata ad ospitare nelle sue 7 SBAPSAE di Cagliari. Prot. N° 7267 Pos. n° 534: 1-6. 6 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu vicinanze l’area sepolcrale cittadina, come scrive il parroco di Furtei don Luigi Melis8 asserendo che intorno alla chiesa vi era il cimitero paesano funzionante fino al 12 giugno 1908, data di seppellimento dell’ultimo defunto, poi abbandonato in ottemperanza alle leggi napoleoniche sui cimiteri urbani. La chiesa presenta un prospetto a capanna con tessitura di grosse pietre da taglio di origine trachitica, color giallo ocra, grigio e rosso, di forma squadrata, avente un coronamento a spioventi sormontati da un cordolo in cemento e due piedritti laterali a pilastro, sormontati da vasi ornamentali (Fig. 3). L’originaria facciata medievale conservata nella parte centrale era del tipo a salienti con campanile a vela a doppio arco a tutto sesto sovrastante il portale, oggi obliterato (Fig. 4). Nelle perizie di restauro, si ipotizza che la vecchia parrocchiale corrisponda all’attuale navata centrale, quindi si potrebbe pensare ad un innesto gotico su impianto tardo-romanico. Figura 3: particolare facciata in trachite (foto Francesca Caddeu) 8 Figura 4: particolare del campanile a vela a doppio arco a tutto sesto, oggi obliterato (foto Francesca Caddeu) SBAPSAE di Cagliari. Prot. N° 8531. 7 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu La pianta9, quasi quadrata, mostra la conformazione basilicale composta da una navata centrale (Fig. 5), attualmente coperta con una volta a botte, scandita da tre archi per parte a sesto acuto ribassato, sostenuti da pilastri a forma di parallelepipedo, scanalati negli angoli verticalmente per tutta la lunghezza, con base dado, e di due laterali di diversa grandezza con copertura piana, leggermente inclinata, composta da un’orditura di travi; queste risultano ribassate rispetto alla navata centrale, in modo da poter ricavare nella volta due aperture a finestra. Figura 5: interno chiesa, navata centrale (foto Francesca Caddeu) 9 SBAPSAE di Cagliari. Prot. N° 7267 Pos. n° 534: 4. 8 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Oltre un arco trionfale ad ogiva si accede al presbiterio quadrato (Fig. 6), rialzato di quattro scalini, coperto da volta a crociera nervata. Nella gemma pendula in chiave, in pietra calcarea, è scolpita la Santa con in mano la torre, simbolo del suo martirio, nel perimetro corre una decorazione con racemi attorti e fogliati (Fig. 7). Figura 6: presbiterio sormontato da volta a crociera (foto Francesca Caddeu) Figura 7: particolare della volta: gemma pendula raffigurante Santa Barbara (foto Francesca Caddeu) 9 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Il presbiterio è separato dalla navata centrale da una balaustra composta pilastrini modanati in marmi policromi (Fig. 8). Figura 8: balaustra in marmi policromi (foto Francesca Caddeu) L’altare maggiore10(Fig. 9) armonioso nelle proporzione e negli accordi cromatici, consta nella parte inferiore di un paliotto rettangolare di marmo (Fig. 10) dove si legge ancora parzialmente l’iscrizione, che ci permette di datarlo tra il 1740 e il 1749: ET A.R I.V.D DN IOSEPHVS PITZOLO ET VILA CAN.LUS HVIVS. PREB.DE F.F EXP.N.IS ECCL.E ANNO DOMINI 174(..). 10 SBAPSAE di Cagliari. Catalogo Furtei. 10 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Figura 9: altare maggiore (foto Francesca Caddeu) Figura 10: paliotto rettangolare in marmo (foto Francesca Caddeu) 11 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Nella formella ellissoidale in marmo bianco, è raffigurata Santa Barbara circondata da motivi floreali, volute racchiudenti fiori ed elementi geometrici policromi ad intarsio. Nella parte superiore tre gradini con intarsi geometrici, conclusi lateralmente da teste di cherubino e volute; al centro il tabernacolo sormontato dal tronetto eucaristico. Conclude l’altare una monumentale nicchia tra lesene scanalate, volute arricciate e fastigio tra due angioletti a figura intera. Da un confronto con l’altare maggiore dell’omonima chiesa di Villacidro e dopo averne constatato alcune somiglianze, si ipotizza che sia un lavoro di Domenico Andrea Spazzi11, artista lombardo attivo in Sardegna nel Settecento, marmoraro di risalto che lavorò, oltre che a Cagliari e ad Oristano, in circa novanta paesi del Campidano. In entrambi gli altari è visibile la tradizione intelvese della lavorazione della scagliola e dell’intaglio del marmo. All’interno della nicchia viene ospitata la statua di Santa Barbara12 in legno intagliato, dorato e policromato nella tecnica detta estofado de oro13(Fig. 11). Figura 11: statua lignea di Santa Barbara, estofado de oro (foto Francesca Caddeu) 11 Farci 2004: 34. SBAPSAE di Cagliari. Catalogo Furtei. 13 Scano Naitza 2001: 21-51. 12 12 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Consiste in una particolare tecnica decorativa in cui la superficie intagliata viene ricoperta da uno strato di foglia d’oro zecchino e poi ridipinta con colori a tempera, questi successivamente vengono asportati con appositi attrezzi in modo tale da tracciare il disegno facendo emergere l’oro sottostante. L’effetto è fortemente decorativo e conferisce una particolare ricchezza ornamentale che simula materiali tessili preziosi con fantasie di vario genere, geometriche o floreali. I motivi decorativi utilizzati spaziano da quelli rinascimentali, a fiore di cardo stilizzato entro losanghe lobate, incernierate tra loro e disposte per file verticali parallele ma sfalsate, ad altri classici, a cane corrente, fino a quelli a ramage vegetali continui, disposti lungo i bordi del mantello; i risvolti di quest’ultimo mostrano un’ornamentazione a piccoli bolli, raramente attestati nella scultura ma anche nella coeva produzione tessile14. Santa Barbara è rappresentata in piedi con un lungo abito stretto in vita e mostra i simboli del suo martirio, con la mano sinistra sfiora la torre e nella mano destra sostiene la palma del martirio, realizzata in argento sbalzato, cesellato e bulinato. Da un confronto con la statua lignea di Santa Barbara, conservata nella chiesa parrocchiale di Sinnai15, si ipotizza, tenendo conto delle caratteristiche e della qualità comuni alle due statue, lo stesso carattere ispanico, evidente nella finissima damaschinatura delle vesti, si può ipotizzare che entrambe le statue siano state importate in Sardegna dalla Campania per precise assonanze con iconografie manieriste di ascendenza romana. Si notano l’equilibrata postura del corpo, la regolarità dei lineamenti del volto, i capelli, lavorati in morbide ciocche, disposti davanti alle orecchie e intorno alla fronte con molta grazia e i precisi riferimenti alla classicità nell’abbigliamento riecheggia la lezione del Manierismo italiano. 14 15 Pasolini 2001:85-93. Pasolini 2005:67-68. 13 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Nel lato destro dell’altare una nicchia, di base rettangolare e copertura a botte, accoglie la statua processionale della Madonna addolorata del XVIII secolo (Fig. 12): non sempre i simulacri processionali sono scolpiti del tutto, spesso si ricorre, come in questo caso, a statue da vestire assicurando maggior leggerezza e trasportabilità nelle processioni e spesso garantiscono un naturalismo maggiore. Secondo un uso spagnolo16 questi simulacri hanno solo il volto e le mani scolpiti nel legno, i capelli sono reali, i globi oculari in pasta vitrea, mentre il resto del corpo è una struttura lignea coperta da una moderna veste nera e bianca con bordature dorate che scende fino a coprire la base lignea. Nel lato sinistro una porta permette di accedere direttamente alla sacrestia, messa in comunicazione anche con la navatella di sinistra. Figura 12: statua processionale della Madonna addolorata (foto Francesca Caddeu) 16 Scano 1991:185. 14 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Sul presbiterio si nota, a mezz’aria, una lampada pensile (Fig. 13).con corpo vasiforme baccellato, mostra motivi a rosetta entro ovulo tra volute racemate, imboccatura a fogliette geometriche, tre manici a voluta e catenella formata da placchette mistilinee. Figura 13: lampada pensile posta sul presbiterio (foto Francesca Caddeu) La Siddi, nella scheda di catalogo, riporta la datazione tra il 1824 e il 1873 e che fu acquistata nei pressi della città di Cuneo, dove l’attribuzione ad una bottega piemontese è attestata con il punzone a testa di toro. Nelle navate laterali si aprono tre cappelle per lato. La prima a destra entrando, si apre, così come le altre due del lato, con un arco a sesto acuto, coperta con una volte a crociera interrotta dell’ingombro del campanile ultimato il 24 Maggio 190717. L’accesso al campanile avviene attraverso una scala a chiocciola, sul quale furono collocate quattro antiche campane, una delle quali proviene dalla chiesa campestre di San Biagio del XII secolo, un vero cimelio per la scritta recante: DEUS HOMO FACTUS EST, NORICE, MDXXX. (Dio si è fatto Uomo, Norce, 1530). Altrettanto interessante è la scritta che si trova in un’altra campana per i riferimenti a persone del tempo: S. BARBARA V. ET M. PATRONALE HUIUS OPPIDI DE FURTEI. VINCENT. VIDILI PAR (OCHO), SYNDACO STEPH. ONNIS, JOSEPH ULLU FECIT A. D. MDCCCLII. (Santa Barbara Vergine e Martire Patrona di questo popolo di Furtei. Vincenzo Vidili Parroco, Sindaco Stefano Onnis, Giuseppe Ullu realizzò, Anno del Signore 1852). 17 SBAPSAE di Cagliari. Prot. N° 7267 Pos. n° 534: 2. 15 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Questa cappella ospita al suo interno un fonte battesimale del XVIII secolo (Fig.14), composti da un fusto cilindrico sul quale si innesta il balaustro bacellato in marmi policromi che sostiene l’ampio catino mistilineo con orlo bianco modanato, sul fronte corre la scritta sacer fons, dotato di una copertura in legno, restaurata negli anni ’90, mostra al centro il battesimo di Cristo. Figura 14: fonte battesimale (foto Francesca Caddeu) La seconda cappella18 a destra mostra l’arco a sesto acuto con archivolto percorso da modanatura convessa e capitelli a semicerchio che poggiano su due massicce colonne con basi semicircolari incassate nel muro. All’interno (Fig. 15) compaiono tre nicchie disposte a piramide, un altare del XIX secolo, costituito da due gradini decorati a intarsi geometrici e floreali, mostra le statue del Sacro Cuore, la Madonna con il bambino e di Santa Lucia e, ancora un tabernacolo con sportellino nel quale è dipinto un calice con l’ostia ed infine un tronetto in marmi policromi con pilastri laterali, più croce apicale. 18 SBAPSAE di Cagliari. Prot. N° 7267 Pos. n° 534: 6. 16 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Figura 15: seconda cappella a destra, interno (foto Francesca Caddeu) La terza ed ultima cappella a destra19, ha un semplice arco a tutto sesto privo di capitelli, con pilastro a spigolo vivo su base a parallelepipedo con spigoli smussati, si differenzia dalle altre cinque poiché vi si accede senza gradino. L’interno (Fig. 16), ospita un’edicola d’altare del XVII secolo dedicato a Sant’Antonio da Padova, realizzato in pietra granitica grigia, composto da una nicchia a conchiglia tra colonne scanalate, dove nella base sono scolpite delle rosette entro riquadri, i capitelli sono fogliati e con cherubini, inoltre la trabeazione e il fregio sono modanati. Figura 16: terza cappella a destra (foto Francesca Caddeu) 19 SBAPSAE di Cagliari. Prot. N° 7267 Pos. n° 534: 6. 17 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Nella stessa cappella compaiono, sulla sinistra, la statua del Cristo re, e, sulla destra, la statua di San Luigi Gonzaga, entrambi del XIX secolo. In basso è collocato un Cristo deposto, di cartapesta e gesso dipinti, si mostra con il volto ribassato su un lato con barba scriminata, drappo bianco con bordature color oro sostenuto da una cintura dorata e le braccia snodate. Nella stessa cappella è da ricordare un’antica statua lignea di San Daniele del XVII secolo (Fig. 17), posta su base quadrata priva di piedritti, il Santo indossa un saio, nella mano sinistra regge la croce e sulla testa si nota il pugnale, simbolo del martirio, mostra la tecnica dell’estofado de oro già ricordata per la statua di Santa Barbara. Figura 17: statua lignea di San Daniele (foto Francesca Caddeu) 18 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Le altre cappelle sono poste in maniera simmetrica a quelle appena descritte. La prima a sinistra20, presenta un arco a tutto sesto privo di capitelli con copertura a botte. Un altare di marmo che ospita al di sopra un olio su tela dedicato a San Simone del XVIII secolo (Fig. 18), con cornice in marmo formando un tutt’uno con l’altare. L’olio su tela mostra la Vergine che tiene in braccio il bambino donando al Santo lo scapolare, tutt’intorno dei cherubini che svolazzano e in basso quattro figure di purganti tra le Figura 18: dipinto dedicato a San Simone (foto Francesca Caddeu) fiamme. Sulla sinistra, la Madonna della navicella e sulla destra, la statua di Santa Vitalia. Da ricordare inoltre la statua di San Narciso vescovo del XVII secolo (Fig. 19), posta su una base ottagonale, il Santo benedicente indossa una veste bianca, mantello verde e arancio, mitria e pastorale, nel ginocchio e nella spalla compaiono delle cavallette in argento dorato. Tale altare sappiamo con certezza al 1865 grazie all’incisione ancora visibile sul primo gradino e che fu dedicata alle anime del purgatorio. 20 Figura 19: statua di San Narciso (foto Francesca Caddeu) SBAPSAE di Cagliari. Prot. N° 7267 Pos. n° 534: 6. 19 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu La seconda cappella21 a sinistra, dedicata a San Giuseppe, presenta un arco a tutto sesto con capitelli dentellati all’imposta e un motivo geometrico a valuta sopra la chiave di volta. La copertura è a crociera poggiante su peducci di pietra calcarea, nei quali sono scolpiti volti femminili (Fig. 20) del XVI secolo con folta capigliatura sovrastata da un aureola con ai lati due rosette. Figura 20: peduccio con volto femminile scolpito (foto Francesca Caddeu) Anche questa cappella ospita un altare (Fig. 21), costruito da una nicchia con foggia a conchiglia tra colonne scanalate, base cubiforme con facce riquadrate, capitelli a rami fogliati e trabeazione e timpano modanati con paliotto moderno in marmo. Figura 21: altare della seconda cappella a sinistra (foto Francesca Caddeu) 21 SBAPSAE di Cagliari. Prot. N° 7267 Pos. n° 534: 6. 20 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Nella cappella, vengono ospitate la Madonna dell’Assunta, sulla sinistra, e Santa Rita, sulla destra. La terza cappella22 si affaccia sulla navata secondaria mediante un arco a tutto sesto, con archivolto decorato da riquadri rettangolari con motivo geometrico a voluta. La copertura in questo caso è interessante, costituita da una cupola con circonferenza di base dentellata e sormontata da una lanterna con lucernaio, poggiante su pennacchi sferici. Sostituiscono i peducci classici delle piccole teste di cherubino e minute roselline. L’altare di questa cappella (Fig. 22) è composto da una lastra con tre gradini decorati con elementi geometrici; nella nicchia e nel fastigio, culminante con foglia palmata, si trovano alcune volute arricciate. Tale altare sappiamo con certezza al 1856 grazie all’incisione ancora visibile sotto la nicchia nella quale è collocata la Vergine. Figura 22: altare della terza cappella a sinistra (foto Francesca Caddeu) 22 SBAPSAE di Cagliari. Prot. N° 7267 Pos. n° 534: 6. 21 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Al di sotto dell’altare, ubicata in un’urna trasparente, è conservata una Dormitio Virginis (Fig. 23) del XVIII secolo, le sue vesti bianche sono decorate da un grembiale in seta a fiorami policromi e spighe d’oro arricchito da drappi, in raso azzurro rifiniti con galloni trattenuti in vita da una cinta; da un corpetto in broccato di seta bianca a fiori e spighe d’oro, rifinito con galloni e pizzo bianco; da una gonna in seta a fiori policromi e da un ulteriore corpetto sempre in seta a fiori policromi. L’attenzione ricade sui sandali in argento sbalzato e bulinato della Santa che mostrano un perimetro tortiglionato, con decorazioni a volute a C, putti alati e fogliette palmate. Figura 23: Dormitio Virginis (foto Francesca Caddeu) Sul lato destro della cappella è esposto un dipinto (Fig. 24) raffigurante la Crocifissione23 attribuito, da Giovanni Zanzu24ad un pittore sardo della bottega di Stampace25, individuato in Antioco Mainas (1537-71), con una forte influenza di Michele Cavaro. La Scena raffigura il Cristo, in primo piano, con due ladroni in croce, sulla sinistra la Madonna in ginocchio sostenuta dalla pie donne e sulla destra in primo piano due soldati che si disputano la veste di Cristo, in secondo piano compaiono sempre dei 23 SBAPSAE di Cagliari. Prot. N° 24/89. Zanzu, Tola 1992: 136-148. 25 Serra 1990: 171-234. Manconi 2003: 93-109. 24 22 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu soldati con un sacerdote del Sinedrio, come nella Crocifissione di Pirri e quella di Gergei attribuite al Mainas. Sul fondo un paesaggio con città dalle mura turrite rappresenta Gerusalemme, del tutto simile alle città che compaiono nei retabli di Lunamatrona, Pirri, Gergei ed Iglesias, delimitate ai lati da due rocce degradanti, così come simile è il perizoma del Cristo e dei ladroni, identico è anche il modo di trattare l’anatomia e le tipologie facciali. Figura 24: dipinto raffigurante la Crocefissione attribuita a A. Mainas (foto Francesca Caddeu) 23 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Si può ipotizzare un influenza del Crocifisso di Nicodemo 26di Oristano, la tipologia dolorosa, con la peculiare postura del cristo in croce con le gambe ritratte verso l’alto quasi a descrivere un angolo di novanta gradi, fu ripresa tra il XV secolo ed i primi del XVI da ignoti scultori di cultura sardo-iberica in numerosi simulacri lignei, conservati in chiese sarde e cagliaritane quali S. Francesco di Stampace, S. Domenico, S. Giacomo, S. Agostino, S. Sepolcro, la Purissima, N. S. di Bonaria che, per la prima volta fu raffigurato nella pittura sarda da Pietro Cavaro, nel retablo di Villamar firmato e datato 1518. Vediamo che in quest’opera Antioco Mainas utilizza i partiti decorativi del repertorio della Scuola di Stampace per contornare le aureole della Vergine e dei santi, ma abbandona però l’uso dei tradizionali fondi oro per inserire le scene sacre entro contesti paesaggistici naturali. Le fisionomie dei suoi personaggi hanno caratteristiche peculiari: visi magri con naso e mento appuntiti, occhi allungati, spesso delineati in modo sintetico, la cui espressione malinconica viene accentuata da sopracciglia sottili27. In questa tavola, una delle sue opere più riuscite, Antioco riesce a conferire alle immagini un’evidenza plastica insieme ad un forte senso drammatico e di dinamismo narrativo, si pensa fosse elemento superiore di un retablo di notevoli dimensioni questa Crocifissione28, oggi smembrato o distrutto, la cosa non stupirebbe poiché in un documento inviato dal parroco di Furtei all’Arcivescovo di Cagliari, dopo il restauro del 1963 effettuato dal Borracchia, si ricorda che il dipinto era destinato al fuoco per far posto ad un’Assunta proveniente da Ortisei. Di norma le scene della Crocifissione sono raffigurate nelle tavole più alte dei retabli sardi e non è cosa consueta trovare tavole del genere se non inserite in un retablo. Il Zanzu presume quindi che facesse parte di una grande ancona sistemata nell’altare maggiore della parrocchiale; le dimensioni dovevano essere ragguardevoli, ma ciò 26 Brigaglia 1982: 87. Pasolini 2011: 70-71. 28 Manconi 2003: 99. 27 24 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu non deve stupire se si pensa a quelle del retablo di Villamar e di Ardara. Gli studi su Antioco Mainas non sono mai stati affrontati in maniera approfondita, quindi è impossibile tentare di dare una datazione all’opera, anche perché è difficile vedere un’evoluzione stilistica evidente nelle sue attribuzioni. Zanzu presume, comunque, che possa essere collocata intorno al 1550 per la maggior forza espressiva che la caratterizza rispetto alla rimanente produzione del pittore. 25 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Appendice documentaria Visita pastorale di don Alfonso Lasso Cedeño del 31 Maggio 1604: alla chiesa parrocchiale di Furtei. Die cvn mensis (et) anni p(re)dictor(um): In Villa de Furtei. Essent lo Ill.mo y R.mo Senor don Alonso Lasso Cedeño per la gratia de Deu y de la Sancta Sede Ap(osto)lica Archibisbe de Caller y bisbe de les Unions etc visitant la Parrochial Igl(esi)a de la p(rese)nt Villa sots invocatio de Santa Barbara, ha manat als Curats de aquella, Gimiliano Pueddo, y Antiogo Aresti traure y mostrar a sa Señoria R.ma totes les robes, paraments y adornaments de dita Parrochia las quals vistas y visitadas per Sa Señoria R.ma mana ques fassa lo Inventari de la seria y tenor segue(n)t. Retaulos e imagiens P° en lo Altar mayor de la dita Iglesia son retaulo ab una imagie en bulto en mig de la invocatio de N(uest)ra Señora y Jesuset y tote dos sa diadema de llenya. Item un crocifissi ab sa creu un poch granet de personale qual es en dit Altar mayor. Item en lo matex Altar un agnus Dei de la sort mayor ab sos vidret y son peu y guarnitio de noguer. Item dos quadros daurats ab sos peus de noguer y en lau hia pintat un crucifissi, N(uest)ra Señora y S(ant) Juan y en laltra la Annuntiatio. Item una creu de llenya deurada ala una part lo crocifissi y alaltra N(uest)ra Señora ab son manich y tuvallola de tela viada. Item en lo Altar de N(uest)ra Señora de Speranca son retaulo de llenya pintat de sas Ymagins poch tempo fet. Item en lo Altar de Santa Anna son retaulo vell y un poch las figuras des fetas de antiquitat. Item quatre Angels daurats dos xeiquet y los altres mig granets daurats. 26 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Item una ymagie en bulto de Nostra Signora del Roser ab lo Jesuset quals portan unas robas cadauna de feleta de plata. Item una ymagie en bulto de Sant Antonio. Item altra ymagie en bulto de San Sebastian. Item altra creu de llehya blanch y negra de la Confraria de San Sebastian. Plata P° una creu gran de plata en la qual ala una part es son Christo ab sos quatre ynsignias dels quatre evengelistas daurats y alaltra part la imagie de Nostra Signora ab lo Jesuset y quatre querubins. Item una creuheta de Argent ab son Christo y un pendent per portar en la mans lo sacerdot en professon. Item tres calzers de plata daurats ab sa patena. Item una custodia de plata ab sos angiolets y son vericle tote daurate y sa creuheta y crucifissi tambe deurat. Item la copa de Argent daurata ab sa creu y crocifissi en la qual esta reservat lo Sanctissimo Sacrament. Item un ensenser de Argent ab sas cadenetas y anellas. Item una barca de Argent ab sa cullera del matex Argent sens cadeneta. Item les canadelles de Argent entaill modern. Item les crismeres de Argent. Item un salpaser de Argent. Devant de Altars y Baldaquinos P° un devant de Altar de vallut carmesi ab sos tuvallors del matex y en mig una Nostra Senora brodata y sas fra yas de seta vermella. Item devant de Altar de vallut morat obrat ab sos tuvallons del matex y tot guarnit de passama y franja de seda naranjada y morada. Item un devant de Altar dor y peill 27 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Item altros dos devant de Altar de tela pintats de ymagiens. Item un baldaquino de domasquillo vermell ab sos tuvallons de materie y franja de seda vermella ab sos sis bastons vermells y poms daurats Item altro baldaquino vell de vallut obrat groch y naranjat ab caigudas de vallut morat ser mig portar lo S.m Sacram(e)nt als malalts ab quatre bastons y sos poms daurats. Item una devant de Altar tanat picat ab una fraja de seda de (….) Item altre devant de Altar tanat de una teleta de seda. Item altre devant de Altar de tabi ab una guarnitjo de una faceta de vallut morat trogat. Tuvallas y tuvallolas P° una tuvalla de tela saunesa ab llista de seda vermella Item altra tuvalla poch usada, ab una mostra de vetza Item altras sis tuvallas de indich y de scach (..) Item dos tuvallas grans de setti vermell ab una randeta de fil dor per lo entor Item altra tuvalla de taffata vermell usada Item dos tuvallas blancas. Aras corporals y purificadors P° dos Aras guarnidas de taula Item un corporal ab sa animeta de randa guarnit de peritas aentorn Item altre corporal de mija randa ab sa animeta Item tres corporals ab sas aminetas de tela saunesa brodata ab un nom de Jesus en mig y laltra de vallut carmesi poch usada y laltre de domasquillo carmesi vella. Capas P° una capa de vallut carmesi ab sa capilla y fusos de tela de fil de or naranjat y son floch de seda vermella. 28 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Item altra capa de vallut obrat morat ab sa capilla del matex y guarnitjo de passama y franja de seda naranjada y morada Item altra capa de camallot ab aiguas blau ab sa capilla de matex y son fus y guarnitio de capilla de seti blan y son floch y franjas de seda blanca y blana. Item una capeta du Armasi per ala corporal Santissim Sacrament Item dos capetas coma miccajato vermell ab un passama tambe vermell servit per los chichs. Casullas dialmaticas y adessos P° una casulla ab dos dialmaticas de vallut carmesi y ditas dialmaticas ab dos collarets y una estola y maniple de dit vallut de teleta de fil dor naranjat y la dita casulla ab sa çenefa y ditas dialmaticas ab sos flochs, y tot guarnit de sa franja de seda carmesina. Item altra casulla dos dialmaticas, dos estolas, tres maniples y dos collarets de vallut obrat morat, tot guarnita ab passama y franja y floch en dos dialmaticas de seda naramjada y morada. Item altra casulla, dos dialmaticas dos collarets de vallut naranjat guarnides de setti groch ab sas franjas y floch de seda groga y parda molt usada Item altra de vallut obrat viat vert ab sas estola y maniple del materie ab çenefa de vallut carmesi y franja de seda carmesina. Item dos dialmaticas de seti groch antigas guarnidas de vallut morat. Item altras dos dialmaticas tambe antigas de cavallo ag aiuguas vermell ab llista de seda verda Item una casulla estola y maniple, la qual du ha fet lo n° don (…) Sant (…) de (…) coma (..) guarnidaab passama de mija seda groga, tanada y blanca y flanja de seda blana y aranjada Item altra casulla sens estola ni maniple de domas negre guarmida ab passama y panja de seda negra. Item dos casullas vellas una de fustami blanch y altra de camallot blanch. 29 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Item un tuvallon de vallut vert per la trona ab franja de seda naranjada. Item una capilla y caigudas de capa y çenefa de casulla brodadas antigas. Item una stoffa y maniple de taffata negre. Camissos, amits y cordons P° dos camissos usats de tela saunesa ab sos amits de matera tela y sos cordons de fil canejat Item altre camis vell de tela groga sens amit ab un cordo Item dos sobre pallissos de tela saunesa poch usats. Llibres Item dos missals del offissi non lau in folio y daurat y lo (….) Item un baptisferi dels ultimam stampats. Tota la demes roba y cosas de dita iglesia P° quatre tuvallons Eo caigudas de domas vert per adornar lo sitial Eo llett hontre posa lo tabernacle del Sanctissim Sacrament Item trosos de mucajato vermell per adornar los dos padors del Altar Item un drap de vetza quadro ab un nom de Jesus en mig se una per portar en mans lo sacerdot eb la creu en les professons Item quatre coxins per lo missals dos vert y dos vermelles son coma nucajato Item un tabernacle de llenya daurat per portar lo Sanctissim Sacrament en la professo Item tros de seti groch que diu era tros de casulla Item dos trosos de guadamasil en cadau dels quals hia un nom de Jesus Item un tros veill de Armasi naranjat ab una creu de fil dor y Argent Item quatre candelabres de llenya Item dos cavallets per posar los llums en lo Altar Item dos llanternas vellas de llauna Item quatre candelabres de ferro en lo Altar 30 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Item en la Sacrastia per posar la roba de la sua dita iglesia dos caxetas ab sas tancaduras y claus Item en la dita Sacrastia un bangut que fia calaco per posar dita roba. Item in dita Iglesia fia un Armari gran de taula blanca ab sa clau y ancadura en que fia quatre calacos de la matex caula per posar los paraments y ornaments de dita Iglesia. Item un ferros per fer ostias Item una tieras per redonir ostias Item devant lo Sanctissim Sacrament en lo Altar mayor sa llantia ab sa basina y camiseta y da llantia sa guarnitio de ferro Item una caldereta du Aram ab son salpasers de ferro Item un chiloni nou per la peanja del Altar Item una caxa per posar lo Sanctissim Sacrament en lo se pulire ab son pany y clau Item en la matex Iglesia dotze banchs de taula av sas cepaleras Item altres quatre banche dos ma per posar lo bandaquinos per la festa de Corpu Christi y los altres y posar los siris en la semana santa Item en lo Altar y Retaulo mayor sa cortina negra per la semana santa Item tres campanetas per los combreigari y peanya del Altar Item les reules qn que fia du campanetas Item aprop de dites reules una campaneta Item en lo campanal y caragol quatre campanes. 31 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu 32 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu 33 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu 34 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu 35 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu 36 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu 37 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu 38 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu 39 Furtei: La chiesa parrocchiale di Santa Barbara Tesi di Laurea di Francesca Caddeu Fonti Archivio Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Entroantropologici: Relazioni di restauro, Schede OA. 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