Assalto a portavalori, banche e uffici postali: nove in carcere
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Assalto a portavalori, banche e uffici postali: nove in carcere
Corriere del Mezzogiorno Giovedì 27 Marzo 2008 Taranto 11 LE L’operazione Otto rapine a segno in un mese Brevi Assalto a portavalori, banche e uffici postali: nove in carcere IL DELITTO DELL’IMPRENDITORE Omicidio Varone, in due a giudizio Sono stati rinviati a giudizio dinanzi alla Corte d’Assise Giuseppe Esposito e Salvatore Castiglione, accusati di essere gli esecutori materiali dell’omicidio dell’imprenditore Salvatore Varone, il cui cadavere carbonizzato fu ritrovato in campagna fra Grottaglie e Villa Castelli nel novembre del 2006. Secondo l’accusa alla base dell’omicidio un prestito di denaro che uno dei due imputati non voleva restituire alla vittima. (v. r.). Banda in azione a Taranto e Brindisi I carabinieri incastrano una organizzazione criminale. Le indagini cominciate nel 2006 C’è un latitante TARANTO — Otto rapine, quasi una al mese, a portavalori, banche, uffici postali e supermercati; duecentomila euro di bottino complessivo e il progetto di un assalto a un furgone portavalori a Milano servendosi di due autocarri e tre vetture. Ieri all'alba i carabinieri del comando provinciale di Taranto hanno sgominato una banda di 10 rapinatori, sempre più pericolosi e senza scrupoli, che non esitavano a sparare contro le guardie giurate di scorta. Ne sono finiti in carcere nove, su ordine del gip Patrizia Todisco che ha accolto le richieste del pubblico ministero Carmen Ruggiero. Uno è ancora latitante. Sono Alfonso Zizzo, ritenuto l'organizzatore del versante orientale, Terenz Patrizio D'Aggiano, Antonio Urbano, Giovanbattista Bernardi, Cosimo Cipriano, tutti della provincia tarantina; del brindisino sono Salvatore Argentiero, Lorenzo Lezzi, Pietro Leone, considerato insieme con Rocco Gerardo Barbetta, di Melfi (Potenza), i boss della zona occidentale. Le indagini, condotte dal colonnello Antonio Russo e dal capitano Nicola Abbasciano del nucleo investigativo, presero il via nel lu- glio del 2006 dopo una rapina alla sede di Grottaglie, a venti chilometri da Taranto, del Credito cooperativo di San Marzano di San Giuseppe. Bottino magro, appena un migliaio di euro, ma notevole acquisizione di spunti investigativi per i carabinieri. Le riprese delle telecamere a circuito chiuso rimandarono immagini di due rapinatori grassocci, apparentemente impacciati e armati di taglierini. La realtà si rivelò diversa. All'esterno erano appostati due complici armati di fucili e pronti a fare fuoco contro chiunque avesse interferito con la fuga. Il profilo, in sostanza, di una banda organizzata e pronta a mettere in atto altre rapine. Ne seguirono altre sette, fino all'aprile dell'anno dopo. I banditi spaziavano nelle zone di Taranto, Brindisi e Bari, spingendosi fino a Lanciano, in provincia di Chieti. Usavano non tanto il passamontagna per coprirsi il volto, ma occhialoni, barbe e baffi finti; utilizzavano in prevalenza Audi A4 e A6; erano armati di taglierini, ma anche di fucili. Nell'ordine portarono a segno rapine a Putignano (Poste), Monteiasi (Antonveneta), Lanciano (Poste), Faggiano (supermercato), Manduria (portavalori di un supermercato), Francavilla Fontana (furgone portavalori). Tentarono anche di rapinare, a Mottola, la filiale dell'Antonveneta. Cesare Bechis Investigatori Il colonnello Antonio Russo, comandante del nucleo operativo dei carabinieri, e il capitano Nicola Abbasciano, comandante del nucleo investigativo. I due ufficiali hanno lavorato insieme all’operazione «Stop rapine». E ieri mattina ne hanno tracciato il bilancio AMMANETTATO IN TRIBUNALE Picchia la moglie, arrestato Maltrattava la moglie con percosse, ingiurie e minacce. Allontanato da casa con un provvedimento del giudice, ha continuato a minacciare la moglie e l’ha picchiata per strada. Recatosi ieri mattina dal Gip per l’interrogatorio, Giovanni Maggio è stato arrestato. La moglie e la madre hanno confermato le preoccupazioni per i comportamenti strani ed inquietanti, tali da far supporre disturbi mentali. Da un po’ Maggio sostiene di essere il demonio. (v. r.) Il vertice in procura. L’Asl: «Non c’è pericolo per la salute» Latte e diossina, esami su altre quattro aziende In prima linea Franco Sebastio, magistrato di trincea contro i reati ambientali I rappresentanti di Asl, Arpa, Nas e Procura si sono riuniti ieri mattina in un vertice per fare il punto della situazione e stabilire la strategia di lavoro per i prossimi giorni. I ritrovamenti di pericolose sostante tossiche (diossina e pcb) trovate nel latte di alcuni allevamenti per ora restano circoscritti a soli due casi. Su nove aziende sotto esame, tre sono risultate negative e tornate in attività, altre quattro sono al vaglio del laboratorio di Teramo. Tutte le aziende coinvolte sono state isolate e sottoposte a vincolo sanitario. Il latte contaminato non è mai stato commercializzato. Partendo dal pascolo incriminato, una zona vicina a quella industriale fra Taranto e Statte, i vertici di Asl ed Arpa hanno avviato il monitoraggio dell’intera zona fino all’agro di Crispiano e non è escluso che l’indagine si allarghi all’intera provincia. Per i circa 400 capi di bestiame che hanno pascolato nella zona a rischio, se gli esami di laboratorio dovessero dare esito positivo, la Regione potrebbe avviare un provvedimento amministrativo di abbattimento. «Al momento non c’è rischio per la salute pubblica», ci tiene a tranquillizzare Michele Conversano dell’Asl, anche se è impossibile stabilire se prima della scoperta del pascolo in un’area al crocevia fra aziende chimiche, un inceneritore e l’Ilva, carni o prodotti derivanti dal latte possano essere finiti sulle tavole. Quanto all’indagine giudiziaria, la Procura ha proposto l’esame dei terreni inquinati per scoprire i responsabili. Il fascicolo è a carico di ignoti. Vittorio Ricapito RUBATE ANCHE LE OFFERTE Furto in chiesa a Grottaglie I ladri hanno agito a pasquetta nella chiesa della Madonna del Rosario a Grottaglie. Dal lucernaio si sono calati all'interno e hanno rubato 200 euro dalla cassetta delle offerte, un proiettore, un lettore dvd, tre microfoni, alcuni oggetti d'oro. Si è accorto del furto il parroco riaprendo la chiesa. Dagli elementi raccolti i poliziotti sono risaliti all'autore, un 30enne nella cui casa è stata ritrovata parte della refurtiva nascosta dietro lo specchio del bagno. (C. Be.)