Notiziario del ottobre 2012

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Notiziario del ottobre 2012
ANNO I N° 2
NOTIZIARIO ON-LINE
OTTOBRE 2012
EDITORIALE
Ecco puntualmente il secondo numero del
nostro notiziario. Abbiamo ricevuto
moltissimi messaggi con la conferma del
gradimento dell’iniziativa.
Ciò, se da un lato ci inorgoglisce,
dall’altro ci carica di responsabilità
perché bisognerà cercare di essere
sempre all’altezza delle aspettative
suscitate.
Non ci manca certamente l’entusiasmo
necessario nell’impegnarci e non ci manca
il materiale da portare a conoscenza dei
lettori, ma soprattutto dobbiamo sperare
che non ci manchi mai il contributo che ci
deve venire da quanti vorranno partecipare
all’impresa e vedere pubblicato su questo
giornale le proprie storie o inviarci qualche
immagine particolare.
INTERVENTI
Dopo il saluto dell’Ammiraglio Paoli questo numero accoglie
con particolare piacere quello di Carlo Rolandi che del
“CSTN” è un appassionato pioniere della prima ora.
Il Presidente onorario della FIV non ha certamente bisogno
della nostra presentazione. Accompagniamo, invece, il suo
intervento con una immagine emblematica della sua lunga e
significativa carriera di brillante timoniere della barca
regina delle Olimpiadi.
Il “Centro”
di Carlo Rolandi
Carissimi Amici,
tutto è iniziato 13 anni fa. L’intuizione di dare vita ad un progetto di “Centro Studi Tradizioni
Nautiche” fu condiviso e sostenuto da un gruppo di amici senza i quali l’impresa non
avrebbe preso corpo. Ci piace ricordare Guido Barbati, che ne assunse la Direzione,
Franco Fronzoni, Mario Mancini, Paolo Rastrelli ed il sottoscritto, i quali ne intesero
immediatamente l’utilità per il mondo velico italiano - e non soltanto velico essendo il
Centro interessato a testimoniare la storia e le tradizioni di tutta la nautica da diporto e
sportiva - creando un archivio aperto al pubblico atto alla conservazione di ogni
documento inerente l’attività nautica. Alla loro intuizione rispose positivamente la Sezione
napoletana della Lega Navale Italiana la quale, tuttora, mette a disposizione la sua
competenza e l’esperienza organizzativa. Oggi, nell’entusiasmo dettato dalle numerose
donazioni pervenute da appassionati del mare e dalla stessa Presidenza Nazionale della
Lega Navale Italiana, desideriamo ripercorrere e rafforzare il cammino intrapreso, non per
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sostare nell’autocompiacimento celebrativo, ma per condividere alcuni eventi che
scandiscono questo importante cammino e mettono a fuoco gli orizzonti verso cui il Centro
si proietta con accresciuta consapevolezza e rinnovata spinta motivazionale.
La realizzazione del Centro, il suo sviluppo e l’attuale realtà si deve essenzialmente a quel
manipolo di “volontari”, tutti di estrazione Lega Navale Sezione di Napoli, che con
entusiasmo ed abnegazione hanno dedicato, e dedicano tuttora, molte ore della loro
esistenza incollati ad un Personal Computer per immagazzinare migliaia e migliaia di dati,
di articoli contenuti negli oltre 10000 volumi e nei 12000 numeri delle principali riviste
specializzate appartenenti a 224 testate nazionali ed estere. A questi “certosini” del Centro
va rivolto il pubblico ringraziamento di quanti oggi possono attingere alla biblioteca
telematica aperta al pubblico e
frequentata
da
studiosi,
appassionati e numerosi studenti
universitari per le tesi di laurea.
Accennavamo innanzi al cammino
intrapreso dall’ormai lontano 1999:
grazie alla concessione del
Demanio Marittimo, il Centro ebbe
a disposizione locali confortevoli
nel “Castel dell’ovo”, uno dei
monumenti più preziosi del
patrimonio napoletano.
Era piacevole frequentare questi
locali che di fatto erano circondati
dal mare essendo il “Castel
dell’Ovo” uno dei pochi castelli
che, poggiando sullo scoglio di
Megaride, sono completamente
immersi nel mare.
Questa splendida ubicazione ebbe
vita non molto lunga perché
quando il Demanio Marittimo
dismise alcune sue dotazioni ed il
“Castel
dell’Ovo”
passò
al
Demanio del Comune di Napoli
questo pensò bene di intimare lo sfratto a tutte le Associazioni culturali e sportive che
occupavano parte del Castello. Riconosciuta l’importanza che il Centro aveva assunto, il
Comune di Napoli mise a sua disposizione alcuni piccoli ed angusti locali di sua proprietà
ubicati nel Centro Storico della città e precisamente in Via Sedile di Porto. Locali poco atti
a sostenere il peso delle librerie contenenti tutti i volumi e le riviste che nel frattempo
avevano arricchito la dotazione del Centro.
Conscia di questa poco idonea sistemazione, la Lega Navale Sezione di Napoli, che aveva
sempre tenuto il Centro sotto la sua ala protettrice, con l’attività personale dei suoi
Presidenti, che nel frattempo si erano succeduti, si è vista assegnare dalla Marina Militare
splendidi locali ubicati nell’ex Arsenale del Molosiglio.
E’ molto recente, risale soltanto al 7 Febbraio 2012, la loro consegna ufficiale al Centro
Studi Tradizioni Nautiche con una cerimonia che ha registrato l’ambita presenza del Capo
di Stato Maggiore M.M. l’Ammiraglio Bruno Branciforte.
Il Presidente della Lega, l’Avv. Alfredo Vaglieco, incontrato giorni orsono, ci comunicava
che il programma dei lavori previsti per l’adattamento dei locali alle necessità del Centro
sta per partire.
Queste le tappe più significative del nostro Centro, ufficialmente riconosciuto anche dalla
Federazione Italiana Vela con delibera consiliare assunta in data 16 Dicembre 2011, fiore
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all’occhiello della Sezione napoletana della Lega Navale Italiana e di tutti quanti gli
appassionati dediti alla cultura del mare. Oltre alla raccolta e conservazione di volumi e
riviste, di dati e di foto, altra tappa importante del Centro è quella raggiunta con la
realizzazione di specifiche pubblicazioni dedicate: all’8 m. S.I. “Italia” vincitore della
regata olimpica di Kiel 1936, all’indimenticabile Tino Straulino, pluricampione olimpico e
mondiale, alla Marina Borbonica del 1860, all’Archeologia subacquea, ed altri, tutti
argomenti di importanza prestigiosa per gli “addetti ai lavori” della nautica.
Chiudiamo rivolgendo al Centro da queste righe l’augurio di un prospero futuro per
l’attività che potrà svolgere nei ridenti, nuovi locali, consoni al prestigio che il Centro
riveste.
Napoli, Ottobre 2012
UNO STRUMENTO ESCLUSIVO NELLA STORIA DELLA NAUTICA
Abbiamo iniziato nel numero precedente del Notiziario l’esame del data
base del CSTN illustrando le procedure per la ricerca dei periodici. In
questo numero ci occuperemo degli articoli contenuti nei periodici
presenti in sede che il CSTN, tra le altre sue attività di ricerca, ha censito
ad oggi: circa 12700 articoli suddivisi in 35 settori d’interesse diversi.
Partendo quindi dalla solita maschera di ricerca nella sezione “cerca
articoli”,
attivando il tasto “per autore” si accede alla successiva schermata.
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Attivando il tasto “cerca” e digitando o direttamente il nominativo dell’autore richiesto o
ricercandolo dall’elenco predisposto dal programma, dopo aver attivato il tasto “esegui”,
il programma metterà a video tutti gli articoli, fino ad oggi censiti, dell’autore richiesto
indicando il settore d’interesse, il nome del periodico, il titolo dell’articolo, l’autore, un
eventuale commento, l’anno, il mese, il numero del periodico, la pagina e sua collocazione
negli scaffali del CSTN.
Inoltre, se la parte a destra della schermata è colorata in giallo e compare la scritta
“lettura”, si indica che l’articolo in oggetto è stato digitalizzato ed è quindi possibile
leggerlo direttamente a video.
Il tasto “per settore” consente di operare la ricerca degli articoli selezionando uno dei 35
settori d’interesse.
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Sulla maschera evidenziata si seleziona nella parte inferiore il settore richiesto, elenchiamo di
seguito i settori :
01 - Arte marinaresca
02 - Barche storiche a vela e motore
03 - Biografie
04 - Canottaggio - Sport nautici vari
05 - Cantieristica: progetti e progettisti
06 - Collezionismo
07 - Coppa America
08 - Dizionari ed Enciclopedie
09 - Ecologia e ambiente marino
10 - Federazioni e Associazioni
11 - Gastronomia
12 - G. di Finanza - G.Costiera - C.di Porto
13 - Lega Navale Italiana
14 - Marina Mercantile: storia - navi mercantili
15 - Marina Militare: storia - navi da guerra
16 - Medicina
17 - Meteorologia e Oceanografia
18 - Modellismo statico e dinamico
19 - Motonautica: gare e regolamenti
20 - Musei Navali
21 - Narrativa
22 - Navigazione
23 - Normative e assicurazioni
24 - Olimpiadi
25 - Pesca e archeologia subacquea
26 - Portolani e guide nautiche
27 - Saloni Nautici
28 - Storia navale e tradizioni nautiche
29 - Vela: didattica
30 - Vela: regate e regolamenti di regata
31 - Vela: classi e loro regolamenti di stazza
32 - Generici: vari
33 - Generici: storia
34 - Generici: economia
35 - Generici: letteratura
--------------------------------------------------RASSEGNA STAMPA
--------------------------------------------------ARCHIVIO FOTOGRAFICO
---------------------------------------------------
Attivando il tasto “varie” si accede alla successiva schermata.
Questa schermata consente di operare la ricerca degli articoli per parole contenute
nel titolo oppure contenute nel commento o selezionando il periodico o selezionando,
del periodico, l’anno, il mese, e il numero progressivo se disponibile.
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RITAGLI DI STORIA
La guerra a Capri: nell’estate del 2012 riemergono reperti bellici
Brevi note a margine di un rinvenimento subacqueo, che ha costituito l’occasione
per rispolverare alcune pagine di storia caprese
di Vasco Fronzoni
Presidente dell’Associazione Sub Capri
L’isola di Capri, situata al centro del Mar Tirreno, per la sua importante posizione strategica è
stata da sempre teatro di rilevanti eventi bellici in ogni epoca storica. Oltre al fatto che fu la
residenza di due imperatori romani (Augusto e Tiberio), che fu sede di frequenti invasioni
barbaresche, basta ricordare che Napoleone Bonaparte volle assolutamente che l’isola, situata
di fronte a Napoli, sul cui trono sedeva il cognato Gioacchino Murat, venisse riconquistata agli
inglesi, che la avevano sottratta alle truppe franco-napoletane nel 1806; la presa di Capri
avvenne così nel 1808 e l’evento fu tanto apprezzato dall’Imperatore, che volle annoverarlo tra
le vittorie napoleoniche incise nell’Arco di Trionfo a Parigi.
L’epoca bellica
Anche durante la seconda guerra mondiale l’isola fu protagonista, trovandosi al centro di due
vasti golfi e costituendo un presidio verso le città di Napoli e di Salerno.
In particolare, l’isola costituì un punto di osservazione privilegiato per l’avvistamento di
convogli e navi e, soprattutto, un avamposto contraereo per gli stormi di velivoli che andavano
a bombardare la terraferma.
Un convoglio di incrociatori italiani transita al largo dei Faraglioni
Come accadde in passato, dove l’isola ospitò in un primo momento diverse torri di
avvistamento (come ad esempio Torre Saracena, Materia, La Guardia, Damecuta) e quindi
fortini e batterie di cannoni a difesa delle coste e dei passaggi litoranei,
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Piante di difesa costiera
anche durante il secondo conflitto mondiale vennero posizionate nel territorio alcune
postazioni di difesa contraerea.
Tra il ’42 ed il ‘43, il terzo e quarto quadrante erano presidiati rispettivamente dalle batterie di
Damecuta (2 cannoni con una gittata superiore ai 20 km) e della Guardia, il primo quadrante
era coperto da quella del Campo sportivo mentre a tutela del secondo vi erano le postazioni
minori di Punta Campetiello, e Marina Piccola, dotate di mitragliatrici Fiat 35 (con gittata di 5
km), posizionate di rinforzo anche a Damecuta e Marina Grande.
Le differenti postazioni operavano in sinergia ed era proprio questo lavoro di squadra che
consentiva di andare a segno.
Difatti, nel pomeriggio dell’11 aprile 1943 da Torre della Guardia la contraerea di Capri
avvista una squadriglia di quadrimotori in avvicinamento a un’altezza di 4.000 metri. Si tratta di
Liberators del 98th. Bomb Group americano decollati dal Nord Africa: bombarderanno Napoli
per oltre un’ora. Prossimi a Capri gli aerei sono costretti a scendere di quota per mettersi in
assetto e sganciare le bombe ed è a questo punto che la batteria sita al Campo sportivo,
comandata dal Capitano della Mvsn Luciano Ballerini, ne colpisce uno sulla coda, che prende
fuoco e si inabissa.
B24 Liberator americano
Bristol Blenheim inglese
Nei cieli capresi si verificarono anche veri e propri duelli aerei: il 10 gennaio del ‘41 un Bristol
Blenheim della Raf viene mitragliato e abbattuto da caccia italiani a poche miglia da Capri; l’11
novembre del ’41, tre caccia italiani (uno dei quali condotto dal sergente pilota Giordano
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Bruno Migliavacca) inseguono, mitragliano ed abbattono un altro Bristol Blenheim al largo di
Punta Carena.
Probabilmente, quest’ultimo è proprio il velivolo che giace in pezzi sotto il Faro di Punta
Carena, su un fondale di circa – 75 metri (ritrovato dall’Associazione Sub Capri).
L’apparecchio che giace sotto il Faro di Punta Carena
Capri è stata inoltre teatro di vere e proprie battaglie navali, come quella caccia del 21 aprile
1943 che portò all’affondamento del Sommergibile HMS Splendid (che giace a -800 metri a Sud
dell’isola) o quella avvenuta nella notte successiva all’armistizio (8/9 settembre ‘43), in cui
fallisce il tentativo dei tedeschi di contrastare il concentramento della flotta anglo-americana
pronta allo sbarco su Salerno. Frotte di aerosiluranti tedesche e nugoli di aerei incrociano nei
mari e sui cieli dell’isola provando ad arginare l’avvicinamento dei convogli alleati, in un
turbinio di boati, scoppi, scie colorate di proiettili traccianti, siluri e cannoni che tuonano. Tra
gli altri, viene abbattuto nella Bocca piccola uno Junker tedesco. Questo velivolo è forse lo
Junker 52, che giace su un fondale di -75 metri tra Capri e Punta Campanella (ritrovato
dall’Associazione Sub Capri).
Uno Junker 52
L’apparecchio della Bocca piccola
L’Associazione Sub Capri
l’Associazione Sub Capri, nata nel 2001, è una consesso ambientalista e di volontariato senza
fini di lucro, costituita da appassionati subacquei, uniti da una comune finalità di solidarietà
sociale, con specifici obiettivi di diffondere la cultura legata al mare, in uno con la tutela e la
valorizzazione dell’ambiente marino e costiero. Le specifiche competenze tecnico-subacquee e
marinaresche, unitamente ai titoli ed ai brevetti posseduti dai soci, consentono loro di svolgere
con professionalità e sicurezza qualsiasi attività in ambito subacqueo. Dall’anno della sua
fondazione, l’Associazione ha dato supporto e collaborazione in molte manifestazioni
pubbliche e private. Ha fornito assistenza in acqua agli allenamenti ed al record del mondo di
immersione in apnea (assetto no limits) di Umberto Pellizzari avvenuto a Capri nel 2001, così
come ai campionati continentali di apnea svoltisi sull’isola negli anni successivi. Ha poi
organizzato periodicamente eventi, quali le pulizie del mare, l’avvicinamento dei bambini
delle scuole isolane al mare ed al mondo sottomarino, concorsi fotografici e di disegno sul
tema marino. Ha poi svolto accertamenti tecnici per la locale Capitaneria di Porto in occasione
di procedimenti giudiziari. E’ intervenuta nella segnalazione di raccoglitori illegali di datteri
ed ha provveduto ad eliminare strumenti di pesca fantasma dai fondali. Si occupa della
sperimentazione di nuove apparecchiature e tecnologie subacquee. Ha svolto per conto della
locale Soprintendenza Archeologica vari interventi e perizie, così come è convenzionata per la
periodica pulizia della Grotta Azzurra; dal 2009 su tale bene museale è partner in un progetto
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di studio e riqualificazione. Ha effettuato diversi recuperi archeologici ed è stata segnalatrice
di consistenze archeologiche in campagne ministeriali di ricerca archeologica. Da sempre, i
soci di Sub Capri si sono battuti per la tutela delle acque isolane e da tempo sono promotori
della realizzazione di una Area Marina Protetta nell’isola di Capri. Tutte le attività, vengono
svolte con grande passione ed in maniera del tutto gratuita.
Estate 2012
Durante alcune delle consuete immersioni di monitoraggio dei fondali isolani condotte
nell’estate 2012 assieme agli amici e soci Mario Vacca, Luciano Catuogno ed Enrico Desiderio,
mi sono imbattuto in due distinte occasioni in alcuni ordigni e cassette di munizioni di epoca
bellica che giacevano su un fondale a circa -15 metri. In entrambi i casi, dopo aver
documentato fotograficamente gli oggetti, abbiamo segnalato il rinvenimento all’Ufficio Locale
Marittimo di Capri.
La Capitaneria di Porto ha immediatamente emanato le ordinanze di interdizione dell’area ed
allertato il nucleo S.D.A.I. (Servizio Difesa Antimezzi Insidiosi) della Marina Militare, come
richiesto dal protocollo interno del Corpo. Questi nuclei di palombari, composti da veri uomini
di mare, schietti e professionali, hanno varie mansioni, occupandosi della difesa delle opere
portuali contro attacchi di mezzi insidiosi, della bonifica degli ordigni esplosivi nelle acquee
nazionali, di lavori subacquei in prossimità delle carene delle unità militari. I nuclei S.D.A.I.
concorrono inoltre, qualora necessario, alle operazioni di salvataggio del personale dei
sommergibili sinistrati. Le sedi sono La Spezia, Taranto, Augusta, Ancona, Cagliari e La
Maddalena. I nuclei hanno inoltre in dotazione camere iperbariche e pertanto forniscono
supporto al servizio sanitario nazionale per la cura delle malattie da decompressione e delle
altre patologie per le quali è richiesta la somministrazione di ossigeno puro.
Ogni anno i nuclei S.D.A.I. della Marina Militare intervengono a seguito di centinaia di
segnalazioni di ritrovamento di ordigni bellici, perlopiù proiettili inesplosi, lungo le coste
italiane. Far brillare gli ordigni della guerra è molto importante, oltre che per la sicurezza della
vita in mare, anche per questioni di ordine pubblico e prevenzione generale, in quanto
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vengono così sottratti alla criminalità organizzata possibili fonti di rifornimento di esplosivo. In
passato, infatti, le organizzazioni criminali hanno utilizzato il materiale rinvenuto proprio nei
residuati bellici sommersi per confezionare ordigni artigianali da utilizzare negli attentati.
particolari delle operazioni compiute a Capri
…e dei protagonisti
Le operazioni a Capri sono avvenute secondo uno schema semplice ma essenziale:
sopralluogo con noi segnalatori e verifica degli oggetti, messa in sicurezza, trasporto in alto
fondale e brillamento.
le sequenze del brillamento a 2 miglia dalla costa
Gli operatori del nucleo S.D.A.I. hanno confermato che gli ordigni segnalati erano proiettili di
artiglieria contraerea inesplosi con alcune cassette di munizioni, dotati ancora di una elevata
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potenzialità offensiva; una traccia concreta ed attuale di quando, neanche una generazione fa,
quei luoghi furono teatro di tragici eventi bellici.
Nota bibliografica e web.
G. Aprea, Il Natale 1943 a Capri, in l’Isola, 6/2003.
R. Ciuni, Stelle e strisce sui Faraglioni, La Conchiglia, 2005.
R. de Angelis Bertolotti, Capri, dal Regno d’Italia agli anni del Fascismo, Editoriale scientifica, 2001.
M. Leone de Andreis, Capri 1939, In-edit-a, 2002.
M. Leone de Andreis, Capri 1943. C’era una volta la guerra, La Conchiglia, 2007.
www.alieuomini.it/pagine/dettaglio/bollettini_di_guerra
http://www.marina.difesa.it/uominimezzi/corpispeciali/subinc/ilgos/gruperativo/Pagine/sdai.aspx
LAVORI IN CORSO.
Segreteria
Dopo quattordici lunghi anni di vita del CSTN, la segreteria ha accumulato un consistente
quantitativo di documentazione, corrispondenza, pratiche, etc. Si avvertiva, quindi, la
necessità di dare una riorganizzazione informatica a tutto questo materiale. Aurora Grignani,
che da tempo collabora con il CSTN, si è resa disponibile per tale lavoro e lo sta portando
avanti con continuità.
La catalogazione di tutta la documentazione, realizzata in “fascicoli” prevede sia una raccolta di
dati relativi ai donatori, ai finanziamenti ottenuti….ed altri dati di argomenti di interesse più
generale che possono a loro volta essere utilizzate quali elementi statistici e per ulteriori
ricerche.
*
Laboratorio modellismo
Con riferimento alla costruzione in corso del modello dell’8 metri S.I. “ITALIA” vincitore dell’Oro
olimpico nel 1936, Maurizio Elvetico ha preparato per il “Notiziario” un’interessante
presentazione sulle caratteristiche della Classe che nella storia della Vela agonistica è stata la più
grande e prestigiosa della prima metà del XX secolo.
LA BARCA ITALIA ESPONENTE DELLA CLASSE 8 M S.I. di Maurizio Elvetico
L' 8 metri Stazza Internazionale era una delle classi di regata appartenenti alla cosiddetta
Regola Internazionale metrica, nata nel 1907,
allo scopo di uniformare le norme di
partecipazione alle gare veliche, fino ad allora diverse da paese a paese e spesso con
valutazioni soggettive causa di continue proteste. Nacque quindi, con l'adesione di 11 nazioni,
l' IYRU (International Yacht Racing Union corrispondente all'attuale ISAF) quale autorità
internazionale nell'organizzazione e regolamentazione delle competizioni veliche. Il nuovo
organismo ratificò un regolamento di stazza che impiegava, per la prima volta, un rating
lineare, il metro.
In precedenza e fin dai primi anni del 1830, quando il crescente interesse per le regate impose
metodi per compensare le differenze di velocità esistenti tra i vari scafi in competizione, si
adottarono metodi di misura derivati dalle misure di stazza (tonnage in inglese) delle navi
mercantili a vela, associando a tali misure giudizi spesso soggettivi per coprire tutte quelle
lacune conseguenti a una valutazione, in pratica impossibile, dei volumi con le sole dimensioni
principali dello scafo.
La misura (rating) della stazza di regata era espressa nella stessa unità di misura della stazza
mercantile, in tonnellate (tons) che non è una unità di misura di peso bensì di volume. Infatti
tons deriva dal termine nordico tun, barile che indicava in origine la misura di un volume di un
barile che poteva contenere 252 litri di vino.
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Gli abbuoni o compensi (handicap) che si assegnavano ai concorrenti erano ricavati da
formule di calcolo semplici che utilizzavano le dimensioni dello scafo e poche erano le regole
aggiunte. Inoltre ogni paese aveva i propri regolamenti di regata.
La semplicità delle formule e le capacità dei progettisti di ricercare i vantaggi nel calcolo della
stazza, piuttosto che ricercare un reale miglioramento delle prestazioni diede origine a tutta
una serie di scafi per nulla marini.
Così di formula in formula si arrivò alla costituzione di un regolamento che oltre ad essere
valido per più nazioni tenesse conto, in qualche misura, delle capacità dell'imbarcazione di
tenere il mare. Proposta dallo Yacht Racing Association (YRA) la nuova valutazione del rating
teneva finalmente conto del contorno dello scafo che, in un certo senso premiava una certa
capacità marina (stabilità di forma) e, per distinguere il nuovo metodo dai precedenti, l'unità di
misura divenne il metro.
Nel tempo anche tale regolamento internazionale subì variazioni. Furono emanati in totale tre
regolamenti internazionali: il primo regolamento dal 1907 al 1920; il secondo dal 1920 al 1933;
il terzo e ultimo regolamento dal 1933 al 1939.
La successione dei regolamenti fu richiesta per migliorare il comportamento degli scafi,
cercando di conciliare velocità e capacità di tenere il mare. Dalla 2° regola scomparve l'armo
aurico per far posto a quello Marconi, fece la comparsa il genoa (proprio su un 8 m), la
cantieristica ebbe un notevole impulso costruendo numerose imbarcazioni.
Parlando specificamente degli 8 m, come è noto queste barche non sono lunghe 8 metri e non
sono monotipi. Il loro progetto doveva obbedire, come già detto, a precise formule algebriche
la cui risultante è il numero “8”.
Si riporta appresso il dettaglio di calcolo per la barca Italia che essendo stata costruita nel 1936
doveva rispondere alla terza regola.
La formula corrispondente era la seguente:
R (metri) =
L+ 2d+ √ S −F
2.37
nella tabella i dati e i valori calcolati
lungh gallegg.
larghezza
bordo libero
catena
contorno
sup. velica
L
B
F
Gc
Gs
Sa
Gs-Gc
d
rating (3 regola)
1933–1939
9,25 m
2,59 m
0,72 m
6m
6,6 m
77 mq
0,6
7,81 m
Bordo libero, contorno e catena della sezione trasversale sono misurati in corrispondenza di
una sezione posta al 55% della linea di galleggiamento a partire dalla prua
Per una maggiore comprensione si riporta uno schema delle misure
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L'avvento della seconda guerra mondiale impose un improvviso arresto delle gare veliche.
Occorrerà attendere gli anni cinquanta per rivedere gareggiare questi scafi, soprattutto nel
golfo di Napoli, in competizioni organizzate tra circoli locali.
Nel 1969 fece la comparsa un nuovo regolamento internazionale, lo IOR (International Offshore
Rule) che teneva conto di tutta una serie di elementi capaci di produrre velocità, da quelli
geometrici, costruttivi a quelli tecnologici e il cui rating era espresso in piedi. Poi nel 1979 ci fu
la tragedia del Fastnet, che mise in discussione le regole applicate e comparve l'IMS.
Classi metriche
Nel periodo di impiego delle regole metriche furono costituite numerose classi di cui le più
popolari sono state le classi 6; 8 e 12 m. In particolare la classe 12 m, già dall'anno successivo
alla prima regola, fu scelta per le olimpiadi del 1908, 1912 e 1920, ma è più nota per essere
stata la classe di riferimento della Coppa America dal 1958 al 1987. L'8 metri è stata la classe
olimpica più grande e prestigiosa dal 1908 al 1936, quest'ultima edizione vinta dall'Italia con
l'omonima barca.
Il 6 m è stata la classe internazionale più diffusa partecipando alle olimpiadi dal 1908 al 1948.
Informazioni tecniche
Come tutte le regole di regata anche la stazza metrica non si limita alla sola determinazione
del rating secondo apposite formule, ma detta ulteriori prescrizioni e/o restrizioni. In
particolare imponeva severe regole di costruzione, quelle che hanno permesso la
conservazione di un numero notevole di imbarcazioni; un baglio minimo pari alla classe
espressa in piedi (un 8 m doveva avere una larghezza massima non inferiore a 8 piedi = 2,44
m); un dislocamento minimo; un'altezza del centro velico in percentuale dell'altezza
complessiva; regole sul sormonto della vela di prua, ecc.
Curiosità e osservazioni:
• Fino al 1834 gli abbuoni erano espressi in distanze, successivamnte furono applicati
abbuoni di tempo.
• nel cambio dalla prima alla seconda regola della classe metrica internazionale, alle
olimpiadi di Anversa (1920) si decise di far gareggiare vecchie e nuove imbarcazioni;
• ad oggi esiste ancora una classe metrica da regata è la 2,4 mR per 1 solo membro di
equipaggio, partecipante ai giochi paralimpici che, per le sue caratteristiche non
richiede il bilanciamento dello scafo per il controllo della stabilità
• gli 8 m SI hanno avuto tra i loro skipper la prima donna Madame Virginie Hériot,
vincitrice di numerosi premi tra cui l'oro olimpico del 1928.
• prima delle classi metriche (Metric Rules) esistevano metodi di valutazione di
derivazione mercantile (Tonnage Rules). Nella nostra lingua tonnage è equivalente di
stazza. Tonnage e tons spariscono con l'entrata delle metric rules. Nella dicitura inglese
originaria si trova scritto 8mR che in italiano diviene 8m S.I.
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Ricerche effettuate presso il CSTN
Ha iniziato a frequentare il CSTN per svolgere delle ricerche per la sua tesi di laurea Emanuela
Finiello iscritta al corso di Scienze del Turismo ad indirizzo manageriale dell’Università
Federico II di Napoli. Docente di riferimento è la professoressa Annunziata Berrino già
frequentatrice della nostra struttura.
DONAZIONI
Anche nel mese di ottobre non sono mancate le donazioni al CSTN, indispensabili per
accrescere la consistenza dei nostri archivi.
In segno di stima e di gratitudine elenchiamo i nominativi donatori e perché possano essere
di stimolo a tutti coloro che vorranno aggiungersi alla lista dando così anche nuova vita a
materiale dimenticato, abbandonato spesso destinato alla distruzione..
L’ing. Aldo Valenzuela, noto velista napoletano, ha donato al CSTN la sua raccolta di riviste,
enciclopedia della vela (5 raccoglitori + 10 videocassette) e 26 volumi di vari argomenti
marinari.
Maurizio Elvetico ha donato uno scanner e una copia del suo “Dizionario” fresco di stampa.
Ciro Altiero e Antonio Formicola ci hanno fatto avere una copia del libro da loro curato sulla
storia del “Capitano Angelo Della Gatta – Direttore di macchina”. .
Al 31 ottobre 2012 la consistenza della biblioteca del CSTN è di:
- 11.135 volumi catalogati (6150 presenti in sede e 4985 del “catalogo collettivo” presso terzi)
- 11.736 periodici di 115 testate nazionali ed estere..
IL CSTN RACCOGLIE, ARCHIVIA E CUSTODISCE OGNI TIPO DI DOCUMENTAZIONE, DEL PASSATO E
DEL PRESENTE, CHE ABBIA ATTINENZA A QUALUNQUE TITOLO CON IL PIANETA MARE.
VOLUMI, GIORNALI, PERIODICI, PUBBLICAZIONI, FOTOGRAFIE, VIDEO, OGGETTISTICA, MODELLI
NAVALI, ETC….VENGONO RITIRATI A CURA DEL CSTN IN TUTTA ITALIA E UNA VOLTA CATALOGATI,
RESI DISPONIBILI PER LA CONSULTAZIONE PRESSO LA PROPRIA SEDE.
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CORREVA L’ANNO….
Avvenimenti, curiosità, personaggi ed immagini di anni passati così come sono stati pubblicati sulla
rivista della Lega Navale la cui preziosa ed unica raccolta completa si trova presso il CSTN.
…1894
Il caso dello “Scutolo”
Mercoledì scorso è giunto a Napoli il brigantino
a palo Scutolo che fu assalito dai pirati sulle coste
d’Africa.
Lo
Scutolo
è
del
compartimento
di
Castellammare della portata di 460 tonnellate.
Armatore è il signore Raffaele Lauro, di Meta di
Sorrento; capitano il sig. Francesco Starita,
secondo il sig. Vincenzo Maresca, amendue di
Meta.
L’equipaggio è di sole dieci persone.
Partito da Filadelfia carico di 19502 cassette di petrolio e diretto a Napoli, giunto sulle
coste dell’Africa e propriamente a ponente di Morro Nuovo, il giorno 25 ottobre, fu
assalito e svaligiato dai pirati.
Verso le ore 10 di quel giorno, il capitano che stava a poppa, vide avvicinarsi una
imbarcazione a sei remi con un equipaggio di 13 persone.
Erano dei marrocchini, armati di fucile Remington, i quali a circa cento metri dal
brigantino, spararono vari colpi contro il suo equipaggio.
La scarica sorprese i nostri marinai, che erano senz’armi e quindi nella impossibilità di
difendersi.
Il capitano, contro cui furono diretti parecchi colpi, considerando che col mare calmo,
senza un alito di vento non poteva sfuggire ai predatori, raccomandò alla sua ciurma la
calma e si affrettò a ricevere i marrocchini nella migliore maniera.
Una volta a bordo, i marrocchini pretendevano che il capitano avesse fatto approdare il
brigantino. E poiché senza vento non era possibile approdare, dettero addosso al sig.
Starita.
E cominciarono a fare man bassa di quanto si trovava a bordo: così rubarono mille lire
in denaro, tutti gl’istrumenti di bordo, gli oggetti di oro e gli abiti dell’equipaggio, nonché
le provviste, circa mille cassette di petrolio e due lance a remi.
Giunto il brigantino più verso terra, sopraggiunsero altre tre imbarcazioni a remi con
circa 63 marrocchini, che unitisi ai primi finirono la spoliazione.
Per vuotare il brigantino, del suo carico i pirati, diffidenti gli uni degli altri,
procedevano ad intervalli a trasportare tutti insieme le merci a terra. In uno di questi
intervalli, approfittando che s’era levato un po’ di vento, il capitano Starita secondato con
molta diligenza dall’equipaggio fece alzare le vele e potè sfuggire dagli artigli dei suoi
depredatori.
A bordo non era rimasto che un sacco di pane, il quale bastò pel sostentamento fino ad
Almeria, dove giunto lo Scutolo fu fatto rapporto al Console italiano.
Lo Scutolo ha subito un danno di circa 30mila lire,
Si attendono i risultati delle pratiche intraprese dal nostro Governo per il risarcimento
dei danni.
(dalla rivista “Italia Marinara” del 16 dicembre 1894)
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LE FOTO RACCONTANO…
Pionieri della vela
Il cutter “Violante”, progetto di Luigi Oneto, costruzione di Agostino Briasco, varato a
Sampierdarena il 23 febbraio 1875. Lungo m. 11,50, largo m. 3,50, immersione m. 2,50,
tonnellate 12,5. Si può considerare la prima imbarcazione da diporto costruita in Italia.
Il capitano Enrico Alberto D’Albertis nato a Voltri il 24 marzo
1846 imbarcato giovanissimo prima su corazzate e poi su navi
della Regia Marina, sceglie la marina mercantile e su un tre
alberi da 500 tonnellate colleziona anni di navigazione.
Nel 1875 realizza il sogno di possedere un cutter il “Violante”
con il quale compie crociere nel Mediterraneo.
Nel 1879 è tra i fondatori del Regio Yacht Club Italiano.
Coraggioso ed erudito navigatore è il primo a praticare il
grande diporto velico in Italia.
Nel 1882 fa costruire il Corsaro e compie traversate
oceaniche rimaste famose nella storia dello yachting da
crociera.
Muore a Genova il 3 marzo 1932. lascia alla Città il suo
castello-museo di Montegalletto con i cimeli raccolti nei suoi
viaggi avventurosi,
(da “Genoa Jib - Cento anni di vela in Italia” di Carlo Tagliafico e Tino B. Delfino,
edizione. Marietti, 1988, pag. 309)
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La fortuna iconografica dei Pirati
di Leopoldo Sorrentino
Navigando in Internet alla ricerca di immagini sui pirati, per corredare le mie raccolte o
semplicemente per trarre spunto per i miei disegni da inserire nei testi in merito, ho scoperto
che il tema della rappresentazione dei personaggi della pirateria antica, reali o immaginari,
non hanno solo riempito per secoli innumerevoli pagine di libri di narrativa sull’argomento e
ispirato una lunga sequela di film, ma hanno trovato impiego anche in marche di prodotti d’uso
quotidiano. Da ragazzo, nella seconda metà degli anni ’50, ricordo che compravo spesso delle
tavolette di cioccolato che riportavano sull’involucro le immagini di fantasia di Francis Drake,
Capitan Blood Barbanera, Capitan Kidd e tanti altri, ed io ne facevo collezione. Nello stesso
periodo c’erano in commercio le figurine da gioco, i così detti “ritrattielli” (chi non li ricorda?)
con le immagini dei pirati e delle loro gesta, assieme a scene di vita quotidiana. Queste
figurine venivano pubblicate dalle case editrici Cicogna e Nannina, con il fondo blu o rosso,
con le didascalie d’avanti o senza. Ho scoperto inoltre che non era una novità italiana ma anche
all’estero era diffusa questa rappresentazione, dalla Francia all’America del Nord, per tutto il
XIX° ed il XX° secolo possiamo trovare immagini di pirati e corsari famosi su coperchi di lucido
da scarpe, sugli involucri di sigarette o sui coperchi di portasigarette, sulle etichette di
chewing gum come quelle della “Sea Raider” del 1933 e della “Leaf” del 1948, sulle etichette
dei liquori etc. Nei passati anni ’70 assieme ai barattoli di “Ciao Crem” della STAR, venivano
regalate le figurine del Corsaro Nero e il poster per la raccolta. Per dirla come scrisse tempo fa
un giornalista: come sarebbe stato il mondo senza i pirati?
Leopoldo Sorrentino
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LIBRI IN VETRINA…..(raccomandati)
NAVIGARE
Dizionario Enciclopedico della Nautica
Autore Maurizio Elvetico
Editore Nutrimenti, Roma 2012, pag. 512
Prezzo € 39.
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“Quante volte da appassionati di argomenti di
mare ci siamo trovati davanti a un termine
sconosciuto e incomprensibile?”
Innumerevoli termini, tradizionali e moderni,
sono stati raccolti in questo volume da Maurizio
Elvetico In lunghi anni di paziente lavoro.
L’autore,
ingegnere
professionalmente
impegnato nel settore navale, è un attivo
collaboratore del CSTN in qualità di ricercatore
di storia marinaresca e appassionato di
modellismo.
Il volume, scritto in maniera piacevole e
graficamente accattivante, contiene per ciascun
termine una dettagliata descrizione con relativa
parte illustrata.
Un testo che non può mancare nella libreria
degli amanti delle cose di mare.
Per gli amici del CSTN e per i soci della Lega Navale Italiana è possibile acquistare il
volume on-line con lo sconto del 25% (€ 29,25 invece di € 39) inviando un email alla casa
Editrice “Nutrimenti”: [email protected]
PER COLLABORARE CON IL “NOTIZIARIO CSTN” INVIARE SCRITTI,
RACCONTI, NOTIZIE, CURIOSITÀ, FOTOGRAFIE E QUANTO ALTRO
D’INTERESSE GENERALE A: [email protected]
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