COMUNICATO STAMPA Attesa una crescita dei clienti di tutta
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COMUNICATO STAMPA Attesa una crescita dei clienti di tutta
COMUNICATO STAMPA Banche: ABI, 15% dei clienti europei pronto a comprare servizi finanziari retail oltre confine Attesa una crescita dei clienti di tutta Europa che acquistano prodotti finanziari fuori dai confini nazionali. Un quadro normativo europeo più definito e internet, le chiavi della crescita. Zadra: “La frammentazione europea penalizza anche lo sviluppo dei mercati nazionali”. Il punto della situazione nel Rapporto dell’Osservatorio Ebr. Acquistare prodotti finanziari in altri paesi dell’Unione Europea e scegliere soluzioni di investimento o risparmio del proprio denaro anche oltre confine? Ad oggi solo l’1% dei cittadini europei ha acquistato prodotti finanziari in un altro Paese dell’UE, mentre per i beni e i servizi non finanziari la percentuale di chi ha effettuato acquisti fuori dai confini nazionali sale al 25%. L’integrazione europea del mercato dei servizi finanziari al dettaglio, dunque, è ancora lontana e “questa frammentazione – ha sottolineato il direttore generale dell’ABI Giuseppe Zadra – ha ripercussioni negative e penalizzanti anche per lo sviluppo, in chiave europea appunto, dei singoli settori finanziari nazionali, tra cui quello italiano”. Ma la fornitura di servizi finanziari a livello cross-border dovrebbe intensificarsi nel medio-lungo termine grazie ad un quadro normativo europeo più definito e alla maggiore diffusione dell’e-banking. Il 15% dei clienti europei dichiara di essere già pronto a acquistare prodotti finanziari a livello cross-border. Il punto della situazione è stato fatto oggi a Milano, nel corso del Forum dell’Osservatorio European Banking Report, la think tank ABI sui mercati finanziari europei, dedicato al tema “L’integrazione del mercato bancario retail in Europa: opportunità e sfide”. Tra i fattori traina nti della crescita attesa, la diffusione dell’internet banking (nel 2006 sono stati 93 milioni i clienti europei attivi su questo canale) e le misure di regolamentazione in corso di realizzazione a livello europeo che dovrebbero rendere più agevoli gli acquisti oltre confine e favorire l’integrazione. Un altro fattore importante sarà il tentativo da parte di molte banche di cercare all’estero le opportunità di crescita di cui difetta il mercato domestico, sia per l’alto livello di concentrazione in alcuni mercati retail (in media in Francia, Germania, Italia e Spagna i primi 5 gruppi bancari detengono circa il 50% dei prestiti domestici), sia per la ridotta contendibilità di altri sistemi bancari, come quello austriaco o tedesco dove, rispettivamente, il 46% e il 60% del capitale non è contendibile a causa della diffusione di banche pubbliche e cooperative. Il mercato italiano a confronto con l’Europa “Il settore bancario italiano – ha detto Zadra – negli ultimi anni è cresciuto molto in fatto di competitività e concorrenza e può affrontare con successo la sfida dei mercati internazionali, anche grazie alla nuova fase di aggregazioni. Deve però continuare a lavorare per raggiungere i mercati più avanzati d’Europa in termini di dimensione del business e redditività”. Secondo i dati EBR, infatti, i mercati finanziari retail francese, tedesco, spagnolo e inglese risultano 1,5 volte più grandi di quello italiano. A questa situazione contribuiscono numerosi fattori ambientali esogeni all’industria finanziaria. Il mercato italiano è caratterizzato da un inferiore livello di bancarizzazione rispetto ai concorrenti (il numero di conti correnti per abitante è pari al 50% di quello medio in Europa) e da una maggiore capillarità della rete distributiva a causa della minore diffusione dei canali alternativi allo sportello (55 sportelli ogni 100mila abitanti contro i 47 medi di Francia, Olanda, Spagna, Inghilterra e Germania). Ne deriva un maggiore flusso di costi fissi da ripartire su un numero di clienti inferiore. Scenario aggravato dal maggior uso del contante tipico dei consumatori italiani che implica ulteriori costi. Le differenze in termini di costo del lavoro e fiscalità rappresentano, infine, ulteriori fattori che discriminano la competitività tra le banche europee. Sugli intermediari italiani, in particolare, pesa una fiscalità effettiva pari al 31,7% contro il 25,6% medio di Francia, Germania, Spagna e UK e un costo del Pagina 1 di 2 lavoro unitario superiore per circa il 20%, se misurato a parità di potere di acquisto, a quello dei gruppi regionali dei quattro principali mercati concorrenti. La conseguenza della combinazione di tutti questi fattori è una redditività dei principali gruppi bancari italiani inferiore di circa il 30% alla media Europea e pari, alla fine del 2006, al 14,7% se espressa in termini di Return On Equity. “In un contesto – ha concluso Zadra – caratterizzato da una maggiore mobilità della clientela, l’efficienza degli intermediari, la trasparenza delle condizioni contrattuali e, in ultima analisi, la fiducia dei clienti sono elementi cruciali per assicurare la sostenibilità e la competitività del sistema bancario e finanziario. Educazione finanziaria e fiducia verso le istituzioni ed il mercato sono, dunque, fattori determinanti nella diffusione degli strumenti finanziari presso il pubblico. Quanto alle banche, invece, la crescita della propria credibilità passa sempre più attraverso la fornitura di informazioni chiare e tempestive. Infine, occorre definire un quadro giuridico uniforme volto ad assicurare una parità di trattamento tra tutti i potenziali partecipanti al mercato, a prescindere dal paese e dal settore industriale di origine”. Milano, 13 luglio 2007 Pagina 2 di 2