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•••••WSiZ^Hi Direzione e redazione: Via Vittorio Veneto 7 - 40055 Villanova di m5WVV^X5l Castenaso (Bologna) telet. (051) 78.15.66 - telex 222026 ROMBO I^JB IJkTAiDI^W segret. informazioni telef. (051) 78.16.44. •23SVIE"JU Case!la Postale 1681 - 40100 BOLOGNA A.D. (5ai!ubrjfer3BHÉP Redazione milanese, amministrazione, pubblicità: C. so Italia, 15 20122 MILANO - centralino tei. (02) 8531 - tlx 340089 FINEDI Anno 6 n. 31 (276) - 29 luglio 1986 - Spedizione in abbonamento gr. li/70 direttore responsabile La F.1 è ormai diventata una partita a scacchi. Non tanto per le alchimie tecnicoregolamentari e di furberia cui è costretta a ispirarsi, quanto per i sofismi che genera, sia sul piano umano, leggi complessi equilibri di persone (sponsor, piloti, tecnici, manager) e meccanici (supermotorì e consumi) che - tutti insieme - portano ai patetici finali come quello rinnovatosi a Hockenheim, dove è stato veramente penoso assistere a quell'ultimo giro con vetture scìabordanti e arrivate sfrenate (per non ricorrere alla scalata di marce, «pericolosa- per le ultime gocce di carburante) o con il campione del mondo d'automobilismo tornato bambino quasi a usare i ...pedali per spingere la sua vettura ammutolita. I! tutto condito nello sconcertante rovesciamento di situazioni. Con un campione neo top come Mansell, ridotto a ruolo di comparsa, nel primo Gran Premio disputato dopo il blitz a Maranello, che sembra avergli propinato il suo fluido negativo. Invece il già mortificato Piquet gli poteva lisciare facile i... baffi insieme a quelli del Keke 'del Gran Ritiro- (cui ha impedito la consolazione di un addio Jn bellezza!). Solo la Ferrari non cambia. È il vero scacco matto al Re della stagione. Il cavallino è caduto a terra, che più in basso non si può. Un'annata, una macchina, fanti uomini da buttare! Nemmeno... Berlusconi potrebbe metterci riparo. Solo... prestare gli elicotteri, come dice il portiere della Juve Tacconi (per scappare più in fretta dai...luoghi del delitto). Caro ROMBO (quasi rinviato) Taccuino del direttore pag. Biglietti per Monza pag. 65 Novità produzione BMW, Peugeot pag. 66-68 ultimo minuto corse 2. F.3 Pergusa e altra velocità pag. Rally della Lana, slalom ecc. pag. Korting pag. Moto: separati in casa e gare pag. Motonautica pag. 69-71 72-77 78-79 80-85 88-89 MIXER Corrispondenze dall'Italia: Anna Bacchi (Roma), Gian Luca Bacchi Modena (Parma), Gianfranco Berteli («resela), Maurizio Bevilacqua (Verona), Toni Campanale (Bari), Silvano Chiesa (Genova), Onofrio Colabella (Ferrara), Mario Colelli (Brindisi), Antonio Colomba (Roma), Nedo Coppini (Prato), Anno Moria Chiariello (Napoli), Franco Cucca (Nuora), Riccardo Rossi Ferrini (Firenze), Giorgio Gianuzzi (Asti), Sergio Gradare (Ancona), Ezio Grandi (Bergamo), Nuccio Marino (Slracusa), Gianfranco Mavaro (Palermo), Nicola Marezzo (Coienza), Lazzareno Mini (Balzano), Carlo Morandini (Udine), Gabriele Mutti (Sanremo), Gino Papale (Caserta), Alessandro Patrizi (Livorno), Pasquale Petrilli (Roma), liario Piano (Astl), Sondro Pizzigati (Bologna), Giorgio Rossetto (Torino), Leonardo Todisco Grande (Arezzo), Jader Zoffoli (Cese- .. redattore capo %&& LA REDAZIONE: redazione Bologna: na). • Servizio fotografico: AHualfoto, Bishop, Condor Camera, Coppini, Ferrari. 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Angeles Pujol Goma (Spagna), Andre Queiroz (Brasile), Renée Rogers (USA), Joe Saward (Gran Bretagna), Thomas Voigt (Germania Ovest), Keiko Yamauchi (Giappone). . „ Km Eugenio Zighotto f inviato speciale: collaboratori redazionali F.1 e «politica- sportiva: Bonaventura Franco Velocità e rallies: Marco Ragazzoni Dario Converso Fernando Petronilho Varia attualità: Marco Guidetti Sandra Pizzigati Aldo Seregni Tecnica, Industria, prove: Paolo D'Alessio Disegnatori d'attualità: di tecnica: Giorgio Serra Sergio Baratto Paolo D'Alessio Ada Giovannini, Mario Fiumi. Franco Scandinaro. collaborano alle rubriche Aviazione e spazio: • Staff aggiunto di redazione Motonautica: Coordinamento e P.R.: Marina Sacchetti Traduzioni: Annalisa Bonaretti Comunicazioni computer: Rossella Garotalo Archivio e servizi: Paolo Pelati Segretaria Direzione: Pino vecchi Medicina sportiva: Video e hi-fi car: pag. Marco Tavasani Bruno Boglioni Carlo Nicolini prof. 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Irritato e desideroso di far vedere che lui non è inferiore a nessuno anche se smette. Keke è poi caduto nella trappola di quell'elastico che il brasiliano allungava o accorciava a suo piacere a seconda che i distacchi li dovesse recuperare (dopo i due cambi gomme) o li dovesse gestire. Correndo quindi secondo il ritmo di Piquet e non secondo quello suggeritogli dal suo computer di bordo. Rosberg ancora una volta ha finito per dimostrarsi la «cicala» che tutti conosciamo. E di poca consolazione deve essergli sembrato il fatto che anche il suo compagno Prosi è caduto nella stessa trappola, anche se per il francese la beffa del carburante finito è stata più amara visto che gli è successo praticamente a cento metri dal traguardo. In ogni caso per una vera risata, Piquet più che sotto i baffi di Rosberg - nei riguardi del quale c'era in fondo solo da ristabilire la questione della supremazia tecnica, messa in forse dalle prestazioni dei motori Porsche in prova, terreno che notoriamente non è il loro preferito - è andato sotto i baffi del compagno di squadra Mansell. Nigel era arrivato in Germania non solo come leader della classifica mondiale, ma anche con l'idea di essere davvero il migliore pilota del mondo. Illusione che - poveretto - in un certo senso avevano contribuito ad alimentargli anche le folli offerte degli ultimi giorni da parte della Ferrari e della McLaren. Ma. come aveva freddamente anticipato al sabato Patrick Head prendendo la parola dai giapponesi che annunciavano il sodalizio con la Williams anche per il 1987, «Manali nt'gli itllimi giorni ha fallo un paio dì cose che non andavano proprio bene». La prima - è ovvio - era stata il viaggio a Maranello. La seconda pare di capire sia stata invece non dire subito si ai tre milioni di dollari che con sacrificio, perché li paga lei direttamente, la Williams era disposta ad offrirgli per metterlo nel 1987 da campione del mondo sullo stesso piano economico di Nelson Piquet. I successivi tentennamenti e rilanci di Mansell devono aver fatto saltare la mosca al na- .^_^__ e r 3 VALVOLI •^ f • i^ •••§ ^ff ! motodromo Piquet posso e stacca Rosberg senza appello 8 ROMBO ^i^^ ^^^» .^" ringrazia HEAD per la trappola a MANSELL so ai suoi datori di lavoro, che devono aver detto: «D'accordo che i! ragazzo è inglese come noi, ma è anche un bell'ingrato, e adesso inerita una lezione». Così la trappola dfHead ai danni di Mansell è puntualmente scattata con quella proposta di un assetto da gara differente da quello di Piquet. Ovviamente Nigel non aveva dubbi sui suggerimenti del tecnico, che nemmeno un mese fa al Castellet gli aveva dimostrato di essere tutto dalla sua parte consigliandogli la mossa vincente proprio nel differire dalle scelte del brasiliano. Ma sulle chicane di Hockenheim gli alettoni scarichi e il conseguente sottosterzo hanno mandato in cantina le ambizioni dell'inglese, che ha subito capito come alla Williams, a scegliere. è sempre il box. Per Ferrari, che lo ha visto superare anche da Alboreto. pochi secondi prima che la coppia conica in frantumi costringesse il milanese al ritiro, deve essere stata una stretta al cuore vedere che il pilota così precipitosamente promosso a «salvatore della patria» ferrarista, in fondo è solo e sempre un onesto «lavoratore del volante» e non certo un talento da considerare in coltraltare ai vari Senna. Prosi e Piquet. Semprechè, invece, la storia non sia la solita, ovvero che appena Ferrari mette gli occhi su un pilota c'è una specie di nemesi, per cui anche un campione sembra un brocco. Polemiche di fondo a parte il G.P. Germania non ha spostato di un ago lo scenario della F. I 1986, riproponendoci le solite cose trite e ritrite che conoscevamo da tempo. Primo :la Williams e il suo motore Honda sono di un altro pianeta. Secondo: lo spettacolo con la «F. Consumi», non appena si deve tenere a lungo il piede premuto a fondo sull' acceleratore, perde ogni validità. E purtroppo non è solo la noia a prevalere negli spettatori. Visto che di fronte a scene come quelle di Prost costretto anche al tentativo di scendere e spingere la sua monoposto nella speranza (inutile perché vietata dal regolamento) di farle così tagliare egualmente il traguardo, o di Senna e Piquet a fare Io shimmy in mezzo alla pista per pescare dai serbatoi anche le ultime gocce del carburante. 1' unico sentimento logico appare l'indignazione. Cerii) non contro i piloti ma contro i «ciechi» che hanno varato un regolamento del genere e che ottusamente fanno finta di non vederne i controsensi e non fanno niente per cambiare. Infine, terzo appunto sui solili toni: la Ferrari non fa un passo avanti. Perché anche ad Hockenheim si è visto che, tra il passo corto della vettura modificata e il passo lungo della versione conosciuta della F.l/86, T unico risultato che ne e venuto fuori è stato il «passo terEugenio Zigliotro fotocolor PHOTO 4 ROMBO 9 A destra, il boss della Honda, Sakurai, legge l'attesissimo comunicato riguardante i programmi prossimi venturi del colosso giapponese. La presenza, accanto a lui, degli uomini Williams e Lotus non è casuale.... Sotto, prima del ritiro per rottura del differenziale Albereto ad Hockenheim si era battuto come un leone '> r BAFFO mo». Anche nel senso che a Maranello l'opera di ricostruzione, se si vuole impostare razionalmente il problema, a questo punto non può che ripartire dal punto zero. Vuole dire da zero per gli uomini, e per le responsabilità da delegare a loro. Vuole dire da zero anche per la tecnica e i materiali. Infatti lo stop di Albereto ha chiaramente dimostrato che oltre, al motore e al telaio. sono parecchi gli organi obsoleti delle monoposto modenesi. In pri- ma fila in Germania c o stato il cambio che da tempo e inadeguato a reggere gli sforzi e le potenze sviluppate dai motori Ferrari. In compenso però non si capisce come una squadra che. unica in tutta la F.I. prova sei giorni su sette tutte le settimane, debba arrivare a scoprire i problemi di affidabilità durante i Gran Premi. 4 ALLIOT. Nuovo arrivato, o perlomeno rientrato in F.l, Philippe Alliot è stato pesato prima delle prove, e alla bilancia ha fatto segnare 71 kg con casco e tuta. La vendetta di Monsignore HOCKENHEIM - Visto che la Honda, con una abile mossa ha portalo via alla Ferrari sia Senna che Ducarouge spiazzando le mosse di mercato della squadra modenese, adesso Marco Piccinini vuoi rendere pan per focaccia ai giapponesi. Ha effettuato una serie di contatti informali per fare in modo da non far concedere la superlicenza necessaria per guidare una F.l al giapponese Nakajima. pilo* ta «raccomandato» dalla Honda per la seconda Lotus al posto di Dumfrics. Sotto, con un finale di gara fantastico Senna si è stramortiate un posto accanto a Piquet sul podio del GP di Germania. Ecco la Lotus del giovane brasiliano nel Motodromo davanti a Berger, Rosberg, Piquet e Prost quasi al termine del primo giro // boss Honda, SAKURAI, ha annunciato l'abbinata LOTUS-WILLIAMS 8 motori per G.P ad ogni squadra HOCKENHEIM - L'assetto F.I per il 1987 va prendendo forma. Dopo lunga e penosa attesa, alla fine la Honda che prima aveva annunciato e poi cancellata la conferenza stampa ad Hockenheim ha deciso sabato 26. Yoshitoshi Sakurai. «boss» della Casa giapponese, alla stregua dei grandi samurai, contornato da Patrick Head e Peter Warr ha voluto dare il grande annuncio secondo cui le decisioni Honda per la fornitura dei motori per i prossimi due anni sia a Williams che a Lotus diventavano operative. «La Honda - dichiarava Sakurai dopo tre anni di collaborazione con la Williams ha deciso di fornire i suoi motori ad un altro team di F.I e la scelta è caduta sulla Lotus. Tengo a precisare che non abbiamo acquistato il team Lotus, ma forniamo solo loro i motori. Per quanto concerne la formazione delle due squadre posso dire che la Lotus manterrà il pilota Senna che verrà affiancato dal pilota nipponico Saturo Nakajima che ha esperienza del motore Honda avendo effettuato per un anno e mezzo lo sviluppo dello stesso in Giappone. Resterà anche il tecnico Gerard Ducarouge il quale sta già disegnando la macchina che dovrà ospitare il motore Honda». E' vero che la McLaren vi aveva chiesto i motori? «Sia la McLaren che altre squadre ci avevano chiesto i motori ma noi abbiamo voluto mantenere fede a impegni precedentemente presi e più dì due squadre non possiamo appoggiare». 1 due team saranno trattati alla pari? «Per il momento ci sono due tipi di accordo: la Williams ha un contratto che è stato esteso ancora per due anni che prevede la fornitura dei motori e una sponsorizzazione da parte della Honda per via della quale la Honda paga dei soldi alla Williams. Piquet e'un pilota Honda per cui egli rimane alla Williams e sarà affiancato da un altro pilota di grosso calibro. Con la Lotus il contratto prevede solo la fornitura dei motori». Ma lei ha detto che saranno trattati alla pari: dunque dovrebbe la Honda assicurare una sponsorizzazione anche alla Lotus se non altro per pagare un pilota del calibro di Senna? «Senna viene pagato dalla Lofi-s; anzi mi hanno riferito che la vedova Chapman ha tanti soldi quindi può pagarlo. Non so se ciò però corrisponda a verità. Senna non verrà pagato dalla Honda. Questo e'quanto posso dire». Il reparto motori Honda aveva sede europea presso la Williams. Adesso pensate di istituirne uno anche'alla Lotus? «No, creeremo un reparto motori fuori dalla sede due squadre e lì lavoreremo noi della Honda». Quanti basamenti motore esistono attualmente?«Più ai duecento basamenti e siamo in grado di fornire otto motori a gara per squadra e se necessario anche di più». La conferenza stampa stava per saltare per un disaccordo: la Williams voleva che la Honda pagasse la metà dell'ingaggio richiesto da Manscll. E'vero? «Chiedetelo alla Williams. Mansell non ha ancora firmato per la Williams anche perché ha ricevuto offerte piùvantaggiose da altri team. A quanto ne sappiamo noi della Honda Mansell non ha ancora firmato a potrebbe anche farlo. La cosa non ci interessa.La Williams si è impegnata ad affiancare a Piquet un grosso pilota». «Gerard Ducarouge - teneva a precisare Pcter Warr della Lotus - ha un buon e lungo contratto con la Lotus, anzi sta già lavorando alla nuova macchina. Per quanto concerne invece il pilota Nakajima, visto la Williams ha due anni di vantaggio su di noi avevamo bisogno di un pilota che conoscesse a fondo il motore Honda quindi abbiamo optato per la sua assunzione». Patrick Hcad dal canto suo non dispera di poter mantenere Mansell alla Williams: «Nigel non ha ancora firmato aumentando le sue richieste. Vedremo di trovare una soluzione, ma alla fine non sarà un dramma: di piloti di talento ce ne sono altri». Le burle di PIQUET «Corro ancora per 8 anni...» Con KEKE HOCKENHEIM -La F.I è sempre più a livello circo. Dopo il ritiro di Rosberg che era il pezzo forte dello spettacolo, il copione circense reclamava l'ingresso in pista del clown bianco e domenica mattina la sua presenza non si è fatta attendere. Nelson Piquet nel recitare la sua parte a braccio ha dato alla stampa la versione del suo attaccamento alla F. 1. «Venuto a conoscenza - recitava con il suo classico atteggiamento clownesco Piquei che sono state fatte tante speculazioni durante le scorse settimane su quando avrei cominciato a guidare forte e essere competitivo in I-'.l, in occasione del Gran Premio di Germania, un evento molto importante per la mia carriera avendo ini/iato proprio ad essere competitivo ad Hockenheim, ho deciso di comunicare che continuerò a correre in F.I per altri otto anni». «In effetti - ha aggiunto Piquet sto ricominciando la mia carriera avendo realizzato che in diciotto anni di sport non mi sono mai divertito tanto. L'armalo il momento di pagare un tributo a tutti i miei amici e a tutti coloro che hanno fatto tanto per me. Particolarmente desidero ringraziare il team Williams anche se un suo pilota del passato non ha avuto una sola parola simpatica per il team. Sono stato contento di aver firmato con Williams il contratto a metà '85 e sono lieto che le mie speranze siano state esaudite. Il motor-home del team Williams è un paradiso e il suo personale è professionalmente molto valido. Il risultato del lavoro di Patrick Head parla da solo. Andando indietro nel tempo, come posso dimenticare il team Brabham di Bernie Ecclestone, un team che mi ha aiutato a vincere due campionati del mondo e chi lo sa quanti ancora altri in futuro? Due ulteriori cose mi hanno spinto a continuare: sono molto impressionato dai nuovi regolamenti e guardo con interesse alla prospettiva di fare 32 partenze invece che 16 -' HOCKENHEIM - Nelson Piquet dopo il Gran Premio d'Inghilterra aveva lanciato la sfida e puntualmente ha mantenuto la promessa. «Io e Mansell corriamo in due squadre differenti - aveva detto Nelson - dalla prossima gara ognuno correrà nella sua squadra». A dire il vero la visita di Mansell alla Ferrari ha anche dato una mano a Nelson e il fatto che Mansell non abbia ancora firmato per la Williams potrebbe deporre a favore di Pifluet. nel 1981. proprio vincendo qui aa Hockenheim iniziò la rincorsa a Reutemann che poi lo portòa vincere il primo titolo mondiale. Cosa significa oggi per Piquet questa vittoria? «E'xolo un 'altra vittoria e altri nove punti che si aggi ungono ai mio quoziente; peccalo che Rosberg non .sia arrivato secondo facendomi rosicchiare più punii alla coppia di lesta della classifica». Hai deciso di testa tua o avevi programmato il primo cambio di gomme? «Avevamo programmalo due cambi di gomme, ma non quando essi dovevano avvenire. M i sono accorto che le gomme posteriori stavano perdendo aderenza allora ho comunicato al box che sarei rientrato per cambiare una prima volta. Sapevo che dopo il cambio avrei potuto fare ancora venti giri, ma ho preferito, una volta raggiunto e superato Keke, di cambiare le gomme una seconda volta sicuro che sarei riuscito ad andarlo a prendere ancora una volta». Come giustifichi questo eccessivo consumo di gomme? "Abbiamo provato le gomme durante il line settimana con temperature mollo ha^se: m gara invece il caldo si è /atto seni ire e allora il consumo delle gomme è stato maggiore. Questa mattina poi la macchina da gara andava molto bene solo avevo problemi con il muletto. La giornata comunque si era presentata nei migliori dei modi». Per il campionato mondiale cosa prevedi? con il box ...e HEAD si è arrabbiato HOCKENHEIM - In televisione tutti hanno visto il faccione di Patrick Hcad, d.s. Williams, diventare paonazzo al momento della seconda sosta di Piquet per il cambio gomme a una ventina di giri dalla fine. E chi sa cogliere le parole dal movimento delle labbra avrà anche decifrato imprecazioni in lingua inglese. Per quale motivo? «Non eravamo in contatto radio con Piquet dicono al box Williams - mentre proprio in quel momento Mansell aveva annunciato il rientro al box. Quando abbiamo visto comparire anche Piquet siamo rimasti esterrefatti». Forse alla Williams temevano fosse qualcosa di grave poiché Piquet non aveva avvertito Head ma solo il suo ingegnere-capo o forse il d.s. temeva un sovrapporsi delle due soste per il cambio gomme, cosa da mandare a rotoli il lavoro persine di una squadra organizzata come quella Williams. b.f. « l'orrei essere nella posizione di Mansell: oggi gli ho rosicchiato solo cinque punti: comunque è molto diffìcile andarlo a prendere, ma non dispero ce la metterò tutta. In un'altra occasione come a Brands Hatch essendo io davanti in un'altra squadra avrebbero fatto mantenere le posizioni invece lui mi ha passato anche grazie ad un mio errore e dopo quando son rinvenuto mi ha chiuso da tutte le parti- Certo che qualora si dovesse presentare una simile occasione prima di passarmi ne dovrà mettere di ruote sull'erba o comunque fuori pista», Patrick Hcad si e arrabbiato quando ti ha visto ai box. Non ti aspettava? «Ho deciso tutto all'ultimo minuto ed ho avvertilo il mio ingegnere Frank Derme e sono entrato. Alla fine della gara sia lui che Head si sono complimentati per la mia scelta. Questa vittoria ci voleva per il mio morale e adesso vorrei che si ripetesse non solo il 1981 ma anche il 1983». Per le prossime gare dove pensi che la Williams possa essere imbattibile come qui? «fi vero potenziale della Williams lo si vedrà sui veri circuiti veloci. Zeltweg e Monza. (ìli altri, a parte quello del Messico che ho visto,non li conosco e sono tutta un'incognita. Comunque vai la pena di sfatare il milo secondo cui i motori Honda sono motori da grande velocità: hanno solo la possibilitàdi utilizzare al meglio la limitazione dei consumi in base ad un 'elettronica perfetta». Il prossimo anno anche Senna avrà il motore Honda: come vedi tale accordo? «Alla Lotus dovranno lavorare molto bene visto che la Honda ha deciso di affidare loro i motori: la Williams sarà avvantaggiala dal jalto che conosce meglio il motore avendolo sviluppalo per tanto tempo. Per quanto concerne Senna, lui o un altro pilota che non commetta degli errori sarà diffìcile per tutti». Bonaventura Franco ROMBO 11 MERCATO Mai così caotica la «campagna» ingaggi HOCKENHEIM - Dopo mesi di silenziosi patteggiamenti, come al solito il mercato piloti a fine luglio ha tolto la sordina per permettere ai cronisti di ricostruire le vere prime mosse portate a termine in funzione della stagione 1987. A Hockenheim però c'è stata sfrenata girandola di notizie, che se da un lato è stata per i giornalisti una vera e propria manna, dall'altro certamente testimonia anche il profondo momento di crisi tecnica e umana che sta attanagliando la F. 1 della seconda metà degli anni '80. Vediamo comungue di ricostruire il puzzle sul futuro dei team. MCLAREN Tutto da rifare! Dopo l'inutile viaggio di Ron Dennis e Alain Prost a Tokyo a caccia dei motori Honda, lo sceicco proprietario del team starebbe pensando ad un altra soluzione per poter far fronte all'aumento richiesto dalla Porsche per sviluppare il motore TAG per il prossimo anno. Vale a dire vendere il motore tedesco ad un altro team. In questa corsa due i cavalli favoriti: Bernie Ecclestone e Benetton. Ma mentre il «padrino» più che soldi porta appoggi, gli italiani invece sembrano in vantaggio perché hanno il contante. Ojjeh comunque prima di prendere una decisione vuole vagliare anche la proposta Renault che non chiuderebbe il suo reparto motori solo a patto di poter fornire un top- team. Ma è una possibilità legata al classico lumicino. Oltre al motore la McLaren deve pensare anche al tecnico ed ai piloti. La Ferrari infatti non fa più misteri di voler strappare agli inglesi il progettista John Barnard. E la battaglia anche se non ancora risolta è certamente combattuta senza risparmio di mezzi economici e psicologici. Non a caso il rilancio di Ron Dennis per mantenere Barnard adesso si basa sulla possibilità di pagare come Ferrari un milione di dollari (un miliardo e mezzo di lire) e poi di tornare nella F.CART, e quindi di dare a Barnard l'occasione di rioccuparsi davvero del suo primo amore. Meno problematica invece la necessità di sostituire Keke Rosberg. Sulla McLaren andrebbero tutti anche gratis, e la fila alla porta del team è piuttosto lunga partendo da Berger, per arrivare a Johansson e Brundle e per finire a Cheever e Warwick, che è sempre stato un pallino di Ron Dennis. Il favorito al momento comunque sembra lo svedese in partenza dalla Ferrari, grazie anche allo sponsor Marlboro. Per la McLaren sarebbe il prezzo assieme al contratto di Mansell che la multinazionale del fumo pagherebbe per poter consentire il passaggio di Prost alla Ferrari. Ma la «bomba» ad Hockenheim è la notizia che anche la Williams ha contattato Prost. Se pure Alain se ne va, per il team McLaren c'è proprio da ricominciare da zero. BRABHAM Una cosa alla volta Nel mosaico di Bernie mancano quattro cose: la macchina, il motore, il pilota e lo sponsor. Senza trascurare le gomme, visto che a settembre la Pirelli deciderà i futuri programmi sportivi e non è detto che l'impegno in F.l venga riconfermato. Per il motore Bernie ha due soluzioni: continuare con BMW (i motori non verranno più sviluppati a Monaco ma per un anno ancora potrebbero esere dati a dei prepara12 ROMBO Puzzle '87 tori privati per essere gestiti) oppure gettarsi in braccio alla Ford. Visto anche che il tentativo di avere i Porsche dalla TAG significa accollarsi una spesa di qualcosa come otto milioni di dollari. Per gli americani Bernie sarebbe disposto anche a farsi socio di Haas per il programma F.l, dato che il team manager americano non vuole più occuparsi in prima persona delle corse in Europa. La sponda USA piace a Ecclestone perché forse potrebbe tirarsi dietro uno sponsor come la Coca Cola a cui il «padrino» fa la corte da parecchio. Per i piloti Patrese si è già meritato la riconferma ma al suo fianco non si sa ancora chi ci potrebbe essere. A Hockenheim girava la voce che Bernie avrebbe contattato ULTIM'ORA PROST francese o...giapponese? PARIGI - Da come stanno andando le cose in F. 1, quelli che ne escono peggio sono proprio i francesi che stanno vedendo sciogliersi la propria, orgogliosa presenza a livello costruttori nella massima espressione dell'automobilismo agonistico, pur con l'entusiastica adesione del pubblico al GP di Francia. Dopo il drastico ridimensionamento delle ambizioni Renault, e dopo che la Ligier ha già annunciato che si servirà dei motori Alfa Romeo, l'avanzata Honda anche verso la Lotus finirebbe per tagliare fuori la Règie anche dalla fornitura dei motori. La situazione è già stata recepita a livello di interesse nazionali, e ne è stata una dimostrazione l'auspicio, fatto dal telecronista francese durante la diretta TV del GP di Germania, di un'iniziativa - sostenuta con calde parole - che vorrebbe come promotore e patron il campione del mondo Alain Prost: la costruzione di una monoposto da Gran Premio interamente francese, progettata da John Barnard e mossa da motori Renault, che sarebbero così conservati alla F.l. L'iniziativa è suggestiva, ad avrebbe anche la garanzia di un concreto appoggio governativo, solo che proprio ad Hockenheim si è appresa una possibile svolta nel mercato piloti: Alain Prost potrebbe finire alla Williams al posto di Mansell che - dopo il suo rendez-vous a Maranello - verrebbe cosi in pratica ceduto alla Ferrari anche per non dargli la soddisfazione di cedere al suo gioco al rialzo. Se la notizia fosse confermata, la iniziativa tutta francese riceverebbe un duro colpo ancor prima di nascere, anche perché in Francia ora come ora non c'è pilota con il carisma di Prost in grado di catalizzare gli entusiasmi - e soprattutto soldi - verso il progetto. Mike Andretti, ma il beneficio di inventario è tutto da concedere. Come nel caso della notizia di un contatto con De Cesaris. TYRRELL Voglia di motore II boscaiolo ha le dita incrociate. Perché da un lato gli dicono che quando questo numero di ROMBO uscirà in edicola, la Renault avrà già fatto il comunicato che annuncia la decisione di chiudere l'impegno in F. 1 e dall'altro c'è Jean Sage che gli dice che adesso a Parigi sono -tutti in ferie e che quindi ogni decisione verrà presa a settembre, ferma restando in ogni caso la possibilità di far gestire i motori a qualche preparatore esterno imitando pertanto in ciò la BMW. Tyrrell comunque per non restare a piedi all'improvviso Ha anche fatto delle avances alla Ford ma, nonostante l'appoggio che a Detroit gli da Jackie Stewart, le sue speranze sono al lumicino. Per i piloti invece non ci sono problemi: se partirà come sembra Brundle, al solito la volontà è di rimpiazzarlo con un pilota con la valigia (piena di dollari). FERRARI L'oro e l'ottone Purtroppo le ultime vicende dimostrano che il prestigio del marchio del Cavallino non è più in oro 18 carati, ma tutt'al più in ottone. Visto che se il «Vecchio» per la prima volta in vita sua mette sul piatto oltre al lavoro a Maranello anche pacchi di dollari da far girare la testa, ottiene in cambio anziché entusiastiche adesioni, «bidoni» come quello consumato a suo danno dalla coppia Senna-Ducarouge, che l'offerta Ferrari l'hanno valutata solo in funzione di far giocare al rialzo le loro quotazioni alla Lotus. Un proposito che forse sta usando anche Mansell, giudicando il gioco che l'inglese sta facendo in questi giorni con la Williams, e che dovrebbe aver fatto anche Barnard, il tecnico che a Ferrari ha chiesto tempo fino a novembre per prendere una decisione, ma che con Dennis ha invece dimostrato di poter avviare trattative in tempi meno lunghi. Certo, inquadrando la posizione di Mansell e quella di Barnard, c'è anche da chiedersi se i due nel caso decidessero di approdare in Italia, paese verso il quale entrambi non nascondono una antipatia congenita, lo farebbero per aggiungere lustro al loro blasone ovvero solo dollari al loro conto in banca. Al di là comunque di eventuali giudizi di questo tipo, forse prematuri, la realtà dice che a Maranello Ferrari sta aspettando una risposta di segue a pag. 14 Tr^r^ JL-^S^ segue da pag. 12 PUZZLE Mansell e di Barnard. Il primo scioglierà il nodo a fine agosto, mentre il secondo, come detto, ha addirittura chiesto tempo fino a novembre, ma è chiaro che il «Vecchio» vuole sapere qualcosa prima magari per cercare di muoversi ancora sul mercato dei tecnici. Un mercato che a questo punto riserva molto poco. Ed è proprio per questo che Ferrari avrebbe nel cassetto una soluzione di scorta tutta «casalinga». Vale a dire il ripescaggio di Forghieri, che però in pista non scenderebbe più ma farebbe invece da casa il direttore del nuovo centro ricerche, che sostituisce la attuale URSA (l'ufficio ricerche e sviluppo Ferrari) con compiti non solo legati anche alla F. 1 ma addirittura alla possibilità di lavorare per commissione per clienti esterni, né più né meno come fa il centro ricerche Porsche. Al fianco di «Furia» per la parte telaistica verrebbe mandato in prima linea l'austriaco Brunner. Al suo posto per il progetto Indy salirebbe 1' inglese Alan Jenkins che oltre ad aver disegnato la Penske quest'anno ha anche il pregio di essere l'ex braccio destro di Barnard alla McLaren, e che quindi sarebbe anche lui riciclabile, o come sostituto del maestro, nel caso di una risposta negativa a novembre, o nuovamente come suo collaboratore, se la risposta fosse positiva. Sul fronte piloti invece come mossa di riserva ad un «no» di Mansell, c'è sempre il contatto con Berger, ma c'è anche, ed è questa la vera novità di Hockenheim, una offerta più che concreta ad Alain Prosi che però sta valutando ora seriamente le due offerte - Ferrari e Williams dato che come ha dichiarato a fine GP, è stanco di «finire le gare spingendo la macchina». L'eventuale spostamento di Prosi da McLaren a Ferrari, se Mansell dice sì alla McLaren, sarebbe l'omaggio Marlboro al «Vecchio» per consolarlo della delusione Mansell. Ed è un omaggio davvero prezioso, perché se a Barnard, oltre al pieno controllo tecnico da lui richiesto, si affiancasse la possibilità di lavorare con il suo pilota favorito, potrebbe essere la mossa giusta per indurlo a fare i bagagli per Maranello. ARROWS Legata ad un filo Se la BMW non molla, nel senso che continua a fornire i motori a preparatori che possano assicurarne la gestione, le speranze sono di continuare. Altrimenti potrebbe anche esserci la clamorosa decisione di ritirarsi. Tra i piloti Boutsen viene dato come sicuro partente, ma il suo posto verrà coperto solo da chi porterà sponsor validi. Trattative molto avanzate sono in corso con il brasiliano Gugelmin, il pupillo di Senna, ma anche il tedesco Volker, anche lui sotto l'ala di un grande visto che Rosberg gli curerà le p.r., ha buone possibilità di avanzare di grado. WILLIAMS Arriva PROST? Risolta la questione-motori il problema è tenere Mansell. Venerdì sera a Hockenheim Palrick Head, per conio di Frank, gli ha offerto lo stesso contratto di Piquet: tre milioni di dollari. Nigei però ha detto che la Ferrari gliene offre quattro, ma forse non è vero. Vero è invece che probabilmente alla sua porta olire ai modenesi ha bussalo anche la McLaren e che quindi il 14 ROMBO pilota del momento ha lutto il tempo di fare le sue scelte con calma. In ogni caso l'unica cosa certa è che dovunque andrà prenderà una bella barca dì soldi anche se il suo temporeggiare ha messo sul chi va là Head che ha pensalo bene di conlattare Alain Prosi! E la notizia del suo trasferimento ad Hockenheim era data per certa. Altri nomi comunque sono nella lista di Williams: Albereto (ma dovrebbe essere incedibile) e Berger. Head però è anche interessato a Boutsen. YAMAHA pensa solo alla F.3000 TOKIO - Correva voce che anche la Yamaha emrasse nel mondo della F. 1, ma la voce è stala pronlamente smentita da uno dei rappresentanti della Casa giapponese. «Il prossimo futuro non ci vedrà impegnati in F.l. È vero però che abbiamo già pronto un motore per la F.3000, ma non sappiamo ancora se parteciperemo a questo campionato. Prenderemo la decisione in settembre, non prima. Per adesso ci accontentiamo di gareggiare contro la Honda nei campionati giapponesi, e la sfida ci piace. Naturalmente speriamo e pensiamo di battere i nostri diretti concorrenti». Ma i ben informati dicono che Yamaha aspetta solo il momento propizio per entrare in F.l, e si mormora che sarà nel 1989. LOTUS Infatti vuole un socio che gli garanlisca la assislenza e la geslione tecnica in Europa, menlre lui si concenlrerebbe sul programma F. Indy. A farsi avanli olire a Eccleslone, che però non mollerebbe la Brabham, ci sono Zakspeed e Tyrrell. Tra i piloli che affiancherebbero Tambay la lista di Haas parte da Johansson che è sempre stato un pallino di Kranefuss, il boss della Ford capo delle attivila sportive. BENETTON Non basta il contante Hanno i soldi, anche perché dall'anno prossimo oltre al look cambieranno anche l'impostazione, cedendo le pance e altri punii strategici delle loro monoposto ad un grosso sponsor, ma non hanno il motore. Le speranze per un buon affare sono tulle concenlrale attorno alla possibilità di essere il secondo team con i motori TAG. Anche perché il Porsche significa riconferma certa di Berger, che vorrebbe con la ex Toleman fare quello che Senna ha fallo in casa Lotus, cioè il padrone assoluto. Al suo fianco potrebbe tornare Cheever, ma non è escluso che sia invece Nannini, l'anlipersonaggio della F. 1, alla fine il prescelto. Peter Collins, per conio della Benellon, ha però preso anche dei contatti con Johansson che, se Berger dovesse decidere di andarsene, potrebbe essere la prima guida. Mentre per i motori Paolini continua a tenere i contalli con la Ford e con la Renault. A Treviso però piace di più la prima soluzione, magari con la slrada di essere il partner di Haas per l'Europa. LIGIER I primi a posto Peter Warr è stato il più abile di tutti. Nonostante fosse il più esposto a brutte sorprese, visto il valore sul mercato di Senna e Ducarpuge, non solo è riuscito a tenersi i suoi gioielli, ma addirittura ha aggiunto alla sua collana anche la perla di bruciare tutti nella rincorsa alla seconda fornitura di motori Honda. Adesso gli manca come ullima ciliegina sulla torta quella di coinvolgere come sponsor il gruppo ravennate Ferruzzi, che opera sui mercati internazionali, con ben 87 marchi e quindi deve solo scegliere quale dei molli settori dei suoi interessi privilegiare: dalla agricoltura, allo zucchero, al vetro, ai carburanli alternarvi, al cemento. Nel caso dell'arrivo dei soldi italiani e se il giapponese Nakajima, ingaggialo per far piacere alla Honda, non abbia la superlicenza, pplrebbe riaprirsi la porta della F. 1 a Piero Martini, che da sempre è amico di Raul Cardini, il gran patron della Ferruzzi. LOLA Cercasi partner Conferma di Tambay e divorzio da Alan Jones (forse addirittura già da Budapest, con l'auslraliano soslituito da Cheever) sono il risultato certo delle cene al Cresi Hotel di Heidelberg. Per il resto il team vuole continuare, ovviamente con i motori Ford, di cui come si ricorderà Haas ha l'esclusiva. Anzi proprio questa è l'arma che il team manager stalunilense agila per reslare in F.l. Aspettando l'ALFA Anche i francesi si sono mossi per tempo, magari perché Ligier, via Mitterrand, aveva saputo per tempo della possibilità che la Renault chiudesse. Ovviamente la soluzione Alfa è lulla da scoprire, ma è chiaro che è meglio di quella di non sapere che motore ulilizzare. Per i piloti l'assetto attuale non dovrebbe cambiare, logicamente con Alliol al posto di Laffite, se Jacques non vorrà conlinuare a correre. OSELLA- MINARDI - ZAKSPEED In cerca di un'ancora Le possibilità che il team torinese rimanga nel giro F.l sono legate al classico filo, anche perché ammesso di Irovare i soldi, non sarà certo facile Irovare i motori, compresi quelli di Chili. Come la Osella anche il team romagnolo, già quesl'anno salvalo dal concreto aiuto della Ferrari, ha programmi molto poco chiari e confortanti per il futuro. La Motori Moderni chiede ossigeno finaziario in misura sempre maggiore, ma di sponsor che abbiano i budgel sufficienti a coprire le esigenze del team e quelle dei motoristi non è che in giro ci sia una grande abbondanza. La volontà è quella di continuare secondo i programmi attuali, magari punlando su un piloia tedesco al posto di Rothengalter. Tuttavia c'è anche lo spiraglio di gestire tecnicamente la squadra di Haas e quindi di fare ricorso ai motori Ford. . Che cos'è la FERRARI ENGINEERING FORGHIERI farà progetti anche per conto terzi Le cabale di queste settimane, con gli sparaballe scatenati a inventare a spron battuto notizie a go-go e i protagonisti più furbi che hanno imparato a stare al gioco, per rilanciare le proprie azioni e ambizioni, hanno portato a quel puzzle '87 che avete appena letto sul mercato piloti e ormai anche di tecnici. In questo rincorrersi di ipotesi e di decisioni più o meno concrete, tradottesi in giro vorticoso anche di dollari, la più penalizzata sembra diventata la Ferrari. Ormai son passati i bei tempi durante i quali il «cavallino» chiamava e da tutto il mondo piloti accorrevano senza far storie di soldi. Non parliamo dei tecnici che in quel di Modena hanno fatto gavetta, finché non sono nati gli assemblatori, quelli che - da manager - si sono affidati all'eclettismo dì qualche buon tecnico, diventato patron o socio e hanno fatto fortuna nella prolificazione degli sponsor e quindi del vii (ma per chi?) denaro. Gli unici restati fuori da questo giro convulso sono stati gli ingegneri nazionali, tutti tenuti a stipendi rigidi e non favolosi di certo. L'unico che ha rotto questo equilibrio finanziario, qualche anno fa, è stato Mauro Forghieri, specie due anni or sono, nei giorni della seconda giubilazione. La prima, risale agli anni di quando ancora in Fiat imperava Montabone che. dopo le disfatte dei primi anni settanta, volle la defenestrazione del giovane pupillo del Drake. l'uomo che aveva salvato la situazione quando ci fu il Grande Pronunciamento del '62 con la rivolta di Chiti. favoni e C. Ma con il socio Fiat, circa dieci anni dopo, Ferrari non ce la fece. Risultati in F.l. dopo la parentesi Surtees non venivano e così Forghieri fu messo da parte, relegato a Modena con qualche disegnatore. mentre arrivava da Torino ring. Colombo. Esperienza non felice. Dopo appena una stagione e mezza, nuovo rivolgimento. Forghieri prepara col collaudatore Merzario la monoposto della riscossa, quella che a Zeltweg nel 73 laureò Arturo pilota di punta in F.l. Ma Forghieri non difese il comasco, caduto in disgrazia tempo prima, mentre lui si trovò nella famo- In attesa di improbabili "maghi", toccherà a Forghieri raddrizzare la barca Ferrari. Sotto, saltare sui cordoli non impedirà a Mansell i! sorpasso di Albereto sa troika con Rocchi e Bussi sotto la spinta alata del pupillo dell'Avvocato. il nascente yuppie di casa Fiat. Luca di Montezemolo. E vennero gli anni ruggenti di Niki, della T.5, con la seguente ricaduta negativa, ma esaltata da Villeneuve, fino all'apoteosi "79. Da quel momento, alla tragedia di Gii. è stato una marcia indietro della quale ancora i tifosi non si spiegano le cause. Due anni fa. a fine agosto si arrivò alla defenestrazione bis di Forghieri. che rifiutò di continuare a collaborare col secondo figlio di Ferrari, Piero Lardi e con il suo nuovo alleato Piccinini. Doveva essere la svolta contro le idee abitudini del criticatissimo «Furia», il cui flirt alternativo con la Renault e la Ford in particolare, venne bloccato da Torino con sostanzioso contratto economico e incarico da superdirigente. Forghieri restò ospite nella seconda palazzina di Fiorano, ma si staccò dal giro F.l e si mise a lavorare su progetti del settore produzione. Poi. come spesso si è letto, saltò sul carro delle veteran come Presidente del Club Italia, affer? .7?' Marcelle Sobbatini >. r FORGHIERI mando un po' con tutti che. per lui. le corse erano un capitolo chiuso. La settimana scorsa su ROMBO, il nostro Franco, da una chiacchierata con Mario Vecchi, il figliastro del Presidente del Senato Fanfani. candidato anni fa alla sostituzione di Piccinini (però diventato intoccabile come Andreotti) captò la possibilità di un rilancio in accoppiata del duo delle storiche. Lo sprofondo tecnico in cui è crollata la Ferrari, ha spesso fatto urlare ai tifosi «Ridateci er puzzone», pardon... Forghieri. Non v'è dubbio che cene sue cocciutaggini in scelte tecniche superate (leggi i telai non monoscocca e la guerra alle minigonne) erano niente di fronte alle carenze sin grossolane di oggi. Ma. dopo la nostra notizia, una «correzione» è filtrata da Maranello. mentre si stanno stringendo i tempi di una svolta che. però, non fa vedere lumi come nome di tecnico per risolvere i problemi di telaio (ammesso che quelli di motore siano diventati superati con il francese Hys, ma Hochkenheim non lo conferma). Ducarouge non ha accettato di arrivare in subordine a nessuno e ci ha guadagnato dalla Honda. John Barnard è meglio se ne resti a Londra, visto come umilia gli italiani chiamandoli abitualmente «spaghetti» (chiamerà cosi anche il Drake se venisse a Fiorano?). Murray sembra ormai immerso in un mondo tutto suo, spaesato e fuori impegno mentale come un tempo. Allora? Forghieri di salvataggio? Non proprio. Forghieri torna, ma con diversa etichetta alla Ferrari. La decisione è recentissima. Altro che U.R.S.A. (il famoso Ufficio Ricerche Sportive Avanzate ideato dalla Fiat per tenerlo in casa). Forghieri è stato nominato responsabile della neo FERRARI ENGINEERING, una società che parte con 14 disegnatori e che Ferrari aveva già in Modena. Lì, da Fiorano, si trasferirà Forghieri, negli uffici dell'ex Scuderia, riaprendo un capitolo tecnico importante. Non dovrà occuparsi di corse. Ma se ne portrà anche occupare. Perché la Ferrari Engineering è una società di ricerca che può lavorare anche - su richiesta - per terzi. Una specie di quello che fa la Porsche a Weissach. Certo con meno dotazioni tecniche, anche se ora sta per venir pronta la nuova galleria del vento e ci sono altre attrezzature in realizzazione. Forghieri intanto sta studiando il progetto della nuova 4 x 4 (Thema-Ferrari?), come sta preparando quella che diventerà la berlinetta Ferrari Le Mans degli anni 90. Un'altra gloriosa che risorge. Nei suoi impegni, scommetteteci, ci saranno progetti anche per risolvere le difficili incertezze della progettistica F. 1. Un modo indiretto per riavere le mani in pasta. Almeno per ora. • IMCLA. Doveva esserci solo la Williams alle prove di Imola di questa settimana che inizieranno mercoledì 30 luglio. Ma poi, oltre alla macchina di Piquet, si sono aggiunte la Ferrari, che porterà ancora la versione «corta» da provare, la Brabham con Patrese e da giovedì 31 anche la Minardi. Le prove dovrebbero concludersi venerdì 1 agosto. JOHANSSON ha ripetuto l'errore HOCKENHEIM - II via era stato molto bello, con quel guizzo di Senna e Berger tra le due McLaren, quando il gruppone si è presentato compatto alla prima curva, che è sempre quella più critica. Si è capito subito che le macchine erano troppe e troppo fitte, per passare tutte indenni. Difatti questa volta è stato Johansson. con un brusco scarto a sinistra a innescare una trappola per diversi compagni. Johansson non è nuovo a queste manovre di emergenza: nel gran premio precedente, a Brands Hatch. per schivare Boutsen. aveva sbattuto violentemente il povero Laffite 16 ROMBO contro le barriere... In questo fitto di macchine la Ferrari ha finito col toccarsi con la Ligier del rientrante Alliot. che avrà la gomma anteriore destra tagliata. Ma soprattutto si è anche sollevata in aria, girandosi, e colpendo il povero Fabi che finiva diritto contro le protezioni in gomme all'esterno. Per Fabi. che si è sfilato dalla macchina senza danni fisici, la gara è finita subito: ma anche Johansson si sarebbe poi dovuto fermare a cambiare entrambi e baffi, perdendo una buona manciata di secondi. Mentre avanza il motore 033 per I'87 pochi rimedi si possono adottar e per questo fine stagione FERRARI Passo corto o passo fermo? Con Senna ormai al comando del plotone, nella parìe centrale dello schieramento ecco Johansson che taglia la strada ad Alliot e rimbalza per traverso in pista, finendo per speronare il povero Fabi. Gli altri, nella foto grande, sono Piquet, Prost, Patrese, Arnoux ed Alboreto fotocolors PHOTO 4 A destra, per fortuna nessuno urta la netton e la Ferrari in festa-coda. Johansson potrà ripartire, mentre per Fabi è ritiro HOCKENHEIM - Frettolosamente, e con il solito pressapochisrno, diversi colleghi dei quotidiani, al termine delle prove comparative a Fiorano con la nuova versione della Ferrari a passo corto, avevano preannunciato la riscossa della Casa di Maranello. Ma quando la macchina, con tante speranze, è stata messa in pista a Hockenheim, tutti si sono resi conto che si trattava del solito bluff: tutto cambiato, tutto rivoluzionato, ma alla verifica del cronometro non un kmh in più, non un,decimo in meno. Anzi, la macchina va anche peggio... Michele Alboreto, già al termine della prima giornata, era molto pessimista. Ha parlato a lungo coi tecnici nella motorhome, anche per spiegare l'ultimo guasto accusato, il cedimento del cambio. E certamente sarà stata presa la decisione di lavorare anche su questo organo, che da quest'anno, si è messo pericolosamente a cedere. «Il cambio non ce la fa più» spiegava il milanese. Ed è chiaro che con l'incremento delle potenze bisognerà studiare una unità diversa, visto che i rinforzi non servono più. Ovviamente gli abbiamo posto la domanda sulla nuova macchina, quella a passo corto. «Diciamo che ognuna delle due macchine ha pregi e difetti» ha risposto prima in stile-Piccinini. Poi però si è chiarito meglio: «La macchina a passo corto, per lo spostamento dei pesi, ha più trazione e miglior inserimento. Ma su questa pista è meglio... il passo lungo!». Passo corto o passo lungo? Il guaio è che siamo al passo fermo, su una strada senza molte alternative. Ma allora perché è stata portata questa vettura, che Piccinini ha subito definito non operativa, un esperimento e basta? «Dovevamo capire certe cose - ci spiega Postlethwaite - e ora con questo spostamento dei pesi ci siamo accorti che siamo sulla buona strada». Ma quale strada? «A Imola lavoreremo ancora con queste due macchine, cercheremo di migliorarle». D'altronde non c'è tempo per fare altrimenti. Un nuovo telaio richiede almeno tre mesi, e soprattutto una lunga progettazione. Un nuovo cambio ancora di più. Una cosa è certa. Che anche il cambio nuovo si dovrà fare, e sarà questa volta certamente longitudinale, con i rapporti dietro, a sbalzo, non come quello della Arrows che Postlethwaite giudica assolutamente inutile per la distribuzione dei pesi. Per quest'anno quindi, purtroppo per gli sportivi, non ci sarà da attendersi che pannicelli caldi... A meno che il nuovo motore, conosciuto con la sigla 033 che sta girando al banco, non sia pronto già per il mese di settembre. Si tratta di una unità completamente nuova, sempre a sei cilindri ma con una V molto più stretta dell'attuale a 120 gradi (più o meno lo stesso angolo del V8 per Indy) e una componentistica avanzatissima. Si parla di nuovi iniettori Weber di doppia portata, impianti di pilotaggio ed elettronica della Marcili decisamente più sofisticata, e quindi potenze decisamente superiori. Il dramma è che quando questo motore verrà pronto, telaio e cambio andranno ancora più in crisi, visto che sono già al limite ora. Ma potrebbe darsi che a quel momento entri in attività questo nuovo staff tecnico, dall'ipotizzato Barnard a quell'Alan Jenkins, che era il suo secondo prima di andare in America alla Penske. Postlethwaite («così preparato nelle resine», come dice Ferrari) potrebbe anche restare, ridimensionato al compito di assemblatore di scocche con materiali sempre più moderni. «Non abbiamo bisogno di mandar via gente: ne vogliamo assumere altra» spiegava Marco Piccinini, che continua a guardarsi attorno, ovviamente sempre all'estero. Sì, perché l'erba del vicino è sempre più verde, e non si può guardare a quello che abbiamo in casa nostra. Leopoldo Cariatoli ROMBO 17 ROSBERG resterà nel circo da PR ARRI VEDERCI E NON ADDIO 6 Non ne posso più di regole-farsa 9 HOCKENHEIM - Sino al 1977 o giù di lì vigeva un gentlemen agreement tra le varie componenti della F. 1 secondo cui gli annunci di ritiri o cambiamenti nelle scuderie venivano ratificati durante il Gran Premio d'Italia a Monza. Ormai dal fatidico annuncio di Lauda che lasciava la Ferrari fatto nel corso del Gran Premio d'Olanda ad oggi, tante cose sono cambiate e in tale ottica Keke Rosberg non ci ha pensato su due volte per scatenare un pandemonio annunciando il suo ritiro dalla competizione a fine campionato. Con una motivazione singolare. «Gli attuali regolamenti e quelli proposti per il prossimo anno sono un'altra farsa in F.l e pensando che di farse ne ho già viste tante, mi sono convinto a mettere in atto una decisione che avevo maturato già da qualche tempo: il ritiro». - Perché tale comunicazione e'avvenuta prima della fine del campionato? «Siccome sapevo che nelle trascorse settimane c'erano state diverse speculazioni su quando mi fossi ritirato dall'attività di pilota, ho voluto mettere fine a tutto ciò anche perché solo il mio manager e mia moglie conoscevano quando sarebbe successo». - Nessun rimpianto? «Sono molto contento di non aver 22 anni col brivido Rosberg ci teneva a vincere proprio il GP nel corso del quale aveva annunciato il suo ritiro, mo non aveva fatto i conti con un Piquet scatenato Mezzo litro per SENNA • VERIFICHE. Oltre ai pesi, nelle verifiche post-GP, sono stati controllati i serbatoi di carburante: la monoposto n. 12, quella di Senna, conteneva appena mezzo litro di benzina, lo n. 6, di Piquet, due litri. Sono state verificate anche le capacità dei serbatoi: per Senna 194 litri, per Piquet 192. 18 ROMBO II «finlandese volante» Keke Rosberg in realtà è nato... a Stoccolma, ma da sempre vive nella terra dei 1000 laghi. Il prossimo 6 dicembre compirà 38 anni. È sposato con Sina e ha un figlio: Niko. A 16 anni, nel '64. è entrato nel mondo delle piste cominciando a correre con i kart per passare nel '72 alle monoposto della Formula Vee, di cui ha vinto l'anno successivo il Campionato europeo e nazionale. Rosberg è approdato nel '76 alla F.2 con una Toj, passando quindi nel '77 (6. nell'europeo) alla Chevron Hart e rivaleggiando contemporaneamente con Gilles Villeneuve in F. Atlantic. Il debutto in F. 1 è avvenuto al GP del Sudafrica 1978 con la Theodore Ford, emigrando quindi alla ATS, alla Wolf, alla Fittipaldi e finalmente, nell'82 alla Williams, squadra con la quale ha colto il primo successo al GP di Svizzera a Digione e si è laureato, lo stesso anno '82, campione del mondo. Contemporaneamente alla F.l nel '79 Rosberg aveva corso con successo anche nella serie Can Am. Keke è rimasto fedele alla squadra di Frank Williams fino al termine della passataa stagione, cogliendo altri quattro successi in GP, mentre quest'anno si è affiancato al campione del mondo Prost alla McLaren. Fino ad oggi ha collezionato 108 partecipazioni in Gran Premio e 5 vittorie. incontrato nessuna difficoltà nel prendere una decisione che realmente datava già di qualche anno». - Cosa ricordi di più della tua lunga carriera in F.l? «Non possono passare nel dimenticatoio i quattro fantastici anni passati alla Williams: campione del mondo nel 1982 e terzo nel 1985, poi il fatto di terminare il mio ultimo anno di attività con uno dei migliori team, se non il più professionale di tutti: la McLaren. So che alcuni che mi conoscono si meraviglieranno nel leggere i miei elogi alla McLaren sopratutto visto che l'ultimo a lasciare la Casa non ha avuto nemmeno una sola parola buona da dire». - Il riferimento è verso Lauda? «Non ho fatto nomi, ma non riesco a capire e non conosco quali fossero i suoi problemi ma trovo deleterio il fatto che il mondo esterno attraverso le sue parole forti si sia fatto una cattiva impressione sulla gente della McLaren. Ciòaddirirtura mi aveva reso dubbioso e pauroso prima che iniziassi la mia collaborazione con il team. Oggi sono ben lieto di poter dire che cièche ho scoperto dopo mi è andato a pennello e ..uno contento di terminare con la F.l in questa piacevole e competitiva atmosfera». - Si tratta anche di stanchezza? «Non sono stanco, ma bisogna anche pensare che sin dai tempi dei kart sino ad oggi ho corso per ventidue anni tutti i fine settimana e sono vicino all'età in cui bisogna pensare di fare qualcosa d'altro prima che sia troppo tardi». - Gli ultimi incidenti hanno influito in qualche modo sulla decisione? «Un pilota professionista non pensa alle conseguenze di eventuali incidenti altrimenti non potrebbe correre. Certo, al momento qualcosa puòanche balenare nella mente, ma poi salito in macchina tutto deve scomparire .Poi non ho mai usato la parola ritiro anche perché sarò attivo in alcune aree della promozione sportiva con le stesse agenzie che si son prese cura di me nel corso della mia attività. Posso affermare a tutti i miei amici che ci vedremo spesso in F.l e potremo stare insieme molto più che nel passato». Nel week end dell'annuncio Keke Roseberg è ritornato a brillare come prima stella della McLaren facendo registrare il miglior tempo durante le prove cronometrate sia del venerdì che del sabato. FA T T CIFRA X : i'Ci/ìfi 1 L'illusione nel warm-up Mentre leggete, Jacques Laffite è sotto i ferri per un'operazione di riduzione delle sue numerose fratture che si annuncia complessa e lunga, circa una decina di ore Un futuro da rally? PARIGI - Sempre in compagnia della mogli Bernadette, Jacques Laffite attende di subire in questi giorni gli ultimi interventi chirurgici da parte del prof. Letournel per poi rientrare a casa e cominciare la convalescenza e quindi la rieducazione. Le sue sofferenze si sono alleviete. il morale è buono, ma la pazienza non è il suo forte... Accanto a lui abbiamo incontrato anche Jean Todt, Jean Pierre Nicolas e Jean Pierre Jabouille. venuti a portargli un pò di distrazione nelle lunghe ore in clinica. Jacques non lascia quasi il tempo di fargli domande ed esordisce dicendo che spera sempre di poter guidare una macchina da corsa, ma ciò non significa che dev'essere per forza una F. 1: «Niente di ufficiale in Questo momento, quando per me lutto quel che conta è di rimettermi in piedi e di ritrovare la salute, ma anche se le corse restano la mia passione non posso dire con certezza che una volta guarito riprenderò la F.ì. A più di quarantanni, quando hai dietro di te una carriera di quasi la metà della tua vita, quando non hai nulla da provare ne a te né agli altri, quando non hai nulla da guadagnare ma solo eventualmente da perdere, quando hai una moglie come la mia e le nostre due figlie, ci pensi su mille volte prima di prendere una decisione del genere. Comunque, ripeto, non prendetela come una notizia ufficiale. Se non sarà la F.l sarà la produzione o, perché no?, il rally. Jean Todt mi ha già fatto delle proposte per qualche raid... E' certo che una volta guarito riprenderò le competizioni, ma con una scelta ragionata. «In tanti anni di carriera, quando non hai nessun incidente con conseguenze fisiche pensi che gli incidenti gravi accadano solo agli altri, ma oggi mi sono reso conto che capitano anche a me e la vita cambia in un secondo. Oggi vedo tutto con altri occhi. Non sono superstizioso, ma dopo tutto il casino che mi era successo durante le prove ho avuto il presentimento che in gara mi sarebbe accaduto qualche malanno, ma speravo di non avere problemi così gravi. Sono slato mollo allento in partenza, ma non c'era proprio niente da fare: quando il destino dice la sua. l'uomo è impotente. Comunque mi posso considerare molto fortunato. E' solo questione dì tempo: i medici continuano a ripetermi che guarirò al cento per cento». Don Alexandrescu IIOCKfclMIEIIVl - Dopo due giornate di prove durante le quali anche un pò di pioggia ha fatto capolino, per il giorno della gara splende un gran sole sul Motodrom di Hockenheim. Al box Ferrari hanno lavorato molto nella notte e anche la terza macchina, il muletto a passo corto, è diventata passo lungo come le altre. Sempre in mattinata e arrivato King. Ghidella che si è trattenuto a lungo nel caravan in colloquio con Piccinini. Le scelte di pneumatici sono estremamente importanti, o perlomeno dovrebbero esserlo sul giro in CORSA al traguardo per tutti. Tranne evidentemente per il r team Brabham, che si 239,863 kmh 229,534 kmh 228,4 63 kmh permette di provare a ROSBERG BERGER Nelsoii PIQUET serbatoi vuoti e con gomme estremamenin l'42"013 in l'46"604 te morbide. Patrese Classifica o 0 D s g ottiene q u i n d i il miglior tempo, ma nesMondiale f I ! § g S I I E a suno si preoccupa delo Piloti '86 I 1 J 1-f 8 i | J « la cosa, visto che t u t t i sanno come ha tatto. 51 Mansell - 6 - 3 9 9 2 9 9 4 Preoccupato invece 44 Prost - 4 9 9 1 6 4 6 4 1 Prost per i consumi (e 42 non sarà una preocSenna 6 9 - 4 6 2 9 - 6 cupazione infondata 38 Piquet 9 - 6 - 4 - 4 6 9 alla fine) mentre Ro19 Rosberg - 3 2 6 - 3 - 3 - 2 sberg salta da una vet14 tura all'altra per proLaffite 4 - - 1 2 - 6 1 - vare diversi assetti. 14 Arnoux 3 - 2 - 1 - 2 3 3 Problemi anche per 7 Johansson - - 3 - 4 - - - • Manscll. alla fri/ione, 6 Berger 1 1 4 e per De Cesaris che rimane termo in pista 6 Alboreto - - - - 3 - 3 - - per la rottura del se4 Brunelle 2 - - • - 2 lettore del cambio, 2 senza una marcia inserita. 2 Patrese - - 1 - 1 Alla fine, al di jà della miglior prestazione di Patrese, emergono i solili: Mansell. Prost, Occhio alle MEDIE! Mondiale Costruttori F.l '86 Williams McLaren Lotus Ligier Ferrari Benetton Tyrrell Brabham 9 6 7 1 2 6 7 9 3 - 6 11 3 4 3 15 4 3 - 1 - 9 1 6 2 7 13 9 2 1 - - 2 4 9 6 3 13 15 13 9 4 3 - 6 3 3 3 - - 3 1 - - g9 sberg. Chiudono la lila le due Osella, con Ghinzani che si lamenta sempre di poca pressione dal turbo. 63 ., -j 42 28 13 fflj)fl IJT /in^Jì^ 8 >'<&' 5 2 * ^J9 'Ofe ROMBO 19 LG.P.L ndurance BDBD DE Attacca Piquet Ancora un Gran Premio col penoso finale a singhiozzo 1. Piquet 18'48" e 808, media 216 e 770 kmh; 2. Rosberg a 224; 5. Arnoux a 15"632; 6. Mansell a 17"827; 7. Dumfries a 27" 189; 8. Warwick a 33"372; 9. Patrese a 42"456; 10. Jones a 45"420. 1. frasi 37'40"36I media 216,507 kmh; 2. Piquet a 1"643; 3. Senna a 2"951; 4. Rosberg a 9"652; 5. Patrese a 45"5S3; 6. Arnoux a 46"983; 7. Mansell a 47"662; 8. Warwick a l'09" e 510; 9. Tambay a l'27"435; 10. Jo- Si cambiano nes a l'28"424. le gomme ••_ ti III Miai / I Ancora le gomme 1. Piquet 43" 133 1. Rosberg 56'13" e 472 media 217,603 kmh; 2. Prost a 12" 178; 3. Piquet a 12"679; 4. Senna a 22"385; 5. Arnoux a 46"410; 6. Mansell a 54"581; 7. Warwick a l'29" e 786; 8. Jones a 1 giro; 9. Tambay a 1 giro; 10. Johansson a 1 giro. 1.14' e media 218,322 kmh; 2. Rosberg a ì"765; 3. Dalla «ruotata» di SENNA all'errore del computer TAG HOCKENHEIM - Le tribune di Hockenheim sono ormai colme, lo spettacolo sta per cominciare. Alle 14 tutte le macchine sono sullo schieramento. In extremis Jones. che ha accusato una perdita d'acqua sulla sua macchina ed è dovuto ricorrere al muletto, si schiera in ultima fila. Alle 14,32 il via con la folla in piedi. Le due McLaren in prima fila esitano un attimo, e dalla seconda fila si infilano nel varco sia Senna, che sfiora con le sue ruote una delle macchina biancorosse. quella di Prost, e anche Berger che escono al comando dal Motodrom. Nella parte centrale del gruppo si nota un certo scompiglio. E' Johansson che si sposta bruscamente a sinistra, colpendo la Ligier di Alliot. Poi per il contraccolpo la Ferrari si gira, e Johansson col muso colpisce F incolpevole Fabi sbattendolo tra le reti. Per fortuna non ci sono danni per i piloti, ma la Benetton è fuori gara; Johansson invece dovrà fermarsi ai box a cambiare i baffi an- VIP* EI [I] •!•• Prost a 7"665; 4. Senna 11 "862; 5. A Mansell 'a 51"207; *J 6. Arnoux a 59" e / 087; 7. Warwick a 1 * giro; 8. Tambay a 1 giro 9. Johansson a 1 giro; 10. Jones a 1 Finisce giro. la benzina ... o ha sbagliato il pilota? HOCKENHEIM - A fine corsa, a caldo, sia Rosberg che Prost se la sono presa col computer di bordo. La dichiarazione è stata identica; «Quando ci siamo fermati, quando il motore si è spento, il computer segnava ancora due litri di carburante, che dovevano bastare...». Prost ha tentato l'impossibile, spingendo la macchina sul rettilineo, ma ha dovuto poi mollare. E con la serie dì interviste poi il nervoso è passato pian piano. Dai box McLaren, mentre Ron Dennis si era già involato arrabbiati ssimo, è uscito per ultimo, in punta di piedi, quasi chiedendo scusa ai meccanici, Ralph Hahn. il tecnico della Porsche che segue su tutti i circuiti i motori TAG. ovviamente specialista dei sistemi Bosch usati nel motore made in Germany. Molto gentilmente ci ha fornito la sua versione. «E" vero, il computer non ha sbagliato, ha segnato il giusto. Voglio dire che al passaggio dell'ultimo giro sul computer di bordo è apparsa la segnalazione in litri sufficienti per terminare la gara. Certo era la dotazione minima ma doveva bastare. Perché non è bastata? Difficile dirlo. Questi apparecchi misurano la ben/ina utilizzata contanto gli impulsi degli elettrosensori. Hanno una percentuale d'errore dello 0,1 per cento. Ma potrebbe darsi che ci fosse stata una impostazione di programma non perfetta. Eravamo al limite, ma questo era l'unico modo per cercare di battere i motori Honda: abbiamo rischiato tutto, forse troppo, ma non avevamo altra via d'uscita. Lo sapevamo già dalla mattina che con i consumi eravamo al limite. Lo ripeto, i piloti non hanno sbagliato: abbiamo rischiato e non è andata bene come speravamo. Peccato. Per battere i giapponesi bisogna lavorare duro, da adesso. Tutto quello che abbiamo fatto sinora è superato ormai». 22 ROMBO DALLA TRIBUNA.. teriori e Alliot a cambiare la ruota doveva essersi danneggiata. Entra anteriore destra forata. anche Warwick ai box per cambiaAll'entrata nel Motodrom, per il re gomme, mentre i primi doppiaprimo giro, Senna è al comando no il canadese Berg. Dopo 14 giri davanti a Berger, Rosberg, Piquet, fumo ai box: è il turbo di Boutsen Prost, Mansell, Patrese, Albereto, che sta cedendo, mentre anche De poi Arnoux Dumfries, Warwick e Cesaris si ferma al suo box. Tambay. Ma già nel corso del se- Al quindicesimo passaggio, in anticondo giro i motori Honda e TAG cipo su tutte le previsioni (ma sarà si fanno avanti: Rosberg passa al poi questa la sua mossa vincente) comando, mentre Piquet, che era Piquet entra al suo box per cambiaquarto, aspetta ancora un giro e poi re il primo treno di gomme. I mecforza al massimo saltando Senna. canici sono molto svelti e lo fanno Al terzo giro quindi l'ordine è di- uscire in quarta posizione, alle spalventato: Rosberg, Piquet, Senna, le di Senna. Al sedicesimo passaggio Berger, Prost, Mansell, Albereto, quindi c'è di nuovo Rosberg al coArnoux, Patrese, poi più staccati mando davanti a Prost e Senna, poi Dumfries, Warwick, Tambay e via Piquet, Arnoux e Mansell, poi più via gli altri. Chiudono la fila le due staccati Patrese - che ha ripreso beOsella. Dal quarto giro Piquet at- ne - e Dumfries. Al diciassettesimo tacca decisamente il leader seguen- passaggio Rosberg fa segno al suo dolo come un'ombra, mentre Ber- box di voler entrare, mentre Manger entra ai box. I meccanici gli sell si infila a cambiar gomme cambiano le gomme, ma si tratta di uscendo dopo Patrese. A Rosberg un problema elettronico, e la Benet- espongono il cartello di stare ancoton deve rimanere ferma più a lun- ra fuori, e il finlandese resiste fino al go. 19. passaggio, quando tutto è pronDurante il quinto giro Piquet deci- to per il cambio. Viene rispedito de di stringere i tempi. Gira al mas- fuori, con gomme nuove, alle spalle simo la manetta del boost e «salta» di Piquet, e allo stesso giro entrano come se avesse una marcia in più il anche Arnoux e Brundle. Il giro dofinlandese Rosberg prima della po, il ventesimo, è la volta di Prost staccata della prima chicane. Al se- a cambiar gomme, mentre si fersto passaggio c'è quindi Piquet al mano Nannini che ha surriscaldato comando, davanti a Rosberg, Prost, il motore per una paratia che non Senna, Mansell, Alboreto e Ar- fa più passsare aria, Tambay e Jonoux. Più staccati Patrese, Dum- hansson a cambiar gomme. AI 21. fries, Warwick, Streiff, Jones, De passaggio è la volta di Senna a camCesaris, Brundle, Boutsen, Palmer, biar gomme, mentre Patrese transiNannini, Danner e Ròthengatter, ta sul rettilineo con un rumore di poi le due Osella, mentre Tambay scarichi rotti poco promettente. entra un attimo ai box. Il giro dopo è la volta di Patrese a entrare ai box Dopo 22 giri quindi la situazione è mentre Alboreto, che nel Moto- la seguente: Piquet è di nuovo al drom sembrava tranquillo, di colpo comando davanti a Rosberg e alza la mano e non riesce a fare più Prost; poi Senna, distanziati Ardi cento metri, parcheggiando la noux e Mansell. Entra Patrese ai macchina sul prato. Si è sgranata la box con un gran fumo, ma basta coppia conica, altro organo ormai un colpo di estintore per metter fine al limite sulla Ferrari, e il milanese all'incendio, ma anche alla sua corsa. Ai box anche Danner e Ròthendeve rientrare a piedi ai box. All'ottavo passaggio Piquet sembra gatter per cambiar gomme. avere accumulato un poco di van- Al comando Piquet incrementa il taggio su Rosberg e Prost, mentre suo margine di vantaggio, che sale a Streiff deve fermarsi in mezzo al fu- 5 secondi dopo 25 giri. Ma al 27. mo per il cedimento del motore in passaggio il brasiliano è di nuovo ai pieno rettilineo. Al decimo passag- box. per montare un altro treno di gio, un quarto di gara, sempre con pneumatici. Tutto da rifare per lui, Piquet davanti a Rosberg e Prost. si che esce di nuovo alle spalle della fermano Ghinzani. che ha già pro- McLaren. Ma Nelson non si perde blemi di frizione, e Boutsen che si d'animo e inizia la rimonta. Dopo lamenta di avere una macchina inguidabile. Due giri dopo è la volta Leopoldo Conetoli di Alliot a ritirarsi ai box, con la segue a sospensione anteriore che evidentepag 24 mente nella botta del primo giro ...DAL VIDEO I computer McLaren segnavano 2 litri! LEFOTO GERMANIA in TV HOCKENHEIM -Prost e Rosberg all'ultima goccia. Veder rimanere senza benzina proprio le macchine che avevano sempre dichiarato che per loro questo problema non è mai stato... tale fa effetto. «Non è possibile correre come stiamo correndo da quando è venuta la stupida regola dei consumi». In tal modo Keke Rosberg da sfogo al suo disappunto. «Aggiungi ai consumi anche gli errori dei computer e allora non è pìiicorrere. Prima che la mia macchina si fermasse il mio computer mi indicava ancora una disponibilità di circa due litri. Mi confona solo il fatto che dal prossimo Al via, Senna parte meglio di tutti e dopo pochi metri si fa lar-go fra le due McLaren che monopolizzavano la prima fila. Dalla pale, Rosberg mantiene la sua traiettoria così il brasiliano della Lotus scarta alla sua sini- IL MOVIOLONE anno non avrò piùtali problemi». A Rosberg fa eco Alan Prost. «Io ce la metto tutta, ma adesso ci si mette di mezzo anche il computer segnalandomi al momento del blocco del motore ancora piùdi due litri a disposizione.Avevamo paura dei consumi qui ad Hockenheim tanto che non abbimo mai girato la pressione del turbo al massimo,cosa che invece possono lare facilmente alla Honda. Noi siamo molto lontani dall'ottimale nei confronti della Honda in quanto alla Porsche stanno facendo delle modifiche». stra, e Prost ci rimedia una ruotata che lo fa sbandare. Al penultimo giro Rosberg, lanciato nel suo disperato inseguimento a Piquet, arriva lungo alla seconda chicane anche a causa di un cambio di marcia sbaglia- to per un singhiozzamento del motore, ormai senza benzina: è quanto accadrà a Prost, che scende di macchina sul traguardo tentando dì finire a spinta fotocolors PHOTO 4 L'ERRORE 30 giri è di nuovo alle spalle di Prosi, mentre anche il compagno Mansell entra ai box a cambiar pneumatici. Per passare Prosi il brasiliano non impiega più di un giro. Al 31 è già alle spalle di Rosberg. che ha 11" di vantaggio, che scendono a 10"7, poi a 8"2, poi a 5"5, a 4" ed infine a 2"66. Al 37. giro Rosberg si trova in scia Piquet scatenato, ed è chiaro che per lui i secondi sono contati. Al 38. Rosberg resiste ancora, ma nel corso del giro successivo Piquet apre tutto il boost e lo infila alla staccata della prima chicane, riportandosi al comando. Dal giro 39 quindi Piquet è di nuovo al comando davanti a Rosberg, Prosi, Senna, Mansell e Arnoux: tutti gli altri sono doppiati. Sono fermi anche Palmer, e Danner il cui turbo va a fuoco. A due giri dalla fine Piquet rallenta il suo ritmo e sembra che Rosberg possa farsi sotto, mentre si ferma ai box il ferrarista Johansson al quale si è aperta la paratia laterale sinistra dell'alettone. Al 43. giro sempre Piquet davanti a Rosberg, mentre Prosi, preoccupato per il carburante, rallenta il ritmo e viene superato da Senna. Ormai non mancano che pochi km, ma la gara presenterà le ultime emozioni. Rosberg rimane col motore bloccato, senza benzina, alla prima chicane a metà dell'ultimo 24 ROMBO giro e infila mestamente la sua McLaren fuori pista. Ma nel Motpdrom, per gli ultimi metri, sono in diversi a soffrire. Mentre Piquet taglia il traguardo zigzagando, Prosi sciaborda a destra e sinistra per raccogliere le ullime stille di carburante, ma il motore Porsche gli si ferma impietosamente prima della curvona che immette nel rettilineo box. Passa Senna, che a zig zag riesce a tagliare il traguardo, ma dieci metri dopo è già fermo. Prosi non sa più come fare: scende dalla macchina, prova a spingerla da dietro e dal fianco. Ma la sua McLaren, pure al limite di peso, sembra un carro armalo, e il piccolo francese deve abbandonare con un gesto di stizza. Rosberg invece per arrivare al traguardo sfrutterà un passaggio di Piquet, che, felice con la bandiera brasiliana, divide il podio con Senna e col compagno di squadra Mansell. Panzer tedeschi nella RENAULT V-6 LARRAURI nell'erba per «tenere» SCHUETZ HOCKENHEIM - Doveva essere una gara-aperitivo la prova della Coppa Renault Europa con le berlinette Renault Alpine turbo, visto l'orario e la collocazione: prima del GP di Germania. Ma invece è stato decisamente un primo piatto, e di quelli sostanziosi, carichi di peperoncino, per il duello bellissimo, dal primo all'ultimo giro, tra l'idolo locale Schuetz, l'uomo in testa al campionato, e l'argentino naturalizzato italiano Poppy Larrauri, che non si è certo lasciato intimorire in questa gara nella tana del Icone. «Avrete certamente visto una bella gara - ci diceva tutto sudato scendendo dal Mini-altalena dei giri veloci giro pilota tempo media 15. Piquet 1'49"887 222,089 20. Piquet V49"757 222,940 23. Rosberg 1'49"705 223,016 34. Piquet 1'47"721 227,143 35. Berger 1'46"604 229.534 podio - ma io proprio non ce la potevo fare. L'ho segnalato all'ultimo giro, quando ero ancora in testa, ai box: lo sapevo che in rettilineo mi avrebbe bruciato. Aveva troppo motore più di me. Io più che lasciarlo all'esterno non potevo fare. Mi ha passato a sinistra, sembrava avesse una marcia in più. In staccata gli sono arrivato dentro di nuovo, l'ho sfiorato. Avrei potuto buttarlo fuori. Ma voi giornalisti poi cosa avreste scritto?». Onesto, genuino, come al solito, ed arrembante sino alla fine. Con due o quattro ruote sul prato, senza mai staccare il piede dal gas, Larrauri le ha fatte tutte, ma contro Schuetz, o meglio contro il suo «motorone», su questo tracciato non c'era niente da fare. Non è stata, per gli italiani, una grande giornata. Brancatelli si è dovuto ritirare dopo cinque giri, quando viaggiava nelle posizioni di centro classifica mentre Massimo Sigala, stringendo i denti, è riuscito ad ottenere un discreto quinto posto, davanti al solito regolarissimo Gouhier. Ora, con il tedescone Schuetz sempre più al comando della classifica, con un margine di 13 punti rispetto a Sigala, la Coppa si sposta a Spa, dove era già stata e dove Massimo aveva ottenuto una bellissima vittoria. E in cuor suo spera naturalmente in una dopietta... I.C. LA CRONACA Poco motore per SIGALA HOCKENHEIM - Sono solo 31 le berlinette che si schierano in pista nela mattinata di domenica, con l'idolo locale Schuetz in pole position affiancato da Poppy Larrauri: dietro di foro Brancatelli, mentre Massimo Sigala sbuffa, costretto a partire in posizione arretrata. Al via lanciato, con Oberdorfer che cerca in tutti i modi di «rubacchiare», Poppy Larrauri scatta meglio e si pone al comando del plotone davanti a Schuetz, Becker, Oberndorfer, Sigala, che è scattato molto bene, poi Fuchs, Heger, Ommell, Ketterer, Gonin e Gouhier, mentre Brancatelli è già in ritardo. Al primo passaggio quindi questo è l'ordine, mentre si deve già ritirare Jelinsky con il motore fuori uso. La situazione non cambia sino al terzo giro, quando Sigala, con un motore non certo eccezionale, deve lasciar passare Fuchs, e lo spagnolo Pareja è costretto al ritiro. Il duro tracciato di Hockenheim mette alla frusta i V6 turbo: al quarto passaggio deve ritirarsi l'olandese Bleekemolen. il giro dopo è Brancatelli che deve prendere la via dei box. Al comando sono in tre molto vicini: Larrauri, Schuetz e Becker, inseguiti da Oberndorfer. Al sesto grò sono in tre ad entrare ai box: Heger, onin e Cavalli, mentre Von Loewis continua trascinandosi dietro tutto il bandone posteriore. Al settimo passaggio un urlo nel Motodrom: Schuetz entra al comando, seguito da Larrauri, mentre non transita più Be- cker. Ma Larrauri non si spaventa, e sul rettilineo dei box affianca all'interno Schuetz. Il giro dopo prova a passarlo nella curva che immette nel rettilineo principale, ma costretto all'esterno finisce sull'erba continuando imperterrito a piede giù... Lo spettacolo è veramente di prima grandezza. E il cpricoriaceo argentino riesce a riprendere il comando transitando in testa dal nono giro, davanti al tedesco. Terzo è sempre Oberndorfer, poi Fuchs, Sigala e Gouhier. Ormai il gioco sembra fatto, anche perché Larrauri sembra potersi allontanare di qualche metro. Ma Schuetz sa di avere il motore dala sua parte, e nel lungo rettilineo dopo il traguardo, nel corso dell'ultimo giro, affianca ali' esterno e supera impietosamente l'argentino che non può difendersi. Larrauri prova l'impossibile in staccata, ma Schuetz fa buona guardia, come d'altronde Sigala, che difende coi denti il suo quinto posto. E la gara si conclude con i tedeschi soddisfatti per questo risultato che apre bene la giornata, con l'inno nazionale di casa. DENIM'86 SEMPRE SU WILLIAMS. In formula 1 quest'anno c'è profumo di sfida. Nelson Piquete Nigel Mansell, piloti del team Denim, corrono per vincere. Sulle piste di tutto il mondo dove c'è sfida, dove c'è competizione, c'è Denim. LE PROVE ALPINE Sul circuito di casa è emerso subito il tedesco Wolfgang Schuetz, leader della classifica da un paio di prove, davanti a Oscar Larrauri che è stato il più veloce delle macchine preparate in Italia. Il terzo è stato ancora un tedesco, Franz Fuchs, davanti al nostro Brancatelli. Solo undicesimo Massimo Sigala che nella prima giornata di prove ha avuto problemi di pressione alla pompa benzina, ed è stato uno dei pochi a riuscire a migliorarsi il sabato, verso la fine delle prove, dopo che l'acqua che aveva bagnato la pista si stava asciugando. DENIM Per l'uomo che non deve chiedere. Mai. INVITO Al LETTORI dì 7 Ricordi questa pubblicità DENIM? Secondo te, cosa si dicono ora PIQUET e MANSELL? Manda la tua risposta scrivendo le battute anche sulle fotocopie dei disegni di pubblicità di queste pagine e spediscila a: ROMBO - Segreteria Promozioni Casella Postale 1681 40100 BOLOGNA A.D. La battuta migliore meriterà una SORPRESA! Le «battute» dovranno pervenire all'indirizzo citato entro lunedì 25 agosto 1986 ROMBO 25 IL G.P. Non determinanti le novità (anche tecniche) nelle prove Le bombe «TAG» Ad Hockenheim, ha finalmente debuttato la nuova Arrows. Sotto, Albereto in prova con la Ferrari a basso corto il rigido & il corto HOCKENHEIM - Mentre continua la girandola delle voci, e delle supposizioni, sulla situazione motori per la prossima stagione, i telaisti si danno da fare, ed a stagione inoltrata presentano nuove vetture per concludere l'anno. E1 il caso della Arrows che, in netto ritardo sulla tabella di marcia {ma non per colpa sua, ma per gli scioperi della British Aerospace che doveva costruire la scocca), ha portato a Hockehneim la A9, la nuova monoposto disegnata da Dave Wass e brevemente provata a Silverstone. Si tratta di una macchina completamente nuova, con una monoscocca in fibre di carbonio (questa costruita dalla Advanced Composites di Derby) particolarmente moderna, abbinata al solito motore BMW ed a un cambio abbastanza rivoluzionario, con il gruppo delle sei marce davanti alla coppia conica. Con questo si è realizzato un complesso molto rigido, anche se appare problematico il cambio di rapporti, che costringe a staccare tutta la parte posteriore. Inoltre si è ottenuta una buona aerodinamica, Morìa di motori in prova ad Hockenheim (di cui tre Ferrari) Mammia mia, che pressione! HOCKENHEIM - Hans Mezger, il volpone della Porsche, se la rideva sotto i baffi quando alla fine della giornata i suoi due piloti non hanno avuto problemi a piazzarsi ai primi posti, sbilanciando i pronostici che erano tutti per il motore Honda. «E1 vero - ha ammesso poi in gran segreto - qualcosa di nuovo c'è nei motori TAG... Abbiam fatto un gran lavoro con la KKK per sviluppare diverse turbine, e ottenere una maggior pressione di sovralimentazione. E il risultato si è visto». Caspita se si è visto! 1 due della Williams sono rimasti a bocca asciutta, e solo il funambolo Senna alla fine è riuscito a inserirsi tra queste due equipe super motorizzate. Assieme a quello che in molti riconoscono come l'altro talento naturale del momento, il giovane austriaco Berger. Rosberg ha così chiuso la bocca a tutti quelli che sostenevano che fosse stanco o demotivato. E ha mantenuto la promessa che aveva fatto dopo aver presentato l'annuncio del suo ritiro. «Cercherò di vincere tutte le prossime gare» a26 BOMBO veva aggiunto il finlandese Rosberg. Mansell per questa volta non ce l'ha fatta, e l'impressione è che forse, dopo il «tradimento» con la Ferrari, alla sua squadra gli stiano facendo pagare in fretta queste sue libertà... Alle sue spalle si è inserito, con un progresso notevole, Riccardo Patrese con una Brabham scarica al massimo di aerodinamica e velocissima in rettilineo. Proprio i lunghi rettilinei hanno richiesto nelle prove di questo GP di Germania il sacrificio di non pochi motori. Sono saltati BMW a ripetizione, una coppia di Renault e... tre motori Ferrari! Proprio la squadra italiana, che si è trovata a mettere presto da parte la nuova versione a passo corto, non «operativa» per mancanza di parti di ricambio, ma anche non competitiva, ha sofferto duramente per cercare di stare al passo con gli altri, pagando un pesante tributo in termini di affidabilità. Sono saltate turbine Garrett a ripetizione, ha mollato anche un cambio. Gino Battali commenterebbe facil- mente che «l'è tutta da rifare». In effetti, a questo punto, non è facile salvare qualcuno degli elementi della rossa di Maranello. Il telaio, e le sospensioni, non sono all'altezza. Delle altre squadre buona ancora la prestazione della Ligier, anche con il debuttante Alliot che si è ben comportato, e buona anche la prestazione velocistica della Zakspeed, anche questa a costo di diversi motori rotti. Deludente invece la debuttante Arrows, che ha veramente troppi problemi di gioventù. Delle squadre italiane, chiaramente penalizzate su questo tracciato che eleva solo le macchine con grandissimi motori, discreta la prestazione delle Minardi, con Nannini ancora una volta più veloce del compagno di squadra. Drammatica invece la situazione alla Osella: Ghinzani ha girato poco, e praticamente con un motore aspirato, mentre Berg che ha rovinato una sospensione il venerdì, il sabato, per mancanza di pezzi di ricambio, non si è nemmeno messo la tuta. I.C. IN (e OUT) nelle PROVE Lavoro di turbine Nessuna novità telaistica alla McLaren: le macchine erano due a disposizione del «ritirando» Rosberg, telai 02 e 04 e lo 03 per Prosi. Presente, oltre a Barnard, anche Hans Mezger che sorrideva quando gli chiedevamo se ci fossero novità di motore... Comunque è chiaro che alla Porsche hanno lavorato sulle turbine KKK e sulla pressione che deve essere aumentata non di poco. Prost in efletti venerdì mattina ha rotto un propulsore ed è dovuto ricorrere al muletto di Rosberg. Ma poi, nella sessione cronometrata, ha ammesso candidamente di aver avuto addirittura troppa pressione al turbo, e di essere riuscito a fare il grazie alla rastremazione della carrozzeria nella zona cambio. Le sospensioni sono rimaste col sistema push rod, il musetto è più squadrato e più affilato. Queste le dimensioni: altezza massima 101,6 cm. passo 292,1 cm, carreggiata anteriore 185,4, posteriore 167,6 cm. La sistemazione del motore, e dei suoi accessori, è rimasta la medesima, per i freni si prevede anche l'utilizzazione dei doppi dischi della AP. Thierry Boutsen non era ancora particolarmente soddisfatto della nuova macchina. «L'ho provata troppo poco per esprimere un giudizio. Per ora ha un sacco di sovrasterzo, ma bisogna lavorarci con più calma» ha detto. Per avere una seconda A9 in pista si prevede di dover attendere sino al GP d'Austria. L'altra novità, interessante per gli sportivi italiani, era la rinnovata Ferrari «corta» per Michele Albereto. Sul telaio 90, il più vecchio di quelli a disposizione, per spostare ulteriormente i pesi sul treno posteriore,,sono state apportate diverse modifiche. Oltre alle sospensioni anteriori spostate in avanti grazie a muovi triangoli, si è lavorato nella parte posteriore, portando al minimo il distanziale tra motore e cambio. Il passo così si è sensibilmente ridotto di circa 18 cm. Le sospensioni posteriori sono state rifatte, prendendone parte di quelle già montate nel 1984 sulla C4, con il gruppo molleammortizzatori dietro al cambio. Il serbatoio olio, che prima era all'interno del distanziale, è stato posto sopra al cambio, il cofano motore è stato modificato, come naturalmente le fiancate che ora, nella zona delle turbine, hanno una sostanziosa grigliatura per smaltire il calore. In più è stato montato un alettone triplano, con corda molto più corta e doppio flap, chiaramente ispirato a quello delle Williams. Il guaio è che tanta novità, almeno a sentire Albereto, non ha sortito gli effetti dovuti. Il pilota milanese è saltato a lungo, in prova, dall'una all'altra macchina. «Ciascuna di queste ha cose interessanti: bisognerebbe riuscire a mescolarle assieme» diceva dopo la prima giornata di prove. Sta di fatto che sia i tempi, sia le velocità massime di entrambi i modelli sono pressoché le stesse, e i tecnici non sanno che pesci prendere. L'unica decisione è stata quella di portare ancora la macchina a Imola, da questo mercoledì, per fare ulteriori prove comparative. E in questa occasione ci sarà anche la Williams, che potrà stabilire un termine di paragone immediato con il «cavallino» di Maranello, che nonostante le cure appare ancora molto zoppicante. I.C. tempo solo quando ce l'ha fatta a ...calmarlo! Anche Rosberg era entusiasta più del motore che del telaio. Ed in effetti, su una pista del genere, se non si è assistiti da un grande propulsore non si possono avere speranze di ben figurare. Con la necessaria calma, dopo aver risistemato con cura l'assetto, i due della McLaren sono scesi in pista. Prima è stato Prost ad agguantare il miglior tempo, ma poi in extremis ci si è messo Rosberg per riprendersi questa pole position, che già aveva fatto intravedere nella prima giornata _di prove. Sabato «tragico» Grande attesa al box Ferrari per vedere alla prova la nuova versione «corta» della F. 1/86 provata a lungo a Fiorano, e portata in un solo esemplare a Hockenheim. C'erano infatti i telai 92 e 93 per Albereto e Johansson nella versione già nota, e il telaio 90 con le «nuove» sospensioni posteriori, senza distanziale, e con nuovo alettone. Albereto ha provato venerdì in mat- tinaia prima la versione normale, poi è passato a quella corta, senza riuscire a migliorare il suo tempo. Stessa prova nel pomeriggio, nella sessione cronometrata, interrotta però del cedimento del cambio mentre era con la '86 «lunga». Johansson invece ha rotto un motore in mattinata, e il turbo nella sessione cronometrata, costringendo i pompieri ad intervenire per spegnere un principio di incendio. Se venerdì è stato difficile, sabato è stato tragico per la Ferrari. Due motori rotti in mattinata, prima Johansson e poi AIboreto in chiusura. Gran lavoro dei meccanici, ma in qualifica si sono subito rotte due turbine, una a sinistra per Albereto e una a destra per Johansson. Così, solo in extremis, i due ferraristì sono riusciti a migliorarsi un poco. Aria ai freni Sono ricomparse le prese d'aria freni sulle Williams, che erano le stesse di Brands Match, telai 03 e 05 per Piquet e 02 per Mansell. Il solo inglese ha avuto problemi venerdì in mattinata, per una escursione fuori pista nella quale ha leggermente rovinato il fondo scocca. Piquet è stato a lungo il più veloce nella sessione cronometrata, essendo uscito subito prima che cominciasse a piovere. Ma poi la pista si è asciugata ed è stato superato sia dal compagno che dalle due McLarbn. Chi ha avuto guai il sabato è stato Piquet, la cui macchina da gara è stata ferma tutta la mattina per una perdita di benzina dal serbatoio, mentre il muletto ha accusato una perdita di acqua subito riparata. In qualifica il brasiliano è riuscito a migliorarsi, mentre Mansell si lamentava di una cronica mancanza di pressione. Cambio motore in 45' Nessuna novità anche alla Lotus che ha portato i telai 01 e 04 per Senna, e 02 per Dumfries. Il visconte inglese, che non aveva mai girato a Hockenheim, ha avuto problemi in mattinata ed è stato a lungo fermo per sostituire un giunto. Senna da parte sua ha avuto un problema nel motore da qualifica, che ha fatto subito cambiare per la sessione cronometrata. Ma in questa sessione ha dovuto anche sistemare l'assetto della macchina, per cui ha scelto un treno di gomme da gara e solo uno da qualifica, che ha sprecato proprio nel momento in cui c'era Berg girato. Senna ha sofferto abbastanza il sabato, quando è andato a met- tere in moto il motore da qualifica e la pompa benzina ha ceduto. Si è cosi operata la sostituzione di tutto il gruppo motore, in meno di 45 minuti. Poi il brasiliano è salito prima sulla macchina da gara, poi su quella da qualifica riuscendo, con un solo set, a portarsi al terzo posto alle spalle della due McLaren. ROMBO 27 liG.P. PROVE' BRABHAM BMW fa le bizze Nuove teste francesi 09 troppo giovane Abbandonata la vecchia vettura usata a Brands Match, nessuna novità, dal punto di vista telaistico, per le tre BT 55, telai 03 e 04 per Patrese, 06 per Warwick, ma qualcosa, in ordine sparso, a livello motori, dopo recenti prove fatte a Donington. E a dire il vero si sono notati progressi, con Patrese davanti alle Ferrari e con una buona velocità massima. Warwick è stato più lento, e in mattinata aveva rotto anche un cambio. Grandissima delusione per Warwick il sabato. Il pilota inglese ha fatto tre giri con la sua macchina rompendo il motore: poi è passato al muletto, e dopo altri tre giri il secondo motore ha ceduto; nel pomeriggio il nuovo motore ha sempre fatto le bizze, per cui il pilota non è riuscito praticamente a girare. Abbastanza soddisfatto invece Patrese, che ha scaricato molto l'aerodinamica ottenendo alla fine la più alta velocità massima del lotto dei concorrenti. Due novità interessanti nell'equipe transalpina: innanzitutto la presenza del sostituto di Jacques Laffìte, il francesine Alliot che già lo scorso anno aveva fatto i test per questa squadra. E poi un motore Renault con nuove testate, identico a quello di Senna, per Arnoux, che ha richiesto un nuovo cofano posteriore. Philippe Alliot, da parte sua, con molta modestia, ha detto a tutti di non aspettarsi prestazioni miracolose, tanto era la potenza della macchina. Venerdì in mattinata ha finito per andare in testacoda, danneggiando la deriva del baffo anteriore e una presa d'aria del freno. Ma è stato poi sufficientemente veloce, solo di poco distaccato da Arnoux, settimo nella griglia dei tempi. Crisi di motori nella mattinata del sabato alla Ligier. Hanno ceduto due propulsori, uno sulla macchina di Alliot e uno su quella di Arnoux, che dopo il cambio del suo Renault si lamentava della scarsa potenza. Tutti gli occhi puntati sulla nuova A9 che Boutsen ha portato praticamente al collaudo, con tutti i problemi di giovinezza del caso. Nella prima mattinata la neonata ha accusato problemi di surriscaldamento, per il cattivo funzionamento dell'impianto. E per di più accusava un sovrasterzo incredibile nonostante gli sforzi del belga per renderla neutra. Danner da parte sua ha girato senza grossi problemi con la vettura solita riuscendo a spiccare. alla fine, il 19. tempo. Ancora molto dubbioso Boutsen, alla fine delle prove del sabato, sull'utilizzazione della nuova A9, piena di difetti di tenuta di strada. Alla fine ha ceduto anche il turbo e così il belga non ce l'ha fatta a migliorare il suo tempo. Regolare invece Danner che ha tolto tre secondi dal tempo di venerdì, piazzandosi in 17. posizione. La terza 015 Due novità di rilievo alla Tyrrell per questa gara: finalmente la presenza della terza 015 per Brundle e Streiff, e un nuovo sponsor, la ATS per entrambi i piloti, che si sono lamentati soprattutto dei motori a disposizione. Venerdì Streiff ha avuto problemi elettrici che lo hanno assillato sia in mattinata che nel pomeriggio. Brundle venerdì ha avuto un principio di incendio in pista e il motore che funzionava in maniera irregolare. Nella sessione cronometrata non è riuscito ad avviare la macchina col motore da qualifica, ha dovuto usare il muletto col quale ha fatto anche un testacoda. Solo tre giri nella mattinata del sabato per Streiff, pep colpa dell'impianto elettrico, che è stato completamente cambiato. Ma le cose non sono migliorate per il pilota francese, che ha accusato accensioni irregolari anche nella sessione cronometrata. Brundle da parte sua è dovuto ricorrere al muletto per il cedimento della cinghia dentata della distribuzione. BENETTON Testacoda-disastro Differenziale casalingo II lavoro non è stato poco, a Volpìano, per riuscire a portare due macchine in grado di ruzzolare alla corsa di Hockenheim. A casa è rimasta purtroppo la vettura più recente, che Saltate le prove a Fiorano, alla Minardi hanno deciso di portare Tunica novità, il differenziale fatto in casa secondo lo schema Salisbury, sulla pista di Hockenheim, e montarlo sul muletto di De Cesaris. Per il resto niente di nuovo, solo le vetture riparate dopo l'incidente di Brands Hatch al via. Nannini ancora una volta è stato più veloce del suo compagno di squadra, anche se venerdì mattina ha rotto un motore. De Cesaris a onor del vero non è riuscito a girare: prima una gomma laminata, e poi la turbina destra hanno costretto il romano ai box. Su questo circuito, dove conta solo la potenza, Le Minardi si sono difese come hanno potuto il sabato. Nannini era abbastanza soddisfatto, anche se gli bruciava il fondo schiena con la tuta imbevuta di benzina. De Cesaris è stato ancora una volta sfortunato: prima una fascetta, poi l'acqua, non gli hanno permesso di migliorarsi come avrebbe voluto. iiun iia puiuiu itti e iiciniiiciiu un gnu. L>cig per completare la giornata ha finito con l'andare in testacoda da solo alla prima chicane nella sessione cronometrata. Quando i meccanici sono andati a controllare bene il danno provocato da Berg nel testacoda si sono accorti che bisognava rifare una sospensione spe :nsione posteriore. posteriore, tE dopo uopo nil aisasiro disastro ai di Brands Hatch i pezzi a disposizione scarseggiavano. Così, in attesa che portamozzo e triangoli arrivassero da Torino, il canadese è rimasto ai box tutto il giorno, mentre Ghinzani non ha potuto spingere molto per una cronica mancanza di pressione nel turbo. ZAKSPEEO Ali per la velocità Da ovest a est Pressione autogestito Dopo le ultime prove di Silverstone Fabi ha portato una macchina modificata negli attacchi delle sospensioni posteriori, che sembravano così funzionare molto meglio. Per entrambi c'erano a disposizione nuovi alettoni adatti per questo circuito superveloce. Ancora una volta è stato l'italiano che ha accusato tutti i guai nella prima sessione cronometrata: prima il motore, nel giro di riscaldamento, e poi una foratura che lo hanno costretto a rimanere in pista, a guardare gli avversai! Molto buona invece la prestazione di Berger, che è riuscito ad inserirsi al sesto posto della classifica. Fabi ha battagliato anche tutto il sabato con problemi elettrici o elettronici, saltando da lina macchina all'altra. Berger si è ancora migliorato, finendo anche diritto alla seconda chicane mentre era in bagarre con Mansell, danneggiando il musetto. Poi è rientrato ai box, ha fatto accorciare la sesta marcia, ma il turbo ha ceduto lungo il percorso. La modifica più appariscente, sulle Zakspeed, era la... modifica dello sponsor, per problemi televisivi. Da West, nota marca di sigarette, sono passati alla East, a 180 gradi di bussola, ma soprattutto al riparo dalle norme che vietano la pubblicità al fumo... Palmer ha continuato la sperimentazione dei freni in carbonio, mentre sulla vettura di Rothengatter non c'era nulla di nuovo. Ma per il dottore inglese venerdì è stata giornata travagliata: in mattinata subito rottura del motore, e poi una perdita d'olio sul muletto lo ha tenuto fermo ai box. Nella seconda giornata di prove alla Zakspeed devono avere spinto al massimo i loro motori. Palmer è stato tra i più veloci in mattinata, con punte velocistiche considerevoli. Nella sessione cronometrata è riuscito ancora a rimanere a piedi con entrambe le vetture a disposizione, ed è dovuto rientrare al traino del carro attrezzi. Più che sul telaio delle macchine inglesi della squadra americana i tecnici hanno lavorato sul motore, ed hanno presentato, per il GP di Germania, delle nuove wastegate azionabili dall'abitacolo mediante due pomelli, uno per ciascuna valvola. I piloti così potevano gestire la pressione da 3,5 a 4 atm. Alan Jones aveva a disposizione i telai THL2/003 e 004 mentre Tambay aveva lo 005, ma entrambi si lamentavano di problemi di adattamento dell'assetto alla pista. «La macchina ha ancora troppo sottosterzo - sosteneva il francese-ma soprattutto qui è un problema di motori. Basta guardare le velocità: accusiamo venti km di distacco sul traguardo, oltre 25 di velocità massima. In questa situazione cosa ci possiamo fare?». Per Jones era la stessa musica. E quando ha montato runico treno di gomme da qualifica scelto era già tardi per poter pensare di migliorare ancora la sua prestazione. PAGELLE G.R GERMANIA MCLAREN LOLA L'impatto dopo le qualifiche aveva illuso che il gap di Brands Match fosse stato colmato con gli interessi. Ma in gara si è visto che, a parità di potenza, con le Williams non corrisponde parità di sobrietà nei consumi PROST 5 Ha sbagliato la gara, lui che ha bisogno di punteggi anche sotto al nove, inseguendo Piquet che invece era all'ultima spiaggia per il tram iridato Il motore Ford non è certo all'apice del suo sviluppo, ma ci sono troppi problemi che frenano il potenziale del team per capire veramente quanto vale. Questo anche se in Germania è stato centrato l'obbiettivo di portare due vetture alla fine con soli 195 litri nel serbatoio TAMBAY 6 La riconferma del contratto gli ha messo le ali ai piedi e ha vinto alla grande il confronto con Jones JONES 5 Era il pupillo del team e in soli sei mesi è riuscito a farsi cacciare via. Da cosa sarà dipeso? ROSBERG 6 Lui il guascone lo ha sempre fatto e ha anche detto che se ne va perché là -F. Consumi- non lo diverte più, quindi il suo ritiro senza benzina è più logico di quello di Prost ARROWS TYRRELL L'ipotesi del ritiro Renault, che evidentemente li riprecipita nel burrone, deve aver fatto sentire la sua influenza visto che entrambe le vetture si sono ritirate, come non succedeva da tempo BRUNDLE 6 Ha cercato finché ha potuto di tirare fuori le unghie e con una grinta che fa capire come oramai il suo nome sia nel taccuino di più di un team manager STREIFF s.v. Ha fatto troppo poco per sapere se Hockenheim è la sua pista o no La nuova A9 è finalmente arrivata al debutto. Ma non si è capito fin dove arrivano i cosiddetti problemi di gioventù BOUTSEN 6 Gara da professionista come sempre, anche se le soddisfazioni continuano a mancare DANNER 6 Ci teneva a far bella figura in Germania, e diremmo che ci è riuscito BENETTON Certo Fabi è sfortunato, ma nel complesso pur con un Berger in forma si vede che la zona alta della classifica non è ancora alla portata del team WILLIAMS BERGER Successo chiaro per Piquet ma non altrettanto per il team che ha fallito in qualifica e che Mansell lo ha messo in terza posizione solo per caso, Sempre avendo presente la tesi della punizione per l'inglese PIQUET 9 Doveva vincere e lo ha fatto senza errori e sbavature, secondo il suo stile più classico MANSELL 7 II suo voto è legato alle prove e ai primi giri, perché poi ci vuole anche la macchina FABI s.v. Non può certo dire grazie a Johansson OSELLA 5 Non era la sua giornata oppure hanno fatto sì che fosse così? Non lo sapremo mai, ma è certo che non ha corso da capoclassifica II discorso è anche troppo vecchio, ma è sempre quello: con i fichi secchi non si fanno nozze GHINZANI 6 Lui ci mette anche l'anima, ma i miracoli non vanno oltre una certa misura BERG 7 Prosegue l'apprendistato e se non altro dimostra di non essere uno scassamacchine BRABHAM L'impressione In base alle prove era che la BMW potesse tappare gualche falla della BT 55. Ma dopo pochi giri si è capito che era proprio solo una impressione PATRESE 7 Ancora una volta è stato, assieme alle gomme Pirelli, l'unica cosa buona nel GP di Germania della Brabham WARWICK 6 Tirava ad arrivare in fondo, ma anche se c'è riuscito fallendo di poco la zona punti, non ha convinto MINARDI II cerchio piano piano si sta stringendo, come un cane che si morde la coda: si dice che senza soìdi non si va avanti, ma non si hanno soldi se non si va avanti DE CESARIS 7 Ha lottato fin che la macchina ha rette mettendosi dietro anche firme quotate NANNINI Si sapeva da tempo che Hockenheim, con il suo tracciato veloce, era ìa sua bestia nera, quindi se la è cavata più che bene se si pensa a Senna addiritura secondo SENNA 9 È stato impeccabile, sìa indovinando una partenza da brivido sia a finire con mezzo litro ma, secondo logica, dopo il traguardo DUMFRIES 7 Liberato dal complesso Senna, se non altro perché adesso è sicuro che andrà via a fine stagione, ha fatto vedere cose che non credevamo fosse capace di fare LIGIER Tra i team che vengono dopo i marziani del podio, è senza dubbio quello che sta meglio comportandosi in questo Mondiale '86. In Italia si dice: «Magari andasse così la Ferrari!» ARNOUX Beta UTENSILI 7 Non ha figurato molto davanti alie telecamere impegnate a seguire i big, ma alla fine dopo i tre del podio c'è ancora una volta lui ALLIOT s.v. Johansson al via gli ha impedito dì marcare il suo debutto in Ligier con un bel voto. Alla prossima occasione? ZAKSPEED Doveva far vedere al suo pubblico che non stanno buttando via i soldi e anche se nella classifica finale non figura neanche una monoposto, si può dire che ha centrato l'obbiettivo PALMER nelle mani dei meccanici di Brabham McLaren e Williams il successo dei loro piloti e....gli utensili Beta 6 Resta l'interrogativo di sapere quanto vale. Perché ìa Minardi finora non gli ha permesso di dimostrarlo LOTUS Beta UTENSILI 7 Non è nel giro dei piloti che contano, ma quanto a professionalità meriterebbe a questo punto qualcosa di più ROTHENGATTER 6 Nelle difficili condizioni in cui è chiamato a cercare di raccogliere qualche risultato, non si può non giudicare positivamente quello che ha fatto in Germania FERRARI Passo corto, passo lungo, e ancora una volta l'esito finale è invece passo... e chiudo! ALBORETO 7 Niente àa dire: è l'unica cosa positiva di tutta la Ferrari 1986 JOHANSSON 4 Voleva fare il Villeneuve al via e gli è andata male, anche troppo ROMBO 29 Le verifiche di B.HATCH Motori e ottani tutto O.K. La Benetton-BMW di Fabi a fuoco In prova. Fra allenamenti e gara, le monoposto Benetfon Formula sono state fra quelle che più hanno fuoco...e fiamme, ivi compreso il giro record di Berger PAESE DEI BALOCCHI In tanti anni ho visto il volto serio, duro, tirato di BernÌ8 Ecclestone rilassarsi solo in poche occasioni, ad esempio quando gioca con la piccola Tamara, la sua bambina di poco più di due anni. A Hockenheim però l'emozione così privata di sentirsi felice è venuta al «padrino» per un altro verso. Vedere per la prima volta operativo al cento per cento l'enorme autobus a due piani che ha scelto come ufficio viaggiante per la FOCA. Anche questa volta come già per molti altri autobus del Circus il «miracolo» è stato fatto dalle officine modenesi Orlandi, che hanno attrezzato la consueta meccanica Iveco in modo da renderlo un vero e proprio «giocattolo da fiaba». Basti pensare che tra le altre meraviglie all'insegna dell'elettronica, c'è anche un ascensore che dal piano inferiore dell'autobus porta al piano superiore dove c'è il vero e proprio ufficio di Ecclestone. La cosa più bella è che questo ascensore può essere manovrato solo attraverso un apposito comando a distanza, del tipo dei telecomandi dei nostri televisori, che ovviamente è in possesso solo del proprietario dell'autobus. In questo modo Bernie può ulteriormente discriminare i suoi ospiti perché se gli aggrada li fa salire alla sua «reggia» con l'ascensore, altrimenti devono prendere la piccola scala a chiocciola a lato del posto guida. Per noi sarà una comodità dedurre da questo segnale se gli avversaci tradizionali del boss FOCA. Balestre e Piccinini, sono in buona con lui oppure se c'è maretta. Al di là della battuta comunque è certo che l'arrivo nel paddock del «Titanic» a quattro ruote di Bernie ha lasciato 30 ROMBO a bocca aperta più di uno. E questo in un ambiente dove giocattoli costosi come aerei o barche pagate con cifre dove gli zeri non si contano più, è in indubbiamente un punto all'attivo di Ecclestone non indifferrente. Considerate le dimensioni del paddock, a questo punto l'unico problema, visto lo spirito di emulazione del «paese dei balocchi» (Benetton ad esempio sta già preparando un mega-mega bus) è vedere dove si arriverà e magari, dice qualche sponsor, quanto ci costerà? PASSAPORTO CEE La F. 1 è un fatto mondiale, con audience televisiva da record. Quante volte abbiamo sentito snocciolare dati in proposito e quante volte abbiamo sentito degli sponsor ripeterli pappagallescamente? Certo, è indubbio, il fascino del «Circus» è alto, molto alto, presso il pubblico di almeno la metà del globo. Ma alzi la mano chi non avverte tra esperti e appassionati che giorno dopo giorno si sta andando verso una involuzione anziché verso una evoluzione delle cose. Delle «baruffe» tecniche sappiamo tutti abbastanza, ma è solo questa la spina nel fianco del Circus? Quanti hanno riflettuto, tanto per fare un esempio, sul fatto che in questo Mondiale 1986 di piloti di scuola extraeuropea ce ne sono solo quattro: i brasiliani Piquet e Senna, l'australiano Jones, e il canadese Berg? Mentre al contrario la formula americana CART anche da questo punto di vista offre un panorama ben più variegato. Certo adesso, grazie alla Honda, arriva anche il giapponese Nakajima. Ma basterà perché la F. 1 possa sempre e indiscriminatamente continuare HOCKENHEIM - Alla gara di Brands Hatch in pochi si erano accorti che saggiamente, dopo aver sentito parlare di motore da qualifica di Matiseli, Gabriele Cadringher aveva deciso di verifìcarne la cilindrata per togliere eventuali sospetti sulla super prestazione dell'inglese della Williams. Alla verifica Cadringher, per impegni di lavoro, non ha potuto assistere. Ma è stata fatta Io stesso con tutti i crismi della legalità dal responsabile tecnico in- a fregiarsi del titolo di «Mondiale»? Comunque il vero quesito da porsi, come avrete facilmente capito, non è tanto questo quanto appunto quello di sapere perché la voglia di correre in automobile stia sempre più rarefacendosi tra i giovani che non facciano parte del triangolo d'oro Italia-Francia-Inghilterra. E sì che di paesi ricchi in giro per il mondo ce ne sono ancora, e soprattutto che la F. 1 a differenza del calcio o del ciclismo, rende - e parecchio stando alle cifre di certi ingaggi - e certo non richiede una eccessiva fatica, almeno dal punto di vista fisico. LA DIETA SOGLIOLA Recentemente nel raduno conviviale con i giornalisti italiani prima del G.P. di Francia, Bernie Ecclestone ha detto che la sua «BT 55» è una macchina completamente sbagliata. Ma adesso c'è qualcuno che è pronto invece a difendere la «sogliola» a spada tratta. E' Riccardo Patrese, che certo con la creatura di Gordon Murray di soddisfazioni ne ha raccolte pochine, ma che non se la sente di buttarla completamente a mare, perché tutto sommato lui un risultato lo ha ottenuto. Basta infatti andare a guardare i pesi dei piloti ad inizio stagione con il padovano registrato in casco e tuta a chili 81,7, e quelli di metà campionato con Riccardo sceso nelle identiche condizioni di pesata ad appena 73 chili, per capire come la «dieta della sogliola» in fondo così negativa non sia stata. Patrese, che ha tenuto in Germania ha precisare che i 73 chili di luglio gli «appartengono» e che non c'è stato nessun errore di registrazione con gli 80 attribuiti a Warwick, non ha saputo però precisare se i chili sulla creatura di Gordon Murray li ha persi per le paure che si è preso guidandola in curva oppure se sono state le arrabbiature per la ennesima stagione buttata al vento... BUON SANGUE? MENTE Si diceva una volta che «buon sangue non , mente». Ma evidentemente nel mondo della I F. 1 la saggezza popolare dei proverbi altee- (. chisce poco se valutiamo irisultatidi una piccola inchiesta fatta tra i campioni del volante del Mondiale 1986 per sapere se la vocazione per condurre una monoposto a trecento all'ora è come l'orecchio musicale che si trasmette di padre in figlio. Infatti ben pochi tra i «top drivers» attualmente in circolazione il mestiere possono dire di averlo ereditato oppure imparato in famiglia. E sì che di piloti con famiglie numerose alle spalle, non manca certo la rappresentanza. Infatti oltre al recordman Tambay che vanta ben due fratelli e due sorelle, con i maschi entrambi più giovani di lui (mentre solo una delle femmine lo supera in età e addirittura di ben dieci anni) sono parecchi quelli che sono cresciuti in case dove erano almeno tre i pargoli segue a pog.ó9 glese Barry Morris, che ha ufficialmente comunicato che la cilindrata del motore di Mansell era di 1490cc. Con un comunicato della FISA sono stati resi pubblici i risultati degli esami dei carburanti di alcune macchine che hanno corso nei GP americani. Le due Williams che hanno corso a Montreal avevano 101.6 come indice di ottano, nettamente al di sotto dei 102 previsti. Risultati analoghi per campioni prelevati a Detroit: Senna 101,9. idem Laffite. da svezzare. C'è Piquet che ha due fratelli ed una sorella tutti più vecchi di lui; c'è Mansell. secondogenito tra due sorelle e un fratello. Tale e quale a lui c'è anche Boutsen. Volendo proseguire possiamo dire di Rosberg sempre coccolato dalle sue due sorelle, una più giovane e una più vecchia. Oppure di Johansson costretto a disputarsi il primo, volante con la sorellina più giovane. Mentre papa Nannini ha dovuto spesso chiedersi tra tre figli, di cui dei due più giovani una era appassionata di musica e canto ed uno di macchine da corsa, chi avrebbe mandato avanti la bottega. Anche in casa Senna da registrare poi due maschi e una femmina (primogenita) proprio come in casa Fabi. Tornando però allo spunto della nostra miniinchiesta, più che sulle parentele dei protagonisti del «Circus» la curiosità era puntata su come e da dove potesse essere venuto loro l'esempio per scoprirsi la passione e il talento per fare il pilota di F. 1 . Il risultato è che non è stato certo in casa, fatta salva ovviamente qualche eccezione. Come ad esempio Prosi che alle corse c'è arrivato imitando il fratello più vecchio. Addirittura se si eccettuano dopo Fabi i due ferraristi, con la sorellina ventiduenne di Johansson campionessa svedese turismo 1985, e Ermanno Albereto protagonista di parecchie gare di F.3, il risultato della nostra ricerca svela che non solo il virus della velocità non è stato respirato dai nostri tra le pareti della casa paterna. ma che addirittura non ha attecchito nemmeno oggi che tutti loro sono celebri e famosi. Infatti a trovare un pò di considerazione, nel senso che se parlano d! corse e di macchine a fratelli e sorelle hanno un uditorio che capisce di che cosa si tratta, sono molto pochi. Tambay che ha un tifoso e un potenziale emulo nel fratellinò quattordicenne, a cui però Patrick non si sente di dare né consigli né tantomeno aiuti economici. Ghinzani che fa altrettanto nei confronti del fratello più giovane, e non certo per tirchierie. De Cesaris che con il fratello Emilio, ex kartista, ci passa anche lunghe ore a parlare di macchine, così come fa Patrese con il più anziano Alberto, ingegnere all'Alfa Romeo. Per il resto è un disastro. La sorella più anziana di Berger dice che le corse in automobile non le capisce. Il fratellastro di Alan Jones non si rende conto del perché «l'orso» ha voluto a tutti i costi tornare per un paio di anni in Europa. In casa Rosberg, addesso che Keke si ritira, dicono che finalmente si sta tranquilli. A Mansell una delle sorelle continua a chiedere solo i risultati dei tornei di golf, convinta che è per quello che Nigel è famoso. E avanti di questo passo chi più ne ha più ne metta, a riprova del fatto che, come dicevamo ali' inizio, almeno per la F. 1 «buon sangue... mente!». | BORSA DA CORSA In Italia - e mi dicono non solo da noi - si è scoperta la borsa e il giocare con le azioni. Naturalmente in un ambiente come la F. 1 di facili guadagni, e per di più tutti in denaro contante da investire al più presto e al meglio, la corsa ad accaparrarsi i titoli migliori è stata più affannosa che altrove. Al riparo da occhi indiscreti, esperti e non tra piloti, team manager, sponsor, giornalisti, confabulano di questi tempi di vendere e comperare, con un terminologia da far invidia ai professionisti di Wall Street e della nostra più provinciale Piazza degli Affari. Così mentre Ferrari realizza che il personaggio più importante della F. 1 è il tecnico e non il pilota, il novantanove per cento dei suoi avversati è in questo momento invece spinto a concedere la sua predilezione per il primo posto in ordine di importanza tra i personaggi-chiave al consulente finanziario. Perciò miti e compassati signori in grigio, eccezionalmente in beige o in marrone per il week-end all'autodromo, assumono agli occhi di tanti dei protagonisti delle nostre domeniche lo stesso valore che loro stessi assumono agli occhi dei tifosi. Ecco perché in questo momento, contrariamente a quello che si crede, l'invidia maggiore nel Circus non è per Mansell o Piquet o per Prost o Rosberg, e nemmeno per i loro motori Honda e Porsche o per i loro telai Williams e Me Laren, ma è soprattutto per Berger e Fabi e per la loro possibilità, come piloti della Benetton, di poter comperare in anticipo una larga quota delle azioni della azienda trevigiana, quotata di recente, come è noto, alla Borsa italiana. Da questo punto di vista anche Cheever, ex pilota Benetton, ma soprattutto titolare come lo stesso Fabi di alcuni negozi (motivo per il quale ha potuto essere messo in condizione di privilegio per l'acquisto delle azioni Benetton). è guardato da alcuni dei suoi ex colleghi con più ammirazione forse di quelle con cui è guardato Senna che pure è riuscito a imporre la sua legge dopo che a Peter Warr nientemeno che ai giapponesi della Honda. | FUMO E VECCHI MERLETTI Nemmeno le diaboliche vecchine del celebre film «Arsenico e vecchi merletti» avrebbero aggirato con l'astuzia e la simpatia della West, lo sponsor del team tedesco Zakspeed, il cartello anti pubblicità al fumo che le compagnie produttrici di tabacco si sono autoimposte sul mercato tedesco. Infatti, per non mancare all'appuntamento con il pubblico di casa ma nello stesso per non infrangere una legge non scritta ma serenamente e liberamente accettata da loro come da tanti altri, i pubblicitari della multinazionale tedesca del tabacco hanno avuto la graziosa trovata di dipingere sui fianchi delle due Zakspeed la scritta «East», ovviamente con gli stessi colori e con gli stessi caratteri della loro scritta abituale West. Cioè, nella lingua inglese, l'esatto contrario dell'occidente che è la traduzione della parola West. Qualcuno l'ha subito definita una «turbata» ma secondo noi è invece una lezione di ironia. ROMBO 31