RE.02 relazione specialistica - Portale Trasparenza Provincia di
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RE.02 relazione specialistica - Portale Trasparenza Provincia di
Palomonte Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA RELAZIONE SPECIALISTICA 1. Stato di fatto La rete idrica di distribuzione del nucleo industriale di Palomonte è stata realizzata negli anni ‘80 e, nella sua configurazione di progetto, si presentava come un anello a pianta rettangolare di lunghezza complessiva pari a circa mt. 1500 che percorre l’asse centrale dell’area per poi richiudersi sulla provinciale. Da questo, nella zona a sud-ovest, deriva un ramo che alimenta altre utenze in configurazione “ad antenna” fino a raggiungere l’impianto di depurazione. In particolare sull’anello sono presenti n.8 derivazioni che servono altrettanti lotti attualmente presenti nell’area consortile, mentre dal ramo che raggiunge il depuratore è presente una ulteriore derivazione che serve il lotto a est di quest’ultimo. Le tubazioni sono in acciaio con rivestimento esterno bituminoso, con diametro variabile dal DN300 mm al DN100 mm. Lungo tutta la rete sono presenti n.16 pozzetti, la maggior parte dotati di saracinesche di intercettazione. L’anello dell’area industriale viene alimentato da un acquedotto esterno configurato nel seguente modo: l’acqua viene emunta attraverso tre pozzi presenti in prossimità dell’area industriale viene mandata ad una stazione di sollevamento sempre in prossimità dell’area industriale viene pompata attraverso una condotta di carico in acciaio DN300, con rivestimento esterno bituminoso, di lunghezza di circa 3500 mt fino al serbatoio che si trova ubicato a ad una quota 280 m.s.l.m. Pagina 1 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA l’acqua alimenta la rete idrica interna all’area industriale mediante condotta di discesa realizzata in acciaio DN300 di lunghezza di circa 3500 mt. La rete idrica interna presenta quote variabili da un minimo di 203 m.s.l.m., in prossimità del depuratore, ad un massimo di 232 m.s.l.m., in prossimità del varco di accesso nord. Figura 1- Ubicazione sollevamento e serbatoio 2. Analisi delle problematiche La configurazione di progetto sopra descritta presenta oggi diverse variazioni; per sopperire alle basse pressioni nella rete, l’anello è stato di fatto interrotto sezionando la condotta sulla strada provinciale. Inoltre uno dei pozzi di alimentazione del serbatoio è stato dismesso ed i soli due attivi estraggono, rispettivamente, circa 10 l/s e 4 l/s ininterrottamente; ciononostante, l’acqua pompata dalla stazione di sollevamento non riesce a raggiungere il serbatoio che resta di fatto vuoto. L’acqua che i pozzi pompano alla stazione di sollevamento va da 860 a 1200 m3/g, ovvero il massimo captabile dalle due pompe dai pozzi, ma la richiesta idrica da parte delle aziende insediate è molto inferiore. Se si tiene conto che al massimo della mandata comunque non si riesce a stoccare acqua nel serbatoio, è evidente che la rete Pagina 2 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA presenta perdite inaccettabili sia nella rete di servizio alle imprese che nella condotta di collegamento al serbatoio. La causa dello stato fatiscente dell’acquedotto consortile, almeno nella porzione di rete di servizio alle aziende, è essenzialmente dovuta alla notevole esposizione alle correnti vaganti, considerata la vicinanza del metanodotto SNAM con la relativa protezione catodica; in particolare la presenza di quest’ultimo, considerate le evidenti ragioni di sicurezza che rendono prevalente la necessità di protezione del metanodotto rispetto alla rete idrica, ha reso impossibile garantire un potenziamento della protezione catodica. Per quanto concerne invece l’acquedotto esterno si è constatato come la maggior parte delle perdite sia localizzata nella parte alta del tracciato che risulta ubicata in una zona interessata da fenomeni franosi. Ultima importante osservazione va fatta in merito all’approvvigionamento del serbatoio che, come anticipato, in base al progetto originario prevedeva estrazione da pozzi posti nell’area industriale. Le ingenti perdite lungo la rete di collegamento tra stazione e serbatoio ne compromettono il rifornimento pertanto, fermo restando l’intervento programmato per il ripristino della condotta, la disponibilità di un pozzo nelle vicinanze del serbatoio potrebbe garantire considerevoli risparmi energetici per il sollevamento delle acque oltre che maggiori garanzie di disponibilità della risorsa. C’è comunque da evidenziare come la vita media delle reti idriche si aggiri attorno ai 30 anni, pertanto, al di là delle particolari condizioni ambientali in cui si è venuta a trovare, la rete di Palomonte è vicina all’esaurimento della propria vita utile. Una così elevata percentuale di perdite, oltre ai costi legati ai consumi di energia elettrica per il sollevamento di una così ingente portata d’acqua, nonchè allo spreco di una risorsa primaria quale è l’acqua, ha anche reso estremamente difficoltosi i tentativi di porre rimedio. La rete pertanto risulta inadeguata a soddisfare le esigenze delle aziende già insediate e le problematiche sono destinate ad aumentare nei prossimi mesi quando è previsto l’insediamento delle ditte aggiudicatarie dei lotti liberi messi di recente a bando. Il recupero risulta pressoché impossibile, anche alla luce delle considerazioni sopra svolte riguardo l’impossibilità di garantire un’adeguata protezione dalle correnti vaganti. Pagina 3 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA Figura 2- Versante in frana lungo tracciato acquedotto Ci sono inoltre da fare due importanti considerazioni che spingono verso l’esigenza di prevedere un potenziamento della rete: 1. il nucleo industriale di Palomonte si trova ad immediato ridosso di un’area di grande pregio naturalistico e sensibilità ambientale, in particolare l’area SIC IT8050089 “Fiumi Tanagro e Sele” e la Riserva Naturale EUAP0971 della “Foce Sele e Tanagro”, pertanto le attività produttive che in essa saranno implementabili dovranno necessariamente tener conto di queste caratteristiche, andando pertanto a favorire quelle di minor impatto, se non addirittura di valorizzazione dei prodotti tipici dell’ambiente circostante; in tal senso sarà pertanto importante aumentare la dotazione idrica per consentire l’insediamento di quelle attività, come quelle della filiera alimentare, che presentano un maggior fabbisogno d’acqua; 2. il nucleo di Palomonte è stato originariamente concepito per ospitare poche aziende di dimensioni relativamente grandi, ma, considerata l’evoluzione economica del post negli ultimi vent’anni, è necessario favorire i frazionamenti dei lotti in unità più piccole, aumentando così anche le utenze idriche. Pagina 4 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA Inoltre attualmente risulta fuori uso l’impianto di potabilizzazione in quanto risulta impossibile garantirne il funzionamento con gli ingenti volumi d’acqua in gioco. Figura 3- Aree naturalistiche a ridosso del nucleo industriale Schematicamente le problematiche riscontrate nel nucleo industriale di Palomonte possono quindi riassumersi in: enormi volumi d’acqua persi nella rete; impossibilità di garantire una pressione d’esercizio adeguata alle esigenze delle aziende stante l’elevata mole dei volumi d’acqua che occorre mettere in rete; impossibilità di garantire un’adeguata protezione catodica alle condotte d’acciaio; difficoltà nella ricerca delle perdite; impossibilità di effettuare importanti interventi di manutenzione straordinaria senza provocare fermi aziendali per le industrie dell’area; mancanza di acqua potabile a causa del mancato funzionamento del potabilizzatore. Pagina 5 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA 3. Ragioni della soluzione scelta La soluzione in grado di risolvere contemporaneamente tutte le problematiche individuate nell’area si è ritenuta essere quella della creazione di una nuova rete di distribuzione in PEAD e del bypass del tratto di acquedotto esterno, sia per quanto concerna le condotta di mandata che quella di ritorno verso la zona industriale, che insiste lungo il versante in frana, dando al contempo la possibilità di effettuare una bonifica del versante stesso che risulta problematica a causa della presenza della doppia condotta in acciaio. Attraverso questa soluzione sarà difatti possibile: potenziare l’attuale fornitura d’acqua, consentendo al nucleo industriale una maggior flessibilità rispetto alle aziende insediabili; azzerare le perdite d’acqua, con evidenti benefici sia nella tutela delle preziose riserve idriche, sia dal punto di vista dei consumi energetici; ottenere una rete di distribuzione totalmente inattaccabile dalle correnti vaganti che caratterizzano l’area; possibilità di intervenire sulla rete in acciaio esistente senza dover sospendere la fornitura idrica alle aziende insediate durante le lavorazioni; tale rete potrà quindi essere utilizzata per garantire la dotazione idrica in momenti di particolare richiesta o essere collegata a diverse fonti di approvvigionamento in caso di necessità. Per quanto concerne il problema della mancanza di acqua potabile sarà possibile ripristinare il potabilizzatore, o, soluzione ancor più conveniente dal punto di vista economico, reperire un pozzo in prossimità del serbatoio esistente, ovvero a distanza dall’area industriale, che presenti caratteristiche chimico-fisiche migliori già alla captazione. La rete è stata concepita per poter funzionare con diversi schemi in modo da essere flessibile e garantire la fornitura d’acqua anche in condizioni di rottura sulle varie tratte. Pagina 6 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA Pagina 7 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA 4. Dimensionamento della rete Il dimensionamento della rete è stato effettuato basandosi sugli studi specifici condotti dall’Autorità d’Ambito Territoriale ATO4 –Sele. Per quanto riguarda il territorio di Buccino il fabbisogno idropotabile all’anno zero risulta essere il seguente: Superficie (kmq) Altitudine s.l.m. 28.30 550 Residenti ISTAT 2001 4’103 Residenti ISTAT 2012 4’049 Classe dotazione Vres Addetti ind. Qmres Qind int Qturisti B 486’718 484 15.43 4.48 0.11 I fabbisogni idropotabili di Piano risultano essere pressochè costanti, con una portata media giornaliera complessiva sul territorio comunale che varia fino al 2025 tra i 19.20 ed il 20.12 l/s. Tale portata è la somma del fabbisogno idrico per i residenti e quello di tipo industriale interno: Q m = Q m res + Q m industriale interno Per quanto concerne la stima dei consumi idrici industriali da fonte acquedottistica, lo studio dell’ATO ha fatto riferimento a dati relativi ai prelievi idrici da acquedotti effettuati da parte delle utenze industriali rappresentative, ubicate all’interno delle Pagina 8 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA aree ASI, i cui dati sono stati desunti da studi effettuati sul tema specifico da parte della Regione Campania. Il Pianto d’Ambito prevede di fissare un obiettivo per la razionalizzazione dei consumi idrici di fonte acquedottistica, basato sulla ipotesi di perseguire una politica tesa a limitare le forniture idriche per le utenze industriali alla sola aliquota necessaria per il consumo umano e per quelle lavorazioni (vedasi ad es.: le Aziende che operano nel settore agro-industriale) idroesigenti. Presentando tale specifico settore un consumo medio unitario di ca. 800 l/add-g, ed essendo la sua incidenza variabile tra il 20% (all’interno degli AGL) ed il 25% (extra ASI) della consistenza totale di addetti, può ritenersi che obiettivo raggiungibile per il Piano d’Ambito in tempi relativamente brevi possa essere quello della riduzione del fabbisogno medio unitario da 0,8 mc/add/g a 0,5 mc/add-g. Per quanto concerne la portata di punta giornaliera, lo studio ATO, in accordo con quanto proposto per l’aggiornamento del PRGA, viene suggerita l’applicazione di un coefficiente pari ad 1.25. Come coefficiente di punta orario, in accordo a quanto reperibile sulla letteratura scientifica per contesti analoghi, si assume un valore pari ad 1.6 Figura 4- Curva demografica del Comune di Palomonte Pagina 9 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA Si stima che nel nucleo industriale nei prossimi anni sia prevedibile un picco massimo di occupati pari a 700 addetti, pertanto, sulla base dei dati sopra riportati, si ottiene: Q ind = 6.48 l/s Q max, giornaliera = 8.10 l/s Q max, oraria = 12.96 l/s 5. Verifica idraulica La linea principale verrà realizzata in tubazioni in polietilene PE 100 con valori minimi di MRS (Minimum Required Strenght) di 10 Mpa, PFA 16 Diametro esterno 180 mm spessore 16,4 mm, destinata alla distribuzione dell’acqua e prodotta in conformità alle norme vigenti. La tubazione dovrà possedere il marchio di conformità di prodotto IIP e/o equivalente marchio rilasciato da organismo riconosciuto nell'ambito della comunità europea e deve essere formata per estrusione e potrà essere fornita sia in barre che in rotoli. L’adozione di materiale plastico risolverà definitivamente le problematiche derivanti dall’ingente quantità di correnti vaganti presenti nel sottosuolo che hanno reso inservibile la vecchia rete. Utilizzando la Formula di Hazen-Williams: ∆ = JL = 10.675 ⋅ Q1.852 ⋅L C1.852 ⋅ D 4.8704 per la portata di punta oraria si ottiene: Tratto P22 (serbatoio) – P16 (immissione del bypass in condotta esistente): Tubazione in PEAD DN 180 PN16 Cadente piezometrica: J = 3.39 m/km L = 1.00 Km Perdita di carico JxL = 3.39 x 1.00 = 3.39 m Tratto P22 (serbatoio) – P16 (immissione del bypass in condotta esistente): Tubazione in ACCIAIO DN300 Cadente piezometrica: J = 0.14 m/km L = 2.50 Km Perdita di carico JxL = 0.14 x 2.50 = 0.35 m Perdita di carico complessiva, incrementata del 20% per tener conto delle perdite di carico localizzate ∆J = 4.50 Quota serbatoio: 280 m.s.l.m. Pagina 10 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA Quota di immissione in rete di distribuzione (punto a quota maggiore): 232 m.s.l.m. Pertanto nel punto più sfavorevole della rete si avrà una pressione pari a: H serbatoio -H ingresso -∆J = 280-232-4.50 = 47.5 mt di prevalenza Nella rete di distribuzione invece il DN180 garantisce una pendenza della piezometrica (J = 4.00 m/km, tenendo conto delle perdite localizzate) inferiore alla pendenza del suolo, pertanto la perdita di carico viene compensata dalla perdita di quota della strada, garantendo una pressione costante su tutta la rete. 6. Verifiche statiche tubazioni Il presente paragrafo riguarda la verifica statica del collettore previsto in progetto. In osservanza al D.M. LL.PP. del 12/12/1985 “Norme tecniche relative alle tubazioni”, sono state eseguite le seguenti verifiche: - interazioni fra tubazioni e fluido trasportato; - interazioni fra tubazioni e terreni di posa; - verifiche di sicurezza statica - resistenza allo schiacciamento. Interazioni fra tubazioni e fluido trasportato Il fluido trasportato è rappresentato da acque ad uso idropotabile. Per il collettamento si sono utilizzate tubazioni in PEAD, del tipo PE100, rispondente alla norma UNI EN 12201, essendo dotati delle seguenti principali caratteristiche: - resistenza all’aggressione chimica; - resistenza all’abrasione; - resistenza in zona sismica; - impermeabilità dall’interno all’esterno e viceversa; - velocità di autopulizia; - inalterabilità nel tempo. - capacità di assorbire lievi assestamenti del terreno; - perfetta tenuta idraulica nelle giunzioni saldate. Interazioni fra tubazioni e terreni di posa Gli scavi per la posa delle condotte interessano in parte le sedi stradali (materiale di riporto sabbioso-ghiaioso e, per profondità limitata, lo strato di suolo naturale sottostante), in parte terreni naturali, costituiti dalla coltre di ricoprimento superficiale e, localmente, dal substrato roccioso. Pagina 11 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA Date le caratteristiche dei terreni interessati ed in considerazione del fatto che la posa delle tubazioni richiede lo scavo di trincee di modesta profondità, non si ritiene necessaria l'adozione di accorgimenti tecnici particolari per la realizzazione degli interventi, salvo le prescrizioni contenute nel Capitolato Tecnico Prestazionale allegato al progetto. Verifica allo schiacciamento La verifica statica delle condotte realizzate in PEAD è svolta con il criterio della massima deformazione ammissibile, utilizzabile per tutte le condotte di tipo plastico, in quanto il cedimento di queste tubazioni avviene per eccesso di ovalizzazione. Le tubazioni presentano infatti una resistenza propria molto bassa, e buona parte della capacità di sopportare i carichi verticali deriva dalla spinta passiva indotta orizzontalmente dal movimento della parete. La capacità di un tubo flessibile di deformarsi, e quindi di utilizzare favorevolmente la spinta passiva consente allo stesso di sopportare carichi di terra e sovraccarichi in modo efficace. Nel calcolo vengono considerati i seguenti fattori: forze verticali trasmesse dal peso della terra so vrastante; forze verticali trasmesse dai veicoli transitanti; distribuzione delle forze verticali lungo la tubazione; calcolo della deformazione del tubo sotto i carichi previsti; impostazione della limitazione della deformazione ad un valore pari al 5% del diametro. Per il calcolo del carico agente dovuto al terreno, si fa riferimento al metodo di Imhoff, Gaube, Rottner e allo studio di Marston, i quali esprimono l'equilibrio alla traslazione verticale del prisma con un'equazione differenziale che, integrata, individua la forza verticale totale per unità di lunghezza. Lo schema di carico utilizzato per la determinazione dei sovraccarichi mobili è quello relativo ad una condizione di traffico pesante, ritenuta cautelativa per il rischio dovuto al passaggio accidentale di mezzi pesanti anche su tracciati abitualmente non adibiti a traffico veicolare. La norma UNI considera che una condotta sia posata in trincea stretta quando sia soddisfatta una delle seguenti condizioni: B ≤ 2D con h ≥ 1.5B 2D ≤ B ≤ 3D con h ≥ 3.5B Pagina 12 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA DATI DI CALCOLO Diametro esterno della tubazione in PEAD: De= 180 mm Spessore della tubazione: s = 18.2 mm Rigidità anulare del tubo SDR = 83.3 kN/m2 Angolo di supporto σ = 90° Altezza di ricopertura della tubazione misurata dalla generatrice superiore del tubo h = 60 cm Larghezza media dello scavo sulla generatrice superiore del tubo: B = 42 cm Peso specifico del materiale di ricopertura: γ = 19 kN/m3 Carico massimo per ruota (traffico pesante) P s = 100 KN Angolo di attrito del terreno di riempimento θ = 30° Angolo di attrito rinterro/pareti µ = 30° Modulo di elasticità del terreno secondo Winkler E t = 6000 kN/m2 Calcolo del carico q g del terreno su un anello di tubazione di lunghezza unitaria: Q t = C d γ B D, dove: −2 H K a ⋅ h ⋅tgϑ 1− e B Cd = 2 K atgϑ = coefficiente di carico 90° − ϑ k a = coefficiente di spinta attiva = Tan 2 2 Sovraccarichi dinamici: Ps Qs = 0.5281 ⋅ 1.0461 Traffico stradale pesante e ferroviario ⋅ϕ h Ps Qs = 0.8743 ⋅ 1.5194 Traffico stradale leggero ⋅ϕ h dove: con: 0.6 h 0.6 ϕ = 1+ h ϕ = 1+ Carichi ferroviari Carichi stradali Pagina 13 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA La deformazione del diametro orizzontale secondo Spangler è data dalla relazione: ∆d = QKF 8SDR + 0.061Et dove: Q = è il carico totale agente sul tubo kN/m2 K= Coefficiente di sottofondo dipendente dall’angolo di appoggio F= coefficiente di deformazione differita, pari ad 1 per il breve termine, 2 per il lungo termine Pagina 14 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA DATI TUBAZIONE Diametro Rigidezza Modulo Elasticità Tipo parete DN SDR Em - 0.18 83.3 B H 0.42 0.6 γt θ µ 2α 19 30 30 90° Et 6000 Coeff. di sottofondo Coeff. di deformazione differita K F 0.096 2 CARICO STATICO Coeff. Spinta attiva Coeff. Carico statico (Marston) Coeff. Carico Idrostatico TOTALE Ks Cd Q idr Q st DATI SCAVO Larghezza Altezza su estradosso tubo Tipologia terreno indisturbato Tipologia terreno rinfianco Peso specifico rinterro Angolo attrito interno Angolo Attrito rinterro/pareti Angolo di supporto Tipo compattazione Modulo Elasticità Terreno Altezza della falda sulla tubazione Peso specifico sommerso riempimento 0.33333 1.0989 1.57846 CARICO DINAMICO Pagina 15 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA Tipologia traffico Carico per ruota Coeff. Dinamico Tensione dinamica TOTALE P φ σz Qd CARICO TOTALE (S+D) Deformazione assoluta Deformazione relativa % 100 1.5 135.171 24.3308 25.9092 ∆d d 0.00482 2.68% → La verifica è soddisfatta. 7. Apparecchiature Le funzioni più comuni di tali apparecchiature sono quelle di permettere l’evacuazione e il rientro sell’aria delle tubazioni; di intercettazione, per poter isolare tronchi di condotte o altre apparecchiature per la manutenzione o la riparazione; di regolazione della portata o della pressione. Esistono poi varie altre apparecchiature, aventi specifiche funzioni, come per esempio quelle di impedire l’inversione del flusso, di limitare le sovrapressioni durante il moto vario, di interrompere automaticamente il flusso, di misurare la portata, la pressione. La presenza dell’aria nelle condotte in pressione La presenza di aria nelle condotte che convogliano liquidi in pressione può dar luogo a una serie di inconvenienti che, in alcuni casi, possono ostacolare gravemente o addirittura interrompere il deflusso; si ha quindi l’esigenza di mettere in atto tutti gli accorgimenti tecnici per eliminare o ridurre le cause dell’ingresso d’aria nelle tubazioni e per far fuoriuscire il più rapidamente possibile l’aria che comunque è presente. Le più comuni cause d’ingresso d’aria nelle condotte in pressione sono: Insufficiente carico all’imbocco delle opere di presa e di tutte le vasche a pelo libero; Imbocchi della tubazione non ben raccordati; Mancanza di tenuta di tronchi funzionanti in depressione, quali per esempio i tubi di aspirazione delle pompe; Pagina 16 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA Turbolenza che sorge durante le fasi di riempimento della tubazione, generando un miscuglio di acqua e quindi intrappolando una notevole quantità di aria; Arrivo in serbatoi o vasche di correnti idriche che generano una agitazione con conseguente fenomeno di aerazione dell’acqua. Tuttavia, riducendo o eliminando le suddette cause, le correnti idriche in pressione, essendo sempre state in precedenza a contatto con l’atmosfera, contengono una certa quantità di aria disciolta, che inevitabilmente si libera in alcuni punti della tubazione. Quindi nelle lunghe condotte l’acqua rilascia una certa quantità disciolta nelle zone in cui ha un aumento della temperatura o una diminuzione di pressione. Nella tubazioni interrate con sufficiente ricoprimento, le variazioni di temperatura dell’acqua lungo il percorso sono di piccola entità e hanno, perciò, sul fenomeno, un effetto quasi trascurabile rispetto alle variazioni di pressione. La liberazione dell’aria nei tronchi a minor pressione si manifesta, inizialmente, sotto forma di bolle molto piccole che vanno fra loro raggruppandosi raggiungendo dimensioni via via maggiori, fino alla formazione di grosse bolle che hanno la tendenza a spostarsi verso l’alto, aderendo alla parete del tubo nei pressi si muovono con una certa velocità relativa al liquido, mentre in altri casi ristagnano in alcuni zone, dove trovano una condizione di equilibrio. Per effetto del movimento dell’aria si verificano, inoltre, continue variazioni di pressione, che originano vibrazioni e a volte veri e propri fenomeni di colpo di ariete assai nocivi per l’esercizio. Infine, quest’aria che si libera facilita l’aggressione chimica delle pareti interne delle tubazioni di acciaio. Per tutti questi motivi è necessario espellere quanto più rapidamente possibile l’aria, dopo che si è liberata dall’acqua in piccole quantità, evitando la formazione di grosse bolle; ciò si ottiene mediante dispositivi, detti sfiati, che vengono collocati nei punti più alti del profilo longitudinale della tubazione o, come nel nostro caso, nei tratti terminali della rete. Quando si effettua lo svuotamento della tubazione per qualsiasi motivo, occorre la presenza di analoghi dispositivi, per permettere il rapido rientro d’aria dall’esterno, al fine di evitare che si manifestino forti depressioni, pericolose sotto l’aspetto statico Pagina 17 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA che igienico; analogamente, nel caso di riempimento della tubazione, servono dispositivi idonei all’espulsione dell’aria dalla tubazione stessa in tempi brevi. Ritornando all’espulsione dell’aria che si libera all’interno del tubo durante l’esercizio, occorre aver presente che in una tubazione dove l’acqua è ferma una bolla d’aria è soggetta alle seguenti forze: Componente della spinta di galleggiamento, secondo l’asse del tubo, diretta verso l’alto, che tende a far salire la bolla; Azione di adesione tra bolla e parete del tubo, che si manifesta, ovviamente, solo quando la bolla viene a contatto con la parete, e che si oppone al movimento. La prima forza prevale sulla seconda e le bolle d’aria si muovono verso l’estremo superiore della tubazione; inoltre quando la tubazione è percorsa da una corrente liquida animata da una certa velocità, la bolla d’aria è soggetta, oltre alle due forze specificate in precedenza, anche all’azione dinamica dalla corrente, diretta nel senso del moto. Le bollicine staccatesi dalla sacca d’aria vengono trasportate verso valle solo se le velocità della corrente è maggiore di un certo valore, altrimenti esse corrono in contro corrente, riaggregandosi alla sacca di monte. Quando la corrente è in grado di erodere la sacca va diminuendo di lunghezza, fino a raggiungere determinate dimensioni, al di sotto delle quali cessa la sua progressiva erosione da parte della corrente. Per la fuoriuscita dell’aria è previsto n.1 sfiato a doppio galleggiante tipo "VENT" DN 150 per svuotamento e riempimento di grandi quantità d'aria, corpo e coperchio in ghisa GG 25 con rivestimento epossidico, corpo principale di grande portata con galleggiante in ABS a chiusura in appoggio diretto su guarnizione NBR, corpo di degasaggio con galleggiante di chiusura incernierato su leva premente l'otturatore, guarnizioni e rivestimento conformi al D.M. n. 174 del 06/04/2004 (sostituisce la Circ. Min. Sanità n. 102 del 02/12/78), attacco flangiato a norme UNI EN 1092-1, pressione massima di esercizio 16 bar. Pagina 18 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA Organi di intercettazione e di regolazione Lungo una tubazione d’acquedotto devono essere previste delle valvole che permettono sia l’interruzione del flusso che la regolazione della portata; a volte entrambe le suddette funzioni vengono affidate a un unico apparecchio. Gli elementi principali che caratterizzano il funzionamento di una valvola sono i seguenti: la perdita di carico che si verifica a valvola completamente aperta la tenuta che si ha a valvola completamente chiusa la regolazione del flusso a valle con un generico grado di apertura lo sforzo di azionamento durante le manovre la legge di variazione della portata al variare del grado di apertura In genere non si può assegnare a un unico organo tutte le funzioni richieste, ma occorre installare più valvole di diverso tipo. Come organi di intercettazione sono previste saracinesche con corpo ovale in ghisa sferoidale PFA 16 bar con flange, rivestite internamente e esternamente in epoxy polvere di tipo alimentare, con albero di manovra in acciaio e cromo, cuneo in ghisa sferoidale internamente rivestito in elastomero EPDM alimentare con guida indipendente dalle zone di tenuta, guarnizione di protezione e tenuta, con i seguenti diametri nominali: n.19 DN 150 n.2 DN 80 I pozzetti Tutte le apparecchiature e gli strumenti, previsti lungo la rete di adduzione esterna devono essere collocati all’interno di appositi manufatti in calcestruzzo e muratura, che in genere sono completamente interrati e vengono chiamati “pozzetti”. I pozzetti sono muniti di chiusini metallici per l’accesso dall’esterno, che devono essere provvisti di adeguati sistemi di chiusura, per impedire l’ingresso nel pozzetto a persone estranee al servizio. Le dimensioni del pozzetto variano molto a seconda delle apparecchiature installate; esse devono consentire di effettuare agevolmente tutte le manovre degli apparecchi che si rendono necessarie durante l’esercizio e di eseguire le operazioni di Pagina 19 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA manutenzione ordinaria, di riparazione,di smontaggio e di sostituzione delle apparecchiature stesse. Quando la portata derivata e del tutto trascurabile rispetto a quella dell’adduttrice principale, la derivazione può anche essere effettuata in pressione; in questo caso basta prevedere un pozzetto con un nodo di ripartizione, con una valvola o una saracinesca di regolazione sulla derivazione, che consenta di variare la portata derivata, con oscillazioni di carico trascurabili sull’adduttrice principali. Sono previsti in progetto pozzetti del tipo stradale per carichi pesanti di tipo HT60 di dimensioni interne minime: 150x150 cm ed altezza interna minima di 100 cm 200x200 cm ed altezza minima 150 cm I pozzetti sono completi di lastra di copertura e chiusino in ghisa sferoidale di classe D400 di luce netta 700X700 mm. Il chiusino sarà completo di telaio di forma quadrata sia alla base di appoggio che alla sommità corrispondente al livello del piano stradale, munito di adeguata aletta perimetrale esterna continua sui quattro lati, arrotondata agli angoli, di larghezza non inferiore a mm 20 con asole e/o fori creati sul perimetro; battuta interna sagomata; guarnizione in elastomero antirumore ed antibasculamento incassata in apposita gola per contrastare frontalmente il bordo del coperchio ed assorbire anche le vibrazioni; vano cerniera a fondo chiuso con sistema di bloccaggio del coperchio in posizione di apertura; appendice opportunamente sagomata sulla parete interna per il blocco del sistema di chiusura del coperchio; rilievi antisdrucciolo sulla superficie di calpestio. Coperchio di forma circolare munito di appendice idonea a garantirne l'articolazione al telaio nel vano cerniera senza impedirne la estraibilità; asola a fondo chiuso idonea ad accogliere una qualsiasi leva per l'apertura della botola con il minimo sforzo; sistema di chiusura automatico realizzato mediante una appendice basculante, opportunamente sagomata, bullonata al coperchio ed articolato da una molla elicoidale di contrasto sollecitata a compressione; idonea predisposizione all'accoglimento di un sistema opzionale di chiusura antifurto; spazio circonferenziale e centrale per l'inserimento di eventuali scritte (es. ente appaltante + sottoservizi + etc...); particolare identificativo delle dimensioni esterne del telaio espresse in cm.; rilievi antisdrucciolo. Sistema di chiusura antifurto opzionale costituito da un chiavistello filettato con testa triangolare antifurto ed una appendice in acciaio Pagina 20 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA bloccata da due dadi e da una molla elicoidale di contrasto più una chiave a corredo con la punta a testa triangolare per l'apertura. Tutti i coperchi ed i telai devono riportare il marchio di un ente di certificazione terzo legalmente riconosciuto; la sigla EN 124; la classe di resistenza; il marchio del produttore in codice; il luogo di fabbricazione in codice; la data del lotto di produzione. Norme di progettazione La progettazione, la costruzione e il collaudo delle tubazioni sono regolati in Italia dalla “Normativa tecnica sulle tubazioni”, contenuta nel Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici del 12/12/85, pubblicata sul n.61 della GU del 14/3/86. Tale normativa definisce col termine tubazione il complesso di tubi, dei giunti e dei pezzi speciali che costituiscono le opere di adduzione e/o di distribuzione di acqua per uso potabile, agricolo, industriale e per usi multipli, ovvero le opere di fognatura per la raccolta e l’allontanamento delle acque reflue e di quelle meteoriche. La normativa è unificata, nel senso che stabilisce criteri di progettazione, realizzazione e collaudo indipendentemente dal materiale delle stesse. Dall’oggetto delle Norme sono esclusi i procedimenti di progettazione, costruzione e controllo di produzione dei tubi, dei giunti e dei pezzi speciali, per i quali esiste una serie di prescrizioni, contenute in diverse NORME UNI, ISO, relative ai vari materiali delle tubazioni; sono altresì escluse le disposizioni in materia di sicurezza igienica e sanitaria, di competenza del Ministero della Sanità. Fase di realizzazione dell’opera – sezione di scavo Le norme contengono delle precisazioni sui controlli da effettuare negli stabilimenti e nei cantieri per l’accettazione dei tubi, dei giunti e dei pezzi speciali, che devono essere accompagnati dalla certificazione delle prove effettuate in stabilimento a controllo della produzione; altre prescrizioni riguardano le operazioni di carico, trasporto, scarico e accatastamento dei tubi, che devono essere effettuate con modalità e mezzi tali da evitare qualsiasi possibilità che si verifichino alterazioni delle caratteristiche dei tubi stessi o dei rivestimenti; infine, lo sfilamento dei tubi deve essere effettuato evitando il loro strisciamento. Pagina 21 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA Prima della posa in opera i tubi, i giunti ed i pezzi speciali vanno accuratamente controllati, scartando l’impiego di quelli che dovessero risultare danneggiati e ripristinando l’eventuale rivestimento, se i danni riguardano solo questo. Dovrà evitarsi che durante la posa penetrino all’interno delle tubazioni dei detriti, che potrebbero danneggiare le tubazioni stesse o i loro rivestimenti. Il fondo scavo su cui vanno posati i tubi deve essere spianato e livellato, eliminando qualsiasi asperità che possa danneggiare il tubo o il rivestimento. Nel caso si renda necessario realizzare un letto di posa o impiegare il rinterro del materiale diversi da quelli provenienti dallo scavo, dovrà essere accertato che non insorgano fenomeni corrosivi. La posizione dei tubi all’interno della trincea di scavo non deve mai essere realizzata mediante appoggi discontinui, quali pietre, mattoni o altro, in quanto il piano di posa deve garantire un’assoluta continuità di appoggio. Nei tratti in cui sono possibili degli assestamenti, dovranno adottarsi particolari provvedimenti, come l’impiego di giunti adeguati o appoggi discontinui stabili, quali selle o mensole; in tale caso, il contatto tra tubi e selle di appoggio andrà realizzato con l’interposizione di materiale idoneo. Al termine delle operazioni di giunzione occorre procedere a un rinterro parziale di ciascun tratto di tubazione con un limitato ricoprimento sulla generatrice superiore dei tubi, lasciando scoperti i giunti; il terreno di rinterro va disposto nella trincea in modo uniforme, in strati di spessore opportuno, costipando sotto e lateralmente al tubo, per ottenere un appoggio stabile e impedire spostamenti laterali. Nella posa in opera dei tubi in acciaio è da evitare in modo assoluto lo strisciamento dei tubi con il terreno o fra di loro durante le varie operazioni necessarie per il carico, il trasporto, lo scarico, l’accatastamento, il deposito lungo lo scavo. La trincea di scavo deve avere una larghezza pari al diametro nominale del tubo più un margine di 10-20 cm da ciascun lato; nel nostro caso dopo le verifiche idrauliche ed i calcoli è stato adottato il valore di 40 cm considerando che la tubazione da posare avrà un diametro di 180 mm. Per quanto riguarda l’altezza di ricoprimento al di sopra della generatrice superiore del tubo, è necessario non scendere al di sotto di 1 metro, al fine di mantenere l’acqua isolata termicamente dall’ambiente esterno in misura sufficiente. Pagina 22 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA L’altezza massima di rinterro va determinata in modo da non superare le tensioni ammissibili per il materiale; naturalmente è opportuno, per motivi tecnici ed economici, fissare altezze di ricoprimento piccole. La realizzazione del letto di posa sul fondo della trincea, indispensabile in presenza di terreni rocciosi o contenenti sassi, risulta consigliabile anche per terreni sciolti, al fine di garantire al tubo un appoggio continuo e regolare. Il letto di posa va eseguito in materiale granulare sciolto (preferibilmente sabbia, ma anche terra vagliata o pietrisco molto fine), realizzando per la tubazione un arco di appoggio di circa 60°. Lo spessore del letto di posa per le tubazioni previste (PEAD DE110 PN16) si assume in genere pari a 0.10 – 0.15 m. Il rinterro va fatto coprendo la tubazione per almeno 10 cm sulla generatrice superiore con lo stesso materiale utilizzato per realizzare il letto di posa, poi con terreno sciolto, privo di sassi, radici. Il letto di posa deve essere parzialmente interrotto in corrispondenza dei giunti, per poter comodamente eseguire le operazioni di giunzione. Il rinterro va quindi eseguito solo parzialmente, lasciando scoperti i giunti; solo dopo aver effettuato le prove idrauliche ed essersi accertati della tenuta dei giunti stessi si potrà procedere al completamento del letto di posa e del ricoprimento. Nel caso in esame avremo un solo tipo di sezione di scavo in strada asfaltata, considerando come asfaltati, a tal fine, anche i tratti che verranno completati successivamente alla posa delle tubazioni. 8. Analisi delle interferenze Nell’area oggetto di intervento sono stati accertati i seguenti sottoservizi: metanodotto SNAM rete idrica esistente in acciaio fogna acque bianche fogna acque nere linee elettriche in media tensione linee di alimentazione della pubblica illuminazione linee telefoniche Dai sopralluoghi effettuati si è appurato che per minimizzare le interferenze la nuova rete idrica dovrà seguire il tracciato di quella esistente. L’altezza di progetto, col Pagina 23 di 24 Progetto Esecutivo Potenziamento reti idriche a servizio del nucleo industriale di Palomonte RELAZIONE SPECIALISTICA fondo scavo posizionato a circa 90 cm dal piano stradale, è stata scelta in modo da restare al di sopra di circa 40-50 cm dalla rete esistente. Pagina 24 di 24