Elena Dini - Eid 2010/ Preghiera e festeggiamenti spesso non in

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Elena Dini - Eid 2010/ Preghiera e festeggiamenti spesso non in
Eid 2010/ Preghiera e festeggiamenti spesso non in moschea
I festeggiamenti per l'Eid hanno riportato all'attenzione il problema delle strutture usate
come luoghi di culto in Italia. Il gran numero di fedeli presenti per la preghiera dell'Eid
rende spesso necessarie soluzioni alternative per poter accogliere tutti.
di Elena Dini
Per un cristiano che si trova a vivere in un paese in cui la domenica non è un giorno festivo, tutto sembra un po'
strano. Invece di andare a Messa la mattina della domenica, come molte persone sono abituate a fare qui in
Italia, bisogna andare nei ritagli di tempo il tardo pomeriggio quando si esce dal lavoro e il tipico ?pranzo
domenicale? si trasforma in una cena e anche abbastanza rapida perché si viene da una giornata di lavoro e
anche il giorno dopo si lavorerà. Intendiamoci, non è che questo elimini la gioia della ricorrenza religiosa
settimanale, del momento dedicato particolarmente all'incontro con Dio all'interno della comunità, solo che può
rendere l'atmosfera meno festiva e più calata nelle occupazioni e preoccupazioni quotidiane.
Quando si tratta poi delle feste principali della propria religione, lo si sente ancora di più. Due giorni fa si è
festeggiata l'Eid el-Adha, la Festa del Sacrificio e per gran parte dei musulmani italiani, la situazione è stata
simile a quella descritta sopra. Molti di coloro che hanno trascorso parte della loro vita in un paese a
maggioranza musulmana ricordano con un pizzico di nostalgia i festeggiamenti al di là del Mediterraneo.
In Italia, oltre al fatto che martedì 16 novembre era un giorno lavorativo, l'Eid è stata l'ennesima occasione per
confrontarsi con un problema di strutture. Nelle due principali feste islamiche, le sale di preghiera o moschee
non bastano ad accogliere tutti coloro che vogliono riunirsi per pregare e così le comunità devono cercare delle
soluzioni alternative che vanno dall'aumentare i turni di preghiera come avviene normalmente alla Grande
Moschea di Roma al cercare strutture che possano accogliere un maggior numero di persone.
Alle volte il risultato è buono, come a Reggio Emilia dove circa 3,000 fedeli si sono riuniti nel palazzetto di
via Guasco per la preghiera alla quale hanno presenziato anche, fra le altre autorità, l'assessore comunale
Franco Corradini, il presidente del Consiglio comunale Emanuela Caselli e l'assessore provinciale agli Animali
Roberta Rivi. «E' stata un'occasione dal forte valore sociale ? ha commentato l'assessore alla Sicurezza e
Coesione sociale Franco Corradini alla Gazzetta di Reggio - la scelta di radunare nel Palasport musulmani da
tutta la provincia, ha confermato da un lato la loro piena volontà di integrazione e dall'altro l'apertura della nostra
città».
La comunità diBolzano, invece, ha pregato allo Stadio Druso e poi è stata invitata dalla Rete per i diritti dei
senza voce a preparare un pranzo comunitario nella sale della parrocchia S. Giovanni Bosco: un modo per
festeggiare insieme nello spirito della condivisione sia da parte cristiana che da quella musulmana.
Altre volte purtroppo i problemi non mancano. Ad Albino, in provincia di Bergamo, il Comune ha concesso il
Palasport per l'Eid ma la Lega Nord non ha visto l'azione di buon occhio. Il segretario della Lega Nord di
Albino Manuel Piccinini non ha lesinato parole di critica nei confronti del sindaco che non si interesserebbe
dell'opinione dei cittadini e che avrebbe trasformato Albino nella ? Mecca della Valle Seriana?. Per Piccinini,
secondo quanto riporta l'Agi, il dialogo con la comunità islamica è impossibile perché ?non separa le
responsabilità amministrative e politiche da quelle religiose e culturali?. Il nesso fra questa valutazione in un
giorno di festa per la comunità e la disponibilità del Comune a mettere a disposizione uno spazio per la preghiera
risulta abbastanza oscuro.
Anche a Parma c'è stata una nota che ha rattristato la giornata di festa: le multe. A Via Campanini, di fronte
alla moschea, alcuni fedeli hanno parcheggiato in divieto di sosta e hanno trovato una multa sulla loro macchina.
Giustamente, come ha fatto notare il responsabile del Centro Islamico Farid Mansouri. Ma questa, come
commenta Mansouri alla Repubblica di Parma, è la dimostrazione di come sia tesa la situazione con i
commercianti della via che si lamentano per il traffico in occasione dei giorni di festa della comunità
musulmana.
Il problema quindi dei luoghi di culto islamici in Italia torna a proporsi per chi legge attentamente le notizie.
Forse se ne riparlerà di nuovo alla prossima Eid...
(18 novembre 2010)
http://www.minareti.it/10/304/4e4ce5156f726437106196e768caef2f/eid_2010_preghiera_e_festeggiamenti_spesso_non_in_moschea.html